11 milioni di euro gettati al vento

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 234 giovedì 22 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno ai dirigenti acem Molise

Destinati agli Sportelli informativi con l’obiettivo di sostenere la competitività e l’occupazione

L’Oscar del giorno lo assegniamo ai dirigenti dell’Acem Molise, l’Associazione degli edili. Ci stanno provando in tutte le maniere a fare comprendere alla politica molisana la drammatica situazione in cui versa il settore in regione. Visto e considerato che nulla si muove, purtroppo, hanno incontrato il vice ministro Nencini al quale hanno consegnato il dossier sulla situazione molisana. Ed hanno ribadito, anche, la necessità della puntualità dei pagamenti a partire dalle promesse fatte in regione.

il Tapiro del giorno a Filippo Monaco

Il Tapiro del giorno lo diamo a Filippo Monaco. Il consigliere regionale continua a presentare interrogazioni sulla questione Atm dimenticando che proprio la Regione Molise ha bloccato e, poi, annullato la gara di appalto per il gestore unico guarda caso vinta proprio dall'Atm e che avrebbe comportato un risparmio annuo, per il cittadino molisano, di 4 milioni di euro. Ma questo passaggio non sembra interessare, invece, il consigliere regionale che, al contrario, punta il dito contro l'azienda così come hanno fatto i vertici della Regione. Bah!

Servizio a pagina5


senza alcun finanziamento pubblico

CAMPOBASSO. Conferenza stampa dei dipendenti di Molise Dati che vedono il loro futuro in bilico e non percepiscono lo stipendio. La Regione Molise si è avviata nella fase di chiusura di Molise Dati. Un altro pezzo del sistema informatico è stato staccato dalla società regionale proprio nel tentativo di affossarla definitivamente. Una Molise Dati così va messa in riga, si saranno detti i componenti l’esecutivo regionale, sempre più immersi nell’ottica di un ridimensionamento, di una marginalizzazione, di un sostanziale svuotamento della società in house per la quale la strategia regionale prevede un “percorso di trasformazione societaria da Società per azioni

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Tutto quello che gli altri non dicono

22 ottobre 2015

Molise Dati, i dipendenti preoccupati del loro futuro a Società consortile per azioni”. Per indorare la pillola, la decisione della giunta regionale di andare verso la “modalità cloud” escluderebbe una radicale modifica delle funzioni fino ad oggi svolte dalla Molise Dati nell’erogazione dei servizi informatici, in quanto verrebbe meno la sola funzione di gestione materiale dell’hardware presente nel data center regionale che, peraltro, in diverse situazioni viene effettuata in outsourcing. La terminologia strettamente specialistica rende inaccessibile al

volgo il fine e la ragione per cui il “Sistema informativo” regionale debba andare verso la “modalità cloud” e la Molise doversi mettere in riga e attenersi alle indicazioni che le saranno di volta in volta fornite dal direttore del Servizio “Sistemi Informativi” della Regione Molise. Nella delibera della giunta è detto di tutto, tranne quanto costerà aumentare la banda disponibile e “l’acquisizione dei servizi di connessione da un differente operatore che utilizzi una connessione di proprietà, per la connessione intranet della sede di via Genova 11 a Campobasso e per la connessione alla rete internet pubblica”. Questa è ... cosa loro.

Attrezzature inutilizzabili e mezzi rimasti fermi troppo tempo CAMPOBASSO. Per buona sorte il maltempo in Molise di danni ne ha fatti pochi, ma una domanda sorge spontanea: che fine ha fatto la Protezione civile regionale? Le reti di monitoraggio sono mantenute in modo da poter fornire dati attendibili per la previsione e prevenzione degli eventi idro – termo pluviometrici necessari ed indispensabili per salvaguardia del territorio e delle vite umane in una regione ad altissimo rischio di dissesto idrogeologico? La Regione Molise è tutelata in caso di emergenze? Ad oggi pare proprio di no. Tutto smantellato. Intanto, il consigliere provinciale di Campobasso, Michele Durante (Possibile), dopo la bomba d’acqua che si è abbattuta nelle ultime ore sul Molise, ha riportato l’attenzione sulla vulnerabilità e sul dissesto cui è esposto quasi l’intero territorio che, ancora una volta, si è trovato in balìa degli eventi senza una programma-

l’intervento di Ulisse Di Giacomo* Dov’ era la Protezione Civile, dov’ erano i suoi mezzi (oltre che in un deposito privato per non aver pagato la manutenzione), in occasione di questa ondata di maltempo? Dove sono finiti i Piani Territoriali di Emergenza? Che fine hanno fatto i Presidi Territoriali di governo, controllo e salvaguardia del territorio e della incolumita’ delle persone?

La Protezione Civile, esiste ancora? L’ondata di maltempo ha riaperto la questione dopo i tagli fatti dalla Regione Durante: “Subito anche un piano per i idissesti geologici” zione adeguata e organica per intervenire in tempo ed evitare l’emergenza. “Ancora una volta ha detto - siamo di fronte ad un’ondata di maltempo che ha provocato danni diffusi alla viabilità provinciale interessata da frane ed esondazioni di torrenti per la mancanza di risorse adeguate per la manutenzione e per tutti gli interventi necessari a causa dei trasferimenti dello Stato ridotti all’osso che non con-

sentono di approntare una programmazione adeguata”. Basti considerare che, secondo la mappa del rischio, stilata da Adn Kronos e Anbi (Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue), in Molise sono 121 i comuni, per una superficie di 616 kmq, che presentano aree franabili e aree alluvionabili. “La Regione - ha aggiunto Durante - ha il dirittodovere di programmare e realiz-

zare interventi complessi con una dotazione finanziaria solida dedicata da reperire in bilancio e dai trasferimenti dello Stato, approntando controlli stringenti su tutte le procedure di assegnazione dei lavori, e stilare un piano di coordinamento generale di Enti di area vasta collaborando con i sindaci che ben conoscono le criticità dei loro territori e possono contribuire a comporre una mappatura completa dell’intero terri-

E se ci fosse scappato il morto? Che fine ha fatto il sistema idrotermopluviometrico di rilevazione, in tempo reale, dello stato delle precipitazioni e della portata dei corsi d’ acqua? I mezzi di presidio del territorio e di intervento in caso di allagamenti, le idrovore, le pompe, i battelli, i canotti, dov’ erano? Tutto il sistema, intervenuto con successo nell’alluvione in Liguria e perfettamente funzionante, tra i più’ avanzati d’ Italia, costato alla collet-

tività’ molisana svariati milioni di euro, dov’ era? Sarebbe stato possibile da un auto, in dotazione dei Comuni e provvista di radio, trasmettere una richiesta di allarme e di aiuto alla Sala Operativa Regionale della Protezione Civile, dopo che la trasmissione e’ stata spostata sui ponti del sistema 118 o Rai Wey? Per fortuna, tra allagamenti, smottamenti e frane non si sono registrate vittime, ma solo per pura casualità’.

Ormai è’ trascorso quasi un anno da quando ho presentato alla Procura della Repubblica di Campobasso un esposto per verificare lo stato del sistema di Protezione Civile Regionale, per avere garanzie, in caso di calamità’ naturale, sulla incolumita’ delle persone e sulla salvaguardia del territorio. Non ne ho saputo più’ nulla. *Senatore della Repubblica

torio regionale prima di essere travolti da una nuova emergenza. In questo modo - ha concluso l’esponente di Possibile - si supera l’idea che il singolo Comune debba recarsi con il cappello in mano ad elemosinare risorse al governo regionale di turno e si rilancia, invece, il settore dei lavori pubblici garantendo maggiore sicurezza ai cittadini e rimettendo in moto l’intero comparto socioeconomico”.


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3 22 ottobre 2015

Spifferi gelidi, al primo vento d’autunno, arrivano dal centro per l’impiego. Usando tutte le cautele possibili e coniugando verbi esclusivamente al condizionale, sembrerebbe che sia in arrivo un esposto alla Procura contro un gruppo di dipendenti. Costretti dalla gravissima crisi economica e, quindi, occupazionale, che soffoca la nostra regione, cui giunta e consiglio regionale paiono proprio non voler prestare attenzione viste le surreali attività di programmazione e amministrazione che li vedono protagonisti, un gruppo di cittadini ha dovuto frequentare con continuità gli uffici del centro per l’impiego di Campobasso. Informazioni sugli ammortizzatori sociali, domande per la mobilità in deroga, la recondita speranza che, prima o po, essere iscritti al centro per l’impiego possa essere utile a trovare finalmente un lavoro, li ha portati ad essere, con tristezza in-

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Centro per l’Impiego, gruppo di cittadini minaccia l’esposto in procura finita, abituali frequentatori di quelle stanze; e frequenta oggi, frequenta domani, fatalmente alcune pessime abitudini dei dipendenti e preoccupanti malfunzionamenti del servizio in sé pare abbiano convinto questo gruppo di persone a presentare un esposto formale alle autorità competenti. Ripetiamo, quello che ci è giunto all’orecchio è solo uno spiffero, che avremo tutto l’interesse a verificare per, eventualmente, capirne le reali motivazioni, ma

come spiffero ci pare essere molto credibile. Che sia arrivata l’ora per coloro che continuano solo a subire i rovesci della sorte di prendere il coraggio a due mani e denunciare situazioni che certo non rendono merito a chi le porrebbe in essere oltre che danneggiare ulteriormente tanta fetta di umanità che sta pagando da anni colpe non sue? Sarebbe opportuno che chi ha orecchie per intendere ma, soprattutto, cariche e poteri per provvedere, si rendesse conto che la

pacifica convivenza civile si regge quasi esclusivamente sulla possibilità concessa a tutti di potersi creare un futuro solido e pulito, fondato esclusivamente sul lavoro. Al di fuori di questo schema c’è solo rabbia, frustrazione ed una pericolosissima deriva nichilista che va fermata immediatamente. Come sempre resteremo sulla notizia, sperando di dare quanto prima a tutti i lettori de La Gazzetta i dettagli che meritano.

