18.000 euro per una cena all'expo molise

Page 1

Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 168 - marTedì 21 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

giornale saTirico

30.000 copie in omaggio

www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook

L’Oscar del giorno a Antonio D’Alessandro

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Antonio D'Alessandro. Il segretario della Cisl Poste, in merito alla chiusura/razionalizzazione degli Uffici Postali che avverrà il 7 settembre ha chiesto al presidente Frattura di non restare in silenzio così come fatto fino ad oggi. Il Governatore Rossi della Toscana, invece, con una provocazione, ha invitato i cittadini a ritirare i soldi dalle Poste. Perchè, in Molise invece regna il silenzio più assoluto su questi ennesimi tagli?

Il Tapiro del giorno a Domenico Di Nunzio

Il Tapiro del giorno lo diamo a Domenico Di Nunzio. E’ il delegato regionale al Turismo. Ma si è accorto che dopo avere liquidato gli enti per il Turismo non è riuscito a dare vita a una struttura in grado di raccogliere idee e prospettare progetti e programmi? Ma ha letto i numeri delle presenze in regione? Si rende conto che in questi anni nulla si è avuto per favorire qualcosa? A Expo, invece, c’era ed ha anche brindato. A cosa, poi, non si sa visti i risultati.

18.000 euro per una cena all’Expo Molise per non mangiare molisano 180 magna magna si sono seduti a tavola

SERVIZIO A PAGINA 3


TAaglio lto

2

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

21 luglio 2015

Risolto il rapporto convenzionale con l’università per il Sistema telematico Molise. In 4 anni sono stati rendicontati solo 500mila euro

Fallimento inatteso Il progetto puntava al miglioramento del rapporto tra i cittadini, le imprese e le Pubbliche Amministrazioni Cinque milioni di euro buttati. Eppure, dalla Regione, erano stati assegnati non a un pinco pallino qualsiasi, ma all’Università del Molise per il completamento del Sistema Telematico Molise. Ovvero, per la creazione e l’erogazione di servizi multicanale rivolti al “miglioramento del rapporto tra i cittadini, le imprese e le Pubbliche Amministrazioni”. Accadeva il 9 aprile 2010 su proposta progettuale del dirigente responsabile del Servizio sistema informativo e privacy (chissà s’è rimato al suo posto o ha fatto carriera - ndr). Sta di fatto che in quella data la giunta regionale, nell’ambito della linea di intervento B “Accessibilità immateriale”del Par Fas Molise 2007/2013, ha autorizzato la realizzazione dell’intervento, per un importo complessivo di 5.000.000 di euro. Successivamente, con una determinazione del 25maggio 2011, la 41, ancora il direttore del Servizio sistema informativo e privacy ha approvato il progetto affidandolo all’università del Molise in quanto partner scientifico e tecnologico dell’iniziativa, perché avviasse l’attività di ricerca finalizzata all’erogazione di servizi multicanale, con particolare riferimento al tema del digitale terrestre, incarico da portare a termine in un arco temporale di 36 mesi. Tutto chiaro ed abbastanza semplice. Un cumulo ragguardevole di risorse (5

CAMPOBASSO. Costruzioni ancora in difficoltà in Molise con effetti drammatici su occupazione e imprese. E’ questa l’impietosa fotografia del settore fatta da Umberto Uliano, Presidente dell’Ance Molise, l’associazione degli imprenditori edili molisani maggiormente rappresentativa. “I nostri sono dati, non interpretazioni. La drammaticità della situazione, più volte segnalata anche con interventi determinati, stanno a testimoniare che il comparto delle costruzioni è vicino alla chiusura. Ci vogliono interventi urgenti e costanti, ma subito e non a fine anno o nel 2016. La situazione sta assumendo toni da vero e proprio allarme sociale”. “Il Molise – prosegue Uliano – è la regione che ha perso più occupati nelle costruzioni, il 25,5%. Ed è un dato sconcertante: proprio la nostra regione in cui l’edilizia ha sempre rappresentato il traino dell’econo-

milioni di euro), un progetto interessante con di mezzo la comunicazione e l’obiettivo di collegare l’istituzione regionale all’opinione pubblica molisana, e un protagonista (l’università) accreditato di specifici valori scientifici e professionali. Queste valutazioni hanno fatto parte certamente delle motivazioni per cui la Regione ha scelto di investire 5 milioni di euro in quel progetto ma, alla resa dei conti, si sono rivelate una bolla di sapone. L’università, di quel progetto, solo un mese fa (il 19 giugno) ha presentato una prima rendicontazione, corredata da una relazione tecnico/scientifica sulle attività svolte e sui risultati raggiunti,

relativa all’anticipazione di 500mila euro corrisposta dalla Regione. Una miseria. Un chiaro venir meno ai contenuti e ai termini della convenzione stipulata che, come abbiamo detto, prevedeva che il progetto fosse consegnato nel giro di tre anni. Ben oltre questo tempo, l’università ha presentato una relazione illustrativa del lavoro svolto, per un importo pari all’anticipazione di 500mila euro, dando di sé, in questa circostanza, un’immagine poco felice, e ai suoi detrattori nel Molise (che non sono pochi anche in seno al governo regionale), un motivo per darsi ragione nel dire che il raccordo istituzioni locali/università non è

mai decollato, nonostante ci siano stati ripetuti tentativi di dargli contenuto e sostanza. Un progetto di 5milioni di euro è sembrato un atto di fiducia e un riconoscimento di professionalità in tal senso. Ma torniamo ai fatti. L’assenza di giustificazioni da una parte e dall’altra, ossia da parte dell’università e da parte della Regione su questo episodio, lascia supporre che quel cospicuo finanziamento era destinato ad un progetto (il Sistema Telematico Molise) cui probabilmente nessuno aveva un concreto interesse. E a pensare che sarebbe potuto essere destinato a investimenti per lo sviluppo economico e l’occupazione. Di que-

sta situazione tutt’altro che piacevole, anzi sconfortante, ha preso finalmente coscienza il direttore generale della giunta regionale, Di Mirco, il quale, avendo una diretta responsabilità, ha preso il toro per le corna. Cioè, è intervenuto ed ha deciso che, “fatta salva la verifica della funzionalità dello stralcio realizzato, della correttezza della rendicontazione e dell’ammissibilità delle spese sostenute in ordine ai risultati parziali conseguiti, ai prodotti realizzati, anche in forma di sperimentazione, ed alle eventuali positive ricadute sul territorio legate alla fruizione dei servizi realizzati (Sic! – ndr), l’intervento può essere considerato concluso. Tanto più che nessuna proroga è stata richiesta dall’università né accordata dalla Regione. Cinque milioni di euro, di cui solo 500mila rendicontati, sono stati neutralizzati per oltre 4 anni da un sistema pubblico macchiato di inefficienza. Dicano ora i responsabili regionali dove questi soldi sono stati appostati, come verranno recuperati e, soprattutto, come verranno investiti, sapendo che se non utilizzati entro la fine dell’anno, sono soldi persi. Con l’aggravante che nessuno mai pagherà per questo ulteriore sgarro all’economia molisana. Dardo

“Edilizia, senza commesse il settore sta morendo” Torna a denunciare la situazione in essere, il presidente dell?Ance, Umberto Uliano cole; oggi siamo ultimi in Italia, superati anche dalla Valle d’Aosta e dalla Basilicata”.

mia regionale, la più importante fonte di occupazione, continua a perdere maestranze senza che nessuno faccia nulla per evitare il tracollo. A ciò si aggiunge la chiusura in Molise di ben 339 aziende edili tra il 2008 e il 2013”. La crisi riguarda tutti i comparti, pubblico e privato. “Per le opere pubbliche il contesto è tale che non possiamo parlare più neppure di un settore nella nostra regione, ma solo di iniziativa sporadiche, quasi occasionali da parte della stazioni appaltanti. Parlare di settore, infatti, imporrebbe di elaborare una programmazione, di individuare un minimo di strategia per riportare la situazione innanzitutto ad un livello di normalità. E

invece nulla – prosegue il Presidente dell’Ance -, il vuoto totale. I dati parlano da soli: nel periodo gennaio-maggio 2015 i bandi di

gara sono calati del 63,8%. E il fatto stravolgente è che abbiamo perso ulteriormente terreno anche nei confronti della regioni più pic-

Giù anche l’edilizia privata evidenziata dal crollo dei permessi di costruire (-70%). E neppure il Piano casa ha prodotto i frutti sperati. «È evidente – commenta Uliano – che con questi 9 anni di crisi l’edilizia in Molise è finita. Bisogna attivare subito un programma straordinario di piccoli interventi che unito alla immediata attivazione dei 90 milioni di euro del programma sulla viabilità e alla celere riprogrammazione dei fondi per l’autostrada possano contribuire a recuperare il terreno perduto, frenando l’emergenza sociale legata al drastico calo dell’occupazione».


TAaglio lto

3 21 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Una cena a Milano per politici, presidenti di enti, dirigenti, consulenti che di molisano non aveva nulla

Expo, il menù delle polemiche Politici, presidenti di enti, dirigenti, consulenti e funzionari tutti presenti alla cena a Expo nel padiglione Molise. A spese dei molisani e con un menù giustamente con specialità di altre regioni. Per saggiare il vino molisano al cospetto di sapori e cibi di altri territori. Scusate, ma se a Milano sono stati trasportati tanti soggetti molisani non sarebbe stato il caso di organizzare la cena in Molise? E’ un interrogativo che sorge spontaneo dopo le risposte che proprio i massimi vertici regionali hanno dato per giustificare la scelta del menù. E chi ha scelto i commensali? E perchè chi ha conosciuto il tutto pagato e chi no? Una ennesima brutta pagina della storia del Molise quella che si è aperta venerdì 17 luglio a Milano. E ora si intende riproporre in piccolo, a Termoli, con “Agri summer food Expo Molise experience”. Ma è tutto l’impianto della partecipazione del Molise ad Expo 2015 che lascia perplessi per la superficialità con cui procede, e per il numero di soggetti che vi prendono parte (tra gli altri i componenti del Tavolo tecnico: i direttori dell’Area Prima, dell’Area Seconda e dell’Area Terza della Direzione generale della Giunta regionale, e dal direttore del Servizio Gabinetto del Presidente della Regione e degli AA. II, con il supporto opera-

l’intervento

tivo della Fondazione Molise Cultura e della Società Sviluppo Italia nonchè di un'organizzazione interna dovuta ai fondi europei) . La frammentazione non aiuta certo a sostanziare un profilo definito del Molise. L’immagine della partecipazione è sommariamente definibile: “improvvisazione”. Così, il caso del menù con Antipasto: Tortino di Parmigiano reggiano. Primo: Ravioli

con zucca al burro; Secondo: PESCE SPADA ALLA MESSINESE; Frutta: Kiwi di Israele con tortino di crema alla francese, è solo un esempio della situazione in essere a Milano nel padiglione molisano. Possibile che non sia stato possibile prevedere una Cabina unica di regia? Un programma capace di dare un’immagine al Molise? Qualcuno ha un’idea sulla quale far muovere il Molise? E, poi, bisognerebbe finirla con

enti, sotto enti, direzioni, consulenze, sistemi nati con i fondi europei che rischiano di bruciare risorse economiche senza che al Molise torni nulla. Risultato ad oggi? “Come prendere a calci in culo l'unica salvezza di questa non regione, i prodotti tipici, e il lavoro di quanti si adoperano a difenderli e valorizzarli”, è quello che ha scritto un’imprenditore molisano. Amen.

