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12 settembre 2013

La promulgazione della carta costituzionale regionale è un atto dovuto, non certo una discrezionalità del presidente della giunta, e, come atto dovuto, passibile del reato di omissione

Frattura non può impunemente

privare i molisani del nuovo statuto regionale Ancora una volta non aprono bocca i sindacati, l’università, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le rappresentanze artistiche e culturali, gli apparati economici Un’astenia di cui si avvalgono gli avventurieri di tutte le risme

C’è un diritto del popolo molisano conculcato, e non accade niente. Forse un reato. Certamente un’omissione. Indubbiamente un vulnus all’etica amministrativa. Il diritto dei molisani ad avere, e reso agibile, lo statuto regionale, atto giuridico-politico che esprime formalmente e solennemente i principi fondamentali che riguardano l’organizzazione e l’ordinamento dell’ente. I consiglieri regionali che si sono succeduti nell’ultimo ventennio hanno speso il meglio di se stessi per giungere, finalmente, il 22 febbraio 2011 ad approvare il nuovo statuto e il 20 dicembre 2012 ad approvare le modifiche apportate al testo originale nel corso della seconda decisiva lettura e votazione.

Il 18 gennaio 2013 è la data in cui il consiglio dei ministri presieduto da Mario Monti ha posto il sigillo definitivo sulla carta costituzionale del Molise. Da quel giorno i molisani attendono che il nuovo statuto venga promulgato. Un atto dovuto, non certo una discrezionalità del presidente della giunta, e come atto dovuto passibile del reato di omissione. L’affronto che si va facendo al popolo molisano è violento e volgare in quanto lo priva di esercitare i diritti che gli appartengono e di corrispondere ai doveri che gli competono. Un occultamento deliberato, sul quale stranamente e colpevolmente tacciono le forze sociali, i presìdi culturali, le forze politiche.

Soprattutto (colpevolmente) le forze politiche che hanno votato il nuovo statuto e nel quale hanno creduto di realizzare una loro precisa missione democratica. Frattura, mancando la promulgazione, si rende autore di una precisa ferita all’etica amministrativa e di un affronto senza precedenti al popolo molisano considerato un magma indistinto e non un corpo sociale. Lo statuto regionale del Molise – abbiamo già avuto modo di scrivere avrebbe dovuto essere immediatamente promulgato in ossequio ai valori che testimonia e alla lunga, faticosa, composizione di una univoca volontà delle forze politiche che lo hanno varato. Invece permane nell’autarchia della presidenza regionale per essere piegato, adattato (preferiremmo dire: stuprato) ai più bassi interessi politici e strategici della nuova maggioranza di centrosinistra. In atto è il tentativo di aggiungere un quinto assessore ai quattro che sono in carica e di evitare ogni forma di condizionamento. Mancando la promulgazione, rimane il vecchio statuto e con esso la possibilità di manovrare, inciu-

ciare, manomettere, violare. Non c’è chi non veda in questa manifestazione di potere un atto di arroganza politica, complice, al solito, l’inconsistenza dell’opposizione di centrodestra, e, purtroppo, dei cardini vitali della società civile. Ancora una volta infatti non aprono bocca i sindacati, l’università, le associazioni di categoria, gli ordini professionali, le rappresentanze artistiche e culturali, gli apparati economici. Un’astenia generale di cui si avvalgono gli avventurieri di tutte le risme. Se di omissione si tratta, la mancata promulgazione del nuovo statuto, sarebbe quanto mai salutare l’attenzione al riguardo della magistratura. Diciamolo: la regressione sul piano della morale politica è palmare e annuncia tempi tristi per il Molise e per i molisani soprattutto se permane la rassegnazione e l’indignazione tarda a manifestarsi con la opportuna e necessaria virulenza. La nuova cultura amministrativa e gestionale del governo regionale, autarchica e autoritaria, meriterebbe una risposta esemplare e congruente. Dardo

"Non mi ricandiderò alla segreteria" Pierpaolo Nagni, coordinatore dell'Idv, pensa ad un ricambio CAMPOBASSO. Mancano ormai poche ore al grande evento che l’Italia dei Valori ha organizzato a Sansepolcro, dove tutto ha avuto inizio, e nell’ambito del quale si discuterà del futuro del partito, presentando il nuovo simbolo e votando il suo statuto. "Un evento di grande importanza che rappresenta una nuova partenza, ma anche l’occasione di riprendere il filo delle tante battaglie combattute in parlamento e di affrontare i temi che realmente interessano il Paese", Così il segretario regionale, Pierpaolo Nagni. “Lavoro lavoro lavoro lavoro lavoro”, questo l’emblematico titolo della due giorni toscana che ci vedrà protagonisti. L’appuntamento, che fa seguito al congresso

nazionale con il quale abbiamo salutato l’elezione del nuovo segretario Ignazio Messina, anticipa quella che sarà la stagione congressuale in Molise. Come già annunciato qualche tempo fa, non mi ricandiderò al ruolo di segretario per lasciare spazio a nuove e qualificate figure che avranno il compito di mantenere costante la presenza di Italia dei Valori nella nostra regione. Subito dopo l’incontro, programmato per il 14 e 15 settembre a San Sepolcro, provvederemo infatti ad avviare tutte le procedure necessarie per la convocazione dei congressi provinciali e per la nomina del nuovo segretario che guiderà il partito nelle battaglie future".


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12 settembre 2013

Il governo dalle mani pulite

e dalla coscienza sporca

Hanno mantenuto e approvato fondi per 2.450 euro ma oggi nel centrosinistra tutti affermano che non lo volevano CAMPOBASSO. “Condividiamo ma non possiamo accettare la proposta di abrogazione dell’articolo 7” disse un tal Frattura al Movimento 5 stelle nel luglio del 2013. Passa un mese e si scopre che il capogruppo del Pd Francesco Totaro ne vuole proporre l’abrogazione. Dopo un giorno il presidente della Regione replica al suo capogruppo: inutile farsi pubblicità in questo modo, quei soldi non sono previsti dalla legge nazionale quindi non possono essere percepiti. Però qualche

giorno prima sempre Frattura aveva presentato richiesta di rinuncia. Trascorrono ancora un paio di giorni e si scopre che quei 2.450 euro vogliono essere regolamentati, infatti Frattura e Niro presentano una proposta di legge in Consiglio. Nel frattempo si scopre, da un’indiscrezione resa pubblica dalla stampa, che Frattura quel fondo voleva abrogarlo quando si è compiuto il miracolo dell’aumento delle indennità con la legge della riduzione.

Assodato che il presidente della Regione è rimasto vittima della sua maggioranza, ecco spuntare dal cilindro magico l’ex calciatore Carmelo Parpiglia. Anche lui voleva l’abrogazione di quei soldi. Il miracolo è compiuto: nel centrosinistra quasi tutti volevano tagliarsi i 2.540 euro ma tutti hanno alzato la mano per votare contro l’abrogazione proposta dal Movimento 5 stelle. Tra un po’ sbucherà qualcuno tra la maggioranza che dirà: l’articolo 7 non è

stato abrogato per colpa di Michele Iorio. In fondo, se a staccarsi dalla maggioranza è in primis il presidente della Regione, perché mai i suoi consiglieri dovrebbero continuare a farne parte? Insomma, questo governo regionale presentatosi agli elettori come il centrosinistra dalle mani pulite comincia ad assumere le sembianze dei governanti dalla coscienza sporca. Tutto sommato è comprensibile: se hanno dichiarato di essersi ridotti le indennità quando, nero su bianco, ne hanno sancito l’aumento di mille euro, è lecito anche affermare che loro mantengono gli impegni assunti. Verso se stessi, è ovvio.


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A scartamento ridotto prosegue l'attività legislativa dell'assise

Consiglio regionale, in seduta

solo il 24 settembre CAMPOBASSO. Decisamente negativo il quadro dell’attività del Consiglio regionale del Molise. Dopo il piatto alle vongole 'fujute' dell'ultima seduta, solo tanto prezzemolo ma niente molluschi, se ne riparlerà solo il prossimo 24 settembre. Se non ci fosse stata la parentesi delle nomine, le sedute consiliari sarebbero state, per davvero, contabilizzate dalle punte della dita. Si sono nel frattempo allungati i tempi di “incubazione” delle leggi rispetto agli annui precedenti. E' il frutto di un'inadeguatezza politica e di un'incapacità operativa che la Giunta e la sua maggioranza hanno manifestato sin dall'inizio della legislatura: l'unica cosa che hanno saputo fare sono stati: i consiglieri delegati, i commissariamenti e le nomine. Stop. Una partenza che non è stata delle migliori anche perchè interval-

lata da una sordida rivalità interna alla maggioranza e con alcuni assessori che hanno sbottato sul modo di tenere il timone da parte del presidente Frattura. Sta di fatto che l'attività consiliare riprenderà solo il 24 settembre. Se andiamo a guardare dentro il carniere, come numero di

leggi discusse, ci accorgiamo che il numero è lo zero. In questo mese bisognerebbe anche avviare la fase dell'assestamento di bilancio in modo da arrivare a novembre con un quadro finanziario esatto. C'è qualcuno che bisbiglia che non ci sarebbe volontà per l'approvazione di questo atto per

far cadere l'intero sistema dei rendiconti passati. Fatto vero, comunque, è che non essendoci carne al fuoco, ovvero punti da iscrivere all'ordine del giorno, tutto procede con estrema lentezza. Tanto il tempo che passa produce danno solo ai molisani.

