Alla vergogna non c'è fine

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 52 - mercoledì 4 marzo 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

giornale saTirico

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Il costo del Consiglio è di 9.000.000 euro l’anno

L’Oscar del giorno a Federico e Manzo

Il costo della Giunta è di 9.000.000 euro l’anno Frattura 13.500 euro mensili

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Federico e Manzo. Ai consiglieri regionali grillini va il merito di avere presentato in Consiglio un documento chiaro sulle prospettive della sanità. Anche per non andare a Roma con il classico ordine del giorno senza un minimo di programmazione. Si chiederà la sospensione del regolamento del decreto e, poi, si inizierà a parlare di ospedali. I grillini ci hanno provato, ma la maggioranza ha bocciato il loro ordine del giorno. E noi gli diamo l'Oscar.

Il Tapiro del giorno ai sindacati

Gruppi regionali 1.500.000 euro annui

Niro 13.000 euro mensili

portaborse 727.000 euro annui

Alla vergogna non c’è fine 40miliardi delle vecchie lire annui per mantenere sti papponi non vi sembra di esagerare? Servizio a pagina 3

7000 Persone giornalmente visitano il nosto sito. Grazie Il Tapiro del giorno lo diamo ai sindacati. In questo momento vanno alla ricerca spasmodica dei voti di chi ha ancora un lavoro per il rinnovo delle Rsu aziendali e degli enti. Una domanda: ma fino ad oggi dove sono stati? Perchè non hanno ritenuto manifestare dinanzi la Regione? Perchè tanto silenzio dinanzi a tante crisi aperte? Una seconda domanda: è cambiato il modo di fare sindacato o è il colore politico a frenare le iniziative? Sono interrogativi che si pongono i cittadini, i disoccupati e i lavoratori alla luce di quanto non fatto.

Il Molise e la Grande Guerra in edicola e libreria


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 4 marzo 2015

Ennesimo aggiustamento “ad personam” del riassetto organizzativo dell’Ente

Alla Regione Molise un Ufficio non lo si nega a nessuno

Se occorre, e quando occorre, il solerte direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco prontamente provvede Un Ufficio, alla Regione Molise, non lo si nega a nessuno. Tanto meno a coloro che sono stati chiamati in soccorso del lavoro delle varie Aree interne gravate di deficienze professionali, nonostante le centinaia di dipendenti con qualifiche direttive di cui ci siamo largamente occupati su queste colonne per metterne in risalto la precaria corrispondenza tra le attribuzioni sulla carta e il rendimento pratico. Dicevamo dei chiamanti in soccorso, ovvero del gruppetto di dipendenti della Provincia di Campobasso (Giuliano, Malatesta, Pistilli e Litterio) selezionato non solo per le qualifiche professionali, quant’anche, pare, per una loro aderenza al carattere politico del governo regionale. Bene, a costoro, come si dice in gergo, “ponti d’oro”, e una rassicurante permanenza in Regione. L’uscita da Palazzo Magno è stata quanto mai tempestiva ed oggi quel gruppetto si trova al riparo dai problemi di mobilità che invece affligge chi a Palazzo Magno è rimasto. Un Ufficio, dicevamo, non lo si nega a nessuno. Se occorre, e quando occorre, il solerte direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco

prontamente provvede. Il riassetto organizzativo degli uffici all’interno dei Servizi autonomi della presidenza della giunta regionale, della direzione generale della giunta regionale, della direzione generale per la salute e delle direzioni di Area che porta la sua firma, infatti, è un campo aperto, al quale si può accedere ogni qualvolta si renda necessario aggiungere o togliere qualcosa che possa essere utile o disturbare gli amministratori regionali. Il direttore generale nella sua destinazione isti-

tuzionale ha la facoltà e la responsabilità di organizzare il lavoro, di renderlo fluido, produttivo, adattato e adattabile alle circostanze che gli presentano. E il direttore Di Mirco nella sua permanenza a Palazzo Vitale, prolungata fino al 15 aprile prossimo, ha dato prova di grande malleabilità, meglio, di grande corrispondenza alle necessità operative dell’Ente e degli amministratori che lo hanno scelto e lo pagano. Una perfetta macchina produttrice di efficienza e di creatività. Nel caso di

cui parliamo, della creatività di due nuovi Uffici: l’Ufficio “Coordinamento e monitoraggio dello stato di attuazione delle attività del Piano di rafforzamento amministrativo” e l’Ufficio “Coordinamento e monitoraggio del Piano della performance organizzativa e del controllo di gestione delle Aree”. Il primo è stato assegnato alla dottoressa Rita Pistilli, già titolare dell’ufficio “Coordinamento e monitoraggio F.s.e. – F.e.s.r. e fondi nazionali” del Servizio rendicontazione, controllo e vi-

gilanza; il secondo alla dottoressa Marialuisa Litterio già titolare dell’ufficio “Controllo strategico e di gestione sulle attività dei Servizi regionali e degli Enti del Sistema Regione” del Servizio controllo strategico, riforme istituzionali e controllo degli enti locali e sub-regionali. Entrambe le dottoresse provengono dalla Provincia di Campobasso, facenti parte del gruppetto selezionato di cui abbiamo detto sopra. Due nuovi uffici, di modo che gli uffici lasciati saranno appannaggio di altre figure professionali da sistemare. E questo fare e disfare, aggiungere e togliere, è ormai una costante degli atti amministrativi della Direzione Generale a conferma che il riassetto organizzativo presentato e illustrato come un atto di assestamento dell’Ente altro non era che uno specchietto per le allodole. Di fatto, quel riassetto, è una comoda e aperta piattaforma per gestire la clientela politica e, se capita, perché no, come potrebbe essere il caso delle dottoresse Pistilli e Litterio, centrare anche qualche obiettivo operativo. Dardo

“Noi con Salvini anche in Molise” La prima uscita ufficiale, la partecipazione di una delegazione a Roma CAMPOBASSO. Numerosa e rappresentativa la delegazione molisana che ha partecipato alla manifestazione di sabato a Roma: Renzi a casa. Pensionati, giovani in cerca di prima occupazione, disoccupati, diversamente abili, queste le categorie presenti. “Una spedizione composta e festante, lontano anni luce dai clamori suscitati, nei giorni che hanno preceduto la manifestazione, dagli antagonisti dei centri sociali”, scrive Luigi Mazzuto coordinatore regionale di Noi con Salvini-Lega Nord. “. Due pullman per la nostra regione non sono pochi, e voglio ringraziare pubblicamente chi si è adoperato fin dalla settimana precedente, con i gazebo in piazza a Termoli, Campo-

L’INTERVENTO In questi giorni si discute di organici e di immissioni in ruolo. Intanto il MIUR ha consegnato alle organizzazioni sindacali i dati, calcolati sulla base dell’anagrafe studenti, relativi alla previsione degli alunni nell’anno scolastico 2015-16. Per la prima volta a livello nazionale ci sarà una diminuzione di tale numero. A fronte dei 34.000 alunni in più del corrente anno scolastico, nel prossimo ci sanno 564 alunni in meno. Dalla tabella ministeriale si evince una previsione di decremento a livello nazionale di circa 14541 alunni nella primaria, un aumento di 891 alunni nella media ed un incremento di 13.086 alunni nel secondo grado. In totale, quindi, 564 alunni in meno. I dati mostrano un calo di alunni nelle regioni del sud (Molise, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia) ed un incremento nelle regioni del centro-nord (maggiore in percentuale in Emilia Romagna, Lombardia, Lazio,

basso ed Isernia, al fine di raggiungere l’obiettivo. La risposta c’è stata, in barba anche ai denigratori, non mancano mai, che dovranno ricredersi per il futuro anche in questa regione. La Lega è presente anche qui, Noi Con Salvini più che mai, e l’evidenza sarà chiara a tutti con il prossimo appuntamento elettorale, per chi ovviamente gli è sfuggito il voto per le europee dello scorso anno. Tornando in piazza del Popolo a Roma, c’erano tutti. Ossia i rappresentanti delle svariate categorie sociali: dagli agricoltori ai medici, dagli studenti ai diversamente abili (questi ultimi con la loro idennità di 290 EUROal mese!), dagli esodati, ai pensionati, dal popolo delle partite IVA ai rap-

presentanti dei papà separati (papà, ridotti ormai ad un vero e proprio bancomat da spolpare da parte delle mogli separate). Tutti per dire basta alle politiche di questo governo. Tutti per partecipare e sottoscrivere con la loro presenza la richiesta di cambiamento. Per esprimere la speranza, per riaccendere la fiducia verso la politica dei fatti. E i molisani non sono stati da meno, compresi quelli che vivono nella capitale e che hanno voluto manifestare unendosi alla comitiva partita dal Molise.

Scuola, per lo spopolamento meno alunni

Toscana). Nel Molise ci saranno, in percentuale, le riduzione di alunni più consistenti di tutto il Mezzogiorno d’Italia e dell’intero paese. Se il decremento a livello nazionale previsto sarà dello 0,01%, in Molise si arriverà all’1,64%. Di gran lunga il più alto d’Italia.

