Case popolari, una mezza riforma

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Francesco De Bernardo

Case Popolari, un mezza riforma Senza soldi e con un amministratore unico

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Francesco De Bernardo. Il consigliere comunale di Campobasso delegato al Centro Storico sta lavorando sodo per cercare di recuperare il tempo perduto e restituire un minimo di decoro a una delle aree più belle della città. Del resto, è da tempo che si occupa della situazione del centro storico e, da qui, l'impegno in politica per potere cercare di lavorare dall'interno dell'amministrazione per mettere a frutto i propositi progettuali che sono stati alla base anche della sua campagna elettorale.

Il Tapiro del giorno a Francesco Pilone

Il Tapiro del giorno lo diamo a Francesco Pilone. Non si riesce proprio a comprendere, sul piano politico, la posizione assunta fin dal primo momento del consigliere Pilone. E' tornato a svolgere un'opposizione barricadiera proprio di quella parte politica che ne aveva fatto un vessillo ai tempi della Dc. Ora, però, si imporrebbe altra linea politica rispetto ai problemi di una città che necessità di un salto di qualità e, perchè no, di un pizzico di follia propositiva. Il no per il no è pratica desueta che non porta da nessuna parte.


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7 dicembre 2014

Il caso Petraroia si rinnova con le critiche alla politica regionale dell’acqua

Ecco come è possibile pendolare tra la retorica polista e l’opportunismo politico stando seduto sulla poltrona a 13mila euro al mese La presentazione, a Boiano, del libro - La risorsa idrica potabile – , ha riaperto un capitolo della storia molisana mai chiuso, ancora oggi con aspetti e motivazioni attuali per richiamare l’attenzione popolare e quella degli amministratori, essendo l’acqua un bene prezioso e non certo illimitato, del quale ne facciamo un uso improprio, smodato e, per giunta, dissennato, s’è vero, come è vero, che la risorsa idrica molisana è generosamente distribuita alle realtà che non ne hanno a sufficienza (Puglia e Campania), senza alcuna contropartita. La pubblicazione ha una sua struttura, un suo impianto, una sua missione che sono stati largamente apprezzati, utili tra l’altro a rinnovare l’urgenza di fare una riflessione a largo raggio per comprendere più a fondo, e con maggiore senso di responsabilità, come metterci di fronte ai problemi di approvvigionamento, di distribuzione, di salvaguardia e di valorizzazione dell’acqua che abbiamo e che, ripetiamo, non siamo in grado di far valere oltre alla solidarietà sociale nel darla – meglio sarebbe dire: regalarla - alla Puglia e alla Campania. Ancora una volta, però, è un paradosso a superare la razionalità della questione. Il paradosso di leggere, da parte del vice presidente dalla giunta regionale, Michele Petraroia, riflessioni e considerazioni di questo genere: “Il Molise, pur

nella modestia delle proprie dimensioni, è uno dei territori nazionali più ricchi di acqua e stante la scarsa presenza demografica per chilometro quadrato riesce ad evitare fenomeni di inquinamento ambientale. Nonostante queste positive posizioni di partenza, la Regione è stata defraudata del bene acqua con interventi di prelievo alla sorgente che hanno orientato i flussi idrici con spirito solidale verso altre comunità senza ricevere in cambio alcuna compensazione significativa né in termini infrastrutturali, né in chiave economica, e tanto meno come sostegno alle politiche sanitarie, sociali e/o di altri diritti di cittadinanza. La

spoliazione si è consumata negli anni Sessanta ed è proseguita nel tempo senza riuscire mai a negoziare una contropartita minima per le nostre comunità. A ciò si è aggiunta la realizzazione di invasi sul territorio molisano orientati a raccogliere ed incanalare la risorsa idrica verso le regioni contermini che nella migliore delle ipotesi riconoscono somme risibili quale ristoro economico. In una fase complessa della storia regionale in cui è a rischio la rete dei servizi sociali essenziali per calcoli ragionieristici nazionali praticati in base al rapporto sul numero degli abitanti con totale assenza di criteri solidaristici perequativi su

scuole, ospedali, e trasporto pubblico locale, il Molise ha il dovere di tutelare meglio la propria risorsa più preziosa aprendo un confronto ad ogni livello a salvaguardia dei propri diritti”. Queste di Petraroia sono cose dette e ridette, fatte oggetto di polemiche, di dibattiti, di articoli, per decenni, sull’assurdità di cedere acqua senza una congrua contropartita. Probabilmente le cose che dice le avrà dette fors’anche nella sua lunga transizione a capo della Cgil, di fustigatore pubblico, di contestatore sociale. Però che le dica oggi, in qualità di vice presidente della giunta regionale, quindi in possesso delle prerogative istituzionali per

riaprire la questione, porla all’ordine del giorno della giunta e del consiglio, farne un problema di assoluta urgenza, quasi fosse un uomo qualunque che si duole dell’ignavia delle istituzioni, restituisce, al solito, un Petraroia dalla doppia personalità, nessuna delle quali in grado di incidere, di decidere, di dimostrare una volontà, di determinare una decisione. Ormai ha stancato in questo suo girovagare per lo scibile umano, per le faccende e le questioni della politica, del partito, della giunta, del consiglio regionale nella totale inconcludenza. Veste i panni dell’uomo della strada, del cittadino che sente il peso della crisi, che deve combattere per la sopravvivenza, che al massimo delle opportunità gli rimangono gli ammortizzatori sociali (in cui, peraltro, è specializzato), che non condivide la scelta delle biomasse, né delle pale eoliche e delle forme deleterie dell’inquinamento, tanto da farne un costatante esercizio dialettico e comunicativo (uno o più comunicati stampa al giorno), per poi starsene a braccia conserte sulla poltrona regionale a 13mila euro al mese. Ormai ha stancato in questo pendolare tra la retorica populista e l’opportunismo politico. Peraltro non torna utile all’una e nemmeno all’altro. Solo a se stesso. Fino a quando? Dardo

Gam, la soluzione è quella Aria Food? Primo incontro in giunta regionale con il rappresentante dell’azienda CAMPOBASSO. Diego Volpe Pasini, punto di riferimento di Aria Food, la divisione alimentare del gruppo Aria, ha incontrato a Palazzo Vitale i rappresentanti della Regione Molise, della Gam e dei sindacati,interessati alla vertenza dell’ex Solagrital. Un summit durante il quale l’imprenditore friulano, molto vicino in passato a Silvio Berlusconi, non ha svelato il piano industriale, pur ribadendo di voler mantenere l’impegno per l’aggiudicazione dell’azienda avicola di Bojano. Diego Volpe Pasini si è concesso ai cronisti solo per farsi conoscere alla piazza molisana, senza svelare nulla dei progetti futuri, per far ripartire l’azienda che dava lavoro a migliaia di persone in tutto l’indotto. “Una svolta positiva rispetto al nulla degli ultimi mesi”: le affermazioni di Raffaele De Simone della Fai Cisl; mentre, per Mariano Russo della Flai Cgil e rsu aziendale “restano i dubbi su quello che, ad oggi, è un sogno per tutti noi”. “Ci sono due fasi da affrontare – si aggiunge al coro Tecla Boccardo, segretario regionale della Uil Molise – ed entrambe deve assicurarcele il presidente Paolo di Laura Frattura: la prima relativa all’acquisizione dell’azienda da parte del nuovo gruppo; la seconda sul riassorbimento dei lavoratori all’interno della stessa”. Aria Food punterebbe a riassumere 289 dipendenti a tempo indeterminato e

“Sospendere il centro Hub a San Giuliano” Così il senatore Di Giacomo

una sessantina di avventizi, per una produzione di 550mila polli a settimana. Il nuovo gruppo imprenditoriale potrebbe subentrare con una new-co nella gestione dell’incubatoio, mentre entro il 31 marzo Aria Food punterebbe a ricominciare la macellazione in uno stabilimento provvisorio, ad Ariano Irpino, centro in provincia di Avellino distante una ottantina di chilometri da Bojano. Ad Ariano Irpino saranno impiegati per 24 mesi circa 35 dei 270 lavoratori, ad oggi in cassa integrazione. Il futuro, comunque, è tutto in divenire

e gli ex operai della Solagrital prima, della Gam successivamente, che oggi vedono compromesso non solo il futuro, ma anche il presente, sperano che questa sia la volta buona e che possano rientrare in azienda. E compito dei sindacati sarà quello di non abbandonare nessuno di coloro che lavoravano: dipendenti a tempo indeterminato e avventizi. I sindacalisti dell’azienda, che stanno seguendo la trattativa, hanno il compito di tutelare tutti: dal primo all’ultimo degli ex dipendenti. Senza distinzioni.

