Addio a soldi e autostrada col dietrofront del trio nagni parpiglia di pietro

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 172- sabaTo 25 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Adriano Cozzolino

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Adriano Cozzolino. Lo chef molisano che tanti riconoscimenti ha ottenuto e che per il pranzo di Bruxelles, con prodotti e menù del Molise, ha fatto spendere 1.500 euro senza chiedere ristoro della sua presenza. A fronte di quanto accaduto a Expo, dove di euro ne sono stati spesi 66mila, e senza prodotti e piatti del Molise, c'è di che meritare l'Oscar. Ma lo avranno compreso i politici molisani? Noi, purtroppo, crediamo di no.

Il Tapiro del giorno a Claudio Pian

Il Tapiro del giorno lo diamo a Claudio Pian. L'amministratore di Sviluppo Molise sembra essere preso dalla furia di dovere spendere i 400mila euro destinati al suo ente per Expo. E, per questo, ha pensato bene anche di portare i due semifinalisti di MasterChef tanto per fare spettacolo. Con una confusione, a Termoli, tra cucina, prodotti e vino. Una confusione che si affianca a quella generata con la struttura dell'Assessorato e di quella sottostruttura finanziata con i fondi europei.

SERVIZIO A PAGINA 3

Addio a soldi e Autostrada col dietrofront del trio Nagni, Parpiglia, Di Pietro Ci si può consolare con la Metropolitana e pesce spada alla messinese Alla faccia del futuro del Molise


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 25 luglio 2015

Il giorno dopo la manifestazione a Roma la soddisfazione è tanta

I piccoli comuni accolti e riconosciuti a Roma nel Molise preferiscono stare al carro della Regione che non li tutela

Il sindaco di Campodipietra Notartomaso vessillifero dell’opposizione al sistema regionale pensato e avviato per realizzare il Servizio idrico integrato: “E’ nostro dovere combattere per ciò in cui crediamo” I piccoli comuni d’Italia il giorno dopo la manifestazione tenuta a Roma in Piazza Montecitorio: è tutto un mostrare soddisfazione. In campo nazionale, da parte del presidente dell’Anpci, Franca Biglio; in campo regionale, da parte del sindaco di Campodipietra, Peppe Notartomaso, che con il collega di S. Angelo Limosano, Ciarallo, ha rappresentato i piccoli comuni del Molise nella Capitale. I motivi della protesta sono noti. Non condividono l’obbligatorietà dell’associazionismo, la Centrale unica di committenza e i tagli sui trasferimenti delle risorse finanziarie. La dimensione demografica e, spesso, territoriale dei piccoli comuni non è compatibile con la politica del Governo pensata per realtà di differente caratura. Per loro sarebbe la perdita totale ed assoluta dell’autonomia, la perdita di contatto con la collettività amministrata, lo strangolamento lento e progressivo della loro esistenza. Come abbiamo detto nella corrispondenza di ieri l’altro, la manifestazione a sostegno

dell’autonomia e della sopravvivenza ha trovato a Roma interlocutori particolarmente attenti sia tra i parlamentari presenti (Civati, Maestri, Malan, Monchiero, Pastorino, Taricco, Terzoni), sia tra i rappresentanti istituzionali che hanno ricevuto una delegazione dell’Associazione in quest’ordine cronologico: il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, il sottose-

gretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Claudio de Vincenti, il viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero e il ministro dell’Interno Angelino Alfano, ai quali i quadri dell’Anpci hanno ufficialmente rivolto un sentito ringraziamento per l’attenzione prestata verso le questioni sollevate e per la grande disponibilità dimostrata nel formalizzare i rapporti ai tavoli del

confronto politico da cui possono sfociare provvedimenti legislativi aderenti alle necessità delle piccole realtà locali. Ancora più sentita, seppure con una venatura polemica peraltro giustificata dalla scarsa partecipazione dei sindaci dei piccoli comuni molisani a Roma, la soddisfazione del primo cittadino di Campodipietra, Notartomaso, trasferita ai colleghi in questi termini: “Carissimi, vi invio i primi comunicati delle agenzie di stampa sulla manifestazione del 22 luglio a Roma organizzata dall’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia per protestare contro i tagli, la centrale unica di committenza, l’esclusione dai tavoli di concertazione, la perdita della gestione diretta del servizio idrico integrato, eccetera eccetera. Dal Molise soltanto io ed il sindaco di S. Angelo Limosano, William Ciarallo. La stragrande maggioranza di voi potrebbe pensare o ha pensato “Tanto non serve a niente, nessuno ci ascolta”, ma in coscienza credo sarebbe potuto es-

sere meglio dire “Io c’ero e ho fatto di tutto per salvaguardare un’istituzione antica (il Comune), venuta prima di tutte le altre, l’unica ad avere ancora un contatto diretto con il cittadino, ma a rischio d’estinzione. Fortunatamente da parte del Governo v’è stata un’apertura nei nostri confronti; ma non demordiamo. Presenteremo opportuni emendamenti e faremo di tutto perché anche nel codice degli appalti venga data ai piccoli comuni la giusta attenzione. E nostro dovere combattere per ciò in cui crediamo”. Il sindaco Notartomaso è anche il vessillifero dell’opposizione al sistema regionale pensato e avviato per realizzare il Servizio idrico integrato. Un interprete appassionato della ragione ad esistere delle piccole comunità che nel Molise sono maggioranza. Ma, per quanto viene dimostrato, poco incline a difendersi dalla politica regionale per via della loro appartenenza politica. Dardo

Una classe politica che non è riuscita ad accreditarsi nei palazzi romani

Molise irrilevante di fronte allo Stato

L’accesso all’anticipazione di liquidità per 257.338.926 euro, ai sensi dell’ articolo 3 del Decreto legge 8 aprile 2013, numero 35, convertito con modificazioni dalla Legge 6 giugno 2013 numero 64, chiesto dalla Regione Molise, con due distinte note, il 28 febbraio e il 7 marzo 2014, s’è reso necessario per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro, in relazione alla “realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico finanziario e di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile, per non mettere in pericolo la tutela dell’unita’ economica e dei livelli essenziali delle prestazioni”. Eccoci, dunque, di fronte a un altro “successo” della giunta Frattura che per 30 anni terrà impegnato il bilancio regionale e i molisani a pagare le rate e gli interassi dell’anticipazione. Un altro “successo” dell’incapacità a programmare e a decidere cosa fare e come fare per ridurre il deficit sanitario e per assicurare contestualmente il minino dei livelli accettabili di cura ed assistenza. Il ricorso all’anticipazione è stato un passo obbligato, previsto proprio per i casi in cui le Regioni nella condizione disastrata del Molise, non sono in grado di provvedere a se stesse e, in campo sanitario, alla salute dei propri cittadini. L’articolo 3, comma 1, del decreto legge 8 Aprile 2013, numero 35, e le successive modifiche e integrazioni, prevede espressamente che, “al fine di favorire l’accelerazione dei pagamenti dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato è autorizzato ad effettuare anticipazioni di liquidità alle Regioni ed alle Province Autonome a valere sulle risorse per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti del Servizio Sanitario Nazionale di cui all’articolo 1,

comma 10, del medesimo decreto”. Al finanziamento peraltro sono legati non pochi obblighi e prescrizioni, giusto per mettere le cose in chiaro e far capire agli amministratori regionali che non sono all’altezza del compito, che le briglie sono saldamente nelle mani di chi li foraggia. La Regione deve pertanto predisporre misure, anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso dell’anticipazione di liquidità, verificate dall’apposito Tavolo di Verifica degli adempimenti; la presentazione di un piano di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, cumulati alla data del 31 Dicembre 2012 … e dettagliatamente elencati, rispetto ai quali il Tavolo di Verifica degli adempimenti regionali verifica la coerenza con le somme assegnate

alla singola Regione …; il piano dei pagamenti può comprendere debiti certi, sorti entro il 31 Dicembre 2012, intendendosi tali i debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine. Il tasso di interesse a carico della Regione è pari al rendimento di mercato dei Buoni poliennali del Tesoro a 5 anni in corso di emissione”. Non appena formalizzata l’anticipazione, ovvero all’atto dell’erogazione, la Regione deve provvedere all’immediata estinzione dei debiti elencati nel piano di pagamento e dell’avvenuto pagamento e dell’effettuazione delle relative registrazioni contabili deve formale certificazione al Tavolo di Verifica degli adempimenti, rilasciata dal responsabile della Gestione sanitaria accentrata, ovvero da altra persona formalmente indicata dalla Regione. Carico di debiti, amministrativamente in difficoltà, politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali, il Molise è una Regione sostanzialmente sotto tutela, appena appena tollerata di esistere e in molti casi finanche derisa. Accade perché di fianco alla classe dirigente regionale viaggia in parallelo una realtà sociale, sindacale e culturale (la realtà economica n’è la conseguenza) che ha vissuto e vuole continuare a vivere di sussistenza. Dardo


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3 25 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’autostrada del Molise non hanno voluto farla più, duecento milioni di finanziamento pubblico persi ma...

