tuttO quELLO ChE gLi ALtRi NON DiCONO ANNO xii - N° 78 MERCOLEDì 6 ApRiLE 2016
Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo santagostino Rootostampa Molise sede legale via Normanno, 14 Campobasso tel: 0874.1919119 - stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - euro 1.00
REstA AggiORNAtO, sEguiCi ANChE su FACEbOOk
Pasquale Guarracino L’Oscar del giorno lo assegniamo a Pasquale Guarracino. Il sindacalista della Uiltucs Molise è uno dei pochi ancora a stare sulla breccia e a rilanciare proposte e protesta. Non da ultimo, ha risollevato l’aspetto della biblioteca ‘Albino’ di Campobasso sottolineando come la soluzione trovata sia a metà. Frutto di un tentativo di conquista dei vertici istituzionali?
L’Ardire
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
www.lagazzettadelmolise.it
Bibiana Chierchia Il Tapiro del giorno lo diamo a Bibiana Chierchia. L’assessore comunale di Campobasso all’Urbanistica, pur sfiduciata all’interno della sua stessa maggioranza, continua a restare in sella incurante di una città che non riesce ad avere più una fase di sviluppo e sta conoscendo una pericolosa involuzione. Eppure, aveva promesso di fare di Campobasso una città europea.
Il Nucleo di valutazione opere pubbliche non ha risultati ma costa ai molisani
Interrogarsi sul perchè di Giuseppe Saluppo
E’
ancora troppo calda la morte di Domenico De Maria per pensare, già e dovutamente, ad un riconoscimento della medaglia al valor civile. Ma cosa potrebbe bloccare questo passaggio rispetto a chi è andato oltre lo stesso senso dell’adempimento del dovere in un momento in cui domina il menefreghismo? E’ un esempio, oggi. Ho provato a dare una risposta alla domanda posta da mia madre, 85 anni, su cosa fosse accaduto e perchè a Campobasso. Qualsiasi descrizione è stata inutile. Legata all’immagine di una Campobasso diversa, lontana mille miglia da quella che abbiamo oggi dinanzi. E non sono le telecamere di videosorveglianza e maggiori pattuglie per strada a dare quel colpo di reni che tutti auspichiamo. La verità è che questa città ha perso i perni sui quali si è sviluppata. Ha perso la socialità, i luoghi di incontro, il bello, la cultura, le occasioni di lavoro. Se non si riparte da questi punti, sarà difficile abbandonare quel senso di crescita infelice che ha caratterizzato gli ultimi anni, sarà arduo recuperare quel senso di tranquillità che l’aveva posto tra le prime città d’Italia, sarà complicato uscire da un tunnel che appare senza fine. Oggi, però, stringiamoci alla famiglia di Domenico De Maria.
200mila euro buttati al vento
servizio a pagina 2
Assessori paralizzati e problemi irrisolti
Campobasso, una città allo sbando servizio a pagina 7 IL FATTO
Isernia
Punto nascita al ‘Veneziale’: chi boicotta?
Dubbi sui consigli a donne isernine di non partorire all’ospedale ‘Veneziale’
pagina 11
Termoli
Ferrovie in disarmo e i servizi restano fuori regione E’ la Cgil a tornare sulla questione del Dco trasferito a Bari mentre crescono i problemi.
pagina 3
Porto, l’area attende un Piano
La ridefinizione dell’area portuale attraverso un piano regolatore non è più rinviabile.
pagina 13
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 6 aprile 2016
Altri incarichi, altri compensi, altri favori alla Regione Molise: ottantamila euro per il direttore, 45 mila euro per i componenti all’anno, oltre gli oneri previsti per legge a carico dell’Amministrazione regionale
Direttore e componenti del Nucleo di valutazione cercasi
Tutto scorre, tutto accade nella più serena e pacifica normalità grazie ad un parallelo sistema di distrazione di massa accanto al sistema delle clientele Nel calderone degli incarichi regionali dove si beccano bei soldi, con scarse responsabilità, e molto prestigio, spiccano le figure di direttore e componenti del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Molise (Nvvip). I soldi: ottantamila euro per il direttore, 45 mila euro per i componenti all’anno, oltre gli oneri previsti per legge a carico dell’Amministrazione regionale. Le responsabilità: rendere un supporto tecnico nelle fasi di programmazione, valutazione, attuazione e verifica dei piani, dei programmi dei progetti e delle politiche d’intervento promossi ed attuati dalla Regione o da altri enti regionali. Il prestigio: essere e sentirsi parte integrante del potere politico, economico e programmatico destinati (sulla carta, però) allo crescita sociale e allo sviluppo economico del Molise. Alzi la mano chi di questo Nucleo ne abbia sentito parlare e/o conosca coloro che lo compongono e il lavoro reso. Difatti, è al coperto in una delle anse regionali dove meglio si può essere al riparo da occhi indiscreti. Non a caso il Nucleo non è mai stato citato né è stato fatto oggetto di attenzione nelle poche volte in cui la cronaca molisana s’è occupata del mondo e del sistema delle
l’intervento
clientele. Ce ne occupiamo sulla scia di una trafelata delibera della giunta regionale che a due anni dall’entrata in vigore del settennio programmatico dei Fondi europei 2014/2020 s’è accorta che il Nucleo andava rinnovato, non senza, però, prorogarlo indebitamente fino al 30 giugno. Indebitamente, in quanto per legge la proroga si può esercitare, motivatamente ed eccezionalmente,
per una sola volta e la giunta invece il Nucleo lo aveva già prorogato fino al 31 marzo. La stessa giunta s’è accorta pure, anche qui in ritardo, che l’avviso pubblico approvato il 31 dicembre 2015 per la formazione di un elenco di idonei per il conferimento dell’incarico di direttore e di due incarichi di componenti del Nucleo di valutazione, andava “ necessaria-
mente sdoppiato, per ragioni di chiarezza e di leggibilità, in due distinti avvisi pubblici per la formazione dei due distinti elenchi di idonei, rispettivamente per il conferimento dell’ incarico di Direttore e di componenti del Nvvip. L’avviso del 31 dicembre 2015 per come era stato predisposto “ingenerava confusione nella lettura e nella interpretazione del testo”. Da qui si capisce
Dardo
Referendum, strano il silenzio della Regione
di Alfonso Di Iorio Eppure il nostro Molise è stato tra le regioni che hanno promosso il Referendum, regioni in buona parte a guida PD ; è bastato che da Roma arrivasse l’ordine di astenersi , (una volta si diceva di ” andare al mare”) per non far raggiungere il quorum , che come d’incanto il problema dell’estrazione degli idrocarburi a meno di 12 miglia dalle coste è scomparso dal radar. Le uniche notizie si debbono alla pregevole opera di informazione dei Comitati ” No Triv.” Ora si può discutere sulle ragioni del SI e su quelle del NO, ma indurre gli elettori a disertare le urne e a rinunciare così ad uno strumento di democrazia diretta attraverso il quale si esercita la sovranità po-
anche del perché delle proroghe. Alla Regione sono spesso distratti e spesso confusionari, costringendo gli amministratori ad adottare provvedimenti illegittimi, a tenere in piedi Nuclei di valutazione scaduti e a procedere trafelati ad emettere nuovi avvisi pubblici. Tutto scorre, tutto accade nella più serena e pacifica normalità grazie ad un parallelo sistema di distrazione di massa accanto al sistema delle clientele. Visto e considerato lo stato pietoso dell’economia regionale, il livello della disoccupazione giovanile, le miglia di lavoratori in cassa integrazione, le opere pubbliche incompiute, e quelle compiute, ma con irrilevante qualità ed incidenza, sarebbe interessante oltre che istruttivo poter leggere le relazioni che il Nucleo di valutazione e di verifica di cui stiamo scrivendo ha redatto a supporto al percorso di elaborazione degli strumenti di programmazione economico-finanziaria delle risorse regionali, nazionali e comunitarie assegnate al Molise. Interessante ed istruttivo, per capire il grado di autonomia di giudizio o di appiattimento del Nucleo sull’operato degli amministratori regionali e sulla resa degli investimenti pubblici.
