Avete fallito vi sta franando la terra sotto i piedi

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 138 - marTedì 16 giugno 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Francesca Muccio

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Francesca Muccio. La giovane campobassana si è appassionata allo studio e alla ricerca sui Misteri tanto da scoprire, anche, inediti sugli Ingegni del Di Zinno. Non è fatto usuale trovare giovani che si appassionino di storia e di ricerca. Ecco perchè, leggendo l'intervento della giovane Francesca, abbiamo ritenuto assegnarle l'Oscar proprio per l'impegno mostrato e l'interesse per un pezzo di storia della città di Campobasso.

Il Tapiro del giorno a Emma De Capoa

Nel Pd cresce la fronda

Avete fallito Vi sta franando la terra sotto i piedi Andate a casa SERVIZIO A PAGINA 3

Il Tapiro del giorno lo diamo a Emma De Capoa. L'assessore alla Cultura e Sport del Comune di Campobasso è sempre più evanescente nel suo ruolo di amministratore. I cittadini vorrebbero rivolgersi alla nota trasmissione televisiva "Chi l'ha Visto?" per potere riscontrare traccia della sua presenza a Palazzo San Giorgio. Si rende conto dell'approssimazione e dell'assenza di una politica culturale in città? Senza parlare, poi, di quella sportiva. Non è facendosi immortalare con Vecchioni o affacciandosi dal Municipio nel giorno dei Misteri che si svolge il ruolo di assessore.


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2 16 giugno 2015

L’agricoltura non ha bisogno di propaganda, né di comizi e tantomeno di promesse, per uscire dalla pesante crisi strutturale che l’attanaglia dal 2004 e la rende ancora più debole e a rischio del passato. Essa ha urgente bisogno di programmazione e di progetti; strategie, in particolare di quella riferita al marketing; forte attenzione dei giovani; ricerca e sperimentazione; formazione; associazionismo; uno stretto rapporto pubblico-privato per dare forza e senso alla partecipazione alle scelte dei produttori.E’ questo il messaggio lanciato a Guglionesi, nell’incontro “Quale Mercato per il commercio agroalimentare a Guglionesi”, organizzato dall’Associazione Culturale Fuoriporta. Grande interesse a partire dalla prima relazione “La Filiera corta per la produzione della pasta con grano duro locale”, sviluppata, in rap-

“L’agricoltura non ha bisogno nè di comizi nè di propaganda” presentanza dell’Associazione, da Arcangelo Pretore, che ha riportato dati riguardanti l’agricoltura del territorio di Guglionesi, che raccontano di un’agricoltura diversa da quella che viene rappresentata dai dati ufficiali o dalla propaganda di chi vuol far credere che va tutto bene in campagna e che da ora in poi andrà ancora meglio. Non è così, purtroppo! Non è così soprattutto se si considera che l’agricoltura di Guglionesi, al pari di quella dell’intero territorio del Basso Molise, è la più avanzata del Molise.

Ebbene, essa è caratterizzata da monocoltura per oltre la metà della superficie agricola del territorio comunale, in particolare cereali; per il 70% le aziende (la superficie media è di 10 ettari) sono condotte da una sola persona; l’età media è di 67 anni con il solo 10% di presenza di giovani. Pochi dati, ma sufficienti per rappresentare un quadro allarmante se si considera la centralità e l’importanza di questo settore primario nel territorio dove è più sviluppata l’agroindustria.

Cinquemila metri quadri, di cui milleduecento per il manufatto destinato al commercio, un’altezza massima di circa sette metri e sviluppo longitudinale lungo via 4 Novembre

Il Piano Casa sopravanza il Piano regolatore, le norme tecniche d’attuazione, la volontà del consiglio comunale e finanche le leggi urbanistiche Interrogazione del consigliere Michele Ambrosio che continua a essere il solo a non tirarsi indietro dal mandato popolare che lo lega alla tutela degli interessi collettivi e non alla cessione di favori Il Piano Casa varato dal consiglio regionale, spinto da una evidente libidine distruttiva di ciò che resta dello scarso ordine urbanistico della città capoluogo, in questo suo rigurgito di onnipotenza assecondato dagli ordini professionali (ingegneri ed architetti, geologi, agronomi e via dicendo) e dalle categorie imprenditoriali, permetterà di costruire dove non era previsto né consentito. Questa affermazione difetta di specificità, ce ne rendiamo conto, perché il Piano Casa non è tutto da buttare. Contiene alcune soluzioni (quelle relative alle cosiddette zone perimetrale) che permettono di sanare e ordinare insediamenti edilizi all’interno della cinta urbana contraddistinti da abusi e improvvisazioni. A Campobasso, la storica e insoluta isola urbanistica cosiddetta Lucarino, dal nome del tecnico che l’ha perimetrata. Detto questo, va detto che a essere totalmente esautorato è il diritto/dovere dell’amministrazione locale a gestire il territorio, a stabilire la destinazione dei suoli e degli spazi, dei volumi, delle altezze. Il Piano Casa sopravanza il Piano regolatore, le norme tecniche d’attuazione, la volontà del consiglio e finanche le leggi urbanistiche. Ciò ch’è stato ideato e realizzato è un vero e proprio attentato all’ordinamento comunale, peraltro da sempre manipolato, indirizzato, assistito e condizionato dai poteri fondiari e delle costruzioni. Ma mai aveva rag-

giunto una tale e tanta preponderanza, da annichilire qualsiasi tentativo di, non diciamo impedimento, quanto di contenimento. Non sarà dato a nessuno, neanche al Tar , qualora fosse adito, di modificare la volontà del legislatore regionale tradotta in maniera così capziosamente studiata e incardinata, da renderla immune e irreversibile. I governi di centrosinistra alla guida della città e della Regione si portano dietro il peggiore bagaglio di nefandezze urbanistiche ed edilizie. L’amministrazione Massa/Natarelli, con l’uso (e l’abuso) dell’ex articolo 51 e il fallimento del PR firmato Beguinot; l’amministrazione Frattura, con l’obbrobrio del nuovo Piano Casa, che resterà tale negli annali, una volta esaurito il carico di cemento da calare dentro e fuori le mura, senza alcuna distinzione di destinazione dei suoli e dei valori ambientali, storici e architettonici. Sarà un massa-

cro. E avremo il “gaudeamus igitur ” degli speculatori, dei costruttori, dei progettisti e dei cittadini che, avendo ruderi da riciclare e volumi da abbattere e ricostruire, esalteranno la larghezza di vedute del Piano Casa. Ma ciò che dovrebbe far riflettere, riguarda i lottizzatori del Parco dei Pini che mai, mancando il Piano Casa, avrebbero potuto costruire dove costruiranno, lungo via 4 Novembre, occultando il più bel paesaggio storico della città (il profilo panoramico che ingloba il Castello Monforte, le chiese romaniche di san Giorgio e san Bartolomeo e l’insediamento abitativo del borgo medioevale). Da queste colonne ci siamo affannati a proteggere quell’immagine della città: un simbolo, una identità, una connotazione storico/culturale il cui valore(anche costituzionale) trascende in assoluto ogni interesse speculativo ed edilizio. Il Piano Casa consentirà di an-

nullare quel paesaggio inserendo una filiera edilizia a destinazione commerciale. L’amministrazione in carica tace. Non solleva obiezioni, non avanza eccezioni. Succuba del volere della Regione, cui non vuole e non può opporre ostacoli, temendo reazioni e ritorsioni di ordine politico e amministrativo . “Ci taglierebbero i viveri, non ci finanzierebbero nessun progetto, rimarremmo con le braghe in mano”. E’ questo il livello di civiltà politica e amministrativa di cui siamo circondati. Dell’insediamento lungo Via 4 Novembre non abbiano nient’altro da aggiungere al già detto. Per chiudere l’argomento ci serviamo, con particolare apprezzamento, dell’azione amministrativa del consigliere Michele Ambrosio che continua a essere il solo a non tirarsi indietro dal mandato popolare che lo lega alla tutela degli interessi collettivi e non alla cessione di favori. Dice e scrive Ambrosio: “Sembrava chiusa la <vertenza> Parco dei pini, e con essa la proposta di ampliamento alla lottizzazione respinta all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 13 settembre, che già si parla di un insediamento commerciale della grande distribuzione sempre nella stessa area, grazie alla legge sul Piano Casa adottato dalla Regione Molise; della serie <ciò che esce dalla porta rientra dalla finestra>. La zona è quella davanti alla sede della Regione; impegnerà una

estensione di circa cinquemila metri quadri, di cui milleduecento per il manufatto destinato al commercio (con la previsione di un supermercato), con una altezza massima di circa sette metri e sviluppo longitudinale lungo via IV Novembre, accesso in piena rotatoria nella confluenza di Via Berlinguer con Via Ciccaglione. Una nuova struttura in un’area peraltro già ipersatura di una Campobasso - da città giardino a città mercato - letteralmente presidiata dalla media e grande distribuzione che, oltre a concorrere con le piccole attività e alla progressiva desertificazione del centro, aggrava il già elevato carico veicolare, il conseguente inquinamento acustico ed atmosferico e l’impatto urbanistico. Fatti salvi i legittimi diritti dei singoli, l’amministrazione comunale ha tuttavia il dovere di tutelare quelli collettivi, intervenendo e costituendosi in tutte le sedi per affermare il principio sia della potestà del governo del territorio sia della qualità della vita sotto tutti i profili: da quello ambientale e paesaggistico a quello della sanità urbana in senso lato”. Ambrosio: la solitudine dell’onestà intellettuale. Post Scriptum - Il Governo pare abbia osservato la legge regionale ritenendola un eccesso ingiustificato. A scorno del consigliere Ciocca, che ne ha glorificato il contenuto. Dardo