Molise Acque, stato di agitazione Da aprile 2013 un calvario amministrativo sta mettendo in ginocchio un’azienda che avrebbe potuto essere una miniera d’oro Un motivo pratico, concreto, per chiudere la Regione Molise per manifesta incapacità? Lo racchiuderemo qui di seguito raccontandovi l’agonia di Molise Acque in pochi, stringenti, inoppugnabili, passaggi. Ad aprile 2013 si dimette il commissario straordinario, Michele Picciano. Prima di lui, sempre commissario, aveva operato Antonio Francioni, fino a poco tempo fa mega dirigente della Regione. Da aprile, sempre 2013, ci sono voluti sette mesi perché gli infaticabili di giunta e consiglio provvedessero a nominare e rendere operativo un nuovo consiglio di amministrazione, che, nato con queste premesse, non poteva che morire giovane, ovviamente: ad aprile 2014 Molise Acque è di nuovo senza direttore generale. Questa volta di mesi ce ne sono voluti tre per la nomina del dirigente del Primo Servizio e solo ad ottobre si insedia un nuovo direttore generale. In questo parossistico, isterico clima di incertezza ed

inoperatività, con la finanziaria approvata a fine 2014, l’azienda veniva di nuovo commissariata. Dopo poco si dimette il direttore generale Sergio Di Vico e si insedia il dirigente del Primo Servizio. A maggio 2015 un

Mancia competente a chi avesse pronosticato l’avvocato Antonio Calise, in quiescenza dal comune di Campobasso dove ha retto l’Ufficio legale, a commissario straordinario per lo svolgimento di tutte le ordinarie funzioni amministrative dell’Azienda speciale “Molise Acque”. La designazione è pari all’estrazione del coniglio dal cilindro del prestigiatore. Ciò perché l’avvocato Calise è stato sempre lontano dalla politica, guardata con sufficienza se non addirittura con sospetto. Ma i bene informati dicono che questa sua naturale ritrosia ad avere contatti stabili con la politica e i politicanti sia stata sovrastata dalla personalità di Frattura, fino ad indurlo a frequentare la sede elettorale di colui che avrebbe vinto le elezioni ed amministrato il Molise, coi poteri che gli sono propri e tra questi il potere di designare, incaricare, nominare chi più gli dà fiducia e gli aggrada. Tra questi, con non poca sorpresa, l’avvocato Antonio Calise a “Molise Acque”, nelle more del completamento del procedimento di nomina e di co-

nuovo commissario, poi subito un altro ancora e, ad agosto di quest’anno, prende il comando il dirigente del Terzo e Quarto Servizio, con un contrattino di tre mesi, ormai prossimo alla scadenza. Questo è il

modo con cui la Regione Molise, proprietaria al 100% dell’azienda, gestisce uno strumento delicatissimo, dedicato a portare nelle case, negli ospedali, nelle fabbriche (quelle che restano), negli allevamenti e nelle aziende agricole, negli ospizi e negli asili il bene più preziose che c’è: l’acqua. Così questo indefinibile (se non a voler oltrepassare i limiti del buon gusto e del codice penale) accrocco di persone che dovremmo tutti vergognarci di chiamare classe dirigente, manda in rovina un azienda che avrebbe potuto fare di una risorsa preziosa, di cui siamo ricchissimi, la leva virtuosa e produttiva nella contrattazione con le Regioni confinanti. In questo modo scandaloso i quattrini pubblici vengono gettati al vento per non fare nulla, anzi, peggio, per smantellare l’offerta pubblica di acqua e prepararsi, probabilmente, all’ultima vergognosa privatizzazione. Mentre non è ancora stato approvato il bilancio consun-

tivo 2014; mentre non è ancora stato approvato i bilancio previsionale 2015, mentre la contrattazione aziendale decentrata è ferma al 2012. Cosa aggiungere? Lo stato di agitazione dichiarato dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria dell’azienda e la convocazione dell’assemblea straordinaria del personale, ovviamente. Perché dietro, anzi sotto (le macerie di) ogni disastro politicoamministrativo del genere ci sono sempre dei lavoratori, delle persone, che in questi anni hanno cercato di mantenere decoro e dignità laddove mancava strategia e determinazione; lavoratori che hanno cercato di mantenere operatività e spirito di servizio laddove regnavano ignavia e miopia congenita. Cos’altro serve a convincerci tutti a chiudere questa funestissima stagione di dilettanti allo sbaraglio? Dilettanti pagati uno sproposito per non fare altro che ridondanti, iperboliche, inenarrabili, figure da quattro soldi.

Dai Codici, i Tomi e le Pandette a “Molise Acque Antonio Calise Commissario praticamente gratis La designazione è stata pari all’estrazione del coniglio dal cilindro da parte del prestigiatore di turno stituzione, e comunque dell’insediamento dei nuovi organi dell’Azienda, ovvero del presidente, del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale. Campa cavallo. Fintanto, sarà Calise, come diciamo, a provvedere alle ordinarie funzioni amministrative dell’ Azienda speciale regionale, compreso ogni altro atto indifferibile e urgente per consentire il corretto funzionamento dell’Ente. L’impatto con la gestione di un’azienda speciale regionale da parte di un rigoroso interprete della Pubblica Amministrazione vista e considerata costantemente da preservare da ogni forma d’ingerenza politica, è tutto da scoprire. Nel suo caso, però, la politica c’è entrata eccome, per cui, come abbiamo ac-

cennato, sarà interessante assistere al governo di “Molise Acque” da parte sua che, ribadiamo, ha considerato gli incarichi politici, per quanto ci risulta, una velatura rispetto alle chiarezza delle cariche derivanti dall’accertamento concorsuale della professionalità. Una vita passata tra codici, tomi e pandette per finire a commissario di un’Azienda regionale che fa acqua e tratta di acqua, genera spontaneamente interesse ed attenzione, non fosse altro per vedere l’effetto che fa. Per vedere come “Molise Acque” interagirà con gli intrecci politici/amministrativi e gestionali ad esempio dell’Egam, e con le diatribe che stanno accompagnano il divenire di ciò che viene considerato uno strumento regionale

per arrivare alla privatizzazione della gestione delle reti idriche di distribuzione, diatribe dalle quali “Molise Acque” non potrà e non sarà certamente esclusa. Essendo in trattamento di quiescenza, per legge, Calise non potà essere compensato in alcun modo, tranne il rimborso delle spese vive sostenute e strettamente necessarie allo svolgimento dell’incarico, debitamente documentate e rendicontate, con onere a carico esclusivo dell’Ente Commissariato. Diciamolo allora, un incarico da svolgere praticamente gratis. Anche questa una singolarità. Calise è commissario dal 10 ottobre 2015 e fa seguito al dimissionario Pasquale Mauro Di Mirco.


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4 22 ottobre 2015

Il governo scarica su Agicom, le Regioni ricorrono al Tar e le Poste traccheggiano sui servizi all’utenza delle piccole comunità marginali e di montagna

Il Molise si sta rivelando l’anello debole della catena di contrasto al Piano di riorganizzazione aziendale di Poste Italiane Sono le altre Regioni italiane ad aver alzato la voce inducendo il governo a farsi interlocutore diretto dell’azienda postale La vicenda degli Uffici postali nel Molise si sta rivelando una dimostrazione di disattenzione, disinteresse e indifferenza, dopo una fugace esplosione di proteste e interventi anche di livello parlamentare con il senatore Roberto Ruta interessato a capire cosa stese succedendo. Purtroppo, dicono, sia successo che alcuni uffici postali periferici siano aperti a giorni alterni, altri addirittura chiusi. Ciò mentre in Italia molte Regioni (tra le più solerti e dinamiche a protestare e a farsi valere sono state Umbria e Toscana) hanno fatto ricorso ai rispettivi Tribunali amministrativi regionali (Tar) vedendosi dare ragione e lo stesso governo di Roma, come abbiamo riportato in pagina nei giorni scorsi, ha chiesto ed ottenuto da Poste Italiane lo stop della distribuzione della corrispondenza a giorni alterni almeno fino a dicembre, il tempo necessario per l’Azienda postale di verificare la possibilità di rivedere e correggere il piano aziendale che prevede una forte riduzione degli sportelli nei luoghi e nelle situazioni in cui è stato valutato necessario farlo. Guarda caso, ad essere colpiti nella riduzione del servizio postale sarebbero

i piccoli comuni e tra questi quelli delle cosiddette aree interne. Il profilo che ne viene fuori disegna in maniera inequivocabile gran parte del Molise. La situazione avrebbe preteso una reazione ma, come diciamo, sono le altre Regioni italiane ad aver alzato la voce inducendo il governo a farsi interlocutore diretto di Poste Italiane invitando l’Azienda ad andarci piano con le chiusure e la riduzione e del servizio. Al governo,

Poste italiane ha risposto che la chiusura è una l’“extrema ratio», cui farebbe ricorso laddove non sarebbe possibile un’alternativa. La rassicurazione è stata data al sottosegretario di Stato Giacomelli il quale a sua volta ha diffuso un comunicato teso a stemperare la tensione: «Poste si impegna a ricercare, valutare, prioritariamente e preventivamente ogni possibilità di potenziamento, complessivo dei servizi, anche attraverso

accordi con le Regioni, gli Enti locali e le realtà del territorio». Una chiara apertura possibilista che dovrebbe sollecitare le stanche terga degli amministratori regionali e la deputazione parlamentare a muoversi per tempo e con decisione in difesa della particolari condizioni di disagio di molti comuni molisani delle aree interne e montani. Lo stesso sottosegretario, però, a scanso di equivoci, ha tenuto a precisare che

la regolamentazione del settore postale è di competenza dell’Autorità delle comunicazioni e che Poste italiane, circa la chiusura degli uffici, è strettamente vincolata all’Agenzia per le comunicazioni. Il governo continuerebbe ad esercitare la sua capacità di persuasione nei confronti di Poste per indurla a scegliere la strada della «determinazione di una linea politica industriale» che contenga e contemperi le necessità aziendali e dell’utenza. Su questo punto d’incontro potrebbero collimare la strategia di Poste Italiane tesa “al perseguimento degli obiettivi di efficientamento e razionalizzazione”, in aggiunta alla fornitura del servizio utile al cittadino, alle imprese e alle Pubbliche amministrazioni tramite la propria rete e le proprie infrastrutture tecnologiche, e l’esigenza per l’utenza con l’offerta dei servizi in specifici ambiti territoriali, anche “al fine di valorizzare la capillarità degli uffici postali». Insomma niente è stato definitivamente stabilito. Inoltre, pare che la tecnologia, anche per le realtà marginali, sia uno strumento in grado di venire in soccorso. Pare. Dardo

