TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 89 - sabaTo 18 aprile 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Luigi Sansone
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Luigi Sansone. Vero artefice della nascita della Banca delle Province Molisane che oggi terrà l'assemblea dei soci a Campobasso per l'approvazione del bilancio. Ancora una volta indici in positivo che segnano il radicamento dell'Istituto di credito sul territorio nonostante il momento economico non certamente facile. La tenacia dimostrata da Sansone nel portare avanti il progetto di banca molisana, quando il mondo del credito regionale era scomparso, oggi fa registrare un punto fondamentale.
Il Tapiro del giorno a Candido Paglione
Il Tapiro del giorno lo diamo a Candido Paglione. Gli studenti universitari molisani avevano già un mese fa sollecitato il presidente dell'Esu, ente per il diritto allo studio, in merito al mancato pagamento delle borse di studio. Del resto, si trattava già di un ritardo accumulato di mesi. Un tantino 'piccata' fu la risposta di Paglione che parlò, addirittura, di strumentalizzazioni. Oggi, a distanza di un mese, il problema è immutato e gli studenti universitari sono tornati a scrivere. A quando le borse di studio? La domanda non sarà ritenuta strumentale.
Biomasse, no a Mascione L’assessore Salvatore Colagiovanni pronto a raccogliere le firme
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TAaglio lto
2 18 aprile 2015
Scandaloso: il consiglio regionale si appresta a reintrodurre il vitalizio per i consiglieri in carica e futuri, aboliti con legge nel 2012
Affamano il popolo e ingrassano il loro futuro La protesta soppesata e ragionata del Comitato dei Molisani Indignati per tentare ancora una volta di svegliare le coscienze dei molisani assopite da decenni di cloroformizzazione La misura della strafottenza dei consiglieri, dei presidenti del consiglio e della giunta, e degli assessori regionali è ormai colma. Probabilmente non lo è la misura della sopportazione del popolo molisano, nonostante le dettagliate e documentate informazioni delle malefatte politiche, amministrative e programmatiche di coloro che stazionano nei Palazzi Moffa e Vitale, rese pubbliche, e contestate, dal Comitato dei Molisani Indignati. Non lo è, dobbiamo ritenere, se dal Consiglio regionale continuano imperterriti ad agire contro ogni forma di buongusto, di buonsenso, di buona amministrazione, di buona gestione, incuranti delle critiche, delle contestazioni, dei fischi e delle pernacchie che li accompagnano nelle loro risibili esternazioni. La misura della sopportazione dei molisani non è colma se, come diciamo, dai suddetti Palazzi del potere continuano a sbeffeggiare il popolo, i cassaintegrati, i disoccupati, gli indigenti e quant’altri rastrellano nella miseria le ultime briciole di dignità. Un popolo meno rassegnato, meno servile, meno compromesso, meno ignavo, e più cosciente dei diritti costituzionali da esercitare e da far valere oltre l’uso della scheda elettorale, avrebbe reagito a tanta volgare ostentazione di potere, con azioni di protesta tali, da indurre i protagonisti della peggiore transizione storica molisana a più miti consi-
gli; a considerare i diritti violati del popolo ciò che sono: diritti, appunto, e non elargizioni di beneficenza. E la loro permanenza istituzionale un grave accidente della storia locale, cui porre immediatamente riparo, sollevandosi volontariamente dalle poltrone che occupano con poca dignità politica e amministrativa e l’aggravante di ricondurre a se stessi tutti i possibili vantaggi della “missione”, e al popolo (bue?) il pagamento dei danni. In proposito, ancora una volta il Comitato degli Indignati del Molise offre una riflessione pertinente e un invito pressante ad essere cittadini e non più sudditi. Dicono gli Indi-
Sara presentata sabato 25 aprile l’associazione politica “Molise di tutti”, classico contenitore trasversale in cui, parole del suo fondatore Cristiano Di Pietro, per farne parte: “non conteranno le tessere di partito”. Chissà cosa conterà, allora, visto che nessuna dichiarazione in tal senso è stata fatta. Chissà di cosa c’è bisogno, se non di una tessera, che fino a qualche tempo addietro rappresentava l’adesione viscerale ad una particolare visione del mondo, per far parte di un’associazione politica. Aspetteremo fiduciosi la data, molto simbolica, tra l’altro, per saperne di più. Già, data simbolica il 25 aprile per la presentazione di un’associazione politica in cui però, a quanto pare, non saranno l’identità, i trascorsi, la formazione, la visione del mondo a fare da collante. Mentre il 25 aprile del 1945 si pacificò proprio l’Italia di coloro che per la propria visione del mondo furono disposti a morire; dall’una e dall’altra parte della barricata. Perché, anche se oggi è difficile crederci, c’è stato un tempo in cui per i propri ideali, per la propria, personale, visione (politica) di come dovesse essere organizzata la società degli uomini, si era disposti alle estreme conseguenze. Oggi, invece, pare che avere senso di appartenenza, coerenza, militanza, attaccamento di ferro a valori, riconosciuti come universali proprio per-
gnati: “Questo Consiglio regionale che nella sua totalità in campagna elettorale aveva promesso il dimezzamento delle indennità le ha invece aumentate e sprezzante della volontà di circa seimila cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare depositata da sedici mesi, non si degna di esaminarla. E’ troppo impegnato a far danni divenuti ormai irreparabili: sanità, sistema produttivo, lavoro, trasporti. E’ troppo. Non soddisfatto dei disastri fin qui combinati e delle laute prebende percepite, alla faccia della gran massa di disoccupati e dei precari, dei pensionati che non riescono a pagare
le bollette, si appresta addirittura a reintrodurre il vitalizio per i consiglieri regionali in carica e futuri, aboliti con legge regionale nel 2012. Non avevamo dubbi che ci avrebbero provato, per questo nella proposta di legge di iniziativa popolare chiediamo l’abolizione dell’articolo 10, relativo alla reintroduzione del fondo di previdenza. La reintroduzione del vitalizio, prevista nell’articolo 10 della legge di stabilità della Regione Molise approvata dalla Giunta regionale, costerà alla Regione e, pertanto ai cittadini, la bellezza di 633.600 euro all’anno aggiuntivi. Infatti la Regione dovrà versare 2400 euro mensili
per ciascun consigliere. Molti molisani si illudevano di aver raggiunto il fondo con la presidenza di Michele Iorio. Non è così. Questi politicanti sono di gran lunga peggiori. Sono un’orda di cavallette e vanno fermati con la resistenza civile e democratica per impedire che facciano ulteriori scempi. Chiediamo a tutti gli uomini liberi, a tutti coloro che si sentono offesi da tanta protervia ed arroganza di vigilare e partecipare ai lavori del Consiglio Regionale quando arriverà in discussione la proposta di legge. Allo stesso tempo dobbiamo imporre la immediata discussione della proposta di legge di iniziativa popolare. Dobbiamo riappropriarci della nostra dignità di cittadini e impedire, agli attori di una politica sempre più autoreferenziale e lontana dai veri problemi dei cittadini, di cancellare le nostre identità”. Non c’è migliore eloquenza di quella che nasce dalla constatazione che siamo in una condizione morale talmente compromessa e inquinata, alla mercé di spregiudicati avventurieri, di “un’orda di cavallette” - come icasticamente si sono espressi i Molisani Indignati nel loro documento - per tentare ancora una volta di svegliare le coscienze assopite da decenni di cloroformizzazione. Dardo
Per presentare il “Molise di tutti” Di Pietro & C. hanno scelto il 25 aprile, purtroppo Di Pietro:“Non conteranno le tessere”. Curiosità su cosa conterà davvero
ché radicati nel profondo dell’anima di chi ci si sia votato, sia una malattia, un retaggio scomodo, un legaccio insopportabile. Il motore di un’associazione politica dovrebbe essere, però, una condivisa visione del futuro comune che si vuole scrivere. Ma probabilmente questo valeva quando
alla politica erano vincolati principi filosofici, etici e morali. Oggi un governatore due volte candidato con Forza Italia (mai eletto), invece, guida una giunta (formalmente) di centrosinistra, avendo aderito a quel Partito Democratico nato dalla fusione fredda degli ex democristiani con gli
ex comunisti; si potrebbe fare una lista infinita di esponenti politici (a livello nazionale e locale, anche localissimo!) che saltano allegramente da “destra” a “sinistra” finanche più di una volta, rispondendo per di più con una certa insofferenza a quei pochi che ancora si ostinano a rilevare in questo comportamento un’insopportabile incoerenza di fondo. Del resto dei partiti oggi rappresentati in Parlamento quello di più antica tradizione storica è la Lega Nord. Il mondo di quel 25 aprile non esiste davvero proprio più. E quindi perché stupirsi della nascita di un’associazione politica dove l’identità è l’ultimo dei requisiti richiesti. Figuriamoci. A giudicare dal nome “Molise di tutti”, slogan del governatore Frattura in campagna elettorale e dal fatto che lo stesso Frattura ne farà parte, probabilmente l’associazione servirà a riunire coloro cui sta a cuore più il destino politico di questa maggioranza, che la comune visione di una comunità organizzata di uomini; roba, questa, di un mondo che non esiste più. Purtroppo.
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3 18 aprile 2015
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Bilancio 2015, occasione persa
Tecla Boccardo, UIL: “Purtroppo, in questa fase, quanto da noi richiesto, resta ancora una chimera.” Nella legge di riordino degli enti alcuni provvedimenti sarebbero, poi, di difficile praticabilità. Si iniziano a registrare i primi commenti alla seduta congiunta della prima e della seconda commissione consiliare sulla legge finanziaria regionale, che ha visto l’audizione della parti sociali. Va ricordato che all’approvazione del bilancio sono allegate anche due proposte di legge molto delicate, come il riordino degli enti sub regionali (tra molte altre cose) e la “posizione contributiva”, creativa reintroduzione della pensione a vita per i consiglieri regionali (ma anche degli esponenti della giunta, anche non eletti!), pagata in ragione di 1 a 2 (1200 euro a carico del consigliere, 2400 a carico della Regione) con soldi del contribuente. “Nelle scelte della Regione, inoltre, non c’è equità di trattamento tra i lavoratori delle società partecipate. Difatti alcuni lavoratori sono garantiti più di altri. Ad esempio, nelle more della Finanziaria, risultano particolarmente penalizzati i 14 lavoratori di Korai e quelli della Pro-
tezione Civile, per i quali la UIL da tempo ha anche presentato proposte risolutive alla problematica.” Queste, per esempio, le dichiarazioni di Tecla Boccardo, segretario regionale della UIL. A quanto ci è dato di sa-
pere, tra l’altro, alcuni dei provvedimenti contenuti nel disegno di legge di riordino degli enti sub regionali sarebbero di più che dubbia percorribilità giuridico-amministrativa e, condizionale ampiamente d’obbligo,
andrebbero incontro ad una lunga serie di peripezie tra Tar e Consiglio di Stato. Maggior sostegno al tessuto produttivo, maggiori investimenti, più attenzione alla sostenibilità ambientale, all’inclusione sociale, isti-
tuzione del reddito di inclusione; questa la ricetta che hanno sostenuto le parti sociali ma il risultato è stato deludente. “Purtroppo, però, in questa fase, quanto da noi richiesto, resta ancora una chimera e nell’intervento finale di ieri in Commissione l’Assessore Petraroia ha comunicato che le risorse fino ad oggi recuperate con i sacrifici dei molisani serviranno a pagare buona parte dei debiti contestati alla Regione dal Ministero nel l’ultimo assestamento di Bilancio . Cosa dire ha concluso Boccardo - se il documento approvato sarà quello che abbiamo potuto leggere solo qualche giorno fa, senza poterlo neppure approfondire come avrebbe meritato, ci troveremo nuovamente dinanzi ad un’altra occasione persa per utilizzare le risorse utili agli investimenti ed allo sviluppo, nonché al sostegno delle fasce più deboli.” Niente di nuovo sotto il sole, a quanto pare. Aggiornamenti a breve, si spera.