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3 16 giugno 2015

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Il PD si fa tutto in casa: governo e opposizione Iscritti dell’isernino fanno nascere “Molise Democratico” e attaccano Frattura e Fanelli. Sulla sanità ma non solo... Alleva tacchini e ti beccheranno gli occhi. Ci avrà sicuramente pensato il segretario regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, a questo vecchio adagio popolare dopo i giorni di burrasca che stanno spazzando la sua segreteria, neanche fosse una spiaggia tropicale nel momento sbagliato. Adagio popolare che, come al solito, dice tutto in pochissime parole. Ai tempi della politica 2.0, infatti, che tutti si ostinano a chiamare post-ideologica, come fosse cosa buona mentre in realtà non è altro che la certificazione lessicale del suo totale svuotamento di contenuti (idee) e partecipazione intellettuale, basta davvero poco perché quelli che fino al giorno prima ti hanno ossequiosamente accompagnato ti girino le spalle e, a brutto muso, si mettano di traverso; magari attrezzandosi il bel pezzo di nuova corrente di cui

francamente nessuno, men che meno la Fanelli, sentiva la mancanza. E così è accaduto in questi giorni. Prendiamo atto della nascita di “Molise Democratico”, nuova area di riferimento (ma corrente va benissimo lo stesso, con quel suo gustoso sapore retrò) dentro il PD molisano. L’ha fatta nascere un ma-

nipolo di tesserati, soprattutto dell’isernino. Attivisti del partito di primogenitura renziana e, fino ad ieri, assolutamente fedeli al segretario Fanelli nonché di grande e fattivo sostegno alla sua vittoriosa corsa a leader regionale. Poi, però, qualcosa si è clamorosamente e platealmente rotto. Specie sui temi

della sanità, vera e propria spina nel fianco del governatore Frattura e di chi lo sostiene. Rottura plateale, si diceva, consumatasi durante un incontro pubblico tenutosi ad Isernia, tra il governatore e Giuseppe Laurelli, stimato ginecologo e responsabile regionale del dipartimento sanità del partito. Senza troppi riguardi né giri di parole il dottor Laurelli ha accusato il governatorecommissario Frattura di gestire la materia “con metodi poco democratici” (espressione fastidiosa da digerire se detta tra “democratici”, verrebbe da pensare) visto che lui, che ne avrebbe ruolo e titolo nella struttura del PD, non è stato coinvolto a nessun livello decisionale. Senza perdere altro tempo, il giorno dopo è stata data la notizia della nascita di Molise Democratico, con un documento duro ed esplicito come lo scontro appena consuma-

tosi. Un passaggio dice che si avverte la necessità: “…di una inversione di tendenza delle politiche locali e regionali, mal interpretate dal PD regionale e dalle istituzioni”. Registro da dura opposizione piuttosto che da compagni di partito. Ma c’è di più, sia per il PD in senso lato che per il presidente della giunta, che: “non è apparso in grado di incidere e poter dettare la linea sulle questioni che stanno soffocando i molisani”. In un certo senso c’è da essere sollevati; considerata la totale inesistenza delle opposizioni, nelle istituzioni come sul territorio, è consolante che il Partito Democratico sia in grado di sviluppare tanta vitalità da svolgere, al suo stesso interno, entrambe le funzioni. Partito di governo e di opposizione sotto un’unica bandiera. In termini di fenomenologia della democrazia un mezzo miracolo.

“Denunciare pubblicamente “Esami di Stato, un momento di crescita” il Governatore è dovere civico” Non tarda la risposta del Codacons al presidente Frattura CAMPOBASSO. Dopo le dichiarazioni del Presidente Commissario ad acta Frattura, che aveva polemizzato con il Codacons accusato di “fare politica”, arriva la replica degli avvocati Pino Ruta e Massimo Romano che rispondono così al Governatore. “Il Codacons difende i cittadini e, nello specifico, il diritto degli utenti del servizio sanitario. Den u n c i a r e pubblicamente un Governatore che fa tutto il contrario di ciò che dice non è né di destra né di sinistra, è solo dovere civico, che il Codacons esercita secondo i propri fini statutari, senza guardare in faccia a nessuno, sia con azioni giudiziali che stragiudiziali, con buona pace di chi è allergico al confronto. Il Presidente della Regione e Commissario

ad acta per il piano di rientro sanitario elude le questioni e polemizza inutilmente. Anche questa volta, scoperto con le mani nella marmellata, incappa nel solito vizietto: dichiarare una cosa e farne un’altra. Nonostante a dicembre avesse ufficialmente promesso di revocare il decreto 37 che assegna ben 60 posti letto alla Neuromed di Salcito, ad oggi sono passati sei mesi e di quella revoca non c’è neanche l’ombra. Ne spighi le ragioni: 1. perché ha cambiato idea? 2. Da chi e quando è stato rilasciato l’accreditamento alla struttura? 3. Pensa di assegnare i posti letto per riabilitazione in favore delle strutture pubbliche che stanno chiudendo o vuole continuare a privilegiare alcuni privati?”

di Anna Paola Sabatini* Care studentesse, cari studenti nelle prossime ore affronterete –e alcuni di voi già lo stanno facendo- le prime prove importanti della vostra vita; immagino e quasi sento la trepidazione e l’ansia con le quali vivete le grandi emozioni di questo momento. Ricordo anche io le paure non lontanissime dei giorni prima degli esami ma ricordo anche la grande attesa e le aspettative per cosa sarebbe venuto immediatamente dopo. L’esame di Stato, allo stesso tempo, chiude infatti un percorso e apre le porte su un altro tratto della vostra vita. Cogliete questo momento per sentirne l’importanza e la solennità e per guardare con grande entusiasmo al vostro futuro, ma non perdete nemmeno però un’occasione per riflettere sul tragitto che state per concludere e su come questo di certo vi ha visti cambiare non solo nel profilo culturale ma anche personale. Gli anni che vivete sui banchi di scuola sono la parte della vostra vita che di certo ricorderete di più non solo per le cose che avrete imparato ma per le amicizie coltivate e per la traccia che in ogni caso lasceranno nei vostri cuori, ma anche per i valori appresi; questi saranno il bagaglio più importante e insostituibile che ciascuno di voi porterà con sé e che lo accompagnerà nella propria vita personale e lavorativa. Fatene tesoro e affrontate l’impegno degli esami con grande tranquillità d’animo ma anche con il senso di responsabilità e la consapevolezza che state vivendo un momento di consuntivo importante e allo stesso tempo di passaggio ad una nuova fase della vostra vita qualsiasi saranno le scelte che poi farete. Io vi faccio il mio più sentito “in bocca al lupo” e ricalcando le parole del nostro Papa Francesco l’augurio più caro che possa rivolgervi è quello di sentirvi ed essere sempre protagonisti del vostro futuro. *Direttore Regionale


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16 giugno 2015

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L’approvazione del Decreto legge sugli enti locali, mette a rischio i dipendenti

Polizia provinciale e Centri per l’Impiego, problemi per il personale

CAMPOBASSO. “Con l’approvazione del Decreto Legge Enti Locali a rischio il personale della Polizia Provinciale e dei Centri per l’Impiego”. A sostenero è la segreteria regionale della Uil. “Un ulteriore mannaia sulle Province, che questa volta ha colpito il personale della Polizia Provinciale e dei Centri per l’impiego. Il Consiglio dei Ministri, infatti, ha approvato il Decreto Legge sugli Enti Locali, inserendo una serie di nuove indicazioni che per nulla ci soddisfano e che mettono a repentaglio centinaia di lavoratori, oltre che la competenza e la professionalità di figure essenziali per alcuni settori particolarmente critici, sopratutto nella nostra regione. Il testo in questione prevede il tra-

sferimento del personale della Polizia Provinciale presso i Comuni e la riallocazione delle competenze sulla gestione dei Centri dell’impiego alle Regioni, il tutto

