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prospettiva Questione di prospet

Dal mito di Eridano alla scientifica ma di sicuro non sapiente opera d’industrializzazione agricola, Lui è il tema ispiratore della più importante pianura italiana, e questo emerge, ri-emerge, dalle righe scritte in questo testo da un autore che, ironia della sorte, è un Marino, ma che definirei un “meatore” della cultura del Po, colui che segna la linea di rotta, che dà una chiave di lettura.

Un ultimo pensiero va al patrimonio di umanità e agroalimentare che intorno al Po si anima. Unici nella loro differenza e nella loro declinazione, variazioni sul tema continue che dalle montagne del Piemonte al Delta contengono un vero e proprio percorso speculare dei popoli che in questi cibi si identificano e rappresentano.

Nell’era delle immagini, un libro. Nell’era della velocità, la lentezza di un fiume. Scelte controcorrente per richiamarci a un’attenzione profonda, a un rispetto, a una misura: tutto ciò di cui, forse, ha bisogno il Po per sopravvivere, tutto ciò di cui abbiamo bisogno noi, certo per vivere, meglio, oggi.

Il Cristo sorrise.

Andrea Sinigaglia

“Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini d’ogni razza, d’ogni estrazione, d’ogni cultura”.

Don Camillo e i Giovani d’oggi, Giovannino Guareschi

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