Ciò avrà delle ricadute inevitabili anche sugli organici. Infatti, per il prossimo anno scolastico, si prevedono 40 posti in meno (22 alla primaria, 7 alla secondaria di I grado ed 11 in quella di secondo grado). Il nostro territorio si sta desertificando; le scuole sono il primo indicatore a rilevarlo. Lo diciamo da tempo: la classe politica locale dovrebbe partire da questi numeri per fare una programmazione che possa incentivare i giovani a restare nel nostro territorio ed a

mettere su famiglia. Lo stesso Governo nazionale, invece di agire in maniera decisa per contribuire a far ripartire il sistema economico e produttivo, continua con le solite ricette liberiste rivelatesi fallimentari. Occorrono politiche lungimiranti contro il declino e l’impoverimento del territorio regionale. Invece gli interventi più in voga badano ad utilizzare in modo distorto le residuali risorse disponibili. La FLC CGIL Molise da tempo ha formulato proposte concrete sull’organizzazione scolastica, sulle azioni che gli Enti locali dovrebbero attivare per rilanciare il sistema d’istruzione regionale, sulla necessità di puntare sulla conoscenza per far ripartire anche il sistema produttivo. Solo in questo modo potremmo contribuire ad evitare lo spopolamento del nostro territorio. Flc Cgil Molise


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3 4 marzo 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Presidente o il primario? Chi guadagna il giusto? La proposta di legge per il dimezzamento delle indennità di carica giace dimenticata. Del resto la campagna elettorale è finita da un pezzo Ma si, diamoci ad un po’ di demagogico populismo. Carte alla mano siamo in grado di rendervi conto degli stipendi che mensilmente paghiamo a Presidente della Giunta, Assessori e Consiglieri regionali, per rendergli merito dell’indefessa opera che svolgono al servizio di tutti noi. Ma oltre alle nude cifre, di cui comunque diremo, ci interessa paragonare queste indennità di carica a quanto percepiscono altre categorie di lavoratori, anch’esse al servizio della collettività. Il nostro intento, cioè, è quello di paragonare stipendio, e relativo contributo alla società, dei nostri politici in confronto a quelli di medici primari, infermieri, insegnanti e operatori delle forze dell’ordine. Tanto per capire, senza polemica. Per carità. Il Presidente della Giunta regionale, Paolo Frattura, percepisce un’indennità di carica pari a 13.500 euro mensili; solo 500 euro in meno al Presidente del Consiglio, Niro; 12.000 euro vengono accreditati a fine mese agli Assessori e soltanto 8.000 ai Consiglieri (de-

stino ingrato). Mentre leggete queste righe pensate se cotanto stipendio vi pare equo rispetto a quanto, invece, la classe politica ci ha restituisce in termini di risultati, di progresso della nostra condizione di amministrati. Ma

soprattutto paragonate le cifre esposte sopra con queste (e poi a voi le personali considerazioni): un medico primario, mediamente, prende 4-4500 euro mensili; un infermiere, compresi turni notturni e straordinari, 1500-

1600 euro; poco di più (specie in considerazione dell’anzianità di servizio) per gli operatori delle Forze dell’Ordine, sempre compresi turni notturni, straordinari e servizi di ordine pubblico; un maestro/a elementare parte da

1400 euro per arrivare a 2000, dopo una vita in cattedra; poco di più e con più progressività per gli insegnanti delle medie e delle superiori; un professore universitario, ordinario, arriva a 5000. Viene, a questo punto, da chiedersi (da provetti populisti): chi è che merita davvero i soldi che prende? Il Presidente o il Primario? Chi davvero manda avanti la baracca? L’Assessore o il professore? A chi, con equità e giustizia, viene riconosciuto il giusto compenso per il lavoro svolto? Al consigliere o all’infermiere? La risposta a queste domande, crediamo, sia scritta nell’esperienza quotidiana di ciascuno di noi. Di chi ha figli a scuola; di chi è stato, almeno una volta, ricoverato; di chi, a notte fonda ha chiamato il 118, il 113. Una cosa è certa, la discussione della legge di iniziativa popolare per la riduzione del 50% delle indennità di carica giace ( intorno alla quarantesima posizione) in fondo alle priorità di questo governo regionale. Facciamocene una ragione.

Sanità, in Consiglio regionale il vuoto cosmico

CAMPOBASSO. E’ il solito ordine del giorno ad avere trovato spazio nella discussione del Consiglio regionale del Molise. Due i punti: richiesta di sospensiva del Regolamento del decreto Balduzzi e l’avvio della ridefinizione della riorganizzazione ospedaliera. Tutto qui. Questo l’ordine del giorno votato, con il voto contrario dei consiglieri del Movimento Cinque Stelle. Mentre bocciato quello presentato proprio dai grillini che ribadiva, invece, la necessità del mantenimento del Cardarelli come Dea di secondo livello, quelli di Isernia e Termoli come Dea di primo livello e Agnone di area disagiata. Una discussione, quella aperta in Consiglio regionale tardiva e inconcludente. E’ mai possibile, infatti, essersi presentati dopo due anni in aula senza uno straccio di idea sulla riorganizzazione funzionale degli ospedali? Saraà mai possibile andare a chiedere al governo la sospensione degli effetti del

Approvato il solito ordine del giorno per chiedere la sospensione del Regolamento del decreto Balduzzi

CAMPOBASSO. Un Piano di riorganizzazione che si ponga come obiettivo generale l’esplicitazione del percorso in atto di riorganizzazione e ammodernamento del Servizio Sanitario Regionale, nel rispetto del mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, diretto a favorire la riqualificazione delle risposte assistenziali garantite alle persone. Per giungere a questo risultato bisogna pensare a una generale riorganizzazione strutturale dei macrolivelli assistenziali (area dell’assistenza collettiva; area dell’assistenza sanitaria distrettuale; area dell’assistenza ospedaliera) e all’innovazione del Servizio sanitario regionale. In Molise la rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera è in larga parte ancora frutto di scelte effettuate negli anni ’80 ed è stata solo in parte riordinata negli anni ’90 per tenere conto dell’evoluzione degli indirizzi tecnico-scien-

Regolamento del decreto Balduzzi senza avere, prima, in tasca la riprogrammazione sanitaria sul territorio? E’ questo il senso alle tante chiacchiere circa la volontà del Consiglio stesso di volere garantire il mantenimento dei servizi essenziali ai cittadini molisani? Soprattutto, cosa quale la qualità assicurata ai molisani? Dopo la riunione del Consiglio regionale di ieri sera, ciò, invece, che i molisani devono temere è l’assoluta improprietà della politica regionale di essere al-

l’altezza dei problemi chiamati a risolvere. Il caso sanità è, purtroppo, emblematico. Quali le prospettive del Sistema sanitario regionale? Come andare a costruire un percorso nuovo alla luce della confusione dei tagli del governo e del Piano di rientro e dell'assenza di una programmazione regionale? Il guaio è che in Molise mancano soprattutto punti di riferimento certi e inequivocabili all’interno del piano sanitario regionale e della politica sanitaria che si va portando avanti tra com-

missari straordinari e sottocommissari, tra governatori (passati e presenti) che non hanno avuto e non hanno le idee chiare né la capacità di razionalizzare innanzitutto se stessi e, quindi, la delicata materia che hanno avuto ed hanno per le mani. Girando il ragionamento all’inverso: occorreva cambiare non per risolvere tanti problemi, pur veri, ma soprattutto per ambire a costruire un servizio regionale sanitario moderno, efficiente, innovativo. Può sembrare una questione di lana caprina, ma non lo è se consideriamo quanto sia importante nella motivazione delle persone la comprensione e la condivisione della ragione per cui vale la pena lavorare, impegnarsi al di là dei propri interessi individuali e di gruppo. Così, purtroppo non è stato ed ora si spera nella clemenza romana.

Programma che nessuno vuole tifici che hanno guidato lo sviluppo dell’assistenza ospedaliera nei paesi industrializzati. In carenza, poi, di un Piano sanitario regionale la rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera si è altresì sviluppata in modo non organico ed equilibrato sul territorio. In particolare la distribuzione dei posti letto tra le varie specialità presenta lacune ed esuberi non solo a livello regionale, ma soprattutto nelle singole aree territoriali. Ecco

perchè diventa necessario procedere alla concreta realizzazione di una rete di strutture e presidi ospedalieri in grado di coniugare efficacia delle risposte assistenziali, accessibilità ai servizi in tutto il territorio regionale, efficienza nell’impiego delle risorse. Da qui una puntuale riorganizzazione della rete ospedaliera all’interno della Regione basata sull’esigenza di prevedere la distribuzione regionale delle specialità cliniche in base al rispettivo tasso atteso di

ospedalizzazione e al conseguente bacino potenziale di utenza, articolandone l’attivazione sul territorio secondo il livello di diffusione da perseguire: Ma anche per procedere, ove è prevista una riduzione dei posti letto per acuti, alla loro trasformazione in posti letto post acuzie (riabilitazione e lungodegenza) e alla conseguente riconversione delle attività, a garanzia di una più appropriata assistenza a favore del paziente e per sviluppare il governo clinico degli ospedali su

base dipartimentale, al fine di coordinare la gestione sanitaria delle strutture omologhe o appartenenti alle macro-articolazioni delle discipline (area medica, chirurgica, materno-infantile, servizi) o complementari, in base alla articolazione e al numero delle specialità presenti nell’azienda sanitaria. Nel contempo, sviluppare la degenza diurna, mediante la trasformazione di posti letto di degenza ordinaria in posti letto di degenza diurna sviluppare le attività ambulatoriali programmate (day service), con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle liste di attese e di favorire la presa in carico della persona garantendo accompagnamento lungo le fasi essenziali del percorso diagnostico-terapeutico. Sono dei punti qualificanti per una concreta riorganizzazione del Servizio sanitario regionale che, ormai, non è più rinviabile. G.D.I.


