TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 119 - domenica 24 maggio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa molise sede legale: sessano del molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
giornale saTirico
30.000 copie in omaggio
www.lagazzettadelmolise.it | redazione@lagazzettadelmolise.it resTa aggiornaTo, seguici anche su Facebook
L’Oscar del giorno a Camillo Colella
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Camillo Colella. E’ riuscito a riconquistare le sorgenti dell’acqua Castellina a Castelpizzuto riaprendo, di fatto, l’imbottigliamento ed assicurando l’immagine della qualità di quell’acqua e il lavoro alle maestranze. Mentre tutti cercano di andare via, di spostare la propria impresa va dato atto all’imprenditore isernino di volere continuare a scommettere sul e in Molise. Ed è per questo che l’Oscar se lo è pienamente meritato.
Il Tapiro del giorno a Enrico Colavita
Il Tapiro del giorno lo diamo a Enrico Colavita. e’ stato da poco insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica e le felicitazioni sono venute anche da parte del mondo politico molisano. A noi, però, un tantino non va giù perchè da tempo l’industriale ha spostato gran parte della sua produzione fuori dai confini regionali. Anche a Sant’Elia a Pianisi non è rimasto nulla. Eppure, in Molise ha conosciuto la presidenza della Camera di Commercio, del Patto territoriale del Matese e di Assindustria. Qualcosa poteva pure lasciare per il lavoro molisano!
Cento anni fa l’Italia entrava in guerra
SERVIZIO A PAGINA 3
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 24 maggio 2015
La Formazione professionale così com’è non risponde ai reali bisogni dell’occupazione
Fintanto non sarà varata la nuova legge regionale di settore si abbaia alla luna
L’obiettivo espresso finalmente a tutto tondo sul futuro della Formazione professionale nel Molise, stando alla segreteria dell’assessore regionale alle Politiche sociali, Michele Petraroia, consiste nell’avvicinare, passo dopo passo, il sistema di formazione professionale alle buone pratiche dei territori più avanzati, senza penalizzare nessuno, ma perseguendo una strategia di potenziamento, integrazione e valorizzazione delle attività formative per tutto l’arco della vita delle persone. La presa d’atto, anzi di coscienza, è significativa, ma va verificata sul campo, nella pratica, se si vuole davvero ammodernare, attualizzare, e sollecitare una Formazione professionale fuori dagli schemi obsoleti in cui si mantiene. Per dire: “La Regione Molise dal 2006 ad oggi ha rilasciato 19.313 attestati, di cui 9.884 - circa la metà - riferiti al profilo di <Addetto alla somministrazione e al commercio di ali-
menti e bevande> e 4.716 relativi ai profili di <Operatore Socio Sanitario> e <Operatore Socio Sanitario con formazione complementare in assistenza sani-
CAMPOBASSO. Della Provincia di Campobasso in via di smantellamento, con non poche irrazionalità gestionali, soprattutto dei soprannumerari e la capotica abolizione della categoria dirigenziale, fa particolarmente specie il tergiversare della Regione Molise nella presa in carico della storica Biblioteca “Albino che, tra i fini istituzionali dell’Ente, si accompagna alla cancellazione delle attività culturali, che non sono state poche né insignificanti. Tra le cose da ricordare, l’acquisto e la ristrutturazione del Teatro Savoia, le stagioni teatrali, l’editoria turistico/informativa, la realizzazione della sala convegni della “Costituzione”. Da qualche tempo la Provincia non ha più titolo ad occuparsi di cultura. Tant’è che la Biblioteca è praticamente sottratta alla conoscenza e al sapere, e la sua straordinaria dotazione documentale e libraria preclusa. La vicenda segna il punto più basso della politica locale, soprattutto della Regione Molise che ha deciso assurdamente di non occuparsi di questa situazione (paradossale), di questa condizione kafkiana, né della irragionevole sua posizione di distacco e di disinteresse verso le strutture e le persone che danno accesso e consentono a miglia di giovani studenti molisani di migliorare e arricchire le proprie conoscenze. Viviamo la peggiore transizione storica, contrassegnata da amministratori regionali ignoranti (in senso stretto letterario) e dall’ignoranza. Ma in questo dolente contrappunto di cronaca giornalistica dobbiamo purtroppo annotare che la Provincia si sta rendendo protagonista di un vistoso quanto imputabile atteggiamento. La commissione provinciale alla cultura continua a riunirsi,
taria>”. Stando alla segreteria dell’assessore, alle attuali 113 figure professionali se ne dovrebbero aggiungere una settantina di nuovi profili, i cui standard
formativi saranno individuati attraverso apposite schede professionali. L’aggiornamento e l’integrazione del Repertorio regionale delle professioni, quindi, dovrebbe permettere ai soggetti attuatori percorsi formativi avendo a disposizione uno strumento normativo che li guidi nella presentazione di valide proposte: obiettivo dichiarato da Petraroia nel corso dell’incontro con l’Isfol, l’Ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che opera nel campo della formazione, del lavoro e delle Politiche sociali. La presa d’atto, anzi di coscienza, di cui abbiamo fatto cenno all’inizio, mette pertanto in discussione, sul piano della concretezza, la sequela di finanziamenti annunciati, e in parte avviati, sparsi qua e là nella area delle politiche sociali. Gli strumenti attuativi, per pubblica ammissione, non sono adeguati, né garantiscono il raggiungimenti
Provincia, perchè ancora le commissioni? Il settore Cultura è stato smantellato ma i consiglieri proseguono le attività
pieno degli obiettivi programmatici. Occhio, quindi, ai 600.000 euro destinati ai voucher formativi; ai 500.000 per la replica dell’iniziativa “Alta Formazione in rete” a cui si aggiungono 3 milioni e 500mila euro per i tirocini formativi nell’ambito di Garanzia Giovani. Fintanto non saranno apportati i correttivi necessari (certificazioni delle competenze, accreditamento degli organismi secondo criteri di misurabilità della qualità dell’offerta), non saranno realizzate le riforme procedurali, hanno voglia a dire all’assessorato regionale di Petraroia che “la Regione Molise sta tentando di fare e di dare un segnale di novità rispetto al passato e un nuovo modo di concepire il sistema dell’istruzione e della formazione professionale in un’ottica integrata”. Fintanto non sarà varata la nuova legge regionale in materia, attualmente in fase di concertazione, si rischia di abbaiare alla luna.
