Chi li tocca é vigliacco

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 24 - Venerdì 30 gennaio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Antonio Federico

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Antonio Federico. In rappresentanza del Movimento Cinque Stelle che ha posto il quesito sulla metropolitana leggera per la quale la sola realizzazione del primo lotto (tratta MatriceBojano) ha una spesa prevista di 23 milioni e 500mila euro. "Il tutto anche e soprattutto per scongiurare qualsiasi ipotesi di conflitto di interesse del governatore nell’esecuzione e nella programmazione del progetto". Anche perchè si tratta di un progetto che, praticamente, non serve a nessuno e non è funzionale al sistema dei trasporti.

Il Tapiro del giorno a Vincenzo Niro

Sanità dai mille tagli

Chi li tocca è vigliacco Servizio a pagina 3

Il Tapiro del giorno lo diamo a Vincenzo Niro. Rappresenta l'intero Consiglio regionale che, in due anni, non è riuscito a fare praticamente nulla. Una manciata di leggi e assenza di una qualsiasi programmazione e strategia. Un Consiglio dalla vista corta che non è riuscito ad affrontare i problemi, veri, della gente molisana. A partire dalla sanità e finire a quelli dell'economia. Un Consiglio autoreferenziale capace solo di perpetuare il proprio status mentre i cittadini molisani sono sempre più alla bombola d'ossigeno.

Il Molise e la Grande Guerra in edicola e libreria


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

30 gennaio 2015

Grandi elettori, piccoli politici Economia, sanità e occupazione al punto di non ritorno, ma in Regione ci si traveste da grandi elettori Michele Iorio, Francesco Totaro ed il carneade Domenico Di Nunzio sono i tre grandi elettori che dal Consiglio Regionale del Molise partiranno per rendersi partecipi all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Di certo il passaggio della vita politica ed istituzionale dell’intero Paese che sta dominando cronache pubbliche e private discussioni da qualche settimana a questa parte, non senza parossismo, sia d’espressione che di partecipazione emotiva. Programmi televisivi d’approfondimento e pagine di giornale sono pieni zeppi di considerazioni, previsioni, strategie di questo o di quel partito per arrivare alla nomina della figura super partes per antonomasia, del custode della legge fondamentale che regola il nostro vivere civile: la Costituzione. Tutto legittimo, per carità. L’interesse pubblico è prevalente e, del resto, nei tribolati passaggi istituzionali degli ultimi anni, con ben tre governi succedutisi senza passare per le urne, si capisce quale ruolo delicatissimo, e spesso non solo di garanzia, giochi il Capo

dello Stato nella vita dell’intera Nazione. Assai meno legittima appare, invece, la paralisi del Consiglio Regionale delle ultime settimane e la risonanza davvero eccessiva nel dibattito politico locale che queste tre nomine hanno avuto come “effetto collaterale”. I grandi “dossier” aperti sul tavolo della Politica regionale stanno arri-

vando alla loro fatale conclusione; stringenti scadenze fanno sentire il loro ticchettio (solo per citarne alcune GAM, ITTERRE, Zuccherificio, precari della Protezione civile, Formazione professionale, Molise Dati) e invece di serrare i ranghi e concretizzare qualche risultato, in Regione si rinvia il Consiglio, si arma una ipertrofica prosopopea sui

grandi elettori, ci si lancia in analisi di alto profilo sulle strategie dei leader e delle loro truppe di peones che, non troppo tempo fa, eravamo abituati a conoscere come partiti politici. Del resto se poteva venir spacciato come un importante successo politico il (non ancora avvenuto) riconoscimento dello stato di crisi (l’oggettiva presa visione del

fallimento politico-amministrativo di un governo locale), ben si comprende quale sia il livello della stessa consapevolezza di sé della classe dirigente regionale. Un provvedimento di emergenza del Governo centrale che provvederebbe a tappare le falle di quello locale, sbandierato come un successo, invece di essere accettato con anche un filo di comprensibile imbarazzo. Ecco a che punto siamo. Va bene, quindi, per qualche giorno sentirsi grandi elettori, amici dei grandi elettori, colleghi dei grandi elettori, corregionali dei grandi elettori per avere l’illusione d’essere inseriti in un contesto di spessore; di partecipare alla vita pubblica di un Paese (di una regione) e non di subirla. Illudiamoci per un po’. Inebriamoci con qualche boccata di politica di livello; mettiamoci anche noi il vestito buono, la camicia nuova del grande elettore. Giusto per rompere la monotona litania che, inascoltati, cantiamo su quanto maldestramente, ma altrettanto altezzosamente, veniamo amministrati. Quando ci vuole, ci vuole.

Tagli finanziari e perdita di potere

Amarissima per le Regioni la ricetta del Governo: taglio per 2,1 miliardi sulla sanità, azzerando gli incrementi stabiliti con il Patto per la Salute 2014-2016; taglio 1,8 miliardi sui fondi Fas; taglio per 800 milioni sul Patto Incentivato e per 600 milioni su altri capitoli (borse di studio, libri di testo, Fondo nazionale affitti, edilizia sanitaria, fondo unico per l’edilizia scolastica, fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, agricoltura, scuole paritarie, ecc..). Ma non è finita. Ai tagli finanziari si aggiunge anche la presa di posizione del ministero della Salute e del ministero dell’Economia sulle faccende e sulle vicende dell’assistenza socio-sanitaria, che mira a considerare le malattie rare, i trapiantati, l’Alzheimer, i dimessi psichici – per fare degli esempi –