CAMPOBASSO. “I fatti accaduti a Roma e la decisione del Prefetto di Bari di sospendere gli appalti per i servizi di prima accoglienza dei migranti per presunte irregolarità, lanciano l’ allarme anche in Molise”. Lo sostiene il senatore Ulisse Di Giacomo. “Sarebbe opportuno e doveroso, a questo punto, fare una ulteriore riflessione sul centro hub di prima accoglienza previsto a San Giuliano, con bandi e appalti per milioni di euro. Sia chiaro, ci troviamo di fronte a fatti e situazioni completamente diversi, ma il tema e’ lo stesso: imponenti finanziamenti pubblici per i servizi da garantire ai migranti. Invito quindi il Prefetto di Campobasso a sospendere momentaneamente tutte le procedure previste, in attesa che vengano svolti gli accertamenti del caso e che i dubbi che anche le comunità’ locali esternano vengano dissipati”.


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7 dicembre 2014

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E’ nato l’ente regionale per l’edilizia sociale e scompaiono gli Istituti autonomi per le Case popolari

La pseudo riforma degli Iacp non è altro che un accentramento di potere nella figura dell’amministratore unico sottoposto alle regole del governo regionale La nuova legge non dice quali saranno le risorse di cui il nuovo ente potrà disporre e concretamente disporrà La montagna ha partorito il topolino. Il consiglio regionale, a maggioranza, ha deliberato la istituzione dell’Ente regionale per l’edilizia sociale (Eres). Con esso scompaiono, di fatto, gli Istituti delle Case popolari. Un solo ente, quindi, ad occuparsi dell’edilizia non più popolare ma sociale. La differenza non è rimarchevole né rimarcata nella nuova legge che non dice, soprattutto, quali saranno le risorse di cui il nuovo ente potrà disporre e concretamente disporrà. Eredita tra l’altro una situazione patrimoniale compromessa dalla legge regionale, la più demagogica che si potesse pensare, la numero .. del .. luglio 2013, con la quale sono stati svenduti appartamenti e pertinenze e ridotti i canoni di fitto. Una riforma di facciata? Pare proprio di sì. Scompaiono gli Iacp, i consigli d’amministrazioni e le presidenze, per far posto ad un amministratore unico ristorato con una indennità pari a quella che percepisce un direttore d’area della Regione. Non scompariranno le sedi.

L’Eres, su proposta e suggerimento di Francesco Totaro, sarà a Campobasso e ad Isernia, nonché in eventuali altri presidi operativi che verranno individuati con il regolamento di organizzazione dell’Ente. Siamo alle solite: da un lato s’annuncino innovazioni, dall’altro perpetuazioni. Di localismi, favoritismi, clientelismi. La pseudo riforma di

cui si sono riempiti la bocca i consiglieri della maggioranza non è altro che un accentramento di potere nella figura dell’amministratore unico sottoposto alle regole del governo regionale. Il dibattito consiliare è stato misero, privo d’incisività, fortemente condizionato da valutazioni contingenti e giustificative del voto favorevole: il presi-

dente della giunta Frattura: “Finalmente abbiamo discusso in aula una proposta di riordino e di semplificazione”; Francesco Totaro: “Con questa legge si procede alla ristrutturazione degli Iacp modificando in particolare la composizione degli organismi di gestione e si fissano nuovo criteri e nuove modalità di nomina dei componenti, garantendo una gestione tecnica più efficiente”; Pierpolo Nagni, assessore al ramo: “Abbiamo fatto un buon lavoro raccogliendo molti spunti che sono emersi dal dibattito. Abbiamo snellito il management e non intaccato la funzionalità”; all’opposto l’ex presidente Michele Iorio: “Questa legge che veniva presentata come una grande riforma si riduce in sostanza a una modifica della governance. Meritava un’attenzione più rilevante in funzione dell’assetto che si vuole dare alla Regione”. In un moto di sincerità, cui spesso non si sottrae, il consigliere Totaro, ha informato l’assemblea che alcuni emendamenti a firma dei colleghi

della minoranza, seppure condivisibili ed apprezzabili nelle finalità, sono stati respinti dal relatore Nunzia Lattanzio (che col suo dentro e fuori della maggioranza spesso manda in tilt la ratio politica di cui si dice portatrice – ndr) e dai commissari, poiché non organici alla preminente ragione riformatrice della nuova legge”. Vale a dire non organici agli interessi della maggioranza. Anche nel suo testo originale la legge si presta ad essere considerata una sequenza di principi generici e null’altro. E’ sufficiente fermarsi al comma quinto dell’articolo uno per capirlo. Per capire che l’Eres in fondo è nato per soddisfare prioritariamente le esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni socio-economiche svantaggiate. L’avesse scritto Monsieur Jacques de La Palisse l’avremmo capito. Che l’abbiano scritto i consiglieri della maggioranza con l’apporto dei consiglieri del gruppo Cinque Stelle, è patetico. Dardo

La Molise Dati non è un giocattolo Presidente Frattura, ci rivolgiamo a lei per farle un appello che speriamo non cadrà nel vuoto. Noi “ragazzi” della Molise Dati, eterni ragazzi anche oltre i quaranta e con figli grandicelli, eterni ragazzi con contratti precari che da anni svolgono mansioni imprescindibili per la Molise Dati e per i servizi che essa eroga alla Regione, eterni ragazzi presi a pacche sulle spalle e promesse di un roseo futuro, oggi ci troviamo ad essere disoccupati e fuori da quell’azienda che per diversi anni abbiamo servito fedelmente ed egregiamente. Come lei sa il 30 giugno è scaduta l’ultima proroga dei nostri contratti a progetto, l’ultima di tante, ma noi “ragazzi”, ben consci del nostro ruolo nella gestione dei servizi della Molise Dati, abbiamo continuato a fornire le nostre prestazioni al fine di garantire i servizi erogati dalla società alla Regione,

pur senza un contratto ne’ un compenso. Senza entrare nel merito di chi ha fatto o non ha fatto cosa, pare assurdo che un’azienda, assieme all’ente che la possiede, formi per oltre sette anni dei professionisti, investendo su di loro e affidandogli compiti di elevata specializzazione, facendo sì che questi possano svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi, e poi li mandi a casa come se nulla fosse. Il danno che ne consegue è enorme, e lo è per tutti! Eppure sembra che molti non se ne rendano conto: lo è per i lavoratori, i quali si ritrovano in mezzo ad una strada, con molte conoscenze che non potranno spendere altrove perché specifiche dell’azienda e della Regione Molise; lo è per la collettività, la quale vedrà calare la qualità dei servizi offerti senza neanche capire perché; lo è per la Regione Molise, per la quale molti progetti sono

fermi da mesi e molti altri non partiranno proprio, nonostante l’esborso di milioni di euro garantiti dalla convenzione con la sua società informatica. Ci rivolgiamo a lei perché sappiamo che ha a cuore la nostra situazione ed ha già espresso più volte, a noi direttamente e ai soggetti coinvolti nella soluzione della problematica, la sua ferma volontà alla felice risoluzione della nostra vertenza. Purtroppo, in un periodo in cui a lei attribuiscono ogni tipo di colpa, non è stato ascoltato, e noi siamo ancora nell’impossibilità di garantire un futuro alle nostre famiglie. Purtroppo non è stato ascoltato, o chi doveva ascoltare non ha preso con la dovuta serietà le sue parole e colto l’urgenza della problematica che investe le nostre famiglie e la stabilità dei servizi informatici della Regione Molise. E, ancora una volta,

rischia di essere lei il parafulmine della ennesima vertenza non risolta in una Regione già fortemente martoriata dal problema del lavoro. E allora, caro Presidente Frattura, la esortiamo a far sentire ancora più forte la sua voce e pretendere il rispetto della sua volontà con l’immediata chiusura di una vertenza che non ha motivo di esistere, se non per la cronica e alienante lentezza di quanti dovrebbero fare e preferiscono giocare allo scarica barile e del rinvio continuo, tanto a loro lo stipendio a fine mese arriva regolarmente. La disoccupazione, al contrario di quello che alcuni pensano, non è una vacanza più lunga delle altre, ed è realmente giunto il momento di fare i fatti e dare risposte. I precari della Molise Dati


