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UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni
Cassandra O’Donnell
Il collegio stregato. Libro 3. Il bersaglio disegni di Jean-Mathias Xavier traduzione dal francese di Serena Tardioli
della stessa serie:
Il collegio stregato. Libro 1. L’acciuffasogni
Il collegio stregato. Libro 2. I figli di Asmodeo
ISBN 978-88-3624-930-5
Prima edizione italiana gennaio 2023
ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
anno 2027 2026 2025 2024 2023
© 2023 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Titolo dell’edizione originale francese:
Le collège maléfique. La cible Pubblicato per la prima volta nel 2022 da Flammarion Jeunesse - Paris, Francia testo © 2022 Flammarion Jeunesse disegni © 2022 Jean-Mathias Xavier
Gallucci e il logo sono marchi registrati
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Cassandra O’Donnell
Libro 3 IL BERSAGLIO
disegni di Jean-Mathias Xavier traduzione di Serena Tardioli
L’orrore mi attanagliava. Le immagini si susseguivano nel suo incubo: la scuola, l’edificio principale, le facce degli altri studenti nel cortile e poi all’improvviso le scene di panico, adolescenti e a volte anche bambini che correvano, le urla, i cadaveri stesi a terra, le bocche contorte dal dolore, i rivoli di sangue che uscivano dagli occhi… e il terrore, il terrore diffuso su tutti i volti…
Mi svegliai di soprassalto, con una ciocca di capelli sudati appiccicata alla guancia e il cuore che batteva all’impazzata.
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«Signorina Dreamaker, che le prende? Oggi ha la testa da tutt’altra parte» mi richiamò il professor Wilfried con tono di rimprovero.
Avvolto in un mantello nero, con la pancia sporgente, una folta barba bianca che gli copriva metà del viso, gli occhi azzurri e il naso a patata, il mio insegnante di Storia assomigliava a un Babbo Natale uscito male: un Babbo Natale malvagio che regala bei giocattoli ai bambini cattivi e carbone a quelli buoni.
«Mi dispiace, professore, stanotte non ho dormito molto bene».
Era il minimo che potessi dire… Non sapevo chi avesse avuto quell’orribile incubo, ma erano mesi che non mi svegliavo in un bagno di sudore, con il battito accelerato e il cuore in gola.
Wilfried alzò gli occhi al cielo, poi disse: «Bene, riprendiamo…»
Annuii e lo ascoltai spiegare per l’ennesima volta le guerre che si erano combattute per secoli tra streghe e maghi. A quanto avevo capito, i figli di Asmodeo erano umani nati con il dono della magia, mentre le figlie delle Erinni, le dee dell’oltretomba che punivano le offese e i crimini, non avevano una magia propria, ma derivavano i loro
poteri direttamente dalle divinità. A dire il vero, per quanto mi sforzassi, non riuscivo a capire come il fatto di avere origini e magie diverse potesse essere un motivo sufficiente per giustificare guerre o far sì che le persone si uccidessero a vicenda per secoli, ma le streghe e i maghi sembravano trovarlo perfettamente logico…
«Signorina Dreamaker?» fece l’insegnante, destandomi dai miei pensieri.
«Sì, professore?»
«Non la vedo prendere appunti»
«Senza offesa, professore, ma non ne vedo il senso. Alla fine è sempre la stessa storia: battaglie, sangue, morte… cambiano solo le date».
Aggrottò le sopracciglia.
«Non sono sicuro di aver capito»
«Nemmeno io ne sono certa. Lei racconta nei dettagli di come voi, i maghi buoni, abbiate vinto molte battaglie contro le streghe cattive e viceversa, ma io non riesco a vederne il senso. Voglio dire: qual è la vera ragione di tutte queste guerre?»
«Eppure è semplice: noi, figli di Asmodeo, siamo i cavalieri protettori di questo mondo, mentre le figlie delle Erinni, serve di Satana, cercano di distruggerlo».
Serve di Satana? Da quel poco che sapevo, le Erinni non erano demoni ma divinità della vendetta. Punivano le persone che commettevano cattive azioni.
«Perché, professore? Perché vogliono distruggerlo?»
«Ma perché sono il male, il male assoluto». Ero perplessa. Si aspettava davvero di darmela a bere? Era un mucchio di sciocchezze! Non avevo più cinque anni. Sapevo che il mondo non era tutto bianco o nero, ma grigio, e che non era così semplice. Mai.
«Capisco».
Il professor Wilfried guardò il grande orologio sulla parete dell’aula e dichiarò: «La lezione è finita, signorina Dreamaker, può raggiungere i suoi compagni».
Trattenni un sospiro. Avevo quattro ore di ripetizioni al giorno per recuperare e “rimettermi in pari” – se così lo si vuol definire –, ma la verità era che i maghi cercavano di farmi il lavaggio del cervello per farmi diventare un bravo soldatino. Il che, detto tra noi, non era probabile che accadesse tanto presto. Oh, fingevo, certo, non protestavo, obbedivo agli ordini senza fare storie
e davo l’impressione di bermi ogni loro parola, ma se avessero saputo davvero cosa pensavo, mi avrebbero rinchiusa in una prigione sotterranea e avrebbero buttato via la chiave.
«A domani, professore»
«Signorina Dreamaker?»
Con la mano sulla maniglia della porta, mi voltai verso di lui.
«Sì?»
«Come procedono gli allenamenti al combattimento?»
Mi sforzai di sorridere.
«Bene. Procedono molto bene»
«Perfetto. Come ben sa, contiamo tutti su di lei».
Mi rivolse un sorriso. Credeva di avermi in pugno. Che avrei dimenticato mio padre, i miei ricordi, le mie priorità per qualche bugia e incoraggiamento. Pensava di avermi fatto aderire alla sua causa. Ma si sbagliava di grosso.