Pdl Molise, chi sta con Frattura e chi con Letta CAMPOBASSO. Un partito politico è un'associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari. L'attività del partito politico è volta ad operare per l'interesse nazionale, si esplica nello spazio della vita pubblica e, nelle attuali democrazie rappresentative, ha per "ambito prevalente" quello elettorale. Il partito denominato Pdl, che a breve dovrebbe attuare un cambio nel nome con il ritorno a Forza Italia, sta attraversando un momento difficile a livello nazionale. Ma il sole non sembra splendere neppure in Molise dove la confusione regna sovrana e dove le domande degli elettori del Pdl rimarcano sempre lo stesso problema. Perché i molisani dovrebbero dare fiducia al partito di Berlusconi quando, all’interno, ci sono esponenti politici locai che, nonostante la carica istituzionale, si spostano con il Pd a seconda dei casi ma restano nel Pdl per le proprie candidature? Il commissario Sarro in parte ha già risposto alla domanda: le elezioni politiche sono una cosa, le regionali un’altra. Ma questa risposta sembra davvero fuori da qualsiasi logica politica. Evitare lo scoppio di una guerra in casa è l’obiettivo del partito, e lo si capisce bene. Ma perché il centrodestra molisano

Domanda pubblica al commissario del partito Carlo Sarro che deve guidare la formazione di Forza Italia: se Patriciello sta col Pd in Molise e Di Giacomo col Pd a Roma i molisani possono evitare di votare il partito? dovrebbe, chess, puntare su Patriciello a livello europeo o nazionale se quest’ultimo ha contribuito alla sconfitta dello stesso partito a livello regionale? Perché ridare fiducia, chessò, a Ulisse Di Giacomo se quest’ultimo, in attesa di sostituire Berlusconi in Senato, dichiara di appoggiare il governa Letta piuttosto che affermare di seguire la linea del partito, qualunque essa sarà? Quanto meno Ulisse Di Giacomo ha motivazioni personali per comportarsi in questo modo: la sottrazione del proprio seggio da parte del suo leader, o ex. Patriciello, invece, che motivazione può apportare se ha messo in discussione l’intero schieramento da cui un domani tornerà a chiedere voti per se stesso? Se è vero che il Pdl vuol tornare ad essere vincente, dovrebbe quanto meno chiarire con motivazioni politicamente logiche e concrete queste situazioni. O quanto minimo prenderne le distanze. Altrimenti hanno ragione da vendere tutti coloro che nel partito sostengono: perché

i molisani dovrebbero votare Pdl? Per poi vedere i singoli eletti far perdere le elezioni al proprio partito? Oppure, perché dovrebbero seguire le indicazioni del partito firmando per i referendum dei liberali? Perché questa è la linea del partito? Ma il partito non ha tenuto conto di quanto distrutto a livello locale. E non è sufficiente rispondere con: ma sono elezioni amministrative. Il Pdl ha perso e chi ricopre ruoli determinanti governa con gli avversari. Infatti al momento in Molise un solo aspetto appare chiaro: le iniziative del Pdl dovrebbero essere discusse alle assemblee regionali del Pd. E finché non ci sarà chiarezza, nessun rilancio di partito potrà portare ad un rafforzamento politico. Neppure veder seduti tutti insieme gli esponenti politici. Un’immagine che, a dirla tutta, lancia più un messaggio di presa in giro che di svolta. Giovanna Ruggiero

11 settembre 2011: una data che il mondo difficilmente dimenticherà di Massimo Dalla Torre Sono passati dodici anni da quel tragico 11 settembre del 2001 quando l'America e il mondo intero piombarono nell'incubo terrorismo. Una ferita dritta al cuore di New York, vittima dall'attacco alle Torri Gemelle, dove oggi ha sede il National September 11 Memorial and Museum, in memoria dei circa 3000 morti barbaramente assassinati dagli appartenenti al movimento terroristico che faceva capo a Osama Bin Laden meglio conosciuto come lo sceicco del ter-

rore. Ricordo affidato al capo della Casa Bianca Barack Obama e dal suo vice Joe Biden che ha osservato un minuto di silenzio nell'ora più tragica le 8:46 ora americana, quando due aerei si schiantarono e cancellarono il ricordo e l’esistenza materiale di due giganti: le Twin Tower sede di importanti Uffici di rappresentanza di molte società e multinazionali. L’hanno fatto nei giardini del simbolo per eccellenza dell’America la Casa Bianca. Un ricordo ancora vivo nel popolo americano, ma anche in quello

mondiale, dove sono stati letti i nomi di tutte le vittime. Nomi che sono echeggiati nella commozione collettiva specialmente quando è stata accesa l'istallazione 'Tribute in Light' con due fasci di luce gemelli puntati verso il cielo della “città che non dorme mai” fino all'alba di domani. Nomi che pesano sulle coscienze di chi utilizza ancora il terrorismo, come quello Siriano le cui armi usate in questi giorni vanno ben oltre l’immaginabile, senza sapere che al posto della violenza che porta morte serve il dialogo.

Nomi che hanno dato spunto alle parole di Obama che con fermezza ha ribadito: "dobbiamo avere il coraggio di andare avanti, non importa quanto saranno buie le notti o i giorni difficili. Più che i memorial, quello che conta è l'orgoglio che si porta nel cuore. Quello non morirà mai". Parole che speriamo servano a far capire a chi semina odio che con la violenza non si ottiene nulla; se non altra violenza. La quale, è fonte di separatismo intellettuale e materiale. Cose che non sono assolutamente accettabili nella società odierna che potrebbe far suoi gli insegnamenti di un altro grande Presidente Abramo Lincoln anch’egli assassinato da chi non condivideva ideali di uguaglianza ma soprattutto di libertà. Capisaldi di un mondo che oggi è ancora utopico ma che si spera in futuro possa concretizzarsi.


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5 12 settembre 2013

Sfida a duello: Frattura lancia il guanto e poi si sfila Dopo l’accettazione del confronto da parte di Iorio il dibattito proposto dal presidente finisce nel nulla

Uil, arriva il commissario Gestirà il sindacato fino all'indizione dei nuovi congressi CAMPOBASSO. Carmelo Barbagallo, che della Uil nazionale è il Segretario Organizzativo, da questa settimana svolge le funzioni di Commissario della Uil del Molise, di Campobasso e di Isernia, responsabile della gestione straordinaria di tutte queste strutture. Il che non vuol dire che i dirigenti delle categorie e dei territori smetteranno di occuparsi delle vicende quotidiane, ad assicurare presenze, ad intervenire sulle diverse tematiche sindacali, ma lo faranno, con lo stesso impegno messo finora, sotto la regia ed il coordinamento del nuovo responsabile. Questa gestione straordinaria, con tutta probabilità, si protrarrà per qualche mese, fino al congresso che potrebbe tenersi nella primavera dell’anno prossimo. Quello sarà il momento per adeguare lo statuto e organizzare in un’unica entità la Uil nella regione, inserire negli organi molti nuovi dirigenti realizzando anche l’avvicendamento nei ruoli di maggiore responsabilità, mettere in operatività le nuove regole per l’efficienza della macchina sindacale. In poche parole: qualche mese a disposizione per realizzare, grazie anche alla gestione straordinaria, il cambiamento nella Uil, per un Sindacato che si candida a giocare un grande ruolo nel mondo del lavoro e nella Regione.

CAMPOBASSO. “Vogliamo dire pistola all’alba?”. “Beh diciamolo, non so che vuol dire ma diciamolo”. La scena del film Amore e guerra di Woody Allen sembra perfetta per descrivere quanto accaduto quel 1 settembre 2013. Frattura sfida Iorio a Duello: facciamo un confronto pubblico. Pochi minuti e Iorio accetta: per me va bene, dimmi dove e quando. Chissà che avrà pensato l’ex presidente della Regione: ma come? Il governatore è lui e sfida me per dare risposte ai cittadini? La cosa sembrava fatta. Frattura era agguerrito. Proprio non riusciva a digerire gli interventi di Iorio su Sanità e ricostruzione. Il presidente del Pd lancia il guanto di sfida, un gran baccano che per un giorno distoglie l’attenzione mediatica dalla lite tra lui e il senatore del suo partito Roberto Ruta. E poi? Poi nulla. Poi però i palloni si sgonfiano, le cose cambiano… E pensare che era l’unico caso al mondo in cui un presidente sfidava il suo predecessore a dare risposte ai molisani. Perché in Molise funziona così: chi governa oggi deve pensare ad aumentare le in-

dennità, a fare leggi per aumentare la giunta e a nominare nuovi amministratori unici nelle proprie società di costruzioni o a regalare proprie società nel settore energetico a parenti che lavorano nello stesso ufficio istituzionale di chi amministra. Chi invece ha perso le elezioni, e quindi ha già dato risposte ai cittadini che dopo 3 vittorie lo hanno punito votando altri, ecco chi ha perso deve dare risposte ai molisani. Peccato che Frattura, dal coraggio encomiabile, sembra aver rinunciato all’organizzazione. Iorio interpellato ha risposto: “Io sto ancora aspettando notizie”. E c’è da credergli. Un confronto del genere lanciato da chi è presidente in carica rimarrebbe nella storia. Forse perché voleva il riconoscimento di leader di maggioranza, forse perché cercava aiuto non avendo più risposte da dare alle aziende, agli ospedali, al popolo. Oggi la domanda è: come mai Frattura, dopo l’ok di Iorio, sembra sfilarsi dal confronto? Anche perché l’ex presidente aveva annunciato che il gusto di questo dibattito sarebbe stato esaudito affrontando non solo temi come Sanità, ricostruzione “ temi che il Governatore definisce 'scottanti' ma anche per sollevare le questioni che fino ad oggi sono rimaste inevase”. E visto che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, viene da chiedersi: non è che le questioni rimaste inevase hanno portato ad un pentimento da parte dello sfidante? In ogni caso si attendono risvolti, semmai ce ne saranno.

