Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043
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TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 174- marTedì 28 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Renato Sparacino
L'Oscar del giorno lo diamo a Renato Sparacino. Nonostante le difficoltà per i mancati finanziamenti regionali, il sindaco di Scapoli riesce, comunque, a garantire la continuità delle attività da sempre impostate. A partire dal Festival delle Zampogne e, ora, anche l'enogastronomia ad agosto. E' alfiere del Raviolo scapolese per la difesa di uno dei prodotti tipici e di qualità dell'area alto molisana. Lo sapranno i grandi strateghi regionali che hanno portato il Molise a Expo?
Il Tapiro del giorno ai Safusco
Il Tapiro del giorno lo assegniamo ai Safusco. No, non è un errore di stampa. Si tratta proprio del nuovo “duo” della politica regionale: i SAFUSCO, composto da Sabusco e Fusco. E’ da diverso tempo che i due consiglieri regionali viaggiano in coppia. Avversari in altre amministrazioni di centro sinistra (Comune di Termoli, Campobasso e Isernia) NCD e UDC sono invece insieme all’opposizione del centro sinistra in consiglio regionale. I maligni sostengono che dopo un avvicinamento al presidente Frattura, per un posto in giunta regionale, il consigliere Sabusco stia pensando a salvare la vicepresidenza del Consiglio cercando di accreditarsi dunque con i partiti di minoranza.
Pasquale Guarracino, segretario Uiltucs, licenzia la politica regionale
“Cari consiglieri che ci state a fare? Per rubare i soldi dei molisani?”
SERVIZIO A PAGINA 3
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 28 luglio 2015
Il Tar Molise ha rimesso in sella la dirigenza
Pesante smacco per le strutture e gli amministratori di Palazzo Magno
Che la Provincia potesse andare avanti senza il conforto e la corresponsabilità dirigenziali, e magari reggersi con la sola assistenza della segreteria generale, s’è dimostrata una panzana che il presidente De Matteis e gli assessori hanno trangugiato come pivelli Per ora, l’ordinanza di sospensione emessa dal Tar dell’atto deliberativo 64 adottato dalla giunta provinciale il 20 aprile 2015 per sancire la cancellazione dei dirigenti dall’organico, con la (risibile?) motivazione di ridurre le spese, mancando di porsi il problema di come si possa mai amministrare un ente territoriale di quella dimensione senza l’ausilio tecnico dei dirigenti, è una sorta di scappellotto agli amministratori e alla segreteria provinciali. Una leggerezza del presidente De Matteis, nonostante il suo nutritissimo curriculum vitae di politico e di amministratore pubblico, e , dobbiamo presumerlo, una leggerezza anche di chi lo ha convinto e con lui ha firmato l’atto deliberativo di cui il Tar, in prima battuta, ha sospeso l’efficacia. Per ora uno scappellotto, ma tutto lascia supporre che una volta nel merito, dal Tribunale amministrativo regionale possa arrivare addirittura un ceffone. Costringendo gli incauti firmatari della delibera in questione a prendere atto di un comportamento che ha poco o niente di
di Giovanni Muccio* Dopo l’ingloriosa fine del progetto riguardante l’Autostrada San Vittore – Termoli, il Movimento regionale del Guerriero Sannita torna a sensibilizzare il Governo regionale sulla necessità di ragionare alla grande in termini di sviluppo ferroviario regionale, muovendosi su un obiettivo strategico quale l’adeguamento e l’elettrificazione della rete ferroviaria Termoli-Campobasso – Roma e Napoli. Il Molise deve puntare con forza e convinzione su una linea ferroviaria efficiente, necessaria allo sviluppo territoriale, con un collegamento in tempi celeri alla Capitale e per i due porti, quello di Termoli e quello di Napoli. Non è pensabile che per la tratta Roma-Milano (oltre 600 km) il treno impieghi circa 3 ore e che per Termoli-Cassino (circa 170 Km) si impieghino oltre 4 ore. E’ convinzione del Guerriero Sannita che la rete ferroviaria molisana è indietro rispetto allo schema di sviluppo dello spazio europeo (SSSE), approvato dal Consiglio informale dei Ministri del settore della Comu-
razionale e tanto invece di emotivo, soprattutto da parte dell’ispiratore dell’idea che la Provincia di Campobasso, un ente con oltre duecento anni di storia alle spalle, possa andare avanti senza il conforto e la corresponsabilità dirigenziali, e magari reggersi con la sola assistenza della segreteria generale. Una panzana amministrativa che, ribadiamo, il presidente De Matteis e gli assessori hanno trangugiato come pivelli. L’idea di un autarchismo casareccio dimensionato su modesti livelli conoscitivi della legge oltre che delle
funzioni amministrative, il Tar l’ha severamente giudicata accogliendo la domanda cautelare presentata dall’avvocato Aldo De Bendittis (difensore della dirigente provinciale ricorrente, Gabriella Santoro), sospendendo gli effetti della delibera impugnata. Il Tar ha deciso di entrare nel merito nella seduta del 21 giugno 2016. Frattanto, come abbiano fatto cenno, gli effetti della delibera incriminata sono nulli. E’ come se non fosse mai stata assunta. E sarebbe stata cosa giusta e saggia. Ma la saggezza a Palazzo Magno
pare abbia perso la via. Per cui è stato inevitabile che gli amministratori andassero a sbattere contro il Tar e sulle casse provinciali gravasse da subito il peso della parcella degli avvocati difensori per un importo, dicono, di 25mila euro. Salvo a vedersi, poi, quale sarà l’importo della parcella finale. Ma questo è un dettaglio, quantunque anch’esso significativo del ricorso della dirigente Gabriela Santoro assistita dall’avvocato De Benedittis, che al primo sommario esame del Tribunale Amministrativo regionale è apparso “assistito da sufficienti profili di fondatezza atteso che: il provvedimento deve ritenersi immediatamente lesivo in quanto nella parte dispositiva statuisce l’immediata soppressione del ruolo dirigenziale e ciò coerentemente con le premesse giustificative della delibera che correlano tale decisione con l’esigenza di perseguire stringenti obiettivi di risparmio di spesa per il personale imposti dalla legge di stabilità 190/”015”. Correlazione smaccatamente impropria. Un qualsiasi dirigente o segre-
tario di giunta avrebbe dovuto sapere che “la competenza di decidere sull’assetto organizzativo della Provincia appartiene al Consiglio, ed è necessario modificare contestualmente lo statuto e il regolamento di organizzazione degli Uffici e dei Servizi”. Che a loro volta, hanno dettato i giudici del Tar (Antonio Onorato presidente – Luca Monteferrante consigliere estensore e Domenico De Falco referendario), non possono prescindere dall’esistenza di Uffici di livello dirigenziale in quanto unici legittimati ad impegnare, in qualità di organi, l’Amministrazione nei rapporti con i terzi”. Per sovrappiù, qualora non fosse chiaro come stanno le cose, “la circolare della Funzione Pubblica non prevede la soppressione dalla dotazione organica del profilo professionale di dirigente”. Dal 23 luglio, data dell’Ordinanza del Tar, a Palazzo Magno è stato notato più di un volto arrossato di rossore. Si presume per la vergogna. Dardo
Dopo la fine dell’Autostrada salviamo almeno la ferrovia nità europea, che raccomanda che la politica di programmazione territoriale promuova la realizzazione di reti di trasporto secondarie, a completamento di quelle principali. Inoltre, va segnalato il documento della Commissione europea COM(2001) 370 del 12 settembre 2001 sull’interoperabilità dei treni, anche per quanto riguarda aspetti di elettrificazione e segnalamento; il rilancio delle ferrovie, anche mediante interventi per garantirne la sicurezza (a livello tecnico e amministrativo); l’ottimizzazione dell’uso delle infrastrutture esistenti; la modernizzazione dei servizi. L’obiettivo principale, a parere del Guerriero Sannita, è il contenimento
dei tempi per l’interscambio di merci e di persone, garantendo un livello di comfort, decoro e sicurezza dei servizi, senza tuttavia trascurare l’importanza che possono rivestire le stazioni ferroviarie, con le relative aree di pertinenza. Uno sguardo anche all’ambiente senza più treni a
diesel che inquinano. E’ necessario da subito che la Regione Molise acceda ai fondi strutturali di investimento 20142020. Il CIPE ha approvato le modalità di attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese, definite nell’Accordo di partenariato con la Commissione Europea come quelle caratterizzate da calo demografico e lontananza da servizi essenziali (scuola, sanità e mobilità). Le Regioni o Province autonome dovranno sottoscrivere Accordi di programma quadro (APQ) entro il
30 settembre 2015. Non c’è tempo da perdere, se non vogliamo essere tagliati fuori anche da queste opportunità. Bisogna credere in questo progetto ambizioso e lavorarci da subito, sfruttando le occasioni che l’Europa e il CIPE mettono a disposizione per le aree svantaggiate ed il loro rilancio. Il Movimento regionale del Guerriero Sannita si chiede a che punto siamo sul versante della “ mobilità” e se siano stati posti in essere procedure burocratiche o atti di Governo regionale per accedere alle risorse comunitarie e nazionali. Solo questi sono atti concreti per il rilancio del trasporto e il miglioramento della linea ferroviaria molisana. Gli eventuali slogan non servono a nulla e il Molise muore. *Presidente regionale del Guerriero Sannita
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3 28 luglio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Michele Petraroia una ne pensa e cento ne dice ma l’unica speranza l’affida al riconoscimento dell’area di crisi
Roma, abbiamo un problema
Bisognerà seriamente pensare, da parte nostra, alla costruzione di un archivio delle dichiarazioni dei politici. Redigere, cioè, una specie di agenda su cui appuntare le uscite a mezzo stampa dei Nostri, segnarne la data, registrare le scadenze annunciate e poi calendarizzarle. Perché ormai, sedati dal narcotizzante cantilenare delle note, dei comunicati stampa, delle interviste, abbiamo perso la cognizione del tempo. Viviamo sospesi in un eterno presente in cui tutto sembra che stia lì lì per accadere quando, in realtà, non si muove foglia. Prendete le vertenze GAM e Zuccherificio, ad esempio. Tavoli tecnici, riunioni in prefettura, presidi, manifestazioni sindacali, azzardatissime e ridanciane pseudo operazioni commerciali con imprenditori di fuori regione (quella Volpe di un Pasini su tutti), un mare di inchiostro versato dalla segreteria della presidenza della giunta o di questo o quell’assessore (ma principalmente da quell’assessore, Michele Petraroia; tanto magnilo-
quente quanto improduttivo di qualsivoglia risultato) e nessun significativo passo avanti. L’ultima sponda cui Petraroia s’aggrappa ultimamente è il riconoscimento, da parte del governo, dell’area di crisi. Che almeno ci pensino da Roma a salvarci, che qui non siamo capaci
di Pasquale Guarracino* La UILTuCS Molise, ancora una volta è costretta a porre l’accento sulla totale inerzia della politica molisana rispetto all’emergenza lavoro. Dalla lettura dell’ordine del giorno della seduta di domani 28 luglio 2015, si apprende che il Consiglio Regionale tratterà, a distanza di mesi dall’iscrizione all’ordine del giorno delle mozioni dei consiglieri, della liquidazione di Korai in house providing. A distanza di anni da quando la UILTuCS Molise ha posto per la prima volta il problema dei lavoratori della società Korai, ad oggi ancora non si discute del futuro degli stessi: nessuno, in Consiglio Regionale - tanto meno il silenziosissimo Di Nunzio, delegato al Turismo - ha pensato di dover fare chiarezza sulla messa in liquidazione di una società che si è occupata di promozione del turismo e tutela dell’ambiente per la Regione Molise, ed anzi, continuerà molto probabilmente ad alzare la mano, favorevole alla definitiva chiusura di Korai, senza preoccuparsi minimamente delle sorti di chi ha lavorato e continua a farlo e delle loro famiglie. Domani il Consiglio Regionale tratterà di Korai, a fronte di una mozione iscritta all’ordine del giorno il 19/02/2015: non vi è altro da aggiungere.