Il Molise di Tutti cade dal pero

Il clima surreale in cui si svolge la vita politica molisana sembra venire fuori da uno sketch dei Monty Pyton, celeberrimo gruppo comico inglese, alfiere inarrivabile del nonsense. Tutto ed il contrario di tutto accade senza soluzione di continuità, cercare un filo logico risulta inutile, se non addirittura offensivo, di fronte a tanta vitale fantasia, a tanto talento comico. La realtà viene interpretata secondo codici clauneschi, come fosse tutto, e sempre, una seriosa burla. E quando poi tentano di raccontarla, la realtà, questi personaggi toccano delle vette creative quasi poetiche, per il loro totale distacco dalla dimensione fisica, terrena, reale appunto. Questione autostrada del Molise. Durante la legislatura Iorio, ministro per le infrastrutture Antonio Di Pietro, fu approntato il bando per iniziare i lavori della Termoli – San Vittore. A spanne di 170 milioni doveva essere il (primo) intervento pubblico, mentre 130 dovevano essere i milioni che sarebbero arrivati dai privati. Un’Associazione Temporanea d’Impresa, con il gruppo Falcione come capofila, si aggiudica il bando e avvia la (costosissima) attività di progettazione. A febbraio 2013 si insedia il governo Frattura e, di lì a poco, cominciano a levarsi i primi rumorini intorno a tutta l’operazione; si alza qualche vocina contraria, le idee alternative non mancano. Insomma, il classico granellino di sabbia sembra proprio essere entrato nel meccanismo. Tanto che il 21 settembre 2013, l’assessore ai tra-

sporti Pierpaolo Nagni, è costretto ad intervenire con la nota, autorevole risolutezza: “Tutto falso, sulla Termoli San – Vittore nessun passo indietro.” Cassazione, diamine. E giù la solita narcotizzante sfilza di riferimenti burocratici per smentire lo storno da parte del Governo dei 170 milioni di cui sopra verso un altro progetto, in Campania. “Detto questo, vorrei puntualizzare” e chiude il discorso, Nagni “su quello che è l’aspetto positivo di tutta la vicenda precisando che, nella realtà dei fatti, il quadro della Termoli – San Vittore viene, anzi, rafforzato dal governo che spinge affinché si arrivi presto alla de-

finizione della procedura per l’inizio dei lavori.” Luglio 2015, tempo presente: “Apprendiamo oggi che, di fatto, viene messa la parola fine al progetto dell’Autostrada del Molise”. Con questo rumoroso tonfo, cascano dal pero le teste pesanti dell’associazione Il Molise di Tutti (quel che resta dell’Italia dei Valori): Cristiano Di Pietro, Carmelo Parpiglia e Pierpaolo Nagni. Si lo stesso Pierpaolo Nagni che ora, però, prende atto. “Oggi – proseguono - a causa della crisi economica che vive il Paese e non solo, prendendo atto che le esigenze non sono più le stesse dell’epoca, ci rendiamo conto della necessità di realizzare un intervento diverso.” Qualche indizio, graziosamente, ce lo forniscono: “Come ‘Molise di tutti’ pensiamo innanzitutto alle vie di comunicazione regionali, che sono in uno stato di emergenza prioritario, o anche ad investimenti nel sistema del settore delle attività produttive, in particolare dell’edilizia, interventi che il Molise aspetta e di cui ha urgente bisogno”. Che menti brillanti. Immaginate adesso di intavolare una trattativa con Roma su queste basi di partenza: salve Ministro, siamo quelli che l’autostrada non l’hanno voluta fare più, ce li date lo stesso i 170 milioni che ci avevate promesso, che poi a spenderli ci pensiamo noi? Fantastici, geniali. Veri comici.

“L’incapacità di chi ci amministra è da non crederci se non fosse vero” Duro il giudizio del senatore, Ulisse Di Giacomo CAMPOBASSO. “Con la delibera CIPE del 2011 avevamo ottenuto dal Governo Berlusconi oltre 200 milioni di euro per il primo lotto dell’ Autostrada del Molise, opera che avrebbe permesso a questa Regione di uscire dal’ isolamento e ambire ad essere una Regione “normale”. Lo sostiene il senatore, Ulisse Di Giacomo. “L’ incompetenza e l’ incapacità’ di chi è’ venuto dopo di

noi hanno vanificato i nostri sforzi. Il Molise restera’ l’unica Regione italiana priva di una propria autostrada. In compenso Frattura butta soldi pubblici nella “vitale” metropolitana leggera che, con otto corse giornaliere, trasporterà’ migliaia di passeggeri da Matrice a Boiano. Da non crederci, se non fosse tristemente vero......”

“Vanificato il lavoro di anni” Per il consigliere regionale, Nicola Cavaliere, si è in piena confusione aeri l’annuncio dell’Anas che mette definitivamente la parola fine sulla Termoli – San Vittore, ovvero il progetto più importante della storia della Regione Molise. L’infrastruttura avrebbe aiutato il nostro territorio ad uscire dall’isolamento, portando inestimabili benefici economici per la popolazione, senza dimenticare le ricadute (quasi immediate) dal punto di vista occupazionale in un settore strategico, come quello dell’edilizia, ormai prossimo al collasso. “La telenovela – dichiara Nicola Cavaliere – è iniziata con la vittoria elettorale del centro-sinistra, tra tentennamenti, divisioni e pregiudizi ideologici su un progetto chiave per il futuro di questa terra, che aveva forse solo la ‘colpa’ di essere stato concepito dalla passata amministrazione. Sul tema mi sono battuto più volte in Consiglio

regionale, ma dalla maggioranza sono giunte sempre risposte vaghe e poco chiare. La confusione istituzionale e programmatica di questi due anni e mezzo raggiunge quindi un triste e prevedibile epilogo”. “Il problema – prosegue l’esponente di Forza Italia – è che oltre al danno potrebbe esserci la beffa. Non abbiamo, ad oggi, nessuna garanzia sulla disponibilità di fondi che dall’Autostrada dovrebbero essere dirottati su altri lavori infrastrutturali in Regione”. “Il Molise corre – conclude Cavaliere – seriamente il rischio di perdere tutto. A quel punto le responsabilità politiche e storiche di chi ha governato negli ultimi tempi la Regione saranno evidenti e difficili da cancellare. E qualcuno prima o poi dovrà risponderne davanti ai cittadini”.

Il punto Possibile che il Molise debba pagare un prezzo tanto salato? Non sappiamo se chi ci amministra ci fa o ci è. I treni sono sfasciati ma la Regione non paga Trenitalia e questa non compra i nuovi. La linea non è elettrificata, ma non ci sono i soldi. O, meglio, da Isernia a Roccaravindola ci sarebbero una trentina di milioni di euro mentre da Isernia a Campobasso nessuno vuole mettere 70 milioni. E non sarebbe da mettere sul piatto i 22 milioni della Metropolitana leggera e chiedere a Trenitalia il restante finanziamento? Salta il discorso Autostrada e l’assessore Nagni e i consiglieri Di Pietro e Parpiglia a sostenere che non è più un obiettivo percorribile. I soldi che ci sono bisogna spostarli su empirici progetti. Come dire addio ai sogni di gloria e ai soldi visti i contenziosi che si apriranno per le progettazioni e altro. Ma non erano gli stessi che si erano spellate le mani per plaudire al progetto Autostrada del già ministro Di Pietro? Misteri molisani. E già, miseri molisani che dovranno continuare a camminare su strade impercorribili, viaggiare su treni da far west. E già, miseri molisani. Dimenticavo, questi signori hanno pensato bene in cotal maniera: a che servono strade e treni a un popolo destinato ad emigrare? A che servono moderne infrastrutture se chi resta è anziano e non si muove? Giusto, c’è la Metropolitana leggera che fa scarrozzare da Matrice a Bojano. Ci sono o ci fanno? Ai posteri l’ardua sentenza.


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4 25 luglio 2015

Controllo dei progetti estratti con il Piano di campionamento annuale 2013 e 2014

Il lato esilarante della vicenda: si sarebbero dovuti svolgere dal 5 novembre al 31 dicembre 2014 ma il direttore generale ritarda la determina e gli incaricati indisponibili avendo pianificato le ferie Incredibile: la Regione Molise ha riscoperto l’attività di controllo, se remunerata. Là dove non si beccano soldi, il controllo dorme sonni tranquilli. Non abbiamo notizia, infatti, che la Regione mandi tecnici suoi sui cantieri a verificare il rispetto delle norme sismiche. Non dobbiamo dimenticare che il Molise è la regione italiana ad avere riconosciuto l’intero territorio ad alto rischio sismico. Non a caso ha un Servizio ad hoc, tecnici ad hoc, che però preferiscono restarsene in ufficio alle prese con le scartoffie e niente e nessuno li muove. Se ci sono compensi da raccogliere, invece, la macchina regionale si mette prontamente in moto. Capita infatti che il direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco si renda conto del Programma operativo e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por/Fesr) 2007/2013, i cui fondi devono essere tassativamente utilizzati entro e non oltre il 31 dicembre prossimo, e dell’attività di controllo da svolgersi in loco dei progetti estratti con il Piano di campionamento annuale 2013, relativo alle dichiarazioni di spesa rese dai

di Vincenzo Musacchio

beneficiari con riferimento all’anno 2012, e di quelli estratti con il Piano di campionamento annuale 2014, relativo alle dichiarazioni di spesa rese dai beneficiari con riferimento all’anno 2013 e, di conseguenza, autorizzi i tecnici Giuseppe Gattozzi (per la provincia di Campobasso) e Cosmo Leone (per la provincia d’Isernia) ad espletare l’attività in parola, ovvero il controllo, in parte attraverso ispezioni/sopralluoghi da effettuarsi in orario di lavoro presso le imprese/enti titolari dei progetti campionati, e in parte attraverso l’attività di tavolino da espletarsi al di

fuori dell’orario di lavoro, per una durata quantificabile indicativamente in venti ore per progetto controllato, precisando inoltre che per la parte di attività consistente in ispezioni/sopralluoghi troveranno applicazione le direttive sul trattamento di missione del personale regionale e che, la liquidazione delle ore di lavoro straordinario effettuate al di fuori dell’orario di servizio dal dipendente Giuseppe Gattozzi, nel limite massimo complessivo di 160 ore, e dal dipendente Cosmo Leone, nel limite massimo complessivo di 80 ore, nel periodo dal 20 luglio al

