TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno x - n° 225 - domenica 2 novembre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Franco Valente
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Franco Valente. Il brillante architetto di Venafro è l’unico in Molise a battersi per la salvaguardia dei monumenti e di quelle aree che presentano forti carature artistiche a rischio di degrado. Nell’insensibilità della Regione e della classe politica molisana in generale è l’unico a provarci a farci comprendere le radici della nostra storia e, soprattutto, la bellezza di un paesaggio così come ci è stato consegnato dai nostri avi. Una battaglia in solitudine e proprio per questo assurge a forza ben più maggiore.
Ruta ha firmato con il Presidente dieci punti programmatici Quanti ne sottoscriverà l’ex leader dell’Idv domani a Campobasso?
Il Tapiro del giorno a Francesco Totaro
Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Francesco Totaro. Il consigliere regionale del Pd è stato chiamato dal gruppo di maggioranza a presiedere una fantomatica Cabina di regia per affiancare le azioni programmatiche del presidente Frattura e della Giunta regionale. Sta diventando una sorta di terzo incomodo visto e considerato che a far da balia al presidente della Giunta ci pensa Roberto Ruta, con i suoi dieci punti e, da lunedì, ci penserà anche Tonino Di Pietro.Ben tre soggetti per fare cosa, poi, proprio non si sa. Il rischio è che assurgano alle tre Grazie.
Anche Di Pietro balia di Frattura Servizio a pagina 3
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TAaglio lto
2 novembre 2014
Come uscire dal disagio della crisi economica guardando al futuro
Ferrovie strumento di crescita sociale ed economica? Si può, anzi si deve Che nel terzo millennio il Molise possa vantare una rete ferroviaria e un piano dei trasporti degni di tal nomi, è un’aspirazione più che legittima All’assessorato regionale ai trasporti c’è fermento. Si stanno mettendo a fuoco i problemi con Trenitalia alla cui soluzione sta dedicando attenzione professionale il direttore d’area Rodolfo Cocozza. Solo qualche settimana fa c’è stato un incontro dell’assessore Nagni coi responsabili della società ferroviaria per verificare quali condizioni sono necessarie, e a quali condizioni, per un eventuale prolungamento del contratto con quella società. Pronto, in caso di necessità, anche un bando pubblico per un nuovo appalto. Come dire, mai farsi trovare impreparati. Ma sulle ferrovie c’è un altro aspetto da curare oltre quello della gestione dei servizi: ovvero gli interventi strutturali sulla rete ai quali, dal versante politico, ha posto rilievo il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, forte dell’essere un ferroviere esperto e preparato In allestimento ha una relazione-dossier-proposta che si riserva di presentare all’assemblea municipale per renderla edotta di ciò che può essere realizzato per fare della rete ferroviaria molisana non più un ramo secco della rete nazionale, ma un piccolo modello di efficienza. Cogliendo un’anticipazione, possiamo dire che gli interventi sarebbero finalizzati innanzitutto ad accorciare “le distanze e tempi di percorrenza tra il Molise, Roma, Napoli ed il Nord dell’Italia”. Sostanzialmente riguardano la tratta Campobasso Roccaravindola che per averla ci sono voluti oltre trent’anni. Così com’è, incide poco sia sulle distanze sia sui tempi di percorrenza. Elettrificandola (appena 75 chilometri) “unitamente ad opere tendenti a velocizzare e
rettificare il tracciato, consentirebbe di incidere sui tempi complessivi di percorrenza e generare ricadute positive sull’impatto ambientale grazie alla trasformazione della trazione da diesel ad elettrico”. Dice inoltre Battista: “Gli interventi di rettifica del tracciato potrebbero interessare, ad esempio, due tratte. La prima, Vinchiaturo-Campochiaro, attraverso l’abbandono dell’attuale percorso, peraltro inutile ai fini commerciali, con la riduzione di alcuni chilometri di linea e il notevole aumento delle velocità rispetto agli attuali 75 chilometri/orari. La seconda, potrebbe essere Cantalupo-Carpinone. Infatti da Cantalupo è ipotizzabile rettificare il tracciato sino all’imbocco della galleria di Carpinone e quindi dare continuità alla velocità di crociera di 120 chilometri/orari. Cosicché, il collegamento con Roma potrebbe scendere anche al di sotto delle 2 ore e 30 minuti. Ricadute evidenti si avrebbero anche nel collegamento con Napoli. E non solo. Ad
esempio, con l’entrata in servizio degli ETR 1000, Milano, Venezia e Torino si avvicinerebbero in modo straordinario al Molise. Interventi di rettifica del tracciato, maggiore velocità. Ad una prima valutazione, l’investimento sarebbe compatibile con il risparmio di gestione, aspetto rilevante in una eventuale valutazione per ottenere un finanziamento europeo. Da quando è uscito di scena Michele Iorio il Molise ha interrotto i rapporti con la UE, nonostante il Molise disponga di un europarlamenmtare, Patriciello. Cercasi pertanto disperatamente un progetto che smentisca l’asserzione. A latere di questo miglioramento strutturale, sono da prendere in considerazione la rimessa in esercizio, collegata ad un progetto di sviluppo turistico e ambientale dell’Alto Molise e delle aree interne dell’Abruzzo, della linea Carpinone-Sulmona, e la ripresa progettuale e fattuale della Metropolitana leggera che, ridisegnata, troverebbe nuovi e ancora più validi argomenti potendo raggiungere anche Venafro. La crisi economica che dura da anni ha abbassato su livelli minimi le volontà, le progettualità, le speranze nel futuro. Ma sarebbe molto più grave se non si tentasse di uscire da questa condizione di disagio. Che nel terzo millennio il Molise possa vantare una rete ferroviaria e un piano dei trasporti degni di tal nomi, è un’aspirazione legittima. Dardo
L’INTERVENTO Oltre alle tante manifestazioni, scioperi e lotte con le quali abbiamo chiesto a gran voce ai governanti di turno di porre fine alla precarietà in tutti i nostri settori, la battaglia è stata condotta anche nelle aule giudiziarie, affinché venissero meno situazioni discriminatorie e penalizzanti per i lavoratori, spesso adoperate in violazione delle più elementari norme di riferimento (costituzionali, codicistiche e contrattuali). A tal proposito, il segretario generale del sindacato cigiellino molisano Giuseppe La Fratta, ricorda che per il 26 novembre è attesa la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulla legittimità dei contratti a termine reiterati oltre i 36 mesi. L’aspettativa per questa sentenza è molto forte anche in Molise, anche perché dal suo esito dipendono le centinaia di ricorsi presentati (circa 200 dalla sola FLC CGIL). Intanto, sempre restando in tema di tutele e diritti dei lavoratori precari, dobbiamo annoverare un’altra significativa vittoria in giudizio per l’ufficio vertenze della FLC CGIL Molise, guidato dall’Avv. Mario Mariano. Il Giudice del lavoro di Campobasso, infatti, ha confermato con la sentenza n.277 del 22/09/2014 un principio che da sempre rivendichiamo: non è possibile rescin-
Scuola, in Molise accolti i ricorsi dei precari dere il contratto di lavoro a tempo determinato del lavoratore precario in caso di rientro anticipato del titolare. Tale principio, ribadito anche dall’ARAN con un recente orientamento applicativo, è stato richiamato dal Giudice nella suindicata sentenza, in cui, tra l’altro, si chiarisce che