Piccoli centri in ginocchio Sono più i funerali che le nascite. Lo spopolamento è sempre più evidente CAMPOBASSO. Nei piccoli centri, i funerali battono i battesimi 30 a 6. Questa battaglia contro la sparizione dei luoghi italiani è documentata dal progetto 'Ultima corsa', reportage sul web per dare voce alle difficoltà e alle sfide di chi lotta per far sopravvivere un pezzo d'Italia. E il Molise presenta un indice elevato di piccoli comuni a rischio oggi ancora di più per la scomparsa anche delle scuole. Presidiare i luoghi, esserci, mantenerli vivi, è l'unico modo per non mandarli in rovina condannandoli a un destino di morte urbana e civile. Contro questo destino, che incombe su molti piccoli comuni italiani funestati dallo spopolamento e dall'invecchiamento demografico, in alcune regioni le idee sono fra le più bizzarre: come tra le Dolomiti Lucane e la Val D'Agri, in Basilicata, dove gli over 75 hanno deciso di iscriversi alle elementari per scongiurare, intanto, la chiusura degli istituti scolastici a corto di presenze infantili. Il guaio è che siamo dinanzi ad un'economia agricola dismessa, che svuota i campi ma anche le tasche delle amministrazioni. I giovani se ne vanno a lavorare fuori, dunque la scuola si trasforma nell'ultimo

baluardo di vita di questi piccolissimi centri molisani. Alla mancanza di opportunità di lavoro si affianca anche l'altro problema del rischio della chiusura delle scuole che si tradurrà sicuramente nella chiusura dei comuni. Già oggi il lavoro non c'è e i genitori sono costretti ad andare fuori. Le famiglie si mantengono con l'aiuto dei nonni, e restano in paese perché ci sono le scuole. Se dovessero chiudere non ci sarebbe più ragione per cui una famiglia debba rimanere in alta collina e in montagna. Un problema, però, che non sembra sentito dalla classe politica regionale e provinciale che lo ha completamente trascurato. Manca una visione d'insieme del problema e pochi, per non dire nessuno, i provvedimenti adottati per le zone interne del Molise. Così, oggi, si sconta un declino che appare senza fine. Si è su di un piano inclinato che rischia di portare nel baratro l'intera regione e non solo una parte di essa. Perchè la scomparsa dei giovani significa la morte stessa del territorio che non potrà più andare a battere cassa da nessuna parte.


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Campobasso

12 settembre 2013

L’Efi srl ha citato il Comune in tribunale per recesso ingiustificato dalla trattativa per il fitto dei locali ex Cassa di Risparmio, con risarcimento dei danni materiali quantificati in 350.000 euro.

In attesa della decisione del Tribunale, a Palazzo san Giorgio c’è aria di cedimento Nel campo edilizio e delle costruzioni il Comune è un generoso tributario di imprese e società Tutto da vedere come svilupperà, e con quale esito, la “lite” giudiziaria avviata dalla la Società Edilizia Fiduciaria Immobiliare – Efi s.r.l. – con sede in Lecce, alla via Milizia 75, che fa capo all’imprenditore Rino Morelli, presso il Tribunale di Campobasso “per sentir dichiarare ed accertare la responsabilità precontrattuale del Comune di Campobasso per recesso ingiustificato dalle trattative con conseguente condanna al risarcimento dei danni materiali subiti e subendi quantificati nella misura di 350.000,00 euro o nella diversa misura maggiore o minore che sarà ritenuta di giustizia, oltre le spese di giudizio”. Questo perché, secondo l’Efi, il Comune, dopo aver preso in affitto i locali del primo piano dell’edificio ex Cassa di Risparmio, oggi Unicredit, in Via Crispi, sarebbe tenuto a prendere in affitto anche i locali del secondo piano al prezzo fissato dalla Società che, ad una prima sommaria valutazione, sarebbe esorbitante e del tutto fuori mercato. In attesa che il Comune provveda a quanto gli è stato richiesto, l’Efi ha pensato intanto di mettere a frutto il tempo che trascorre rivolgendosi al Tribunale per vedersi riconosciuto un

danno di 350mila euro (se non maggiore o minore che sarà ritenuto di giustizia) oltre alle spese di giudizio, per il supposto recesso ingiustificato del Comune dalla trattativa. Pretesa alla quale l’ufficio legale di Palazzo san Giorgio, diretto dall’avvocato Calise, ha opposto una breve ma incisiva memoria al Tribunale in cui è stata evidenziata la inesistenza di una obbligazione (impegno contabile o contratto scritto) da parte dell’amministrazione, cosa, questa, che rende la richiesta non pertinente, soprattutto estranea per legge. Fin qui la schermaglia legale, alla quale corrisponderà il giudizio del Tribunale. Ma la faccenda va prendendo piega anche al di fuori dell’aula giudiziaria. I rapporti tra l’Efi e l’amministrazione, come sappiamo, si sono felicemente concretizzati nella presa in fitto dei locali del primo piano dello stabile ex Cassa di Risparmio, oggi Unicredit, per le vie brevi, cioè senza alcuna comparazione e/o valutazione di mercato, procedura che la Società immobiliare vorrebbe replicare con i locali del secondo piano. Dinanzi al traccheggiamento del Comune ha avviato, come abbiamo fatto cenno, l’azione giudiziaria per vedersi

riconosciuto un risarcimento di 350mila euro. Mossa abile anche sotto l’aspetto psicologico. Infatti, alcuni amministratori la considerano una pressante sollecitazione al Comune a cedere. Tendenza ricorrente nel campo edilizio e delle costruzioni, con il Comune di Campobasso in veste di generoso tributario delle imprese e delle società immobiliari.

L’Efi non vorrebbe essere trattata da meno. Ma, come ha già opposto l’avvocato Calise nella memoria difensiva al Tribunale, non c’è alcun atto amministrativo o volontà manifestata da parte dell’amministrazione a sostegno della presa in locazione dei locali del secondo piano dello stabile di Via Crispi. A meno che, come pare, non voglia

Lettera aperta.

Riccia, le antenne vanno localizzate Lo sapevate che! La richiesta di ricostruzione del liceo scientifico per la sicurezza dei nostri ragazzi è partita da oltre 10 anni e la palestra P4 esisteva già. Lo sapevate che! il nuovo liceo scientifico e la palestra P4 sono a meno di 100 mt dalle 15 antenne per telefonia mobile tutte autorizzate dall'attuale sindaco Micaela Fanelli nel 2009 e 2011 in barba alla legge nazionale e regionale n.20 del 18 agosto 2006 che cita “le antenne vanno montate in zone a nulla o bassa densità abitativa e a 150 mt (ora grazie anche alle nostre proteste e alla comunità scientifica e all'ordine dei medici della provincia di Campobasso nel 2012 il limite è stato spostato a 500 mt) da scuole palestre, campi da tennis, asili, ecc. al fine di tutelare la popolazione dalle onde elettromagnetiche”. Lo sapevate che! Nel 1997 la vecchia amministrazione di cui facevo parte autorizzò il montaggio di 2 antenne sul campo sportivo G. Poce e l' allora opposizione composta anche da Micaela Fanelli fecero una forte polemica con un convegno di esperti dove emerse che le antenne andavano montate lontano dai centri abitati, tanto che nel 2005 la Wind fece la prova con una antenna mobile vicino l'ex carcere e successiva domanda di autorizzazione che fu negata, fu concordato poi il montaggio in contrada montagna a 2 km dal centro abitato. Lo sapevate che!

Nel 2011 durante l'ultimo montaggio delle antenne è iniziata la protesta ed è nato il comitato “No antenne selvagge a Riccia” e si sono accodati altri 15 comuni del Molise che come noi hanno le antenne nel centro abitato. Abbiamo organizzato convegni medico-scientifici, inviata l'istanza di autotutela al comune di Riccia con centinaia di firme, fatto ricorso al T.A.R. (che si deve ancora pronunciare). Il sindaco Micaela Fanelli solo dopo le nostre proteste approva il regolamento comunale applicando la legge 20 del 2006 in base al quale non si possono più montare le antenne nel centro abitato. Sindaco, perché non l'hai fatto prima? Lo sapevate che! L'ordinanza del consiglio di stato n. 1481 del 31 marzo 2010, la sentenza storica della cassazione n. 17438 del 12 ottobre 2012, l'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nel 2011 ha classificato i campi elettromagnetici a radio frequenza come possibili cancerogeni: ripetitori di telefonia mobile nel raggio di 500mt (tutta Riccia), il telefonino usato in modo scorretto andate sul sito www.bioinitiative.org , dagli studi emerge che la situazione è peggiore di quanto prospettata, i danni più gravi includono leucemia, tumori al cervello, malattie neuro-degenerative, effetti su memoria e apprendimento, attenzione e concentrazione, disturbo generale ai soggetti elettro-sensibili e portatori di pacemaker. Il Bioinitiative Group sollecita l'adozione del limite di

precauzione di 0,5 v/m. Per l'esposizione esterna cumulativa, a Riccia, prima del montaggio delle antenne autorizzate dall'amministrazione Fanelli, con il solo gestore Tim vecchia generazione, la media nel centro abitato era di 0,3 v/m, ora dagli ultimi rilievi Arpa è di 1,4 v/m. Per i ripetitori Wind di contrada Montagna la soglia è di 0,2 v/m e i telefonini prendono da tutte le parti. Signor Sindaco tutti sanno che nel raggio di 500 mt dai ripetitori, (lo dice anche la legge) quindi tutta Riccia, si è bombardati costantemente dalle invisibili onde elettromagnetiche? É in gioco il bene è più prezioso e sacro che l'autorità deve presidiare, la nostra salute e la vita dei nostri bambini, a fronte del quale, qualsiasi altro interesse economico e sociale non può che apparire non solo recessivo, ma assolutamente insignificante. Vogliamo e dobbiamo tutti insieme fare delocalizzare le antenne killer tanto comunque per 10 km i telefonini prendono. Intanto che bello è stato assistere all'ultima udienza del 9 maggio a seguito della mia auto denuncia e denuncia delle autorità e del sindaco per aver tentato di impedire il passaggio delle gru per il montaggio delle antenne fuori legge, stendendomi per terra, tutti hanno avuto la sensazione che da inquisito sono diventato inquisitore, questo grazie al senso di giustizia e di responsabilità del giudice e del pubblico ministero che non solo mi hanno assolto con formula piena ma mi hanno anche ringraziato per l'impegno sociale.

attribuire valore di atto amministrativo a una generica disponibilità espressa (si dice) da parte del sindaco, preoccupato di soddisfare le esigenze logistiche del Tribunale civile, o la temporanea presa in consegna delle chiavi dei locali in questione da parte di un tecnico comunale per un sopralluogo, prontamente restituite. Per l’Efi tutto fa brodo. Ma l’ostacolo maggiore, magari insormontabile, in questa straordinaria faccenda, è dato dalla obbligatorietà da parte del Comune di avviare, nel caso decidesse di prendere in fitto il secondo piano, un bando pubblico. Su questo punto non tutti sono d’accordo a Palazzo san Giorgio. La solita e ben nota corrente interna che per gli acquisti e le locazioni abitualmente procede per le vie brevi, sarebbe disposta a prendere favorevolmente in esame “l’opportunità” che viene offerta, finanche ai patti e alle condizioni che meglio aggradano alla Società di Morelli. Ma si dà il caso che la pubblica amministrazione è tenuta, per legge, ancorché obbligo invalicabile, a periziare i costi e le offerte. E qui sicuramente la faccenda prenderà tutt’altra piega. Dardo

Ieri i beneficiari dei provvedimenti regionali hanno tenuto un incontro in Comune.