di cavare un ragno dal buco, la triste sostanza dell’intera questione. Perché le chiacchiere, seppur forbite e in corretta sintassi (cosa da non dare troppo per scontata, in altri casi), dell’assessore regionale al lavoro hanno solo ingrossato il vento. Così come alcune fantasiose
procedure da lui messe in atto, tanto per sparigliare le carte in tavola. Come quella del marzo scorso quando, durante il consiglio regionale monotematico sui temi del lavoro (10 marzo), Petraroia incaricò la I e la II commissione consiliare di trovare, loro, metodi e strade percorribili per dare soluzione a qualcuna delle vertenze aperte sulla sua scrivania. A cinque mesi di dis t a n z a , naturalmente, nessun documento è stato prodotto, nessuna strategia miracolosa è stata partorita e non poteva essere che così. Solo fumo negli occhi, dardi sopoririferi per disoccupati insonni, precari in stati d’ansia conclamati e giornalisti con
principi di gastrite acida. I mesi passano, le loro buste paga comunque marciano allegre verso iban baciati dal sole. Perché angustiarsi se i tirocini per il Piano Integrato Giovani, i bonus per le assunzioni, i contributi per l’autoimprenditorialità rimbalzano come palle da flipper tra gli uffici regionali? Perché disturbarsi a spiegare perché sono state bloccate le attività libere di formazione professionale che, per giunta, non risultano essere onerose per le casse regionali? Domani sarà un altro giorno e poi un altro ancora verrà dopo, uguale al precedente. Un giorno buono per un’altra secchiata di parole, impegni, promesse, riunioni. Un altro giorno in questo triste luna park che non si ferma mai ma che non premia nessuno, neanche con un orsetto made in Cina. Frutta solo un sacco di soldi a chi lo gestisce, svaccato e stanco, da dietro la sua scrivania; senza muovere un dito, senza versare una sola goccia di sudore; che tanto le giostre hanno imparato ad andare da sole, ormai.
Cari consiglieri regionali, ma cosa vi teniamo a fare?
E che dire della questione Biblioteca Albino? Domani il Consiglio Regionale tratterà di ”azioni a sostegno della Biblioteca Provinciale Albino”, dopo che, nonostante anni di servizio prestato a favore degli utenti della biblioteca stessa, nei giorni scorsi è definitivamente scaduto il contratto delle due cooperative di servizi che operavano all’interno dell’Albino: altri disoccupati sono andati a
riempire le fila già numerose dei senza lavoro in Molise, nel totale disinteresse della politica molisana. E domani, con i contratti scaduti, senza che si sia mai aperto un tavolo di discussione per la legge regionale sulla cultura, senza che la Regione Molise sia sia mai adeguata alle prescrizioni della legge Delrio, senza che il delegato alla cultura Ioffredi abbia convocato una sola riunione con i sindacati per affrontare la que-
stione dei lavoratori della Biblioteca Albino, ormai solo sulla carta importante polo culturale regionale, il Consiglio Regionale affronterà la tematica, iscritta all’ordine del giorno su stimolo dei consiglieri di minoranza, lo scorso 19 giugno. La prassi, dunque, è che il Consiglio Regionale prenda atto dei suoi fallimenti dopo che gli stessi si sono verificati? La domanda, con molta amarezza, resta sempre la stessa:” Cari Consiglieri regionali, che vi teniamo a fare? Che avete risolto fino ad ora? Cosa dicono i Segretari di partito, o i delegati alla politiche del lavoro di tutti i partiti politici?”. *Segretario Generale UILTuCS Molise
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28 luglio 2015
L’Ufficio scolastico regionale sta mettendo a punto la macchina per il 9 settembre
Scuola, si parte con le immissioni in ruolo
CAMPOBASSO. Sono in pieno svolgimento le attività dell’USR Molise per garantire un corretto avvio del nuovo anno scolastico. Le lezioni, secondo la deliberazione n. 213 della Regione Molise, partiranno il prossimo 9 settembre e termineranno il 4 giugno 2016. L’anno di attività che la scuola si prepara ad affrontare in Molise sarà impegnativo, sia sul fronte della gestione delle nuove immissioni in ruolo, che su quello dei cambiamenti dettati dalla riforma del settore. Il personale dell’Ufficio Scolastico regionale, nonostante una significativa carenza di organico, sta lavorando a pieno regime per garantire che tutto proceda nei modi e nei tempi stabiliti. E’ stato intanto costituito un gruppo di lavoro per la definizione degli organici. Sono state già ultimate le procedure per la mobilità dei Dirigenti scolastici ed entro la terza settimana di agosto saranno attri-
buite anche le reggenze, previste in numero di 5 su Isernia e 2 su Campobasso. In queste ore si sta lavorando, inoltre, per definire tutte le procedure per l’immissione in ruolo dei do-
centi. Tra l’8 e il 10 agosto si procederà alle fasi di utilizzazione e assegnazione provvisorie, mentre le giornate dell’11 e 12agosto saranno dedicate alla nomine in ruolo, in occasione delle quali, verranno asse-
gnate ai docenti anche le sedi provvisorie. Pur nei tagli e nelle restrizioni che accomunano il Molise a tutte le altre regioni d’Italia, va registrato comunque un dato positivo che riguarda l’organico di fatto del personale docente, con l’assegnazione di ulteriori 23 posti aggiuntivi pari a quanti richiesti dall’USR. I NUMERI DELLE IMMISSIONI IN RUOLO: Scuola dell’Infanzia: 20 posti più 5 di sostegno; Scuola Primaria: 9 posti più 17 di sostegno; Scuola Secondaria di Primo Grado: 35 posti più 40 di sostegno; Scuola Secondaria di Secondo Grado: 59 posti più 55 di sostegno; (194 sono i posti complessivi, compresi di sostegno, assegnati nella fase “0”). I dati ufficiali saranno pubblicati sul sito dell’USR Molise (www.istruzionemolise.it)
L’Ufficio Scolastico ha dato priorità anche al tema della sicurezza degli Istituti e si è attivato presso le Amministrazioni comunali e provinciali per la verifica dell’idoneità e staticità dei locali di tutte le scuole della regione. L’obiettivo è garantire la tranquillità necessaria per l’avvio delle attività didattiche a tutti i docenti e al personale della scuola e, naturalmente, agli alunni e alle loro famiglie. L’USR ha avviato in questi giorni un confronto aperto sui temi della Scuola, sia con gli Enti locali e le varie Istituzioni, che con i Sindacati. A tal proposito, il 22 luglio, la Direzione dell’USR Molise ha incontrato le sigle sindacali per una giornata di confronto e per fare il punto sullo stato della Scuola in Molise, sulle innovazioni previste dalla riforma de La Buona scuola e sul nuovo piano di assunzioni.
Il sindacato Gilda lancia l’appello per cancellare l’operato del Governo “Lanciamo un appello ad associazioni, forze politiche e sindacali per organizzare a settembre un incontro pubblico nazionale a Roma nel quale discutere la costituzione di un comitato promotore referendario contro la riforma della scuola”. A proporre l’iniziativa, nel giorno in cui entra in vigore la legge n.107/2015 cosiddetta “La Buona Scuola”, è la Gilda degli Insegnanti. “Come abbiamo ribadito più volte nel corso dell’ul-
aLe OO.SS. FAISA- CISAL e UILT comunicano che la partecipazione allo sciopero è stata del 37%. Esattamente 3 aderenti sui nove turni previsti a Termoli e 7 sui 18 previsti a Campobasso. Però, è altrettanto ovvio che occorra coinvolgere anche gli altri lavoratori sui temi sollevati. Qualche risposta merita la lettera della SATI, la quale giudica “strumentale” l’azione dei sindacati. Nei numerosi incontri avrebbero posto in essere azioni positive in tema di sicurezza, formazione, turnazione, riqualificazione, turni di disponibilità, posti di lavoro per inidonei e vestiario. Tutte le altre problematiche sollevate non sarebbero addebitabili alla società. Esclusi inidonei e vestiari, previsti dal CCNL nazionale, quali sarebbero le altre azioni positive? In tema di sicurezza non è assolutamente giustificabile ed esimente da responsabilità il trincerarsi dietro gli
“Scuola, sulla riforma il Referendum” timo anno, - spiega il coordinatore regionale Michele Paduano- riteniamo che questa legge leda profondamente i principi sui quali dovrebbe essere fondata la scuola pubblica statale”. I punti maggiormente contestati dalla Gilda riguardano il rafforzamento della figura del dirigente scolastico e il
depotenziamento degli organi collegiali e della libertà di insegnamento, prevista dal primo comma dell’art. 33 della Costituzione; l’aziendalizzazione delle istituzioni scolastiche; il riconoscimento di deduzioni fiscali e di aiuti a favore della scuola paritaria non statale, che risultano in
contrasto con il secondo comma dell’art.33 della Costituzione; la presenza di importanti deleghe al governo e al Miur in relazione a materie fondamentali sulle quali si basa l’organizzazione e la funzione educativa e formativa della scuola pubblica. “Contro questa riforma si è creato un fronte com-
patto di cui la Gilda è stata uno degli attori principali. Ed è proprio da quest’ampia convergenza di posizioni avverse alla Buona Scuola - conclude Paduano - che deve proseguire la mobilitazione per indire un referendum con cui abrogare le parti più inaccettabili del testo di legge”.