Secondo me ci vogliono sfottere

di Franco Valente Sono andato all’EXPO di Milano in condizioni drammatiche insieme al sindaco di Petrella Amoroso e al parroco di S. Giorgio don Domenico. Per il momento sto zitto, ma la cosa non resterà sotto silenzio. Sono stato contattato all’ultimo momento dalla regione e non mi hanno manco prenotato un biglietto per il treno e per l’albergo. Per una serie di blocchi autostradali venerdì 17 abbiamo perso il treno prenotato da noi e siamo partiti con quello successivo. Durante il viaggio siamo riusciti a sapere più o meno che c’era una cena per gli ospiti molisani all’EXPO e che, fortunatamente, tre giornalisti erano mancati all’appello e avremmo potuto occupare le loro stanze perché già pagate. Non abbiamo trovato il “passi” all’EXPO ma grazie a Stefano Di Lauro abbiamo trovato un biglietto per entrare. Siamo arrivati appena in tempo per la cena. Cena molisana: Antipasto: Tortino di Parmigiano reggiano. Primo: Ravioli con zucca al burro (ottimo) Secondo: PESCE SPADA ALLA MESSINESE Frutta: Kiwi di Israele

con tortino di crema alla francese. All’uscita ho perso gli occhiali sul decumano ma sono riuscito a ritrovarli. Dopo mezzanotte approfittando della corriera dei giornalisti siamo andati in albergo. Fortunatamente tre giornalisti non sono venuti e noi abbiamo occupato le loro stanze. Con la corriera dei giornalisti siamo andati la mattina dopo all’EXPO. Ci ha lasciato a un paio di chilometri dall’ingresso. La Regione non ci ha fatto trovare il passi che ci era stato garantito, sicché abbiamo dovuto fare una fila di un’ora per entrare sotto un sole bestiale. Io avevo lo zaino per portare i libri per la presentazione. Immaginate che significhi fare qualcosa come tre chilometri come uno sherpa sotto un sole a picco... Il tempo di arrivare allo stand del Molise per depositare in un ripostiglio i bagagli che è arrivato il sindaco di Zagabria in perfetto orario per un incontro con la delegazione regionale che, ovviamente, non c’era. Mi hanno pregato di illustrare le peculiarità del Molise in attesa della delegazione perché non c’era nessuno dell’organizzazione che sa-

pesse bene cosa di cosa parlare. L’ho fatto volentieri cercando di capire quale fosse il filo logico dello stand molisano. Poi è arrivato il presidente Frattura e hanno accroccato un tavolo per l’incontro dopo aver spiccicato con una grazia isterica le locandine che avevo dovuto appiccicare al tavolo nella totale indifferenza delle ragazze che erano venute a mostrare se stesse allo stand. Ho saputo che durante l’incontro il sindaco di Zagabria mi ha rigraziato per le spiegazioni che ho dato. Era

convinto che io facessi parte dello staff della Regione. Poi è arrivato Pietraroia a presentare un progetto di immagini dell’Unioncamere occupando buona parte dello spazio temporale che era riservato alla presentazione del mio libro. Non mi ha neppure salutato e, ovviamente, non ha chiesto manco scusa dello sforamento nello spazio che non era suo. Ha fatto la solita predicozza sulle cose che egli dovrebbe fare e che pensa debbano essere fatte dagli

altri. Dopodiché finalmente abbiamo presentato il mio libro “Le pietre parlanti di Petrella”. Frattura è stato molto gentile e ha ribadito il suo appoggio all’iniziativa editoriale. Ovviamente manco un misero caffè mentre le ragazze dello stand molisano continuavano a svolgere il gravoso lavoro di mostare se stesse e basta. Dopodiché con la gerla sulle spalle, nella confermata indifferenza della delegazione molisana (che sta ancora là ad aspettare l’arrivo di Renzi) ce ne siamo andati a prendere la metropolitana rifacendoci i tre chilometri sotto il sole per raggiungere la stazione centrale e ripartire. Checché se ne dica, l’EXPO è spettacolare. E’ costato un fiume di denaro e di cemento che però rimangono scolpiti nel cervello di chi ci va. EXPO è una grande occasione e ci tornerò con calma a vedere l’Annunciazione di Montorio al padiglione di Farinetti e di Sgarbi quando avrò la certezza di non trovarvi molisani che vanno lì a perdere tempo con il nostro denaro.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 21 luglio 2015

Il consigliere regionale, Salvatore Micone, denuncia i continui tagli al settore della sanità molisana

“All’aria anche i laboratori analisi” In tema di tagli e restrizioni e di colpi ai vari comparti, non ci si sarebbe aspettati che questa volta ad essere centrati fossero non lavoratori di aziende private celando le relative scelte politiche dietro a motivazioni legate alla crisi economica, ma i biologi, soggetti esercenti attività libero professionale. “Anche nel Molise gran parte del servizio di diagnostica di laboratorio viene offerta tramite strutture private convenzionate ed accreditate”, spiega il Consigliere Salvatore Micone. “Negli ultimi anni anche per tale comparto si è sentita la necessità di una riorganizzazione del settore al fine di garantire un servizio di qualità, puntualizza Micone, e precisamente con la legge finanziaria per il 2007 il legislatore ha spinto le regioni a dettare nuovi criteri improntati alla realizzazione di un servizio più efficiente. I criteri cui

le regioni debbono uniformarsi sono stati dettati dall’Accordo Stato Regioni del 23 marzo 2011 nell’ambito del quale tuttavia viene fatta salva l’autonomia delle singole realtà regionali nell’attuazione dei nuovi piani di riorganizzazione”. Sul punto la Regione Molise, con il Decreto siglato lo scorso 8 luglio dal Presidente

Frattura in qualità di Commissario ad Acta, ha deciso di attuare senza sconti e senza tener conto delle dimensioni ridotte della Regione Molise la soglia numerica delle 200.000 prestazioni annue da parte dei laboratori privati”. Ciascun laboratorio, singolo o associato, per evitare il declassamento a Centro Prelievo, dovrà garantire

200.000 prestazioni annue. “Ci si chiede, sostiene Micone, se nella stesura del decreto ci si sia resi conto dell’entità numerica. Sono numeri non assolutamente confacenti alla nostra realtà territoriale. Siamo appena 300.000 abitanti, come può pensare il Presidente Frattura di richiedere ad ogni struttura privata un numero tale di prestazioni? Ci si chiede se il disegno sia stato solo il risultato di un adempimento normativo attuato con negligenza e senza il confronto con le parti interessate, senza rendersi conto degli effetti dannosi in termini di servizi al cittadino. Si è creata a mio avviso una ingiusta compressione dell’attività libero professionale dei laboratori privati, sostiene ancora Micone, che a mio avviso andrebbe rivalutata in ragione delle ridotte dimensioni della nostra regione. I criteri di efficienza non possono essere perseguiti unica-

mente secondo fredde logiche numeriche, dovendo invece essere basate sulla richiesta di specifici requisiti sostanziali di qualità. In più sottolinea Micone, il trasporto di campioni di analisi dai centri prelievo alle strutture di laboratorio potrebbe essere fortemente dannoso sull’esito del referto dal momento che è noto che, ai fini di una corretta analisi, alcuni tipi di campioni vadano trattati nell’immediatezza della raccolta”. “Ho pertanto presentato, conclude Micone, in data odierna un atto al Presidente Frattura affinché, si impegni ad una rivisitazione dei parametri dettati dal decreto dell’8 luglio scorso provvedendo ad abbassare la soglia entro la quale i laboratori privati possano continuare ad effettuare il loro lavoro, salvaguardando al contempo i lavoratori del settore e la qualità dei servizi offerti al cittadino”.

Un anno alla guida dell’Esu Un anno alla guida dell’Ente per il Diritto allo Studio Universitario del Molise per il presidente Candido Paglione merita un consuntivo. Senza remora alcuna, confessa. «Si tratta senz’altro di un bilancio positivo, poiché in pochi mesi, nonostante le enormi difficoltà incontrate, siamo riusciti a centrare diversi obiettivi. Oltre che la questione delle borse di studio che sono in pagamento in questi giorni, abbiamo infatti dato il via libera al bilancio consuntivo e, soprattutto, abbiamo uniformato il sistema di bilancio dell’Ente alla contabilità della Regione e degli altri enti sub regionali. Inoltre, con la firma del contratto di comodato d’uso tra la Regione Molise e l’Università del Molise, nei giorni scorsi, abbiamo completato le pratiche burocratiche per il trasferimento presso

L’agricoltura molisana viene messa a dura prova, con una sete drammatica che, solo ove ci sono infrastrutture irrigue funzionanti, può essere attenuata limitando con l’irrigazione lo stress vegetativo delle colture in atto, ma aumentando purtroppo i costi di produzione. Come denuncia Coldiretti Molise, viene, quindi, portato al limite l’utilizzo degli impianti idrici dei Consorzi Di Bonifica, che hanno tra i propri compiti istituzioni, oltre a quello delle bonifiche dei territori e mitigazione dei rischi idrogeologici, quello vitale della gestione degli impianti e delle acque per uso irriguo, ed arrivano al pettine, quindi, i nodi e le debolezze strutturali e gestionali dell’irrigazione

