TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno x - n° 240 - domenica 23 noVembre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Franco Valente
aaaL'Oscar del giorno lo assegniamo a Franco Valente. Il brillante architetto di Venafro è l'unico in Molise a battersi per la salvaguardia dei monumenti e di quelle aree che presentano forti carature artistiche a rischio di degrado. Nell'insensibilità della Regione e della classe politica molisana in generale è l'unico a provarci a farci comprendere le radici della nostra storia e, soprattutto, la bellezza di un paesaggio così come ci è stato consegnato dai nostri avi. Una battaglia in solitudine e proprio per questo assurge a forza ben più maggiore.
Anas Molise, appalti per 6 milioni Nessun lavoro alle imprese locali
Il Tapiro del giorno a Francesco Totaro
Servizio a pagina 3 Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Francesco Totaro. Il consigliere regionale del Pd è stato chiamato dal gruppo di maggioranza a presiedere una fantomatica Cabina di regia per affiancare le azioni programmatiche del presidente Frattura e della Giunta regionale. Fino a questo momento, però, si sono perse le tracce e, soprattutto, gli intenti del capogruppo Pd e della sua Cabina di regia. Il Consiglio regionale e, di conseguenza la maggioranza, continua ad andare avanti per forza di inerzia ma senza idee e scatti programmatici.
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Ordine dei petrolieri e delle multinazionali
Marginalizzare l’agricoltura per dare più spazio al furto e alla distruzione del territorio Tanti territori persi sotto il cemento o colpiti da disboscamenti e deforestazioni. A pagare è la parte debole di un sistema economico, l’agricoltura, già da tempo messa ai margini dalla cultura e dalla politica Sono anni ormai (2004) che l’agricoltura ha assaggiato il morso della crisi e sono anni che vive nel limbo di una realtà che lascia poche speranze al futuro, nelle mani com’è della finanza e delle multinazionali, spietate nei confronti del pianeta e dei suoi territori vitali, sia quelle riferite alla terra ferma che quelli marini. Continuano, non da oggi, a divorare terreni e mari a ritmo crescente e queste loro azioni non sono più sostenibili per una terra che, già dalla fine di agosto, ha dato tutto quello che poteva dare per l’intero anno 2014 che chiuderà il 31 di dicembre. In debito con la terra, cioè con la natura, grazie allo spreco delle sue risorse e solo per saziare la fame di potere e di denaro di queste società che hanno acquisito nel tempo un potere tale da decidere le scelte dei governi. E, così, il risultato è di avere tanti territori persi sotto il cemento o colpiti da disboscamenti e deforestazioni. Tanti altri – i pochi rimasti - a rischio, con le conseguenze sul clima (non solo), che ormai sono sotto gli occhi di tutti. A pagare per prime le spese nel mondo e, ancor più, nel nostro Paese, è la parte debole di un sistema economico, l’agricoltura, già da tempo messa ai margini dalla cultura e dalla politica, e, con essa, i territori rimasti, come l’Appennino (l’osso) e quelli delle regioni del sud che verranno devastati da ogni tipo d’insediamento (pali eolici, inceneritori, biomasse, industrie chimiche, perforazioni petrolifere, e altro ancora). Insediamenti a basso tasso di occupazione, che rende vero il dato di 5 milioni di persone che dal sud andranno via, dando il senso di un nuovo esodo biblico, capaci, però, di produrre - mentre distruggono terreno fertile - profitti alti e di incrementare la regola della distribuzione delle tangenti, a destra e a manca. L’Agricoltura, che, ancora ultimamente, trova parole condivisibili nel Ministro di
turno (fino a quando Renzi non decide di rottamare il Ministero dell’Agricoltura) quando parla di sicurezza alimentare, indicazioni geografiche e eccellenze agroalimentari, di blocco del consumo del territorio. Parole che, subito dopo, vengono sistematicamente smentite da scelte del governo di cui è parte, che, guarda caso, vanno in senso diametralmente opposto. Un esempio, l’annuncio dell’ennesima iniziativa legislativa tesa a bloccare il consumo del territorio (non riuscita all’allora Ministro Fontana del governo Monti), proprio nel momento in cui il Governo approva “Sblocca Italia”, che ha come fine un’ulteriore colata di cemento alla quale aggiungere un’intensa azione di perforazione lungo l’Appennino, nelle regioni del centro sud, nel Mare Adriatico e nel resto del Mediterraneo. Tutto questo per eseguire gli ordini dei petrolieri che non ammettono distrazioni. I petrolieri, come pochi sanno, sono fatti così, da sempre si lasciano bagnare dal petrolio, tanto che ormai sono neri dentro e fuori, persi per sempre, una volta che non hanno più l’anima ad alimentare la ragione. Un destino tremendo quello dei signori del petrolio e di quanti, nel tempo, hanno avuto modo di contattarli, assecondarli in questo loro gioco perverso, che lascia il potere tutto nelle mani del denaro, dando vita a quelle società senza volto e senz’anima che sono le multinazionali. Per non parlare dell’expo 2015, che vuole “nutrire il pianeta” e lo farà, però, solo con le industrie e le multinazionali nel campo alimentare, senza la partecipa-
zione e la presenza di massa della realtà del mondo della produzione, cioè dei veri protagonisti, insieme al territorio, della qualità del cibo italiano che vive primati nel mondo. Un altro elemento significativo di come si lavora per l’abbandono dell’agricoltura ai fini di una messa a disposizione di suolo fertile e territorio, sta proprio nella esclusione del settore primario dal programma di sviluppo riservato solo a finanziare l’industria, il commercio e il turismo con la motivazione che l’agricoltura ha altre fonti di finanziamento. Ho la fortuna di vivere nel Molise, la regione a più alto tasso di ruralità e di attività agricola, dove da due anni c’è chi ha pensato, sulla base di un’esperienza positiva fatta con contratto di programma, di mettere in piedi un piano di sviluppo riguardante la “Clean economy”, che potrebbe dare in poco tempo quelle risposte urgenti di cui ha bisogno questa piccola grande regione. Ebbene, ad oggi, il progetto non ancora è stato preso nella dovuta considerazione da chi (regione, governo) dovrebbe solo inserire nel contratto di sviluppo anche l’agricoltura per attivare i dovuti e necessari finanziamenti. Eppure la “ clean economy” è un piano che
serve all’agricoltura, al territorio, al Molise, con le sue risposte positive a un mondo di bravi e capaci coltivatori; i giovani, che vogliono con il lavoro creare il proprio domani; le piccole e medie omprese che si vogliono allargare per poter rispondere alla domanda crescente della qualità; la necessità di dar vita e forza a nuove forme di aggregazione e alla crescita della professionalità per una nuova imprenditorialità. La verità è che l’agricoltura, sotto l’aspetto teorico e, soprattutto, pratico, non viene considerata da chi governa ed è, secondo una mia analisi tenuta costantemente aggiornata, vista non come ragione di sviluppo, ma di ostacolo, fastidio, alla quale, invece che politiche e programmi, bisogna continuare a esprimere l’assistenzialismo per tenerla ancor più ai margini dello sviluppo stesso. L’impressione è che alla prepotenza e arroganza dei nuovi padroni fa sempre più da contraltare la sudditanza della politica e il silenzio di un mondo che dovrebbe rappresentare e difendere l’agricoltura, che sembra ormai più che mai rassegnato. Pasquale Di Lena
Piano Giovani, il Molise rischia di bruciare risorse
Dopo l'illusoria aspettativa del piano il timore di perdere i fondi CAMPOBASSO. La stampa nazionale dopo aver alimentato l’illusoria aspettativa che la Garanzia Giovani era un piano Europeo capace di offrire uno sbocco lavorativo concreto ai giovani disoccupati italiani, ha avviato un’azione di demolizione sull’utilità del programma comunitario denunciando ritardi nell’attivazione dei bandi e dell’opportunità. Questo comportamento risponde ai limiti di una cultura che insegue la moda del momento e non si pone il problema di creare i presupposti seri per la crescita economica, la competitività del Sistema Italia e la capacità di saper creare nuovi posti di lavoro stabili e duraturi. Quello che serve non è bruciare i pochi fondi messi a disposizione dall’Unione Europea con il piano Garanzia Giovani favorendo solo una piccola platea di fortunati che
si sono già iscritti al collocamento e sono già profilati. Al contrario, proprio perché i fondi sono largamente inadeguati e insufficienti, bisogna essere molto oculati nella selezione delle imprese puntando ai settori più innovativi che possono veder confermata la più alta percentuale di giovani al termine dei 12 mesi di tirocinio pagato con fondi pubblici. In Italia e in Molise si sono iscritti meno del 20% del totale dei giovani ricompresi tra i 15 e i 29 anni, e bene fa la regione a dare l’opportunità anche al rimanente 80% di aderire al Piano Garanzia Giovani pena la loro esclusione dalla possibilità di essere avviati a tirocinio. In pratica, se domani venisse pubblicato un avviso per i giovani molisani con le risorse della garanzia giovani potrebbero essere assunti solo coloro che si sono già profi-
