Battista lascia ruta per frattura

Page 1

Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 228 giovedì 15 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

giornale saTirico

30.000 copie in omaggio

www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook

L’oscar del giorno a Tommasino iocca

L’accordo passerebbe per la segreteria pd

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Tommasino Iocca. Il chirurgo campobassano oggi in pensione, unitamente a un 'equipe, con coraggio e dedizione è andato anche quest'anno a donare tempo e professionalità ai piú deboli in Etiopia. Non è la prima volta che il professionista parte per i paesi poveri per garantire, seppure in uno spazio ristretto di tempo, interventi chirurgici di qualità. Di questi tempi, non è cosa da poco ed è un bell'esempio che fa guardare con occhi diversi anche un settore spesso nell'occhio del ciclone.

il Tapiro del giorno a Filippo Monaco

Il Tapiro del giorno lo diamo a Filippo Monaco. Il consigliere regionale, nel caso dell'Atm, ha fatto, come si suol dire, il diavolo a quattro chiamando in causa l'assessore Nagni. Sulla questione Sati, invece, il consigliere non ha ritenuto intervenire. Perchè, allora, un peso e due misure? Compito della politica è quello di guardare in faccia la realtà e cercare di trovare risposte e soluzioni ai problemi. E il problema, in questo caso, è proprio la Regione Molise che non paga e quando lo fa paga in ritardo. Per Monaco, tutto questo è giusto?

servizio a pagina 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 15 ottobre 2015

All’improvviso s’è aperto un via vai di direttori, di dirigenti, di funzionari e di dipendenti

Alla Regione Molise è tempo di migrare

Fintanto a Palazzo Vitale non si decidono a definire la riorganizzazione dell’Ente nel suo apparato globale, si corre il rischio di sostituire il nulla col nulla Prima che cedesse alla tentazione di abbandonare anzitempo la direzione dell’Area Quarta della Regione Molise per manifesta assenza d’empatia col Servizio, per disorganizzazione generalizzata e per la difficoltà a realizzare una piattaforma gestionale dei vari Uffici in modo che l’Area Quarta potesse esplicare compiutamente le proprie prerogative, l’ingegnere Rodolfo Cocozza, aveva lasciato agli atti della giunta regionale una lucida proposta di legge di riordino del settore sismico, ritenuto uno dei punti qualificanti dell’attività regionale, essendo il Molise un territorio globalmente a forte rischio terremoto. La legge quantificava in maniera puntuale l’organico necessario allo svolgimento dell’attività tecnica e amministrativa del settore sismico, sollevava i tecnici progettisti da una serie di inutili incombenze e perdite di tempo, e chiamava in causa gli enti locali nella gestione del proprio territorio sotto il profilo della sicurezza sismica. Trattandosi di una legge migliorativa dello stato di fatto, la giunta di Palazzo Vitale s’è guardata bene di farla andare a avanti. Pertanto, il settore sismico è nelle condizioni preesistenti alla direzione di Cocozza, ovvero immerso in una routine stanca e ripetitiva, contrappuntata da larghi

spazi d’ozio e da lunghi tempi morti. Ma chissà come, per quali improvvise esigenze, in prospettiva di quale straordinaria attività istituzionale l’Area Quarta della Regione Molise e, in particolare il Servizio tecnico, sismico e geologico, sono entrati tra le priorità del direttore generale Di Mirco a 6 giorni della sua uscita di scena. Sua infatti la firma in calce alla determinazione che ha approvato l’avviso interno riser-

Desidero segnalare che nell’articolo “Anche nel segno delle donne la regione non cambia registro” pubblicato sul numero di ieri, ci sono dati errati. Innanzitutto i dirigenti Gualano-Smargiassi-Di IorioSalvatore insieme ad altri 20 (non altre donne, però - ndr) sono ormai in pensione dal alcuni mesi e qualcuno anche da qualche anno. Inoltre le strutture a cui si fa riferimento riguardano un’organizzazione amministrativa non più in vigore essendo questa stata modificata con provvedimento di Giunta regionale adottato nel mese di gennaio 2015. Quindi i dirigenti citati non sono neanche più titolari di quelle strutture che in alcuni casi sono state modificate se non addirittura soppresse. Sarebbe opportuno che codesta testata ogni tanto aggiorni le informazioni e non le recuperi da dati di archivio atteso che, notoriamente, l’atto di organizzazione dell’apparato burocratico regionale è ormai da parecchi anni un working in progress e richiede continui aggiornamenti. Luciana Smargiassi (ex dirigente Servizio politiche culturali e molisani nel mondo) ———————

vato al personale dipendente dell’Amministrazione regionale, al personale dipendente delle soppresse Comunità montane e degli enti facenti parte del cosiddetto “Sistema Regione Molise” (ossia gli enti e le aziende, anche autonome, istituiti dalla Regione; gli enti del servizio sanitario regionale e le società regionali) per reperire gente disposta a trasferirsi, in posizione di distacco, presso il Servizio tecnico, sismico e geo-

logico dell’Area Quarta – nelle sedi di Campobasso e d’Isernia. Per il numero di personale di cui dispone e per come funziona, il Servizio in questione si candida ad essere dei più placidi e pacifici del panorama regionale e, mancando una legge ad hoc che ne valorizzi la destinazione e le professionalità, suona molto strano, appare una esagerazione, finanche uno scherzo l’aver allestito un avviso che chiama e sol-

lecita la disponibilità di 2 dipendenti di categoria “D”, con profilo professionale tecnico amministrativo, con laurea in ingegneria; di 2 dipendenti di categoria “D”, con profilo professionale tecnico amministrativo, con laurea in architettura; di 1 dipendente di categoria “D”, con profilo professionale tecnico amministrativo, con laurea in scienze geologiche; di 1 dipendente categoria “D” , con profilo professionale giuridico amministrativo, con laurea in materie giuridiche; di 3 dipendenti di categoria “C”, con profilo professionale tecnico amministrativo con diploma di geometra o laurea in ingegneria, a trasferirsi al Servizio tecnico, sismico e geologico a Campobasso o a Isernia. Tutta questa gente per fare cosa? Per gestire cosa? Per corrispondere a quale esigenza pubblica? Diranno che serve personale che sostituisca coloro che sono andati o che stanno per andare in pensione. Ma fintanto alla Regione gli amministratori non si decidono a definire la riorganizzazione dell’Ente nel suo apparato globale, si corre il rischio di sostituire il nulla col nulla. Dardo

Le donne, e il working in progress della Regione Molise

Proprio così, gentile dottoressa. L’apparato burocratico regionale è ormai da parecchi anni un working in progress. Non si fa in tempo a prendere nota di una proposta di organizzazione che ne segue un’altra.

Ciò è valso a darle parzialmente ragione, visto che con la Gualano, la Di Iorio e la Salvatore ha preso commiato dall’Ente in cui comunque ha avuto non poca incidenza, al pari della pattuglia rosa che, tutt’ora,

connota e contorna il governo regionale. I posti resi vacanti dall’andata in pensione delle titolari, sono stati occupati ancora in parte da donne. Per cui il concetto base che ha retto la motivazione dell’articolo “Anche nel segno delle donne la regione non cambia registro” - non muta affatto di significato. Andare alla ricerca degli incarichi e della cariche che la giunta regionale dal suo insediamento ha distribuito nell’universo femminile (interno ed esterno) di Palazzo Vitale e di Palazzo Moffa intriga parecchio, ma col rischio, come lei ha opportunamente posto in risalto, di non sempre centrare il bersaglio per via della vorticosa attività di adattamento, di accomodamento, di aggiornamento e di favoreggiamento (come può leggere in altra parte del giornale) in cui sono immersi gli amministratori regionali, per un verso, e le strutture direttoriali, per altro verso.


TAaglio lto

3 15 ottobre 2015

Intanto, in maggioranza, a Campobasso, sembra prossimo lo spostamento del sindaco Battista verso l’ala che fa capo al presidente Frattura attraverso il sostegno del segretario regionale del Pd, Micaela Fanelli. Battista lascerebbe il senatore Roberto Ruta per avvicinarsi alle posizioni della Giunta regionale. Come dire: “C’eravamo tanto amati”. Un quadro che sarebbe stato delineato direttamente con il segretario regionale del Pd. Del resto, la Giunta, fatta esclu-

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Battista corre verso Frattura? sione per l’assessore Colagiovanni, sembra tutta legata al carro della Regione. Passaggio questo che porterebbe il sindaco Battista ad affiancare il presidente della Giunta regionale. Un filo diretto con il segretario del Pd, Micaela Fanelli, ripreso più volte e chiuso lungo la linea ferroviaria

per Roma. Sembra, almeno, questo il conducente politico della manovra. E’ chiaro che si è alle prime mosse e qualcuno dovrà, pure, uscire allo scoperto. Sta di fatto, però, che la partita si sposta, ora, sulla scacchiera politica dei posizionamenti.