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Tutto quello che gli altri non dicono

4 marzo 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Difesa del territorio, per ora solo parole Le Province sono allo stremo. Dalla Regione aspettiamo un Piano di interventi, per ora, solo annunciato Lo spunto di cronaca è lo smottamento registrato sulla strada provinciale 87 Montesangrina che collega Vastogiradi a San Pietro Avellana; l’aggancio giornalistico è il pezzo da noi pubblicato, soltanto qualche giorno fa, sugli smottamenti che hanno già interessato altri tratti di strade provinciali; la sostanza del discorso, invece, tutta nella fragilità dell’intero territorio molisano e nei ritardi dell’amministrazione regionale nel pianificare un programma strutturato di interventi incisivo e, finalmente, risolutivo. Alcuni punti fermi: dati del Dipartimento della Protezione Civile e di Legambiente classificano il Molise con un 100% di rischio idrogeologico, al pari solo di Calabria, Umbria, Valle d’Aosta e della provincia di Trento; ventiduemila gli eventi franosi censiti nella nostra regione. Si aggiunga, poi, l’analisi del rapporto di interesse regionale Map 2014 sulla situazione di dissesto relativa agli ambiti dei fiumi Biferno e Sinarca. “Bisogna

rafforzare le attività di controllo e monitoraggio del territorio per contrastare illegalità diffuse come le captazioni abusive di acque, l’estrazione di inerti e l’abusivismo edilizio” – sostiene il responsabile del progetto, ing. Pasquale Marcan-

Mentre nei palazzi del potere tiene banco l’incremento remunerativo di chi detiene le redini di questa malandata realtà. Il nostro Paese ha deciso, finalmente, di fare i conti e di conseguenza tirare le somme della vexata quaestio. La quale, indica come la quota di Italiani molisani primi fra tutti che non possono permettersi un pasto completo, è raddoppiata passando, di fatto, dal 6,7 al 12,3 per cento. Il dato alquanto preoccupante è emerso da un’elaborazione effettuata della Coldiretti dei dati Istat

tato 20 Gennaio 2015, in risposta ai due consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo, l’Assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni spiega: “Abbiamo già provveduto, attraverso riunioni con i sindaci e

Anche nel Molise il sazio non crede al digiuno

L’INTERVENTO di Massimo Dalla Torre

tonio – “Ad aggravare la situazione l’incuria dei boschi e i cambiamenti climatici che portano sempre più spesso ad avere a che fare con le cosiddette bombe d’acqua”. Ed il quadro, seppur sommario, è completo. In un comunicato stampa da-

riguardanti il “Reddito e condizioni di vita”. Studio che mette in risalto che sono saliti a 6,2 milioni i cittadini che “vanno ben oltre il rischio di povertà e non hanno denaro a sufficienza neanche per alimentarsi adeguatamente”. La categoria più a rischio sono i pensionati dove la percentuale sale al 16,5% con un record che porta un segno meno specialmente tra le persone sole con più di 65 anni ossia 21%, più di 1 su 5. Numeri che indicano come più di una famiglia su tre dichiara di aver diminuito la quantità ma soprattutto la qualità dei prodotti alimentari

“Buona scuola, solo prese in giro” Duro il giudizio di Paduano della Gilda CAMPOBASSO. “Corrono voci e anticipazioni, sempre più insistenti, circa l’intenzione del Governo di varare un corposo decreto legge, nel Consiglio dei Ministri di imminente pubblicazione, con il quale non solo si provvederebbe alla stabilizzazione dei docenti precari, privandoli peraltro del diritto contrattuale al riconoscimento dei servizi già prestati, ma si interverrebbe sullo stato giuridico e contrattuale degli insegnanti e sull’amministrazione delle scuole”. Con queste parole Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, aveva esordito dopo la bozza e le notizie inerenti le intenzioni del governo Renzi. E così la conseguenza altro non poteva essere che lanciarsi in una forma di protesta civile e di mobilitazione nazionale, a partire dai coordinatori regionali. A tal riguardo, dal Molise, il presidente Michele Paduano nel raccogliere il monito aveva lanciato un appello accorato al Capo dello stato: “Diramo, a nome dei docenti italiani, un accorato appello al presidente della Repubblica, per un suo autorevole e urgente intervento che eviti questo atto di prepotenza sugli insegnanti e sulle istituzioni parlamentari. Inoltre – conclude il coordinatore molisano della Gilda – esorto tutti gli insegnanti a mobilitarsi, rivolgendosi direttamente al Presidente con una nota predisposta dal sindacato. Da Roma invece mi pare di notare che la bussola del decreto si sia orientata verso assunzioni a partire da settembre, in barba quindi alle promesse fatte alla categoria. Quindi tempi incerti, decreto incerto, conversione del decreto dal Parlamento anche e i precari si scatenato su internet. Come sindacato restiamo in guardia per decidere immediate iniziative”.

acquistati rispetto all’anno precedente. Acquisti effettuati presso i discount con un aumento soprattutto in questa porzione di Paese che in percentuale passa dall’11,2 al 13,1. Il tutto in considerazione che gli indigenti che hanno ricevuto pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no profit che distribuisce le eccedenze alimentari ha raggiunto 3,7 milioni, vale a dire il massimo. Per l’associazione di categoria “non solo è necessario spezzare definitivamente questa spirale negativa tramite l’aumento del reddito disponibile soprattutto nelle

sopralluoghi, ad elaborare un attento monitoraggio sullo stato in cui versa il nostro territorio ed, insieme alla Struttura di Missione del Ministero competente, abbiamo stilato un piano contenente la richiesta di quasi 400 interventi per un ammontare di 615 milioni di euro. Presto incontreremo la Struttura di Missione, coordinata dal sottosegretario D’Angelis , per conoscere con maggiore precisione l’entità dei finanziamenti per il prossimo quinquennio in modo da poter disegnare una mappa di interventi mirati a mettere in sicurezza il nostro fragile territorio”. Il 20 di questo mese saranno già passati due mesi da questa rassicurante dichiarazione d’intenti; sarà nostra cura, per quella data, verificare a che punto sarà arrivata la procedura per il riconoscimento di questi 615 milioni; in che misura si sarà concretizzata l’interfaccia con le strutture ministeriali; con quale buona approssimazione i fatti avranno fatto seguito alle parole.

fasce più deboli della popolazione ma necessita sostenere la ripresa dei consumi”. Ecco perché l’incremento remunerativo è da condannare senza se e senza ma. Ecco perché è bene guardarsi attorno perché non è assolutamente concepibile che s’incrementi spudoratamente il conto che a quanto pare supera abbondantemente i sei seri. Ecco perché è il caso di dare un segnale in favore di chi non può permettersi un piatto di minestra; ma si sa “che il sazio non crede a chi è a digiuno”. Condizione causata dallo svuotamento delle tasche e quello che un tempo si poteva acquistare con poca spesa è solo un sogno che, vista la situazione, rimane tale se le cose non cambieranno in fretta.

“Poste, chiudere è come morire” La Cisl torna a denunciare la soppressione dei 19 uffici in Molise in un territorio già desertificato e spopolato La notizia della riduzione di orario per 19 uffici Postali e chiusura totale per altri, sul territorio regionale, ha scosso Politici e Istituzioni, Presidente Anci, Presidente della Regione, Parlamentari. Si tratta di un provvedimento unilaterale di Poste Italiane che arriva a distanza di pochi anni dall’intesa del 2012 riguardante un altro piano di razionalizzazione – riferisce il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro -. Gli uffici postali sono spesso presidi essenziali per gran parte della popolazione, soprattutto per chi abita distante dai grandi centri e per gli anziani, che sarebbero i più penalizzati. E’ assurdo, inoltre – continua Antonio D’Alessandro che i piccoli Comuni siano danneggiati dal piano. Per questo è indispensabile affrontare la questione insieme alla Regione Molise, l’ANCI, Parlamentari, Sindaci, cittadini, e proporre a Poste Italiane soluzioni alternative e condivise. Questo – precisa Antonio D’Alessandro Segretario CISL Poste - è un altro provvedimento che rischia di compromettere la tenuta dei territori, colpendoli sia nel tessuto economico e sia nel sociale e rende necessario un deciso e immediato intervento da parte delle istituzioni per impedire l’esecuzione del piano di razionalizzazione degli uffici postali annunciato. A essere colpiti maggiormente saranno gli uffici postali dei piccoli centri. Il piano dovrebbe entrare a regime dal 14 Aprile p.v. Il territorio molisano è costituito in larga parte da zone rurali e la prospettiva di tagliare alcuni uffici e servizi postali non

è la soluzione giusta – spiega Antonio D’Alessandro -, dobbiamo mantenere i servizi essenziali affinché il territorio non si sgretoli, non si spopoli ulteriormente e possa rimanere vissuto e abitato. Lo Stato e la politica devono lavorare insieme a una soluzione funzionale al mantenimento di questi territori. Non si può ridurre tutto ad una logica di numeri – conclude il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro - Poste Italiane ragiona ormai con una logica aziendale, ma svolge anche un servizio di grande utilità e d’interesse generale. Il Governo deve assicurare il mantenimento dei servizi a livelli adeguati anche nelle aree periferiche e rurali che costituiscono la parte principale della nostra Regione.