lati presso i Centri per l’Impiego determinando una discriminazione verso i 12 mila che non si sono ancora iscritti al programma. E’ auspicabile completare bene tutti gli adempimenti degli avvisi concordabili con le associazioni imprenditoriali e con i sindacati definendo insieme a loro le modalità per la pubblicazione di bandi ed i contenuti selettivi per le imprese beneficiarie. Un utilizzo poco efficace dei 9,5 milioni di euro destinati al Molise brucerebbe un’occasione straordinaria per i giovani della nostra regione favorendo indirettamente aziende che potrebbero aderire alla proposta per convenienze di corto respiro ma senza avere alcuna possibilità di assumere i tirocinanti al termine dei 12 mesi. Meglio riflettere bene prima che non recriminare inutilmente a cose fatte
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A leggere i comunicati dell’assessore alle politiche sociali e vice presidente della giunta regionale, Michele Petraroia, occorre il conforto di un’analista, di quelli che sono in grado di decrittare la personalità umana e di spiegarne il comportamento. Ciò perché vorremmo capire come sia possibile, senza che venga fuori il contrasto e la sua inaccettabilità sul piano logico e concreto, affermare che “il sistema imprenditoriale regionale è tenuto a misurarsi secondo le regole sulla concorrenza europea, attrezzandosi per aggiudicarsi bandi per opere pubbliche e gare aperte ad aziende nazionali ed europee” e che “i regolamenti comunitari sono chiari e nessun territorio può in termini autoreferenziali alzare le barricate o chiudersi a riccio rispetto a norme sugli appalti che vanno semplicemente rispettate”, e contestualmente sollecitare una reazione “come Sistema Territorio, unendo le forze a tutela del lavoro e dei lavoratori edili, a salvaguardia della Cassa edile e dell’Edilcassa, e delle competenze professionali delle nostre imprese”, e di “attivare una risposta possibile in positivo, recuperando condivisione,
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Lezioncina di Petraroia alle imprese molisane
collegialità ed unità d’intenti tra forze sociali, organizzazioni imprenditoriali e livelli istituzionali”. Secondo Petraroia recuperando condivisione, collegialità e unità d’intenti tra
le forze sociali, le organizzazioni imprenditoriali e i livelli istituzionali si potrebbe, quindi, forzare, oppure aggirare le regole sulla concorrenza europea e i regolamenti comunitari. Questa elucubrazione politico/sociale in risposta alle sacrosante critiche e lamentele espresse di recente dal presidente dell’Ance, Umberto Uliano, sulla conclamata colonizzazione del Molise da parte delle imprese da fuori, spesso con il sospetto di una mai chiarita capacità a prevalere negli appalti. Soprattutto dell’Anas. Problema, quello posto da Uliano, non proprio
nuovo, ma mai così ampio e aggressivo. Che merita ben altro approfondimento che la solita esternazione petraroiana in cui non c’è mai un dato certo, una soluzione certa, un colpevole certo, un merito certo, ma sempre e solo una ecumenica, quanto sterile e inutile (stando ai fatti), sollecitazione all’unità, alla solidarietà, in sostanza alla inconcludenza delle chiacchiere. Le imprese molisane non vincono gli appalti nel Molise e meno che mai fuori dal Molise. Tranne, come dice anche Petraroia, rare e meritorie eccezioni. Là dove queste rare e meritorie eccezioni riescono a vedersela con le imprese di Latina, di Afragola (Napoli) e di Cancello Arnone (Caserta). Purtroppo non tutte le imprese molisane riescono a tanto. E, pertanto, nella maggioranza dei casi, vengono escluse e precluse. Né, come
crede Petraroia, per abbattere rompere questo cerchio, intorno alla quale lavorano a pieno ritmo le procure della Repubblica e l’Autorità nazionale anticorruzione, “si tratta di capire in che modo il Molise agevoli correttamente il proprio sistema imprenditoriale ad unire le proprie forze per consentirgli di svolgere un ruolo in positivo superando divisioni che condannano all’isolamento, alla marginalità e alla progressiva fuoriuscita dal mercato delle opere pubbliche con connessi crolli occupazionali in uno dei settori nevralgici della nostra regione”. Qui si tratta di agire. Altro che capire. Agire sui bandi di gara, soprattutto; agire sulle commissioni aggiudicatrici; agire su tutti gli elementi che interferiscono sulla trasparenza. Dardo
Edilizia prossima al tracollo In Molise hanno già chiuso 600 imprese e sono stati persi cinquemila posti di lavoro Edilizia? Un tempo il Molise era in vetta alle classifiche italiane per numero di imprese e lavori eseguiti. Oggi, invece, è in fondo con investimenti assenti e progettualità regionale e nazionale inesistente. Le imprese che operano nella filiera dell‘edilizia sono allo stremo e il governo regionale non ha predisposto alcuna misura risolutiva per favorirne la ripresa. Senza considerare il numero impressionante di imprese edili (pari all’81% del totale) che, nei primi sei mesi del 2014, vanta ancora crediti dalla Pubblica amministrazione. Di più: il 53% di queste imprese, a causa dei ritardati pagamenti, ha dovuto ridurre gli investimenti previsti e il 36% si è visto costretto a licenziare. Da qui il je accuse mosso dai costruttori all’esecutivo e allo “Sblocca Italia” considerato inefficace. I dati dell'edilizia in Molise sono impietosi. A fine 2009 questa era la situazione: 9.814 lavoratori occupati con 1.713 imprese e con una massa salariale di € 70.697.039. La situazione, è andata anno per anno sempre più peg-
giorando e se prendiamo i dati dell’ultimo anno 1/10/2013 – 31/08/2014 la situazione è drammatica e i seguenti dati lo dimostrano: 4.821 lavoratori occupati con 1.125 imprese e con una massa salariale di € 30.494.398. Un dato che dovrebbe portare ad un'attenta riflessione anche perchè fino a non poco tempo fa era uno dei settori di punta dell'economia molisana. In questi 5 anni il settore edile molisano ha avuto una perdita di più del 50% degli addetti ed anche con conseguente chiusura di molte attività dell’indotto come il legno, i manufatti,i laterizi,produzione di conglomerati sia cementiti che bituminosi. Migliaia di lavoratori edili hanno già terminato il beneficio dell’ASPI ( ex indennità di disoccupazione) e per molti altri sta per terminare, gli stessi speravano tanto di prendere qualche altro mese di mobilità in deroga, ma come abbiamo visto sono rimasti esclusi per l’ennesima volta. Ancora, i trattamenti in deroga saranno concessi anche per chi ha i requisiti, solo secondo l’ordine cronologico di presentazione delle do-
mande e fino ad esaurimento delle risorse assegnate alla Regione Molise. Per una proiezione fatta dall’Inps, le risorse assegnate al Molise sono già esaurite con le sole domande di mobilità in deroga presentate dal 26 al 29 settembre, per cui le risorse sono disponibili solo per pochi lavoratori. Tutti i lavoratori che hanno inoltrato domanda di mobilità in deroga a partire dal 30 settembre non si sa quando riceveranno questo sostegno al reddito, forse fra un anno, come è successo per i beneficiari del 2013 che ha riscosso l’ammortizzatore sociale dopo il mese di giugno del 2014. Questa situazione, però, non ha trovato pronta l'amministrazione regionale a rimettere in moto tutte quelle iniziative ancora al palo e quegli interventi finanziari bloccati nel tempo. Con investimenti mirati, si può uscire dalla crisi del settore delle costruzioni attraverso la ricostruzione delle zone terremotate: 884 famiglie aspettano ancora la ricostruzione della prima casa e ancora più di 800 persone abitano nelle casette prefabbricate, frutto della solidarietà. E ancora, risa-
namento idrogeologico e messa in sicurezza del territorio: il Molise è interessato da 22 mila fronti frane aperte, con forte rischio per le abitazioni,per le scuole e per le attività produttive. Se anche da noi arrivassero delle piogge copiose, come in altre parti d’Italia, buona parte del nostro territorio franerebbe cosi come del resto è successo già nel 2003 e in altre numerose occasioni. Messa in sicurezza di tutta la viabilità regionale: le strade della nostra Regione sono diventate delle vere e proprie mulattiere, piene di insidie e pericolose per l’incolumità degli automobilisti. messa in sicurezza di tutte le scuole molisane: quasi tutte le scuole (65 per cento) hanno problemi strutturali e di sicurezza. Quello che manca è la mancanza di una strategia di ripresa a lungo termine per la filiera dell’edilizia. Come uscirne allora? Bisogna puntare sulla manutenzione del territorio, sulle scuole e la riqualificazione delle città per fare cose urgenti e immediatamente tangibili sia in termini di occupazione che di fiducia nel futuro.
