TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 27 - MarTedì 3 Febbraio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
giornale saTirico
30.000 copie in omaggio
www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook
L’Oscar del giorno a Antonio Iacobucci
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Antonio Iacobucci. Al Comune di Campobasso torna il direttore generale che ha retto la parte finanziaria dell'amministrazione prima come assessore, durante la Giunta Massa, poi come tecnico esterno sotto la Giunta Di Fabio. Profondo conoscitore della macchina amministrativa comunale e delle leggi che ne regolano il muoversi, Iacobucci ha ora la possibilità di riprendere le redini in mano e cercare di dare una sferzata all'amministrazione pronta a potere ripartire dopo tanto fermo.
Il Tapiro del giorno a Gianluca Pescolla
Il Tapiro del giorno lo diamo a Gianluca Pescolla. L'avvocato campobassano, legale della Uiltucs Molise, avrebbe assunto le difese della società Molise Dati Non sappiamo se il sindacato e il professionista abbiano sciolto il rapporto che da tempo ne segnava la strada. Anche perchè, proprio la Uiltucs è intervenuta spesso sulla questione Molise Dati a seguito delle decisioni della Regione che hanno messo a malpartito proprio la società e, di conseguenza, a rischio gli stessi lavoratori. Ora, invece, registriamo questa posizione che non ci appare chiara.
Affogano altre 107mila euro per consulenza su Molise acque Francesco Caruso e Mario Ferocino amici degli amici cuccano. Paolè.....! Servizio a pagina 3
Il Molise e la Grande Guerra in edicola e libreria
TAaglio lto
2
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
3 febbraio 2015
Il Ministero chiama, il Molise non risponde Revocati i finanziamenti ministeriali previsti nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale Tra i tanti nodi che stringono il cappio intorno al collo di questa nostra regione, uno tra i più ruvidi è sicuramente quello che riguarda lo stato delle nostre infrastrutture fondamentali, e la rete stradale in particolare. Collegamenti obsoleti nella concezione, prima ancora che nella loro realizzazione, rappresentano un giogo per le realtà produttive ed i lavoratori ed un fattore concreto di rischio per chi quotidianamente si trova ad usufruirne. L’8 gennaio scorso si è tenuta la conferenza stampa del Governatore Paolo Frattura e dell’assessore ai trasporti e lavori pubblici Pierpaolo Nagni, per presentare gli interventi in cantiere per le infrastrutture viarie. Si è previsto, in quell’occasione, un impegno complessivo pari a novantuno milioni di euro “…per una viabilità potenziata, sicura e rispondente in tutto il territorio ai bisogni dei cittadini.” Un intervento corposo quindi anche se per il momento, solo annunciato. Pec-
cato che a questi novantuno milioni non potranno essere aggiunti, però, i finanziamenti previsti dal Ministero dei Trasporti nel Piano Nazionale della Sicurezza Stradale, finanziato dal CIPE. Il 10 dicembre 2014, con Deliberazione n. 21/2014/G, la Corte dei Conti in Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato I, II e Collegio per il controllo sulle entrate ha rilevato che: “Tra tutte le regioni, solo il Molise non ha attivato nessuno dei cinque programmi sul Monitoraggio e vigilanza dell’Amministrazione statale sugli in-
CAMPOBASSO. A seguito dell’incontro informale tenuto con la direttrice dell’Agenzia di Protezione Civile, le organizzazioni sindacali FP CGIL e UIL FPL restano critiche rispetto alle soluzioni prospettate dalla struttura regionale. “Le stesse, infatti, a nostro parere evidenziano una gestione dell’Agenzia totalmente incerta, poiché lega le attività previste a contratti di lavoro solo per alcuni mesi ed in palese contraddizione con le reali necessità dell’Ente proprio nella fase di fattiva ricostruzione post-sisma, sottolineando l’incongruenza tra la limitata portata temporale dei contratti con le infinite attività pianificate e da realizzare. Anche su questo siamo alle solite! Si continuano a rincorrere e mettere in campo soluzioni tampone e temporanee, generando confusione e disagio tra i lavoratori e una sempre crescente precarietà nelle attività lavorative, con possibili ripercussioni negative soprattutto nei “Comuni del cratere”, interessati dalle attività previste e da realizzare”.
Alcuni credono che le parole non feriscano chi le ascolta, solo perché gli insultati hanno scelto di non dar prosecuzione alle sciocchezze. Ma poi, quando le sciocchezze si sommano e l’otre è colmo giunge la necessità di difendersi dalle accuse. È accaduto per l’ennesima volta che la dott.ssa Mariassunta Libertucci,presidente di Legambiente Molise,abbia detto sciocchezze a proposito del presidio NO BIOMASSE. Il presidio, nato per contrastare la realizzazionedi due centrali a biomasse nei territori di Campochiaro e San Polo Matese è stato spesso oggetto di critiche. Venerdì 30 Gennaio la dott.ssa Libertucci è intervenuta telefonicamente in una nota trasmissione televisiva, Moby Dick, in cui si parlava di ambiente e per l’ennesima volta alla domanda: “Perché Legambiente non ha partecipato alla lotta sostenuta dai cittadini contro le biomasse?” ha risposto: “Legambiente non ha partecipato al presidio perché questo era strumentale”. Strumentale a cosa? A chi? Per cosa? Ahimè non è la prima volta che la presidente di Legambiente Molise sortisce tacciando il presidio di Campochiaro di essere
terventi per la sicurezza stradale, nonostante i reiterati solleciti inviati negli 8 anni dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”, con la conseguenza che “Il Ministero ha disposto la revoca dei finanziamenti e dei corrispondenti impegni quindi-
cennali alla Regione Molise per non aver ricevuto sia risposta al monitoraggio che l’elenco dei progetti da inserire nel Decreto interministeriale dei contributi diretti, inoltre, non sono risultati mutui accesi da Enti locali molisani nell’ambito del Programma.” Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale fu individuato dall’art. 32 della legge n.144/1999 al fine di ridurre il numero e gli effetti degli incidenti stradali ed in relazione al “Piano di sicurezza stradale 1997/2001” della Commissione delle Comunità europee. Che dire; registriamo l’ennesimo passaggio a vuoto amministrativo di
“Protezione civile, gestione incerta” Cgil e Uil, dopo l’incontro con i vertici della struttura denunciano le soluzioni tampone A distanza di un anno, dunque, Cgil e Uil, ribadiscono che, per superare il problema dei lavoratori dell’Agenzia di Protezione Civile, basterebbe semplicemente applicare la
Legge Regionale istitutiva dell’Agenzia stessa e tuttora vigente, la quale definisce chiaramente le modalità del suo finanziamento. Il semplice rispetto della stessa ga-
rantirebbe la prosecuzione delle sue attività con il conseguente impiego di tutto il personale, anche per altre esigenze correlate. “A riguardo, chiediamo e ribadiamo l’esecuzione della nostra proposta presentata un anno fa, con la quale indicavamo le forme di finanziamento, come chiaramente previste dal legislatore regionale, la corretta applicazione delle specifiche norme di copertura economica dei contratti di lavoro dell’Agenzia, previsti all’art.10 della L.R., il ricorso a finanziamenti Europei previsti per la sicurezza del territorio e la creazione degli ambiti territoriali. Questa nostra proposta voleva, altresì, essere un modo per troncare, una volta per tutte, l’estenuante mercanteggiare tra le parti che non solo non dava alcuna adeguata soluzione, ma rubava del tempo anche ad altre problematiche occupazionali che sono ancora in alto mare e che, ci auguriamo, non naufraghino per colpa di quelle onde mosse dalla mancanza di concretezza!”
Il rischio di arrivare a guerra finita politicizzato e strumentale. Commovente la lettera aperta scritta da Legambiente Molise al caro Matese in cui con voli pindarici e pleonastiche scuse ci si giustificava per la mancata partecipazione a questa lotta. Ancor più commovente esser stati tacciati di essere ambientalisti della domenica. Come dimenticare quando sempre nella stessa trasmissione televisiva, ma in una precedente puntata, la dott.ssaLibertucci affermò che le mamme non sono titolate a parlare sulle questioni ambientali? La lotta per l’ambiente è qualcosa di elitario? Un lusso che possono permettersi solo le menti illuminate? Ma facciamo un passo indietro. È ormai nota a tutti la vicenda delle centrali a biomasse, dalla genesi al tanto atteso epilogo, speriamo definitivo. Di certo c’è che: Il ServizioprogrammazionepoliticheenergetichedellaRegione Molise, diretto dall’avvocato Angela Aufiero, ha annullato con determinazionidirigenziali, le due au-
torizzazioni, relative allarealizzazione di un impianto di energiaelettrica da biomassapollinadellapotenza di 5 Mwenelcomune di San Polo Mateserilasciataalladitta Di Ziocostruzionimeccaniche spa e allarealizzazione e all’esercizio di un impianto di energiaelettrica da biomassavegetale legnosadellapotenza di 0.999 Mwenelcomune i Campochiaro rilasciata alla ditta Civitassrl. I provvedimenti hanno rilevato carenza documentale con vizicheattengonoallaprocedibilità, alla completezza e allaregolaritàdelleistanze e deiprogetti e vizi di istruttoria. Questo è quantoriportato in una nota della Regione Molise. Legambiente Molise e tutti quelli che hanno tacciato il presidio di essere politicizzato, partitico, strumentale, omposto da chi non aveva nulla di meglio da fare a casa, dovrebbe chiedere scusa a quegli uomini e a quelle donne che hanno piantonato notte e giorno.Lo hanno fatto per difendere il proprio territorio da politiche scellerate e
un governo regionale che, i fatti più che gli annunci, ci restituscono pigro ed inadeguato. Non rispondere agli adempimenti ministeriali obbligatori per accede a finanziamenti ci appare più grave di un indirizzo programmatico, di un orientamento politico riguardo a questo o quel problema. Se l’esercizio della discrezionalità in politica è un diritto, infatti, opinabile quanto si voglia, ma pur sempre frutto di attivismo, di volontà di affrontare le critità, la pigrizia e l’inadeguatezza rispetto ad adempimenti, chiamiamoli semplicemente burocratici, risultano inaccettabili e basta. Unica tra tutte le Regioni, il Molise si è escluso da un programma di finanziamenti ministeriali. Tutto ciò, nella sua freddezza di dato di cronaca, aggiunge altre pennellate rosso sangue ad un quadro che, nei anni, sta realizzando un ritratto in stile splatter dell’azione amministrativa che, da molisani, siamo costretti a vivere e subire.