Ambrosio, Colarusso e Madonna contestano le autorizzazioni a costruire concesse dalla maggioranza

Campobasso, un mattone alla volta

Il capoluogo vive e si sviluppa senza piano regolatrore dal 1968, impossibile programmare con serietà Poche idee e ben confuse. La maggioranza in consiglio comunale, siamo onesti, non sta dando una grande prova di compattezza, unità d’intenti, visione d’insieme, progettualità a lungo termine. Tra qualche estemporaneo successo, spiccano molto di più incongruenze, frizioni, balbettii. L’ultimo esempio si è manifestato durante il consiglio comunale di ieri, durante il quale tre consiglieri di maggioranza, Michele Ambrosio, Elio Madonna e Pasquale Colarusso, hanno esplicitamente criticato le scelte della maggioranza di concedere ulteriori autorizzazioni a costruire in area urbana. E’ chiaro che un settore amministrativamente deregolamentato (Campobasso vive e cresce senza un piano regolatore ormai dal 1968) offre la sponda ideale a qualsiasi tipo di polemica: a quella più motivata, argomentata e razionale; ma anche a quella strumentale, occasionale, dettata dalla contingenza che, in politica, non è mai foriera di buone novità. Da una parte c’è bisogno che un settore come quello delle costruzioni torni a respirare dopo lo strangolamento di

questi anni, dall’altra l’esigenza di dare ai campobassani di domani (perché quelli di ieri e di oggi non l’hanno mai avuta) una città urbanisticamente omogenea, funzionale, rispettosa di volumi, cubature e criteri di modernità e attenta agli sfregi dell’impatto ambientale. E’ quanto mai evidente che contemplare queste due inerzie è affare per un’amministrazione solida, politicamente strutturata e composta da figure di profilo assoluto. Nessuno

si senta offeso se riteniamo, in base all’azione messa in campo in questi mesi, che l’attuale maggioranza difetti in maniera assortita di questi cardini. Hanno, peraltro, avuto gioco facile Ambrosio, Madonna e Colarusso, dato che la tela tessuta ieri a favore di più cemento verrà, con ogni probabilità, sfilata già il 16 ottobre prossimo quando, sempre in consiglio comunale, ci sarà la discussione sulla legge regionale 7/2015 (conosciuta ai più

come Piano Casa) che, dicono i più informati, sarà incentrata nel limitare gli effetti della deregolamentazione in tema di edilizia. In sintesi: più cemento ieri, meno cemento domani. Una politica schizofrenica, dunque. Un cerchiobottismo inconcludente che i tre consiglieri hanno voluto sottolineare in maniera esplicita, salvando sicuramente la faccia, ma minando ancora di più la credibilità di un’amministrazione comunale che

ancora non ha deciso di che vita vuole vivere. C’è poco da fare: il pesce puzza dalla testa. In assenza di un piano regolatore autorevole e condiviso, per resistere alle pressioni di chi vuole costruire e lavorare, di chi vuole conservare l’ambiente sopra ogni cosa, di chi vorrebbe solo le cose fatte per bene e con un minimo di buonsenso, di chi non perde occasione per dare un colpo qui ed uno là, ci vorrebbe una giunta ed una maggioranza con spalle larghe e ben allenate, un governo cittadino forgiato dalla condivisione di vedute e (magari) dalla comune (o quanto meno omogenea) estrazione e formazione culturale, doti queste che nella politica del maggioritario, dei cartelloni elettorali fatti solo per raccogliere un voto in più di quegli altri, appaiono qualità secondarie. Tranne poi ritrovarsi tutti a spicciare milioni di nodi dal pettine della convivenza. La questione pare avere i connotati della grossa, soffiante gatta da pelare. Resteremo attenti ai prossimi giorni e a quante e quali risposte potranno portarci sul futuro del capoluogo, al momento sotto un cielo grig

l’intervento di Vincenzo Musacchio* Il Molise sta agonizzando da anni, vittima di una tossina che inala con regolarità e spesso purtroppo con compiacimento: il clientelismo. Si sta annullando, da circa due decenni, la propria storia e cultura millenaria. Noi molisani stiamo inabissandoci nei fondali più profondi dell’indifferenza e della colpevole complicità. Sono convinto di vivere in una bellissima regione che ha ancora tantissime potenzialità, purtroppo assisto sconcertato alla lenta degenerazione morale della classe dirigente locale (le cronache giudiziarie più recenti confermano il mio assunto). Il Molise - come il resto d’Italia - è pervaso dal clientelismo, dall’incompetenza, dall’arroganza, dalla frode, dalla prevaricazione, dalla corruzione. Molti di questi vocaboli sono sconosciuti ai non italiani: ad esempio il termine “raccomandazione” è assolutamente sconosciuto in quasi tutti i Paesi europei e anglosassoni. In una regione che realmente voglia cambiare è impensabile che il

Il Molise, una terra da salvare sistema del reclutamento del personale, o peggio l’avanzamento di carriera in amministrazioni pubbliche e private, persino nelle carriere para-scolastiche, non sia quello meritocratico o della competenza, ma solo quello di essere figlio di, amico di, oppure di averla data al capo ufficio di turno. Negli ultimi anni personalmente ho visto pubblici amministratori e sindacalisti formare e preparare schiere di raccomandati (parenti e amici) e spargerli in tutti i rivoli delle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e nei consigli di amministrazioni di aziende e società pubbliche e private: li vediamo candidarsi a qualsiasi competizione elettorale e quindi sedere nelle poltrone di comando anche se non eletti. Vediamo gli inetti più incapaci fare i consulenti e non si capisce né di chi, né di cosa. Ormai l’unica selezione meritocratica è quella basata sull’inettitudine: meno capisci più carriera farai. Da un’analisi dei dati regionali, a tutti accessibili, ci sono di-

rigenti di servizio (privi dei titoli oggi ritenuti indispensabili) ai quali personalmente non affiderei un centesimo di euro. La regione si trova ad essere gestita da persone che si genuflettono al nuovo padrone di turno. Essere arrivista, speculatore e contrarre interessi privati e personali con la cosa pubblica è la regola aurea da seguire. A detta della Corte dei Conti molisana (relazione anno giudiziario 2014) corruzione, evasione fiscale e danni erariali sono all’ordine del giorno. Per vari motivi assolutamente legali, si archivia sempre tutto. Anche il sistema industriale fa acqua da tutte le parti: non s’investe più, sono fallite e morte già da anni le principali realtà produttive molisane (Gam, Itierre, Zuccherificio). Un indotto di persone che sulla carta non esiste. L’investimento delle imprese, in tecnologie ed in risorse umane è al minimo, se non del tutto inesistente. La vocazione rurale e lo stretto legame al territorio sono l’unica grande risorsa

del nostro bel Molise, una terra incantevole sotto il profilo paesaggistico e turistico. Abbiamo mare colline e montagne invidiabili con inestimabili tesori artistici ed archeologici, con rocche, castelli e borghi tutti da scoprire ed apprezzare nella loro semplice purezza. L’agricoltura, e le produzioni eno-gastronomiche sono il simbolo della fierezza contadina. Vini tra i migliori al mondo, e piatti che spaziano dai frutti del mare, al pesce d’adriatico, dalle tradizioni contadine, ai piatti raffinati. Nulla manca al Molise sulla carta e nella realtà. Alla nostra amata terra non resta che curare una metastasi diffusa di diversi tumori: corruzione, clientelismo, incapacità, incompetenza ed arroganza. Nonostante tutto sono ancora fiducioso che possiamo farcela traendo la forza dall’animo per reagire dai nostri antenati sanniti. Forza e coraggio! , Direttore della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 15 ottobre 2015

Il Servizio informatico regionale va verso una nuova modalità di erogazione dei servizi

Molise Dati di nuovo in castigo Nella delibera non c’è nessun cenno su quanto costerà aumentare la banda disponibile e l’acquisizione dei servizi di connessione da un differente operatore per i collegamenti intranet della sede della giunta regionale di Via Genova e per la connessione alla rete internet pubblica