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“Scuole, vediamo il da farsi” Il presidente Frattura ha avuto un incontro con i Sindaci sulla situazione in essere CAMPOBASSO. Servizi da garantire e risorse da razionalizzare, come coniugare i due elementi senza rinunciare alla qualità dell’alto servizio che è proprio del mondo della scuola. Ne ha discusso, il presidente della regione Molise, Paolo di Laura Frattura, con i sindaci molisani. A Palazzo Vitale due incontri, il primo, lo scorso lunedì, con gli amministratori dei comuni della provincia di Campobasso, in serata quello con i primi cittadini della provincia di Isernia. Dalla questione di stretta attualità, il riscaldamento degli edifici scolastici molisani, al superamento condiviso dello status quo e
delle diverse criticità derivanti: in Regione si traccia il percorso di massima che porterà al ridisegno complessivo dell’utilizzo del patrimonio edilizio scolastico. Obiettivo, il polo scolastico intercomunale che oltre all’offerta formativa di qualità garantisca tutta una serie di servizi ricreativi, mensa, sport, attività e laboratori, fondamentali per il benessere e la crescita degli studenti. Primo step per iniziare, una ricognizione precisa sul territorio dell’esistente.“Tutti insieme adesso proviamo a individuare quale sia la logica giusta per rendere efficiente il sistema scolastico molisano”, la
premessa del governatore convinto che tra le strade percorribili la più immediata sia la gestione consortile degli immobili pubblici destinati a uso scolastico.Diretto il messaggio di Frattura ai numerosi amministratori presenti ad entrambe le riunioni: “E’ giusto che i comuni proprietari di immobili si impegnino per ospitare in quegli spazi i ragazzi e gli insegnanti dei centri vicini”. All’idea di un uso razionalizzato e condiviso delle strutture, il presidente della Regione poi ha affiancato un’altra ipotesi utile all’obiettivo, la settimana corta per la scuola molisana,
“come già praticato – ha spiegato –, in altre realtà, così da concentrare le ore di lezioni in cinque giorni: evidente il risparmio che ne deriverebbe a beneficio della nostra collettività”.Per Frattura, “questa è una proposta, ma il nostro obiettivo – ha rimarcato in conclusione il governatore –, è costruire insieme la soluzione. La Regione è pronta a recepire le indicazioni che i sindaci vorranno fornici, tenendo però presente la ristrettezza delle risorse a disposizione. Situazione, questa, che con l’impegno e la volontà di tutti rovesceremo, trasformandola da limite in opportunità”.
Violenza sulle donne, l’assessorato si tinge di rosa Domani alle ore 16.30 si parlerà della necessità di politiche tese a impedire casi violenti Soprusi, violenze, molestie, stalking, criminal harassment: sono 179 le donne uccise nel 2013 in Italia, un anno definito ‘nero’ a causa della più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata nel nostro Paese, in media una ogni due giorni. Ad evidenziare il dato negativo è l’Eures, Istituto di Ricerche Economiche e Sociali, che, nel 2° Rapporto sul femminicidio in Italia, presentato nei giorni scorsi, lancia l’allarme: le morti violente nei confronti delle donne hanno subìto un incremento del 14% rispetto al 2012.
Se poi ci si sofferma sul contesto in cui tali episodi avvengono, il dato è ancora più sconvolgente: quasi il 70% dei femminicidi è avvenuto in famiglia, il 92,4% per mano di un uomo. Spesso è proprio all’interno del nucleo familiare che le donne subiscono violenze di varia natura: rapporti di coppia o comunque di natura affettiva che degenerano anche per ragioni di tipo economico dettate dal perdurare della crisi. E spesso quello che manca a queste donne è proprio l’ascolto: il dossier Eures sottolinea proprio “l’ineffica-
cia e l’inadeguatezza della risposta istituzionale alla richiesta d’aiuto delle donne vittime di violenza all’interno della coppia, visto che nel 2013 ben il 51,9% delle future vittime di omicidio aveva segnalato/denunciato alle istituzioni le violenze subite”. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e che si celebrerà martedì 25 novembre, la Regione Molise – Assessorato alle Politiche Sociali – aderisce con una propria
iniziativa dal titolo “Assessorato in rosa” che sarà presentata lunedì 24 novembre alle ore 16.30 presso l’Assessorato regionale alle Politiche Sociali in Via Toscana 51 a Campobasso. L’iniziativa ‘Assessorato in rosa’, propedeutica all’attivazione del progetto regionale “Codice rosa”, rappresenta un primo strumento di ascolto nei confronti di tutti coloro i quali vorranno chiedere informazioni, denunciare episodi di violenza o di maltrattamenti a danno delle donne o semplicemente collaborare e condividere, assieme alla Regione
Molise, iniziative per sensibilizzare la società civile sul tema della violenza di genere. I lavori saranno coordinati dall’Assessore regionale alle Politiche Sociali, Michele Petraroia, e dopo i saluti istituzionali del Vice Sindaco del Comune di Campobasso, Bibiana Chierchia, interverranno le consigliere regionali Nunzia Lattanzio, Patrizia Manzo e Angiolina Fusco Perrella, la Consigliera di parità, Giuditta Lembo, vari rappresentanti istituzionali provinciali e comunali.
Tecla Boccardo:
“Con Carmelo Barbagallo una Uil viva e determinata” L’elezione alla Segreteria Generale della Uil di Carmelo Barbagallo rappresenta un momento fondamentale per la vita della nostra Organizzazione, in special modo ricadendo essa in una fase delicata e incerta che sta attraversando il nostro Paese. Una crisi economica e sociale lunga 7 anni, a cui non si riesce ancora a porre rimedio e sulla quale la politica si confronta, si scontra ma non risolve. Dunque, il nostro nuovo Segretario si accinge a raccogliere la difficile eredità di Luigi Angeletti, che ringrazio a nome di tutti gli iscritti Uil del Molise, in una fase innegabilmente complessa in cui i cittadini
chiedono cambiamenti alla politica, alla società ed al sindacato stesso. Strutture moderne, efficienti, parsimoniose ma sempre pronte a difendere i dritti dei lavoratori. Questa è la Uil che chiedono i nostri compagni, questa è la Uil che ci regalerà certamente Carmelo Barbagallo il quale, attraverso la sua abilità, il suo pragmatismo e la sua caparbietà raggiungerà obiettivi importanti. Un compagno, Barbagallo, che vanta un’esperienza ed una militanza sindacale straordinaria e che lo ha visto vivere ed attraversare i momenti più difficili della rappresentanza e della lotta a favore dei
lavoratori negli ultimi decenni, nei territori più complessi e colpiti dalle differenti crisi industriali della storia recente. Un uomo, prima che un sindacalista, che ha fatto della battaglia a favore della giustizia sociale e dell’assistenza ai più deboli la sua bandiera, partendo dai piccoli territori e dalla realtà più remote e disagiate, fino a lavorare sui temi di interesse nazionale ed europeo, all’interno dei differenti ruoli ricoperti nella sua brillante carriera al servizio del sindacato. Allora, tanti auguri di buon lavoro a Barbagallo, il quale ha spesso dimostrato di essere amico del Molise venendo a trovarci
nella nostra Regione ad ogni occasione a cui è stato invitato, quale Segretario Generale Organizzativo, ruolo che ha coperto magistralmente negli ultimi anni, coadiuvato da Mauro Sasso, altra personalità di indubbia valenza e legato particolarmente al nostro territorio. La Segreteria Regionale della Uil Molise, dunque, accoglie con gioia l’elezione di Carmelo al vertice del nostro Sindacato, certa che egli saprà raggiungere considerevoli traguardi in termini di crescita e sviluppo, con l’auspicio che sappia donare ai piccoli territori l’attenzione, le risorse e il sostegno di cui oggi hanno bisogno.