autorizzazioni concesse in modo a dir poco superficiale. Hanno sfidato il freddo, difatti il presidio era collocato alle pendici del Matese. La notte quando le temperature scendevano drasticamente quelle donne e quegli uomini sono rimasti lì, quando le telecamere non c’erano quelle persone erano lì. Esulandodall’enfasiretorica, possiamoaffermarechequellaottenuta è unavittoriadeicittadini, delle associazioni e delleamministrazioni, che, unite dagliintentihannomesso da parte qualsivogliapersonalismo e occorrenza di primeggiare. Le persone del presidio non hanno mai sguazzato compiaciute nei risultati ottenuti, ma non è accettabile doversi scusare per aver commessoilpeccatomortale di amarela propria terra. Sul sito internet di Legambiente alla voce Chi siamo si legge: “…Trattodistintivodell’associazione è stato fin dall’iniziol’ambientalismoscientifico, ovvero la scelta di fondareogniprogetto in difesa dell’ambientesu unasolida base di dati-
scientifici, unostrumento con cui è possibile indicare percorsi alternativi concreti e realizzabili. L’approccioscientifico, unito a un costantelavoro di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimentodeicittadini, ha garantitoilprofondoradicamento di Legambientenellasocietàfino a farnel’organizzazioneambientalista con la diffusionepiùcapillaresulterritorio…” Cosac’è di scientificonell’autorizzare la costruzionedellecentralisenzatenerconto deilivellidi inquinanti? Autorizzare centrali senza effettuareunmonitoraggiodellaqualitàdell’aria è forse un approccioscientificoche ci sfugge? A voleresserebuoni, questa, per Legambiente è stata un’occasionemancata. Avrebbepotutosensibilizzare e coinvolgereicittadinisulletematicheambientali del nostroterritorio come giàsioccupa di fare da anni. Dunque se Legambiente Molise ha scelto di non condividere le motivazioni del presidio e di non prendere posizione in questa vicenda, vada a ricercare altrove le proprie giustificazioni. Inutile continuare ad affermare che il presidio era strumentale e politicizzato, questa scusa non regge più. Il comitato “presidio di Campochiaro’
TAaglio lto
3 3 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Nuova consulenza da 107mila euro
La Regione Molise allestisce una Commissione per studiare quale ossatura dovrà avere Molise Acque. E il Consiglio regionale? CAMPOBASSO. In tempi di magra, di mancanza di lavoro, di prospettive future cosa fa la Giunta regionale del Molise? Stanza 107mila euro per una Commissione chiamata a definire il nuovo assetto istituzionale nel comparto del servizio idrico integrato. Per intenderci, di Molise Acque. Ben 35.685 euro all’ex sindaco di Jelsi, Mario Ferocino ed altrettanti a Francesco Caruso già assessore nella Giunta Greco a Termoli. In più, 40mila euro all’Anea l’Associazione degli enti di ambito. Ma non c’è già una legge regionale che definisce il tutto? Ma non c’è stato un referendum sull’acqua pubblica? Ma non toccherebbe al Consiglio regionale discutere di questa materia? E, così, mentre l’acqua molisana viaggia verso altre Regioni a pochi centesimi, quanto pagano, la Regione Molise istituisce una commissione per spendere in consulenze 107mila euro in un anno. Le risorse idriche del Molise costituiscono una piattaforma di obiettivi di sviluppo, di progetti e di destinazioni d’uso intorno alla quale si con-
centrano e premono interessi di natura economica e sociale che a loro volta pretendono grande senso di responsabilità e grande padronanza da parte di chi istituzionalmente è chiamato a gestirle. Una ricchezza che solo pochi sanno considerare nella reale sua dimensione, quasi nessuno, invece, sa sviluppare in una reale politica di sviluppo. Da nessuna parte si riesce a raccogliere infatti un dato
Molise non ha un piano per lo sfruttamento e per l’utilizzo delle risorse idriche. Questa carenza autorizza le regioni confinanti a “pretendere” parte della nostra acqua e – incredibile, ma vero – a sottopagarla. Né l’acqua raccolta nelle dighe del Liscione, di Chiauci, di Occhito, di Arcichiaro (Guardiaregia) e quella da raccogliere a Piano dei Limiti, in prossimità di Colletorto, è finaliz-
Il Molise fa acqua da tutte le parti
L’INTERVENTO Servizio idrico integrato, Frattura e company decidono il nuovo assetto del comparto: il motivo giusto per affidare due consulenze esterne da decine di migliaia di euro. Con la Delibera di Giunta regionale 27/2015 il Governo regionale ha creato un gruppo di lavoro per preparare il “nuovo assetto istituzionale nel comparto del servizio idrico integrato”: in altre parole, il nuovo assetto di Molise Acque. Ottima decisione una volta tanto, anche perché il MoVimento 5 Stelle e i gruppi per l’Acqua pubblica, combattono una battaglia sullo stesso terreno anche alla luce dei tre referendum che hanno portato 26 milioni di italiani ad urlare il proprio ‘no’ alla pri-
statistico, un atto amministrativo, un segnale politico da cui assumere la certezza che il Molise riesca a trarre dalle risorse idriche qualcosa per la sua economia. Anche i rapporti con le regioni confinanti (Abruzzo, Campania e Puglia), che dell’acqua molisana fanno incetta a buon mercato, sono sostanzialmente piegati agli interessi prevalenti degli interlocutori. Ciò perché, è evidente, il
vatizzazione dell’acqua. Peccato che nel porre le basi di questo “gruppo di lavoro”, il Governo regionale non ha perso occasione per distribuire qualche consulenza ben retribuita, ovviamente con i soldi dei cittadini. E così sono spuntati due ‘fantatecnici’ che ci costeranno 67mila 400 euro all’anno in tutto. Nella Delibera di Giunta, infatti, possiamo leggere che il “gruppo di lavoro” dovrà: “effettuare un’attività ricognitiva della situazione fattuale del settore di riferimento analizzare il contesto normativo comunitario, statale e regionale attualmente in vigore esaminare le modalità per giungere all’affidamento della gestione del servizio
idrico integrato, eventualmente in house, nel rispetto delle norme comunitarie in materia di concorrenza […..]” Ma nella stessa delibera il Governo regionale sostiene anche che all’interno della struttura del Servizio Idrico, sono già presenti solo le competenze tecniche mentre per gli aspetti giuridico-amministrativi bisogna individuare persone che abbiano specifiche esperienze nel settore dei servizi idrici. Gli avvocati Mario Ferocino e Francesco Caruso, a quanto pare, hanno queste specifiche competenze e hanno mostrato interesse a collaborare al progetto. Così saranno proprio loro i componenti di questo gruppo di lavoro che, si presume, costerà 107mila di cui,
zata con certezza ad un uso specifico che aiuti l’economia del Molise a trarne vantaggio. Abbiamo un “tesoro” e non siamo nella condizione di farlo fruttare. I piani irrigui e i piani della distribuzione dell’acqua per uso potabile sono evanescenti. Eppure si preferisce la nomina di una Commissione per una non meglio precisata definizione di cosa dovrà essere Molise Acque. Dobbiamo purtroppo annotare con rammarico che gli invasi si sono risolti nell’alterazione dell’ambiente e del territorio, le risorse idriche una potenzialità inespressa, e la contrattazione per un diverso e più redditizio rapporto con Abruzzo, Puglia e Campania, un impegno vistosamente mancato. Tra le regioni italiane nessuna più del Molise può vantare il numero di invasi artificiali e un volume di tanto misero e deludente. E meno che mai una classe politica e una classe dirigente così vistosamente inadeguata a farsi valere e a difendere gli interessi veri della collettività molisana.
come detto, oltre 67mila per i due avvocati e circa 40mila per una eventuale collaborazione con l’Anea; in ogni caso, soldi che troveranno copertura nel Bilancio regionale. Per il MoVimento 5 Stelle Molise è paradossale che all’interno dell’organico regionale non ci sia personale che possa occuparsi della normativa di settore, senza gravare ulteriormente sulla casse regionali e quindi sui cittadini. Di più, senza entrare nel merito della professionalità dei due ‘superconsulenti’, ci chiediamo se entrambi abbiano forse trovato delle corsie preferenziali per ottenere l’incarico dalla Regione Molise. Ad ogni modo, anche sul tema del sistema idrico il Governo regionale fa acqua da tutte le parti… Movimento Cinque Stelle
Le scuole alla canna del gas di sergio genovese Il titolo non appaia la solita vulgata per gusti goderecci. La disperazione non riguarda solo le anemiche finanze di poche migliaia di euro all’anno con le quali fronteggiare le necessità quotidiane, l’ inizio della fine è cominciato da quando bisogna fare i conti con i numeri. Da allora si è dato corpo al degrado e all’abbandono di qualsiasi rispetto riferito al senso di Scuola. Una significativa parte di dirigenti, docenti e genitori ha rinunciato a qualsiasi freno inibitore collegato alla deontologia ( che parolaccia!) per consegnarsi ad attività sciatte degne dei migliori venditori di detersivo per la lavatrice, altro che educatori. Passi
per le pubblicità televisive, gli open day e via dicendo, non può passare invece tutto il retroscena che c’è dietro. Ieri una mamma mi ha confessato ( è l’ennesima dichiarazione raccolta) di aver ricevuto telefonate da rappresentanti della concorrenza che, come in una campagna elettorale, hanno tentato di convincerla di scegliere una scuola al posto di un’altra. Molti molisani hanno sentito qualche giorno fa un docente che ha avuto la sfacciataggine di dichiarare in televisione :” Solo nel nostro Istituto si può parlare di tecnologia e chi si iscrive da noi troverà immediatamente un posto di lavoro”. Evidentemente pensava di parlare ai residenti del paese dei balocchi. Qualche giorno fa un’altra mamma mi ha rimproverato di non aver rispettato in toto, per la Scuola dell’Infanzia, ( bambini dai tre ai
cinque anni!) l’offerta formativa e che per tale motivo avrebbe cambiato Scuola. Un corollario di nefandezze che stanno depauperando la dignità della Scuola e di quelle minoranze ancora aggrappate a certi valori che non dovrebbero conoscere l’usura del tempo e della scempiaggine delle persone. Che nostalgia di quei Presidi irreprensibili che incutevano timore solo per le deambulazioni che compivano con passo austero nelle classi con le lavagne che gracchiavano scosse per le nostre orecchie. Che nostalgia per quei docenti/ educatori che suggerivano agli studenti un po’ “claudicanti” di cambiare scuola per ottenere un migliore successo, altro che promozioni a go go per fare volume. Che nostalgia per quei genitori che convocati dalla Scuola, andavano il giorno prima dal parrucchiere
e indossavano il vestito della festa. Qualche rigo in più per l’argomento e qualche in meno per le vicende personali dell’architetto Giarrusso, non guasterebbe. Siamo alla canna del gas….
TAaglio lto
4
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
3 febbraio 2015
Se viene a mancare il servizio postale Saranno 19 i Comuni che vedranno togliersi l’Ufficio preposto e altri funzioneranno a singhiozzo CAMPOBASSO. Ecco l’ulteriore impoverimento dei nostri paesi. Chiuse le scuole elementari ora tocca agli uffici postali mentre già le chiese parrocchiali non hanno più nemmeno il parroco e i negozi alimentari non reggono più. In questo modo si depotenziano ulteriormente quegli spazi e quei tempi che hanno dato vita alla nostra società. Intanto, ecco gli uffici postali soppressi e quelli che re-
L’Azienda Poste Italiane ha razionalizzato 19 uffici della Regione Molise. Provincia di Campobasso A giorni alterni: Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino S.1, Macchia V.F., Monacilioni, Montelongo, Morrone del Sannio, S.Giovanni in Galdo; Razionalizzati a due giorni: S.Angelo Limosano e Trivento Centro Ufficio chiuso: Monteverde di Boiano Provincia di Isernia: Razionalizzati a giorni alterni (da sei giorni a tre): Bagnoli del Trigno – Belmonte del Sannio – Roccasicura – Castelromano – S.Pietro Avellana; Razionalizzati da quattro giorni a tre: Acquaviva di Isernia e Castelpetroso
steranno aperti a singhiozzo: chiusura dell’Ufficio Postale di Monteverde di Bojano e la razionalizzazione (apertura a giorni alterni) degli Uffici Postali di Campomarino Lido, Campochiaro, Casalciprano, Cercepiccola, Larino succ. 1, Monacilioni, Morrone nel Sannio, San Giovanni in Galdo, Montelongo, Trivento Centro, Macchia Val Fortore, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Castelpetroso e Castel Romano e San Pietro Avellana. Inoltre, ci saranno altre aperture a singhiozzo negli Uffici Postali di Sant’Angelo Limosano, Acquaviva D’Isernia e Roccasicura. Perchè è cosa preoccupante? Perchè tutto questo fa sì che luoghi e strutture geografiche (le Poste) radicati nel DNA di ciascun peculiare paesaggio urbano, con alcune loro funzioni “sociali” (gli anziani che ritirano direttamente la pensione, senza imposizione di accrediti automatici; la possibilità che essi hanno, anziani, di andare presso l’ufficio abbastanza vicino a casa in un luogo comunque “famigliare”, dove conoscono l’im-
piegato, magari chiedono qualche consiglio sul risparmio, come impiegarlo…)… ebbene tutto questo sembra che debba scomparire del tutto (perché già lo è, quasi scomparso, ma non ancora del tutto). Allora, perchè la Regione, visto che c’è un Consiglio profumatamente pagato, non propone un’alternativa altrettanto valida (magari di servizi polivalenti) al luogo stesso? Un servizio sostitutivo gestito, in accordo tra Regione e Comuni, utilizzando i ragazzi del servizio civile, il mondo del volontariato e gli uffici comunali. Il punto, dotato di potrebbe nascere nei locali finora occupati dall’ufficio postale oppure presso un’associazione di volontariato, la Pro Loco o un circolo. Con Poste sarebbe possibile definire i servizi che potranno essere offerti, finanziari e postali, dalla spedizione di un pacco alle raccomandate ad esempio. Inoltre potrebbe offrire anche servizi regionali e comunali, a seconda delle esigenze della singola comunità. E’ troppo pensarlo, studiarlo e realizzarlo?