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4 7 dicembre 2014

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Scuola, passa il dimensionamento Il Tar del Molise ha accolto la tesi della Regione rigettando il ricorso che era stato presentato dall’allora sindaco di Campobasso, Di Bartolomeo CAMPOBASSO. Il TAR Molise con provvedimento n. 00664/2014 REG. PROV. COLL. e n. 00077/2014 REG.RIC. ha respinto il ricorso presentato a suo tempo dall’Amministrazione Comunale di Campobasso presieduta dal Sindaco Luigi Di Bartolomeo sul Piano di Dimensionamento Scolastico Regionale confermando la validità tecnica formale e sostanziale della scelta adottata dalla Regione Molise. Le eccezioni si riferivano alla diversa articolazione di alcune istituzioni scolastiche della città quali il Convitto Mario Pagano, la Enrico D’Ovidio, la Colozza e la Francesco D’Ovidio, ma il TAR ha ritenuto infondato il ricorso del Comune di Campobasso respin-

gendolo in via definitiva. “Con questo pronunciamento si chiude un contrasto che ha alimentato incertezze e criticità, ponendo in sicurezza il nuovo assetto dimensionale regionale passato da n.82 a n.54 istituzioni scolastiche con connesse immissioni nei ruoli dirigenziali di n.11 vincitori di concorso in attesa da tempo di assumere la funzione di dirigente scolastico”, è quanto sostiene l’assessore regionale, Michele Petraroia.. “Grazie alla semplificazione intrapresa è stato agevolato il percorso gestionale e amministrativo delle scuole molisane con indubbie ricadute positive in termini di efficienza didattica ed efficacia organizzativa. Gli interventi in itinere di 6,6 milioni di euro sul po-

tenziamento delle competenze di base in italiano, matematica e lingue straniere, in tema di scuola digitale e sulla dotazione strumentale dei laboratori tecnici degli Istituti Superiori preposti, sono più facilmente raccordabili avendo a disposizione dirigenti scolastici in titolarità e non in reggenza, e con un numero di autonomie scolastiche più vicino ai parametri di riferimento stabiliti dal Ministero dell’Istruzione. Per il futuro pur adoperandosi per un ulteriore miglioramento dell’organizzazione del sistema educativo regionale è auspicabile che le esigenze generali riescano a prevalere sulle istanze localistiche di corto respiro”.

L’INTERVENTO

La cooperativa larinese e il suo ruolo di esempio per l’olivicoltura molisana di Pasquale Di Lena Nel tempo è riuscita ad essere quel frantoio moderno dove regna l’ordine e la pulizia, punto di riferimento di pullman pieni di turisti, che hanno così modo di capire il processo di trasformazione delle olive in olio, degustarlo e apprendere il valore e il significato di una coltivazione che, da sola, è tornata a far rivivere a Larino il ruolo di capitale, due millenni f, del popolo frentano, e da vent’anni dell’Associazione nazionale delle città dell’olio. Sta qui, in questo ruolo moderno di una Larino capitale e nella distesa olivicoltura, la centralità della cooperativa olearia larinese, che ha guidato e stimolato il processo di ammodernamento dell’olivicoltura molisana. Essa ha dato molto e più di altri alla fama che vive oggi una delle 18 varietà autoctone del Molise, la più diffusa e, come tale, la più importante, la Gentile di Larino, fra le più quotate a livello nazionale per le sue caratteristiche organolettiche e la indiscussa qualità. Una Larino capitale dell’olio anche per quell’altro suo primato, questa volta mondiale, proprio nel campo della biodiversità olivicola, con ben tre varietà che portano il suo nome, la Gentile, la Salegna o Saligna e la Oliva San Pardo, tutt’e tre legate al nome della città e, quindi, patrimonio esclusivo di un territorio. Oggi, alla luce di una raccolta povera che ha dimezzato il ruolo della cooperativa e degli altri 4 frantoi privati che operano a Larino, c’è tutto per dire che la situazione è molto delicata, che pesa sulle

strutture di trasformazione come sull’insieme dell’olivicoltura larinese e molisana. Ne parliamo con il responsabile della cooperativa, Alessandro Patuto, che è stato colui che ha rilanciato la cooperativa dopo un periodo di grandi difficoltà che rischiavano di farla chiudere. D) Che ne pensi di questa raccolta appena terminata? R)“C’è da dire che è un anno tremendo ovunque nel Paese quello che ha registrato un abbattimento di oltre il 50% dei quantitativi raccolti, molto di più di quello che raccontano le statistiche. Stanno dando i numeri e parlano di un 30/35% di produzione, ma non è così. I danni sono enormi ed a questo c’è da aggiungere il calo della qualità che ci portano a parlare di olio buono ma non eccellente qual è stata la media raggiunta negli ultimi anni. La colpa è tutto dell’andamento climatico? L’andamento climatico è certamente il maggior responsabile della perdita della quantità. Anche la mosca ha inciso sulla minor quantità, ma il suo attacco tremendo e continuo ha messo in dubbio la qualità, costringendo i produttori a fare ripetuti trattamenti contro l’insetto, quest’anno più cattivo che mai. Due elementi negativi che hanno portato in superficie i ritardi del mondo olivicolo e di quello istituzionale. Quali sono questi ritardi? Le politiche di questi anni, che hanno messo in ginocchio l’agricoltura spingendo molti produttori ad abbandonare la terra o parti delle colture. La mancanza di piani, nel no-

Fisiomedica, l’Asrem ha lquidato le fatture

stro caso di quello olivicolo, serve a creare solo confusione e nuove incertezze. Politiche che hanno reso ancor più forti quelli dell’industria olearia (in mano quasi tutta alla Spagna) e del commercio, e ancora più deboli gli olivicoltori. Una filiera ancor più squilibrata di sempre. Poi ci sono le colpe di una categoria che vive di divisioni e molto del passato. Cosa fare? Ridare forza e slancio all’agricoltura se si vuole offrire ai giovani una ragione per tornare alla terra. Con i giovani è possibile superare gli errori, in particolare le divisioni e il senso dell’emarginazione. L’olivicoltura, per me, è il comparto giusto per provare a rinnovare e i tempi sono ristretti.

CAMPOBASSO. Il Direttore Generale dell’ASREM da tempo aveva regolarmente liquidato le spettanze dovute alla FISIOMEDICA LORETANA fino al 31 agosto con riserva per una parte dell’importo dovuto. Concluse le verifiche, l’ASREM ha adottato nei giorni scorsi i provvedimenti di saldo del 100% delle somme dovute al 31 agosto e del pagamento di tutte le spettanze maturate al 31 ottobre avviando le procedure per i relativi mandati ai preposti istituti bancari. Pertanto meritano di essere chiarite le informazioni diffuse nelle ultime ore in cui si attribuisce indirettamente all’ASREM e ai ritardi nell’accredito delle spettanze la responsabilità sulle 7 mensilità pregresse non erogate al

Spero che la mazzata di questa raccolta sia d’insegnamento al mondo dell’olivo e dell’olio che, oggi e ancor più domani, ha dalla sua parte un consumatore che vuole la qualità di un prodotto fondamentale per la sua salute. Sta qui – ha concluso Patuto - il grande ruolo dell’associazionismo e della cooperazione, la garanzia della qualità. In questi anni la cooperativa olearia larinese ha lavorato, e non senza sacrifici, al raggiungimento di questo obiettivo tanto da poter dire, con la piena soddisfazione mia e degli amministratori, dei soci e della clientela, “olio poco, ma buono”, anche in un momento per niente facile come la campagna olearia appena conclusa.

personale. Le dinamiche interne alla FISIOMEDICA LORETANA rientrano nell’autonomo esercizio di gestione aziendale della proprietà e nelle libere iniziative delle organizzazioni sindacali esercitate in linea con le vigenti norme contrattuali e con le disposizioni legislative che regolano i rapporti tra la società ed il personale dipendente. Se l’ASREM aveva già saldato il credito al 31 agosto, attivando i mandati di pagamento per liquidare ogni emolumento al 31 ottobre, non può essere chiamata in causa insieme alle istituzioni regionali per le ritardate mensilità ai lavoratori che non sono imputabili né all’ASREM e né alla Regione.