Paglione: “In silenzio e lontano dai riflettori, stiamo affrontando e risolvendo buona parte delle criticità incontrate, in linea con il mandato ricevuto” guardo, speriamo di poter disporre di risorse sufficienti a soddisfare le esigenze di un maggior numero di studenti. In fondo, lavorando sodo, con serietà e spesso in silenzio e lontano dai riflettori, stiamo affrontando e risolvendo buona parte delle criticità incontrate, alcune delle quali anche particolarmente complicate. Tutto questo, naturalmente, in linea con il mandato ricevuto».

l’Università, nei locali del III° edificio polifunzionale di Via de Sanctis. Nelle prossime settimane, quindi, l’Esu avrà finalmente una nuova sede, più funzionale e più vicina, anche fisicamente, agli studenti. A breve, infine, sarà pubblicato il nuovo bando per le borse di studio, le provvidenze e i servizi per il diritto allo studio universitario per l’anno accademico 2015-2016. Al ri-

Coldiretti: “Rivedere il sistema dighe” in Molise. Il presidente, Tommaso Giagnacovo, ed il direttore, Saverio Viola, della Coldiretti Molise, hanno chiesto un summit sulle problematiche dell’irrigazione molisane al presidente dell’Unione dei Consorzi di Bonifica Regionale, che si terrà lunedì prossimo, 20 luglio, con la presenza anche dell’Assessore alle Politiche Agricole Regionali del Molise, Vittorino Facciolla. Il V° Distretto del Consorzio Di Bonifica di Venafro, che comprende Roccapipirozzi Bassa (Sesto Campano), la frazione di Ceppagna e tutta la parte ovest del Comune di Venafro,

- evidenzia Coldiretti Molise – registra i limiti di portata della condotta adduttrice della vasca di deposito, costringendo ad una contingentazione ed alternanza nell’erogazione idrica, insoddisfacente per le coltivazioni in atto e preoccupante per il raccolto degli agricoltori. Sul versante nord del Molise è saltato l’Adduttore Principale DN 1600 in località Fresagrandinaria, per la derivazione dell’acqua dalla Diga di Chiauci, ed è interrotto il flusso idrico che alimenta l’impianto irriguo in zona Montenero di Bisaccia e Mafalda. La riparazione è stata pronta-

mente avviata e si presume sarà terminata entro lunedì prossimo, 20 luglio. Ma su tale versante, rileva Coldiretti Molise, preoccupa che la scarsità di acqua presente nella diga di Chiauci riapra la antica diatriba per la divisione dell’acqua, che secondo accordi risalenti al periodo di inizio dei lavori di costruzione dell’invaso, 1985, pur trovandosi l’invaso in territorio Molisano, ha la gestione dell’utilizzo delle acque affidato al Consorzio di Bonifica Vastese. Su tale questione è stato molto attivo il presidente del Consorzio di Bonifica di Termoli, Giorgio Manes,

che, pur non potendo annullare la sudditanza molisana nella gestione abruzzese delle acque, ha recuperato a favore delle aziende agricole molisane percentuali vitali di risorse idriche e, con il Consorzio di Vasto, l’anno scorso, ha richiesto il finanziamento di due impianti per la produzione di energia idroelettrica, connessi all’impianto idrico a San Giovanni Lipioni (CH), nell’ambito del Bando emesso dal Ministero delle Politiche Agricole - Gestione ex Agensud, per abbassare i costi dell’energia di pompaggio dell’acqua per il Molise.


TAaglio lto

5 21 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il coordinamento unico paralizza il “Pacchetto giovani” Un vero e proprio calvario quello dei bandi regionali per azioni di sostegno all’occupazione giovanile. Ci siamo già occupati, la settimana scorsa, della misteriosa scomparsa del bando “Vado e torno”, che avrebbe dovuto finanziare tirocini all’estero, la creazione di nuove imprese e processi di assunzione di giovani in queste stesse imprese; dobbiamo ora occuparci delle altre misure che compongono il “Pacchetto giovani”, come i “Bonus per l’occupazione” e “Giovani in impresa”. Giusto per un breve, ma esplicativo, riassunto i 185 ragazzi ammessi nella graduatoria provvisoria di merito di “Vado e

torno”, approvata il 12 marzo 2015, stanno ancora aspettando di sapere dove, come ma soprattutto quando potranno avviare i loro “Tirocini per i processi di internazionalizzazione”; si aggiunga, ora, che devono essere ancora completate le procedure del “Bonus per l’occupazione” (avviso scaduto il 27 giugno scorso) e del “Bando giovani in impresa” di cui bisogna ancora valutare i 300 progetti pervenuti alla struttura assessorile. Il tutto, ovviamente, ampiamente oltre limiti di tempo ragionevoli, accettabili. Il tutto nello stesso sconsolante contesto che comprende anche “Garanzia giovani” (strumento si-

mile , con dotazione di 7,5 milioni di euro tra fondi europei e risorse ministeriali) che, con un anno abbondante di ritardo rispetto a tutte le altre regioni d’Italia, solo in questi giorni sta cominciando a rendere operative le prime procedure. Un groviglio burocratico ed amministrativo sta letteralmente paralizzando le strutture regionali che dovrebbero gestire questi bandi, facendo accumulare ritardi inaccettabili ed enorme frustrazione tra i partecipanti, cui non si danno né spiegazioni né una verosimile tempistica. Nel maggio 2014, con delibera n. 190, la giunta regionale approvò il “Pacchetto gio-

vani” ed il gongolante governatore ebbe a dichiarare che si trattava di “…un piano che mette i ragazzi molisani nelle condizioni di costruire il loro futuro nel nostro Molise.” Belle parole, non c’è che dire, ma meglio avrebbe fatto il presidente ad usare un bel condizionale. Infatti, ad oggi, nulla di quanto veniva dato per fatto, è stato fatto. La causa è il metodo di coordinamento unico cui devono far riferimento le singole procedure di ogni bando. Una strozzatura burocratica che ha intasato i canali di assegnazione delle risorse e completamento delle procedure, dando come unico risultato la paralisi

dell’intero sistema. Si aggiunga che le tre graduatorie, facenti capo ad ogni singola azione, devono confluire in un’unica graduatoria finale, in base alla quale, poi, determinare ogni singolo importo finanziabile. Insomma una genialata procedurale e di metodo che ha di fatto mandato in tilt tutta la macchina. Ma, intanto, si va cianciando di snellimenti, di digitalizzazione, di ottimizzazione di questo e di quello. La dimensione di quanto si vorrebbe fare pare, oggi, l’unica che davvero interessi e/o faccia notizia in politica; forse perchè quella della realtà dei fatti è troppo triste per farci seriamente i conti.

Al di là delle polemiche su chi ha vinto, perché ha vinto, sulla inadeguatezza al compito della commissione valutatrice presieduta da un laureato in psicologia

Il concorso d’idee per la sede regionale è l’occasione a portata di mano per dare alla città una motivazione a ripensarsi, a rinnovarsi, a sollevarsi Le 83 ipotesi progettuali presentate sono un patrimonio ideale inestimabile, ancorché irripetibile, per aprire un dibattito con il mondo delle professioni e con l’opinione pubblica in generale, per condividere il futuro urbanistico del capoluogo in chiave dinamica, efficiente, elegante e moderna Il prologo di una discussione seria, articolata e approfondita sullo sviluppo urbanistico di Campobasso, lo si è avuto con “Revive 2014”: un insieme di conferenze, workshop, tavole rotonde, laboratori, letture, proiezioni e, per sovrappiù, concerti e poesie. Un itinerario sulla strada della rigenerazione urbana sostenibile, ricco di spunti e riflessioni soprattutto a favore degli addetti ai lavori ma con molte ramificazioni culturali leggibili anche dall’uomo della strada. Campobasso, a metà novembre 2014, è stata guardata da vicino, con occhio critico e attento, per farne oggetto di analisi e, come diciamo, di rigenerazione urbana. Il dibattito, dopo quel magnifico prologo, trova la possibilità di rianimarsi con la realizzazione della sede regionale sulle aree dell’ex albergo Roxy e dell’ex campo sportivo Romagnoli, essendo, l’evento, il dato urbanisticamente più significativo e determinante dell’ultimo cinquantennio. Lo spunto viene dalla pubblicazione della graduatoria provvisoria del concorso internazionale d’idee vinto dall’architetto molisano (di Mirabello) Nicola Guglielmi largamente coadiuvavo da uno staff anch’esso molisano,

corredato immancabilmente di polemica, di sospetti, di critiche. Che non mancheranno di crescere mano a mano che sull’esito del concorso e sulla qualità dell’opera professionale che ha scalato la classifica dei concorrenti, si andranno a depositare le motivazioni del confronto (dell’idee) e del raffronto (dei progetti). Sarà quello il momento clou di una vicenda (la realizzazione della sede regionale avviata nel 1985) di per sé sovraccarica di pensamenti e ripensamenti politici e amministrativi, poi finalmente liberata e fatta emergere come una imprescindibile necessità per la Regione di avere una sede, e

per la Città capoluogo un punto di snodo tra un presente appiattito su un becero minimalismo intellettuale e un futuro aperto alle prospettive di crescita e di sviluppo, una volta superato lo scoglio della crisi globale. Sarebbe, infatti, delittuoso rassegnarsi e non credere nella ripresa. Il nodo dello sviluppo della città, il bando del concorso d’idee l’ha preso in considerazione, ponendolo tra gli obiettivi della progettazione e tra gli scopi della realizzazione della sede regionale. Questa ulteriore componente concorre ad alimentare la speranza che intorno alla ideazione della sede regionale - peraltro

vinta da un gruppo di progettisti molisani su una concorrenza nazionale ed europea, probabilmente favorito dalla conoscenza della genesi urbanistica del luogo e della sua destinazione - si apra finalmente un dibattito ad ampio raggio, che riesca a coinvolgere il mondo delle professioni e l’opinione pubblica in generale, per arrivare ad una condivisione del futuro urbanistico (sociale, economico e culturale) del capoluogo che superi lo stallo programmatico e l’assuefazione a subirlo, potendo immaginare di vivere una realtà diversa: dinamica, efficiente, elegante, moderna. L’intervento urbanistico/edilizio/funzionale di cui stiamo parlando, passato al vaglio di decine di studi professionali, è destinato ad aprire giocoforza (lo si voglia o meno; si sia capaci o meno di affrontare l’impegno professionale e culturale che postula) una finestra sul panorama cittadino innervato da nuove concezioni urbanistiche, da nuove soluzioni architettoniche, da nuove socioeconomiche. Al di là della proposta progettuale di Guglielmi, l’aver raccolto 82 idee progettuali, 82 ipotesi di interazione tra il passato, il presente e il futuro urbanistico della città, è un patrimonio

ideale inestimabile, ancorché irripetibile, che non può essere lasciato appassire nella mortificazione delle polemiche fine a se stesse su chi ha vinto, perché ha vinto, sulla inadeguatezza al compito della commissione valutatrice presieduta da un laureato in psicologia e composta da un ingegnere e un architetto prevalentemente dediti alle attività amministrative e da un avvocato; oppure lasciato cadere nel trabocchetto delle dilazioni burocratiche, dell’enormità dell’investimento, delle difficoltà a reperire investitori privati o, peggio, delle invidie personali e/o categoriali, e delle alternative alla sede (che sarebbero raccogliticce, di corto respiro e di scarsa incidenza urbanistica) che già vengono avanzate con l’eventuale utilizzazione di stabili pubblici dismessi. Insomma, l’occasione per dare alla città una motivazione a ripensarsi, a rinnovarsi, a sollevarsi è decisamente a portata di mano. La sfida è ancora una volta tra gli innovatori e i conservatori; tra una realtà statica e una possibilità dinamica. Tra il restare ancorati ad una pericolosa involuzione verso il degrado e la volgarità, e la voglia di uscirne. Dardo