Convocata dal prefetto il 18 giugno la riunione nel corso della quale è prevista l’attivazione delle procedure per il riconoscimento e l’autorizzazione di nuove strutture ricettive per accogliere i migranti. Probabilmente, invece, sarà una riunione in cui si prenderà atto che nuove strutture ricettive non sono necessarie in quanto il Molise non è nell’elenco delle Regioni destinate dal ministero dell’Interno ad accoglierne altri in aggiunta a quanti ne ha già accolti e sistemati. Se la comunicazione in tal senso da parte dell’assessore regionale alle Politiche sociali Michele Petraroia è fondata (crediamo lo sia), quest’ultima tor-

attraverso soluzioni transitorie e senza prevedere risorse adeguate a sostegno dei nuovi soggetti chiamati ad assorbire quel personale. Se non si apporranno rimedi ed

aggiustamenti, dunque, si rischia lo smantellamento vero e proprio delle attività sino ad oggi in capo ai corpi di Polizia Provinciale, creando un importante vuoto sulle particolari funzioni esercitate, in ambito di gestione del territorio e tutela ambientale in Molise . Per quanto attiene invece i Centri per l’Impiego, si rischierebbe addirittura la loro chiusura, a causa dell’impossibilità per le Regioni di farsi carico degli ingenti costi ed il Molise è una delle poche Regioni in Italia in cui è stato già raggiunto un lodevole accordo tra Province, Regione e Organizzazioni Sindacali che mette in sicurezza il personale in “esubero” impiegato nelle funzioni delegate. Questa novità, invece, crea un ul-

teriore complicazione e riapre la discussione. UIL, CGIL e CISL, comunque, a livello nazionale si sono immediatamente attivate considerato il forte impatto che i lavoratori di questi settori hanno sul tessuto sociale e produttivo. E proprio per manifestare il dissenso e le preoccupazioni dei circa 10.000 lavoratori italiani interessati da queste manovre, unitariamente, si sta organizzando per il prossimo 25 giugno un presidio che si svolgerà nei pressi del Parlamento, con l’obiettivo di incidere sul dibattito in aula nell’ambito dell’iter parlamentare che porterà alla conversione in legge del decreto e che vedrà certo la presenza anche la UIL Molise.”

Immigrati: il Molise ha già dato nata emergenziale di profughi sbarcati in Sicilia e in Calabria, come detto, dovrebbe vedere escluso il Molise. In proposito c’è la nota ufficiale del prefetto Mario Marcone, Capo Dipartimento del ministero dell’Interno, con la quale ha indicato le

Ormai sono 6 mesi che i vertici della asrem si stanno accanendo contro 9 Infermieri Penitenziari. E pensare che fino a qualche anno fa, non sapevano neanche dell’esistenza dei professionisti che lavorano nelle carceri molisane. I suddetti professionisti lavorano con rapporto libero professionale,(alcuni da circa 25 anni) e quindi con una convenzione, che con il Ministero della Giustizia, veniva rinnovata tacitamente ogni 2 anni con rivalutazione anche dell’importo orario. Gli stessi sono tutelati dalla legge 740/70. Nel 2008 , con il passaggio della sanità penitenziaria alle asl, la Regione Molise ha firmato un protocollo di intesa con il Ministero della Giustizia, lo stesso protocollo, insieme alle linee guida nazionali prevedevano entro un anno dal passaggio, che il personale transitato doveva essere assorbito dalle asl con un contratto migliorativo per non disperdere la professionalità acquisita, con concorsi interni o con posti riservati al personale che già vi opera.

Regioni interessate all’accoglienza e quelle che ne sono escluse avendo sul proprio territorio un numero d’immigrati superiore al previsto. Trattandosi di emergenza, ciò che può sembrare valido oggi non l’è più domani. Per cui, magari, di fronte all’entità straordinaria del flusso migratorio, anche il Molise potrebbe essere considerato un territorio sul quale distribuire altra quota parte dei rifugiati. Cosa che consiglierebbe, comunque, di valutare, seppure in ipotesi, quali e quante potrebbero essere le strutture destinabili all’accoglienza.

Noi, derelitti infermieri penitenziari Nulla di questo è stato fatto. Il nuovo Direttore Generale ha deciso di mettere tutti fuori,ignorando gli atti deliberatori fatti in precedenza. In specifico si fa riferimento alla delibera del 4 febbraio 2010 nr 105 dove era ben chiaro e stabilito l’iter da seguire per definire i contratti del personale operante negli Istituti Penitenziari. A nulla sono valsi i tentativi di giungere a una soluzione accettabile da entrambe le parti, tenendo conto anche delle difficoltà finanziarie in cui l’azienda versa. Si fa presente a tal proposito che la tariffa oraria applicata è ferma dal 2007, e nonostante l’obbligo di legge di un adeguamento tariffario, la asrem non vi ha provveduto. Sono state prospettate al Direttore Generale varie soluzioni adottate anche da altre regioni, rispondendo che sono soluzioni fantasiose e la Corte dei Conti ha deciso (chissà perchè dopo 7 anni) che i nostri contratti sono illeggittimi, alla fine facen-

dosi creare una legge dalla regione Molise che lo deresponsabilizza quindi inserendoci in un progetto pensato apposta per mandarci via alla fine di dicembre 2015 di fatto uguale al contratto originario (adesso non è più illeggittimo?) Si fa presente che un contratto stipulato con un libero professionista va concordato. Sono già stati effettuati tagli sulle ore degli infermieri e medici con un risparmio di circa 250.000 € annui. Inoltre la legge è illeggittima, in quanto le regioni con piano di rientro non possono legiferare. La cosa più grave, è che ci sono colleghi di ruolo e quindi con contratto a tempo indeterminato che già lavorano in ospedale o ambulatori, disposti a sostituirci contribuendo a peggiorare la nostra situazione mettendo in mezzo ad una strada 9 famiglie. A tutti questi signori noi diciamo: VERGOGNA. Gli Infermieri Penitenziari del Molise


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5 16 giugno 2015

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Dettati alla Asrem i criteri omogenei per una corretta rideterminazione degli effettivi fabbisogni di personale (medico, infermieristico, di supporto)

Arginare il saccheggio della sanità pubblica Lotta su due fronti, uno più delicato dell’altro: politico, sul quale si sta combattendo la battaglia per lasciare quantomeno il secondo livello all’Ospedale Cardarelli, e organizzativo e gestionale La sanità molisana su due fronti, uno più delicato dell’altro. Il fronte politico, sul quale si sta combattendo la battaglia per lasciare quantomeno il secondo livello all’Ospedale Cardarelli, senza peraltro tralasciale gli ospedali di Termoli, Isernia ed Agnone (meno difendibili oggettivamente appaiono i presidi sanitari di Venafro e Larino), ultimamente è intervenuto il senatore Roberto Ruta a turare la falla aperta dalla ingiustificabile e diserzione del commissario ad acta e presidente della Regione Molise Paolo di Laura Frattura, assente all’incontro Stato/Regioni sul Decreto Balduzzi. L’altro fronte, non meno importante, è quello squisitamente gestionale e organizzativo che viaggia su un binario parallelo, sotto l’egida del direttore generale della Salute Marinella D’Innocenzo. Per la quale il processo di riorganizzazione complessiva del Sistema Sanitario della Regione Molise deve trovare adeguato riscontro e rispondenza, anche dal punto di vista delle risorse umane impiegate/impiegabili per garantire l’erogazione dei Livelli es-

senziali d’assistenza (Lea), con gli standard di appropriatezza, efficacia ed efficienza in coerenza con gli standard del personale delle Regioni cosiddette virtuose, cioè che non hanno problemi di rientro da buchi finanziari. Un’operazione che la D’Innocenzo deve affrontare nonostante sia cosciente che possano intervenire anche nuovi modelli organizzative e gestionali dovuti appunto all’applicazione del Decreto Balduzzi e le sue nefaste ricadute, a modificarla, se non andrà a buon fine l’intervento di Ruta. Situazione

l’intervento di Tecla Boccardo* La proposta di legge “Riordino del Servizio sanitario regionale”, elaborata dalla Giunta, è l’ennesimo e tardivo tentativo del governo regionale di affrontare un importante problema qual è quello della tutela della salute dei cittadini molisani, ancora una volta senza cogliere il vero merito dei problemi e senza un’idea forte di come questo diritto fondamentale di cittadinanza va realizzato nel nostro territorio. La vera opportunità per porre all’attenzione, nell’adeguata sede, le necessità dei molisani, infatti, si è chiusa il 5 Agosto scorso alla Conferenza Stato-Regioni: una regione latitante, l’incapacità di presentare i problemi e ricercare una soluzione, il consueto procedere in modo scoordinato da parte della nostra politica, ci ha tagliato fuori, di fatto, da attenzioni, opportunità e possibili rimedi ai nostri guai. E, ora che i buoi sono scappati, proviamo a chiudere le stalle. Per questo ci troviamo in questi giorni aggrappati

imbarazzante per chi opera nella sanità con coscienza e professionalità (un residuo corpo di operatori ancora riesce ad onorare la missione); situazione maggiormente imbarazzante per chi, politicamente, ha usato la sanità per (con)dannare la presenza e l’opera di Michele Iorio, ed oggi non sa cosa dire e cosa fare, lasciando nelle peste i pazienti molisani, che preferiscono emigrare pur di salvaguardare la propria salute. La tenaglia è micidiale; a tenerla ancora aperta, prima che si chiuda irreversibilmente, è la possibilità che