Sproloquio tecnico/informatico del direttore del Servizio “Sistemi informativi” della Regione Molise per dimostrare la necessità di cambiare, d’intervenire, e di modificare lo stato delle cose, per andare verso una nuova modalità di erogazione dei servizi informatici - che genericamente viene indicata come “tecnologia cloud” che prevede la distribuzione dei dati e della capacità elaborativa su diversi data center sparsi in tutto il mondo, in modo da minimizzare i rischi di perdita dati (che per questo vengono replicati e costantemente aggiornati su più siti contemporaneamente) e di interruzioni dovute a guasti nei server che a tal fine sono costruiti e connessi in modo da garantire il disaster recovery (il salvataggio di tutti i dati informatici) e la continuità operativa al punto che il passaggio automatico da un computer (server), che si dovesse guastare, ad un altro, non viene nemmeno percepito dall’utente. Sarà poi lo stesso direttore a individuare i servizi informatici che possono essere utilmente erogabili con l’uso di una piattaforma remota. Nonché ad aumentare la larghezza della banda a disposizione, per differenziare e raddoppiare, quanto meno per la sede del governo regionale e per la connessione alla rete internet, gli operatori da cui dipendono le connessioni di rete, in modo da ridurre drasticamente i rischi di black out nelle comunicazioni e - cosa di non poco

conto, anzi di assoluta rilevanza anche politica - ad invitare la Molise Dati ad attenersi alle indicazioni che di volta in volta il direttore vorrà fornirle. Questo resoconto è tratto dal documento istruttorio firmato dal direttore del Servizio “Sistemi informativi” della Regione Molise, che la giunta regionale ha fatto proprio ed approvato. Convinta (la giunta) che la Regione non dispone di sistemi che garantiscono la continuità operativa, e il cosiddetto “disaster recovery” (salvataggio dei dati informatici), né di linee ridondanti di accesso alla rete intranet/internet; tale situazione pone la Regione in una situazione di elevata vulnerabilità dal momento che una interruzione nella fornitura dei servizi informatici (guasti sulle linee o

blocco di apparecchiature di elaborazione) comporterebbe il blocco di ogni attività amministrativa. Da qui è derivata la necessità “assolutamente indispensabile” di garantire la connessione alla rete intranet/internet delle apparecchiature destinate a gestire i software che sono alla base dell’attività amministrativa della Regione, senza interruzioni. Una delle ragioni per cui si deve andare verso l’applicazione della cosiddetta “tecnologia cloud”, ovvero verso una nuova modalità di erogazione dei servizi informatici, il direttore del Servizio ”Sistemi informativi” e la giunta regionale l’hanno fatta risalire all’inattualità della proposta per un sistema di “disaster recovery” elaborato dalla Molise Dati, che prevede l’affiancamento all’attuale data center di altra capacità elaborativa e

di storage, attraverso un sistema che utilizza la “tecnologia cloud”, ma solo in sostituzione dei sistemi presenti nel data center qualora indisponibili. Stando al direttore e alla giunta, sarebbe una soluzione che invece di presentare minori costi nell’erogazione dei servizi derivanti dall’uso della “tecnologia cloud”, determinerebbe notevoli costi aggiuntivi e canoni annuali che andrebbero a sommarsi ai costi di gestione dell’attuale data center (che continuerebbe a non garantire i requisiti di sicurezza di cui alle norme Iso/Iec 27001). Una Molise Dati così va messa in riga, si saranno detti i componenti l’esecutivo regionale, sempre più immersi nell’ottica di un ridimensionamento, di una marginalizzazione, di un sostanziale svuotamento della società in house per la

quale, come abbiamo scritto pochi giorni fa, la strategia regionale prevede un “percorso di trasformazione societaria da Società per azioni a Società consortile per azioni”. Per indorare la pillola, la decisione della giunta regionale di andare verso la “modalità cloud” escluderebbe una radicale modifica delle funzioni fino ad oggi svolte dalla Molise Dati nell’erogazione dei servizi informatici, in quanto verrebbe meno la sola funzione di gestione materiale dell’hardware presente nel data center regionale che, peraltro, in diverse situazioni viene effettuata in outsourcing. La terminologia strettamente specialistica rende inaccessibile al volgo il fine e la ragione per cui il “Sistema informativo” regionale debba andare verso la “modalità cloud” e la Molise doversi mettere in riga e attenersi alle indicazioni che le saranno di volta in volta fornite dal direttore del Servizio “Sistemi Informativi” della Regione Molise. Nella delibera della giunta è detto di tutto, tranne quanto costerà aumentare la banda disponibile e “l’acquisizione dei servizi di connessione da un differente operatore che utilizzi una connessione di proprietà, per la connessione intranet della sede di via Genova 11 a Campobasso e per la connessione alla rete internet pubblica”. Questa è roba di cosa loro.

Dardo

La stridente differenza di comportamento tra Enrico Rossi, presidente della Toscana, e Paolo Frattura, presidente del Molise La differenza tra la capacità del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, di difendere la permanenza delle Poste italiane sul territorio, e quella del presidente del Molise, Paolo Frattura, è sostanziale. Il primo s’è posto alla testa delle istituzioni locali, obbligando il Governo nazionale e le Poste italiane ad un incontro “per trovare una soluzione definitiva che tenga conto delle esigenze di razionalizzazione degli uffici postali ma nello stesso tempo venga incontro anche alle esigenze dei cittadini”; il secondo , da quando è scoppiato il caso, se ne sta con le mani in mano. La statura politica è amministrativa di Rossi è di per sé eloquente in questa sua iniziativa e nel risultato raggiunto; quella del collega Frattura è altrettanto eloquente, ma di segno opposto, cioè per il suo distacco dalla questione, per il suo disinteresse, per il suo altezzoso menefreghismo. Ne viene che la Toscana, probabilmente, ragionando e confrontandosi col Governo nazionale e con le Poste italiane, riuscirà

Le Poste chiudono uffici, riducono i giorni di apertura e gli orari degli sportelli al pubblico, la Toscana ha reagito, il Molise no a tenere in essere una rete territoriale degli uffici tale da soddisfare la necessità di razionalizzare il servizio da parte delle Poste e, contestualmente, di venire incontro alle esigenze dei cittadini. Per il Molise ne viene, invece, che saranno le Poste italiane a determinare il numero degli uffici da mantere in esercizio in base unicamente alle proprie esigenze di razionalizzazione, senza alcuna considerazione delle esigenze dei cittadini molisani. Nel caso della Toscana, la Regione ha espresso appieno la sua autorità istituzionale, facendosi valere col Governo e con le Poste; nel caso del Molise, invece, sono chiari la nullità della classe regionale che lo governa, l’estraneità del governo nazionale alle vicende molisane e, in questo caso, l’utilitarismo

aziendale delle Poste. E’ anche vero che i comuni della Toscana e la Regione, al piano di razionalizzazione delle Poste, hanno reagito ricorrendo al Tar, mentre nel Molise siamo ai soliti lamenti, alle solite dimostrazioni di inefficienza e, se vogliamo, di indifferenza, in attesa che qualcuno ci risolva i problemi. Il Tar della Toscana ha accolto la richiesta di sospensiva della chiusura degli uffici presentata da alcuni Comuni toscani; il Tar del Molise potrebbe fare altrettanto, se interessato. Altro punto di divaricazione tra la Regione Toscana e la Regione Molise sugli uffici postali a rischio di smantellamento e/o di riduzione, è anche nella decisione del presidente Rossi di mettere in discussione le convenzioni in essere. Infatti , in proposito

ha dichiarato: “Se i vertici di Poste vogliono mantenere un canale privilegiato nel lavoro con le amministrazioni pubbliche, sono tenuti ad ascoltare le istanze che i cittadini di tante zone disagiate hanno fatto arrivare loro attraverso la Regione e i Comuni, diversamente, ribadiamo, siamo pronti a mettere a gara i servizi postali”. Di fronte al piano postale che prevede la riduzione degli uffici e, di altri, la riduzione dei giorni e degli orari degli sportelli al pubblico, il presidente della Regione Molise, finora, non ha avuto alcunché da dichiarare. Lui vola alto, sui confini dell’affarismo spinto, in nome del governo regionale che presiede e delle molteplici attività di uomo di mondo.


TAaglio lto

5 15 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Turbinio di nomine, di incarichi, di spostamenti, di trasferimenti, di comissariamenti, di funzioni interinali mai visto prima

Paola Sabatini nominata responsabile del Servizio programmazione della rete ospedaliera pubblica e privata La dematerializzazione della ricetta del Servizio sanitario nazionale (Decreto ministeriale del 2 novembre 2011) e l’appropriatezza clinico – assistenziale, e i nuovi incarichi direttivi, panacea del Piano di rientro dal disavanzo sanitario La necessità di provvedere con immediatezza alla indifferibile copertura del Servizio programmazione della rete ospedaliera pubblica e privata con il conferimento dell’incarico alla dottoressa Paola Sabatini (un nome un destino), e la necessità di un approfondimento del Protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione Molise e l’Asrem il 4 febbraio 2015 relativamente alle questioni connesse all’attuazione del progetto di dematerializzazione della ricetta del Servizio sanitario nazionale (Decreto ministeriale del 2 novembre 2011) e dell’appropriatezza clinico – assistenziale, sono state il perno in cui a sua volta ha ruotato la necessità che questi indifferibili provvedimenti, venissero formalizzati in un accordo aggiuntivo al protocollo d’intesa intercorso tra la Regione Molise e l’Asrem di Campobasso. Stando alla trafelata affermazione del direttore generale per la Salute, Marinella D’Innocenzo, ciò avrebbe corrisposto pienamente alla voluta e

dichiarata collaborazione istituzionale mediante l’utilizzo coordinato di risorse umane e di competenze, e lo scambio e la condivisione delle conoscenze, frutto della comune volontà di creare una fertile sinergia e la dichiarata intenzione di centrare gli obiettivi posti dal Piano di rientro