30 ottobre 2015, saranno liquidate in base alle tariffe orarie in vigore per il personale regionale, in relazione alla categoria ed al livello retributivo attualmente posseduti dagli stessi, inquadrati nella categoria D, livello economico D5, nel Servizio Edilizia pubblica, “in possesso delle necessarie professionalità ed esperienza”. Quest’ultima affermazione pecca probabilmente di apoditticità, sulla cui, magari, all’interno dell’organico regionale non tutti saranno d’accordo e contenti. I sopralluoghi, le missioni, l’orario di lavoro straordinario, tradotti in cifre, sommano 5.604,99 euro. I tecnici Gattozzi e Leone, comunque, dal 20 luglio al 30 ottobre 2015 hanno di che andare in giro e controllare. In provincia di Campobasso i progetti estratti dai Piani di campionamento annuale riguardano i comuni di Sepino, di Spinete, di Casalciprano, di Sant’Elia a Pianisi, di Fossalto, di Ripabottoni, di Montenero e di Portocannone. In provincia di Isernia i comuni da controllare sono Roccasicura, Colli a Volturno, Agnone e Vastogirardi. In questa vicenda e nella determinazione del direttore

Rompiamo il silenzio contro mafia e corruzione

Non c’è zona in Italia in cui mafie e corruzione non dominino il territorio. La mia più grande delusione da giurista e docente di diritto penale è la poca incisività sul fronte repressivo dei reati contro la pubblica amministrazione. Anche grazie a questa inerzia, non c’è terra dove le mafie non fanno ed hanno fatto affari (non da ultimo in territorio molisano). E li hanno sempre fatti bene, con grande loro vantaggio. Anche laddove non ci sono conflitti armati tra clan la presenza criminale c’è ed è pressante. In Molise, la mia terra, ad

esempio, cominciano i primi casi di incendi di locali come sintomatologia iniziale del virus mafioso già presente da molti anni. Il declino della politica sta trascinando nel baratro un Paese dove il malaffare è arrivato fino alla sua degenerazione più pericolosa: mafia-politicacorruzione. Su questi temi oggi è difficile aprire un dibattito che affronti alla radice il problema. Gli infiniti arresti e le continue intercettazioni (per fortuna) hanno evidenziato come ovunque politici di destra e sinistra fossero al servi-

zio di un clan. Tutto ciò non scuote minimamente le coscienze. C’è un silenzio assordante! Mancano tanti protagonisti del movimento culturale antimafia (Peppino Impastato, Pippo Fava, Mauro Rostagno solo per citarne alcuni). Rimango sempre più sconcertato leggendo sui giornali quello che sta accadendo e mi disgusta vedere politici coinvolti di cui si poteva mettere la mano sul fuoco. Purtroppo, la gente si abitua presto e quindi si rassegna e non reagisce. Le persone non vedono il sangue e non pensano dunque alla criminalità or-

ganizzata. La mafia invece usa l’arma più letale a sua disposizione: la corruzione. A rendere invisibile questa mafia che non spara ma fa business con i suoi ingenti capitali è proprio una enorme carenza culturale e di conseguenza una assoluta mancanza di dibattito. Ad esempio e cito ancora il mio Molise - nessuno che abbia detto o dice che anche nella mia terra c’è la mafia. In tanti parlano di “isola felice”. Per far comprendere meglio ai miei studenti come cambiano le organizzazioni criminali dico loro che occorre guar-

generale Di Mirco c’è un aspetto esilarante che non possiamo tralasciare in quanto esplica meglio di qualsiasi commento e/o valutazione la maniera in cui alla Regione Molise si sostanziano i servizi, il lavoro e le ricompense. I sopralluoghi appena sopra indicati si sarebbero dovuti svolgere dal 5 novembre al 31 dicembre 2014. Ebbene, “non sono stati eseguiti poiché le determinazioni del direttore Generale (621 e 622) aventi ad oggetto rispettivamente l’espletamento dei controlli in loco degli Enti campionati nella Provincia di Isernia ed in quella di Campobasso sono state adottate solo (!!!) il 10 dicembre 2014 a causa della numerosità dei controlli ordinari da effettuare in prossimità della certificazione di spesa di dicembre 2014 (Sic! –ndr), e dell’indisponibilità dei geometri Giuseppe Gattozzi e Cosmo Leone dovuta alla pianificazione delle ferie 2014”. Le ferire, si sa, sono sacre. Ma poi c’è sempre il modo di recuperare la possibilità di aggiungere qualcosa allo stipendio. Dardo

dare con gli occhi “aperti”. Lo strumento per aprirli è la cultura: se non si conosce il problema non lo si potrà mai individuare e mai sconfiggere. In Italia, ed ancor di più in Molise, non si apre più un dibattito su niente. Perché non aprirlo sulla decadenza della politica e sulla supremazia delle mafie? O sulla corruzione del mondo politico? O sulla politica come partecipazione? Impossibile, non si può! Questo significa che gli intellettuali che una volta promuovevano e partecipavano attivamente alle discussioni si sono liquefatti e sono divenuti “impotenti” o peggio complici.

Il sindacato Gilda lancia l’appello per cancellare l’operato del Governo “Lanciamo un appello ad associazioni, forze politiche e sindacali per organizzare a settembre un incontro pubblico nazionale a Roma nel quale discutere la costituzione di un comitato promotore referendario contro la riforma della scuola”. 

A proporre l’iniziativa, nel giorno in cui entra in vigore la legge n.107/2015 cosiddetta “La Buona Scuola”, è la Gilda degli Insegnanti.

“Come abbiamo ribadito più volte nel corso dell’ul-

“Scuola, sulla riforma il Referendum” timo anno, - spiega il coordinatore regionale Michele Paduano- riteniamo che questa legge leda profondamente i principi sui quali dovrebbe essere fondata la scuola pubblica statale”.
I punti maggiormente contestati dalla Gilda riguardano il rafforzamento della figura del dirigente scolastico e il

depotenziamento degli organi collegiali e della libertà di insegnamento, prevista dal primo comma dell’art. 33 della Costituzione; l’aziendalizzazione delle istituzioni scolastiche; il riconoscimento di deduzioni fiscali e di aiuti a favore della scuola paritaria non statale, che risultano in

contrasto con il secondo comma dell’art.33 della Costituzione; la presenza di importanti deleghe al governo e al Miur in relazione a materie fondamentali sulle quali si basa l’organizzazione e la funzione educativa e formativa della scuola pubblica.
“Contro questa riforma si è creato un fronte com-

patto di cui la Gilda è stata uno degli attori principali. Ed è proprio da quest’ampia convergenza di posizioni avverse alla Buona Scuola - conclude Paduano - che deve proseguire la mobilitazione per indire un referendum con cui abrogare le parti più inaccettabili del testo di legge”.


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5 25 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Conferenza stampa del Rettore, Palmieri, sulla situazione in essere dell’Ateneo molisano

“Ma la Regione ‘appoggia’ l’Unimol?”

CAMPOBASSO. Sulle graduatorie sulle Università italiane pubblicate da Il Sole 24 ore, è intervenuto il Rettore dell’Ateneo Molisano, Gianmaria Palmieri. “È vero – ammette - siamo nella parte medio bassa della classifica, come l’anno scorso, ma abbiamo tre top ten, ovvero siamo secondi nel giudizio dei laureandi sulla qualità dell’ateneo, un settimo posto lo registriamo in base all’attrattiva dell’università da fuori regione e siamo in ottava posizione come capacità di inserimento dei nostri studenti in stage e tirocini”. “Sul dato generale – sottolinea quindi Palmieri - paghiamo il contesto territoriale in cui operiamo, in quanto l’occupazione in Molise è davvero insufficiente rispetto alle altre regioni italiane e su questo l’Unimol può farci ben poco”. Sul basso numero di studenti mo-

lisani che si iscrivono alle diverse facoltà presenti sul territorio, il rettore precisa:“aumentare il dato degli iscritti molisani è un nostro obiettivo primario, per questo invitiamo le famiglie a valutare con attenzione, cautela e spirito di concretezza le scelte circa gli ate-

Vorrei, ma non posso. Alle volte bisogna arrendersi alla stringente realtà dei fatti. Stimolato dalla sollecitazione degli Ecologisti Democratici, l’assessore ai trasporti, Pierpaolo Nagni, interviene sulla questione dell’elettrificazione della tratta Campobasso – Roccaravindola, lungo il viaggio della speranza su rotaie Campobasso – Roma. L’idea è buona, per carità, ma non c’è trippa per gatti; o almeno ce n’è poca poca. “L’elettrificazione – afferma Nagni - è la soluzione migliore, e l’idea di inserire l’opera all’interno del riconoscimento dell’area di crisi da parte del Governo centrale, potrebbe essere una delle strade percorribili non solo per migliorare l’accessibilità del territorio e la qualità dei servizi ma soprattutto per il conseguente sviluppo economico dell’area stessa. Va detto che, la Regione Molise ed RFI, hanno già avviato un’ipotesi di valutazione per l’elettrificazione del tratto Isernia – Roccaravindola, percorso di circa 20 Km, prendendo in considerazione la possibilità di un cofinanziamento tra Regione Molise ed RFI per un importo totale di circa 30 milioni di euro. Ciò posto, il restante tracciato Isernia - Campobasso, di circa 50Km, ci obbliga

di Luigi Mazzuto La politica che non c’è e che comunque continua ad abdicare il proprio ruolo. Riconoscimento area di crisi: carte tutto a posto, manca solo la firma! PSR: piano di sviluppo rurale, alternativa all’area di crisi per salvare lo zuccherificio e la Gam! Insomma una ridda di solo voci! A quanto le soluzioni? Si rincorrono queste soluzioni, si diciamo soluzioni, sulla carta, però di fatto non accade nulla. Ormai da due anni. Ed intanto i lavoratori toccati dalla sventura non intravedono vie

nei da scegliere. Studiare a casa propria permette allo studente non solo di laurearsi prima, ma anche avere il tempo necessario per una formazione completa e mirata”. Critico Palmieri si mostra poi sui finanziamaneti concessi dallo Stato. “Ammontano a 28 milioni

euro quelli ricevuti dall’Unimol – dice – e, considerando che abbiamo 8 mila studenti e che altri atenei, con meno iscritti, usufruiscono di maggiori fondi, è possibile capire bene come la volontà politica sia quella di avvantaggiare le università del nord rispetto a quelle del meridione”. Un monito dal rettore arriva anche alla Regione Molise “da dove - sottolinea – sarebbe auspicabile un maggior intervento finanziario. Il rapporto fra Università e Regione dovrebbe muovere, invece, da una comune premessa, qual è riconoscere la ricerca scientifica e tecnologica come fattore di sviluppo sociale, culturale, economico atta a valorizzare il capitale umano e le attività produttive dell’area, in una prospettiva che vuole essere anche di loro internazionalizzazione. E questo sì, ambito perciò

da promuovere con misure sia dirette sia indirette da parte della stessa autonomia territoriale. L’efficacia di questi interventi e, in particolare, gli obiettivi che astrattamente li connotano sono tanto più ampi quante più sono le parti e le competenze coinvolte e quanto più le iniziative dei territori sono espressioni di politiche che hanno riguardo a tutti i centri di ricerca, non soltanto universitari, del contesto. Di converso, quando l’incontro è limitato a Regione e Università, l’esclusività del rapporto non ne accresce i contenuti né la portata, generalmente limitati da quanto si risolve in un’attività di mera erogazione dei fondi. Ma la Regione Molise non può ignorare la presenza dell’Unimol sul territorio. Non può evitare di esserle al fianco per dare qualità di insegnamento e di internazionalizzazione.