pur non avendo più ragione di esistere, a seguito della cancellazione del settore tra i compiti dell’Ente, e i commissari a percepire il gettone di presenza e ad avvalersi delle ore di franchigia. Dobbiamo ritenere che lo stato confusionale venutosi a creare dall’applicazione del Decreto Delrio lasci ritenere che tutto sia possibile nella incertezza delle competenze, finanche di mettere in scarsella qualche euro in più, peraltro non dovuto se, come è nei fatti, le attività culturali non appartengono più alle Province e più che mai alle commissioni provinciali. Lo stato confusionale generalizzato in cui si trovano e dimostrano inconfutabilmente di trovarsi gli amministratori di Palazzo Magno, probabilmente invoglia taluni a glissare le norme, ad approfittare anche del fatto che alla Provincia ormai la dirigenza è stata delegittimata, e l’aggiramento dei regolamenti è un comodo esercizio dialettico. Ma ci sarà, dobbiamo ritenere, qualcuno in grado di raccapezzarsi in questa sorta di sarabanda, che si chieda come sia possibile che la commissione alla cultura continui a riunirsi e i commissari a percepire il gettone di presenza? La segreteria generale che non ha mai posto un argine alle intrusioni (meglio dire, forse, alla voglia di avere tutto sottomano) nei vari reparti e comparti, cosa fa? L’ufficio ragioneria che con Angelo Fratangelo, prima che migrasse alla Regione, è stato un riferimento di sapienza amministrativa, s’è reso conto di questo inguacchio? E i tanti solerti funzionari e i tanti apprezzabili consiglieri che hanno sempre badato a stare nei confini della legalità e della decenza, se ne staranno con le mani in mano?
3 TAaglio 24 maggio 2015 lto Il Centenario della Grande Guerra
CAMPOBASSO. “La Grande Guerra e il Molise”, è il titolo del bel volume curato dal nostro collega, Giuseppe Saluppo e ci serve da spunto per una riflessione nel Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia. In Molise, su oltre 46mila soldati arruolati, i morti furono 5.245, i feriti 22.000, i mutilati 2.312. Gli orfani di guerra risultavano 4.020. Il medagliere vedeva l’assegnazione di un ordine militare Savoia, 4 medaglie d’oro, 308 d’argento e 450 di bronzo. La percentuale dei caduti di età tra 17 e 24 anni sul totale complessivo dei caduti rappresentava il 49%. La percentuale dei mobilitati, pari al 94% dei richiamati, portava il Molise al secondo posto in Italia subito dopo l’Umbria. Già il 10 agosto 1917, Nicola Maria Campolieti, qualche settimana prima di morire sul Carso, aveva scritto su La Provincia di Campobasso: “Io vedrei con orgoglio di Molisano, dopo la guerra, che ogni comune del Molise avesse tenuto esatto conto di quanti uomini furono chiamati in guerra, di quanti furono feriti, di quanti morirono, di quanti furono premiati con ricompense al valore. Su tutte le provincie risulterà certamente non ultima. E su questo fatto riposano i diritti dell’avvenire e l’educazione delle venture generazioni”. E’ questo il senso della Grande Guerra dei nostri avi. “La nostra guerra - scriveva Renato Pistilli Sipio su La Provincia di Campobasso il 23 giugno 1915 - è di liberazione e di purificazione: liberazione delle terre che il vecchio squarquoio dai bronchi putridi fiaccava con la bavosa ingordigia; redenzione delle anime dei martiri che l’ignobile casa d’Asburgo volle alla forza...E’ guerra di glorificazione perché rende a Roma tutto il suo splendore”. La guerra e la violenza erano dunque strumenti cui era necessario ricorrere se si voleva migliorare, rinnovare l’Italia. “Tutto oggi cambia intorno a noi. Fin a n c h e l’esistenza stessa del nostro Paese nella sua libertà, nella sua indipendenza, nella sicurezza dei suoi tesori d’arte, delle sue industrie, dei suoi traffici”. Sembrava quanto mai urgente, di fronte a questo stato di cose, impegnarsi a progettare e costruire un nuovo e diverso modello di società e a fornire questa occasione sarebbe stata proprio la prima guerra mondiale. “Tutte le ne-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il sangue dei molisani per il riscatto del Paese Oggi la celebrazione al Teatro Savoia di Campobasso cessità morali e materiali che imposero la guerra ci resero più buoni e ci diedero una maggiore e migliore coscienza di noi stessi”. Solo la lotta, la guerra, avrebbero potuto rivelare coloro che, individui e popoli, avevano ancora in sé sufficienti energie virili, sufficiente autocontrollo e capacità d’azione per poter aspirare a provocare e successivamente a guidare la rigenera-
zione collettiva. “Premere con la fronte l’infida vetta nemica, contro l’insulto barbarico, fu il sogno radioso degl’intrepidi eroi
e le latere fronti si piegarono nell’ansia estrema, colorando del loro sangue generoso le candide rocce alpine. Non un lamento di dolore, un ultimo grido di vittoria nel nome Santo della Patria e del Re, non un segno di patimento, ma un cenno reciso per un bacio estremo verso il bel vessillo tricolore”. E tanti altri, specie se appartenenti alle ultime generazioni, furono travolti da una sorta di fretta di vivere, dal timore di perdere l’occasione loro offerta dal destino per dimostrare a se stessi, alle proprie famiglie, al mondo, di essere vivi. “E il soffio dell’eroico furore che rivalica i monti, riattraversa il mare e viene a picchiare alle porte delle nostre case deserte, ove reca le nuove dei fratelli, le nuove della morte gloriosa. Questi, o Italia, i tuoi figli che vollero salve le tue sorti...Questi, o Italia, i tuoi figli che contro i forti baluardi alpini, duri nel cimento ardimentoso, a morir s’apprestarono sereni come ad ambito fausto evento. Questi, o Italia, i tuoi figli, nobili vindici del destino, che in custodia ebbero e di gloria infiorarono le fronti pensose, trasumanate dall’olocausto della giovane vita e del fulgido avvenire alla Patria caramente diletta”. Al manifesto futurista Tommaso Marinetti
aveva aggiunto: “Noi esaltiamo il patriottismo, il militarismo; cantiamo la guerra [...] superba fiammata di entusiasmo e di generosità, nobile bagno di eroismo, senza il quale le razze si addormentano nell’egoismo accidioso, nell’arrivismo economico, nella taccagneria della mente e della volontà” . E in Molise sulla stampa interventista si scriveva: “Ma ora una folata di sentimento e di azione ha spalancato le vetrate, ha messo in subbuglio i banchi frigidi tormentatori. E’ venuta la guerra. Viva la guerra”. Il timore di perdere l’occasione tanto desiderata era diffuso. La guerra era dunque, anche e soprattutto dal Molise, un’opportunità da non mancare. “E non basta tuttora, in questa quarta