CAMPOBASSO. Sul tema della costituzione dell’EGAM (ente di governo dell’ambito del Molise) per la gestione dell’acqua, la CGIL del Molise esprime perplessità e nutre forti dubbi . Come denunciato da tanti amministratori e dal forum per l’acqua pubblica Molise, tutto questo potrebbe essere l’anticamera della privatizzazione del servizio idrico integrato in Molise. In particolare, senza voler entrare nel dibattito politico in corso sull’opportunità o meno di dare ad unico soggetto la gestione del servizio idrico oggi in capo ai Comuni, riteniamo indispensabile puntualizzare e ribadire alcuni punti fondamentali per continuare a definire l’acqua un bene pubblico. In particolare, ciò che viene contemplato all’interno del disciplinare di organizzazione del costituendo ente EGAM sul tema dei costi di gestione, non è ammissibile . Non possono essere scaricati sulle tariffe di consumo anche le spese di funzionamento dell’EGAM stesso che si decide di costituire nonostante esistono altre strutture che già oggi svolgono compiti analoghi in ambito idrico regionale. La CGIL è fortemente preoccupata per una possibile privatizzazione del servizio idrico regionale. Non basta dichiarare che l’acqua è un bene pubblico, va precisato e scritto anche che la gestione del medesimo bene pubblico sia in capo ad una struttura interamente pubblica , sia che si scelga un modello con un unico ente ge-

dal disavanzo sanitario, tra cui, appunto la dematerializzazione della ricetta del Servizio sanitario nazionale e l’appropriatezza clinico – assistenziale. L’urgenza, l’indifferibilità, la determinazione immediatamente assunta di porre la Sabatini alla testa del Servizio pro-

grammazione della rete ospedaliera pubblica e privata sono valse a formalizzare un apposito accordo aggiuntivo, una sorta speciale di consacrazione di ciò che tutto sommato non è altro che un provvedimento come tanti altri in cui i direttori generali e la giunta regionale si sono dilettati, e si dilettano, a nominare, a incaricare, ad integrare i protocolli d’intesa, sempre con l’intenzione di raggiungere obiettivi programmatici, di migliorare (in questo caso) la Sanità dai suoi guai. Ne avessero azzeccato uno, che sia uno, di quegli obiettivi. E nonostante la pomposità con cui Regione e Asrem hanno accolto con immediatezza e indifferibilità l’invito della D’Innocenzo, abbiamo seri dubbi che l’accordo aggiuntivo aggiunga veramente qualcosa di determinante alla situazione fallimentare della Sanità molisana. Lo stiamo scrivendo fino alla nausea che alla Regione Molise è in atto un turbinio di nomine, di incarichi, di sposta-

menti, di trasferimenti, di comissariamenti, di funzioni interinali mai visto prima che non hanno condotto e non conducono a nulla. L’incarico alla Sabatini ha preteso addirittura l’aggiornamento di un protocollo d’intesa di cui nessuno s’era mai accorto prima della sua esistenza, tanto impercettibili sul piano pratico e concreto paiono, e sono, i presunti obiettivi che si vogliono raggiungere attraverso forme di sinergia istituzionale e o altre facezie del genere. Infatti, non risulta da nessuna parte che la collaborazione istituzionale tra l’Asrem e la Regione abbia fatto registrare un calo del disavanzo del Piano di rientro o abbia migliorato l’assistenza sanitaria ai molisani. Dovremmo pertanto credere che con la Sabatini incaricata di gestire il Servizio programmazione della rete ospedaliera pubblica e privata, il miracolo sarebbe a portata di mano. Anzi, di nomina. Dardo

Ente idrico molisano, troppe perplessità

store regionale, sia che si mantenga la gestione in capo ai Sindaci. Ancora oggi è troppo elevato il differenziale tra l’acqua che si consuma e quella che viene erogata, esiste un evidente problema di inefficienza delle reti idriche, servono quindi inve-

stimenti pubblici per migliorare e ammodernare il sistema idrico. Tali investimenti non devono gravare sul costo dell’acqua, vanno reperite risorse nell’ambito dei finanziamenti europei , nazionali, regionali e comunali a valere sulle infrastrutture, serve quindi una pro-

grammazione ed un impegno delle istituzioni .E’ troppo facile scaricare sui cittadini le inefficienze e la mancanza di progettualità altrui. Se non ponderato correttamente, l’altro rischio risiede nell’aumentare il costo per metro cubo di acqua. Il livellamento delle tariffe non può avvenire semplicemente nella logica del recupero integrale di tutti i costi anche quelli impropri . Per sua natura, l’acqua è un bene essenziale per LA VITA degli esseri viventi, va evitata l’idea che essa possa diventare una merce comune assoggettata alla logica del profitto. Il suo costo dovrebbe essere puramente un contributo che i cittadini erogano per salvaguardare e migliorare la qualità stessa delle fonti idriche. Ricordiamo infine, che con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 da noi fortemente sostenuti, furono abrogate alcune norme emanate dal Governo Berlusconi in materia di privatizzazione e profitti sull’acqua pubblica. In maniera chiara ed inequivocabile si sancì la non possibilità di privatizzazione dell’acqua, così come la non possibilità di ottenere dalla stessa profitti, utili, dividendi o remunerazione dei capitali investiti.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

6

Campobasso

15 ottobre 2015

Visite ginecologiche gratis alla Cattolica Domani sarà possibile prenotare il controllo per le patologie femminili CAMPOBASSO. La Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” ha aderito all’iniziativa promossa da Onda (Osservatorio sulla Salute della Donna) “Civil Society Participant di Expo 2015”. Il mese di ottobre è stato dedicato alla sensibilizzazione e alla prevenzione delle principali patologie femminili collegate direttamente o indirettamente alla sfera alimentare, tema dell’Esposizione Universale. L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio di molteplici Società Scientifiche, ha coinvolto gli ospedali a “misura di donna” presenti sul territorio nazionale, che offriranno gratuitamente alla popolazione femminile nel corso del mese di ottobre servizi clinici, diagnostici e informativi. Alla Fondazione “Giovanni Paolo II” venerdì 16 ottobre si svolgeranno gratuitamente consulti e visite ginecologiche per il dolore pelvico cronico. E’ necessario prenotare i giorni 14 e 15 ottobre al numero 0874.312.300 dalle ore 14.30 alle 17.30. Si effettueranno solo visite programmate e prenotate fino al raggiungimento del numero definito. Dal 2007 Onda premia con l’assegnazione dei Bollini Rosa, gli ospedali italiani che offrono servizi

dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili, riservando particolare attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza rosa. La “Cattolica” di Campobasso è stata riconosciuta “Ospedale a Misura di Donna” sin

dalla prima edizione del concorso. “Le buone scelte alimentari insieme ad una regolare attività fisica, contribuiscono a prevenire il rischio di sviluppare gravi patologie, come l’ipertensione arteriosa, malattie cardiache e anche alcuni tipi di tumore”

si legge nel documento elaborato dall’Osservatorio. Proprio per questo motivo, nell’anno di EXPO 2015, Onda ha deciso di dedicare il mese di ottobre all’alimentazione e ai disturbi ad essa correlati. Un intero mese in cui gli ospedali con i

Bollini Rosa, come la Fondazione “Giovanni Paolo II” accompagneranno le donne nelle scelte alimentari più opportune per la loro salute. E’ ormai risaputo che la salute si conquista e si conserva prima di tutto a tavola. Un’alimentazione sana ed equilibrata mantiene attivi e dinamici lungo l’arco della nostra vita, aiutandoci a contrastare gli inevitabili effetti dell’invecchiamento e l’insorgere di moltissime condizioni patologiche. Non vi è dubbio che la situazione alimentare dei Paesi economicamente più evoluti sia migliorata negli anni ma, paradossalmente, il benessere ha generato nuovi problemi legati all’eccesso di calorie e alla qualità raffinata dei cibi: basti pensare a malattie come diabete e obesità, che sono diventate una vera e propria emergenza sociale. Del resto le italiane ritengono che l’alimentazione possa prevenire (90%) e addirittura anche curare (80%) talune patologie e, pur dichiarandosi soddisfatte del loro stile alimentare, nel 40% dei casi vorrebbero migliorarlo. (90%) e addirittura anche curare (80%) talune patologie e, pur dichiarandosi soddisfatte del loro stile alimentare, nel 40% dei casi vorrebbero migliorarlo.

Viola il divieto di avvicinamento alla casa paterna Un trentenne denunciato dai carabinieri CAMPOBASSO –I militari del N.O.R.M. della locale Compagnia Carabinieri, intervenuti su richiestadi intervento pervenuta al 112 si sono recati in Via Garibaldi di questo centro,dove hanno sorpreso F.A. (queste le iniziali) poco più che trentenne, già conosciuto alle forze dell’ordine, mentre prendeva a calci la porta dell’abitazione del padre, nell’intento di entrare,nonostante fosse destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinamento emesso dal Tribunale. All’atto del controllo emergeva altresì che sul giovane gravava un provvedimento di divieto di dimora nel Comune di Campobasso, motivo per il quale veniva invitato a salire sulla autovettura per essere accompagnato in caserma per i successivi accertamenti. Verificata la violazione dei due provvedimenti emessi dall’A.G. l’uomo è stato deferito in stato di libertà.