6

Tutto quello che gli altri non dicono

Campobasso

21 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

La fortuna di rientrare nella sfera d’influenza del presidente della giunta regionale

Del Piano strategico territoriale si sono salvati la Metropolitana leggera e Massimo Pillarella

C’è stato un tavolo istituzionale intorno al quale sono stati seduti l’allora sindaco di Campobasso, Di Fabio, i rappresentanti della Proger Spa, la società che ha redatto il progetto preliminare della Metropolitana leggera (urbana e extraurbana) sulla tratta ferroviaria Matrice-Campobasso-Boiano; i rappresentanti della società Proma incaricata di redigere il master plan delle aree d’ingresso alla città e dell’area edilizia corrispondente all’ex campo sportivo Romagnoli indicata ad accogliere la nuova sede della Regione Molise; i rappresentanti della Società di Trasformazione Urbana (Stu) incaricata di elaborare la sistemazione edilizia ed urbanistica della fascia compresa tra Via S. Antonio Abate e Via Garibaldi, e il rappresentante della Regione Molise, Massimo Pillarella, incaricato di coordinare i progetti e gli interventi contenuti nell’Accordo di

programma quadro sottoscritto dalla Regione Molise e dal Comune di Campobasso con l’obiettivo di migliorare la viabilità, l’ambiente, e la funzionalità della città per una diversa qualità della vita. Intorno a quel tavolo si discuteva il Piano strategico territoriale. Chi era seduto intorno a quel tavolo non vi era a titolo gratuito. Aveva precisi e diretti interessi da difendere. Dei rappresentanti di quegli interessi sono rimasti in piedi, sono vegeti, e guardano avanti solo quelli della Proger e Massimo Pillarella: società ben conosciuta dal presidente della giunta regionale e tecnico a lui molto prossimo. Gli altri sono usciti dalla scena, sono andati a rimpolpare l’elenco delle cose che potevano essere e non sono state. Avremo invece la Metropolitana leggera, sulla cui utilità in termini di stretta convenienza economica non si hanno ancora notizie, e un diri-

gente regionale in costante ascesa che dalla poltrona dirigenziale regionale ha allungato i tentacoli in tutte le direzioni (tecniche e amministrative) in cui ci sono risorse finanziarie da spendere, tra cui la programmazione dei fondi europei per il settennio 2014/2020. In questo andirivieni di iniziative, di Tavoli, di Piani territoriali, l’opinione pubblica molisana è stata sempre tenuta fuori, considerata un’astrazione e come tale destinata ad essere estranea da ogni forma di controllo sulla spesa pubblica che pure, per destinazione, gli apparterrebbe di diritto. Tagliata fuori, in quanto gli organi istituzionali e coloro che in essi la rappresentano, sebbene tenuti a rendere note le vicende amministrative (i Tavoli di lavoro, i Piani territoriali, i progetti assegnati, pagati, e non portati a termine), si guardano bene dal farlo. Vistosa omissione, figlia della prossimità

politica, amministrativa, professionale, ordinamentale che, combinandosi, riesce a coprire e a giustificare ogni cosa. La collettività, inerte, assiste alla dilapidazione delle risorse pubbliche, all’indebito arricchimento di professionisti e società di progettazione, al dissolvimento di programmi ed impegni istituzionali. Volta pagina con assoluta disinvoltura; butta alle spalle tutto e, con assoluta nonchalance, guarda a nuove e improbabili iniziative, a progetti, a incarichi e a finanziamenti che gli vengono fatti passare sotto il naso. Un gioco che molti, nella loro irresponsabilità, ritengono finanche divertente, ma nella sostanza equivale al progressivo impoverimento socio-economico e culturale del Molise e dei molisani. Dardo

Premiato il giovane Giarrusso I consiglieri nazionali dell’Ordine dei giornalisti hanno consegnato il premio “Fasolino” CAMPOBASSO. Ogni promessa è un debito”. Durante la consegna dei premi dello scorso anno del concorso giornalistico sportivo “Premio Pietro Fasolino” i consiglieri nazionali dell’ODG Cosimo Santimone e Vincenzo Cimino avevano promesso di premiare il vincitore della sezione scuola elementare con una targa patrocinata proprio dall’ordine dei Giornalisti nazionale. Così è stato. A distanza di qualche mese la cerimonia di premiazione si è svolta in un caloroso ambiente familiare presso la sede dell’associazione Le Onde di Campobasso dove si sono ritrovati non solo il vincitore della sezione scuola elementare e la sua famiglia, Domenico Giarrusso, ma anche tutti i soci dell’associazione che hanno voluto insieme alla famiglia Giarrusso vivere uno splendido momento di gioia e condivisione. Una piccola ma significativa manifestazione che ha visto come ospiti d’onore il Senatore Ro-

berto Ruta e il presidente della Croce Rossa Italiana di Campobasso, Giuseppe Alabastro, che a loro volta hanno ospitato i giornalisti in erba de Le Onde in due interessanti visite formative dalle quali sono scaturiti i primi articoli che

sono stati pubblicati sul blog de Le Onde rintracciabile all’indirizzo http://smeleonde.blogspot.it. La consegna della targa dell’ODG nazionale ha poi sancito anche la fine di un percorso formativo che ha visto tutti i soci de Le Onde pren-

dere parte ad un corso di giornalismo tenuto dal giornalista campobassano Stefano Venditti durante il quale gli associati hanno potuto conoscere meglio sia il mondo dell’informazione a 360 gradi sia le tecniche basilari di una professione

che a tutt’oggi suscita ancora una certa curiosità. Tra teoria, lezioni in classe, e pratica, con le uscite e le interviste al di fuori delle quattro mura della sede dell’associazione, le giovani penne hanno iniziato a scoprire un mondo quasi sconosciuto, ad avere gli strumenti adatti ad esempio ad una lettura più attenta dei giornali e degli articoli, a seguire meglio i servizi televisivi e radiofonici, a capire le potenzialità dell’informazione online e a comprendere meglio quale sia il lavoro che si cela dietro ogni singola notizia scritta da un giornalista. Tutto ciò ha dato vita al blog http://smeleonde.blogspot.it che è diventato il mezzo di comunicazione de Le Onde con il resto del mondo dove saranno racchiuse le singole esperienze di Domenico e dei suoi compagni di viaggio e attraverso il quale Le Onde riusciranno a divulgare la propria filosofia e la propria voglia di comunicare

“Come miglioriamo la città” L’assessore Colagiovanni sottolinea l’impegno del Comune per la mobilità CAMPOBASSO. Sono in corso in questi giorni, come era già stato preannunciato lo scorso 13 maggio, attraverso una nota stampa congiunta dell’assessore Salvatore Colagiovanni e i consiglieri Lello Bucci (delegato alla mobilità) e Francesco De Bernardo (presidente uscente commissione trasporti), i lavori di restyling a Campobasso con il rifacimento della segnaletica orizzontale e di quella verticale. In via Milano, inoltre, sono in corso di realizzazione le strisce pedonali in betonella, ovvero in mattoncini colorati, che sono più costosi rispetto a quelle in vernice, ma hanno il vantaggio di una maggiore resistenza, oltre a essere più eleganti. Tra le altre cose, oltre alla segnaletica, un importante lavoro è

stato eseguito in alcune zone del centro e delle zone più in periferia: l’installazione dei parapetti, che consentono ai pedoni di poter camminare più tranquillamente sui marciapiedi. Altra novità è l’installazione dei semafori pedonali in via IV novembre e invia XXIV maggio. “Erano lavori necessari – le dichiarazioni dell’assessore alla Polizia Municipale, Salvatore Colagiovanni –per la sicurezza delle strade cittadine. Nonostante il caldo da bollino rosso degli ultimi giorni, gli operai, ai quali va il mio ringraziamento e di quello dell’amministrazione, stanno proseguendo i lavori. È stato scelto questo periodo proprio perché è in coincidenza con un minor traffico anche nelle ore diurne, per il periodo di ferie

di studenti e lavoratori. Il ringraziamento per questa opera strategica dal punto di vista della sicurezza viaria a Campobasso va alla struttura ‘ambiente e mobilità’, dove funzionari e impiegati, guidati dalla dottoressa Maria Macchiarola, hanno lavorato sodo per individuare le zone sulle quali intervenire e in quali modalità. Un grazie anche ai nostri dipendenti Giuseppe Campofredano e Giuseppe Petrella. L’amministrazione comunale continua a lavorare per il bene della collettività e della città di Campobasso, dando seguito a ciò che avevamo promesso in campagna elettorale. È nell’interesse di tutti proseguire sulla falsariga di questo primo anno di amministrazione Battista”.