All’interno del Pd si levano voci contro la posizione assunta dal partito polare sancita dalla nostra Costituzione ,è davvero deplorevole. Poi nessuno si lamenti se si disertano le urne anche in altre competizioni elettorali, se cresce la disaffezione verso i Partiti Politici e se il primo partito italiano è quello degli astensionisti. Dopo aver esaminato le varie situazioni nei Comuni chiamati al voto per le prossime elezioni amministra-
tive, ne abbiamo discusso a lungo ieri con i Segretari dei Circoli della Federazione PD della provincia di Isernia. Tutti sono stati d’accordo nel favorire la massima partecipazione. Personalmente al prossimo referendum voterò SI, non soltanto perché il problema ci
riguarda da vicino, ma soprattutto perché condivido le tante ragioni per una risposta positiva al quesito referendario. La vittoria del SI non porterà ad una chiusura immediata delle attività che proseguiranno fino al termine della concessione, si fermerà il feno-
meno dell’abbassamento e dell’erosione delle nostro coste, si escluderà il rischio di sversamenti in mare , si eviterà l’ inquinamento dell’ambiente marino dovuto purtroppo alla normale attività estrattiva, tutelando così, anzi, incrementando il turismo che porterà nuovi posti di lavoro. La partecipazione al referendum dovrà significare anche e soprattutto la convinzione che ambiente, politiche energetiche e occupazione possono convivere insieme in un progetto complessivo che segni una inversione di tendenza sull’utilizzo delle risorse disponibili a favore delle energie rinnovabili. *Segretario Provinciale Federazione PD di Isernia
TAaglio lto
3 6 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Dal 2008 non ci sono più gli uffici di Campobasso ed Isernia del Dirigente Centrale Operativo di RFI
Non sono molti i treni che ripassano
In vista di una prossima riorganizzazione la Filt-CGIL ne chiede la riallocazione Si conoscerà finalmente un’inversione di tendenza rispetto allo svuotamento di uffici, mansioni e competenze decentrate in Molise da amministrazioni nazionali? Negli ultimi anni, progressivamente, molti uffici territoriali delle più varie amministrazioni sono state spostate dal Molise, provocando un impoverimento, sia economico ed occupazionale, ma soprattutto della qualità (e quantità, ovviamente) dei servizi disponibili. La ragione avanzata (ma molto spesso praticamente millantata) per questi decentramenti è stata ovviamente di natura economica ed il Molise, vaso di coccio tra i vasi di ferro, ha sempre dovuto sottostare alle preponderanti necessità di bilancio delle amministrazioni sparse per l’Italia. Come nel caso di RFI – Rete Ferroviaria Italiana. Fino al 2008, infatti, erano dislocati a Campobasso ed Isernia gli uffici del Dirigente Centrale Operativo, un presidio di grande importanza che contava otto addetti altamente qualificati vista l’importanza delle mansioni svolte. Da allora, sempre per le suddette superiori ragioni di riorganizzazione, soprattutto di bilancio, gli uffici furono spostati alla Direzione Territoriale di Produzione di Bari, con gli otto dipendenti molisani ricollocati o addirittura lasciati in una surreale condizione di quiescenza. A quanto pare questa brillante manovra di gestione delle risorse non ha portato i frutti sperati e cosi RFI pare stia pensando ad una nuova ridistribuzione sul territorio nazionale degli uffici del Dirigente Centrale Operativo. Un’occasione ghiotta per le rappresentanze sindacali molisane di chiedere il ripristino degli uffici di Campobasso ed Isernia e, con l’occasione, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Così scive, infatti, il segretario regionale della FILT CGILE, Giorgio Simonetti: “…ricordando anche che lo spostamento di detti Uffici ha coinciso con una serie di anomalie di circolazione dei convogli; considerato che i tempi di chiusura dei Passaggi a Livello sono enormemente aumentati, creando notevoli disagi al traffico veicolare nei centri urbani e rurali della Regione; visto che gli argomenti addotti dalla Soc. RFI in ordine all’inopportuno spostamento degli uffici DCO, non andarono oltre una generica, insufficiente e solo presunta riorganizzazione nazionale del controllo e regolazione del traffico fer-
L’intervento
Acqua bene pubblico, la rivolta dei sindaci
roviario; vista la cronica e conclamata mancanza di opportunità di lavoro e di crescita professionale per i dipendenti del Gruppo FS residenti nel Molise; credendo che siano superabili le difficoltà tecniche di spostamento degli Uffici suddetti che evidentemente, sarebbero uguali alle difficoltà riscontrate nello spostamento da Isernia e Campobasso a Bari e probabilmente migliorate visto il progredire delle innovazioni tecnologiche, chiediamo, che gli uffici DCO possano tornare ad essere allocati sul nostro territorio, con evidenti benefici occupazionali.” Insomma, siamo tutti testimoni di quanto il servizio ferroviario abbia conosciuto un declino pauroso negli ultimi anni nella nostra regione. Ovviamente la colpa non è tutta di questo spostamento degli uffici DCO; ci sarebbe da parlare del contratto di servizio ancora non rinnovato dalla Regione con la stessa RFI; si potrebbe parlare di un parco delle locomotive sostanzialmente fermo agli anni ’70;
l’intervento
si potrebbe discutere della mancata elettrificazione del tratto Roccaravindola – Campobasso ma di certo anche la scomparsa dal territorio regionale di uffici e competenze così delicati ha fatto in modo che la qualità del servizio, complessivamente, precipitasse in modo inesorabile. Vedremo quale saranno le decisioni dell’amministrazione di RFI e quale sarà, nel processo decisionale, la capacità di pressione che la politica (in primis l’assessore Pierpaolo Nagni, che di certo fin’ora non ha brillato) ed i sindacati sapranno esercitare per condizionarne efficacemente l’esito. Potremmo registrare, così, per una volta, un’inversione di tendenza rispetto all’impoverimento complessivo che stiamo conoscendo come molisani da diversi lustri a questa parte. Potremmo registrare un’inerzia positiva che andrebbe bene al di là delle singole otto unità lavorative che tornerebbero in Molise. Aggiornamenti in cronaca, come si diceva una volta.
Sindaci contro. Contro la bozza della legge regionale per l’organizzazione e la gestione del sistema idrico integrato (rete idrica, fognatura e depurazione). Una battaglia democratica contro l’evidente sconfinamento del potere legislativo regionale. Una battaglia democratica contro l’ormai scoperto obiettivo governativo, di favorire la privatizzazione della distribuzione e della gestione delle risorse idriche, partendo dal presupposto che le reti comunali sono un colabrodo, che gli sprechi sono considerevoli, addirittura che l’acqua costa poco, che non ci sono risorse finanziarie pubbliche per farvi fronte. L’acqua che diventa un bene commerciale è sostanzialmente una grave lesione alla volontà popolare espressa con il referendum perché sia pubblica e non alienabile, contro cui i sindaci guidati dal primo cittadino di Campodipietra Giuseppe Notartomaso (ma non è il solo) si vanno battendo su tutti i fronti loro accessibili. Dopo essersi rivolti al Tar (censura e confutazione d’illegittimità) e al Presidente della Repubblica, si apprestano a denunciare i profili di illegittimità, anche costituzionale, della proposta di legge regionale “Disposizioni in materia di risorse idriche della Regione Molise”. Ne dovranno prendere atto, e rispondere, il presidente della giunta regionale, il presidente del consiglio regionale, i consiglieri regionali, la Sezione regionale della Corte dei conti, la presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno. Ma l’indirizzo cui i sindaci tengono maggiormente che il loro messaggio, il valore civile e morale della loro battaglia vengano considerati e condivisi, è quello di ogni singolo cittadino molisano perché difenda l’acqua pubblica dai cedimenti della Regione Molise alle lobbie private, alla speculazione commerciale, agli affaristi attraverso l’Egam, il carrozzone che nasconde e camuffa gli intenti privatistici regionali, e una legge illegittima e anticostituzionale.
Da anni il settore resta senza precise risposte
Forestali, possibile nessuna risposta? di Rossella Griselli* L’ Unione Sindacale di Base dei lavoratori forestali del Molise (USB), chiede alla S.V. un incontro urgente per discutere delle problematiche relative gli operai idraulico forestali del Molise, i quali sistematicamente, svolgono attività lavorativa, per conto dell’Arsarp Molise, senza alcuna programmazione e idonea copertura finanziaria. Nonostante
L’Usb ha chiesto un incontro urgente con il Prefetto di Campobasso
le continue sollecitazioni di incontro inoltrate all’Assessore all’Agricoltura della Regione Molise Vittorino Facciolla, sistematicamente inevase, e le rassicurazioni avute nel corso dello scorso mese di febbraio con il Governatore Frattura riguardo i pagamenti delle spettanze maturate e una minima programmazione legata direttamente ai fondi del nuovo PSR 2014-2020, con rammarico e profondo sdegno,
constatiamo il persistere di una gravosa situazione che rende ancora più complesso e umiliante lo stato di chi è già condannato a convivere con la precaria quotidianità. Vista l’importanza del tema oggetto di discussione, preghiamo la S.V. di procedere alla convocazione in tempi celeri. *Responsabile Agroalimentari USB Molise
Taglio Alto
4 6 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Là dove si accumulano risorse finanziarie fioriscono progetti, programmi, convegni e partecipazioni per trovare il bandolo della matassa di come utilizzarle
Il Piano di sviluppo rurale nelle mani dell’università e delle Banche
Convegno certamente di qualità e spessore scientifico quello odierno, con interventi specifici, argomenti di ampia portata, che però ha stranamente omesso vi partecipassero rappresentanze degli agricoltori e imprese agricole Convegno, stamattina alle ore 10, presso l’aula “Filippo Silvestri” del dipartimento di Agricoltura, ambiente alimenti, al terzo edificio polifunzionale di Via De Sanctis a Campobasso. In agenda l’Agricoltura del terzo millennio per un Molise che, nato agricolo e pastorale, ha sperimentato, a sue spese, il fallimento del processo d’industrializzazione, lasciando per strada anche la vocazione turistica del territorio. Un ritorno alle origini, quindi, sulla scorta del progresso tecnologico, dell’innovazione e della produttività, con alla base il Piano di sviluppo rurale (Psr) allestito dalla Regione e generosamente finanziato dall’Europa. Là dove si accumulano risorse finanziarie fioriscono progetti, programmi, convegni e partecipazioni per trovare il bandolo della matassa di come utilizzarle. Quest’oggi se ne incaricano l’università e l’assessorato regionale all’Agricoltura, innanzitutto, quindi il sistema bancario e quello delle professioni, alla ricerca di reciproci vantaggi, quantunque ammantanti di tecnicismo,