guerra di Redenzione e d’Indipendenza, in questa guerra magnifica per la grandezza della Patria, vi è ancora una prova della Coscienza Nazionale del nostro Molise...Volle la grande guerra ed ora sopporta a meraviglia i sacrifici che questa richiede. Ma la prova più magnifica è l’olocausto di tante giovani energie che s’offrono alla Patria: la fine di esse sui campi di redenzione, in un’alma battaglia, in un meriggio di gloria o in un tramonto di vittoria è la più bella, la più pura, la più forte delle prove che sa dare la Coscienza Nazionale del Molise”. In questa visione, la guerra rispondeva perfettamente all’età presente, era un fatto assolutamente moderno e non certo un residuo del passato. “Dall’Alpi scenderanno ombre lievi, tenue coorti di spiriti magni, Dei tutelari della Patria, vaghe parvenze di giovani vite, nel cui sacrificio fu redenta l’Italia. Salutino allora, le care ombre i fratelli superstiti, i fratelli redenti, come oggi le salme sanguinose, al posto d’onore, sul campo della gloria”. Ecco spiegato come sia stato possibile tenere per quattro anni milioni di uomini nelle trincee e altri milioni di donne e uomini impegnati nelle nuove catene di montaggio e nei campi in un gigantesco sforzo per sostenere l’impegno militare del Paese. Come per spiegare la corsa degli anziani e delle donne non impegnate nella produzione a impegnarsi nella mobilitazione civile, per dare assistenza ai feriti e alle famiglie dei caduti. Per tutto questo era necessario un forte e inequivocabile senso di identità nazionale, la coscienza dell’importanza vitale della battaglia in corso, il senso preciso dell’ora drammatica che il Paese stava vivendo, impegnato in un conflitto epocale con il nemico che tradizionalmente si era opposto al processo unitario. Caporetto, da questo punto di vista, avrebbe rappresentato una linea di confine, dalla quale si poteva precipitare nel baratro, come avvenne per la Russia negli stessi mesi, o riemergere con una reazione corale, quale quella che si determinò in Italia e, dunque, in Molise.
TAaglio lto
4
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
24 maggio 2015
Domani il terzo ed ultimo appuntamento sulle filiere agroenergetiche
Speditamente verso il Piano energetico/ambientale
Terzo e ultimo incontro per la redazione del Piano energetico-ambientale della Regione Molise e le politiche energetiche del programma operativo regionale (Por). L’esame dei vincoli ambientali, architettonici, paesaggistici e archeologici e le fonti rinnovabili sono stati gli argomenti degli incontri di Marzo e del 18 maggio. Domani seguirà quello sulle filiere agroenergetiche. Il cerchio si chiuderà con questi tre temi sviluppati, approfonditi e illustrati dal curatore del Piano, il professore Livio De Santoli, che s’è riservato poi di porre la sintesi del confronto all’esame dei tecnici, degli amministratori e dei cittadini, ognuno deputato a valutare, suggerire, criticare, apprezzare. Il Piano energetico/ambientale che verrà fuori da questo ampio giro d’orizzonte, è quanto di più democratico e condiviso sia possibile immaginare, come del resto lo aveva preannunciato e voluto il curatore De Santoli. Una volta in possesso dello strumento pianificatore, la Regione Molise potrà stabilire i luoghi della produzione energetica alter-
nativa, i modi, l’entità, le finalità e, soprattutto, potrà impostare una nuova strategia di sviluppo. La stima è che l’occupazione sarà certamente inventività in numero considerevole. L’ambizione di
De Santoli, infatti, è assegnare al Molise un ruolo primario nel settore energetico facendo coesistere la tutela dell’ambiente con lo sviluppo del territorio, e di porlo nelle condizioni di rac-
cogliere con le proprie politiche energetiche il massimo delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale. Siamo alla soglia di una nuova frontiera in cui l’energia alternativa diventa il propel-
lente dell’economia, il punto di leva degli investimenti, il parametro di una nuova e diversa qualità della vita. L’approccio al Piano è stato studiato in modo morbido e accattivante da De Santoli, bravo a illustrarne i contenuti, bravo a sollecitarne l’interesse, bravo a chiedere la disponibilità della politica regionale e degli operatori economici sul territorio ad assecondarne l’applicazione. Ciò che si dovrà prefigurare nel tempo è una nuova mentalità intorno ai concetti basilari della produzione di energia, del suo uso corretto e della sua efficienza. Il futuro è racchiuso in questa sfera: ambiente ed energia. Dalla loro coesistenza e dalla loro esaltazione in chiave di razionalità, innovazione e tecnologia applicata dipenderà gran parte destino socio-economico degli anni a venire. De Santoli vuole anticipare i tempi creando le condizioni oggettive perché il Piano, oltre il valore tecnico/programmatorio, sia un costante riferimento nella vita di ogni singolo cittadino in materia dell’uso energetico.
Zuccherificio, in trepidazione i lavoratori TERMOLI. Lo stato passivo sarà valutato il prossimo 20 ottobre quando ci sarà l’adunanza tra i creditori e i curatori fallimentari dello Zuccherificio del Molise Spa. Sarà questa la prima ‘tappa’ del processo fallimentare partito ieri mattina dopo la pubblicazione della sentenza con cui il giudice delegato Rinaldo D’Alonzo ha disposto la risoluzione del concordato preventivo. Nelle circa 10 pagine della sentenza D’Alonzo ricostruisce anni di debiti e mancati versamenti dalla New.Co alla Spa, tra i quali anche il mancato pagamento del fitto del ramo di azienda che era una delle condizioni primarie del concordato preventivo. Una sentenza con la quale, oltre a nominare Mirella Mileti e Nicolino Musacchio quali curatori dello Zuccherificio, il giudice ha anche disposto di procedere “immediatamente all’apposizione dei sigilli sui beni che si trovano nella sede principale dell’impresa e sugli altri beni del debitore” oltre a dichiarare e segnalare alla procura di Larino lo stato di insolvenza della Srl. Una situazione che, adesso, si fa tutta in salita per la New.Co. Se, infatti, nella
Dopo il fallimento i rischi sono ora anche per la Newco. E la Regione?
sentenza non si parla né della prossima mini campagna né del bando di vendita della Spa, in scadenza al 9 giugno con un prezzo a base d’asta di 14milioni 500mila euro, l’incertezza aleggia tra i dipendenti e i sindacati che, nell’immediatezza della sentenza, hanno chiesto al Governatore Frattura e all’assessore Facciolla un incontro urgente per fare il punto su quello che sta
succedendo e soprattutto per cercare di capire quale sarà , adesso, il futuro della Newco. La ristrutturazione dell’industria europea dello zucchero ha avuto un grande impatto anche in Italia. Il nostro paese ha dovuto rinunciare – con la drastica riduzione delle quote – alla produzione di un milione di tonnellate di quota zucchero, passando da 1,5 milioni pre-riforma alle attuali 508 mila.