I parlamentari molisani del Pd, Ruta, Leva e Venittelli respingono le accuse di Frattura CAMPOBASSO. “La sanità molisana che rappresenta oltre l’ottanta % del bilancio della Regione Molise è in regime di commissariamento da parte del Governo nazionale e sottoposta al piano di rientro da anni: il commissario del governo da due anni sei tu in quanto Presidente della Giunta regionale del Molise, peraltro con la delega alla sanità”. E’ la risposta al presidente della Giunta Frattura da parte dei tre parlamentari molisani del Pd, Ruta, Leva e Venittelli. “La nostra azione è rivolta a te nella duplice veste, rappresenti infatti il Governo e la regione. Se non hai chiesto la deroga alregolamento Balduzzi e sostieni pubblicamente da mesi che va bene la retrocessione del Cardarelli a presidio di primo livello e la retrocessione degli ospedali di Isernia e Termoli dal primo livello ad ospedali di base, noi che la pensiamo diversamente abbiamo il diritto dovere di provare a farti cambiare idea. Lo facciamo nei confronti del Governo da te rappresentato in Regione nella spiegata qualità di commissario.
“Dopo un iter durato più di un anno e mezzo, il Ministero della Salute ci ha comunicato che è pronto per la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il DPCM per la stabilizzazione del personale precario in sanità e per la proroga dei contratti in essere, anche nelle Regioni soggette a piano di rientro. Ora più di prima, ci attiveremo per sollecitare l’avvio delle procedure necessarie per dare finalmente certezza alle centinaia di operatori Molisani precari che da anni operano nelle nostre strutture sanitarie.” Così il Segretario Generale della Uil Molise, che ha poi aggiunto: “Dopo la lettura del testo che ci è
“Sulla sanità, gli insulti li lasciamo a chi li usa Sulle nostre proposte, rilanciamo con decisione”
Tutte le proposte che abbiamo avanzato è azione parlamentare per la sanità molisana rivolta nei tuoi confronti in quanto commissario del governo: te lo immagini noi a chiedere al ministro della salute la
deroga al regolamento Balduzzi per conservare il Cardarelli ospedale di secondo livello e tu che ci smentisci perché quella deroga non la vuoi? Te lo immagini noi a chiedere che Isernia e Termoli restino di primo
“Precari sanità, la Regione non resti a guardare” Lo sostiene la segretaria della Uil, Boccardo stato inviato, tuttavia, dobbiamo ribadire che il Decreto è sotto alcuni aspetti inadeguato a dare piena risposta alle molteplici necessità del servizio sanitario e degli utenti finali. Se per superare i vincoli che attualmente impediscono la stabilizzazione di tutto il personale precario, infatti, compreso quello con rapporti di lavoro flessibili e atipici, è necessaria una nuova iniziativa legislativa, che la si faccia in
fretta! Nel frattempo, comunque, è fondamentale garantire la continuità dei servizi ed il mantenimento dei livelli occupazionali attuali. Chiediamo all’ASReM, alla struttura Commissariale e alla Regione Molise, ha concluso Boccardo, che vengano attivate, non appena sarà pubblicato il suddetto Decreto, le procedure per prorogare fino al 31.12.2018 tutti i contratti in essere”.
livello e tu che ci smentisci perché va bene per te che diventino ospedali di base? Te lo immagini noi a chiedere l’istituzione dell’azienda ospedaliero universitaria presente in tutte le regioni italiane che hanno
la facoltà di medicina e tu che ci smentisci perché sostieni che sia improponibile?A te quindi dovevamo e dobbiamo rivolgerci perché tu solo puoi chiedere la deroga in quanto commissario e presidente e noi possiamo solo sollecitare te che rappresenti il governo.Condividiamo se, alla fine, chiederai formalmente la deroga al regolamento Balduzzi che ti sollecitiamo da mesi, per mantenere l’offerta sanitaria che da tempo va riorganizzata, razionalizzata e riequilibrata tra il sistema pubblico e quello privato. Noi - chiudono i tre parlamentari molisani del Pd - non ci fermiamo e insistiamo nelle nostre proposte in quanto azione di legittima difesa di una comunità, come bene è stato sostenuto da un nostro concittadino salvato pochi giorni fa dagli operatori sanitari del San Timoteo di Termoli”.
Duro il giudizio espresso da Michele Iorio
“Nei confronti del Molise si consuma un alto tradimento” CAMPOBASSO. “Sulla sanità si sta lavorando ‘a carte coperte’”. A sostenerlo, è il consigliere regionale, Michele Iorio. “Dopo la svendita dell’autonomia regionale, risalente al 5 agosto 2014, ossia a quando in sede di Conferenza Stato Regioni è stata data l'intesa a un provvedimento gravemente lesivo degli interessi dei molisani, non è ancora chiaro l’intendimento del Presidente Frattura sul regolamento Balduzzi. Se ora ci dovesse essere ancora un accordo al ribasso, si tratterebbe di alto tradimento nei confronti del Molise”.
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18 aprile 2015
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Studenti universitari senza borse di studio Ma l’Esu che fine ha fatto dopo avere ‘bacchettato’ la protesta?
“Pagione, se ci sei, batti un colpo” Gli studenti sono in attesa da venti mesi di vedere l’erogazione dei fondi. Mentre la situazione economica è drammatica CAMPOBASSO. Ricordate? Furono gli studenti universitari del Molise, un mese fa, a sollevare il problema delle borse di studio non pagate. Ricordando ai verti dell’Esu che c’erano le matricole 2013/2014, ad esempio, che ancora aspettano, dopo quasi due anni, i due terzi della borsa vinta. Peccato che gli studenti debbano pagare affitti, bollette, abbonamenti per i trasporti, libri, tasse universitarie. “Purtroppo devono anche nutrirsi”. Ricorrono a prestiti di danaro, a prestiti di libri (in quanto quelli della biblioteca d’Ateneo sono spesso edizioni non aggiornate), ad
imbarazzanti discussioni con i locatori che pretendono, giustamente, il canone .d’affitto. Ci fu, poi, la risposta ‘piccata’ del presidente dell?Esu, Candido Paglione che addebitava i ritardi ad un amministrativo andato in pensione. A distanza di un mese le cose sono rimaste le stesse. Cos’, Luigi Petrella, è tornato a scrivere. “Il 25 marzo affermava il presidente dell’ESU (l’ente che gestisce le borse di studio), che “i ritardi saranno colmati in tempi brevi”. E’ passato un altro mese e ancora tutto tace. La borsa di studio dell’anno scorso ancora non viene pa-
lettera aperta di Massimo Pezzullo* La Pasqua è superata. Chissà la tavola del Presidente dell’ Ente per il Diritto allo Studio Universitario, Candido Paglione, da quanti succulenti cibi sarà stata ricoperta. Che festività opulenta avrà vissuto. Si può solo immaginarlo. Dirigente ASReM, ex-assessore regionale, molto probabilmente con vitalizio ed ora anche Presidente ESU. Una cosa è certa: nelle famiglie di molti studenti, che attendono il pagamento della borsa di studio da tempi biblici, è stato un momento ricco di sola fede o poco più. Famiglie con genitori licenziati o per i più fortunati cassaintegrati. E di loro lo stesso ha supposto che siano evasori e quindi truffatori di enti pubblici, all’ indomani della lettera pubblicata sulla stampa locale da alcuni studenti che denunciavano i disservizi dell’ Ente di cui è a capo. Infatti, affermava senza remore che aveva già provveduto a trasmettere le documentazioni alla Guardia di Finanza perché non tutti gli aventi diritto alla borsa di studio ne avevano realmente bisogno. Attendo con curiosità i risvolti delle operazioni di controllo da parte degli organi di polizia. A tal proposito mi preme ricordare che le verifiche sulla veridicità delle dichiarazioni vengono fatte all’atto della presentazione della domanda di partecipazione al concorso per la famosa borsa. Inoltre sono già predisposti meccanismi di controllo più invasivi in caso di consegna di certificazioni ISEE con valori eccessivamente bassi. Allora mi vien da dire: quale padre dà veleno al figlio che gli chiede pane? Addirittura siamo stati accusati di attacchi strumentali perché ci siamo permessi di incoraggiare la celere liquidazione dei sussidi il cui ritardo è sempre più insostenibile. È stata già superata la soglia dei venti mesi. Mai successo prima.