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La trasparenza è un elemento concreto di valutazione e non più un’immagine della retorica amministrativa
Amministratori pubblici e dirigenti, giù dal piedistallo
Per loro, l’obbligo di rendere noti i redditi, il curriculum vitae, i dati relativi ad incarichi o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato finanziati dall’erario, eventuali altre attività professionali e le relative retribuzioni L’aureola di sacralità che avvolge i dirigenti e gli amministratori pubblici, la intangibilità di cui godono, verranno messe a dura prova dall’obbligo di rendere noto i loro redditi. Un modo metaforico di spogliarli e di offrire di loro un’immagine deprivata della coperta della privacy. Sapremo quanto guadagnano e come, con quale attività, e per quali funzioni. Una rivoluzione che abbassa la soglia dell’arroganza di questi personaggi che si configurano in vere e proprie caste, e alza il diritto d’accesso dei cittadini. La trasparenza è un elemento concreto e non più un’immagine della retorica amministrativa. La mancata pubblicazione dei redditi viene sanzionata e il relativo provvedimento inserito sul sito internet dell’amministrazione che l’adotta. Una rivoluzione, alimentata dalla crescente presa di coscienza della collettività di penetrare il mondo della politica dell’alta burocrazia. A rendere efficace questo processo di democratizzazione non solo interviene la legge, ma anche la capacità di vigilare, ed eventualmente denunciar, da parte della pubblica opinione. Solo tenendo aperte le porte d’accesso ai
luoghi del potere sarà possibile instaurare un rapporto nuovo con i cittadini. Le novità sono tante e vanno conosciute. A cominciare dal dovere dei titolari di incarichi amministrativi di vertice, e di incarichi dirigenziali, di rendere pubblici il conferimento dell’incarico a collaboratori e a consulenti, il loro curriculum vitae e i dati relativi ad incarichi o alla titolarità di cariche in enti di diritto privato finanziati dall’erario, e lo svolgimento di eventuali attività professionali e le relative retribuzioni. Disvelamento totale delle risorse pubbliche e della loro destinazione. Per i consulenti esterni, la pubblicazione dei dati relativi agli incarichi e la liquidazione dei relativi compensi è la condizione sine qua non perché l’atto di conferimento sia valido ed efficace. Il dirigente che viola questa prescrizione risponde sul piano disciplinare ed è sottoposto a una sanzione pari alla somma corrisposta, nonché a risarcire l’eventuale danno derivato dal ritardo della pubblicazione. Per quanto riguarda i dirigenti esterni assunti a tempo determinato, le pubbliche amministrazioni sono tenute a pubblicare il loro
curriculum e ad aggiornare l’elenco (Regione avvisata, mezza salvata!). Circa i componenti degli organi politici, ogni amministrazione, sul proprio sito istituzionale, dovrà pubblicare l’atto di nomina o di proclamazione dell’elezione specificando la durata dell’incarico o del mandato elettivo, il curriculum, i compensi connessi con l’assunzione della carica, le spese per viaggi di servizio e le missioni pagate con fondi pubblici, nonché i dati relativi all’assunzione di eventuali altre cariche presso enti pubblici o privati e i relativi compensi. Gli eletti dovranno inoltre pubblicare la dichiarazione circa il proprio patrimonio, la dichiarazione Irpef, e una dichiarazione concernente le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale. In caso di omissione è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che va da un minimo di 500 ad un massimo di 10mila euro, e la pubblicazione sul sito internet dell’amministrazione del provvedimento sanzionatorio. Finora, salvo imprevisti, pare che tutti siano stati alla regola. Dardo
“Subito il Piano energetico” Il responsabile Energia del Pd, Tomassone, chiede alla Regione l’immediata redazione dello strumento programmatico CAMPOBASSO. Calati i riflettori sulla questione biomasse, diradati i fumi, il Responsabile Energia Pd Molise, Antonio Tomassone, tira le somme su quanto accaduto in Matese. “Culla naturalistica dell’Appennino meridionale, ripopolato da alcuni decenni anche dai lupi, teatro di storia dai sanniti ai romani, da Annibale ai briganti ai partigiani, il Matese è stato sempre un luogo cruciale per la storia molisana. Giusta l’attenzione ricevuta, giusto tutelarlo fino in fondo, fondamentale quindi anche il Parco Nazionale del Matese”. Anche il protocollo di Kyoto nacque da un grande attivismo popolare ma anche scientifico, evidenza Antonio Tomassone, responsabile energia del PD Molise, “perciò non bisogna fermarsi al relativismo culturale, come ha detto di recente il prof. Nanni Piacentini, scienziato molisano di fama mondiale, in un intervento su alcune testate molisane circa la questione biomasse. L’Europa e l’Italia ci chiedono di essere green, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili si può superare solo attraverso l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili ed un cambiamento dei comportamenti nei consumi”. Continua Tomassone: “Gli obiettivi fissati dalla UE con Energy Roadmap 2050 spingono in questa direzione, e considerano anche le biomasse quali fonti energetiche importanti per il raggiungimento dei traguardi di riduzione dei gas serra. È bene capire come sfruttare al meglio, in maniera sostenibile, le biomasse, che rappresentano inoltre una grande opportunità per l’agricoltura e l’ambiente, efficientando il processo produttivo, generando redditualità e valorizzando i sottoprodotti. Si conoscono i rischi dell’impiego delle diverse fonti di
energia, e per questo, come già ho detto a marzo, è ora che la Regione dia vita una seria e rapida discussione in materia energetico-ambientale che serva a migliorare la governance a livello regionale, attraverso strumenti di programmazione seria, efficaci ed efficienti, tarati sul territorio, collegati
tutti i soggetti coinvolti, “si attivi subito per trovare una soluzione per creare uno strumento (Piano Energetico) capace non solo di tutelare il territorio, ma anche di rilanciare una parte dell’economia locale legata al settore energetico, cruciale in questo momento di crisi che sta colpendo i nostri ter-
ad un monitoraggio dei procedimenti e degli iter autorizzativi, attivando una piattaforma informativa capace di coinvolgere tutti gli stakeholder. Restare in un limbo normativo e giustificare il cd nimby non aiuta, anzi ha un effetto contrario. Per questo va nella giusta direzione la proposta di legge a firma di Facciolla e Petraroia, del luglio scorso, ma che funga da vero propulsore al piano energetico”. Tomassone si augura che la Regione, con
ritori. Noi del Pd vogliamo aiutare l’amministrazione regionale in questa direzione”. Infine, il responsabile Energia del PD Molise, si esprime a difesa dei mari e delle coste italiane per un “No alle Trivelle. Il governo si esprima piuttosto sull’eolico offshore e blocchi le trivellazioni. Lo Sblocca Italia doveva aprire nuove e significative prospettive di sviluppo per le fonti rinnovabili, non incentivare l’uso degli idrocar-
buri, soprattutto nei mari e lungo le coste italiane. Infatti le stime del Ministero dello Sviluppo Economico ci dicono che le riserve di petrolio presenti nei fondali marini italiani coprirebbero il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane, appurato inoltre il fatto che le royalties conferite dalle compagnie petrolifere sono bassissime, a fronte di rischi ambientali altissimi per l’intero Mediterraneo”. Quindi, Tomassone esprime un no secco alle trivellazioni che si di trasformarsi in un “si a fonti rinnovabili come l’eolico off-shore. Il quale attraverso un piano nazionale per l’individuazione delle zone più adatte, può contribuire a quel mix di produzione pulita, che a partire proprio dalle rinnovabili, ha contribuito nel 2013 in Italia al 33% dei consumi complessivi, attraverso un mix di fonti diverse e un sistema sempre più distribuito. Continuare in questa crescita è possibile sia nell’interesse dell’Italia sia dell’ambiente, per fermare i cambiamenti climatici”. Il responsabile del PD rimarca inoltre l’importanza di una strategia integrata tra sviluppo energetico ed ambiente, come la proposta per l’istituzione di una legge regionale contro il consumo di suolo, sulla scia di quella recentemente approvata dalla Toscana, che regolamenti le infrastrutture e ponga un argine serio agli abusi sul territorio. Infine Tomassone auspica che anche la Regione Molise, come hanno fatto già le vicine Abruzzo e Puglia, prenda una seria posizione contro le trivellazioni, raccogliendo il documento proposto dalla segreteria del Pd e dal Presidente Frattura.