Contestualmente gli zuccherifici sono passati da 19 a 4, con la chiusura di ben 15 stabilimenti e, di conseguenza, le superfici a barbabietola sono scese da 250 a circa 50-60 mila ettari. In sostanza, la quota di produzione dell’Italia nell’Ue è passata dall’8,6 al 3,8% e oggi il paese produce solo il 30% del suo fabbisogno di zucchero e ne importa il resto. Ma al peggio non c’è mai fine.
“Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento comunitario in materia – prosegue Ronconi – al settore potrebbe essere inferto l’ultimo colpo letale. La via imboccata, infatti, è quella di un’ulteriore riduzione della produzione di zucchero del 50% a livello europeo per favorire la crescita economica dei paesi in via di sviluppo impegnati nella coltura della canna. A partire dal 2016 con l’abolizione delle quote e dei sistemi compensativi previsti dalla politica agricola comune (Pac), il destino degli ultimi quattro zuccherifici italiani potrebbe così essere segnato”. “E’ la conferma –conclude Ronconi – che la filiera dello zucchero in Italia e in Europa sta per essere spazzata via. L’agricoltura in senso stretto subisce così un duro colpo e l’effetto sostituzione di questa nuova realtà industriale sarà inferiore rispetto ai volumi occupazionali che ruotavano intorno alla barbabietola. Anche per queste ragioni ci stiamo battendo a livello nazionale e comunitario per ottenere almeno una proroga fino al 2020 del sistema attuale”.
TAaglio lto
5 24 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Consiglio comunali in successione dal 25 al 29 maggio
Il sindaco Battista minimizza e insabbia il dissenso nella maggioranza, le opposizioni vanno all’attacco dei Piani di recupero
Minimizzare, insabbiare, ridurre al minimo ogni dissenso e contrarietà: il sindaco Battista sta rivelando ottime doti diplomatiche, insieme a quelle attendiste con cui da un anno, quello appena scaduto, sta portando avanti la sua sindacatura senza eccesivi contraccolpi. Nonostante, come sappiamo, il gruppo Pd gli abbia presentato un documento in cui non mancano delusioni e rivendicazioni, gli assessori Chierchia (Urbanistica) e Maio (Lavori pubblici) siano continuo bersaglio di critiche per la vacuità del loro operato amministrativo, e l’intergruppo dei moderati si dica ampiamente insoddisfatto (purtroppo anche di se stesso se, come sembra, all’iniziale coesione stanno seguendo minifratture e cali di tensione). Il indaco Battista ha minimizzato e tutto sembra essere rientrato nella routine, anche la caduta del numero legale per l’approvazione del Bilancio consuntivo per l’assenza determinate del consigliere Madonna, peraltro voluta ed ostentata.
Il primo cittadino, dicono, temporeggi in attesa che il city manager Antonio Iacobucci gli consegni la proposta di riorganizzazione dei servizi e degli uffici. Operazione che nelle intenzioni generali dovrebbe generare una nuova
Stupisce l’atteggiamento genuflesso della CGIL ancora una volta compiacente rispetto a temi sensibili, quali la localizzazione di industrie chimiche altamente inquinanti nel nostro territorio. La ricaduta occupazionale non va confusa con il diritto alla salute ed il rispetto di tutte quelle procedure a presidio di irrinunciabili e non negoziabili diritti costituzionali dei cittadini. Le considerazioni espresse da ciò che resta di una delle principali rappresentanze sindacali, dopo i noti successi delle gestioni delle crisi GAM, ITR, Zuccherificio ecc., lascia basiti e denota una scelta di svendita alle multinazionali del nostro territorio non più accettabile, anche per gli effetti e per le inevitabili ricadute sul tessuto produttivo ed occupazionale, rappresentato non già dalle 20 unità non più assunte (molte delle quali, di sicuro altamente esperte e probabilmente provenienti da fuori regioni), ma anche e soprattutto dalle inevitabili e non calcolabili ripercussioni negative che tali localizzazioni provocano sulla qualità dell’agricoltura (e dei numerosi occupati che da generazioni ne gestiscono le innumerevoli e connesse attività) e sulla ricettività turistica (i cui interessi sembrano essere stati totalmente dimenticati dalla nostra cara CGIL). Siamo in presenza non soltanto di una miopia normativa ed istituzionale frutto di abile disinformazione (visto che le azioni del Codacons rivendicavano il rispetto delle procedure di monitoraggio e valutazioni ambientali che nel caso delle autorizzazione della Momentive sono state, a
mentalità di lavoro, una diversa motivazione, soprattutto nei vertici dirigenziali. La proposta tarda perché non è stata ancora risolta la possibilità di acquisire dal personale provinciale in esubero ciò che farebbe al caso di Pa-
lazzo san Giorgio. Nel frattempo, minimizzando e insabbiando, sono i gruppi di opposizione che dettano gli ordini del giorno. Domani, lunedì, torna il bilancio consuntivo. Quindi il 27 l’assemblea tornerà a riunirsi per discutere del forno crematorio (argomento in linea con l’urgenza di bruciare i malumori di destra, di centro e di sinistra) e il 29, per discutere di urbanistica, in particolare, come ha dettato l’ingegnere Coralbo, “per elaborare un provvedimento di modifica alla attuali norme tecniche comunali che diano risposte certe in merito alla trattazione delle aree ricadenti nella cosiddetta perimetrazioni Lucarino”. Cioè di un provvedimento urbanistico del 1999 che l’amministrazione comunale non ha mai voluto o saputo gestire, consentendo che si continuasse a costruire in deroga, anzi, senza regola. Il Piano casa regionale ha assegnato 120 giorni all’amministrazione di Campobasso per definire nornativamente quella pe-
