C'e' chi mangia e chi deve andare via

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 220 marTedì 6 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a Danilo Leva

giovani sempre più disperati e la politica se ne frega

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Danilo Leva. Finalmente, il parlamentare molisano ha inteso dire la sua su quanto accaduto a Isernia e, soprattutto, in ordine all'assenza programmatica del Pd sul territorio regionale per responsabilità della segretaria, Micaela Fanelli. Per l'onorevole Leva non è più il caso di lasciar correre ma di affrontare seriamente, sul piano politico, la posizione della segreteria regionale del partito che avrebbe fatto bene a dimettersi per favorire il necessario cambio di passo.

il Tapiro del giorno a pietro Maio

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. Ancora un incidente ieri sera all'altezza della motorizzazione civile a Campobasso. Una zona che ha conosciuto uno sviluppo edilizio e un appesantimento demografico di seria rilevanza. In assenza, però, di interventi come marciapiedi e illuminazione. E, sulla strada anche di una possibile rotonda. Cosicchè spesso la strada è teatro di incidenti. L'assessore ai Lavori pubblici dovrebbe pensare a prevedere interventi in quell'area anche alla luce del completamento del parcheggio stadio.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 6 ottobre 2015

Incontro domani a Roma all’Unità di crisi

Gam e Ittierre nelle mani del ministero dello Sviluppo La Regione se ne vuole lavare le mani Solo qualche giorno fa la giunta regionale ha ribadito la volontà di uscire dalla gestione dell’azienda agroalimentare lasciando i lavoratori al loro destino Il vicepresidente della Regione Molise Michele Petraroia, che ha avuto il buongusto di dare alla stampa una nota in cui viene annunciato l’incontro di domani 7 ottobre presso l’Unità di Crisi del Ministero dello Sviluppo Economico “ per la trattazione delle vertenze Ittierre e Gam”, ancora una volta tra le righe s’ingegna a fare appello all’unità d’intenti, ad operare con coerenza, responsabilità e condivisione soprattutto quando in ballo c’è il destino di miglia di lavoratori. Meritoria l’intenzione, ma poco credibile e ancor meno accreditabile agli occhi degli interlocutori (comprese le rappresentanze sindacali), che dell’unità d’intenti, della coerenza e della responsabilità e della condizione raccolgono solo l’eco e mai una pratica diretta. La Uil, più delle altre sigle sindacali, non manca mai di sottolineare questa incoerenza e di farne oggetto di chiarimento. Ma invano. Ed ogni qualvolta c’è da mettere a segno un passo avanti nella soluzione della crisi economica, da Palazzo Vitale, per bocca di Petraroia, partono questi messaggi ecumenici ai quali non segue mai una corrispondenza pratica. Tant’è che la Uil sta battendo il chiodo per conoscere

chi prenderà parte al gruppo tecnico formato da rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico, di Invitalia, del ministero delle Infrastrutture, del ministero del Lavoro e da altre amministrazioni pubbliche tra cui la Regione Molise, che dovrà predisporre un crono-programma per la ripresa economica e occupazionale dell’area di crisi industriale complessa del territorio compreso tra le province di Campobasso e Isernia, corrispondente ai comuni di

Venafro, Campochiaro e Boiano dove ricadono due dei tre Nuclei industriali regionali e dove si sono verificate le situazioni di difficoltà per la produzione del tessile (Ittierre), dell’agroalimentare (Gam) e della meccanico-componentistica. Sta battendo il chiodo, ma non ottiene risposta. E peggio ancora è trattata l’opposizione consiliare a Palazzo Moffa, reietta e confusa di suo, cui vengono incolpate le peggiori nefandezze a giustificazione della to-

tale insipienza e inefficienza operativa dell’attuale governo di centrosinistra, salvo poi ad appellarla all’unità, alla responsabilità ed altre banalità del genere “vogliamoci bene”. Se un passo avanti verrà fatto per affrontare lo stato di crisi, lo si dovrà solamente alla fortunata coincidenza di poter utilizzare il decreto legge del 22 giugno 2012 numero 83 che prevede misure urgenti per la crescita del Paese, e alla pressione delle

forze sociali molisane, forse anche alle parole del Papa perché, se dovessimo stare alla volontà della Regione Molise, la sorte della Gam, dell’Ittiere e di tutte le aziende dell’area di crisi industriale complessa, sarebbe segnata. Solo qualche giorno fa la giunta regionale, presente Petraroia, sulla Gam ha ribadito che la volontà regionale, come emerge con chiarezza dai provvedimenti adottati, è di uscire dalla gestione aziendale diretta, attraverso il sub ingresso di imprenditori terzi interessati al comparto. Al riguardo va ricordato - è stata esperita una apposita procedura negoziata (ex articolo 57, comma 2, lettera C del decreto legislativo 163 del 2006) per favorire una gestione transitoria (10 mesi) dell’azienda, come si evince dalle delibere della giunta 56 del 4 febbraio 2015 e 82 del 24 febbraio 2015. Pertanto, la strategia che la Regione vuole mettere in essere per la Gam è interamente appiattita sul rispetto delle previsioni enucleate nel piano concordatario: uscirsene al più presto, lasciando al loro destino i lavoratori. Le lingue biforcute sono dure a scomparire. Dardo

Mentre minacciose si fanno le nubi governative con i nuovi tagli, continua a mancare una programmazione aCAMPOBASSO. Un Piano di riorganizzazione con l’obiettivo generale dell’esplicitazione del percorso in atto di riorganizzazione e ammodernamento del Servizio sanitario regionale, nel rispetto del mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, diretto a favorire la riqualificazione delle risposte assistenziali garantite alle persone. Era questo che avrebbe dovuto fare il commissario ad acta della sanità, Frattura in questi due anni e mezzo e non lasciarsi irretire da sterili polemiche, contrapposizioni inutili e beceri confronti. Nulla, invece, si è avuto. E così ci penserà il funzionario di turno, questa volta D’Innocenzo, ad agire. Bisognava pensare a una generale riorganizzazione strutturale dei macrolivelli assistenziali (area dell’assistenza collettiva; area dell’assistenza sanitaria distrettuale; area dell’assistenza ospedaliera) e all’innovazione del Servizio sanitario regionale. In Molise la rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera è in larga parte ancora frutto di scelte effettuate negli anni ’80 ed è stata solo in parte riordinata negli anni ’90 per tenere conto dell’evoluzione degli indirizzi tecnico-scientifici che hanno guidato lo sviluppo dell’assistenza ospedaliera nei paesi industrializzati. In carenza, poi, di un Piano sanitario regionale la

Sanità, riesplode il silenzio

rete dei presidi, pubblici e privati, che erogano assistenza ospedaliera si è altresì sviluppata in modo non organico ed equilibrato sul territorio. In particolare la distribuzione dei posti letto tra le varie specialità presenta lacune ed esuberi non solo a livello regionale, ma soprattutto nelle singole aree territoriali. Ecco

perchè diventa necessario procedere alla concreta realizzazione di una rete di strutture e presidi ospedalieri in grado di coniugare efficacia delle risposte assistenziali, accessibilità ai servizi in tutto il territorio regionale, efficienza nell’impiego delle risorse. Da qui una puntuale riorganizzazione della rete ospedaliera all’interno della Regione basata sull’esigenza di prevedere la distribuzione regionale delle specialità cliniche in base al rispettivo tasso atteso di ospedalizzazione e al conseguente bacino potenziale di utenza, articolandone l’attivazione sul territorio secondo il livello di diffusione da perseguire: Ma anche per procedere, ove è prevista una riduzione dei posti letto per acuti, alla loro trasformazione in posti

letto post acuzie (riabilitazione e lungodegenza) e alla conseguente riconversione delle attività, a garanzia di una più appropriata assistenza a favore del paziente e per sviluppare il governo clinico degli ospedali su base dipartimentale, al fine di coordinare la gestione sanitaria delle strutture omologhe o appartenenti alle macro-articolazioni delle discipline (area medica, chirurgica, materno-infantile, servizi) o complementari, in base alla articolazione e al numero delle specialità presenti nell’azienda sanitaria. Nel contempo, sviluppare la degenza diurna, mediante la trasformazione di posti letto di degenza ordinaria in posti letto di degenza diurna sviluppare le attività ambulatoriali programmate (day service), con l’obiettivo di contribuire alla riduzione delle liste di attese e di favorire la presa in carico della persona garantendo accompagnamento lungo le fasi essenziali del percorso diagnostico-terapeutico. Sono dei punti qualificanti per una concreta riorganizzazione del Servizio sanitario regionale che, ormai, non è più rinviabile. G.D.I.