il Decreto Balduzzi, mercé l’intervento del senatore Ruta, venga riveduto e corretto quantomeno per assicurare al Cardarelli di Campobasso il benedetto secondo livello. Frattanto, come diciamo, la direzione generale della Salute, sottostando all’intesa tra il Governo e le Regioni concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, ha messo mano a una proposta di nuova organizzazione dei servizi sanitari regionali, con particolare riferimento alla riorganizzazione della rete ospedaliera, ai servizi territoriali e le relative forme di integrazione, alla promozione della salute e alla presa in carico della cronicità e delle non autosufficienze nell’ottica di una complessiva razionalizzazione e riduzione dei costi e di miglioramento della qualità e dell’efficienza nella gestione dei servizi sanitari. Atto dovuto, seppure coperto da incertezze e incognite, cui non sono estranee le titubanze, le paure, le retromarce, soprattutto l’assenza al tavolo che contava (conferenza Stato/Regioni), nel momento decisivo, del commissario ad acta e pre-

sidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. Cosa fatta capo ha. Sia che riguardi la mattana di Frattura, quanto la proposta di razionalizzazione posta in essere dalla D’Innocenzo mediante l’individuazione di criteri omogenei che consentano all’Asrem di procedere ad una corretta rideterminazione degli effettivi fabbisogni di personale (medico, infermieristico, di supporto), in relazione alle tipologie di attività da garantire, che siano coerenti con i modelli organizzativi e gestionali orientati all’appropriatezza ed all’efficienza. Vorremmo crederci. Ma la situazione venutasi a creare lascia propendere per un giudizio sommario in cui i tentativi che hanno un minimo raziocinio paiono destinati a cedere il passo alle peggiori porcherie programmatiche e gestionali, queste sì, orientate al saccheggio della sanità pubblica in favore di quella privata. Che nel Molise ha impresso, a lettere cubitali, nome e cognome dei destinatari. Dardo

Riordino sanità. politica al passo del gambero alla speranza che il Governo Nazionale consenta il riconoscimento del DEA di II livello al “Cardarelli” di Campobasso, riconoscendo le specificità della Regione i cui cittadini, pur non molto numerosi, hanno i medesimi diritti all’assistenza e alla cura sanitaria di tutti gli altri italiani. Davanti a questo nuovo possibile sviluppo, assolutamente positivo se davvero venisse raggiunto, sarebbe opportuno che gli amministratori regionali si rivelassero saggi ed equilibrati, ad esempio modificando la proposta di legge prima dell’approvazione in Consiglio Regionale. Sarebbe l’occasione per ripensare il progetto complessivo ed impostare il nostro modello di tutela della salute con un sistema a rete unificato che potenzi la medicina sul territorio, strutturi l’assistenza domiciliare, riduca gli sprechi, elimini le inappropriatezze e garantisca un’adeguata assistenza e cura a tutti gli utenti sparsi sul territorio molisano. Ma da questo orecchio i nostri politici non ci sentono e si avviano a riformare la sanità molisana riproponendo qui qualcosa che altrove è stato già sperimentato e con risultati negativi.

Un esempio? Vorrebbero passare, nuovamente, dall’ASREM unica, appena andata a regime, ad una nuova settorializzazione e la realizzazione di due Aziende Sanitarie pubbliche. Si tratta davvero del passo del gambero, del gioco dell’oca dove si torna sempre alla casella di partenza: non male come riforma, come innovazione strutturale, come capacità di progettazione di un nuovo Molise al passo con i tempi! Questa “proposta nuova”, che ripercorre vecchie strade, non migliora, non potenzia e non risolve il grave problema di sostenibilità economica del Sistema di Tutela della Salute, ma “nasconde come polvere sotto il tappeto” la situazione disastrosa in cui si trova la sanità molisana. Inoltre, a nostro parere, presenta contenuti spesso in contrasto con le disposizioni nazionali rivelandosi, com’è, una mera operazione finanziaria di messa in liquidazione dell’ ASREM. Troppo facile sarebbe liberarsi, così, dai vincoli imposti dal tavolo tecnico nazionale e, quindi, attuare una gestione in piena autonomia del sistema sanitario molisano (con il debito attuale di oltre 400 milioni di euro che reste-

rebbe comunque a carico delle tasche dei molisani…). Tanti sacrifici, sulla pelle dei molisani, per nulla: la spesa più che ridursi è cresciuta a dismisura. E questo, purtroppo, ci riconferma nella convinzione che il problema è di tipo strutturale, che non si risolve con qualche intervento tampone, con qualche estemporaneo taglio a questo o quel costo, con qualche trovata e con la fantasia dell’amministratore di turno. Si ha l’impressione che nelle stanze del potere molisane si pensi che i malati possono aspettare, i molisani sono abituati a sopportare e “passerà anche questa nottata”. Noi pensiamo, invece, che non c’è più molto tempo a disposizione, che non si può continuare a tentare di fare un passo avanti per poi essere obbligati a farne due indietro (come il gambero, appunto). Le condizioni socio-sanitarie e economiche-occupazionali in cui si trova la nostra Regione non ci consentono di essere inadeguati e/o di fare leggi inapplicabili e che non risolvono i problemi. *Segretaria regionale Uil


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Campobasso

16 giugno 2015

Punto e virgola

A proposito della riapertura alle auto di Piazza Polmonite

di Gennaro Ventresca

Ciò che fa rabbia dei campobassani è che ormai accettano ogni cosa con la tipica rassegnazione della gente del Sud. Senza battere ciglio fanno spallucce e vanno avanti. Al massimo si affidano al comodo mezzo offerto dal web. Dico Facebook. Il resto è fuffa. Così, appena i pochi commercianti di Piazza Pepe, al secolo Piazza Polmonite, mostrano i muscoli nell’in-

tento di far riaprire al transito gommato l’area davanti alla Cattedrale si riapre il teatrino del bla bla bla. Con susseguente discesa in campo di due squadre: una favorevole alla riapertura e, l’altra, contraria. Poco conta, in questa misera nota, il comportamento ondivago di Antonio Battista il quale –sembra di ricordare- fosse decisamente più rigido durante il confino all’opposizione. Battista e Maio, oggi sindaco e assessore, quando Di Bartolomeo or-

dinò il transito ai motori menarono a lungo il torrone. Sdegnosi di un provvedimento che fu definito, tra l’altro, “clientelare” (Ginone aveva promesso in campagna elettorale ai commercianti del luogo di riaprire la circolazione). Oggi, invece, contano sulla distrazione dei campobassani per tornare sui loro passi e comportarsi (così pare) proprio come fece la precedente maggioranza. Invece di sfogliare la margherita dell’apro e chiudo, i signori del Palazzo

farebbero bene a ragionare in maniera più attenta. Per pensare una volta per tutte cosa fare di quella piazza. Che avrebbe bisogno di una radicale trasformazione. Incominciando da una nuova pavimentazione che tenga conto di sollevare l’attuale livello stradale a quello dei marciapiedi. Proprio come succede in tutte le zone pedonali di rispetto. Qui si continua a discutere, senza neppure avere un briciolo di atten-

zione per le basole che ballano sotto le gomme delle auto e sotto le suole delle scarpe dei pedoni. C’è di più: in Piazza Pepe (Polmonite) bisognerebbe pensare in che modo portare la gente. Perché, così com’è, con o senza automobili resterebbe sempre un’area poco frequentata. Desolatamente triste, specie quando soffia il vento e anche il fedele gruppo di amici di fronte a Lupacchioli si vede costretto a rompere le righe.

Vino, cibo e moda all’Agrario Eccellente risultato per la manifestazione voluta dal dirigente Gianfagna Il defilè di Pierluigi Fucci, la cucina di Santilli, l’Onav per il vino e Di Lena per l’olio CAMPOBASSO. Vino, cibo e moda, un piacere anche per gli occhi: i simboli del made in Italy che si sono incontrati nella manifestazione “Food e Fashion”, all’Istituto agrario di Campobasso, fortemente voluto dalla dirigente scolastica Rossella Gianfagna. Un sapiente mix tra moda ed enogastronomia. Con il defilé dello stilista Pierluigi Fucci che è stato accompagnato dai colori e dagli odori della Tintilia del Molise e dai sapori della cucina. In campo, la Tintilia del Molise delle aziende D’Uva, Campi Valerio, Cianfagna, Grieco sapientemente presentati dagli esperti assaggiatori dell’Onav Campobasso. Ed è stata proprio la delegata regionale dell’organizzazione, Carolina Iorio, a tratteggiarne le caratteristiche principali per far conoscere ed apprezzare ancora più da vicino qualità e legame con il territorio. Sotto il profilo tecnico la Tintilia è un vitigno di media vigoria e produttività discreta, grappolo spargolo ed alato in alcuni

cloni, di grandezza medio-piccolo con acini ovoidali, buccia pruinosa e consistente di colore nero-bluastro facile al distacco, sapore leggermente aromatico, raccolta tardiva. Il vino che ne deriva presenta colore rosso rubino intenso, al

naso rivela sentori di frutti di bosco e radice di liquirizia su un fondo di vaniglia, in bocca è caldo con tannini in evidenza. Così, come di scena l’olio molisano accompagnato per mano da Pasquale Di Lena con il suo “Flora” ma anche quello “Pignatelli”. E i colori e il gusto del cibo, dello chef Maurizio Santilli e dei talentuosi ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Termoli. Forme e colori sorprendenti, dunque, che hanno posto un messaggio convincente del nostro Molise e di forte impatto verso il pubblico. Del resto, i colori, così importanti per la moda, hanno influenzato profondamente le scelte anche in cucina e si sono completati in quelli del vino e dell’olio. E’ il Molise che c’è e che cambiando marcia vuole guardare al domani.