rimetrazione, diversamente potrebbe intervenire con potere sostitutivo la Regione. Ipotesi che i proponenti il consiglio comunale del 29 vogliono evitare, pensando loro di mettervi mano. L‘intervento di Lucarino del 1999 altro non era che una proposta di Piano di recupero. Ossia ciò che si vuole realizzare con l’elaborazione di un provvedimento di modifica delle attuali norme tecniche. Ma a Palazzo san Giorgio qualsiasi cosa che rischi di essere normalizzata, catalogata, definita e incasellata viene evitata come la peste. A Palazzo san Giorgio va di moda la libera interpretazione, il libero arbitrio, il libero discernimento. Guarda caso, sempre in favore di qualcuno e di qualcosa. Per questo temiamo che il consiglio del 29, che vorrebbe affrontare un’ipotesi di normalizzazione di una notevole area urbanistica, potrebbe andare deserto. Dardo
Momentive, la salute dei cittadini e dei lavoratori non va svenduta nostro avviso, inspiegabilmente omesse e come tali censurate dinanzi ad organi giurisdizionali), quanto di una sintomatica sintonia con il Presidente di Assindustria. Che cos’è, un invito al silenzio quello della CGIL? Un monito a tacere per non disturbare i padroni? Un timore di perdere il brand o la royalty di un diritto di critica forse troppo timidamente gestito ed esercitato in questi anni di sistematici fallimenti dei principali capitani di industria molisani? E’ democrazia, questa? O un discutibile attacco al sacrosanto diritto di critica e alla doverosa attività di controllo sul rispetto della normativa sulla tutela dell’ambiente e della salute di cittadini e lavoratori? Se è tutto in regola, perché l’azienda rinuncia? E, soprattutto, si è documentata la CGIL prima di prendere posizione oppure si è limitata a fare da portavoce degli imprenditori privati? Allora stiamo ai fatti. Il Codacons ha promosso un ricorso al Tar avverso i provvedimenti di autorizzazione, segnalando plurimi profili di violazione di legge e di
carenza di istruttoria sia in materia ambientale che epidemiologica (vedasi la mancanza dei dati del cd. Registro dei tumori e l’assenza di quelle procedure di istruttoria e di valutazione ambientale che la vigente normativa impone) che evidentemente erano fondati, se solo pochi giorni dopo, il Comune di Termoli, che aveva rilasciato le autorizzazioni edilizie -forse con troppa fretta e troppa disinvoltura ha immediatamente fatto marcia indietro, annullando tutto in autotutela e riscontrando addirittura vizi di nullità degli atti. Pretendere che siano rispettate le regole in materia di industrie inquinanti a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini è un dovere, non un optional che può essere barattato secondo le conenienze. Dovrebbe saperlo bene perfino la CGIL”. Per il Codacons Molise Avv. Giuseppe Ruta Avv. Massimo Romano
* ! % " ! ( ' % "%
) ! ' ! "%
('" " * "!
&'
!)
%"! !$( % % !
#" &&" ' & ''"% " %
+ #"&& "!' '' % ' "! ! &'% * "! ") %' ! ' "%
!' " !) % (!
Campobasso
7
Tutto quello che gli altri non dicono
24 maggio 2015
senza alcun finanziamento pubblico
Memorial Battistini, oggi il via Alle ore 11 partirà la prima macchina dei 90 piloti iscritti La manifestazione è valida per la terza prova del Campionato italiano Ci siamo per il 23esimo Slalom Città di Campbasso - Memorial Gianluca Battistini. L’Automobile Club di Campobasso, la Tecno Motor Racing Team e la Molise Racing stanno lavorando da un anno per questo appuntamento, realizzato con il patrocinio della Regione Molise, della Provincia di Campobasso, del Comune di Campobasso e del CONI Molise. Da domani si accenderanno i riflettori per la gara automobilistica, cresciuta in queste 23 edizioni fino ad ottenere la validità internazionale. Chiuse le iscrizioni: saranno 90 i piloti al via. Per la quinta tappa Cez (Central European Zone), otto i piloti europei che hanno scelto la gara mo-
lisana; tra questi, il campione europeo slalom 2014 Viktor Mechl dalla Repubblica Ceca. Allo start del Memorial Battistini, un nutrito gruppo di piloti provenienti da ogni parte d’Italia per disputare la terza prova del Campionato Italiano.
Su tutti, il “padrone di casa” Fabio Emanuele, il pilota della Campobasso Corse quattro volte campione d’Italia. Il driver campobassano ha preso parte a 20 edizioni dello Slalom Città di Campobasso - Memorial Ginluca Battistini; la prima partecipazione fu
nella terza edizione della corsa e la prima vittoria arrivò nella quinta. Fabio Emanuele si presenta al via della 23esima edizione con la sua Osella PA/9, così come il suo compagno di scuderia il campano Luigi Vinaccia. Tra i big, anche Salvatore Venanzio; il pilota dell’Autosport Sorrento gareggerà su Radical SR4. Diversi i piloti in gara su Fiat X 1/9. Si prevede battaglia per la vittoria finale. Il Campionato Italiano Slalom 2015 ha in calendario nove prove. La tappa molisana è la terza; nelle prime due uscite Fabio Emanuele ha portato a casa altrettanti successi. Le verifiche tecnico-sportive di ieri pomeriggio hanno dato il via ufficiale alla 23esima edizione dello
Slalom Città di Campobasso; l’appuntamento è stato alla Concessionaria Vitale Motor. Oggi la gara. Alle 11.00 parte la prima macchina per la manche di ricognizione; alle 12.30 comincia la corsa che finirà intorno alle 17.00 dopo le tre manches previste. Durante le verifiche, la gara e le manifestazioni collaterali tutti gli appassionati potranno registrarsi e ritirare il braccialetto giallo in ricordo del 23° Slalom Città di Campobasso. L’ACI di Campobasso, la Tecno Motor Racing Team e la Molise Racing sono pronte per la gara, resta solo da accendere i motori e godersi lo spettacolo!