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Campobasso
7 23 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Là dove hanno funzionato, lo stato fornisce biciclette a motore per favorire la mobilità
Piste ciclabili: un errore da trecentomila euro
Soldi che utilizzati con criterio e responsabilità, sarebbero potuti servire a turare le buche che infestano le strade o a rimettere in sesto qualche marciapiede Delle piste ciclabili e della segnaletica resta quasi niente. L’assenza di manutenzione e il trascorrere del tempo hanno cancellato quasi del tutto i percorsi stradali assegnati ai ciclisti. Qua e là qualche residuo a ricordare l’inutilità di una scelta che non ha mancato di sollevare perplessità per il modo con cui era stata realizzata e, soprattutto, per l’assoluta indifferenza mostrata dai cittadini e, cosa ancora più grave, dai ciclisti. Che a Campobasso non usano il mezzo per spostarsi da un capo all’altro della città, ma praticano il ciclismo amatoriale sulle lunghe distanze. La pista, insomma, è stato un flop gigantesco. La cui realizzazione ha creato spunti esilaranti
per l’assurdità e la pericolosità di taluni percorsi che finivano a ridosso di un muro o nel bel mezzo di un incrocio stradale. La gente campobassana deve sapere che questo “diversivo urbano” è costato quasi trecentomila euro. Soldi che utilizzati con criterio e responsabilità, sarebbero potuti servire, chessò, a turare le buche che infestano le strade o a rimettere in sesto qualche marciapiede. Per onestà di giudizio bisogna dire che l’orografia urbana è poco favorevole all’uso della bici e, quindi, all’utilizzazione di eventuali appositi percorsi. La cosa giusta da fare sarebbe stata non utilizzare (anzi non sprecare) quelle centinaia di miglia di euro. Chi ha
deciso diversamente avrà avuto le sue buone ragioni soprattutto se, dal progetto delle piste ciclabili, ha ricavato qualche vantaggio economico per sé. Che l’esperimento sia andato in fumo, e non abbia avuto più seguito, lo si ricava dalla diversa fortuna che le piste ciclabili hanno avuto in altre realtà urbane. Ovvero, dalla fornitura di biciclette a pedalata assistita ad alto rendimento, dotate di un particolare motore che non inquina. Ebbene, Campobasso non c’è, a conferma che l’esperimento delle piste ciclabili, al quale era stato ammesso e finanziato, è stato ritenuto sostanzialmente fallito. Le biciclette a motore ad alto rendimento e a inquinamento zero sono
state pertanto assegnate ai comuni in cui è costume usare la bici per risolvere in maniera intelligente ed economicamente valida i problemi della mobilità interna. Nel caso a: Benevento, Bologna, Bra, Brescia, Cagliari, Casal Velino, Casale Monferrato, Castiglione della Pescaia, Catania, Chieri, Cologno Monzese, Conegliano, Cremona, Cuneo, Faenza, Ferrara, Firenze, Foligno, Frosinone, La Spezia, Lodi, Melito di Napoli, Milano, Monterotondo, Napoli, Novara, Padova, Palermo, Perugia, Pesaro, Pordenone, Reggio Emilia, Rivello, Roma, Rovigo, San Donato Milanese, Saronno, Schio, Torino, Venezia, Verona e Vicenza. A ciascuno di
questi comuni è stata assegnata una consistente dotazione di biciclette a motore per essere usate a sollievo del traffico automobilistico e per migliorare la qualità ambientale. Campobasso non figura in questo elenco avendo dimostrato di non essere in grado di assecondare concretamente e fattivamente l’introduzione di sistemi di mobilità innovativi. Quale sarebbero state considerate le piste ciclabili qualora non avessero presentato errori di tracciato e condizioni oggettive di inutilizzabilità, che le hanno rese sostanzialmente impraticabili. Dardo
Evasori bolli, bloccato un sistema Continuano serrate le indagini della Squadra di PG della sezione Polizia stradale di Campobasso CAMPOBASSO. Continuano serrate le indagini della Squadra di P.G. della Sezione Polizia Stradale di Campobasso, volte a smascherare gli evasori dei bolli auto e coloro che con sotterfugi cercano di sottrarsi alle proprie responsabilità connesse alla circolazione dei veicoli. Questa volta è stato un intero nucleo familiare ad essere scoperto. Sin dal 2006 avevano messo in atto un efficace sistema che gli ha consentito di risparmiare non solo gli importi degli esborsi dovuti ma, addirittura, di trarne guadagni in termini di introiti finanziari. Il meccanismo consisteva nel fare attestare sul certificato di proprietà del veicolo l’avvenuta vendita in favore di altro soggetto. L’atto ve-
niva asseverato dall’Ufficiale di Anagrafe del comune di residenza che autenticava la firma del venditore e, come per legge, si limitava ad annotare sul documento le generalità dell’acquirente. Da tale data, sarebbe scatta l’esenzione del pagamento del tributo alla Regione Molise. In realtà la vendita era solo formale e non sostanziale e pertanto essa era un mero espediente per sottrarsi alle responsabilità connesse alla proprietà del veicolo sia sotto il profilo tributario sia sotto quello della circolazione stradale, poiché il proprietario è obbligato in solido con il trasgressore per le violazioni delle norme del Codice della Strada. E’ stato infatti accertato che i presunti acquirenti erano persone inesistenti e che i veicoli
restavano nella piena disponibilità dei finti venditori. Di tal guisa, per le contravvenzioni recapitate per eccessi di velocità ad esempio, era sufficiente inviare un ricorso al Prefetto asserendo la propria estraneità ai fatti perché non più proprietario, supportando la dichiarazione con la copia del Certificato di proprietà dal quale si evinceva il nuovo responsabile in solido. Le Forze di Polizia avviavano quindi la procedura di notifica nei confronti del nuovo intestatario che, in quanto insistente, risultava senza esito, con conseguenti spese a carico dell’Erario. Non solo. Quando la Regione Molise contestava il mancato pagamento delle tasse automobilistiche, la medesima tesi veniva sostenuta dinanzi alla
Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso che, tratta in inganno dagli atti prodotti in giudizio, accoglieva i ricorsi e addirittura condannava la Regione Molise al pagamento delle spese processuali con risarcimento nei confronti del ricorrente. La Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Campobasso ha peraltro raccolto prove difficilmente confutabili circa la permanenza dei veicoli in argomento nella piena disponibilità dei finti venditori. I tre soggetti individuati, peraltro una coppia di noti professionisti isernini, ed il genitore di uno di loro, dovranno rispondere di truffa continuata ai danni dello Stato dinanzi Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo regionale.
Bellezze molisane a ‘So glam so you? il programma su la5 condotto da Cristina Chiabotto La bellezza, il fascino e il talento molisani protagonisti su LA 5 del programma condotto da Cristina Chiabotto, “So Glam So You”. La nuova proposta di La5 con delle rubriche dedicate alla bellezza e alla seduzione femminile ospiterà infatti, nel corso della puntata di domenica 23 novembre, in onda alle 10.40, il volto della 19enne di Bojano, Sabina Iadarola, con un’acconciatura dell’hair stylist di Bojano, Irene Notte. Sabina, fresca diplomata al Liceo Classico Fascitelli di Isernia, è iscritta al primo anno del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi del Molise. “La bellezza è qualcosa che hai dentro - ha detto nell’intervi-
sta - se stai bene con te stessa migliora anche il mondo. Mi sono divertita, ho fatto un servizio fotografico, ho inviato le foto tramite il sito 16 mm e mi piacerebbe impegnarmi nel campo della Moda. Grazie a LA5 e a Cristina Chiabotto per questa splendida opportunità! Il mio primo amore è comunque lo studio e mi sto impegnando con tutte le mie forze in questo impegnativo percorso universitario che mi ha fatto conoscere studenti di tutta Italia, dal Trentino alla Sicilia, arrivati qui nel Molise per studiare Medicina. A dimostrazione che Moda, Bellezza e Intelligenza possono convivere splendidamente!”. Grande soddisfazione, naturalmente, anche da parte della hair
stylist, che ha realizzato le pettinature e le acconciature di Sabina. “Fare un mestiere che piace - le dichiarazioni di Irene Notte - è qualcosa che dà grande soddisfazione, soprattutto se le clienti sono soddisfatte. Io non faccio altro che valorizzare la loro bellezza, quella innata in ogni donna!” Per vedere Sabina e la sua acconciatura, dunque, appuntamento domenica 23 novembre alle 10.40 circa su LA5 con le quattro rubriche che stanno riscuotendo il gradimento del pubblico femminile italiano. La puntata sarà successivamente visibile in streaming su Videomediaset.it, programma So Glam So You - Archivio video.