Studente dell’Ipia premiato a Roma Paolo Morgante inserito nell’Albo nazionale delle Eccellenze CAMPOBASSO. Domani a Roma, in Senato, il MIUR premierà la scuola molisana, inserendo lo studente Paolo Morgante nell’ALBO NAZIONALE DELLE ECCELLENZE riservato agli studenti delle scuole superiori che hanno ottenuto risultati di alto livello in competizioni di qualificata valenza formativa e scientifica. Questo prestigioso riconoscimento segue la

vittoria che l’Istituto ha conseguito nel Concorso Nazionale “Green technologies award 2015”, organizzato dalla Schneider Electric s.p.a e patrocinato dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, tenutosi lo scorso maggio a Stezzano (Bergamo). Gli studenti dell’IPIA hanno conquistato il primo posto nella categoria “efficienza

energetica nel settore terziario” con il progetto EMMENERGY”, che è stato, poi, applicato e realizzato in uno dei punti vendita del Gruppo Commerciale di intimo e casa “Emmegross”. Un esempio, questo, di come la scuola si può aprire alle attività produttive non solo per imparare attraverso stages, ma anche per proporre idee e innovazioni e quando

questo circolo virtuoso si realizza vuol dire che si sta procedendo nella direzione giusta. Il concorso aveva la finalità di valorizzare i migliori progetti sull’Efficienza Energetica e l’utilizzo di Energie Rinnovabili . L’albo delle Eccellenze per L’IPIA potremmo dire, parafrasando, premia l’Efficienza didattica per il miglior utilizzo di Energie giovanili.


Campobasso

7 15 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Due pregiudicati arrestati per furto Operazione della Polizia Stradale e delle Volanti a Campobasso CAMPOBASSO. La Polizia di Stato di Campobasso, in un’operazione che ha visto operare – congiuntamente - personale della Sezione Polizia Stradale e della Squadra Volanti, ha tratto in arresto

due pregiudicati dell’hinterland foggiano e ha denunciato a piede libero una minore, complice dei predetti. Verso le ore 10.00 un agente della Polizia Stradale riceveva sul proprio telefono una segnalazione di furto

che si stava consumando all’interno di un esercizio commerciale del capoluogo. Immediatamente veniva inviato personale sul posto e, con l’ausilio di un equipaggio della Squadra Volanti, si provvedeva a

bloccare tutte le possibili vie di fuga dal centro cittadino, riuscendo - in tal modo - a bloccare i malviventi che si stavano allontanavano con la refurtiva a bordo di un’utilitaria. A seguito delle perquisizioni eseguite

veniva rinvenuta merce di vario genere per un valore commerciale di circa 700 €, nonché diverse borse schermate utilizzate per eludere i sistemi antitaccheggio presenti all’interno dell’esercizio commerciale.

Oli usati, raccolti 555 tonnellate A Campobasso si è chiuso l’appuntamento con la campagna educativa, Circoliamo CAMPOBASSO. 555 tonnellate di oli lubrificanti usati raccolte nella Provincia di Campobasso nel 2014, su un totale di 665 tonnellate recuperate nella Regione Molise. Sono i dati resi noti dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati nella conferenza stampa che si è tenuta nell’ambito di CircOLIamo, la campagna educativa itinerante che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni locali sul corretto smaltimento dei lubrificanti usati. Questa mattina i ragazzi delle scuole hanno visitato il villaggio CircOLIamo partecipando agli educational loro dedicati e sfidandosi a “Green League”, il progetto che prevede un sistema di giochi online finalizzati all’educazione ambientale. Presente in prima linea il sindaco di Campobasso, Antonio Battista: “non abbiamo la raccolta per il ‘fai da te’ ma presto ci organizzeremo. Stiamo rinnovando il C.D.A. della società S.E.A. e quello della raccolta differenziata sarà uno dei temi da trattare col nuovo consiglio d’amministrazione”. Il Coou si è impegnato a donare un contenitore una

volta firmato il protocollo. Nel 2014 il Consorzio – che coordina l’attività di 72 aziende private di raccolta e di 5 impianti di rigenerazione – ha raccolto in tutta Italia 167.000 tonnellate di olio lubrificante usato, il 98% del totale raccoglibile. “I

risultati sono soddisfacenti – ha spiegato Franco Barbetti, direttore Tecnico Operativo del COOU – ma il nostro obiettivo resta quello di raccoglierne il 100%”. Per questo motivo il Consorzio ha ideato la campagna educativa itinerante CircOLIamo, che in due anni toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani; una campagna a zero emissioni, perché la quantità di CO2 generata sarà compensata attraverso interventi di forestazione in grado di assorbire la CO2 immessa in atmosfera. “La piccola parte che sfugge ancora alla rac-

colta – ha continuato Barbetti – si concentra soprattutto nel ‘fai da te’: per intercettarla abbiamo bisogno del supporto dalle amministrazioni locali per una sempre maggiore diffusione di isole ecologiche adibite anche al conferimento degli oli lubrificanti usati”. Attivo dal 1984, il COOU ha contribuito con il proprio lavoro a ridurre in misura significativa non solo l’inquinamento ambientale, ma anche i consumi di acqua, materia e suolo. L’effetto positivo sul consumo di acqua (water footprint) ha portato a un risparmio netto cumulato di 2,3 miliardi di m3 di oro blu; trent’anni di recupero degli oli usati hanno consentito inoltre di evitare il consumo di 6,4 milioni di tonnellate di materia prima vergine (material footprint), mentre dall’analisi di carbon footprint del sistema emerge un risparmio netto cumulato di emissioni climalteranti di 1,1 milioni di tonnellate di CO2 equivalente; grazie al riciclo degli oli come basi lubrificanti rigenerate sostitutive di basi lubrificanti vergini, è stato risparmiato il consumo di 7.306 ettari di suolo (land footprint).

Frosolone, il sindaco devolve il suo stipendio Giovanni Cardegna ha indirizzato il suo gettone per scopi pubblici e aiuto alle persone FROSOLONE. Il sindaco di Frosolone Giovanni Cardegna ha deciso di rinunciare alla propria indennità annua per destinarla a scopi pubblici o per aiutare persone in difficoltà, visti anche i problemi di liquidità che spesso i Comuni si trovano ad affrontare.

Con la delibera n. 126 del 5 ottobre il primo cittadino autorizza il Comune di Frosolone a ripartire i 20mila euro lordi che dovrebbero spettargli fra alcune voci precise: prima fra tutti quella che riguarda l’acquisto di un defibrillatore da donare alla Scuola ‘G.A. Co-

lozza’, così da garantire un importantissimo strumento di soccorso e pronto intervento in una struttura pubblica. I soldi a cui rinuncia il sindaco saranno destinati anche alla redazione di un nuovo piano di Protezione Civile, all’acquisto di voucher e alte forme di sup-

porto per le persone in condizioni di disagio economico, iniziative culturali per un importo di 3mila euro e progetti di studio per la valorizzazione, lo sviluppo turistico e la salvaguardia della montagna per un importo di circa 5mila euro.

Stage Formativo in Tecniche avanzate di miglioramento cognitivo presso il Centro Diurno di Campobasso Si sta svolgendo presso il Centro Diurno di Campobasso un corso di Formazione su un approccio avanzato di Terapia di Riabilitazione Cognitiva per persone affette da schizofrenia. Il corso è tenuta dall’esperta, psicologa, dr.ssa Laurea Bernabei del Policlinico Umberto I di Roma e dottoranda di ricerca presso l’Università “La Sapienza” di Roma,

con stage formativi periodici presso il centro specialistico di Heidelberg (Germania). Il corso, della durata di due giorni, è rivolto a 20 operatori del DSM di Campobasso con qualifica di psicologo, tecnico della riabilitazione psicosociale, infermiere e operatore del Centro Diurno e delle Strutture Residenziali. I partecipanti alla fine del corso avranno imparato l’uti-

lizzo di un software denominato “CogPACK”, efficace come strumento per l’addestramento cognitivo delle compromissioni presenti nella schizofrenia. Con tale formazione gli operatori avranno un ulteriore strumentario per l’approccio ad un disturbo molto complesso, che si integra con altri interventi similari già in uso presso il Centro Diurno e gli

altri servizi del DSM focalizzati proprio a migliorare le funzioni cognitive. Va infatti sottolineato che presso questi servizi, pochi anni fa si è svolta una importante ricerca i cui risultati sono stati pubblicati a livello internazionale e sono stati già oggetto di metanalisi, cioè di importanti revisioni critiche sistematiche della letteratura scientifica.