L’intervento
Nessuna rottura all’interno del Pd al Comune di Lello Bucci
Altro tema dibattuto sarebbe una presunta “guerra” all’interno del PD che avrebbe portato lo stesso gruppo dem a stilare un documento di doglianze rivolto al Sindaco. Anche ciò è assolutamente inventato da chi non riesce a polarizzare l’attenzione della stampa su tematiche degne di attenzione e cerca quindi di romanzare sul nulla. Il documento stilato dal gruppo PD non è un documento di doglianze, come alcuni hanno riferito, ma un documento propositivo in cui si ribadisce la volontà di essere trainanti dell’intera maggioranza, di voler collaborare in maniera incondizionata con l’intera giunta e di affiancare il Sindaco in nell’attuazione di importantissimi obiettivi come la raccolta differenziata, l’affidamento del terminal e del trasporto pubblico urbano, l’affidamento degli impianti sportivi. Per quel riguarda la mancanza del numero legale nell’ultimo consiglio comunale, bisogna precisare che ciò è dipeso esclusivamente dalla contemporanea assenza per motivi di lavoro di alcuni componenti della maggioranza. Se veramente le oppo-
sizioni, come sbandierano ai quattro venti, avessero voluto il bene della città, invece di scimmiottare assenze che nulla hanno a che vedere con motivazioni politiche, sarebbero entrati in aula a partecipare al dibattito sul conto consuntivo. Tantomeno alcuna spaccatura politica fra lo scrivente ed altro componente del PD. Il fragoroso scambio di idee si riferiva ad un equivoco di carattere prettamente tecnico sulla presenza in aula. Nulla di più. Tant’è che lo stesso consuntivo verrà comunque approvato, senza tentennamenti , il prossimo lunedì. Infine riguardo all’annullamento della commissione lavori pubblici di oggi 22 maggio. Anche in questo caso le opposizioni, in particolare il simpatico movimento cinque stelle, con enfasi cinematografica degna del miglior Ron Howard, ha riferito di un’ennesima spaccatura all’interno della “variopinta maggioranza”. Innanzi tutto la commissioni lavori pubblici, pur se ad interim a causa delle dimissioni del presidente, al momento dell’annullamento era presieduta dal vicepresidente
Gravina (movimento cinque stelle), che ben avrebbe potuto insistere sullo svolgimento della commissioni che aveva ad oggetto il terminal ed il trasporto pubblico, in quanto aveva avuto il parere favorevole dello scrivente a relazionare in merito, in quanto delegato alla mobilità. In realtà l’annullamento è stato dovuto alla decadenza delle commissioni (che avveniva proprio il giorno della convocazione) insieme alla considerazione che tale argomento sarebbe stato più opportunamente messo all’ordine del giorno dal nuovo Presidente che prossimamente verrà nominato in occasione del rinnovo di tutte le commissioni permanenti le quali, con delibera di consiglio, verranno ridotte e rinnovate. In conclusione, non si vorrebbe rovinare il week end alle simpatiche opposizioni, ma la maggioranza è più coesa che mai e perfettamente concorde nelle principali azioni di governo anche se in alcune occasioni la dialettica interna porta a discussioni molto accese.
Ancora un premio per il liceo “G. MANZU” Gli studenti campobassani si sono classificati terzi al concorso nazionale CAMPOBASSO. Terzi classificati al concorso nazionale “ Il cibo nella Bibbia: ricercare e condividere il pane”. Si tratta di una iniziativa didattica rientrante nell’ambito di quelle legate all’evento dell’Expo’ 2015 di Milano rivolte a tutte le scuole d’Italia di ogni ordine e
grado e sostenute dal Miur. Nello specifico “ Il cibo nella Bibbia: ricercare e condividere il pane” e’ stato promosso dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e l’autonomia scolastica e da Biblia-Bes, associazione laica di cultura biblica.
Gli studenti sono stati premiati per aver realizzato un cortometraggio che, a partire da una attenta lettura del testo biblico “il libro di Rut” , ha dato loro la possibilita’ di riflettere e approfondire le problematiche connesse all’attuale crisi economico-sociale .
Il video infatti, attraverso immagini, musiche e testi significativi, ben evidenzia il panorama mondiale delle disuguaglianze sociali ed economiche odierne che viene messo in relazione con il contesto storico dell’episodio biblico. La personale interpretazione del
testo e’ dunque cio’ che ha permesso agli studenti di conseguire un risultato cosi’ ragguardevole. La premiazione si svolgera’ a Milano, presso la Cascina Triulza – Expo 2015 il giorno 19 maggio 2015.
9
Isernia
24 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“No Lotto Zero” Contro la realizzazione del tratto di strada, conferenza stampa-assemblea pubblica ISERNIA. Il Comitato “No Lotto Zero” indice venerdì 29 Maggio una conferenza stampa, seguita da una pubblica assemblea, all’ex lavatoio alle ore 17.30 per spiegare le ragioni e le iniziative che si intendono mettere in campo per contrastare il progetto di costruzione della bretella stradale di collegamento PescheMiranda che, oltre ad essere incredibilmente costosa (130 milioni di spesa previsti per soli 5,450 km.) e inutile per il risparmio sui tempi di percorrenza (mediamente 2-3 minuti), mette seriamente a rischio l’ap-
L’intervento
provvigionamento idrico della città di Isernia. Le 2 gallerie e gli 8 viadotti programmati incidono direttamente sulle falde acquifere e nessuna relazione tecnica ha escluso la possibilità che avvengano fenomeni irreparabili per l’equilibrio idro-geologico dell’intera zona. Potremmo ritrovarci per irresponsabilità, superficialità e indicibili interessi privati in una drammatica situazione per la nostra città, famosa per l’abbondanza e salubrità delle sue acque tanto che molti storici indicano
la radice del nome Isernia in “luogo ricco di acque”. Nei documenti da noi resi pubblici abbiamo analizzato e spiegato con numerosi e approfonditi argomenti le ragioni della nostra radicale opposizione a quella che per la nostra realtà si può considerare una “grande opera”. Negli ultimi mesi è stato chiesto più volte ai nuovi responsabili politici di prendere posizione sull’argomento. Ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta. Lanciamo un invito pubblico e un ap-
pello ad incontrarci in questa occasione in modo da poterci confrontare serenamente nell’esclusivo interesse della città. Venerdì 29, oltre i cittadini che vogliono dare il proprio contributo, invitiamo il Sindaco di Isernia nonché presidente della Provincia, i sindaci di Pesche, Miranda e Carpinone, i consiglieri comunali dei comuni interessati, siano espressione di maggioranza o di opposizione e il responsabile, di recente nomina, del Lotto Zero per il Comune di Isernia.
Confidiamo e ci auguriamo che questo nostro invito venga accolto dai nostri amministratori in modo che dal confronto possa nascere la consapevolezza della gravità della situazione che potrebbe determinarsi per decisioni prese da politici e tecnici che non rispondono più all’opinione pubblica del loro passato operato. I rischi che da tempo sono stati più volte e da più parti denunciati non consentiranno a nessuno in futuro di dire “io non c’ero, e se c’ero non sapevo”.