«Farò del mio meglio, professore. Glielo prometto».
I corridoi del maniero erano affollati come in ogni intervallo e i giovani maghi nei loro mantelli neri sembravano più che mai uno stormo di corvi.
«Guarda dove metti i piedi, Dreamaker» grugnì un ragazzo biondo di circa quindici anni, che avevo appena urtato per sbaglio.
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«Scusa» risposi, raccogliendo il libro che gli era caduto.
«Non toccare la mia roba, strega!» sbottò, strappandomelo di mano.
Con un sorriso allungai un dito verso il libro, che subito gli saltò via dalle mani per poi cadere pesantemente sul pavimento.
«Così va meglio?»
Mi scoccò uno sguardo furioso.
«Sei davvero solo una… solo una…»
«Una cosa?» chiesi socchiudendo gli occhi.
Aprì la bocca e poi, di colpo, la richiuse, prima di voltarsi e andarsene.
«Mi mancano i giorni in cui eri tutta dolce e carina e dovevo sempre proteggerti» disse all’improvviso la voce di Hell alle mie spalle.
Per fortuna quei giorni erano passati da quando l’incantesimo che sigillava la mia magia si era spezzato nella terza luna piena del mio tredicesimo compleanno. Ormai ero una strega a pieno titolo. E come tutte le streghe, avevo ereditato i ricordi, i poteri e gli incantesimi delle mie antenate.
«Non sapevo che avessi il complesso dell’eroe» risposi voltandomi verso di lui.
Hell non cambiava mai, per farla breve: era perfetto. Aveva una pelle perfetta, lineamenti perfetti, occhi di rubino perfetti, capelli di neve perfetti ed era così bello da mozzare il fiato e confondere tutti i pensieri.
Mi fece l’occhiolino.
«Mi piaceva quando ti gettavi tra le mie braccia, tremante, di notte…»
Alzai gli occhi al cielo. In effetti, mi ero precipitata nella stanza di Hell in preda al panico la notte in cui Astrea, una strega rinchiusa in una delle celle del maniero, aveva invaso i miei sogni, ma…
«È capitato solo una volta» ribattei, offesa. Mi rivolse un sorriso.
«Non me lo farai mai dimenticare, vero?» intuii vedendo il suo sorriso allargarsi.
Scosse la testa.
«Non hai scampo».
«Non so proprio come faccio a sopportarti» sospirai.
«Come se avessi una scelta…» sogghignò.
No, in effetti, non ce l’avevo. Hell era stato incaricato di sorvegliarmi subito dopo il mio arrivo e, da quando i miei poteri da strega si erano risvegliati, aveva ricevuto l’ordine di non perdermi mai di vista.
«Andiamo» dissi «se non ci sbrighiamo, gli altri dovranno aspettarci e sai come reagisce Sgrunf quando ha fame…»
«Mangia le persone?» replicò con un tono che sembrava più un’affermazione che una domanda vera e propria.
«No… be’, sì, ma…»
In realtà, dopo aver mangiato il demone che aveva rapito il migliore amico di Hell e cercato di ucciderci tutti, Sgrunf non si era trovato altre prede, ma questo non significava che non fosse capace di dare di matto e di avventarsi su uno studente in caso di crampi della fame.
«Ma?»
«Hell, ti spiace smettere di parlare e accelerare il passo?» brontolai mentre spingevo la porta.
L’aria era fresca e il sole che splendeva in alto dava un aspetto meno cupo all’edificio. Certo, con le sue vecchie pietre nere, le strette finestre con inferriate, la grande porta di quercia scura e la torre semidemolita, il maniero sembrava comunque il set di un film dell’orrore, ma era molto meno terrificante di quando calava la notte.
«Me l’hai chiesto così gentilmente che non vedo come potrei rifiutare».
Trattenni un sorriso. Le cose tra noi non erano sempre state così. All’inizio non mi fidavo di lui più di quanto lui si fidasse di me, e litigavamo
sempre. Ma da allora ne era passata di acqua sotto i ponti e avevamo raggiunto una sorta di status quo: lui non si comportava più come un mastino ed evitava di ringhiarmi contro, e io a mia volta cercavo di seguire le regole e di non creargli troppi problemi. E per il momento sembrava miracolosamente funzionare.
«Forza, muoviti, c’è la torta di mele per dessert» dissi prima di correre via.
Mi raggiunse quasi subito.
«Di mele, sei sicura?»
Se gli avessi detto che avevamo zuppa marziana o un politico in gelatina, avrebbe avuto un’espressione meno sbigottita.
«No! Ma è bello sognare, no?» ribattei e mi fiondai verso la mensa.
Emma studia magia, poziologia e combattimento alla Scuola dei Bambini Speciali. Il suo unico desiderio, però, è tornare quanto prima a una vita normale. Purtroppo, un’altra sfida la aspetta: qualcuno sta cercando di sbarazzarsi di lei! Con l’aiuto del fascinoso Hell, la giovane strega dovrà mettere alla prova i suoi poteri e il suo coraggio.
Evitare di essere uccisi o divorati non è di solito una preoccupazione per i ragazzi della mia età. No, normalmente, a quattordici anni, siamo convinti di essere immortali, al sicuro. Almeno in teoria. Ma le teorie erano chiaramente inutili in quella scuola.
Cassandra O’ Donnell vive in Normandia e divide il suo talento tra la regia di documentari e la scrittura di serie fantasy. Il cinema e il disegno sono anche le passioni dell’illustratore Jean-Matthias Xavier, con una lunga esperienza nell’animazione. Della serie Il collegio stregato Gallucci ha già pubblicato L’acciuffasogni e I figli di Asmodeo.
Consigliato dai10 ai 99 anni
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