E le tessere azzurre per i disabili? CAMPOBASSO. Tessere chiamate 'azzurre' e 'bianche' per la libera circolazione su pullman urbani destinate a quelle categorie con disabilità con una pensione al di sotto degli 8mila euro annui. La Regione ancora non provvede a rifinanziare l'apposita legge, così come ancora non provvede a versare nelle casse del Comune le somme spettanti per gli anni passati. Sta di fatto, però, che nessuno ha il coraggio di dire la verità. Così ieri i possessori di queste tessere hanno inscenato una manifestazione poco prima dell'inizio del Consiglio comunale a Campobasso che, poi, non si è svolto. E' andato via più di metà anno ma gli invalidi ancora non sanno se potranno riavere riconosciuto il beneficio di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici cittadini oppure dovranno mettersi l'anima in pace. In Regione hanno ricevuto quattro risposte diverse fornite da altrettanti politici e dirigenti. Chi ha parlato della necessità di una norma, chi della necessità del rifinanziamento della legge, chi di altro sta di fatto che alla luce delle chiacchiere nulla si è mosso. Così come mancano i soldi nel bilancio comunale. Ma è mai possibile che nessuno indichi la strada giusta per risolvere il problema? Che a nessuno sia venuto in mente che questo fare significa prendere in giro la gente? Sono interrogativi che chi amministra il bene comune dovrebbe, pure, porsi considerata la situazione in essere.


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Campobasso

12 settembre 2013

I cantieri mobili e talune rotonde stradali sono un pericolo per l‘incolumità di cittadini.

Gravi carenze nelle segnalazioni diurne e notturne di lavori in corso sulle strade Difetto diffuso e stranamente tollerato dagli enti proprietari delle strade (Anas, Province e Comuni), dai direttori dei lavori, dalla Polizia stradale, dalla Motorizzazione civile, da chiunque ha titolo a salvaguardare la sicurezza sulle strade La mancata segnalazione di un giunto stradale sballato sul raccordo della tangenziale Nord, è costata una giovane vita; una serie d’incidenti punteggiano la cronaca locale sempre a causa di carenza nelle segnalazioni diurne e notturne di lavori in corso sulle strade, di cantieri mobili e, peggio ancora, della realizzazione delle rotonde, alcune delle quali, prendiamo ad esempio quella in fase di allestimento a Tappino, nei pressi del Cardarelli, hanno aspetti tecnici incredibili. Difatti sono ancora visibili a giorni di distanza gli effetti di una vettura che v’è andata a sbattere. Anche per via di carenza di segnalazione. Un difetto diffuso e stranamente tollerato dagli enti proprietari delle strade (Anas, Province e Comuni), dai direttori dei lavori, dalla Polizia stradale, dalla Motorizzazione ci-

vile, da chiunque ha titolo a salvaguardare la sicurezza sulle strade. Premessa, questa che abbiamo fatto, per dire che, in sostanza, senza la preventiva autorizzazione delle autorità competenti è vietato eseguire opere o depositi e aprire cantieri stradali, anche temporanei, sulle strade e loro pertinenze, nonché sulle relative fasce di rispetto e sulle aree di visibilità e che chiunque esegue lavori o depo-

Come previsto il Consiglio comunale convocato ieri mattina non si è tenuto perché non è stato raggiunto il numero legale. Risultavano assenti molti esponenti della maggioranza e tutta la Giunta capeggiata da Gino Di Bartolomeo. Che dire? Era da immaginarselo ma la certezza si è avuta solo dopo i ripetuti appelli del presidente del Consiglio Massimo Sabusco. Tutto rinviato alla seconda convocazione fissata per il 18 settembre mentre incombe un altro appuntamento importante e cioè il Bilancio di previsione 2013 il cui termine massimo per l’approvazione è stato spostato dal 30 giugno al 30 settembre. La seduta consiliare dedicata al documento contabile

sita materiali sulle aree destinate alla circolazione o alla sosta di veicoli e di pedoni deve adottare gli accorgimenti necessari per la sicurezza e la fluidità della circolazione, e mantenerli in perfetta efficienza sia di giorno che di notte. Ci domandiamo se queste circostanziate condizioni fanno parte del corredo tecnico dei lavori che vengono eseguiti sulle strade molisane, visto che di accorgimenti necessari per la sicu-

rezza e la fluidità della circolazione in perfetta efficienza di giorno e di notte se ne vedono pochi e gli incidenti dovuti (presumibilmente) a segnalazioni insufficienti, sono all’ordine del giorno. Con maggiore insistenza ci domandiamo se vengono rispettate le norme di attuazione del Codice della strada nei punti che riguardano “il segnalamento temporaneo”, il segnalamento e la delimitazione del cantiere; i delineatori speciali e le barriere; i coni e i delineatori flessibili; i segnali orizzontali temporanei e i dispositivi retroriflettenti integrativi o sostitutivi; la visibilità notturna dei segnali verticali; la sicurezza dei pedoni

nei cantieri stradali; le limitazioni di velocità in prossimità di lavori o di cantieri stradali; le strettoie e i sensi unici alternati e le deviazioni di itinerario. Abbiamo fatto un veloce ricapitolo delle maggiori disposizioni previste dal Codice stradale perché ciascun lettore di questo giornale, in base alla propria esperienza andando a piedi o in macchina sulle strade di Campobasso e del Molise, possa farsi un’idea sulla loro applicazione o meno. Per quanto personalmente ci riguarda, abbiamo avvertito la necessità di farne notizia e una sollecitazione alle cosiddette autorità competenti che, vogliamo credere, seguano la cronaca locale, sappiano degli incidenti, della loro gravità, e delle cause che li hanno procurati. Dardo

Maggioranza Di Bartolomeo, voglia di lavorar saltale addosso di previsione per l’anno in corso si terrà il 20 ma prima bisognerà discutere degli argomenti inseriti nell’ordine del giorno della seduta consiliare di ieri. Insomma, come spesso accade, si accavallano i temi perché non si procede con regolarità e costanza. Nonostante qualcuno continui a definirla strategia politica, l’assenza dei consiglieri di maggioranza potrebbe apparire anche come mancanza di voglia di la-

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vorare, una sorta di pigrizia, per non dire menefreghismo, che si sta impadronendo degli amministratori alla guida di questa città. Naturalmente nessun consigliere ammetterà mai una cosa del genere ma tutti, come gli studenti che inventano scuse quando non hanno fatto i compiti, saranno pronti a giustificare la propria assenza in aula con una miriade di motivazioni che solitamente vanno dai problemi personali

CAMPOBASSO-NAPOLI

a problemi di lavoro passando per gli impegni istituzionali che, tra l’altro, non si capisce mai quale siano. L’opposizione, naturalmente, non perde occasione per evidenziare il cattivo comportamento della maggioranza ma, al di là del colore politico, appare evidente anche ad un semplice spettatore che i lavori consiliari interessano solo a pochi. Teresa Manara

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Spettacolo

12 settembre 2013

Codice di guerra Adelchi Battista pubblica il nuovo romanzo “L’estate degli inganni” di Charles N. Papa CAMPOBASSO - “Chi non conosce la propria storia è condannato a ripeterla”. Parte da qui il concetto di Adelchi Battista, scrittore molisano che ha da poco pubblicato il suo secondo romanzo “L’estate degli inganni” (Guanda editore, pp.432, euro 19,00). “Io sono la guerra” (Premio Hemingway per la letteratura 2012), uscito oltre un anno fa, si sofferma sull’estate del 1943 diventando di fatto, il prologo al nuovo libro che invece, sviscera i fatti della guerra di liberazione e focalizza l’attenzione da luglio a settembre di quello stesso anno. Se la storia è un’istantanea del presente, val la pena avere un libro come questo, non solo per quello che racconta, ma per quello che vuole dire, per quello che significa leggere un libro oggi. La velocità dei nostri tempi, lo stress che attanaglia il quotidiano, possono essere tamponati dalle pause che ognuno si concede, una di questa sicuramente può essere una buona lettura. Che ognuno scelga l’autore e il tema preferito, ma che pausa sia. Usando un termine cinematografico, questo sarebbe un sequel. Ne parliamo con l’autore. Usando un termine cinematografico, il tuo nuovo romanzo sarebbe un sequel, lo è? “Sì, anche se mi rendo conto che spesso i sequel non hanno la stessa fortuna degli originali. La mia idea era comunque sin dal principio quella di studiare tutta l’estate del 1943, fino alla liberazione di Mussolini, dopo l’Armistizio. Sapevo già allora che un libro solo non sarebbe bastato.” Chi non conosce la propria storia. è condannato a ripeterla: frase fatta, opzione letteraria o marketing? “È un vecchio luogo comune, purtroppo verissimo. L’opzione letteraria è anch’essa un cliché: chi scrive romanzi storici ha sempre la recondita ambizione di parlare del presente. Il marketing è rappresentato da una pletora di romanzetti pieni di biblioteche antiche, codici segreti, medioevi alternativi, documenti cifrati, che rivelerebbero verità sconvolgenti. La verità sconvolgente è che si trovano in tutte le edicole a 4 o 5 euro e il pubblico si accontenta così. Poi il medioevo vero, quello dei castelli, delle abbazie e delle cattedrali in rovina che nessuno valorizza e nessuno visita, è tutta un’altra cosa.” Ti ritieni uno storiografo o un romanziere?La facilità di reperire i fatti grazie alla rete, e l’abilità della tua scrittura, in che misura ti permettono di ricostruire l’affanno dell’estate del ’43? “Sono un modesto scriba. Raccolgo notizie che non sempre posso verificare, neanche mi interessa verificarle fino all’ossessione, e le metto insieme con un ordine che si basa sul palinsesto della sceneggiatura cinematografica intersecata con il modello Popper-Hempel, cioè quel metodo che avvicina le scienze sociali, quindi la storia, con le scienze naturali, cioè fisica, matematica, biologia ecc. Ma sono e resto romanziere, perché non ho alcun titolo per fare lo storiografo. “ Da oltre 500 pagine a poco più di 400, hai impiegato cinque anni per scrivere il primo, uno per il secondo, cosa è cambiato? “Nulla. I cinque anni precedenti sono serviti per il reperimento e l’organizzazione delle fonti, che prevedevano già allora il seguito di ‘Io sono la guerra’. Quando è uscito, nel marzo 2012, ero già a buon punto nella