Inutili le commissioni consiliari di Stefano Testa*
Non molto tempo fa lamentai pubblicamente la inutilità delle commissioni consiliari evidenziando che la commissione preposta alla analisi, verifica e controllo sui bilanci non veniva minimamente interessata sulle questioni di propria competenza, Ebbene, ancora una volta, si è ripetuta la farsa. L’Amministrazione Comunale che avrebbe dovuto portare in Consiglio il bilancio Consuntivo sul 2014 entro il 30 Aprile non avendo provveduto in tal senso è stata di nuovo bacchettata e diffidata dal Prefetto rispetto a questa grave inadempienza che se non sanata conduce direttamente allo scioglimento del Consiglio Comunale. Solo in seguito alla diffida prefettizia, infatti,
è stato convocato per il giorno 28 maggio il Consiglio Comunale per l’approvazione del Bilancio mentre la Commissione preposta al Bilancio è stata convocata il 21 maggio: cioè a 6 giorni dalla sua discussione e dalla sua approvazione. Resta il fatto che la convocazione così tradiva della Commissione preposta rappresenta chiaramente uno schiaffo a quei consiglieri che da sempre cercano di dare contributi positivi in quanto a soli 6 giorni dal Consiglio Comunale non v’è più tempo per apportare modifiche di alcun tipo al documento contabile in discussione. Pertanto si tratta di una era e propria imposizione della volontà del Sindaco e della Giunta che, ancora una volta, sanciscono il loro disprezzo verso la funzione
che la legge assegna ai consiglieri comunali. Per tutte queste motivazioni, i consiglieri di minoranza Testa e D’Apollonio presenti in commissione hanno ritenuto opportuno abbandonare la riunione e stigmatizzare l’atteggiamento del Sindaco e della Giunta che, come sempre finora, sono sprezzanti rispetto al ruolo ed alle funzioni dei consiglieri comunali. Gli stessi consiglieri di minoranza hanno inoltre dichiarato di rinunciare gettone di presenza, nella considerazione che la commissione così convocata presenta elementi di anomalia per la sua inutilità visto che in soli 6 giorni non sarebbe stato possibile apportare modifiche e/o varianti al documento da visionare e, nel contempo, per fare emergere
forte il dissenso che cova all’interno della maggioranza. Incredibile ma vero, infatti, una volta venuta meno la minoranza la seduta della commissione è stata sciolta data l’assenza di pezzi importanti della maggioranza. Il Bilancio Consuntivo pertanto andrà in Consiglio Comunale anche questa volta in ritardo e senza il parere favorevole della Commissione bilancio. Non voglio essere cattivo, ma tutto questo significa sfiducia verso l’amministrazione di appartenenza ed il sindaco farebbe bene a prenderne atto. * Consigliere Comunale
Fascitelli, gli studenti in piazza Ieri la protesta per chiedere l’ultimazione dei lavori di ristrutturazione del Liceo ISERNIA. Ieri i ragazzi del Liceo scientifico Fascitelli di Isernia, hanno organizzato un corteo partito da corso Risorgimento sino ad arrivare alla sede dell’istituto in corso Garibaldi. Motivo della protesta, la mancata ripresa dei lavori di ristrutturazione dell’edificio e l’ulteriore rinvio della ‘restituzione’ dell’Istituto agli studenti, promesso da Brasiello a settembre scorso e slittato, invece, a dicembre,durante le vacanze natalizie. Nonostante l’erogazione da parte della Regione di 700mila euro. A settembre 2014 il primo cittadino, durante una raccolta firme degli studenti del classico - che si battono da mesi per
ottenere l’impegno delle istituzioni al fine della riapertura dello stabile - aveva promesso che, se fosse stato candidato a presidente della Provincia, la vertenza ‘Fascitelli’ avrebbe fatto parte dei punti salienti del suo programma elettorale. Ma, ora sembra che al momento questa causa non sia più tra le sue priorità. Inoltre la ditta incaricata dei lavori, è ferma da 3 mesi per mancanza di fondi, necessari al completamento delle opere di ristrutturazione. Ma c’è di più: il 13 maggio scorso sembrava che i lavori fossero riniziati ma appena 24 ore dopo, tutto
fermo, ancora una volta. Ragion per cui gli studenti sfileranno per la città,assieme ai ragazzi delle altre scuole che li appoggeranno. Giunti dinanzi al ‘loro’ liceo, poi, aspetteranno Brasiello e i funzionari della Provincia per avere le dovute spiegazioni.
11
Termoli
24 maggio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Perchè Montenero possa continuare a crescere” Il sindaco uscente Nicola Travaglini rilancia la sua azione per il territorio Dopo un percorso amministrativo durato cinque anni, costellato da risultati davvero lusinghieri, la lista Uniti per Montenero, guidata dal sindaco uscente Nicola Travaglini, sembra sempre più lanciata verso la riconferma. “Abbiamo costruito una lista di indubbio valore - ha dichiarato Travaglini - che si avvale della presenza di persone con un curriculum di tutto rispetto, sia dal punto di vista amministrativo che umano e professionale. Esprimo quindi a tutti i candidati della lista Uniti per Montenero il mio grazie e la mia riconoscenza per aver apprezzato il nostro impegno, il nostro lavoro e per aver condiviso le scelte pro-
grammatiche che tutti insieme porteremo avanti nel nuovo Consiglio Comunale. Voglio sgombrare il campo da ogni illazione: tutti noi stiamo insieme perché crediamo di poter operare per il bene di questa comunità, andando oltre le singole sensibilità politiche. Lo abbiamo fatto perché abbiamo intuito fin dal 2010 che i piccoli e medi comuni avrebbero avuto tutto da guadagnare dalla collaborazione e dalla condivisione. Noi abbiamo lavorato sempre per includere e non per escludere, per dialogare e non per arroccarci sulle nostre convinzioni, per confrontarci e non per accusare, come hanno fatto altri, al limite della diffamazione. Questo metodo ha portato i suoi frutti che, oggi, mettiamo a disposizione della comunità. Ci presentiamo quindi ai nostri concittadini sereni per aver fatto fino in fondo il nostro dovere e determinati per poter affrontare le nuove sfide che ci attendono dal 1° di giugno in poi.