L’idea è buona, mancano i soldi Elettrificare la tratta Campobasso-Roccaravindola, al momento, non è possibile a ragionare su cifre più importanti che si aggirano intorno ai 70 milioni di euro. Cifre, probabilmente, troppo significative per il fondo che il governo dovrà riconoscere.” Appunto. Quindi, in buona sostanza, tocca rassegnarsi. Il tratto Isernia – Campobasso è davvero una sfida impossibile. Disseminato di gallerie dell’epoca appena successiva all’unità d’Italia, necessiterebbe di interventi tali che i 70 milioni ipotizzati da Nagni risultano essere, addirittura, arrotondati per difetto. La coperta è corta, inutile nasconderselo, ma ogni volta che spunta fuori l’impossibilità di affrontare una delle emergenze di questa regione, e quella delle infrastrutture lo è davvero, saltano subito alla mente i 22 milioni che, incredibilmente, si vogliono spendere per un progetto, probabilmente troppo avanzato per le nostre menti qualunque, come quello della metropolitana leggera. Anche perché, approfittando grossolanamente dell’algebra e delle reali disponibilità (sempre diverse da quelle sbandie-

rate a mezzo stampa o in campagna elettorale), se ai 30 milioni di cofinanziamento Regione Molise – RFI, di cui parla lo stesso Nagni, si aggiungono i 22 da stornare dalla metropolitana leggera (che però tanti vorrebbero investiti nel recupero delle provinciali e via andare…), più le risorse del prossimo (a quanto pare) accoglimento dello stato di crisi, ecco che i margini per un intervento si fanno più realistici. Un intervento che andrebbe a risolvere diversi problemi. Di mobilità, in senso stretto, perché con l’elettrificazione si calcola che i tempi di percorrenza sull’intero percorso si ridurrebbero di oltre mezz’ora; di natura ambientale, perche le motrici diesel attuali consumano ed inquinano come petroliere; di decoro e dignità perche le motrici diesel attuali si potreb-

bero finalmente rottamare, dando ai viaggiatori l’impressione di essere ritornati agli anni 2000 e non restati a metà dei gloriosi ’70. Insomma tutto molto bello ma, proprio per questo, probabilmente molto al di là da venire.

La politica abdica dal suo ruolo d’uscita. L’ultima notizia dei giorni scorsi è che la stessa politica che deve dare le risposte, nel caso specifico l’amministrazione Frattura, con assessorati al lavoro e all’agricoltura e alle attività produttivein primo piano, cerca aiuto al Prefetto di Campobasso, che deve impegnarsi a chiedere al ministero e al governo la firma dei provvedimenti, per i quali le carte sono tutte a posto! La domanda che ci poniamo e poniamo è semplice ma molto preoccupante: il Molise ha oggi quattro parlamentari

“inquadrati” in partiti che sono al governo del Paese, amministrazione regionale perfettamente allineata al governo centrale, che bisogno c’è di rivolgersi e sperare nell’intervento del Prefetto? Inquietante ma a ben riflettere la dice lunga sulle possibilità di soluzione dei problemi impellenti di questa regione. E la dice lunga anche sul rapporto, che non c’è!, tra i rappresentanti il territorio e l’amministrazione centrale dello Stato. Come dire? Non ci calcola nessuno. Ed intanto le nostra fami-

glie soffrono. Tutta l’area matesina, e non solo, abbandonata dai giovani. L’economia a pezzi. Attività commerciali allo stremo, che chiudono. Ma nessuno se ne accorge? Eppure dovevamo stare meglio! L’assurdo di questa crisi, per il Molise, è che a chiudere sono aziende dell’agroalimentare: zuccherificio e Gam, che nella filiera dell’alimentazione rappresentavano e rappresentano un tassello importante. Produzioni di primaria necessità., che possono reggere il mercato e ri-

lanciare l’economia del Molise. Appellarsi al riconoscimento dell’area di crisi, ovvero al futuro, molto futuro!, piano di sviluppo rurale la dice lunga anche sulle certezze che non ci sono. “O l’una soluzione o l’altra” ha dichiarato alla stampa l’assessore Petraroia, in occasione dell’incontro prefettizio. Ci pare di poter affermare oggi: ne l’una ne l’altro! Vorremmo essere smentiti e ci farà piacere riscontrare il contrario di quanto abbiamo affermato, perché vorrà significare ossigeno per le maestranze e per le aree interessate. Il Molise intero, insomma.


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Tutto quello che gli altri non dicono

Campobasso

25 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

INCARICHI E LAVORI FIDUCIARI SENZA REGOLAMENTO di Michele Ambrosio* A distanza di oltre un anno e mezzo dall’approvazione, da parte della precedente giunta, del piano di prevenzione della corruzione e dell’affidamento ai dirigenti dei vari uffici comunali del compito di istituire appositi albi di operatori economici (tra cui anche i prestatori d’opera intellettuale quali avvocati, ingegneri, architetti etc.) tali prescrizioni, ivi compreso il regolamento interno per gli affidamenti di lavori, forniture e servizi in economia e quello

per il conferimento di incarichi esterni, sono rimaste lettera morta. Nonostante le premesse deliberative si prefiggessero “di garantire i principi di trasparenza e non discriminazione, in modo da salvaguardare la tutela della concorrenza e della libertà di iniziativa economica” degli atti consequenziali, albi e regolamenti, e sebbene trascorsi 18 mesi dalla loro previsione, non v’è traccia o notizia, neanche fosse l’ottava fatica

d’Ercole, disattendendo anche le direttive del piano di prevenzione della corruzione che ne contemplava la formalizzazione. Gli argomenti, per i quali ho inteso presentare distinte interpellanze, verranno inseriti in agenda dei lavori della prossima seduta del Consiglio comunale, e saranno l’occasione sia per comprendere le motivazione dei ritardi nell’adozione dei suddetti strumenti sia per sollecitarne la predisposizione e l’approva-

zione in termini non più procrastinabili. In sede consiliare, inoltre, verrà data contezza di tutti gli incarichi conferiti e dei lavori affidati dal giugno 2014 ad oggi, per i quali ho chiesto l’elenco analitico, compresi quelli “al momento” senza onere, e verrà chiesta l’attivazione immediata delle procedure per l’adozione di una centrale unica d’acquisti. *Consigliere comunale di Campobasso

BANCHE ANCORA SCONFITTE Ancora una sentenza a favore dei correntisti bancari ottenuta dallo studio legale DE BENEDITTIS di Campobasso Con sentenza del 15 Luglio 2015 la Corte di Appello di Campobasso, Cons.Rel. Dott.ssa Maria Grazia D’Errico, ha condannato un importante Istituto bancario, di importanza nazionale, a pagare ad un consumatore della Provincia di Isernia circa 80.000,00 euro. Non male in un periodo di crisi! L’indebito scaturiva dalla solita applicazione illegittima della clausola di capitalizzazione trimestraledi interessi,spese e commissioni inserita nei contratti di conto corrente dalle Banche. Chi ha ancora in essere conti correnti aperti prima dell’anno2000 può richiedere la restituzione di ingenti somme.Anche per i conti correnti estinti è possibile richiedere la restituzione di somme addebitate illegittimamente dalla Banca,purchè non siano trascorsi 10 anni dalla estinzione e/o chiusura. Infatti tale è il termine di prescrizione per poter richiedere il mal-

tolto. Importante è inviare una lettera raccomandata A.R. di costituzione in mora ed interruzione della prescrizione alla sede legale della Banca. Si comunica,inoltre,che dal 1 gennaio 2014 l’anatocismo è fuorilegge nel nostro Paese anche se la norma, adottata con la legge di Stabilità del 2014, è rimasta sulla carta perché priva della prescritta delibera di attuazione del CICR. Risultato: il correntista che veda, sul proprio estratto conto, importi maggiorati sul calcolo degli interessi, può già fare ricorso al Giudice. È questa la sintesi di due interessantissime ordinanze del Tribunale di Milano ed una sentenza del Tribunale di Biella che hanno impedito alle banche di applicare “gli interessi sugli interessi” ai propri clienti. Tuttavia la cancellazione di questa odiosa pratica bancaria, che per anni ha svuotato i portafogli dei cit-

tadini, doveva fare un ulteriore passo per sparire: a tradurre in concreto la previsione normativa doveva essere il CICR ( Comitato Interministeriale per il Credito e Risparmio) che avrebbe dovuto riscrivere nuovamente le regole, prevedendo che gli interessi “periodicamente capitalizzati” non potessero più produrre interessi ulteriori. “Come sempre avviene in Italia, le norme “scomode” vengono affossate dall’assenza di decreti e delibere attuative, in modo che quello che è stato stabilito in via generale e astratta dal Parlamento o dal Governo resti lettera morta, senza spiegare effetti pratici. Così si è tentato di fare per anni con l’anatocismo bancario”. Ora, però, il Tribunale di Milanoed il Tribunale di Biella hanno detto che basta la semplice previsione di legge per defalcare le somme intimate dagli istituti di credito ai propri debitori: anche se il Comitato

Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR) non ha ancora adottato la delibera richiesta per legge, l’anatocismo bancario è vietato dal primo gennaio 2014. Il Collegio milanese ha ricordato che l’attuale versione del Testo Unico Bancario, proprio per come modificato dalla legge di stabilità approvata a fine 2013,Legge n. 147/13 art.1 comma 629 , vieta l’anatocismo senza lasciare alcuna ombra di dubbio. Si legge, infatti, nella norma che “gli interessi periodicamente capitalizzati non possono produrre interessi ulterioriche, nelle successive operazioni dicapitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale». Tale disposizione è già in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e, quindi, dal primo gennaio 2014. Non rileva – continuano i Giudici milanesi – il fatto che la legge demandi al Cicr l’adozione di

una delibera con cui stabilire le modalità e i criteri di produzione degli interessi nei rapporti bancari: anche in assenza di tale specifica, basta la legge di Stabilità per riscrivere i rapporti tra banche e correntisti. Per tali motivi, il Tribunale ha vietato a tre banche l’utilizzo di qualsiasi forma di anatocismo sui conti in essere e su quelli nuovi, ordinando agli istituti di pubblicizzare la condanna sui loro siti e sulla stampa nazionale oltre che a ogni correntista. Un precedente, di certo, “storico”, se vogliamo che, quindi, produrrà un notevole contenzioso nei confronti degli istituti di credito renitenti alla cancellazione di tale pratica. Anche perché le banche, nell’attesa della delibera del CICR per comprendere come interpretare la nuova legge, continuano ad applicare l’anatocismo.

Successo per “Bellavita London Expo” La manifestazione di Confesercenti Molise a Londra riportata dal New York Times Tutti ne parlano: dal New York Times alla Reuters, dal Times al Mail Online. I prodotti enogastronomici del Molise finiscono sulle prime pagine dei quotidiani on-line di mezzo mondo grazie all’enorme successo ottenuto dalle aziende molisane al “Bellavita London Expò”, la rassegna di promozione dei prodotti italiani all’estero andata in scena al Business Design Centre di Londra dal 19 al 21 Luglio. L’iniziativa è stata promossa dall’Asec Confesercenti di Campobasso che ha portato oltre manica otto aziende locali, tra le quali: Biosapori” con succhi, confetture e trasformati da agricoltura biologica, “l’Antico Forno Pompeo” con biscotti artigianali tipici di Morrone del Sannio e “Confetti Di Maria”, leader nella produzione di cioccolata e confetti. C’era “Dorotea biscotti” che realizza biscotti di alta gamma, “Caffè Monforte”, che rappresenta l’ottima tradizione molisana di torrefazione del caffè e il “Caseificio Barone” con la tipica mozzarella artigianale. Presente anche “Tartufia Azienda Agricola Bollella”, leader nella produzione di tartufi e prodotti trasformati a base di tartufi e “l’Azienda Agricola Fiore Marzio Florio”, impresa innovativa per la produzione di olio di canapa e biscotti con farina di canapa e. In particolare su tutte le testate è finito proprio Marzio Fiore, un giovane di Palata che ha sorpreso i buyers londinesi con i

suoi spaghetti alla canapa. “Il Bellavita London Expo è stato fondamentale per far conoscere i miei prodotti all’estero ed attivare diversi contatti per la commercializzazione in Inghilterra e oltre oceano – spiega Marzio Fiore. I media stranieri erano molto incuriositi dall’olio, dal pane, dalla farina e dagli spaghetti che ho portato a Londra – continua il giovane imprenditore – e spero che questo possa servire per esportare i prodotti

e cominciare a fare dei numeri importanti”. “Internazionalizzare la propria impresa ed esportare le eccellenze molisane all’estero. Questa è l’unica via per uscire dalla crisi ed avere successo”. Lo afferma il presidente di Asec Confesercenti, Pasquale Oriente, che con grande orgoglio rimarca il trionfo dell’iniziativa promossa da Asec in collaborazione con la Regione Molise: “Siamo andati a Londra per mettere in vetrina i migliori prodotti dell’enogastronomia molisana e siamo finiti su tutti i giornali. Ringrazio ancora una volta le otto aziende che hanno raggiunto il Bellavita London Expo investendo denaro e molte energie, ma sono sicuro – aggiunge il presidente – che questi sforzi saranno ripagati in futuro con ampi frutti. Sul New York Times si parla per la prima volta della cucina molisana è questo – conclude - è un risultato che finora nessuno aveva ancora raggiunto”.


Campobasso

7 25 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Accade alla Regione Molise.Su impulso del sindaco di Lupara e l’intervento dell’architetto Giarrusso

La giunta regionale costretta a correggere il Piano dell’edilizia scolastica

La superficialità con cui vengono predisposti e approvati atti di grande rilevanza sembra essere un difetto incorreggibile Ha provveduto il direttore del servizio per l’edilizia pubblica e residenziale Giuseppe Giarrusso a rettificare il piano triennale (2015 – 2017) di edilizia scolastica e la graduatoria per tipologia di intervento, nonché le motivazioni relative alle proposte di finanziamento non ritenute ammissibili, e il piano annuale attuativo 2015 che la giunta regionale aveva approvati il 30 aprile scorso e rettificati il 15 giugno, ma in maniera evidentemente inappropriata se, come diciamo l’architetto Giarrusso è dovuto intervenire a mettere in ordine le cose. Un lavoro di aggiustamento su impulso del sindaco di Lupara che aveva ritenuto ingiustificata l’esclusione della scuola Materna “Luisa Suriani” e della scuola Elementare “E. Montale” dal Piano. Protesta e segnalazione quanto mai opportune. Difatti, alla verifica degli elementi rappresentati dal primo cittadino, la struttura regionale diretta da Giarrusso ha potuto constare che l’esclusione delle due strutture scolastiche di Lupara erano arbitrarie e pertanto andavano recuperate e inserite correttamente nel Piano triennale e in quello annuale dell’edilizia scolastica. Piani che dispongono di un finan-

ziamento di 443.708,68 euro, quale contributo trentennale autorizzato dall’articolo 10 del decreto-legge 104 del 2013. Va aggiunto che il 7 luglio scorso il Sindaco di Lupara ha indicato di accorpare la scuola dell’infanzia e la scuola primaria alla scuola

Elementare “E. Montale” di Via Costantino Antonarelli. Richiesta/suggerimento che avendo i presupposti necessari per essere accolta, è stata fatta propria dalla Regione e inclusa nella tipologia degli interventi finalizzati all’acquisizione del Cpi e all’eliminazione

delle barriere architettoniche. Naturalmente ciò ha preteso e a determinato la modifica delle graduatorie relative al Piano annuale 2015, al piano triennale 2015/2017 nonché all’elenco delle istanze ritenute non ammissibili. Da tutto questo modificare e rettificare è discesa la necessità di correggere e integrare le delibere della giunta regionale assunte il 30 aprile e il 15 giugno 20125. C’è una considerazione da fare su questo episodio e va nella direzione più volte citata da queste colonne: la superficialità con cui vengono predisposti e approvati atti di grande rilevanza quali devono essere ritenuti il Piano annuale e quello triennale dell’edilizia scolastica. Scorrendo il sito della Regione capita spesso di incocciare atti deliberativi e determinazioni dirigenziali che correggono delibere e determinazioni assunte in precedenza. Ne viene che l’efficacia dei provvedimenti e la tempistica della loro applicazione vanno a sommarsi ai tempi morti che fanno della Regione Molise una realtà amministrativa che si porta sulle spalle il peso di milioni di euro non utilizzati e non più mutilizzabili. Dardo

CHIAREZZA! (e soluzioni) Quando un problema volge a soluzione positiva sono in tanti a rivendicarne la paternità. Diversamente, quando esiste il problema sono tutti assenti o quasi per molteplici ragioni, non ultima quella di non farsi vedere o non mettersi contro un sistema. Quando il problema persiste per mancanza di qualsiasi attenzione, rendendo la vita difficile a quei cittadini che dentro il problema ci sono fino al collo, allora si vede realmente chi tiene a cuore quel problema e chi si batte per superarlo. Lo abbiamo sperimentato già da tempo e su diverse questioni, comitati di cittadini, persone che si sostituiscono a istituzioni assenti, riescono là dove, in apparenza, nessuno riuscirebbe. Dimostrano come problemi passati per “impossibili da risolvere” hanno invece tutte le caratteristiche o di volgare disinteresse o di montagne create ad arte per situazioni di comodo, di cricche, di lobby che nulla hanno a che vedere con l’amore e la difesa della democrazia e della cosa pubblica. E mi ripeto, trovare un qualsiasi imbecille disposto a lottare per la collettività su varie problematicheè impossibile o quasi (dando per scontata l’assenza dei rappresentanti della cosa pubblica)! Però, da qualche tempo, vuoi anche per la cocciutaggine di qualcuno che, come chi scrive, a certe bassezze non ci sta, sono sempre più i cittadini che si rimboccano le maniche ed affrontano (magari con l’aiuto di qualcuno più “esperto” in lotte), in prima persona ed a viso aperto, la schifezza di turno. Solo per citare gli ultimi casi, Montagano per la discarica, Mascione e San Giovanni per le centrali e i forni, Ripalimosani per le fermate bus rappresentano importanti presidi del territorio ed altrettante vittorie sul campo. Pro-