“Frattura, e la parità di genere in Giunta?”

aNei prossimi giorni il consiglio regionale vedrà rinnovato il suo ufficio di presidenza. Contestualmente dovrà esserci anche un cambiamento all’interno della Giunta Regionale del Molise: o la surroga dell’assessore Massimiliano Scarabeo un rimpasto di Giunta. In questa realtà politica il Guerriero Sannita Giovanni Muccio insieme a Fernando Tartarino e “Unavoceperledonne” presieduta da Viviana Pizzi hanno chiesto al presidente della Giunta Regionale Paolo Di Laura Frattura di rispettare la parità di genere. Un tema che non deve passare sotto silenzio. Il Movimento politico di Giovanni Muccio e l’associazione culturale ricordano che l’articolo 117, settimo comma della Costituzione, nel testo introdotto dalla legge costituzionale n 3 del 2001, ripropone il principio di eguaglianza anche per la legge regionale che deve rimuovere ogni ostacolo che impedisce la parità di genere nella vita sociale, culturale ed economica e promuovere la parità di accesso alle cariche elettive. La di-

L’associazione sindacale agricola ha fatto il punto sui risultati raggiunti

sposizione costituzionale ha pertanto una portata precettiva, che obbliga la Regione all’adozione di misure antidiscriminatorie, non solo sul piano legislativo, ma anche nell’esercizio dei poteri di vigilanza sugli enti locali così come da parere del Consiglio di Stato - Sezione Prima adunanza di sezione del 16 aprile

2014. Un anno dopo il ricorso presentato da Adriana Izzi che nel 2013 aveva impugnato la legittimità della prima giunta regionale del Molise perché non era stata effettuata nel rispetto della parità di genere. “Duole molto al Movimento e all’Associazione “una voce per le

donne” - ha dichiarato oggi in conferenza stampa Giovanni Muccio vedersi soli su questa battaglia, avremmo voluto al nostro fianco altre Associazioni e altri partiti politici della sinistra e non in particolar modo le donne di potere della regione Molise, l’onorevole Venittelli e la Segretaria del Pd Micaela Fanelli il loro silenzio, in generale, non si addice alle innumerevoli lotte che hanno sempre portato avanti, per il riconoscimento dei diritti negati alle donne”. “La donna ha una sensibilità particolare - ha aggiunto il rappresentante Fernando Tartarino - andiamo oltre il femminismo e chiediamo una rappresentanza adeguata del gentil sesso nelle istituzioni molisane affinchè vengano rispettati i settori alle quali gli uomini in politica non potrebbero far fronte”. La presidente dell’associazione “Unavoceperledonne” ha sfruttato anche il momento favorevole per sottolineare anche che solo in Mo-

lise la Giunta Regionale è tutta al maschile. “La cosa che ci lascia stupefatti - ha sottolineato Viviana Pizzi - è la completa contradizione in cui cade il partito democratico, sostenitore principale della maggioranza in Regione. Da un lato, per rispettare equilibri politici interni, propone un esecutivo regionale fatto di soli uomini. Dall’altro elegge come segretaria Micaela Fanelli. La quale era stata anche invitata all’adesione ma che non ha aderito. Quale è la linea del Pd in merito alla questione non è dato conoscerla. Sappiamo però che, grazie anche all’esclusione delle donne dalla vita politica della Regione, non è stata attivata nemmeno la legge contro la violenza di genere, ferma da 25 mesi ai tavoli di concertazione. Il femminismo in Molise serve anche per l’affermazione di questo diritto. Perchè femminismo significa pari dignità tra uomini e donne nella rappresentanza politica e sociale”.


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5 22 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Una gara d’appalto da 11 milioni di euro inopinatamente interrotta, ha generato un disastro amministrativo e un grave danno da risarcire

La Regione bastonata dal Tar e dal Consiglio di Stato Finanche la quantificazione del danno è diventato un rompicapo. Infatti, per ottemperare al dispositivo della sentenza del Consiglio di Stato s’è reso necessario un apposito gruppo di lavoro Un guazzabuglio; più volgarmente, un casino; più aderentemente ai fatti e alle circostanze, una Regione Molise stralunata, e per questa sua condizione impietosamente sancita dai fatti e dalle circostanze, costretta a rimetterci. Cioè a risarcire il danno procurato ad uno dei due raggruppamenti temporanei d’imprese che hanno partecipato alla gara del 13 settembre 2010 indetta per l’affidamento dei servizi e dell’organizzazione e della gestione degli sportelli informativi/di orientamento (Programma Operativo Regionale 2007/2013 - Fondo Sociale Europeo – obiettivo “Competitività regionale e occupazione” ), per un importo a base d’asta pari ad 11.100.000 euro. Intorno a questa vicenda s’è verificato di tutto: gara interrotta, quasi fosse un coito; assegnazione dell’appalto ad altro soggetto diverso dei partecipanti alla gara (cioè l’Agenzia regionale Molise Lavoro) per un importo di 3.670.000 euro; revoca dell’appalto all’Agenzia regionale Molise Lavoro; gestione diretta di tutti i rapporti in essere in capo alla Regione Molise, attraverso la direzione dell’Area Terza. Ogni passaggio di questo tribolato e inconcluso procedere amministrativo è stato oggetto di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. E tutte le sentenze emesse hanno visto sistematicamente soccombenti la Regione Molise e l’Agenzia Molise Lavoro che, incuranti del disastro di cui erano protagoniste, si sono sempre appellate. Degli 11 milioni e centomila euro, tranne i 3 e passa milioni affidati all’Agenzia regionale Molise

Lavoro, non ci sono altre tracce nella determinazione del 23 settembre scorso a firma di Alberta De Lisio. Non c’è chi non ritenga invece che di quella somma venga detto il destino, i destinatari, l’uso che se n’è fatto, cosa di quella somma è rimasto e come verrà considerata e utilizzata. L’assenza di ogni pur minimo riferimento di tutto ciò è un pessimo segnale, del quale dovrebbero interessarsi gli organi di controllo interni alla Regione (innanzitutto i revisori dei conti), quindi la procura della Corte dei conti. Ballano 11 milioni di euro che avrebbero dovuto migliorare la competitività del sistema Molise e l’occupazione. Sono stati utilizzati? E gli obiettivi sono stati raggiunti? Chi sa, chi lo sa. Sarebbe oltremodo giusto, pertanto, ed opportuno, lo sapessero i revisori dei conti e il pro-

curatore della Corte dei conti. Nella determinazione della De Lisio c’è unicamente il racconto di come una gara d’appalto tra le più cospicue a base d’asta, finalizzata alla istituzione di importanti sportelli informativi e di orientamento per favorire l’accesso ai fondi europei relativi al Por 20072013, destinati ad aumentare la competitività del Molise e l’occupazione, sia stata gestita con tale e tanta approssimazione, distrazione, confusione, da risultare forse una delle peggiori ascrivibili all’Ente di Via Genova, la cui conclusione, come abbiamo accennato, vedrà la Regione Molise risarcire uno dei due raggruppamenti temporanei d’imprese che hanno risposto al bando senza mai, peraltro, vedersi interessati e coinvolti (la gara d’appalto è stata interrotta prima che si aprissero le buste con l’offerta tec-

nica). Ad essere risarcito del danno subito sarà il raggruppamento che ha fatto ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, ovvero il raggruppamento temporaneo d’imprese composto da Cat Pmi Confcommercio Centro di assistenza Tecnica Scarl (capogruppo mandataria), Formalab, Expertise srl, 3G SpA, Consedin SpA, Asset Management srl, Elea SpA, De Lorenzo Formazione srl. L’Altro raggruppamento era composto dal Consorzio Molisano per le Politiche Attive del Lavoro e dello Sviluppo Locale (Compal srl) - capogruppo mandataria - e da Halley Sud - Est (entrambi di matrice molisana, che si sono guardati bene dal fare ricorso col rischio di alienarsi le simpatie della Regione Molise). Questa che stiamo scrivendo è una faccenda singolare, al punto che finanche la quantificazione del danno da risarcire è diventato un rompicapo. Infatti, per ottemperare al dispositivo della sentenza del Consiglio di Stato che impone alla Regione di formulare alla controparte un’offerta di risarcimento corrispondente all’utile netto eventualmente rinvenibile all’interno dell’offerta presentata a suo tempo, è necessario procedere all’apertura del plico contenente l’offerta, visto che tale operazione non era stata ancora compiuta dalla Commissione a suo tempo nominata per la valutazione dei documenti di gara; si era limitata alla sola apertura dei plichi contenenti la documentazione amministrativa. Bene. Ad una Commissione che non ha portato a termine la gara, generando il guaz-

“Edilizia, una situazione catastrofica” L’Acem ha presentato un dossier al vice ministro Nencini e chiama in causa la Regione L’ACEM, l’Associazione Costruttori Edili del Molise, ha partecipato con una nutrita delegazione di imprenditori alla tavola rotonda organizzata dall’ANIEM (Associazione nazionale a cui l’ACEM aderisce) che si è svolta ieri a Roma ed alla quale hanno preso parte tra gli altri il Vice Ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il consigliere dell’ANAC Michele Corradino. L’ANIEM mediante il suo Presidente Dino Piacentini, ha evidenziato i cambiamenti avvenuti in questi anni che non giustificano più in edilizia metodi e regole aventi un senso 50 anni fa ma che oggi si presentano incomprensibili, impraticabili ed assolutamente penalizzanti ed ha richiamato tutti i sistemi di rappresentanza, politica, sindacale ed imprenditoriale a tener conto di ciò ed a ripensare anche al loro ruolo funzionale.