Campobasso

7

Tutto quello che gli altri non dicono

21 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Interpellanza urgente del consigliere Ambrosio sulla convenzione che autorizza i lavori della Telecom e la compensazione in termini monetari per i rilevanti disagi per pedoni e automobilisti che tali interventi stanno comportando

Campobasso: fossi, dossi e paradossi

Il lassismo comunale nel tollerare lo stato di fatto potrebbe ingenerare il sospetto che oltre ai manomissori trovino vantaggi anche coloro che non si preoccupano di intervenire a mettere riparo Campobasso violata, manomessa, sventrata: basta girarsi attorno. Che siano costruzioni (abusive), occupazioni (abusive), lavori (abusivi): l’occhio ha di che riempirsi di situazioni e condizioni che mortificano la vista e creano disagi a chi lo abita. Situazioni e condizioni peraltro non nuove, ma mai avevano raggiunto un livello di tale evidenza. Da creare allarme ed imbarazzo al consigliere dell’Udc, Miche Ambrosio, le cui antenne politiche e amministrative sono costantemente sintonizzate sulle faccende cittadine viste e considerate in chiave critica, ovvero, con la necessaria attenzione per aver chiaro l’origine delle cose e il fine ultimo. Questa sua specola, ha rilevato e messo in evidenza ciò che vedono i cittadini senza alcuna possibilità di esprimere il loro disappunto per gli impedimenti che gli vengono procurati dalla vastità degli interventi di volta in volta posti in essere dalle società Italgas, Enel e Telecom. Quest’ultima è particolarmente attiva

in queste settimana a “scassare” le strade e i marciapiedi a ripristinarli a modo suo. Non potendo il cittadino dire e manifestare il proprio disagio, la propria difficoltà a circolare, provvede, come diciamo, il consigliere Ambrosio: “Sul tema ho inteso presentare una interpellanza urgente, per avere conto di tutti i lavori (effettuati e in corso d’esecuzione) e chiedere l’adozione di provvedimenti per il ripristino a regola d’arte delle sedi manomesse, oltre ad avere notizie sulla convenzione che autorizza i lavori della Telecom e la compensazione in termini monetari per i rilevanti disagi per pedoni e automobilisti che tali interventi stanno comportando”. Iniziativa necessaria per riportare a galla l’assenza di un regolamento comunale che imponga di ripristinare gli “scassi” in modo corretto, tale da non rendere necessario dopo poco tempo che sia il Comune a metterci mano. I danni procurati sono evidenti in ogni dove: sulle strade, nelle piazze, sui mar-

ciapiedi, ovunque c’è stata manomissione è rimasta una ferita, uno sconcio. Un fenomeno deteriore dal punto di vista estetico e, soprattutto economico. Dall’assenza di un regolamento ad hoc, se ne avvantaggiano in modo indecoroso le società, le imprese, i cittadini che, autorizzati o non autorizzati, intervengono sul suolo pubblico. Il lassismo comunale nel tollerare questo stato di fatto, potrebbe ingenerare il sospetto che oltre ai manomissori, trovino convenienza anche coloro che non si preoccupano di intervenire a mettere riparo. In altri Comuni - dice Ambrosio – l’applicazione di regolamenti stringenti impone prescrizioni, direttive e tempistica, e stabilisce oneri a carico delle aziende obbligandole al rifacimento pressoché totale di intere carreggiate e marciapiedi, in luogo delle strisce di asfalto e delle toppe che si fanno a Campobasso. Segnale di un’amministrazione sempre più debole con i forti, e forte con i deboli. Non è bello vedere la

città ridotta così, né è bello considerare improvvida l’amministrazione. Ma la realtà è impietosa. In queste settimane si assiste a una vorticosa presenza di squadre di operai della telefonia (ma anche dell’elettricità, del gas e dell’acqua) che “deturpano la città lasciando lungo le strade e i marciapiedi cicatrici di tutti i tipi, con tagli longitudinali, trasversali, paralleli o incrociati, con fossi e dossi che mettono a repentaglio l’incolumità soprattutto di ciclisti e motociclisti e la solidità dei mezzi di locomozione”: senza alcun atto di indirizzo né una preventiva programmazione da parte dell’amministrazione comunale; senza un coordinamento o una cabina di regia; senza un raccordo con polizia municipale per l’assistenza al traffico veicolare e pedonale. L’anarchia al potere. Dardo

Battista, e la raccolta differenziata? Il Movimento 5 Stelle ha presentato una interpellanza, per il prossimo Consiglio Comunale del 22 luglio, per conoscere lo stato dell’arte in materia di gestione dei rifiuti nella nostra città, atteso che l’avvio di sistemi di raccolta più adeguati ed efficienti rappresenta una priorità per Campobasso non più procrastinabile e su cui non è più tollerabile l’assoluto immobilismo fin qui dimostrato dall’amministrazione Battista che, oltre ad una innumerevole serie di falsi annunci –in puro stile renziano- finora non ha fatto praticamente nulla per migliorare i disastrosi risultati del servizio offerto oggi dalla municipalizzata SEA. La raccolta differenziata dei rifiuti rappresenta, oltre che un obbligo per le amministrazioni, una delle strategie prioritarie per ridurre il conferimento nelle discariche di ma-

teriali riciclabili, il consumo di energie e delle relative emissioni, nonché l’utilizzo di materie prime sempre più limitate. Obblighi speso disattesi e per i quali l’Italia, grazie anche all’inadempienza di città come Campobasso, risulta essere oggetto di continue procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea. Come tristemente noto, nella città di Campobasso il servizio di raccolta differenziata per le utenze domestiche è organizzato, per la sola frazione “secca” dei rifiuti, mediante il sistema dei cassonetti stradali, sistema che notoriamente non può garantire livelli accettabili di efficienza, tant’è che Campobasso occupa stabilmente le ultime posizioni della classifica nazionale dei capoluoghi di provincia in termini di percentuale di rifiuti raccolti in maniera differenziata.

Tra le principali carenze della gestione dei rifiuti del capoluogo v’è certamente l’impossibilità di raccogliere e valorizzare la frazione organica dei rifiuti, che costituisce mediamente circa 1/3 dell’intera produzione, tant’è che i contenitori dell’umido vengono regolarmente mescolati a quelli dell’indifferenziato ed avviati alla discarica anziché verso processi maggiormente virtuosi come il compostaggio o la produzione di biogas. Nonostante le linee programmatiche dell’amministrazione, le buone intenzioni più volte manifestate, i tanti proclami, gli annunci e le conferenze stampa con cui si è in più riprese annunciato l’avvio in tempi brevi (ampiamente trascorsi….) di sistemi di raccolta più “virtuosi” e maggiormente efficaci, ad oggi, trascorso oltre un anno dall’insediamento della nuova amministrazione, nessuna inizia-

tiva concreta è stata intrapresa, con derivanti danni ambientali ed aggravio di spese a carico dell’amministrazione e dei contribuenti. Con l’interpellanza presentata, il Movimento 5 Stelle chiederà al Sindaco di riferire quali azioni l’amministrazione ha finora intrapreso rispetto al passato e quali, e con quali tempi, le iniziative in programma per migliorare il servizio. Chiederemo altresì di illustrare gli ultimi dati disponibili sulla raccolta differenziata per le utenze domestiche in città, specificando i risultati raggiunti nell’ultimo anno con l’attuale sistema di raccolta per ogni frazione merceologica, compresa quella “umida”. Gruppo consiliare Cinque Stelle

Leopoldo Montini nei cento anni della Grande Guerra A Campodipietra rievocata la figura della medaglia d’oro. Presente il nipote CAMPODIPIETRA. Campodipietra ha inteso ricordare i 100 anni della Grande Guerra rievocando la figura del sottotenente di fanteria, Leopoldo Montini, medaglia d’oro al valore. Un momento che ha abbracciato, così, i 5.700 caduti molisani di quella guerra onorati dai brani musicali eseguiti dalla giovane orchestra “Montini” di Campobasso. . Significativa la presenza del nipote dell’eroe di Campodipietra, Antonio Montini a testimoniare una storia ma, anche, ricordi ed emozioni. Un plauso all’Associazione click che ha reso possibile la cerimonia per non dimenticare valori, gloria e disillusioni. La nostra storia. Già il 10 agosto 1917, il tenente colonnello termolese, Nicola Maria Campolieti, qualche settimana prima di morire sul Carso, aveva scritto su La Provincia di Campobasso: “Io vedrei con orgoglio di Molisano, dopo la guerra, che ogni co-

mune del Molise avesse tenuto esatto conto di quanti uomini furono chiamati in guerra, di quanti furono feriti, di quanti morirono, di quanti furono premiati con ricompense al valore. Su tutte le provincie risulterà certamente non ultima. E su questo fatto riposano i diritti dell’avvenire e l’educazione delle venture generazioni”. E’ la nostra storia che abbiamo, ingiustamente, relegato nell’oblio. Un oblio nel quale è stato posto anche un altro molisano, di Trivento, Nicola Scarano letterato e studioso di Dante che, pure, in quel 1918 aveva scritto, a chiusura della guerra, che “La religione dei morti ora si fa adulta con l’alimento del sangue e del dolore. Essa è la religione anche della libertà e della giustizia, del lavoro e della carità. Chi non sente quella religione è empio“. Ecco perchè la manifestazione di Campodipietra rinsalda e riannoda la nostra storia.



* !

) ! '

% " ! ( ' % "% ! "%

('" "

&' !)

%"! #" &&" ' !$( % % ! & ''"% " %

* "! + #"&& "!' '' % ' "! ! &'% * "! ") %' ! ' "%

!' " !) % (!



11

Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

21 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Castel San Vincenzo, una nuova scommessa Proprio la cultura potrebbe rappresentare la base del rilancio del sito CASTEL SAN VINCENZO. “Sono felice di essere stato presente perché reputo la cultura uno strumento potente per comunicare valori e promuovere obiettivi di interesse pubblico. Quando questo accade, la cultura diviene la strada maestra lungo la quale si creano nuove ricchezze”. Così Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia e membro della Commissione Industria, Ricerca e

Energia al Parlamento Europeo, nel suo intervento a Castel San Vincenzo in occasione della presentazione del volume “Iuxta flumenVulturum”, il libro a cura di Federico Marazzi e Alessandro Luciano. “Se sono qui – ha detto Patriciello – è per testimoniare attraverso la mia presenza l’apprezzamento per un’iniziativa culturale che reputo di estremo interesse e stringente attualità: attraverso i lavori infrastrutturali

di manutenzione, la sensibilità dell’ENEL e la sapiente guida della Soprintendenza si è dimostrato, infatti, come storia, cultura e patrimonio artistico possano andare a braccetto con il settore dei ‘lavori pubblici’. Ciò è possibile solo quando forme di dialogo e di proficua collaborazione si sostituiscono a diatribe ideologiche e posizioni preconcette secondo cui cultura e profitto non possono coesistere e, anzi,

si elidono a vicenda. Non a caso – ha spiegato l’eurodeputato azzurro – l’Unione Europea da tempo investe nella cultura, ritenendola funzionale allo sviluppo ed alla creazione di nuovi posti di lavoro. Le industrie culturali europee rappresentano il 4,5% del PIL dell’UE ed il 3,8% dell’occupazione: ciò significa 8,5 milioni di posti di lavoro e anche molti di più se consideriamo le ricadute in altri settori

collegati. Gli ultimi dati, inoltre, – ha concluso Patriciello – mostrano un potenziale di crescita impressionante di tali settori: tra il 2007 e il 2014 l’occupazione è cresciuta in media del 3,5% ogni anno. Un’evidenza che ci impone di continuare ad investire con lungimiranza e determinazione in quest’ambito. Ricerca, cultura, merito, eccellenza: sono queste le parole chiave da cui dobbiamo ripartire”.

