Borse di studio gabbati gli universitari

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 90 - domenica 19 aprile 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Aldo Patriciello

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Aldo Patriciello. L'europarlamentare molisano si è fatto portavoce a Bruxelles della necessità di rivedere i limiti di partecipazione ai concorsi. In un momento di disoccupazione così generalizzata e diffusa non è il caso di sottilizzare sull'età di partecipazione. E' il caso, invece, di ampliare le fasce proprio per consentire anche a chi ha perso il posto di lavoro in tarda età a potere cercare di ricominciare.

Il Tapiro del giorno a Michele Petraroia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. L'assessore regionale con delega anche all'Università dovrebbe ascoltare e raccogliere il disagio che viene dagli studenti meno abbienti che non riescono ad avere la borsa di studio per responsabilità regionali. Dovrebbe avere il buon senso politico di intervenire, non con i soliti suoi tavoli e le sue prediche, ma con atti concreti. E' pur vero che dell'Università molisana non se ne importa ma deve ricordare che percepisce i soldi sudati dai molisani.

Da 20 mesi nessun pagamento agli studenti Senza soldi e con molte famiglie in difficoltà mentre la Casta ingrassa i suoi privilegi

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2 19 aprile 2015

Primavera col sorriso: premio di produttività individuale per i dipendenti regionali delle categorie a, b, c e d

Tutti bravi, tutti efficienti: sono mosche bianche coloro che in base al giudizio dei dirigenti vengono in una certa qual misura penalizzati rispetto agli altri

Soldi, non molti, ma sempre graditi. Andranno erogati ai dipendenti regionali appartenenti alle categorie a, b, c, e d quale premio di produttività individuale, stabilito sulla scorta di apposite schede di valutazione redatte dai dirigenti responsabili delle singole strutture. Le schede si fanno, ma in genere non sulla valutazione analitica del lavoro svolto e prodotto. Sarebbe troppo oneroso per i dirigenti. Essi si limitano a firmarle. Per cui vanno per blocchi, taluni per simpatia, altri per rapporti interpersonali radicati nel tempo. I premi in sostanza si livellano e sono mosche bianche coloro che in base al giudizio dirigenziale vengono in una certa misura penalizzati rispetto agli altri. Insomma, tutti bravi, tutto ottimi lavoratori, e ottimi risultati. Diversamente, i dirigenti dovrebbero essi per primi ammettere di essere statati incapaci di dare lavoro ai dipendenti e di vederlo realizzato al meglio delle capacità. I dirigenti, che per contratto beccano, essi sì, cifre ragguardevoli in aggiunta allo stipendio base, hanno tutto l’interresse ad ammettere che i soldi che prendono sono meritati proprio in rapporto alla produttività espressa dal personale dipendente delle categorie a – b- c e d. Quest’ultima categoria – la “d”-

ristorata del 20% dell’indennità di cui all’ articolo . 29/bis della legge regionale 7/97 relativa all’anno 2014, così come inclusa nelle graduatorie delle leggi vergogna della Regione Molise, ovvero la 30 del 2005 e la 33 del 2006, sulla base delle risultanze elaborate dal competente Servizio risorse umane e organizzazione del lavoro,

Questo Consiglio regionale che nella sua totalità in campagna elettorale aveva promesso il dimezzamento delle indennità le ha invece aumentate e sprezzante della volontà di circa seimila cittadini che hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare depositata da sedici mesi non si degna di esaminarla. E’ troppo impegnato a far danni divenuti ormai irreparabili: sanità, sistema produttivo, lavoro, trasporti. E’ troppo. Non soddisfatto dei disastri fin qui combinati e delle laute prebende percepite, alla faccia della gran massa di disoccupati e dei precari, dei pensionati che non riescono a pagare le bollette, si appresta addirittura a reintrodurre il vitalizio per i consiglieri regionali in carica e futuri, aboliti con legge regionale nel 2012. Non avevamo dubbi che ci avrebbero provato, per questo nella proposta di legge di iniziativa popolare chiediamo l’abolizione dell’articolo 10, relativo alla reintroduzione del fondo di previdenza. La reintroduzione del vitalizio, prevista nell’articolo 10 della legge di stabilità della Regione Molise approvata dalla Giunta regionale, costerà alla Regione e, pertanto ai cittadini, la bellezza di 633.600 euro all’anno aggiuntivi. Infatti la Regione

e della valutazione positiva del rendimento da parte dei direttori di servizio della struttura cui sono assegnati. Una semplice partita di giro. Alla quale da anni si assiste nel complice silenzio degli amministratori, dei direttori, e dei sindacati. E’ vero che i consiglieri Manzo e Federico del gruppo consiliare 5 Stelle hanno chiesto di vederci chiaro sugli

aspetti amministrativi e funzionali della categoria “d”; ma è vero anche che si sono arenati avendo capito che a toccare i fili dell’alta tensione c’è il rischio di rimetterci la pelle (politica). L’alta tensione, in questo caso, sono le centinaia di dipendenti delle categoria “d” che difendono il loro orticello generosamente offertogli da Michele Iorio in uno dei

suoi atti di magnanimità non privi di favoritismo e di clientelismo cui, peraltro, non è mai corrisposto per lui un vero vantaggio elettorale. Il danno che ha fatto alle casse regionali ci vorranno ancora decenni per smaltirlo. Cosa fatta capo ha. Per cui questo che viene sottolineato, è solo un esercizio critico, peraltro doveroso nei confronti di coloro che non hanno beneficiato dell’elargizione ioriana, che assistono allo spettacolo di capiufficio di Uffici senza personale e, spesso, senza una oggettiva dotazione di lavoro, ma largamente ristorati sul piano economico. Difatti, gli oneri per l’erogazione della produttività individuale al personale di ruolo dell’amministrazione regionale, al personale a tempo determinato e/o in posizione di comando presso la Regione Molise (poco meno di un milione di euro), e gli oneri per l’erogazione del 20% dell’indennità di cui all’articolo 29/bis della legge regionale 7/97 al personale di categoria “d”, graveranno sui rispettivi capitoli di bilancio. Lo ha deciso il direttore generale Pasquale Di Mirco con la determinazione 248 del 16 aprile scorso. Dardo

La Casta regionale molisana continua a prevedere solo privilegi dovrà versare 2400 euro mensili per ciascun consigliere. Molti si illudevano di aver raggiunto il fondo con la presidenza di Michele Iorio. Non è così. Questi politicanti sono di gran lunga peggiori. Sono un’orda di cavallette e vanno fermati con la resistenza civile e democratica per impedire che facciano ulteriori scempi. Chiediamo a tutti gli uomini liberi, a tutti coloro che si sentono offesi da tanta protervia ed arroganza di vigilare e partecipare ai lavori del Consiglio Regionale quando arriverà in discussione la proposta di legge. Allo stesso tempo dobbiamo imporre la immediata discussione della proposta di legge di iniziativa popolare. Dobbiamo riappropriarci della nostra dignità di cittadini e impedire, agli attori di una politica sempre più autoreferenziale e lontana dai veri problemi dei cittadini, di cancellare le nostre identità.