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7 dicembre 2014

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Un ripensamento per una diversa politica della montagna non è da escludere del tutto

A 4 anni dalla entrata in vigore della legge che le ha tolte di mezzo le Comunità montane rimangono un nodo politico e amministrativo irrisolto Intanto la Giunta regionale, per ridurre le spese della gestione ordinaria, ha stabilito che dal 1 gennaio 2015 rimangano aperte solo due sedi per provincia Nessuno immaginava fosse cosi complicato e difficile liquidare le soppresse 10 Comunità montane. Se ne stanno accorgendo gli amministratori regionali ai quali probabilmente potrà venire a galla il rimorso di aver tagliato in modo brusco e poco razionale una realtà amministrativa e organizzativa per la gestione dei territori montani. La politica per la Montagna, nel Molise non trova ancora un punto di riferimento, un ordinamento, una istituzione che la attui e la valorizzi. Assenza grave, in terrotorio dalle caratteristiche prevalentemente montane. Ma tant’è. Sono anni ormai che dopo averle soppresse le Comunità montane, si sta tentando di liquidarle con l’esercizio (remunerato) dei commissari liquidatori. In avvio dieci, quindi ridotti a due: uno per provincia: D’Alete (già consigliere regionale) a Campobasso, e Cotugno, già sindaco di Venafro, a Isernia. Sono soprattutto i beni patrimoniali a non trovare mer-

cato né compratori: decine di milioni di euro rischiano di rimanere sul groppone. La Regione intanto è costretta ad accollarsi le spese ordinarie (manutenzione degli stabili, luce, riscaldamento, pulizia eccetera) e del personale: decine e decine di dipendenti ai quali, tra l’altro, in forza della legge regionale del 26 gennaio 2012, numero 2, la Regione deve garantire una ricollocazione lavorativa. Il provvedimento riguarda le unità in servizio alla data del 31 di-

cembre 2011, con contratto a tempo indeterminato. Problema, intanto, si aggiunge a problema; i liquidatori faticano a realizzare il mandato; la Regione, come abbiamo detto, è tenuta alle spese ordinarie e a quelle del personale che da anni non ha niente da fare, né viene ricollocato nella sua totalità, ma a spizzichi e bocconi, a piacimento di questo o di quell’assessore, di questo o di quel consigliere regionale. Il quadro che ne viene fuori è il solito quadro naif di un’amministrazione regionale che si muove a strappi, mai con coerenza e determinazione. Ciò vale anche per il modo e i tempi con cui è stato proceduto allo smantellamento delle Comunità montane, senza aver creato un sistema ad esse alternativo (nonostante la legge regionale che ha soppresso le Comunità preveda le Unioni di comuni, in questo caso montani). Permanendo pertanto le difficoltà a toglierle definitivamente di mezzo, va a finire che riemerge magari l’idea di rimetterle in piedi,

non più nel numero di 10, ma quanto basta per creare di nuovo sul territorio un organismo dotato di deleghe operative per assistere e creare economia e occupazione nei luoghi di montagna. Allo stato delle cose imperano il degrado e l’abbandono. Bella conquista, non c’è che dire! A 4 anni dalla soppressione, le Comunità montane rimangono un nodo politico e amministrativo irrisolto. Come la loro liquidazione. Irrisolto anche il carico delle spese sull’erario regionale. La necessità di abbassarle, ha spinto la giunta regionale a stabilire che a partire dal 1° gennaio 2015 sia operata una drastica riduzione delle sedi, per consentire di produrre economie sulla gestione ordinaria, senza peraltro comportare alcun disservizio alle attività svolte dalle strutture commissariali. Per raggiungere lo scopo, è stata ipotizzata la presenza di due sedi operative per provincia. Per la provincia di Campobasso la Regione ritiene che dovranno essere operative la

sede della Comunità montana Molise Centrale e quella che sarà individuata dal commissario D’Alete; per l’area della Provincia di Isernia, il commissario Cotugno definirà a sua volta le altre due sedi. Naturalmente, anche il personale sarà fatto oggetto di razionalizzazione, in attesa che trovi una ricollocazione lavorativa. Dicevamo. Un ripensamento su quanto è avvenuto a seguito della soppressione delle Comunità montane e della loro difficile, se non impossibile, liquidazione, non è da escludere. Non più dieci Comunità, non più decine e decine di dipendenti, ma un organismo specifico che si occupi di gestire e di valorizzare il territorio montano, in linea con la politica nazionale per la Montagna. Un organismo con deleghe specifiche, mirate, produttive. La Campania è a un tiro di schioppo e in quella regione le Comunità montane funzionano a meraviglia. Dardo

L’INTERVENTO

Discarica di Montagano, perplessità per l’ampliamento In attesa di interloquire ufficialmente in aula con l’Assessore Facciolla anticipiamo le nostre perplessità sul progetto di ampliamento della discarica di Montagano. Era inizio febbraio di quest’anno quando il M5S Molise depositò una interrogazione su un investimento cofinanziato da comunità montana Molisecentrale e Regione Molise, che riguardava un ampliamento della discarica di Montagano e che prevedeva una riduzione del costo di conferimento della frazione organica per tutti i comuni molisani. Riduzione ovviamente necessaria per la riuscita dell’investimento. Ad aprile abbiamo ricevuto una risposta scritta (link). Come spesso accade buona parte del testo era già nelle premesse della nostra interrogazione, ma soprattutto non ci ha dato le risposte alle domande che avevamo formulato. Anzi ci ha dato modo di avere ulteriori dubbi sulla opportunità di questo tipo di investimento. Dubbi che cercheremo di illustrare. Qualche settimana fa inoltre abbiamo scoperto un ricorso al Tar che impugnava la delibera relativa all’investimento in questione e altri atti annessi. Un ricorso che sinceramente ci lascia perplessi: ma immaginiamo siano stati evidenziati dei vizi di legittimità che noi almeno non abbiamo riscontrato, almeno per ora. In questa regione è una vita che gli avvocati amministrativisti influenzano la politica, mentre gli unici che continuano a non influenzarla per niente, sono paradossalmente i cittadini. Ma lasciamo perdere, quello che a noi interessa in questo momento invece, è che la sentenza di inammissibilità del TAR è stata strumentalizzata dall’assessore e dalla Giunta come una forma di garanzia sulla bontà dell’intervento di valorizzazione dell’impianto di Montagano. Noi però la pensiamo di versamente. Noi siamo per ridurle le discariche non per ampliarle. Le nostre due domande nell’interrogazione erano chiare: La prima: premettendo che la legge regionale n.6/2011 sopprimeva e metteva in liquidazione tutte le dieci comunità montane, che in seguito negli anni ci sono state disposizioni normative che hanno sollecitato questo processo di estinzione e posto atti di indirizzo più stringenti per i commissari liquidatori, noi chiediamo se la com. montana Molise centrale, seppur la più grande e unica proprietaria di un impianto di smaltimento rifiuti, può ancora stanziare 10 milioni di euro di risorse proprie per un piano di opere pubbliche e 7 milioni e mezzo per il progetto di investimento cofinanziato dalla Regione. Da dove escono questi soldi peraltro e quando finirà questo processo di estinzione?

Nella risposta scritta viene riportato che la comunità montana ha effettuato una analisi dettagliata da cui risulta la sostenibilità finanziaria dell’investimento. Ci chiediamo come mai allora, pochi mesi prima, nel decreto del commissario liquidatore che riguardava il Piano triennale delle opere pubbliche 2013/2015, (progetto di investimento di 10 milioni di euro) il responsabile del servizio finanziario diede espressamente parere negativo in ordine alla regolarità e alla copertura finanziaria? Ma andiamo all’investimento in questione e le sue contraddizioni: La seconda domanda formulata mirava a sapere in che modo nei dettagli l’impianto di biogas previsto nell’investimento della com. montana va a coadiuvare il processo di definizione del piano regionale per la diffusione della raccolta differenziata nei comuni molisani, tanto pubblicizzato dall’assessore. In soldoni con la DGR n.714 del 28/12/2013, viene approvato, con proposta dell’Assessore Facciolla d’intesa con Frattura, un cofinanziamento regionale tramite fondi FSC, e quindi l’avallo, a un mega intervento di valorizzazione dell’impianto già esistente di compostaggio sino a 50mila tonn/anno! Poi si impegna la Comunità montana alla revisione dei costi di conferimento del rifiuto umido per i Comuni della Regione da 77€ a 55€ a tonnellata. Un investimento pubblico così cospicuo che ha lo scopo di arrivare a trattare 50mila tonnellate all’anno di frazione umida, produzione dell’intera regione, è un investimento prettamente economico, perché mira al recupero energetico, ma secondo noi ha poco a che fare con la sostenibilità. Prima di tutto si rischia che l’organico arrivi anche da fuori regione, con una maggiore congestione stradale e conseguente inquinamento, perché non è detto che da Campomarino o da Pozzilli, che si devono accollare i costi del trasporto, vengano a scaricare a Montagano; ma potranno farlo da Caserta o Secondigliano. C’è il concreto rischio comunque che la discarica di Montagano, vicinissima al fiume Biferno e a molti terreni coltivati, diventi la pattumiera della regione e i cittadini della zona infatti sono seriamente preoccupati. Ricordiamo che la discarica è situata in territorio montaganese, ma in linea d’aria è alla stessa distanza con il centro urbano di Petrella Tifernina. Al Comune di Montagano però nell’anno 2011 è stato riconosciuto un rimborso di 250.000 euro, oltre all’azzeramento dell’onere economico per lo smaltimento dei rifiuti comunali, il comune di Petrella invece non ha avuto niente, solo agenti inquinanti e ora ulteriori rischi. La valorizzazione dell’impianto di compostaggio a noi sembra una operazione di facciata perché si vuole chiaramente solo recuperare energia con tutto questo organico e quindi nella sostanza fare soldi coi rifiuti. Movimento Cinque Stelle