prio l’ultimo esempio citato, risolto solo nelle ultime ore, dà chiara l’idea di come, recuperato il corpo dato per morto, spuntano a decine i medici che si dichiarano salvatori della sua vita! E ci sta tutto, che c’importa, l’importante è aver riacquistato un diritto democratico ed una aspettativa di sicurezza e servizi! Ma se nella logica perversa di una società mai sazia di guadagno, malversazione ed affari sfrenati, nonché di arroganze e squallori politici-amministrativi non puoi aspettarti un briciolo di riconoscenza e giustizia, forse dai detentori delle cronache e dei fatti un tantino di obiettività, lucidità, serenità professionale, onestà intellettuale te l’aspetti. In tanti per fortuna riportano i fatti per come sono e per questo li ringraziamo, alcuni altri invece, forse più attenti a qualche amico di turno o orticello che dir si voglia, o semplicemente per antipatia, travisano o danno meriti a volte proprio a chi delproblema“del morto” non si era mai interessato o addirittura l’aveva acutizzato. Per non dire di chi nemmeno si fa trovare all’appuntamento mediatico pur appartenendo a quell’ammiraglia di stato che più di altre dovrebbe dare attenzione ai fatti che riguardano i cittadini pagatori di canoni o tasse, balzelli utili proprio per il pagamento dei loro compensi! In questo ultimo caso forse è meglio così, visto il comportamento adottato nei riguardi dei dimostranti che spesso passano attraverso le loro cronache come poveri invasati! Ma di questo ci occuperemo quanto prima visto il perseverare ed il reiterare di certi atteggiamenti ostili e null’affatto rispettosi di democrazia, laicità e dovere pubblico. Esempi e prove a iosa e alla mano! E così, giusto per

ritornare al motivo di questo scritto, ci sembra più giusto ed utile ad una buona informazione, rimarcare ruoli, assenze, disattenzioni e reale attenzione rispetto alle cose accadute. E così ci piace ricordare che della fermata dei bus di linea sul viadotto Ingotte all’altezza di Santa Lucia, ormai da tempo lavoratori, studenti e cittadini di ogni rango non potevano più usufruire in quanto soppressa per mancanza di sicurezza e che nessuno si stava preoccupando del problema, forse ritenuto di poco conto. Sbaglio o questo era il problema? Sbaglio se dico che i cittadini non avevano ascolto in tal senso? Non sbaglio e lo dico con cognizione di causa, in quanto è dimostrato che solo la caparbietà di alcuni cittadini, disinteressati a logiche di arrivismi o da paure di mettersi in cattiva luce hanno inteso intraprendere un percorso di lotta civile, coinvolgendomi in questo, formando un comitato utile alla bisogna e mettendo in atto forme di ribellione civili tese al rispetto dell’uguaglianza tra cittadini. Il resto è cronaca. Per chi l’ha seguita! Noi invece, non da cronisti ma da attori responsabili ed attenti, vorremmo riportare chiare le risultanze dell’incontro tenuto presso l’assessorato dei lavori pubblici di ieri 23 luglio, così che chi legge potrà capire cosa sia successo e chi ne è l’artefice. Al tavolo erano presenti l’assessore Nagni, il capo compartimento dell’ANAS, Giannetti, l’assessore ai trasporti del comune di Ripalimosani, Mitri, ed una delegazione del comitato “BUS DEMOCRATICO” formata da Izzo, D’Ilio, Fede, Ciaramella, Palermo, Gliosca ed altri attenti e convinti cittadini gentilmente accolti al tavolo dalla struttura

ospitante. Proprio l’assessore Nagni, rispettoso delle rivendicazioni e di chi le portava avanti, ha voluto che il Comitato, per bocca di chi scrive, rappresentasse le istanze, le lamentele e le possibili richieste-soluzioni. Cosa regolarmente avvenuta e che è stata largamente argomentata anche dai tanti appartenenti al comitato. Ecco, questo ci piace sottolineare, il fulcro dell’incontro era il problema “fermata bus”, gli interpreti principali i cittadini che con il comitato ci hanno e continuano a metterci la faccia. Il resto è pura dialettica a comando, interpretazioni capotiche, travisamenti o, come detto sopra, assenze. Siamo riusciti non solo ad ottenere ascolto, bensì risposte e soluzioni! Noi! Nessun altro! Così si fa giustizia civica, così si è seri! Poi, se ai prossimi appuntamenti elettorali qualcuno si vorrà cimentare su quei luoghi rivendicando a sé la bontà dell’operazione, nulla questio, sappiamo bene come funzionano queste cose, l’importante e che noi crediamo nell’impegno civile, lottiamo per questo e chiediamo una giusta, degna, e vera informazione, quello che vorranno esprimere in futuro gli elettori sarà un loro problema se non saranno capaci di discernere e di scegliere per il meglio.Su quella strada tanto odiata verranno nell’immediato istituite delle corse di bus navetta che porteranno i lavoratori dal loro paese alla zona Monforte e, appena l’iter procedurale del nuovo progetto sarà concluso (circa un anno), ritorneranno le nuove e sicure fermate all’altezza Santa Lucia con buona pace di tutti! Emilio Izzo



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

25 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Riqualificare piazza Michelangelo” A chiedere all’amministrazione comunale l’intervento è Giovanni Muccio ISERNIA. “Il caldo torrido di questi giorni ha riproposto la necessità di dotare piazza Michelangelo, dov’era sita l’ex Scuola Ignazio Silone, di una riqualificazione urbana consistente nell’installazione di una fontana”. A sostenerlo è Giovanni Muccio del Guerriero Sannita. “Una necessità impellente per l’unico punto di riferimento per il quartiere San Leucio, per le tante mamme con figli, ragazzi che si dilettano a giocare e anziani che passano il loro tempo sulle panchine. Da più parti arrivano sollecitazioni affinché anche in tale piazzetta possa essere

attivato un servizio necessario per le esigenze di tutti i cittadini che la frequentano. Spesso la mancanza di acqua obbliga a rientrare a casa anzitempo o a rivolgersi alle attività commerciali limitrofe. L’acqua per fortuna a Isernia non manca e considerando le tasse comunali tra le più alte d’Italia che il cittadino isernino deve pagare al Comune, è giusto a parere del Movimento che la richiesta di

una riqualificazione urbana ottenga positiva risposta in tempi celeri. Non si può sempre e solo chiedere sacrifici ai cittadini, e ignorare piccoli interventi che all’apparenza possono sembrare insignificanti, ma in realtà per chi frequenta e passa il tempo in determinati luoghi diventano bisogno primario. Il Guerriero Sannita auspica che l’Amministrazione comunale, così come interviene a far pagare le tasse ai suoi cittadini, intervenga anche per risolvere un problema che sta a cuore a tutto il quartiere San Leucio: riqualificare piazza Michelangelo.

Nuove possibilità per la cura dei tumori cerebrali: l’utilizzo di sostanze naturali come adiuvanti alla chemioterapia tradizionale

La lattoferrina, una proteina scoperta nel 1939 e di cui già si conoscono proprietà antibatteriche, antivirali, antinfiammatorie e immunomodulanti, potrebbe rappresentare un valido strumento da affiancare alle terapie tradizionali per il glioblastoma, uno dei tumori cerebrali a prognosi più infausta. Sono i risultati emersi da uno studio condotto nel Laboratorio di Neuropatologia Molecolare dell’Unità di Neuropatologia dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli. Il progetto è

frutto dell’idea della dottoressa Antonella Arcella e del dottor Alessandro Frati. La ricerca, pubblicata sulla rivista internazionale Journal of Neurosurgery, è stata condotta sia in vitro che su modelli animali e rappresenta una nuova speranza per la cura dei tumori: l’utilizzo di sostanze naturali come supporto alle terapie antitumorali già esistenti. “Gli esperimenti – spiega la dottoressa Antonella Arcella,

responsabile del lavoro scientifico - sono stati condotti inizialmente su colture cellulari di glioblastoma. La crescita delle cellule tumorali esposte alla lattoferrina veniva effettivamente inibita dalla sostanza naturale in seguito al blocco del ciclo cellulare”. Questi dati sono stati successivamente rafforzati dagli esperimenti condotti su modelli animali. “Nei modelli animali, topi immunodeficienti in cui sono state iniettate cellule di glioblastoma umano – spiega la ricercatrice – la somministrazione orale di lattoferrina ha causato una inibizione della crescita tumorale. La risonanza magnetica, inoltre, ha mostrato che non solo si riduce il tumore, ma anche l’edema circostante, cosa che, tra l’altro, potrebbe rivelarsi molto utile nel migliorare gli interventi di neurochirurgia rivolti all’asportazione radicale. Il risultato più interessante è stato ottenuto abbinando la lattoferrina al chemioterapico più usato per la cura dei glioblastomi: la temozolomide. L’azione del farmaco è risultata potenziata dalla lattoferrina, sia nelle colture cellulari che nei modelli animali. Negli animali trattati con la lattoferrina e Temodal si è infatti verificato un significativo aumento di sopravvivenza”. Naturalmente saranno necessari studi traslazionali per poter utilizzare la sostanza nei pazienti oncologici. Ma questa ricerca apre nuovi orizzonti terapeutici: sfruttare le sostanze naturali contro questo tipo di patologie. La nutraceutica applicata ai tumori cerebrali rappresenterà un nuovo filione di ricerca in cui l’I.R.C.C.S. Neuromed intende impegnarsi a fondo nel prossimo futuro.

“Pescolanciano 4 novembre 1943 Storie di libertà e devozione” 4 Novembre 1943, un giorno importante per Pescolanciano, liberata dalle truppe alleate. L’incontro programmato per domenica 26 luglio, in concomitanza con la festa di sant’Anna, sarà l’occasione per ricordare una pagina di storia meno conosciuta, ma di grande rilievo sia militare, ma soprattutto sotto il punto di vista umano. Il rapporto che si creò tra i soldati polacchi, appartenenti al Secondo Corpo d’Armata, che combatterono al fianco degli alleati nella campagna di liberazione italiana. Una preziosa testimonianza del legame che si instaurò tra i soldati polacchi e la co-

munità pescolancianese è rappresentato dal dono di un quadro della Madonna di Czestochowa, molto venerata in Polonia, che i soldati vollero fare alla comunità locale. Parteciperanno all’incontro il console della Repubblica di Polonia a Roma, Agata IbekWojtasik, il Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, il Vescovo di Trivento, Mons. Domenico Angelo Scotti, la deputata Laura Vennittelli, il sindaco di Pescolanciano, dott. Domenico Padula. Modera l’incontro la giornalista Simonetta D’Onofrio.