11

Isernia

15 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Paura per sette scolari rimasti intrappolati in un sottopassaggio A Macchia d’Isernia pronto intervento dei Vigili del fuoco che li hanno posto in salvo MACCHIA D’ISERNIA. A Macchia d’Isernia sette bambini sono stati tratti in salvo dai vigili del fuoco dopo essere restati intrappolati, a causa delle forti piogge, in un sottopassaggio a bordo dello scuolabus dove viaggiavano. Per portare in salvo i piccoli, con livello dell’acqua crescente, sono entrati in azione i SAF Fluviali. In particolare, verso le ore 7.45, l’operatore della Sala Operativa del 113, riceveva una concitata richiesta di aiuto da parte dell’autista di uno scuolabus che stava trasportando otto bambini a scuola e che era rimasto bloccato con il mezzo in un sottopasso stradale di Macchia d’Isernia, la cui sede stradale, si stava allagando in modo sempre più preoccupante. Il livello dell’acqua, in-

fatti, aveva già raggiunto circa 150 cm infiltrandosi all’interno dell’abitacolo. La comunicazione, però, giungeva di-

sturbata sia a causa delle condizioni meteorologiche che dagli strilli dei bambini che si udivano in sottofondo

tant’è vero che l’autista , molto agitato, non riusciva ad indicare l’ubicazione esatta.

Immediatamente, pertanto, alla richiesta veniva data la massima priorità di intervento e sul posto venivano dirottare alcune pattuglie della Volante, della Polizia Stradale e dei i Vigili del Fuoco. Gli immediati soccorsi consentivano di individuare lo scuolabus ed a portare in salvo tutti i bambini e l’autista. Successivamente, alle ore 8.45, giungeva una analoga richiesta di aiuto da parte di un cittadino che, con la sua auto, era finito in un torrente tra Macchia d’Isernia e la località Fragnete. Anche in questo caso, il tempestivo invio di personale della Polizia di Stato e dei Vigili del fuoco, permetteva di mettere in salvo i due occupanti.

Isernia si interroga sul futuro Confronto aperto domani tra diverse componenti politiche sulla situazione in essere ISERNIA I paventati tagli dei presidi statali e il recente commissariamento del Comune: una situazione più che mai di incertezza, quella vissuta in questo periodo storico-politico dalla comunità isernina, già messa a dura prova da una crisi economica che sembra non voler mai finire. Quale, allora, il destino della città? Da quali temi ripartire per restituire un futuro ai giovani di Isernia, sempre più costretti a emigrare fuori regione? Parte da questi interrogativi l’idea dell’incontro-dibattito “Isernia senza guida, tra tagli statali e faide politiche: quale futuro?”, promosso dalle associazioni culturali “Francesco Casale” e “Le Cose”, in programma venerdì 16 ottobre.

L’evento avrà inizio alle ore 18 e sarà ospitato presso la Galleria Cent8anta in Corso Marcelli 180. Interverranno gli ex consiglieri comunali Ovidio Bontempo, Sonia De Toma, Ilario Di Placido, Eugenio Kniahynicki e Sergio Sardelli e l’ex assessore comunale Cosmo Galasso. I lavori saranno moderati dal giornalista Pasquale Bartolomeo. Spazio anche agli interventi del pubblico che avrà la possibilità di interagire con gli esponenti della vita politica cittadina per un incontro che si spera possa essere utile e costruttivo. Un piccolo contributo, un punto di partenza per provare a disegnare un’idea di futuro per il capoluogo pentro. «Sarà il primo confronto diretto tra ex ammi-

nistratori e cittadinanza, dal giorno dell’ultimo consiglio comunale di Isernia – il commento di Valentina Ciarlante, presidente dell’associazione Francesco Casale -. L’obiettivo è quello di sciogliere quei dubbi che molte persone si pongono ancora oggi, sentendosi abbandonate dalle istituzioni. Sono stati gli stessi cittadini a trasmetterci questo stato d’animo, da qui la spinta maggiore a promuovere momenti di riflessione, incentrati sullo scambio di idee, che ci permettano di approfondire i temi che popolano l’attualità. Abbiamo in cantiere diversi dibattiti che, nel prossimo inverno, vedranno arrivare a Isernia volti noti del giornalismo e del mondo della cultura, così come già accaduto il 26

settembre 2013 e il 29 luglio 2014 e 2015. La novità è che cureremo l’organizzazione insieme all’associazione Le Cose. La sinergia e la comunione di intenti che stiamo alimentando giorno dopo giorno con il presidente Donato Giannini ci porteranno, da qui ai prossimi mesi, a intraprendere nuove sfide». «È il chiaro esempio di come le associazioni possano collaborare – le parole di Donato Giannini, presidente dell’associazione Le Cose -. Abbiamo a disposizione uno spazio multifunzione, infatti, l’incontro sarà all’interno della mostra “Fuoco, Terra forma” degli artisti termolesi Michele Carafa e Sara Pellegrini. Ora sono il pubblico e la cittadinanza a dover rispondere».

Il dente di Isernia, reperto più antico La scoperta è stata d’interesse della rivista americana Plos One ISERNIA. La scoperta di un dente nel sito di Isernia La Pineta (Molise), ad oggi il reperto umano più antico in Italia, è stata pubblicata sulla rivista americana internazionale PLOS ONE. La ricerca è stata coordinata dal Prof. Carlo Peretto dell’Università degli Studi di Ferrara (Dipartimento di Studi Umanistici, Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche) in collaborazione con prestigiose università e istituti di ricerca nazionali e internazionali e grazie anche al contributo di due archeologi molisani, Giuseppe Lembo e Brunella Muttillo. Si tratta di un ritrovamento eccezionale che aggiunge preziose informazioni allo scarso record fossile umano noto in Europa, consentendo di far luce sulla variabilità del genere Homo durante il Pleistocene medio. Il dente deciduo (identificato con la sigla IS42) è stato scoperto nel 2014 in un livello archeologico che, sulla base delle più recenti datazioni 40Ar/39Ar, è datato a circa 580 mila anni (stadio isotopico 15). Il reperto, un incisivo

mascellare di un bambino di circa 5-7 anni, è stato attribuito a Homo sp. e probabilmente potrebbe essere attribuito a Homo heidelbergensis che in quel periodo aveva popolato il continente europeo. Il dente rappresenta un’ulteriore prova della presenza dell’uomo in uno dei siti preistorici più importanti in Europa, ampiamente noto per la ricchezza dei resti litici e paleontologici distribuiti all’interno di quattro differenti archeosuperfici. Il sito preistorico di Isernia La Pineta, dopo circa 40 anni di ricerche continue e sistematiche, coordinate dall’Università degli Studi di Ferrara, continua a fornire risultati interessanti per comprendere la vita dei nostri predecessori e per ricostruire l’ambiente in cui vivevano.


12

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

15 ottobre 2015

Traghetto contro gli scogli, si indaga Una manovra forse sbagliata da parte del comandante la causa dell’incidente TERMOLI. Sarà il comandante del traghetto a spiegare quello che è accaduto quando, secondo una prima ricostruzione, momenti di paura si sarebbero vissuti in porto a Termoli dove uno degli scafi che tutti i giorni fa la spola tra le Isole Tremiti e Ter-

moli avrebbe ‘sbattuto’ contro alcuni scogli mentre stava concludendo le manovre di rientro in porto. Le cause dell’incidente ad ora sarebbero ancora in corso di accertamento grazie all’impegno dei militari della Capitaneria di Porto di

Termoli che, coordinati dal comandante Antonio Nasti, sono tuttora impiegati nell’intento di far luce sull’accaduto. Dalle informazioni che ad ora trapelano, nel merito di una indagine che sta procedendo nel massimo riserbo,

pare che lo scafo stesse rientrando in porto quando avrebbe toccato alcuni scogli. Non è chiaro se, al momento dell’episodio, vi fossero o meno dei passeggeri a bordo. Ad ogni modo non ci sarebbero stati

dei danni rilevanti allo scafo che avrebbe ugualmente completato le manovre in corso. Sul caso la Capitaneria ha aperto un fascicolo di indagine allo scopo di accertare le cause e la dinamica dell’incidente