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Campobasso

7 7 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

A Baranello è scontro sugli alberi di Natale I due simboli preparati da alcuni cittadini sono stati fatti rimuovere dal Comune per questioni di sicurezza BARANELLO. Singolare lo scontro in atto a Baranello sull’albero di Natale. La protesta viaggia sui social network e la critica dei baranellesi parte dal Comitato di quartiere ‘Largo Zullo nel cuore’ che, nella propria pagina, pubblica un post, rimosso in seguito come nota il primo cittadino Maio, in cui si attacca la scelta del sindaco di revocare iniziative spontanee dei cittadini sull’allestimento di ben due alberi di Natale, uno davantialla Chiesa di S.Michele, nel centro del paese, ed uno nel recinto della vecchia scuola di Largo Zullo. Il sindaco Marco Maio, sotto a quel post specifico, decide di fissare un incontro pubblico con tutta la cittadinanza, ed in particolare con il comitato ‘Largo Zullo nel cuore’, ieri 5 dicembre alle ore 19 presso la sala

consiliare, per far chiarezza sulla questione degli alberi di Natale. Democratico dissentire da parte della popolazione verso certe scelte prese dall’Amministrazione, doveroso far seguire un incontro per chiarirsi e confrontarsi. Peccato che ieri alle ore 19 all’incontro pubblico non c’era nessuno se non il sindaco Maio, ed i consiglieri Domenico Boccia e Mario Di Chiro. Il primo cittadino ha aspettato fino alle 20.30 che qualcuno arrivasse ma la cittadinanza ha scelto di lasciare le contestazioni al livello virtuale dei social network, senza metterci la faccia. In questi giorni stiamo avendo nota della lodevole iniziativa del sindaco di Vinchiaturo Valente di “spegnere le luci e accendere la solidarietà”. Baranello come gestisce i soldi della

luminarie? “Complimenti a Luigi Valente per la scelta ma ovviamente ogni amministrazione fa delle scelte per dare il meglio alla propria collettività. Il Comune di Baranello ha spento le luci da tempo, togliendo questa voce dal bilancio, e decidendo di destinare questo denaro ad altre attività più importanti da svolgere durante l’anno. Senza luci è Natale lo stesso. Anzi colgo l’occasione per ricordare che il Natale di Baranello è più prezioso quest’anno grazie all’evento ‘Baranello Borgo Museo’ e non dimentichiamo che il nostro paese ha vinto il finanziamento arrivando terzo su 41 paesi che ne avevano fatto richiesta. Un ottimo successo, direi” Parliamo del primo albero di Natale, quello allestito spontaneamente da alcuni commercianti del paese, che

avete deciso di rimuovere, perché? “Premetto che in quel caso specifico non c’era in partenza nessuna richiesta di autorizzazione quindi di conseguenza nessuna revoca. Sorvolando su questo, perché comunque la spontaneità dei cittadini va sempre premiata, il problema di quell’albero era la posizione e la sicurezza per i cittadini. La posizione non era idonea e questo me l’ha fatto notare proprio il consigliere Domenico Boccia che abita in quella zona e ha avuto modo di constatare subito che non era il caso di tenere l’albero di Natale tra la porta centrale della Chiesa principale e i paletti di marmo che transennano quello spazio. Insomma messo li, abbastanza grande, l’albero era di intralcio per l’ingresso e le uscite dei fedeli nella Chiesa, ancor peggio se

si pensava a dei funerali e al trasporto della bara in Chiesa. Non solo ma diventava proprio un problema di sicurezza. Considerato che doveva restare lì per ben 40 giorni e sappiamo tutti che nel periodo natalizio la Chiesa è molto più frequentata i 4 tiranti in acciaio, non segnalati in nessun modo, diventavano davvero pericolosi, tra l’altro uno si era già spezzato facendo inciampare una persona. Per cui se qualche donna anziana, bambino o chiunque altro fosse caduto ne sono responsabile io”. Forse non era il caso di farlo spostare anziché rimuoverlo del tutto? “In effetti così abbiamo proposto, cioè di lasciarlo ma di cambiarne posizione ma i cittadini hanno preferito farlo togliere del tutto”.

Positiva l’azione della Polizia sul territorio Controlli a tappeti per la sicurezza dei cittadini a tutti i livelli CAMPOBASSO. Continua l’attività della Polizia di Stato sul fronte dei controlli di pub, bar e locali pubblici notturni ubicati nel Capoluogo e nei comuni limitrofi, spesso ritrovo di pregiudicati e teatro di attività illecite quali lo spaccio di stupefacenti e la prostituzione. Nei giorni scorsi sono stati predisposti ulteriori straordinari servizi di controllo del territorio, svolti con l’azione congiunta della Squadra Mobile, della Polizia Amministrativa e Sociale, della Polizia Scientifica, dell’Ufficio Immigrazione nonché del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara. Controlli, essi, finalizzati ad assicurare il

rispetto della normativa per quanto attiene i predetti locali pubblici ed il contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nonché l’abuso di sostanze alcoliche e dell’abusivismo commerciale. Nell’ambito di tali servizi, ieri, il Questore della Provincia di Campobasso, ha emesso un provvedimento di immediata cessazione dell’attività non autorizzata a carico del presidente di un circolo privato sito in Bojano. Nella circostanza, il personale di Polizia preposto al controllo accertava che il suddetto circolo svolgeva un’attività di vero e proprio locale notturno tipo night elu-

dendo la normativa sulle attività commerciali, di quella fiscale e dei principi di leale concorrenza. Lo stesso locale risultava dotato di pedana per gli spettacoli, musica di sottofondo e bar gestito in forma imprenditoriale. Essendosi configurata una vera e propria attività imprenditoriale, veniva dichiarata la cessazione dell’attività non autorizzata e comminate sanzioni amministrative. Nella decorsa giornata di ieri, inoltre, sempre a seguito di specifici e mirati servizi di controllo del territorio, personale della Squadra Volante fermava presso un noto centro commerciale della zona un

trentatreenne pregiudicato campano, esercitante attività non autorizzata di rivendita gadget e confezioni di abbigliamento. L’uomo risultava gravato da numerosi precedenti penali per truffa ed armi nonchè destinatario della misura di prevenzione del foglio di via emesso dal Questore della Provincia di Campobasso. In virtù delle violazioni riscontrate, gli operatori della Squadra Volante denunciavano il campano all’Autorità Giudiziaria procedendo, altresì, al sequestro amministrativo della merce detenuta e venduta illegalmente nel capoluogo. Campobasso, 06 dicembre 2014

Furto aggravato, denunciato un uomo Aveva asportato ad un’anziana il borsello con soldi e Postamat. Rintracciato dai Carabinieri di Bojano BOJANO. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Bojano, coadiuvati dai colleghi della locale Stazione, con caparbietà e perseveranza, anche a distanza di tempo hanno posto in essere laboriose indagini per assicurare alla giustizia un cinquantenne che si è reso colpevole del reato di furto. Nel mese di agosto di questo anno una donna quarantenne che

si era recata a pregare sulla tomba dei propri cari nel cimitero di questo centro urbano ha dovuto sporgere una denuncia di furto del borsello asportatogli dall’interno della propria autovettura che aveva regolarmente parcheggiata dinanzi il luogo sacro. All’interno del borsello, oltre ai documenti vi era anche la carta “postamat” e, la malcapitata si è vista così assottigliare il proprio conto di circa 2500,00 euro per i prelievi e ricariche

fatte dal malfattore. A seguito di acquisizione di filmati, controlli incrociati del flusso monetario e perquisizione domiciliare in alta città fuori regione, si è addivenuti alla identificazione dell’individuo di sesso maschile M. P. di circa 50 anni. Lo stesso, pur negando l’addebito, è stato deferito a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria che lo ha indagato per furto aggravato.