“La Sati non ha voluto sentire ragione” Dopo lo sciopero i sindacati tornano a puntare l’indice contro l’azienda di trasporti obblighi di servizio con la regione, perché le responsabilità civili e penali ricadono in capo agli autisti, in primis. In tema di turnazione, riqualificazione e turni di disponibilità, non solo non erano d’accordo nemmeno gli altri sindacati, ma ci si chiede anche a che cosa sono servite le oltre dieci convocazioni, solo a mostrarci le fantasie della società? Chi non ricorda il turno di disponibilità. Esso consisteva nell’impegno dell’agente ad essere presente in azienda per dodici ore, in attesa del possibile intervento, intervallate da stacchi non lavorativi, per cui la giornata di lavoro, in definitiva, era contata per 6.30 ore. Sulla procedura di conciliazione in prefettura ci si chiede perché, alla nostra informazione sulla data
prevista d’incontro, invece d’incorrere nella pessima figura affermando al responsabile della prefettura di non aver ricevuto la convocazione, la società non ha semplicemente alzato la cornetta
del telefono per chiedere lumi alla stessa prefettura? Qualsiasi azienda, con un minimo di buon senso, l’avrebbe fatto. Perché non ci ha convocato anche dopo la dichiarazione di sciopero? Non solo
non era vietato, ma, in considerazione delle sue stesse affermazioni, era doveroso farlo. Infine, su tutti gli altri argomenti segnalati, in definitiva, conferma quanto da noi affermato.
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Rischio clinico e sicurezza dei pazienti negli ospedali
Finalmente il “Piano di prevenzione e di gestione delle cadute dei pazienti nelle strutture sanitarie” Di questi tempi, e con l’organizzazione sanitaria che ci ritroviamo, non è poco Quando di mezzo ci sono i pazienti, tutto ciò che viene preso e deciso per migliorare la loro condizione e, soprattutto, la loro sicurezza all’interno della degenza ospedaliera, è benvenuto. Benvenuta, allora, l’adozione, da parte della direzione generale per la Salute (Marinella D’Innocenzo), del “Piano di prevenzione e di gestione delle cadute dei pazienti nelle strutture sanitarie”. Le cadute: problema che nel Molise è tra le principali cause di sinistri denunciati a carico delle aziende del Servizio sanitario regionale. A conferma di ciò, è stato rilevato che “in ospedale le cadute accidentali sono senza dubbio da includere tra gli eventi considerati sentinella (ovvero di allarme – ndr). Nelle persone anziane, in particolare, la caduta è un evento che sia per la frequenza con cui si verifica sia per le conseguenze che ne possono derivare, richiede un approccio multidisciplinare, articolato a diversi livelli, finalizzato alla prevenzione e al contenimento del rischio”. Fin qui il dato oggettivo per nulla rassicurante. Da qui in avanti il problema era, ed è, come consentire agli operatori sanitari di adottare le opportune azioni preventive.
Andando a ritroso per raggiungere l’inizio del percorso che ha portato al Piano di prevenzione e gestione delle cadute dei pazienti nelle strutture sanitarie, si arriva alla Conferenza Stato-Regioni del 20 marzo 2008 dove venne deciso che le Regioni si dovessero impegnare a “promuovere presso le aziende sanitarie pubbliche e le strutture private accreditate, l ‘attivazione di una funzione aziendale permanente dedicata alla gestione del rischio clinico ed alla sicurezza dei pazienti e delle cure, incluso il monitoraggio e l’ana-
Per il momento si tratta di voci non verificate quindi i condizionali, nelle righe che seguiranno, saranno tanti e tutti d’obbligo, ma quando le voci sono parecchie, di fonti disparate e concordanti, beh, si potrebbe cominciare a sentire una reale puzza di bruciato. A quanto sembrerebbe nell’ambito dei tirocini previsti dal programma di sostegno all’occupazione giovanile Garanzia Giovani (7,5 milioni di euro tra fondi europei e nazionali) sarebbero stati ammessi giovani ancora non censiti presso i Centri per l’impiego. Una violazione formale dei requisiti dei bandi ma, soprattutto, un grave danno arrecato, se la cosa dovesse essere confermata, ai giovani con un profilo inserito negli archivi dei CPI che si sono visti scavalcare. Non accenna a trovare pace la tormentata storia amministrativa di questa misura, divisa in sei diverse azioni, tra cui i tirocini, appunto, ma anche supporto all’autoimpiego ed altro ancora, che in Molise è appena partita (e solo in alcune delle sue parti) mentre in tutto il resto del Paese è operativa già da un anno. Si sta alzando un vero polverone intorno a questa sospetta irregolarità nella procedura e dalla CGIL
lisi degli eventi avversi e l’implementazione di buone pratiche per la sicurezza ... “, con in più la postilla: “ la responsabilità civile per danni a persone causati dal personale sanitario sia posta a carico della struttura stessa”. Probabilmente è stata questa postilla a muovere più in fretta le acque. Sta di fatto che il Piano Sanitario Regionale 2013-2015 ha previsto “l’adozione di programmi di miglioramento continuo della qualità assumendo l’Audit Clinico quale principale strumento di funzionamento dei dipartimenti clinici; la
programmazione di una formazione ed aggiornamento del personale sul campo, sulla base di progetti condivisi a livello collegiale; il funzionamento regolare del collegio di direzione, con relativo regolamento e verbali delle riunioni svolte; la messa a regime di tutte le iniziative per la gestione del rischio clinico così come individuate nell’atto aziendale”. Ciò è equivalso all’avvio di un processo di riassetto strutturale e di ri-qualificazione della rete assistenziale ospedaliera con l’adozione di un sistema di segnalazione eventi avversi, l’identificazione del paziente, l’implementazione delle check-list di sala operatoria e della scheda unica terapia, di sistemi di reporting delle infezioni correlate all’assistenza, di protocolli di profilassi antibiotica e procedura di lavaggio delle mani, di linee-guida e protocolli diagnostico terapeutici specifici, la valutazione delle tecnologie sanitarie e partecipazione a reti di Hta, gli audit clinici e la valutazione delle performance, la documentazione sanitaria, la comunicazione e l’informazione al paziente. Sarebbe bello che qualcuno che non sia direttamente inte-
ressato, cioè che non faccia parte dell’organizzazione sanitaria, potesse darne conferma. Per ora dobbiamo stare a quanto viene dichiarato. Con questa lunga e articola premessa la Regione Molise non ha potuto evitare di proporsi di prevenire il verificarsi dell’evento sentinella (“Morte o grave danno per caduta di paziente”) nelle strutture sanitarie, di comprimere il rischio di caduta e, nel caso che l’evento accada, di ridurne le conseguenze tramite la messa a punto di indicazioni e strumenti da impiegare nelle strutture del Servizio sanitario regionale, facendo riferimento alle esperienze consolidate in alcune realtà locali, oltre che alle evidenze scientifiche internazionali. Ed è così che il Comitato tecnico di coordinamento regionale “Rischio clinico” ha chiuso il percorso e il discorso dando via libera al Piano. Un atto di responsabilità e una maggiore garanzia per i pazienti. Di questi tempi, e con l’organizzazione sanitaria che ci ritroviamo, non è poco. Dardo
Garanzia Giovani, ancora polemiche Voci ancora da verificare perlano di irregolarità per i tirocini. La CGIL: “Vigileremo”
Molise prendono posizione con nettezza: “I fatti denunciati, anche se solo presunti – scrive la responsabile del mercato del lavoro per la CGIL Molise, Lucia Merlo -, aprono certamente dubbi, interrogativi e perplessità sulla gestione del Pro-
gramma Garanzia Giovani sia in termini di responsabilità gestionali sia in termini di responsabilità politica. L’aver permesso l’instaurazione di tirocini extracurriculari a giovani ancora non profilati presso i CPI, se dovesse essere accaduto,
non solo significherebbe aver ignorato ed eluso tutti i criteri previsti nei bandi, ma avrebbe arrecato danni ai tanti giovani aventi diritto che sono in attesa di essere legittimamente inseriti in percorsi di politiche attive propedeutiche ad un’opportunità occupazionale. Tale situazione , inoltre, potrebbe aprire scenari di politiche clientelari fino ad arrivare a responsabilità penali come quello di abuso d’ufficio. In relazione a questo possibile scenario la CGIL si è già adoperata in queste ore per richiedere informazioni e documenti comprovanti l’iter di svolgimento del bando sui tirocini extracurriculari allo scopo di fare chiarezza sui fatti accaduti. La CGIL Molise dichiara, fin da ora, che, se dovessero esserci irregolarità, promuoverà ogni azione di denuncia e di richiesta di indagine presso gli organi preposti.” Ci sarà bisogno di tempo ma i nodi, qualora ci fossero, verranno inevitabilmente al pettine.