“Poste, troppo alto il prezzo per il Molise” La chiusura di 19 uffici postali sul territorio spinge la Cisl alla protesta CAMPOBASSO. Antonio D’Alessandro Segretario della CISL Poste Molise, informa che nella prima settimana del mese di febbraio 2015 sarà attivato un capillare piano di assemblee negli uffici postali di tutta la regione. Potrebbero verificarsi ritardi o ral-
L’INTERVENTO
di Apropol* Dal primo gennaio 2015 è in vigore la nuova politica agricola comunitaria che modifica sostanzialmente sia i meccanismi di erogazione dei pagamenti diretti agli agricoltori e sia i principi economici che andranno ad orientare i nuovi piani di sviluppo rurale (PSR). Nello specifico la nuova programmazione impone nuovi assiomi di natura economica che, se applicati correttamente, permetteranno alle aziende agricole di competere in un’ economia di sistema sempre più globalizzata. Uno dei principi proposti, particolarmente significativo, riguarda la cooperazione tra le aziende agricole, mediante la quale si intende attenuare l’annoso problema della frammentazione che caratterizza l’agricoltura nazionale, connotata da dimensioni economiche troppo piccole e per questo incapaci di competere con gli altri partner europei e mondiali. La nuova Politica Agricola Europea spinge le imprese agricole ad aggregarsi verso entità economiche più grandi, e quindi più competitive, in particolare per il comparto olivicolo, nel quale la frammentazione è ancora più evidente. In Molise le aziende agricole professionali
lentamenti nell’erogazione dei servizi e ci scusiamo per tutti gli inconvenienti che potrebbero verificarsi. Tale iniziativa è assunta a fronte delle innumerevoli chiusure e razionalizzazioni di uffici previsti dal piano industriale dell’a.d. di poste italiane. Un
piano che prevede 450 chiusure e 600 riduzioni di aperture di uffici. Il Molise pagherà il prezzo di questi tagli – precisa Antonio D’Alessandro – 19 Uffici saranno razionalizzati (prestazioni a singhiozzo) e una chiusura totale. Il tutto con una sola logica, quella
La Coldiretti rilancia un suo carrozzone per l’olio specializzate nella coltivazione dell’olivo sono poche e l’età media degli imprenditori è elevata. I punti di debolezza principali sono: la bassa produzione unitaria, gli elevati costi di coltivazione, la frammentazione degli impianti olivicoli. Inoltre vi è scarsa promozione del prodotto e insignificante integrazione dello stesso con il comparto turistico e ricettivo. E’ opportuno evidenziare però che al contempo esistono anche molteplici e significativi punti di forza, quali: presenza di ottime cultivar locali, elevata qualità delle produzioni, esistenza di una DOP riconosciuta, elevata sostenibilità delle tecniche colturali adottate, buon impatto degli oliveti in termini di paesaggio e presidio del territorio. Inoltre non si deve dimenticare che la coltivazione dell’olivo rappresenta un utile alternativa per il recupero di terreni marginali o abbandonati. Non mancano quindi le opportunità per una produzione che potrebbe fungere da volano per lo sviluppo del territorio, che sarebbe in grado di costituire un elemento di pregio anche in chiave di valorizzazione del patrimonio paesaggistico a fini turistici. Il tutto sarebbe av-
valorato dall’ottima qualità intrinseca del prodotto finale, opportunamente esaltata dall’immagine di salubrità che le produzioni molisane hanno nell’immaginario collettivo nazionale. Applicando il paradigma economico della cooperazione, i punti di debolezza potrebbero essere attenuati esaltando al contempo i punti di forza. Infatti è solo in un ottica di economia di scala che è possibile rilanciare l’olivicoltura molisana e quindi permettere una giusta remunerazione di tutti gli operatori della filiera olivicola, in particolare degli olivicoltori. urtroppo in Molise sembra che il settore olivicolo si orienti verso direzioni opposte. Come spesso accade nella nostra Regione, anziché aggregarsi per essere funzionali, competitivi e rispondenti alle esigenze dell’economia di mercato, in questi giorni si assiste all’ennesima disgregazione. Infatti è notizia recente la costituzione di una nuova Organizzazione di Produttori di olio, collegata alla Coldiretti locale, che comporta una scissione con la storica A.PRO.PR.OL., una cooperativa di olivicoltori attiva dal 1978, che associa le principali realtà olivicole professionali molisane. Lo scorso 7 Gennaio l’Aproprol ha provveduto ad
del contenimento dei costi, e non ad un vero progetto di sviluppo a z i e n d a l e . Si traduce questa attività nel totale abbandono di comunità marginali e di zone periferiche, dove l’ufficio postale era diventato un preciso punto di riferimento per gli a b i t a n t i . La CISL Poste Molise, afferma il Segretario Antonio D’Alessandro, non condividerà mai una politica di smantellare e ridimensionare solo per fare cassa senza un vero di progetto di sviluppo.
adeguare lo statuto sociale secondo le nuove norme del reg.(UE) 1308/2013 e inviare la base associativa presso l’AGEA per aver accesso ai finanziamenti. Risulta che la nuova costituente O.P. promossa dalla Coldiretti ha iscritto produttori già presenti nella base associativa di Aproprol, creando dei superi con esclusione dai finanziamenti a danno di tutti gli olivicoltori. L’Aproprol conta al 31/12/2014 6385 soci ed è stata l’unica Associazione Molisana ad intraprendere progetti di commercializzazione di olio e registrare marchi collettivi , a portare avanti progetti di miglioramento della qualità dell’olio e dell’ambiente, sempre nell’interesse del socio e mai negli interessi corporativi e nelle strategie ambigue dei dirigenti Coldiretti. Le frammentazioni che si registrano sul territorio non colgono i principi operativi della nuova politica agricola comunitaria e non faranno altro che acuire gli storici problemi dell’olivicoltura Regionale. Ma è possibile che i dissidi inter-personali, le antipatie, i campanilismi, la sete di potere e i miseri interessi personalistici di taluni soggetti, debbano sempre ostacolare lo sviluppo territoriale e vengano sempre anteposti al bene collettivo??!!! *Associazione Produttori Olio Scarl
TAaglio lto
5
Tutto quello che gli altri non dicono
3 febbraio 2015
senza alcun finanziamento pubblico
Banche, il Molise non ha un suo Istituto Dopo la scomparsa della Popolare e della Cassa di Risparmio, il credito è diventato impossibile per le imprese CAMPOBASSO. Oggi sono i sindacati a protestare per la decisione adottata dai vertici della Cassa di risparmio di Rimini di chiudere le proprie sedi in Molise. Oggi ci si ricorda che il Molise non ha più, da anni, una propria Banca locale dopo la scomparsa della Banca Popolare del Molise e della Cassa di Risparmio molisana. Due istituti che hanno guidato e sorretto la fase di crescita della regione oggi rimasta priva di un proprio istituto di credito con tutte le conseguenze negative del caso. In altre regioni, invece, proprio le banche locali hanno a seguito della contrazione del credito determinata dalla crisi economica, hanno aumentato la loro posizione sul mercato nei confronti degli istituti “nazionali”; sempre per via della crisi, proprio le banche locali, laddove presenti, non hanno limitato, o chiuso, i rubinetti del credito, ma
hanno proseguito nel concedere prestiti ed agevolazioni alle piccole e medie imprese del loro territorio. I risultati raggiunti dalle banche popolari negli ultimi anni dimostrano
chiaramente come il loro ruolo sia stato di vitale importanza per stimolare l’economia locale, con particolare riguardo nei confronti delle famiglie e delle PMI. Il guaio è che
in Molise di banche locali e, soprattutto Popolari, non ce ne sono più da anni. Tanto, che mentre in altri contesti, esattamente come nelle precedenti crisi economiche, in cui le
“La Carim non deve chiudere”
banche popolari sono state in grado di dimostrare la propria capacità di stabilizzare l’economia, anche nell’ultimo periodo l’attività degli istituti di credito popolari ha contribuito a ridurre l’impatto della contrazione della produttività nel momento peggiore della recessione. Hanno continuato a fornire prestiti e a sostenere un’infinità di aziende – la maggior parte delle quali di piccole dimensioni – offrendo l’ennesima prova di quanto importante sia il modello cooperativo, grazie alla sua innata capacità di continuare a essere innovativo, semplice e democratico, pur rimanendo fedele ai principi che ne hanno ispirato la creazione. Oggi, così, ci si avvede di quanto accaduto con la scomparsa degli Istituti di credito locali e, tra l’altro, la situazione va a peggiorare con il taglio degli sportelli della Carim.
La Cassa di risparmio di Rimini taglia le filiali molisane e abruzzesi
CAMPOBASSO. La CGIL e la FISAC CGIL di Abruzzo e Molise denunciano la grave decisione assunta dai vertici aziendali di Banca Carim (Cassa di Risparmio di Rimini) di aprire la prevista procedura contrattuale per una ristrutturazione e riorganizzazione dell’azienda che preannuncia anche l’abbandono del territorio delle due regioni. “Infatti la Carim, per raggiungere un’immediata riduzione dei costi, comunica la chiusura, d’emblée, di n. 10 filiali dislocate in Abruzzo e Molise nonostante la maggior parte di queste abbiano riportato nel 2014 un risultato economico positivo e una, in particolare, abbia addirittura triplicato l’utile rispetto al 2013”. Lo sostengono i se-
L’INTERVENTO di Susanna Pastorini* Non ci entusiasma né ci conforta poter dire oggi che quanto evidenziato dal tavolo tecnico la FP-CGIL lo aveva sostenuto già da tempo, nonostante le nostre proposte siano rimaste inascoltate. Avevamo invitato il neo eletto Presidente Frattura già a novembre del 2013 alla giornata sulla sanità e lo avevamo reso edotto di tutte le nostre perplessità. I mesi a seguire hanno solo aumentato le criticità, senza alcun serio intervento strutturale e di vero coinvolgimento delle parti sociali. Tanto che oggi le narrazioni mediatiche non fanno altro che confermare il fallimento del Piano di Rientro, di scelte antieconomiche e politiche che pongono un’unica certezza: ancora una volta saranno i cittadini molisani a pagare il prezzo più alto in termini di aumento della tassazione locale già peraltro a livelli esponenziali. E il fallimento del Piano di Rientro è il fallimento della gestione commissariale, (che non può essere ovviata attraverso il commissariamento del commissario!), occorrerebbe invece, ristabilire un confronto con le parti sociali e gli organismi eletti dai citta-
gretari regionali della Cgil. Le cinque filiali in Molise sono quelle di Campobasso, Jelsi, Mirabello Sannitico (comune in cui la situazione è ancora più grave, per l’assenza totale di sportelli bancari e postali che possano garantire un servizio essenziale), Sant’Elia a Pianisi e Campomarino. L’organico complessivo delle Agenzie è di 15 dipendenti. Le cinque filiali che interessano l’Abruzzo sono: Vasto, Pescara, Pescara centro, Chieti e Teramo, per un organico complessivo di 25 dipendenti. “Non si conosce, ad oggi, il destino delle lavoratrici e dei lavoratori (40) delle filiali in-
teressate dalla chiusura, che difficilmente potranno essere riallocati. Tale decisione rappresenta un danno economico e sociale per le lavoratrici e i lavoratori, le loro famiglie e per il territorio, oltre a costituire un’offesa inaudita alla clientela. Si esercitano continuamente forti pressioni commerciali sui dipendenti delle banche affinché, in nome del budget, questi ultimi acquisiscano nuova e sempre più clientela, per poi abbandonarla, come nel caso di Carim, al proprio destino. Tutto ciò è scandaloso. Si auspica che i Presidenti delle due Regioni intervengano con immediatezza per inco-
raggiare soluzioni alternative, contrattate con i sindacati, e per porre un argine al disagio sociale che il territorio continua a subire anche a causa del progressivo depauperamento del proprio tessuto economico. Si confida, inoltre, nella sensibilità dei Sindaci interessati dalla chiusura delle filiali, affinché possano tutelare l’interesse dei loro cittadini, penalizzati da simili decisioni. Non si può restare indifferenti al cospetto di provvedimenti che calpestano la dignità delle persone; non è più tollerabile che le lavoratrici e i lavoratori debbano subire decisioni calate dall’alto, peraltro neanche rispondenti, come nel caso in questione, a ragioni squisitamente economiche”.