Il Vice Presidente nazionale Angelo Santoro si è soffermato sul problema dei ritardi nei pagamenti dei lavori pubblici che superano anche i 2 anni ed ha richiesto l’istituzione di un conto

dedicato ed inamovibile per i finanziamenti delle opere pubbliche ed una centrale unica di pagamento al fianco della centrale unica di committenza. A latere del congresso, il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro ha incontrato il Vice Ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini, al quale ha consegnato un dossier sulla situazione di crisi dell’edilizia molisana, chiedendo l’impegno del Governo nell’affrontare e risolvere le problematiche ivi esposte, per favorire la ripresa del settore in Regione come nel resto d’Italia.

zabuglio che abbiamo raccontato, fa seguito un gruppo di lavoro composto da Claudio Iocca, dirigente del Servizio Sistema integrato dell’Istruzione e della Formazione professionale, da Tonio Ferocino e da Antonio Iarocci entrambi funzionari regionali assegnati alla direzione di Area Terza. Dovrà aprire il plico contenente l’offerta tecnica e verificare la possibilità di individuare già in essa la misura dell’utile netto. Nel caso in cui dall’offerta tecnica non si possa evincere la misura dell’utile, la Regione dovrà richiedere alle imprese ricorrenti, secondo le modalità indicate nella sentenza del Consiglio di Stato, i dati, i chiarimenti e le informazioni finanziarie necessarie alla determinazione dell’utile e quindi dell’offerta di risarcimento da inoltrare alla controparte. In tal caso, il gruppo di lavoro procederà alla verifica dei dati e delle informazioni finanziarie prodotte dalle imprese e alla individuazione della misura dell’utile netto ricavabile, al quale andranno aggiunti i costi relativi al computo degli oneri accessori ( Istat e interessi legali). Che dire di una Regione di questa fatta? Verrà mai individuato un responsabile cui addebitare il danno? E mai possibile che debba pagare sempre Pantalone? Il procuratore della Corte dei conti vorrà mai interessarsi al caso? E i revisori dei conti vorranno battere un colpo? Stiamo abbaiando alla luna. Dardo

Quei gettoni ai regionali, un’aberrazione Egregio Direttore, so che al peggio non c’e’ mai fine...pero’ questa dei gettoni di presenza per i consiglieri - non solo regionali -e’ una aberrazione ed un affronto ai cittadini che purtroppo a sua tempo votano. me compreso.Sono curioso di avere notizia sulle radiici giuridiche e morali del diritto di ricevere dei gettoni di presenza nell’espletamento del loro - dovere? quando anche il diritto naturale, oltre che costituzionale esclude tale prebende. E’ come se un giornalista che ha gia’ uno stipendio pretendesse un euro a riga scritta. E il bello, si fa per dire, che queste sedute sono l massimo del nulla. Ahi serva Italia....un saluto AA


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Campobasso

22 ottobre 2015

“Archivio Lefra, la bontà della nostra acquisizione” Il presidente della Provincia di Campobasso interviene sulle polemiche sollevate Campobasso. In riferimento al recente servizio giornalistico televisivo andato in onda alcuni giorni addietro, dedicato all’opera fotografica di Leonardo Tartaglia e al suo Fondo LEFRA, e più ampiamente riguardo al patrimonio documentario di interesse storico conservato presso la Biblioteca Provinciale, il presidente della Provincia Rosario De Matteis dichiara quanto segue: “Partendo dallo spunto critico sull’archivio Lefra, intendo richiamare l’attenzione sull’opera e sulle iniziative che la Provincia di Campobasso, attraverso le sue strutture, in particolare tramite la Biblioteca provinciale, compie da decenni conservando, tutelando, catalogando e mettendo a disposizione i materiali documentali espressione della cultura regionale o al Molise dedicati. A tale cospicuo ed importante patrimonio, che comprende anche beni immobili, sono dedicati da sempre tutti gli sforzi e

le risorse possibili. In tale ottica si è collocata, non casualmente, anche la scelta di acquistare il Fondo Lefra, al quale nessun altro ente ha voluto partecipare, con l’impegno di non poche risorse economiche e con l’obiettivo di salvarlo da una sorte simile a quella del Fondo Trombetta, oggi di proprietà di Alinari. Dopo l’acquisto, la Biblioteca Albino ha conservato e sta conservando il

Fondo adottando tutte le misure possibili, non senza oneri per l’Amministrazione. Certo resta da raggiungere l’obiettivo di rendere fruibile il Fondo. La Provincia di Campobasso da parte sua, al fianco di tutti gli interventi di cura e messa a disposizione del cospicuo patrimonio librario e documentario oggi fruibile presso la Biblioteca Albino oppure on-line, oltre all’acquisto del

Fondo Lefra, si è impegnata nella sua conservazione e nell’allestimento di procedure adeguate alla sua catalogazione ed eventuale digitalizzazione. A causa dell’impossibilità di agire da sola, ha predisposto progetti ad esso dedicati partecipando, in virtù della corposità del Fondo Lefra (si tratta di 500.000 oggetti e non di 5.000 come detto nel servizio), anche a bandi europei; ha, inoltre, chiesto la collaborazione di altre istituzioni, in particolare, e più volte, quello della Regione Molise (e qui è il caso di ricordare il ventilato impegno a sostenere il progetto di catalogazione e digitalizzazione del Fondo da parte dell’allora Assessore alla cultura Sandro Arco, oggi direttore della Fondazione Molise Cultura), ma gli esiti non sono stati favorevoli. Oggi colgo con grande favore l’interesse e la sensibilità giornalistiche dedicate al patrimonio culturale lasciatoci da

Lefra. Esse possono essere un valido presupposto per un coinvolgimento attivo di tutte le Istituzioni regionali che potrebbero e dovrebbero contribuire fattivamente, trattandosi di un patrimonio di interesse regionale, ad avviare a soluzione un problema oggettivo che, con la situazione finanziaria della Provincia e con il nuovo assetto delle funzioni che essa assume, certo non appare di immediata soluzione. L’eventuale intervento di altri Enti – conclude il presidente , inoltre, darebbe una prima ed importante risposta alla urgenza culturale che con tanta sensibilità la testata giornalistica ha colto e pubblicamente manifestato. Qui, non posso che ringraziare chi ha posto nuovamente la questione del Fondo Lefra, sperando che chi indirizza e conduce le politiche culturali regionali mostri interesse e faccia seguire azioni concrete”.

Vendevano Playstation virtuali Due giovani cercavano di sottrarre 300 euro a un 17enne. Bloccati dalla Polizia Campobasso. Gli hanno fatto credere che gli avrebbero venduto la Playstation, in realtà era una scusa per soffiargli i soldi sotto al naso, ma il loro piano ha avuto vita breve grazie all’intervento delle forze dell’ordine. E’ successo nei giorni scorsi in una zona centrale di Campobasso, intorno alle 10 e 30 del mattino. Due giovani di circa 20 anni hanno dato appuntamento ad un 17enne per effettuare lo scambio, 300 euro il prezzo chiesto per il presunto acquisto della consolle, soldi che i due ra-

gazzi più grandi hanno voluto subito vedere, spostandosi in una via isolata poco distante dal centro. Ingenuamente il minore ha tirato fuori i contanti per dare prova della sua buona fede, peccato che al contrario i suoi interlocutori non l’avessero. Uno di loro infatti gli ha strappato

i soldi dalle mani e si è dato alla fuga, mentre il complice faceva altrettanto nella direzione opposta. Fortunatamente per la vittima del furto nei paraggi c’era una pattuglia in borghese della Polizia Postale e delle Comunicazioni, gli agenti hanno notato la fuga del ladruncolo e lo hanno inseguito fino a bloccarlo. Una volta accertato l’accaduto per il ragazzo, 19enne campobassano, è scattato l’arresto, convalidato il giorno successivo dal giudice del Tribunale di Campobasso, che lo ha anche condannato per direttissima a 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 200 euro di multa, con sospensione della pena perché incensurato. I soldi sono stati restituiti al minorenne, mentre a seguito di ulteriori indagini la Polizia ha identificato e denunciato a piede libero per il reato di furto in concorso il complice.

Regione Molise e Unioncamere Molise portano le aziende molisane ad HOST 2015 Campobasso. Ai nastri di partenza la 38^ edizione della manifestazione fieristica HOST, in programma dal 23 al 27 ottobre p.v. presso il quartiere fieristico di Milano Rho-Pero. Leader assoluto nel settore Ho.Re.Ca., foodservice, retail, GDO e hotellerie, Host è un luogo di incontro esclusivo tra aziende produttrici leader di mercato e buyer provenienti da tutto il mondo. Se ne prevedono 133.000, di cui oltre 51.000 provenienti dall’estero, con oltre 160 Paesi coinvolti. Significativo anche il numero degli espositori che quest’anno è stimato in circa 1.700 (+6,5% rispetto all’edizione precedente) provenienti da 48 Paesi. Tra questi ci saranno anche 7 aziende molisane che verranno ospitate all’interno di stand istituzionali organizzati dalla Regione

Molise e dall’Unioncamere Molise. Si tratta delle aziende CST Specialist Coffe, Torrefazione Monforte e Domingo Caffè,

che esporrano in uno stand ubicato al padiglione 22 – area R 52-S53, di Serramenti Italia, Sir Infissi e Italicrips che esporranno nel

padiglione 10 – area G93-H94 e delle Coltellerie Fraraccio che esporrà nel padiglione 6 – area L 26. L’iniziativa rientra fra gli eventi finanziati dalla Regione Molise nell’ambito dell’Avviso POR FESR 2007/2013 – Attività I.3.1., finalizzati a supportare e favorire la presenza delle imprese molisane agli eventi collaterali organizzati a Milano in occasione e nell’ambito dell’EXPO 2015. Host è dunque una manifestazione trasversale, dove tanti settori sinergici parlano di business con un linguaggio evoluto e competente. Un network permanente di contatti che in 5 giorni potrà e dovrà essere utilizzato anche dalle imprese molisane con l’obiettivo di avviare nuovi ed interessarti opportunità di business con partner affidabili provenienti da tutto il mondo.