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Campobasso
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senza alcun finanziamento pubblico
Sicurezza e igiene sul lavoro: un grande passo avanti
Università e Inail presentano i primi Manager della Sicurezza Troppo le morte, gli infortuni e le invalidità conseguenti a incidenti sul lavoro L’università del Molise e l’Inail (l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) crediamo siano orgogliosi di presentare i primi “Manager della Sicurezza” oggi 28 luglio (ore 10) presso il polo didattico del dipartimento di Medicina (Ospedale “Cardarelli”). La cerimonia viene a conclusione del Master di I livello in “Management per le funzioni di coordinamento in igiene, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro”. Al successo dell’iniziativa e del corso di formazione hanno partecipato attivamente Enti ed Aziende, quasi tutte localizzate sul territorio molisano, di indubbia importanza sotto il profilo economico ed organizzativo, quali la Fater S.p.a. di Campochiaro - Gruppo Procter & Gamble Holding S.r.l.; la Sevel S.p.a. di Atessa - Gruppo Fca; lo stabilimento Fiat di Termoli - Gruppo Fca; la
Califel S.r.l. di Campobasso; il Cosib - Consorzio di Sviluppo Industriale della Valle del Biferno di Termoli, e la Itt Industries Galfer S.r.l. di Termoli. La reciproca utilità di questa collaborazione è contenuta nella dichiarazione rilasciata da un qualificato rappresentante di una delle aziende coinvolte: “Per tutta la nostra Organizzazione – ha detto - è stato un onore. I confronti sulle tematiche affrontate, il lavoro svolto e le ricerche intraprese avranno benefiche ripercussioni sui percorsi professionali. Per quanto ho potuto osservare, il Master ha fornito non solo conoscenze tecniche e cogenti, ma ha fatto maturare un atteggiamento nuovo e consapevole rispetto alle problematiche della sicurezza e igiene sui luoghi di lavoro. E’ questo un elemento fondamentale per operare il passaggio da ciò che si <deve> fare
a ciò che <si fa> perché si ritiene corretto farlo, in primo luogo in favore della persona”. Al di sopra di tutto c’è da sempre la sicurezza sul posto di lavoro, quale che sia e dove si svolga il lavoro. Un problema che chiama in causa responsabilità amministrative e penali e, soprattutto, la coscienza di chi il lavoro lo dà e di chi il lavoro l’esegue. Troppo le morti, gli infortuni e le invalidità conseguenti a incidenti sul lavoro. L’Inail ogni hanno rende staticamente il diagramma che indica l’andamento e i risultatati degli interventi volti alla realizzazione di maggiori condizioni di sicurezza, ed ogni anno si ripetono valutazioni e considerazioni che insistono sul miglioramento dell’organizzazione, della esecuzione e, in maniera incalzante, della conoscenza delle tutele da adottare, attraverso la formazione di tutti i sog-
getti coinvolti, nessuno escluso. Da qui a concepire l’opportunità di poter disporre di Manager della Sicurezza il passo è stato breve. A compierlo sono stati l’università e l’Inail assecondando la crescente necessità di diffondere iniziative legate alla prevenzione, alla valutazione dei rischi e alla sicurezza nei luoghi di lavoro nel pieno rispetto dei nuovi contesti normativi e gestionali nazionali ed internazionali. La reiterazione di incidenti mortali, dice che non è assolutamente semplice o automatico raggiungere la piena sicurezza, tanto e diverse sono le cause che la debilitano. La prima edizione del Master, cui seguirà una seconda, è stata diretta da Giancarlo Ripabelli - ordinario di Igiene presso il Dipartimento medico Unimol, insieme a Mario Rocco del Nero, direttore della sede Inail del Molise.
“E le corse autobus per la Fiat?
Il consigliere regionale Filippo Monaco ha presentato una mozione BONEFRO. Il consigliere regionale, Filippo Monaco, ha presentato una mozione sulla corsa autobus da Bonefro a alla Fiat. Mozione, riferita al ripristino della corsa “arretramento da Termoli alla Zona industriale Pantano Basso delle corse Fiat 1 I e II in partenza rispettivamente da Bonefro alle 04:35 e da Termoli alle 06:00” – DGR n.344/2015 IL CONSIGLIO REGIONALE Premesso che Con
DGR n. 344 del 30 giugno 2015 sono state apportate modifiche ad alcuni programmi di esercizio del Trasporto Pubblico su Gomma, come ad esempio la soppressione della corsa autobus relativa a “arretramento da Termoli alla Zona industriale Pantano Basso delle corse Fiat 1 I e II in partenza rispettivamente da Bonefro alle 04:35 e da Termoli alle 06:00”; Letta La nota dei sindaci dei Comuni di Bonefro,
Colletorto, Rotello, San Giuliano di Puglia e Santa Croce di Magliano indirizzata all’assessore regionale ai Trasporti; Sentite Le rappresentanze sindacali; L’azienda Fiat dello stabilimento di Pantano Basso, Termoli; Ravvisata La necessità di garantire ai lavoratori Fiat l’incolumità della propria vita nel recarsi a lavoro; Considerato che La soppressione di tale linea di autobus comporterebbe pesanti rica-
dute sulla salvaguardia della vita dei lavoratori che si troverebbero costretti ad utilizzare altri mezzi di trasporto – il proprio – andando incontro a seri pericoli di vita soprattutto dopo una intera notte di lavoro; Visto infine che Non può essere addotta come giustificazione alla soppressione di tale linea il fatto che “Da verifiche effettuate alla Z.I. di Termoli non è risultata utenza significativa sulle Fiat do-
menicali”, come a dire che la vita di una persona è meno importante della vita di molti; iMPEGNA Il Presidente della Giunta e l’assessore ai Trasporti a modificare la DGR n.344/2015 ripistinando dunque la corsa autobus relativa ad “arretramento da Termoli alla Zona industriale Pantano Basso delle corse Fiat 1 I e II in partenza rispettivamente da Bonefro alle 04:35 e da Termoli alle 06:00”
A Petrella la XXIV Passeggiata nella Natura e 42° Festa della Cucina Tradizionale La Polisportiva Petrella Tifernina ASD in collaborazione con la Pro Loco Petrella Tifernina, organizza la XXIV Passeggiata nella Natura, gara podistica regionale FIDAL, 9°Memorial Gaetano Amoroso, 13° tappa del Corrimolise, e la 42° Festa della Cucina Tradizionale, con Cavatelli e Salsiccia, la serata sarà accompagnata dal complesso musicale il “Chiarlie Band”. Regolamento gara podistica Data svolgimento: Domenica 2 Agosto 2015; Denominazione: XXIV Passeggiata nella Natura; Luogo di svolgimento: Petrella Tifernina (CB); Definizione: agonistico – promozionale; Classificazione: Regionale aperta a tutti gli atleti italiani tesserati con società affiliate FIDAL o ad Enti di Promozione Sportiva; Società organizzatrice: Polisportiva Petrella Tifernina A.S.D.; Codice Società: CB062; Partecipazione: • Atleti Italiani tesserati per tutte le società affiliate alla FIDAL; • Atleti stranieri tesserati per le società affiliate alla FIDAL; • Atleti Italiani tesserati per le società affiliate ad Enti di Promozione Sportiva; • Cittadini Italiani provvisti della RunCard FIDAL ; Iscrizioni: • Gara competitiva di 9,4 km: entro le ore 22:00 del 01/08/2015 tramite e-mail all’indirizzo polisportivapetrella@gmail.com oppure sul sito www.garepodistiche.it;
• Gare giovanili da 1km e 2,5 km: fino ad un’ora prima della partenza di ogni singola gara; • Passeggiata non competitiva di 4km: fino ad un’ora prima della partenza; Informazioni: 3923189837 Barese Davide; Costo Iscrizione: 6€ gara giovanile di 1Km, 8€ gara giovanile di 2,5 Km e passeggiata non competititva di 4km, 10€ gara
competitiva di 9,4 km, con diritto al pacco gara e invito alla tradizionale festa “42° Festa della Cucina Tradizionale”; Ritrovo: ore 15:30 in Corso Vittorio Emanuele del Comune di Petrella Tifernina; Partenza: ore 17:00 iniziando dalle categorie giovanili, la partenza della gara di 10km è prevista per le ore 18:30; Percorso: chiuso al traffico veicolare su un circuito cittadino misto da ripetere 4 (quattro) volte; Premiazioni: • Gara competitiva di 9,4 km: ai primi 5 atleti Uomini alle prime 5 atlete Donne (1° – 150€ + trofeo, 2° – 100€, 3° – 80€, 4° – 70€, 5° – 50€), saranno premiati, con prodotti alimentari locali, i primi 5 atleti di ogni categoria Uomini e Donne ( All/Jun/Pro categoria unica), i premi non sono cumulabili. Saranno premiati l’atleta più giovane e quello più anziano. Saranno premiate le prime cinque Società più numerose con almeno 10 atleti che concluderanno la gara con i seguenti premi: 1° – 100€, 2° – 80€, 3° – 70€, 4° – 60€, 5° – 50€. • Gare giovanili da 1km e 2,5km: saranno premiati i primi tre assoluti ed i primi tre di ogni categoria con prodotti alimentari locali: • Passeggiata non competitiva di 4Km: premi a sorteggio tra i partecipanti; • IV Memorial Gaetano Amoroso: verranno premiati i primi classificati residenti a Petrella Tifernina, negli anni pari l donne, negli anni dispari gli uomini.