stesura de ‘L’Estate degli Inganni’.” Con “Io sono la guerra” hai vinto il Premio Hemingway 2012 per la letteratura, con “L’estate degli inganni” a cosa ambisci? “Mi basterebbe far contenti quei lettori (se esistono ancora) che decidono di spendere 19 euro per un romanzo che non parla dei ggiovani, né dell’amore, del sesso, né di droga, né di rock’n’roll. “ Hai trovato consensi anche con le nuove generazioni, quale i codici per il dialogo con giovani lontani dai fatti raccontati? “Il codice, mi ha spiegato il mio amico professore, Pier Paolo Giannubilo, è la velocità e la brevità dei paragrafi. Il pensiero lungo è scomparso dall’orizzonte culturale italiano, ce lo spiegava Tiziano Terzani, tempo fa, e oggi si può ricostruire soltanto attraverso una serie di pensieri brevi, notizie, fatti e dialoghi. Si potrebbe chiamare ‘scene da un’Armistizio’. Ti sembra di vedere tanti piccoli episodi scollegati tra loro, ma procedendo nella lettura ti fai il quadro generale di una situazione davvero intricata (e fonte di innumerevoli polemiche.) Non è lo scrittore a farti il quadro, sei tu.” Guanda è il tuo nuovo editore, è cambiato anche il metodo di lavoro? “Sono molto contento del mio nuovo editore, mi sono trovato bene in ogni fase della costruzione del libro. Ma sono uno che ha esordito in Rizzoli, quindi non posso che considerarmi comunque un privilegiato. I metodi sono leggermente diversi, ma l’attenzione sul prodotto e gli standard di lavorazione sono sempre elevatissimi. “ Ti aspetta un tour promozionale ora? “Sto organizzando qualche presentazione in giro, chiamarlo tour promozionale mi pare un po’ troppo, sono solo degli incontri con persone che amano la storia e la letteratura, uno scambio di opinioni, qualche racconto. I network sociali hanno avuto il paradossale effetto di indebolirci socialmente, dobbiamo riguadagnare un terreno fatto di sguardi, di espressioni del viso, di discussioni dal vivo, tra persone umane, non foto profilo. “ Quali sono gli inganni di oggi? “Sono talmente tanti e persistenti che ho incominciato a limitare seriamente ogni mio intervento riguardo alla politica e all’attualità, che sono stati per anni il mio pane quotidiano. Il problema è che non esiste più una sola fonte attendibile, quelli che credevamo controllori sarebbero da controllare, e quelli che credevamo controllati si sono rivelati controllori o addirittura censori, perciò la capacità di giudicare la verità o le verità intorno a noi mi appare sempre più decisamente compromessa. Aggiungi che con l’età, con i figli, con il passare del tempo, mi sono accorto di essere molto cambiato. Prima volevo tutti in galera, oggi non ci voglio nessuno, e questa svolta ‘liberale’, nell’Italia di oggi, vuol dire non essere d’accordo con la grandissima maggioranza dei miei connazionali. Forse sono caduto anche io in un inganno, chissà.” Credi di aver ben spiegato quel periodo storico dell’Italia e di poter scegliere nuovi argomenti per il nuovo futuro libro? “Sì, l’argomento per me è esaurito, almeno finché non salteranno fuori nuovi e più importanti documenti. Il mio prossimo lavoro sarà molto più vicino alla modernità, e poi, più avanti, tenterò un nuovo tuffo in un passato molto più remoto. Questo sempre che io riesca ancora a fare questo mestiere…”

Il libro “25 luglio 1943: Mussolini viene deposto, Badoglio è il nuovo capo del governo. 11 settembre: tre giorni dopo la firma dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, un commando tedesco libera il Duce dalla prigione sul Gran Sasso. Tra queste due date si sviluppa un dramma internazionale che ha al centro il destino dell’Italia. A Roma, re Vittorio Emanuele III e Badoglio conducono un complicato doppio gioco con i rappresentanti della Germania nazista, mentre trattano la resa con gli Alleati, in un andirivieni di generali, negoziatori, spie. Nella Tana del Lupo, Hitler discute con il suo Stato maggiore l’invasione della penisola. Tra Washington e Londra – passando per il Vaticano – si intrecciano corrispondenze concitate, speranzose, sprezzanti tra capi di Stato e ambasciatori, mentre gli accordi vengono firmati e comincia la Liberazione. E intanto le bombe non smettono di cadere”


ANNO IX - N° 81 - GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2013 - DISTRIBUZIONE GRATUITA

ISERNIA

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Isernia

12 settembre 2013

Comune, stangata da 500mila euro Lo sforamento del Patto di stabilità provoca la sanzione ISERNIA. Stangata ministeriale al Comune di Isernia reo di aver sforato il Patto di stabilità interno nell’esercizio 2010 e per questo, come diciamo, sanzionato di 507.179,37 euro, pari al tre per cento delle entrate correnti come da consuntio 2009. Stangata. La cui applicazione comporta la riduzione delle risorse del fondo di solidarietà comunale, così come sono state determinate sulla base del decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Stangata. Anche sul piano dell’informazione. Sì perché, l'importo della sanzione che dovrà

trovare capienza nelle risorse del fondo di solidarieta' comunale nonche', in caso di insufficienza per operare la riduzione, la eventuale somma residua che il comune di Isernia dovra' versare entro il 31 dicembre 2013 tramite la locale Sezione di tesoreria provinciale dello Stato, verra' divulgato sulle pagine del sito internet della Direzione centrale della finanza locale del Ministero dell'Interno. Che si sappia in Italia, anche come monito alle amministrazioni insofferenti al Patto e vogliose di sforarlo.

L'Intervento. Il diritto alla salute e la tutela della stessa non possono essere risparmiati in nome di un taglio ‘economico’ frutto di sperperi non adducibili ai cittadini. Mi riferisco alla situazione sanitaria, ormai troppo precaria, che vivono i nostri corregionali ed in particolare i cittadini di Venafro, la mia città, che ad oggi ancora non riesce a trovare la migliore soluzione volta a ridare e riprogrammare un servizio sanitario, quello dell’ospedale S.S. Rosario, imprescindibile e vitale. Un impegno che il nostro Governatore, Paolo Di Laura Frattura, ha preso con Rial-

Sul Ss Rosario vanno evitate contrapposizioni sterili zati Molise durante la campagna elettorale e che continua a mantenere tramite una serie di incontri e discussioni non solo con me, bensì con tutti i soggetti preposti ed interessati a tale causa. Accolgo con favore, quindi, l’incontro di oggi del Presidente Frattura con il Comitato S.S. Rosario; giusta prosecuzione del discorso e delle ipotizzate soluzioni concertate insieme a tutti i rappresentanti istituzionali, politici e dei cittadini di

Venafro. Il Governatore mi ha rassicurato che continuerà a sostenere la nostra causa impegnandosi a trovare le migliori soluzioni, all’interno del Piano Sanitario Regionale, nell’ottica di quanto ipotizzato puntualmente nella riunione tenutasi presso la Sala consiliare del Comune di Venafro, senza mai sottovalutare le esigenze della collettività e degli utenti. Il momento è delicato e noi tutti abbiamo il dovere di dare risposte

concrete e certe ai cittadini evitando demagogie, proclami e strumentalizzazioni politiche. Riprogrammare i servizi pubblici, in questo caso sanitari, non significa chiudere strutture vitali ma definire, tramite lo studio di tutte le variabili – sanitarie, economiche, demografiche, geografiche la migliore soluzione che possa garantire le emergenze, le degenze in ogni loro forma, l’ambulatoriale ed ogni servizio teso al rispetto del fondamentale diritto alla salute.

Il protrarsi di una situazione di empasse può provocare solo ulteriori problemi e disgrazie; per questo credo sia opportuno e necessario evitare le solite speculazioni; lavoriamo tutti con tanta umiltà e senza fare troppi proclami per il bene della nostra Regione. E’ questa l’impostazione, che condivido perfettamente, del Presidente Frattura augurandoci possa essere recepita dai molisani tutti. Vincenzo Cotugno

Per il sindaco di Isernia, Brasiello, gli episodi del bombardamento devono restare impressi.

Auditorium, “Il ricordo da solennizzare” uno spazio anche museale

ISERNIA, Si sono chiuse le cerimonie commemorative del 70° anniversario del bombardamento di Isernia. La messa in cattedrale, alle 10:30, è stata presieduta da mons. Salvatore Visco. Un’ora dopo, presso il monumento alle vittime del X Settembre, il prefetto Piritore e il sindaco Brasiello hanno deposto due corone d’alloro. Brasiello ha anche pronunciato un breve discorso, di cui ripor¬tiamo gli stralci essenziali: «Quello di quest’anno è un anniver¬sario di¬verso, per varie ragioni. Innanzitutto è il 70°, e questo lungo periodo di tempo consente un sufficiente distacco per giungere ad una seria ri¬flessione su quelle tragiche giornate del 1943. Furono bombardamenti devastanti e che non risposero ad al¬cuna ragione umana né a condivisibili logiche militari, giacché colpirono la popolazione più che gli obiettivi strategici. Due giorni prima era stato firmato l’armistizio e nulla lasciava presa¬gire la tempesta di bombe che le Fortezze Volanti avrebbero lan¬ciato su una città

inerme. Poi, solo macerie, corpi dilaniati, urla di dolore e persone in fuga. Le vittime furono tantissime. Immenso fu il dolore di chi riuscì a salvarsi. La gente terrorizzata abbandonò la città e cercò ri¬paro nelle campagne, nelle grotte, nei borghi circostanti. Per vari giorni Isernia fu terra di nessuno. Nonostante i sette decenni trascorsi, ancora oggi è difficile perdonare i colpevoli. Questo 70° anniversario è diverso anche per altri motivi. Ab¬biamo, infatti, voluto spostare la commemorazione al mattino, rispetto al consueto orario pomeridiano. Tale scelta è stata fatta per dare valore ai rintocchi delle campane della cattedrale che circa un’ora fa, alle 10:23, l’ora in cui il X Settembre le prime bombe piovvero su Isernia, hanno suonato per ricordare quel drammatico momento. Riteniamo che tale suono debba as¬su¬mere un valore fortemente simbolico ed evocativo per la me¬mo¬ria di tutti. Quindi, lo ripeteremo negli anni futuri, per scon¬fig¬gere l’oblio. Altro elemento di novità sta nella presenza, qui, questa mat¬tina, di giovani studenti delle nostre scuole. Sono le nuove ge¬nerazioni a cui vogliamo far comprendere i pericoli e gli orrori della guerra, specie in questi giorni in cui il sommo pontefice, Papa Francesco, ha invitato i fedeli alla pre¬ghiera per scongiu¬rare la guerra nel mondo. Ai nostri giovani studenti, ai nostri figli, chiediamo di non di¬menti¬care ciò che ha subito Isernia. Chiediamo loro di imparare a ricor¬dare, perché per gli Isernini il ricordo è un sentimento da solenniz¬zare annualmente, ad ogni ritorno d’una data, il X Set¬tembre, che ha tragicamente segnato la storia della città».