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3 6 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Atm inaugura una nuova corsa da Campobasso a Villa Santa Maria (CH) per permettere a giovani molisani di poter frequentare l’istituto alberghiero, grazie all’interessamento di Nagni. Per Ferdinando Mancini della UIL un grave danno per gli istituti molisani

Ma che almeno la Regione paghi ciò che deve Se nulla si può fare per migliorare la qualità dei servizi nell’offerta regionale del trasporto pubblico, beh, perché polemizzare con l’assessore Nagni se fa qualcosa per migliorare quella (di offerta) abruzzese? Domanda, sul filo evidente dell’ironia, che giriamo a Ferdinando Mancini, tesoriere e componente dell’esecutivo UIL Scuola Molise, che ha preso maluccio l’attivazione di una nuova corsa ATM (la società concessionaria di una bella fetta del trasporto pubblico molisano, sempre sul piede di guerra con la Regione per via dei pagamenti erogati con il contagocce) che collegherà Campobasso con Villa Santa Maria, in provincia di Chieti. In verità Mancini scrive che la notizia: “…ci ha lasciato basiti.” La ragione dell’istituzione della corsa è quella di permettere agli studenti molisani di frequentare la scuola alberghiera che proprio a Villa Santa Maria si trova. Ora, noi non siamo a conoscenza di quanti studenti molisani già la frequentino ma, nel caso, e per una volta, ci pare che, per questi ultimi, l’interessamento di Nagni, che la corsa ha voluto, rappresenti un piccolo ma concreto sforzo verso cittadini molisani, per altri versi assai poco serviti. Se, al momento, di studenti molisani in quella scuola non ce ne sono in assoluto, il fatto di potervisi recare con più

In merito al testo della legge delega sulla riforma degli appalti pubblici, rielaborato dopo i 61 emendamenti approvati dalla Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera nella seduta notturna del 30 settembre scorso, l’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise) esprime perplessità e preoccupazione sullo spacchettamento temporale della riforma stessa, che rischia di dar vita a diversi regimi temporali e ad una forte confusione sulla materia che potevano essere evitati di certo mediante un unico decreto che facesse chiarezza abrogando la vecchia disciplina e recependo le nuove regole. Secondo il Presidente del-

TERMOLI. Il rapporto Svimez non è tenero col Molise e allora se la politica langue, questo il giudizio che proviene da ampie porzioni della società, tocca rimboccarsi le maniche. E’ quanto si è tentato di fare anche ieri mattina, nella cornice del porto turistico Marina di San Pietro, che ha visto la sinistra, rappresentata dal segretario generale della Cgil Molise Sandro Del Fattore, da Giovanni Di Stasi, don Antonio Di Lalla, sindaci e associazioni del territorio, anche l’onorevole Famiano Crucianelli. Un incontro utile per progettare e rilanciare il Molise, modello open space con il fil rouge ‘ribelliamoci’. “Abbiamo paura del letargo, del letargo nostro e degli amministratori. Vorremo un rilancio della nostra realtà. I nostri invece non prometto nulla e per fortuna non sono in debito…”, le parole di don Antonio. Per Pasquale

comodità da oggi, ci pare una cosa comunque da non disprezzare. Anche se, come sottolinea sempre il Mancini nella sua nota assai polemica: “…in Molise vi siano ben tre istituti alberghieri, uno ad Agnone, uno Vinchiaturo ed un altro a Termoli. Le tasse (numerose) dei cittadini molisani servono anche per portare i nostri pochi alunni fuori regione a discapito delle scuole molisane?

Noi molisani siamo buoni, non fessi…”. Si, d’accordo ma la cosa sarebbe davvero grave se la linea nuova fosse stata attivata con la contestuale soppressione di una regionale, magari non motivata da un calo estremo del numero degli utenti. Pur condividendo una certa preoccupazione, espressa sempre dal Mancini, per la progressiva riduzione degli alunni in tutte le classi, di ogni ordine e

grado, come si diceva una volta, delle scuole regionali, pensiamo, però, che la libertà di scelta in materia di formazione sia il bene principale che la politica debba tutelare, anche a discapito della difesa del campanile. Sarebbe come prendersela per l’integrazione di una nuova linea da e per una delle tante città universitarie dello stivale frequentate da centinaia di molisani, quando abbiamo l’università anche in Molise. Un po’ forzato, sinceramente. Ben diverso e sacrosanto è, invece, pretendere che gli impegni economici e finanziari assunti dalla Regione Molise con le società che gestiscono il trasporto pubblico vengano onorati con tempestiva puntualità, risparmiandoci la sceneggiata indecorosa di soluzioni dell’ultima ora a tamponare minacce esasperate (ed esasperanti per l’utenza) di sospensione del servizio stesso. Le numerosa tasse, come giustamente sottolinea Ferdinando Mancini, dei cittadini molisani, aggiunte agli ingenti trasferimenti ministeriali devono, non dovrebbero, al condizionale, ma devono assolutamente permettere alla Regione di onorare i suoi impegni, senza tante storie, senza esporre le ditte ed i lavoratori sulla graticola deldell’indebitamento e all’umiliazione della sospensione degli stipendi.

Appalti, i timori dell’Acem l’ACEM Corrado Di Niro: “lo spacchettamento della riforma degli appalti e la scelta di due regimi temporali, prima il recepimento delle direttive europee su appalti, concessioni e settori esclusi entro il 18 aprile 2016 e poi la riscrittura complessiva del sistema normativo entro il 31 luglio 2016, rischia di disorientare gli operatori e le stazioni appaltanti e di generare un enorme caos”.L’ACEM si augura che su tale

aspetto maturi un’attenzione istituzionale e professionale da parte di tutti i soggetti che operano nella materia, per evitare incertezze e problemi di gestione degli appalti pubblici assolutamente da evitare.

La sinistra non si ‘sposa’ con Frattura

Di Lena, “il sistema ha fallito e ha portato a distruggere il bene comune”. Per lui è un problema di programmazione e so-

stenibilità. Giovanni Di Stasi sposa questo modello che parte dal basso e che vuole riportare la politica al centro del villaggio.

“Noi abbiamo davanti una prospettiva di stagnazione e di sottosviluppo permanente, questo il rischio paventato, di fronte a queste analisi ci sono modi di reagire, non moltissimi, contestiamo i dati, poi dire che ci sta bene e la terza è mettersi a lavorare tutti insieme, come abbiamo fatto oggi. Noi mandiamo un messaggio alle istituzioni, nelle nostre assemblee democratiche non si discute di questa situazione, ma di tutt’altro, che è davvero lacerante, per l’altissima disoccupazione e il declino in atto”. Gli fa eco il leader della Cgil Molise Del Fattore, che contesta alla regione Molise di non avere dato risposte certe.


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4 6 ottobre 2015

Più s’allarga l’obbligo della Pubblica amministrazione ad informare i cittadini più viene meno la capacità di corrispondere

Sentenza del Tar delle Puglie: le amministrazioni sono tenute a pubblicare i piani territoriali, i piani di coordinamento, i piani paesistici, gli strumenti urbanistici, generali e di attuazione e loro varianti Una apposita sezione deve essere dedicata alla documentazione relativa alle proposte di trasformazione urbanistica d’iniziativa privata o pubblica in variante allo strumento urbanistico generale vigente, nonché alle proposte di trasformazione che comportino vantaggi Più si affannano ad insistere che gli atti della pubblica amministrazione devono essere pubblicati sugli apposti siti online, più le pubbliche amministrazioni mancano di rispettare l’invito. E’ incredibile, ma è così. Il Decreto legislativo 33/2013 sulla trasparenza è una opzione non già un obbligo. Basta girare per i siti delle amministrazioni pubbliche molisane per aver un campionario ricchissimo di atti amministrativi che hanno allegati cui non è dato accedere, atti comunque incompleti nella loro composizione e destinazione. Citiamo il sito di Ali Comuni Molisani per avere un riscontro abbastanza indicativo in tal senso là dove degli appalti eseguiti si vorrebbero conoscere gli esiti. La qualcosa sta ad indicare che la trasparenza che il legislatore nazionale ha immaginato per rendere al cittadino il diritto alla conoscenza e all’informazione di ciò che succede e si determina nella pubblica amministrazione, viene sistematicamente vanificato anche perché il sistema di controllo è quanto mai labile ed aleatorio, e il senso di responsabilità del cittadino è ancora tutto da maturare. Come abbiamo riportato in cronaca qual-

che giorno fa, ad incappare nella rete dell’anticorruzione è stato il comune di San Polo Matese, “un pesce piccolo”, abbiamo commentato, perché qualcuno ha avuto il buonsenso di denunciare le carenze di quell’amministrazione nel rispettare il decreto trasparenza. Da queste colonne sono decine di volte che segnaliamo deficienze di comunicazione e informazione da parte della Regione Molise, di Ali Comuni Molisani, e di altre amministrazioni che non hanno

Da lunedì mattina tutti e cinque i sensi delle migliaia di visitatori di EXPO a Milano vengono deliziati dai prodotti tipici del Molise, proposti dagli agricoltori presso il padiglione di Coldiretti “No Farmers No Party”, all’inizio del cardo sud. Già da lontano la vista è colpita dai ricchi ed animati gazebi gialli del Mercato di Campagna, allestito dalle aziende agricole molisane davanti al padiglione di Coldiretti. In un EXPO altamente mediatica, in cui il cibo viene raccontata, nel padiglione Coldiretti il tatto ha la possibilità di toccarli davvero i prodotti agroalimentari tipici del Molise, l’olfatto di sentirne le fragranze ed i profumi, il gusto di assaggiarli, l’udito di ascoltare la esperienze ed i consigli direttamente dagli agricoltori che hanno realizzato, con il loro lavoro, le delizie. E’ il Molise reale da vivere, quello che Coldiretti sta proponendo all’EXPO, e che sarà presente fino a giovedì 8 ottobre. Già all’inizio della mattinata di lunedì l’area dinamica di Coldiretti è stata invasa da tantissime persone che hanno apprezzato la co-

la buona abitudine di mettere tutto online. Siano tornati sull’argomento perché va ritenuto un argomento determinante per la costruzione di una coscienza civile e per “obbligare” le amministrazioni locali ad essere rispettose fino in fondo delle leggi; in questo caso del bistrattato decreto sulla trasparenza. Ma, soprattutto, per aggiungere altra carne al fuoco. Una recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale delle Puglie infatti ha stabilito che sul sito

istituzionale devono essere pubblicate anche le planimetrie relative al piano regolatore generale e le informazioni in base alle quali il Comune, ad esempio, ha apportato modifiche al tracciato di una strada. Chiaro che per essere oggetto di una sentenza del Tar sta a significare che non era abitudine pubblicare le planimetrie e le informazioni che, sempre ad esempio, riguardano le ragioni per cui viene modificato un tracciato stradale, con ciò venendo meno il «diritto di chiunque» di avere documenti, informazioni o dati sulla sezione «Amministrazione trasparente» di siti istituzionali. L’accesso civico, vale a dire il diritto a conoscere, “non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non deve essere motivata, è gratuita e va presentata al responsabile della trasparenza”. Nel caso giudicato dal Tar Puglia è stato invocato l’articolo 39 del “decreto trasparenza”, che riguarda l’attività di pianificazione e governo del territorio. In proposito esiste l’obbligo per le Pubbliche amministrazioni di pubblicare i piani territoriali, i piani di coordinamento, i piani paesistici, gli stru-

menti urbanistici, generali e di attuazione e loro varianti. Per tali atti è necessario pubblicare anche gli schemi dei provvedimenti prima dell’approvazione, le delibere di adozione o approvazione, i relativi allegati tecnici. Una apposita sezione deve essere dedicata alla documentazione relativa alle proposte di trasformazione urbanistica d’iniziativa privata o pubblica in variante allo strumento urbanistico generale vigente, nonché alle proposte di trasformazione in attuazione che comportino vantaggi edificatori a fronte dell’impegno dei privati di realizzare opere di urbanizzazione extra oneri o della cessione di aree o volumetrie per finalità di pubblico interesse. Siccome di queste evenienze è piena zeppa la casistica regionale e comunale di Campobasso, riteniamo di fare cosa buona e giusta dando notizia della sentenza del Tar delle Puglie agli amministratori della Regione Molise e del comune capoluogo di regione, e ai rispettivi cittadini perché si sappiano regolare. Dardo