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5 4 marzo 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Gli Stati generali dell’economia del Molise: una delle tante bufale

Diversamente sarebbe stato un Molise migliore

Essere presi per i fondelli da un apparato che parlando (a vanvera) del bene collettivo, bada solo e unicamente a se stesso D’accordo, la notizia è passata, ma è talmente significativa che l’abbiamo ripescata con il chiaro intento di dimostrare come da noi si siano sempre fatte e si facciano chiacchiere, specialmente nelle circostanze ammantate da pompose ufficialità e partecipazioni di rango. La notizia è passata ma è ancora piena di contenuti e, se si vuole, anche di qualche spunto di attualità, comunque – ripetiamo – illustrativa del modo con cui s’è amministrato e si continua ad amministrare il bene pubblico. E poi c’è lo sfizio di riannodare parte del vissuto amministrativo e politico dell’attuale presidente della giunta regionale che egli avrà sicuramente rimosso, ma che riteniamo gli possa tornare utile per ritrovare una dimensione meno controversa di quella che va mostrando da quando ha preso nelle sue mani le redini del destino del Molise. Ciò che riproponiamo è accaduto nel 2010. Questo che segue è il resoconto redatto in quella circostanza. “Gli Stati generali dell’economia del Molise si sono confrontati ed hanno deciso di collaborare con la Regione Molise per una riduzione delle spese della macchina pubblica, al fine di ottimizzare i servizi in relazione ai costi, in un sistema che procede verso la responsabilizzazione del federalismo fiscale; per una revisione dell’architettura istituzionale ed amministrativo-burocratica degli enti pubblici; per evitare le duplicazioni a tutti i livelli (politico, amministrativo, tecnico); per una

dismissione adeguata dal punto di vista economico delle partecipazioni acquisite dalla Regione; per un Consorzio Industriale unico a livello regionale; per assicurare i finanziamenti per lo sviluppo necessari per colmare i gap competitivi che caratterizzano il Molise, tanto sul piano territoriale che su quello demografico (particolare accento è statao posto al tema dei fondi per le aree sottoutilizzate - Fas); per mantenere un livello di contribuzione fiscale capace di implementare il dinamismo economico e rafforzare l’occupazione, determinando condizioni di attrattività. Contando sulla affermazione che l’unione fa la forza nei confronti del governo nazionale, i sottoscrittori del Patto per il futuro

LETTERA APERTA Gentile Assessore Nagni, Il recente incidente stradale avvenuto a Larino mi ha lasciato impietrito, e credo non si debbano aggiungere altre parole per non correre il rischio di essere banali. L’episodio, tuttavia, fa tornare alla ribalta un tema sul quale nessuno di coloro che esercitano il potere vuole mettere mano: la violazione del codice della strada da parte dei più. Inutile e molto sciocco pensare che tale comportamento appartenga agli “altri”: gli altri siamo noi, e lo siamo tutte le volte che azzardiamo un soprasso sulla striscia continua, passiamo con il rosso, strimpelliamo all’automobilista che ci sta davanti perché si è fermato giustamente a uno stop, ignoriamo bellamente le strisce pedonali e chi si sta attentando a passarvi su. La Bifernina è l’esempio più eclatante della anarchia automobilistica che impera nella nostra regione e, più in generale, in Italia. Tappezzata di fiori, continua ad essere la pista preferita di tutti quegli automobilisti che, me lo consenta, sono degli emeriti idioti per il modo con cui conducono il proprio mezzo, pensando magari che sia il prolungamento di un organo di procrea-

hanno evidenziato la necessità che l’attuazione della Legge n. 42/09 sul Federalismo fiscale avvenga in maniera coordinata, coerente e contestuale per tutti i livelli amministrativi e in piena coerenza con i principi enunciati dalla Legge delega, a partire dalla condivisione del quadro finanziario di riferimento, del principio di solidarietà e della necessità di definire la perequazione con riguardo alle piccole regioni e percorsi temporali capaci di poter determinare la convergenza verso trasferimenti e costi standard; hanno chiesto che ciò sia assunto in sede nazionale quale indirizzo guida politico condiviso da tutto il territorio regionale per correggere la manovra, i suoi effetti e gli atti

complementari e collegati alla stessa; inoltre hanno ritenuto tutto quanto innanzi irrinunciabile al fine di mantenere la realtà istituzionale e di servizi della Regione Molise costituzionalmente garantita, che nei fatti altrimenti verrebbe fortemente minata; ed hanno sottolineano la necessità, nell’ottica di introdurre risparmi strutturali significativi e di convergere verso il pareggio di bilancio della spesa sanitaria e una particolare attenzione alla realtà territoriale e demografica del Molise. Ciò, in particolare, al fine di assicurare l’applicazione progressiva e il non appesantimento del carico fiscale, il cui impatto risulta insostenibile e iniquo per le imprese e i lavoratori nell’attuale momento di

crisi economica. E all’unisono hanno concluso <Se tutto ciò funzionerà potremmo dare un contributo significativo alla riduzione delle cause di marginalità ed esclusione e favorire l’integrazione e la coesione sociale e territoriale>. Il dato di cronaca probabilmente non rende l’austerità dell’evento, le sue implicazioni, le sue conseguenze sul futuro molisano, ma se davvero gli Stati generali dell’economia hanno agito con convinzione e in perfetta buona fede, il dato di cronaca può trasformarsi in un dato storico. Per la cronaca, e per la storia, il Patto è stato firmato da Michele Iorio, da Gianfranco Vitagliano, da Michele Scasserra, da Paolo di Laura Frattura e dal magnifico rettore Giovanni Cannata ancorché dai rappresentanti delle singole componenti del partenariato economico (tranne la Cgil e la Uil). Il meglio del Molise politico, economico, e scientifico-culturale”. Di ciò che si erano ripromessi risulta qualcosa? Nulla. A distanza di tempo si può dire dunque che gli Stati generali dell’economia non hanno agito con convinzione né in perfetta buona fede. Difatti, il dato di cronaca non s’è trasformato in un dato storico. Ma nel consueto continuo modo di essere presi per i fondelli da un apparato che parlando (a vanvera) del bene collettivo, bada solo e unicamente a se stesso. Oggi più che mai. Dardo

Caro assessore Nagni, l’economia langue senza strade zione, mi consenta anche questo. Il fatto che essa richieda un raddoppio in molti dei suoi punti è evidente come è evidente che Roma è la capitale d’Italia. Il fatto che si vedano poche pattuglie è un’altra evidenza. Infine, che sia la principale arteria di collegamento fra il litorale e l’entroterra, e che da quando fu costruita è rimasta tale e quale, è qualcosa che noterebbe anche un bambino. Non intendo puntare il dito contro la presente amministrazione, non voglio avere la memoria corta e mettermi il prosciutto sugli occhi fingendo di non notare che anni di immobilismo e politiche clientelari hanno portato a tutto ciò, tuttavia la pregherei di accettare il mio sprone: dopo gli iniziali, doverosi passaggi di controllo dei conti ed esame di ciò che è stato lasciato in eredità, diventa un imperativo categorico attivare tutte le forze necessarie a cambiare questo penoso stato di cose. La strada sarà irta di ostacoli, proprio come la Bifernina, ma credo che questo lo abbia messo in conto nel momento in cui ha deciso di candidarsi alle regionali. Voglio crederlo! State giustamente pubblicizzando la presenza del Molise all’Expo di Milano, ma

vi siete chiesti cosa ne sarà dopo? Ovvero, se i visitatori degli stand saranno spinti a visitare la nostra regione per provare a intessere una rete di scambi commerciali? C’è programmazione nella nostra presenza a questo evento mondiale, o si vive nella logica del Carpe Diem, per poi lasciarsi morire quando la bolla si sgonfierà? Io ho fatto il trasportatore per alcuni anni, e le posso assicurare che in tutte le regioni in cui la viabilità è un disastro

(Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia) l’economia langue. Piuttosto che continuare a parlare di cattedrali nel deserto quali l’autostrada, si pensi al concreto, al più facilmente realizzabile, al più utile ai cittadini, al gratuito. Chissà se dopo anni di completa sordità a certi appelli si deciderà di dotarsi di un Amplifon... Grazie Umberto Vinciguerra


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Campobasso

4 marzo 2015

“Questa strada è un pericolo” I consiglieri Pilone, Coralbo e Cancellario denunciano la situazione dell’arteria verso Oratino CAMPOBASSO. La trada provinciale, quindici anni fa diventata comunale: da Oratino si arriva al capoluogo e uno dei punti più critici è il bivio per lo stadio, all’altezza di contrada Selva Piana, dalla parte dei due antistadi. I consiglieri comunali del Polo Civico hannopresentato una mozion e al Consiglio comunale, inerente le problematiche della zona e su come

superarle. “È una strada – ha discettato l’esponente di Democrazia Popolare, Francesco Pilone – che percorro quotidianamente e quasi ogni giorno non posso non notare le scie delle frenate di chi è uscito fuoristrada, oppure l’allagamento che si produce quando piove e, dunque, il ghiaccio che si crea quando la temperatura è rigida. Il

problema più grande è il lago che si crea nei giorni piovosi. L’acqua, oltre a essere pericolosa di suo, copre anche i danni della carreggiata, quindi, chi non conosce la zona rischia di sbandare, considerando che sotto l’acqua si nascondono buche, spesso, profonde. Il nostro auspicio –ha concluso Pilone – è l’intervento degli organi competenti del Comune di

Campobasso sia per segnalare la pericolosità della strada sia per predisporre un’adeguata illuminazione”. “Questa zona si trova a ridosso della tangenziale – ha argomentato, invece, Michele Coralbo – dove sono in programma i lavori per predisporre degli svincoli su Selva Piana. In questa zona occorre intervenire il prima possibile, attingendo magari

da fondi di riserva, utilizzati per pagare i superdirigenti. Questa è la Campobasso – si chiede e conclude Coralbo – che questa amministrazione avrebbe dovuto restituire ai cittadini?”. All’incontro con la stampa presente anche la rappresentante di Democrazia Popolare, Marialaura Cancellario.