Comitato Indignati del Molise


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3 19 aprile 2015

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Sanità, manca il coraggio di agire

Si continua a preferire il terreno dello scontro dialettico e delle accuse al passato invece di pensare a costruire un nuovo percorso CAMPOBASSO. Quali le prospettive del Sistema sanitario regionale? Come andare a costruire un percorso nuovo alla luce della confusione dei tagli del governo e del Piano di rientro? Chi si occupa di cambiamento dal punto di vista teorico, così come il manager chiamato concretamente a gestire il cambiamento, sa quanto possa essere importante trovarsi di fronte ad un momento di crisi significativa. Perché dalla consapevolezza dell’esistenza di una crisi, dei rischi connessi, delle possibili conseguenze e dell’urgenza di dover affrontare alcuni nodi decisionali ed operativi, emerge la predisposizione a cambiare. Tecnicamente si identifica questo aspetto con il fatto che sistemi, organizzazioni ed individui tendono ad essere problematistic searcher, cioè si attivano per cambiare quando percepiscono un fenomeno come un problema degno di essere affrontato e di portata tale da richiedere un mutamento di prassi, consuetudini, regole vigenti. Bisogna partire dalla presa visione del problema nella sua

intierezza per poter ripartire a costruire un’ossatura nuova del sistema. Indubbiamente i Piani di rientro potevano rappresentare un’occasione per rendere più incisiva la percezione collettiva dell’importanza di cambiare, nella politica, nella dirigenza, nei professionisti,

Seguo con divertita attenzione ( se non fosse per la intrinseca drammaticità del problema) la gara, davvero avvincente, in atto tra le massime Autorità politiche ed istituzionali della Regione in relazione alla soluzione da offrire alle problematiche del rientro dal deficit sanitario e sulla conservazione dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini molisani. Una gara per il vero particolare nelle modalità , fatta di comunicati e di conferenze stampa, di repliche, di editti, di impegni e di promesse da …marciapiede ( si fisicamente proprio sui marciapiedi) per individuare quello o quelli tra i concorrenti che si spendono di più di altri per tutelare il Molise e le sue

di Giovanni Muccio*

Un ennesimo esempio di sperpero di denaro pubblico del povero contribuente cittadino è la piscina comunale di Campobasso in Via Puglia. Sono trascorsi oltre vent’anni dalla posa della prima pietra, doveva rappresentare un punto di riferimento per i tanti ragazzi campobassani bisognosi, che volevano dedicarsi a questo splendido sport.A Campobasso è sempre più avvertito il problema dell’emarginazione, che interessa sempre più il mondo giovanile e fasce sociali disparate che per problemi di degrado ambientale, disoccupazione, bullismo, dipendenza d’alcol e droghe, problemi legati alla mancanza di valori sociali e di punti di riferimento quali rapportarsi, vivono fenomeni complessi di disinserimento sociale che si

futura del Servizio regionale. Il canovaccio di fondo, invece, è rimasto quello dell’approccio razionale-burocratico al cambiamento, fatto da un pensiero normativo scollegato dalla diretta valutazione della azionabilità dei cambiamenti prefigurati, almeno stante le non mutate condizioni di scarsa coesione politica e capacità gestionale del sistema. Il Piano di rientro, così, ha finito con il prefigurare spesso interventi occasionali, talvolta virtuali perché costruiti su informazioni formali e non sostanziali (si pensi alla questione dei posti letto), anacronistico in alcuni aspetti (ad esempio la dotazione dei PL fissa o per specialità quale senso ha nell’epoca degli ospedali pensati per intensità di cura ed assistenza?). Si poteva fare meglio? Viene facile dire di sì. E allora oggi la politica abbia un sussulto, parta dalla costruzione di un Piano con più ‘personalità’ rispetto allo stesso schema richiesto dalla burocrazia delle relazioni interistituzionali.

La “Gara di salvamento”

l’intervento di Oreste Campopiano*

nella cittadinanza, a tutti i livelli e latitudini del sistema sanitario regionale. Un’occasione per ridefinire una visione di sistema, un’ambizione collettiva attorno a cui aggregare motivazione, senso di appartenenza, identità con il sistema. Per fare ciò occorreva usare il Piano di rientro

non solo come documento tecnico per identificare colpevoli, capri espiatori e spazi di razionalizzazione (e razionamento), ma soprattutto come strumento di valorizzazione delle potenzialità, di prefigurazione di scenari a cui tendere. Da noi, invece, la politica ha preferito il terreno dello scontro, delle ripicche, delle accuse e delle denunce. Dimenticando il suo ruolo di proposta e di programma. Girando il ragionamento all’inverso: occorreva cambiare non per risolvere tanti problemi, pur veri, ma soprattutto per ambire a costruire un servizio regionale sanitario moderno, efficiente, innovativo. Può sembrare una questione di lana caprina, ma non lo è se consideriamo quanto sia importante nella motivazione delle persone la comprensione e la condivisione della ragione per cui vale la pena lavorare, impegnarsi al di là dei propri interessi individuali e di gruppo. Era poi anche l’occasione per delineare alcune grandi strategie direzionali di medio-lungo periodo quali scheletro della visione

strutture sanitarie dal probabile smantellamento che passa attraverso le regole del decreto Balduzzi. Sarebbe davvero encomiabile l’impegno dei nostri governanti ( salve ovviamente le forme e le modalità di esplicazione della “gara” ), se non fosse certo che tutti gli interpreti, indistintamente, hanno contezza che difficilmente il Governo nazionale potrà disattendere le reiterate ed annose bocciature del tavolo tecnico ministeriale, dei vari piani di rientro, bocciature che porteranno al più volte evocato commissariamento della sanità regionale, provvedimento che potrebbe arrivare all’indomani della tornata elettorale amministrativa

del prossimo mese. Sarò forse io portato ad esasperare il già dilagante pessimismo, ma la sensazione che avverto è che ciascuno degli interpreti di questa “gara di salvamento”, stia mirando più a salvare se stesso che le strutture sanitarie del territorio. E ciò che mi sembra anche un po’ stucchevole è che la competizione si gioca tra interpreti che sono espressione dello stesso partito politico ,il PD, che per essere IL partito di governo della Regione dovrebbe avere presumibilmente il medesimo progetto e la medesima proposta intesa ad efficientare i servizi ed a ridurre i costi. Se poi ,come sembra ormai evidente, vengono offerte soluzioni differenti, mi chiedo perché mai

non si apra un confronto serio e costruttivo innanzi tutto nel Partito di riferimento (il PD), quindi all’interno degli altri partiti che sostengono questa maggioranza e questo Governo regionale? Certo è che l’immagine che si sta offrendo all’esterno evoca una pa-