Campobasso
7 28 luglio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Tra perdite dalle condutture, allacci abusivi e contatori aggirati
Una città fantasma si approvvigiona di acqua a spese di quella reale
Oltre duemilioni di metri cubi all’anno vengono indebitamente pagati dai cittadini Storia vecchia quella della ingente perdita d’acqua dalle tubature della rete di distribuzione; storia vecchia anche gli allacci abusivi e il sistema per aggirare i contatori. Sta di fatto che almeno due milioni di metri cubi ogni anno se ne vanno in gloria, ma le casse comunali sono costrette a pagarli regolarmente rientrando nei 6 milioni di metri cubi che l’amministrazione di Palazzo san Giorgio deriva dall’Agenzia Molise Acque. Storia vecchia ma, come si vede, sempre attuale. Oggi più che mai, come diciamo in altra parte del giornale, che si va verso la tariffazione unica regionale e nuove forme di gestione della rete di distribuzione. Ciò che succede a Campobasso ha dello straordinario. Si sono spesi centinaia di milioni di lire per aggiornare con nuovo materiale la rete di distribuzione senza alcun risultato apprezzabile. Acqua si perdeva prima dalla tubature, acqua si perde oggi. Si spendono milioni di euro per tamponare qua e là le rotture e per il sistema di telecontrollo pagato, anche questo, fior di milioni. Chissà cosa hanno messo sotterra e come mai, visto che le tubature saltano con estrema facilità, e l’acqua a disperdersi a fiumi, i lavori sono stati collaudati e, purtroppo, pagati. Campobasso, lo si dice da sempre, fa letteralmente acqua, e non
metaforicamente come qualcuno potrebbe credere valutando la scarsa incisività amministrativa che da anni si ripete su una routine di assoluta mediocrità, senza un sussulto, uno scatto d’orgoglio, una manifestazione d’intelligenza e di volontà per cambiare l’andazzo. Campobasso fa acqua in senso lato: con le perdite dalle tubature della rete di distribuzione, con gli allacci abusivi, e i collaudati sistemi per aggirare i contatori: Campobasso è una
città senza controlli. Il cui risultato è nella crescente manifestazione di anarchia in tutti i settori: viabilità, edilizia, commercio, trasporto. L’attualizzazione del problema relativo all’annosa (irrisolta) questione della rete idrica, la si deve al consigliere comunale Michele Ambrosio del gruppo Udc a Palazzo san Giorgio cui, nel marasma politico e amministrativo cittadino, va riconosciuta una salutare testardaggine nel perseguire un minimo di trasparenza e una diversa attenzione alla gestione dei servizi municipali. I dati tecnici forniti sulla vastità e la complessità della rete idrica aiutano a capire, ma non a giustificare, i difetti gestionali e la inadeguatezza degli interventi per limitarli. Seicento chilometri di tubazioni, 1.910 pozzetti principali, 13 serbatoi (di cui 9 comunali e 4 di Molise Acque) 15 reti indipendenti a servizio di un territorio di 56 chilometri quadrati con 50.000 abitanti residenti, il
97% dell’acqua distribuita che proviene dall’Acquedotto molisano destro (sorgenti del Biferno) e 29.231 punti di consegna all’utenza, danno la misura della dimensione fisica del problema e dicono chiaramente che il sistema di controllo è del tutto inadeguato. Al punto da tollerare l’intollerabile: la perdita di milioni di metri cubi d’acqua e l’aggravio della bolletta a carico del cittadino, quello onesto, che non deriva surrettiziamente e non by-passa i contatori. Ambrosio ha adombrato in proposito che ci sia una seconda Campobasso: una città fantasma che si approvvigiona di acqua a spese di quella reale. Questa faccenda ha bisogno quindi di una nuova valutazione in sede tecnica e in sede amministrativa. La si potrà avere in occasione della discussione dell’interpellanza che Ambrosio presenterà al sindaco perché se ne parli in consiglio: “Dalla dispersione ai controlli effettuati negli ultimi dieci anni, dai costi (in definitiva a carico dei cittadini) alla sistemazione ed all’efficientamento della rete idrica, per i quali sarebbero sufficienti poco più di 3milioni di euro, l’equivalente di soli tre anni di risparmio tra approvvigionato e rilevato”. Dardo.
Diocesi di Trivento, una povertà sistemica di Umberto Berardo Secondo l’Istat negli ultimi due anni non ci sarebbe stato un aumento dell’indice d’indigenza degli italiani e tale dato è stato valutato con una certa positività da alcuni politici di area governativa che evidentemente dimenticano che in sette anni di recessione economica l’Italia non ha messo in atto alcuno strumento serio di superamento della povertà assoluta che in tal modo sembra purtroppo essere considerata dalla classe dirigente un fatto sistemico. In realtà i dati dell’Istat, se analizzati con una certa attenzione, sono drammatici. Le persone che vivono in povertà assoluta, cioè prive di uno standard minimo accettabile di vita, sono 4 milioni ed interessano il 16% delle famiglie italiane ed il 23% di quelle composte di soli stranieri. Ci sono ancora otto milioni di italiani, pari al 12,9%, che vivono in condizioni di povertà relativa. Se si analizzano i dati in relazione al territorio della Penisola, la povertà assoluta va dal 4,2% del nord al 4,8 del centro fino all’8,6% del sud. La povertà relativa poi si sposta dal 3,9% dell’Emilia Romagna fino al 28% della Sicilia e della Basilicata, mentre per il nostro Molise dal 2007 si è passati dal 13,6% al 24,4% anche per effetto di tante chiusure di aziende e di un’assoluta mancanza di programmazione culturale, economica e sociale della regione. È dunque il Mezzogiorno, come sempre, che vive la situazione più tragica. Se la povertà ha smesso di crescere, è altret-
tanto vero che la situazione di vita di tantissime famiglie, soprattutto in questi anni di pesante crisi economica, continua ad essere davvero drammatica. Rispetto ad essa l’inerzia dello Stato sembra totale, perché, se si esclude l’idea del progetto di legge del Movimento5Stelle sul reddito di cittadinanza, le sole iniziative sono quelle assistenzialistiche legate ai concetti di carità e beneficenza che possono essere tollerate sul piano momentaneo della lotta alla miseria, ma che non rappresentano certo lo strumento necessario per un contrasto alla povertà capace di eliminarla da una società che invece ne fa uno strumento sistemico per creare strutture economiche molto lontane dal principio di fratellanza ed eguaglianza e sempre più protese all’arricchimento di pochi a danno dei più. Costruire uno strumento nazionale o europeo
di contrasto serio alla povertà in un sistema neoliberista che prevede lo sfruttamento sempre più massiccio della manodopera ai fini di un profitto spropositato ed immorale è pressoché inutile, perché si tratterà sempre di un surrogato alla vera soluzione del problema che è quella di una piena occupazione, come scriviamo da anni. Sì, perché è la garanzia del diritto ad un lavoro equamente retribuito che può dare dignità ad esseri umani che oggi sono ancora costretti ad elemosinare sussidi o a ricorrere al mondo del volontariato. Certo, rispetto alle difficoltà anche di natura alimentare di tante famiglie, la solidarietà di tanti enti ed associazioni sta avendo un ruolo utile, ma lo Stato o le grandi organizzazioni internazionali non possono demandare al volontariato un ruolo di sostegno ai poveri che, pur necessario, dovrebbe essere transitorio,
mentre questa società sembra non aver mai preso in seria considerazione l’idea dell’eliminazione della stessa povertà, perché nella logica del sistema finanziario e capitalistico essa è funzionale al modo di produzione, come dimostrano i processi di globalizzazione e delocalizzazione. D’altronde possiamo forse nasconderci che gli stessi fenomeni migratori che attraversano i continenti sono figli della miseria e sfruttati dagli imprenditori per avere manodopera a basso costo? Rispetto alle necessità dell’inclusione anche il piano di “Garanzia giovani” si è dimostrato un ennesimo programma di assistenzialismo nelle mani delle forze politiche. Rispetto ad una classe dirigente nazionale ed europea che è ormai al servizio del mondo finanziario fa da contraltare un’assoluta incapacità di strutturazione e di operatività di quella che un tempo è stata la “Sinistra” e che per tanti è diventata anch’essa oggi una gabbia di potere, sia pure minimo o fittizio. Della lotta alle tentazioni dell’egoismo e dell’inclusione sociale dei poveri per il bene comune si occupa forse in perfetta solitudine un uomo come papa Francesco che ha posto tali temi in due documenti molto profondi quali sono la “Evangelii gaudium” e “Laudato sì”. Noi siamo convinti che anche su tali temi e sugli sviluppi delle soluzioni ai problemi che pongono si giocherà il futuro di progresso dell’idea di Europa Comune che oggi sembra vivere difficoltà insormontabili a causa del risorgente nazionalismo che poi è sempre figlio di interessi particolaristici e non certo utile all’aggregazione paritaria di popoli e culture.
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
28 luglio 2015
senza alcun finanziamento pubblico
“Che fine hanno fatto le Bike Sharing?” I cittadini di Isernia si interrogano sul finanziamento del 2012 di 553mila euro ISERNIA. Da FuturoMolise. Sono arrivate in redazione molte segnalazioni da parte dei cittadini che lamentano la scomparsa da molto tempo delle biciclette nelle postazioni in varie zone della città. Segnaliamo il problema e aspettiamo di avere delle risposte dai nostri amministratori. Facciamo un breve riepilogo della vicenda. Il 6 novembre 2012, dopo un lungo iter amministrativo, con determina dirigenziale dell’aprile 2012 a firma dell’arch. Agapito Di Lonardo, è stato approvato il progetto esecutivo per la realizzazione del sistema Bike Sharing nel Comune di Isernia, con una iniziale previsione di spesa di 553mila euro. Il sistema Bike Sharing è finalizzato alla diffusione di biciclette “a pedalata assistita”, con emissione nulla o contenuta di inquinanti, e intende promuovere forme sostenibili di mobilità alternativa ai veicoli motorizzati. Nel progetto del Comune di Isernia, il cui responsabile del procedimento è l’ing. Roberto Potena, sono state previste più stazioni di cicloposteggio dislocate sul territorio, ognuna delle quali con 4 colonnine fotovoltaiche e 8 biciclette. Le stazioni sono ubicate come segue: 1. Università del Molise, c.da Fonte Lappone (doppia stazione). 2. Viale dei Pentri, parcheggio antistante il centro commerciale “In Piazza”. 3. Piscina Comunale, via San Martino. 4. San Lazzaro, piazzale Achille Palmerini (antistante la chiesa
di San Giuseppe Lavoratore). 5. Piazza della Repubblica, area stazione ferroviaria. 6. Piazza San Pietro Celestino. 7. Largo Cappuccini. 8. Acqua Solfurea, spazio antistante la sede del Servizio Ambiente. 9. Museo paleolitico, località La Pineta. Restavano da installare ancora 8 colonnine di cicloposteggio, le cui postazioni sono state individuate in Piazza Marconi (largo antistante l’entrata del Municipio) e in Piazza Michelangelo (davanti la sede dell’Area tecnica comunale). Il Bike Sharing (traducibile come “condivisione della bicicletta”, talvolta indicato come “servizio di biciclette pubbliche”) è stato inteso come uno strumento di mobilità sostenibile per ridurre l’utilizzo dei mezzi di trasporto privati e per i viaggi di prossimità, dove il mezzo pubblico non arriva o non può arrivare. Le biciclette del sistema sharing, del tipo “a pedalata assistita”, sono bloccate e utilizzabili solo dopo averle sbloccate con una tessera individuale, in modo da scoraggiare eventuali furti. Il 15 luglio del 2013, il Sindaco Brasiello dichiarava: “è una novità importante per la città. Un modo per diffondere una diversa cultura della mobilità, un sistema di spostamento alternativo alle vetture inquinanti. Queste biciclette, fornite d’un piccolo propulsore elettrico che aiuta l’utente a superare age-
volmente i dislivelli, sono facili da usare e rappresentano un comodo veicolo di trasporto per i brevi tragitti di prossimità, specie laddove il mezzo pubblico non può arrivare”. Per il servizio “Isbike” è iniziato un periodo di sperimentazione, in attesa che il Comune ne affidi la gestione secondo quanto stabilito da un apposito bando pubblicato. 5 agosto 2013: Saranno disponibili da mercoledì prossimo, 7 agosto, le card prepagate per l’utilizzo delle biciclette a pedalata assistita del sistema bike sharing. Le tessere possono essere acquistate presso il Comando della Polizia Municipale, in via XXIV Maggio. Il costo dell’attivazione con abbonamento annuale è pari a 20 euro, cui va aggiunta una ricarica di almeno 5 euro. Le card registreranno il tempo di utilizzo delle bici. La prima ora giornaliera sarà sempre gratuita, la seconda costerà un euro che verrà detratto dall’importo della tessera prepagata. Da mercoledì 7 agosto, nelle vicinanze delle stazioni della bike sharing, si potrà anche usufruire del servizio wi-fi libero. Le stazioni, infatti, sono provviste di antenne di collegamento per gli utenti che vogliono interallacciarsi alla rete internet. In questa prima fase, il servizio wi-fi ‘free’ di Isernia garantisce una copertura efficace solo nei pressi delle postazioni della bike sharing.