Coldiretti Molise, il plauso di Milano lazione con pane e marmellata o pane ed olio extravergine di oliva, offerta dagli agricoltori molisani. Successo poi per il tagliere di salumi e formaggi che hanno testimoniato dello splendore dei pascoli delle montagne e colline del Molise e della loro aria salubre. Ma vi è anche gioioso divertimento con la fattoria didattica, ovvero “l’arte del creare”, che insieme al “laboratorio di pasta fresca e manipolazione della creta”, ha coinvolto in particolar modo i bambini, con grande soddisfazione dei genitori che finalmente li hanno visti attratti dalla manualità rispetto ai tani giochi virtuali che invadono la loro vita. Il pranzo, sempre rigorosamente con prodotti del Molise, è preparato da chef molisani che, nella cucina del Roof garden di Coldiretti, stanno dando il meglio di sé per anticipare le squisitezze che troveranno nei loro locali i visitatori che, incuriositi, vorranno venire in regione. Ma vi sono anche approfondimento come il convegno, svoltosi lunedì, su “Percorsi e modelli di successo dell’Agrituri-

smo Italiano”, che tante potenzialità di ulteriore sviluppo ha in Molise. E naturalmente Coldiretti Molise non poteva far mancare il folklore, con il suggestivo concerto delle campane del gruppo folkloristico “Agnone Cenacolo Colturale”, con gli storici costumi locali. E fino a giovedì si replica in entusiasmo e bontà, ma ogni giorno ci saranno eventi nuovi e proposte diverse, con la stessa voglia di sorprendere che ha il Molise verso i turisti che avranno la possibilità di venire nella regione, con territori e paesaggi stupendi e la capacità di produrre cibo, arte e cultura.aa


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5 6 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il vizio di prolungare cariche e incarichi alla Regione Molise è ormai regola fissa

Proroghe su proroghe: allarme per la legittimità Il direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco dell’istituto della proroga è un primatista continuando a svolgere in “prorogatio” il proprio incarico da circa un anno La Regione Molise abbonda nel concedere proroghe. Non c’è elemento interno ed esterno che non ne goda. Si tratti di funzioni magari non retribuite ovvero, al contrario, di incarichi professionali evidentemente non realizzati nel termini previsti e stabiliti, e per questo da allungare nel tempo. Il vizio è italico, al punto che l’Autorità nazionale anticorruzione (il magistrato Raffaele Cantone) ha iscritto la voce “proroghe” tra le cause più ricorrenti della corruttela pubblica e privata. Non vorremmo che la Regione Molise venisse iscritta di diritto nell’elenco delle amministrazioni particolarmente larghe di manica nel concederle. Per avere un’idea del fenomeno, sarebbe sufficiente fossero riassunti tutti gli atti del direttore generale con cui, appunto, sono state concesse proroghe. Ultima della serie, quella all’ingegnere Nino Pantaleo Francesco Di Bitonto, incaricato di fornire assistenza tecnica nell’ambito dei progetti di Cooperazione territoriale europea, specificatamente del progetto Ipa Adriatic Cbc “Traveller information system for the adriatic regione”, uno dei tanti titoli roboanti della caterva di progetti finanziati con fondi europei dei quali (progetti) difficilmente si viene a capo o si ha la possibilità di constatare gli effetti pratici sul territorio. Questo che abbiamo citato è un progetto del genere. Mancia competente a chi può dare notizie e specificazioni. Progetto che per essere gestito in misura presuntivamente soddisfacente, ha preteso venissero selezionati 7 unità da destinare, appunto, all’assistenza tecnica. Tra i 7, l’ingegnere Di Bitonto, il cui contratto sarebbe scaduto il 30 settembre 2015, ma il giorno prima della scadenza, il 29 settembre, il direttore generale facente funzione, Angelo

Fratangelo, ha preso nota della comunicazione del direttore del Servizio Mobilità dell’Area Quarta con cui gli è stata rappresentata l’estensione della durata del progetto Ipa Adriatic Cbc “Traveller information system for the adriatic regione” al 31 dicembre 2015, e la necessità di prorogare il termine finale del contratto di collaborazione all’ingegnere Di Bitonto fino alla scadenza del progetto stesso. Così e semplicemente. Come se fosse una formalità e non invece un provvedimento che per disposizione di legge stabilisce che debba trattarsi di una eccezione. Dice la legge: “… l’eventuale proroga dell’incarico originario è consentita, in via eccezionale, al solo fine di completare il progetto e per ritardi non imputabili al collaboratore, ferma restando la mi-

sura del compenso pattuito in sede di affidamento dell’incarico”. L’eccezionalità alla Regione Molise è divenuta una prassi. Infatti, in tutte le concessioni di proroghe, nessuno ne fa cenno, né vengono fornite in dettaglio le ragioni per cui l’allungamento dei tempi è ritenuto e dimostrato indispensabile. Accade quindi che l’ingegnere Di Bitonto continuerà a fornire, retribuito, assistenza, fino alla conclusione del progetto prevista entro la fine dell’anno. Una data oltre la quale, se il progetto non dovesse concludersi, comporrebbe la perdita irrevocabile del finanziamento europeo. Questa condizione capestro dettata dall’Europa, sta giustificando ogni sorta di soluzione in favore dei finanziamenti relativi al settennio della programmazione 2007/2013. Dice-

vamo della facilità con cui la Regione proroga progetti, cariche, incarichi e quant’altro fa parte dell’armamentario, senza mai dare una dimostrazione dettagliata delle cause che l’hanno determinata. Una carenza sistematica di motivazioni cui, peraltro, nessuno solleva obiezioni ed eccezioni. “Panta rei”: tutto scorre, in questa regione di comparaggi, di colleganze, di frequentazioni confidenziali. Solo appena ad agosto scorso, il direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco, che dell’istituto della proroga è un primatista continuando a svolgere in “prorogatio” il proprio incarico da circa un anno, ha concesso tre mesi in più rispetto ai termini contrattuali ad un altro ingegnere, il consigliere comunale a Palazzo san Giorgio nel gruppo del Pd, Ferdinando Massarella, perché possa portare a termine l’incarico (brevi manu) relativo alla progettazione del “Patto della Sicurezza”. E prima di lui, proroghe a molti altri incaricati. Finito? Neanche per sogno. Altra proroga fresca fresca. Al dr Daniele Ciarlariello incaricato di collaborazione coordinata e continuativa per l’attività di supporto nella gestione del Piano di sviluppo rurale 2007/2013, nonché della partecipazione alle attività di programmazione relativa allo sviluppo rurale del Piano di sviluppo 2014/2020. Il dr Ciarlariello ha iniziato la collaborazione nel 2011 e il contratto gli è scaduto il 31 dicembre 2014. D’allora gli è stato prorogato un periodo di sei mesi, fino al 30 giugno 2015, quindi ancora per altri tre mesi, fino al 30 settembre. Quindi ancora per altri tre mesi. Dardo

Il presidente della Giunta regionale, Frattura, ha presentato le relative proposte Campobasso. Parere favorevole e condivisione da parte della Conferenza delle autonomie locali (Cal) alla nuova architettura istituzionale disegnata per il Molise dalla Regione in attuazione della riforma Delrio. E’ questo, l’esito del confronto a Palazzo Vitale durante il quale il presidente Paolo di Laura Frattura ha illustrato contenuti, portata e prospettive delle due importanti proposte di legge in agenda: la prima, relativa al riordino delle funzioni esercitate dalle Province; la seconda, inerente la disciplina dell’esercizio associato di funzioni e servizi comunali. I due testi disciplinano e incentivano l’associazionismo intercomunale e redistribuiscono le funzioni tra le due Province, inquadrate per il futuro come enti di area vasta, e la Regione Molise, “secondo – ha sottolineato Frattura –, i principi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione”.