Carabinieri in azione per la salvaguardia dell’ambiente A Isernia una raffica di denunce per smaltimenti illeciti ISERNIA. Una vasta operazione è stata portata a termine negli ultimi giorni dai Carabinieri per contrastare qualsiasi fenomeno di inquinamento ambientale in tutta la provincia di Isernia, dallo smaltimento illecito di rifiuti allo scarico di acque reflue, dall’abusivismo edilizio all’immissione di fumi in atmosfera e così via. L’attività che è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia e dai militari delle Stazioni e dei Nuclei Operativi e Radiomobile delle Compagnie di Isernia, Venafro ed Agnone, ha interessato varie zone del territorio, particolarmente sensibili sotto il profilo ambientale e paesaggistico. In

totale sono stati sottoposti a sequestro ben sei siti, due su aree private e quattro su aree demaniali, dove venivano illecitamente sversati rifiuti speciali di ogni tipo, consistenti in parti di eternit di diverse dimensioni, materiali di risulta del tipo inerti provenienti da attività di demolizione di fabbricati, batterie esauste, pneumatici, elettrodomestici in disuso, carcasse di veicoli, parti di arredi, bombole di gpl, fusti contenenti residui di vernice ed altro materiale inquinante. Inoltre è stato accertato che un impianto di depurazione fognario, scaricava acque reflue direttamente nei terreni circostanti. Nel corso dei controlli sono stati anche scoperti quattro fabbricati, costruiti

in assenza delle prescritte concessione edilizie e in zone sottoposte a severi vincoli paesaggistici, e sottoposti a sequestro rifiuti speciali trasportati senza alcuna autorizzazione. Nell’operazione sono state complessivamente denunciate alla competente Autorità Giudiziaria tredici persone ritenute responsabili a vario titolo degli illeciti accertati e due persone, che tra l’altro si erano rese anche responsabili del furto di indumenti destinati ad enti di beneficenza, asportati dall’interno degli appositi cassonetti adibiti alla raccolta di tali materiali, sono state arrestate in flagranza di reato anche con l’accusa del trasporto illecito di rifiuti speciali.

Chi paga il debito di Isernia? di Tiziano Di Clemente Affrontiamo la questione del debito del Comune di Isernia, nei limiti in cui lo possiamo fare, non avendo a disposizione gli atti in modo compiuto per carenza del sito comunale. Ci è stato chiesto: se c’era l’avanzo di 12 milioni al 2014, perché i 9 milioni di disavanzo poi “scoperti”, non vengono assorbiti in esso, risparmiando i 300 mila euro di tagli alla spesa corrente che sicuramente si abbatteranno contro le classi popolari, cioè sui servizi locali già all’osso ? Semplificando al massimo: l’avanzo comunale è pari al fondo di cassa, più i residui attivi (crediti da riscuotere) meno i residui passivi (debiti da pagare). Secondo l’ultimo consuntivo, approvato con la delibera n.24 del 4 giugno scorso, al 31/12/2014, sussisteva, è vero, un “avanzo” di 12 milioni; ma esso è tutto “vincolato” cioè già tutto impegnato e dunque non distraibile. Quasi 6 milioni per opere in conto capitale, di norma a fronte di fi-

nanziamenti di scopo statali o regionali; altri sei milioni riguardano gli ammortamenti obbligatori, già impegnati per il rinnovo dei mezzi ad utilizzo pluriennale quando saranno dismessi o logori. Insomma questo avanzo vincolato è di fatto una sorta di debito da pagare in futuro e dunque si azzera; non è una risorsa “avanzata” dalle gestioni correnti, da riutilizzare per potenziare la spesa corrente del successivo anno, come accade con l’avanzo non vincolato. Quando la giunta di destra Melogli blaterava di “avanzo”, cercammo di chiarire, appunto, che l’avanzo era vincolato; era il solito “trucco politico” dei partiti borghesi, per millantare un asserito “buon governo” . Senza contare che il “vanto dell’avanzo comunale”, quand’anche veritiero, sarebbe socialmente assurdo, in quanto si traduce in risorse pubbliche inutilizzate. Ed infatti in questo mese di luglio è emerso un di-

savanzo di oltre 9 milioni, da coprire in 30 anni con il taglio di oltre 300 mila euro alle spese correnti, scaturito da anni di mala gestio nel decennio della disastrosa giunta Melogli, precipuamente, dalle tasse versate dalla popolazione isernina e non riversate al Comune dal concessionario, dalle mancate riscossioni per multe al codice stradale e canoni di impianti sportivi. Si tratterebbe di un combinato disposto tra omesse riscossioni ed entrate fasulle inserite in bilancio. Ad esempio: chi era il dirigente nominato dal sindaco di destra Melogli intuitu personae, del settore Polizia Municipale, che aveva sovrastimato dell’80% le entrate per multe ? E le spese autorizzate, sulla base di coperture rivelatesi inesistenti, oggi scaricate sulle masse popolari isernine, a chi sono state utili ? E quanto ci costa la gestione del mega scandalo auditorium ? Tanto per fare esempi, perché il comune non attiva il re-

cupero degli assurdi rimborsi per centinaia di migliaia di euro pagate per spese legali private, di cui hanno beneficiato gli amministratori inquisiti ? E valga anche, tra le altre, la nostra proposta, già ufficializzata dal 13/9/2013, di attivare l’azione risarcitoria prevista dalle stesse leggi borghesi, a carico degli amministratori responsabili, peraltro tutti benestanti, pari a 10 volte l’indennità di carica percepite, per gli effetti della legge n.183/2011. La nuova Giunta del PD e di centrosinistra, non ha inteso attivare queste azioni benché da noi richieste e si prepara a scaricare la mala gesto della passata giunta di destra, sulle classi popolari isernine, già salassate dalle politiche di Renzi e della Troika. Dobbiamo impedirlo. Il debito lo paghino i ceti dominanti isernini e i loro governanti locali che hanno causato il disastro finanziario comunale.

Isernia, controlli del territorio La Questura di Isernia, in occasione dell’esodo estivo, al fine di prevenire la commissione di reati di tipo predatorio, ha intensificato al massimo l’attività di prevenzione predisponendo un piano di controllo straordinario del territorio. Nel corso di tale attività, negli ultimi giorni, sono stati effettuati oltre 100 posti di controllo, identificate oltre 1300 persone, molte delle quali con pregiudizi di polizia e controllati oltre 670 veicoli; sono stati ritirati 8 documenti di circolazione ed elevate 160 contravvenzioni al Codice della Strada. Il Questore, Dott. Vincenzo Vuono, ha emesso, inoltre, tre provvedimenti di “Avviso Orale” nei confronti di altrettanti cittadini residenti in questa provincia con numerosi pregiudizi di polizia a carico e che, in base ad elementi di fatto ed in considerazione del loro comportamento,

sono stati ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica. Gli stessi, avvisati quindi a cambiare condotta di vita potranno, in caso di inottemperanza al provvedimento, essere proposti al Tribunale competente per la applicazione della misura di sicurezza della “sorveglianza speciale”. Inoltre, in relazione ai recenti fenomeni di vandalismo, danneggiamenti e schiamazzi notturni verificatisi anche nel centro storico, la Divisione di Polizia Amministrativa ha proceduto, nelle ore serali e notturne, ad una capillare attività di controllo in molti esercizi pubblici del centro cittadino procedendo alla identificazione delle persone presenti all’interno dei locali e verificando il rispetto della normativa amministrativa. Poi, l’Ufficio Immigrazione, ha eseguito l’ espulsione dal territorio nazionale nei confronti di due cittadini extra-comunitari rintracciati

in questa provincia che avevano violato le norme in materia do soggiorno sul territorio italiano. Infine, la locale Sezione di Polizia Postale ha deferito in stato di libertà alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di truffa un cittadino italiano, L.L., di anni 40, il quale, dopo aver messo in vendita un televisore Led su un noto sito di e-commerce della ditta di cui egli stesso risulta amministratore e dopo aver ricevuto dall’acquirente il compenso pattuito mediante bonifico on-line, non consegnava più la merce rendendosi, di fatto, irreperibile. Le indagini svolte permettevano, inoltre, di accertare che la ditta della quale L.L. è amministratore unico, per la molteplicità di fatti analoghi, è già stata sanzionata anche dal garante della Concorrenza e del Mercato per pratiche commerciali scorrette.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