Sanità, manca qualsiasi programma Ora ognuno faccia la sua parte dini. Solo così si potranno liberare risorse eliminando le criticità strutturali che hanno portato il sistema al tracollo. E non è un caso che il Tavolo tecnico concentri gran parte della sua attenzione non solo, come era ovvio, sull’aspetto economico finanziario ma anche su quello programmatico, ponendo in seria discussione gli interventi di legislazione locale su temi importanti, ivi compreso quello del sistema riabilitativo. L’inadeguatezza delle politiche di austerità finora adottate in sanità non ha prodotto risultati. Austerità richiesta ai cittadini ma non a chi governa il sistema sanitario, tanto che le stesse politiche di governance vengono oggi criticate sia rispetto a soggetti di indubbio spessore, come l’attuale Direttore Generale, di cui non si conoscono i compensi, ma anche rispetto a nomine di soggetti che per quanto qualificati sono assolutamente non funzionali alla risoluzione dei problemi. I “tagli lineari” hanno pregiudicato la funzionalità e l’efficacia del Servizio Sanitario
Regionale ed hanno causato un aumento delle liste di attesa, un incremento della migrazione sanitaria extra-regionale e delle disuguaglianze di salute, un peggioramento della già scarsa assistenza territoriale, un sovraffollamento nei Pronto Soccorso e nei servizi di emergenza ospedalieri e territoriali, un peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori (in buona parte precari in un sistema globale di mancata razionalizzazione delle risorse umane) e della assistenza sanitaria. La Regione è rimasta inerte, non ha programmato interventi per ridurre gli accessi impropri in Pronto Soccorso e per arginare i ricoveri inappropriati; non sono state potenziate le attività territoriali; non sono stati redatti protocolli per ridurre le prestazioni inutili; non si è organizzata una efficace assistenza domiciliare; non è stato riorganizzato il sistema integrato di emergenza sanitaria. L’attuale governo regionale, in assoluta continuità con il precedente, non ha mai attuato una vera politica riformatrice capace
di programmare i servizi per rispondere in maniera efficace alla domanda assistenziale dei cittadini, garantendo il diritto costituzionale alla salute, perché la sanità prima di tutto coinvolge la vita e la dignità delle persone e impone parità non solo in termini di contabilità (questa O.S. già da tempo chiede la fuoriuscita del sistema dai ticket), tanto da domandarci oggi se gli stessi LEA valgono per tutto il territorio nazionale. Questa Organizzazione sindacale da tempo chiede di innalzare il livello della qualità assistenziale anche attraverso la riconversione di alcune strutture in “case della salute”, potenziamento della medicina sul territorio, la messa in rete del sistema sociosanitario e sanitario – assistenziale e la stabilizzazione del personale precario. Ora però non ci sono più alibi per nessuno: tutti abbiamo il dovere di contribuire a riscrivere la nuova sanità. Si pensi in grande, si guardi al futuro. Apriamo un tavolo di confronto, ne trarremmo tutti vantaggio. * Segretaria Cisl FP
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
6
Campobasso
3 febbraio 2015
Terminal bus, la neve blocca le navette Negli orari di punta sono poche le corse che riescono a garantire servizi CAMPOBASSO. Scena surreale, o no per chi ci è abituato, Ieri mattina al Terminal bus di Campobasso, capoluogo della Regione Molise. E’ bastata una spolverata di neve e il traffico cittadino è andato in tilt. Ora, si sa che l’inverno è rigido, si sa che bisogna usare gomme termiche e nel peggiore dei casi montare anche le catene, ma questa mattina non c’era nessuna emergenza del genere. Allora cosa è accaduto? Dove sono finite le navette? Studenti e pendolari hanno dovuto fare i conti con le navette che dal Terminal portano al centro cittadino, quella delle ore 08.00 è riuscita a partire con difficoltà stracolma di persone, quella delle 08.15 è stata prima presa d’as-
salto e poi bloccata proprio dalla gente che non ne può più. ”Non è possibile che negli orari di punta, come quello della mattina dove migliaia di persone, tra studenti e lavoratori pendolari arrivano in città, dobbiamo attendere fino alle 08.30, sempre che ci vada bene, per poter risalire in centro e andare al lavoro, ma gli amministratori hanno idea di quante persone viaggiano?” dice indignata una signora, e ancora continua un’altra ” sempre che riusciamo a salire ed arrivare in centro in condizioni da sardine in scatola hanno pure il coraggio di chiederci di timbrare il biglietto? Vergogna! Noi le tasse le paghiamo ma i servizi chi ce li fornisce?”. Bene, tre navette ogni
15 minuti evidentemente non sono sufficienti in orari di punta, non ci vuole uno studio, si capisce. La protesta ieri mattina è durata finchè non è arrivata al Terminal un’altro mezzo, ormai la gente è stanca, e ieri mattina tutto sommato anche se con un pò di ritardo siamo riusciti ad arrivare al centro cittadino, bhè certo c’era sempre l’opzione andiamo a piedi, tanto è comodo risalire in mezzo al traffico! Ma che accoglienza è mai questa, che servizi sono questi, di certo non degni di una città capoluogo! E’ vero questa è l’opera incompiuta, mancano servizi, manca sicurezza, ma adesso mancano anche le navette, è che senso ha allora?
Scuola allievi agenti di Polizia, il corso Dopo tante apprensioni per la chiusura, da ieri in 131 frequenteranno le lezioni CAMPOBASSO. Da ieri come da decreto del Capo della Polizia Alessandro Pansa ha avuto inizio il 193esimo Corso che avvierà 651 allievi agenti della formazione per operatori della Polizia di Stato. Tra i vati istituti di istruzione interessati c’è anche la Scuola Allievi Agenti di Campobasso a cui sono stati destinati 131 allievi, dei quali 21 donne. L’attività didattica che avrà la durata di un anno e terminerà il primo febbraio 2016 prevede un periodo di formazione residenziale presso l’Istituto di istruzione, dal 2 febbraio 2015 al 1 novembre 2015, ed un periodo di applicazione pratica dal 2 novembre 2015 al 1 febbraio 2016 presso gli uffici dove gli agenti in prova saranno assegnati. L’obiettivo formativo affidato alla Scuola Allievi Agenti di Campobasso è di preparare operatori di polizia capaci di far fronte nel migliore modo alla do-
manda di sicurezza e di far rispettare tutti i diritti svolgendo sempre al meglio le proprie funzioni, esercitandole al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini, alla luce dei valori costituzionali, della deontologia professionale e delle tradizioni della Polizia di Stato. Grande soddisfazione dalla Questura per l’inizio di questo nuovo corso presso l’istituto di istruzione campobassano che continua ad essere un apprezzato punto di riferimento per la formazione dei giovani allievi, costituendo nel contempo un importante presidio della Polizia di Stato sul territorio molisano ai fini della prevenzione dell’ordine e della sicurezza pubblica.
A Jelsi la Messa per padre Tedeschi Intanto nella missione in Argentina che lo ha visto operare, arrivati gli aiuti molisani JELSI. Alla vigilia del 39° anniversario della barbara uccisione di Padre Giuseppe Tedeschi, avvenuta in Argentina il 2 Febbraio 1976 ad opera dei militari della Tripla A, ieri dal Camerun è giunta finalmente la notizia dell’arrivo del container pieno di materiale scolastico, abbigliamento e cibo a lunga conservazione raccolto lo scorso mese di agosto grazie anche alla generosità di tanti cittadini molisani che, nonostante la crisi, non hanno
smesso di donare a chi ha bisogno di aiuto, perché il valore e la ricchezza che ogni essere umano porta in sé supera ogni difficoltà. Grazie a tanti cittadini nei prossimi 2/3 anni i bambini degli orfanotrofi di Touboro e Ngaoundéré saranno in grado di nutrirsi adeguatamente e di studiare per costruirsi un futuro migliore. Contemporaneamente in Italia i volontari dell’Associazione intitolata al salesiano jelsese morto per i baraccati del Barrio
di Villa Itatì, nel nome e seguendo il suo esempio, grazie all’adesione alla Rete delle Associazione del Banco Alimentare distribuiscono pacchi di generi di prima necessità a diverse famiglie in difficoltà. L’aiuto ai poveri, ai disadattati, a quanti vivono sulla propria pelle questo momento di crisi economica e sociale, nasce dal desiderio di continuare l’opera di Padre Giuseppe Tedeschi, che partito da Jelsi all’età di 16 anni e divenuto sa-
cerdote in Argentina, scelse di dare la sua vita lottando per gli ultimi della favela di Villa Itatì nella provincia di Buenos Aires. Come ogni anno, nella Chiesa Madre di Jelsi, sarà celebrata una messa in suffragio per Padre Tedeschi perché solo mantenendo vivo il ricordo e seguendo il suo esempio è possibile costruire un mondo di solidarietà che dal Molise arriva nelle periferie dell’Africa e del Sud America.
Protocollo d’intesa per la prevenzione della criminalità negli Uffici postali. La sesta edizione si svolgerà oggi presso l’area di servizio di Mascione Nella mattinata odierna, presso il Palazzo del Governo, il Prefetto di Campobasso Francescopaolo Di Menna, il Prefetto di Isernia Filippo Piritore, il Direttore Centrale della Tutela Aziendale di Poste Italiane S.p.A. Stefano Grassi hanno sottoscritto il protocollo di una intesa per la prevenzione della criminalità negli Uffici postali della Regione Molise. Sono intervenuti i Questori di Campobasso e Isernia, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Campobasso, il rappresentante del Comando Provinciale dei Carabinieri di Isernia, i rappresentanti dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Campobasso e Isernia, nonché, per Poste Italiane S.p.A., il Responsabile Centrale della Sicurezza Fisica, i Responsabili della Tutela Aziendale e Sicurezza Fisica dell’Area Sud 1 Puglia-Basilicata-Molise-Sicilia. L’accordo è diretto a rafforzare la collaborazione tra Prefet-
ture, Forze di Polizia e Poste Italiane, al fine di contrastare con la massima efficacia furti e rapine, integrando i servizi di tutela già effettuati dalla Specialità Polizia Postale e delle Comunicazioni della Polizia di Stato. In particolare, verranno potenziati i dispositivi tecnologici a protezione degli Uffici postali, incrementate le attività per la formazione sulla sicurezza anticrimine del personale degli Uffici medesimi, intensificati, per l’ottimizzazione delle misure di vigilanza, i flussi informativi dalle strutture di Poste Italiane agli organi di polizia. L’iniziativa si inquadra nella cooperazione tra istituzioni pubbliche e operatori economici per la realizzazione di un sistema di sicurezza sempre più rispondente alle esigenze dei cittadini.