Vita grama per le Regioni e peggio per i cittadini Michele Petraroia si dice preoccupato per la confusione che si avverte a livello nazionale, ma non di quella che si avverte a livello regionale scente, dovranno farsi una ragione anche dell’ulteriore perdita di potere. Infatti, sul disegno di legge di riforma costituzionale, è stata inserita la norma secondo la quale la materia delle Politiche attive del lavoro e della Formazione professionale tornano nella competenza esclusive

extra- Lea, cioè fuori dalle prestazioni sanitarie garantite. Su questo è stata e sarà battaglia nella Conferenza dei presidenti delle Regioni, ma gli esiti sono facilmente preventivabili a favore del Governo la cui sensibilità ormai è volta unicamente a se stesso, a come permanere a galla, e ad andare avanti. Le Regioni sbraitano, ma non hanno forza politica né strumenti tecnici per spuntarla. In questo clima poco raccomandabile che si va facendo incande-

dello Stato. L’assessore Michele Petraroia si dice preoccupato per la confusione che si avverte a livello nazionale, con provvedimenti adottati come quelli della soppressione delle Province e lasciati sospesi nel vuoto, nel mentre non è chiaro chi deve subentrare in quelle funzioni e chi deve riassorbire il personale. Secondo lui, procedere nello stesso modo anche con le Regioni è deleterio. Oddio, in materia di confusione, la Regione Molise forse non è seconda a nessuno. E nemmeno scherza coi tagli, i licenziamenti, le dismissioni, la riduzione all’osso degli investimenti, l’incapacità di turare il buco della sanità e via dicendo. Governo da una parte e Regioni dall’altra in piena crisi e confusione e di mezzo i cittadini. Sempre più poveri e sconcertati.

“Tra i primi in Parlamento? Buon segnale” CAMPOBASSO. “Le statistiche contano nella misura in cui non sono scatole vuote ma contenitori di idee, proposte e progetti. Fa piacere sapere di essere tra i più attivi del Parlamento Europeo ma questo non può essere un motivo per rilassarsi o allentare la presa, semmai rappresenta un ulteriore stimolo a fare meglio e di più” Commenta così Aldo Patriciello, europarlamentare molisano, i dati riportati dal Corriere della Sera sull’attivismo dei deputati al Parlamento Europeo. La classifica, sulla base di quanto certificato dal

L’europarlamentare Aldo Patriciello commenta i dati che lo vedono tra i più attivi portale mepranking.eu, vede l’eurodeputato forzista al sedicesimo posto generale, sesto tra gli italiani per numero di iniziative pres e n t a t e . “Sono sicuramente soddisfatto di questi numeri – ha aggiunto Patriciello – anche perché non è semplice coniugare la mole di lavoro tra Bruxelles e Strasburgo con l’esigenza di essere sempre in contatto con il proprio collegio elettorale. Essere tra i primi del Parlamento Europeo per attivismo

politico è certamente un buon segnale ma, ripeto, deve essere un punto di partenza e non di arrivo: il delicato momento politico ed economico che sta attraversando l’intera Unione Europea richiede una particolare attenzione e dedizione se si vuole davvero contribuire a risollevare le sorti dell’Europa. Statistiche a parte – ha spiegato Patriciello – ciò che conta è intensificare gli sforzi per migliorare la governance europea che, così com’è, non risponde più

all’esigenza di dare il via ad una nuova stagione riformista di cui tanto ha bisogno l’intera UE. Al di là di tutto – ha concluso ironicamente l’eurodeputato forzista – sono contento che i dati citati dal Corriere della Sera abbiano anche una valenza sociale ed antropologica, smentendo nei fatti l’antipatico e falso luogo comune che vuole i meridionali agli ultimi posti per produttività nel mondo del lavoro”.


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3 30 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sanità, il silenzio colpevole della politica Il nuovo direttore generale dell’Asrem ha imposto una politica di soli tagli e la linea romana sta passando sugli stessi livelli minidi di assistenza CAMPOBASSO. Sulla sanità c’è uno strano silenzio da parte della politica e degli stessi sindacati. Eppure, dal mese di settembre scorso, da quando è stato posto alla direzione generale dell’Asrem, il bolognese Mauro Pirazzoli, lo spettro della mannaia che si sarebbe abbattuto sul sistema sanitario regionale era percettibile. Non a caso uno dei primi atti adottati dal direttore generale Asrem, il piano di riorganizzazione ospedaliera, è stato subito infilzato da aspre critiche. Ma è stato adottato. Poi, la questione dei 21 pazienti ‘stabilizzati’ da togliere dalla Fisiomedica; in seguito i tagli alla sanità carceraria; e una serie di provvedimenti sui singoli sanitari che sembrano seguire una logica romana di indebolire ulteriormente il sistema sanitario, peraltro erogato su un territorio difficile da percorrere e abitato sempre di più da una cittadinanza anziana. Del resto, Pi-

razzoli è stato direttore amministrativo del Policlinico Tor Vergata durante la Giunta di centrosinistra guidata da Marrazzo e come collega al vertice sanitario, c’era quella Isabella Mastrobuono che per qualche mese è stata in Molise come com-

all’Ares 118 e candidata alle regionali del Lazio nel listino per Emma Bonino. Coincidenze? Non è più tollerabile, però, il colpevole silenzio della politica locale e dei diversi esponenti eletti, di fronte a un’azione dell’Asrem che sta met-

L’Asrem non tagli i servizi assistenziali nelle carceri

La lettera di Tecla Boccardo* Alla luce delle recenti notizie l’Asrem, nel disporre la riorganizzazione dei servizi sanitari da garantire presso i penitenziaria delle carceri di Campobasso, Isernia e Larino, ha deciso di non prorogare più i rapporti convenzionali in essere con i medici e gli infermieri che operano in tali istituti da lunghissimo tempo e che sono transitati per Decreto dal Ministero della Giustizia al servizio sanitario nazionale. Con tale riorganizzazione viene soppresso il servizio di guardia infermieristica h/24, limitandolo a 12 ore al giorno e non è stato rinnovato il rapporto con i medici

missario della sanità inviata proprio dai palazzi romani e, poi, rimossa. Così la nomina a novembre del direttore generale della salute della Regione Molise, Marinella D’Innocenzo, anch’essa di sponda romana, nominata da Marrazzo

della continuità assistenziale. Quindi, il servizio di assistenza sanitaria presso le strutture circondariali molisane sarebbe praticamente dimezzato e sentiamo il dovere di richiamare l’Asrem e tutti i soggetti istituzionali ed amministrativi coinvolti, affinché tale evenienza venga scongiurata. Così altri posti di lavoro si tagliano in Molise e questa volta non a seguito di norme nazionali che invece prevedano il contrario! Presidi di quel tipo, infatti, non possono essere vincolati a fasce orarie, considerato che un malore, non avvisa, tantomeno si manife-