gata e lui parla di “polemica strumentale”. Ma quale polemica? Che ci sia un ritardo, e che questo persista, è un fatto, nessuna polemica. Inoltre quando parla di sforzi della Regione o dell’Ente non si capisce proprio sulla base di cosa lo faccia, in quanto il Diritto allo Studio in Molise è finanziato soltanto dal fondo nazionale e dalle tasse degli studenti. L’ultima volta che la Regione ha stanziato il fondo, peraltro obbligatorio per legge (ex. Dlgs. 68/2012), è stato, andando a memoria, nel 1995. Davvero mi sembra assurdo che si risponda in questo modo agli studenti che se-
gnalano un disservizio evidente. “Ci sono ritardi perché l’addetto ai pagamenti è andato in pensione”. Quando l’ho letto non credevo ai miei occhi. Ma stiamo scherzando? Un ente si blocca perché un dipendente va in pensione? Mi era sembrato pure inutile rispondere, nella speranza che la nostra lettera facesse smuovere qualcosa, e invece nulla. Gli studenti stanno ancora senza borsa. Per non parlare poi dell’aumento delle tasse universitarie e dell’abolizione degli esoneri stabilito dall’Università, che di fatto fa finta di niente, davanti ai tanti studenti e famiglie,
Rendetevi conto che le famiglie non hanno più un reddito
Il Presidente Paglione poi, argomenta dicendo che i ritardi sono fisiologici, cioè come a dire: è inutile mettere gli orari dei treni tanto non vengono rispettati. A cosa servono le regole se poi non vengono osservate? Forse avrebbe dovuto dire che le mancanze sono patologiche considerate le scarne funzioni a cui è deputato l’Ente. Non contento continua con ulteriori ridicole giustificazioni: afferma che il disagio sarebbe stato causato dalla mancanza di un contabile preposto a provvedere ai mandati di pagamento. È mai possibile che un C.d.A., Collegio Revisore, diversi funzionari, il Direttore Alessandro Altopiedi, tutti insieme non siano riusciti a sostituire momentaneamente l’assenza? Perché si impiega così tanto tempo per una nuova nomina? Perché non si è pensato prima ad un affiancamento al personale in procinto della pensione per scongiurare tale evenienza? Così avrebbe fatto una Pubblica Amministrazione che possa definirsi tale ed
operi in modo efficace e efficiente. Il Direttore, cioè il responsabile di tutti i dipendenti, scelto (o almeno spero) perché una figura di alta professionalità e munito di conoscenze tecniche specifiche e adeguate all’incarico, non è stato in grado di avocare a se tali competenze? Il problema, poi, si sarebbe dovuto estendere anche ai pagamenti degli stipendi, dei gettoni di presenza, dei rimborsi per le spese di viaggio. Qui come per magia ritorna tutto in regola e il pieno funzionamento dell’Ente. Un’ altra riflessione a questo punto sorge spontanea. Il nuovo C.d.A. dell’ ESU (nominato per i 3/5 dall’attuale giunta regionale) è venuto fuori da un lungo periodo di gestazione, tanto è vero che nel biennio 2012/2014 abbiamo assistito ad un organo vacante. La Regione Molise ha preferito lasciare in una situazione di stallo amministrativo l’Ente che deve garantire il Diritto allo Studio Universitario e tutelare la condizione studentesca, dando priorità ad altro.
che non sanno come fare per affrontare la spesa. Il Diritto allo Studio è un diritto costituzionale e l’attuale situazione è, per definizione, incostituzionale. Chi di dovere deve intervenire per risolvere un problema acclarato, non rispondere alle nostre segnalazioni, dicendo che non è vero, quasi ad affermare che stiamo delirando. Le nostre osservazioni sono da stimolo a fare bene, non ad aprire dibattiti fini a se stessi, allora che si inizi davvero a fare qualcosa. E intanto attendiamo”.
La storia descritta, potrebbe anche essere sorvolata, ma ci si sarebbe aspettato, dopo tutto questo tempo, la formazione di una squadra all’altezza del mandato. Insomma questa gente è stata considerata la migliore in circolazione per quell’incarico. Oppure, semplicemente, ancora una volta sono frutto di una logica politica di gestione delle poltrone. La risposta data agli studenti dal Dott. Paglione fa acqua da tutte le parti. È vero che le borse di studio sono aumentate di numero ma è vero allo stesso tempo che la tassa regionale a carico di tutti gli studenti è stata maggiorata fino a 140 euro. Queste vanno a riempire buona parte del fondo economico gestito dall’ESU. La Regione Molise non spende un euro per la causa. Anzi ha l’obbligo di restituire parte di esse ai ragazzi meno abbienti. Invece cosa fa? Le trattiene ingiustamente. I rimborsi sono fermi al 2010. Senza tacere nulla, aggiungo che, a norma di legge, sempre la Regione dovrebbe erogare un finanziamento per un ammontare almeno del 40% rispetto a quanto dato dal fondo nazionale integrativo e nemmeno questo viene rispettato. Infine Il Presidente Paglione difende il rappresentante degli studenti che siede nello stesso C.d.A., Massimo Barbato, sostenendo che quest’ultimo partecipa alle riunioni sempre con proposte innovative e nell’interesse degli studenti. Sarebbe bello conoscerle queste idee illuminanti. Si sarà reso conto del disastro che lo circonda? Di una sede fuorilegge? E mi fermo qui. Per concludere lascio un suggerimento per una vera iniziativa coraggiosa e rivoluzionaria. Le dimissioni di tutto il C.d.A. ESU riconoscendo questo ruolo a chi ha veramente a cuore la vita degli studenti. È l’unica soluzione possibile per soggetti che ritengono normale questo stato di fatto. *Studente sspl Unimol
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5 18 aprile 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La Regione vuole abolire le Aree e introdurre i Dipartimenti
Prorogato l’incarico al direttore generale Di Mirco per realizzare il nuovo progetto organizzativo Deve fare in poco tempo ciò che avrebbe dovuto fare fin dall’ottobre 2013, mese in cui è iniziato il rapporto contrattuale La giunta regionale il 13 aprile scorso ha deliberato che il termine finale di scadenza dell’incarico di responsabilità della Direzione generale, già conferito fino al 15 aprile 2015 a Mauro Pasquale Di Mirco con deliberazione del 13 gennaio 2015, sia spostato al 15 agosto 2015, alle stesse condizioni oggettive di espletamento dell’incarico. La motivazione? Quanto di più importante per la giunta e per il direttore generale che, ricordiamo, è stato scelto e chiamato ad operare nel Molise per procedere alla radicale riorganizzazione dell’Ente onde renderlo efficiente, trasparente e produttivo. Obiettivo che solo parzialmente il direttore generale venuto dalla Lombardia con presupposti di taumaturgo in materia è riuscito a cogliere nel corso della sua permanenza in Molise a iniziare dal 16 ottobre 2013. La Regione Molise pertanto è rimasta sostanzialmente ciò che era prima che arrivasse Di Mirco, ovvero un Ente opaco, plantigrado, e scarsamente efficiente, la qualcosa non è parsa apprezzabile da parte della giunta e dello stesso direttore generale al quale, infatti, sono stati concessi altri mesi a disposizione per dare corpo alla proposta di legge
CAMPOBASSO. “In data 16 Aprile 2015 la scrivente RSU si è riunita presso la sede del Nuovo Zuccherificio del Molise Srl a seguito della richiesta di incontro inoltrata dalla scrivente in data 8 Aprile 2015 con lo scopo di conoscere la situazione aziendale e la preparazione della campagna saccarifera 2015 come era stato annunciato il giorno 30 Marzo presso l’Assessorato all’Agricoltura e con la presa in carico della politica come interlocutore con il Mipaf per arrivare ad una soluzione breve e condivisa da tutti”. A scriverlo sono le rappresentanze sindacali unitarie. “Nel corso della riunione l’Amministratore Unico dott. E. Cianciosi dichiara di non essere in grado di dare seguito ai programmi di preparazione campagna che dovevano iniziare in data odierna a seguito dell’annunciato subentro della re-
regionale che vuole modificare la legge regionale 10 del 23 marzo 2010 mediante la soppressione delle quattro Direzioni di Area, e la contestuale istituzione (entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge) di nuove articolazioni organizzative, con differenti competenze e funzioni, denominate Dipartimenti, in numero non superiore a 3. Una bomba. La Regione intende cancellare le Aree e sosti-
tuirle coi Dipartimenti, massimo tre. In effetti vuole fare adesso ciò che avrebbe dovuto fare fin dall’ottobre 2013, mese in cui è iniziato il rapporto contrattuale di Di Mirco con il dichiarato obiettivo di rivoltare la Regione come un calzino per darle lustro, ampiezza e struttura in grado di nobilitare anche l’arrivo in cabina di comando della nuova maggioranza di centrosinistra guidata dal più inve-
terato degli uomini di centrodestra, Paolo di laura Frattura. A questo fine, la giunta ha deliberato di tenersi il direttore generale Di Mirco fino al 15 agosto, convinta che in questo lasso di tempo egli sia finalmente capace di formulare come si conviene (anzi come conviene a chi comanda) una riorganizzazione in cui non ci siano più i direttori d’Area ma i capi Dipartimento. Per questa improvvisa incombenza, Di
Mirco s’è detto disponibile a prolungare il suo rapporto contrattuale conscio del fatto che dovrà farsi carico della predisposizione degli adempimenti amministrativi di avvio del nuovo modello organizzativo e, in particolare, delle necessarie modifiche “ai processi che dovranno governare il funzionamento della nuova attività amministrativa corrente”. In altri termini, la individuazione delle competenze e delle modalità di funzionamento degli istituendi Dipartimenti, nonché del tempo necessario per la definizione del procedimento ad evidenza pubblica che dovrà condurre al conferimento dei nuovi incarichi dipartimentali. La giunta e Di Mirco, a quanto pare, hanno ritenuto che questa sorta di rivoluzione, questo nuovo modello organizzativo ai livelli decisionali possa essere realizzato entro il 15 agosto. Ottimismo? Il solito, per la verità, poi sistematicamente ridimensionato dall’uso e dall’abuso dell’istituto della proroga. Di Mirco ne ha avuto tre. Alla terza può darsi che centri l’obiettivo. Dardo
“Zuccherificio, la Regione lo vuole morto” I sindacati preoccupati per l’impianto saccarifero. “Si è senza pianificazione e programmi” gione nella gestione aziendale . Nello specifico mette in rilievo la forte esposizione debitoria della Srl che lo costringe a non far rientrare nessun dipendente in azienda e a chiedere altre 13 settimane di CIGO per tutti. Deludenti le aspettative della scrivente, constatando la situazione debitoria c’è da presuporre che con molta probabilità la Srl debba essere messa in liquidazione, un atto dovuto dopo l’approvazione del bilancio, uno scenario completamente diverso da quello che ci era stato illustrato in data 30 Marzo. Poiché permane la volontà di fare una piccola campagna, anche se molto ridotta per tenere viva la speranza della conservazione delle quote zucchero
In riferimento all’audizione svolta in data odierna in seno alla I^ commissione regionale in merito al bilancio regionale 2015 e pluriennale 2015-2017, nonché della proposta sulle disposizioni in materia di entrate e di spesa, la CGIL regionale Molise ha espresso un sostanziale giudizio negativo sia di metodo che di merito. Di metodo, poichè non è corretto e ne esaustivo inviare alle parti sociali solo qualche giorno prima della discussione finale, i documenti di bilancio chiedendo di esprimere compiutamente un parere ed eventualmente intervenire con proposte. La CGIL chiede formalmente un cambio di impostazione , si ritiene che il coinvolgimento delle stesse parti sociali debba essere preventivo e sostanziale , dando la possibilità concreta di analisi e proposte preventiva.