“I Referendum vanno fatti” Il Comitato continua a ribadire la scelta mentre l’argomento approda in Consiglio comunale TERMOLI. Dopo tre mesi di discussione, la questione dei referendum comunali approderà in consiglio e sarà il primo punto all’ordine del giorno il prossimo 15 ottobre. Per questo motivo, i Comitati referendari (Partecipa Termoli e Termoli Decide) hanno convocato la stampa per realizzare un appello alla cittadinanza dopo che, nei giorni scorsi, avevano protocollato e inviato al Comune e in Prefettura una lettera di diffida al sindaco e alla maggioranza per non aver istituito la commissione per il referendum. A invitare la cittadinanza provvede Giulio Botteri, membro Comitati Referendari e attivista del Movimento 5 stelle che afferma: “L’appello che faccio alla cittadinanza è di recarsi, il 15 ottobre alle 18, in sala consiliare per tornare a vestire i panni del cittadino attivo, abbandonando così finalmente i meri panni dell’elettore passivo che ogni cinque anni viene chiamato a ratificare un programma o una persona (perché molte volte il programma non viene letto) e poi sparisce. Questo è un problema grave perché poi ci ritroviamo a gestire problematiche come quella del tunnel dove molte persone, incluso

il Partito Democratico, si è trovato spiazzato e disorientato da questa scelta. Oggi c’è la possibilità di tornare attivi, di vestire i panni della partecipazione e di far sentire la propria voce; per questo motivo si rinnova l’appello di partecipare in una massa cosciente e non rumorosa ai tanti cittadini attenti e desiderosi di riconquistare un posto da protagonista nella storia della propria città e dell’amministrazione del proprio Comune”. Un appello accorato che nasce da uno sfondo non proprio idilliaco perché ci sarebbe quella che i membri dei comitati definiscono una grave lacuna istituzionale, da cercare proprio nella mancanza di una commissione referendaria che il Sindaco Sbrocca avrebbe dovuto nominare dacché insediato. In questo contesto si muove il dubbio della presunta mancata democrazia all’interno dell’amministrazione per un confronto con la cittadinanza sull’opportunità o meno di realizzare opere che, in un modo o nell’altro, la coinvolgo. I referendum, ricordiamo, trattano delle sorti del cinema Adriatico, del tunnel e del raddoppio ferroviario. Eppure i dubbi nel

pre-consiglio sono già nelle menti degli attivisti: “finalmente – afferma Valerio Fontana, portavoce dei Comitati Referendari, il Consiglio dopo tre mesi può ovviare a questa lacuna istituzionale che è l’assenza della commissione per il referendum. Questo, in-

fatti, è un organo centrale per tutto lo svolgimento dell’iter, pur tuttavia, questa commissione non verrà nominata il 15 perché è già pronto un emendamento della maggioranza finalizzato a dilatare i tempi in maniera indefinita.

Larino, riapre l’Agenzia delle entrate Ha preso il via lo sportello in rapporto con il Comune LARINO. È stato sottoscritto stamane il protocollo d’intesa tra l’Agenzia delle Entrate e il Comune di Larino grazie al quale ha preso il via l’attività dello Sportello decentrato per gli atti giudiziari che andrà a colmare il vuoto creatosi nel luglio del 2013 quando è stato chiuso l’Ufficio Territoriale di Larino. “Abbiamo tutto l’interesse a fornire sempre maggiori servizi alla popolazione e quindi, in accordo con l’attività dei Comuni, abbiamo aperto questo sportello che ha avuto un po’ di vicende tormentate”. Attività che si baserà inizialmente sugli atti giudiziari “perché è connessa con quella del tribunale che sta assumendo le competenze di Termoli e sta avendo una maggiore rilevanza. Stiamo lavorando – ha continuato la Alifuoco – anche dal punto di vista fiscale perché è in atto il processo della voluntary che richiede una stretta collaborazione tra gli apparati statali quindi da un lato l’Agenzia delle Entrate e dall’altro lato le Procure della Repubblica ma il tribunale di Larino è quello che ancora non ha

stipulato la convenzione con l’Agenzia delle Entrate mentre Isernia e Campobasso hanno già stipulato le convenzioni. Per quello che riguarda il Comune dobbiamo dare la possibilità di ca-

pire come funziona e con la popolazione che possibilità ci sono di ampliare i servizi. Sicuramente fino a fine anno non possiamo come Agenzia delle Entrate offrire ulteriori servizi. La direzione re-

gionale del Molise si avvaleva per usufruire dell’attività lavorativa di persone dai 30 anni in su attraverso la mobilità compartimentale ma da quest’anno purtroppo questo istituto non è stato possibile utilizzarlo

e questo ci creerà dei disagi e quindi l’offerta dei servizi è legata alla disponibilità di personale recuperando delle persone dall’ufficio di Termoli quindi tutta la popolazione di Larino dipende dalla gestione di Campobasso e il riferimento più vicino è Termoli. Appena avrò la possibilità di ampliare l’offerta dei servizi lo farò sicuramente”. Soddisfazione piena sia per il sindaco Notarangelo che per l’assessore Palmieri che hanno anche tenuto a evidenziare non solo la soddisfazione per quanto realizzato, ma anche anticipato una prossima inaugurazione. Per Palmieri si tratta di un risultato “cercato, voluto e ottenuto abbiamo ridato un servizio ai cittadini di Larino e al tribunale l’abbiamo ubicato in una zona nevralgica come quella del centro storico e anche questo discorso va nell’ottica della riqualificazione del centro storico ridando dei servizi. Noi agiamo in controtendenza e invece che chiudere apriamo”.


13

Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

15 ottobre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Gtm, mezzi tutti fermi E’ riuscito lo sciopero indetto dai sindacati per il mancato pagamento delle spettanze TERMOLI. Sciopero di 8 ore, in realtà ridottesi a 7, visto che la prima, dalle 15 alle 16 era nella cosiddetta fascia di garanzia, per i dipendenti della Filt-Cgil in servizio sulle linee urbane della Gtm a Termoli. Seconda astensione dal lavoro con presidio dal 30 settembre scorso (la prima di 4 ore) e potrebbe essercene una terza, di 24 ore, qualora la situazione non si andrà a smuovere.

Cosa chiedono sindacalisti e dipendenti? Innanzitutto la possibilità di vivere, anzi, di sopravvivere, poiché avanzano quasi quattro mesi di stipendi e anche la certezza per il futuro. Altrimenti a loro dire, meglio la mobilità, almeno sono garantiti l’assegno alimentare e la non beffa di sostenere a spese delle famiglie il trasporto locale. Il segretario generale molisano Giorgio Simonetti ha sferzato la classe politica locale, chiedendo se

gli amministratori sono di questa città o risiedono tra Veneto e Piemonte. Per Cristino Lepore, invece, “meglio fare la domanda per essere un profugo, siamo rifugiati politici”. Adesione al 100% per gli iscritti alla sigla cigiellina, mentre degli altri solo due le linee attive, la 1/ e la 15 che funge da navetta tra Terminal bus e ospedale San Timoteo piove, oltretutto. Quindi utenti disagiati e bagnati.

Trivelle, la mobilitazione continua Non si ferma la mobilitazione contro gli interessi delle multinazionali in mare TERMOLI. “Due terzi del Molise sono interessati da richieste o permessi di trivellazioni. Lo stesso vale per quasi tutto il mare davanti alle nostre coste”. E’ questa la denuncia del Coordinamento “Trivelle zero Molise” che ha organizzato per sabato 24, con inizio alle 18 presso la Galleria Civica di Termoli, un convegno sulle trivellazioni in mare. “Ma chi decide sul futuro nostro e delle prossime generazioni?”, è la domanda che si è posto il coordinamento molisano. “Con lo “sblocca-Italia/sporca-Italia” – si legge in una nota stampa – il governo rende le trivellazioni petrolifere opere di interesse strategico nazionale: gli interessi dei petrolieri diventano così più importanti delle nostre produzioni agricole, della pesca, della

pianificazione urbana, del turismo sulla costa e nell’interno. A noi restano i danni alla salute, all’ambiente, e all’economia. Alle multinazionali i profitti. Come popolazioni dei territori interessati da questi progetti dobbiamo informarci, indignarci e organizzarci. Nell’incontro si esporranno i rischi che corre il Molise a causa delle trivellazioni, e si parlerà dei tanti altri movimenti che in Italia stanno lottando contro la devastazione e il saccheggio dei territori. L’assemblea sarà un’occasione per incontrarsi tra tutte le persone interessate al territorio e alla democrazia, per riprendere finalmente parola sulle nostre vite. L’obiettivo – conclude la nota – è quello di mettere insieme le energie per diffondere le informazioni e costruire una campagna ampia e forte nel nostro territorio”.

Agosto, boom di turisti A Termoli positivi i rdati anche se a venire meno sono stati, in parte, gli stranieri TERMOLI. Nessun exploit turistico nel mese di agosto, ma i dati si confermano nel complesso ancora in leggero aumento. Le statistiche sono state diffuse oggi dall’Azienda autonoma di soggiorno e turismo, l’ente di piazza Bega che oltre a offrire un punto informativo aperto tutto l’anno – a volte questo particolare sfugge – raccoglie le schede di tutti gli operatori della ricettività termolese. Due i fattori che oggettivamente hanno impedito una crescita più alta che lo 0,4% mietuto nel mese principale delle vacanze estive: la prima è che difficilmente ad agosto, anno dopo anno, si hanno dei vuoti e quindi la saturazione dei posti letto a disposizione non lascia spazi ad incrementi particolari.

Inoltre, dopo settimane torride e cielo terso, proprio agosto ha avuto qualche stop imposto dal maltempo. Ma ripetiamo, il segno, il saldo è positivo e si spiega con una tendenza da non sottovalutare, quella dell’aumento della permanenza media nei soggiorni. Inversione di tendenza bella e buona rispetto ai trend dell’ultimo decennio e qui, forse, risiede la vera svolta del turismo. Conti alla mano, ad agosto sono stati occupati 45.723 posti letto contro i 45.545 dell’agosto 2014, con un aumento dello 0,4%. Dato frutto dell’aumento dell’1% delle presenze italiane che hanno reso meno influente il 5,6% di presenze in meno del turismo straniero, forte però in mesi meno centrali, come maggio, giugno e luglio e come riteniamo possa accadere

anche per settembre e ottobre. La differenza tra arrivi e cumulo di pernottamento è davvero evidente se ci basiamo sull’11% e 11,2% di arrivi in meno nelle due categorie (italiani e stranieri). Quindi, meno gente ma dimora più a lungo nei luoghi di vacanza.