L’INTERVENTO di Massimo Saluppo A distanza di oltre un anno ritorno volentieri sulla questione Ittierre prendendo spunto dalla precisa, attenta e condivisibile spiegazione data dall’assessore Massimiliano Scarabeo in ordine alle proposte avanzate da diversi imprenditori per il rilancio dell’area di Pettoranello. Come più volte ho avuto possibilità di evidenziare, tramite le pagine di questa gentile testata, la storia della ITTIERRE, targata Tonino Perna, e di come la stessa sia diventata la multinazionale per eccellenza del “luxury goods”, operante con oltre 40 controllate operative nel mondo e quotata alla Borsa Italiana segmento STAR, deve necessariamente partire dalla fotografia della sua realtà aziendale composta da: 4 branch estere –Francia-Germania-USAHong Kong; 10 show-room; 32 negozi gestiti direttamente; 217 negozi in franchising; 78 corner personalizzati; 2.500 negozi circa multi marca; 1.500 dipendenti; 4 marchi di proprietà; 8.000.000 c.a. di capi ideati, prodotti, distribuiti e venduti. Questa era ITTIERRE. È evidente che merito di tutto questo non è solo derivante dal management aziendale,

sta solo 12 ore al giorno. Riteniamo che dimezzare i presidi e la presenza di personale in termini di ore, significherebbe da un lato non garantire un principio ed un diritto alla tutela della salute ai detenuti dei penitenziari, dall’altro si dimezza il personale infermieristico, i cui rapporti di lavoro venivano di anno in anno prorogati in attesa del bando di concorso. Per quel che concerne i medici, la UIL FPL ri-

Ittierre, il Molise non sia una terra di conquista ma anche e soprattutto della elevata professionalità del personale dipendente; del know-how acquisito dagli stessi nel settore; dalla filiera e dall’elevato grado di competenze dei façonisti; dalla trazione anteriore garantita dall’Ufficio Commerciale, e dalla perfetta macchina aziendale della logistica. Se, come riportato sui forum, gli imprenditori presuntivamente interessati al rilancio, abbiano posto alla Regione Molise delle condizioni per “atterrare” in Molise, il messaggio dell’assessore Scarabeo è pienamente condivisibile anche per le ragioni anzidette. Infatti pensare di rilanciare la Ittierre, facendo solo leva sulla richiesta di finanza pubblica e senza minimamente tenere in considerazione il patrimonio rinvenibile nel know how aziendale, è follia. E la storia della Ittierre post Perna ce lo ha insegnato, purtroppo, sulla pelle dei Molisani. Anche la proposta lanciata dal sottoscritto prevedeva un accompagnamento della Regione Molise in termini fi-

nanziari, ma non già quali meri spettatori paganti, ma partner a sostegno di un progetto industriale concreto; progetto che non basava la sua riuscita sulla mera richiesta di finanza o di siti produttivi a basso canone locativo, bensì sulla consapevolezza che solamente coniugando TUTTI i fattori e gli attori aziendali, pubblici e privati, si arrivava alla meta. Il chiarimento offerto dall’assessore rientra in quella politica con la “P” maiuscola che piace alla gente perché trasparente e diretta: se gli imprenditori che vogliono atterrare in Molise e rilanciare un determinata area, partano facendo dichiarazioni del tipo “………….la Regione non si rende assolutamente disponibile..…..si aggiungono i noti problemi logistici del territorio…………quale imprenditore a queste condizioni possa decidere di investire in Molise”, allora è bene che continuino a fare impresa nei loro territori di origine. La Ittierre targata Perna è nata e cresciuta nel Molise non facendo dichia-

tendo in difficoltà cittadini e comunità. Ma anche i sindacati escano allo scoperto e facciano sentire la propria voce per bloccare il processo in atto di depauperamento delle risorse presenti, manifestando il proprio dissenso verso scelte scellerate. Ciò, non tanto per cercare di mantenere una erogazione del servizio sanitario sul territorio in linea con lo stesso dettato costituzionale ma, soprattutto, per elevare la qualità della stessa. Né va sottaciuta l’indifferibile esigenza di dare una soluzione definitiva alla grave carenza di personale, al ripristino delle politiche di screening, e lavorare per una gestione più efficiente delle liste di attesa, anche al fine di un progressivo abbattimento della mobilità passiva interregionale. Il Molise ha già fatto molti sacrifici sull’altare della spending review, e non solo sul versante della Sanità. Non si può chiedere di più ai cittadini di questo territorio.

tiene che l’Asrem non ha tenuto conto di quanto disposto dal DPCM del 2008, dalle linee guida del Ministero della Sanità del 10/6/2009, nè della norma transitoria dell’Accordo Nazionale (ACN) del 2010, che, ai fini della riorganizzazione del servizio di guardia medica all’interno dei penitenziari, rinviavano la definizione della posizione dei medici “SIAS” all’adozione di un nuovo Accordo. La UIL auspica, dunque, che l’Asrem cambi rotta, facendo si che nessun taglio venga effettuato e che il servizio resti attivo nelle 24 ore, così da offrire comunque un’assistenza efficiente nel rispetto dei diritti dei malati e dei lavoratori che vi operano. *Segretaria regionale Uil Molise

razioni, ma solo facendo impresa e basando la propria crescita e la propria affermazione mondiale attraverso l’elevato standard qualitativo offerto dal lavoro del personale Molisano. Vero è che la politica deve essere al fianco in ogni modo a tutti gli imprenditori, ma altrettanto vero è che questa deve proporre soluzioni e progetti e non essere solo considerata ente pagatore. Su questo argomento è anche più volte ultimamente intervenuto l’onorevole Aldo Patriciello, che ha indicato le molteplici soluzioni offerte dai programmi di finanziamento comunitari fornendo, agli imprenditori, l’indicazione della strada da percorrere: siamo all’anno zero per il programma 2014/2020 e la sfida, per vincerla, deve essere giocata in anticipo. Le opportunità di finanziamento europee ci sono a condizione che esistano progetti concreti e non mere prebende: se vogliamo difendere la competitività del nostro Paese e della nostra Regione e riportare le aziende a produrre sul Territorio, affinché queste abbiamo a rimanere in vita e non cessare dopo pochi anni, dobbiamo credere di investire attraverso idee progettuali e non attraverso solo mere richieste o imposizioni.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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4 30 gennaio 2015