Campobasso
7 3 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Consiglio monotematico chiesto e ottenuto dall’opposizione di Palazzo san Giorgio sulle scelte programmate dalla Regione che impattano la città
Gesto politico di rilievo ma viziato di episodicità per essere un segnale di mutazione
Rendersi protagonisti di una contro-programmazione in cui sia definito il progetto della Campobasso del Terzo millennio e su di esso basare il confronto per denudare il carico demagogico e strumentale della maggioranza di centrosinistra Soprassalto della minoranza a Palazzo san Giorgio, in condizione di chiedere e ottenere per il 6 febbraio la convocazione straordinaria del consiglio per aprire un dibatto sulle 55 opere pubbliche programmate e finanziate dalla Regione tra cui il completamento della tangenziale nord, la realizzazione di un sottopassaggio per oltrepassare i binari ferroviari all’altezza dell’imbocco di Via san Giovanni, e il completamento del percorso perdonale dal terminal alla città. I consiglieri di opposizione vogliono discutere ma non si sa con quale spirito e a quale scopo di fronte ad una concessione di opere e di risorse da parte della Regione per interventi alcuni dei quali stazionano da decenni nei programmi comunali. Il sottopasso di Via San Giovanni, ad esempio, considerato (e lo è) un nodo scorsoio che
strozza la mobilità interna cittadina, finalmente può essere eliminato ma, come diciamo, è tra i punti che il gruppo dei consiglieri di minoranza vuole discutere. Così per la tangenziale Nord, onde chiudere o tentate di chiudere l’anello viario esterno alla città e, inutile ribadirlo, per il percorso pedonale che lega il terminal a Via Mazzini: anche questo un progetto che data i primi anni Novanta. Se c’è un commento da fare è come sia possibile che opere pubbliche durino 20 anni senza essere completate e una volta previste di essere completate entrano a far parte di un confronto politico/amministrativo. C’è da sperar che l’opposizione sia intenzionata a entrare nel merito di queste opere per migliorarne lo scopo, e, soprattutto, per ampliare il ventaglio degli interventi programmatici che servono per creare a Campo-
basso condizioni di vivibilità degne di appartenere a un capoluogo di regione. E’ il ruolo che le appartiene, la missione da svolgere, l’obiettivo da non perdere di vista. Anche perché, mai come in questa tornata amministrativa, l’opposizione annovera consiglieri con spiccate doti tecniche, con riconosciuti attributi manageriali e conoscenze specifiche nei settori produttivi e organizzativi e gestionali. Vederli affrontare di volta in volta, in contrapposizione, gli atti, le scelte e le decisioni della maggioranza, e non rendersi protagonisti di una contro-programmazione in cui sia definito il progetto della Campobasso del Terzo millennio e su di esso (progetto) basare il confronto per denudare il carico demagogico e strumentale della maggioranza, dà l’impressione di non essere essi per
primi convinti delle proprie qualità e possibilità. Se fosse, sarebbe l’ammissione di un grave difetto di autostima, probabilmente di carenza di volontà a sostegno di un impegno, quello di creare un programma alternativo alla maggioranza, che chiede certamente molto di più di quanto finora hanno dato. Si dirà, ma in questa circostanza l’opposizione vuole mettere in discussione anche il modo arrogante di fare e di muoversi della Regione Molise nel momento in cui decide - sua sponde - di riprogrammare 91 milioni di euro dei fondi europei non spesi nel settennio 2007/2013, tra cui la Metropolitana leggera, con un investimento di 21 milioni, che vede il capoluogo direttamente interessato. Non ci sono precedenti significativi in cui una minoranza consiliare a Campobasso
abbia chiesto e ottenuto di mettere il becco nelle scelte della Regione che riguardano la città, denunciandone l’autoritarismo peraltro sistematicamente accettato dalla maggioranze di turno, questa compresa, di Palazzo san Giorgio. Per cui l’iniziativa andrebbe meglio valutata e soppesata politicamente. D’accordo, il gesto politico ha un suo rilievo ma, ribadiamo, troppo viziato di episodicità per essere annoverato segnale di mutazione. Se non viene deciso di alzare l’asticella delle attese e delle necessità e di abbandonare il vecchio e frusto modo di fare politica contrapponendosi meccanicamente agli altri, la vita amministrativa e la collettività cittadina rimarranno inesorabilmente invischiate nel pressapochismo o, peggio ancora, nel parassitismo. Dardo
Oggi la benedizione della gola a Santa Maria Festività di San Biagio Vescovo e Martire a Campobasso. Tradizionale appuntamento CAMPOBASSO. Poco si conosce della vita di San Biagio, venerato in moltissime città e località italiane, delle quali di molte è anche il santo patrono, viene festeggiato oggi in quasi tutta la penisola italica. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente). Catturato dai Ro-
mani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi
miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”. Anche a Campobasso nella chiesa di S. Maria della Croce, la festività di San Biagio Vesvovo e Martire è molto sentita, infatti è tradizione introdurre, nel mezzo
della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele legate da un nastro rosso (anticamente si usava olio benedetto). Oggi, nella chiesa di S. Maria della Croce saranno celebrate due messe: la prima alle ore 09.00 la seconda alle ore 18.00 . La benedizione della gola ci sarà dalle ore 09.30 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.30.
L’IZS dell’Abruzzo e del Molise riconosciuto provider standard per l’Educazione Continua in Medicina Il 21 gennaio la Commissione Nazionale per la Formazione Continua in Medicina ha confermato l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” provider standard ECM per i prossimi 4 anni (con numero identificativo 368). L’Educazione Continua in Medicina (ECM) è il processo con cui i professionisti della salute si aggiornano per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale. La formazione continua in medicina comprende l’acquisizione di nuove conoscenze, l’abilità e le attitudini utili a una pratica competente ed esperta. I professionisti sanitari hanno l’obbligo deontologico di mettere in pratica le
nuove conoscenze per offrire un’assistenza qualitativamente utile, prendersi cura dei propri pazienti con competenze aggiornate e senza conflitti di interesse. L’avvio del Programma Nazionale ECM nel 2002, in base al D.Lgs 502/1992 e al D.Lgs 229/1999 che avevano istituito l’obbligo della for-
mazione continua per i professionisti della sanità, ha rappresentato un forte messaggio nel mondo della sanità. La nuova fase dell’ECM si fonda su un approccio moderno allo sviluppo e al monitoraggio delle competenze individuali. Dal 1° gennaio 2008, con l’entrata in vigore della Legge n. 244 del 24 dicembre
2007, la gestione amministrativa del programma ECM e il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua, fino ad allora competenze del Ministero della Salute, sono stati trasferiti all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Per l’IZS dell’Abruzzo e del Molise la formazione rappresenta sin dai primi anni ’90 uno strumento strategico di gestione, sia a livello interno che esterno, viaggiando su due direttrici parallele: la formazione tecnico-specialistica e quella manageriale. Nel tempo i servizi di formazione hanno subito modifiche significative, anticipando i cambiamenti in seno alla comunità scientifica e aggiornando le proprie metodologie didattiche.
Dal 2004 la formazione dell’IZSAM è riconosciuta dal TÜV Italia come conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO 9001:2000 per “Analisi, progettazione, erogazione e valutazione di attività informative e formative, specialistiche e manageriali, in ambito sanitario” a disposizione dei servizi veterinari centrali e periferici, delle strutture di laboratorio e di ricerca, di enti, organizzazioni, associazioni e aziende che ne fanno richiesta in Italia, in Europa e nel mondo. L’Istituto ospita frequentemente ricercatori provenienti da tutto il mondo e raggiunge, allo stesso tempo, i Paesi che vogliono servirsi delle sue competenze per crescere sul piano tecnico-scientifico, manageriale e della qualità dei servizi.
Promo valide fino ad esaurimento scorte STAMP. LASER B/N AL-M200DN
HP OFFICEJET 6600
EPSON WF-5620WF
+
TONER FINO A 2500 PG
Scheda di rete - Duplex
€ 149,00
TANICA FINO A 4000 PG.
+ Fronte/Retro Autom.
€ 339,00
€ 139,90
APPLE MacBooK Air MD760T
NB ACER EXTENSA
ACER SWITCH 10 NT.L4TET.016
13,3’’
€ 1033,00 iPad Air 2 WIFI + CELLULAR
€ 299,00
ZenFone 4
€ 619,00
KRAUN Wireless Headphone Beanie € 29,90
€ 139,00
Computer Discount Campobasso Via Garibaldi, 44 Tel. 0874 484426 cdcampobasso@computerdiscount.it
Prezzi unitari iva inclusa – salvo esaurimento scorte - salvo errori e omissioni
11
Isernia
3 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Giudici di pace, sede irriguardosa” La denuncia del sindacato Fiadel. “Una struttura senza i servizi” ISERNIA. Molti cittadini si sono rivolti al Sindacato CSA/FIADEL ed al Partito Comunista dei Lavoratori (PCL MOLISE) lamentando le pessime condizioni igienico sanitarie e di insicurezza, in cui versa la sede del Giudice di Pace di Isernia nella quale operano quotidianamente n. 5 Giudici, una decina di dipendenti, numerosi avvocati provenienti da tutta Italia e l’utenza. Essa è ubicata in Via Borgo Nuovo in un fabbricato privato compo-
sto da n. 2 piani. Al piano terra vi è la sala delle udienze e dà direttamente sulla pubblica via e quando ci sono testimoni che devono essere ascoltati essi devono attendere il loro turno in strada, sotto l’acqua se piove oppure sotto il sole scottante in estate. E’ altresì priva di servizi igienici. “Al primo piano vi sono gli uffici di cancelleria le cui mura sono piene di muffa determinando così scarsa sicurezza per gli addetti ai
lavori ed i locali appaiono insufficienti a contenere l’alto numero dei dipendenti ed i fascicoli di causa. Al piano secondo si svolgono le udienze civili ed anche qui le stanze sono insufficienti a contenere le udienze per i 5 Giudici e l’utenza che spesso si ammassa lungo il piccolo corridoio e lungo le scale. Dal piano terra al piano secondo, cioè dove si tengono le udienze civili, non esiste alcuna corsia per disabili, né l’ascensore. Tanto esposto il Sinda-
cato CSA/FIADEL ed il PCL Molise chiedono l’intervento del Sindaco Brasiello, affinchè dimostri con i fatti la discontinuità con la precedente amministrazione di Centro Destra che ha governato nel decennio 2002 – 2012, e dia all’utenza, ai dipendenti, agli avvocati ed ai Giudici una sede dignitosa nella quale si possa esercitare la giustizia, nel rispetto delle condizioni igienico sanitarie e della sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Controlli a tappeto sulla ‘via della droga’ Sotto particolare osservazione da parte della Finanza la Statale 85. Già tre fermi VENAFRO – Guidato dal Maresciallo Paolo Zitti, nelle ultime settimane il “Nucleo Mobile” della Guardia di Finanza ha sferrato una serie di duri “fendenti” ai danni di pusher e trafficanti di sostanze stupefacenti che si avvalgono delle principali arterie viarie della zona
per esercitare i loro loschi “traffici”. Facenti riferimento alla Tenenza di Venafro, comandata dal Luogotenente Teodoro Biagio, e in ossequio alle disposizioni impartite dal Colonnello Amedeo Gravina, vertice assoluto del Comando Provinciale di Isernia, gli esperti Militari del “Nu-
cleo Mobile” stanno “pattugliando” in particolare la Statale 85, tristemente nota come “la via della droga”. Tra sequestri e denunce, l’azione dei Finanzieri ha prodotto risultati immediati, accolti con soddisfazione dalla collettività locale, che nel-
l’operatività del “Nucleo Mobile” riconosce un valido baluardo alla crescente diffusione delle sostanze stupefacenti. Un deleterio fenomeno che in città, nella generale indifferenza, ha raggiunto livelli da allarme rosso. Anche nel corso del fine settimana la
presenza dei Militari è stata notata in vari “punti cruciali” della zona. Nella “rete” dei Finanzieri sono caduti almeno quattro giovani, tra cui una donna, trovati in possesso di sostanze stupefacenti di varia natura (cocaina e cannabinoidi). La droga rinvenuta è stata sottoposta a sequestro.