“nel contratto stipulato dalla ricorrente è indicata la data di inizio e di fine della supplenze e, relativamente alle condizioni risolutive, il contratto rinvia al CCNL ed alle norme da esso richiamate o con esso compatibili”. Si tratta di un principio chiaro ed elemen-
tare, valido in astratto anche per altre ipotesi affini (si pensi alla sorte del docente precario in caso di ritiro dell’alunno diversamente abile). In sostanza, si sancisce l’impossibilità per l’Amministrazione di risolvere anticipatamente la supplenza per cause non imputabili al lavoratore o comunque non normate dal contratto di lavoro o dal CCNL di categoria. Quello che stupisce, in realtà, è la protervia con cui, talvolta, si compiono atti di questo tipo, gravemente lesivi di diritti certi ed inoppugnabili. Nel caso in questione, ad esempio, riguardante un Istituto Superiore di Campobasso, la FLC CGIL Molise aveva immediatamente presentato motivata diffida, con la quale si richiamavano tutte le norme in questione, onde evitare un inutile contenzioso. Inutile dire che non c’è stato nulla da fare. Il lavoratore è stato costretto a fare ricorso e la sentenza, arrivata dopo circa due anni, ha condannato l’Amministrazione al risarcimento dei danni nei confronti della lavoratrice con condanna alle spese da parte dell’Amministrazioni. Uno spreco di risorse pubbliche per le quali valuteremo la possibilità di richiedere che ai responsabili sia addebitato il danno erariale. Flc Cgil
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TAaglio lto
2 novembre 2014
Domani incontro pubblico all’Hotel Rinascimento
Ancora Di Pietro senior in soccorso di Frattura e del Molise boccheggianti Domani 3 novembre, il giorno dopo la festa dei morti, l’ex leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha dato appuntamento al presidente della giunta regionale, ai consiglieri regionali di maggioranza e agli esponenti dei partiti della coalizione alle ore 18 presso l’Hotel Rinascimento per un confronto pubblico sui temi strategici legati alla crescita, allo sviluppo e al rilancio del Molise nel 2015. Non è la prima volta, e non sarà certo l’ultima, che l’onorevole Di Pietro si produce nel salvatore della patria molisana e, in particolare, del suo pupillo politico, Paolo di Laura Frattura, nei momenti in cui viene trovarsi in seria difficoltà. E mai come in questa transizione storica il Frattura è con le ruote sgonfie, devitalizzato, e fatto oggetto di critiche, le più varie, per l’inerzia e per l’indeterminatezza del suo modo di fare e di dire in netto contrasto con la determinazione con cui ha perseguito il progetto delle biomasse nell’area del Matese. Una messa a punto gli serve come il pane, e non c’è fornaio più prodigo e scafato dell’onorevole di Montenero di Bisaccia. Che, diciamolo, approfitta di questa sua “maestà” politica per tenersi vivo e a galla soprattutto nel Molise cui guarda con occhio attento, prefigurando (tutto lo lascia pensare) per lui una comoda successione a Frattura quando sarà il momento di
godersi una parte sostanziale della sua vita politica tra le amicizie e le riverenze dei molisani. Di Pietro soccorre con l’esperienza che lo distingue e con l’abilità di proiettare in avanti i problemi che il Molise si trascina e
L’INTERVENTO
Lavoro, mezzogiorno e politiche sociali, invertire le priorità ! Non uomini soli al comando di Michele Petraroia
La legge di stabilità per il 2015 può essere migliorata ripristinando e implementando il Fondo per la Non Autosufficienza e il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, in modo tale che non vengano tagliati i servizi sociali essenziali dell’assistenza domiciliare per gli anziani, dei centri diurni socio-riabilitativi, delle strutture residenziali per disabili, e vengano garantiti i trasferimenti per permettere ai comuni di sostenere i nuclei familiari più poveri, gli sfrattati e tutti coloro che necessitano di sostegni. Il bonus bebè può essere finanziato con risorse aggiuntive e non sostitutive delle Politiche Sociali prevedendo una soglia di reddito che eviti distorsioni e diseguaglianze. Sarebbe oltremodo ingiusto erogare 80 euro al mese ad una neo-mamma con un reddito annuo superiore a 40 mila euro tagliando i fondi per i rimborsi alle cure dei trapiantati, per la morosità incolpevole o per acquistare i farmaci di fascia C. Inoltre nella manovra economica per il 2015 bisognerebbe inserire dei correttivi nel riparto dei trasferimenti nazionali in favore del Mezzogiorno per consentire ai territori maggiormente in difficoltà di non essere penalizzati nell’erogazione dei servizi pubblici, nella dotazione infrastrutturale di base e nei trend di sviluppo locale. Fare parti uguali tra diseguali è sbagliato perché aiuta le regioni più ricche a scapito delle aree svantaggiate a rischio di desertificazione sociale e industriale come attestano le statistiche
dello SVIMEZ. Infine nella legge di stabilità occorre potenziare le misure per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro da orientare in via prioritaria alla fascia d’età più critica che è quella tra i 35 ed i 55 anni quando maggiore è l’esposizione della famiglia per il carico sociale connesso con gli studi dei figli, il mutuo della casa o il pagamento del fitto. Su questi tre assi occorre intervenire in Parlamento per migliorare la manovra finanziaria sostituendo inoltre parte dei tagli ai comuni e alle regioni con tagli ai ministeri e alle strutture centrali statali. Se si confermano le riduzioni nei trasferimenti ai territori si determinerà la soppressione di servizi pubblici, la perdita di altri posti di lavoro e l’aumento obbligatorio delle imposte locali. Più in generale non si esce dalla crisi inasprendo lo scontro col sindacato e umiliando le regioni ed i comuni. La democrazia regge sul presupposto di una legittimazione dei corpi sociali intermedi, della rappresentanza sociale e delle amministrazioni pubbliche ad ogni livello. L’Italia non ha bisogno di uomini soli al comando!
aggrava per l’incapacità manifesta di chi lo governa. La sua declinazione è sempre al futuro. Mai al presente. Semmai al passato. Giusto per lisciare ancora una volta il pelo agli amministratori del primo decennio del Terzo Millennio. Coi quali, tra l’altro, non ha disdegnato di confrontarsi e, se si vuole, anche di collaborare, ma con scarsa fortuna. E’ ancora vivo il ricordo dei quaranta milioni del Governo centrale da mettere a sostegno della rinascita dell’area del cratere sismico d’accordo con la Regione Molise che in quel tempo era retta da Michele Iorio. Mai visti, quei 40 milioni, nonostante un Accordo di programma. Farà la sua bella lezione, dirà le cose giuste al momento giusto, irrorerà la platea di un sano ottimismo, farà ancora un volta le pulci a questo e a quello che nella agenda personale sono nella colonna dei cattivi amministratori. Insomma il copione è già scritto ed è sempre ben recitato. Cosa abbia di nuovo e di meglio da dire di ciò che conosciamo sulle strategie legate alla crescita, allo sviluppo e al rilancio del Molise, è un arcano che, come diciamo, verrà svelato domani al calar del sole. La certezza che non mancheranno slogan e promesse fa pendant con l’altrettanta certezza che alle parole difficilmente seguiranno i fatti. La storia in tal senso, è maestra di vita.