L’Azienda Poste Italiane ha razionalizzato 19 uffici della Regione Molise. Provincia di Campobasso A giorni alterni: Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino S.1, Macchia V.F., Monacilioni, Montelongo, Morrone del Sannio, S.Giovanni in Galdo; Razionalizzati a due giorni: S.Angelo Limosano e Trivento Centro Ufficio chiuso: Monteverde di Boiano Provincia di Isernia: Razionalizzati a giorni alterni (da sei giorni a tre): Bagnoli del Trigno – Belmonte del Sannio – Roccasicura – Castelromano – S.Pietro Avellana;

Il nuovo Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane presenta il piano industriale Sono 19 gli uffici in Molise che saranno chiusi o resteranno aperti a giorni alterni

Poste, scatta la mannaia

Razionalizzati da quattro giorni a tre: Acquaviva di Isernia e Castelpetroso

CAMPOBASSO. Ecco l’ulteriore impoverimento dei nostri paesi. Chiuse le scuole elementari ora tocca agli uffici postali mentre già le chiese parrocchiali non hanno più nemmeno il parroco e i negozi alimentari non reggono più. In questo modo si depotenziano ulteriormente quegli spazi e quei tempi che hanno dato vita alla nostra società. Intanto, ecco gli uffici postali soppressi e quelli che resteranno aperti a singhiozzo: chiusura dell’Ufficio Postale di Monteverde di Bojano e la razionalizzazione (apertura a giorni alterni) degli Uffici Postali di Cam-

pomarino Lido, Campochiaro, Casalciprano, Cercepiccola, Larino succ. 1, Monacilioni, Morrone nel Sannio, San Giovanni in Galdo, Montelongo, Trivento Centro, Macchia Val Fortore, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Castelpetroso e Castel Romano e San Pietro Avellana. Inoltre, ci saranno altre aperture a singhiozzo negli Uffici Postali di Sant’Angelo Limosano, Acquaviva D’Isernia e Roccasicura. Perchè è cosa preoccupante? Perchè tutto questo fa sì che luoghi e strutture geografiche (le Poste) radicati nel DNA di cia-

L’intervento di Antonio D’Alessandro* Ieri mattina alle ore 11,30, presso la Filiale di Via Pietrunto, si è tenuto l’incontro tra i vertici Aziendali e le OO.SS. di Categoria, volto alla presentazione del piano industriale. Presenti all’incontro i Segretari interregionali Ezio Fosca e Antonio D’Alessandro della CISL Poste. I vertici di Poste hanno parlato solo di contenimento dei costi, che vedranno, ancora una volta, penalizzati i lavoratori ed i livelli occupazionali, già molto precari, in Molise. In particolare, il piano illustratoci – parla della chiusura dell’Ufficio Postale di Monteverde di Bojano e la razionalizzazione (apertura a giorni alterni) degli Uffici Postali di Campomarino Lido, Campochiaro, Casalciprano, Cercepiccola, Larino succ. 1, Monacilioni, Morrone nel Sannio, San Giovanni in Galdo, Montelongo, Trivento Centro, Macchia Val Fortore, Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Castelpetroso e Castel Romano e San Pietro Avellana. Inoltre, ci saranno altre aperture a singhiozzo negli Uffici Postali di Sant’Angelo Limosano, Acquaviva D’Isernia e Roccasicura. La CISL Poste, a tal proposito , ha espresso tutta la propria contrarietà a tale progetto, perché diminuire i punti di accesso alla rete, attraverso la chiusura degli uffici postali, farà sicuramente perdere delle opportunità di acquisire nuova clientela. La volontà di voler unicamente aggredire il mercato si scontra, a nostro giudi-

COMUNICATO

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presso l’ufficio abbastanza vicino a casa in un luogo comunque “famigliare”, dove conoscono l’impiegato, magari chiedono qualche consiglio sul risparmio, come impiegarlo…)… ebbene tutto questo sembra che debba scomparire del tutto (perché già lo è, quasi scomparso, ma non ancora del tutto). Allora, perchè la Regione, visto che c’è un Consiglio profumatamente pagato, non propone un’alternativa altrettanto valida (magari di servizi polivalenti) al luogo stesso? Un servizio sostitutivo gestito, in accordo tra Regione e Comuni, utilizzando i

Le OO.SS. SLC CGIL e UIL POSTE rigettano tale progetto che produrrà perdita di posto di lavoro ± perdita di ulteriori servizi e maggiore desertificazione del territorio si riservano di interessare urgentemente le rispettive Confederazioni. Campobasso

29/01/2015

F.to

Segreterie

Regionali ± SLC-CGIL UIL Poste

Mimmo Fiocca ± Giuseppe Contento

scun peculiare paesaggio urbano, con alcune loro funzioni “sociali” (gli anziani che ritirano direttamente la pensione, senza imposizione di accrediti automatici; la possibilità che essi hanno, anziani, di andare

e

Un’operazione solo di tagli con i rischi di licenziamenti zio, con la necessità di mantenere la vocazione sociale dei nostri uffici. E’ quindi necessario agire con un equilibrio maggiore offrendo ai cittadini anche servizi con caratteristiche diverse da quelli tradizionali (esempio poter diventare lo sportello della pubblica amministrazione con una vera rivoluzione digitale). Il progetto complessivo ci sembra orientato unicamente a un’operazione di taglio delle risorse, senza investire sulla rete degli uffici e sulle opportunità che offre, senza cogliere le reali opportunità che la nostra rete può offrire ai cittadini e al Paese. Infatti, territori così detti minori, invece di essere abbandonati, dovrebbero essere meglio presidiati con offerte innovative (sportello servizi pubblica amm.ne, servizi dedicati al cittadino anche a domicilio ecc.); I vertici di Poste hanno assolutamente sorvolato le difficoltà esistenti, nonostante stimolati dalla CISL, di tentare di risolvere le problematiche esistenti, come: Gli Organici insufficienti che non consentono la corretta copertura delle postazioni di sportello, con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela; Situazione di precarietà per i 100 part-time presenti nelle Poste Molisane; UP che in moltissimi casi non rispettano agli standard di sicurezza; Pressioni commerciali non coerenti con il protocollo sottoscritto;