23 novembre 2014 NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO. Con la solennità di Cristo Re si conclude l’anno liturgico: in questo modo si dimostra che Cristo è il centro ed il fine, non solo della liturgia e della Chiesa, bensì di tutta la storia dell’uomo. In Lui riconosciamo il primogenito di ogni creatura e Lui adoriamo come Re e Signore delle nostre vite. Solo in Cristo, Re dell’universo, sta la nostra salvezza e la nostra felicità. Abbiamo seguito nel corso dei tempi forti dell’anno, la storia della nostra salvezza, momenti chiave che hanno culmine nel triduo pasquale. Nel momento culminante del Gloria, che cantiamo nella messa, diciamo: “Quoniam tu solus sanctus, tu solus Dominus, tu solus Altissimus Iesu Christe”. Questa è forse la miglior sintesi di quel che celebriamo oggi. Alla fine dell’anno liturgico, alla fine della lunga serie di domeniche, abbiamo seguito una dopo l’altra le pagine del vangelo e ci siamo seduti alla mensa del Signore. E la liturgia ci invita a ricapitolare tutto quel che abbiamo contemplato durante l’anno, in uno sguardo: Gesù, l’unico che vale la pena avere sem-
pre davanti agli occhi, l’unico in cui possiamo sperare sempre, l’unico che vale la pena seguire perchè la sua via è l’unica via. Così possiamo dirgli: “Tu sei, Signore, colui che rimane quando tutti vanno via. Colui che viene quando tutti vanno via. Colui che illumina quando tutto si spegne. Colui che non tradisce mai.” Oggi, dunque, tutto deve ridursi a questo: fissare lo sguardo a Gesù e rendergli lode. Ma attenzione: occorre guardare il vero Gesù, quello che abbiamo imparato a conoscere nel Vangelo, e non un immaginario e falso “messia”, con la pretesa di essere il dominatore di questo mondo. Infatti, l’iscrizione posta sulla croce di Gesù agonizzante: “Questo è il Re dei giudei”, esprime un paradosso che c’è nel cuore della fede cristiana. Nessuno può meravigliarsi delle diverse reazioni di tutti coloro che contemplano Gesù e di cui il vangelo di oggi riferisce in maniera così splendida. I termini “Regno” e “Re” non possono essere interpretati con le categorie politiche. Alcuni
contemporanei di Gesù li comprendevano come sollevazione nazionale e ribellione, per questo tenevano la mano sull’impugnatura della spada, pronti ad usarla alla prima occasione. Certo, altri associavano il concetto di Regno ad un intervento di Dio che avrebbe cambiato radicalmente la direzione della storia della salvezza. Quando Gesù annuncia che è giunto il Regno di Dio, tutti si domandano: “Come avverrà?”. E Gesù presenta loro nei fatti tutto quel che già sta cambiando: i ciechi vedono, gli storpi camminano e a tutti è offerto il perdono. Perdonando e morendo per la salvezza di tutti, Gesù crea una nuova unità tra gli uomini: abbatte i muri che li separano, rompe le spirali di odio, include tutti nel circuito dell’amore. Origene diceva che Cristo stesso è il Regno. Annunciare Lui è annunciare il Regno di Dio. Questa è la missione specifica della Chiesa. Non altro! Mons. Gabriele TETI.
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Isernia
23 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Ittierre, la Regione chieda aiuto a Bruxelles” L’onorevole Aldo Patriciello richiama l’attenzione della classe politica sulla problematica “Ritengo che la complicata vicenda dell’Ittierre meriti uno sforzo ulteriore da parte delle istituzioni per cercare di porre rimedio ad una situazione estremamente difficile non solo per i lavoratori e per le loro famiglie, ma per l’intero indotto commerciale ed artigiano del territorio. Da questo punto di vista è necessario guardare con maggiore attenzione a Bruxelles: l’Unione Europea può rappresentare, seppur in maniera parziale, la soluzione giusta ai pro-
blemi che affliggono le grandi aziende, come appunto l’Ittierre, alle prese con le difficoltà di un mercato sempre più globalizzato”. Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia, interviene così in merito alla grave crisi produttiva ed occupazionale che ha interessato l’Ittierre, azienda leader della moda, fino a poco tempo fa fiore all’occhiello della produzione Made in Italy. “In un contesto di grave crisi economica e produttiva per molte delle nostre
aziende – spiega Patriciello – è necessario fare ogni sforzo per aiutare le imprese non soltanto ad accrescere il loro potenziale competitivo ma anche ad accedere facilmente agli aiuti finanziari messi a disposizione dall’Europa. Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), ad esempio, fornisce sostegno ai lavoratori in esubero nelle Regioni e nei settori svantaggiati dalla loro apertura all’economia globalizzata. Si tratta di un fondo con
una dotazione annuale di 500 milioni di euro, le cui domande di contributo, tuttavia, vengono inviate alla Commissione europea dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali su iniziativa delle Regioni. Stiamo parlando, in sostanza, di interventi di aiuto economico per quelle realtà produttive, come l’Ittierre, in cui i licenziamenti hanno un’incidenza grave sull’occupazione e sull’economia locale. Mi auguro che la Regione, d’intesa con
il Ministero del Lavoro, possa mettere in campo ogni azione necessaria atta a verificare se vi siano i presupposti per un rapido inoltro della domanda di accesso al FEG. Al momento, infatti, - conclude l’eurodeputato forzista – non risultano domande inoltrate per la situazione dell’ Ittierre né dalla Regione Molise al Ministero del Lavoro né, di conseguenza, da quest’ultimo alla Commissione europea”.
Vertenza Ittierre, un confronto nazionale di Michele Petraroia* Sottopongo all’attenzione del Governo la necessità di attivare un confronto nazionale sulla crisi del più importante polo tessile dell’Italia centromeridionale per individuare possibili soluzioni a tutela di un territorio fragile che stenta a trovare la giusta attenzione anche nelle circostanze più critiche per la propria tenuta sociale. In questi giorni, dopo alcuni anni di gestione commissariale del Ministero dello Sviluppo che hanno segnato in negativo una filiera che offriva lavoro a poco meno di 2 mila addetti in una provincia con meno di 90 mila abitanti, 266 dipendenti su 600 con un’anzianità media di 20 anni di lavoro hanno aderito alla mobilità volontaria per assenza di prospettive serie di rilancio industriale dell’ITTIERRE. Probabilmente nelle prossime ore il numero è destinato a salire per via dell’entrata in vigore della Riforma Fornero che, a decorrere dal
1.01.2015, taglia di 12 mesi il periodo di tutela del reddito per l’indennità di mobilità. Per i restanti lavoratori la cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale andrà in scadenza il 2.04.2015 e, stante le difficoltà del nuovo soggetto imprenditoriale che è subentrato all’ITTIERRE, sussiste il dubbio che, salvo poche decine di addetti, per gli altri lavoratori si potrà provvedere, auspicabilmente, una proroga semestrale della cassa con la successiva collocazione in mobilità. Considerato che altre centinaia di addetti diretti e dell’indotto tessile locale, precedentemente licenziati, hanno già terminato il periodo di tutela del reddito, ne consegue un quadro allarmante dal punto di vista economico e sociale con assenza di alternative credibili per un numero di lavoratori simile a quello delle Acciaierie di Piombino e superiore a quello delle Acciaierie di Terni.