Lotto zero, ribadiamo il nostro no di Tiziano Di Clemente Lotto zero”: un tratto di 5,45 Km, Bivio Pesche-Isernia-Bivio Miranda, di cui 1,7 per 8 viadotti e 0.9 per due gallerie; il costo è già passato da € 120.300.000 del 2009 ad € 144.034.372,00 certificati al 24/5/2013 (det. Com. Isernia n.221/2013). Vale a dire: € 26.428.325,14 a Kilometro, per guadagnare circa 3-4 minuti. Ovvie lievitazioni future (scandalo auditorium di Isernia docet). Il Comitato NO LOTTO ZERO che noi sosteniamo ha già ben espresso le motivazioni del NO; noi ci limitiamo ad aggiungere che, invero, quando si progettano tali follie pagate con le tasse dei lavoratori già dissanguati dalle politiche della troika, è evidente che la finalità siano poco attinenti alla pubblica utilità e molto di più ai brame di profitto ed alle speculazioni di grandi capitalisti del cemento. A parte l’inutile spreco di fondi, il consumo del suolo e del verde, la distruzione agricola, vi sono criticità ancora irrisolte, ad esempio rispetto alla tutela delle falde acquifere; non solo per Isernia circa le interferenze sulle sorgenti di San Martino e sull’acquedotto di pregio storico di epoca romana, ma anche per Miranda. Ci siamo infatti recati sul territorio di Miranda, dove un contadino del posto ci ha fatto notare un sondaggio della falda acquifera vicino una sorgente, come da foto allegate: ebbene, la strada vi passerebbe sopra o comunque molto vicino. E questo è solo un esempio delle evidenti in-
congruenze verificate. Ricordiamo le distanze minime di 200 metri stabilite dall’art.93 del D.Lgs 152/06. Anche la questione della tutela archeologica non appare molto chiara, ma su ciò torneremo meglio in seguito. E stiamo studiando ulteriori criticità (impatto ambientale ecc.). Il punto di fondo è che si continua con queste spropositate mega opere, utili solo ai grandi speculatori, dannose per l’ambiente e per l’erario; quando anche il Molise avrebbe bisogno di ben altre opere, magari piccole e veloci, che danno anche da subito più occupazione; 144 milioni sono l’equivalente di 4.800 lavoratori dal costo salariale
di 30 mila euro annue, ma sappiamo che di essi solo le briciole andranno all’occupazione, il grosso andrà dove già il grasso cola. Per questo chiediamo che la regione Molise, i Comuni di Isernia, Miranda e Pesche, procedano per una nuova destinazione dei 144 milioni, peraltro anche legalmente consentite dal PAR 2007/2013, anziché sprecarle per lo spropositato LOTTO ZERO, così come già fatto per l’altra nefasta mega opera Termoli- San Vittore: 1)- deliberare un piano straordinario per l’occupazione, finanziato dai suddetti 144 milioni, individuando una delle tante “piccole” ma utili opere di cui il territorio ha bisogno: dal risanamento idrogeologico, alla bonifica dei fiumi e dei terreni inquinati, al potenziamento ferroviario, alla messa in sicurezza delle scuole, al recupero dei centri storici ed edilizio, alla eliminazione dello “spacca Isernia” (passaggio a livello) interrando la stazione, r la bretella Pesche-Miranda, evitando viadotti e gallerie inutili e dannose, con un costo minimo e senza impattare le falde acquifere o con potenziali danni ambientali. Abbiamo accolto con soddisfazione la notizia della messa in liquidazione della ADM SPA (la disastrosa e inutile mega opera Termoli San Vittore), a seguito della decisione utilizzare diversamente gli oltre 1.500 euro (fermando peraltro lo sperpero dei 150 mila euro annui di “amministrazione” per il nulla). Per lo stesso risvolto ci batteremo, contro il folle LOTTO ZERO.
Carovilli: mietitura e tresca del grano esaltano la fratellanza contadina Raccolto il grano per la “Tresca” del prossimo 23 agosto Quest’anno sarà ufficialmente la trentaseiesima edizione della “Tresca carovillese”, la festa contadina che attraverso il grande impegno e la dedizione di numerosi volontari ricorda il lavoro ed i sacrifici delle tante generazioni che dall’agricoltura e da quella fatica ottenevano il modesto tenore di vita per tutta la famiglia. Oggi, quella festa è voluta ed amata da un nutrito gruppo di giovani che hanno costituito appositamente una Associazione e si sono assunti il grande impegno di continuare a dar vita ad una così lunga tradizione. Quei giovani, senza disdegnare, anzi sollecitando, la guida, i consigli e l’aiuto concreto degli anziani, hanno deciso di valorizzare questa parte importante della storia e della cultura contadina del loro paese. Il forte spirito di amicizia, lo spiccato attaccamento alla terra, la devozione nei confronti della Madonna Incoronata, cui andrà quanto ricavato dalla vendita del
grano, e l’amore per le tradizioni fanno sì che ogni anno si ripeta il lungo lavoro che si conclude con la festa della “Tresca”, una delle più antiche feste contadine che Carovilli ha voluto e saputo conservare nel tempo e si svolgerà quest’anno domenica 23 agosto. In preparazione della “Tresca”, naturalmente, sono tante le operazioni da compiere: per prima c’è la ricerca di qualcuno che metta a disposizione un campo adatto, rinunciando in questo moto al raccolto dell’anno; poi occorre preparare il terreno nei modi e nei tempi giusti; dopo si passa alla semina, fatta da gente esperta; infine, quando il grano è ben maturo, prima che venga bagnato dalle piogge o bruciato eccessivamente dal sole, uomini, donne e bambini si danno appuntamento per la mietitura e la formazione dei covoni. In una giornata intensa, iniziata alle 6 del mattino, in un campo non lontano dalla Chiesetta tratturale dedicata a
San Domenico di Cocullo, in contrada “Felci”, una cinquantina di persone, a turno, tra i quali molti ragazzi, si sono date appuntamento per mietere, sotto un sole cocente, le bionde e mature spighe di grano che promettevano ed hanno assicurato un bel raccolto. A metà mattinata, e poi molte altre volte nel corso della giornata, i mietitori hanno dovuto interrompere il duro lavoro per rinfrescarsi con un buon bicchiere di birra o di vino e mangiare un po’ di pane con caciocavallo e prosciutto come da tradizione. Altri hanno preparato il pranzo, mentre un giovanissimo di grande talento ha allietato la compagnia con il vivace e allegro suono dell’organetto (du bott). Poi si è passati alla fisarmonica e ai canti corali. Molta allegria e soddisfazione hanno portato i numerosi visitatori che pur senza fornire un contributo materiale al lavoro dei mietitori hanno dimostrato
considerazione e ammirazione ed hanno ricevuto simpatica accoglienza ed invito a partecipare alle numerose “merende”. La giornata si è conclusa a tarda sera: il sole ed il caldo intenso hanno gravato i mietitori di una stanchezza supplementare, ma la soddisfazione di aver svolto un lavoro offerto volontariamente alla Madonna e molto apprezzato da tutti, insieme a tanti amici di età e mestieri diversi, è risultata alla fine estremamente appagante. Si è ripetuto anche questa volta il “miracolo” della fratellanza contadina: fratellanza resa evidente dal lavoro dei campi e dalle difficoltà presentate dalla natura che rendono tutti gli uomini uguali e li abituano a lavorare insieme, in stretta collaborazione. Domani ognuno tornerà alle sue abituali attività, ma oggi è stato un giorno veramente speciale.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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Termoli
28 luglio 2015
Turismo, riapre lo sportello informativo Dopo la chiusura dell’Azienda di soggiorno, il punto di riferimento è della Pro Loco di Termoli TERMOLI. C’erano una volta gli info-point. Gabbiotti in legno che venivano disseminati davanti alla stazione ferroviaria, nel borgo antico, all’imbarco delle Tremiti e persino nei tentativi più arditi vicino al casello dell’A14 e sul lungomare Nord. Prim’ancora ricordiamo, all’avvento del terzo millennio, il presidio turistico frutto del progetto comunitario TouristHelp. Insomma, al di là dello sportello dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo si provava a non far sentire soli i turisti e i villeggianti.
In tempi di vacche grasse c’erano gli enti locali, come il Comune di Termoli, a farsi carico della spesa, anche attraverso braccia operative vedi la Tua Spa, poi si è passati a regimi di convenzione con la facoltà di Scienze turistiche dell’Unimol, adesso, per mantenere vivo questo servizio, anche se pesa l’assenza in via Duca degli Abruzzi, ci ha pensato la Pro loco di Termoli, che in accordo con l’amministrazione Sbrocca ha aperto da alcuni giorni un info-point al Belvedere alla Torretta, nei locali dedicati a Carlo Cappella.