Misteri, una storia ancora da completare di Francesca Muccio Nell’ambito del progetto “Campobasso, la città dei Misteri”, sostenuto dall’Amministrazione comunale, la sottoscritta, studentessa universitaria, ha approfondito un’appassionante ricerca storica, iniziata sin da quando era scolara, al fine di ricostruire l’appartenenza di ciascun ingegno alle confraternite religiose dei Crociati, dei Trinitari e di Sant’Antonio Abate. A capo della prima fu lo stesso di Zinno, nato proprio nell’odierna via Sant’Antonio Abate, cui dà accesso l’omonima porta, con in alto lo stemma con croce e rose. Tali congreghe, due secoli e mezzo fa, commissionarono a Paolo Saverio la costruzione delle macchine viventi, conferendo carattere di fissità alle sacre scene, mutevoli fino a quel momento. I Misteri delle confraternite rivali sfilavano ad anni alterni; gli altri venivano portati in processione ogni anno. Alternanza che è possibile evincere anche nell’“Instrumentum pacis” del 1682. E’ una storia affascinante, quella delle macchine viventi, da narrare con la delicatezza ed il rispetto quasi sacrale dovuti ad una tradizione cui ogni campobassano sente l’orgoglio di appartenere e che può, a Corpus Domini, rivivere grazie all’assiduo impegno, all’abnegazione, di chi i Misteri li custodisce e se ne prende cura costantemente. Una storia, ancora, forse, mai

completamente scritta. Determinante, in particolare, per me, è stato lo studio delle note spese sostenute dalle confraternite per la custodia dei loro ingegni. Estremamente dettagliate (con indicazione dei costi addirittura di aghi, veli, spille, trucchi), esse consentono di ricostruire uno spaccato di società, con i ruoli e le funzioni del tempo. Importante anche la lettura dell’antico Manoscritto del 1770 di Santa Maria della Croce, che, qualche anno fa, fu trafugato, messo in vendita su Ebay, e poi recuperato tramite un’operazione condotta dalla Polpost di Campobasso, guidata dal S. Comm., ora in quiescenza, Antonio Ricci, che ne attese la consegna travestito da prete. Desumibili sono, da questo testo, tra le altre, le spese per l’acquisto di veli e calzette, di barba e di stoffe, e per la cura di tre ingegni in particolare: San Michele, l’Assunta, San Nicola. Documenti preziosi, che, insieme ad altri, mi hanno permesso, pertanto, di collocare, presso ciascuna delle confraternite, i Misteri (sei per ognuna), prima che il terremoto del 1805 ne distruggesse alcuni. Ed è del resto De Luca a narrare, nelle sue “Ricordanze Patrie”, che fu proprio il figlio di Paolo Saverio, cui piaceva giocare, da piccolo, con gli ingegni (probabilmente coi modellini), a far dissotterrare il San Rocco e il San Gennaro, rimasti sepolti

sotto la Trinità, e a farli riparare. Dopo il sisma di Sant’Anna, le restanti dodici macchine viventi furono depositate nei locali della chiesa di Sant’Antonio Abate, dove rimasero fin quando il Podestà, il 10 settembre 1929, ne autorizzò il trasferimento, presso “La Casa della Scuola”, l’Enrico D’Ovidio di via Roma, essendo i primi divenuti angusti e cadenti, tali da non consentire più una loro razionale disposizione. La seguente collocazione, presso il Museo dei Misteri di via Trento, è storia, altrettanto importante, dei giorni nostri. Una ricerca appassionata, questa da me condotta, per “Campobasso, la città dei Misteri”, e sicuramente suscettibile di arricchimento, perché ancora tanto si può analizzare e scoprire: è l’entusiasmante sfida della conoscenza che lo insegna. Un ringraziamento va al giornalista Giovanni di Tota, ideatore del progetto, per avermi reso partecipe di quest’evento, ancora in evoluzione. Una dettagliata relazione sulla ricerca verrà consegnata, come da accordi, al Sindaco di Campobasso, Antonio Battista, da subito dimostratosi interessato e sensibile al recupero della nostra storia e delle nostre amate tradizioni.


Campobasso

7 14 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Viadotto Callora riaperto al traffico

L’Anas ha velocizzato il ripristino del transito dei veicoli sul ponte nei pressi di Bojano BOJANO. E’ stato riaperto al traffico il viadotto “Callora” sulla strada statale 17 “Appulo Sannitica”, tra i km 204,500 e 207,200, nel territorio del comune di Bojano, in provincia di Campobasso. Anas ha concluso l’ intervento di manutenzione straordinaria alle opere strutturali del viadotto avviati

a marzo 2014 che ha comportato la chiusura dell’arteria. In particolare i lavori hanno riguardato l’ attività di demolizione integrale e ricostruzione della soletta, il consolidamento delle travi, la sostituzione dei giunti di dilatazione e delle barriere di sicurezza, per un costo complessivo di oltre 2,6 mi-

lioni di euro. Ulteriori lavorazioni marginali, non influenti sulla immediata fruibilità dell’opera, si protrarranno fino al prossimo 26 giugno. Nel periodo di chiusura del tratto stradale, in collaborazione e d’intesa con le Autorità territorialmente competenti e con i rappresentanti di ca-

tegoria degli autotrasportatori, sono stati predisposti ed autorizzati due diversi percorsi di deviazione, sulla viabilità provinciale e comunale, distinti per traffico “leggero” e per i mezzi “pesanti”, nelle direzioni Campobasso/Benevento e Isernia/Roma Dopo l’ultimazione dei lavori prin-

cipali sono state effettuate le previste prove di carico nell’ambito delle attività di collaudo statico delle opere, per il quale è stato emesso il relativo certificato. Sul viadotto è stata realizzata, inoltre, la nuova segnaletica orizzontale.

Piazza Prefettura, l’ennesima sceneggiata Gentile signor sindaco, Che dire: siamo basiti. Non bastava la diatriba della passata giunta, adesso dobbiamo sorbirci un ulteriore tira e molla fra amministrazione comunale e quel pugno di commercianti che non sa dove abiti il concetto di Bene Comune. Lo sa benissimo che determinati provvedimenti, e le ordinanze più in generale, non possono accontentare tutti, ma se pensa che gli scontenti si contano sulle dita di una mano a

fronte di migliaia di persone che hanno firmato una petizione o hanno detto la propria in varie sedi, calpestare tutto ciò perché si è spaventati da un misero ricorso al Tar che va tanto di moda in Italiasignifica prendere in giro i campobassani! Piuttosto, cominci a programmare iniziative culturali, artistiche, commerciali nella zona. Veda se può coinvolgere la Coldiretti e Città Viva, faccia della piazza il fulcro

economico e culturale del capoluogo. Vorremmo fare un’altra riflessione: non è scritto da nessuna parte che ci siano esercizi commerciali ogni tre per due. Si può prevedere l’alternanza di sedi di associazioni di categoria, quotidiani, scuole di musica, calmierando affitti o compravendite dei locali. Inoltre, gli stessi che lamentano un presunto (tutto da dimostrare...) calo delle vendite, sappiano che i centri com-

merciali la fanno da padroni ormai, e le offerte che ivi può trovare il cliente non sono paragonabili a quanto si può trovare presso esercizi a conduzione familiare. Se non si parte da questo assunto, si continuerà a vedere la questione con lenti distorte. Se Campobasso non ha programmazione -come sta accadendo, per esempio, alla gestione del verde pubblico nella ciclabile di Ferrazzano, in viale Elena e in tutte le

zone in cui il verde è latitante- è consequenziale che sparute minoranze di cultori dell’interesse personale pensino di approfittare di certe debolezze. Ci pensi, signor sindaco, perché ne abbiamo abbastanza di queste beffe! Grazie Attilio Crescimbeni Elisabetta Sciscenti Donato Paolucci Delia Hafez

Campobasso ultima in classifica per la vivibilità Egregio Direttore, mi accodo alla lettera del sig.Rocco riguardante le piste ciclabili e la metroleggera: Un periodico ha pubblicato una indagine riguardante la classifica delle migliori citta’ d’italia : Trento, per il verde -Reggio Emilia per le piste ciclabili -Vercelli, per gli impianti sportivi e poi: -Padova: 162 km - non metri - di piste ciclabili 71 impianti sportivi 33 palestre 60, tra parchi,giardini, orti urbani 39,1 metri quadri di verde per cittadino...ecc. Pistoia: 8,40 km di piste ciclabili 126 impianti sportivi

14 parchi pubblici 14,3 mq per cittadino Benevento:7 km di piste ciclabili 2 impianti sportivi 2 parchi pubblici 27 mq di verde per cittadino e si potrebbe continuare nelle similitudini Campobasso: 1 parco pubblico, niente piste ciclabili - quella dell’amministrazione piu’ che passata uno scandalo per sistemazione, verde pubblico: 1 tonn. di cemento per cittadino. Pero’ abbiamo un problema da risolvere che sta investendo le piu’ belle energie della amministrazione: dilemma :Piazza Prefettura libera o staccionata?Le indagini condotte parlano di molte persone che vi transitano;pero’ se una stessa persona vi passeggia per una mattinata con 5 comparse sono 5 persone: Il pollo Trilussiano.. Un saluto. AA