Riqualificare la rete sentieristica di Capracotta Un protocollo d’intesa di più soggetti istituzionali per rafforzare l’area alto molisana CAPRACOTTA Domani, alle ore 10,00 presso la sala conferenza dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore “ Fermi – Mattei”, in Isernia, al Corso Risorgimento sarà presentato il protocollo d’intesa per lo svolgimento di attività didattiche funzionali al miglioramento gestionale della rete sentieristica del comune di Capracotta. L’accordo è stato voluto dall’Amministrazione comunale di Capracotta, dall’ISIS Fermi -Mattei di Isernia, dal CAI provinciale di Isernia, dalla Società dei Forestali di Capracotta e dal prezioso apporto del Comando Provinciale di Isernia del Corpo Forestale dello Stato. Prevede un coinvolgimento di numerosi studenti dell’ISIS con l’obiettivo di aggiornare la cartografia esistente e delle informazioni di carattere ambientale ed escursionistico presenti sui tracciati dei sentieri
esistenti attraverso l’informatizzazione degli stessi. Con l’ausilio di Agenti del Corpo Forestale dello Stato di Isernia, la collaborazione del CAI e della società Forestali di Capracotta, gli studenti dell’ISIS svolgeranno una serie di sopralluoghi sulle montagne capracottesi per la rilevazione tramite GPS della sentieristica locale, in tal modo gli studenti saranno coinvolti in attività pratiche, di natura tecnica – scientifica, direttamente sul territorio. Il lavoro porterà ad una completa informatizzazione delle mappa dei sentieri, rilevandone altimetrie, distanze, grado di difficoltà. I soci del CAI e della Società dei Forestali oltre a fornire il proprio supporto nei rilievi, cureranno anche l’apposizione della segnaletica, realizzata secondo la normativa internazionale. I file saranno resi
disponibili oltre che sui siti internet anche scaricando le apposite applicazioni che saranno realizzate nei lavoratori della scuola. Tutta l’attività, oltre che ad affinare le capacità nei settori tecnici, propri dell’Istituto Fermi – Mattei e consentire ai ragazzi una importante presa di “contatto” con la realtà operativa, mira anche a sensibilizzare gli stessi alle importanti tematiche di conoscenza e conservazione dell’ambiente naturale, argomenti centrali nell’attività quotidiana del CFS e che, anche per queste ragioni, ha spostato l’iniziativa, supportando così sia gli aspetti tecnico-operativi che quelli di educazione ambientale. All’incontro parteciperanno i rappresentanti dei vari soggetti interessati all’iniziativa (Dirigenza scolastica ISIS, Amministrazione Comunale di Capracotta, CAI di Isernia,
Dirigenti del Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, rappresentanti della Società Forestali di Capracotta ed una rappresentanza degli studenti che saranno coinvolti nell’iniziativa). Si tratta di un primo esperimento di coinvolgimento diretto di studenti in un progetto così importante, per questo sarà graditissima la vostra presenza. Marco Viti, Dirigente scolastico dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore “Fermi-Mattei” di Isernia Antonio Vincenzo Monaco, Sindaco pro – tempore del Comune di Capracotta Pasquale Ciccorelli, Presidente del CAI Sezione di Isernia Lucio Carnevale, Presidente dell’Associazione “Società dei Forestali Capracotta”
Bagnolio, un vero successo Diversi gli espositori che hanno preso parte alla mostra-mercato per la qualità del prodotto molisano BAGNOLI DEL TRIGNO – Diversi gli espositori che hanno preso parte alla mostra-mercato, che ha accompagnato la sessione pomeridiana dei lavori, mentre in parallelo si è svolta una tavola rotonda durante la quale in maniera diretta, attraverso relazioni e confronto, i produttori hanno avuto la possibilità di cogliere spunti interessanti dai numerosi esperti che hanno preso la parola. “Cavalli di razza”, come li ha definiti il Prof. Sebastiano Delfine, docente dell’Unimol e moderatore dell’incontro. Tante le criticità con cui il settore ha dovuto misurarsi nell’ultima annata. Ma – è stato ribadito – con una gestione attenta sia nel presente che in prospettiva, l’olivicoltura in Molise e piu’ in generale in questa parte della penisola, puo’ dare grandi soddisfazioni. Ne è convinto il Prof. Davide Neri, Presidente della SOI, Società Italiana di Frutticoltura, uno dei maggiori esperti a livello internazionale in tema. Tecniche colturali, rispetto per l’ambiente, attenzione alle esigenze della pianta: semplici mosse per ottenere il meglio dai propri oliveti. A
seguire, le relazioni dei Dottori agronomi Maurizio Corbo dell’ Arsiam e Mario Stasi del CO.RE.DI.MO. in cui è stato sottolineato il valore delle cultivar autoctone del territorio (sono 18, tutte con caratteristiche di grande rilievo), ma anche l’attenzione che bisogna riservare sia alle necessità della pianta che nelle fasi di estrazione e di conservazione dell’ olio extravergine. Che il “nostro” olio di qualità faccia bene è parere comune, e le proprietà nutriceutiche dell’ olio sono state rimarcate in piu’ fasi durante l’incontro. Ma su
un aspetto scientifico particolare, quello relativo all’ Olio Ozonizzato, si è soffermato il Prof. Franco Mastrodonato, Presidente della Società Italiana di Medicina Biointegrata, che ha spiegato come arricchendo l’extravergine con molecole di ozono, in ambito medico sia possibile ottenere benefici per chi soffre di diverse patologie, dall’ ambito cosmetico fino a problematiche piu’ importanti. Come era già accaduto alcune settimane fa in occasione di un altro incontro svoltosi sempre alla Domus
Area, l’Assessore Regionale alle Politiche Agricole Vittorino Facciolla ha seguito con attenzione lo svolgersi della tavola rotonda, curandone poi le conclusioni. “Questi eventi sono un momento di formazione e confronto reciproco di grande valore”, ha detto. Sottolineando come da parte delle istituzioni regionali la conoscenza diretta di problematiche e prospettive sia fondamentale in un momento in cui diversi settori, tra cui quello dell’ Olivicoltura, sono in una fase di evoluzione e di scelta su modelli produttivi e strategie di sviluppo. Biologico, nuove tecniche di coltivazione applicate alle Cultivar autoctone, una sorta di “laboratorio” dove grazie alle dimensioni contenute del territorio fare “eccellenza” è possibile. E lo hanno dimostrato anche molte delle aziende che hanno partecipato alla quarta edizione del concorso “M.Oli.Sani” (MOS) 2015. Oltre venti i campioni anonimi di oli presentati da altrettante aziende e valutate nella sala panel di Loreto dagli esperti dell’Associazione “Flavor”- cultura di gusto. Nonostante l’annata abbia presentato
notevoli e diffuse problematiche, diversi oli sono risultati ottimi, in base ai parametri di qualità dettati a livello internazionale: amaro, piccante e ovviamente fruttato. Tre le categorie di fruttato corrispondenti ad altrettanti premi: Intenso, dove ha ottenuto il miglior punteggio l’extravergine presentato da De Leo Biological Products di Lucito (CB); Fruttato medio, in cui si è confermato sul podio il produttore Giorgio Tamaro di Colletorto che era tra i vincitori anche della scorsa edizione, e Fruttato leggero, dove ha avuto la meglio il blend prodotto dall’Oleificio di Vito di Campomarino. Durante la serata, una cena di gala nel corso della quale gli chef del Calice Rosso e tre rappresentanti della Federazione. Bagnolio 2015 è stato organizzato dal Cenacolo Culturale del Calice Rosso e dall’Associazione “La Chiave della Salute”, con il patrocinio della Regione Molise, dell’ Unimol, della Camera di Commercio di Isernia, dell’ Ordine dei dottori Agronomi e Forestali del Molise e della SOI, Società Italiana di Frutticoltura.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
12
Termoli
3 febbraio 2015
Zucchero, il Nord si muove
A Termoli, invece, le semine non sono state ancora concordate TERMOLI. Comincia a muoversi il settore bieticolo-saccarifero in Italia, ma non nel bacino dello Zuccherificio del Molise. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che Eridania Sadam SpA e la Confederazione Generale Bieticoltori Italiani hanno sottoscritto ieri, presso la sede del Mipaaf, l’accordo interprofessio-
nale per l’effettuazione della prossima campagna 2015 per lo zuccherificio di San Quirico (PR). La sottoscrizione dell’intesa, presupposto per il regolare svolgimento della campagna bieticolo saccarifera 2015, consentirà di salvaguardare l’attività produttiva del bacino bieticolo, che interessa oltre 1.200 bieticoltori di tutte le associazioni bieticole delle
province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova, Cremona e Lodi su una superficie di circa 10mila ettari, e i lavoratori dello stabilimento industriale. “Lavoriamo per tutelare gli agricoltori coinvolti nella filiera bieticolo saccarifera – ha commentato il Ministro Martina – e per impostare una strategia nazionale ed europea in vista della
fine del regime delle quote zucchero prevista per il 2017. L’accordo sottoscritto va in questa direzione e consente di proseguire con l’attività produttiva della zona, salvaguardando anche il livello occupazionale. Il settore saccarifero ha bisogno di un’azione decisa di rilancio che non può essere solo nazionale. Proprio per questo, nell’ultimo Consiglio europeo
a Bruxelles, abbiamo proposto un dibattito urgente di alto livello sul comparto. Bene che la Commissione Ue abbia accettato le nostre indicazioni, perché servono strumenti in grado di aumentare il tasso di competitività della filiera”. Intanto in contrada Pantano Basso il tempo stringe e le semine ancora non sono state concordate
“Momentive, l’ampliamento una sconfitta” Gli attivisti della fondazione don Milani contro l’aumento strutturale dell’azienda chimica TERMOLI. Gli attivisti della Fondazione Milani vedono come fumo negli occhi l’ampliamento dello stabilimento chimico Momentive Performance Materials di Termoli, ubicato nel perimetro del nucleo industriale Valle del Biferno, al di là dei trenta posti di lavoro, è uno schiaffo alla carenza di programmazione sul territorio, quella prioritaria per le future generazioni. Nella sede dello Spa di via XXIV maggio ieri mattina in prima linea Marcella Stumpo, Marcello Antonarelli, Giulia Di Paola e altri componenti di questa Fondazione che si batte per garantire i diritti fondamentali alla cittadinanza. Il provvedimento autorizzante è arrivato lo scorso 30 dicembre, per volere della giunta regionale del Molise, ma sia sul silenzio della Regione, che del Comune di Termoli e della stessa opinione pubblica. Il rammarico è per il parere contrario della vecchia amministrazione comunale che non è stato tenuto in alcuna considerazione – al contrario di quanto avvenne col progetto delle Gran Manze – e per i controlli che l’Arpa Molise non garantirebbe visto lo stato in cui versa l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Viene richiamata anche l’azione all’epoca promossa contro l’insediamento della centrale turbogas di Sorgenia, perché il rischio e la preoccupazione sono insiti nella presenza di particolato, le cosiddette polveri sottili (Pm10) che se oltre una certa soglia per 35 giorni l’anno determinano una situazione
di allarme. Parola alla Stumpo. “Siamo qui per ribadire quello che abbiamo scritto nelle osservazioni. Prima di tutto c’è una questione di metodo, perché continuano ad essere presi in considerazione nelle autorizzazioni soltanto i dati rilevati dalla ditta proponente, e quindi riteniamo che manchi qualcosa, una valutazione d’impatto strategico, che già avevamo chiesto ai tempi della centrale turbogas e che la dottoressa Montanaro nel suo parere sanitario menziona, sarebbe servita ad assicurare maggiormente. Rimangono sul tappeto tutte le questioni che sono quelle di 20 anni fa. La scelta di sviluppo che si continua a perseguire anche in tempi in cui l’attenzione alla terra, al cibo, alla gestione attenta del territorio è diventata di dominio mondiale. Siamo nell’anno dell’Expo, un expo dedicato al cibo e non alla chimica, e noi nel territorio del Basso Molise continuiamo ad incrementare uno sviluppo che era deleterio 20 anni fa, e continua ad esserlo. Ovviamente ci teniamo a chiarire che il nostro non è un discorso di chi vuol far perdere i posti di lavoro, diciamo semplicemente che i posti di lavoro, con un’attenta programmazione territoriale, si possono sviluppare in altro modo, staccandosi da questo tipo di produzione e puntando su quelli che sono i punti forti del territorio. Vorrei far notare che mentre in altri posti, come Campochiaro, si è riusciti con la sollevazione popolare a fermare scelte di sviluppo
ritenute esogene, in basso Molise c’è un silenzio assordante, la popolazione sembra dormire, e senza la reazione dei cittadini è chiaro che certe scelte non possono essere messe in discussione”. Ciononostante la Fondazione Milani non ha alcuna intenzione di abdicare al proprio ruolo di sentinella del territorio. “Cercheremo di continuare a fare quello che facciamo ormai da tanti anni ma è chiaro che le guerre non si vincono senza soldati. Il nostro compito statutario è quello di intervenire in difesa della salute e delle scelte di sviluppo. Non possiamo certo esortare al sabotaggio perché non sono tempi alla luce di ciò che sta succedendo con la Tav, diciamo però che se i cittadini si facessero qualche domandina in più invece di pensare soltanto alle promesse e ai ricatti di 30-40 posti di lavoro forse questa regione andrebbe in una direzione diversa”. La Stumpo sgombra il campo anche dall’ipotesi di eccessivo allarmismo. “Le associazioni non hanno mai fatto allarmismo, si sono limitate a dire che in mancanza di dati non si poteva scaricare l’onere della prova sulle popolazioni ma che bisognava che le istituzioni facessero il loro dovere. Ora il registro tumori è partito, ma prima di tre anni non sarà a regime. Noi battiamo soprattutto sul parere sanitario rilasciato dalla dottoressa Montanaro che, pur essendo positivo, fa notare come vada assolutamente continuato il monitoraggio epidemiologico e come i controlli ambientali sulle emissioni del nucleo non
siano assolutamente completi. Come si fa allora a dire che questi impianti non aggraveranno le condizioni esistenti all’interno del nucleo se non sappiamo bene come monitorarli. E vorrei anche dire che nell’ultimo anno abbiamo visto numerosi articoli della stampa locale in cui i dipendenti dell’Arpa lamentavano di non avere i mezzi per svolgere il proprio lavoro a causa dei tagli, e denunciavano anche il fatto di essere impiegati in compiti che non erano i loro compiti istituzionali (tipo il controllo delle caldaie), e non c’è stata alcuna risposta a queste denunce che noi riteniamo gravissime. Venti anni fa dicevamo che i controlli non erano sufficienti, nonostante l’Arpa avesse più mezzi e più soldi, ora, con un laboratorio a Termoli smantellato, con una situazione di controllo all’interno del nucleo sicuramente minore, si dice che non ci sarà nessun aggravio, e questo basta per dire si. Troviamo che il metodo sia quantomeno strano e rischioso. Oltretutto c’è una delibera del Comune di Termoli del 2013 che dava parere negativo. Che fine ha fatto questa delibera? Perché l’amministrazione attuale è stata zitta, perché non si è parlato di questa pubblicazione sul Burm. Noi avevamo presentato osservazioni e non siamo nemmeno stati informati di come procedeva l’iter, e anche questo è quantomeno scorretto nei confronti di chi fa il suo dovere di cittadino fino in fondo .Non è stata una bella dimostrazione di democrazia”.