Denunciato un uomo per droga Il 44enne era stato già fermato dai Carabinieri lo scorso anno. Ora era in possesso di 13 grammi di cocaina Lo stratagemmanon è risultato efficace, nonostante la serenità dimostrata all’inizio dal barista, fatale è stato un minimo di nervosismo dimostrato quando i Carabinieri, dopo la perquisizione personale, hanno iniziato ad ispezionare palmo apalmo il locale così, dopo aver sollevato la mascherina che copriva alcuni fili elettrici è stata rinvenuta una busta in cellophane con all’interno polvere bianca risultata essere cocaina. L’uomo quindi, è stato denunciato a p.l. all’Autorità Giudiziaria per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

CAMPOBASSO. I Carabinieri della Compagnia di Campobasso, nell’ambito di specifica attività volta da infrenare lo spaccio di stupefacenti nel capoluogo, hanno denunciato in stato di libertà G.M- classe 1971, trovato in possesso di 13 grammi di cocaina. L’uomoda tempo era attenzionato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Campobasso, dopo che nel gennaio dello scorso anno era stato arrestato dai Carabinieri di San Severo (FG),i quali anche in quella occasione lo avevano trovato in possesso di cocaina. Ingegnoso il nascondiglio trovato dal quarantaquattrenne che aveva occultato circa 13 grammi di cocaina all’interno di una “ciabatta” utilizzata per il cablaggio di cavi elettrici e posizionata nel retrobottega del bar da lui gestito.

Camorra, notificato un nuovo arresto Al 44enne napoletano già in carcere a Campobasso nuova ordinanza di custodia CAMPOBASSO. Ieri, nel contesto di una vasta operazione condotta da Polizia di Stato e Carabinieri per l’esecuzione di circa 50 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip di Napoli su richiesta di quella Direzione Distrettuale Antimafia, contro altrettante persone accusate di far parte di clan camorristici particolarmente attivi nel quartiere Forcella di Napoli, personale della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Campobasso ha notificato un’ordinanza di custodia cautelare in car-

cere ad un pregiudicato di origini napoletane, F.F. di anni 44, recluso per altri motivi - presso la Casa Circondariale di questo Capoluogo. Associazione a delinquere di stampo mafioso, detenzione di armi, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti i reati contestati all’uomo. L’operazione di polizia ha riguardato presunti affiliati ai clan camorristici “Ferraiuolo – Stolder” e “Del Prete”, collegato al clan “Mazzarella”, in lotta tra loro per la gestione delle attività illecite nella zona di Forcella.

Le accuse rivolte agli altri soggetti arrestati sono quelle di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, omicidio, estorsione, porto e detenzione di armi comuni e da guerra. All’operazione hanno partecipato agenti della Polizia di Stato della Questura di Napoli e di altre Questure interessate dall’attività, quali la Squadra Mobile di Campobasso, oltre ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli. Campobasso, 3 marzo 2015

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Campobasso

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4 marzo 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Gam, questa la nostra proposta” Avi Molise ribadisce la scelta fatta per il rilancio dell’azienda avicola molisana CAMPOBASSO. In seguito alle dichiarazioni del presidente di Avi Molise, Luigi Iammatteo, che ha presentato una manifestazione di interesse per quel che riguarda la gestione Gam, escono allo scoperto anche i giovani professionisti che, dietro le quinte, stanno da tempo lavorando alacremente al progetto di rilancio della filiera avicola molisana. Con un obiettivo primario: restituire al Molise uno dei maggiori poli di eccellenza non solo del territorio ma dell’intero centro-sud Italia. “La Regione Molise dovrà solo supportare il nostro progetto di rilancio della filiera avicola. Ci siamo adoperati in tempi non sospetti per una soluzione concreta che possa condurre ad una riorganizzazione e all’ammodernamento dell’azienda matesina. E per questo abbiamo deciso, visto che consideriamo i tempi ormai più che maturi, uscire allo scoperto e presentare il nostro piano, perlomeno a grandi linee, che ci auguriamo possa trovare la massima

condivisione”: a parlare l’ingegnere Antonio Limonino e il primo cittadino di San Polo Matese, Tonino Spina, facenti parte del gruppo Avi Molise. “È necessario proseguire con assoluta concretezza in quello che può e anzi, per noi deve essere, il punto di ripartenza per il rilancio della filiera avicola molisana che deve tornare ad essere proseguono Limonino e Spina – un polo di eccellenza. Il nostro progetto – continuano i rappresentanti di AviMolise – prevede la costituzione di un consorzio con la partecipazione degli allevatori e degli imprenditori agricoli molisani. Abbiamo, in questi mesi, analizzato punto per punto, tutte le soluzioni idonee, a nostro modesto punto di vista, per far ripartire nel migliore dei modi la filiera. Siamo perfettamente a conoscenza della situazione in cui versano centinaia e centinaia di famiglie. Un vero e proprio dramma sociale al quale bisogna porre fine.

La recente approvazione della Cigs per la Gam è sicuramente, in un momento storico così controverso, una buona notizia ma non possiamo e non dobbiamo dimenticare il potenziale che può esprimere, se riportata a regime, uno dei più grossi indotti produttivi della regione Molise. Andando un po’ più nello specifico, per quel che riguarda il centro pollastre – continuano Limonino e Spina – già ci sono i capannoni. Stesso discorso valido anche per le ovaiole. Per ciò che concerne l’ incubatoio l’idea è quella di una gestione temporanea per rinnovare la struttura. Per il discorso pulcini – aggiungono i due esponenti di AviMolise – ci sono già oltre 200 capannoni per gestire le fasi di allevamento. Il macello? Siamo pronti a ricostruirlo. Due aspetti però sono assolutamente da sottolineare: il primo è che non vogliamo essere in concorrenza con nessuno, anzi, da parte

nostra c’è la massima apertura e, ci auguriamo in un futuro non lontano, la volontà di collaborare con i grandi marchi per ‘chiudere’ come si dice in gergo, il ciclo produttivo della filiera. Il secondo invece riguarda la politica. Non ci sentirete mai parlare di Psr o altro. Noi, consci del potenziale che potrebbe avere il consorzio, vogliamo essere uno strumento tutt’al più ‘ad adiuvandum’ dell’attuale Governo regionale. Vogliamo, attraverso il nostro progetto, portare soluzioni definitive e non insinuare dubbi e magari ulteriori incertezze su una questione così delicata. Abbiamo anche già pensato a strumenti di finanza agevolata ed eventuali progetti ministeriali. Un progetto terminano Limonino e Spina – senza preclusioni verso alcuno ma pensato e studiato approfonditamente da molisani e con il supporto di chi alla filiera avicola ha dedicato la maggior parte della propria esistenza”.

Arrestato un tifoso del Campobasso Avrebbe lanciato bombe carta nel corso della partita di Chieti. Non si escludono altri provvedimenti CAMPOBASSO. Ieri mattina la Digos della Questura di Chieti ha proceduto all’arresto di un soggetto pregiudicato nato nel Capoluogo molisano. Si tratta di un ultras della squadra calcistica rossoblu riconosciuto colpevole del reato di possesso e accensione e lancio di artifici pirotecnici in occasione di manifestazioni

sportive. Domenica scorsa, durante l’incontro di calcio del campionato di Serie D Chieti-Campobasso terminato 3-1, dalla tifoseria ospite sono state esplose numerose bombe carta che hanno provocato ingenti danni alla pista di atletica del locale Stadio “Guido Angelini”.

Il colpevole è stato identificato grazie ad un attento esame delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza dell’impianto sportivo. Inoltre, il responsabile è stato denunciato per danneggiamento aggravato. Infine, sono in corso ulteriori indagini per identificare altri tifosi del Campobasso resosi responsabili di medesimi reati.

Santa Messa per le Interforze A celebrare la cerimonia sacra per la Santa Pasqua, monsignor Santo Marcianò CAMPOBASSO. Presso la Cappella della Caserma M.O.V.M. “E. FRATE”, sede del Comando Legione Carabinieri “Molise” e della Scuola Allievi Carabinieri di Campobasso, è stata celebrata la Santa Messa del Precetto Pasquale Interforze. Il rito religioso, per l’occasione, è stato presieduto da Sua Eccellenza Monsignor Santo MARCIANO’, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia. Durante la Santa Messa, Monsignor MARCIANO’, con un rito pervaso da altissimo significato e grande solennità, ha anche officiato la funzione di dedicazione dell’altare del suddetto luogo di culto. La cerimonia, organizzata e coordinata dal Comando Militare Esercito “Molise”, in collaborazione con il Comando Regionale Guardia di Finanza “Molise”, il Comando Legione Carabinieri “Molise” e la Capitaneria di Porto di Termoli, ha ancora una volta testimoniato il forte vincolo di cooperazione e l’operosa sinergia tra le Istituzioni locali che diuturnamente lavorano per la pace, la sicurezza e la concordia della comunità molisana. L’evento ha, altresì, costituito una importante occasione, per gli uomini e le donne in uniforme, di ritrovarsi uniti nella fede e ricordare i colleghi che si sono sacrificati lungo le strade del

dovere. Ieri, infine, il Presule si è recato anche in visita pastorale presso il Comando Militare Esercito “Molise” dove, nel corso di un affettuoso incontro con il personale militare e civile in

forza all’Ente, oltre a formulare gli auguri di Buona Pasqua, ha tra l’altro avuto modo di sottolineare: “dai vostri volti traspare l’amore e la passione per il vostro lavoro. Grazie per quello che fate, vi porterò sempre nel mio cuore





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Isernia

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4 marzo 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Il Caracciolo va salavaguardato” I Sindaci dell’alto Molise e dell’alto Abruzzo si schierano a favore dell’ospedale AGNONE. “Grazie alla tenacia e all’impegno profuso dall’Amministrazione Comunale (insieme ai comitati civici), i sindaci di 22 comuni molisani e abruzzesi, gravitanti per l’assistenza ospedaliera sul S. Francesco Caracciolo – prosegue Attademo – hanno fatto fronte comune sottoscrivendo l’ APPELLO PER MANTENIMENTO DELL’ OSPEDALE DI AGNONE QUALE PRESIDIO OSPEDALIERO DI ZONA PARTICOLARMENTE DISAGIATA. Essi sono (in ordine strettamente alfabetico): Agnone, Belmonte del Sannio, Borrello, Capracotta, Carovilli, Castel delGiudice, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Civitanova del Sannio, Fraine, Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Roccaspinalveti, Roio del Sangro, Rosello, San Pietro Avellana, Schiavi d’Abruzzo, Torrebruna, Trivento, Vastogirardi“.