InserImento ImmIgratI per 51 nucleI In Molise il progetto Sprar ha visto numeri in crescita per i rifugiati CAMPOBASSO. Negli ultimi mesi si è fatta estrema confusione sul progetto Sprar, quello mirato all’inserimento e all’inclusione di nuclei familiari di rifugiati ed esuli e coloro che coi barconi approdano sulle coste italiane, prima con Mare Nostrum e da oggi con Triton. Sul primo, portato avanti dalla Caritas diocesana a Termoli e in Basso Molise, con la sintesi comune delle amministrazioni di Termoli e Ururi, ma anche Larino, abbiamo intercettato un rapporto che restituisce una istantanea sul numero e il profilo dei beneficiari accolti, sui servizi offerti e sulla distribuzione nazionale e regionale dei richiedenti asilo e rifugiati presenti nella rete degli enti locali del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar appunto). Ora uno sguardo alla nostra regione, il Molise: In Molise i posti finanziati nel 2012 sono stati complessivamente 30 mentre gli accolti sono stati 51. Tra il 2008 e il 2012, mentre i posti hanno subito una flessione, con una punta minima nel 2010, il numero degli accolti ha seguito un progressivo aumento. In rapporto al dato nazionale, nessuna delle categorie considerate raggiunge l’1%. La lettura interna alla regione evidenzia un equilibrio tra il numero di accolti ordinari e vulnerabili, con una netta prevalenza di donne, appartenenti a nuclei familiari e alloggiati in appartamenti.
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TAaglio lto
2 novembre 2014
Edilizia, la crisi mordE sEmprE più I ritardati pagamenti alle imprese e l'assenza di nuovi progetto mettono a rischio un settore da sempre trainante dell'economia molisana di Giuseppe Di Iorio CAMPOBASSO. Cinquemila posti di lavoro persi, mentre i mancati incassi dalla pubblica amministrazione sfiorano i 30 milioni di euro. Questi i dati in negativo del comparto edile molisano. Bisogna far ripartire il settore attraverso lo sblocco dei cantieri e il pagamento dei crediti vantati dalle aziende con gli enti locali: otto milioni di euro solo per gli imprenditori iscritti all’Associazione costruttori edili del Molise. Si tenterà, a breve, di fare partire almeno le opere già cantierate. La Regione deve cominciare a pensare seriamente a investire in infrastrutture. A partire dall'autostrada del Molise. Del resto l’edilizia è il settore più indicato per la ripresa economica della nazione: è un settore anticiclico, ha un grande indotto, rappresenta una fetta importante del Pil, circa l’11% ed è il motore della green economy. Bisogna intervenire con urgenza sulle infrastrutture, anche per permettere di recuperare il gap del sud Italia rispetto al nord e della nostra nazione rispetto al resto dell’Europa. Ma la sola previsione della costruzione dell'autostrada non basta. Oggi l'Europa sta puntando sulla rete ferroviaria e il Molise risulta essere grande assente. Eppure è il tratto più corto di collegamento tra Adriatico e Tirreno. Perchè
non sfruttare, allora, questo percorso e far vedere con un progetto reale e credibile che il territorio è appetibile? Anche alla luce della crisi economica che ha coinvolto lo scenario mondiale, si profila un futuro per il nostro Paese in cui tra le linee guida da seguire vi sarà verosimilmente la necessità di programmare investimenti in infrastrutture e tecnologie e richiamare la sensibilità soprattutto delle
Dati Svimez passati nel silenzio La classe politica molisana assente dal dibattito economico CAMPOBASSO. Povertà assoluta più che raddoppiata, mercato occupazionale in profonda crisi, crollo della produttività. Sembra un bollettino di guerra, il Rapporto 2014 sull'economia del Mezzogiorno presentato qualche giorno fa a Roma dallo Svimez non ha trovato commenti politici in Molise, fatta eccezione per l'onorevole Venittelli. L'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno spiega che nel 2014 nel Sud Italia il PIL crollerà dell'1,5%, a fronte del -0,4% stimato per l'intera Penisola. Quest'ultima riuscirà ad alzare la testa nel 2015 tornando a crescere dello 0,8%, mentre il Sud resterà in recessione con un -0,7%. Che è nulla se si pensa che nel 2013 il Sud ha conosciuto un calo dell'economia del 3,5%, cifra che sale al -13,3% se calcolata dall'inizio della crisi. A causare la contrazione dell'attività
produttiva il calo dei consumi è il crollo degli investimenti. La Calabria si conferma regione più povera con un PIL procapite che è metà di quello di Val d'Aosta, Trentino e Lombardia, in ordine le tre regioni più ricche d'Italia. Cattive notizie anche dal fronte occupazione, indietro di 36 anni. Nel 2013 il numero degli occupati nel Mezzogiorno è sceso per la prima volta nella storia sotto la soglia dei 6 milioni, il livello più basso dal 1977 anno da cui sono disponibili le serie storiche di dati. Il rimedio secondo Svimez contro questa situazione che rischia di desertificare il Mezzogiorno? Fiscalità di compensazione, rilancio degli investimenti ed esclusione del cofinanziamento nazionale per le spese di investimenti dal computo del rapporto deficit/PIL. Ma la classe politica molisana si sta accorgendo di quanto accade?
istituzioni per pianificare, definire normative, sistemi di incentivazione e regole sempre più rivolte a favorire l'intermodalità e la crescita del trasporto ferroviario. E' anche questa una sfida che la Regione deve portare nelle sedi competenti anche scommettendoci finanziariamente di proprio. Del resto, è ancora bassissima la spesa dei fondi europei che potrebbero trovare collocazione in tale genere di investimenti. Ecco perchè bisogna ripartire dagli investimenti in infrastrutture per sostenere la crescita economica. Occorre, dunque, riportare le infrastrutture al centro del programma per lo sviluppo della regione, tramite l’identificazione di 5 o 6 opere urgenti, che possano dare un impulso allo sviluppo ed allo stesso tempo influenzare positivamente l’immagine del nostro territorio. Altresì, è necessario chiarire e velocizzare il processo di autorizzazione per queste opere, definire un programma di finanziamento realistico, massimizzando il ricorso al settore privato, ove possibile.