altrimenti il Molise anticipa la fine delle quote al 2015 anziché il 2017 , si sta cercando un accordo con Aria Food S.p.A. in modo da affrontarla in collaborazione e con le semine di quest’ultima. Riteniamo che la situazione è drammatica ma
nel contempo delusi dalla Regione che ha fatto scelte unilaterali ma non è riuscita a cogliere alcun strumento per salvare l’azienda e a questo punto nemmeno a garantire gli ammortizzatori sociali ai dipendenti. E’ la prima volta che in Italia
Bilancio regionale, un disastro Di merito, poiché da un’analisi del materiale a disposizione, pur comprendendo che gli enti locali e la stessa Regione hanno subito negli ultimi anni colpevoli tagli da parte del Governo centrale, le pur poche risorse disponibile per gli investimenti, non trovano collocazione diversa rispetto al passato tracciando in tal modo una visione di sviluppo differente per il futuro. Sul fronte delle entrate, si conferma una scelta sbagliata sia sui ticket sanitari che sulle addizionali IRPEF . In aggiunta, quanto previsto dal bilancio in esame, non contempla nessuna forma di progressività legata al reddito, occorre una rimodulazione della tassazione basata proprio
sulla progressività. Sulle partecipate, il governo regionale si era impegnato ad attivare tavoli di confronto con le stesse OO.SS., oggi appuriamo che su alcune di esse si interviene pesantemente sia per gli aspetti riorganizzativi che di carattere contrattuale senza evidenti risparmi di prospettiva. Nella premessa di accompagno al bilancio , viene evidenziata una criticità economica strutturale della Regione, da cui si parte per illustrare i limiti di spesa e le necessità dell’ imposte. Tale impostazione, si contrappone fortemente con quanto previsto in tema di pensionamenti per la classe politica regionale .Fermo restando che la CGIL non ha mai concesso nulla all’antipolitica
si ferma una filiera saccarifera senza pianificazione e programmi, la situazione sotto tutti i punti di vista è semplicemente drammatica, si è giocato sulle spalle della povera gente. Incurante anche il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali che aveva un nostro politico interlocutore e garante che doveva fungere da risolutore dei tanti problemi, non ancora convoca un tavolo per affrontare la nostra situazione come chiesto dalle strutture nazionali in data 2 Aprile 2015. Per questi motivi entro la prossima settimana verrà organizzato un presidio permanente presso il MIPAF a Roma in cui parteciperanno a nostro sostegno anche i lavoratori degli zuccherifici del nord
fine a se stessa, si evidenzia l’enorme criticità che si evince dai documenti in merito ai “vitalizi” e ai requisiti per il pensionamento dei politici regionali . Si prevede ad esempio, una riduzione dell’età pensionabile , da 65 anni a 60 anni per coloro che abbiano svolto più di una legislatura . Tale privilegio esula addirittura dalla riforma delle pensioni cosiddetta “Fornero” da noi già contestata, che per tutti i lavoratori ha di fatto innalzato l’età pensionabile con pesanti ripercussioni sulla vita delle persone, intervenendo anche sui lavori usuranti, così come , sarebbe utile comprendere quale siano le voci stipendiali sulla base delle quali si individua la contribuzione valida ai fini pensionistici. La segreteria regionale Cgil
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Campobasso
18 aprile 2015
“Perchè no a nuovi inceneritori” Emilio Izzo ha illustrato le ragioni del dissenso rispetto agli impianti di cremazione e biomasse CAMPOBASSO. Conferenza stampa di Emilio Izzo, ieri, a Campobasso per dire no alla realizzazione dell’impianto di cremazione e dell’impianto a biomasse a Mascione. A seguito di una nutrita assemblea di cittadini di Campobasso e non solo, si è dato mandato ai sottoscritti di dare vita al Comitato di cui sopra dopo aver appreso, a mezzo stampa, dell’imminente approdo sul suolo del Comune di Campobasso di due nuove fonti di emissioni di fumi non proprio tranquillizzanti.
Una centrale a biomasse ed un inceneritore per la cremazione di defunti sono tra gli obiettivi dell’amministrazione cittadina, che non incontrano il gradimento popolare. I proponenti il Comitato (alcuni già da tempo impegnati in battaglie per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico ed ambientale della regione Molise), avevano in animo da diversi mesi di impegnarsi in tal senso, vista la deriva ecologica regionale e adesso hanno deciso di dire “BASTA EMISSIONI” per scongiurare
nuove forme di malattie e malesseri più diversificati, in primis l’esponenziale aumento di morti per tumori. Durante la conferenza stampa saranno chiariti alcuni aspetti tecnici ed organizzativi, passaggi essenziali sulle finalità e sarà resa nota la data della prossima assemblea pubblica che si preannuncia abbastanza calda e alla quale, ad oggi, hanno manifestato l’intenzione di aderire molti cittadini oltre al sindaco del comune capoluogo e l’assessore ai lavori pubblici.
“Se i lavori sono raffazzonati” A Sant’Elia a Pianisi cresce la protesta per l’esecuzione di interventi sbagliati SANT’ELIA A PIANISI. Alcuni residenti e proprietari di attività commerciali esprimono disappunto e sdegno per la “raffazzonata” esecuzione degli interventi volti al ripristino dei tratti della pavimentazione, costituita da cubetti di porfido. Si precisa che la realizzazione dei lavori, più di rattoppo che di effettiva sistemazione, difatti é solo sabbia buttata sulla strada, sta provocando una eccessiva produzione di polvere che reca disagi ai residenti, penalizza le attività della zona in questione, scoraggiando
l’accesso dei pedoni. L’occasione è propizia per sottolineare che, a fronte di una costante tassazione, noi cittadini non vediamo corrisposti e rispettati i nostri diritti ad usufruire di adeguati servizi, tra i quali quello di poter usufruire di una buona viabilità interna. Dopo che un residente di zona ha invitato il primo cittadino di Sant’Elia a Pianisi ad intervenire, quest’ultimo dopo aver effettuato il sopralluogo e aver promesso un repentino intervento, tutto é rimasto immutato da ormai diversi giorni.
“Una stella chiamata Sole” Osservazione al castello Monforte Con il Festival dell’Astronomia tutti i segreti della grande stella gialla
Oggi, ore 10, castello Monforte, Campobasso
Dopo l’eclissi del 20 marzo scorso, osservata da duecento tra ragazzi e bambini accorsi in piazza Municipio, il sole torna protagonista al Festival dell’Astronomia e dell’Esplorazione. Oggi è in programma un altro appuntamento da non perdere: l’osservazione della stella regina, che avrà luogo dentro e fuori le mura del castello Monforte di Campobasso. “Una stella chiamata Sole” è il titolo della nuova iniziativa del Festival, nata da un’idea del Centro Italiano sperimentazione e attività radiantistiche (Cisar) di Campobasso. Alle 10 in punto il benvenuto agli appassionati e ai curiosi – possono intervenire tutti, gratuitamente - che vorranno godersi dal punto più alto della città lo spettacolo del sole osservato in tutta sicurezza attraverso i
filtri di quattro diversi telescopi. A illustrare le peculiarità della grande stella gialla, il professor Gianni Di Mauro, docente presso l’Istituto I.I.S. ‘Girolamo Cardano’ di Monterotondo e ricercatore all’Osservatorio astronomico Oag Monti Lepini di Gorga e il dottor Giovanni Lorusso, coordinatore Area di Ricerca Alta atmosfera I.A.R.A. Group presso il Radiotelescopio Croce del Nord di Medicina e ricercatore all’Osservatorio astronomico Oag Monti Lepini di Gorga. Insieme ai responsabili del Festival sarà presente il gruppo del Cisar Campobasso, con il vicepresidente Giuseppe D’Amelio che condurrà tempi e modalità dell’iniziativa. Il programma - Condizioni meteo permettendo, si procederà con l’osservazione del sole attraverso l’uso
di differenti telescopi su varie lunghezze d’onda. Di seguito, il dottor Lorusso interverrà sul tema della genesi del sole e i fenomeni solari, come l’emissione di plasma dalla corona solare, le tempeste solari con l’emissione di particelle e i radio blackout causati dai disturbi della ionosfera terrestre. Altri argomenti trattati: il vento solare, gli effetti collaterali sulla Terra tra i quali la perturbazione dei sistemi satellitari e degli strumenti di navigazione aerea e marittima, i danni alle centrali elettriche e il disorientamento della rotta degli uccelli migratori. Infine, non meno affascinante, la voce del sole. A seguire, l’intervento del professor Di Mauro sul tema: “Lo spettro elettromagnetico e la banda Laser”. Tra gli aspetti specifici affrontati, le caratteristiche tecniche e il comporta-
“Cassandra. Le idee del 2001” La presentazione della mostra lunedì nella sala ex Gil di Campobasso CAMPOBASSO. Lunedì 20 aprile, alle ore 11.30, presso la sala riunioni dell’ex Gil di via Milano a Campobasso, si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’esposizione “Cassandra. Le idee del 2001 e i fatti del decennio” promossa dall’assessorato alla Cultura della Regione Molise. La mostra, organizzata dall’associazione MuSE e curata dall’associazione Progetto Comunicazione, sarà inaugurata il 23 aprile negli spazi del mercato coperto di Campobasso e sarà visitabile gratuitamente fino al 7 giugno. L’esposizione (già allestita a Genova, Napoli, Venezia e Milano) racconta il primo decennio del nuovo millennio attraverso immagini di fotografi, installazioni, video, interventi di giornalisti e scrittori suddivisi in quattro sezioni che si snodano attorno alla cronologia introdotta da 11 grandi pannelli e 99 vignette di Altan, Ellekappa e Vauro. Le fotografie sono di Francesco Cito, Massimo Di Nonno, Justin Jin, Fernando Moleres, Samuele Pellecchia, Ivo Saglietti.
mento del raggio Laser, l’uso del Laser in medicina, nella balistica delle armi, nell’allineamento dei telescopi a guida d‘onda Laser. E ancora, l’utilizzo dei Laser nel progetto Seti Light e l’impiego del Laser nelle comunicazioni spaziali. Di particolare interesse, infine, tra un’osservazione e l’altra, l’allestimento di una stazione radio in banda Laser e le prove sperimentali di comunicazione radio via Laser. Non solo stelle, insomma,
nel corso di una mattinata che, con la regìa del Cisar di Campobasso, vivrà nel sole il punto di convergenza di diverse attività legate alle tecnologie e alla passione di chi apprezza il progresso della scienza e, al tempo stesso, si sente parte e protagonista dell’universo, oltre che tramite promozionale del monumento per eccellenza della città di Campobasso: l’antica fortezza che prende il nome dal conte Nicola Monforte.