“Parte la nuova ossatura istituzionale” “Abbiamo avviato – la premessa del presidente –, un processo che snellisce e semplifica l’apparato istituzionale della nostra Regione: così e insieme, facendo rete e sistema, lavoriamo per la nostra autonomia e salvaguardiamo le specificità locali”. La nuova architettura si basa sulla costruzione di macroambiti ottimali di gestione delle politiche del territorio alla cui base ci saranno condivisione delle strategie di sviluppo e forte cooperazione tra enti. A fronte di un’analisi condivisa sulle oggettive difficoltà territoriali derivanti da un quadro particolare (dimensioni ridotte e assenza di aree metropolitane), che non

agevola un lineare trasferimento delle deleghe proprie delle Province come invece avvenuto in altre realtà italiane, la Conferenza delle autonomie locali, composta da Anci, Province, Uncem e i due comuni capoluoghi, ha mostrato apprezzamento per il fatto che l’assetto istituzionale prospettato dalla Regione creerà condizioni valide per l’uso efficiente delle risorse finanziarie e la definizione di politiche e interventi per lo sviluppo economico. “La Regione – ha sottolineato il presidente Frattura –, è pronta con la nuova programmazione comunitaria a sostenere concretamente le politiche territoriali e la gestione associata.

Tutti insieme faremo partire investimenti mirati per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese del nostro Molise”. Passaggio decisivo in questo senso anche la centrale unica di committenza, che, riassorbendo le funzioni di Alicomunimolisani, dà ai piccoli centri, attraverso l’associazionismo, di natura volontaria o incentivata, gli strumenti di gestione dei servizi in una logica di maggiore efficienza ed efficacia. Nel merito delle singole questioni, il presidente Frattura ha accolto l’invito dei vertici delle Province per un impegno con il Governo sul fronte dei trasferimenti finanziari soprattutto per quanto riguarda

il personale, annunciando, tra l’altro, una nuova riallocazione degli uffici regionali sul territorio possibile grazie all’utilizzo del patrimonio immobiliare delle Province stesse, “una prova di unità, cooperazione e funzionalità della filiera istituzionale”, il suo commento. Soddisfazione è stata espressa nella riunione della Cal per l’attenzione mostrata dalla Regione alla vicenda della Biblioteca Albino di Campobasso, per le possibili competenze della polizia provinciale che potrebbe continuare a operare nel campo di caccia, pesca, funghi e tartufi per conto della Regione, attraverso apposite convenzioni.


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Campobasso

6 ottobre 2015

SULLA RIORGANIZZAZIONE DEL COMUNE NON TUTTI SONO D’ACCORDO

Il consigliere dell’Udc Ambrosio: “Il sindaco ha abdicato e deposto il Consiglio comunale e la Giunta”

Non tutto è filato liscio a Palazzo san Giorgio. Anzi, più di una ruvidezza in risposta alla riorganizzazione dei servizi redatta dal coordinatore delle attività amministrative e dirigente dell’Area “Organizzazione, indirizzo e controllo”, Antonio Iacobucci, approvata e fatta propria dalla giunta comunale, di cui abbiamo dato ampio risalto su queste colonne giudicando il lato concreto e funzionale della riorganizzazione come un atto rivoluzionario in un contesto abituato a vivere di consuetudini. Alcuni consiglieri hanno interpretato quell’atto amministrativo che ha dato una netta sterzata al qualunquismo imperante nei servizi e tra gli uffici comunali, molto in chiave politica, e quasi nulla sul piano pratico. E la politica, si sa, è materia particolarmente malleabile, che ciascuno può adattare al proprio punto di vista, magari ai propri risentimenti, ai propri turbamenti. Indubbiamente quell’atto amministrativo ha non pochi difetti linguistici che a talune sensibilità politiche lo hanno reso particolarmente inviso. L’impostazione, infatti, ha un tono d’imperio (… le proposte di deliberazione di competenza della Giunta e del Consiglio devono essere trasmesse al dirigente dell’area Organizzazione, Indirizzo e Controllo per essere visionate e vistate per attestarne la coerenza con gli indirizzi della programmazione comunale e con gli obiettivi assegnati alla struttura burocratica e che lo stesso provvederà al successivo inoltro alla Segreteria Generale o alla Presidenza del Consiglio per l’approvazione degli organi di competenza); ciò ha generato una forte reazione in quanti il concetto di autonomia degli organi amministrativi è un intangibile tabù. Concetto percepito ulteriormente compromesso dalla disposizione che attribuisce, tra l’altro, al dirigente dell’”Organizzazione, indirizzo e controllo” dell’Ente (Iacobucci) “la formulazione, con proprio atto, di linee di indirizzo per l’assegnazione del personale ai settori e ai servizi, a valere per la predisposizione del Piano esecutivo di gestione e del piano dettagliato degli obiettivi 2015”. Ad approfondire il senso letterario della disposizione emerge la volontà dell’amministrazione comunale di affidare al

vertice dell’organizzazione i poteri che gli sono propri (… le linee d’indirizzo per l’assegnazione del personale ai settori e ai servizi …) per dare concretezza al Piano esecutivo di gestione e al Piano dettagliato degli obiettivi. Piani, entrambi, che vanno considerati la nuova vera spina dorsale del Municipio. A tutto ciò ch’è, e deve essere ritenuta, una forte innovazione di metodi e di comportamenti foriera di una diversa e sostanziale efficienza della macchina amministrativa, come abbiamo fatto cenno, s’è contrapposta un’altrettanto forte e marcata critica politica anche in senso alla maggioranza. La punta più aguzza s’è con fermata il consigliere dell’Udc Michele Ambrosio che nel corso della sindacatura ha curato con puntigliosa assiduità la distinzione dei ruoli (sindaco, giunta, consiglio, consiglieri delegati e commissioni consiliari), e nei ruoli, il giusto dosaggio delle rappresentanze, per evitare la prevalenza degli uni

sugli altri. Nel caso che stiamo trattando, egli s’è espresso contro la prevalenza del coordinatore dell’attività amministrative e dirigente dell’Area “Organizzazione, indirizzo e controllo”, Antonio Iacobucci, sugli organi amministrativi. Da qui, la filippica che segue: “Con il più classico dei provvedimenti di ferragosto, il primo cittadino e l’esecutivo comunale (anche se sarebbe meglio dire ex sindaco ed ex giunta sostituiti di fatto dal dirigente dell’Area Organizzazione, Indirizzo e Controllo) in perfetto stile Tafazzi e con evidenti profili di illegittimità, si auto commissariano e con loro cercano di mettere sotto tutela anche il Consiglio comunale. Un vero e proprio “golpe” dettato anche dalla incompetenza politica e dalla incapacità di governo, con cui di fatto si destituisce e delegittima Consiglio comunale e Giunta municipale. Un vero e proprio attentato da parte del sindaco agli Organi istituzionali con l’introduzione della “censura” politica sulle deliberazioni, con cui si minano i pilastri fondamentali della rappresentanza popolare. Non può essere letta altrimenti, se non con un colpo di sole collettivo, inventarsi il “super parere” in aggiunta a quelli di ordine tecnico (amministrativo e contabile) che dovrà essere espresso su tutte le proposte di delibere consiliari e dell’esecutivo in ordine alla coerenza con gli indirizzi programmatici e con gli obiettivi, prima di essere portate all’approvazione dei due consessi. Un gravissimo atto di sfiducia quello posto in essere dal sindaco all’intero Consiglio comunale (che dovrà conseguentemente prenderne atto) unico Organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo oltre che di verifica della coerenza e dell’attuazione del programma di mandato, che non può essere sostituito da nessun tecnocrate, tata, con funzioni da cerniera”. La verità, come sempre, non è mai da una sola parte: Possibilmente è nel mezzo. Dardo

Approda la Banca Popolare Pugliese L’Istituto di credito acquista ramo d’azienda da Banca Carim CAMPOBASSO. Sottoscritto nei giorni scorsi il contratto per la cessione da parte di Carim a Banca Popolare Pugliese del ramo d’azienda costituito dalle Succursali di Vasto (CH), Sant’Elia a Pianisi (CB), Campomarino (CB) e Campobasso. A quest’ultima sono collegate quelle ad operatività limitata di Jelsi (CB) e Mirabello Sannitico (CB). Il ramo d’azienda oggetto di cessione esprime una raccolta complessiva di 67,3 milioni di euro, di cui 56,6 di diretta; impieghi economici per 29,2 milioni di euro e n. 18 dipendenti. <<Con questa operazione, che fa seguito all’acquisizione del 97,37% della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio di Benevento (7sportelli, 56 dipendenti, 93 mln di crediti verso clientela e 144 mln di raccolta complessiva), - afferma il Direttore Generale Mauro Buscicchio - vogliamo rafforzare la nostra vocazione di Banca territoriale con proiezioni su Re-

gioni limitrofe, dando vita, così, a una realtà bancaria interregionale radicata nel Mezzogiorno d’Italia, volta a conseguire ulteriori ambiziosi traguardi, nel rispetto della consolidata fiducia con la propria clientela>>. Per il Gruppo Bancario Banca Popolare Pugliese, già presente in Puglia, Basilicata e Molise, le ultime due operazioni, concluse nell’arco di una settimana, rispondono a scelte strategiche tese a realizzare una ordinata e razionale espansione territoriale nelle aree prossime alle zone di tradizionale insediamento, consolidando la propria presenza nel Molise e affacciandosi per la prima volta in Abruzzo e Campania. <<Con queste acquisizioni, - commenta il Presidente Vito Primiceri - il Gruppo Bancario Banca Popolare Pugliese amplia la propria area di operatività in territori contigui a quelli presidiati senza eccessivi salti territoriali, al fine di miglio-

rare la produttività, diversificare il rischio e realizzare nuove economie di scala, secondo uno sviluppo equilibrato, razionale ed organizzativamente sostenibile della struttura. E ciò in linea con la strategia della Banca, sempre improntata a prudenza, che le ha consentito e le consente di essere al riparo dalle frequenti turbolenze dei mercati, di accrescere la propria solidità patrimoniale, come dimostra il costante miglioramento dei coefficienti patrimoniali (TIER 1 al 14,326 e Total Capital Ratio al 15,139%), e di saper cogliere le opportunità di crescita migliori per il nostro futuro e per quello dei nostri Soci. Nei prossimi anni vogliamo continuare ad essere una banca a forte vocazione territoriale, fedele ai valori del credito cooperativo e capace di rispondere alle esigenze di sviluppo delle piazze dove operiamo>>.