Tribunale Civile di Roma Sezione Fallimentare, Fall. 15/13 T.I.S. Tecniche Idraulico Stradali S.r.l., G.D. dott.ssa Daniela Cavaliere vende all’incanto il giorno 23 luglio 2015 ore 16,00 presso lo studio del Notaio Natale Votta in Roma: Lotto n. 1: Immobile su quattro livelli uso ufficio sito a Roma, località Spinaceto, Viale Caduti nella Guerra di Liberazione nn. 14-20, superficie commerciale complessiva mq. 768,60 cat. A/10 vani 26,5. Prezzo base € 1.600.00,00 rilanci minimi € 30.000,00; Lotto n. 2: posto auto sito a Roma, località Spinaceto, Viale Caduti nella Guerra di Liberazione n. 48, Z18, cat. C/6 di mq. 17. Prezzo base € 22.500,00 rilanci minimi € 1.000,00; Lotto n. 3: posto auto sito a Roma, località Spinaceto, Viale Caduti nella Guerra di Liberazione n. 48, Z19, cat. C/6 di mq. 14. Prezzo base € 26.000,00 rilanci minimi € 1.000,00;

Lotto n. 4: Terreno agricolo superficie catastale di mq. 32.150,00 situato a Roma località Trigoria via Calopezzati. Prezzo base € 150.000,00 rilanci minimi € 5.000,00; Lotto n. 5: Opificio industriale su due livelli oltre ad area esterna, sito nel comune di Termoli (CB) Località Greppe di Pantano, in via Leopoldo Pirelli s.n.c. Prezzo base € 820.000,00 rilanci minimi € 15.000,00. Lotto n. 6: Terreno edificabile località Contrada Greppe di Pantano, attiguo all’opificio di mq. 5.190. Prezzo base € 78.000,00 rilanci minimi € 5.000,00. Offerte in busta chiusa da depositarsi presso lo studio del Curatore entro il 22 luglio 2015 ore 19.00 cauzionate del 10% del prezzo base. Info curatore 06.80693292.



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Isernia

16 giugno 2015

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Differenziata, non ci saranno sconti L’Amministrazione comunale di Isernia ha presentato il nuovo servizio ISERNIA. Ieri mattina, a palazzo San Francesco, si è tenuta una conferenza stampa riguardante la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta. Presenti il sindaco Luigi Brasiello, l’assessore all’ambiente Marco Amendola e le presidenti della I e della IV Commissione consiliare, Bice Antonelli e Linda Dall’Olio. L’assessore Amendola ha mostrato delle foto che documentano alcuni inqualificabili episodi di abbandono o di conferimento irregolare dei rifiuti. «Soprattutto i raccoglitori per le deiezioni canine – ha affermato l’assessore – vengono costantemente usati per depositare plastiche, vetri e carta; nonché pannolini, assorbenti e altro ancora.

Senza contare l’immondizia gettata in angoli centrali della città, ben lontano dagli appositi luoghi di raccolta

condominiale». «Una situazione insostenibile – hanno affermato Antonelli e Dall’Olio –, alla quale

intendiamo porre freno anche con i regolamenti studiati in sede di Commissione consiliare e poi adottati dal Consiglio comunale. Le regole ci sono e le faremo rispettare. La polizia municipale ha già intensificato i controlli e d’ora in poi sarà ‘tolleranza zero’. Si agirà per evitare che alcuni sporchino Isernia a scapito di tanti altri cittadini diligenti che la vogliono tenere pulita e vivibile». «Ci rendiamo conto che per ogni novità, specie se comporta una sostanziale trasformazione, occorre del tempo – ha affermato Brasiello –. È necessario cioè superare le difficoltà e i disagi iniziali. Ma ormai ogni singolo cittadino deve assumersi le proprie responsabilità. Non basta

togliere l’immondizia dalle nostre abitazioni se poi abbandoniamo parte dei rifiuti un po’ ovunque e utilizziamo male i contenitori e gli spazi destinati al conferimento. La città è la casa comune di tutti noi. Se è sporca la città lo è anche casa nostra. La città è il luogo dove viviamo, dove vivono i nostri figli e dove vogliamo che ci sia sempre un ambiente salubre e accogliente. Riflettiamo su questo e comportiamoci di conseguenza». In chiusura, l’assessore Amendola ha annunciato importanti novità sulla frequenza settimanale e sui giorni della raccolta dei rifiuti, riservandosi di illustrare questi importanti cambiamenti in una prossima conferenza stampa.

“Comune e Regione contro Isernia” La denuncia è stata fatta dal Guerriero Sannita dopo i numerosi tagli alla città ISERNIA. “I manifesti affissi nella città di Isernia: “ Vergogna!!! Brasiello e Frattura hanno distrutto la nostra città”, con una lunga serie di impegni non mantenuti, trova il Movimento regionale del Guerriero Sannita al fianco degli estensori di tale grido di dolore per una realtà oramai in ginocchio”. Lo sostiene Giovanni Muccio. “A tal riguardo il Movimento ritiene che non sia solo il capoluogo pentro in ginocchio, ma tutta la realtà molisana, partendo da Campobasso, per arrivare a Termoli, Bojano, Larino, Trivento, Riccia e Venafro, per non parlare di tutti gli altri piccoli paesi che costituiscono l’ossatura

di questo nostro amato Molise. Come non rendersi conto del continuo ed inesorabile spopolamento, con un territorio in condizioni sempre più precario per l’abbandono dell’agricoltura di montagna e non, per lo scarso sviluppo turistico, per le carenze dei servizi anche elementari, conseguenza e al tempo stesso causa di una massiccia emigrazione di giovani “cervelli”, che vanno ad arricchire altre realtà territoriali a livello nazionale, europeo ed internazionale. Senza contare la chiusura di aziende anche a partecipazione regionale, che davano lavoro a migliaia di famiglie molisane e che oggi sono nella più to-

tale disperazione. La speranza sta morendo nel popolo molisano, il cittadino non ha più fiducia nella classe politica. E come dargli torto, si promette una cosa e si fa l’esatto contrario. A tal riguardo, il Movimento regionale del Guerriero Sannita, firmatario del programma elettorale del Centrosinistra, ricorda al Governo regionale, che si è sottoscritto un impegno nei confronti del popolo molisano: il dimezzamento delle indennità. Ma poi si è bocciata una proposta di legge di iniziativa popolare sul tema. E che dire del “vitalizio”? Con soli cinque anni di mandato amministrativo si riceve una pensione che nemmeno un

operaio con quaranta anni di lavoro riesce a percepire. La politica de “Il Molise di tutti” non piace al Movimento del Guerriero Sannita. Si potrà vincere con candidati di Centrodestra, a Campomarino, Montenero di Bisaccia e probabilmente nel breve futuro anche a Bojano. Ma di una cosa il Guerriero è convinto, alle prossime amministrative regionali la vostra politica non chiara sarà punita dal popolo molisano. Tornado al capoluogo pentro, il problema non riguarda esso soltanto, ma tutta la realtà molisana, e il Guerriero Sannita sarà sempre e comunque vicino al popolo che soffre”.

Sacra Sindone a Chiauci, valorizzarla La copia fedele del Sacro Sudario potrebbe essere motivo di turismo CHIAUCI. in Molise e precisamente a Chiauci , c’è una delle uniche due Copie Originali presenti al Mondo della Sacra Sindone in questi giorni esposta a Torino... il Molise alla ribalta Nazionale e nessuno lo sa, si spera nella nuova Amministrazione Comunale diretta dal Sindaco Carmine DI VINCENZO affinché pubblicizzi al massimo ai fini Turistici. Il 1’ aprile 2010, Giovedi Santo, i “Cavalieri della Spada e del Silenzio della Regina Caterina Cornaro di Cipro” - discendenti dei Templari — hanno donato alla Cattedrale di Chambery (Francia), una copia in tela — scala 1:1— della Sacra Sindone, uguale a quella che dalla Saint-Chapelle arrivò in Torino il 14 settembre 1578. Una seconda copia fedele del Sacro Sudario, da Agosto 2013 è attribuita a Chiauci nella Chiesa del Rosario. Il telo è stato donato da Arnaldo Di Lonardo, Cavaliere dell’Ordine dei Cavalieri della Spada e del Silenzio, in memoria della moglie Nerina e di tutti i chiaucesi lontani dal sito natio.


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Termoli

16 giugno 2015

I Carabinieri effettuano controlli sulla costa nel fine settimana Fine settimana di controlli sulla costa, sotto il coordinamento della Compagnia CC di Termoli, nei quattro comuni costieri ove insistono presidi dell’Arma, tra Campomarino e Montenero di Bisaccia. I risultati sono complessivamente:1 persona tratta in arresto, 2 persone sottoposte ad obbligo di dimora, mentre altre 5sono state deferite in stato di libertà, oltre ai numerosi controlli e contravvenzioni al Codice della strada elevate. A Montenero di Bisaccia per tutto il fine settimana i Carabinieri hanno perlustrato ininterrottamente il territorio controllando i transiti oltre che locali pubblici e persone di interesse operativo.