Ora il totale annuo, riferito ai primi 8 mesi dell’anno, vanta un saldo nel 2015 del 4,5% (solo + o.9% gli arrivi), positivo sia per gli italiani (4,2%) che gli stranieri (7,5%). Nel complesso sono stati occupati 126.548 posti letto contro 121.072 del 2014.

Ulteriore analisi, quella della tipologia ricettiva. L’alberghiero ha retto, dopo i veri boom di maggio, giugno e luglio, con un ulteriore salita dell’1,1% in termini di presenze. Gli extralberghieri tutto sommato sono stabili, solo una lievissima flessione dello 0,3%.



15

Opinioni di Claudio de Luca TERMOLI. Rispetto al 2013, l’indebitamento della Regione Sicilia è lievitato di 1,3 miliardi di euro. Cosicché oggi gli isolani hanno un passivo di 6 miliardi e 398 milioni di euro. Per di più il Consiglio sta deliberando, come ha fatto il Molise per una cifra di gran lunga inferiore, un mutuo da 1 miliardo e 776 milioni al fine di ripianare i debiti delle Asl isolane. Il Palazzo di Campobasso non attinge a certi abissi, ma non è che stia meglio. Dalle casse del Piemonte fuoriescono quotidianamente 1,23 milioni per pagare gli interessi (450 milioni l’anno) e la Corte dei Conti ha negato a Chiamparino la certificazione di parte del bilancio. Messe così le cose, si potrebbe organizzare un gemellaggio tra certe Regioni del Nord, del Centro e del Sud, fondato – più che altro – sul deficit. La Grecia si ritrova ad un passo (e non solo geograficamente) al punto che qualcuno potrebbe giustamente fissare sul pennone di certi Palazzi italici locali proprio la bandiera dell’Ellade. La “ventesima”, come la Sicilia ed altre consorelle, ha un “default” strisciante da far paura. Tra il 2003 ed il 2013 la spesa degli enti sovraordinati locali è cresciuta del 21%; ed il “trend” continua a salire soprattutto a causa dei costi della politica che poi gravitano sulle spalle dei contribuenti per un miliardo di euro l’anno (il costo complessivo dei Consigli regionali). I compensi lordi dei consiglieri ammontano a circa 230 milioni; circa 170 finiscono in “pensioni” ed in vitalizi. I contributi ai Gruppi raggiungono i 100 milioni e gli emolumenti lordi ai 1.117 consiglieri arrivano a poco più di 200.000 euro annui. Le Regioni portano a bilancio, ogni anno, 190 miliardi di spesa corrente che, tra il 2013 e il 2014, è cresciuta di 909 milioni provocando la lievita-

di Claudio de Luca LARINO. C’è un gruppo di mamme che si dedica alla salute ed all’ambiente e che opera a Venafro. Qui, in passato, alcune Aziende risultarono essere state utilizzate per affari poco leciti sinché furono rinvenute le colleganze tra l’aumento di talune patologie tumorali e l’inquinamento ambientale. Forse non era una novità, dal momento che – tra i grandi problemi del Molise – si annoveravano di già la scarsa manutenzione del territorio, una mancata difesa idrogeologica, un ecosistema urbano poco amichevole. Tempo addietro, il Governo si rese conto di questi disagi ed assegnò alla Regione 60 milioni di euro. Tra Campobasso ed Isernia 7 centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità. I dati emersero da un dossier illustrato da “Legambiente”. Per colpa del graduale abbandono delle terre (e della carenza delle tradizionali attività di manutenzione) le comunità minacciate da frane e da alluvioni costituiscono una percentuale incredibile e ne sono state censite 108 solo in Molise. Questi dati sottolineano la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto all’abusivismo, al disboscamento dei versanti ed all’urbanizzazione irrazionale. Lo confermarono chiaramente le attività di vigilanza della Direzione regionale del lavoro che riferirono come, su 60 cantieri controllati, più di 50 non

15 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise come la Grecia per l’Italia?

zione delle pretese fiscali destinate ai contribuenti. Nel 2014 l’addizionale regionale ha fruttato 11 miliardi di euro. Un aumento del 400% in poco più di tre lustri. La punta di questo “iceberg” è la Sicilia, e – nel suo piccolo – il Molise. Tecnicamente tutto questo si chiama “default”, tant’è vero che la Corte dei conti ritiene che sia necessario sottoporre i bilanci regionali ad un piano triennale di rientro concordato con il Governo centrale per ripristinare gli equilibri. La situazione è grave, e peggiora al punto di

esigere un piano di rientro per realizzare un credibile risanamento. Ma Crocetta e Frattura nascondono la testa sotto la sabbia. La Regione Sicilia ha un dirigente ogni 8,6 dipendenti e quasi 20mila impiegati. In Molise, sulla scorta dei bilanci 2014, la spesa per il personale varia da un massimo di 177mila euro per 1.000 abitanti contro i 19.800 euro della Lombardia dove si spende appena 1/10 di Campobasso. Ora è pur vero che ogni Regione deve essere dotata di sedi e di personale proprio per le attività istituzionali del Consiglio e della

Giunta, ma differenze di tale portata sono veramente difficili da mandare giù, giustificate solo dagli sprechi e dalle inefficienze. La Liguria spende per il personale 37.500 euro per 1.000 abitanti; la Calabria 63.700; l’Abruzzo 94.400 euro. Quanto alle Regioni a Statuto speciale, queste sono risultate essere meno parche di quelle a Statuto ordinario. Le Regioni hanno Sedi in ogni provincia, s’ignora per fare cosa. Poi ne abbiamo di transfrontaliere, pure inutili, come quella di Tirana aperta dalla Regione Puglia; quelle di Bruxelles, le rappresentanze all’estero delle Camere di commercio con il canone di affitto versato dalle Regioni. Crocetta tenta di difendersi; Frattura manco ci pensa. Entrambi dicono di avere ereditato una Regione già deficitaria ma non ci credono più manco i “supporters” di partito più accaniti. Nella gara a chi raggiunge prima un effettivo “default” corre anche il Presidente del Piemonte Chiamparino. Ma, come gli altri, anche questi tenta di consolarsi rendendo noto il passivo ereditato dal suo predecessore Cota. Nove miliardi che, in termini assoluti, sono peggio di quelli della Sicilia ove si consideri il rapporto col Pil che, nell’Isola, è di gran lunga inferiore.

Salute e ambiente, temi caldi

erano in regola, al punto che i Servizi ispettivi dovettero intensificare la propria attività, scoprendo 7 discariche abusive estese per 10mila mq. I rifiuti giacevano abbandonati, lungo la costa, tra Petacciato, Termoli e Campomarino. Si trattava di scarti edilizi, pneumatici, materiali ferrosi, pali di cemento armato precompresso ed arredi domestici vari. Nella graduatoria nazionale per rischio di dissesti idrogeologici, in particolare per le frane, il Molise è al 3° posto Ve ne sono 8.800 attive, con ben 88 comuni a rischio per l’instabilità dei versanti ca-

ratterizzati da una quasi totale natura argillosa con circa 3.560 km su un totale di 4.618. Secondo una classifica comparsa su “La Stampa” la regione si posiziona al 1° posto con una media di rischio per la popolazione residente pari al 19,4% per frane e smottamenti. Il rischio coinvolge anche i beni culturali del territorio, al punto che il Ministero ha stilato una “Carta” ed ha evidenziato che il Molise detiene anche il primato per opere che rischiano di crollare a causa di fenomeni franosi (144 beni solo per la provincia di Campobasso).

Furono posti sotto esame pure il consumo e lo spreco idrico, la capacità di depurazione, i livelli di polveri tossiche (nel capoluogo molisano siamo al livello PM10 considerato da allarme). Addirittura l’area pentra si ritrovava (e si ritrova) al penultimo gradino di questa classifica. Per la qualità dell’aria andrebbero esaminate le concentrazioni di polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Ma in Molise nulla si muove. Si tende a minimizzare, ad evitare gli odiosi allarmismi. Se ne dichiarò convinto il giudice Ferdinando Imposimato, che, già alla fine degli anni ’80, aveva denunciato le infiltrazioni malavitose. Poi, grazie alle Mamme di Venafro, vennero portati alla luce i risultati di diverse analisi condotte su di una foglia di fico, prelevata nei pressi della “Colacem” di Sesto Campano. Nella polvere di cemento dell’Azienda venne riscontrata la presenza di particelle di ferro, con titanio e manganese e poi presenze di uranio e torio. Nel 2010 e nel 2011 furono due i casi di diossina nella carne bovina. Le “mamme” denunciarono anche la presenza di diossina nel latte materno dopo i riscontri dei tecnici dei laboratori del Consorzio interuniversitario di Chimica di Marghera.



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.