Campobasso

7 6 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La squadra rossoblù ormai sa solo perdere ma Cappellacci non rischia il posto Anche il San Nicolò ci dà lezione di calcio. La testa della classifica è a 9 punti e i play out a 2 di Gennaro Ventresca Solo il dolore insegna cos’è la vita senza dolore. Grazie a momenti folgoranti la nostra squadra si era emancipata dalle sue origini cerealicole, ma le sono rimasti i cromosomi ereditari che periodicamente riappaiono. Così ci si scandalizza solo sulla spinta emotiva delle quattro pere incassate in casa dal Chieti che prima e dopo quella performance ha pareggiato sul suo campo due mediocri partite. Ci si strappano i vestiti perché il piccolo San Nicolò, senza pubblico e storia, ci ha messo sotto sul piano numerico, del gioco e della baldanza in campo. Siamo quelli che siamo. Le parole non servono a ridare luce al nostro club che quest’anno ha sbagliato tutto e ora difende a denti stretti le scelte di un’estate sbagliata. Abbiamo gli stessi punti del-

l’Agnone e tre in meno dell’Isernia. Basterebbe questo per spiegare in che pasticcio ci siamo ficcati. E dove rimarremo chissà per quanto. Forse non solo per coerenza siamo costretti a tenerci Roberto Cappellacci. Per cambiare allenatore oltre al coraggio ci vogliono anche i soldi per pagare un nuovo stipendio. E, per quel che si è capito, i nostri vertici, pur stringendo la cinta, di soldi non ne hanno. Lo abbiamo intuito tutti che è tutto da rifare. Ma mentre i pennaiuoli fanno presto a scriverlo e i tifosi a raccontarlo al bar e in famiglia, quelli che guidano la nostra società se lo dicono in silenzio, guardandosi con certe facce scure. Mica sono scemi Edoardo, Marco, Giulio e Tonino Minadeo. Capiscono di calcio e hanno visto, come tutti noi, che gli under sono modesti e più di una ce-

lebrità non riesce ad andare oltre qualche tocco elegante. Niente di più. Sei partite sono solo uno spicchio di campionato. Ma bastano a capire di che pasta siamo fatti. La difesa balla

contro tutti, specie sulle fasce, dove i “minorenni” fanno errori tattici e tecnici da far cadere le braccia; i tanto celebrati centrali per ragioni fisiche e disciplinari sono stati messi da parte; a centrocampo si va avanti con una stucchevole “melina”; in avanti non arrivano né gol, né tanto meno conclusioni. A Teramo, contro il guizzante San Nicolò, si è annotato sul notes un solo tiro (Alessandro) pa-

rato anche agilmente dal portiere abruzzese. Pensare di giocarsela per l’alta classifica appare un sogno. Ci sono i giocatori, ma non c’è la squadra. Manca un leader per reparto e il portiere ogni partita continua a inanellare una serie di errori. Invece di rinviare coi piedi un comodo pallone, Capuano ha preferito domarlo con un goffo stop al volo, così lo ha smarrito e nel tentativo di recuperarlo ha messo giù l’avversario: punizione e rosso diretto, da ultimo uomo. Sono finite lì le magre speranze rossoblù di tentare di raddrizzare la gara. Da quel momento i nostri ragazzi hanno fatto solo fumo, rischiando, in almeno tre occasioni, di beccare un altro gol. Mentre il portiere locale ha passato un comodo pomeriggio, a prendere il caldo sole.

Unimol, la Giornata delle matricole Oggi a Campobasso la prima giornata universitaria per i neo studenti CAMPOBASSO. Ci sarà oggi, a partire dalle ore 9.00 la “Giornata dell’accoglienza” presso l’Aula Magna del Campus universitario di Campobasso. Una giornata importante per le matricole che affronteranno la loro prima giornata universitaria, entrando ufficialmente e pienamente nella comunità accademica dell’Università degli Studi del Molise. Tutti i neo studenti presenti saranno

in collegamento con la web tv di Ateneo, con le sedi di Pesche e Termoli, con il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute. Con collegamenti via Skype interverranno anche alcuni studenti universitari presenti in diverse sedi dell’Ateneo per dare una testimonianza diretta di come si studia all’Unimol.

La scelta dell’università è un momento decisivo e anche curiosità, entusiasmo e tante aspettative, ma sicuramente per i tanti allievi che entreranno nel mondo accademico non mancano timori, momenti di ansia e qualche dubbio ancora da risolvere. Il senso della giornata dedicata all’accoglienza delle matricole è proprio quello di orientare gli studenti e farli sentire pienamente coinvolti nella vita

universitaria Essere presenti sin dal primo giorno ed avere quindi un quadro preciso della popolazione studentesca è presupposto per garantire a tutta la comunità accademica l’opportunità di una maggiore e più stretta interazione, collaborazione e partecipazione. Per gli studenti, dunque, è fondamentale non mancare al primo giorno di università, di lezioni, di conoscenza.

“Con un palmo di naso”, cala il sipario Cinque giorni vivaci per il Festival di Arti per l’Infanzia” CAMPOBASSO. Al termine di una cinque giorni vivacissima, densa di spettacoli, laboratori, merende e sorprese, Pinocchio in persona e l’organizzazione danno l’arrivederci alle migliaia di bambini che hanno partecipato agli eventi in programma, alle decine di maestre che hanno scelto di portare i propri alunni al festival, e alle centinaia di famiglie che hanno affollato i locali della Fondazione Molise Cultura e il Teatro Savoia di Campobasso. Brunella Santoli, ideatrice e direttore artistico della rassegna, ha dichiarato:“Sono felice e molto soddisfatta per l’esito del festival. Il risultato più bello è stato senz’altro poter leggere negli occhi dei bambini di questa città una gioia infinita. Considero riuscita anche l’operazione - fami-

glia: vedere tanti genitori in fila con i propri figli, anche in giorni poco propizi, è stato splendido. Si sono messi in gioco partecipando in maniera diretta alle tante proposte. Massiccia anche l’adesione delle scuole, per le quali si è mossa un’organizzazione meticolosa, ad hoc. La

partecipazione, e la qualità di essa, dimostrano che il festival è stato molto apprezzato in ogni sua sfaccettatura. Una proposta vincente, che ha visto come promotori l’Unione Lettori Italianie la Fondazione Molise Cultura che hanno lavorato insieme in modo costruttivo

ottenendo evidenti risultati. L’aria del festival si è respirata in ogni angolo della città, e non solo: è stato meraviglioso”. Antonella Presutti, presidente della Fondazione Molise Cultura, prosegue: “Una migliore ripresa delle attività, dopo la pausa estiva, non potevamo immaginarla. Vedere i nostri spazi, dall’Auditorium al Teatro Savoia, animati da luci e colori e vissuti da un pubblico di così giovane età, ha rappresentato per tutti noi un momento di gioia e di soddisfazione visto l’ottimo risultato ottenuto. Naturalmente il binomio ULI – Fondazione si è dimostrato nuovamente vincente, anche in una sfida così impegnativa, dove si è lavorato su cinque giorni intensi, in diverse location e con un pubblico numeri-

camente rilevante. Dunque, ha concluso Presutti, visto l’importante obiettivo centrato, si potrà immaginare in futuro l’inserimento stabile all’interno delle nostre attività di iniziative che abbiamo come destinatari finali proprio i più piccoli che si sono dimostrati fruitori attenti, partecipativi e naturalmente curiosi riguardo a tutto ciò che è stato loro proposto.” Gli organizzatori dell’evento, nel ricordare che la mostra spettacolo “Pin’occhio” sarà allestita fino al 10 di ottobre e che sul sito www.conunpalmodinaso.it è online il blog realizzato dai ragazzi del laboratorio “La scatola magica”, che fornisce una fitta documentazione audiovisiva dei giorni appena trascorsi, ringraziano tutti per la collaborazione.



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Isernia

6 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Furto, droga ed altri reati, cinque persone denunciate dai Carabinieri A Isernia, sotto sequestro dosi di hashish e recuperata refurtiva Nel corso di una serie di attività predisposte dai Carabinieri in tutta la provincia di Isernia, al fine di contrastare tutti quei reati ritenuti di particolare allarme sociale come i furti e lo spaccio di stupefacenti, cinque persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria, mentre sono finite sotto sequestro varie dosi di hashish e recuperata refurtiva. A Macchiagodena, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 40enne del posto, titolare di una impresa artigiana, per furto aggravato.

I Carabinieri hanno scoperto che l’uomo, per fornire di energia elettrica la propria attività, attraverso un sofisticato sistema che non permetteva il rilevamento del consumo sul contatore, riusciva ad asportare energia elettrica per un importo di svariate migliaia di euro. L’impianto è finito sotto sequestro. A Macchia d’Isernia, i militari della Stazione di Monteroduni, sono riusciti invece a recuperare un furgone Fiat Ducato, rubato poco prima ad un commerciante originario di Ciorlano, in pro-

vincia di Caserta. L’autore del furto, vistosi braccato dai Carabinieri, ha abbandonato il veicolo, che è stato successivamente restituito al legittimo proprietario. Per tentato furto aggravato, ad Agnone, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 20enne di Isernia, il quale a bordo di un autobus di linea, sulla tratta Isernia – Agnone, aveva tentato di asportare la borsa di una giovane viaggiatrice. La refurtiva è stata immediatamente restituita alla proprietaria. Ancora ad Agnone, i militari

della Stazione di Bagnoli del Trigno, nel corso delle operazioni di filtraggio eseguite all’esterno dello stadio “Civitelle”, in occasione dell’incontro di calcio di serie “D”, Olympia Agnonese – Isernia, hanno sorpreso un 25enne di Isernia, in possesso di un involucro contenente varie dosi di “hashish”, occultato nelle tasche dei pantaloni. La droga è finita sotto sequestro, mentre il giovane è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sull’episodio sono in corso ulteriori in-

dagini, i Carabinieri non escludono che le dosi di “hashish” rinvenute, fossero destinate ad altri giovani tifosi presenti allo stadio. Infine a Venafro, un 29enne ed un 35enne, entrambi del posto, sono stati denunciati dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, per minaccia aggravata nei confronti di un 30enne di Sesto Campano. I militari hanno accertato che i due, per futili motivi, durante una lite, hanno proferito gravi minacce nei confronti della vittima.