A Campomarino, troppe tasse di Antonio Saburro Nell’intervista avvenuta subito dopo l’ultimo consiglio comunale, il Sindaco Cammilleri ha assicurato i nostri concittadini che per il 2015, nonostante l’evasione fiscale del 2014, non ci saranno aumenti delle tasse. Grazie Sindaco, ma questo impegno non serve. E’ un anno che Le chiedo di abbassare le aliquote dei tributi locali perché troppo alte ed insostenibili, e se oggi una parte dei nostri concittadini non le versa, è per necessità. Da Lei mi sarei aspettato un’ altro tipo di impegno, considerato che già a maggio Le avevo proposto uno schema sul contenimento della spesa pubblica a favore di una tassazione più sostenibile. Pochi giorni fa è stato approvato in consiglio comunale uno schema di convenzione per la riscossione coattiva delle entrate tributarie. Cosa significa questo? Che tra pochi mesi i nostri concittadini si vedranno arrivare a casa cartelle per tasse non pagate, comprensive interessi e sanzioni. L’evasione non si combatte affidando la riscossione a ditte esterne (importo a base d’asta pari a 285.000 euro), ma l’evasione la si combatte cercando di ar-
rivare a una tassazione più sostenibile e magari applicando il cosiddetto “Baratto amministrativo” da me proposto in consiglio comunale. Dal 2011 al 2014, le entrate nelle casse comunali, grazie alle tasse pagate dai cittadini, sono aumentate del 36 %. Le tasse pagate dai cittadini (I.M.U., T.A.S.I., Addizionale IRPEF, TOSAP, TARI, TARSU), per le quale oggi Lei affida a ditta esterna il recupero, negli ultimi 4 anni hanno portato nelle casse comunali un un maggior introito pari a euro 1.800.000 ( da 5 milioni del 2011 a 6.800.000 del 2014). E oggi Lei che fa? Approva uno schema di convenzione per la riscossione coattiva delle entrate tributarie da affidare a società esterna per un importo a base d’asta pari a euro 285.000. Ma questi soldi spesi per il recupero non sono soldi dei tuoi concittadini? Nel consiglio comunale del 30 settembre 2014, lei Sindaco dichiarò : Accanto alla riduzione, ci dovete dire come devono tornare i conti. E allora, come fatto a maggio, Le propongo nuovamente, il mio schema per il contenimento della spesa pubblica (la famosa spending review). RIDUZIONE DELLE TASSE
Riduzione dell’aliquota IRPEF dall’attuale 0,5 allo 0,3 con esenzioni per redditi fino a 15.000 mila (come avviene in tante città del nostro paese). Riduzione dell’aliquota sulla seconda casa (quella attuale è insostenibile); Esenzione dell’ IMU nelle zone svantaggiate (come contrada Arcora senza strade, fogne ed illuminazione); Riduzione dell’aliquota IMU sui terreni agricoli (finchè il governo non rivedrà seriamente i criteri per la sua applicazione); Riduzione dell’aliquota Aliquota TARI (in alcuni comuni è stato deliberato l’abbattimento del 60% per attività con non utilizzo minore a mesi 8). TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA Maggior controllo sugli appalti pubblici affinchè si eviti ribassi che vanno dallo 0,02 al
2%, oltre a mettere a gara appalti per importi sotto i 40.000 euro; Azzeramento delle indennità di tutto il consiglio fino alla fine del mandato (come ha fatto il suo collega Sindaco di Bonefro); Azzeramento di incarichi professionali a tecnici esterni (il Comune mi sembra fornito di figure professionali per la redazione di progetti e rilievi topografici); Minor contributi ad associazioni; Migliorare la gestione dei parcheggi a pagamento a Campomarino Lido (ci sono zone completamente prive di parcometri); Convenzione con quota fissa annuale per incarichi legali. Taglio delle assunzioni a tempo; Ecco alcuni spunti per poter iniziare un lavoro di spending review e ridurre le tasse già da quest’anno.
“Il bilancio è illegittimo” Il consigliere Di Brino pronto a portare le carte alla Corte dei Conti TERMOLI. Polemiche politiche e amministrative, critiche di merito e di forma. La sessione di bilancio 2015 dell’amministrazione comunale di Termoli rappresenterà l’ennesimo capitolo di una saga che vede l’ex sindaco Basso Antonio Di Brino contrapporsi puntualmente agli atti più importanti della giunta Sbrocca. Non è mancato nemmeno in questo caso l’esposto alla Corte dei Conti, poiché un errore nella documentazione transitata e approvata in giunta ha fatto discostare il consuntivo di partenza del 2013 da 100 a 48 milioni di euro. Schede sostituite in commissione (la II) ma senza il suggello formale della riapprovazione in esecutivo. Un esposto a firma sia del capogruppo Ncd che del leader di Azione
civica Molise Michele Marone. Di Brino ha illustrato stamani in conferenza stampa un pacchetto di otto emendamenti, divisi per an-
nacquare la pressione fiscale, giudicata esagerata, tornando anche su vecchi cavalli di battaglia come l’Imu agricola, ma anche Tari e
tutta la filiera dei tributi locali, sia con destinazioni diverse di fondi per opere pubbliche, a vantaggio di altre esigenze.
Una conferenza dai diversi risvolti, con una critica piccata per lo stravolgimento di alcuni progetti già esecutivi, come la riqualificazione del centro e il mercato di via Montecarlo, con la stilettata sulla presunta miglioria ad personam di via XX settembre, dove è ubicato lo studio notarile dell’ex primo cittadino Vincenzo Greco. Insomma, tanta carne a cuocere, che verrà messa sulla brace nella seduta di dopodomani del Consiglio comunale. Rilievi sono stati mossi anche dal coordinatore cittadino Christian Zaami, che proprio sugli arredi urbani, del Corso nazionale e piazza Monumento (Vittorio Veneto all’anagrafe) ha individuato scelte e responsabilità negative della maggioranza di centrosinistra.
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Termoli
28 luglio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Hanno voluto distruggere il calcio a Termoli” Nell’intervista a Termolionline, Luciano Germinario, ne ha per tutti per la mancata Serie D TERMOLI. A poco più di 72 ore dall’annuncio che l’Asd Termoli Calcio 1920 ha abdicato nonostante la salvezza comoda ottenuta un paio di mesi fa sul campo, rinunciando alla disputa del campionato di Serie D e iscrivendosi a quello di eccellenza molisana una voce di dissenso rompe il coro di apparente silenzio e chiede di farsi sentire. La voce è quella di una persona che nelle vicende delle ultime settimane prima di salvarsi sul campo ha contribuito come altri tifosi a far fronte alle più urgenti esigenze della prima squadra, quindi lui è uno di quelli che può parlare con diritto ed esprimere un diverso pensiero, civile ma molto duro, avverso alla situazione in cui è precipitato il calcio cittadino in queste ultime settimane. La persona in questione è Luciano Germinario, che sottolinea anche il fatto di assumersi personalmente tutte le responsabilità di quanto dirà. “Lo scenario che si presenta a Termoli dopo la rinuncia alla serie D è uno spettacolo gradito a coloro che
non aspettavano altro che appunto finisse il calcio a Termoli, ma voglio precisare una cosa che l’Us Termoli calcio 1920 e non l’Asd Termoli calcio 1920 ve lo garantisco se non è oggi, ma domani sicuramente risorgerà. Oggi ho voluto parlare tramite la stampa – dice Germinario – e lo faccio con un discorso che prende la situazione molto larga, io so per certo che adesso qualcuno sta ridendo per
quanto accaduto al calcio cittadino e io faccio nomi e cognomi conscio di quello che dirò e prendendomi le mie responsabilità. In primis io vedo il sindaco di Termoli, perché al concerto di Concato si è parlato di cultura e perché il calcio non è oltre ad uno sport anche cultura? E allora a tal proposito vorrei ricordare al mio sindaco, una persona che io ora attaccherò duramente senza tregua da qui fino
alla fine del suo mandato, e non dimentichiamoci che io sono stato uno che gli ha portato tanti voti come i tanti termolesi che lo hanno fatto e sono stati utili per la sua elezione, lui praticamente la cultura del calcio in pratica è come l’avesse calpestata. Solo se voleva attribuire una forma di rispetto verso quei giocatori e i due tecnici e quelle persone come il sottoscritto che appena ha potuto assieme ad un piccolo gruppo di altri innamorati del Termoli hanno stretto i denti per poter dare una mano e lo hanno fatto senza ripensamenti per cercare di salvare il salvabile, mentre chi aveva il dovere morale, non materiale, di poter fare qualcosa per questo che continua ad essere, nonostante qualcuno sta tentando di minarlo, il gioco più bello del mondo. Io politicamente me la prendo sia con la maggioranza che con l’opposizione, nessuno dico nessuno, ha alzato un dito per dire o fare una interpellanza a questo nostro primo citta-
dino che ha mostrato verso la nostra massima espressione calcistica disinteresse enorme. Nessuno di loro si è premunito di chiedersi ,ma perché il Termoli calcio deve fallire o fare una fine cosi ingloriosa? In questo momento io sono arrabbiatissimo ma allo stesso tempo sono tranquillo, la cosa più brutta volete sapere qual è ? E’ il fatto che ci sono persone che vanno in tv o sui giornali a dichiarare noi comunque abbiamo i giovani interessanti a livello locale, ma stiamo scherzando, ecco allora queste persone saranno squisite, ma purtroppo per loro nel calcio hanno fallito su tutta la linea, io un po’ me la prendo anche con i tifosi come me che davanti ad una situazione del genere non si sono subito ribellati e dire loro ma scusate cari signori, ma cosa state combinando? Io concludo dicendo questo: loro passano, noi anche, ma il Termoli no. Il Termoli ci sarà sempre e risorgerà anche se qualcuno oggi ha voluto minarne le basi”.
“Momentive, c’è ancora una speranza” Il sindaco di Termoli parla di una possibilità di mantenere l’azienda in loco TERMOLI. “L’abbandono da parte della Momentive non è ancora formale”: lo afferma il sindaco di termoli Angelo Sbrocca che aggiunge: “i fatto stanno così perché l’azienda non ha fatto la rinuncia al permesso di costruire o all’Aia della Regione. È vero che ha dichiarato di non voler investire qui, ma di fatto ci ha informati di questa scelta solo informalmente”. Dichiarazioni quasi inaspettate che a questo punto potrebbero ria-
prire i giochi o, come dice Sbrocca, non significare nulla perché: “ci hanno comunicato che per ora c’era uno stop, ma non so se sarà una sospensione o uno stop definitivo”. Discorso a parte per quanto concerne la Fis perché la stessa avrebbe proposto un ampliamento e, aggiunge Sbrocca, “penso che vogliano aumentare la loro capacità produttiva nello stabilimento di Termoli”.