II DOMENICA D’AVVENTO Era credenza ebraica che il profeta Elia sarebbe ritornato prima della venuta del Messia, e che proprio lui sarebbe stato l’araldo del nuovo Re: “Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore “. Giovanni indossava un vestito di peli di cammello ed una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi. Quella è proprio la descrizione data di Elia (2 Re 1,8). Gli uomini riconobbero Giovanni come profeta, anche se erano ormai passati molti anni da quando si era levata una voce profetica. Giovanni era una luce, dovunque regnasse l’oscurità e il male. “La verità – disse Diogene – è come la luce per gli occhi dolenti”. “Colui che mai offese alcuno”, disse pure, “neppure ha mai fatto del bene a qualcuno”. Ci sono occasioni in cui non è più tempo di usare modi vellutati e gentili, ma è il momento buono per un

sano rimprovero. Giovanni era una voce che chiamava gli uomini a case più elevate. Non è abbastanza dire agli altri ciò che non devono fare, ma è fondamentale che gli orizzonti degli ideali cristiani siano ben chiari davanti ai nostri occhi. Non si può continuare ad essere genericamente offesi da certi atteggiamenti senza iniziare noi un cammino di conversione . Perché altri dovrebbero cambiare mentre noi perseveriamo nell’errore ? Oggi è necessario, soprattutto alle giovani generazioni , una convinta ed autorevole testimonianza di fede viva , lontana da tante chiacchiere inutili , anzi veramente dannosi ! “Convertitevi , perché il regno dei cieli è vicino”. Giovanni era come un segnale che indicava oltre se stesso, verso Dio. Egli non si preoccupò mai di ciò che gli altri

pensavano di lui, né mai cercò la ribalta per se stesso. Per questo oggi invito a pregare così: “ Insegnami, o Dio, ad essere per gli altri un segnale indicatore rivolto verso Te, fa’ che non mi preoccupi tanto di come appaio agli occhi degli altri, ma piuttosto di come sono ai tuoi, Signore. Insegnami ad essere tua luce e tua voce per tutti quelli che mi sono vicini. Nelle mie azioni di oggi, non cercherò le luci della ribalta, prestando meno attenzione a come gli altri mi vedono, e preoccupandomi solamente di essere fedele a Dio, che mi vede sempre e legge nel mio cuore. Anche perché , come dice il Vangelo odierno : “Egli tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”. Mons. Gabriele TETI



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Isernia

7 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

‘Salve, vuole abbonarsi alla rivista della Polizia?’, è una truffa La Questura di Isernia avverte: “Nessun incaricato alle vendite” ISERNIA. Si avvicinano ai cittadini proponendo l’attivazione di abbonamenti a riviste specializzate della Polizia di Stato, tentando di concludere una vendita che non darà in cambio nessun prodotto. In alcuni casi l’approccio avviene telefonicamente o ad-

dirittura con il classico porta a porta. Iniziano a salire i casi denunciati da alcuni cittadini di presunti truffatori che si presentano come poliziotti o collaboratori della Questura di Isernia incaricati alla vendita. In merito a questi episodi la Questura di Isernia, in una

nota scritta, precisa che “non ci sono persone appartenenti alla Polizia di Stato autorizzate a svolgere tali attività di vendita in quanto l’unica rivista ufficiale della Polizia di Stato è il mensile “Polizia Moderna” che viene distribuita a seguito di apposita atti-

vazione di abbonamento on line attraverso il sito istituzionale http://www.poliziadistato.it/poliziamoderna/index.php”. Quindi, a conclusione del comunicato, l’invito ai cittadini a stare attenti e a denunciare episodi simili che dovessero verificarsi. “Pertanto – si

legge – confidando nella già dimostrata collaborazione della cittadinanza, si invitano tutti coloro che ricevono tali proposte, a prestare la massima attenzione ed a segnalare prontamente alle Forze di Polizia la presenza di queste persone”.

Cocaina, arrestata una coppia di pusher Operazione dei Carabinieri a Isernia. Fermati due giovani del luogo ISERNIA – Ancora un blitz dei Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, che nelle ultime settantadue ore hanno già tratto in arresto una persona per furto aggravato ai danni di un esercizio commerciale e denunciate altre otto persone per reati di vario genere. Nella serata di ieri infatti, nell’ambito di un’attività antidroga condotta nel centro di Isernia, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, che già da tempo tengono sotto stretto controllo luoghi di ritrovo per i più giovani e istituti scolastici della zona, proprio per contrastare il fenomeno dell’uso e dello spaccio di sostanze stupefacenti, nei pressi della stazione

ferroviaria hanno intercettato due giovani del luogo, un 30enne operatore sanitario ed una 20enne studentessa universitaria che convivono attualmente presso lo stesso domicilio. I due che alla vista dei Carabinieri hanno evidenziato segni di nervosismo, sono stati fermati e sottoposti ad una perquisizione personale, e le sorprese non sono tardate ad arrivare. Dalle tasche del giubbotto di lui, sono spuntate due dosi di hashish, mentre da un indumento intimo di lei, sono saltati fuori dodici involucri contenenti eroina. A questo punto i militari hanno deciso di fare irruzione anche nell’abitazione dove i due dimorano e, occultate all’interno di un

beauty case, in mezzo a rossetto, smalto ed altri prodotti cosmetici, vi erano ben custoditi altri nove involucri contenenti cocaina ed un bilancino di precisione elettronica, utile per la pesatura e la preparazione delle dosi da immettere successivamente sul mercato illegale dello spaccio locale, ad un prezzo che varia dai quaranta ai cinquanta euro al grammo. Tutto il materiale è finito sotto sequestro mentre la coppia è stata tratta in arresto con l’accusa di concorso nel reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed entrambi trasferiti presso le camere di sicurezza dell’Arma. Le indagini continuano per accertare i canali di rifornimento degli stu-

pefacenti, verosimilmente acquistati in quantità considerevoli nelle zone del napoletano e a Castelvolturno nel casertano, per poi giungere all’identificazione degli acquirenti, tra i quali pare che ci fossero molti giovani della Isernia bene e di altri provenienti dai paesi dell’alto casertano. Dall’inizio di quest’anno salgono a undici le persone arrestate e circa un centinaio quelle denunciate nell’ambito di operazioni antidroga portate a termine dai Reparti territoriali del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia, mentre è di oltre un chilogrammo e mezzo il peso complessivo delle dosi sottoposte a sequestro tra marijuana, hashish, cocaina ed eroina.

L’intervento

PARCO DEL MATESE O AREA DI CRISI! di Michele Petraroia Il meritorio e prolungato impegno dei volontari di LEGAMBIENTE ha permesso di trasformare nel tempo, un’intuizione in una proposta di sviluppo eco-compatibile attraverso la predisposizione di studi di fattibilità, elaborati progettuali, istruttorie tecniche ed iniziative legislative tese a realizzare il Parco Nazionale del Molise. Ringrazio il Presidente Vittorio Cogliati Dezza per la bella lettera che ha inviato alle istituzioni e per aver sostenuto direttamente l’organizzazione degli Stati Generali del Matese dal 6/7 dicembre a Santa Maria del Molise. Ho avuto modo di seguire il confronto sulle scelte strategiche di va-

lorizzazione dell’area matesina ricordando con piacere la relazione di Giovanni Berlinguer a Bojano nella seconda metà degli anni ottanta ad un evento promosso dal PCI e partecipando attivamente all’iniziativa del Senatore Francesco Ferrante che nella scorsa legislatura presentò il disegno di legge per istituire il Parco Nazionale del Matese. In questo arco temporale si è registrata una sostanziale indisponibilità delle comunità locali timorose per l’apposizione di vincoli aggiuntivi e non propense ad optare per un modello di sviluppo considerato troppo innovativo. Le recenti mobilitazioni in difesa dell’ambiente segnano un apprez-