Le proposte di attivazione del FEG e del riconoscimento dell’Area di Crisi industriale complessa ai sensi dell’art. 27 della Legge n. 134/2012 avanzata dalla Regione Molise ufficialmente ad aprile 2014 e condivisa da tutto il Partenariato Economico, Industriale e Sociale Regionale con un’Intesa sul Lavoro del 7.08.2014, restano in attesa di istruttoria ministeriale e, al momento, registrano l’audizione presso la Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati in programma per il 27 novembre 2014. Ciò che colpisce è la necessità da parte delle comunità locali, delle istituzioni regionali e delle forze sociali, di ricorrere a mobilitazioni aspre a livello nazionale per conquistarsi il diritto all’attenzione e alla possibilità di avere una sede ministeriale in cui trattare il futuro di mille famiglie collocate in una provincia in crisi che non è in grado di offrire percorsi
“Scuola Cuoco, i lavori saranno fatti” Le rassicurazioni sono venute dal presidente della Provincia, Brasiello dopo la manifestazione dgeli studenti ISERNIA. Nell’incontro tenutosi presso la Provincia di Isernia nei giorni 20 e 21 novembre, il presidente Brasiello, assistito dai tecnici del settore, ha esposto esaustivamente ai rappresentanti degli alunni e dei genitori dell’Istituto Magistrale Vincenzo Cuoco lo stato della struttura e le cause che hanno generato la rottura di alcune pignatte di cotto del solaio di copertura. Accertato dalla struttura tecnica della provincia, dopo attenti sopralluoghi, che la rottura della pignatta è sintomatica di un gradiente termico tra la faccia interna e quella esterna del solaio di copertura, generante una diversa azione delle due facce circa il ritiro e la dilatazione del cotto, il presidente, assistito costantemente, dagli Ingegneri dell’ufficio tecnico, ha illustrato l’aspetto tecnico-strutturale derivante dall’associazione di fenomeni di carbonatazione del materiale con le tensioni indotte dal diverso ritiro delle facciate, cause delle microlesioni e della rottura per fragilità del materiale. Il presidente Brasiello, inoltre, ha illustrato le soluzioni che a breve periodo saranno assunte per porre rimedio al fenomeno e riportare le condizioni ordinarie di sicurezza, riaprendo le aree interessate alla normale fruibilità allo stato interdette per sicurezza. In particolare dopo
aver nuovamente testato con apposite prove di carico i solai di calpestio, per garantirne la portanza, cosi’ come richiesto dagli alunni e dalle famiglie, la struttura tecnica della Provincia, ha proseguito il Presidente, procederà ad affidare ad apposita ditta, specializzata nei “sistemi di rinforzo strutturale e protezione dell’intradosso del solaio di copertura”, l’operazione di placcaggio fibrorinforzato, sistema brevettato dalla Fibre.net srl di Udine. Le operazioni saranno avviate nei prossimi giorni in stretta collaborazione con l’assessorato regionale ai lavori pubblici e all’edilizia scolastica dopo aver quantificato l’intervento e assegnati i relativi finanziamenti. L’intervento così concepito si pone all’avanguardia per il sistema cantieristico ideato a riguardo. L’utilizzo di materiali particolarmente idonei per le ristrutturazioni e le attività edilizie di rinforzo di parti strutturali, infatti si pone nella scia del particolare intervento di ristrutturazione ed adeguamento sismico già effettuato nel plesso scolastico del Liceo Classico “Fascitelli” dove le strutture mura-
rie e quelle in Cls sono state rese solidali con un intervento di contenimento e placcaggio atti a garantire la risposta alle azioni sismiche. Dunque, nei tempi necessari alla realizzazione delle nuove prove di carico sui solai intermedi e dell’intonacatura “armata” con Fibrebuild del solaio di copertura, il plesso scolastico “Vincenzo Cuoco” tornerà completamente fruibile. Al fine di evitare l’interruzione della didattica le operazioni cantieristiche sono state programmate nel periodo delle vacanze natalizie. In sostanza, secondo le deduzioni del responsabile dell’ufficio tecnico provinciale, altri elementi di preoccupazione circa la sicurezza non sussistono in quanto l’analisi sulle strutture effettuate nel primo periodo post-sisma e successivamente, non ha dato riscontri negativi.
concreti di ricollocazione professionale. E’ ingiusto penalizzare i lavoratori dell’ITTIERRE con una gestione commissariale del Ministero dello Sviluppo che ha preso uno dei poli tessili più avanzati e innovativi d’Italia dove si produceva “Dolce e Gabbana”, “Ferrè” e marchi prestigiosi del Sistema Moda conosciuti ed esportati in tutto il mondo, per determinare nel giro di pochi anni la sostanziale chiusura della filiera con il licenziamento dei dipendenti diretti, il crollo dell’indotto, l’assenza di misure straordinarie di tutela del reddito e l’impossibilità di confrontarsi su un percorso di sviluppo alternativo del territorio. Quali strumenti deve utilizzare una comunità locale per affermare il proprio diritto al futuro? *Assessore regionale
“Quel pino non si tocca” Sempre più persone si schierano contro il taglio degli alberi nel piazzale di San Nicandro VENAFRO – Si ingrossano le fila del fronte del “no” all’abbattimento di uno dei tre pini che da oltre un secolo adornano il piazzale del convento di San Nicandro. Nel contributo inviatoci dal collega Tonino Atella l’appello dei cittadini al sindaco Sorbo, affinché revochi l’ordinanza di abbattimento: L’opinione pubblica della città non ha gradito sin dal primo momento la notizia, o se si vuole la storia di tagliare ed abbattere il bellissimo e maestoso pino secolare sul piazzale della Basilica del Patrono, San Nicandro. In tanti -professionisti, rappresentanti di associazioni, esperti, appassionati della natura e semplici cittadinisi sono infatti attivati perché il sindaco revochi la propria ordinanza di abbattimento dell’albero, predisponendo accurati accertamenti tecnico/strumentali preventivi, gli unici in grado di dire della pericolosità o meno del pino in questione e quindi della necessità o meno del suo abbattimento e della definitiva rimozione. Ecco il testo della richiesta trasmessa alla casa Municipale e sottoscritta da molti : “I sottofirmatari, cittadini di Venafro, chiedono la revoca immediata dell’ordinanza sindacale di abbattimento di uno dei pini secolari sul piazzale della Basilica del Patrono, San Nicandro, ritenuto pregiudizievole dell’incolumità delle persone, e quindi la sospensione delle procedure per rimuovere l’albero in argomento. Per stabilire ufficialmente la pericolosità o meno del pino di cui trattasi si propone l’effettuazione di accertamenti strumentali e tecnici al fine di fare piena chiarezza sulla questione, dandone comunicazione all’opinione pubblica. Nelle more, i sottoscritti suggeriscono di transennare l’area sottostante lo stesso pino, onde prevenire qualsivoglia problema all’incolumità delle persone ed alla circolazione su gomma sulla piazza”. Tutta da leggere a questo punto il prosieguo della vicenda, che sta dividendo l’opinione pubblica cittadina tra i favorevoli al taglio del pino secolare del Convento data la sua presunta pericolosità e quanti invece propendono per ulteriori indagini sulla vita e la consistenza stessa dell’albero, suggerendo la potatura della chioma e giammai l’abbattimento del pino.
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Termoli
23 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Cimitero, lavori senza fine” Sono i consiglieri comunali di Termoli, Marinucci e Paradisi a interrogare il sindaco TERMOLI. “La situazione del Cimitero di Termoli è annosa e ormai le procedure di project financing non vedono la fine”. Lo sostengono i consiglieri comunali di Termoli, Paolo MARINUCCI e Daniele PARADISI. “Prescindendo che la scelta di attuare queste procedure sia a nostro avviso opinabile in quanto va sempre nell’ottica di privilegiare il privato aggiudicatario del progetto in virtù dell’investimento
che deve fare. Di fatto il cittadino si vedrà costretto non alla semplice concessione del terreno ma sicuramente all’acquisto dell’opera finita completamente o grezza. Quindi senza la possibilità di ricadute lavorative sul territorio ma sicuramente con maestranze e professionalità concentrate che operano la gran parte della realizzazione. Presso il Cimitero c’è la disponibilità di circa n. 90 cappelle e n. 70 edicole fune-
rarie che sono state individuate e che potrebbero essere messe a bando ed inoltre il 30.11.2014 scadrà il rinnovo temporaneo per la gestione del servizio al Cimitero della Ditta “GRUPPO I CIPRESSI s.r.l.” (Deliberazione Commissariale n. 157/2014). Inoltre molte zone del Cimitero sono fatiscenti e avrebbero bisogno di manutenzione. Per questi motivi, viste anche le richieste di vari cittadini, i consiglieri
Paolo Marinucci e Daniele Paradisi impegnano il Sindaco e l’Amministrazione tutta a considerare ed attuare delle politiche che vadano verso la soluzione di questo problema. Impegnano quindi che il Comune si faccia promotore di un avviso, aperto alla cittadinanza, per la manifestazione di interesse in modo da capire la quantità di persone interessate alla richiesta di concessione di terreno per la co-
struzione di cappelle gentilizie e/o edicole funerarie. Ad aprire un nuovo bando per la concessione di terreno per la costruzione di cappelle gentilizie e/o edicole funerarie nelle more della realizzazione del processo di project financing visti i tempi lunghi dello stesso e a destinare le risorse provenienti dalle concessioni dei terreni ad opere di miglioramento dello stesso Cimitero.