Campobasso
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Tutto quello che gli altri non dicono
18 aprile 2015
senza alcun finanziamento pubblico
L’area dell’ex Romagnoli sarà intitolata a papa Francesco
La cerimonia la si farà coincidere con la data in cui lo scorso anno il Pontefice è stato a Campobasso
Solo allora sarà rimossa la capanna (abusiva) di tubi e canne di bambù a ridosso dell’ex curva Sud L’area dell’ex stadio Romagnoli, su cui, parzialmente, è prevista anche la nuova sede delle Regione Molise (la commissione giudicatrice sta esaminando – con calma - le circa 100 idee progettuali pervenute da ogni parte d’Italia d’Europa), sarà intitolata a Papa Francesco. L’Amministrazione Comunale farà in modo che la cerimonia di intitolazione coincida con la data in cui lo scorso anno il Pontefice è stato a Campobasso e ha celebrato messa su quello spiazzo. L’iniziativa di dedicare al Papa quell’area urbana è stata presa e sarà portata avanti dal sindaco Antonio Battista in prima persona, con l’appoggio, egli spera, di tutti i gruppi consiliari. La raccolta delle firme di adesione è agli sgoccioli. Quindi - magari pro forma - se ne discuterà a breve in consiglio comunale. Che fosse l’amministrazione nel suo insieme a determinare la intitolazione di un’area urbana ad un personaggio peraltro vivente, è la
prima volta che succede. Nessuna meraviglia, però. Come in tutte le cose, c’è sempre una prima volta. La intitolazione precede ogni altra possibilità di utilizzo e di destinazione di quello spazio, finanche l’avvio delle procedure tecnico/amministrative per la nuova sede regionale. La cosa curiosa che ci prepariamo a dire è che non appena quell’area sarà dedicata a Papa Francesco, vedremo finalmente rimossa la capanna in cui il Pontificie ha celebrato messa e poi è stata lasciata all’insulto del tempo (atmosferico) e delle persone che ne hanno fatto uso non proprio “religioso”. Finalmente quello spazio pubblico, utilizzato peraltro senza aver pagato l’imposta comunale corrispondente, tornerà nella disponibilità dei cittadini di Campobasso e sarà tolta alla vista – diciamolo – una bruttura, resa tale dalla spoliazione degli arredi che ne avevano fatto invece una singolare locazione. Dunque, quel
residuo di capanna papale verrà tolta in concomitanza con la intitolazione dell’area dell’ex Romagnoli al Pontefice. Prima d’allora non se ne parla, come non s’è parlato finora, nonostante le sollecitazioni, anche della stampa, a rimuoverla, non essendo altro simbolo che della sciatteria cittadina. Per il vescovo Bregantini invece, quel residuo di capanna è servito a tenere vivo, seppure con non poche polemiche, l’evento che ai primi di luglio del 2014 è stato vissuto dalla città capoluogo con considerevole pathos collettivo. La capanna – temiamo – sia stata lasciata là apposta, perché inducesse soprattutto gli amministratori comunali (che avrebbero dovuta e potuta rimuoverla su due piedi, con l’adozione di un’apposita ordinanza) a prendere in considerazione l’opportunità di sacramentare quell’area urbana a Papa Francesco, e a dare al vescovo Bregan-
tini la possibilità di concludere il suo impegno missionario e organizzativo nel modo più degno possibile. Usando altra terminologia possiamo dire che, per come si sono svolte e si vanno svolgendo i rapporti tra la Curia e Palazzo san Giorgio, l’ombra di un sottile ricatto, di un furbesco scambio di vedute e di favori tra le parti, si va configurando e avrà il suo epilogo, come diciamo, non appena verrà apposta la targa, o altro simbolo, della intitolazione. Prima di quel tempo e di quella data chiunque arrivi a Campobasso proveniente dal lato Porta Napoli continuerà a chiedersi cosa sia e a cosa serva quel simulacro indecifrabile di tubi e canne di bambù con alle spalle le gradinate in disfacimento della ex curva Sud, particolarmente cara ai tifosi rossoblu. Dardo
Il bullismo si tinge di rosa E’ quelo che emerge dalle inchieste della Polizia Postale: 1 su 3 il bullo è donna Su 15.268 ragazzi intervistati dal portale Skuola.net per la campagna educativa itinerante “Una vita da social” della Polizia Postale e delle Comunicazioni, ben 1 su 3 si è dichiarato vittima di episodi di bullismo. La fascia d’età più esposta si conferma quella compresa tra i 14 ed i 17 anni, dove i “bullizzati” sono quasi 2 su 5. Questi sono alcuni dati della ricerca svolta dal portale per conto della Polizia di Stato, che certifica anche la crescita di bulli in rosa: 1 vittima su 3 denuncia la presenza femminile tra gli aggressori. Dalla ricerca emerge anche che i bulli agiscono soprattutto in gruppo (nel 72% dei casi) e tendono a preferire vittime dello stesso sesso. A dispetto delle notizie di cronaca degli ultimi tempi, il bullismo continua a svilupparsi soprattutto offline: l’87% delle vittime è stato infatti preso di mira esclusivamente o prevalentemente nella vita reale. Episodi di bullismo online colpiscono invece in misura maggiore rispetto alla media le femmine rispetto ai maschi, ma anche gli intervistati nella fascia d’età compresa tra gli 11 ed i 13 anni. Dai dati emerge una certa difficoltà per le vittime a parlare
degli atti di bullismo subiti: 1 su 3 non ne parla con nessuno. Il motivo è soprattutto la vergogna (30%) seguito dall’esigenza provata di farsi giustizia da soli (24%), anche se sono soprattutto i maschi ad ammettere di essersi “vendicati” nei confronti del bullo. Fra i 14 ed i 17 anni cresce la percentuale di vittime nel silenzio, mentre tra gli 11 ed i 13 anni si registra una maggiore propensione a confidarsi con gli adulti di riferimento (genitori, professori, ecc) . In media il 42% delle vittime di bullismo si confida con i genitori. Neanche chi ha assistito ad atti di bullismo ama parlarne. Uno su 4 è rimasto in silenzio. Il motivo, confessa il 44% , di questa “omertà” è molto semplice: “mi hanno insegnato a farmi i fatti miei”. I dati in nostro possesso – dichiara Antonio Apruzzese, Direttore del servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – e la nostra esperienza nelle scuole a diretto contatto con gli studenti, confermano ancora di più quanto il fenomeno sia diffuso tra i minori. Diventa sempre più preoccupante – continua Apruzzese – il bullismo al femminile che vede coinvolte sem-
pre più minori in gravi episodi di violenza ai danni di coetanee. L’unica arma veramente efficace – conclude Apruzzese – è un’incisiva campagna di sensibilizzazione e prevenzione per i ragazzi e di formazione informazione per insegnanti e genitori che, spesso sottovalutano il problema. Nell’anno 2014 e nei primi mesi dell’anno 2015 - spiega il Dr. Antonello Fratamico Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Molise – nel territorio molisano sono state presentate sette denunce relative a fenomeni di cyberbullismo attinenti all’appropriazione delle credenziali di accesso a profili presenti su social network intestati a minori di entrambi i sessi allo scopo di sostituirsi ad essi per commettere atti diffamatori volti a denigrare la vittima nei confronti dei compagni. Tra questi anche casi di minacce inviate tramite mail o applicazioni di messaggistica istantanea (WhatsApp) e condivisioni di foto compromettenti ritraenti coetanei. Di questi casi uno riguarda una forma di cyber bullismo al femminile nei confronti di ragazze coetanee.
Banca Popolare, sempre in attivo L’assemblea dell’Istituto delle Province molisane oggi approverà un bilancio ancora in crescita CAMPOBASSO. A partire dalle ore 9 presso l’hotel San Giorgio in Campobasso si terrà l’assemblea ordinaria dei soci della Banca Popolare delle Province Molisane. All’ordine del giorno ci sarà, tra l’altro, l’approvazione del bilancio 2014 e il rinnovo delle cariche degli organi amministrativi e di controllo. L’esercizio appena trascorso si chiude con un utile lordo di oltre
un milione a conferma del trend ininterrottamente positivo fin dall’approvazione del bilancio 2010. Assolutamente importante appare la crescita degli impieghi che aumenta del 17% rispetto all’anno precedente, a riprova del ruolo svolto dalla BPPM a supporto delle esigenze finanziarie delle piccole imprese e delle famiglie.
Altrettanto significativa la crescita della raccolta. In costante aumento il numero dei soci che ha raggiunto circa 2.500 unità. Tutto ciò si è verificato in un contesto certamente non facile a causa della crisi che ancora accompagna l’economia del nostro paese e, in particolare, della nostra regione che risente più di altre di deficit infrastrutturali che risalgono ormai a tempi remoti.
Famiglia, la nuova missione L’Associazione di volontariato rilancia la necessità di interventi a sostegno CAMPOBASSO. L’Istituto per la Famiglia - Sezione di Campobasso, è un’Associazione di Volontariato e di Protezione Civile fondata sui principi cristiani di solidarietà e collaborazione. “Nel bene del mio prossimo sta il mio bene”questa è la nostra “mission. “Noi dell’Istituto per la Famiglia intervenendo a vari incontri e convegni organizzati dall’Associazione Scienza e Vita, dall’Associazione della Famiglia e da Manif Pour Tous, abbiamo preso atto dell’altissima pericolosità della divulgazione e tentata introduzione della “Gender Theory” soprattutto in ambito scolastico”. Così la responsabile, Maria Petrecca. “La grande sensibilità verso tali argomenti ci fa sentire la neces-
sità di difendere la famiglia naturale e di esprimere (ancora liberamente!), opinioni su tale delicato e vasto argomento in seno alle molteplici Associazioni e Gruppi che operano a tutela della famiglia. Noi dell’IPF di Campobasso, avendo un medesimo sentimento con i “fratelli” volontari di Reggio Calabria, abbiamo sentito la necessità di promuovere anche qui la stessa iniziativa portata avanti nel comune reggino dal consigliere Massimo Ripepi impegnato come noi nella divulgazione del modello cristiano sulla terra. Ringraziamo tutti coloro che qui a Campobasso ci hanno dato la possibilità di alzare una voce a favore della famiglia natu-
rale in particolare il consigliere comunale Francesco Pilone, primo firmatario della Mozione volta alla tutela della Famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna, e di tutti i venticinque consiglieri comunali firmatari. Unitamente a tutte le associazioni che qui a Campobasso lavorano per il medesimo scopo, in particolare il “Forum delle Associazioni Familiari”, “Sentinelle in Piedi”, “Movimento PER – Politica Etica Responsabilità”, seguiremo tutte le vicende legate alla famiglia ed all’educazione, convinti di rappresentare e tutelare tutti i genitori che con impegno e passione costruiscono il futuro della propria famiglia, della propria città, dell’Italia.