zabile inversione di rotta tanto è vero che un primo nucleo di amministrazioni comunali ha scelto con convinzione di aderire alla proposta istitutiva di un Ente Parco. Onde evitare una strumentale contrapposizione con l’Intesa sul Lavoro del 7 agosto 2014 in cui i comuni, le province, le associazioni imprenditoriali, i sindacati e le associazioni hanno condiviso la richiesta al Governo di attivare le procedure per il riconoscimento dell’Area di Crisi nel Distretto Industriale Campochiaro – Bojano – Isernia – Venafro posto alle falde del Matese, è opportuno approfondire in termini tecnici i due percorsi che se ben pianificati sono perse-

guibili senza elidersi a vicenda. Molte imprese industriali ubicate nei territori di Guardiaregia, Campochiaro, San Polo, Bojano, e di altri comuni del Matese, occupano centinaia di addetti e reggono una parte non marginale dell’economia locale. Questa consapevolezza non deve tradursi in un alibi o in un ostacolo per impedire la realizzazione del Parco del Matese. Contestualmente però non si può ignorare lo stato dell’arte rispetto all’impatto di attività produttive esistenti che andrebbero rimodulate per le emissioni in atmosfera, per gli scarichi nel Biferno e per la conciliabilità con un territorio inserito per

legge in un Ente Parco. Gli studi tecnici approntati rappresentano un riferimento istruttorio importante per superare questo dualismo ma occorre proseguire il confronto con sessioni permanenti in cui con l’aiuto dell’Università, degli Ordini Professionali e degli esperti in materia, si individua una soluzione condivisa che permetta di far riavviare la filiera avicola, la filiera tessile e l’indotto industriale dell’auto, con la contestuale costituzione di un Parco del Matese che rappresenti un valore aggiunto per le comunità locali esaltando le potenzialità paesaggistiche, culturali, turistiche e agricole dell’area.

“Violenza di genere che fare?” L’interrogativo sarà in discussione in un convegno nel pomeriggio a Macchiagodena MACCHIAGODENA – Nel pomeriggio, alle 17.30, si terrà nella Sala Consiliare del palazzo comunale di Macchiagodena, nell’ambito della Campagna Nazionale contro il femminicidio, il convegno “Ti amo da morire. Violenza di genere, che fare?”. «La situazione di emergenza che è stata denunciata dal Rapporto Eures 2014 sul femminicidio in Italia – spiega

il sindaco Felice Ciccone - ci obbliga a riflettere sulle cause profonde della violenza contro le donne in tutti i suoi aspetti e a moltiplicare gli sforzi per prevenirla. Questo incontro è un passo in tale direzione, promuovendo un momento di confronto fra le diverse esperienze di professionisti, con un’attenzione marcata sull’aspetto culturale delle radici

della violenza di genere». Organizzato dall’amministrazione comunale, vedrà la partecipazione di Domenica De Cesare, consigliera comunale di Macchiagodena, Luciana Ruscitto, presidente regionale Turismo verde, Giuditta Lembo, consigliera regionale di parità, Pasqualino De Mattia, segretario provinciale Psi Isernia, Lena Porrone, avvocata, Nadia

Verdile, giornalista e scrittrice. L’incontro sarà moderato da Giovanni Mancinone, vicepresidente Assostampa Molise. «Per poter arginare il fenomeno – dice il primo cittadino - si rende più che mai necessaria la diffusione di un nuovo modello di cultura, da veicolare con un linguaggio differente. È ormai evidente che la sola parità dei diritti non basta: non

sono state eliminate le disuguaglianze e la sudditanza psicologica delle donne, il cui valore come esseri umani è riconosciuto dalla cultura dominante solo in quanto madri e/o mogli. È indispensabile un nuovo modello di cultura, che punti sul rapporto paritario donnauomo e che superi gli schemi tradizionali che vedono quest’ultime relegate a un ruolo secondario».



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Termoli

7 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Dirigenti, si risparmia sull’età ma non sulla libera interpretazione delle normative”

Il consigliere comunale Marinucci sottolinea le inadempienze normative dell’Amministrazione TERMOLI. La questione dei nuovi dirigenti al Comune di Termoli non piace molto al consigliere di Liberatermoli Paolo Marinucci: “Ho letto e continuo a leggere dichiarazioni del Sindaco in merito alle sue nomine dirigenziali dell’Ente che amministra e ogni volta è la solita minestra “Abbiamo risparmiato”. Beh, di sicuro il primo vero risparmio è quello sull’età anagrafica, e non me ne vogliano i dirigenti nominati! Anche questa volta posso constatare che un’ampia fascia di età, precisamente quella che va dai trenta ai cinquant’anni, è stata decisamente tagliata fuori dalla possibilità di ricoprire incarichi e posizioni di lavoro che saprebbero ben gestire. La mia non vuole essere una polemica discriminante, anzi: mi rendo conto che persone con più esperienza abbiano un bagaglio più corposo, ma ciò non significa che professionisti più giovani non siano in grado di ricoprire lo

stesso ruolo specie se, due dei dirigenti nominati “a titolo gratuito”, percepiscono già la pensione e quindi, abbiano comunque un’entrata economica a sfavore di chi un lavoro o non ce l’ha o l’ha perso. L’economia che il sindaco paventa è quella sul non pagamento degli stipendi a due dirigenti che presterebbero la propria professionalità gratuitamente. Ma siamo sicuri poi che prestare il proprio lavoro a titolo di volontariato garantisca un impegno continuo e costante? E come si può chieder conto del loro operato se non percepiscono neanche un centesimo dal Comune?” “Risparmio, a mio avviso, non significa gratuità. Lottiamo per i giovani (e non) che vengono sottopagati o, sempre più spesso, non retribuiti perché ci rendiamo conto che il lavoro è dignità e la dignità la fa anche il resoconto economico di fine mese per il sudore che si investe nel proprio lavoro. Sarebbe stato quindi preferibile dimez-

zare il costo dei dirigenti, di sicuro molto elevato, e non renderlo volontario oltre che orientarsi su figure professionali più giovani, che hanno un approccio diverso e magari più moderno alla risoluzione delle problematiche che investono il nostro Comune”. Inoltre proprio il 4 dicembre scorso con la circolare n. 6/2014 del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione il Ministro Madia ha voluto dare l’interpretazione e l’applicazione dell’articolo 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012, come modificato dall’articolo 6 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 il famigerato “Divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza”. Si legge nella circolare che gli “incarichi vietati, dunque, sono solo quelli espressamente contemplati: incarichi di studio e di consulenza, incarichi dirigenziali o direttivi, cariche di governo nelle amministrazioni e negli

enti e società controllati. Il legislatore ha voluto perseguire gli obiettivi sopra ricordati, vietando il conferimento a soggetti in quiescenza di incarichi e cariche che, indipendentemente dalla loro natura formale, consentono di svolgere ruoli rilevanti al vertice delle amministrazioni.” Inoltre che:”Quest’ultimo è entrato in vigore il 25 giugno 2014, essendo stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del giorno precedente: la nuova disciplina si applica, dunque, a partire da questa data, con la conseguenza che non sono soggetti ai nuovi divieti gli incarichi conferiti fino al 24 giugno 2014 compreso.” Continua sempre la circolare:”Definito l’ambito di applicazione oggettivo della nuova disciplina, va ricordato che essa contempla un’eccezione ai divieti che essa impone, disponendo che incarichi e collaborazioni sono consentiti a titolo gratuito, con rimborso delle spese do-

cumentate, per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile.” Quindi essendo: gli incarichi sono successivi al 25 giugno; i tre incarichi a persone in quiescenza sono a pagamento (quindi non gratuito) quello di consulenza e a titolo gratuito per quello di dirigenza; sono annuali e prorogabili quelli di consulenza e di mandato quelli dirigenziali; Mi viene da pensare che oltre la questione di opportunità cioè quella di “rinnovare e ringiovanire” lo staff dirigenziale come si pone il Sindaco riguardo la circolare e la legge vigente che sono evidentemente in contrasto con l’operato stesso dell’amministrazione comunale? Continuiamo a rischiare così poi il “risparmio” di oggi sarà un “pagamento posticipato” per inadempienze normative?