Seconda piscina a Campobasso, ecco l’Ecomostro

ripercuotono con riflessi svariati e negativi sul benessere e la vita sociale dell’intera cittadinanza. Ecco dove investire: nel sociale, nel mondo giovanile, nella crea-

zione di opportunità, di occasione e modelli di riscatto per le nuove generazioni. Chiunque se ne rende conto con assoluta facilità: basta entrare in alcuni ritrovi per

notare quale spreco nel loro tempo i nostri giovani facciano intenti a bere o giocare al video poker, al gratta e vinci o peggio ancora ad oziare senza costrutto in poche edificanti attività spesso illegali e legate al mondo della tossicodipendenza. A tal riguardo, il Movimento Regionale del Guerriero Sannita ritiene utile e necessario che a Campobasso si favorisca maggiormente la creazione di una rete d’opportunità per favorire l’associazionismo sportivo e lo sport pubblico per tutti. E, in quest’ottica, gli impianti leggeri possono rappresentare una risposta alle esigenze di tantissimi giovani, piccoli spazi organizzati da vivere con semplicità e amore. In defini-

gina triste della storia dello scorso secolo, quella dell’ultimo brano musicale suonato dall’orchestra del Titanic, mentre la nave andava inesorabilmente ed irreversibilmente a fondo. *Resp. Naz. Problemi dello Stato PSI

tiva sport per tutti, vero e di qualità questo appare essere la sfida lanciata allo sport di base dalla frammentata società odierna, perché sia anch’esso parte non secondaria nel processo d’educazione e socializzazione dei giovani e delle persone. Un appello il Movimento lo rivolge al Sindaco di Campobasso Battista. Diamo risposte ai giovani nel campo dello Sport, iniziando proprio dalla piscina comunale sita in Via Puglia, che rappresenta, invece, per il campobassano, una non risposta delle amministrazioni precedenti ai giovani e alle famiglie bisognose; non tutti possono permettersi una piscina e quindi uno sport a pagamento dai privati. L’ecomostro continua a dormire il sonno della bella addormentata. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita


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senza alcun finanziamento pubblico

La proposta politica sarà credibile nella misura in cui rappresenterà una concreta volontà riformatrice, un rivolgimento culturale, un effettivo ripulisti di scorie e residui

Iorio e il suo ritorno in campo Il proposito di aggregare di nuovo le forze sparpagliate del centrodestra molisano e di irrobustite di nuova linfa generazionale il progetto di rinascita Il ruggito del leone: rappresentazione non troppo immaginaria del ritorno liederistico di Michele Iorio, consigliere di minoranza a Palazzo Moffa, e già presidente della giunta regionale del Molise per oltre un decennio, col proposito di aggregare di nuovo le forze sparpagliate del centrodestra molisano, irrobustite da nuova linfa generazionale, come auspica e si sforza di realizzare. L’avvio è stato oltremodo confortante nell’area di sua massima influenza: la Pentria. In progetto, la reiterazione degli incontri di area in area, con il bagaglio della sua attività amministrativa e politica, la sua capacità di ascoltare e, soprattutto, di decidere. Purtroppo, chi fa sbaglia: è inevitabile. Solo chi non fa non sbaglia, con l’eccezione di Frattura che pur non facendo, riesce a sbagliare. Il carisma di Iorio è ancora

l’intervento

intatto, la volontà di agire rinforzata, l’obiettivo di restituire ai molisani un progetto di futuro altrettanto. Rimane da chiarire, ma crediamo non frapporrà ulteriore tempo, se la sua determinazione a capeggiare un movimento di popolo contiene la determinazione di rigenerare la classe dirigente, di tenere lontano i professionisti della politica, gli arrivisti, i traditori in pectore, che nel corso della sua lunga gestione amministrativa gli si sono via via rivelati tali e, peggio per lui, li ha perdonati e/o ricondotti all’ovile. Un peccato di mancato cinismo che gli è costatato caro: la caduta dal vertice regionale per mano di un gruppo di trasformisti (traditori forse è eccessivo) che, voltando gabbana, hanno indossato l’abito di sinistra, avvertendone (taluni), l’improprietà, se non proprio il ridicolo. Un brutto scherzo, non

tanto per Iorio (che ne sta pagando le conseguenze), quanto per i molisani che da oltre due anni sono governati da un gruppo dirigente evanescente, improvvido, incoerente e inconcludente. Iorio s’è mosso; molti hanno risposto all’invito, altri traccheggiano per vedere “l’effetto che fa”. Intanto, c’è un precedente che deve cancellare: l’oceanica adunata presso la Piana dei Mulini, sulle sponde del Biferno, nel corso della quale aveva annunciato un repulisti che poi non c’è stato. Con il risultato che le urne hanno poi sancito il 25 e 26 febbraio 2013, dando via libera a Frattura e al sempre più sedicente centrosinistra. Nel corso dell’incontro ultimo d’Isernia non ha fatto promesse; s’è limitato ad indicare la mala gestione regionale, i pericoli che corre l’economia molisana persistendo la stagnazione amministra-

tiva e programmatica, e ad indicare per sommi capi quali sono i rimedi da attuare cui, anche da oppositore, s’è impegnato a pretendere che vengano attuati. Iorio ha anche un altro problema da affrontare e da risolvere: operare progressivamente, ma costantemente, un processo di decantazione delle tante malevolenze e bugie che lo hanno sommerso nell’ultima fase della sua presidenza, ad opera del cartello politico/mediatico che, in combinazione tra loro, parlando per anni di un fantomatico sistema Iorio e di iorismo, è riuscito addirittura a formulare un’ipostesi di regime da abbattere. Ha dunque da lavorare, per rimettersi in quota nel gradimento dei molisani ai quali va restituita un’analisi dei fatti imparziale, onesta, veritiera. E vanno snocciolati, senza riguardo alcuno, i comportamenti politici e le azioni

che hanno disarticolato, sconnesso e squinternato la destra, perché non si ripetano, né trovino la gomena Iorio cui aggrapparsi. Se davvero è convinto di ciò che ha manifestato a Isernia, e che intende ribadire in giro per il Molise, non dovremmo vederlo circondato dalle solite facce, dai soliti corifei, dai soliti questuanti. La sua proposta politica sarà credibile solo nella misura in cui rappresenterà una concreta volontà riformatrice, un rivolgimento culturale, un effettivo ripulisti di scorie e residui, un cambio generazionale e un progetto di futuro in cui la sua esperienza, la sua padronanza dei problemi e della gestione amministrativa, siano la garanzia. Dardo