l’intervento
Grandi assenti le organizzazioni agricole Eppure si tratta di strumenti finanziari
analisi economiche, prospettive di sviluppo che ne fanno un avvenimento scientifico. La piattaforma su cui poggiare analisi, confronto e discussione, come detto, sarà il Psr regionale elevato non a caso a “Motore di crescita per la Regione Molise nel 2016”, affidato, anche qui non a caso, al direttore generale della Banca dell’Adriatico, Roberto Dal Mas. L’assessore Regionale Facciolla, più modestamente, s’è riservato di illustrare i bandi del Piano che
Una scuola di legalità anche per il Molise
di Vincenzo Musacchio La Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise non lavora soltanto nelle scuole italiane e già un anno fa ha avviato un programma di studi sul delicatissimo tema delle infiltrazioni criminali a livello regionale che ha portato ad un progetto di legge per l’istituzione di un specifico osservatorio, le cui funzioni dovranno essere quelle di monitoraggio e ricerca sui tipi di infiltrazione criminale, nonché luogo di confronto con le associazioni del territorio. Vincenzo Musacchio, in qualità di direttore della Scuola di Legalità, ha già presentato in altre regioni (cfr. Emilia Romagna) uno schema di provvedimento legislativo sull’istituzione di un osservatorio antimafia. Il lavoro, approfondito anche in ambito europeo, evidenzia la necessità e l’importanza di questo strumento operativo per monitorare le infiltrazioni criminali ed essere
sono stati pubblicati, la loro valenza pratica e come accedervi. Ancora una Banca, invece, il gruppo Intesa Sanpaolo per l’agricoltura, con la direzione marketing, s’è assegnato il compito di spiegare il proprio supporto ai progetti di sviluppo aziendale. Quindi sarà Alfonso Scardera dell’Inea Molise a dimostrare come calcolare il reddito per le imprese agricole in relazione al Piano di sviluppo rurale. L’università del Molise, che
registriamo progressivamente sempre più vicina e funzionale alle strategie della Regione, con Angelo Belliggiano, presidente del Corso di laurea in Scienze tecnologiche agrarie, nel convegno si fa carico di spiegare l’Agricoltura nei processi di sviluppo rurale attraverso le politiche pubbliche e le logiche d’investimento delle imprese. Naturalmente il ruolo degli agronomi in tutto questo guardare all’immediato e al futuro dell’agricoltura e delle imprese agri-
cole molisane non poteva mancare e, difatti, non manca: il presidente dell’Ordine degli agronomi del Molise, Pietro Occhionero, dirà del Psr visto e valuto dalla prospettiva professionale. La chiusura del convegno, come l’apertura, ancora alla Banca dell’Adriatico che in modo esplicito, con il responsabile dell’Area commerciale, Giuseppe Paglione, prima delle conclusioni affidate al presidente della giunta regionale Polo di Laura Frattura, renderà noto il sostegno operativo dell’Istituto di credito. Cioè, quali i servizi offerti, quali i vantaggi di accedervi, quali i contributi professionali. Uno spottone promo/pubblicitario. Un sigillo impeccabile ad un convegno certamente di qualità e spessore scientifico, con interventi specifici, argomenti di ampia portata, che però ha stranamente omesso vi partecipassero rappresentanze degli agricoltori e imprese agricole. Perché potessero dire francamente la loro. Dardo
un valore aggiunto al lavoro delle istituzioni raccordando le forze sociali già attive nella salvaguardia del nostro territorio a livello di prevenzione primaria. Il progetto prevede anche un sito internet che dovrà far conoscere le procedure normative in materia e funzionerà da “riferimento ed ausilio per il cittadino”. Sia i contatti con la Commissione Nazionale Antimafia che quelli con esperti del settore fanno di questo progetto un’occasione unica
anche per il nostro Molise. Per questo, il tutto, ovviamente, verrà messo a disposizione degli amministratori della Regione Molise e delle Province di Campobasso ed Isernia totalmente a titolo gratuito. E’ una occasione unica che ci consentirà di creare un autentico spartiacque e distinguere i veri e i falsi paladini della legalità e dell’antimafia nel nostro piccolo territorio. Su questo, afferma Musacchio, comincerò una azione martellante
continua e costante, perchè sono convinto che sia uno strumento realmente necessario per la nostra regione. Rendo pubblica a tutti i media molisani questa esigenza improrogabile e darò in dote il progetto solo a quegli amministratori che si batteranno con tutte le loro forze perchè esso diventi una istituzione che, con reale autonomia ed indipendenza, possa porre un freno al fenomeno delle infiltrazioni criminali che purtroppo ci sono in Molise.
Credito di filiera, Finmolise che fa? CAMPOBASSO. Credito di filiera: ecco Finmolise: perchè non procedere in questa direzione consentendo a tante PMI di ottenere credito a tutto vantaggio della produttività che poi si traduce in maggiori ricavi e maggiori posti di lavoro? In un momento in cui le aziende non riescono ad ottenere prestiti e mutui, questo strumento finan-
La difficoltà di accesso al credito potrebbe essere superata così
ziario, attraverso Finmolise, potrebbe migliorare le condizioni di accesso al credito delle piccole e medie imprese. Il "programma filiere", consiste nella sigla di contratti di filiera, tra aziende leader e i loro subfornitori, per espandere a questi ultimi le stesse (migliori) condizioni di rischio dei capifiliera e di rating, che per gli operatori più svantag-
giati potrà migliorare "fino a tre livelli di merito".La finalità dell'iniziativa potrebbe migliorare per le piccole e piccolissime imprese l'accesso al credito, su indicazione delle società che stanno a capo della filiera produttiva, che darebbe loro la possibilità di essere seguiti da specialisti dell'istituto Finmolise, e di avere crediti alle medesime condizioni.
TAaglio lto
5 6 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Sviluppo urbanistico, mobilità, sicurezza, efficienza dei servizi primari, edilizia scolastica, sanità: i problemi che affliggono il capoluogo
Ci sono appuntamenti amministrativi poco graditi e, per essere tali, poco rispettati a Palazzo san Giorgio. Tra questi la convocazione del consiglio comunale per avere il rendiconto annuale dell’operato degli amministratori (assessori, consiglieri delegati dal sindaco, rappresentanti e amministratori delle società partecipate). L’esperimento è andato in scena l’anno scorso, con un battage politico in favore del gruppo dei consiglieri moderati (Ambrosio, Madonna e Colarusso) al quale andava il merito dell’iniziativa, gruppo apparso destinato a distinguersi per spirito d’iniziativa e capacità critica all’interno della maggioranza. Così non è stato, ma il seme di quella iniziativa ispirata da Ambrosio, fortunatamente non è seccato, anzi è germogliato, motivando lo stesso Ambrosio e i colleghi Iafigliola, De Bernardo, Montanaro, Columbro, Colarusso, Di Giorgio e Maroncelli a chiedere la convocazione della seduta consiliare monotematica, con all’ordine del giorno la rendicontazione dell’operato degli amministratori e degli altri soggetti titolati di deleghe e di rappresentanza svolto nel corso del 2015. La valenza politica, ovvero il peso politico dell’anima moderata all’interno della maggioranza in cui è prevalente il gruppo del Pd, è notevole, pari a quella della trasparenza: altro valore istituzionale preteso dagli otto firmatari, sul quale permane colpevolmente scarsa attenzione da parte dell’opinione pubblica locale. Ambrosio, Iafigliola, De Bernardo, Montanaro, Columbro, Colarusso, Di Giorgio e Maroncelli si sono incaricati di ricordarlo primo a se stessi, quindi, al presidente del consiglio, Michele Durante, che
Consiglio monotematico sulla resa degli assessori, dei consiglieri delegati e sulle società partecipate: Sea, Consorzio industriale Campobasso/Boiano e Banca delle Province Molisane Ambrosio, Iafigliola, De Bernardo, Montanaro, Columbro, Colarusso, Di Giorgio e Maroncelli: otto consiglieri comunali in difesa del diritto a conoscere l’attività dell’amministrazione
avrebbe dovuto provvedere spontaneamente alla convocazione, rispettando lo statuto e il regolamento comunali, qualora fosse rimasto il consigliere incisivo e irriverente di cui s’è spesso occupato la cronaca. Nel grigiore dell’andazzo quotidiano, sono questi momenti di confronto, questo affrancamento dei consiglieri dalla logica ferrea dei partiti a garantire una quota minima di democrazia partecipata, altrimenti preclusa,
se non addirittura negata. Nel gruppo degli otto firmatari, in questo caso spiccano per coerenza ai valori etici della politica i nomi di Colarusso e De Bernardo, in predicato di essere chiamati dal sindaco Battista a far parte dell’esecutivo. La promessa del soglio assessorile evidentemente non li ha frenati nella determinazione di avere conoscenza di ciò che nel corso del 2015 è stato prodotto a livello comunale e nelle realtà in
cui l’amministrazione di Palazzo san Giorgio è presente e partecipa con proprie risorse umane e finanziarie. Inutile dirlo, al centro dei resoconti annuali rimangono in evidenza e costituiscono il piatto forte del confronto gli esiti amministrativi e contabili della Sea, del Consorzio industriale Campobasso/Boiano, della Casa di riposo “Pistilli” e della Banca delle Province Molisane, del cui consiglio d’amministrazione fa parte il Top Manger comunale, Antonio Iacobucci, dalle cui labbra i consiglieri attendono informazioni tecniche e finanziarie sull’incidenza della Banca nell’economia locale. Della Sea, in