Campobasso

7 22 ottobre 2015

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Il girone delle delusioni consente di mantenere vive le speranze di vittoria a sei formazioni

Gli altri aspettano ma così non li prendiamo Tutto ciò che c’è da sapere sul calcio scommesse e sulle partite “aggiustate” di Gennaro Ventresca La giovinezza. Dovremmo pensare alla giovinezza che passa veloce come una freccia (non importa se Bianca o Rossa). Invece, stiamo qui a torturarci sui troppi gol presi e i pochi fatti. Non vi dico poi le polemiche di bassa macelleria. Che servono per condire il menù alla “Unti e bisunti” dei frequentatori del mondo dei calci d’angolo. Vogliamo vincere. Non vorremmo. La differenza non è poi nemmeno tanto sottile. I tifosi vogliono vincere. Non importa come. A loro va bene una furbata alla Moggi, una svista arbitrale, una decisione presa dietro una scrivania. Siamo andati in piazza a festeggiare il ritorno in C2, deciso a ta-

volino, dopo un ripescaggio neppure tanto difficile. Ma, comunque, frutto del lavoro di gruppo. Lavorarono insieme, forse per la prima volta nella nostra città di accidiosi, classe politica, calcistica, federale e imprenditoriale. Ricordo le bandiere al vento in piazza Municipio, i brindisi, gli evviva e gli applausi fragorosi persino ai due “puzzoni” montelliani. Che presentarono per la prima volta al pubblico Anna Favi che sarebbe stata l’equivalente di BB al Milan, una sciagura. Come potrete notare non si guarda troppo alla grana fina quando c’è di mezzo una partita di pallone. Tante volte per vincere si fanno anche operazioni di frode sportiva, dando mazzette e importanti rega-

lie. Quando qualcuno, tra i tanti, viene scoperto non vi dico quanti moralizzatori vengono fuori. Come tante mammolette i censori rimarcano che “lo sport dovrebbe prevalere su ogni cosa”. Ma poi sono i primi a cercare un aiutino o addirittura un aiutone se c’è di mezzo la loro squadra. A cui da qualche tempo bisogna aggiungere anche tutto l’illecito che c’è intorno alle scommesse. Che ci sono sempre state. Una volta erano clandestine, ora si possono tranquillamente fare. E il gioco cresce come un sufflè. Giorno dietro giorno. E se ci sono di mezzo i soldi aumentano le porcate. Ho avuto il coraggio di ammettere, dopo che il reato è andato in prescrizione, che più di una volta il

nostro club è ricorso alla diplomazia per lubrificare certi ingranaggi. Per quel che ne so solo Gigino Falcione, benché spronato da alcuni amici che gli ronzavano intorno, non volle saperne di percorrere il sentiero sbagliato. Gli altri condottieri, chi in un modo e chi in un altro, avrebbero cercato quasi sempre alleanze torbide. Non ricordo neppure una voce discorde. L’essenziale era vincere. A qualsiasi costo. *** Adesso, dico già domenica con l’Agnone, serve la vittoria. Da ottenere solo con il sudore e con il cuore grande come un carciofo. La partita si annuncia abbordabile, ma non certo facile. Dopo aver

perso ad Avezzano credo che non ci sia proprio nulla di scontato per i nostri ragazzi che continuano col loro festival di errori e di brutte figure. Quattro espulsioni e un numero industriale di squalifiche sono in ritratto di ciò che sta succedendo a una squadra che era stata indicata, anche da chi non parteggia per i nostri colori, tra le favorite. Non “la favorita”. C’erano e ci sono, infatti, Fano e Samb che erano e sono le più forti. Anche Fermana e Matilica fanno parte di quel gruppetto. Chi per una ragione, chi per un’altra, tutte le favorite stanno deludendo. Forse solo per questo è consentito di sperare al Campobasso, nonostante quattro sconfitte su otto partite.

Rubati soldi e attrezzature ad una parrucchiera Ladri in azione anche a Ripalimosani. Interessati il tabacchino e due bar CAMPOBASSO. Colpo nella notte a Campobasso, dove nella parrucchiera ‘Dèjavù’ di piazza Cuoco alcuni malviventi si sono introdotti per portare via attrezzature professionali dal valore di circa 3mila euro. Ad accorgersi dell’accaduto le commesse nel negozio al momento dell’apertura. Sul posto i Carabinieri del capoluogo per le indagini del caso.

Notte di furti anche a Ripalimosani. Qui ad avere la peggio è stato il tabacchino Sabetta, da dove i ladri hanno portato via sigarette, gratta e vinci e i soldi che vi erano in cassa. Sempre nelle ore notturne i malviventi sono entrati anche in altri due bar del paese, da dove però hanno portato via solo qualche spicciolo.

Digitalizzata la Biblioteca Soddisfazione per il lavoro svolto dalla struttura bibliotecaria CAMPOBASSO. Il Presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis comunica che da lunedì 19 ottobre 2015, parte dei periodici molisani digitalizzati della Biblioteca Albino (7.723 documenti) sono disponibili, oltre che sulla teca digitale locale, anche su Internet Culturale – Cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo. (http://www.internetculturale.it/open cms/opencms/it/collezioni/collezione_0167.html). All’interno della raccolta, si possono segnalare, limitandosi al solo Ottocento, il “Giornale economico rustico del Sannio” (1820-1838), precoce e interessante strumento di informazione scientifica e di diffusione di tecniche e “precetti di agricoltura, pastorizia, …” condotto da Raffaele Pepe; alcune testate che portano il nome di “Il sannita” legate ai travagli politici e istituzionali del 1848 e degli anni fra il 1860 e il 1865; la “Gazzetta della provincia di Molise” che, come recita il suo sot-

totitolo, dal 1867 al 1876, è il “Periodico officiale per gli atti del Consiglio e della Deputazione provinciale, e per gli avvisi e le inserzioni che prima si pubblicavano nel Bollettino di Prefettura”. La digitalizzazione delle testate del fondo Periodici Molisani è ancora in itinere. Attualmente, sia in Internet

Culturale, sia nella teca locale sono consultabili le immagini dei fascicoli di 219 periodici molisani (comparsi fra il 1820 e il 1958), di cui 72 nati nell’Ottocento. Dopo la migrazione delle immagini dei manoscritti musicali del Fondo Pepe. (http://www.internetculturale.it/ope ncms/opencms/it/collezioni/colle-

zione_0034.html), l’esposizione su Internet Culturale dei periodici molisani rappresenta un apprezzabile testimonianza dell’importanza che il mondo della cultura italiana riconosce sia al patrimonio della Biblioteca Albino, sia alla professionalità del personale che vi lavora, sia allo sforzo profuso per

la costruzione e lo sviluppo di una fondamentale e duratura infrastruttura culturale. Questo ulteriore obiettivo nel processo di innovazione della Biblioteca Albino, fuori dal Molise ancora considerata fra le migliori strutture italiane del suo target, marca ulteriormente la distanza fra il perdurante interesse della comunità delle istituzioni culturali nazionali e l’indifferenza delle istituzioni molisane verso l’istituto che custodisce la memoria culturale regionale. La presa in carico da parte di Internet Culturale del patrimonio documentario digitalizzato della Biblioteca Albino rappresenta una rilevante azione di tutela e di garanzia di accessibilità ad una importante parte del patrimonio molisano che – in considerazione del processo di riforma che ha investito le province e del dichiarato disinteresse della Regione Molise e dei suoi organismi di ambito culturale – potrebbe essere non più fruibile e non più adeguatamente tutelata.


La Uil rivendica iniziative per l’attrazione di seri investitori con gli strumenti dell’Area di Crisi, ma chiede anche impegni perché i giovani e le donne molisani possano intraprendere, crearsi un lavoro ed essere protagonisti del loro successo: politiche attive, finanziamenti, sostegni concreti e opportunità reali. Fondi europei, disponibilità nazionali, investimenti regionali vanno resi disponibili a favore dei giovani inoccupati e delle donne prive di reddito perché la ripresa del Molise e del Mezzogiorno passa anche attraverso il loro impegno e il lavoro da essi stessi “inventato”. La Uil informa, assiste negli adempimenti, offre servizi, accompagna questi cittadini per lo sviluppo delle loro potenzialità imprenditoriali.

Presentazione dell’iniziativa TECLA BOCCARDO, Segretario generale UIL Molise I numeri e le caratteristiche del contesto socio economico molisano e l’emergenza lavoro ANDREA CUTILLO, Segretario generale UIL RUA Molise Il protagonismo delle donne, risorsa inespressa del Molise MARIA VARONE, Resp.le Coordinamento Politiche di genere e Pari opportunità UIL Molise Reali opportunità di lavoro per giovani molisani “non votati all’emigrazione” MARCO AMICONE, Segretario generale UILTemp Molise Servizi di qualità e interventi personalizzati dal Sindacato dei cittadini ROBERTA BARONE, UILA Molise Conclusioni GUGLIELMO LOY, Segretario confederale UIL




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Isernia

22 ottobre 2015

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San Giovanni Bosco, una sede più sicura Toccherà al commissario prefettizio scegliere quale la struttura più idonea per la scuola isernia. Il Commissario Prefettizio, dott. Vittorio Saladino, e il Sub Commissario, dott. Antonio Incollingo, hanno incontrato una rappresentanza dei genitori dei bambini che frequentano la scuola per l’infanzia “San Giovanni Bosco”. Sono intervenuti anche l’insegnante Maria Guerriero e il tecnico comunale ing. Antonio Ricchiuti. Oggetto della riunione è stata la sicurezza dei fanciulli in relazione ai locali in cui vengono ospitati durante l’orario scolastico. Il Commissario ha introdotto l’argomento rappresentando che le soluzioni percorribili sono solo due: far restare i fanciulli nelle aule della San Giovanni Bosco, oppure riportarli nell’edificio privato di Cicchetti in cui sono stati per alcuni anni. In en-

trambi i casi, secondo le relazioni tecniche e sanitarie in possesso del Comune, vi sono aspetti di criticità.