Il sindaco Brasiello ritiene che l'ala riservata a galleria commerciale resti culturale

ISERNIA. "All’interno dell’auditorium c’è un’area che il progetto iniziale aveva riservato a galleria commerciale. L’attuale amministrazione comunale, invece, ritiene più consono allestire in tale spazio un museo d’arte contemporanea". Lo ha dichiarato il sindaco, Luigi Brasiello, a margine dell’inaugurazione del Premio Auditorium Città di Isernia allestita nel foyer dell’auditorium “Unità d’Italia”. “Giorni fa – ha proseguito il primo cittadino – sono stati effettuati dei sopralluoghi tecnici e s’è constatato che, con interventi poco onerosi, la nostra idea potrà realizzarsi. Ho sempre sostenuto che l’auditorium deve essere per Isernia il palazzo della cultura, ed allora c’è bisogno di destinarlo interamente alla cultura".


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Termoli

12 settembre 2013

Nell’ex pretura la sede del Giudice di pace e Polizia municipale TERMOLI – Continua il trasloco di faldoni e documentrazioni giudiziarie che dall’ex pretura vengono trasferiti nella nuova sede del Tribunale di Larino. Il trasferimento va avanti speditamente e l’amministrazione comunale sta gia pensando come utilizzare quei locali lasciati vuoti. La scelta è caduta sulla sede del Giudice di pace e per la caserma della Polizia municipale, anche se quest’ultima scelta è provvisoria visto che poi i Vigili urbani si trasferiranno nell’attuale caserma dei carabinieri, anche loro in procinto di trasferirsi in una nuova struttura. Gli amministratori comunali con a capo il sindaco di Brino, l’assessore Cocomazzi e il dirigenmte Belpulsi,

presente anche il vice comandante della municipalizzata Marchetti, hanno eseguito una ricognizione per decidere come assegnare i vani. Sicuramente il primo ad occupare gli uffici dell’ex pretura sarà il Giudice di pace che liberando la sede che occupa attualmente farà risparmiare l’affitto all’amministrazione e alla collettività: entro fine settembre dovrebbe avvenire l’insediamento. E gli amministratori hanno eseguito anche un altro sopralluogo in Via Sangro dopo alcune segnalazioni raccolte tra i residenti. A seguito dell’ispezione, il sindaco Di Brino ha espresso la volontà di voler far posizionare una pensilina nei pressi della fermata dell’autobus, oltre ai

pali per l’illuminazione pubblica al centro delle due rotonde presenti nella zona; ulteriori verifiche sono state inoltre avviate al fine di valutare l’ipotesi di realizzare una nuova rete di illuminazione pubblica su un marciapiedi. “Sono sempre molto felice – ha affermato il sindaco Di Brino – quando posso recarmi di persona a verificare lo stato delle opere pubbliche nei vari quartieri termolesi; questi sopralluoghi mi danno l’opportunità di parlare direttamente con i residenti e mi consentono, soprattutto, di mettere in agenda azioni efficaci finalizzate a dare risposte concrete e a migliorare la vivibilità della nostra città”.

Pensilina alla fermata La presidente Unitalsi ringrazia dei bus in via Sangro il vescovo e la cittadinanza Termoli - Gli amministratori comunali hanno eseguito anche un altro sopralluogo, in Via Sangro, dopo alcune segnalazioni raccolte tra i residenti. A seguito dell’ispezione, il sindaco Di Brino ha espresso la volontà di voler far posizionare una pensilina nei pressi della fermata dell’autobus, oltre ai pali per l’illuminazione pubblica al centro delle due rotonde presenti nella zona; ulteriori verifiche sono state inoltre avviate al fine di valutare l’ipotesi di realizzare una

nuova rete di illuminazione pubblica su un marciapiedi. “Sono sempre molto felice – ha affermato il sindaco Di Brino – quando posso recarmi di persona a verificare lo stato delle opere pubbliche nei vari quartieri termolesi; questi sopralluoghi mi danno l’opportunità di parlare direttamente con i residenti e mi consentono, soprattutto, di mettere in agenda azioni efficaci finalizzate a dare risposte concrete e a migliorare la vivibilità della nostra città”.

TERMOLI – Domenica scorsa la diocesi Termoli Larino e i fedeli hanno accolto il rosario più lungo del mondo. La tappa termolese e stata una delle tante della “Via della Fede”che attraversa tutte le diocesi italiane, un appuntamento quello termolese organizzato dalla sezione nazionale dell’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). Vista la grande partecipazione e la riuscita dell’evento, la presidente della sottosezione Unitalsi di Termoli, Maria Rosa Meloscia, ringrazia pubblicamente il vescovo della diocesi di Termoli - Larino, Monsignor Gianfranco De Luca, “per aver presieduto la cerimonia e la processione e per essere stato presente nonostante i suoi tanti impegni”. Ringraziamento anche

per l’amministrazione comunale e “tutti i volontari – dice la presidentessa - senza i quali tutto questo non si sarebbe potuto svolgere, con il loro impegno e la loro disponibilità siamo riusciti a dar vita a un grande momento di preghiera che ha coinvolto l’intera comunità attraverso il rosario più grande del mondo, per unirci all’appello rivolto da Papa Francesco nella giornata del digiuno e della veglia di preghiera per la pace”. Ringraziamenti anche per il presidente Regionale Unitalsi, per l’assistente regionale e l’assistente diocesano don Elio Benedetto il quale ha celebrato la messa in piazza Cattedrale e concluso il pomeriggio di fede con un concerto dal vivo cantando alcuni dei suoi brani scritti come preghiere in musica.

Presenza di muffa in una scuola: Di Brino replica al consigliere comunale Giuditta TERMOLI – In merito alla notizia del consigliere comunale di minoranza Antonio Giuditta e ripresa dai locali organi di informazione, inerente la presenza di muffa sulle pareti di una scuola di Termoli non meglio specificata, il sindaco Basso Antonio Di Brino intende replicare quanto segue. “Credo che la volontà di evidenziare, peraltro in maniera molto superficiale, i presunti disservizi di questa Amministrazione in merito agli edifici scolastici termolesi – afferma Di Brino – non renda giustizia al grande lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi. Per questa ragione ritengo utile far sapere alla cittadinanza termolese che nel mese di giugno, come ogni anno, abbiamo convocato due riunioni con i dirigenti scolastici al fine di raccogliere un elenco di necessità ed eventuali criticità presenti all’interno delle scuole. Da ognuno abbiamo ricevuto segnalazioni, alle quali abbiamo dato risposta nel corso di questa estate secondo le priorità comunicateci dai dirigenti stessi. In merito alla presenza di muffa in una classe, così come fatto rilevare dal consigliere Giuditta, devo sottolineare che non abbiamo ricevuto alcuna informazione, segno che forse il problema è nato quest’estate, probabilmente a causa della condensa formatasi a seguito di una scarsa areazione dei locali, o per altri motivi che, comunque, nessuno ci ha segnalato. In ogni caso provvederemo alla sistemazione del-

l’aula che mostra i problemi riportati. Voglio specificare che dal momento in cui ci siamo insediati abbiamo impegnato, annualmente, risorse finanziarie notevoli per mettere in sicurezza le scuole, anche perché non abbiamo trovato un solo edificio scolastico in possesso del certificato di prevenzione incendi. Abbiamo lavorato, quindi, per raggiungere l’ottenimento, per le nostre scuole, della documentazione utile a garantirne la sicurezza. E proprio per la messa in sicurezza, inoltre, chiedemmo all’ex presidente Iorio un finanziamento di circa 4.000.000 di euro; successivamente abbiamo ottenuto l’impegno ad un finanziamento di circa 2.000.000 di euro: ora siamo in attesa dell’erogazione della somma da parte della Giunta regionale di centrosinistra guidata da Paolo di Laura Frattura; lo stesso centrosinistra rappresentato da

Giuditta, al quale chiediamo se ha notizia di questo finanziamento e se, soprattutto, ci verrà dato o meno. Sta di fatto che, sempre in tema di messa in sicurezza delle scuole, noi abbiamo già recuperato progetti esecutivi per rispondere al bando che scade il 15 settembre, relativo al Decreto del Fare, nell’ambito dei due milioni di euro dedicati al Molise, mentre ci sono altri 200.000 euro di risorse comunali per opere che stanno andando in gara e che sono dedicate proprio alle scuole locali. Non posso esimermi, però, dal rispondere al consigliere Giuditta in riferimento alla parola “vergogna”. Quindi, mi premurerò di inviare agli organi di informazione un opportuno resoconto di quanto fatto dalla precedente Amministrazione di cui Giuditta era un autorevole esponente in Consiglio comunale”.

Lavori alla scala a chiocciola, quasi allestito il cantiere TERMOLI – Continuano i lavori di allestimento del cantiere sotto la scala a chiocciola del porto dove a giorni gli operai della ditta De Francesco Costruzioni, di Castelpetroso, vincitrice della gara d’appalto, inizieranno le opere di riqualificazione della struttura. L’arruale scala nonverrà abbattuta completamente ma verrà in parte recuperata; verranno eliminati alcuni materiali sostituiti da altri, e rendere la truttura che collega l’area portuale al Borgo Antico più elegante e di minor impatto ambientale architettonico. Gli interventi sulla scala a chiocciola sono i primi di quelli del piano di recupero e riqualificazione della parte più antica della città.