L’INTERVENTO
Aziende in crisi, Petraroia non pensi solo agli ammortizzatori sociali di Cosmo Tedeschi Crisi del lavoro e vertenze, non si pensi soltanto agli ammortizzatori sociali. La tutela del reddito dei dipendenti è sicuramente fondamentale, ma solamente come soluzione tampone nell'attesa che si trovino le strategie giuste per salvaguardare e rilanciare le aziende in difficoltà. Solo così i lavoratori saranno realmente salvaguardati, e solo così si potrà assicurare un futuro economico alla regione. Così, ad esempio, va benissimo la proroga della cassa integrazione concessa ai dipendenti di Esattorie Spa e di Ittierre, ma non basta. Occorre un impegno ancora più stringente per ottenere risultati che durino nel tempo. Dunque, quando esiste una possibilità di intervento concreto per salvare un'azienda in crisi, qualunque esso sia, bisogna fare di tutto per portare avanti questo intervento. Ad ogni costo. Non si può lasciare nulla di intentato e, se ci fosse anche un solo progetto utile, questo andrebbe portato avanti. I dati divulgati recentemente dallo studio di Unioncamere e ministero non consentono temporeggiamenti. Nel corso del primo trimestre del
2014 il Molise ha proseguito il trend negativo per quanto riguarda il lavoro. È stato registrato un calo del 16% per quel che riguarda il numero dei contratti attivati, mentre per quel che concerne le assunzioni diretta dalle aziende è stata registrata una diminuzione del 21%. E le previsioni lasciano presagire che entro la fine dell'anno si possa andare incontro ad un'ulteriore flessione. Un quadro che indica con chiarezza la necessità di salvaguardare in tutti i modi possibili le aziende e le attività che attraversano momenti difficili. La prima linea di intervento è senz 'altro l'attivazione dell'area di crisi. Ma non basta sapere che il Governo centrale abbia avviato le procedure necessarie per l'inserimento al suo interno dell'area industriale Isernia – Venafro – Bojano. Servono invece brevi tempi di attuazione, altrimenti si rischia che si arrivi troppo tardi. E, cosa ancor più importante, è necessario che ci venga fornita una tempistica precisa per l'attivazione dell'area di crisi. Contemporaneamente vanno valutate con scrupolosità tutte le alternative utili per sostenere le industrie in crisi, vagliare i progetti in sospeso e scegliere tra questi quello migliore.
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aglio lto
TA 2 novembre 2014 turIsmo, perIcolosa ImprovvIsazIone Si è in presenza di un male endemico della programmazione regionale Bando alle improvvisazioni. La Regione Molise ne fa uso ad libitum. In materia di turismo, soprattutto. L’assessore annuncia programmi, consiglieri a loro volta annunciano proposte di legge. Spesso in direzioni opposte, certamente non convergenti. Ai nuovi responsabili del settore abbiamo suggerito che, volendo, possono avvalersi di progetti, di programmi, di strategie studiate nei particolari e finalizzate ad una politica turistica identitaria e competitiva. Possono, senza la preoccupazione che siano progetti, programmi e strategie risalibili al passato governo Iorio. Niente affatto. Sono progetti, programmi e strategie che quel governo, colpevolmente, non ha mai preso in considerazione, avendo ritenuto il turismo una materia elastica e non una scienza economica (e il rischio è in essere con il governo Frattura). Inoltre, per parlare di Turismo sostenibile è necessario varare nuovi criteri di classificazione della strutture
ricettive per qualsivoglia tipologia ricettiva. Vale a dire dall’alberghiero fino ai b&b e, a maggior ragione, all’albergo diffuso, con l’obiettivo di
introdurre veri e propri sistemi di qualità, onde centrare anche la valorizzazione del glocal, cioè di quel pezzo di territorio prossimo alla struttura ricettiva che di per sé - se ben valorizzato - è un valore aggiunto. Per l’albergo diffuso la territorialità, i valori ambientali, storici, architettonici assumono carattere di notevole prevalenza, mai disgiunti
dalla organizzazione e dalla qualità dei servizi ( hall....prima colazione....pasti...lettura...animazione ecc. ecc.). I su ricordati proponenti in materia di Turismo sostenibile dovreb-
mento rifiuti, uso di materiali naturali per l’arredo ecc..ecc.); sul sistema dell’accoglienza e dell’ospitalità ( oltre alla formazione del personale anche il sistema del glocal appunto, come vigili urbani, taxi, mezzi pubblici, farmacie, servizi in genere......); sulla sicurezza dell’ospite ( dove la sicurezza è mi-
bero pertanto essere ferrati sul livello di “green” delle strutture ricettive ( approvvigionamento energetico, riciclo dell’acqua, smalti-
surata non limitatamente al rispetto della normativa vigente quanto alla “ fruibilità” degli spazi privati ed in comune della struttura, con partico-
lare attenzione ai diversamente abili). Un esempio, niente di più. Molto invece è rinvenibile negli studi dell’Ept e nelle proposte operative formulate. Considerato l’albergo diffuso l’offerta turistica per eccellenza, per capire in che condizioni siamo nel Molise, ci sarebbe da prendere in esame gli investimenti del Patto Territoriale del Matese (20 milioni di euro) per la ristrutturazione di una settantina di case private diffuse in una trentina di Comuni di cui solo 3 o 4 hanno “ prodotto” qualcosa in termini di arrivi e di presenze turistici. Il resto hanno aspettato la scadenza dei 10 anni di vincolo di destinazione d’uso per tornare beni immobiliari, con ben altro valore di mercato!!!! (furbizia molisana). Anche questo un esempio di cosa sia necessario e di cosa si dovrebbe tenere conto quando si accenna alla Istituzione della formula dell’Albergo Diffuso nella Regione Molise. Senza dire, poi, della inscindibile coazione programmatica del territorio.
IndustrIa, troppe dIsattenzIonI Il settore non riesce da anni a conoscere un piano di sviluppo CAMPOBASSO. Qualcuno avrà anche delle responsabilità politiche per non avere portato avanti un’organica politica di investimenti per il settore industria nel suo complesso in tutti questi anni. Così come non si è riuscito nell’intento di ridurre i Nuclei industriali da tre a uno. I casi Zuccherificio e Solagrital, alla luce di quanto oggi in essere, devono, pure, dimostrare qualcosa. Come l’assenza dell’Univer-
sità del Molise dalle politiche per il territorio nonostante i copiosi fondi dirottati alla stessa dalla Regione. In verità, bisogna fare un passo indietro per vedere che la questione si pone diversamente, e per fare questo è necessario porre un quesito fondamentale: gli incentivi sono stati effettivamente progettati come strumenti di politiche finalizzate ad incidere e orientare le scelte delle imprese verso obiettivi economicamente e socialm e n t e rilevanti? I fatti mettono in luce come ciò non sia accaduto e come, piuttosto, l’orientamento delle politiche che si sono andate affermando sia stato di fatto quello di non intervenire a modifica delle caratteristiche del sistema produttivo a
cui erano rivolte. L’attuale clamore che circonda il tema della “riconversione ambient a l e ” dell’economia attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili, con prospettive quasi miracolistiche di recupero della stagnazione economica, ne è un ulteriore emblematico esempio. Bisogna considerare come alla base di quell’inefficacia a cui si è fatto appello per screditare il ricorso alle politiche industriali stia proprio quell’abbandono di “visione” della politica industriale registrata fino ad oggi. Un paradosso, questo, che sembra non trovare limiti nella sua capacità di accrescimento. Guardando al Molise, le insufficienze del sistema industriale e dell’intervento pubblico per le imprese assumono, infatti, proporzioni ancor più rilevanti. Il circolo vizioso si è ormai però innescato: l’incapacità delle politiche industriali di agire per quello
che ora sono, lascia gioco facile nel dimostrare che ogni euro in più speso dallo Stato è un euro sprecato e che, per questo, bisogna “lasciar fare” al mercato. In questi ultimi anni la politica ha fallito, non perché non abbia messo risorse e buona volontà, ma perché è mancata la capacità di analisi e di monitoraggio del contesto e, quindi, di porvi rimedio. Sembra che il rilancio industriale non interessi la Regione Molise.