Per cui, Saladino ha inteso ascoltare i genitori e la rappresentante dell’istituto per riflettere su quale scelta

compiere. L’ing. Ricchiuti ha preso la parola per ricordare gli elementi che hanno portato al trasferimento della scuola materna nell’edificio di Cicchetti e, successivamente, al rientro della stessa materna nei locali della San Giovanni Bosco. Il primo edificio presenta dei rischi legati alla mancanza di taluni requisiti riguardanti la sicurezza/benessere; il secondo edificio presenta, invece, dei rischi a livello statico/sismico. Ricchiuti, a tal proposito, ha letto anche una nota fatta pervenire in questi giorni dalla Asrem (Ambito territoriale di Isernia), con la quale si rimette ogni valutazione e decisione all’amministrazione comunale. Il dott. Saladino, quindi, ha chiesto ai presenti di esprimere la propria

opi-nione. Metà dei genitori si sono detti favorevoli al ritorno nell’edificio privato di Cicchetti, l’altra metà per restare in quello storico della San Giovanni Bosco. Sulla questione, l’insegnate Guerriero ha dichiarato che, per assumere un pon-derato provvedimento, si deve tener innanzitutto conto della incolumità dei fanciulli e di chi lavora nella scuola. Ha poi mostrato un verbale del collegio dei docenti che auspica un trasferimento della materna nei locali del Liceo Classico. Tale istituto, però, non è comunale bensì di proprietà dell’amministrazione provinciale. Al termine dell’incontro, il Commissario Saladino si è riservato di adottare nell’immediato la relativa decisione.

Il volo di Pegaso. Raccondare le malattie rare La Fondazione Neuromed accoglie la presentazione del nuovo concorso artistico-letterario nazionale È arrivato alla sua ottava edizione e, per la Regione Molise, la presentazione avverrà a Pozzilli grazie alla collaborazione tra Fondazione Neuromed e Comitato Paolo Balestrazzi Lotta alla Neurofibromatosi e a tutte le malattie rare. Parliamo del concorso artistico-letterario “Il Volo di Pegaso, raccontare le Malattie Rare” ideato e promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Centro Nazionale Malattie Rare. L’incontro intitolato “Sono raro ma per questo non diverso” si terrà venerdì, 23 ottobre 2015, presso la Sala Conferenze del Parco Tecnologico dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Via dell’Elettronica, a partire dalle ore 9:00, e vedrà, insieme alla presentazione del libro ‘Vivere per raccontare. Raccontare per Vivere’ che raccoglie i lavori dell’edizione scorsa del concorso, un dibattito tra autorevoli relatori che approfondiranno il tema delle malattie rare e della loro conoscenza. Parteciperanno Domenica Taruscio, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare; Stefania Razeto, dell’Istituto Superiore di Sanità; Tito Lucrezio Rizzo Consigliere

Capo Servizio Presidenza della Repubblica, Stefano Ruggieri e Francesca Elifani del Centro Malattie Rare I.R.C.C.S. Neuromed; Elisabetta Manfroi, Genetista delle Malattie Rare; Mina Welby, Co-Presidente Associazione Luca Coscioni; Antonio Santoro della Cooperativa L.A.I.; Luigia Altopiedi dell’Istituto Superiore Fermi-Mattei; Don Salvatore Rinaldi della Parrocchia Don Orione di Venafro. Moderatore del dibattito, che vedrà la presenza del soprano Antonella Inno, il giornalista Corrado Stillo. Quest’anno il tema del concorso si ispira a Thomas Mann, scrittore tedesco e Premio Nobel per la Letteratura, che scrisse l’aforisma “Le avversità possono essere delle formidabili occasioni”. Ed è proprio sulla capacità di affrontare i problemi della vita, di chi convive con una malattia rara o di coloro che sono vicini ai malati, che il concorso vuole porre l’accento. Motore della manifestazione Palmina Giannini, del Comitato Paolo Balestrazzi, che da più di vent’anni lotta per la conoscenza di

queste patologie e per fornire un concreto aiuto ai malati. “Ho iniziato ad organizzare eventi di sensibilizzazione sulle malattie rare proprio con l’Istituto Neuromed nel 1996. – commenta Giannini - E da allora non mi sono mai fermata. Le malattie rare e neurodegenerative mi hanno distrutto la vita perché mio marito e mio figlio si sono ammalati rispettivamente di SLA e Neurofibromatosi, ma in un certo senso me l’hanno anche costruita perché sono riuscita a sostenere tanti malati e le loro famiglie. Dobbiamo conoscere queste patologie, non dobbiamo averne paura, e spero che il mio sia un esempio di vita a non arrendersi mai. L’occasione di venerdì sarà ancora più interessante perché siamo riusciti a coinvolgere le scuole, anche quelle di fuori regione, e diversi disabili che porteranno la loro testimonianza”. A sottolineare la forte finalità didattica dell’iniziativa sarà Maria Pia Tomassetti, dirigente scolastico dell’Istituto L. Pilla di Venafro. Con oltre cento studenti parteci-

panti, infatti, il mondo della scuola è fortemente coinvolto. “Abbiamo promosso e condiviso con entusiasmo questa iniziativa – dice Mario Pietracupa, Presidente della Fondazione Neuromed – che per noi vuole essere anche motivo di approfondimento sulle novità, in campo scientifico e medico, relative allo studio e alla terapia delle Malattie Rare. Ringrazio Palmina Giannini per il suo impegno instancabile con cui porta avanti quella che oserei definire ‘la battaglia della sua vita’. La sensibilizzazione alla conoscenza delle malattie rare, soprattutto per i ragazzi, ci aiuta a migliorare il mondo di domani. Un mondo che non ha paura di ciò che non si conosce, ma che affronta le difficoltà e la diversità. Vogliamo diffondere la conoscenza delle malattie rare proprio per renderle ‘meno rare’, più vicine alla conoscenza di tutti noi. La ricerca, poi, è la vera protagonista perché altrimenti non potremmo studiare queste patologie così particolari, né tantomeno aiutare chi ne è affetto”.

“Poste, rivalutare la buonuscita” La Slc Cgil è intervenuta in merito al problema isernia. Presso la sala “gialla” della provincia di Isernia, si è tenuto l’incontro organizzato dal Sindacato Lavoratori della Comunicazione SLC CGIL Molise e dallo SPI CGIL per discutere della rivalutazione dell’indennità di buonuscita dei lavoratori delle Poste congelata al 28 Febbraio 1998. All’incontro hanno partecipato l’onorevole Danilo Leva, il Segretario dello SPI CGIL Giovanni Varriano e il segretario SLC CGIL Luigi De Francesco oltre a numerosissimi dipendenti e pensionati di Poste Italiane.

Dopo un’ analisi dettagliata di Luigi Russo della SLC che ha fatto la cronistoria di questa vicenda ha preso la parola l’onorevole Danilo Leva ricordando che già nel 2013 si era interessato a tale problema presentando un’interrogazione al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. La disposizione di cui all’art. 53, comma 6 lettera a, della legge 449 del 27 dicembre 1997 prevede che l’indennità di buonuscita maturata dai dipendenti delle Poste Italiane alla data del 28 febbraio 1998 calcolata in base alla retribuzione all’epoca spettante,

non sia suscettibile di rivalutazione per il periodo che intercorre tra tale data e quella del successivo collocamento in quiescenza. Tale norma per i molti lavoratori e pensionati intervenuti è stata definita come una vera e propria truffa, infatti la cifra complessiva è confluita in un fondo chiuso presso l’IPOST affidato a una gestione commissariale denominata “Gestione Commissariale Fondo Buonuscita per i Lavoratori di Poste Italiane” anziché ritornare ai lavoratori. Sono trascorsi circa 18 anni e i lavoratori

delle Poste hanno assistito a innumerevoli mutamenti tra cui anche la scomparsa dell’IPOST confluito nell’INPS, ma in tutti questi anni non hanno trovato da parte della politica la giusta attenzione al loro problema che li vede discriminati rispetto a tanti altri lavoratori. Oggi l’impegno dell’onorevole Danilo Leva è quello di riportare attenzione sul tema buonuscita dei lavoratori e pensionati postali anche attraverso nuove interrogazioni parlamentari e/o apposite risoluzioni delle commissioni permanenti.


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Termoli

22 ottobre 2015

Trivellazioni, passa il manifesto di Termoli La Conferenza delle Regioni ha fatto proprio il documento approvato in Molise TERMOLI. Sette punti cardine di un’azione politico amministrativa che non è più solo di una parte dell’Italia ma diventa di tutta la nazione. La Conferenza delle Regioni, nella seduta di oggi, ha approvato il Manifesto di Termoli attraverso il quale, lo scorso 24 luglio, i presidenti di Abruzzo, Molise, Marche, Puglia, Calabria e Basilicata avevano detto ufficialmente ‘no’ alle trivellazioni sia via mare che via terra. Lo stesso documento che era stato approvato anche dai consigli regionali aprendo la strada al referendum abrogativo di una parte dello Sblocca Italia che, appunto, consente le trivellazioni e le perforazioni. Adesso arriva un ulteriore tassello, politicamente ‘dirompente’, per i rapporti tra le Regioni e il Governo Renzi. “E’ un ulteriore importante accadimento con cui il Governo dovrà confrontarsi – ha affermato il

sottosegretario con delega all’Ambiente della Regione Abruzzo, Mario Mazzocca – se il documento di Termoli poteva essere interpretato come una manifestazione di volontà di una parte dell’Italia, con la sottoscrizione del referendum e l’unanime validazione da parte della Conferenza delle Regioni riteniamo che si sia in presenza di un fatto po-

litico dirompente e dirimente, con il quale il Governo centrale dovrà necessariamente fare i conti”. E così, mentre si attende che il Ministero dello Sviluppo Economico dia il parere sul progetto Ombrina Mare (discussione slittata la settimana scorsa per un difetto di notifica ai rappresentanti dell’azienda che ha presentato la richiesta di rea-

lizzazione del pozzo), e mentre i comitati (anche quelli molisani) continuano la loro mobilitazione per evitare che terra e mare diventino delle enormi forme di ‘groviera’, i sette punti del Manifesto di Termoli diventano un ‘vademecum’ per la battaglia a tutela del territorio. Dalla “condivisione sulla preoccupazione per lo sviluppo incontrollato di attività estrattive in zone costiere oltre che di pregio storico e naturalistico, al mantenimento in capo alle comunità regionali della prerogativa di elaborare le scelte di protezione e valorizzazione delle proprie coste e del mare, da intendersi beni comuni e irrinunciabili, la necessità del graduale superamento della attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in quanto basata sul consumo di fonti energetiche fossili, e contestuale progressivo ricorso a fonti energetiche alternative e rinnovabili”. Dalla “ineludibilità della con-

certazione con le comunità regionali del mantenimento di attività estrattive nei tratti di mare prospicienti le coste, elevando il tema ad una più consona dimensione europea”, passando per “l’urgenza di una cabina di regia nazionale fra Regioni costiere e competenti organi dello Stato, che elabori scelte condivise sulle aree nelle quali avviare o mantenere attività estrattive, la centralità della via della condivisione e del dialogo con l’amministrazione centrale e richiesta ed al Governo dell’immediata apertura di un tavolo di confronto di caratura stabile e duratura e il ricorso a tutti i mezzi (strumento referendario incluso) previsti o consentiti dell’ordinamento italiano, europeo ed internazionale, qualora non si consentano forme di condivisione e di dialogo”. C’è da chiedersi adesso come reagirà il Governo Renzi a una presa di posizione chiara e lampante.