Per la prima volta, si è affermato con forza una unità di intenti che fino ad ieri era considerata impossibile: ventidue comunità (12 molisane e 10 abruzzesi) – sottolinea ancora l’esponente della giunta Carosella – poste al di qua ed al di là di un confine regionale ritenuto “insormontabile” si sono espresse unitariamente sul tema della difesa del diritto alla salute nelle aree interne; un tema che sta subendo da anni una continua erosione per la crisi che attanaglia tutto il Paese ma anche per l’incapacità del governo regionale di gestire con appropriatezza il cambiamento attuando solo tagli lineari che incidono con brutalità sulla vita dei cittadini che abitano le aree interne. A tale appello, il giorno 26 febbraio,

sulla stessa falsariga, è seguita un’ interrogazione al Ministro della Salute da parte di due parlamentari, uno molisano Danilo Leva e l’altro abruzzese Maria Amato; con l’intento di rafforzare l’appello firmato dai sindaci indirizzato ai Presidenti della regione Molise e Abruzzo nonché ai Ministri della Salute e dell’Economia. L’Amministrazione comunale di Agnone – conclude – esprime il suo vivo apprezzamento per l’appoggio espresso dai sindaci firmatari che dà ulteriore forza alla sua azione per la difesa della permanenza dell’ospedale S. Francesco Caracciolo e conseguentemente del diritto alla salute (sancito costituzionalmente) in tutti i territori coinvolti

Pedofilia, oggi l’interrogatorio Il bidello arrestato dai Carabinieri sarà ascoltato dal Gip. Quattro le famiglie che lo hanno denunciato ISERNIA. Sarà interrogato oggi, il bidello, presunto pedofilo, arrestato dai carabinieri di Isernia per violenza sessuale aggravata su minori. L’uomo, 65 anni originario di Napoli, avrebbe abusato di alcuni studenti di una scuola media della provincia di Isernia. Si ipotizza inoltre che l’uomo avrebbe spiato gli

studenti dai buchi delle serrature mentre questi usufruivano dei servizi igienici. Sarà ascoltato in Trubunale dal Gip e potrà raccontare la sua versione dei fatti. Quattro, finora, le denunce dei familiari dei ragazzi di cui l’uomo avrebbe abusato. Ma l’indagine potrebbe allargarsi.

Come si ricorderà il procuratore Paolo Albano, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto del 65enne: “Determinante è stata la collaborazione del dirigente scolastico e del corpo docente. A loro i bambini hanno confidato cosa quell’uomo faceva a

scuola”. Il procuratore non ha precisato il numero dei bambini coinvolti: “Sono tanti – ha detto Albano – alcuni spiati dalla serratura delle porte dei bagni, altri palpeggiati, ad altri ancora l’uomo faceva delle proposte”

Grandissimi risultati di Caterina Di Bucc ai Campionati Italiani Ragazzi di Sci Fondo A Capracotta soddisfazione espressa dallo Sci Club e dal sindaco Monaco CAPRACOTTA. Caterina Di Bucci, giovanissima atleta dello Sci Club Capracotta ha centrato risultati straordinari ai Campionati Italiani Ragazzi di sci di fondo che si sono svolti in Piemonte, a Pragelato.

atleti compatti, uniti nel perseguire risultati straordinari per il nostro sodalizio. L’Amministrazione Comunale di Capracotta rivolge tantissimi auguri a Caterina, ai suoi genitori Lorena e Fernando, a tutti gli altri giovanissimi atleti dello Sci Club Capracotta, ai loro allenatori Oreste e Valerio D’Andrea ed alle famiglie dei atleti che sono sempre al fianco dei loro ragazzi.

Dapprima conquistando la medaglia d’argento nella gimkana sprint, sfiorando per poco il primo podio. Il giorno successivo aggiudicandosi la medaglia di bronzo nella gara a tecnica classica ed infine conquistando la medaglia di bronzo nella staffetta insieme ad altri giovanissimi atleti di Subiaco. Grande l’euforia per lo Sci Club di Capracotta per il quale la giovanissima atleta gareggia. Si tratta di risultati mai ottenuti nel passato che lasciano ben sperare per il futuro. Michele Conti, Presidente dello Sci Club Capracotta, è radioso: “Grazie a Caterina lo Sci Club di Capracotta si afferma a livello nazionale, ponendosi all’attenzione del mondo dello sci nordico con una atleta che ha doti eccezionali e che darà senz’altro altri stupendi risultati che gratificheranno oltre al sodalizio anche la giovanissima atleta che da sempre ha dimostrato di avere le caratteristiche fisiche e sportive per collezionare altri straordinari successi. Oltre ai prestigiosi risultati ottenuti ai Campionati Italiani Ragazzi di Pragelato, Caterina Di Bucci recentemente ha vinto la medaglia di bronzo al Trofeo Topolino 2015, gara internazionale che si è svolta il 17/18 Gennaio al Castello di Fiemme. L’atleta ha dato, inoltre, un prezioso contributo per l’aggiudicazione della vittoria dello Sci Club di Capracotta al Criterium Interappenninico, le cui finali si sono tenuti a San Giovanni in Fiore, in Calabria. Lo Sci

La comunità capracottese è fiera ed orgogliosa di questi brillanti atleti che raggiungono risultati sempre più eccellenti che stanno a significare la grande volontà di mantenere vive le nostre tradizioni in una disciplina sportiva molto dura che richiede impegno, passione e sacrificio in tutti i giorni dell’anno”.

Club Capracotta oltre a Caterina ha un’ottima squadra di atleti guidati da Oreste D’Andrea e Valerio D’Andrea , loro allenatori a cui va il nostro sentito ed affettuoso ringraziamento. Un team affiancato quotidianamente dalle famiglie dei ragazzi che si dedicano a questa dura disciplina sportiva con passione, con impegno e con grande sacrificio” Soddisfazione anche da parte da parte dell’Amministrazione Comunale di Capracotta, Maria D’Andrea, assessore comunale allo sport dichiara: “Ho seguito i ragazzi dello Sci Club Capracotta in occasione di alcune manifestazioni sportive di interesse nazionale fuori dai confini regionali. Un gruppo di


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Termoli

4 marzo 2015

Sigilli ad uno yacht milionario

L’operazione è stata condotta a Termoli. Valore dell’imbarcazione, 30 milioni di euro Operazione condotta d’iniziativa dalla Compagnia di Termoli nell’ambito di indagini coordinate dalla Magistratura di Larino in materia di reati fallimentari. Uno yacht del valore di circa 30 milioni di Euro, pronto per il varo, è stato sequestrato dai Finanzieri della Compagnia di Termoli. L’indagine è coordinata dall’Autorità Giudiziaria di Larino, nell’ambito di un più ampio contesto di intrecci e ramificazioni investigative che interessano più aree e soggetti del territorio nazionale.

Zuccherificio, si è insediato Cianciosi “Va conservata l’integrità dell’impianto e di rilanciarlo dopo i problemi avuti ciosi. “Principalmente l’obiettivo è quello di conservare l’integrità dell’impianto, i livelli occupazionali e anche la ricchezza, la capacità di generare valore che è sempre stata parte integrante di questo stabilimento nel Basso Molise”. Sì, perché da operatore economico con esperienza pluridecennale, Cianciosi ha vissuto le stagioni di grazia della fabbrica che come stagionali riusciva a inglobare anche 500 persone oltre ai dipendenti fissi, quando la quota zucchero veniva soddisfatta interamente e quando il prezzo permetteva utili notevoli; scenari ora ribaltatisi in negativo. Ma il calendario avanza inesorabilmente e se non ci saranno accordi immediati coi bieticoltori, la stagione saccarifera 2015 sarà solo un mero rimpianto e qui dalla viva voce del neo amministratore unico c’è la conferma che la chance di continuità produttiva passa per la realizzazione delle promesse e degli annunci fatti da Diego Volpe Pasini e Aria Food.

TERMOLI. Enrico Cianciosi conosce da almeno sette mesi in presa diretta i problemi dello Zuccherificio del Molise, da quando nel luglio scorso ha rilevato dal collega Donato Toma l’incarico di revisore e sindaco unico della Newco, quel Nuovo Zuccherificio del Molise srl che venne affidato a Francesco Fusco. Ora tocca proprio a lui prenderne il posto e le redini, noto come stimato e affermato commercialista di Nuova Cliternia, con studio in via Martiri della Resistenza, a Termoli. “Diciamo che in realtà non è che un prosieguo di quello che è nato prima, mi riferisco alle mie funzioni di revisore contabile, e ora sono stato chiamato a sostituire l’amministratore unico dimissionario Francesco Fusco, che dal settembre scorso aveva rimesso il suo incarico, alla fine della campagna bieticola 2014”. Ma qual è la mission che il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, come socio unico della Srl, ha affidato a Cian-

In tanti per San Gabriele La teca del Santo esposta a Campomarino, La chiesa gremita di fedeli CAMPOMARINO. Il culto di San Gabriele dell’Addolorata, che solo lo scorso anno ha gremito di migliaia di fedeli a ogni tappa il tour in Molise, non conosce alcuna crisi, anzi. La testimonianza è venuta questa mattina a Campomarino, dove in poche ore, sono state centinaia le persone che si sono recate nella chiesa di Santo Spirito per rendere omaggio alle reliquie del Santo provenienti dall’Abruzzo. Un viaggio sull’A 14, con uscita al casello di Termoli, prima di proseguire per le ostensioni già PROGRAMMATE a Bari e Taranto. La teca è stata traslata tra due ali di folla e un servizio di vigilanza.