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Isernia
18 aprile 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Lotto zero: le ragioni del No” E’ Celeste Caranci a sottolineare le problematiche della costruzione del primo tratto della Isernia-Castel di Sangro IsErNIA. E’ definito LOTTO ZERO un progetto di strada di km.5.450 presentato dall’A.N.A.S. che dovrebbe servire da collegamento tra la s.s.17, all’altezza del bivio di Pesche e la s.s.v. Isernia - Castel di Sangro, all’ altezza del bivio di Miranda. I comuni interessati all’opera sono 4: Isernia, Pesche, Miranda e Carpinone. Tale collegamento si realizzerebbe non seguendo un percorso lineare di attraversamento della piana di Isernia, ma percorrendo la zona pedemontana tra Pesche e Miranda, a mezza costa, collocandosi a monte delle sorgenti del fiume Sordo. Sorgenti che dai tempi dei Romani alimentano l’acquedotto che approvvigiona di acqua potabile la città di Isernia. L’opera prevede la realizzazione di due gallerie, (la Trigno e la galleria delle Piane ) per complessivi 900m. e di otto viadotti per 1640m. di tracciato e di tre svincoli: uno nei pressi dell’università di Pesche, un secondo per
Isernia Nord e, infine, uno presso il bivio di Miranda. Il costo complessivo dell’opera è stimato in 130 milioni di euro, ossia circa 25 milioni a km. La nostra contrarietà alla realizzazione di questa opera è nella sua totalità. Prescinde da rilievi puramente tecnici e formali, come quelli presentati da ricorrenti presso la Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale e che sono stati respinti, sebbene tutti validamente motivati. Perché ci opponiamo e continuiamo a farlo anche in presenza di atti formali che indicano che non ci sia, al momento, niente che possa impedire la realizzazione di un progetto che ha seguito il rituale iter procedurale ed è stato oltretutto già finanziato? Le nostre motivazioni e i nostri ragionamenti sono inerenti il rapporto costi-benefici; la tipologia di mobilità che si intende incentivare; i modelli di sviluppo sottointesi; il rispetto e cura del territorio con le sue caratteristiche fisiche; il portato storico-antropolo-
gico dell’ambiente interessato a pesanti alterazioni. Sintetizzando, le obiezioni rivestono due caratteri: 1) Politico, intendendo con tale termine il modello economico-sociale che, con la nuova arteria stradale così costosa e impegnativa, viene proposto, senza che ci sia un reale e comprovato bisogno, chiaro e incontrovertibile, tale da giustificarla. 2) Ecologico-ambientale, per i rischi ( appurati da diverse relazioni ) connessi alla presenza nell’area interessata del bacino idro-geologico che alimenta da sempre l ‘acquedotto della città di Isernia. Città talmente legata all’elemento acqua, da fare affermare a diversi storici che la radice stessa della sua denominazione derivi da questo legame. Iniziamo una disanima delle diverse questioni a nostro avviso più rilevanti: Quali potrebbero essere i miglioramenti nel collegamento tra Campobasso-Castel di Sangro, in base a
quanto sostenuto dall’’A.N.A.S. nelle sua relazione? Attualmente la distanza tra il bivio di Pesche, dove dovrebbe connettersi il nuovo tracciato, e l’imbocco della statale all’altezza del bivio di Miranda è di circa 5,7km. Il nuovo tratto, come già detto, sarà di 5,45km. La differenza tra i due percorsi è di poche centinaia di metri, al di sotto del mezzo chilometro. Paragonando i tempi di percorrenza, (tenendo presenti le regole del codice stradale), notiamo quanto segue: nelle ore di punta (per Isernia città circa 3 al giorno), si può ipotizzare, con gli attuali livelli di traffico, un risparmio calcolabile tra i 3 e i 5 minuti. Nelle restanti ore della giornata, si può ragionevolmente ipotizzare una riduzione di 1 minuto o poco più. Possiamo quindi affermare che il nuovo percorso farà risparmiare, in media , circa 2-3 minuti. Può mai essere giudicato conveniente un risultato finale così in-
fimo, rispetto ad un investimento così oneroso? La questione più seria e potenzialmente più drammatica riguarda la possibilità, da nessuna relazione tecnica esclusa in maniera categorica, di conseguenze sulla falda acquifera che alimenta le sorgenti del fiume SORDO. Tali sorgenti si trovano a metà circa del tracciato. Le vigenti norme in materia impongono una distanza di rispetto, in caso di interventi strutturali nei pressi di sorgenti di “acque superficiali per consumo umano”, calcolata in 200 metri. Questo punto così importante è alquanto controverso: il progettista indica tale distanza in 215m nel punto più vicino; l’autorità di bacino competente, che è quella del fiume Volturno, indica la cifra di 174m.; a tanti lettori del progetto, tra cui diversi tecnici, risulta che per alcune centinaia di metri le distanze variano da un minimo di 84m. ad un massimo di160m.
VI Rassegna diocesana dei cori a Castelpetroso Appuntamento annuale di Musica sacra con i gruppi di 70 parrocchie CAstElpEtrsOsO . Ritorna l’appuntamento annuale del raduno dei cori delle parrocchie della diocesi di Campobasso – Bojano promosso ed organizzato dall’Ufficio diocesano di Musica Sacra diretto da don Giuseppe Graziano. Domenica 19 aprile 2015 a partire dalle ore 9, 30, nella consuetudine di organizzare l’incontro nella seconda domenica successiva alla Santa Pasqua, i cori delle 70 parrocchie della diocesi si raduneranno per una catechesi sul linguaggio della Musica in relazione alla sua forza evangelizzatrice dal tema “L’animatore liturgico e il canto del salmo Responsoriale”, tenuta dall’arcivescovo di Campobasso – Bo-
jano S.E. Mons. GianCarlo Bregantini. Alle ore 12,00 nella Basilica dell’Addolorata di Castelpetroso si terrà una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal vescovo ed animata dai cori riuniti, guidati dal M° don Giuseppe Graziano. All’organo il M° Pasquale Petrucci. La stessa direzione e formazione corale che ha animato la liturgia del 5 luglio scorso presieduta dal santo Padre Papa Francesco a Campobasso, riceverà il diploma di partecipazione come riconoscimento ed impegno per la realizzazione dell’ animazione liturgica papale. Nel pomeriggio, alle ore 15,30 dopo il saluti del Rettore della Ba-
silica minore don Massimo Muccillo ci sarà la proiezione del docufilm “Con le Periferie nel Cuore” nell’auditorium della Basilica di Castelpetroso “Giovanni Paolo II” del regista Pierluigi Giorgio (produttore gruppo Kerem di Casacalenda) sulla visita del Papa in Molise a cui parteciperanno anche una delegazione della Pastorale giovanile della diocesi di Trivento e Sara Messere , della stessa diocesi, che ha tenuto il discorso dinanzi a papa Francesco. Seguiranno un dibattito e la consegna dei diplomi ai trecento coristi partecipanti. Il VI raduno si concluderà con un canto polifonico a cori riuniti.
“Poste, interessi particolari” La dura denuncia del sindacato Cisl all’assemblea del personale di Agnone AGNONE. Assemblea della CISL Poste presso l’Ufficio Postale di Agnone, il Segretario interregionale della CISL Poste Abruzzo Molise Antonio D’Alessandro rifletteva insiema ai lavoratori dell’Alto Molise, sulla trasparenza dell’operazione di privatizzazione che la Politica sta
portando avanti, trasparenza sulle motivazioni, sulle modalità e soprattutto sul livello di servizio, qualsiasi sia la scelta che si farà, l’importante è esserne consapevoli e rendere consapevoli tutti, in particolare, tutti i cittadini, anzi tutti noi. I soldi di cui stiamo parlando sono di tutti noi.
Già, perché in Italia, purtroppo, ogni qual volta si parla di privatizzazioni si vira immediatamente sui soldi, sul comando, sul chi ci guadagna cosa. Ma raramente ci si ricorda che le società di cui si parla forniscono servizi a milioni di cittadini. Ed è proprio al livello di servizio al cittadino/consu-
matore che bisogna guardare nel giudicare sulla bontà o meno di un’operazione di privatizzazione, soprattutto se si pensa ai tanti esempi in cui operazioni finanziariamente perfette hanno prodotto vere e proprie catastrofi nel servizio agli utenti. Quando discuteremo di tutto questo
con atteggiamento pragmatico e non ideologico, ogni sì o no alla privatizzazione – di Poste e di altre società pubbliche – sarà molto più credibile di quello derivante da una pura baruffa mossa dall’ideologia o da interessi particolari, spesso molto particolari..
Ricerca e Salute incontrano la gente I CAMPANILI DELLA SALUTE a Macchiagodena Vi attende in provincia di Isernia il prossimo appuntamento de i Campanili della Salute, gli incontri dedicati ai temi della prevenzione. Lunedì 20 aprile 2015 alle ore 18.00, in Via Garibaldi Ovest n°6, nel laboratorio “Cento mani per fare” a MACCHIAGODENA si terrà il prossimo appuntamento dal titolo: “Prevenzione dell’ictus cerebrale e delle malattie cardiovascolari: dal Progetto Moli-sani al Registro Molisano dell’Ictus Ischemico (REMOLIC)”. Dopo il suc-
cesso della Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi, a cui hanno partecipato più di 100 persone mercoledì 15 aprile 2015 a Cassino, quest’incontro de I Campanili della Salute è la prossima occasione per i cittadini per confrontarsi direttamente con gli esperti della prevenzione. Come consuetudine in questi appuntamenti, medici e ricercatori sono in prima persona disponibili ad affrontare con la gente temi di prevenzione e salute, in questo caso con
particolare riguardo all’ictus cerebrale, prendendo spunto dai risultati del noto progetto “Moli-sani” e illustrando il più recente progetto REMOLIC, coordinato dall’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli. A relazionare sul tema saranno Giovanni de Gaetano e Licia Iacoviello del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione delI’ I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Mediterraneo “NEUROMED” di Pozzilli. Francesca De Lucia porterà il
saluto dell’Associazione Cuore Sano Onlus, organizzatrice dell’incontro. L’evento è patrocinato dall’AVIS di Macchiagodena. Queste occasioni, sempre più richieste dalla popolazione, costituiscono una iniziativa costante e regolare che coinvolge i cittadini del Molise in una individuale presa di consapevolezza sulle malattie e sulla prevenzione, aiutandoli a compiere scelte autonome per il proprio futuro.
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Termoli
18 aprile 2015
Il ginecoloco termolese non risponde alle domande Il professionista dell’ospedale San Timoteo si è avvalso della facoltà di non rispondere TERMOLI. Si è svolto ieri, al Tribunale di Larino l’interrogatorio di garanzia a carico del ginecologo dell’ospedale San Timoteo di Termoli Saverio Flocco, arrestato martedì scorso dai Carabinieri del Nas. Il ginecologo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stamane Flocco, tuttora agli arresti domiciliari è stato assistito legalmente dall’avvocato Milena Di Fortunato in sostituzione di Joe Mileti, impegnato fuori regione, e dal legale Pasquale Lollino; a carico del medico ci sono le ipotesi di reato di truffa, peculato e corruzione in concorso con tre rappresentanti di una ditta farmaceutica umbra. L’operazione “Intramoenia 3” è scattata lo scorso 14 aprile, dopo mesi di intercettazioni ambientali con materiale video e fotografico raccolto e analizzato dai carabinieri del NAS di Campobasso, coordinati dal comandate Antonio Forciniti. Secondo quanto emerso dalle indagini l’uomo avrebbe eseguito almeno otto visite a turno per un ammontare retributivo di 80 euro l’una per tre volte la settimana, riuscendo così a incassare circa 1800
euro a settimana. Parrebbe inoltre che esercitasse la professione anche in periodi di as-
senza dal lavoro per malattia, utilizzando la stessa struttura pubblica per svolgere la propria attività privata.