Industria, buone notizie Dalla segreteria della Fim Cisl le situazioni della Sevel e dello stabilimento di Rivolta del Re TERMOLI. Buone, nuove, finalmente oseremmo dire, per i dipendenti dello stabilimento Fiat di Termoli. Il 2014 si concluderà all’insegna della cassa integrazione e questo è un dato acclarato, perdurando la crisi economica, ma l’anno che verrà, parafrasando la stupenda canzone di Lucio dalla, porterà o dovrebbe portare (il condizionale è d’obbligo) in dote a Rivolta del Re quei prodotti innovativi che si attendono come l’ossigeno per allungare la prospettiva di una
certezza occupazionale anche in Basso Molise. A rivelare le novità è stato ieri il segretario generale della FimCisl Molise, Riccardo Mascolo, che ha convocato nei locali di corso nazionale il direttivo e collettivo, alla presenza del segretario dell’Usi interregionale dei metalmeccanici (prossimo comparto industria) Domenico Bologna. Mascolo ha riferito delle parole confortanti pronunciate dal segretario nazionale e responsabile dell’auto Ferdinando Uliano, che ha garantito
come per le tre meccaniche del Centro-Sud di Fca, ossia Termoli, Pratola Serra e Foggia, l’allocazione dei motori e dei cambi che daranno ristoro e respiro alle linee produttive che dall’avvento dell’M40 non hanno avuto ingressi significativi. Proprio sul fronte Sevel, inoltre, ci sono ulteriori conferme. A Torino i vertici del gruppo e quelli di Psa (Peugeot-Citroen) hanno confermato la validità della joint-venture Sevel, che è stata estesa sino al 2027
Montenero, due persone arrestate I Carabinieri hanno bloccato un ladro e una persona in affidamento in prova I Carabinieri della Stazione di Montenero di Bisaccia nella settimana appena trascorsa hanno tratto in arresto due persone, nell’ambito dei controlli e servizi di controllo del territorio che ogni giorno il Comando pone in essere nell’intero arco della giornata. Nella giornata di Lunedì è stato tratto in arresto, in esecuzione di sospensione della misura dell’affidamento in prova, P.G. di anni 40 del
luogo, il quale nonostante le limitazioni imposte del provvedimento era stato sorpreso alla giuda di un’autovettura nei giorni precedenti. Immediata la segnalazione all’Autorità Giudiziaria che ha revocato la misura alternativa disponendo per l’uomo la detenzione in carcere. Dopo le formalità lo stesso è stato condotto presso la Casa Circondariale di Larino. Nella serata di giovedì i militari hanno tratto in
arresto, con l’accusa di furto aggravato, A.I. di anni 21, cittadino romeno residente nel vastese. Il giovane è stato sorpreso mentre trafugava un giubbotto all’interno di un negozio di un centro commerciale della cittadina costiera, lo stesso aveva divelto il dispositivo antitaccheggio con l’utilizzo di una tronchese ma questo non è bastato per riuscire a farla franca.
I militari intervenuti su richiesta dei responsabili dell’esercizio commerciale hanno così accertato le responsabilità del ragazzo traendolo in arresto. Lo stesso dopo essere stato ristretto nelle camere di sicurezza del Comando è stato condotto davanti al G.I.P. del Tribunale di Larino che convalidato l’arresto ha condannato il giovane alla pena di mesi 4 e 20 giorni di reclusione con pena sospesa.
L’intervento
Un territorio devastato e senza risposte Associazione “Comitato Civico Frentano”
Scorre veloce la vita, ma ci sono ferite che non si rimarginano neppure col passare del tempo, di tanto tempo! Sono passati, infatti, dodici anni da quando una terribile scossa di terremoto, associata all’imperizia umana, ci ha portato via 28 giovani vite di cui 27 bambini in tenera età. Ogni anno, alle
cerimonie di commemorazione alcuni partecipano solo per dovere istituzionale e si limitano a questo. Oltre che segnati dal lutto nel profondo dei cuori, gli abitanti del territorio frentano fanno ancora i conti con una ricostruzione che dubitano possa mai concludersi. In tanti sono ancora alloggiati in abita-
Ancora ladri a Difesa Grande
Indagini per scorpire gli ignoti che hanno compiuto una serie di furti TERMOLI. Tornano alla ribalta i ladri di garage, soprattutto per quelli interrati. Ieri notte, un garage di una palazzina I.A.C.P. di via dei Castagni è stato preso di mira da alcuni malintenzionati. Il proprietario del garage recandosi nel tunnel dove c’è il suo posto macchina, ha avuto la brutta sorpresa di trovare vicino alla serratura un buco nella lamiera, segno tangibile che qualcuno aveva tentato di forzare per cercare di aprirlo e fare razzia di quello che avrebbe trovato all’interno.Peccato per lui (ma fortuna per i proprietari) che il colpo gli è andato storto, evidentemente non ha potuto finire l’operazione forse perché disturbato da qualcosa o
qualcuno. Fatto sta che sono ripresi dopo un periodo di stallo questi episodi di tentativi di furti nei garage, soprattutto quelli interrati, perché meno in vista; tempo fa proprio nella zona Casa la Croce e Difesa Grande ci furono una serie di questi furti con malintenzionati che entravano e facevano razzia di prodotti commestibili come olio, pomodori e vino che di solito si tengono in garage per scorta … tanto che qualcuno si affrettò a definirli ladri buongustai, ma aldilà delle battute, i residenti oltre che arrabbiati sono anche un tantino preoccupati da questa ripresa di furti.
zioni provvisorie ed in larga parte sono persone anziane, le più deboli, quelle incapaci di sbattere i pugni sui tavoli del potere, quelle cui nessuno dà voce. Si è proceduto, in molti casi, a ricostruire quelli che erano ruderi ben prima del terremoto, ma non ancora si provvede a ridare una casa a dei poveri vecchi. A questo territorio, devastato dal terremoto, sfiancato dalla crisi economica e da lungo tempo ignorato dai governi regionali, si sta cercando di scippare anche quello che rimane dei servizi essenziali, necessari ad uno svolgimento dignitoso della vita di una comunità. Il riferimento, naturalmente, è all’assistenza sanitaria che in Basso-Molise, ormai non è più garantita. Il disavanzo ed il conseguente blocco del turn over hanno determinato la soppressione o il malfunzionamento di diversi reparti: un esempio su tutti, l’ortopedia del “S. Timoteo” di Termoli, da oltre un anno privo di un primario titolare, ed assolutamente inadeguato a garantire standards qualitativi accettabili del servizio, come dimostrano le recensioni reperibili al sitohttp://www.qsalute.it/ortopedia-ospedale-termoli/ . Aumenta, dunque, la mobilità verso le strutture sanitarie delle regioni limitrofe ma si persevera in un ostinato quanto stupido taglio degli ospedali pubblici spacciandolo per razionalizzazione. Gli effetti più penalizzanti si stanno registrando nel Basso-Molise laddove insistono solo
strutture pubbliche, sulle quali, appunto, si è deciso di adoperare la scure. L’ultimo episodio di inquinamento riscontrato all’emo-dialisi dell’ospedale termolese, ha evidenziato ancora una volta quanto sia indispensabile poter contare sulla presenza di una struttura alternativa, quale è il Vietri di Larino, per poter assicurare i servizi alle popolazioni della fascia costiera. queste ed altre motivazioni, anche di carattere squisitamente giuridico, sono state sottoposte al TAR per il Molise con l’ultimo ricorso promosso dall’Associazione “Comitato Civico Frentano” ma il Giudice Amministrativo le ha ritenute non degne di accoglimento. Con un’Ordinanza inopportuna, sia nella terminologia che nei contenuti, laddove si afferma “che si tratta di una razionalizzazione della rete che motivatamente riconverte la struttura ospedaliera di Larino (CB) in una struttura per riabilitazione, lungodegenza ed un servizio 118″, il TAR ha palesemente inteso soddisfare esigenze politiche piuttosto che tutelare il diritto alla salute dei cittadini del Basso-Molise. Se si vivessero le situazioni reali, si percorresse la dissestata rete viaria che connette i centri del territorio frentano, ci si renderebbe conto della differenza che passa tra un reparto di emergenza-urgenza ed un servizio 118.Sarebbe chiaro che reparti di riabilitazione e lungodegenza con complessivi 34 posti, meno della metà degli almeno 72 necessari a soddisfare un
bacino come il Basso-Molise, con personale insufficiente e precario costretto a turni massacranti, non vogliono dire riconversione ma chiusura inevitabile di una struttura che risulterebbe un contenitore sproporzionato per tale esiguità di contenuti. Fuori dalla torre di avorio ci si renderebbe conto che, mentre si chiudono o si riducono all’osso gli ospedali pubblici, dietro il paravento del disavanzo (del quale, peraltro, non si viene a capo nonostante gli esorbitanti costi di commissari, sub-commissari e dirigenti, guarda caso tutti o quasi di “fede Cattolica”), si apre un centro di riabilitazione privato a Salcito. Fuoriuscendo dalla torre di avorio QUALCUNO forse potrebbe spiegare se in regime di disavanzo sia legittimo accreditare un’altra struttura privata e, se non accreditata, sotto quale forma le sono state rimborsate le prestazioni fino ad oggi? Se non si girasse sempre dall’altra parte, QUALCUNO forse potrebbe rilevare che un noto proprietario di strutture sanitarie private finisce sempre col fare parte, in prima o per interposta persona, dei governi di questa regione, qualsiasi colore politico abbiano. QUALCUNO potrebbe magari, finalmente, stabilire se tutto questo sia legale e legittimo. Perchè, alla luce di tutto ciò, i cittadini del Basso-Molise, area che a detta del TAR “non ha peculiarità socio-territoriali”, non chiedono alcun “trattamento di speciale favore o attenzione” ma solo giustizia.
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