Donne, una serie di opere per porre il problema E’ iniziata la Castello Svevo l’iniziativa teatrale che chiuderà l’8 marzo TERMOLI. E’ cominciata, nel Castello Svevo di Termoli, la Masterclass proposta dall’A.P.S. Babi (ex Barbari invasori), patrocinata dal comune. Curatrice del progetto Giulia De Felice. Gli incontri ci saranno ogni pomeriggio, per cinque ore, fino a concludersi sabato 7 marzo quando andrà in scena alle 18, sempre nel Castello, la performance teatrale omonima. Per saperne di più abbiamo chiesto

direttamente al regista e presidente della compagnia Babi, Walter Revello, di raccontarci l’obiettivo del progetto: “La compagnia Barbari Invasori è nata a Torino dodici anni fa e da gennaio 2015 si chiama Babi, io sono quasi venti anni che mi occupo di teatro. In questo progetto lavoreremo sia con i ragazzi che hanno già fatto parte del progetto Amleto portato in scena qui a Termoli l’estate

passata e sia con un nuovo gruppo che si costituisce stasera formato dalle donne del “Borgo”. Lavoreremo sulle figure femminili che ruotano intorno all’Odissea. Il titolo del progetto si chiama “Assenza di donne”, nel senso di come percepiscono queste donne l’assenza, la mancanza di Odisseo che le abbandona tutte, a partire da Penelope fino ad Ecuba, la regina di troia, che si vede distruggere l’intera sua vita. Lavoro con una serie di testi, ma la

drammaturgia viene tutta costruita con le partecipanti alla masterclass, perché è importante come si approcciano al teatro e cosa le ha spinte a prenderne parte, oltre a ciò che cercano nel teatro. Come per altri progetti che faccio in giro per l’Europa, fino alla stessa sera non so cosa ne può uscire fuori, la maggior parte è improvvisazione fatta con la giusta professionalità alle spalle. L’idea è quella di lavorare sul tema

della donna, non a caso abbiamo scelto questa settimana che ci porta poi all’8 marzo, ho voluto lavorare su un’opera in cui la donna sembra marginale, essendo tutto incentrata su Odisseo, ma in realtà sono proprio le sue donne che danno movimento all’opera, alla sua vita e che danno a lui importanza, così come succede nella vita di ogni uomo, ho voluto giocare e vedere in che modo, e cosa, le donne hanno ancora qualcosa da dire”.


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Termoli

4 marzo 2015

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Mercato ittico, maggiori controlli C’è la necessità, però, che tutto il pescato deve passare per la struttura TERMOLI. Il mercato ittico di Termoli da tempo per le varie amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi 3 lustri è stato più un problema che una fonte capace di generare risorse. Prima la necessaria ristrutturazione di un impianto che aveva fatto il suo tempo, quindi la crisi della pesca, che non riesce a vedere la fine del tunnel, ma anche altri elementi, come la difficile riscossione del dovuto da parte di chi opera all’interno della struttura e soprattutto il mancato flusso integrale di pescato convogliato per le aste. Il mercato ittico ha senso di esistere se davvero tutto il pesce sbarcato in banchina viene portato al suo interno, ma ciò non accade da tempo, processo di svuotamento e diversa canalizzazione del prodotto ittico giustificato anche dall’attribuzione del cosiddetto numero Cee, che certifica il luogo di origine del pescato a prescindere

dall’ingresso nel mercato ittico, che anche per motivi di salubrità sarebbe preferibile. A riguardo, si era mosso il consigliere comunale di opposizione di centrodestra (Popolari per Termoli) Annibale Ciarniello. “Abbiamo avuto la presenza in commissione dell’assessore competente alle attività produttive Vincenzo Ferrazzano, chiamato a rispondere sulla questione mercato ittico, proprio su mia richiesta. Ferrazzano ci ha rassicurato che saranno intensificati i controlli in banchina onde evitare violazioni all’attuale regolamento vigente che di fatto danneggiano il mercato e conseguentemente il Comune a livello economico. Ho chiesto, inoltre, l’audizione di un operatore del mercato ittico, oltre al veterinario per valutare e farci riferire eventuali altre criticità e problemi presenti durante le aste”

“Scarsa igiene nell’area verde” Lo stato di abbandono del parco certificato dall’Asrem che chiama in causa il Comune TERMOLI. “Grave precarietà a livello igienico-sanitario” lo stato di abbandono del parco comunale è arrivato ai limiti dell’emergenza. A certificarlo è l’Asrem, che con una nota inviata all’amministrazione comunale lo scorso 26 febbraio ha chiesto misure urgenti di messa in sicurezza e recupero ambientale dell’area destinata a verde pubblico, affidata in concessione all’associazione temporanea di imprese “Vivere il parco”, con una gara d’appalto finita anche sotto la lente della Guardia di Finanza, e un progetto am-

bizioso di riqualificazione mai decollato. Il dipartimento di prevenzione ha messo nero su bianco che le condizioni di precarietà in cui versa il parco sono «dovute alla mancata adozione nel tempo dei necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria aggravato dalle criticità causate dal dissesto idrogeologico che interessa tutta l’area del parco posta in corrispondenza del viadotto della statale 16, ove insiste un apparato di pompaggio di rete fognaria malfunzionante con riversamento all’esterno di reflui depu-

rati». A seguito della comunicazione del servizio igiene e sanità pubblica il sindaco Angelo Sbrocca ha emanato un’ordinanza, ritenendo di dover intervenire con un provvedimento urgente per «porre rimedio alle condizioni di insicurezza e insalubrità dei luoghi dovuti a incuria e abbandono del parco comunale, senza che tali superiori e ineludibili esigenze di rilievo pubblicistico possano trovare ostacolo nella circostanza che l’area sia stata assegnata ai privati», con contratto datato 16

luglio 2013. «I riflessi del sostanziale inadempimento di parte privata all’impegno convenzionale e della grave responsabilità imputabile all’inerzia del concessionario - si legge nell’ordinanza - ai fini di un eventuale recupero delle spese di ripristino, manutenzione e messa in sicurezza, di cui al presente provvedimento, costituiranno oggetto di successiva attività del competente ufficio comunale».

Al Comune si vota per le Rsu Sono quattro le liste in lizza per la scelta dei rappresentanti sindacali TERMOLI. Come in tutte le amministrazioni pubbliche giorni di intenso clima elettorale anche al municipio di via Sannitica, dove da oggi a giovedì sono in programma le votazioni per il rinnovo della rappresentanza sindacale unitaria.

Quattro le liste in competizione, con la Fp-Cisl a fare la parte del leone con 9 candidati, 4 per la Uil e il Diccap e uno solo per la Cgil. Lo scrutinio è previsto per venerdì 6 marzo. Ma ecco chi sono gli impiegati o funzionari in

lizza. Cisl: Pietro Cappella, Emanuela Colarelli, Maria De Iure, Anna Maria Di Criscio, Pasquale Magnati, Antonella Mannino, Maria Mazzeo, Nicola Pietrantonio e Gabriella De Santis. Per la Uil, invece: Antonio Alberico, Mirella Massa, Antonio Di Palma e Monica

Ambrogi. La quartina targata Diccap pone in evidenza: Antonio Luca Giuliani, Nicola Sorella, Angela Maria Dell’Olio e Marilena Sciusco. Infine, per la Cgil Lucio Simeone.

TERMOLI-OLYMPIA AGNONESE, INDETTA LA GIORNATA GIALLOROSSA TERMOLI. In occasione del derby di domenica prossima allo stadio Gino Cannarsa tra Termoli ed Olympia Agnonese la società Termoli Calcio 1920 comunica ai propri sostenitori ed agli organi di stampa di aver indetto la giornata giallorossa. Pertanto per assistere alla partita non saranno validi gli abbonamenti. La tribuna ospiti avrà un costo di dieci euro. Così come la tribuna centrale riservata ai tifosi locali. La Curva Marco Guida sarà invece in vendita ad otto euro mentre il biglietto per le donne avrà un costo di 5 euro. Visto il momento e la necessità di tornare a fare risultato in chiave salvezza la società Termoli Calcio 1920 si augura una buona risposta da parte di tutti i sostenitori giallorossi augurandosi anche di assistere ad una vera e propria giornata di sport anche sugli spalti.