Treno fermo per un passaggio a livello Oltre un’ora il mezzo è rimasto nelle campagne prima della stazione di Ururi. Sono dovuti intervenire i carabinieri TERMOLI. Ancora problemi sulla tratta ferroviaria Campobasso-Termoli. Questa mattina partenza da Campobasso alle ore 6 con il treno Campobasso-TermoliPescara, prima di arrivare alla stazione di Ururi, in prossimità di un passaggio a livello rimasto aperto, il treno ovviamente si è fermato oltre un’ora in aperta campagna. E’ stato necessario l’arrivo dei carabinieri,

che hanno vigilato il passaggio a livello per far ripartire il treno. Non è dunque un progetto peregrino quello di voler chiudere i passaggi a livello nei posti più remoti, anche per evitare simili disguidi, oltre che i costi di manutenzione. La realtà è che occorrerebbe davvero investire nel trasporto ferroviario con tratte e mezzi adeguati, ma come cantava Vasco decenni fa… Ormai è tardi.

A San Martino la sezione Primavera Per il secondo anno consecutivo è stato possibile procedere con la sezione SAN MARTINO IN PENSILIS. È festa a San Martino perché per il secondo anno si è attivata la sezione primavera. Un appuntamento che è frutto dell’operato dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Caravatta: “siamo partiti un po’ in sordina ma il lavoro la passione e la volontà messa in campo ha fatto sì che questa sezione primavera divenisse un grande successo. Questo è un progetto importante per la nostra comunità perché è strumento utile anche e soprattutto alle neomamme”. Triplicato il numero dei bambini iscritti proprio mentre buone nuove giungono anche sul fronte della scuola elementare perché proseguono spediti i lavori di costruzione di un nuovo plesso scolastico. “I lavori per la nuova scuola elementare – aggiunge Caravatta – sono orgoglioso e contento di affermare che stanno andando avanti in maniera spedita. Credo che in pri-

mavera avremo la scuola a disposizione e questo ci fa piacere perché faremo quel salto di qualità che questa comunità merita. In questa nuova struttura ci saranno delle aule bellis-

sime, una scuola sicura, laboratori artistici polifunzionali, un auditorium di 400 metri quadri dove potremo porre in essere una serie di progetti a cui la scuola stessa lavora

tutto l’anno e quindi siamo davvero molto soddisfatti”. A coordinare le attività sarà la cooperativa Sirio che con Lucia Rocco afferma: “come cooperativa ci occu-

piamo sul territorio di gestire, oltre alla sezione primavera, anche gli asili nido di Termoli e Campomarino. La sezione primavera è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 13 e prevede un’accoglienza mattutina con gioco libero e durante la mattinata verranno organizzate delle attività strutturate che sono quelle che seguono un progetto educativo. Le insegnanti presenteranno il progetto ai genitori tra 20 giorni e in base a quello che poi è il punto fondamentale del progetto ci saranno delle attività collegate ad esso. Si tratta di una fascia di età molto piccola ma rendono molto anche se le attività sono principalmente manipolative, attività giochi ad incastro, disegno libero”. E così nasceranno progetti educativi pensati per far crescere i piccoli in ambienti sicuri, ma soprattutto volti a far sviluppare le capacità di ognuno attraverso il gioco e lo stare insieme.


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Termoli

22 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Nagni i soldi alla Gtm” Nuova diffida da parte della Cgil per evitare lo sciopero già proclamato per il 27 ottobre TERMOLI. Mancano solo sei giorni allo sciopero dei 24 dei dipendenti iscritti alla Filt-Cgil, ed ecco nuova diffida legale da parte della Gtm srl, la società concessionaria del servizio in regime di prorogatio avverso la Regione Molise. Poche settimane fa c’era stato un tentativo di disgelo a favore proprio dei lavoratori, con la richiesta di versamento di un contributo utile a pagare almeno due stipendi, ma dalla risposta nemmeno pervenuta per vie ufficiali (per lo meno non ne siamo a conoscenza) la società ha pigiato sull’acceleratore del contenzioso. “Facciamo seguito alla precedente corrispondenza intercorsa in relazione alla sentenza del Tar Molise n. 243/15 e da ultimo alla nostra noia del 7 ottobre scorso, con la quale vi chiedevamo nuovamente di proce-

dere al saldo delle nostre spettanze relative alla sentenza del Tar Molise e pari a 421.920 euro. Non possiamo che prendere atto del fatto che ad oggi nulla è stato concretamente operato da codesta amministrazione,

con conseguente impossibilità per Gtm di procedere al pagamento delle mensilità arretrate dovute ai propri dipendenti. Tale situazione rischia di determinare ricadute disastrose sull’esercizio dei servizi attualmente af-

fidati alla scrivente, in grave ed evidente danno dell’utenza servita e non solo. I lavoratori di Gtm, infatti, hanno indetto per il 27 ottobre prossimo uno sciopero di ben 24 ore che determinerà la paralisi totale dei ser-

vizi di trasporto pubblico a livello comunale, lasciando privi di mezzi, tra gli altri, lavoratori e studenti. Qualora entro tale data nessuna concreta misura venga adottata dalla Regione, non potremo esimerci dall’intraprendere tutte le opportune azioni a tutela dei diritti e degli interessi della società e a denunciare nelle competenti sedi i soggetti la cui inerzia ha determinato l’interruzione di pubblico servizio che verrà così determinata. Con la presente, quindi, vi diffidiamo a procedere al pagamento di quanto a noi dovuto entro e non oltre tre giorni, così da permetterci di soddisfare le legittime richieste del nostro personale dipendente. In caso contrario, vi riterremo direttamente responsabili di tutte le conseguenze che deriveranno dal blocco dei servizi del prossimo 27 ottobre”.

...Chiediti perchè.....Termoli In Giappone l’unica categoria che non è obbligata a inchinarsi davanti all’Imperatore è quella degli insegnanti. I giapponesi infatti credono che senza insegnanti non ci sarebbero nemmeno gli imperatori! E questo dice non solo della considerazione di cui godono i docenti da quelle parti ma di quanto la saggezza orientale comprenda e preservi gelosamente il compito educativo. Come davanti ad uno spazio sacro dovremmo toglierci calzari entrando in una scuola perchè è un luogo, quello, in cui non si insegna solo a far di conto e a dare nozioni di storia patria. Quella palestra di vita forma i cittadini, forgia le coscienze delle generazioni, insegna a vivere, incide in modo determinante sul futuro delle comunità. Purtroppo nel corso del tempo, dalle nostre parti, l’impegno nell’educare e dell’istruire è stato derubricato a rango di manodopera pubblica a buon mercato, paragonato a qualunque altro impiego statale e spogliato di ogni riferimento all’importanza, alla delicatezza, alla centralità dell’educare. Anche per questa ragione mi piacerebbe che, all’inizio del

nuovo anno scolastico fosse lanciata una sorta di campagna in tutte le scuole. un impegno comune per i docenti di ogni area di insegnamento per stimolare i bambini, i ragazzi, i giovani al pensiero e al pensiero critico, al gusto della curiosità. Insegniamo: “chiediti perché”. Insegniamo a non comprare mai niente a scatola chiusa. “Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso”, scriveva Albert Einstein. Detto da uno scienziato di quella levatura c’è da credergli! Per questo dovremmo sentirci incalzati dal proporre la curiosità, non tanto come disciplina curriculare, quanto come metodo che accompagni lo studio e l’apprendimento della matematica e della geografia, della filosofia e della storia, della letteratura, delle religioni, dell’arte, della scienza......I non curiosi sono uomini tristi inesorabilmente fermi agli stalli di partenza. Perchè la curiosità è il buon pasto che la vita ci concede gratuitamente per nutrire il cervello. E l’anima. Come amava ripetere sempre lo stesso Einstein: “La cosa più importante è non smettere mai di do-

mandare”. Se questa semplice regola fosse seguita anche nella politica ( particolarmente in quella nostrana-molisana) e nell’economia, nelle chiese ( intese come confessioni religiose) e nell’azione sociale.......riusciremmo a rispondere meglio ai bisogni reali e alla vita delle persone piuttosto che alle teorie elaborate nei gabinetti asettici del pensiero disincarnato. C’era una volta il punto interrogativo, un grande curiosone con un solo ricciolone, che faceva domande a tutte le persone, e se la risposta non era quella giusta, sventolava il suo ricciolo come una frusta. Agli esami fu messo in fondo a un problema così complicato che nessuno trovò il risultato. Il poveretto, che di cuore non era cattivo, diventò per il rimorso un punto esclamativo. Il referendum in questa municipalità non si può fare! cappellaroccodettotommaso

Ischemia a bordo, interviene la Guardia Costiera Prestazioni sanitarie d’urgenza per una nave traghetto partita dalla Grecia TERMOLI. Soccorso prestato dai militari della Guardia costiera lunedì sera nel mare Adriatico compreso tra Abruzzo e Molise. In azione il personale della direzione marittima di Pescara. A 60 miglia dalla costa, un componente dell’equipaggio, di nazionalità greca, della nave traghetto “Forza”, colto da ischemia cerebrale. Il marittimo, trentenne, ora ricoverato nell’ospedale di Termoli, non è in pericolo di vita. L’allarme era scattato dopo le 19.30 quando la sala operativa della Capitaneria Adriatica è stata allertata dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto di Roma che ha affidato a Pescara il coordinamento dell’emergenza sanitaria per evacuare il marittimo dalla nave passeggeri italiana partita da Igoumenitsa (Grecia) e diretta a Venezia. Pescara ha quindi gestito le operazioni attivando la macchina dei

soccorsi. Coinvolti, oltre al personale ed ai mezzi navali del Corpo, anche personale medico e paramedico del servizio nazionale 118. Per dare la massima e più rapida assistenza al marittimo, si è deciso di dirottare la nave traghetto verso il porto di Termoli, da dove è stata fatta partire la motovedetta Sar Cp 821 con a bordo personale medico e paramedico dell’ospedale termolese salito a bordo del traghetto a circa 20 miglia dalla costa per stabilizzare le condizioni del marittimo. Successivamente la nave passeggeri ha proseguito verso il porto di Termoli e, una volta in rada, considerata l’impossibilità di fare ingresso nel porto, non idoneo ad accogliere unità di grossi tonnellaggi, si è proceduto alle operazioni di trasbordo del marittimo e del personale medico su una unità della Guardia Costiera per consentirne lo sbarco in banchina.