particolare, hanno fatto scalpore e sono stati oggetto d’interrogazioni e interpellanze le spese per incarichi di consulenza (centinaia di migliaia di euro) e quelle per la presidenza e del consiglio d’amministrazione (sessantamila euro). E’ il caso, dunque, che questa società rimanga in piedi o è il caso di passare alla gestione diretta del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti? Quesito che può trovare soluzione dal confronto consiliare, e che potrà determinare nei consiglieri comunali una riflessione seria e ponderata sul ruolo e sulla utilità delle società partecipate. Quindi identico discorso per le altre situazioni in essere, in cui il Comune di Campobasso è il referente di maggior rilievo e prestigio. Non di meno sarà possibile sapere il risultato delle attività assessorili in rapporto al programma elettorale e, soprattutto, in rapporto ai problemi che affliggono il capoluogo: sviluppo urbanistico, mobilità, sicurezza, efficienza dei servizi primari, edilizia scolastica, sanità. Merito agli otto consiglieri comunali se ne sapremo qualcosa e di più.. Dardo
Duecento milioni di euro per le imprese edili. Tra qualche mese... L’Unica cosa che ci può tornare utile, in qualità di osservatori delle vicende della politica molisana, circa la seduta monotematica di ieri del consiglio regionale dedicata alla crisi dell’edilizia, è segnare la data sulla nostra agenda e darci appuntamento a “tra qualche mese” (Due? Tre? Quattro? Purtroppo non è dato di sapere), come ha tenuto a fare il presidente della giunta Paolo Frattura, in chiusura dei lavori. Un appuntamento (solo un pò vago) per verificare che le parole che ieri sono state usate in abbondanza siano, nel frattempo, diventate impegni concreti. Il più succulento dei quali sarebbe quello della messa in cantiere
di opere per duecento milioni di euro (ci siamo segnati anche questa cifra sull’agenda, così per non sapere né leggere e né scrivere…). Viabilità, sistemi idrici, dissesto idrogeologico e l’immancabile tela di Penelope della ricostruzione post sisma, questi gli ambiti in cui questa montagna di milioni dovrebbero essere spesi. Tra qualche mese. Per quanto attiene alla realtà, purtroppo, siamo fermi ai due milioni e settecentomila euro finora liquidati alle imprese sui ventisei incassati dal governo di Roma a Dicembre dello scorso anno da parte della Regione. Si parte da qui, in attesa di vederci piovere addosso gli altri duecento (e
ventitré). Proprio sui temi della ricostruzione, dei ritardi nei pagamenti, delle difficoltà tecniche legate all’operato della fu Agenzia di Protezione Civile, reincanatasi nell’odierna Agenzia per la ricostruzione, si sono sviluppati gli interventi dei consiglieri intervenuti. Ovviamente da prospettive opposte a seconda della posizione della poltrona da cui si sono alzati, temporaneamente, per prendere la parola: Iorio, Ciocca, Fusco Perrella, Scarabeo, Federico, Niro e Parpiglia, poi l’Assessore al ramo, Pierpaolo Nagni, ed, infine, il Presidente, Paolo Di Laura Frattura, hanno tutti voluto dire la loro, per esempio,
sulla necessità di attivare iniziative per sveltire le pratiche burocratiche. Quali siano queste iniziative, però, non è stato ben chiarito. Lo scopriremo, probabilmente, tra qualche mese. Volendo ostinatamente vedere il bicchiere mezzo pieno, possiamo segnalare il fatto che, finalmente, la crisi del settore edile molisano, viene data come fatto og-
gettivo e, si spera, finiscano così, una buona volta, gli atteggiamenti bulleschi e traciomicamente ridanciani con cui molti politici di maggioranza, Salvatore Ciocca su tutti, hanno inteso rispondere agli appelli disperati che l’Associazione Costruttori Edili del Molise ha lanciato nei mesi scorsi. Nel vuoto del disinteresse generale.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
6
Campobasso
6 aprile 2016
Stasera al Savoia serata d’onore per il compleanno del cantautore campobassano
Gli 80 anni di Fred Bongusto di Gennaro Ventresca Sapeste come è bello uscire sul patio a farsi un bagno di luna, rimuginare raggomitolato nella poltrona, assieme a Zoe, la mia adorabile gattina nera con una stella bianca sulla fronte. Bisogna saper sfruttare al massimo i momenti di solitudine che ti regala la notte. Naturalmente al mattino si è uno straccio, per la mancanza di quattro ore di sonno. Nell’umido del mattino dalla mia finestra scorgo, verso Est, il Castello Monforte e, a Nord, lo stadio di Selva Piana. Com’è triste lo stadio della nostra città. Cercano di strappargli un sorriso alcuni uomini e donne che, vestiti di comode tute, inanellano giri su giri, per mantenere tonici i loro fisici. E poi c’è anche qualche ciclista che evitando le buche pedala forte, come se fosse impegnato in una kermesse che nel lontano passato appassionava gli spettatori televisivi. Maspes e Gaiardoni furono fantastici a tenerci con il fiato sospeso, durante i loro interminabili surplace, posizione di quasi immobilità sulla bici-
cletta, nel tentativo di farsi precedere dal rivale, all’ultimo giro, prima di sferrare la volata conclusiva. Le nuove leve sanno poco anche di quel tipo di ciclismo, non ignorano solo chi siano stati Coppi e Bartali e i loro indimenticabili dualismi. *** Grazie a Dio, vuoi o non vuoi, in questi ultimi tempi sono rispuntati i nomi di Tony Dallara e Fred Bongusto, i due cantanti molisani più noti assieme alla termolese Annarita Spinaci che, per la verità, è il caso di metterla tra gli artisti minori, anche se la sua voce
avrebbe meritato miglior fortuna. Stasera al Savoia, per mano di una benemerita associazione che ha nel magnetico Michele Falcione il suo presidente, la città capoluogo renderà un doveroso omaggio al nostro concittadino Fred Bongusto. Lo spettacolo è stato organizzato per gli 80 anni di Fred. A dire il vero, il cantautore nato e cresciuto in via Marconi, oggi di anni ne compie 81, ma poco conta. Anche se va spiegato che gli organizzatori non hanno di certo fatto uno scivolone sulle quattro operazioni, ottanta suona meglio di ottantuno. Per una ricorrenza i numeri tondi fanno più effetto.
Non si sbaglia invece nel dire che la circostanza sarà utile anche per festeggiare i 60 anni artistici dell’artista che ha fatto innamorare con le sue canzoni intere generazioni, senza limiti d’età. L’amore arriva quando vuole, senza chiedere ragione alla carta d’identità. Va spiegato, tanto per non passare per imbroglioncelli di paese, che il festeggiato non sarà presente, per seri motivi di salute. Ma nulla osta, le sue più belle
canzoni, attraverso uno spettacolo armonioso e piacevole, verranno eseguite dal vivo da Antonello Carrozza che è anche il direttore artistico dell’evento e da Alessandra Parente, figlia del notissimo menestrello campobassano Adriano Parente. Giusto per essere più completi bisogna ricordare che l’incasso della serata verrà interamente devoluto a favore della associazione che fa capo a Padre Lino Iacobucci e che sostiene le ragazze madri.
Porto abusivo di arma da fuoco, arma bianca e munizioni I Carabinieri di Gambatesa hanno tratto in arresto l’uomo sprovvisto di porto d’armi GAMBATESA. I Carabinieri della stazione di Gambatesa, durante un posto di controllo della circolazione stradale, hanno fermatouna persona del posto, che,in evidente stato di agitazione scaturito dal controllo cui era sottoposto, ha insospettito gli operanti che hanno deciso di perquisire la sua autovettura trovandolo in possesso di
Via Mazzini, parcheggi a disco orario E’ l’accordo raggiunto tra i commercianti della zona e l’assessore Colagiovanni CAMPOBASSO. L’assessore alla Polizia Municipale e alle Attività Produttive, Salvatore Colagiovanni, e il consigliere comunale, delegato alla mobilità, Lello Bucci si sono recati in via Mazzini, nei pressi dello spartitraffico appena ‘restituito alla città’ per un incontro con gli operatori economici che operano nella zona. Scopo del summit è stato quello di coinvolgere chi vive con le proprie attività commerciali ed economiche una delle aree più trafficate del capoluogo molisano, al fine di trovare una soluzione condivisa per la fruizione dei parcheggi. È uno degli annosi problemi di via Mazzini. È stata sufficiente poco meno di un’ora per decidere insieme come regolamentare l’area. Alla destra dello spartitraffico, la parte adiacente alla ferrovia, sarà possibile una sosta di un’ora, mentre sulla sinistra, ovvero la parte che confina con la carreggiata (di fronte alla palestra Osca) il posteggio potrà essere usufruito per mezz’ora. Mezz’ora anche lungo via Mazzini, dal tabacchi alla Chiesa di San Francesco d’Assisi, dove ci sarà
un’apposita area di carico e scarico per gli operatori commerciali dalle ore 8 alle ore 20. I limiti orari per il parcheggio saranno validi dalle 9 alle 20. Dalle 20 alle 9 del mattino sarà possibile parcheggiare senza limiti orari. “Una scelta – le parole dell’assessore Colagiovanni e del consigliere Bucci – condivisa con chi lavora a via Mazzini, commercianti rimasti per lungo tempo inascoltati. Oltre a regolamentare l’orario per il parcheggio, in modo da garantire un via vai di cittadini, che potranno usufruire dei servizi offerti dalle attività della zona con maggiore facilità di trovare parcheggio, condizione indispensabile per attirare in un’attività commerciale la clientela. Ovviamente, andiamo anche incontro ai residenti, che dalle 20 alle 9 del mattino potranno parcheggiare senza limiti temporali. Di giorno occorre tutelare i commercianti, che già vivono un momento difficile. Un ruolo importante lo svolgeranno gli agenti di Polizia Municipale, che saranno chiamati a verificare il rispetto delle nuove regole”.
una pistola marca Luger, due caricatori, 45 colpi cal 7,65, un pugnale del tipo spadino e due coltelli di cui uno a scatto del genere proibito. Immediatamente è stata estesa la perquisizione anche alla sua abitazione, al termine della quale veniva rinvenuta una cartucciera contenente 96 cartucce a pallettoni. Il predetto, sprovvisto di qualsiasi titolo autorizzativo per la detenzione di armi, è stato condotto immediatamente in caserma per ulteriori accertamentied al termine delle formalità di rito, i Carabinieri lo hanno tratto in arresto per detenzione e porto abusivo di armi e munizioni.L’A.G.,informata, ha disposto che l’arrestato fosse tradotto presso la propria abitazione per essere sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa di giudizio. Nel frattempo si indaga sull’origine e la provenienza delle armi e delle munizioni le quali sono state sottoposte a sequestro, mentre verranno effettuati accertamenti tecnici sulla sola pistola al fine di verificare se sia stata mai utilizzata per commettere fatti delittuosi.