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Opinioni

Tutto quello che gli altri non dicono

4 marzo 2015

senza alcun finanziamento pubblico

di Gianluca Di Lonardo E’ singolare come un’opera pubblica sia in grado di essere periodicamente al centro dell’attenzione per poi ripiombare nel dimenticatoio. La diga di Chiauci è un argomento da campagna elettorale (sia abruzzese che molisana) ed è la materializzazione di una tipica espressione italiana: un buco nell’acqua. In questo caso il paradosso è rappresentato dal buco, che c’è e purtroppo si vede, e dall’acqua che invece è ormai leggenda. Tra continue promesse e costanti rinvii nel 2015 festeggeremo il trentesimo anniversario dell’inizio dei lavori di una delle opere più attese e dispendiose della regione Molise. Il decreto “Sblocca Italia” varato dal Governo Renzi non prevede altri finanziamenti per ultimare l’invaso, Legambiente invece presenta un documento in cui tra le 101 opere fondamentali per il rilancio nazionale trova spazio proprio il bacino artificiale altomolisano che ad oggi è costato allo Stato circa 154 miliardi di Lire. Cifra davvero esorbitante e totalmente senza controllo, basti pensare che il Consorzio di bonifica Sud con sede a Vasto ha un passivo che sia aggira intorno ai 22 milioni di Euro, lo dichiarava il Presidente del Collegio dei revisori dei conti Raffaele Felice nell’estate 2013 il quale senza mezzi termini aggiunge che la cifra è destinata a crescere senza controllo: “serve un autorevole e immediato intervento delle competenti autorità, con invito alle forze politiche di Vasto di prenderne visione e collaborare per una soluzione positiva del problema, che riguarda tutti gli agricoltori del territorio, ed essere pronti, con gente nuova e preparata, alla gestione del consorzio anche in considerazione delle nuove sfide da affrontare, per i nuovi compiti che la Regione ha deciso di assegnare ai consorzi e anche per evitare che un domani la diga di Chiauci passi sotto il controllo della Regione Molise, se la gestione dell’ente non subirà alcun cambiamento”. E’ importante capire il senso dell’ultima frase, evitare che la diga di Chiauci passi sotto il controllo della Regione Molise. Qui infatti si annida l’assurdo. Chiauci è una piccola località della provincia d’Isernia, nonostante ciò il bacino idrico che ha distrutto una cascata naturale senza nessuna valutazione d’impatto ambientale trasformando una vallata in un enorme can-

tare a termine le opere fondamentali per il territorio ed il fattivo funzionamento dell’invaso. Opere quali Il disboscamento completo del fondale, la sistemazione delle paratie e dei canali, la realizzazione di un secondo sbarramento di ritenuta in grado di mantenere un livello minimo d’invaso e lo sfruttamento delle condotte per la produzione d’energia. Agli interventi elencati si aggiungerebbero la sistemazione a verde dell’ex area di cava e la L’acqua andrà creazione di un’area per la tutta in Abruzzo grazie fauna lacustre, lavori abbon- a Sblocca Italia dantemente reae all’inerzia lizzabili con i regionale 154 miliardi spesi fino ad oggi ma che non saranno all’ordine del giorno con i 5 milioni appena restituiti e insufficienti perfino a saldare l’ingente debito del Consorzio vastese. Il Consigliere Camillo D’Alessandro si affretta a rassicurare gli abruzzesi garantendo uno stop agli sprechi, ci auguriamo che prima o poi voglia fare altrettanto con i molisani che attendono dal 1985 la fine di un’opera controversa che ad oggi ha lasciato lungo le sue sponde una serie di opere incompiute ed inutilizzabili. La totale assenza di considerazione nei confronti dei molisani che subiscono la violenza di un’opera senza vederne la fine sperata e tanto attesa, la deficitaria gestione dei fondi pubblici e l’assoluta mancanza di un piano di fruibilità dell’invaso portano a pensare che la Regione Molise consideri Chiauci ed il suo lago una sorta di enclave abruzzese costretta ad adempiere al suo compito di enorme cisterna d’acqua per la piana di Vasto, tutto questo mentre il Consorzio di Bonifica rimane al suo posto di comando sperperando le ultime risorse rimaste. Mi auguro che il presidente Paolo Di Laura Frattura decida di mettere fine a questo teatrino durato troppo a lungo e trasformi in realtà ciò che Raffaele Felice teme da oltre un anno, credo che l’Alto Molise sia una risorsa da tutelare e da usare con abilità evitando abusi e danni con progettazioni ormai anacronistiche. Ci auguriamo che il Molise voglia cambiare il corso delle cose quanto prima restituendo ai suoi abitanti ciò che gli spetta da trent’anni: il diritto di poter decidere del proprio destino. Ai posteri l’ardua sentenza.

Diga di Chiauci, il Molise resta assente tiere abbandonato non è di sua competenza. Ce lo ricorda il nome del Consorzio che se ne occupa e lo ribadisce il Dottor Raffaele Felice nel suo intervento. Si aggiunga una notizia delle ultimissime ore, il Cipe ha restituito 5 milioni di Euro al Consorzio di bonifica, finanziamento precedentemente revocato a causa dell’inerzia per l’utilizzo di tale somma da parte dello stesso Consorzio. Il Consigliere abruzzese Camillo D’Alessandro dichiara che tale operazione è fondamentale sotto diversi punti di vista e aggiunge che questi fondi saranno decisivi per ultimare l’incompiuta: “il Governo regionale e’ al lavoro per finanziare ulteriormente le opere a Chiauci e rendere chiaro a tutti che mai piu’ la Regione o gli enti ad essa collegati dovranno rappresen-

tare una zavorra per le esigenze del nostro territorio”. E’ incredibile pensare che il Cipe abbia deciso di restituire il portafogli a chi ha dimostrato in trent’anni di avere le mani bucate e scarsa voglia di fare. A dirlo è la stessa Regione Abruzzo che definisce il Consorzio “una zavorra”, lo fa sia D’Alessandro che Felice nel documento del 2013. Alla luce delle incredibili falle di bilancio e dell’indifferenza con cui i responsabili abruzzesi hanno risposto all’incontro di poche settimane fa organizzato dai Comuni molisani sarebbe il caso che la Regione Molise prendesse effettivamente il controllo dell’opera e invitasse ad un tavolo tecnico realmente utile e costruttivo tutti i Comuni interessati fisicamente dal bacino idrico per un nuovo progetto in grado di por-

Prodotti lattiero caseari, la scommessa del Molise Latte, latticini e formaggi sono storicamente prodotti per i quali il Molise ha sempre avuto una vocazione particolare, grazie alla sua orografia, circa 2.450 dei 4.438 km² del Molise sono occupati da montagne, al suo clima che agevola le colture cerealicole e foraggere, al suo ecosistema che favorisce il pascolo. La produzione mondiale di latte, come riporta Coldiretti Molise, nei primi sette mesi del 2014 continua ad aumentare, sfiorando il +5% su base annua, nello stesso periodo le consegne dei 28 paesi UE sono cresciute del 5,4%. Ma anche l’export di formaggi e latticini italiani è aumentato del 7,7% in volume e +9,8% in valore nel primo semestre 2014; in calo l’import di latte, sia in cisterna (-3,0%) sia confezionato (13,3%). La maggiore disponibilità di materia prima è stata impiegata esclusivamente nella fabbricazione di prodotti stoccabili e fortemente richiesti dal mercato internazionale. L’Italia e lo stesso Molise risultano fortemente importatori di latte e derivati. A livello nazionale, riporta Coldiretti Molise, nei primi sei mesi del 2014, l’Italia ha esportato latte e derivati per 1.236 mln di euro, 316 mln di euro verso i paesi terzi e 920 mln di euro verso l’UE dei 27 stati, mentre ha impor-

tato 1.967 mln di euro di latte e derivati, 36 mln di euro dai paesi terzi e 1.931 mln di euro dall’UE dei 27 stati, con un saldo negativo per il nostro Paese di -730 mln di euro. Pensando alla difficoltà di collegamento e di trasporti delle aree del Molise particolarmente vocate alla produzione zootecnica e lattiero-casearia, ed ai costi di trasporto che incidono particolarmente, rispetto ad altre regioni, sul prezzo dei latticini prodotti in Molise con latte straniero, risulta difficile per il consumatore finale capire perché alcune industrie casearie molisane, invece di investire sul proprio futuro creando filiera e sinergie con gli allevatori locali, continuano con autolesionismo a guardare all’estero per approvvigionarsi. Sicuramente sulle scelte di approvvigionamento, denuncia Coldiretti Molise, un peso non irrilevante hanno la presenza sul mercato dei “semilavorati”. Infatti il consumatore deve tener presente che anche latticini come la mozzarella o il fiordilatte possono aver iniziato la lavorazione molte settimane prima ed aver percorso moltissimi chilometri dopo la prima lavorazione. Per far risorgere certi impasti, infatti, basta trasferire la cagliata congelata o refrigerata in acqua calda, aggiungere sale e, se necessario, un pizzico di acido citrico,

filare l’impasto ed infine raffreddare e confezionare. Il sistema è molto rapido, il latte fresco potrebbe anche non servire, ed i costi di produzione si abbassano notevolmente, ma anche la qualità del latticino decade. Un palato sensibile avverte che non ha il sapore tipico di fresco, il colore può tendere maggiormente al giallo, da non confondere con il giallognolo delle mozzarelle da latte fresco di mucca al pascolo in montagna, la struttura è meno succosa e, se si usa cagliata conservata da molto tempo, la mozzarella ha più il sapore del formaggio che non di latte fresco. Sull’etichetta sarebbe corretto magari indicare il termine “cagliata” tra gli ingredienti, ma, poiché la legge non obbliga a farlo, raramente questa parola compare in etichetta. Al consumatore, conclude Coldiretti Molise, per il momento ed in attesa di una legge che finalmente obblighi, anche per formaggi e latticini, all’indicazione in etichetta della provenienza del latte utilizzato, non resta che affinare conoscenze e palato, magari consultando il sapore vero presso i piccoli caseifici delle aziende agricole, dove si sente il muggito delle vacche nella stalla poco distante, o presso gli stand di Campagna Amica.

Coldiretti Molise



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