L’intervento
Larino, città senza prospettive di Claudio De Luca Il “cantiere” larinese pullula di progetti partoriti e mai avviati (e non solo di questi!). Vi sarebbe la manutenzione delle aree cimiteriali e verdi; decine di metratura di rete idrica e fognante da ridurre “in pristino”; la segnaletica orizzontale e verticale da rivedere, almeno con riferimento a taluni luoghi della Città. Occorre rivisitare in positivo la Fiera d’ottobre, ridottasi ad essere il fantasma di se stessa; poi bisogna completare (ed attivare) gli impianti sportivi di Monte Arcano, in “surplace” da decenni. Ma non basta: è urgente bonificare le strade in cui la vegetazione la fa da padrona; bisogna rivitalizzare le funzioni e le attività di quella ventina di risorse umane ancora presenti nella dotazione organica di Palazzo ducale. Poi c’è ancora tanto; ma alla gente basterebbe che la sedicente “Fab-
brica delle idee” mettesse mano almeno a queste elencate. Purtroppo gli “edìli” della politica frentana sono fermi, in crisi come i lavoratori veri; e le “idee” devono essersi spente (se mai si siano accese). E così gli impianti sportivi sono diventati un argomento che, quanto prima, potrebbe finire tra le opere “incompiute” ospitate da Fabio e Mingo in “Striscia la notizia”, sorvolando sul contenzioso che pende sull’opera per diverse centinaia di migliaia di euro pretese per risarcire i danni addebitati al Comune su cui, prima o poi, il Giudice dovrà pure pronunciarsi. Eppure in Regione c’è un Esecutivo di Sinistra, così come di Sinistra è la Giunta larinese. Attualmente parrebbe esserci un po’ di gelo tra i due fronti; perciò meno male che molti soldini sono pervenuti a Palazzo du-
cale sin dai tempi di Iorio. C’è un fondo di oltre 1.200.000 euro per la realizzazione degli impianti fotovoltaici da applicare alle strutture pubbliche; sono arrivati 182mila euro per costruire l’area su cui trasferire i rifiuti (ma i lavori non vengono ancora appaltati); persino l’affidamento delle opere di completamento del campo sportivo, realizzato nell’area degli impianti di Monte Arcano, è ferma da quando la Giunta ha annullato una gara già posta in aggiudicazione. L’importo di 1.850.000 euro, assegnato al precedente Esecutivo Giardino per realizzare un sito atto ad ospitare vari eventi fieristici, ora è bloccato dalle accusate incongruenze del bando di gara partorito da Notarangelo e poi revocato prima che il Comune avesse a fare la solita figura barbina, perdendo un’ennesima possibile
causa contro l’Ordine professionale dei tecnici del Molise. Insomma l’Esecutivo preferisce navigare nelle acque tranquille del basso profilo anziché decidere. Mentre nella pentola frentana bolle tutto questo, si è aperto un altro fronte giudiziario con la Coteb i cui beni strumentali sono finiti all’asta. La Giunta (che non sa comunicare coi cittadini e con la Stampa) ha fatto sì che, per mesi, non si sia riuscito a capire se il Comune creditore si fosse (o meno) insinuato nel passivo fallimentare della Cooperativa. L’oscura vicenda aveva originato pesanti valutazioni di ordine politico dal momento che molti pensavano che i “piedi dolci” degli attuali amministratori giovassero soprattutto a qualche grande elettore. Naturalmente chi scrive non lo aveva creduto, anche perché, sin dall’agosto
scorso, l’Esecutivo aveva autorizzato formalmente il Sindaco a costituirsi nell’ennesimo giudizio dinanzi alla Sezione agraria della Suprema Corte di Cassazione, procedendo all’esecuzione della sentenza della Corte d’appello di Campobasso. Infine, c’è una ciliegina su di una torta che lascia intendere quanto poco contino Sindaco ed Assessori per l’Esecutivo regionale. Su 91 milioni di euro, tratti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013, Palazzo ducale ne ha ottenuti appena 200mila per mettere in sicurezza alcune strade interne. Grosso modo si tratta del medesimo importo assegnato a comunità di minor profilo demografico quali Duronia, Forlì del S., Guardialfiera e Pietracatella. Se questa è la considerazione della Giunta Frattura per la Città, c’è poco da sperare per il futuro.
13
Termoli
3 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La Fiat di Termoli in grande spolvero Per la Cisl è passato il momento buio e le prospettive sembrano buone TERMOLI. “L’obiettivo è quello di azzerare la cassa integrazione”: non usa mezzi termini Riccardo Mascolo della Fim Cisl intervistato da noi di Termolionline.it circa il futuro dello stabilimento Fiat. Un obiettivo concreto per questo 2015 che è figlio di quanto dichiarato e in fase attuativa nello stabilimento di Melfi e allora, se è vero che qui a Termoli la cassintegrazione “la stiamo ancora facendo”, lo è anche che “come obiettivo nel primo semestre 2015 è quello di azzerare la
cassa”. Un promo step che apre a nuovi barlumi circa quanto “sta succedendo intorno” e pone i sindacati molisani al binocolo per scrutare opportunità e concrete azioni in tema di crescita, sviluppo e investimenti. “Per esempio Melfi – aggiunge Mascolo – e quello che potrebbe succedere nel prossimo futuro con l’avvio di CASSINO e di nuovi modelli da immettere sul mercato non solo nazionale ma mondiale. Questo perché dobbiamo sempre ri-
cordarci che Fca è un’azienda globale e ciò potrebbe creare i presupposti affinché Termoli, come stabilimento di meccanica, possa fornire i propulsori a questi nuovi modelli. Ci sono le condizioni all’interno dello stabilimento per chi ci lavora i movimenti ci sono. Si sta creando tanto spazio per allocare questi nuovi prodotti”. Un’analisi più che positiva che abbraccia anche gli auspici di Antonio Di Pardo della Uilm ched dichiara:
“il nostro auspicio resta quello di sempre perché Uilm e Fim insieme a chi ha sottoscritto accordi nel passato ha creato e gettato le basi affinché la Fiat potesse rimanere a investire sul territorio nazionale, ma ancora di più l’abbiamo fatto con un propositivo molto importante: valorizzare il territorio, riportare le assunzioni a Termoli, riportare il numero di dipendenti del nostro stabilimento a qualche decennio fa quando c’era l’impiego di circa 3500-3600 persone”.
Un sogno che potrebbe davvero diventare realtà, almeno stando a questi primi passi aziendali del 2015 e così, aggiunge Di Pardo, “le condizioni per ampliare l’organico aziendale ci sono e si stanno avvertendo delle modifiche all’interno della realtà produttiva dello stabilimento e questo lascia ben pensare che Termoli grazie al lavoro dei sindacati e sindacalisti che hanno voluto scommettere su questa sfida, Termoli tornerà a essere protagonista come lo è sempre stato nel tempo”
Imu agricola, la protesta parte da Termoli Il Nuovo Centrodestra pronto ad aprire una partita a Roma per l’abolizione della norma TERMOLI. La vertenza Imu agricola aggrega in dissenso alle disposizioni del governo ogni giorno di più nuovi agricoltori. Il punto della situazione è stato fatto stamani dall’ex sindaco di Termoli Basso Antonio Di Brino, che insieme alla dirigenza del Nuovo Centro Destra, formata dal senatore Ulisse Di Giacomo e dai giovani Domenico De Camillis, Christian Zaami e Rocco Fiorilli hanno illustrato in sala consiliare una nuova proposta a decine di coltivatori provenienti non solo da Termoli, ma anche da Campomarino, Portocannone, San Giacomo degli Schiavoni e Petacciato, ossia realtà territoriali non esenti in quanto al di sotto dei 280 metri sul livello del mare. Dopo la bocciatura della mozione sull’adesione al ricorso al Tar del Lazio, Di Brino non ha voluto demordere e così è tornato a sollecitare l’amministrazione comunale di Termoli, ma non solo, rivolgendosi a tutti gli enti locali interessati.
Nel corso della riunione sono state raccolte le firme a corredo della proposta che prevede l’abbassamento dell’Imu al 4,6 per mille e il mancato pagamento delle sanzioni per chi non ottempera entro la data del 10 febbraio. Intanto, è fiorito un comitato, con la presenza di rappresentanti di tutti i comuni presenti al rendez-vous in municipio. Nel corso dell’assemblea ci sono stati diversi interventi, tra cui quelli di alcuni agricoltori che hanno lamentato l’assenza e la carenza di servizi a giustificare la gabella, ma non solo. Il senatore Di Giacomo ha dichiarato la volontà di fare da tramite tra il territorio e le istituzioni parlamentari, suggerendo di estendere la protesta ad altre regioni e anche di aprire i confini politici della battaglia a qualunque forza o partito volesse sostenerla, stuzzicando il giovane Zaami, che ha criticato l’assenza della maggioranza di centrosinistra.