Campobasso
7 6 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Via Marconi, asfalto sui marciapiedi Dopo avere sistemato il manto bituminoso tra le basole, ora si coprono i vuoti delle mattonelle smo vivente e aggiungere una pezza qui, una lì; consentire che si mettano due mani d’intonaco da una parte, altre due, di colore ovviamente divergente, dall’altra è un piccolo e lento suicidio assistito di quello stesso delicatissimo organismo di cui si parlava. Ammesso che si debba fare le nozze con i fichi secchi per definizione
CAMPOBASSO. Via Marconi, possibile mettere oscene pezze di bitume a margine dei tombini, tra basola e basola e addirittura per riempire lo spazio di un paio di mattonelle mancanti sul marciapiede? Interventi, per la verità, che gi si riscontrano in altre zone. Ora, non è che si voglia fare della polemica a tutti i costi ma, pur volendo considerare tutte le possibili attenuanti con cui le amministrazioni comunali fronteggiano questi anni di tagli e penalizzazioni che arrivano dal governo centrale, è mai possibile che non si potesse prevedere una serie di lavor(ett)i più decorosi e funzionali? Nulla è più deprimente delle pezze peggiori dei buchi, e questo è un caso di scuola. Il centro storico è come se fosse un delicatissimo organi-
“Santa Maria non chiuderà” Il Santuario di Cercemaggiore, dell’Ordine dei Domenicani, continuerà a restare aperto
Una città abbandonata a se stessa Egregio direttore, Il tristissimo, incredibile evento che ha caratterizzato la nostra città sabato 2 aprile va inserito, se si vuole essere onesti intellettualmente, in un contesto ben più ampio. In tanti continuano a soffermarsi sull’effetto, o si spendono in inutili encomi della figura del povero Domenico, ma nessuno risale alle cause, perché nessuno contestualizza l’accaduto. Campobasso si sta caratterizzando per il suo lasciar fare, è come se avesse un marchio di fabbrica in questo senso: -lasciare che un balordo distrugga le pensiline degli autobus e passarvi avanti come se niente fosse; -lasciare che un altro balordo deturpi i muri della città e non provare non dico a denunciarlo, perché spesso non si ha occasione di vederlo all’opera, ma quanto meno a ripulire, e allora vedi sgorbi giacere per mesi o anni; -lasciare che la strada dove sorge il proprio condominio sia infestata da auto che sfrecciano a tutta velocità senza neanche provare a fare una petizione che coinvolga il vicinato per la creazione di dossi artificiali; -lasciare che adolescenti ineducati dai propri genitori vandalizzino i giochi di Villa dei Cannoni, in particolare quelli dedicati agli handicappati; -lasciare che le auto rimangano in sosta sulle strisce pedonali indisturbatamente (chiesa di S. Francesco, Tribunale) o in doppia fila in strade già di per sé anguste (via Mazzini);
(e anche questo sarebbe tutto da dimostrare), basterebbe comunque un po’ di cura dei dettagli e di attenzione generale per limitare danni e, piccoli e grandi, disastri. E, soprattutto, ripristinare quel senso di decoro che apparteneva alla città di Campobasso e, ora, volutamente distrutto.
-lasciare che i propri ragazzi comincino a gironzolare per le vie della città sin dalle prime ore del pomeriggio; -lasciare che idioti riducano ad uno stato di lerciume il Municipio e il palazzo dell’Assessorato ai Lavori Pubblici senza che un politico, mosso da indignazione, ne proponga la ripulitura, magari
Il continuo lasciar fare, sta producendo pericolosi e nefasti effetti di tasca propria visto che forse non se la passa male, per rispetto all’istituzione che rappresenta; -lasciare che gli strumenti ginnici posti lungo l’unica ciclabile della città vengano deturpati, per quanto robusti essi siano -lasciare che intere aree della città siano oggetto di bravate senza che si emani un’ordinanza sanzionatoria “Molti oggi parlano dei giovani,
ma non molti, ci pare, parlano ai giovani” (Papa Giovanni XXIII): vorrei ripetere questa frase di-
nanzi a tutti quei genitori che hanno lasciato fare i loro figli, pensando di dargli affetto non dicendogli nulla, o regalandogli l’ennesima play station piuttosto che l’ennesimo smart phone. L’educazione è dialogo, e purtroppo dalla mancanza di dialogo scaturisce un essere informe che nessuno vorrebbe vedere, ma che è sotto gli occhi di tutti: una generazione priva di ideali, sempre alla ricerca del plauso altrui perché altamente insicura di sé che, per quanto navighi sui “social” network, non sa cosa voglia dire avere una dimensione sociale, e rimane bloccata nella solitudine delle proprie idee negative. Una generazione spesso mancante nelle parrocchie, quando invece in molte del Centro-Nord vedi frotte di adolescenti che frequentano gli oratori e, dopo le loro attività, affollano le liturgie non in modo anonimo, ma sull’altare, in intima vicinanza con l’officiante. Il lasciar fare ha portato a tutto questo, e quanto più le giovani generazioni percepiscono che rimarranno impunite, tanto più si
sentiranno autorizzate a perpetuare le loro gesta inconsulte. Penso quindi che la videosorve-
CERCEMAGGIORE. “Il Santuario di Santa Maria della Libera a Cercemaggiore non chiuderà!”. A darne notizia il presidente del Consiglio regionale del Molise, Vincenzo Cotugno, al termine dell’incontro con il Priore provinciale dell’Ordine dei Domenicani, fr. Francesco La Vecchia. Il Presidente Cotugno era stato sollecitato dall’intera comunità di Cercemaggiore, capeggiata dal sindaco Vincenza Testa, ad occuparsi di una questione che avrebbe portato, dopo sei secoli di storia, a perdere la presenza a Cercemaggiore dei frati domenicani. E questa mattina il superiore provinciale ha accolto l’invito del presidente Cotugno ad affrontare la delicata vicenda, che tiene in apprensione l’intera comunità cercese. Per motivi logistici e di carenza di frati, l’Ordine dei domenicani mesi fa aveva deciso di lasciare il Santuario molisano, indicando la data del prossimo 3 luglio come ultimo giorno di una storia secolare. Ma un colloquio sereno con animo collaborativo tra il presidente Cotugno e il padre provinciale, teso a risolvere la questione nel migliore dei modi, ha portato alla decisione finale che vedrà gli attuali padri doglianza tanto sbandierata debba essere solo una componente aggiuntiva di quel sistema di regole e di senso civico che deve tornare a fare capolino nella nostra città. Se non capiamo questo, arriveremo sempre a trovare soluzioni estemporanee, e quindi a non debellare il problema. “Fare i figli è procreazione, educarli e crescerli è creazione” (Efim Tarlapan): partiamo da questo assunto se vogliamo ricreare qualcosa di buono per la nostra città, altrimenti ci annienteremo nel nichilismo. Non so quale volto si deciderà di
menicani rimanere per un periodo indefinito fino alla risoluzione conclusiva della vicenda. “Si tratta di un risultato importante per tutta la popolazione di
Cercemaggiore e del nostro territorio” ha affermato il presidente Cotugno al termine dell’incontro “ottenuto grazie alla completa disponibilità del padre provinciale, fr. La Vecchia, che ha intenzione di collaborare per trovare una soluzione che soddisfi tutti. Un ringraziamento va anche al sindaco di Cercemaggiore e all’intera comunità che con grande garbo e con toni pacati” ha concluso il presidente Cotugno “ha condotto questa difesa di un luogo di culto al quale l’intera cittadinanza si sente legata. Il Santuario di Cercemaggiore dovrà rimanere per sempre un punto di riferimento come lo è stato negli ultimi seicento anni, e a questo obiettivo lavoreremo anche in futuro ”.