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Campobasso
2 novembre 2014
Ancora sul Concorso d’idee per la nuova sede regionale
il veNtaglio dei quesiti si allarga Molti tecnici si chiedono. “Sarà un Concorso regolare? Seconda puntata delle domande, da parte dei possibili concorrenti, e delle risposte del referente regionale al Concorso per la selezione di una proposta progettuale di idee per la realizzazione della sede del Consiglio, della Giunta regionale e dei servizi comuni nelle aree dell’ex-Hotel Roxy ed ex-Stadio Romagnoli in Campobasso. L’intenzione, com’è stata spiegata, è mostrare quali e quante sono le richieste di chiarimento di quello che si annuncia essere il progetto più impegnativo, coinvolgete e condizionante che la città di Campobasso abbia annoverato dagli anni Cinquanta ad oggi. Un modo per rendersi conto delle difficoltà che finora lo stanno contraddistin-
guendo e delle ammissioni che il referente è costretto a fare a sua, e della Regione, giustificazione. Certo sono i tecnici a rendersi conto per primi e meglio delle cose, ma una lettura appena appena attenta da parte del semplice cittadino lo aiuta altrettanto a capire. A capire che i possibili partecipanti al Concorso hanno diverse gatte da pelare e che c’è un’ampia discrezionalità regionale nel prendere in esame e nel giudicare gli elaborati. Un possibile concorrente ha chiesto: D) All’art 11 - comma 2)b “relazione illustrativa” e 2)c “proposta incontri partecipativi”: per la relazione illustrativa sembrano particolarmente poche solo 3 facciate formato A4 e sembra altrettanto
poca una sola scheda A4 per la proposta incontri partecipativi. Si può sapere perché è stato individuato un tale ridotto nonché esiguo numero di facciate quando la consuetudine per i concorsi di idee prevede, ad esempio, un minimo di 10 facciate A4 per la relazione tecnico illustrativa? In aggiunta quando verranno pubblicate le risposte? nel senso con quale cadenza? Il bando non specifica tale informazione. R) La stesura del bando è stata predisposta di concerto con i rispettivi ordini professionali coinvolti con l’intento sia di soddisfare tutte le esigenze richieste e sia, con riferimento agli elaborati da presentare, di consentire un idonea valutazione
da parte della commissione giudicatrice. Le risposte verranno pubblicate con cadenza periodica (almeno settimanale) tenendo conto, in ogni caso, del numero di quesiti che perverranno. Ancora sul punto un altro concorrente ha aggiunto: D) Le Vostre risposte tempestive non mi tolgono completamente il dubbio. Due affermazioni sembra si contraddicano: - in una si ammettono a partecipare tutti gli iscritti agli albi professionali (come professionisti singoli o membri di raggruppamento) - nell’altra si escludono professionisti singoli abilitati da più di 5 anni e raggruppamenti che non comprendano un professionista
abilitato da meno di 5 anni. In altre parole, state affermando che un professionista singolo abilitato da più di 5 anni non può partecipare al concorso, a meno che non formi un raggruppamento temporaneo con un altro professionista abilitato da meno di 5 anni. Potete confermarlo?R) La risposta è affermativa in quanto l’Art. 7 del bando prevede, in ogni caso, che tra i firmatari della proposta ideativa vi deve essere almeno un professionista laureato in architettura o ingegneria, abilitato da meno di cinque anni all’esercizio della professione. La denuncia per ora è latente, in attesa di tutti i chiarimenti: “Sarà un Concorso regolare?” Dardo
ColliNa MoNforte e area ex Mattatoio: vittiMe dell’iNCuria di Massimo Dalla Torre Non è nostro costume tornare su argomenti già trattati, perché potrebbero stancare il lettore, ma l’argomento è nuovamente in cronaca. Una cronaca che ci racconta come c’era una volta Campobasso la città giardino oggi lontana nei ricordi di chi ha i capelli brizzolati o avanti con gli anni. Prendiamo spunto dallo stato di abbandono della collina Monforte e dell’area circostante l’ex mattatoio di via Garibaldi per lungo tempo adibito a canile municipale. Luoghi feriti a morte. Vittime di deturpazione e incuria selvaggia del verde, letteralmente invasi da ciarpame e immondizie, come del resto anche il piccolo parco dello “scarafone”, sovrastato dalla sopraelevata della tangenziale cittadina e regno dei disadattati. Risorse rare, che hanno permesso, prima dell’assalto devastante di persone che pensano di
poter scaricare indisturbati i rifiuti senza alcun riguardo per l’ambiente di poter avere un privilegio che altre realtà non hanno: vivere la città senza avere alcun problema; questo era Campobasso; cosa non vera specialmente se si pensa che c’è ancora chi afferma che il capoluogo di regione è a dimensione d’uomo. Potremmo fermarci qui e cedere in silenzio le conclusioni ai fatti facilmente traibili anche perché sono talmente palesi che si commentano da soli. Invece no, vogliamo capire se ci sono colpe e di chi sono; anche se sappiamo in partenza che non avremo risposte. Troppe volte abbiamo testimoniato il degrado. Troppe volte ci siamo dovuti scontrare con chi dice di fare il bene della città; ecco perché abbiamo voluto dare spazio a quello che rimane di questi angoli di verde cittadino. Luoghi che rimarcano, qualora necessiti
come il lassismo e la non curanza si sono impossessati interamente di Campobasso, che ha assunto l’aspetto di un “clochar”. Uno di quei “barboni” che s’incontrano agli angoli delle strade in attesa di elemosina che purtroppo sono poca cosa per far ritornare lo splendore di un tempo. Una città che si faceva vivere a fondo entrandoti dentro con il garbo di chi sa di non avere nulla da offrire se non se stessa; questo era il lato pulito della ex città giardino che rischia, tra l’altro, di essere cancellata dalla geografia geopolitica e amministrativa. Una città che non esiste più se non in rare fotografie ingiallite e relegate in qualche cassetto o appese al muro a impol-
L’amore per iL cibo ai tempi deLLa guerra Davide Enia ospite di Ti racconto un libro Il cibo è una delle grandi passioni degli italiani. Per Davide Enia è materia letteraria. Nel suo Uomini e pecore la storia della seconda guerra mondiale si intreccia con quella della pasta alla carbonara che, quasi in maniera provvidenziale, nasce proprio per far fronte alle esigenze alimentari delle famiglie italiane. Il romanzo del più famoso “cuntastorie” italiano è una storia costruita tra padelle e cocci che mescolano amore e guerra, superando confini geografici ed etnici. Il set è Roma, città imperiale ed eterna. Proprio come imperiale ed eterna è la sua tradizione culinaria. Infinite possibilità, che partono dalle materie prime più semplici, pongono basi per gli intingoli più goduriosi e per un abbondare di condimenti, smorzati da un bicchiere che rinfranca il corpo e lo spirito. Chi si siede a un desco capitolino unisce inevitabilmente la propria storia a quella universale. Davide Enia racconta tutto questo partendo dal piatto più rock della cucina romana, la carbo-
nara, e dallo sposalizio del guanciale con l’uovo passa alla coda alla vaccinara, e poi al carciofo “alla giudia”, in un flusso che narra la storia recente e passata di una capitale viva, innamorata ed affamata. Al pubblico di Ti racconto un libro - il laboratorio permanente sulla lettura e sulla narrazione promosso e realizzato dall’Unione Lettori Italiani con la direzione artistica e organizzativa di Brunella Santoli, e sostenuto dalla Fondazione Molise Cultura e dalla Regione Molise – Assessorato all’Istruzione e con il patrocinio della Provincia di Campobasso e del Comune di Campobasso – l’autore presenterà il suo ultimo romanzo e offrirà un reading dei brani più significativi. L’appuntamento è per lunedì 3 novembre alle 18.30 nella sala conferenze della Biblioteca provinciale “P. Albino” di Campobasso.