Tracce di arsenico in un terreno: perchè? di Vincenzo Musacchio* Sono arrivati oggi alla Co.Re.A. le ultime analisi effettuate su un terreno sito in Basso Molise nel quale sono stati rilevate tracce significative di arsenico pari ad 8,58 su 10. Precisiamo che i campioni di terreno sono stati prelevati in superficie e non in profondità e che sul terreno in precedenza era stato coltivato grano per il consumo umano. Non sappiamo ovviamente se la medesima sostanza fosse presente anche nel grano coltivato e in quale misura. Chiaramente pur essendo di pochissimo nei limiti di legge, riteniamo che su questo terreno vadano espletati

i dovuti approfondimenti, pertanto, sentiti gli esperti in materia, abbiamo deciso di comunicare agli organi preposti sia le nostre analisi che la esatta ubicazione del terreno. Sottolineiamo che del problema dell’inquinamento da arsenico si è recentemente occupato l’Istituto Superiore di Sanità, rilevando che l’esposizione dell’uomo all’arsenico è associata a importanti effetti tossici nell’essere umano, tra cui gli effetti cancerogeni a carico di diversi organi. Anche per questi motivi, presenteremo un esposto presso la Procura della Repubblica competente per ter-

ritorio per accertare se possano sussistere anche profili di rilevanza penale. Vogliamo rimarcare, infine, che tutta questa attività di monitoraggio e di analisi è possibile grazie ai contributi volontari di liberi cittadini che credono nella nostra attività e ai quali promettiamo di tutelare sempre e comunque il nostro territorio e la nostra salute. Comunichiamo che sono in corso ancora ulteriori accertamenti mediante analisi chimiche non solo nel Basso Molise. Con questo, non è affatto nostra intenzione fare del facile allarmismo, ma solo portare l’attenzione su una

problematica spesso misconosciuta e sensibilizzare le autorità locali nel prestare la massima attenzione verso la tutela della salute del cittadino. Siamo convinti che per mantenere la qualità e la sicurezza degli alimenti in tutta la catena alimentare sono necessarie, da un lato, procedure operative per garantire la salubrità dei cibi e, dall’altro, sistemi di monitoraggio per garantire che le operazioni siano effettuate spesso e correttamente. * Presidente Co.Re.A. Molise -

Gente di Mare premia illustri termolesi Una manifestazione per rendere omaggio a quanti si impegnano in diversi campi della vita cittadina TERMOLI. Gente di mare, non solo il tributo al Monumento omonimo al porto di Termoli, ma anche la cerimonia di premiazione degli studenti più meritevoli della città, per medie, superiori e carriera accademica. Una manifestazione sempre molto sentita e partecipata che ieri pomeriggio ha tenuto banco al cinema Sant’Antonio, dove il sindaco Sbrocca per la prima volta ha potuto dare merito alle intelligenze più fresche del territorio, ma non solo. Premio speciale alla Guardia di finanza e al reparto aeronavale, coi militari delle Fiamme gialle che si sono resi protagonisti del sequestro più imponente di tutti i tempi a inizio ottobre, reparto rappresentato dal tenente colonnello Di Vito. “Come voi ben sapete – ha esordito Di Vito rivolgendosi al sindaco – il nostro reparto è stato istituito di recente, nel mese di ottobre di quest’anno, in con-

comitanza con questa brillante operazione di servizio che ha consentito il sequestro di due tonnellate di sostanza stupefacente, e dell’arresto e della segnalazione alla Procura, di alcuni soggetti. Il reparto nasce in un ottica di contenimento della spesa, oramai avviata in tutta la pubblica amministrazione e che la Guardia di Finanza ha avviato da tempo. Nasce dalla soppressione di due preesistenti reparti navali, quindi l’organo di vertice ha inteso, da un parte attuare un’azione di contenimento della spesa e dall’altra potenziare un dispositivo navale e terrestre che avesse comunque una competenza regionale. Questo riconoscimento – ha concluso Di Vito – rappresenta per noi una conferma dell’impegno del corpo per quanto riguarda i servizi di vigilanza espletati sia in mare che a terra”. Prima dell’intervento delle Fiamme gialle, passerella

per tutti gli alunni meritevoli, eccoli. Scuola media Bernacchia: Matteo D’Errico, Alessandro Beato, Anna Botticelli, Alessandra D’Agostino, Nicola D’Aimmo, Giulia Di Giulio, Antonio D’Ortona, Rebecca Franchella, Maria Vallario, Cristian Pietroniro, Saverio Quaranta, Noemi De Gregorio, Gabriele Florio, Eleonora Tirolese e Marco Palumbo. Scuola media Brigida: Lorenza Guerrera, Benedetta Biondi, Lorenzo Pietropaolo, Giuseppe Pio Santangelo, Nicola Silvestro, Clara Atorino, Valeria Santoponte. Istituto Boccardi-Tiberio: Ilaria Campestre, Sara Baldassarre, Marina Di Rosa, Lucia Gemma, Natasha Gina Pellegrino, Libera De Luca, Michele Florio, Luca Rossi, Sabrina Bartolacci e Vincenzo Romagnuolo. Liceo scientifico Alfano: Francesco Di Tella, Adri-

Scopri Termoli, tutto è pronto Domani la decima edizione della tradizionale gara cittadina dell’Immacolata TERMOLI. Domani scettro e corona della ScopriTermoli saranno nuovamente in palio. Tante al momento le iscrizioni per la decima edizione di una gara che lunedì prossimo si svolgerà su di un tracciato interamente rinnovato. I lavori in corso nelle strade principali della cittadina molisana non hanno fermato tecnici e vertici della Runners Termoli, cui quest’anno è toccato un impegno extra: vale a dire

riuscire ad individuare un percorso che non avesse smorzato l’entusiasmo di alcuno. E così da un primo ed embrionale elaborato in ossequio al quale quest’edizione avrebbe previsto un circuito da ripetersi più volte la dirigenza della società ha stabilito di rivoluzionare in toto l’altimetria in guisa tale da agevolare e consentire a top ed amatori di interpretare la gara in velocità, limitando cambi di dire-

zione, insidie costituite da automobilisti intolleranti e strappi in lievissima salita pressoché inesistenti. Unica distrazione:il mare che i runners potranno ammirare per quasi tutti i 9,4km indicati nel regolamento. Molte le iscrizioni ad oggi; il termine ultimo per ottenere il pettorale che darà diritto di partecipazione alla gara sarà alle ore 12.00 del giorno 7 dicembre p.v. Per perfezionare l’iscrizione me-

ano Cordisco, Lorenzo Colombo, Davide Cravero, Rosetta Carile, Elisabetta Turi ed Erika Martino. Liceo classico Perrotta: Paolo Ciarrocchi, Riccardo Maria Di Nicola, Massimiliano Pinti, Nicoletta Manes, Andrea Persichillo, Giovanni Sorella e Cristiana Vinciguerra. Istituto alberghiero: Angelica Soccio. Università: Daniela Accettola, Paolo Bitondi, Maria Vittoria Calabrese, Vitoantonio Campanale, Marco Casimiro, Daniele D’Amore, Laura D’Avino, Maria Assunta De Lucia, Filena Di Ceglie, Valerio Di Cillo, Giuseppina Fallarino, Tony Fierro, Valerio Fontana, Michela Gallo, Lucia Galuppo, Michela Maiorino, Giovanni Mastropaolo, Paola Monaco, Nazzareno Nicola Panichella, Giacomo Piccolo, Alessandro Ranieri, Valentina Sammarco, Emanuela Santoro, Maria Lugia Silvestri, Enrica Tullo, Elena Zhmurina e Domenico Zurlo

desima-una volta il regola con la certificazione medica-va inviata una email all’indirizzo di posta elettronica iscrizionicorrereinpuglia.it. Alle ore 9.30 si darà l’avvio alle gare giovanili, seguite dalla competitiva, che sarà valida anche come ultima tappa del circuito Corrimolise. Unitamente alla competitiva sarà dato lo start anche alla “Mi fido di te” manifestazione aperta agli amici a 4 zampe accompagnati dai loro padroni. A completare il ricco programma della manifestazione il concorso fotografico abbinato-come per tradizione-alla gara. Al riguardo va detto agli appas-

sionati che le proprie foto (in formato JPEG e con dimensione minima 1.0 megapixel) dovranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica runnerstermoli@virgilio.it entro le 20.oo del 12 dicembre 2014. Verranno premiati tre tra gli scatti pervenuti che avranno rapito la giuria per l’originalità dei soggetti immortalati o per la tecnica sofisticata utilizzata. Ed allora appuntamento a domani in piazza Sant’Antonio a Termoli per una mattinata in cui prevarranno sani valori sportivi, sorrisi ed atmosfera festosa a 360 gradi.


A cento anni dalla Prima guerra mondiale la ricostruzione storica e politica di quegli anni cruciali in Molise

GiovedÏ 11 Dicembre 2014 alle ore 18.00 nella sala consigliare del Comune di Campobasso si terrà la presentazione del volume La partecipazione è aperta a tutti


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