Una persona, un cinquantunenne di origini romene, è stata tratta in arresto poiché sebbene sottoposta ad obbligo di dimora in una città del nord Italia, in provincia di Pavia, si è recata a Montenero dove risiedeva in passato, violando gli obblighi imposti da Giudice. Così per l’uomo è stato revocato il beneficio violato e lo stesso è finito in carcere a Larino. Altre due persone sono state sottoposte ad obbligo di dimora nel Comune di Montenero di Bisaccia poiché, a seguito delle indagini condotte dalla Stazione Carabinieri di quel centro sono stati ritenuti i responsabili di un grave fatto avvenuto la notte del 25 aprile 2015 quando, durante un controllo in un locale i

due si erano scagliati contro i militari intervenuti. Durante la colluttazione un militare riportava ferite guaribili in giorni 10mentre il sottufficiale capo equipaggio, che per primo era intervenuto aveva la peggio riportando lesioni ben più gravi quali una frattura ed un trauma cranico con prognosi di giorni 30. Proprio durante il soccorso a quest’ultimo, i due aggressori identificati in D.V. classe 1988 disoccupato e L.N. classe 1987 operaio, entrambi residenti a Montenero di Bisaccia, avevano approfittato per darsi alla fuga e rendersi irreperibili. Sono partite così le indagini con la denuncia in stato di irreperibilità che ha portato ai provvedimenti del Giu-

dice su richiesta della Procura della Repubblica. A Termoli i Militari dell’Aliquota Radiomobile hanno deferito in stato di libertà due giovani per guida senza patente, il primo fermato a bordo di un motociclo sprovvisto di patente per quella categoria di mezzo, il secondo è stato fermato alla guida di una utilitaria, sempre in pieno centro abitato senza che avesse mai conseguito la patente. A Petacciato i militari della locale stazione hanno deferito un trentenne di Montenero di Bisaccia poiché a seguito di perquisizione veniva trovato in possesso di coltello a serramanico, mentre un secondo giovane perché trovato alla guida di un mo-

tociclo senza che avesse mai conseguito la patente. Oltre alladenuncia in stato di libertà sono stati anche sequestrati i mezzi, ed in un caso sono stati sequestrati anche i caschi poiché non omologati. Durante il servizio sono state controllate complessivamente 172 persone, 157 automezzi, sono state contestate 17 violazioni al codice della strada, sequestrati 4 automezzi. Sono stati sottoposti a controllo 11 esercizi commerciali e locali di ritrovo; eseguite nr. 6 ispezioni di casolari abbandonati per controlli sui bivacchi di senzatetto; controllati 33 soggetti sottoposti a obblighi tra cui la detenzione domiciliare.

Inaugurata la mostra 5 Art I lavori sono di cinque amici uniti dalla passione per le creazioni artistiche TERMOLI. È stata inaugurata ieri, sabato 13 giugno, presso le sale del Castello Svevo di Termoli, la mostra organizzata dal gruppo 5Art che espone i lavori di Anna Giardino, Emilia Pezzotta, Giovanni Salome, Paola Scrascia e Carmela Votta. Cinque amici uniti dalla passione per le creazioni artistiche. Cinque stili diversi per cinque compagni di avventura che hanno deciso di rendere partecipe il pubblico delle loro creazioni. Così nasce l’estemporanea d’arte 5Art. Cinque modi diversi di interpretare la realtà, che proiettano il fruitore della mostra in un mondo fatto di nuove, particolari e suggestive sensazioni: dal tratto leggero della matita al naif materico tridimensionale, dal carboncino alla rappresentazione sacra iconografica, dall’opera costruita con la nuda pietra al più moderno e materico acrilico su tela. Un appuntamento che promette piacevoli sorprese e sicura originalità. La rassegna proseguirà fino al 21 giugno e sarà aperta al pubblico tutti i giorni a partire dalle ore 18. L’ingresso è gratuito.

Frutta secca, un’opportunità di sviluppo A Termoli un convegno incentrato sulla produzione di mandorle, noci e pistacchi TERMOLI. Tre buoni motivi per puntare sul business della frutta secca: esaltare l’eccellenza delle produzioni locali; realizzare sinergie di filiera tra agricoltura e impresa e rendersi indipendenti dalle produzioni estere di materie prime. Sono questi alcuni requisiti essenziali proposti ieri nel convegno “Frutta Secca Made In Italy”, organizzato al vivaio “Verde Molise” di Alessio Pezzoli, presso la nuova sede in via Marco Biagi, nella zona industriale di Termoli. Dinanzi a una platea quasi sterminata, qualificata dalla presenza dei rappresentanti istituzionali: Sbrocca, Vigilante, Facciolla. De Matteis, Venittelli e altri amministratori comunali, il presidente delle Bonifiche regionali Manes, i relatori hanno evidenziato le opportunità legate a questo business. Nei lavori coordinati con puntualità dalla collega Tiziana Cucaro, è stato enucleato il punto di partenza per la creazione di una nuova filiera agricola in Molise, con l’obiettivo di mettere in relazione produttori, imprenditori agricoli, professori universitari e rappresentanti

delle istituzioni. In particolar modo illustrate le tecniche di coltivazione e lavorazione di mandorle, noci, nocciole e pistacchi e le opportunità derivanti dalla produzione di frutta secca in Molise, senza trascurare il lato economico, mediante la presentazione di fondi di investimento per le imprese agricole. Il convegno puntava, inoltre, a fornire agli imprenditori tutti gli strumenti necessari per iniziare a considerare queste nuove colture come valide alternative a quelle tradizionali. Una manifestazione di ampio respiro, vista anche la presenza dei parlamentari del Pd e del responsabile di Ismea Laratta, ma non solo, c’è stato anche l’ambasciatore della Georgia. Messe a fuoco le prospettive di sviluppo di un settore in forte crescita, quello della frutta secca appunto (mandorlo, nocciolo, pistacchio), che permetterà di attrarre forti investimenti nella nostra Regione e potrebbe creare numerosi posti di lavoro nell’indotto, puntando sulla domanda mondiale che è tripla rispetto all’offerta.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

16 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Termoli invasa da ambulanti e abusivi La denuncia viene dai commercianti che si sentono assediati TERMOLI. … E la polemica cresce, sale e non si placa. Quanto dissenso ieri sera per il corso Nazionale che, in bella mostra dopo il restyling, s’è offerto quale “centro commerciale dell’abusivismo” con ben nove venditori di braccialetti e orecchini in un piccolo tratto di strada che manco raggiungeva i 20 metri. “E a noi i vigili ci massacrano per le multe mentre di sera l’abusivismo la fa da padrona”: è la la-

mentela di una cittadina che tra un caffè e una bevuta al bar, non può fare a meno di lamentare quanto accaduto. Le polemiche estive paiono puntualmente ai nastri di partenza, come sempre, come ogni anno, anche perché fa il verso vedere i negozi chiusi con serrande knock-out a causa della crisi e ambulanti abusivi intenti a vendere cianfrusaglie nella massima libertà.

Banchetti per accessori e giocattoli anche di mercoledì sera: che ne sarà sabato? Uscirne non è facile, soprattutto se i controlli serali scarseggiano e i cittadini dicono la loro: non vogliono vedere legittimato in alcun modo l’abusivismo commerciale … anche perché le regole agli italiani sono fatte rispettare in modo ferreo. “Accade ogni giorno da una settimana, anche nel weekend: che i Vigili abbiano allentato la morsa?

Che se la prendano davvero solo con i termolesi?”, si chiede una lettrice. Ma i problemi rilevati non sono solo quelli del centro, poiché in via Corsica, vetrina dell’ingresso a Sud di Termoli, c’è un florilegio di venditori, specie ortofrutticoli, con camioncini e macchine al seguito, con la merce sotto al sole, va tutto bene sia sotto il profilo sanitario che quello amministrativo?

Litorale Nord, imperversano i ladri Ancora due colpi messi a segno da ignoti nella zona prospiciente il mare TERMOLI. Appartamenti di un villaggio residenziale situato sul litorale Nord di Termoli preso di mira dai malviventi, che tra venerdì e sabato hanno messo a segno due colpi, in altrettanti alloggi di proprietà di una nota famiglia di imprenditori locali, che per la stagione estiva si trasferiscono fronte mare. I ladri, probabilmente di ‘mestiere’ hanno agito di notte, sfruttando il sonno che aveva colto in maniera profonda i proprietari, riuscendo a penetrare nelle loro abitazioni forzando le imposte e portando via tutto il denaro contante che hanno trovato. Stessa sorte stava per toccare a una terza famiglia, ma per loro fortuna se ne sono accorti e urlando li hanno messi in fuga. La denuncia è stata presentata al Commissariato di polizia di via Cina, dopo che una volante era giunta sul posto a furto con scasso compiuto per i rilievi di rito.