far vedere al Presidente Mattarella il prossimo 22 aprile, mi auguro solo che gli si voglia parlare, in tutta onestà, di questo come di altri episodi di una generazione che si sta perdendo e, con essa, quella di chi l’ha messa al mondo. Che l’ondata d’indignazione per quanto accaduto non passi mai, che il tempo non cancelli proprio nulla, ma ci insegni, tutti insieme, a reagire ad un pericoloso stato di cose, che sta rendendo Campobasso una realtà dove non è facile né piacevole vivere. Distinti saluti Angelo Miele
Italy
11
Isernia
6 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Chi consiglia a non partorire a Isernia? di Emilio Izzo Trovare persone perbene, serie e professionalmente capaci ed oneste forse sta diventando difficile ma non impossibile. Quando approfittatori si annidano nelle maglie della variegata umanità, sta a noi tutti cercare di individuarli e costringerli a ravvedersi. Ma quando, sempre più spesso, quasi sempre, questi individui si annidano nella cosa pubblica, tocca alle varie anime delle pagatissime istituzioni, porvi rimedio. E se ciò non dovesse accadere vuol dire che toccherà a noi anche il gravoso compito di mettere mano alle istituzioni. Veniamo per un attimo al problema sanità, all’ospedale F.Veneziale di Isernia
e all’annunciata cancellazione del punto nascita con ripercussioni anche su ostetricia e ginecologia. Secondo quanto disposto dal governo nazionale e sottoscritto dall’assente quanto inutile (ma non sempre, dipende da cosa gli conviene di più) presidente della regione Molise, il reparto con i piccoli da far nascere potrà essere conservato solo se si assicurano 500 nuovi parti. E’ chiaro a tutti che queste cifre, sparate così come cazzate al vento, non tengono conto della nostra terra, del numero di abitanti, del calo demografico, delle persone senza lavoro, senza reddito e senza speranze di poter fare famiglia e
quindi figli, insomma, cazzate gratuite, volgari ed irritanti! Eppure esiste un aspetto nient’af-
Il Progetto MoliSani contribuisce a disegnare la situazione dell’obesità su scala internazionale Con i suoi venticinquemila partecipanti, tutti del Molise, il grande studio epidemiologico ha collaborato a chiarire i termini di uno dei più grandi problemi attuali di salute 700 ricercatori in tutto il mondo, quasi venti milioni di persone studiate. Sono i numeri di una gigantesca ricerca internazionale che ha ridisegnato la situazione dell’obesità nei vari Paesi. In questo prestigioso gruppo c’è anche il Progetto Moli-sani, una delle più ampie ricerche epidemiologiche condotte in Europa e nel Mondo. Pubblicato sulla prestigiosa rivista britannica The Lancet, lo studio ha aggregato i dati di 1698 ricerche svolte in tutto il mondo e li ha usati per calcolare l’Indice di massa corporea (BMI nella sigla inglese) e ottenere in questo modo un quadro preciso e aggiornato della situazione dell’obesità mondiale. Valutare la situazione dell’obesità è un obiettivo ritenuto cruciale perché questa condizione rappresenta un problema enorme a livello mondiale per la salute dei cittadini, e le autorità sanitarie sono fortemente impegnate in campagne di prevenzione. Conoscere quanto sia diffusa, e quanto gli interventi siano efficaci nel ridurne l’incidenza, significa affrontare meglio quella che è una vera e propria emergenza sanitaria. Il lavoro scientifico ha evidenziato alcuni dati molto interessanti. A cominciare da quello relativo all’andamento dell’obesità nel corso del tempo: negli ultimi quaranta anni la percentuale di uomini obesi è triplicata (dal 3,2% del 1975 al 10,8% del 2014), mentre nelle donne è stato osservato un raddoppio (da 6,4% a 14,9%). Significa 266 milioni di uomini e 375 milioni di donne colpiti da questo problema. Un intero continente, in pratica. Come prevedibile, gli Stati Uniti detengono il primato dell’obesità tra i paesi avanzati, mentre nello stesso gruppo i meno obesi sono gli uomini e le donne giapponesi. In generale, considerando le tendenze osservate, la situazione potrebbe andare presto fuori controllo. E le strutture sanitarie mon-
diali rischiano di collassare sotto il peso delle numerose patologie provocate dall’obesità. “Questa – dice Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli e responsabile del progetto Moli-sani - era una delle promesse più importanti fatte dieci anni fa ai cittadini del Molise: la loro partecipazione allo Studio Moli-sani avrebbe avuto ripercussioni per la scienza e la medicina in tutto il mondo. Oggi, ancora una volta, questa promessa viene mantenuta. Grazie anche al nostro studio, possiamo lanciare un allarme per tutti i Paesi e tutti i cittadini del pianeta: l’obesità è una emergenza a tutti gli effetti”.
“I risultati raccolti in questo lavoro – commenta Giovanni de Gaetano, capo del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed – sono molto importanti perché sottolineano l’urgenza di uno sforzo internazionale per lanciare campagne di prevenzione capaci di arrestare l’epidemia di obesità che rischia di minare il futuro di tante persone e della stessa economia mondiale. Ancora una volta siamo orgogliosi del grande contributo che la gente del Molise, con la sua partecipazione al Moli-sani, sta dando a tutto il mondo. La nostra regione, grazie alla generosità e all’entusiasmo dei suoi cittadini, è ormai entrata da protagonista sulla scena scientifica internazionale”.
fatto secondario, anzi per certi versi determinante, preoccupante, delinquenziale. Ho avuto modo di appurare che almeno il 10% delle potenziali partorienti residenti in loco vanno a mettere alla luce i prorpi piccoli in altre realtà! E vabbè, ci sta, ognuno fa le scelte che crede più opportune. Però, premesso che non trovo carino dare i natali ai propri figli, loro inconsapevoli ed incolpevoli, in luoghi né materni né paterni, bisognerebbe capire cosa spinge le partorienti a fare tale scelta. Per esperienza diretta, avendo avuto la possibilità di diventare padre di due figli messi al mondo presso l’ospedale di Isernia, tra l’altro a tale distanza di anni da verificarne nel tempo l’efficienza, e considerato che la seconda stupenda bimba è venuta alla luce poco più di un anno e mezzo fa, quindi testimonianza di un’attività molto recente e non condizionata dai “bei tempi che furono” di nostalgica memoria, posso affermare senza tema di essere smentito che non esistono motivi per consegnare i natali dei nostri figli ad altre realtà geografiche non confacenti e non aderenti. Conforto, assistenza, gentilezza e professionalità, io e mia moglie ne abbiamo trovati senza riserve. Il giorno del parto almeno sei persone erano con lei in sala per l’assistenza dovuta al fine di coronare una venuta alla luce quanto più naturale possibile, quando possibile. Ed è qui che volevo arrivare. Alcune madri invece, attirate da consigli a volte amichevoli ma non esperti, optano per un parto fuori regione, affidandosi a medici che passano da noi per prendere tutto ciò che può far comodo ma che poi non lasciano nulla al territorio, all’assistenza, al naturale. E mi spiego meglio. Dei “professionisti” hanno in regione studi privati per l’assistenza alle partorienti, dove magari praticano parcelle irrisorie, anche troppo (ma allettanti per le assistite), che però successivamente portano nelle loro strutture private, ubicate in altre regioni, le madri per accompagnarle al parto. E fin qui la prima parte del danno, quello derivante dall’impoverimento del nostro ospedale e quello causato alle difficoltà logistiche che tale scelta
comporta. Ma la parte più oscena deve ancora arrivare! Sembrerebbe, da testimonianze raccolte, che almeno per uno dei medici vocato a tale percorso il parto naturale non sia contemplato nel proprio orientamento professionale e che quindi l’unica opzione possibile, per le incaute mamme, sia quello del taglio cesareo! Tutte le mamme, fatti salvi quei rari casi di reale necessità, risultano “tagliate” per fare una cosa naturale e vecchia come il mondo! E già qui mi sentirei di argomentare ma lascio per carità cristiana. Ma la vera oscenità è nascosta dietro la differenza che corre, come retribuzione per il medico, tra un parto naturale e un intervento vero e proprio come un cesareo! Nel primo caso ci troviamo difronte ad ordinaria amministrazione e quindi rientrante nel compenso mensile del medico, nel secondo la retribuzione extra per un intervento, ammonta a circa mille euro! Capisci a me! Ma l’assistito non se ne accorge, paga il servizio sanitario nazionale! Sì, ma paga la regione Molise alla struttura privata dove è stata eseguita l’operazione. E’ chiaro?!!!! Beffa e danno, danno e beffa per le spese sostenute dalla Regione, cioè da noi e per la diminuzione di nascite preziose per la sopravvivenza di un reparto al servizio del territorio. Orbene, adesso mi chiedo, visto che la pratica del cesareo è consentita nei casi di reale difficoltà della partoriente, cosa vieta alla regione Molise di attivarsi per una commissione d’inchiesta al fine di verificare l’esistenza reale di tali difficoltà nella quasi totalità dei casi?! E cosa vieta alla regione Molise di costituirsi parte lesa nel caso in cui, come immagino, venisse fuori che la pratica è di comodo e non di pericolo?! Ecco, questo chiedo e nel frattempo una diffida nei confronti di chi si sta muovendo in questo senso non sarebbe peregrina! Facciamolo e facciamo in modo di aprire gli occhi alle tante madri che danno i natali ai propri figli fuori dalla madre terra, a loro va ricordato che una madre potrà essere pure snaturata (come spesso Isernia insegna), ma resta sempre la mamma!