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Opinioni Di Claudio de Luca LARINO. Un tempo, qundo i Partiti erano qualcosa in più rispetto all’odierno acrònimo, non appena una Comunità fosse stata toccata da una resezione, si sarebbero aperte subito le “danze” contro la spoliazione del tale o del tal altro Ufficio pubbico ed i Sindaci avrebbero innalzato ai quattro venti gli alti lai della Città. Oggi, per conoscere quale sorte rischia di avere la permanenza a Larino e ad Isenia dei Tribunali, ed a Campobasso della Corte d’appello, bisogna attendere le esternazioni delle Camere penali del capoluogo e le rivelazioni della Scuola forense molisana. Ultimamente, in queste Sedi, nel corso della sessione dedicata alla formazione dei difensori di ufficio, è stata resa nota la delicata situazione che andrebbe ad attraversare il mondo giudiziario. Sin dall’agosto scorso il Ministro della Giustizia ha costituito una Commissione per riorganizzare le Sedi; ed i lavori, già iniziati dai primi di settembre, dovrebbero esaurirsi entro la fine dell’anno. L’obiettivo sarebbe la riduzione del numero delle Corti d’appello che, da 26, diventerebbero 12-14 E così il Molise sarebbe punto ed a capo, tanto più – come già disse Michele Vietti, già vice-Presidente del Csm, perché occorre porre fine alle storture di regioni che “con 300mila ab. hanno una Corte d’appello. Con questi numeri non si ha diritto manco ad un Tribunale…”. Quelli di Campobasso, di Isernia e di Larino sono considerati da sempre Uffici “sottosoglia”; e la Giunta dell’Anm sostiene che la spesa della Giustizia potrà essere razionalizzata solo con un intervento mirato a ridurre le circoscrizioni, rendendo più funzionali quelle che residuano, attribuendo ad esse un organico di almeno 20 Magistrati. Presentemente, nelle condizioni

La notizia è sin troppo nota. Riferisce che, tra i grandi problemi del Molise, si annovera: 1) la manutenzione del territorio; 2) la difesa idrogeologica; 3) l’ecosistema urbano. Dei disagi territoriali si è già resa conto la compagine governativa che, di recente, ha inteso di potere attribuire alla Regione 60 milioni di euro da suddividere in tre “tranches” annuali da 20 ciascuna. E’ senz’altro poco, ove si pensi al dissesto del suolo; ma può essere già qualcosa.Sette centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità nella 20.a regione. I dati emersero anni addietro da un dossier (“La sfida dei piccoli comuni tra qualità e innovazione“) illustrato da “Legambiente” in coincidenza con l’iniziativa “Voler bene all’Italia”. Per colpa del graduale abbandono delle terre (e della carenza delle tradizionali attività di manutenzione) le comunità minacciate da frane e da alluvioni costituiscono una percentuale incredibile nello Stivale (100% in Calabria, Valle d’Aosta ed Umbria; a rischio il 98% delle piccole comunità laziali: 254 su 259; il 97% di quelle marchigiane: 173 su 179; il 95% delle toscane: 134 su 141; il 94% delle campane: 318 su 338; il 93% delle lucane: 90 su 97; il 92% dell’Emilia-Romagna: 152 su 165; 108 su 124 nel Molise; l’83% del Piemonte: 896 su 1.077; il 75% della Liguria: 138 su 183; il 69% della Sicilia: 138 su 199; il 63% del Friuli Venezia Giulia: 102 su 162; il 60% della Lombardia: 687 su

22 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Se in Molise smantellano pure la macchina della Giustizia

dei Palazzi togati molisani, si ritrovano tante Sedi dove, tra Tribunali e Procure, la dotazione è superiore a 10 ed inferiore a 20. Il tema resettizio è ricorrente; ma, almeno sino ad ora, la maggioranza politica non ha avuto mai il coraggio di porvi mano. In Italia gli avvocati sono migliaia; spessissimo operano in politica e, quindi, hanno voce in capitolo. Ma contano pure le opinioni contrarie dei Magistrati; perciò, oggi, la soppressione della Corte d’appello di Campobasso (col trasferimento delle competenze a Bari, a Napoli o ad An-

cona) sarebbe il primo passo verso operazioni localmente più incisive che sfocerebbero nello smembramento del territorio (leggi la proposta del pd sen. Morassut) che si dividerebbe tra la Campania e la Puglia. Ciò posto, un po’ di “storia” non guasta. Quando la riforma dei Tribunali veleggiava verso la voglia di un numero minore di presidi di circondario e di Uffici dei Giudici di pace, a Larino sono venuti ad operare i Gdp di Casacalenda, di Palata e di Guglionesi. Dopodiché l’Esecutivo nazionale procedette ad una drastica riduzione nell’intesa di preservare solo quelli posti nei Comuni capiluogo e di non toccare quelli (come Larino) operanti laddove fosse stata agibile una Corte d’appello. Nel tagliare i cosiddetti rami secchi, si volevano razionalizzare i procedimenti giudiziari con una calendarizzazione delle fasi processuali che, nel settore civile, doveva essere attuata solo se il tentativo di conciliazione si fosse rivelato infruttuoso. Per di più si in-

Dissesto idrogeologico e rifiuti i due problemi ‘verdi’ del Molise

1.152; il 48% dell’Abruzzo: 122 su 253; il 37% della Puglia: 32 su 87; il 30% del Trentino-Alto Adige: 95 su 312; il 26% del Veneto: 87 su 329 ed il 7% della Sardegna: 21 su 316). Questi dati sottolineano la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto all’abusivismo, al disboscamento dei versanti ed all’urbanizzazione irrazionale.Lo con-

fermano chiaro e tondo le operazione di vigilanza della Direzione regionale del lavoro che riferiscono come, su 60 cantieri controllati, più di 50 non siano in regola, al punto che i Servizi ispettivi hanno dovuto intensificare la propria attività. Ultimamente sono state scoperte 7 discariche abusive estese per 10mila mq. I rifiuti giacevano abbandonati, lungo la costa, tra Petacciato, Termoli e Campomarino. Si trattava di scarti edilizi, pneumatici, materiali ferrosi, pali di cemento armato precompresso ed arredi domestici vari. Infine, per quanto concerne l’ecosistema (secondo “Legambiente”, l’Istituto “Ricerche ambiente Italia” ed “Il Sole-24 Ore”),Campobasso si colloca alla 35.a posizione. Gli indici sotto esame sono stati: il consumo e lo spreco idrico, la capacità di depurazione, i livelli di polveri tossiche (nel capoluogo molisano siamo al livello PM10

tendeva instaurare una managerialità nella conduzione del servizio, incardinandola nel Presidente per rimodulare la gestione dei procedimenti e per prefissare obiettivi che avessero avuto a ridurne la durata ed a far lievitare il rendimento della Sede. Ma tutto questo non era parso sufficiente. E così, dalle Alpi al Lilibeo, ora si intende di fare sparire ancora altri presidi. Una delle battaglie più accanite fu condotta da Concita De Gregorio (“Repubblica”) per Lucera:”Laresistenza nella terra dei boss”, titolò un suo “rèportage”. Un altro diceva:“Non lasciateci soli.Napolitano non ci abbandoni alla Mafia“. L’implorazione era di un parroco lucerino che, per protesta, aveva fatto suonare “a morto” le campane della propria Chiesa. Ma i Larinesi a chi devono rivolgersi se addirittura devono venire a sapere da organismi esterni (ma non dalla loro “ignara” – ed ignava – Amministrazione) che la comunità rischia forte. E non si tratta solo di campanilismo, dal momento che la resezione della sede tribunalizia darebbe il colpo di grazia all’economia locale ed ai risparmi investiti dai cittadini. L’ultima volta il centro frentano si salvò grazie al Presidente Berlusconi, in virtù di quella legge che vuole l’operatività di tre tribunali (Campobasso, Isernia e Larino) ai fini del mantenimento della Corte d’appello nel capoluogo regionale. Ma, se ora viene meno pure questo salvìfico presidio, come pensare di potere confidare nello scarso impegno profuso dalla classe politica regionale, e locale, in ben altre faccende affaccendata?

considerato da allarme) ed il trasporto pubblico che non brilla. Addirittura Isernia si ritrova al penultimo posto di questa classifica. Eppure in alcune realtà europee i fondi disponibili vengono concentrati su piccoli interventi quando qui l’impressione è che i Comuni molisani amino procedere a velocità ridotta, atteggiandosi da plantigradi lenti a statici. Pochi i segnali di cambiamento (forse solo il successo della raccolta differenziata a S. Martino in P.), ragion per cui ciò che pare essere venuta meno è la capacità di immaginare un traguardo, un punto d’arrivo verso cui tendere, sia nel breve che nel lungo o lunghissimo periodo. In assenza di obiettivi chiari, il Molise è destinato a non andare da alcuna parte, schiacciato come appare da logiche parziali e settoriali proprio quando la pessima qualità della mobilità urbana (e peri-urbana) inviterebbe ad inaugurare un piano regionale moderno che assegni un posto di primo piano nell’agenda politica, al fine di superare la frammentazione dei singoli provvedimenti ed individuare un modo nuovo di usare – e di vivere – le piccole comunità e le cittadine maggiori. Per la qualità dell’aria vanno esaminate le concentrazioni di polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Tre indici anche per la gestione delle acque: consumi, dispersione della rete e depurazione. Due, invece, i parametri sui rifiuti: produzione e raccolta differenziata.



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