Fiducia e accordi per il Parco nazionale Matese per migliorare e regolare l’accesso ai pascoli. Sarà favorita la produzione di prodotti di qualità, certificata e garantita dal marchio del parco. Le attività edilizi previste dai piani urbanistici non verranno messe in discussione, mentre saranno combattute le attività edilizie abusive».

di Michele D’Amico*

Il Parco nazionale del Matese ottiene nuovi consensi. A confermarlo è la delibera del comune di San Giuliano del Sannio, che riconosce la validità e l’efficacia del progetto nell’azione di tutela della natura e della biodiversità, nella diffusione della green economy nel territorio molisano e in particolar modo nell’area del Matese. Un consenso che si aggiunge a quello delle numerose aree matesine molisane e campane e che vedrà nei prossimi giorni l’adesione di altri importanti comuni: Bojano, Baranello e Vinchiaturo. Sono previsti per la prossima settimana nuovi incontri nei comuni della provincia di Isernia, dove interverranno rappresentanti della Regione Molise, PNALM, professionisti, Legambiente, WWF, Italianostra, FAI, Slowfood, Unimol al fine di indicare i vincoli e la perimetrazione delle aree protette, presentando i punti di forza e le opportunità che potrà offrire il Parco Nazionale. Le nuove iniziative di Legambiente Molise si aggiungono a

quelle che negli ultimi mesi del 2014 hanno dato vita agli Sati Generali del Matese organizzati insieme a Legambiente Campania e che hanno ottenuto un ampio successo, con numerosi interventi da parte dei maggiori rappresentanti delle istituzioni molisane, a livello locale e nazionale. «Il Parco nazionale del Matese deve essere visto come una grande opportunità e non come un vincolo per le comunità localichiarisce Legambiente Molise-le misure di salvaguardia del parco prevedono, in attuazione della legge n.352/1993 la possibilità delle attività di pascolo, di raccolta funghi,

tartufi, ed altri prodotti nel rispetto del sottobosco, nel rispetto delle vigenti normative, degli usi civici e consuetudini locali. Gli imprenditori boschivi che intendono operare nel rispetto delle leggi forestali non hanno nulla da temere dal parco, poiché l’Ente parco fornirà risorse e strumenti per migliorare il loro lavoro e arricchire il patrimonio del territorio. Le attività agricole sono praticabili anche utilizzando mezzi meccanici. E’ possibile e auspicabile la riconversione delle culture intensive monoculturali in produzioni compatibili con l’ambiente. L’Ente parco inoltre interviene

I benefici economici sono stati ben evidenziati dal nuovo rapporto del Ministero dell’Ambiente e di Unioncamere. Nonostante la congiuntura negativa, tra il 2011 e il 2013 il valore aggiunto prodotto all’interno dei Parchi nazionali italiani è sceso soltanto dello 0.6%, una cifra più bassa rispetto a quanto è avvenuto nel resto d’Italia dove si registra un calo pari a -1.8%. I dati di Unioncamere rivelano inoltre il forte interesse da parte dei giovani e delle donne nello svolgere attività di impresa all’interno delle aree protette. L’economia dei territori matesini possono infine ottenere numerosi vantaggi dalla biodiversità e dall’enorme patrimonio storico-culturale presente sul Matese: un’occasione per il turismo e per il marketing territoriale che consentirebbe di superare l’isolamento dei bellissimi borghi ed ottenere non solo una maggiore visibilità nazionale ma anche europea. *Ufficio Stampa Legambiente Molise


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5 19 aprile 2015

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La questione - Borse di studio per gli universitari

La Regione Molise ha dimenticato finanche i soldi della Ricerca

Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), dell´assenza di interventi regionali, del disinteresse delle organizzazioni imprenditoriali del territorio, delle difficoltà materiali delle famiglie molisane alle quali non può essere addebitato un ulteriore aggravio di tasse studentesche, l’amministrazione universitaria ha avviato, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti, una gestione trasparente, un processo di autovalutazione della produzione scientifica, un´autoriforma degli ordinamenti didattici, una riorganizzazione dell´apparato amministrativo. Con tali risultati, ed altri, perché l´Università del Molise deve essere ancora penalizzata? Compito della Regione non dovrebbe essere quello di intervenire perché questo Ateneo possa continuare a garantire ai propri studenti i servizi minimi, in modo che essi possano fare bene il loro lavoro, cioè studiare e acquisire una formazione di eccellenza?

Ma non dovrebbe essere compito dell’istituzione garantire un intervento così come hanno fatti tutte le amministrazioni italiane? CAMPOBASSO. Il caso delle borse di studio per gli universitari, ha riaperto di fatto la questione della presenza dell’Università in Molise. La Regione continua ad essere assente e lontana dalle necessità più volte manifestate dall’Ateneo. Soprattutto per la ricerca. Ricordiamo tutti che fu proprio Frattura a cancellare i 22 milioni di euro destinati dal precedente governo regionale all’Unimol. Poi, un piccolo passo indietro per il recupero, almeno, dei fondi destinati alla ricerca. E’ da un anno, però, che questi non vengono erogati. Basti vedere, invece, l´esperienza della Regione Lombardia che ha sottoscritto un accordo con le università lombarde per 18 milioni di euro per favorire la ricerca scientifica e per sopperire ai gravi e pesanti tagli operati dal governo al sistema universitario italiano. L’università molisana non gode una situazione migliore di quella delle lombarde. Anzi. La nostra è pesantemente peggiore, dal momento che il contesto sociale ed economico in cui siamo costretti a operare è fortemente limitato.

L’INTERVENTO Ci scrive una giovane universitaria che evita la firma per esteso per evitare possibili ripercussioni.