verarsi pronte a essere spolverate soltanto in rare occasioni che, visto i risultati, alquanto disarmanti, invitiamo ad ammettere dire il contrario,
è meglio affidare a quello che fu, il che non guasta visto i risultati alquanto catastrofici e soprattutto sconcertanti.
Nasce il comitato “NoHubMolise” Preocupazione è stata espressa per l’arrivo di immigrati in una sola zona CAMPOBASSO. Quello che è stato definito il futuro centro di accoglienza che ospiterà i profughi provenienti dal Mediterraneo rischia di essere solo un centro di smistamento e identificazione senza un piano di sicurezza e in materia sanitaria. A lanciare l’allarme il neo comitato ‘NoHubMolise’ che fa riferimento all’ex villaggio provvisorio di San Giuliano di Puglia, che aveva ospitato gli ‘sfollati’ dopo il terremoto del 2002 e dove sono state costruite diverse abitazioni di emergenza per accogliere coloro che erano rimasti senza una casa in cui vivere. Nel corso dell’incontro che si è tenuto all’interno della sala consiliare del Comune di Santa Croce di Magliano, dove i consiglieri di opposizione hanno invitato tutti i cittadini di Santa Croce, Colletorto, San Giuliano, Bonefro, Montelongo e Rotello a partecipare, è stato affrontato l’argomento inerente l’annunciata apertura del ‘mega centro per gli immigrati’. La preoccupazione del comitato – il termine Hub si riferisce ai grandi aeroporti internazionali dove giornalmente si spostano decine di migliaia di persone – è che l’ex villaggio provvisorio dovrebbe ospitare oltre 500 persone che si alterneranno con regolarità nel tempo, soggiornandovi in regime di semilibertà, senza che l’area sia dotata di presidi di pubblica sicurezza adeguati alle dimensioni che avrebbe il centro. Inoltre, ha sostenuto il comitato che nelle scorse settimane ha sollecitato gli organi competenti a fornire risposte precise, non vi sarebbe neanche un piano sanitario e di emergenza, e non sono ancora pervenute valutazioni sull’impatto logistico e sociale di questo tipo di insediamento, considerando che “la decisione finale spetterebbe al Comune di San Giuliano, proprietario del sito”.
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Isernia
2 novembre 2014
appunto per l’assessore regionale all’agricoltura
a quando una legge regIonale che Prevede un regIstro deglI olIvI secolarI e MonuMentalI?
Quello degli olivi secolari, con Venafro, Pozzilli, Portocannone, i territori più rappresentativi di questo spettacolo del tempo, dell’ambiente e del paesaggio, è uno straordinario patrimonio Solo rispettando i nostri patriarchi e i nostri giganti, straordinari testimoni del tempo e del territorio, possiamo costruire il futuro dell’olivicoltura molisana e nazionale. E’ giunto il tempo di individuare, catalogare e organizzare questo straordinario patrimonio di olivi secolari per evitare l’estirpazione selvaggia di questi monumenti, soprattutto oggi che incalza una campagna di promozione, voluta e sostenuta dalle multinazionali spagnole, della coltivazione superintensiva dell’oliveto con due sole o tre varietà, tutte spagnole. Una campagna che mette a rischio la nostra olivicoltura, in particolare quella delle aree interne, e, ancor più, la sua ricca biodiversità con le 18 varietà autoctone registrate nel Molise e più di 500 in Italia. Olivi secolari veri e
propri monumenti diffusi nella regione che, se salvaguardati, tutelati e valorizzati sono in grado di ridare dignità e vigore a una coltivazione che si estende per oltre 6 mila ettari di superficie e raccoglie, soprattutto nel Basso Molise, più di 2 milioni di piante, di cui 1/3 varietà “Gentile di Larino” che, non da oggi, fa onore al Molise con la qualità e le peculiarità del suo olio. Dare all’olivicoltura molisana e ai suoi oli ricavati dalle 18 varietà autoctone nuove opportunità di valore aggiunto attraverso la qualità. Un valore inestimabile che è una certezza di vita nel futuro. Le città dell’olio, che con gli altri paesi del Mediterraneo, sta portando avanti la richiesta del riconoscimento del paesaggio olivicolo quale patrimonio dell’umanità, si sentono impegnate a presentare le candida-
ture di questi paesaggi e, anche, un progetto per la difesa, tutela e valorizzazione del ricco patrimonio di olivi secolari dal Molise. C’è bisogno di una legge regionale che prevede: un “registro degli olivi secolari e monumentali” nel quale riportare gli olivi che, anche in esemplari isolati, per età, forma, dimensioni, rarità, valenza varietale, culturale, storica e geografica, sono tanta parte del patrimonio di biodiversità olivicola e, quindi, del paesaggio, dell’ambiente, testimoni importanti del territorio regionale; le forme di salvaguardia, tutela e valorizzazione di questi monumenti anche attraverso forme di incentivazioni per i possessori e i coltivatori degli stessi. C’è bisogno di predisporre un programma di iniziative teso a far conoscere e vivere questo patrimonio
storico-culturale oltre che paesaggistico-ambientale. Un programma da gestire insieme con gli olivicoltori, creando un movimento che punta non solo a tutelare un patrimonio, che altrimenti rischia di sparire, ma a organizzare e spendere questo patrimonio per dare all’olivicoltore un’opportunità di attività e di reddito. Un valore aggiunto ottenuto con la risorsa “tempo”, un bene che, proprio nel momento in cui è poco considerato, più che mai appartiene a noi e, soprattutto, alle nuove generazioni che hanno la possibilità di viverlo più di noi che continuiamo a trattare il tempo come un prodotto qualsiasi da consumare e sprecare. I patriarchi e i giganti di Portocannone potrebbero raccontare le novità portate dai pastori nel loro andare e tornare (trac-tur) lungo i tratturi; i
suoni dei diversi campanelli al collo degli animali; le speranze degli uomini dal monte al piano e viceversa; l’arrivo, secoli fa, di uomini e donne in fuga dall’altra sponda dell’Adriatico e, poi, i canti delle donne e degli uomini sulle scale al momento della raccolta; il profumo dei frantoi e, soprattutto, dei camini davanti ai quali si raccontavano storie mentre si consumavano coppette, peperoni fritti, pezzi di salsicce o di ventricina, tocchi di pampanella e pane unto. Piante senza tempo che – ci piace ripeterlo - è ricchezza produttiva, ambientale, paesaggistica, e, anche, storica e culturale, fortemente legata alle tradizioni e, come tale, testimone autorevole di un territorio e del tempo. Pasquale Di Lena