Abbiamo attuato gran parte del programma che avevamo proposto all’inizio del mandato e abbiamo avviato quel processo di cambiamento e rinnovamento che i cittadini ci avevano chiesto. E’ stata una sfida dura, certo, ma anche avvincente. Nessuno può negare come il quinquennio appena trascorso sia stato caratterizzato dalla peggiore crisi economico-finanziaria che l’Italia abbia vissuto dal dopoguerra ad oggi; il progressivo taglio delle risorse statali, regionali e provinciali nei confronti dei comuni, ha determinato una costante rimodulazione dei programmi amministrativi che ci eravamo prefissati di realizzare. Una congiuntura economica oggettivamente
penalizzante, ma che non ha frenato il nostro impulso; abbiamo infatti guardato prima di tutto alle persone e alle loro esigenze concrete, cercando di fornire le soluzioni migliori ai vari problemi prospettati; abbiamo risposto alle domande dei nostri cittadini in difficoltà, alleviando le problematiche più gravi a chi si è venuto a trovare in condizioni di oggettiva e comprovata indigenza; abbiamo dato ascolto e servizi alle fasce più deboli della popolazione, specie ai minori, agli anziani e alle persone colpite da patologie fortemente invalidanti; abbiamo realizzato opere importanti per il nostro paese, affinché si potessero risolvere antiche e nuove questioni di viabilità, di forniture idriche e fognanti, di riqualificazione degli edifici scolastici, di riqualificazione di zone antiche e di grande valore culturale, storico e turistico, come quella delle grotte arenarie. Di tutto questo andiamo fieri. Il lavoro che ci attende nei prossimi cinque
anni è scandito da un programma amministrativo chiaro e costruito sulle fondamenta dell’esperienza; su di esso edificheremo il futuro di Montenero, per essere sempre più protagonisti di questo territorio e della nostra regione. Chiedo ai miei concittadini la serenità di giudizio sui fatti, oltre che sulle persone che compongono la nostra squadra, mettendo da parte le menzogne diffuse ad arte nelle ultime settimane da chi evidentemente non sa più come carpire la buona fede degli elettori. Noi siamo qui, alla luce del sole e ci mettiamo la nostra faccia”. L’Amministrazione comunale ha quindi realizzato opere di varia natura, con l’intento principale di migliorare la qualità della vita dei cittadini, di valorizzare, ottimizzare e razionalizzare il patrimonio immobiliare del Comune e creare, il più possibile, le basi per nuove opportunità di lavoro e di crescita economica per il territorio. L’elenco può sembrare lungo, ma vale la pena di ricordare le principali opere pubbliche realizzate nel corso del quinquennio, oltre che le opere in corso di realizzazione e di quelle programmate, per un importo che supera i 17 milioni di euro, come ad esempio le opere di urbanizzazione per le reti idriche e fognarie, il ripristino della funzionalità del cimitero comunale, la realizzazione di nuovi marciapiedi in Via Frentana, la realizzazione della strada di collegamento Tra Via Don Sturzo e Via Gramsci, il rifacimento di marciapiedi e pubblica illuminazione in varie zone del paese, la sistemazione dell’area giochi di Piazza della Libertà, la sistemazione e riqualificazione del verde pubblico nella zona di Piazza San Paolo, il miglioramento e il ripristino delle strade rurali di C.da Colle Sant’Antonio - Sterparone, il rifacimento dell’acquedotto rurale nel tratto Montenero Montebello, il miglioramento e lo sviluppo di infrastrutture rurali, il lavori di ristrutturazione e valorizzazione dell’area del mercato coperto, i lavori di costruzione del primo lotto della rete idrica e fognante nella zona a mare, i lavori di costruzione de terzo lotto della rete idrica e fognante, i lavori di ristrutturazione e riqualificazione del Palazzetto dello Sport, i lavori di riqualificazione per i dissesti idrogeologici in Via D’Annunzio, la realizzazione dell’Isola Ecologica, i lavori di riqualificazione e recupero di aree degradate e della “Fonte Cassù, l’avvio della realizzazione della traversa tra Via Don Sturzo Via Alcide De Gasperi, la ristrutturazione della Torre di Montebello, la ristrutturazione in atto della vecchia
caserma dei Carabinieri, la ristrutturazione già appaltata della vecchia scuola di Montebello e la ristrutturazione già appaltata dell’edificio adiacente alla scuola, i lavori di messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria della Scuola Elementare statale di Piazza della Libertà, i lavori di messa in sicurezza, ristrutturazione e manutenzione straordinaria della Scuola Materna Statale di Via Palermo, l’aggiudicazione provvisoria dei lavori di manutenzione straordinaria dell’edificio edificio della Scuola Media Statale, l’aggiudicazione provvisoria dei lavori di manutenzione straordinaria dell’edificio della Scuola Materna Statale di Via, l’aggiudicazione provvisoria dei lavori di manutenzione straordinaria dell’edificio della Scuola Elementare di Piazza della Libertà, la realizzazione in programma della passeggiata “sotto la valle”. Sono previsti inoltre nel programma delle opere pubbliche altri interventi, come il secondo ampliamento del cimitero comunale, la manutenzione straordinaria dell’impianto di depurazione e della rete fognaria, il miglioramento dell’efficienza della rete idrica comunale, il potenziamento del Centro di Raccolta dei rifiuti solidi urbani, la messa in sicurezza della viabilità in C.da Colle Rampone, gli ulteriori lavori di ripristino del territorio per dissesto idrogeologico, la realizzazione di un nuovo polo scolastico, la realizzazione di un importante progetto di difesa della costa e interventi urgenti per l’eliminazione del rischio di esondazione ed idrogeologico nella zona artigianale e presso la Marina di Montenero di Bisaccia - Costa Verde.
Ci avviciniamo alla data del 24 maggio. Cento anni dall’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il volume curato dal nostro collega Giuseppe Saluppo: “Il Molise e la Grande Guerra”, offre uno spaccato della nostra regione al cospetto degli eventi bellici e sociali. Immaginiamo una delle tante vallate del nostro Molise. Sembra vedere scendere da una di quelle strade, oggi asfaltate (seppure ridotte a mal partito), cento anni fa bianche e soffocanti di polvere, giovani con in tasca la cartolina precetto per la Grande Guerra. Hanno salutato i loro cari, prima di partire, qualcuno per l’ultima volta, tra silenzi cupi e parole sulla necessità della partenza. Un vocìo a passo a passo tra le fratte di bacche rosse che costeggiano quelle strade e frotte di uccelli che attraversano in alto l′aria. I ponti sul Biferno come sul Fortore o sul Volturno con l’acqua del fiume che pare immobile e metallica. Voci e gesti e in tutti gli animi il terrore superstizioso, le fantasie incolte, commenti, scongiurazioni lamentevoli, preghiere, in un rumorio cupo. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come prima. E’ possibile acquistare il libro di Giuseppe Saluppo, “Il Molise e la Grande Guerra”, a Campobasso nelle edicole di Via Mazzini, Piazza della Repubblica, Piazza Vittorio Emanuele e Terminal; a Isernia, presso libreria Della Corte ed edicola Stazione. Oppure presso la redazione de La Gazzetta del Molise, via Normanno 14 a Campobasso o chiedendolo via email: redazione@lagazzettadelmolise.it. Un Molise presente nella storia d’Italia.