Concorso D’Acquisto vince Lucia Carfagno Il prestigioso appuntamento letterario ad appannaggio della dipendente Unimol di Termoli TERMOLI. Una dipendente della sede Unimol di Termoli e collega, Lucia Rita Carfagno, che ha conquistato il primo premio al concorso letterario internazionale “Salvo D’Acquisto”, giunto alla seconda edizione. Un riconoscimento che si fregia anche del patrocinio di istituzioni come University of peace della Svizzera e sempre dalla terra elvetica, l’Universum Academy. “La nota mancante” è il titolo dell’opera in concorso che ha portato la Carfagno alla vittoria. La cerimonia di premiazione c’è stata sabato scorso, a Montesilvano, nel

pescarese. La Carfagno ha vinto nella sezione racconti. Il suo è stato definito ‘un racconto desunto dell’attualità delle situazioni. Risulta felice nella impostazione, significativo nella descrizione dei protagonisti, efficace nello svolgimento dei fatti e nella conclusione inattesa. I dialoghi rispecchiano padronanza della lingua, competenze logico narrative e capacità di creare aspettative nel lettore”. Questa la motivazione espressa dalla giuria, a presiedere la commissione giudicatrice della sezione C il generale commendatore Carlo Palumbo.



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Opinioni di Claudio de Luca LARINO. Nel Trentino si sono tenuti i “referenda” per chiedere ai cittadini di 55 comunità di piccola estensione se intendevano fondersi. In 15 casi la risposta è stata positiva cosicché questa Regione avrà quanto prima 39 enti locali in meno. Occorre sottolineare il civismo dimostrato, peraltro in linea con una tradizione absburgica che ben scarso seguito mostra di avere in tanta altra parte del Paese. Al posto delle Regioni, Mnghetti proponeva consorzi di Comuni che, per Mazzini, non dovevano essere più di mille. Oggi l’Italia ha più di 8.000 enti locali territoriali, comprensibili solo un secolo fa per la lentezza delle comunicazioni e dei trasporti ma non più nell’era del “p.c.”. La Germania ne aveva 24.476; e li ha dimezzati. La Danimarca 1.388, che sono diventati 275. L’Istat dice che, in proporzione, i Comuni più costosi sono proprio quelli più piccoli. Perciò molte funzioni potrebbero essere risolte aggregando; ma la ragione che ne consiglia il mantenimento è il sentimento e l’interesse. L’art. 16 della manovra economica, nata per ridurre i costi della rappresentanza politica nei Comuni, viene considerato insoddisfacente perché sopprime un certo numero di assessori e di consiglieri ma non le funzioni sindacali. Insomma il Governo Renzi non ha avuto il coraggio di resettare aggregati costituititisi sin dai tempi del Medio evo. Ci si comportò più seriamente durante il Ventennio fascista quando “sparirono” molte realtà locali, ridottesi a 7.311 (da 9.195 che erano), per poi attestarsi ad 8.092. Negli Anni ‘70 fu tentata la carta dei Compren-

Si propaga oltremanica l’onda verde della transumanza molisana. La quattro giorni sui tratturi con i trecento bovini della famiglia Colantuono di Frosolone, e il progetto di cooperazione transnazionale tramite il quale l’Asvir Moligal sta accompagnando a grandi passi le ‘Vie e la Civiltà della transumanza’ nel patrimonio immateriale dell’Unesco, sono stati approfonditi in un articolo uscito sulle colonne del prestigioso ‘Times’ di Londra. Il ‘pezzo’ racconta la sfida ‘universale’ dei nuovi pastori, con in testa la famiglia Colantuono, che, dal Molise, hanno lanciato un modello di green economy pura, che è apprezzato non solo da tanti addetti ai lavori ma è pure ‘acquisito’ da vetrine eccellenti come Expo 2015. Carmelina Colantuono è infatti l’esempio illustre di imprenditorialità sostenibile che la Regione Molise esporterà all’esposizione di Milano nella settimana dal 17 al 23 luglio. Allo scopo, per il capoluogo meneghino, sono partiti i prodotti gastronomici, per lo più formaggi di grande qualità, che il Molise diffonderà non solo mediaticamente nel mondo. “Herders want recognition from Unesco”, questo il titolo dell’articolo pubblicato dal Times, sta fungendo da spot internazionale della transumanza che i Colantuono sono riusciti a far

16 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La validità di accorpare i piccoli Comuni

sori; poi nacquero le Comunità montane ed infine le Unioni di Comuni. Ma tutte queste denominazioni sono sempre state un pennaccho fintamente innovatore; ed ancora oggi sono 3.000 i campanili con popolazione sotto le 2.000 anime e quasi 2.200 quelli che variano fra i 2 ed i 5mila ab. Per fortuna cresce, almeno a parole, l’esigenza di un accorpamento generalizzato che permetta di sfoltire tra Unioni, Comuni, Comunità montane, Ato, Consorzi di bonifica ed altre consorterie variamente denominate.

Il fatto è che, pur volendo procedervi, si deve combattere contro un sistema ad ostacoli. Per esempio l’obbligo di mantenersi nel territorio provinciale inibisce la risistemazione di confini che tanti Sindaci si attenderebbero; l’individuazione di una soglia minima di 5mila ab. per una Unione può provocare lo slittamento verso queste ultime, ma gli enti interessati non perderebbero né Giunta né Consiglio, riducendosi semplicemente di numero. I Sindaci dei piccoli paesi, pur di non restare sotto i 1.000 ab., cancellati dalla manovra del Governo per una manciata di residenti, approntano ponti d’oro agli immigrati, offrendo “papier” e casa. In Abruzzo ed in Molise le Comunità a rischio sono tante ed i “borgomastri” offrono case per salvaguardare la propria fascia tricolore. L’ordinamento fissa in 10mila ab. la soglia minima per istituire nuovi Comuni; e questo limite deve essere rispettato pure nel caso di una modificazione territoriale. Ciò vuol dire che quest’ultima

non deve comportare che altri enti possano finire sotto soglia. Infine, per evitare l’eccessiva presenza dei cosiddetti “Comuni-polvere”, sono state previste incentivazioni atte a favorirne l’accorpamento. Per esempio, oltre alle “vitamine” economiche, c’è l’articolazione dei Comuni in Municipi per assicurare a quelli originari una relativa indipendenza gestionale, affidando loro i servizi di base ed altre competenze delegate. L’organizzazione dei Municipi si attua mediante l’elezione di un pro-Sindaco e di due consultori eletti dai cittadini risiedenti nella circoscrizione degli enti che si sono fusi. La Regione attiva il procedimento per una modifica territoriale presentando agli elettori interessati le sottoscrizioni pervenute. Di poi, saranno i vari Consigli ad esprimere il proprio parere (non vincolante) ed a consultare le rispettive popolazioni in ordine al progetto di rimodulazione. L’elaborato dovrà precisare i nuovi confini nonché la ripartizione dei beni e delle entrate. Solo dopo l’espletamento di questi preliminari conseguirà una legge locale. I beni demaniali e quelli patrimoniali indisponibili vengono trasferiti al Comune in cui sono ubicati; la ripartizione di quelli patrimoniali (danaro e tributi) avviene in relazione all’estensione territoriale ed alla popolazione insediata nelle porzioni di territorio interessate alla modifica. Le norme regolamentari continueranno a vigere almeno sinché il nuovo ente non abbia provveduto diversamente.

La Transumanza molisana sul Times

rivivere non solo nei lunghi spostamenti sui tratturi, ma anche nella considerazione di chi ha effettivamente a cuore il protrarsi di una tradizione, quasi un ‘rito’, che, attraverso la partnership con altre terre del Sud Europa, come Portogallo, Spagna e Grecia, rappresenta una certezza ormai nell’orbita dell’Unesco. Si prevede che già tra la fine di quest’anno e l’inizio

del prossimo, la ‘Civiltà della transumanza’ possa maturare lo status di “bene immateriale patrimonio dell’Umanità”. Il Molise è il motore di questo processo. Per la transumanza 2015 la cassa di risonanza è stata ovviamente anche italiana e locale. Ha del sorprendente (non per chi ci crede davvero) il dato numerico di un post che sulla pagina facebook de-

dicata (Transumanza 2015), linka il video dei trecento bovini che (il 28 maggio scorso) guadano il Biferno, durante l’ultima tappa della quattro giorni di 180 km da San Marco in Lamis a Frosolone. Si tratta di un video di quindici secondi che ha raggiunto quasi 100mila persone ed è stato visualizzato 21mila volte. Anche per questo, cioè per il grande entusiasmo mediatico che si è creato intorno all’avventura dei Colantuono, l’Unesco è sempre più vicino, anche perché, come ha ‘certificato’ l’Onu al termine della “Terza Conferenza Internazionale per contrastare la desertificazione”, che si è svolta Cancun, in Messico, la pastorizia transumante rappresenta la più efficace forma di allevamento per migliorare la biodiversità del pascolo, ridurre la CO2 e sostenere la conservazione dei grandi spazi naturali non antropizzati. Il Molise, insomma, esporta un modello di allevamento agro-pastorale che rientra perfettamente nei parametri della ‘green economy’ e incarna un esempio di turismo lento che piace tanto alle comunità del Sud Italia e, evidentemente, oltremanica e oltreoceano.


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