Ecopoint di via Cannarsa: previsto l’impianto di videosorveglianza TERMOLI – In merito alle richieste di alcuni residenti che sollecitano l’installazione di un impianto di videosorveglianza presso l’ecopoint di Via Cannarsa, il sindaco Di Brino ha ribadito che “abbiamo già previsto l’impianto di videosorveglianza e che

le procedure relative alla sua installazione sono state avviate. L’intero procedimento dedicato all’acquisto delle telecamere, alla loro messa in opera, al posizionamento dell’impianto di trasmissione dati e di quello per il server dedicato alla conservazione

delle immagini risulta, ovviamente, più complesso di quello che viene adottato per la semplice sostituzione di una serratura. Chiedo quindi ancora un po’ di pazienza, al fine di poter dare a questa città un altro servizio efficace ed efficiente”.


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Termoli

12 settembre 2013

Servizio idrico, l’assessore Nagni ha incontrato gli amministratori comunali BASSO MOLISE - Continua il lavoro di dialogo e confronto con il territorio portato avanti dall’assessorato regionale ai LL.PP. al fine di individuare, di comune accordo con gli enti locali, le migliori soluzioni possibili nei vari settori di competenza. Nell’ambito di una riunione che ha raggruppato i tecnici di tutti i comuni aderenti al Pisu del Basso Molise (Campomarino, Guglionesi, Montecilfone, Montenero di Bisaccia, Petacciato, Portocannone, San Giacomo degli schiavoni e San Martino in Pensilis) l’assessore Pierpaolo Nagni insieme alla struttura regionale rappresentata da Giacinto Conti, dirigente del servizio idrico integrato e da Michelina Litterio, capo ufficio programmazione e coordinamento attuativo programmi FSC, ha affrontato la questione legata a depuratori, perdite idriche e utilizzo dei finanziamenti FSC e FESR per i quali, sulla base della vicinanza geografica, sono nate delle aggregazioni di Comuni denominate a seconda dei casi come PIT, PiSU o PAI. La riunione con i Comuni del Pisu del basso Molise sarà seguita da altri incontri con tutte le aggregazioni di comuni costituite. Un’organizzazione di lavoro, fortemente voluta dall’assessore Nagni, avviata al fine di risolvere le criticità riscontrate dalla struttura regionale nelle richieste avanzate dai Comuni. Non sempre, infatti, risultano rispondenti e in sintonia con l’originaria natura del finanziamento e, per questo, dovranno essere in qualche modo rimodulate. “L’obiettivo primario di questi incontri - ha sottolineato Nagni - è quello di non perdere i fondi a disposizione facendo in modo di garantire il più possibile quanto già programmato. Credo che il sistema adottato da chi ci ha preceduti sia tutto sommato un sistema positivo; l’aggregazione di Comuni, basata sulla viciniorità, può infatti funzionare, a patto però che segua determinati parametri e che non sconfini in merito alle richieste presentate. Ecco perché - ha continuato - vogliamo compiere un ul-

teriore passo avanti che vada oltre le divisioni delle risorse a disposizione, questione che già i Comuni, in ambito territoriale, hanno ampiamente discusso e schematizzato a seconda delle varie esigenze e dei finanziamenti a disposizione da destinare ad interventi su perdite idriche e depuratori dalla quota dei FESR. Va detto che in tutta la regione si registrano altissime percentuali di perdita idrica. Una situazione, che per vari motivi, è difficile da tenere sotto controllo. Nella convinzione che gli Enti locali siano caricati di troppe responsabilità rispetto alla questione idrica, dobbiamo, secondo me, iniziare a pensare ad un diverso sistema di gestione che provveda autonomamente a tutto, dalla captazione dell’acqua, alla distribuzione e al monitoraggio. Dobbiamo immaginare un sistema che funzioni. Ecco quale dovrà essere il nostro nuovo indirizzo. Non è vero che i finanziamenti non ci sono – ha precisato l’assessore Nagni - ci sono e bisogna andare a prenderli. È necessaria, però, un’ inversione di rotta, un cambio culturale, un’analisi critica di come, fino ad ora, sono stati utilizzati i fondi a disposizione. Occorre fare ora attenzione – ha raccomandato – al controllo, al monitoraggio e all’individuazione degli interventi e dei costi. I lavori iniziati dovranno essere conclusi. Ora con i fondi arrivati il problema dell’approvvigionamento si è affievolito. Se sarà necessario un ulteriore sforzo, siamo pronti a metterci in gioco, ma non sarà più possibile lasciare le opere a metà. Dobbiamo porre nuove basi per il futuro ma per fare questo, rispetto al sistema organizzativo, il rapporto tra Regione ed Enti Locali dovrà funzionare. Non possiamo permetterci di perdere occasioni. Ecco perché - ha concluso l'assessore Nagni - un afflato tra amministratori come patto di solidarietà, sarà l’unica strada possibile per poter assicurare davvero uno sviluppo e un miglioramento dei servizi in tutta la regione”.

Chiamata d’imbarco per un marittimo TERMOLI – La Capitaneria di Porto ha diramato la chiamata d’imbarco con lam qualifica do mozzo – marinaio da imbarcare sul Motopesca “Babbo Giuseppe”. Gli interessati dovranno

presentarsi negli uffici della Capitaneria per le ore 9 del 15 settembre muniti di: Libretto di navigazione o foglio di ricognizione; Tesserino di iscrizione nel re-

gistro pescatori; certificato medico di visita preventiva d’imbarco; per i marittimi muniti di libretto di navigazione (1a ctg della gente di mare) visita biennale in corso di validità.

Nuovo anno scolastico: l'augurio del Sindaco GUGLIONESI - All’inizio del nuovo anno scolastico il sindaco Bartolomeo Antonacci esprime, anche a nome della Amministrazione, al dirigente scolastico, ai docenti, al personale non docente e a tutti gli alunni degli istituti superuiri un augurio di un sereno e proficuo lavoro didattico. “La serenità venga assicurata da tutti e anche, ce l’auguriamo, da un contesto che ci veda uscire da un periodo lungo di crisi non solo economica. Naturalmente noi come Amministratori faremo del nostro meglio per quello che ci compete. Il nostro impegno, come nel passato, sarà profuso anche per scongiurare la soppressione dell’onnicomprensività del nostro Istituto. Sarebbe l’inizio della fine del nostro Liceo, ex storico Isti-

tuto magistrale. Non sarà così se ci impegneremo tutti”. Auguri sono stati espressi anche ai docenti e ai bambini della scuola Materna comunale “Mimi Del Torto” e alle suore. “Mi corre l’obbligo – scrive Antonacci nel messaggio augurale - di riconfermare il nostro caloroso benvenuto alla Suore che consentono, con il loro arrivo, di proseguire l’opera voluta anche dalla famiglia Del Torto e da tutte le amministrazioni comunali succedutesi. Certamente le Sorelle Ancelle Eucaristiche continueranno anche nel lavoro, pastorale e di vicinanza alla nostra Comunità, delle Suore Apostole del Sacro Cuore. Un affettuoso saluto e auguri anche ai bambini ai quali occorre riservare sempre la massima attenzione”.

Capitaneria di porto, passaggio di consegne tra comandanti TERMOLI – Il prossimo 13 settembre alle ore 11 nel porto di Termoli avrà luogo la cerimonia del cambio di comando della Capitaneria di porto, dove il Capitano di Fregata (CP) Claudio Manganiello passerà le consegne al Capitano di Fregata (CP) Antonio Nasti, alla presenza del Direttore Marittimo dell’Abruzzo, del Molise e delle Isole Tremiti, Capitano di Vascello (CP) Luciano Pozzolano. In caso di avverse condizioni meteo la cerimonia si svolgerà presso l’istituto Tecnico Nautico e per i Geometri in via Alcide de Gasperi.

Solenne Dedicazione del Santuario diocesano di Casacalenda CASACALENDA - Il 19 settembre, alle 17,30, il Vescovo diocesano monsignor Gianfranco De Luca, presiederà il rito in uno dei luoghi che da tempo immemorabile ha richiamato numerosi pellegrini. La chiesa, ristrutturata e ampliata, rivede parte del suo splendore originario dopo gli anni bui del terremoto e della lunga e faticosa ricostruzione. Il Santuario della Madonna della Difesa di Casacalenda ha segnato parte della storia religiosa, culturale e sociale di questa cittadina. Le origini storiche risalgono a presunte visioni o sogni di contadini del luogo, come si evince da un manoscritto del 1897 conservato nell’archivio della Parrocchia di S. Maria Maggiore in Casacalenda. Tali sogni invogliano i cittadini a scavare nella località detta “Difesa” per la ricerca di un tesoro, come era stato detto dai sognatori. Gli scavi portano alla luce un altare, degli scheletri umani, un’acquasantiera, pezzi di marmo, forse di una chiesa risalente ai tempi in cui nella zona c’era un casale abitato e distrutto, poi, dal terremoto del 1456, dei gradini e una lapide funeraria del 44 a.C. Il popolo casacalendese interpretò questi segni come il desiderio della Madonna, ravvisata nella donna vista in sogno da tale Giuseppe Di Blasio nel 1896 di far costruire un luogo in suo onore. In effetti la chiesetta fu costruita per volontà e iniziativa popolare, terminata nel 1898. Con l’autorizzazione del Vescovo di Larino dell’epoca, monsignor Bernardino Di Milia, la chiesetta venne intitolata a “Maria auxilium christianorum” la cui festa doveva celebrarsi il 24 maggio, memoria liturgica di “Maria aiuto dei cristiani”. Il luogo di culto vide affluire ben presto una moltitudine di fedeli provenienti da paesi circonvicini e, successi-