Si attende adesso il pronunciamento del gip Rinaldo D’Alonzo che si è riservato sulla decisione di confer-
mare o meno la misura cautelare, nel frattempo ha provveduto al rinvio degli atti in Procura. “Il mio assistito ha manifestato una tracimante volontà di raccontare, non di difendersi, ma semplicemente raccontare la verità e la realtà dei fatti sia al Tribunale sia alla collettività tutta, tuttavia logiche defensionali e processuali hanno imposto un profilo più cauto visto che la prova come è noto si forma in dibattimento. Ho avuto modo di raccogliere in questi giorni il senso di costernazione del dottore il quale è certamente ed evidentemente provato dal clamore mediatico che ruota intorno alla vicenda. Gli ho detto che avrà tempo per il Suo riscatto umano. Dal punto di vista professionale il Dottore è notoriamente conosciuto come medico di altissimo livello e profilo come testimoniano gli innumerevoli attestati di stima che raccolgo quotidianamente quale difensore non potendo il dottore allo stato avere contatti con l’esterno”, ha riferito l’avvocato Lollino.
Momentive, udienza il 22 ottobre Sull’ampliamento dell’industria chimica la decisione dei giudici del Tar in autunno TERMOLI. Entreranno nel merito sul ricorso presentato dal Codacons contro l’ampliamento della Momentive di Termoli il prossimo 22 ottobre i giudici del Tar Molise. Sotto la lente le procedure che hanno portato all’autorizzazione dell’ampliamento del-
l’azienda chimica con sede nel Nucleo Industriale bassomolisano. Il Tar Molise, quindi, saranno chiamati a dare una definizione più accurata della situazione soprattutto alla luce della ‘retromarcia’ effettuata dal Comune di Termoli che “prima ha
rilasciato il titolo autorizzativo all’azienda chimica – ha affermato il legale Pino Ruta che ha presentato il ricorso in nome del Codacons – per poi dichiararlo nullo in quanto non corretto”. L’attenzione si è soffermata anche sulla nor-
mativa che attualmente è molto più restrittiva “e quindi anche l’istruttoria dovrebbe essere più accurata anche per la presenza di altre aziende chimiche e di un territorio che è sismico e dove c’è stata l’alluvione”.
Fondi per la prima infanzia disagiata A Termoli l’iniziativa a favore dei bambini che hanno bisogno TERMOLI. Torna in tutta Italia la raccolta di prodotti per la prima infanzia promossa dalla Fondazione Mission Bambini. In tutti i negozi Prénatal sarà possibile acquistare e donare prodotti di prima necessità per i bambini bisognosi. L’iniziativa è pensata in risposta alla crescente povertà infantile nel nostro Paese: secondo l’ultimo report dell’Istat, la povertà assoluta nel nostro Paese è aumentata e i bambini sono
i primi a rimetterci: i minori in povertà assoluta in Italia sono quasi 1,5 milioni – pari al 13% del totale – e il loro numero è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni a causa della crisi. “Grazie alla prima edizione del Banco per l’infanzia – dichiara Goffredo Modena, Presidente di Mission Bambini – abbiamo mobilitato 500 volontari raccogliendo beni per un valore complessivo di oltre
60.000 euro: un aiuto prezioso per i molti bambini e le famiglie che li hanno poi ricevuti. Quest’anno ci aspettiamo una risposta del pubblico ancora migliore”. Il ricavato delle giornate del 18 e 19 aprile a Termolipresso la Prénatal in Via Corsica, servirà per aiutare le persone, le famiglie bisognose e i bambini, sostenuti e seguiti dal Gruppo Vicenziano di Pescara. Oltre 300 persone – anche con figli piccoli
– assistite mensilmente, 6 sedi differenziate per quartiere che opera da oltre 60 anni in collaborazione con il Pronto Intervento Comunale, la Caritas e il Banco Alimentare. La sede principale risiede nella Parrocchia Beata Vergine Maria del Rosario a Pescara dove è possibile donare anche indumenti usati, giocattoli e quanto per la crescita del bambino. Nella sede di via Montanara le famiglie bisognose ricevono pane, pasta,
olio, latte, pomodoro, buoni per carne e buoni per medicinali. Nella “Casa della mamma e del bambino Bianca Leccese” nel quartiere Zanni, i genitori ricevono pannolini, omogenizzati, prodotti per l’igiene e la cura dei più piccoli, corredini e giocattoli. Nella struttura Siloe, invece, i senzatetto hanno la possibilità di fare la doccia due volte alla settimana e usufruire di un servizio di lavanderia.
“Quella melma è un bene per il mare” La Posidonia sta a significare la qualità buona delle acque marine TERMOLI. L’occhio di una persona non esperta la potrebbe scambiare per immondizia, tanto da essere rimossa in maniera abbastanza incauta. In realtà la sostanza che si è depositata sulla spiaggia di Termoli dopo l’ondata di maltempo del marzo scorso è la responsabile del mantenimento della biodiversità all’interno dell’ambiente marino. I termolesi non hanno potuto non notare che, dopo l’ondata di maltempo che ha creato una vera e propria inondazione in basso Molise, con il vento che ha soffiato quasi alla velocità di un bolide di Formula
1 e il mare ‘forza 8’, sulla spiaggia di Termoli si è riversata una sostanza dall’odore anche sgradevole. Una ‘comparsa’ che ha creato non poca polemica per i tempi di pulizia dell’arenile. La puntata di sabato scorso di “Linea Blu”, però, ci ha insegnato che quella sostanza dall’aspetto poco rassicurante in realtà è importantissima all’interno del sistema marino e assicura la qualità e la pulizia del mare. A parlarne al microfono della conduttrice Donatella Bianchi, è stato un esperto che ha analizzato quanto accaduto
sulla spiaggia di Palermo, la famosa spiaggia Mondello. Quel materiale marrone e melmoso che emana un odore particolare si chiama “Posidonia”. La “Posidonia” è una pianta intelligentissima. Si tratta di una palma sottomarina, una pianta che cresce attaccandosi e ricercando in maniera intelligente gli anfratti e le fessure delle rocce, dove si impianta con una forza sovraumana, conquista e forma le spiagge, forma i fondali e dà la biodiversità al Mediterraneo. Caratteristiche e spiegazioni per le quali
non si può che “dare a Cesare quello che è di Cesare”. Tutta la Posidonia che si era depositata sulla spiaggia di Rio Vivo nei giorni scorsi, e che nei giorni immediatamente successivi al maltempo è stata rimossa dalla battigia, sta a significare che l’acqua che bagna il litorale Sud di Termoli sia in realtà pulita e balneabile come non mai. E allora ben venga anche un po’ di odore ‘forte’ e qualche centinaia di metri di ‘tappeto anormale’ marrone, quasi da ‘terreno lunare’, se questo significa un toccasana per la balneabilità del nostro mare.
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Termoli
18 aprile 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Menzogne in giro per screditare un’amministrazione valida” Il sindaco di Montenero di Bisaccia, Nicola Travaglini rigetta le accuse lanciate da D’Ascanio MONTENERO DI BISACCIA. Il sindaco Nicola Travaglini ha tenuto stamane una conferenza stampa nel corso della quale ha inteso replicare, a nome suo e dell’intera Amministrazione comunale, alle accuse rivolte negli ultimi giorni da Nicola D’Ascanio, uno dei candidati alla carica di sindaco alle prossime elezioni comunali. “Sono davvero sconcertato - ha dichiarato Travaglini - dalla piega che il candidato alla carica di sindaco Nicola D’Ascanio ha voluto dare alla sua campagna elettorale. Ho inteso convocare stamane gli organi di informazione con l’unico scopo di ristabilire la verità dei fatti rispetto alle menzogne e alle accuse infamanti che in questi giorni sono state diffuse con volantini, articoli, post sui social network e, soprattutto, attraverso comizi. Voglio chiarire innanzitutto che questa mattina non parlo da candidato sindaco di Montenero di Bisaccia, ma da Sindaco di questo paese. La mia campagna elettorale, infatti, non è ancora iniziata. Speravo che il clima di queste elezioni comunali potesse essere molto più corretto e civile, ma mi sono dovuto ricredere. Le ultime gravi ed infamanti accuse mosse all’indirizzo di questa Amministrazione non potevano lasciarmi indifferente e non potevano lasciare indifferente nemmeno gli
altri amministratori comunali e le persone che a vario titolo sono state citate nel comizio che lunedì scorso il candidato sindaco Nicola D’Ascanio ha tenuto presso la sala consiliare. Un comizio, tra l’altro, che ha cercato di trarre in inganno anche voi giornalisti, allorquando lo ha spacciato per conferenza stampa. D’Ascanio ha gettato fango e ha rivolto accuse molto gravi all’indirizzo di questa Amministrazione comunale, del sottoscritto, oltre che nei confronti di altre persone di Montenero e, indirettamente, nei confronti dell’intera casa comunale; secondo i teoremi di D’Ascanio, la maggioranza che guida questo Comune avrebbe messo in atto presunte attività clientelari e favoritismi tesi al voto di scambio; presunte illegit-
timità per quanto concerne l’attività della Conferenza dei Servizi, alla quale ricordo che partecipano altri enti, tra cui la Regione; presunti intrallazzi, intrecci e teoremi che D’Ascanio accosta con una tranquillità disarmante, ma preoccupante, a nomi di famiglie mafiose. Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, ma credo che basti questo per sentire il bisogno di intervenire e dire che è arrivato il momento nel quale tutti devono si assumersi le responsabilità delle proprie affermazioni. Respingo quindi con la massima forza e determinazione le accuse mosse da D’Ascanio, ribadendo che questa Amministrazione ha sempre operato nella massima trasparenza e nella massima legalità. Nessuno può permettersi di affer-
mare il contrario: non risulta infatti, nei cinque anni di Amministrazione comunale trascorsi, nessun avviso di garanzia, nessun rinvio a giudizio e nessuna accusa formulata da parte delle autorità competenti a carico degli amministratori comunali nell’esercizio delle loro funzioni. Per tale ragione, a seguito delle palesi menzogne diffuse apertamente e, a tratti, subdolamente da D’Ascanio, informo che stiamo procedendo a valutare attentamente ogni azione, compresa quella penale, al fine di tutelare l’onorabilità del sottoscritto, dei membri della Giunta e del Consiglio Comunale. Mi risulta inoltre
che anche altri privati, citati nel comizio di D’Ascanio, stiano valutando azioni nei suoi confronti. Mi rendo conto che chi non ha proposte concrete tende a distogliere l’attenzione dei cittadini inquinando i pozzi e alzando cortine fumogene con l’unico e bieco scopo personalistico di potersi ritagliare un momento di visibilità sugli organi di informazione. Rivolgo un accorato invito ai cittadini di Montenero, affinché non credano a quanto è stato detto e divulgato in questi giorni, perché il tutto risponde ad un unico scopo: quello di mistificare la realtà, piegandola ai propri scopi elettorali”.