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
12
Termoli
6 aprile 2016
Enogastronomia, una vera sfida Il corso inserito nella Facoltà di Turismo a Termoli, un ottimo punto di partenza per l’intera area TERMOLI. Prosegue, l’espansione dell’università sul territorio, proseguono gli incontri e i protocolli d’intesa a sancire la possibilità di infittire le maglie della rete delle collaborazioni. E con essa (possibilità) di creare le condizioni tecnico/scientifiche per valorizzare l’enogastronomia, e il turismo nelle sue multiforme espressioni con operatori sul territorio di livello scientifico universitario. Grazie all’arricchimento dei corsi di laurea in Scienze Turistiche e Beni culturali, con Enogastronomia e Turismo a Termoli. Laureati con competenze territoriali, tecnico-scientifiche, culturali, giuridiche ed economiche relative al settore, in grado di svolgere compiti di programmatore di turismo, di esperto travel designer (di programmatore di viaggi), di esperto di turismo incoming (di turismo in entrata), esperto in wine&food tours (di esperto in viaggi enograstronomici), professional event organizer (organizzatore di eventi), comunicatore showcooking (cuoco in scena) e ogni altra attività del settore riconducibile all’ambito tecnico, imprenditoriale o manageriale, dell’accoglienza, della promozione turistica e enogastronomica, del rapporto tra agricoltura e turismo. Gli abbondanti anglicismi sono dell’università, cui abbiamo abbinato una traduzione nella nostra lingua italiana, perché la notizia fosse accessibile anche a chi non conosce la lingua inglese. Certo, “professional event organizer” all’orecchio dell’inclita fa più effetto di “organizzatore di eventi”, ma l’imbastardimento dell’idioma di Dante in questo come in tutti gli altri casi in cui si ricorre alle lingue straniere, è notevole, quanto
condannabile. Chiusa la parentesi, gli insegnamenti del corso in enogastronomia e turismo spazieranno dalle materie caratterizzanti di enologia, gastronomia, paesaggio, produzioni agroalimentari, marketing e comunicazione enogastronomica, a quelle di base economiche e socio-umanistiche. Un punto di forza sarà il collegamento con importanti aziende dell’agroalimentare e del turismo e con le organizzazioni più rappresentative del settore, con opportunità di stage e tirocini
Disegni contro il randagismo Iniziativa di sensibilizzazione delle quinte classi delle scuole elementari di Termoli contro l’abbandono degli animali TERMOLI. Tutte le classi di quinta elementare dei diversi circoli didattici di Termoli, hanno partecipato all’ iniziativa del Servizio Veterinario di Sanità Animale dell’ASReM, per sensibilizzare la cittadinanza contro la piaga dell’abbandono dei cani e contro il fenomeno del randagismo. I bambini dopo aver assistito agli incontri formativi effettuati da personale veterinario esperto, hanno trasferito nei disegni le loro emozioni e le esperienze apprese sui temi trattati, delle cure, dell’obbligo dell’applicazione del microchip, delle responsabilità, della comunicazione corretta fra persone e cani. Gli elaborati, opportunamente raccolti e selezionati a cura delle insegnanti, saranno in mostra, a partire dal 07 aprile fino al 10 aprile nel Castello Svevo di Termoli, tramite appositi percorsi ed allestimenti espositivi. Al prezioso materiale va riconosciuto un valore artistico e soprattutto divulgativo dei messaggi di prevenzione del randagismo. Il Dott. Nicola Rossi, direttore dell’UOC di Sanità Animale e la D.ssa Petronilla Pozzi, che ha curato gli interventi di educazione sanitaria nelle scuole, ringraziano gli Alunni, i Dirigenti Scolastici, le Insegnanti e l’ Ammi-
nistrazione comunale per la loro attiva collaborazione ed invitano la cittadinanza a visitare la mostra che offre l’occasione per confrontarsi ed informarsi riguardo ai temi del randagismo, ai doveri dei cittadini e dei proprietari di animali d’affezione, al ruolo delle istituzioni e delle associazioni. La cerimonia di inaugurazione avverrà il giorno 07
aprile alle ore 10:00, con la presenza dei rappresentanti delle Istituzioni regionali, comunali, scolastiche e sanitarie. Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti: giorni 07 / 08 / 09 aprile 18:00 – 22:00 Giorno 10 aprile 10:30 – 13:00 18:00 – 22:00
Tentano di scassinare un bancomat, bloccati a Petacciato Inseguimento sull’A/14 di un’autosulla quale viaggiavano tre persone che avevano scassinato un apparecchio bancario PETACCIATO. Durante un servizio di vigilanza autostradale finalizzato al contrasto dei reati, gli operatori della Sottosezione Polizia Stradale di vasto Sud diretta dall’Ispettore Capo Antonio Pietroniro sono riusciti a portare a termine l’ennesima operazione di Polizia Giudiziaria di contrasto alla criminalità organizzata che come noto consumano reati di natura predatoria utilizzando proprio l’arteria autostradale della costa adriatica di collegamento nord-sud. L’episodio si è verificato verso le ore 3.10 quando gli Agenti hanno
visto transitare un’autovettura BMW 530 con tre persone a bordo. Dopo aver affiancato il mezzo gli operatori intimavano l’alt con segno al conducente di accostare; per tutta risposta l’uomo ha accelerato iniziando manovre pericolose per circa 10 km impedendo alla pattuglia che lo inseguiva di affiancarlo nuovamente. Probabilmente vistosi perso al km 463, terri-
torio del comune di Petacciato improvvisamente mentre si trovava in curva il conducente unitamente agli altri occupanti abbandonavano il veicolo. Gli operatori sono comunque riusciti a garantire la sicurezza degli automobilisti ed a bloccare il mezzo anche se i malviventi favoriti dalla fitta nebbia presente sono riusciti a dileguarsi a piedi nelle campagne circostanti. Dalle successive indagini che i fuggiaschi erano gli autori del tentato furto con spaccata al Postamat dell’ufficio Postale di San Salvo Marina.
13
Termoli
6 aprile 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Porto, troppe cose da rivedere Il Piano regolatore della struttura diventa necessario per evitare le brutture odierne TERMOLI. Sono trascorsi alcuni giorni dall’ultima seduta del Consiglio comunale incentrata sul piano regolatore del porto. Un argomento vitale per la Termoli del domani, ma forse troppo politicizzato in aula per catturare
l’interesse generale. Una formula di seduta aperta al contributo di chi ha l’onere di approvarlo, vedi la Regione e magari i privati concessionari del presente e del futuro, avrebbe arricchito il dibattito senza dubbio. Soprattutto alla luce della delibera del 22 dicembre scorso che congelava le concessioni demaniali marittime regionali. Numerosi sono stati i ricorsi da parte
degli operatori al Tar Molise. Ma c’è chi la discussione l’ha provocata lo stesso, esternando su Facebook e allora, proprio gli operatori non l’hanno mandata a dire, postando foto sul degrado dell’area portuale termolese e non
nascondendo dietro al dito (o al mouse) giudizi davvero poco lusinghieri. “Porto, porto, porto. Non sapete nemmeno di cosa parlate. Guardate cosa e come gestite le cose prima di parlare”, la quasi didascalia che accompagna il mini reportage in rete. “Perdono tempo e risorse in opere demagogiche per lo più irrealizzabili, nascondendosi dietro le necessità strategiche legate al turismo e poi
pretendono di fare turismo negli immondezzai…”, un altro pensiero. “Questo è quello che si vede a terra, rende bene l’idea di quello che giace sui fondali grazie al grande senso di civiltà e rispetto per il nostro territorio. Poi però si accendono gli animi quando qualcuno paventa l’idea di una trivella di fronte a noi”. Insomma, una vera e propria rivolta verbale. Per qualcuno una delle immagini simbolo del degrado è il depuratore con i ferri della parete laterale ormai privi di cemento che li ricopriva, arrugginiti ed uno in particolare staccato all’estremità superiore e pericoloso e il magico profumo che non si vede ma si sente. A partecipare al dibattito anche l’ex assessore all’Ambiente Augusta Di Giorgi. “Ma che fine ha fatto il servizio gratuito dì raccolta della reti dismesse firmato voluto da me a tutti i costi? Convenzione firmata in mia presenza dalla Regione con la Capitaneria dì porto e servizio partito durante il mio assessorato. Disinfezione periodica delle isole ecologiche e controllo quotidiano dell’Ufficio ambiente e della sottoscritta, del loro rego-
lare svuotamento. Meditate gente, meditate sul voto espresso con la speranza di qualche misero contraccambio. Gli amministratori devono essere persone libere e provviste dì una fonte di reddito personale. Adesso le reti sono ac-
cumulate senza che nessuno se ne curi dì sollecitare il ritiro, formando una vera e propria discarica di rifiuti speciali. Proprio così secondo legge per chi la conosce, avete letto bene una discarica di rifiuti speciali in pieno porto”.
Cantieri navali acquistati all’asta L’attività non sarà smantellata e potrebbe trovare una nuova vita nell’ambito portuale TERMOLI. Sono stati rilevati all’asta per un ammontare di 500mila euro nel dicembre 2014 e contro tutte le previsioni non sono stati smantellati. Da oggi c’è una nuova vita per i Cantieri Navali di Termoli che per decenni hanno rappresentato una delle realtà maggiormente produttive del centro-sud Italia, almeno finché la crisi e la mancanza di commesse non hanno colpito anche l’azienda portuale. Di qui il declino, la dichiarazione di fallimento datata all’autunno 2013 con 30milioni di debiti, la svendita dei beni e la messa all’asta fino al nuovo acquisto da parte di una società
con sede legale a Roma le cui intenzioni sarebbero quelle di proseguire nell’attività cantieristica. Non a caso, negli ultimi giorni gru e bracci meccanici sono in azione per rimettere apposto i capannoni dopo gli ultimi anni di abbandono. La obiettivo adesso è di continuare l’attività cantieristica almeno fino al 31 dicembre 2017, data in cui scadrà la concessione demaniale che, allo stato attuale, difficilmente potrà essere rinnovata considerando che negli anni scorsi era stata proposto in più occasioni il trasferimento dell’azienda da un’altra parte.
Il caso
Prevenzione, va curata la fase culturale di Donato Frate Con riferimento agli eventi sismici, ed in particolare a quelli avvertiti nelle giornata di ieri, a Campobasso, è doveroso fare alcune brevi, ma importanti riflessioni. In primo luogo, la sicurezza degli edifici pubblici ed in particolare dei plessi scolastici! Volendo richiamare dei dati oggettivi, possiamo fare riferimento al XIII Rapporto 2015, su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola, relativo al monitoraggio di 101 edifici scolastici di 13 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto, di Cittadinanza attiva.