Le mareggiate fanno galleggiare l’inciviltà La denuncia è dell’associazione Ambiente Basso Molise dopo i ritrovamenti sulla spiaggia TERMOLI. Fusti di metallo e reste portati in dote sulla costa molisana. E’ quanto denuncia sul proprio blog l’associazione ecologista Ambiente Basso Molise, che documenta sia in foto che in video cosa si possa rinvenire sulla spiaggia dopo una burrasca. Si passa dalle reste, le reti assassine colpevoli della morte di numerosi esemplari di fauna marina e ittica, sia fusti di oli e idrocarburi, taniche e recipienti che certo non adornano il mare Adriatico. Come se non bastasse, non mancano nemmeno bottiglie di plastica in quantità significative e flaconi e tubetti vari che vengono scaricati con somma superficialità.
Troppe le strade con le buche I cittadini di Termoli puntano il dito sullo stato disastroso delle arterie comunali TERMOLI. Se dovessimo fare l’inventario di tutte le strade urbane della nostra città che sono ridotte in condizioni pietose non ce la caveremmo tanto in fretta e dovremmo stare qui giornate intere. Ci limitiamo, quindi, a segnalarle tramite i nostri articoli a chi di competenza. Oggi un occhio di “riguardo”, dopo che molti lettori ci hanno tempestato di segnalazioni è a via Marinai d’Italia, dinanzi al al portone dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia).
Lì, per l’intenso traffico, intemperie e altro ancora, quel pezzo di strada già troppo stretto per un tranquillo passaggio a doppio senso (dovuto ai lavori della capitaneria), ora con le voragini createsi sono molto pericolose. Pochi metri di strada davvero vergognosi che offrono alla vista, poco dopo, anche il muro della scaletta che da via Carlo del Croix scende nel piazzale del Mercato ittico … ma di questo abbiamo già narrato.
15
Opinioni
3 febbraio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
di Claudio De Luca Un vero e proprio esercito di ex-parlamentari e di ex-consiglieri regionali “vive bene” con il cosiddetto vitalizio. Senza rendersene conto, i contribuenti sostengono quasi 5.500 persone (tra cui più di 3mila amministratori locali, più di 1.400 ex-deputati e quasi 900 ex-senatori). Solo nel 2014, questa “Casta senza cadrèga” è stata resa destinataria di 406 milioni, di cui 170 erogati dalle Regioni e 236 dai due rami del Parlamento. Quando la cronaca s’è occupata di questo fenomeno, la gente ne è rimasta scandalizzata. Ma il colpo di spugna non c’è stato e l’istituto del vitalizio è tuttora vivo e vegeto. Solo taluni Consigli l’hanno cancellato, ma naturalmente non a chi già lo perpecisce in base alle vecchie regole. In Molise prospera una “Casta” che vive con dovizia, in molti casi senza avere mai avuto né arte né parte, solo per essersi attergata comodamente su di una cadrèga pubblica. A 60 anni, un consigliere, con una sola legislatura alle spalle, incassa ben oltre 2.000 euro al mese; quasi 3.500 per due; poco più di 4.500 per tre. All’addio c’era stato il “PREMIO di reinserimento” (5 mensilità, oltre 50mila euro). L’ammontare della pensione”fac simile” fa sborsare alla Tesoreria regionale la bellezza di 300mila euro ogni mese che – per ciascun anno – transitano ad oltre 3 milioni e mezzo. L’Emilia-Romagna le ha abrogate, ma i consiglieri le hanno cancellate solo per i loro successori, preservandole per sé. La conseguenza è stato un bilancio oberato da 5 milioni per 160 soggetti già a libro paga a cui se ne aggiungerà
L’insopportabile peso dei vitalizi un’altra quarantina che ha appena concluso la legislatura. La Toscana, nel 2014, aveva in bilancio 4,6 milioni che fanno quasi il paio con quanto l’Ente spende per i consiglieri in carica (6,7). Per di più il vitalizio compete pure oltre la morte degli ex-consiglieri, e la reversibilità passa agli eredi. E’ previsto pure che questi politici possano farsi anticipare l’INDENNITÀ di fine mandato; e sono una ventina
coloro che si sono fatti versare il Tfr. Il Piemonte prevede una decurtazione del 40% del vitalizio nel caso di cumulo con altre indennità; e, nel 2015, i 199 “ex” percepiranno 8 milioni con un risparmio, per la Regione di appena 740 mila euro. In Sardegna la Regione non voleva rendere pubbliche le generalità dei percettori; ma, alla fine, ha dovuto cedere e si è scoperto così che i 317 fortunati hanno in-
troitato lo scorso anno 15,8 milioni. In media si tratta di 50mila euro l’anno per ogni vitalizio, seppure questa Regione abbia avviato un taglio dei costi con una riduzione di 32 milioni, eliminando gli assegni. Il Lazio abbatte tutti, considerato che, nel 2015, devolverà, ai suoi “ex” 16 milioni dopo una sforbiciata di 3 che comunque non muta il quadro complessivo dello sperpero. La Lombardia ha deciso un taglio del 10% dei vitalizi; ma, I costi nel bilancio, fidella politica gura un’uscita di 7,1 milioni non accennano per i vecchi ina diminuire quilini del “PiIn Molise rellone”. 3 milioni l’anno Diciamolo chiaramente: chi fa politica è giusto che venga remunerato, ma qui si tratta di privilegi che si riverberano nel tempo. Nel recente passato i Presidenti delle Regioni si sono incontrati ed hanno approvato un o.d.g. con l’allineamento dell’età pensionabile a 65 anni (per un solo mandato). Chi ne abbia maturati di più otterrà il vitalizio a 60 anni, ma con una serie di detrazioni. Sarà applicato un prelievo a chi lo percepisce già (dal 6 % al 15 % per gli assegni che superano i 6mila ). L’abbattimento salirà al 40 % per chi percepisca pure l’assegno da parlamentare. Naturalmente in periferia si agitano, annunciano ricorsi e lanciano “j’accuse” ai colleghi parlamentari, visto che Cossutta ha un vitalizio di 6.939 euro, Bertinotti di 4.987, Martelli di 4,992, Prodi di 3.022, Di Pietro di 3.992 e la pornostar radicale Ilona Staller di circa 2mila.
Mediterraneo, quale futuro? Nell’ambito delle Celebrazioni in ricordo di Melvin JONES si è svolto, presso la sede dell’Università degli Studi del Molise di Termoli, il Convegno, organizzato dal Lions Club Termoli Host, dal titolo Il Mediterraneo quale futuro? “Non si può andare lontani finché non si fa qualcosa per qualcun altro” – Melvin Jones. Questo convegno prepara i lavori della 18ª Conferenza Lions del Mediterraneo Pescara 2015 che si svolgerà a marzo e che intende promuovere in un’ottica di stabilità e di pace un armonico sviluppo economico-sociale nel bacino del Mediterraneo. I diversi aspetti del tema, oggetto del convegno, sono stati dibattuti da illustri relatori. I lavori sono stati aperti dall‘ing. Antonio Plescia, Presidente del Lions Club Termoli Host, con un intervento dal titolo “Mediterraneo opportunità o realtà”, in cui si è parlato della centralità dell’Italia nel Mediterraneo con i suoi migliaia di chilometri di coste e delle problematiche sorte dall’immigrazione. Plescia ha osservato come una politica di accoglienza verso questi masse di emigranti, se non è accompagnata da un’ adeguata opera di integrazione, rischia di creare dei gravissimi problemi. L’ing. Plescia ha inoltre osservato che la centralità del sistema bancario e la politica di rigore dell’Unione Europea non rispetta i principi fondanti dell’Unione e gli interessi dei suoi cittadini. Il PDG Guglielmo Lancasteri, Presi-
dente del comitato organizzatore della 18ª Conferenza del Mediterraneo Pescara 2015, ha parlato di questo evento che si svolgerà dal 19 al 22 marzo e cheospiterà i rappresentanti dei Lions Club di oltre 20 paesi dell’area del Mediterraneo. La presenza di molti paesi arabi rappresenta un’utilissima opportunità per creare un momento di incontro tra le nostre culture. La conoscenza è fondamentale per superare i pregiudizi che spesso ci dividono da questi paesi e rappresenta un fattore fondamentale per il conseguimento di un clima di collaborazione, di pace e di amicizia. Importante sarà il confronto sulle biotecnologie e sulle grandi opportunità che possono riservare. Il Sen. Andrea Pastore, Presidente del Lions Club di Pescara Host, già Presidente della Commissione Affari Costituzionali, del Senato e della Commissione Bicamerale per la semplificazione del della Legislazione ha presentato una relazione dal titolo “Il Mediterraneo cuore del mondo”, ricordando che l’iniziativa della conferenza di Pescara è patrocinata dal Lions International proprio perché riguarda una delle aree strategiche più importanti del mondo in quanto il Mediterraneo rappresenta un coacervo di culture, religioni e realtà sociali diverse. Il pacifico confronto di realtà così diverse potrà essere motivo di grande arricchimento reciproco. L’incontro di liberi professionisti, di imprenditori, di intellettuali rappresenterà un momento
di grandi sinergie. L’organizzazione del convegno di Convegno di Pescara vede l’impegno diretto del Distretto 108 A Lions Club. Il Prof. Giovanni Di Giandomenico Magnifico Rettore dell’Università telematica “Pegaso”, Consigliere di Amministrazione di SVIMEZ, già Presidente della Giunta della Regione del Molise con un intervento “Il Mediterraneo Centro dei Rapporti del Mondo” ha ricordato come il “Mare nostrum” è stato il fulcro intorno al quale si è sviluppata la civiltà occidentale. I fenici inventarono l’alfabeto, i greci il ragionamento, i romani la politica e la tecnologia. La scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo ha finito per sottrarre il ruolo di centralità al Mediterraneo degradandolo ad un ruolo marginale. Dopo cinquecento anni la situazione si è nuovamente ribaltata in quanto la maggior parte dei traffici marittimi con le nuove super potenze della Cina e dell’India è tornata ad attraversare il Mediterraneo. La direzione di questi traffici mira a raggiungere l’Europa del nord e l’America. Si sta lavorando al raddoppio del canale di Suez, ma diventa indispensabile dotare il sud d’Italia di porti ed infrastrutture adeguate atte ad intercettare questi traffici. Secondo studi dello SVIMEZ le attuali prospettive economiche del meridione d’Italia e del Molise sono drammatiche, nella nostra regione è previsto, nei prossimi anni, un calo demografico che porterà la popolazione a 200.000 unità, con una mag-
gioranza di ultra sessantenni. La dotazione di nuove infrastrutture marittime e della struttura logistica può diventare decisiva per ribaltare questa prospettiva, rilanciando il futuro del Sud e facendolo diventare una risorsa determinante per il rilancio dell’Italia. I nuovi investimenti potrebbero rappresentare il volano per la ripresa economica del nostro paese. Termoli con la sua bassa zona costiera può essere il luogo più adeguato per la costruzione di un nuovo porto adatto ad accogliere un naviglio di alto tonnellaggio. La presenza dell’area del nucleo industriale potrebbe ospitare le infrastrutture per lo stoccaggio, la lavorazione e la logistica. Il progetto del nuovo porto è già pronto, è stato redatto 40 anni fa dal Consorzio del Nucleo Industriale
di Termoli sotto la presidenza dello stesso Prof. Di Giandomenico. Il potenziamento delle strutture turistiche può rappresentare un altro dei fattori di sviluppo e di ricchezza per il nostro paese e per il Mediterraneo. L’ Università “Pegaso” di cui il Prof. Di Giandomenico è rettore è laprima Università telematica italiana e può rappresentare un’opportunità fondamentale per i nostri giovani. L’ Università “Pegaso” aprirà la sua prima sede all’estero ad Instambul, una metropoli con 20 milioni di abitanti; altre sedi sono previste in Egitto e in Iran. La collaborazione tra i giovani studenti di questi paesi con gli studenti italiani deve essere foriera di nuove progetti e nuove conquiste per le nostre economie e le rispettive civiltà.