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Termoli

25 luglio 2015

Mancano i dipendenti, è agitazione Al Tribunale di Larino continuano a restare vacanti numerosi posti LARINO. Ancora disagi inenarrabili al Tribunale di Larino per la carenza cronica di personale e che l’accorpamento con la sede distaccata di Termoli ha solo acuito. Una condizione che non vede inerti i cancellieri e gli impiegati, che martedì scorso dopo regolare autorizzazione, alla presenza del segretario regionale della Uil Maria Carmela Rattenn, si sono nuovamente riuniti in assemblea per discutere della gravità della situazione lavorativa. All’assemblea ha partecipato anche il dirigente amministrativo Alessan-

dro Di Fiore che su esplicita richiesta dei lavoratori, ha informato il personale sulle attività fin ora messe in atto dalla parte pubblica, per ovviare alle ormai note carenze del personale. Dopo ampia discussione l’assemblea: ribadisce lo “stato di agitazione” del personale amministrativo del Tribunale di Larino; ribadisce che, per ogni dipendente, venga predisposto al più presto l’ordine di servizio indicante le mansioni proprie di ciascun profilo professionale; delega le Rsu ad una ricognizione presso i magistrati re-

sponsabili dei vari settori, per valutare la disponibilità degli stessi, a partecipare alla prossima assemblea sindacale; chiede che il presidente del Tribunale di Larino e il presidente della Corte di Appello di Campobasso insistano presso il Ministero della Giustizia, affinché venga risolto il grave problema della carenza del personale (che nel mese di ottobre raggiungerà il 50%). I lavoratori, infine, chiedono che il presidente del Tribunale si attivi ulteriormente e disponga che le sentenze penali siano intestate dai Magistrati.

CON UNA ARDITA SOLUZIONE IL CONSORZIO DI BONIFICA DI TERMOLI SOCCORRE LE CAMPAGNE ARSE DI MONTENERO E MAFALDA Con un intervento di assoluta emergenza, ed anche ardito nella realizzazione, il Consorzio di Bonifica di Termoli è intervenuto in soccorso delle aziende agricole del comprensorio di Montenero di Bisaccia e Mafalda, le cui coltivazioni rischiavano l’essiccamento a seguito della mancata erogazione dell’acqua per l’irrigazione, proveniente dalla diga di Chiauci, causata dalla rottura dell’adduttore principale,gestito dal Consorzio di Bonifica di Vasto. “Si è proceduto – comunica Giorgio Manes, presidente del Consorzio di Bonifica di Termoli - ad effettuare un allaccio “volante “ tra le condotte provenienti dalla diga del Liscione e quelle del comprensorio di Montenero, in località Montebello. Questa manovra ha permesso di garantire un flusso idrico nella zona di Montebello, unica zona tecnicamente raggiungibile. Per questo ritengo doveroso rivolgere un ringraziamento particolare a tutti i dipendenti del Consorzio di Bonifica di Termoli, che, coordinati dal direttore Emilio Pre-

zioso, hanno lavorato con grande spirito di abnegazione e responsabilità, tutto il giorno ed anche tutta la notte, per ideare e realizzare una soluzione tampone di estrema emergenza e precarietà, ma che sembra attenuare temporaneamente la drammatica difficoltà di gran parte delle aziende agricole del comprensorio. Siamo, inoltre, intervenuti con pressioni, coadiuvati anche dal Prefetto di Campobasso che abbiamo investito del problema, nei confronti del Consorzio di Bonifica Abruzzese Sud di Vasto, stigmatizzando che i tempi risultano insopportabili per le colture, ma anche proponendo eventuale supporto tecnico da parte nostra, ma la gestione delle strutture e delle operazioni resta abruzzese, e si sono impegnati a risolvere il problema entro domenica 26 luglio.” Sulle lamentele di alcuni agricoltori di Campomarino per la alternanza di fornitura dell’acqua per la irrigazione, il Consorzio di Bonifica di Termoli chiarisce che l’impianto irriguo, in

quell’area come nel resto del comprensorio consortile, sta lavorando al massimo della capacità tecnica di erogazione.I volumi di acqua distribuiti agli agricoltori sono pari ai volumi di acqua consegnati nelle vasche di accumulo degli impianti dalla società Molise Acque, che ha la gestione e programmazione dell’utilizzo delle disponibilità idriche per i vari usi, civile, irriguo ed altri. La carenza del flusso idrico, chiarisce il Consor-

zio di Bonifica di Termoli, è da imputare all’incremento esponenziale che ha subito la domanda di acqua,a seguito dell’anomalo andamento climatico, con temperature elevate e lungo periodo di siccità. Purtroppo, al fine di garantire un flusso idrico significativo ed egualmente ripartito, considerate le contingentate disponibilità di acqua fornite da Molise Acque,il Consorzio hadovuto avviare una erogazione idrica a turni, gestita manualmente dal personale consortile, con impegnistraordinari. Sulla questione il presidente Giorgio Manes evidenzia che le trasformazioni climatiche in atto e l’evoluzione delle colture e tecniche di coltivazione impongono che si adegui la politica delle acque anche in Molise, con una più congeniale gestione delle risorse idriche.

“No alle trivellazioni in mare” I presidenti delle Regioni adriatiche a Termoli ribadiscono il loro punto di vista della Regione Basilicata, l’assessore all’Ambiente della Calabria e il vicepresidente delle Marche. Insieme a loro anche il sindaco di Termoli Angelo Sbrocca e l’euro-

TERMOLI. La città di Termoli e il borgo antico capitale dell’AdriaticoIonico per un giorno. E’ iniziato poco dopo mezzogiorno, dopo l’arrivo del presidente della giunta regionale della Puglia Michele Emiliano, il vertice delle sei regioni costiere (presenti anche Marche, Abruzzo, Molise, Calabria e Ba-

silicata). Oltre a Emiliano, nella sala dell’Episcopio adriatica, concessa dal vescovo di Termoli-Larino Gianfranco De Luca, tra i governatori anche Paolo di Laura Frattura per il Molise (insieme all’assessore all’Ambiente Vittorino Facciolla), Luciano D’Alfonso per l’Abruzzo con l’assessore Mazzocca, il presidente

parlamentare Ivan Jakovcic, già presidente dell’Euroregione Adriatica. Obiettivo dell’incontro trovare la sintesi tra le posizioni dei governi di Croazia e Italia sui permessi alle tri-

vellazioni e agli studi geologici e l’esigenza di tutelare uno dei mari di pregio per l’economista turistica e la salvaguardia dell’ecosistema marino.


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Termoli

25 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“La Vibac non andrà via da Termoli” Le assicurazioni sono state fornite dal sindaco, Sbrocca dopo l’incontro con l’azienda TERMOLI. Arrivano buone nuove dalla Vibac, una delle realtà più importanti del nucleo industriale di Termoli. A introdurle è il sindaco Angelo Sbrocca che afferma: “Abbiamo avuto la visita degli organi di governo della Vibac che hanno incontrato me e l’assessore alle Attività produttive, Vincenzo Ferrazzano, per evidenziare la propria intenzione a migliorare la produzione dello stabilimento della città di Termoli e implementare così anche la produzione e il collegamento con stabilimenti che sussistono all’estero e che, di conseguenza, sono complementari con quello di Termoli”. Gli organi di Governo della Vibac avrebbero parlato dello stabilimento come un fiore all’occhiello per la produzione non solo nazionale ma mondiale del prodotto da loro stessi

realizzato eppure, in merito a possibili nuove assunzioni è chiaro il sin-

daco che afferma: “Non sappiamo se l’ampliamento si tradurrà in posti di

lavoro perché i vertici aziendali non mi hanno parlato di ampliamento ma

solo di miglioramento e implementazione dell’attività produttiva. Ovviamente speriamo che accanto a questa implementazione, magari non nel breve termine ma nel medio termine, ci sia anche una implementazione di posti di lavoro perché ovviamente la nostra città in questo momento ha bisogno anche di questo”. Dopo la crisi di due anni fa, oggi l’azienda internazionale leader nel settore produttivo del nastro adesivo annuncia il suo desiderio di volersi confermare realtà del nucleo industriale del Basso Molise, una soddisfazione che potrebbe tramutarsi anche in future assunzioni. Intanto, la stessa azienda comunica l’intenzione di aprire un nuovo stabilimento in Serbia che produrrà la carta da trasformare in nastro adesivo a Termoli.

Muore per affogamento, l’autopsia Il corpo del 21enne ivoriano morto nelle acque di Termoli a disposizione della Magistratura TERMOLI. Il corpo si trova tuttora presso l’obitorio dell’ospedale San Timoteo di Termoli ed è a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia che servirà a chiarire le cause che hanno portato alla morte di Konsso Berte, il 21enne originario della Costa d’Avorio che ieri pomeriggio ha perso la vita sulla spiaggia di Termoli nei pressi del lido Alcione. Il giovane, uno degli immigrati del centro di accoglienza dell’ex hotel Modena, era in compagnia di due amici quando, all’improvviso, è ‘scomparso’ inghiottito dalle acque del mare Adriatico. Inutili i primi soccorsi da parte del bagnino che si è tuffato nell’intento di cercare quel ragazzo dato per “disperso dagli amici”. Tutto è successo in una frazione di secondi. Inutili quindi i tentativi di rianima-

zione effettuati dai medici del 118 e dai volontari della Misericordia perchè il cuore del 21enne aveva

già smesso di battere. Repentini sul posto anche i soccorsi, gli uomini del Commissariato

di Polizia e i militari della Guardia Costiera che hanno avviato le indagini tese a ricostruire la dinamica

della tragedia. Ascoltate anche le persone che si trovavano sulla spiaggia in quel momento. Straziante la scena finale della tragedia con il corpo di Konsso Berte portato “a spalla” dagli amici del centro di accoglienza fino allo spiazzale adiacente la struttura d’accoglienza dell’ex Hotel Modena struttura dove, su concessione della Polizia, è stato deposto il corpo per una sorta di rito funebre. Una preghiera con il capo del giovane rivolto verso la Mecca. Il dolore per quanto successo ha invaso le pagine facebook con il ricordo del giovane riaffiorato nei tanti che lo hanno incontrato nel corso di questi mesi di permanenza a Termoli dove aveva trovato accoglienza dopo esser fuggito dalla triste sorte che lo avrebbe accolto nella pericolosa terra natìa.