Certamente, molto si è fatto, ma molto bisogna fare ancora. Altra riflessione è quella relativa alla Protezione Civile ed al potenziamento delle Associazioni di volontariato operanti nel settore dell’emergenza, con maggiori impegni a sostegno delle stesse. Và sviluppata, la cultura della prevenzione e della capacità di pronto ed efficace intervento nell’affrontare le emergenze. Da queste brevi riflessioni, non ci si può esimere dal porre attenzione su altri argomenti correlati. Il problema della “sanità” e dei punti di “Pronto soccorso”. Più volte, è stata evidenziata la funzione strategica della struttura “Vietri” di Larino ed in partico-
lare nell’affrontare l’emergenza in occasione degli eventi di San Giuliano di Puglia, dell’ottobre 2002. Coordinatore e responsabile comunicazione M. d. c. Ururi
La scuola di Via Stati uniti era stata ‘visitata’ dai ladri. I fondi raccolti dalle famiglie per l’acquisto di nuovi Pc
Dopo i furti la solidarietà TERMOLI. È una vera e propria gara di solidarietà quella che i genitori stanno realizzando per la scuola di via Stati Uniti. Dopo i furti dei pc e del materiale didattico avvenuto nelle scorse settimane e i danneggiamenti alla struttura, i genitori non sono rimasti a guardare e, rimboccatesi le maniche, hanno avviato una raccolta fondi per riacquistare i materiali didattici mancanti (tra cui anche le lavagne interattive) e riattrezzare il Terzo Circolo Didattico di Termoli. La soddisfazione della dirigente è tutta in queste parole: “A vin-
cere è stata ancora una volta la consapevolezza dell’attuazione della migliore azione educativa, da parte della Scuola, sostenuta dai genitori degli scolari che vi fanno parte. Tutto ciò nella sempre perseguita prospettiva di creare una comunità scolastica al passo con i tempi, accogliente, che miri a formare, attraverso l’interiorizzazione dei valori di pace, di solida-
rietà e di rispetto reciproco, adulti preparati alle sfide del futuro, radicati nel tessuto sociale ed economico del territorio
15
Opinioni
6 aprile 2016
di Massimo Dalla Torre “Sport e Welfare: risorse e progetti per una cooperazione internazionale possibile”. Questo è stato, il vettore che ha fatto si che la Regione Molise potesse portare nuovamente la propria esperienza e competenza sulle rive della costa Romagnola. L’interessante iniziativa ha visto l’approfondimento sui temi del welfare quale parte essenziale della programmazione comunitaria da parte della dott.ssa Alberta De Lisio, Direttore della Area Terza della Regione Molise che, ha evidenziato, come Regioni e Comuni sono elementi essenziali e necessari su percorsi diversificati che spaziano dall’inventario delle infrastrutture, all’accesso alle pratiche sportive, dalla promozione dell’uguaglianza di genere, alle pari
Il caso
L’analisi fatta su ciascuna regione per capire lo stato di salute dell’economia territoriale “Se fallisce il Mezzogiorno fallisce l’Italia”. Questo il titolo di una dettagliata inchiesta condotta dalla Banca del Mezzogiorno – MicroCredito Centrale Spa, allo scopo di monitorare lo stato di salute economica del nostro Paese, partendo da un’analisi attenta delle risorse di ciascuna regione, fino ad arrivare alla produzione e all’esportazione di prodotti locali. Al centro dell’inchiesta, l’individuazione delle condizioni e delle necessarie proposte per il rilancio del sud d’Italia, con una fotografia attendibile dello scenario che caratterizza il Mezzogiorno. Come prima cosa l’Ambrosetti Regional Innosystem Index mette in evidenza una forte differenza tra le diverse aree territoriali italiana: nella classifica stilata al primo posto c’è la Lombardia seguita da Emilia Romagna, Piemonte, Lazio e Veneto, all’ultimo la Calabria preceduta dalla Sardegna, dalla Valle d’Aosta, dalla Basilicata e dalla provincia autonoma di Bolzano. Quindicesimo in classifica il Molise, che precede la Puglia con un punteggio di 18,0, rispetto al 43,9 della “capolista” Lombardia e al 13,9 della Calabria che chiude l’elenco. Analizzando il Pil per macro-aree, ci si rende conto che il Mezzogiorno sconta una situazione di partenza oggi molto compromessa rispetto alle regioni del centro e del nord Italia; lo stesso gap emerge anche ne confronto europeo: le regioni meridionali si collocano agli ultimi posti per ricchezza pro-capite: la Sicilia presenta il reddito medio annuo più basso in Italia, in Campani ai registra la più elevata disuguaglianza nella distribuzione del reddito tra le famiglie, in vetta c’è la provincia autonoma di Bolzano e le provincie dei Campobasso e Isernia si collocano al diciassette-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La Regione Molise in cattedra a Rimini opportunità, dall’inclusione, all’incoraggiamento alla pratica sportiva e soprattutto alla solidarietà, parola troppo spesso dimenticata nella società del consumismo. “Il settore dello sport organizzato, ha sottolineato la De Lisio, deve fare squadra con Istituzioni e Scuole perché solo così si riesce ad arrivare a tutti, garantendo in questo modo non solo vicinanza collettiva ma anche sorveglianza sanitaria e inclusione sociale. L’Europa e’ molto attenta alla cultura dello sport come veicolo di welfare,
specie se si vogliono superare le barriere sociali e materiali favorendo il dialogo tra le varie componenti europee; per questo la nuova programmazione 14/20 promuove il benessere fisico e mentale, ma soprattutto i valori sociali. Tematiche che impongono non solo un’attenzione globale, ma un’apertura a segnali che vengono da una società in rapida trasformazione, e soprattutto disposta a sperimentare modalità innovative di presenza e d’interrelazione col territorio.” A questi temi hanno fatto
eco l’avv.to Antonio Iarocci e il dott. Piero Notarangelo che si sono addentrati sulle tematiche discusse nel corso della giornata riminese illustrando le best practices della programmazione comunitaria. Strumenti importanti e necessari affinché si possano intraprendere percorsi di finanziamento in modo consapevole e soprattutto proficuo. A margine dell’interessante iniziativa nel corso di una conferenza stampa e’ stato presentato in anteprima la start up di comunicazione e azione”WE.C.A.N. (Welfare Changes All Need)” ideata dalla Direzione di Area terza della Regione Molise, finalizzata a diventare il contenitore – guida di idee e proposte su cui sarà basata la nuova programmazione comunitaria che è sempre più accentrata sui temi del welfare quale parte integrante di una politica che vede il sociale in prima linea.
L’economia dell’Italia meridionale diventa determinante per le scelte future
Se fallisce il Mezzogiorno
simo posto, dopo l’Abruzzo e prima della Sardegna. Tra il 2007 e il 2012, a causa della crisi economica, il crollo degli investimenti fissi lordi è stato pari al 25% e intanto la visione d’insieme sul livello di infrastrutturazione del Mezzogiorno evidenzia un ritardo su quasi tutti gli indicatori (strade, reti bancarie e servizi, ferrovie, telefonia, porti, energia e ambiente e aeroporti) e continuano a mancare di “massa critica” i finanziamenti alle infrastrutture, alle imprese e alle opere pubbliche. Negativo il tasso di crescita naturale del Mezzogiorno, anche a causa del basso tasso di fecondità e dei saldi migratori: per quanto riguarda il tasso di fecondità totale per regione, il Molise è al terzultimo poso, seguito solo dalla Basilicata e dalla Sardegna, mentre occupa la sesta posizione nella classifica dei saldi
migratori interregionali, precedendo le Marche. Per quanto riguarda invece il tasso di disoccupazione, il Mezzogiorno lo scorso anno ha fatto registrare un aggravamento di oltre 9 punti percentuali rispetto al 2007 e anche in questo caso le province di Campobasso e Isernia occupano il sesto posto in elenco dopo Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Sardegna. Disastrosa la situazione di Neet (persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione), fenomeno legato alla dispersione scolastica, per non parlare poi del lavoro irregolare che purtroppo vede il Molise conqui-
stare un triste primato. La gravità e l’ampiezza dei problemi che il Mezzogiorno si trova a fronteggiare rendono necessario un approccio articolato su molti fronti in parallelo. Non è infatti possibile immaginare che una o poche aziende possano risultare risolutive, o anche solo incisive, nel contesto attuale, Ciò rende indispensabile concentrarsi sulla definizione di un progetto complesso, capace di toccare le leve decisive e sul suo governo, Allo stesso tempo occorre essere consapevoli che la possibilità di una ripresa strutturale in grado di rilanciare il sud richiede tempi lunghi almeno dieci anni e la relativa determinazione. Occorrono migliori scelte di allocazione delle risorse e diversi meccanismi di generazione del consenso, in grado di generare tanta fiducia e nuovi comportamenti della classe dirigente. Un nuovo Mezzogiorno
Il precipitare dell’industrializzazione fa riaprire la sfida per le eccellenze agroalimentari insomma, identitario e attrattivo, con una governance di tutto rispetto. Identità, attrazione, pace, autenticità, cultura, bellezza e relazione sono – secondo l’inchiesta della Banca del Mezzogiorno – MicroCredito Centrale Spa – le sette parole chiavi per una visione futura sicuramente migliore. Tutto si basa su tre presupposi: fare del Mezzogiorno un hub di riferimento nei rapporti col Mediterraneo, rendere il sud una meta turistica e culturale attrattiva nel modo e arrestare il processo di deindustrializzazione. Bisogna creare una grande filiera d’eccellenza, ospitare un’Agenzia per la cooperazione e l’integrazione economica e lo sviluppo culturale così come richiesto dalle Nazioni Unite e creare una grande Università dell’area del Mediterraneo, tutte cose che anche e soprattutto il Molise potrebbe cogliere come grandi opportunità di rilancio. La sfida è anche quella di trasformare nei prossimi dieci anni il Mezzogiorno in una delle destinazioni turistiche più attrattive al mondo e più richieste dai tour operator internazionali per tutti i tipi di viaggi, superando la logica stereotipata e retorica che si basa su un approccio monumentalistico per promuovere l’industria culturale e creativa come straordinaria opportunità di creazione di nuova occupazione e di sviluppo sostenibile del territorio. Tra gli obiettivi c’è una revisione della distribuzione delle risorse, una riduzione dell’incidenza dei giovani Neet nelle regioni del sud e un aumento della propensione dell’export del Mezzogiorno. Gli scogli da superare sono tanti, ma in un’ottica che stabilisce un principio condivisibile secondo cui “se fallisce il Mezzogiorno fallisce l’Italia”, l’obiettivo, con impegno e determinazione, si può centrare.