12

Termoli

21 luglio 2015

Prima veglia delle Sentinelle In Piazza Monumento a Termoli per ribadire il ruolo della famiglia TERMOLI. In piazza Monumento circa 150 persone, ieri sera, sabato 18 luglio, hanno partecipato alla prima veglia di delle Sentinelle in piedi di Termoli. Dagli organizzatori della manifestazione è stata così descritta la serata vissuta nel centro di Termoli. “E’ stata una testimonianza pubblica in difesa dell’uomo e della civiltà e dunque del futuro dei nostri figli! E’ stato possibile incontrare tanta gente che si è fermata, come richiamata a conoscere, riflettere e interrogarsi da un popolo ordinato e pacifico, il cui silenzio scuote più di ogni parola gli animi assuefatti. Ma soprattutto è stata un’esperienza di libertà, affermando che dipendiamo da qualcosa di più grande di un potere che vuole zittirci assecondando la ribellione capricciosa alla verità. Spesso solo per questo le sentinelle sono state contestate, additate come omofobe da chi si lascia influenzare dai potenti mezzi di comunicazione usati dall’ideologia per mentire su chi siamo. Le contestazioni non sono che il risultato del grande inganno che queste leggi, insieme a tutte le politiche Lgbt, alimenta: la negazione del dato

reale, la presunta contrapposizione tra omosessuali ed eterosessuali. Una contrapposizione che non esiste, perché esistono solo uomini e donne, persone che non possono essere ridotte in base all’orientamento sessuale! Per questo le sentinelle hanno vegliato anche per amore nei loro confronti e per dire loro che non devono accettare di farsi incasellare dall’ideologia delle lobby. Perché dietro alla rivendicazione di

presunti diritti negati, le lobby Lgbt si arrogano il diritto di parlare a nome di tutte le persone con tendenze omosessuali, senza considerare che tra queste c’è chi è del tutto contrario alla pretesa di diritti declinati in base all’inclinazione sessuale. Con le veglia di sabato le Sentinelle hanno voluto dire no al testo sulle cosiddette unioni civili, no all’ideologia gender nello scuole, no all’abominevole pratica dell’utero

in affitto, per dire sì alla famiglia, cellula fondante della nostra società, sì al diritto di ogni bambino ad avere un papà ed una mamma, sì alla libertà di educazione, sì alla libertà d’espressione e soprattutto sì ad uno Stato che non neghi, bensì valorizzi, la nostra natura complementare di uomini e di donne. Per questo le Sentinelle continueranno a riunirsi e a vegliare nelle piazze in un silenzio che solo può sprigionare l’anelito e l’amore alla

verità, oggi soppresso dal rumore di un potere invadente. A chi, in nome di un fraintesa forma di rispetto, bolla queste mobilitazioni come contro le persone omosessuali, Le Sentinelle in piedi ribadiscono che le persone non sono definite da una pulsione sessuale, che l’attrazione non definisce la persona, che la prima e più grave discriminazione la compie chi si arroga il diritto di parlare in nome di una inventata e strumentalizzata categoria di persone. Le Sentinelle sono contro a questo attacco senza pari alla famiglia che si gioca soprattutto sul linguaggio e nega la realtà: nessuna legge e nessuna politica potrà cambiare la nostra natura di uomini o di donne, nessun provvedimento legislativo potrà fare la felicità di una persona, i figli nascono e nasceranno sempre dall’unione tra un uomo e una donna. Si ringraziano le forze dell’ordine per la professionalità del lavoro svolto e anche i pochi e giovanissimi contestatori, con cui è nato in seguito un costruttivo e sincero dialogo, per la correttezza con cui hanno manifestato”.

Preparavano biscotti, intossicati Il gas si è sprigionato all’interno del locale usato per la preparazione dei dolci LUPARA. Lieto fine, ma quanta paura a Lupara dove ieri, in occasione dell’arrivo della festa patronale di Sant’Antonio (in svolgimento domani e dopodomani) in una decina hanno rischiato davvero grosso… Raggruppati in cucina, nell’intento di prepa-

rare i tradizionali biscotti del Santo e attrezzati con le classiche “bombole a gas” e i fornelloni, in dieci stavano preparando le leccornie per la festa ma la presunta mancanza di areazione del locale ha innalzato il livello di gas butano finendo con l’intossicare

tutti. Fortuita e repentina la scoperta di quel che stava accadendo e, di lì a poco, i sanitari e il personale medico sono giunti nella palazzina traendo in salvo e conducendo presso la camera iperbarica del Vietri di Larino tutti gli

interessati alla faccenda. Ad oggi, a quasi 24 ore dall’accaduto, gli uomini e le donne, tutti di età superiore ai 50 anni, sarebbero fuori pericolo … forse anche grazie a Sant’Antonio…

“Castello d’argento” a Timperio La nona edizione della manifestazione canora ha messo in mostra i giovani talenti TERMOLI. Ed anche questa nona edizione del Castello d’Argento, la kermesse canora per bambini ideata e plasmata da Nicolino Cannarsa, è da oggi negli annali. Il patron della manifestazione, ieri sera, salutando il pubblico presente ha preannunciato grandi iniziative per festeggiare degnamente la prossima, quella del 2016, che sarà la decima. La vincitrice della nona edizione è stata Diletta Timperio con la canzone “Attenti alla Musica”, che ha fatto il pieno di voti, 70, la quale per questa affermazione avrà il privilegio di partecipare alla finale del festival sempre per bambini a livello nazionale “Vocine nuove di Castrocaro”, che ieri sul palco termolese aveva l’onore e il privilegio della presenza della direttrice artistica Catia Conficoni. Seconda classificata con 69 punti Ilaria Cravero con il brano “Un sogno leggerissimo”, mentre al terzo Francesca Iacovelli con 65 punti e la

canzone “La mia ombra”. Ma aldilà della gara stessa come ha sempre amato ripetere il papà della manifestazione, “qui al Castello d’Argento, per il solo fatto di partecipare, in pratica sono tutti vincitori”. Una serata che nonostante il caldo atroce ha tenuto inchiodato il pubblico per tutta la durata della rassegna, terminata abbondantemente oltre la mezzanotte. Tante persone sedute sulla scalinata del folklore, dove oltre ai provetti canterini abbiamo avuto la presenza di due giovanissime “guest-star” della canzone per bambini, Claudia Verrillo molisana di Rotello che in pratica cominciando proprio con il Castello d’Argento ha scalato il successo prima alle vocine nuove di Castrocaro, seconda allo Zecchino d’Oro 2014 ed ora in finale del premio Mia Martini, assieme a lei la più piccola, sempre concorrente allo Zecchino d’oro, Flavia Prosperi di

Spoltore. Si è avuto anche un momento da dedicare alla solidarietà con la consegna di un contributo per la nuova casa famiglia “Iktus” voluta da don Benito Giorgetta, che ha ringraziato personalmente sul palco assieme ad alcuni ospiti della struttura che si trova sulla vecchia strada per Guglionesi, oltre all’adozione a distanza di un bimbo africano, di cui la struttura del Castello se ne sta facendo carico da anni. Lo spettacolo nello spettacolo ha visto anche le incursioni del simpaticissimo mago Peppe, ogni volta sempre pieno di sorprese con giochi di prestigio e illusionismo. Bella e simpatica la partecipazione del coro formato dalle mamme, infatti il loro nome non a caso è “Cuore di mamma” e poi la sempre attenta e professionale musica della banda del Castello e ultima nota per la bella e brava presentatrice Veronica Berardi.

La serata poi si è conclusa con i saluti dell’assessore Vincenzo Ferrazzano che ha premiato i vincitori e dell’ospite d’onore Catia Conficoni,

che si è dichiarata innamorata persa di Termoli e si è prenotata per la decima edizione, quindi arrivederci al prossimo anno.


13

Termoli

21 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

A ottobre nuovo Corso e nuova Piazza L’inaugurazione ufficiale si avrà dopo l’ultimazione dei lavori TERMOLI. L’inaugurazione ufficiale ancora avviene eppure, il nuovo corso Nazionale e piazza Monumento a Termoli sono già a disposizione della cittadinanza. La loro riapertura ha subito creato discussione tra chi apprezza e chi meno l’opera realizzata che, ad oggi, appare rivoluzionata rispetto al progetto iniziale approvato dalla giunta Di Brino un biennio fa. “A livello di passeggio – ci racconta Maria, giovane mamma – con i passeggini va molto meglio perché prima con i tavolini era tutto un po’ disordinato, eppure speriamo che mettano presto le panchine e qualche fontanella per l’acqua al fine di rinfrescare sia i bambini che gli anziani”. Maria, in tema di nuovo corso e pedonalizzazione si esprime così: “Non so se sia una miglioria se si risolve il problema parcheggi sì”. Parla anche Antonio che afferma:

“Trovo che Termoli abbia guadagnato molto con questa nuova disposizione e questo nuovo centro. Credo, inoltre, che si sia rifatta molto alle grandi città costieroadriatiche quali Pescara, Riccione e le altre simili. Ci somiglia parecchio e quindi mi piace molto”. Di tutt’altro avviso Francesca che a Termolionline.it racconta: “Direi che non mi piace molto questa disposizione perché oltre ai parcheggi che non ci sono più, adesso è solo isola pedonale e non è a vantaggio dei commercianti. Prima le persone potevano parcheggiare e fare compere ma adesso preferiscono andare ai centri commerciali e la sera, mancando le panchine, le stesse non sanno dove andare a sedersi”. Queste sono solo alcune voci eppure, quanto maggiormente lamenta la cittadinanza è la

mancanza di illuminazione e panchine per il centro. Sul tema abbiamo interloquito con l’assessore comunale ai lavori pubblici Pino Gallo che ha affermato: “Il nuovo Corso c la nuova piazza sono soprattutto una grossa opportunità per i commercianti perché si tratta di un’area sicuramente ben realizzata che offrirà grossi vantaggi per

tutti. Vantaggi traducibili in spazi notevoli (e già l’abbiamo visto con il concerto di Concato) nei quali si potranno organizzare eventi e dare un nuovo corso alla vita sociale e culturale di questa città. C’è da dire che i lavori vanno ancora ultimati e per vederli conclusi bisognerà attendere ancora. Come amministrazione, infatti, siamo im-

pegnati a veder realizzati il nuovo impianto di illuminazione e successivamente vedere sistemati gli arredi”. Tempi per la consegna definitiva del corso e della piazza? “Ottimisticamente – conclude Gallo – corso e piazza saranno restituiti alla città entro gli inizi dell’autunno”.

Le fiamme divorano il Basso Molise Numerosi gli interventi dei Vigili del Fuoco. Le fiamme favorite anche dalle forti temperature TERMOLI. Il centralino dei Vigili del fuoco ieri è stato tartassato da richieste d’aiuto e di soccorso senza soluzione di continuità. Una decina e oltre gli incendi e i roghi che non hanno risparmiato nemmeno uno dei Comuni del Basso Molise. Squadre dei distaccamenti di Termoli e Santa Croce di Magliano, con le unità boschive, ma anche il Corpo forestale dello Stato e finalmente le unità di Protezione civile in convenzione sparse sul territorio, tra cui il Cvp di Campomarino, non

sono state un attimo ferme, poiché numerosi erano i focolai divampati da mettere in sicurezza, domando le fiamme. A Termoli sensibili le fiamme dalle parti dell’Ultravolo e nei pressi della Tangenziale Nord, tanto che l’Anas per permettere le operazioni di spegnimento ha interdetto la corsia verso Sud. In realtà gli stessi volontari del Cvp presieduto da Peppino Pesce ha anche provveduto a portare ristoro e acqua fresca ai passeggeri dei treni fermati per il

guasto sulla linea Termoli-San Severo, allertati dalla sala operativa dell’agenzia regionale di Protezione civile. E’ iniziativa ieri, dunque, la campagna effettiva antincendio sul territorio estesa anche alle associazioni che rientrano nel perimetro dell’Arpc, anche se le convenzioni rispetto al passato sono state tutte rinnovate al ribasso, ma lo spirito solidale dei volontari ha permesso comunque l’attivazione delle stesse.