Disagio dei Direttori Uffici Postali e dei livelli B lasciati da soli e penalizzati dal mancato riconoscimento delle indennità contrattuali previste per i monoperatori; Incoerenza tra l’operatività quotidiana degli UP ed i contenuti del Manuale della Sicurezza, con forti problematiche in caso di audit ed utilizzo “distorto” del codice disciplinare; Gestione inaccettabile delle ferie con obbligo mensile di giornate di ferie in luogo di una programmazione che tenga conto delle reali esigenze del lavoratore; Strumenti di lavoro inadeguati, sistemi informatici spesso in tilt, dotazione degli uffici scarsa ed obsoleta; Continue modifiche alla struttura commerciale; Incentivazioni commerciali spesso incomprensibili, e comunque troppo complesse perché siano efficaci, e consuntivi non sempre accessibili al fine di poter correggere/controllare la propria azione; Piani formativi e corsi inadeguati alle reali necessità e modalità di fruizione non conformi; Orario di lavoro, convocazioni, distacchi, ecc. Purtroppo i vertici Aziendali alle richieste sindacali si sono chiusi a riccio, mentre erano propensi solo a parlare di chiusure e razionalizzazioni. *Segretario Regionale SLP-CISL

ragazzi del servizio civile, il mondo del volontariato e gli uffici comunali. Il punto, dotato di potrebbe nascere nei locali finora occupati dall’ufficio postale oppure presso un’associazione di volontariato, la Pro Loco o un circolo. Con Poste sarebbe possibile definire i servizi che potranno essere offerti, finanziari e postali, dalla spedizione di un pacco alle raccomandate ad esempio. Inoltre potrebbe offrire anche servizi regionali e comunali, a seconda delle esigenze della singola comunità. E’ troppo pensarlo, studiarlo e realizzarlo?

Venittelli “Zuccherificio, coinvolgere l’Ue” TERMOLI. “Opportuna e condivisibile l’iniziativa del sottosegretario Giuseppe Castiglione nel coinvolgere l’Unione europea per la crisi del settore bieticolo-saccarifero in Italia”. L’onorevole molisana del Partito democratico Laura Venittelli si dichiara d’accordo con la strategia del Ministero delle Politiche agricole e forestali nel riportare in sede comunitaria una problematica nata dieci anni fa con la riforma dell’Ocm zucchero, quando venne di fatto avviato lo smantellamento del comparto, con una base produttiva che da 19 è passato in meno di nove anni a soli tre zuccherifici operativi su tutto il territorio nazionale. “La prevista cessazione del regime delle quote zucchero nel 2017 rende urgente e necessario da parte dell’Europa l’assunzione di responsabilità nel programmare nuovi interventi per evitare la chiusura di presidi industriali sopravvissuti, tra cui quello dello Zuccherificio del Molise”. In conclusione, la parlamentare molisana auspica che questa concertazione possa dare l’opportunità per un concreto rilancio della filiera nel Centro-Sud, fornendo quelle risposte in termini di prospettive che ora mancano e che mettono a rischio anche la campagna bieticola 2015.


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5 30 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

I consiglieri regionali si dicono legislatori ma l’attività legislativa è sostanzialmente marginale e insignificante

Delle tre proposte di legge della direzione dell’Area Quarta e dell’assessorato ai Lavori pubblici in materia di Sicurezza sismica, Lavori pubblici e Urbanistica, la Giunta ha preso in esame solo la prima e ha rispedito indietro le altre due E’ chiaro che si preferisce mantenere lo stato di fatto in cui l’assenza di regole crea spazi interpretativi ad uso e consumo politico e, spesso, purtroppo, a danno del cittadino utente Di leggi che possano dare ordine e snellezza ai comparti regionali, e venire incontro alle esigenze del cittadino utente, la giunta regionale non ne vuole sapere. Preferisce mantenere lo stato di fatto in cui l’assenza concede agli apparati politici (in primis alla presidenza, quindi alla giunta) spazi interpretativi ad uso e consumo politico e, spesso, a danno del cittadino utente. L’insieme delle leggi regionali d’altronde conferma la pochezza dell’attività legislativa, la sostanziale immobilità degli organi deliberanti, la vocazione a vivere e ad agire secondo consuetudine, avendo cura di non immettere novità nella gestione delle problematiche socio/economiche e culturali. La stagnazione come condizione di riposo del legislatore molisano, se non proprio di rassegnazione alla propria inadeguatezza alla funzione. Le poche leggi in materia di turismo, di agricoltura, d’industria, di assistenza sociale sono obsolete, non corrispondono alle esigenze della collettività che viene presa e sommersa dalle dina-

Occupazione giovanile, i dati sono negativi per il Molise

miche della vita. I consiglieri regionali si dicono legislatori – e costituzionalmente lo sono – ma alla resa dei conti l’attività legislativa è sostanzialmente marginale se non insignificante. Bivaccano a Palazzo Moffa settimanalmente in assemblea, gravando sull’erario pubblico con l’incasso del gettone di presenza e del rimborso delle spese di viaggio, perennemente alle prese con una marea di interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno e mozioni che alimentano unicamente rivendicazioni di natura politica, di natura

sociale, di natura economica, ma che non aggiungono nulla alla risoluzione dei problemi al di là della soddisfazione di averli sollevati, discussi (per modo di dire), e spesso rimandanti alla successiva assemblea. Questo gioco sta andando all’infinito. Ci sono interrogazioni, interpellanze e mozioni presentante da diverse mesi e di volta in volta rinviate. Leggere gli ordini del giorno del consiglio regionale del Molise è una salutare presa di coscienza della vuotezza amministrativa dei protagonisti e delle cose di