—-Che tristezza! Per non dire: che vergogna! Scrivo questa lettera raccontandovi la mia storia, poiché mi ha amareggiato molto la risposta data dal presidente dell’E.S.U. all’interrogazione di alcuni studenti. Le sue minacce (perché questo è il giusto termine) dovrebbero bastare a far comprendere che non ha la dovuta competenza per ricoprire quel ruolo. Sono una studentessa dell’Unimol, che solo attraverso uno dei diritti universitari(il diritto ad usufruire di una borsa di studio) riesce a permettersi di avere un diritto che dovrebbe e sottolineo “dovrebbe”,essere garantito a tutti: il diritto allo studio. Ho altri fratelli, un padre disoccupato con gravi problemi di salute e una mamma che si fa in quattro per cercare di farci vivere dignitosamente. Riesco a mantenermi agli studi facendo lavoretti e la borsa di studio è una boccata d’aria, soprattutto perché spesso i miei non riescono a darmi 10 euro per pagarmi il biglietto dell’autobus per poter tornare a casa.

Non molto tempo fa, su “Università e sviluppo del Mezzogiorno”, è stato sottoscritto dai rettori degli atenei del Sud Italia un documento sulla necessità di creare una “Rete delle università del Mezzogiorno” per collaborare e contribuire in modo più marcato di quanto finora è stato fatto, allo sviluppo sociale, civile e economico del Sud. Tra le iniziative messe in cantiere, infatti, è stato deciso di avere come interlocutori primari e a fianco degli atenei meridionali le regioni di appartenenza. In altri termini, la “questione meridionale” del primo decennio del nuovo secolo sembra partire proprio dal mondo dell´alta formazione e della ricerca scientifica. A Frattura non si chiede, di emulare il suo collega lombardo, ma di tenere almeno nella dovuta considerazione lo stato di difficoltà oggettivo che l’università molisana sta attraversando. Nonostante, dunque, la politica scellerata dei tagli governativi al

Alle volte non ho le dieci euro per potere tornare a casa

Per questo mi ritrovo a stare a Campobasso potendo scendere di rado per risparmiare sulle spese. Mensilmente le spese minime per mantenermi (tra affitto,bollette,vitto,escludendo i libri) sono di 300 euro e mi ritrovo puntualmente a fine mese con due o tre euro nel portafogli, che non mi bastano neppure per fare la spesa. Aspetto con ansia la borsa di

studio,per portare un po’ di soldi a casa e dare un pò di sollievo. Aspetto, continuo ad aspettare,facendomi in quattro per mantenere il mio (ma ribadisco di tutti) diritto allo studio, ma i soldi non arrivano. Carissimo presidente dell’E.S.U., nella mia stessa situazione, ci sono tanti ragazzi. Lei cosa fa??? Invece di scusarsi per il disagio (un

mese di ritardo rispetto alla data prevista per l’erogazione della borsa di studio) ci minaccia, parlando di controlli che farà fare dalla finanza. IO,NOI,NON SIAMO DEI LADRI! VORREMMO SOLO USUFRUIRE DI UN DIRITTO CHE CI SPETTA. Vorrei porle alcune domande e farle notare alcuni punti. 1)Il pensionamento del contabile era previsto. Bene. Perché non vi siete mossi prima invece di creare questo disagio? 2)Mi sembra assurdo che un C.D.A., un direttore, un presidente,nessuno sia disposto a prendersi delle responsabilità. Spero inoltre, che lei chieda scusa per le offese fatte e che inoltre, spieghi ai funzionari dell’ente la situazione. Questo perché alle richieste di informazioni da parte degli studenti non sanno mai rispondere e spesso sono maleducati e assumono toni bruschi. Al rappresentante degli studenti vorrei invece dire: ma chi rappresenti? Cosa stai facendo? Concludo dicendo che il mio anonimato è giustificato dalla paura di eventuali ripercussioni, viste le condizioni. M. I. Studentessa Unimol



Campobasso

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senza alcun finanziamento pubblico

Dal 23 aprile al 7 giugno negli spazi vuoti del mercato coperto di Via Monforte

“Cassandra, le idee del 2001 e i fatti del decennio”

Gli operatori e i protagonisti della cultura italiana di estrazione di sinistra invadono la città Gli spazi desolatamente vuoti del mercato coperto di Via Monforte, dal 23 aprile si riempiranno di immagini fotografiche e video, di film, di satira (vignette di Altan, Ellekappa e Vauro) e di installazioni e altre forme di illustrazione di ciò e di quanto è successo nel nostro Paese nel primo decennio del Terzo Millennio. Ad opera e per iniziativa dell’Associazione MuSe, curata dall’Associazione Progetto Comunicazione, con l’assistenza della Regione Molise e del Comune di Campobasso. Desolatamente vuoti, per dabbenaggine dell’amministrazione comunale che ne ha decretato la fine mancando di sostenere, incentivandoli, favorendoli, aiutandoli, come avrebbe dovuto, la permanenza dei negozi tipici e dei banchi di frutta, verdura ed ogni altro ben di Dio prodotto in loco, che per decenni sono stati al centro dell’interesse dei campobassani. L’amministrazione comunale, che violando le norme urbanistiche, e favorendo sfacciatamente i cambi di destinazioni d’suo di capannoni industriali e strutture civili, ha creato i presupposti perché sul territorio urbano spuntassero come funghi i supermercati, gli ipermercati, gli outlet, e morissero il com-

mercio al dettaglio, la piccola distribuzione, l’anima commerciale della città. Una realtà quella che n’è conseguita, la cui genesi è facilmente rilevabile dagli atti amministrativi. Né ha avuto fortuna l’idea di un grande imprenditore, Mario Di Biase, prematuramente scomparso, di ridare al mercato di Via Monforte una nuova vitale funzione all’interno dell’area murattiana, con un insieme di soluzioni di carattere ricreativo, enogastronomico, com-

merciale e culturale: spazi del mercato coperto suddivisi per destinazione, per ricomporre nel cuore di Campobasso le condizioni di una vita sociale meno grezza e approssimata, contro l’inedia che la pervade. Non ha avuto fortuna per i tentennamenti, le titubanze e le indecisioni degli amministratori di Palazzo san Giorgio non più adusi a considerare l’area murattiana il quadrilatero urbanisticamente rappresentativo della migliore storia socio-

economica cittadina, bensì un contesto invasato dall’abbassamento del livello della vita sociale. Gli spazi desolatamente vuoti del mercato di Via Monforte dal 23 aprile al 7 giugno saranno la sede naturale (anche per l’aspetto pauperistico e degradato della struttura) del progetto di comunicazione “Cassandra, le idee del 2001 e i fatti del decennio”. Idee e fatti visti, ripresi, filmati, firmati, descritti e commentati da operatori e protagonisti della cultura italiana di estrazione di sinistra: Francesco Acerbis, Vittorio Agnoletto, Altan, Isabella Balena, Ezio Bertok, Ferdinando Botero, Alberto Burgio, Lucio Cavicchioni, Francesco Cita, Elio Colavolpe, Paola De Grenet, Erri De Luca, Massimo Di Nonno, Elle Kappa, Carolyn Drake, Alessandra Fava, Luciano Ferrara, Dino Fracchia, Rosanna Frati, Anna Greganin, Justin Jin, Piero Maestri, Diambra mariani, Ferdinando Molere, Luana Monte, Bruna Orlandi, Samuele Pellecchhia, Marco Pitzen, Anna Pizzo, Ivo Saglietti, Gino Strada, Marco Vacca, Vauro, Amalia Violi, Alex Zanotelli e Jean Ziegler. Dardo