Tutela del verde, i nuovi piani A Termoli si è parlato del possibile programma di cura dell’ambiente urbano TERMOLI. Si è parlato della tutela del verde pubblico a Termoli in un incontro voluto e organizzato dall’amministrazione comunale, alla presenza dell’assessore al ramo Filomena Florio: “Oggi trattiamo del programma “Life” al quale aderisce, con un progetto, la Regione Molise”, ha affermato l’assessore che ha aggiunto: “Questo è un progetto di tutela delle pinete in ambiente urbano; in concreto stanno studiando delle trappole compatibili che consentano di ridurre gli impatti ambientali nel
combattere questi attacchi biotici delle processionarie e ridurre gli effetti, nel concreto, di queste malattie del pino”.
“Al verde – il monito della Florio – dobbiamo dedicare ancora più attenzioni e più risorse perché, per tornare nello specifico della gestione delle alberature bisogna uscire dal contesto degli interventi fatti in modo sporadico e occasionale. Noi, come amministrazione, sicuramente continueremo con le risorse che abbiamo messo a disposizione anche nell’anno passato e cercheremo di incrementarle, dove possibile, gli impianti nel corso del prossimo periodo”.
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Opinioni di Pasquale Di Lena
La degustazione, come il corretto abbinamento cibo-vino, non è una novità. Anzi, è una pratica sempre più diffusa che permette di scoprire e capire i caratteri organolettici di un vino, pregi e difetti. Nel 2003, grazie all’Enoteca italiana di Siena, è uscito un libro “Sensi di vini – Il segreto del cervello nella degustazione “ che riporta, per la prima volta, il punto di vista di neurologi di fama mondiale con i risultati di una ricerca mediante risonanza magnetica, che hanno fatto capire il fondamentale ruolo di quella macchina meravigliosa che è il cervello. “Questi risultati – scrive, nel suo saluto di presentazione, il premio Nobel Rita Levi-Montalicini, che ho avuto la gioia di conoscere – pongono in evidenza la straordinaria proprietà del cervello umano di registrare un processo così altamente differenziato nella degustazione di una bevanda complessa quale quella del vino”. In pratica dal confronto di due gruppi di soggetti, sette sommelier, cioè esperti, e sette senza esperienza di tecniche degustative, è venuto fuori che vengono attivate aree diverse, nel caso del primo gruppo, più ampie. Il libro pensato da Benigna Mallebrein, giornalista tedesca in Italia, e illustrato da un grande artista, Michael Auth, è stato curato da un grande scienziato tedesco, Prof. Jürgen Mai, relatore al congresso mondiale sul cervello umano, che si è tenuto, nel 2002, a Roma presso la Fondazione Santa Lucia e che ha visto protagonista l’Enoteca italiana con i suoi grandi vini italiani Doc e Docg.Un libro fortunato, uscito in italiano e tedesco e, lo scorso anno – come mi ha subito informato il prof. Mai – anche in russo, che mi viene richiesto
di Claudio de Luca LARINO. Giocare d’azzardo è una delle manie dei Molisani. Secondo i contenuti di uno studio dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, su 40mila studenti, la percentuale di 15-19enni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno sarebbe lievitata rispetto al passato, soprattutto tra le ragazze. Quasi un adolescente su due (compresi gli infradiciottenni) si sarebbe lasciato prendere la mano da giochi come il “Gratta e vinci”, il “Superenalotto”, i “videopoker” e le puntate “on line“. Lungo lo Stivale, questi giochi vengono praticati da giovani e da adulti e sarebbero cresciuti al ritmo del 13% ogni anno. Ammonterebbero a poco meno di 60 i miliardi di euro puntati. Tutto questo è accaduto (e continuerà ad accadere) nonostante si sappia che, sui tempi lunghi, finisce col perdere sempre chi gioca. Una constatazione sicuramente poco allettante per gli incalliti praticanti dell’azzardo. La Dea bendata non esiste; ma, seppure Madama Fortuna fosse un’entità reale, bacerebbe raramente gli audaci. A dirlo non è un esperto di psicologia, e manco un educatore impegnato in una campagna contro siffatta tipologia di dipendenza, quanto piuttosto gli èsiti di un principio elaborato da alcuni matematici. Grazie ad una moltiplicazione, dal meccanismo difficile da esplicitare dai non addetti ai lavori, pure un “jouer” inarrestabile potrebbe conoscere in anticipo – e con estrema esat-
28 luglio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
La degustazione è vera e propria arte del vivere
da molti ricercatori, soprattutto nel campo filosofico, di Università del mondo, ultima la prof.ssa Giorgia Cecchinato, insegnante di filosofia presso l’Università di Belo Horizonte in Brasile. Di questo stupendo libro riporto quanto è scritto in quarta di copertina “Gustare il vino è un’arte, che va sviluppata nel tempo con un approfondimento costante. Il sapere del sapore, infatti, aumenta il sapore del gusto”. Un pensiero che mi trova perfettamente d’accordo e che mette in luce il ruolo fondamentale di quanti professano con grande passione
quest’arte della degustazione. Una verità di cui si era occupato qualche decennio prima uno studioso si Storia economica, il prof. Federigo Melis, che si definisce “un modesto dilettante, in materia” e racconta .”Il mio interesse per il vino – il gusto del quale, in me innato, mi è piaciuto di educare – si può riassumere nel termine oggi di moda: un hobby, che mi aiuta a sollevarmi dalle sudate carte della disciplina di mia specializzazione – la Storia economica – dalla quale ho, tuttavia, tratto qualche elemento alle mie indagini, alle mie riflessioni sui temi vitivinicoli: se non altro, perchè io localizzo i miei studi nel basso Medioevo, che è il periodo in cui rinasce il vino, così come rinascono tanti aspetti salienti dell’alimentazione”. L’ illustre studioso, autore di un libro stupendo, edito dalla Casa editrice, Le Monnier di Firenze, “Il vino nel Medioevo”, è un “dilettante” che conosce molto bene il vino, la sua storia e, di essa, uno dei periodi più importanti quando il vino, con la rivoluzione dei trasporti, si apre a nuovi mercati e, quindi, a nuovi consumatori
soprattutto per stare a tavola e combinarsi con i cibi, che educa il proprio gusto e prova gli abbinamenti stabilendo che “è proprio il vino che agisce da fattore di allacciamento, di coesione e connessione …secondo regole precise ed in maniera da formare un sistema”. Un sistema che deve trovare la sua realizzazione in ogni zona d’Italia e, visto come sono andate le cose in fatto di globalizzazione, anche nel mondo, tenendo presente un dato, e cioè, che “in moltissime località, il vino sembra fatto apposta per taluni piatti e viceversa. Una correlazione che riporta al concetto dell’origine, il territorio. E il territorio, straordinario bene comune solo dal quale è possibile programmare il futuro di un Comune, di una Regione o di un Paese, merita rispetto, soprattutto se l’intento è di valorizzarlo e promuoverlo e non di schernirlo e maltrattarlo. Una regola fondamentale, che i professionisti della degustazione e degli abbinamenti conoscono molto bene, è quella di un crescendo che fa divieto di tornare indietro nella sequenza dei piatti e dei vini, e questo per dare risalto al gusto, o meglio, al piacere del gusto. In pratica partire da un vino bianco per poi passare al rosato e al rosso; da un vino giovane a un vino invecchiato; da uno a bassa gradazione a uno a più alcolico. Non a caso, parlando di abbinamento, si dice “si sposa” molto bene con questo piatto, cioè esprime armonia nel senso che si lega bene ed esalta il gusto, senza soluzione di continuità, appunto in un crescendo di piacere, del cibo, del vino e della tavola.
I molisani e il gioco d’azzardo tezza – quanto danaro avrà perduto dopo mesi (od anni) di assidua pratica del tavolo verde. Gli esperti nel calcolo delle probabilità sono stati chiari: ”Per sua natura, ogni gioco rimane organizzato allo scopo di portare guadagni al banco che, quasi sempre, fruisce di un margine fisso e sicuro”. Dunque, sui tempi lunghi, la sconfitta rappresenterebbe soltanto un dato da calcolare; e, “ciò che uno perde costituisce il prodotto del margine di guadagno del banco moltiplicato per la somma messa in palio nel tempo”, dal momento che ogni trattenimento (“roulette“, “Superenalotto”, “Win for life” od altro che sia) ha una sua percentuale di vincita sicura. Ciò nonostante è stato calcolato che un’aliquota di adolescenti, pari all’11%, una volta coinvolta, rischia di diventare vittima della cosiddetta “patologia dello scommettitore”. Sulla scorta degli ultimi dati pubblicati, in testa alla classifica della gioventù che gioca si trova la Campania (57,8% di studenti); seguono la Basilicata (57,6%) e la Puglia (57%) ed il piccolo Molise conferma il suo 50%, unitamente a Sicilia, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Umbria. Per quanto riguarda i luoghi adibiti a siffatte attività ludiche, ai primi tre posti si trovano i locali pubblici, sia pure non dedicati espressamente al gioco (come bar, tabaccherie, “pubs“: 32%; case private: 20%; sale-scommesse: 12%). Il gioco virtuale viene utilizzato nel 7% dei casi; ed una quota
di quello praticato nelle dimore rimane effettuato tramite “internet” ed appare destinato a lievitare. Rispetto alla frequenza, cresce il numero di coloro che ammettono di avere giocato più di 2 volte in un anno (transitati dal 43% al 45%). Invece chi riferisce di avere giocato oltre 20 volte è parte di un’aliquota che oscilla tra il 13 ed il 14%. Infine, diminuiscono i soggetti che si sono impegnati 1 o 2 volte (dal 44% al 41%), mentre rimane pressoché stabile l’importo delle poste. In proposito, il 6,5% degli studenti dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese. In molti casi il vizio del gioco è tracimante; e
chi arriva a concretare una vera e propria dipendenza può essere paragonato tranquillamente ad un tossicodipendente che accusi una compulsione, vale a dire una necessità irrefrenabile che lo spingerà ad impegnarsi sempre di più, ed una sorta di astinenza nel caso in cui non riuscisse a prodursi nella “performance“. Gli psicologi descrivono tali soggetti (che nei Paesi molisani abbondano soprattutto fra gli adulti di sesso femminile) come abbisognevoli di forti emozioni, presumibilmente perché non riescono a ricavare scosse emotive dagli affetti familiari e dai rapporti con gli altri.
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