CAMPOBASSO. Il primo trimestre del 2015 segnerà in Italia un ‘boom’ di assunzioni di giovani, ma non in Molise. Questa è la previsione del gruppo di studio Datagiovani, elaborato sulla base del sistema informativo Excelsior di Unioncamere. In regione è prevista l’assunzione tra gennaio e marzo di appena 120 ’under 30’, con una diminuzione dell’11,7% rispetto al primo trimestre 2014. Un dato negativo, ancor più se raffrontato con il resto d’Italia dove invece si attende una crescita sensibile delle assunzioni di giovani: 36.490, in aumento del 21,9% rispetto a dodici

CAMPOBASSO. “La questione tratta ferroviaria Termoli – Campobasso necessita di un supplemento di attenzione considerato che ogni volta che accade qualcosa su tale tratta si apre un dibattito molto aspro. Considerato che grazie a Rfi ed alla sua prontezza mostrata in questi anni siamo riusciti anche ad avere fondi diretti di Rfi utilizzati per migliorie. Oggi non essendoci la statale 87 lì unica alternativa alla Bifernina è la ferrovia. Proprio questa esigenza ci ha portato a lavorare per mantenere una tratta che andava chiusa, se consideriamo alcuni specifici aspetti. I vertici Rfi hanno intuito la nostra difficoltà, dovuta alla assenza di alternati percorsi per raggiungere il basso Molise e hanno pensato ad un piano di investimenti. Nonostante spesso qualche detrattore pensasse che si andava verso la chiusura, abbiamo deciso di incontrare la stampa assieme direttamente ai vertici di Rfi, affinché si presentasse un progetto che ha durata pluriennale. Grande cortesia dunque mostrata da Rfi e trenitalia che hanno voluto presentare insieme alla regione

cui si occupano. C’è una proposta di legge firmata da seimila cittadini elettori molisani che prevede la riduzione del costo della politica, ebbene viene sistematicamente iscritta in fondo all’elenco degli argomenti da discutere. Sopravanzata, come abbiamo detto, dalla marea di interrogazioni, interpellanze e mozioni. Sulla riluttanza a legiferare, quindi a studiare, a riflettere, e a deliberare, possiamo aggiungere anche altri esempi illuminanti. Dalla direzione dell’Area Quarta e dall’assessorato ai Lavori pubblici nei mesi scorsi sono uscite fuori tre proposte di legge rispettivamente in materia di Sicurezza sismica, di Lavori pubblici, e di Urbanistica. Ciascuna col crisma dell’urgenza oltre l’opportunità in una regione ad alto rischio terremoto di dare sicurezza alla collettività e indicazioni tecniche ai professionisti e alle imprese; in una regione in cui gli appalti delle opere pubbliche sono “condizionati” in modo vistoso dall’assenza di una legge regionale in linea con gli indirizzi nazionali; in una regione in cui

l’assetto e la gestione del territorio sono in balia del più deleterio e speculativo (in senso deteriore) anarchismo. Delle tre proposte di legge la giunta regionale ha preso in esame solo quella relativa alla sicurezza sismica passandola alla commissione consiliare competente (che però se la tiene nel cassetto), mentre le altre due le ha rimandate al mittente senza una spiegazione, senza una richiesta di chiarimenti, senza una indicazione. Un modo implicito, ma comprensibilissimo, espresso nei riguardi della direzione dell’Area Quarta e dell’assessore di farsi i c…i loro. Il valore politico della maggioranza regionale, il senso del governo della cosa pubblica, il dovere di assecondare la crescita e lo sviluppo sono in questi atti, in questi atteggiamenti, in queste espressioni di strafottenza e di indifferenza in netta contraddizione con la missione per la quale i consiglieri, gli assessori, e il presidente della giunta hanno chiesto di essere eletti e, purtroppo, lo sono stati. Dardo

mesi fa. Oltre al Molise, Datagiovani prevede un calo solo in Val d’Aosta, Calabria e Sicilia mentre in Friuli Venezia Giulia è previsto un aumento addirittura del 53,3% ed anche in Campania (50,2), Liguria (43,8), Emilia Romagna (37,4) e Umbria (37,2) è atteso un ‘boom’. Queste le figure più richieste in Italia: cuochi e camerieri (4.250), commessi (3.680), personale di segreteria (3.580), informatici e ingegneri (2.890), operai metalmeccanici (2.470), operai elettromeccanici (2.060), tecnici amministrativi e bancari (1.950), magazzinieri (1.790), tecnici marketing e vendite (1.400).

“La Campobasso-Termoli non chiuderà” L’assessore Nagni ha tenuto una conferenza stampa con i vertici di Rete ferroviaria quanto immaginato”, così apre la conferenza l’assessore regionale Pierpalo Nagni. Gentile di Rfi ha sottolineato : ” stiamo eseguendo su questa linea da Termoli verso Larino e Ripabbottoni interventi straordinari che non possono essere confusi con una volontà di chiusura. Investimenti di circa 20 milioni di euro su 22 km che lasciano intendere la nostra volontà. Prima fino a San Martino in Pensilis sono state sostituite tutte le traverse della tratta per aumentare il confort e adeguarci agli standard più moderni. Si tratta di una linea comunque vecchia e con curve che rallentano parecchio la velocità dei vettori. Inoltre a livello tecnologico abbiamo eliminato due passaggi a livello a Portocannone così da migliorare la percorrenza ed evitare rallentamenti anche al traffico stradale. Su sollecitazione della Regione abbiamo esteso i lavori di rinnovo della sede ferro-

viaria proseguendo da Larino a Ripabottoni, tenendo conto che questo intervento riguarda altri 22 km di linea e saranno adeguate le linee con interventi strutturali. Saremo pronti a riaprire la linea dopo averla messa in condizioni notevolmente migliori rispetto alla attuale situazione.