vamente, dal vicino Abruzzo e del Sannio beneventano, per venerare la Madre di Dio con il titolo del nome della località: “Difesa”. I numerosissimi ex voto, tuttora visibili, sono una testimonianza di “grazie” e di “favori celesti” ottenuti per intercessione della Madonna. Gli emigrati casacalendesi hanno promosso e diffuso la devozione della Madonna della Difesa e della costruzione di qualche chiesa a lei dedicata, sia in Canada, che negli Stati Uniti e in Sud America; la più celebre e sontuosa delle quali è quella di Montreal, che recentemente, ha ottenuto dal Governo Federale il titolo di “Monumento Nazionale”, tuttora luogo di attrazione della comunità italiana. La celebre scultrice fiorentina Amalia Dupré ha realizzato subito un’artistica statua in terracotta della Madonna con sulle ginocchia il Bambino, collocata al di sopra dell’altare della chiesetta.Venne costruito a fianco del luogo di culto una piccola abitazione per il custode e per una minima accoglienza dei pellegrini che affluivano nel luogo durante tutti i periodi dell’anno. Venne trovata anche l’acqua, attribuita all’opera di un rabdomante. Successivamente, dai casacalendesi e dagli emigranti venne ampliata la costruzione dell’edificio abitativo. La svolta di qualità, tuttavia, il Santuario la ebbe ne 1962, quando il Vescovo dell’epoca monsignor. Costanzo Micci lo eresse a Santuario diocesano e invitò le Suore Apostole del Sacro Cuore ad aprirvi un Orfanotrofio che ospitò fino a 80-90 orfane e figlie di emigranti. Concluso il periodo degli Orfanotrofi, l’edificio, ulteriormente ampliato, fu riutilizzato in Educandato femminile che ospitò una trentina di studentesse frequentanti le scuole medie e superiori presenti a Casacalenda. Sia il Vescovo

Micci che, successivamente, il Vescovo Ruppi hanno dotato l’opera di uno Statuto e di un Consiglio di Amministrazione, formati da un Presidente e da un Economo nominati dal Vescovo, un suo delegato, i Parroci pro tempore della città di Casacalenda e la Superiora pro tempore della Comunità. Durante l’estate e nelle vacanze invernali le Suore accoglievano gruppi di giovani per campi-scuola o per giornate di spiritualità. Chiuso anche il ciclo degli Educandati, restarono solamente due Suore per la cura del Santuario e per l’accoglienza dei pellegrini. Il terremoto del 2002 ha assestato un colpo fatale all’edificio, per cui le Religiose, loro malgrado, furono costrette per legge ad abbandonare il luogo, restato disabitato fino al presente. Le prospettive di una ripresa delle attività negli ampi spazi, bisognosi di radicali trasformazioni in camere singole, sono in fase di studio da parte della Diocesi di Termoli-Larino. I futuri programmi prevedono il potenziamento del Santuario, l’accoglienza di gruppi per campi-scuola, esercizi spirituali, giornate di spiritualità, turismo religioso, accoglienza di turisti stranieri, stage di studio per studenti stranieri ed altre attività socioculturali consentite della struttura. La festa liturgica si celebra il 24 maggio, quella esterna e solenne la quarta domenica di settembre. Il Papa Benedetto XVI, tramite la Penitenzieria Apostolica, ha concesso l’indulgenza plenaria in perpetuo, da lucrare il giorno della festa, alle condizioni solite, cioè confessione, comunione, recita del Credo e preghiera per il Papa. Nel 2011 il Vescovo monsignor Gianfranco de Luca ha costituito il Santuario in Ente giuridico, con riconoscimento delle Autorità competenti.


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Sport

12 settembre 2013

Sta prendendo corpo la notizia appena accennata di un clamoroso ritorno del bomber campano.

C’è Maiella nei piani rossoblù Il goleador sarebbe uno spreco per la categoria, ma in caso di arrivo potrebbe segnare anche 30 reti Qualche giorno fa è stata proprio la Gazzetta del Molise a raccogliere una primizia sul conto di Rosario Maiella. Con molta cautela il nostro giornale svelò di un moderato interessamento di Edoardo Falcione, uomo di rara ambizione calcistica, per Rosario Maiella, goleador per tutte le stagioni. Usammo toni bassi, per non illudere i tifosi campobassani che in fatto di delusioni ne hanno da vendere. Pensammo anche che Maiella sarebbe stato un lusso per la squadra con le divise rossoblù. E che il giocatore in predicato, forte della sua lunga milizia su tanti campi importanti, non avrebbe preso neppure in considerazione l’ipotesi di giocare in Eccellenza. E’ bastata la prima partita con il fiatone da parte del Campobasso per far riemergere il nome del bomber. Il quale sarebbe stato ricontattato da Giulio Perrucci, verso il quale avrebbe mostrato un minimo di interesse. Il cronista ha il compito di raccontare, non certo di indirizzare. Ma questa volta crediamo di dover in qualche modo intervenire, per ricordare a chi dovrà tirar fuori i soldi (Falcione soprattutto) di fare il passo secondo la forza

economica del momento. Per vincere l’Eccellenza molisana può bastare già ciò che è stato messo a disposizione di Farina. Maiella sarebbe il gioiellino di cui la squadra rossoblù potrebbe fare a meno. Perché, sino a prova contraria, fatta l’eccezione del Fornelli non sembrano esserci squadre in grado di impensierire la formazione del capoluogo che ha bisogno solo di alleggerire i carichi di lavoro. Per non ripetere la brutta figura della ripresa contro il modesto Roseto. Detto questo ben venga Maiella. Farebbe bene non solo al Campobasso, ma a tutto il calcio molisano. E farebbe gli interessi anche dei media, costretti a occuparsi di piccole cose. Visti i nuovi risvolti della squadra della città con il maggior numero di abitanti. Una cosa è certa: Farina ha chiesto almeno un rinforzo. “Un trequartista”: ha reclamato il mister della provincia di Caserta che da anni vive nel Molise. Maiella non è un trequartista, ma con lui in squadra tutto diventerebbe più semplice. Nel nostro campionato potrebbe segnare facilmente trenta reti. Mauro Palladino

A Isernia cambiano per una volta le regole: salvo l’allenatore e testa tagliata a sei giocatori

A 25 anni è ancora alla ricerca di una propria identità ma la classe e la fantasia non gli mancano.

Fantasia, Lucignano Duello Panariello, Martone e Pianese sacrificati per salvare mister Renna

Avrebbe bisogno di un pallone tutto per sé, visto che quello che lo giocano gli altri non lo passa mai

Invece di mandare via il mister a Isernia rifanno la squadra. Il mondo va così alla rovescia. Col calcio la regola, sino a ieri è stata sempre la stessa: mister che perde va a casa. Anche se a volte la colpa non è certo sua, ma le cause sono diverse. A Isernia no. Almeno per il momento fiducia a Renna che di nome fa Giovanni e non Mimmo come il più famoso omonimo che da ragazzino giocò in Quarta Serie con il Campobasso, prima di passare al Lecce e diventare allenatore dell’Ascoli con cui vinse, battendo ogni primato, un indimenticabile campionato di B. Vanno a casa in sei in casa isernina. Cinque per ragioni tecniche, il sesto per colpa di un infortunio serio che ne ha pregiudicato la stagione. Il taglio è avvenuto per Fantasia, Lucignano, Duello, Panariello e Martone; Pianese invece ha fatto le valigie per motivi fisici. Già a Giulianova la squadra pentra aveva presentato qualche novità e molto dovrà fare prima di domenica se non vorrà fare un altro scivolone, visto che il calendario assegna ai molisani un altro incontro lontano dal loro terreno da gioco. Partir male, è cosa certa, non aiuta né a star bene né a dare fiducia all’ambiente. Un anno fa i biancocelesti partirono bene, poi patirono la crisi societaria, per salvarsi senza lo scomodo dei play out, quando la squadra ha riavuto alcuni giocatori di qualità. C’è da ricordare il lavoro di Farina che avrà anche il suo caratterino, ma è indiscutibile che sa allenare bene le squadre e “vede” bene le partite. Sapendo trovare, a gara in corso, gli eventuali aggiustamenti.

Vittorio Esposito, quello che fa tutto da solo Sono bastati pochi fotogrammi televisivi per far riaprire la discussione su Vittorio Esposito, venticinquenne di San Martino e indossatore di molte maglie calcistiche. Quest’anno il nostro corregionale è tornato a vestire di giallo e di rosso, divisa solo simile a quella del Termoli, con cui ha vinto da protagonista il campionato di Eccellenza e la Coppitalia molisana. Esposito gioca con il Giulianova, città di mare che ha un palmares calcistico che trasuda gloria. Per decenni la squadra costiera ha militato in Serie C1, lanciando anche giovani interessanti. Tra i quali è appena il caso di ricordare D’Ottavio e Paolucci che negli anni lontani formarono una implacabile coppia d’attacco. Esposito ha steso da solo l’Isernia, facendo un prelibato assist per il primo gol e poi prendendosi la responsabilità di infilare il portiere pentro, con un tocchetto smaliziato, dopo aver tagliato da punta autentica, per chiudere un ficcante contropiede. L’anno scorso Esposito si era ac-

cordato con Lozzi per far grande il 1919. Giocò in rossoblù la prima fase del campionato, preferendo poi passare al Sulmona con cui ha vinto l’Eccellenza abruzzese. Una volta fattosi conoscere nella regione confinante alla sua Esposito ha avuto solo l’imbarazzo della

scelta. Così ha detto si alle proposte del Giulianova che intende disputare un campionato tranquillo. Si ricorderà che dopo essere andato via dal 1919, il fantasista con il codino fu ospitato ad Andria da Cosco che se lo tenne in osservazione. Pensando di poterlo ingaggiare per la sua traballante squadra di 1^ Divisione, a pochi euro. Esposito preferì tornare sui campi di periferia, a Sulmona ha vinto e convinto. E si è messo in tasca anche duemila euro al mese di stipendio. Sarebbe tornato volentieri nel capoluogo se solo a Campobasso si fosse proceduto alla svelta. Invece l’indecisione sul da farsi ha fatto perdere un giocatore che da sarebbe stato una polizza sulla vittoria di campionato. Bisogna ricordare però che il codino è un anarchico che mal si adatta al gioco di squadra. Gli piace dribblare anche pali e bandierine e avrebbe bisogno di un pallone tutto per sé, visto che quello con cui giocano anche gli altri non lo passa mai ai compagni.


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12 settembre 2013 Pagina redazionale singolarmente autogestita Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto

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