“Accattonaggio, furti, violenza: questa la vostra accoglienza” Casa Pound interviene sulla questione immigrazione e grida: “Riprendiamoci Isernia” ISERNIA. E’ questo il testo degli striscioni affissi in nottata dal movimento CasaPound Italia per segnalare la situazione di grave disagio ed insicurezza che i cittadini del capoluogo pentro si trovano a vivere a seguito dell’ondata migratoria che ha interessato la provincia nell’ultimo anno. “Con questa azione abbiamo voluto lanciare un segnale forte in merito al grave clima di insicurezza creatosi in città a seguito dello stanziamento in zona di centinaia di immigrati clandestini, ospiti presso i centri di accoglienza sorti nei comuni limitrofi“ E’

quanto afferma in una nota Agostino Di Giacomo, responsabile isernino CasaPound. “Purtroppo – prosegue Di Giacomo - la scelta da parte delle istituzioni di non prendere adeguatamente in considerazione le richieste dei cittadini, a dispetto della manifestazione popolare da noi organizzata presso la Prefettura lo scorso Giugno, ha portato alle inevitabili conseguenze, dal fenomeno sempre più invadente dell’accattonaggio presso esercizi commerciali ai numerosi episodi di cronaca degli ultimi tempi, non ultimo l’aggressione di un tredicenne in pieno centro cit-

tadino da parte di un gruppo di immigrati”. “Di fronte ad una situazione che sembra ormai sfuggire a qualsiasi controllo – prosegue il responsabile Isernino CPI – è necessaria una forte presa di posizione da parte della cittadinanza per lanciare ad una classe politica apparentemente sorda il segnale politico che la provincia di Isernia non può essere terra di immigrazione, ed affinché si valuti in merito alla permanenza in zona di centri di accoglienza divenuti oramai di fatto dimora a tempo indeterminato per decine di immigrati mantenuti con i soldi dei contribuenti, e

sull’eventualità di aprire un ulteriore centro di accoglienza presso l’Hotel Sayonara, nel pieno centro di Isernia ed in prossimità di due istituti superiori. Ora più che mai è fondamentale che gli isernini ‘si riprendano Isernia’, e come CasaPound proseguiremo con iniziative volte a denunciare ed a presentare alternative all’attuale stato di degrado, tra immigrazione incontrollata e taglio dei servizi essenziali, in cui il capoluogo di provincia, complice una classe politica inadatta al suo ruolo, sta sprofondando”.

Atletica, ottimi risulati Brilla ancora Andrea Lalli nella mezza maratona ai campionati italiani CAMPOBASSO. Una piccola regione il Molise, dove l’atletica leggera è comunque molto sentita e praticata. E se le nostre piste durante i test infra-settimanali raramente sono deserte testimonianza dell’impegno delle giovani generazioni, meritevoli di essere menzionati sono, altresì, i risultati di Assoluti e Master che riescono a ritagliarsi tempo per non saltare le sedute di allenamento e a conservare energie per portarle a termine. ed ora veniamo ai risultati. Incanto e sogno a Telese (BN) oggi teatro dei Campionati Italiani Individuali di mezza maratona, grazie ad Andrea Lalli. Ore 9.00 lo start di una 21,097km nient’affatto semplice. Il keniano William Kibor sin da subito ha tentato di inficiare le resa del nostro Andrea imponendo il suo vantaggio, ma intorno al 16km, nel tratto che er gli esperti è il test della distanza emergono le doti ed il talento di Andrea, che lo raggiunge e supera. Dunque vittoria sfacciata di Andrea Lalli con il tempo di 1.02.54. Buona performance quella di Andrea su di un tracciato, testato mesi addietro dal suo trainer di livello, Stefano Baldini, campione olimpico e D.T. FIDAL del settore giovanile In gara con Andrea 1369 runners, molti dei quali suoi corregionali, mai avari di urla di sostegno per il loro beniamino. Miglior tesserato molisano Nicandro Calleo, Asd Atletica Venafro, 1.24.12 il suo tempo, PB, per lui. In gamba anche Giovanni d’An-

straordinaria forza di volontà i 42, 195 km in una città incantevole sulle cui strade ha corso con una temperatura ideale. 18 i Celsius in una mattina soleggiata, ma non afosa. E 2.51.20 lo straordinario crono di Angelo, trenta anni il prossimo 22 ottobre. Umidità al 57% freddo subdolo e oltre 2000 partecipanti stamattina sotto l’arco dello start a Bruxelles. Passaggio innanzi alle principali attrazioni della città con partenza presso il Parc du Cinquantenarie ed arrivo presso il Grand-Place questa gara richiede particolari doti-considerato il tracciato

drea con 1.24.27. PB per Daniel Iannuccillo, NAI e Antonello Colucci, Polisportiva Molise, entrambi ben al di sotto dell’ora e trenta. Prima molisana al traguardo Ilaria Novelli, Polisportiva Molise, che con 1.28.06 centra a Telese il suo PB. Ma è stata una domenica intensa e foriera di bei risultati anche per quanti partendo dalla nostra terra hanno scelto di misurarsi con l’insidioso tracciato delle maratone di Bucarest e di Bruxelles. In Romania ben presto ha suonato la sveglia per Angelo Iademarco, Podistica Avis Campobasso. Angelo ha affrontato con grinta e

collinare che costituisce una sfida anche per i corridori più esperti. Pettorale 672 per Oreste Natalizia, che chiude la gara con uno strepitoso 3.29.27. Personal Best per il grande atleta tesserato con la Runners Termoli, che taglia il traguardo col sorriso, fiero del suo piazzamento e del quarto posto tra gli M60. Giudici di gara, volontari, curiosi, fotografi e appassionati hanno invaso le strade di una Torino a dir poco magica. Il violento acquazzone di ieri sera aveva fatto tremare amatori e top iscritti alla 29^ “Turin Marathon-Gran Premio La Stampa”. Ma stamane la pioggia ha risparmiato il fiume di podisti che si è cimentato con il nuovo percorso che li ha visti transitare nelle principali aree verdi del capoluogo piemontese: dal parco del Valentino,a Vallere, Ruffini, Pellerina e Parco Dora. In tanti li hanno attesi ed hanno urlato al loro arrivo in piazza Castello. Grandi i molisani Vincenzo Grassi e Giuseppe Serafini che chiudono i 42,195 km rispettivamente in 3.04.40 e 3.12.49. Ma bravi anche tutti gli altri runners in gara. E ieri-3 ottobre- con 90,400KM Antonio Salvatore, Podistica Avis Campobasso, ha chiuso la 12 ore di Reggio Emilia. Congratulazioni a tutti ed appuntamento a sabato e domenica 10-11 ottobre 2015 per i Campionati Italiani Individuali e per Regioni Cadetti/e in programma a Sulmona e a domenica 18 ottobre p.v. per la XXI^tappa CorriMolise.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

6 ottobre 2015

Rifiuti, il cerchio delle alleanze I servizi attuali sono in prorogatio. Si punta ad un sistema innovativo TERMOLI. Il Risiko delle alleanze degli enti locali in Basso Molise, sempre più evidente e lontano dalla grande conflittualità degli anni scorsi, potrebbe fare un ulteriore passo in avanti sulla gestione di uno dei servizi più contestati ma anche più redditizi (per chi li prende in carico). Parliamo dell’igiene urbana e della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Sia l’amministra-

zione comunale di Termoli che l’Unione dei Comuni Basso Biferno sono ormai in regime di prorogatio. Dal primo agosto la giunta Sbrocca, che ha prorogato di altri sei mesi in attesa dell’emanazione del nuovo bando di gara, il servizio in mano alla TeAm; da ieri all’Unione dei Comuni Basso Biferno. Proroghe che dunque scadranno, salvo rinnovi per pubblica utilità, tra la fine di gen-

naio e la fine di marzo. Nel caso delle amministrazioni dell’hinterland e della costa che non sia Termoli a gestire ancora è la Tekneko, che ha introdotto nell’ente che associa dieci realtà basso molisane la raccolta differenziata. Appalti del valore di milioni di euro, che qualcuno potrebbe ipotizzare di sommare, per giungere a un unico bacino di raccolta differenziata, con un li-

vello demografico doppio rispetto ai precedenti agglomerati. Della velleità di Tekneko (e non solo) di entrare nel mercato e sul territorio termolese se ne parla da tempo, almeno da quando c’è stato il cambio di passo alla Regione Molise, poiché parte delle esperienze maturate nei comuni dell’Unione è stata trasfusa proprio a Palazzo Vitale. Una svolta che potrebbe anche

produrre effetti positivi, poiché diverse sono state le criticità riscontrate in ogni ambito con la start-up della differenziata. Anche se il nodo cruciale rimane quello dei controlli e nessuno o quasi pare voler investire nel concreto sulla vigilanza ambientale e la leva sanzionatoria amministrativa.