Sarà curata anche l’ informazione sulle modifiche del servizio cercando di evitare il più possibile i disagi all’utenza. Occorre comprendere che oggi abbiamo in disagio ma pensiamo al futuro in cui gli standard di servizio e sicurezza saranno migliori”. Il responsabile regionale di Trenitalia Piero Mannarino ha aggiunto: “La paventata idea della chiusura della tratta Termoli campobasso è inesistente. E lo diciamo insieme a Rfi e regione molise, così da chiarire definitivamente un aspetto controverso. La persistenza della rete ferroviaria comunque sarà necessaria a mantenere il servizio nei comuni che comunque non sono serviti dal trasporto su gomma”.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

30 gennaio 2015

Truffe via web con rimborsi fasulli La Polizia postale avverte i cittadini su email sospette. “Non le aprite” CAMPOBASSO. Al fine di prevenire e contrastare la commissione dei reati commessi a mezzo internet, la Polizia di Stato di Campobasso ritiene opportuno rendere edotti gli utenti del web su una modalità di truffa che sta interessando la rete. Particolarmente utili, al riguardo, i consigli ed i suggerimenti forniti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Molise di Campobasso. L’attività truffaldina che alcuni cyber criminali, in questi giorni, stanno ponendo in essere, ha colpito diversi utenti del web, provo-

cando gravi danni ai computer ed ai server di privati, aziende e professionisti. In questi casi la cosa più importante è fare prevenzione per non cadere nel tranello degli hacker. I malintenzionati stanno inviando delle email ad indirizzi casuali in cui si avvisano gli ignari malcapitati che devono essere rimborsati per alcuni acquisti da loro fatti e poi resi al venditore, per cui si chiede di scaricare il modulo allegato. Qualora l’utente scarichi il modulo, questo comunque si apre, ma nello stesso tempo, in maniera subdola, si istalla un virus nel

computer che cripta tutti i files in esso contenuti. Viene, poi, chiesto di effettuare un pagamento in Bitcoin, la moneta virtuale non tracciabile, per sbloccare il pc, ma – è bene evidenziare – che anche se si decida di effettuare il pagamento, il pc comunque non viene liberato. La Polizia di Stato, pertanto, invita gli utenti a non aprire assolutamente gli allegati delle email sospette e a cestinare immediatamente il loro contenuto prima che possa essere infettato l’intero sistema.

MoliseCinema partecipa al Festival Internazionale di Clermont-Ferrand Tra corti e incontri con registi di tutto il mondo ci sarà spazio anche per una degustazione di prodoti tipici molisani Ci sarà anche MoliseCinema alla 37a edizione del Festival Internazionale del Cortometraggio di Clermont-Ferrand, in programma nella cittadina francese dal prossimo 30 gennaio al 7 febbraio. Il festival di Clermont-Ferrand è la più grande vetrina mondiale del settore, e propone ogni anno una ricca programmazione di proiezioni, eventi ed incontri con delegazioni provenienti da tutto il mondo. MoliseCinema sarà presente all’interno dell’Italian Short Film Corner, lo spazio espositivo italiano, con una delegazione composta da Cristian Ferrao e Linda Pietropaolo. Parteciperà anche la cooperativa di Casacalenda Biosapori, storico partner del festival, che offrirà ai partecipanti una degustazione di prodotti tipici molisani durante l’happy hour italiano che si terrà il 3 febbraio. Un evento in cui il cinema veicolerà l’immagine e i prodotti del Molise a livello internazionale. Il festival di Casacalenda condividerà l’Italian Corner con altri partner provenienti da tutta Italia ed impegnati, a vario titolo, nella promozione e nella diffusione della produzione nazionale di cortometraggi. Questi i partecipanti italiani: Centro Nazionale del Cortometraggio di Torino Concorto Film Festival di Piacenza

Film Commission Torino Piemonte Good Short Films MoliseCinema, Casacalenda Montecatini International Short Film Festival Ozu Film Festival, Emilia Romagna, RIFF – Rome Independent Film Festival Sedicicorto International Film Festival, Torino ShorTS by Maremetraggio, Trieste Come ogni anno, il Marché sarà un importante occasione di incontro, confronto e crescita per tutti gli operatori del settore cinematografico. Durante l’evento, i rappresentati di MoliseCinema incontreranno produttori, distributori, registi e professionisti provenienti da tutto il mondo con l’obiettivo di far conoscere la realtà del festival molisano e di raccogliere idee e progetti che andranno ad arricchire la prossima edizione di MoliseCinema, in programma a Casacalenda dal 4 al 9 agosto 2015. In questa occasione verranno presentati i concorsi del prossimo Festival e la nuova partnership con il progetto Short Food Movie - Expo Milano 2015.

Maltrattamenti alle donne, utile confronto L’incontro a più voci è stato organizzato a Campobasso da Liberaluna Onlus CAMPOBASSO. Le donne vittime di maltrattamenti in famiglia, stalking, violenze fisiche e piscologiche devono essere incoraggiate a denunciare il proprio aguzzino, che generalmente corrisponde al proprio compagno o ex compagno, ma soprattutto hanno bisogno di garanzie per il loro prossimo futuro, in particolar modo quando ci sono di mezzo dei figli. E’ il tema principale intorno a cui è ruotato il convegno dal titolo ‘Io non ci sto più’ organizzato da Liberaluna Onlus in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi del Molise e col patrocinio della Provincia di Campobasso. In molti hanno partecipato all’incontro che si è tenuto all’interno della Sala della Costituzione a Campobasso, non solo avvocati, psicologi e assistenti sociali, ma anche studenti e semplici cittadini, per assistere a un dibattito interessante e coinvolgente su un argomento da sempre delicato. Dopo gli interventi dell’assessore provinciale alle Pari Opportunità Rita Colaci e del sindaco di Campobasso Antonio Battista che hanno parlato della necessità della sinergia fra le istituzioni, del lavoro ancora lungo da fare per mettere a disposizione dei centri di accoglienza e di alcuni retaggi culturali ancora da combattere, hanno preso la parola i

rappresentanti dei tre ordini accreditati – l’avvocato Fabio Albino per la categoria forense, la dottoressa Teresa Nugnes presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali, il dottor Nicola Malorni presidente

gionale alle donne vittime di violenze, maltrattamenti, stalking. La professoressa Marialetizia Caldelli dell’Università di Roma ‘La Sapienza’ ha analizzato la condizione della donna ai tempi dei Romani (in

può generare violenza nel soggetto più forte, l’uomo, nei confronti di quello più debole, la donna. Il dottor Malorni, psicologo e analista junghiano per adolescenza e infanzia, ha sottolineato nel suo ampio