In centro più passaggi per l’umido L’iniziativa di raccolta dei rifiuti differenziati per venire incontro alle esigenze dei ristoratori TERMOLI. Con l’obiettivo di andare incontro alle realtà del mondo della ristorazione, l’amministrazione Sbrocca ha inteso attuare una piccola ma sostanziale modifica al piano del ritiro dell’umido.

A seguito di alcune riunioni e confronti con i diretti interessati e l’assessore al ramo Filomena Florio, si è disposto un radicale cambiamento per questo periodo estivo. “Questa idea – afferma Sbrocca – nasce sem-

pre dal desiderio di venire in aiuto alla ristorazione del centro perché consentiremo loro un doppio passaggio al giorno e ciò significherà una maggiore possibilità di accumulare l’umido e smistarlo dopo pranzo e dopo cena”.

Una nuova iniziativa, quella attuata, a vantaggio della categoria della ristorazione del centro che va ad aggiungersi ai posti auto riservati nel piazzale del porto: tutto nell’ottica di favorire il turismo in città.

Le maglie dei giocatori in esposizione Dal 24 al 29 luglio alla Galleria civica, L’inaugurazione con Beppe Baresi TERMOLI. Fervono i preparativi per la mostra delle maglie di giocatori calcio che si terrà dal 24 a 29 Luglio prossimi presso la galleria civica. Scopo della mostra, oltre che benefico, è portare una novità a Termoli per i tanti che non hanno l’opportunità di arrivare al museo del Barcellona per vedere una maglia

indossata da Messi o a quello della Juve per una di Platini, Del Piero, Buffon o della finale di Champion di Berlino di Pirlo. Ah, dimenticavamo, anche della finale di Madrid dell’Inter di Milito e così via. “La nostra sarà una prima volta e avremo sicuramente molte lacune” – afferma Enrico Roveda, organizzatore dell’evento – “ma da questa

esperienza vorremmo anche capire se siamo in grado di rendere la stessa continuativa. Le maglie non saranno solo le mie ma anche di altri collezionisti e alcune saranno portate dalle loro collezioni personali e dallo stesso Beppe Baresi. La prima giornata vedrà la partecipazione del più volte miglior guar-

dia linee italiano Elenito Di Liberatore che quest’anno, oltre ad alcuni incontri del campionato italiano, è stato impegnato anche nella semifinale Champions Barcellona Bayern 3-0; lui parlerà dalle ore 19 agli assistenti e arbitri della sezione di Termoli. Siamo certi che questo interessantissimo evento avrà il successo che

merita e anche un’occasione di parlare di un calcio pulito e genuino, un occasione che non verrà sciupata.sabato 25, Beppe Baresi interverrà per fare foto e autografi a chiunque abbia piacere di conoscere un campione che ha fatto, sia da calciatore che da allenatore, la storia del calcio in Italia e nel mondo”.



15

Opinioni di Claudio de Luca Quasi mezzo secolo fa, un professore dell’Università di Stanford (Usa) fece un esperimento: fece abbandonare per istrada due autovetture identiche; stessa marca, modello e colore. Una venne parcheggiata nel famigerato Bronx, un’altra a Palo Alto, zona ricca e tranquilla della California in cui risiede gente di ben altra estrazione sociale. Un “team” di psicologi analizzò le reazioni degli abitanti dei due quartieri. Si poté constatare che l’auto abbandonata nel Bronx fu smantellata in poche ore, un po’ come succede a Napoli. Di contro quella di Palo Alto fu lasciata intatta. Preliminarmente fu semplice attribuire le cause alla povertà. Però, dopo una settimana, i ricercatori decisero di procedere ad un esperimento: frantumarono un vetro della vettura lasciata a Palo Alto. Il risultato fu identico a quello registrato nel degradato Bronx ed anche quest’ultimo veicolo venne smantellato. Così si comprese che non era soltanto la povertà ad innescare certi processi ma che su questi incideva pure qualcosa che aveva a che fare con la psicologia, con i comportamenti umani e con le relazioni sociali. Un semplice vetro rotto aveva trasmesso un senso di deterioramento, di disinteresse, di noncuranza, una sensazione di rottura dei codici di convivenza, di assenza di norme, di regole e di inutilità nel cercare di tutelare gli oggetti, fino ad arrivare a una violenza irrazionale nei confronti di ciò che oramai appariva una “res nullius”. Poi gli studiosi andarono oltre, e stabilirono che l’incuria ed il disordine accrescono addirittura mali sociali, fisiopsicologici, contribuendo a fare degenerare la cura dell’ambiente. Persino in una casa privata, il disordine ed il caos tendono a rendere più difficile l’educazione dei figli, generando una mancanza di rispetto fra i

21 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sentimento di tolleranza e comportamenti incivili

componenti della stessa famiglia sino ad innescare una ricaduta sulla qualità dei rapporti interpersonali interni e con la società in generale. Per la prima volta la “teoria delle finestre rotte” venne applicata, alla metà degli Anni Ottanta, nella metropolitana di New York City, il punto più pericoloso della città. La Polizia cominciò contrastando le piccole trasgressioni: i graffiti scomposti, lo sporco dalle stazioni, i soggetti ubriachi e drogati cronici, l’evasione del pagamento del biglietto, i piccoli furti; poi furono attuate azioni di disturbo. I risultati furono subito evidenti: una volta ovviato alle piccole trasgressioni, quegli Agenti riuscirono

a fare della metropolitana e delle sue adiacenze un luogo sicuro. Era il 1994, e l’allora Sindaco Giuliani si era basato proprio sulla teoria delle finestre rotte per promuovere una politica che venne definita “di tolleranza zero”. Il risultato pratico fu un abbattimento dei tassi di criminalità registrati sino a quel momento. Anche in Molise occorrerebbe un po’ di tolleranza zero. Ma questa parola risuona da decenni, senza èsiti, perché nella “ventesima regione” siamo buonisti e tolleranti ed abbiamo una gran paura della repressione. Però ci portiamo dietro il complesso dell’autorita-

rismo. Però questo va esercitato, ma a condizione che non sia rivolto verso noi stessi che, comunque, non intendiamo esporci manco assumendo una pubblica posizione al riguardo. L’ideale sarebbe una maggiore prevenzione (e repressione) delle Forze dell’ordine, mai esercitata nei nostri confronti; e noi dovremmo solo dirne male. Insomma ambiremmo ad una sorta di militarizzazione da temere e da aborrire, comunque esercitata nei confronti degli altri. Un modo di pensare che poi non dovrebbe farci gridare allo scandalo se, rotto il vetro di una finestra, notassimo segni di deterioramento, sfregi di carrozzerie, vetri rotti di bottiglie usate da giovani e santi bevitori che si fanno pure una canna. I piccoli reati si originano proprio così (e non si ha manco la percezione di essere incappati in illeciti penali). Dopodiché si andrà incontro automaticamente, quasi per istinto, a crimini più gravi. Se gli spazi pubblici sono danneggiati e nessuno interviene, saranno abbandonati per essere occupati dalla criminalità. Anche in merito all’abuso di autorità, dovrebbe valere la tolleranza zero. Non tanto nei confronti della persona che commette il reato, ma di fronte al reato stesso. In mancanza, assisteremo allo spettacolo di chi fa i propri bisogni in istrada o, andando oltre, all’uso sempre più consueto di spranghe di ferro, coltelli o addirittura machete.

Due qualità poco conosciute e poco apprezzate di Pasquale Di Lena Nei primi mesi di quest’anno, la stampa nazionale ha parlato molto del Molise grazie a un suo frutto spontaneo, diffuso dappertutto, il Prugnolo selvatico (Prunus spinosa), per le sue proprietà di potente antiossidante, prezioso per la prevenzione e la cura del cancro. La notizia data come una scoperta eccezionale che, se ben sfruttata, potrebbe fare le fortune di una regione come il Molise che, per i suoi caratteri rurali e agricoli, paga le crescenti difficoltà dovute alla pesante crisi che vive il Paese e, con essa, l’agricoltura in particolare. Per la verità, già qualche anno prima della grande scoperta, Antonella Baccari, tecnologa alimentare, che, subito dopo la laurea presso l’Università del Molise, ha saputo coinvolgere un gruppo di donne di Casacalenda dando vita a una cooperativa tutta al femminile aveva preso in considerazione il Prunus e, dopo la necessaria fase di ricerca e sperimentazione chiusasi positivamente, è riuscita anche questa volta, con altri due prodotti, un nettare e uno sciroppo di prugnolo, ad arricchire la linea dei prodotti dell’azienda BioSapori. Due prodotti davvero

Le virtù terapeutiche del Prugnolo sono pari a quelle economiche della BioSapori speciali, che ora sono altri due fiori all’occhiello. Un successo reso possibile all’insegna del bio; la grande passione e l’amore per il territorio, conoscendone le virtù, le straordinarie potenzialità, e, sapendo anche, che la qualità è nell’origine, cioè in questo bene comune che, se mantenuto integro dei suoi valori (storia, cultura, tradizioni) e delle sue risorse (ambiente, paesaggio e agricoltura), sarà ancor più prezioso. Sta qui la scelta del biologico e come essa diventi, da subito, il sigillo dell’intera attività, cioè BioSapori, questa piccola grande realtà al pari del suo Molise. Una realtà che si rinnova per essere sempre più in alto quale bandiera delle eccellenze agroalimentari molisane, cioè dei prodotti legati alla tradizione, che hanno un forte bisogno di salvaguardia e tutela del territorio per una loro trasformazione in testimoni esclusivi del Molise, una stupenda ed esclusiva città-campagna, che merita di essere visitata per essere, con BioSapori, meglio degustata.


"# )))

"'

%

($# ''

#!

* ($# ''

&"

" !

#!

'(%#

' +


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.