Droga, arrestato un tunisino Gli uomini della Squadra mobile hanno fermato il giovane a Gambatesa La Polizia di Stato della Questura di Campobasso, ha tratto in arresto T.M., di anni 20, cittadino tunisino regolare sul territorio nazionale, abitante in Gambatesa , responsabile del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La Squadra Mobile, all’esito di ricerche sul territorio, ha fermato, arrestato e tradotto alla Casa Circondariale di Campobasso a disposizione dell’Autorità Giudiziaria lo straniero in argomento, in esecuzione di una Ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Rimini il 29.11.2013, finora non eseguita a carico del T.M. perché resosi irreperibile. L’attività degli Agenti di Polizia diretta ad incrociare le risultanze delle diverse banche dati, oltre ad una qualificata e capillare presenza sul territorio, anche grazie all’ausilio delle pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, ha consentito di localizzare il soggetto da trarre in ar-

resto. Nel provvedimento del Giudice, il T.M. è stato indagato per il medesimo reato, unitamente ad altri 51 soggetti stranieri che nella città di Rimini avevano creato una centrale di spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine, condotta dalla Polizia Municipale di quella città, aveva consentito di trarre in arresto tutti gli extracomunitari dediti all’occultamento e spaccio di droga (eroina, cocaina, hashish, marjiuana). La metodologia d’indagine utilizzata era sia quella tradizionale (appostamenti, pedinamenti, dichiarazioni di testimoni), che tecnica, con telecamere installate tra il centro cittadino e la stazione romagnola. In occasione dell’esecuzione delle misure cautelari, anche due esercizi pubblici utilizzati quale base nel centro cittadino fu-

rono chiusi con provvedimento dello stesso G.I.P. Campobasso, 18 aprile 2015

Sulla strada dell’unificazione

La Confcommercio prima della Camera di Commercio L’esperimento s’è rivelato utile per Paolo Spina nella doppia veste di presidente di Confcommercio e della Camera di Commercio di Campobasso Prove tecniche unificazione. Le ha svolte e vissute nei giorni scorsi il presidente della Confcommercio di Campobasso, Paolo Spina, a conclusione dell’assemblea straordinaria che ha deliberato il recesso della Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Campobasso dal sistema Confcommercio Imprese per l’Italia e la conseguente adesione alla Confcommercio - Imprese per l’Italia - Regione Molise quale associazione di rappresentanza pluriterritoriale per le province di Campobasso ed Isernia. Il 25 marzo scorso aveva deliberato in tal senso (sempre all’unanimità degli aventi diritto al voto) anche la Confcommercio di Isernia. Quelle appena concluse sono prove tecniche di unificazione che a Spina torneranno utili allorché dovrà affrontare l’unificazione (per dettato di legge) delle Camere di Commercio di Campobasso e d’Isernia, cui sta lavorando con l’aiuto della struttura per fare in modo che il trapasso sia perfettamente governato. Unificare: è il nuovo verbo da declinare. Alcuni dicono con non poco rischio per i valori della rappresentatività territoriale (e categoriale) e per la stessa vista democratica. Sarà. Ma la riforma è un altro comandamento al quale s’è votato il Paese. E la riforma degli enti camerali prevede che il Molise abbia una sola Camera di Commercio. La si vuole bene organizzata e pienamente corrispondente alla nuova dimensione territoriale. Identico discorso è valso per l’unificazione delle Confcommercio. Si tratta di un passo fondamentale per la crescita e lo sviluppo futuro – ha di-

chiarato Irene Tartaglia, direttore della Confcommercio Molise -, un passo che permetterà di offrire maggiori e migliori servizi agli associati, una maggiore efficienza della struttura e darà maggiore forza sindacale, un passo che per le nostre dimensioni ridotte, per il grande momento di cambiamento istituzionale ed economico che stiamo vivendo, era imprescindibile non pensare e soprattutto non fare e noi l’abbiamo fatto”. Alla Tartaglia ha fatto econo il presidente della Confcommercio di Isernia Angelo Angiolilli: “E’ stata da subito raccolta dalle due

Ascom provinciali l’indicazione del presidente nazionale Sangalli, condivisa dal direttore generale Francesco Rivolta, di avviare sui territori i relativi processi di interprovincializzazione. Lo stato delle attività relative al progetto fra la struttura di Campobasso e quella di Isernia, avviato nel 2013, ha visto così raggiunto un punto di sostanziale di condivisione tra le nostre organizzazioni, permettendo di arrivare alla definizione di un nuovo modello organizzativo per l’Unione Regionale Molise. Siamo orgogliosi di diventare la prima Confcommercio regionale che aderisce al sistema nazionale come associazione di primo livello”. Parole bene accolte e gradite dal funzionario della Confcommercio nazionale, Filippo Giuliano. Infine il giudizio e la valutazione del presidente Spina: “È stato emozionante vedere una sala gremita di associati che rappresentando il 68,87% degli aventi diritto hanno deliberato all’unanimità. Un sentito ringraziamento inoltre va alla governance nazionale per la vicinanza e per l’attenzione riservata al nostro progetto di sviluppo regionale”.



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Isernia

19 aprile 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La Provincia taglia le spese Disdetti alcuni contratti di fitto a partire dall’Officina della Cultura ISERNIA. La provincia di Isernia ha deciso, nell’ultima seduta del consiglio, di recedere dai contratti di fitto dei locali che ospitano L’officina della cultura e la Vetrina dei prodotti tipici agroalimentari e artigianali. Così facendo, informano il presidente Luigi Brasiello e il consigliere Giuseppe Di Pilla, si opera una razionalizzazione delle spese a carico dell’ente. “L’officina della cultura sarà oggetto di un protocollo d’intesa - ha affermato poi Brasiello per la condivisione delle linee programmatiche tra la provincia e il comune di Isernia, attuale proprietario, che ha come obiettivo imminente la riqualificazione dell’area ferroviaria e la realizzazione del Parco urbano ferroviario tanto atteso dalla città”.