“Amanti” del trekking stregati da Termoli Una visita guidata tra monumenti, vicoli ed enogastronomia per far conoscere la città TERMOLI. Continuano le visite della nostra città da parte di turisti provenienti da diverse località italiane. Questa mattina un gruppo di 22 persone amanti del trekking e provenienti in modo particolare dal Piemonte con alcuni pugliesi e alcuni laziali, dopo aver visitato diverse località della nostra regione, percorrendo a piedi, “i regi tratturi molisani” hanno concluso i loro 5 giorni di permanenza nel Molise a Termoli. Il tour è stato organizzato, come ormai si ripete da alcuni anni, dall’Associazione “Attraverso il Molise” dei fratelli Francesco e Barbara Cimino di Isernia.

Ad accogliere i graditi ospiti a Termoli il presidente dell’Archeoclub locale Oscar De Lena che, in due ore, ha raccontato loro la storia della nostra città facendo visitare il Castello, la Cattedrale e i tipici vicoli e le piazzette del Borgo Antico. Naturalmente anche per loro non poteva mancare il passaggio nel vicolo stretto della “rejiecelle” dove i flash delle macchine fotografiche hanno immortalato ognuno di loro. Tanti i complimenti per la nostra città, per le sue specialità enogastronomiche e in modo particolare per la bellezza del nostro Borgo Antico.

Progetto cultura e la guerra Momento di confronto e studio degli aspetti del secondo conflitto sulla costa TERMOLI _ Si è concluso ieri sera il “focus culturale” di due giorni organizzato dall’Associazione “Progetto Cultura”. Storia, emozioni e curiosità particolari, hanno coinvolto un pubblico interessato che al termine delle due serate ha interagito con gli ospiti sugli argomenti trattati. Sabato 3 Ottobre, un parterre di professionisti qualificati ha messo sotto la lente di ingrandimento la storia di Molise e Abruzzo negli anni che vanno dal 1943 al 1945; anni difficili, in cui il latrato della guerra ha stordito un’umanità perduta e ridotta alla disperazione. Dunque non solo la fredda logica dei numeri o la tattica di guerra messa in atto dalle truppe alleate sull’Adriatico contro la follia nazista, ma attraverso un’analisi puntuale e profonda, sono emersi aspetti umani e psicologici che hanno certamente segnato l’esistenza di un’intera generazione. Utilizzando il più moderno format del talk-show, magistralmente condotto dalla Dott.ssa Lucia Checchia e dal Dr. Gaetano Ricci, si sono aperti spiragli di sapere che hanno ricondotto la storia sui binari della verità. Gli approfondimenti del Prof. Marco Patricelli, storico abruzzese di fama internazionale, hanno affascinato il pubblico presente nella sala del Cinema S. Antonio di Termoli, generando ampie e dinamiche considerazioni. Gli spunti offerti dal Prof. Antonio

Smargiassi, termolese doc, autore tra l’altro del libro “La battaglia di Termoli” e dal Prof. Giovanni Artese, quest’ultimo Assessore alla Cultura del Comune di San Salvo, hanno permesso di comprendere meglio le dinamiche della guerra nei nostri ter-

ritori, senza tralasciare il suggestivo aspetto antropologico che ha permesso di sviscerare ogni singolo rapporto umano e sociale. In ultimo, ma solo per ordine di età, l’approfondimento proposto dal giovanissimo Dr. Antonio Plescia, mo-

lisano di Ururi, che ha realizzato con i colleghi ricercatori Giuseppe Muroni e Pasquale De Virgilio - un preziosissimo documentario storico sulle vicende del II Corpo d’Armata Polacco in Italia comandato dal Gen. Anders. Il Dr. Plescia ha avuto modo di proporre e condividere con i presenti i suoi ultimi studi e le sue ricerche storiche, che gli hanno consentito di fare un’analisi critica importante su quello che ha rappresentato la seconda guerra mondiale in Molise e non solo: il fenomeno della Resistenza, gli atti di eroismo e figure emblematiche della storia locale come quella del valoroso Mino Pecorelli, originario di Sessano del Molise e del pluridecorato Attilio Brunetti originario di Oratino (Campobasso). Un percorso storico di indubbio valore, quello segnato dal giovane Antonio Plescia, che di certo consentirà nuove e più profonde occasioni di crescita e di confronto. A concludere la prima serata, la proiezione del documentario storico realizzato lo scorso anno dall’Associazione “Progetto Cultura” dal titolo “LE VOCI DELLA MEMORIA”, dove il valore della testimonianza e il recupero della memoria è una costante vincente. Le interviste ai testimoni sono state curate dalla Dott.ssa Chiara Martino e dalla Dott.ssa Lucia Checchia; la sceneggiatura da Liberato Russo e la

regia da Maurizio Perrotta. Nell’appuntamento di ieri sera - domenica 4 Ottobre – dopo l’intervento dello stesso Dr. Antonio Plescia, sollecitato dalle curiosità e dalle domande della Dott.ssa Lucia Checchia e dal Presidente dell’Associazione “Progetto Cultura”, Dr. Liberato Russo, è stato possibile apprezzare il documento filmico “I senza terra”. Una Polonia lacerata, martoriata, finanche cancellata dalla geopolitica dell’Europa, a cui però ha fatto sempre eco l’orgoglio, la forza e l’integrità di un popolo – quello polacco per l’appunto – che ha garantito con il suo agire la libertà e una vita nuova. Emozionanti alcuni passaggi, dove la testimonianza dei reduci del Corpo d’Armata Polacco ha generato profonda commozione. Al termine della serata una chicca d’eccezione: una videointervista esclusiva al novantatreenne Tony Vaccaro, noto fotoreporter di guerra, nato negli Stati Uniti d’America ma di origini molisane (per la precisione di Bonefro). Una videointervista di “Progetto Cultura” della durata di quindici minuti, curata dalla Dott.ssa Lucia Checchia, da Maurizio Perrotta per le fasi di montaggio e da Sandro Perrotta per le musiche. Trovarsi al cospetto di uomini saggi e forti come Tony Vaccaro, è sempre un’emozione infinita… è la storia che parla, è la vita che racconta altra vita e permette di osservare il mondo da un’altra prospettiva.


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Termoli

6 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Entrata Sud senza luce Dopo il furto del rame degli impianti, l’Anas non ha i fondi per ripristinare i collegamenti Termoli. Dal’inizio del 2015 l’entrata sud di Termoli è al buio. Colpa di due malviventi che hanno rubato del rame che ha determinato il prolungato black-out dell’illuminazione pubblica fino a oggi e chissà per quanto tempo ancora. Cosa c’entra l’Anas? Semplicemente perchè, a loro dire, non ci sarebbero i soldi per ripristinare la normalità, si parla di 60 mila euro non disponibili nelle casse dell’ente e quindi siamo al buio, prolungato. Termolionline ha provato in più di qualche occasione a stimolare consiglieri e amministratori del comune di Termoli a “fare la voce grossa” con scarsi risultati. Facciamo un ul-

timo tentativo oggi con questo articolo. Chiediamo all’Anas di provvedere a strettissimo giro al ripristino dell’illuminazione in punto talmente importante e strategico per Termoli che siamo esterrefatti dalla risposta dell’Ente che non può esimersi dal fornire un servizio di così grande importanza. Ancora una volta chi gestisce la cosa pubblica, noncurante o poco sensibile ai disagi dei cittadini, per di più anche con una esposizione di alta vulnerabilità riguardo i furti di cavi che alimentano gli impianti in un tratto davvero ad altissima densità di circolazione e rischio per automobi-

listi e pedoni. Il territorio è ormai davvero sempre più all’abbandono e questo accade quando alle famiglie e alle imprese si chiede di stringere la cinghia quasi fino all’asfissia per coprire buchi di bilancio e ridurre il rapporto deficitPil, con quali risultati? Che la gente, la cittadinanza, i contribuenti si sentano orfani di chi una volta e non certo eravamo nell’epoca digitale e del 2.0 riusciva molto meglio a presidiare le città, le arterie e ogni esigenza. L’Anas gestisce in concessione le statali e senza illuminazione è una interruzione del pubblico servizio, vi è da aggiungere altro?

...gli Angeli custodi dei nipoti..anche qui a Termoli? Nel giorno in cui la Chiesa festeggia gli angeli, cioè il 2 Ottobre, in Italia sono festeggiati i nonni . Cosa c’entra ricordare i nonni in questo giorno? Semmai ha più senso il 26 luglio, in cui la tradizione ricorda i santi Gioacchino ed Anna, ossia i nonni materni di Gesù. Pensandoci bene, non è tanto male l’idea di ricordare i nonni il 2 ottobre, perchè essi sono in un certo senso gli angeli custodi dei nipoti. Fortunato chi ha vissuto l’esperienza di avere i nonni! ....Quando nasce un bambino/a il nonno e la nonna sono

tutti per lui/lei, si dà da fare, lo coccola, gli dà i primi vizi, insomma in mille modi traffica affinchè nulla manchi al bebè. I nonni sono capaci di dimenticare i dolori e gli acciacchi pur di accontentare il loro tesoro. con il tempo, quando i pargoli crescono, giocano, corrono, allora si arriva il difficile! I limiti dei nonni non permettono più di accondiscendere le richieste dei loro piccoli di correre con loro di inginocchiarsi, ecc.... Dunque arriva solitamente un momento in cui “il nonno/a è del bambino/a”, il quale sta attento alle sue necessità, si

informa come sta, se gli fa male qualcosa ed ecco che è a questo punto che l’affetto e l’amore diventano reciproci, si crea una certa somiglianza a tal punto che anche corporalmente si assomigliano, sono fragili. I piccoli non possono “ancora” e i grandi non possono “più”. P.S.un proverbio tedesco dice: i giovani cinguettano secondo come hanno udito i vecchi cantare.Nonni, Nonne meditiamo...meditiamo cappellaroccodettotommaso

Il pescato fresco termolese all’Expo 2015 di Milano L’Opera San Basso per la valorizzazione delle risorse della costa Termoli. Fino a domani, presso il padiglione di Coldiretti Italia dell’EXPO di Milano, migliaia di visitatori potranno degustare il prodotto ittico fresco locale pescato alla riapertura della campagna di pesca dopo il fermo biologico. Pietanze con seppie, cicale, mazzancolle, pescatrici e gamberi rosa saranno preparate nel pieno rispetto di ricette tipiche termolesi grazie alla collaborazione di Roberto Consiglio insieme al suo staff della Trattoria “L’Opera”.