La rivoluzione del cibo, Biodiversità di un territorio Ma soprattutto lo Slow Food Day rappresenta per tutti noi, per ogni singolo socio o appassionato la possibilità di raccontare esperienze e comportamenti quotidiani virtuosi che ci aiutano a costruire un mondo del cibo più buono, più pulito e più giusto di quello attuale. Le attività
TERMOLI. “Oggi, celebreremo lo Slow Food Day 2015 a Termoli, in Largo Tornola dalle ore 19,00 alle ore 22,00”. Lo sottolinea la condotta locale dell’Associazione. “Abbiamo tanti temi legati al cibo, all’ambiente, all’agricoltura che vogliamo portare all’attenzione del grande pubblico. Temi planetari,
nazionali e locali, tutti ugualmente importanti per costruire intorno al cibo un futuro migliore per tutti gli abitanti del pianeta. Quest’anno lo Slow Food Day è dedicato al cibo quotidiano buono, pulito e giusto, che difende la biodiversità. Biodiversità che dobbiamo salvare
attraverso i progetti come l’Arca del Gusto e i Presidi Slow Food. Cibo quotidiano che rappresenta le comunità e ne favorisce lo sviluppo, che si contrappone a quello industriale banale e standardizzato, che viene prodotto con buone pratiche agricole e che percorre poca strada.
sono per tutti i gusti: dal laboratorio sulla treccia di Santa Croce di Magliano, alla degustazione dei piatti preparati dagli chef selezionati da Osterie d’Italia nonchè la degustazione di prodotti del territorio, olio, salumi …l’elenco è in continuo aggiornamento!
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Opinioni di Franco Valente Ieri ho fatto la strada Campobasso- Bifernina fino al bivio di Lucito. Dal bivio sono salito a Civitacampomarano per arrivare a Castelmauro. Da Castelmauro sono sceso a S. Felice del Molise per arrivare al bivio di Mafalda e riprendere la Trignina. Chi non ha mai percorso questo tratto di strada non si può rendere conto dell'eroismo dei sindaci che devono amministrare questi paesi. A parte le migliaia di metri cubi di argilla riversati sulle strade, è impressionante lo stato delle carreggiate. Non si tratta più di piccoli avvallamenti o fenditure nell'asfalto. Si è in presenza di veri e propri scalini che in alcuni casi arrivano a 20 centimetri.
Promuovere non singole aziende, ma la pluralità e la varietà della articolata produzione olivicola molisana a Tuttofood 2015, insieme alla innovazione produttiva e tecnologica che il Molise sa esprimere”, è questo l’obbiettivo di Coldiretti Molise affidato a Co.pr.o.m., il Consorzio di Produttori Olivicoli Molisani, promosso dall’Organizzazione Agricola. Come evidenzia Co.pr.o.m., il Molise può contare su circa 13.000 ettari di superficie olivetata e vanta oltre 20 cultivar autoctone di olivo, tutte ufficialmente iscritte nello schedario oleicolo italiano. L’olivicoltura per il Molise rappresenta un segno distintivo, un elemento caratterizzante sia dal punto di vista storico-culturale che da quello economico. Gli ulivi sono un elemento caratteristico dell’intero territorio molisano, nonostante le marcate diversità climatiche del territorio regionale. “Rappresentare e promuovere – ribadiscono da Coldiretti Molise - questa varietà a Tuttofood, la più grande manifestazione fieristica italiana dedicata all’agroalimentare, che si terrà dal 3 al 6 maggio, a Milano, in simbiosi con i pri-
18 aprile 2015
senza alcun finanziamento pubblico
Un piano serio per le frane. Il territorio muore Senza dire delle voragini che ormai si incontrano a centinaia. Un disastro che in questi ultimi mesi sta progredendo in maniera esponenzialòe soprattutto perché la manutenzione è diventata un lusso. Fra qualche mese, se la Regione non pensa a un piano serio per la ELIMINAZIONE DELLE CAUSE anziché mettere le pezze sugli effetti, canteremo il DE PROFUNDIS per le aree interne al Molise, ammesso che non sia già iniziata la litania funebre. Altro che autostrada di Attila e aereoporto del caciocavallo! Occorre un piano serio per le frane altrimenti è la morte di questo territorio.
A Tuttofood da promuovere l’intera produzione olivicola molisana missimi giorni di apertura di Expo 2015, è una opportunità che andava colta. Con la presenza a Tuttofood 2015, Co.pr.o.m., rappresenterà anche un Molise capace di dare un contributo di innovazione scientifico-tecnologica al settore, nel rispetto dei processi naturali e tradizionali. Nell’occasione della Fiera Internazionale - proseguono - verranno, infatti, proposti agli operatori del settore i risultati del progetto di sperimentazione ‘ultra dop-olive oil’, frutto della collaborazione tra aziende olivicole molisane e ricercatori scientifici. In Molise, con la sinergia tra l’Università degli Studi di Bari ed alcune aziende agricole molisane, con il supporto tecnico-operativo dell’azienda Alfa Laval, leader mondiale nella
produzione di impianti di estrazione per l’olio extra vergine di oliva, è stato realizzato e testato un prototipo che utilizza gli ultrasuoni per un sistema innovativo di molitura delle olive, al fine di ottenere una ottimizzazione del processo di molitura ed olio extra-vergine di oliva ad elevato valore nutrizionale ed a ridotto impatto ambientale. Gli ultrasuoni, hanno già molteplici applicazioni nella vita di tutti i giorni e contribuiscono al benessere ed alla salute di tutti noi, dalla ecografia, anche in maternità, all’odontoiatria”. “Con l’iniziativa ‘ultra dop-olive oil’ - riferisce la referente scientifica del progetto Maria Lisa Clodoveo - è stato dimostrato che nella molitura delle olive gli ultrasuoni pos-
di Claudio De Luca
Al fine di semplificare l’attività della P.a. l’ordinamento nazionale si arricchì di decine di decreti legislativi. Si trattò di atti (con valore di legge) emanati dal Governo, previa delega conferitagli dal Parlamento. Sarebbero dovuti servire ad “attenuare”; ma, per provare ad arginare la mole delle norme vigenti, si dové imporre dapprima uno sfoltimento generale delle fonti (con Calderoli) e poi innestare provvedimenti nuovi. Questo paradosso rese la vita difficile persino alle riforme Bassanini e Bersani, unici tentativi di lotta alla burocrazia. Punte di diamante della cura furono le realizzazioni dello sportello unico e della dichiarazione di inizio attività con l’abbattimento di un esorbitante numero di certificati e di autorizzazioni. Oggi permane lo scoglio maggiore rappresentato dalla quantità dei Comuni (8.103); e, soprattutto, dalla presenza del 95% di enti rimasti, demograficamente, sotto la soglia dei 20mila abitanti mentre il 73% (pari a 5.903) ne conta meno di 5.000. Si pensi pure che, nei 7.848 Comuni fino ai 20mila, vivono quasi 27 milioni di persone rappresentative del 47% dell’intera popolazione, mentre nei restanti vive la maggioranza degli Italiani ed opera la gran parte delle imprese. Pensare che i nuovi strumenti dell’antiburocrazia possano attecchire in simili realtà sarebbe davvero chiedere troppo; tant’è vero che i succitati istituti navigano in forti difficoltà applicative. Ragguagliando certi dati alla realtà molisana, si ottiene un quadro sconfortante (fatto di Comuni-polvere) ed una sola certezza: se l’andamento demografico ed economico dovesse mantenersi co-
Tutto quello che gli altri non dicono
Quanta ‘polvere’ in Molise, regione delle piccole patrie stante, potremmo avere – quanto prima – una decina di comunità in meno per sopravvenuta estinzione. Infatti, nell’arco degli ultimi anni, è stato registrato un calo demografico pari allo 0,6%, peraltro insorto a causa di un’inedita ondata migratoria giovanile che sta superando le migliaia di unità. Se accoppiamo questo dato a quello legato alla denatalizzazione, diventa impossibile vedere spiragli di luce per il futuro.
Perciò, quando in campagna elettorale, le parti politiche (formiche rosse, bianche o nere che siano) verranno ad illustrare “le magnifiche sorti, e progressive”, della 20.a regione, occorrerebbe interromperne certi enfatici eloqui per rappresentare al caporione di turno che la buona sorte incontrerà magari soltanto il suo portafogli; e bisognerà rammentargli che, quando il Contado era amministrato dai Borboni, contava 331mila ab., mentre nel 2020 (quando a fronte di ogni bambino si conte-
sono ridurre il tempo di gramolazione e migliorare la qualità del prodotto. L’impianto del prototipo e la sperimentazione innovativa sono stati realizzati presso un importante oleificio di Colletorto, che è anche capofila del progetto”. ranno 8 anziani) potrà vantarne di gran lunga meno di 300mila, con una popolazione in età lavorativa calata di migliaia di unità rispetto a quella di un decennio fa. Oggi si assiste alla diminuzione del numero degli occupati; ed alla diminuzione di questi fa riscontro l’aumento del numero di soggetti in cerca di occupazione. Tutti questi dati, seppure formati da fonti autorevoli, non hanno fatto molta impressione alla classe politica locale cui, forse, bisognerebbe augurare l’immortalità. Probabilmente soltanto in tal modo maturerebbe aspettative di più alto profilo (per dismissione di quelle praticate presentemente), rispetto a quelle oggi improntate alla perseguita filosofia oraziana del “carpe diem”. Ciò premesso, come si sono organizzati i nostri Comuni a fronte di questo sfacelo sociale ed economico? Manco con i mezzi suggeriti dal legislatore. Hanno partorito finzioni di Unioni che si rivelano più o meno cartacee, nate solo nella speranza di potere gestire al meglio (fruendo di più cospicui fondi di finanza derivata) quell’una, o due, legislature che toccano oggi in sorte al nostro politico“mordi e fuggi”. Eppure la scelta “unionista” è obbligata, come l’apprestamento di servizi sovra-comunali; ma nessuno ha il coraggio di cancellare, riducendoli a semplici “municipi”, manco quei Comuni da 250-300 anime dove, visivamente, non si sa come tirare avanti, dal momento che occorre comunque elargire ai propri amministrati gli stessi servizi offerti all’utenza da enti maggiori. Nel frattempo la cassa piange, piena com’è di ragnatele.