Polizia, vasto controllo del territorio Oltre 70 i posti di controllo lungo le strade per garantire sicurezza ISERNIA. La Polizia di Stato di Isernia ha già da tempo messo in atto una attività di controllo straordinario del territorio nel capoluogo e provincia per contrastare il fenomeno dei reati predatori. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 70 posti di controllo nel corso dei quali sono state identificate oltre 700 persone, alcune delle quali con precedenti penali a carico, e controllati 330 veicoli. Sono state, inoltre, contestate 41 infrazioni al Codice della Strada, e ritirati 7 do-

cumenti di guida e 4 veicoli sono stati sottoposti a sequestro amministrativo. Il Questore ha emesso 5 Avvisi Orali a carico di pregiudicati della provincia di Isernia, e 5 provvedimenti di Allontanamento con Foglio di Via Obbligatorio con divieto di ritorno nei comuni di Isernia, Civitanova del Sannio e Montaquila, nei confronti di 5 pregiudicati italiani rintrac-

ciati nei predetti Comuni da personale della Polizia di Stato della Questura di Isernia e da personale dei Carabinieri delle Compagnie di Venafro ed Agnone. Sono state altresì deferite alla Autorità Giudiziaria: F.P., di anni 42, per la violazione di un Foglio di Via Obbligatorio emesso in precedenza dal Questore di Isernia. D.N.E., di anni 26, per guida senza patente e S.M.E., di anni 30, per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

LA DIOCESI DI ISERNIA-VENAFRO IN UDIENZA SPECIALE DA PAPA FRANCESCO Si terrà il 2 maggio in Aula “Paolo VI” in Vaticano l’esclusivo incontro col Santo Padre Dopo la grande emozione vissuta poco meno di un anno fa in occasione della storica visita di Papa Francesco ad Isernia del 5 luglio scorso, la diocesi di Isernia-Venafro si prepara a rivivere un altro evento di grazia straordinario con il Santo Padre. Già nel mese di febbraio il vescovo Camillo aveva dato il lieto annuncio a tutta la diocesi. Il papa concede in maniera esclusiva alla nostra diocesiun’Udienza Speciale in ringraziamento dell’invito fattogli nella città pentrain occasione della sua visita in Molise. Il 2 maggio 2015 Sua Santità riceverà i fedeli di Isernia-Venafro in un’udienza speciale, riservata solo alla nostra diocesi, non di mercoledì ma di sabato e non in piazza San Pietro ma in Va-

ticano, nell’Aula “Paolo VI”. Una grazia davvero speciale che il papa ha voluto concedere alla nostra chiesa locale in maniera esclusiva. Proprio in questi giorni Mons. Cibotti, accompagnato dal vicario vescovile Mons. Claudio Palumbo, si è recato in Vaticano per definire i dettagli dell’evento e ricevere le ultime indicazioni. Il programma della giornata prevede due momenti principali. Il primo di questi avrà luogo in Aula Nervi in Vaticano ed è la vera e propria Udienza Papale che avrà inizio alle ore 12,00. L’ingresso nell’Aula, però, sarà già consentito a partire dalle ore 9,30. Nell’attesa dell’inizio dell’udienza ci sarà un momento di animazione musicale a cura dei giovani della

Pastorale Giovanile della nostra diocesi che accoglieranno l’arrivo dei fedeli e saluteranno con gioia ed entusiasmo l’ingresso del papa nella sala. Al termine dell’udienza i

fedeli potranno ristorarsi liberamente e prepararsi al secondo degli appuntamenti della giornata. Tutti i pellegrini, infatti, si ritroveranno nel pomeriggio nella Basilica di

S.Paolo fuori le Mura per la grande concelebrazione di tutto il clero diocesano presieduta dal vescovo Mons. Cibotti, che avrà inizio alle ore 17.00. Una solenne celebrazione liturgica che sigillerà in modo mirabile una giornata straordinaria. Già da settimane le varie parrocchie della diocesi sono in fermento per approntare tutto quello che serve per il viaggio e raccogliere le adesioni che sono previste in migliaia. Sono in fase di distribuzione anche i pass per l’ingresso in vaticano che ciascun parroco sta già ritirando in curia vescovile. Un posto di riguardo sarà ovviamente riservato agli ammalati che Papa Francesco, come suo solito, saluterà personalmente.

Città di Agnone per Expo 2015 Il Comune ha predisposto una serie di pacchetti turistici per favorire diverse iniziative AGNONE. Il Comune di Agnone nell’ambito del progetto ‘Città di Agnone per Expo 2015′ha indetto una nuova riunione con le associazioni, le attività produttive, i portatoti e costruttori delle ‘Ndocce per definire modalità e data per la partecipazione agli eventi “fuori salone” previsti per l‘EXPO 2015 di Milano. Un impulso arrivato a seguito dell’incontro avutosi mercoledì scorso al Comune di Milano con l’assessore all’Attività produttive, Turismo, Marketing territoriale Franco D’Alfonso. Alla riunione milanese erano presenti il vice sindaco di Agnone Maurizio Cacciavillani, il capo di Gabinetto del presidente della Regione Molise, Mariolga Mogavero, Federica Rossi in rappresentanza dell’organizzazione Expo in Città e Armando Marinelli titolare del-

l’omonima Pontificia Fonderia. La prossima riunione, convocata per lunedì 20 aprile, presso i locali della Giunta comunale di Agnone servirà proprio per mettere a punto l’evento già valutato positivamente da ‘Expo in Città’ denominato ‘Il Giorno del Fuoco’. Oltre agli eventi fuori salone si discuterà anche delle iniziative da intraprendere per massimizzare le ricadute dell’esposizione universale in termini di presenze turistiche sul territorio altomolisano. “In questo senso – fa sapere il vice sindaco Maurizio Cacciavillani - bisognerà approntare pacchetti turistici integrati che, attraverso meccanismi di promozione territoriale attivati nell’ambito delle diverse iniziative collegate a Expo, possano attirare l’attenzione di espositori e visitatori”.



Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

19 aprile 2015

Gli utili della Fiat ripartiti anche a Termoli Significativo il passaggio dell’amministratore Marchionne per lo stabilimento molisano TERMOLI. Alla vigilia dell’assemblea degli azionisti di Amsterdam, importante svolta annunciata nel corso di un incontro con le organizzazioni sindacali dall’Amministratore Delegato di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne e dal responsabile della regione EMEA, Alfredo Altavilla, gli stessi che sono venuti a Termoli l’8 aprile scorso. I top manager hanno illustrato una nuova politica retributiva di FCA in Italia che ha l’obiettivo di far partecipare direttamente tutte le persone ai risultati di produttività, qualità e redditività nell’ambito

del piano industriale 2015-2018. Il nuovo sistema retributivo prevede due elementi addizionali al salario base. Il primo è un Bonus annuale che sarà calcolato sui risultati di efficienza produttiva dei rispettivi stabilimenti di appartenenza parametrati sul livello raggiunto nell’ambito del WCM (World Class Manufacturing). Questo compenso, pagabile agli inizi dell’anno seguente all’anno di esercizio, avrà un valore medio del 5% del salario base, e, in casi di over performance, potrà arrivare ad un massimo del 7,2%. Il

secondo elemento variabile è collegato al raggiungimento dei risultati economici per l’area EMEA, inclusi i marchi premium Alfa Romeo e Maserati, contenuti nel piano strategico 2015-18. Il compenso totale per il periodo quadriennale è pari al 12% del salario base che potrà arrivare, in casi di over performance, al 20%. Considerando la lunghezza temporale del piano, una parte del Bonus (pari al 6% del salario base) verrà pagata trimestralmente a partire già dal 2015. Agli inizi del 2019, una volta verificati i risultati, i lavoratori riceveranno

il resto del Bonus che, ai massimi valori del piano, potrà quindi arrivare al 14% del salario base. Per un dipendente di livello contrattuale medio, ad esempio un operaio specializzato, in caso di risultati conformi agli obiettivi, l’erogazione attesa ammonta a € 1.400 annui per gli anni 2015, 2016 e 2017 e cresce fino a € 2.800 nel 2018. In caso di risultato superiore alle attese, queste due erogazioni possono raggiungere rispettivamente € 1.900 annui nell’arco 2015-2017 e € 5.000 nel 2018. Il sistema prevede, infine, in caso di mancato

raggiungimento di ogni obiettivo, un’erogazione minima di € 330 all’anno. In caso di raggiungimento dei risultati attesi quindi, il dipendente riceverà una somma totale nel quadriennio di oltre 7.000 euro. In caso di performance superiori agli obiettivi il totale dei bonus potrà crescere fino ad un valore nel quadriennio intorno ai 10.700 euro. Il costo totale massimo per FCA del piano quadriennale sarà di oltre 600 milioni di euro. Questo sistema verrà applicato a tutto il settore dell’auto. Una soluzione simile verrà adottata per la componentistica.

Studenti liceali di Campobasso e della Bulgaria in visita a Termoli TERMOLI. 40 studenti liceali, sono venuti a Termoli per visitare il nostro Borgo Vecchio. Il gruppo era composto da 21 studenti del Liceo Linguistico “Giuseppe Maria Galanti” di Campobasso con due docenti e 15 studenti bulgari con due loro professoresse della città di Pleven sita a nord della capitale Sofia, una città di oltre centomila abitanti , uno dei maggiori centri economici della nazione. Il gemellaggio tra i due licei rientra in un progetto di scambi culturali promosso dalla professoressa Paola Maddalena che accompagnava il gruppo. A guidare gli stu-

denti tra i vicoli e le piazzette del borgo, alla Cattedrale, al Castello e alla ormai famosa “rejiecelle”, il vicolo più stretto d’Italia, il Presidente dell’Archeoclub Oscar De Lena che ha raccontato loro la storia, gli avvenimenti, le feste e i prodotti gastronomici della nostra città .A tradurre in francese ai ragazzi della Bulgaria si sono alternate tre studentesse del liceo campobassano. Centinaia le foto scattate dai numerosi studenti che, positivamente impressionati dalla bellezza del nostro borgo, verso mezzogiorno hanno proseguito il loro tour per il famoso santuario di Canneto.

La sezione del Pd a rischio chiusura Le casse del partito sono vuote e diventa difficile proseguire l’attività sul territorio TERMOLI. “Il confronto è necessario ed è necessario che vi sia all’interno del partito”. Sono in prima battuta le parole che Giuliana Ferrara, segretaria federale del Pd del Basso Molise, condivide in una intervista a noi rilasciata. La rappresentante locale del partito al governo regionale e nazionale, ma anche a capo di molte amministrazioni del nostro territorio, interviene in tema sanità e parla non solo dei botta e risposta che da settimane alimentano le polemiche tra

i rappresentati a Governo e Senato e il presidente della regione Frattura. “Questo botta e risposta mediatico – afferma – non fa bene al Partito e alla regione e credo che non sia nell’interese di nessuno lasciare questa regione senza comando o senza una guida perchè occorre comprendere che non è questo il momento di optare per strategie strane. Oggi siamo chiamati a discutere e questo lo abbiamo sempre detto, anche quando c’era

un’altra gestione del Partito Democratico. La discussione spesso è mancata e quando è stato così abbiamo fatto cose che probabilmente ci saremmo potuti risparmiare”. Un invito al confronto personale, quindi, a discapito di quello mediatico che sta alimentano pagine e pagine della cronaca politica territoriale eppure, al centro delle polemiche e dei discorsi, ci finisce anche un’altra questione: quella della sede federale che a causa del

mancato versamento delle quote da parte degli eletti rischia di chiudere. “La sede di Termoli sta per chiudere perché le casse del partito a livello regionale sono vuote – ha affermato Ferrara – perché gli eletti sia nel basso Molise sia a Campobasso che nell’alto Molise dimenticano che c’è un articolo dello Statuto a cui non possono esimersi cioè il versamento delle quote al partito. il tesoriere regionale ha detto che basterebbe una

parte anche esigua dei versamenti per pagare i debiti e per assicurare la tenuta anche della sede di Termoli oltre che l’attività sul territorio. basterebbe quello che è previsto dallo statuto. La segretaria verrà in basso Molise per la seconda volta a vedere quali sono i termini per tenere aperta la sede perché la volontà è quella di tenerla aperta sia mia che del segretario regionale e cittadino. le intenzioni ci sono tutte e speriamo che si possano concretizzare

Scout in strada per Telefono Azzurro Ieri e oggi l’iniziativa a scopo benefico per raccogliere fondi TERMOLI. Anche su corso Nazionale a Termoli avrà luogo la manifestazione a scopo benefico “Fiori d’azzurro”; si tratta di un’attività promossa dal Telefono azzurro che si svolgerà in tantissime piazza d’Italia con lo scopo di raccogliere fondi per “Telefono Azzurro”. La manifestazione, curata dallo scoutismo termolese, si terrà sabato 18 e domenica 19 aprile. L’iniziativa consterà nella vendita della “calancola”, una pianta ornamentale, al costo di 12 euro. Sarà anche disponibile l’acquisto di altro materiale consistente in piccoli gadgets. Il tutto servirà a raccogliere fondi e finanziare il piano di sviluppo d’ascolto e di intervento in difesa dei bambini vittime di violenze e del bullismo.



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