Gtm, niente fermate non autorizzate Gli autisti hanno deciso di non effettuare più le soste non conformi per legge TERMOLI. In una nota indirizzata anche al prefetto di Campobasso, al comando di Polizia municipale di Termoli e alla ditta concessionaria del servizio, la Gtm, il segretario regionale e delegato aziendale Cristino Lepore torna sulla questione delle mancate autorizzazioni per parte delle fermate sulle tratte urbane. “Visto il mancato riscontro alle richieste avanzate alla Gtm, in data 3, 7 e 13 luglio, in ordine alle fermate della rete del trasporto urbano di Termoli, la cui effettuazione risulterebbe essere in violazione del disposto degli articoli 157 e quindi perseguibile. Pertanto, in mancanza di una assunzione di re-

sponsabilità da parte dell’Azienda o dell’ente committente che sollevi gli operatori dell’esercizio da responsabilità penali, civili e disciplinari, ci vediamo costretti ad annunciare, a tutela dei medesimo iscritti alla nostra organizzazione sindacale, che gli stessi non effettueranno più le fermate che risultano non conformi al disposto dell’articolo 40 del codice della strada e dell’articolo 151 del regolamento. Tale ferma determinazione decorrerà dal 27 luglio e riguarderà l’intera rete del trasporto pubblico urbano del Comune di Termoli”



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Opinioni di Claudio de Luca TERMOLI. Rispetto al 2013, l’indebitamento della Regione Sicilia è lievitato di 1,3 miliardi di euro. Cosicché oggi gli isolani hanno un passivo di 6 miliardi e 398 milioni di euro. Per di più il Consiglio sta deliberando, come ha fatto il Molise per una cifra di gran lunga inferiore, un mutuo da 1 miliardo e 776 milioni al fine di ripianare i debiti delle Asl isolane. Il Palazzo di Campobasso non attinge a certi abissi, ma non è che stia meglio. Dalle casse del Piemonte fuoriescono quotidianamente 1,23 milioni per pagare gli interessi (450 milioni l’anno) e la Corte dei Conti ha negato a Chiamparino la certificazione di parte del bilancio. Messe così le cose, si potrebbe organizzare un gemellaggio tra certe Regioni del Nord, del Centro e del Sud, fondato – più che altro – sul deficit. La Grecia si ritrova ad un passo (e non solo geograficamente) al punto che qualcuno potrebbe giustamente fissare sul pennone di certi Palazzi italici locali proprio la bandiera dell’Ellade. La “ventesima”, come la Sicilia ed altre consorelle, ha un “default” strisciante da far paura. Tra il 2003 ed il 2013 la spesa degli enti sovraordinati locali è cresciuta del 21%; ed il “trend” continua a salire soprattutto a causa dei costi della politica che poi gravitano sulle spalle dei contribuenti per un miliardo di euro l’anno (il costo complessivo dei Consigli regionali). I compensi lordi dei consiglieri ammontano a circa 230 milioni; circa 170 finiscono in “pensioni” ed in vitalizi. I contributi ai Gruppi raggiungono i 100 milioni e gli emolumenti lordi ai 1.117 consiglieri arrivano a poco più di 200.000 euro annui. Le Regioni portano a bilancio, ogni anno, 190 miliardi di spesa corrente che, tra il 2013 e il 2014, è cresciuta di 909 milioni provocando la lievita-

di Claudio de Luca LARINO. C’è un gruppo di mamme che si dedica alla salute ed all’ambiente e che opera a Venafro. Qui, in passato, alcune Aziende risultarono essere state utilizzate per affari poco leciti sinché furono rinvenute le colleganze tra l’aumento di talune patologie tumorali e l’inquinamento ambientale. Forse non era una novità, dal momento che – tra i grandi problemi del Molise – si annoveravano di già la scarsa manutenzione del territorio, una mancata difesa idrogeologica, un ecosistema urbano poco amichevole. Tempo addietro, il Governo si rese conto di questi disagi ed assegnò alla Regione 60 milioni di euro. Tra Campobasso ed Isernia 7 centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità. I dati emersero da un dossier illustrato da “Legambiente”. Per colpa del graduale abbandono delle terre (e della carenza delle tradizionali attività di manutenzione) le comunità minacciate da frane e da alluvioni costituiscono una percentuale incredibile e ne sono state censite 108 solo in Molise. Questi dati sottolineano la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto all’abusivismo, al disboscamento dei versanti ed all’urbanizzazione irrazionale. Lo confermarono chiaramente le attività di vigilanza della Direzione regionale del lavoro che riferirono come, su 60 cantieri controllati, più di 50 non

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise come la Grecia per l’Italia?

zione delle pretese fiscali destinate ai contribuenti. Nel 2014 l’addizionale regionale ha fruttato 11 miliardi di euro. Un aumento del 400% in poco più di tre lustri. La punta di questo “iceberg” è la Sicilia, e – nel suo piccolo – il Molise. Tecnicamente tutto questo si chiama “default”, tant’è vero che la Corte dei conti ritiene che sia necessario sottoporre i bilanci regionali ad un piano triennale di rientro concordato con il Governo centrale per ripristinare gli equilibri. La situazione è grave, e peggiora al punto di

esigere un piano di rientro per realizzare un credibile risanamento. Ma Crocetta e Frattura nascondono la testa sotto la sabbia. La Regione Sicilia ha un dirigente ogni 8,6 dipendenti e quasi 20mila impiegati. In Molise, sulla scorta dei bilanci 2014, la spesa per il personale varia da un massimo di 177mila euro per 1.000 abitanti contro i 19.800 euro della Lombardia dove si spende appena 1/10 di Campobasso. Ora è pur vero che ogni Regione deve essere dotata di sedi e di personale proprio per le attività istituzionali del Consiglio e della

Giunta, ma differenze di tale portata sono veramente difficili da mandare giù, giustificate solo dagli sprechi e dalle inefficienze. La Liguria spende per il personale 37.500 euro per 1.000 abitanti; la Calabria 63.700; l’Abruzzo 94.400 euro. Quanto alle Regioni a Statuto speciale, queste sono risultate essere meno parche di quelle a Statuto ordinario. Le Regioni hanno Sedi in ogni provincia, s’ignora per fare cosa. Poi ne abbiamo di transfrontaliere, pure inutili, come quella di Tirana aperta dalla Regione Puglia; quelle di Bruxelles, le rappresentanze all’estero delle Camere di commercio con il canone di affitto versato dalle Regioni. Crocetta tenta di difendersi; Frattura manco ci pensa. Entrambi dicono di avere ereditato una Regione già deficitaria ma non ci credono più manco i “supporters” di partito più accaniti. Nella gara a chi raggiunge prima un effettivo “default” corre anche il Presidente del Piemonte Chiamparino. Ma, come gli altri, anche questi tenta di consolarsi rendendo noto il passivo ereditato dal suo predecessore Cota. Nove miliardi che, in termini assoluti, sono peggio di quelli della Sicilia ove si consideri il rapporto col Pil che, nell’Isola, è di gran lunga inferiore.

Salute e ambiente, temi caldi

erano in regola, al punto che i Servizi ispettivi dovettero intensificare la propria attività, scoprendo 7 discariche abusive estese per 10mila mq. I rifiuti giacevano abbandonati, lungo la costa, tra Petacciato, Termoli e Campomarino. Si trattava di scarti edilizi, pneumatici, materiali ferrosi, pali di cemento armato precompresso ed arredi domestici vari. Nella graduatoria nazionale per rischio di dissesti idrogeologici, in particolare per le frane, il Molise è al 3° posto Ve ne sono 8.800 attive, con ben 88 comuni a rischio per l’instabilità dei versanti ca-

ratterizzati da una quasi totale natura argillosa con circa 3.560 km su un totale di 4.618. Secondo una classifica comparsa su “La Stampa” la regione si posiziona al 1° posto con una media di rischio per la popolazione residente pari al 19,4% per frane e smottamenti. Il rischio coinvolge anche i beni culturali del territorio, al punto che il Ministero ha stilato una “Carta” ed ha evidenziato che il Molise detiene anche il primato per opere che rischiano di crollare a causa di fenomeni franosi (144 beni solo per la provincia di Campobasso).

Furono posti sotto esame pure il consumo e lo spreco idrico, la capacità di depurazione, i livelli di polveri tossiche (nel capoluogo molisano siamo al livello PM10 considerato da allarme). Addirittura l’area pentra si ritrovava (e si ritrova) al penultimo gradino di questa classifica. Per la qualità dell’aria andrebbero esaminate le concentrazioni di polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Ma in Molise nulla si muove. Si tende a minimizzare, ad evitare gli odiosi allarmismi. Se ne dichiarò convinto il giudice Ferdinando Imposimato, che, già alla fine degli anni ’80, aveva denunciato le infiltrazioni malavitose. Poi, grazie alle Mamme di Venafro, vennero portati alla luce i risultati di diverse analisi condotte su di una foglia di fico, prelevata nei pressi della “Colacem” di Sesto Campano. Nella polvere di cemento dell’Azienda venne riscontrata la presenza di particelle di ferro, con titanio e manganese e poi presenze di uranio e torio. Nel 2010 e nel 2011 furono due i casi di diossina nella carne bovina. Le “mamme” denunciarono anche la presenza di diossina nel latte materno dopo i riscontri dei tecnici dei laboratori del Consorzio interuniversitario di Chimica di Marghera.


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