Mercoledì mattina inoltre la “O.P. San Basso” parteciperà al convegno organizzato da Coldiretti Molise sulla valorizzazione e promozione delle produzioni tipiche regionali nel pieno rispetto dell’ambiente e della risorsa. Tale iniziativa rientra nel programma della “O.P. San Basso” di valorizzare il prodotto ittico locale attraverso la sua promozione e attività di educazione al consumo per la clientela finale. Dopo il grande successo della mani-

festazione estiva “Il Gusto del Pesce Nostrum” che ha puntato all’informazione sulla qualità e le proprietà dei prodotti ittici locali attraverso la divulgazione di schede tecniche elaborate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” di Termoli, ora l’Organizzazione Produttori Pesca del Molise San Basso punta a far conoscere il pescato dei propri soci anche nell’importante evento mondiale dell’EXPO grazie alla partnership con Coldiretti Molise.



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Opinioni di Pasquale Di Lena

La degustazione, come il corretto abbinamento cibo-vino, non è una novità. Anzi, è una pratica sempre più diffusa che permette di scoprire e capire i caratteri organolettici di un vino, pregi e difetti. Nel 2003, grazie all’Enoteca italiana di Siena, è uscito un libro “Sensi di vini – Il segreto del cervello nella degustazione “ che riporta, per la prima volta, il punto di vista di neurologi di fama mondiale con i risultati di una ricerca mediante risonanza magnetica, che hanno fatto capire il fondamentale ruolo di quella macchina meravigliosa che è il cervello. “Questi risultati – scrive, nel suo saluto di presentazione, il premio Nobel Rita Levi-Montalicini, che ho avuto la gioia di conoscere – pongono in evidenza la straordinaria proprietà del cervello umano di registrare un processo così altamente differenziato nella degustazione di una bevanda complessa quale quella del vino”. In pratica dal confronto di due gruppi di soggetti, sette sommelier, cioè esperti, e sette senza esperienza di tecniche degustative, è venuto fuori che vengono attivate aree diverse, nel caso del primo gruppo, più ampie. Il libro pensato da Benigna Mallebrein, giornalista tedesca in Italia, e illustrato da un grande artista, Michael Auth, è stato curato da un grande scienziato tedesco, Prof. Jürgen Mai, relatore al congresso mondiale sul cervello umano, che si è tenuto, nel 2002, a Roma presso la Fondazione Santa Lucia e che ha visto protagonista l’Enoteca italiana con i suoi grandi vini italiani Doc e Docg.Un libro fortunato, uscito in italiano e tedesco e, lo scorso anno – come mi ha subito informato il prof. Mai – anche in russo, che mi viene richiesto

di Claudio de Luca Alla presenza dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Cercemaggiore, dei referenti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dell’Assessorato all’ambiente della Regione Molise, dell’Agenzia della Protezione civile, del Dipartimento di Prevenzione dell’Arem, dell’Arpa e dei Vigili del fuoco. la Commissione tecnica per la valutazione ambientale si è occupata del sito “Capoiaccio” di Cercemaggiore. Nell’occasione si è provveduto a sentire i rappresentanti della “Edison”, titolare della concessione per coltivare gli idrocarburi. Dopo di avere approfondito e valutato una serie di dati, il consesso ha rinviato i lavori a settembre quando saranno stati resi disponibili gli esiti degli accertamenti dell’Ispra. In sostanza si procede “lento pede“. L’ultima riunione si era tenuta nel giugno del 2014; e né allora né oggi è stato possibile conoscere cosa sia stato sversato nelle vasche di quella località, quali pericoli dovrebbe affrontare la popolazione, come procedere (e con quale danaro) ai lavori di bonifica una volta accertate le eventuali responsabilità. Ma un fatto è certo: la verifica condotta nell’area, affidata all’Agenzia regionale di protezione ambientale, ha consentito di elaborare i dati delle indagini effettuate nella zona del fosso vernile, costeggiante il sito “Santa Croce 1” per circa un chilome-

6 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Riconoscere e apprezzare la qualità di un prodotto

da molti ricercatori, soprattutto nel campo filosofico, di Università del mondo, ultima la prof.ssa Giorgia Cecchinato, insegnante di filosofia presso l’Università di Belo Horizonte in Brasile. Di questo stupendo libro riporto quanto è scritto in quarta di copertina “Gustare il vino è un’arte, che va sviluppata nel tempo con un approfondimento costante. Il sapere del sapore, infatti, aumenta il sapore del gusto”. Un pensiero che mi trova perfettamente d’accordo e che mette in luce il ruolo fondamentale di quanti professano con grande passione

quest’arte della degustazione. Una verità di cui si era occupato qualche decennio prima uno studioso si Storia economica, il prof. Federigo Melis, che si definisce “un modesto dilettante, in materia” e racconta .”Il mio interesse per il vino – il gusto del quale, in me innato, mi è piaciuto di educare – si può riassumere nel termine oggi di moda: un hobby, che mi aiuta a sollevarmi dalle sudate carte della disciplina di mia specializzazione – la Storia economica – dalla quale ho, tuttavia, tratto qualche elemento alle mie indagini, alle mie riflessioni sui temi vitivinicoli: se non altro, perchè io localizzo i miei studi nel basso Medioevo, che è il periodo in cui rinasce il vino, così come rinascono tanti aspetti salienti dell’alimentazione”. L’ illustre studioso, autore di un libro stupendo, edito dalla Casa editrice, Le Monnier di Firenze, “Il vino nel Medioevo”, è un “dilettante” che conosce molto bene il vino, la sua storia e, di essa, uno dei periodi più importanti quando il vino, con la rivoluzione dei trasporti, si apre a nuovi mercati e, quindi, a nuovi consumatori

soprattutto per stare a tavola e combinarsi con i cibi, che educa il proprio gusto e prova gli abbinamenti stabilendo che “è proprio il vino che agisce da fattore di allacciamento, di coesione e connessione …secondo regole precise ed in maniera da formare un sistema”. Un sistema che deve trovare la sua realizzazione in ogni zona d’Italia e, visto come sono andate le cose in fatto di globalizzazione, anche nel mondo, tenendo presente un dato, e cioè, che “in moltissime località, il vino sembra fatto apposta per taluni piatti e viceversa. Una correlazione che riporta al concetto dell’origine, il territorio. E il territorio, straordinario bene comune solo dal quale è possibile programmare il futuro di un Comune, di una Regione o di un Paese, merita rispetto, soprattutto se l’intento è di valorizzarlo e promuoverlo e non di schernirlo e maltrattarlo. Una regola fondamentale, che i professionisti della degustazione e degli abbinamenti conoscono molto bene, è quella di un crescendo che fa divieto di tornare indietro nella sequenza dei piatti e dei vini, e questo per dare risalto al gusto, o meglio, al piacere del gusto. In pratica partire da un vino bianco per poi passare al rosato e al rosso; da un vino giovane a un vino invecchiato; da uno a bassa gradazione a uno a più alcolico. Non a caso, parlando di abbinamento, si dice “si sposa” molto bene con questo piatto, cioè esprime armonia nel senso che si lega bene ed esalta il gusto, senza soluzione di continuità, appunto in un crescendo di piacere, del cibo, del vino e della tavola.

Cercemaggiore e quelle vasche tro. Secondo il Presidente della Quarta Commissione Ciocca, è stata rilevata la presenza di contaminazioni di benzene e di diclorometano oltre i limiti prescritti del Testo unico ambientale. Se ne è originata dapprima una radioattività elevata ed anomala (laddove si praticavano le estrazioni) e poi presenze di benzene e di diclorometano. Di qui l’urgenza di verificare sia le cause delle tracce anomale di radioattività γ (superiori fino a 10 volte il valore del fondo naturale rilevate in una porzione di territorio in prossimità delle vasche destinate alla decantazione delle acque di estrazione, per la successiva reinfezione nei pozzi stessi) sia le motivazioni del superamento dei parametri di benzene e di diclorometano rilevati attraverso il prelievo di sedimento nell’area circostante il fosso vernile. Purtroppo, soltanto a distanza di un anno, il Ministero dell’Ambiente ha replicato all’interrogazione dell’M5s, Per di più riferendo cose già note; quelle per cui le vasche di decantazione della contrada Capoiaccio di Cercemaggiore, realizzate per raccogliere le acque provenienti da pozzi destinati allo stoccaggio di materiali generalmente non considerati radioattivi, contengono radionuclidi naturali in concentrazioni superiori alla media della crosta terrestre che possono provocare un aumento significativo delle

esposizioni a radiazioni. Di qui l’obbligo (come ribadito dal Presidente Ciocca) di classificare “urgente” il problema. In effetti, nell’area in questione, quando lo stabilimento Montedison era operante, insistevano impianti (tra cui serbatoi e vasche) destinati alla decantazione di acque di estrazione per la successiva reiniezione nei pozzi di estrazione. In queste vasche venivano trattate

pure acque di estrazione provenienti da pozzi extraregionali, come quelli della Masseria Spavento di Melfi. Ed ora una parte di quel territorio vicino alle vasche appare interessata da abnormi valori di radiazioni, riscontrati anche in altre aree interessate dal fenomeno e che corrispondono ai luoghi attraversati dal fosso vernile che costeggia il sito che poi sfocia nel Torrente Freddo.



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