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CAMPOBASSO In aula dovrà presentarsi lo psichiatra Salati per ricostruire la personalità dell’omicida

Uxoricidio Scalabrino, al via il rito abbreviato La sentenza per il reato di omicidio premeditato aggravato potrebbe arrivare già nella giornata di oggi CAMPOBASSO - Il reato contestato ad Antonio Scalabrino è dei più gravi: omicidio premeditato con l’aggravante di aver agito sulla moglie Marisa De Benedittis. Ne dovrà rispondere dalla giornata di oggi davanti al gup Teresina Pepe. A sostenere la pubblica accusa del processo con rito abbreviato condizionato sarà il sostituto procuratore Rossana Venditti. La testimonianza chiave del procedimento sarà infatti quella dello psichiatra Antonio Salati. A lui toccherà portare al giudice la

relazione che ha scritto in base agli incontri avvenuti all’interno del penitenziario di via Cavour con il reo confesso. Due sono gli scenari davanti ai quali ci si potrà trovare. Dopo aver ascoltato le parole dello psichiatra il giudice potrà decidere o di rinviare l’udienza ad altra data oppure di far continuare la discussione fino all’emissione della sentenza di primo grado. I fatti contestati allo Scalabrino sono riferiti alla tarda serata del 16 ottobre 2008 in via Veneto a Campobasso. Fu allora che ha messo fine, con sei colpi di fucile di cui uno mortale, alla vita della moglie Marisa De Benedittis. Lo avrebbe fatto perché lei aveva deciso di lasciarlo e di portare con se la più piccola dei due figli che avevano adottato insieme. Il più grande, di circa venti anni, sarebbe invece rimasto con il padre perché affetto da problemi. Una situazione che avrebbe scatenato la furia omicida dello Scalabrino. L’uomo ha agito dopo il ritorno della moglie da una giocata a carte con delle amiche. Gli avvocati della difesa Fabio Albino e Domenico D’Antonio chiederanno al giudice di leggere attentamente la re-

Travolto da un autocarro, accusato di omicidio colposo CASACALENDA – Dovrà rispondere di omicidio colposo l’imprenditore edile C.N.P. 33enne del luogo. Sarebbe lui il presunto colpevole del tragico incidente accaduto a Casacalenda lo scorso 9 maggio. A perdere la vita è stato Vincenzo Di Rocco. Il 39enne del luogo, perse la vita dopo essere stato travolto da un autocarro mentre si trovava al lavoro nel cantiere di proprietà del 33enne. Secondo le indagini portate a termine dai carabinieri, il giovane avrebbe violato le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Nei minuti successivi all’incidente avrebbe prima negato ai militari operanti che il defunto fosse un dipendente della propria ditta. Successivamente ha asserito che si trattava di una persona di passaggio sul cantiere. Dopo la sua morte ha poi formalizzato presso l’Inail un’ assunzione con data retroattiva. Sempre nell’ambito della stessa inchiesta sono stati denunciati per favoreggiamento personale in concorso quattro dipendenti della stessa impresa che avrebbero confermato la versione fornita dall’imprenditore; si tratta di M.G., 33enne da Sant’Elia a Pianisi (CB), T.G.D., T.G, entrambi 29enni , e D.C., 41enne, tutti e tre rumeni. V.P.

Miele, si ricorre alla Suprema corte CAMPOBASSO – Hanno deciso per la strada della Cassazione gli avvocati Michele Robustini e Marco Angiolillo per tentare di far tornare in libertà l’ex titolare di Molise security. L’uomo è in carcere da un mese per aver provocato un ammanco da 5,6 milioni di euro all’interno del caveau dell’istituto di vigilanza.

Voto di scambio, gli indagati salgono a sei

lazione dello psichiatra. Secondo loro Scalabrino avrebbe agito in seguito ad un raptus di follia e non avrebbe premeditato il gesto. Durante l’udienza l’avvocato Carmine Verde si costituirà parte civile per conto della famiglia d’origine di Marisa De Benedittis. Si dice pronto alla discussione. In caso dovessero essere riconosciute la premeditazione e l’aggravante della coniugio Antonio Scalabrino potrebbe anche rischiare l’ergastolo nonostante il giudizio con rito abbreviato. Viviana Pizzi

CAMPOBASSO – Passate le elezioni continua l’inchiesta dei pm Papa, Venditti e D’Angelo sul voto di scambio. I risvolti sono sempre più clamorosi. Gli indagati sarebbero saliti a sei. Tra questi anche due consiglieri comunali appena eletti nelle liste del sindaco Di Bartolomeo. Entrambi con una grande quantità di preferenze. I nuovi indagati sarebbero stati inseriti nel registro del procuratore Armando D’Alterio grazie ad altri esposti presentati dai cittadini. Il modo di agire di questi candidati era sempre lo stesso. Offrivano denaro in cambio di una preferenza sulla scheda. Così gli indagati si sarebbero assicurati, in alcuni casi, non soltanto l’ingresso a Palazzo San Giorgio ma anche incarichi importanti tra i quali quello di assessore. Infatti chi si aggiudica più preferenze dovrebbe anche entrare nella Giunta comunale. A meno che l’attuale primo cittadino Di Bartolomeo disponga diversamente. Per ora, prima della chiusura delle indagini, le diramazioni dell’inchiesta restano tre. Ognuna di queste affidata ad un sostituto procuratore diverso ma coordinato sempre da Armando D’Alterio. Vivip

Tangente dal calzolaio, Pifano resta in carcere Alla difesa resta soltanto la strada del ricorso in Cassazione CAMPOBASSO – Biagio Pifano, 50enne dipendente dell’agenzia delle entrate, resta in carcere. Lo hanno deciso i giudici del Tribunale del Riesame di Campobasso Russo, Calabria e D’Auria. Le motivazioni della sentenza verranno rese note entro quattro giorni. Respinta quindi la richiesta di scarcerazione presentata dai legali Fabio Albino e Stefania Paolozzi. Evidentemente i giudici hanno ritenuto valido l’impianto accusatorio portato avanti dal pubblico ministero Immacolata Di Petti e giudicato di rilievo anche dal giudice per le indagini preliminari Teresina Pepe che ha scritto l’ordinanza di custodia cautelare. L’uomo è accusato di aver intascato una tangente da 500 euro dal calzolaio di via Crispi. L’avrebbe pretesa al fine di evitare i controlli dell’agenzia. E’ stato ammanettato quindici giorni fa dagli uomini del Gico della Guardia di finanza di

Campobasso in flagranza di reato dopo cinque mesi di indagini. Diversa è invece la posizione degli avvocati della difesa. Secondo questi ultimi Pifano aveva litigato con il commerciante e gli avrebbe semplicemente chie-

Tentato omicidio, confermati 8 anni CAMPOBASSO – La condanna è diventata definitiva. Orlando Sablone dovrà scontare otto anni di reclusione per il tentato omicidio del cugino rom Vincenzo Spinelli. Respinto il ricorso dell’avvocato difensore. La suprema Corte ha confermato la condanna emessa sei mesi fa dalla Corte d’Appello

sto la restituzione di un prestito. I legali ora aspettano di conoscere le motivazioni del dispositivo del tribunale del Riesame prima di preparare il ricorso in Corte di Cassazione. Vivip

11 ANNO II - N° 132 GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2009


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