la forestale impegnata nella tutela del tartufo bianco Troppi i raccoglitori di frodo che distruggono la natura e gli stessi tuberi con la loro asportazione Isernia – Prosegue l’intensa attività di controllo da parte degli uomini del Corpo forestale dello Stato, destinata ad assicurare la tutela di una pregiata risorsa come il tartufo, con particolare riferimento a quello bianco, di cui è iniziata la raccolta ormai da qualche settimana. Per questo motivo sono stati intensificati i servizi dei comandi stazione, soprattutto per colpire i raccoglitori di frodo, ovvero quelle persone che operano senza tesserino, di notte e spesso con vanghelli fuori misura. Dall’inizio della stagione sono stati effettuati decine di servizi in tutto il territorio provinciale grazie ai quali sono stati individuati 15 trasgressori, non in regola per i motivi più sva-
riati. L’illecito più frequente che è stato riscontrato riguarda la raccolta in periodo di divieto, ma non sono mancati, come detto, raccoglitori senza tesserino o con attrezzature non conformi alle previsioni normative, che arrecano danni gravissimi all’ecosistema in cui il tartufo vive. Ai trasgressori sono state applicate sanzioni amministrative pecuniarie per un totale complessivo di 38.500 €, oltre al sequestro dei tartufi raccolti, che vengono poi consegnati all’Amministrazione provinciale. Quella della raccolta fuori legge provoca quasi sempre danni seri alle tartufaie, ossia alle porzioni di terreno più o meno ampie che ospitano
I ragazzI Incontrano l’olIo neI frantoI Singolare esperienza per gli studenti delle elementari di Frosolone
FROSOLONE. E così, il 31 ottobre a partire dalle ore 9,30 le classi delle scuole elementari di Frosolone, anche grazie all’attenzione prestata dall’Associazione dei Borghi d’Eccellenza e dal Comune di Frosolone, hanno visitato uno dei frantoi storici del Molise : il Frantoio Pavone di Trivento. I titolari da subito e senza indugio hanno dato la loro disponibilità, sempre dimostrata, per la divulgazione delle eccellenze Molisane e
l’attenzione al turismo esperenziale. Una visita che ha visto i piccoli scolari all’opera presso la struttura Triventina, sia didatticamente che manualmente per poi festeggiare con un assaggio degustativo del prodotto finito. Il Molise che cresce, il Molise che vuole dare il meglio di se partendo proprio dai più piccoli. L’identità territoriale alla base del saper vivere, del giusto e sano controllo alimentare.
i tartufi, che ne compromettono seriamente la produttività, con il rischio concreto che si vada incontro alla rarefazione di questi organismi così importanti per l’integrità degli ecosistemi e per i benefici economici e sociali che derivano dalla loro commercializzazione. Re incontrastato dei prodotti “terrestri” in contrapposizione a quelli “marini” (ostriche e caviale), il tartufo bianco è da sempre considerato elitario, come dimostra il nome datogli dai latini, Tuber magnatum. Magnatus, infatti, in lingua latina significa magnate, ricco signore, e da qui, grazie al suo pregio, già allora, era considerato da tutti il tartufo destinato ai ricchi.
Nella nostra regione, come in altre parti d’Italia, la raccolta e la vendita dei tartufi rappresenta un’importante fattore per sostenere le economie locali, particolarmente provate dalla grave crisi economico-occupazionale. Anche se in realtà si tratta quasi sempre di un commercio sommerso. Tuttavia, è bene ricordare anche il ruolo ecologico di primo piano che questi organismi sotterranei svolgono per l’integrità a la salubrità degli ecosistemi naturali, risulta perciò quanto mai importante tutelare e salvaguardare questa risorsa ambientale.
a Pozzilli l’ematologo Muszbek Domani l’emerito professore parlerà della ricerca sulle malattie del sangue VENAFRO. Domani, sarà a Pozzilli il professor Laszlo Muszbek, ungherese, medico, ematologo, professore universitario emerito della Facoltà di Medicina dell’Università di Debrecen e socio dell’Accademia delle Scienze Ungherese. Su invito di Giovanni de Gaetano, e Maria Benedetta Donati, del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed, Muszbek terrà un seminario dal titolo “Subunità B del Fattore XIII e rischio di malattie coronariche”. L’incontro si terrà nell’Aula Magna del Parco Tecnologico Neuromed, a partire dalle ore 15:00. Il Fattore XIII della coagulazione del sangue continua ad essere uno dei punti cardini dell’attività scientifica del ricercatore ungherese, approfondendone la struttura, la funzione, la regolazione genetica e il I bambini hanno così potuto constatare che il lavoro, il buon lavoro, dai campi al laboratorio, rende il prodotto eccellente. Che la qualità del prodotto è indiscutibilmente al primo posto per una sana alimentazione e che, occorre anche duramente esser tenaci. Insomma, la riuscita del prodotto è determi-
ruolo in malattie emorragiche rare e in malattie ischemiche arteriose (come ad esempio infarto cardiaco e ictus cerebrale) e venose (trombosi venosa profonda). Il Fattore XIII (FXIII) viene definito anche fattore stabilizzante della fibrina, in quanto indispensabile nella formazione del reticolo di fibrina, la base essenziale per la formazione del coagulo e lo sviluppo delle trombosi. Insieme a Muszbek sarà al Neuromed anche la professoressa Zsuzsanna Bereczky, docente nella Facoltà di Medicina dell’Università di Debrecen (Ungheria), con un altro intervento incentrato anch’esso sui fenomeni della coagulazione sanguigna, “Aspetti metodologici e di genetica molecolare della deficienza di antitrombina”.
nata da molteplici fattori che hanno scatenato una attenta riflessione e curiosità nei ragazzi , tanto da esser delusi dal tempo che inesorabilmente è volato via. Una esperienza unica, da ripetere e, con un pizzico di conoscenza in più per un percorso che proseguirà con didattiche a cura di esperti nel
settore alimentare quali, il dott. Marco Tagliaferri e Pasquale Di Lena. Alle ore 11,30 , insieme ai titolari del Frantoio e dei suoi moltissimi fruitori, c’è stato un commovente momento di raccoglimento per ricordare gli Angeli di San Giuliano di Puglia .
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Termoli
2 novembre 2014
Comune, pronti i nuovi dirigenti Domani il sindaco di Termoli dovrebbe rendere noti i quattro nominativi TERMOLI. Lunedì dovrebbe essere il giorno decisivo per le investiture dei 4 funzionari scelti appositamente dal sindaco di Termoli, Sbrocca. I nomi sono venuti fuori dai candidati che hanno superato la prima scrematura degli 85
curricula, spulciati dal segretario Vito Tenore, e chiamati per i colloqui che si sono svolti lo scorso mercoledì. Ai Lavori pubblici in pole position Matteo Caruso, ma ci sarebbero anche Gianfranco Bove, tecnico dipendente del Comune, e
una professionista non termolese. Al sociale sulla rampa di lancio Antonio Russo, e gli altri due concorrenti sarebbero Stefano Mucciarella, componente dell’ufficio tecnico e dell’innovazione durante il mandato di Vincenzo Greco
e il responsabile del Centro per l’Impiego di Termoli Marcello Vecchiarelli. La scelta per le Finanze sarebbe orientata su Carmela Cravero, ma in ballo ci sono anche Norma Peruzzini e Giuseppe Giagnorio, anche loro interni. E per
l’ambiente sembra quasi certa la nomina di Enzo Vergalito, che insieme a Mucciarella era stato chiamato dal notaio ex primo cittadino a far parte del suo staff. Tra gli altri due pretendenti un interno e l’architetto del Pd Enzo Mancini.
Il Termoli calcio cerca il presidente Ufficializzate le dimissioni di Cesare ora il sodalizio giallorosso guarda all’esterno TERMOLI. “L’Asd Termoli calcio 1920 comunica che nell’assemblea dei soci, il presidente Nicola Cesare ha rassegnato le proprie dimissioni. L´assemblea ha preso atto delle stesse riservandosi il tempo necessario per la ratifica. Nel frattempo sono al vaglio del consiglio direttivo nuove proposte di ingresso che verranno attentamente valutate e che porteranno alla nomina del
nuovo presidente”. Poche e lapidarie parole, quelle contenute nella nota stampa ufficiale diramata nella tarda serata di venerdì 31 ottobre. come annunciato nei giorni scorsi, Nicola Cesare lascia la squadra che ha guidato, con non poche soddisfazioni, negli ultimi anni. Una squadra portata al successo che per poco non
ha realizzato l’atteso salto di qualità. Adesso sono solo interrogativi, quelli di tifosi e calciatori, circa un futuro che dovrà essere programmato solo dopo l’ingresso di nuovi soci in società. Si attende, quindi, nel frattempo resta la certezza del “dover far presto” perchè il campionato continua e le cose per il termoli non è che stiano così bene
Zuccherificio, manca l’amministratore Via libera dalla Regione al conto consuntivo ma non è stato nominato il nuovo dirigente TERMOLI. Bilancio approvato ma nessuna novità sul fronte della nomina del nuovo amministratore unico della Newco all’assemblea dello Zuccherificio del Molise Spa. Ieri sera, in via Genova, si sono
riuniti il governatore Paolo di Laura Frattura, l’assessore regionale Vittorino Facciolla, il presidente Massimiliano Milano, i revisori dei conti e tutti insieme hanno dato il via libera ai conti della vecchia so-
cietà quella che affitta alla Srl lo stabilimento e che è in regime di concordato preventivo. Tuttavia, all’ordine del giorno non c’è stata alcuna proposta di rinnovo delle cariche so-
ciali operative, nonostante l’assemblea dei soci sia per l’una che per l’altra società è rappresentata sempre dalla Regione Molise. Alla guida in continuità ma dimissionario rimane dunque Francesco Fusco.
“Trivellazioni? Nessun beneficio per la gente” Monsignor Valentinetti è tornato a Termoli ed ha affrontato temi di stretta attualità TERMOLI. Una galleria civica particolarmente affollata ha accolto l’arcivescovo di Pescara Penne Tommaso Valentinetti al suo ritorno nella città che lo ha visto di prima nomina vescovile. Alla presenza del vescovo diocesano monsignor Gianfranco De Luca e dei tanti collaboratori d’un tempo, monsignor Valentinetti ha presentato il suo ultimo lavoro editoriale dal titolo “Un cantiere aperto” scritto a quattro mani con il vaticanista Fabio Zavattaro. Il volume mette a confronto un ve-
scovo e un giornalista sui temi che coinvolgono la Chiesa di oggi. “Il libro – racconta Valentinetti – tratta di molteplici argomenti, parla della vita cristiana, dell’impegno sociale e politico del cattolico e dei temi più difficili oggi da affrontare, come quello della famiglia che è stato al centro dei contenuti dell’ultimo Sinodo dei Vescovi italiani. Questo lavoro è la riflessione di un Pastore che a 14 anni dalla sua ordinazione episcopale vuole tirare le somme del suo ministero sia qui a Termoli che a Pescara”.
Ampio il dibattito che ha fatto seguito alla presentazione, con importanti spunti consegnati alla città e i ricordi delle lotte Turbogas condotte proprio con la Fondazione Milani che ha voluto organizzare l’appuntamento. Occasione ghiotta, quindi, per trattare anche la questione “Sblocca Italia” e “Trivellazioni” con l’Arcivescovo che, quale presidente della Conferenza episcopale abruzzese molisana, ha detto la sua sulla scia dell’importante documento a firma congiunta dei Vescovi, pubblicato pochi giorni fa.“Il
progetto delle trivellazioni sicuramente non porterà alcun beneficio alla nostra gente ma continuerà a distruggere la nostra terra che noi come Vescovi intendiamo continuare a custodire e difendere così come sono”. La difesa del territorio è anzitutto scuotere le coscienze e, rileggendo il
vangelo, è radicare il messaggio di Cristo nella quotidianità. Questo la Chiesa lo sa, lo ha capito da un tempo, e con Papa Francesco sta cercando di attuarlo ancor più degli anni passati … anche attraverso le testimonianze dei Vescovi e il nuovo libro del sempre amato monsignor Valentinetti.
4 NOVEMBRE:
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MONTENERO CELEBRERÀ I CADUTI DI TUTTE LE GUERRE IN PIAZZA DELLA LIBERTÀ MONTENERO DI BISACCIA. L’Amministrazione comunale, unitamente all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, commemorerà martedì 4 novembre 2014 i Caduti di tutte le Guerre. La cerimonia si svolgerà dinanzi al Monumento ai Caduti, in Piazza della Libertà, con la partecipazione delle scolaresche, delle Forze dell’Ordine, delle Associazioni dei Militari in congedo, della Protezione Civile e dei Centri per Anziani comunali, secondo il seguente programma: alle ore 10 ci sarà il raduno Piazza Giovanni XXIII e l’incontro con i Combattenti e Reduci presso la locale sezione; alle ore 10,30 sarà celebrata la Santa Messa; alle ore 11,30 ci sarà la deposizione di una corona di fiori presso il Monumento ai Caduti e l’alzabandiera; seguiranno gli interventi delle autorità in onore dei Caduti, oltre alla recita di poesie, canti e musiche commemorative ad opera degli alunni delle Scuole elementari e medie inferiori. La cittadinanza è invitata a partecipare.
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