dell’Ordine degli Psicologi, nonché responsabile scientifico dell’evento e relatore nel corso del convegno. Il presidente di Liberaluna Onlus, la dottoressa Mariagrazia La Selva, è stata la prima relatrice, descrivendo l’attività e gli obiettivi dell’associazione nata nell’estate del 2014 per garantire assistenza legale, sociale e psicologica su tutto il territorio re-

un determinato periodo storico), quando vi erano leggi discriminanti e non c’era parità di diritti con gli uomini. Il professor Marco Marchetti, psicanalista e docente all’Università del Molise, ha illustrato le basi naturali della famiglia nell’essere umano, intesa come legame vantaggioso per entrambi i sessi ma che nel momento di crisi

intervento come la violenza assistita possa causare traumi nei figli, che peraltro, vista anche dal punto di vista degli oneri per lo Stato, rischiano di non essere soggetti produttivi ma piuttosto costosi per le strutture di assistenza a finanziamento pubblico. Nel convegno è intervenuta anche il sostituto procuratore presso il Tribunale di

Campobasso Rossana Venditti che ha parlato degli elementi di criticità dell’attuale normativa sulla violenza contro le donne, della difficoltà per un magistrato inquirente nell’avere tutte le prove necessarie a carico dell’indagato violento o nel trovarsi di fronte a finte persone offese. Alle donne vittime di violenza chiediamo tanto, ha spiegato la Venditti, perché devono aiutare loro stesse e devono permettere a noi di aiutarle, fornendoci tutti gli elementi più puntuali possibili per costruire delle prove. Nel pomeriggio gli avvocati Silvio Tolesino e Luca Marcari, accreditati presso Liberaluna per fornire assistenza legale, hanno fornito il primo gli elementi di discrimine tra il reato di atti persecutori e il reato di maltrattamenti in famiglia, il secondo statistiche e casi pratici di separazioni e conflittualità nella coppia con riferimento a quei contesti in cui la donna subisce violenza da parte del partner. Infine la dottoressa Giovanna Reale e la dottoressa Raffaella Ferro, entrambe assistenti sociali l’una presso il Consultorio familiare di Campobasso e l’altra presso il Comune, hanno descritto la loro attività, esperienze particolari, l’accortezza ad un colloquio circolare con l’utente per assicurarlo e non farlo scappare.


Campobasso

7 30 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Consiglio monotematico chiesto e ottenuto dall’opposizione di Palazzo san Giorgio sulle scelte programmate dalla Regione che impattano la città

Gesto politico di rilievo ma viziato di episodicità per essere un segnale di mutazione Rendersi protagonisti di una contro-programmazione in cui sia definito il progetto della Campobasso del Terzo millennio e su di esso basare il confronto per denudare il carico demagogico e strumentale della maggioranza di centrosinistra Soprassalto della minoranza a Palazzo san Giorgio, in condizione di chiedere e ottenere per il 6 febbraio la convocazione straordinaria del consiglio per aprire un dibatto sulle 55 opere pubbliche programmate e finanziate dalla Regione tra cui il completamento della tangenziale nord, la realizzazione di un sottopassaggio per oltrepassare i binari ferroviari all’altezza dell’imbocco di Via san Giovanni, e il completamento del percorso perdonale dal terminal alla città. I consiglieri di opposizione vogliono discutere ma non si sa con quale spirito e a quale scopo di fronte ad una concessione di opere e di risorse da parte della Regione per interventi alcuni dei quali stazionano da decenni nei programmi comunali. Il sottopasso di Via San Giovanni, ad esempio, considerato (e lo è) un nodo scorsoio

che strozza la mobilità interna cittadina, finalmente può essere eliminato ma, come diciamo, è tra i punti che il gruppo dei consiglieri di minoranza vuole discutere. Così per la tangenziale Nord, onde chiudere o tentate di chiudere l’anello viario esterno alla città e, inutile ribadirlo, per il percorso pedonale che lega il terminal a Via Mazzini: anche questo un progetto che data i primi anni Novanta. Se c’è un commento da fare è come sia possibile che opere pubbliche durino 20 anni senza essere completate e una volta previste di essere completate entrano a far parte di un confronto politico/amministrativo. C’è da sperar che l’opposizione sia intenzionata a entrare nel merito di queste opere per migliorarne lo scopo, e, soprattutto, per ampliare il ventaglio degli interventi programmatici che servono per

creare a Campobasso condizioni di vivibilità degne di appartenere a un capoluogo di regione. E’ il ruolo che le appartiene, la missione da svolgere, l’obiettivo da non perdere di vista. Anche perché, mai come in questa tornata amministrativa, l’opposizione annovera consiglieri con spiccate doti tecniche, con riconosciuti attributi manageriali e conoscenze specifiche nei settori produttivi e organizzativi e gestionali. Vederli affrontare di volta in volta, in contrapposizione, gli atti, le scelte e le decisioni della maggioranza, e non rendersi protagonisti di una contro-programmazione in cui sia definito il progetto della Campobasso del Terzo millennio e su di esso (progetto) basare il confronto per denudare il carico demagogico e strumentale della maggioranza, dà l’impressione di non essere essi per

primi convinti delle proprie qualità e possibilità. Se fosse, sarebbe l’ammissione di un grave difetto di autostima, probabilmente di carenza di volontà a sostegno di un impegno, quello di creare un programma alternativo alla maggioranza, che chiede certamente molto di più di quanto finora hanno dato. Si dirà, ma in questa circostanza l’opposizione vuole mettere in discussione anche il modo arrogante di fare e di muoversi della Regione Molise nel momento in cui decide - sua sponde - di riprogrammare 91 milioni di euro dei fondi europei non spesi nel settennio 2007/2013, tra cui la Metropolitana leggera, con un investimento di 21 milioni, che vede il capoluogo direttamente interessato. Non ci sono precedenti significativi in cui una minoranza consiliare a Campobasso abbia chiesto e otte-

nuto di mettere il becco nelle scelte della Regione che riguardano la città, denunciandone l’autoritarismo peraltro sistematicamente accettato dalla maggioranze di turno, questa compresa, di Palazzo san Giorgio. Per cui l’iniziativa andrebbe meglio valutata e soppesata politicamente. D’accordo, il gesto politico ha un suo rilievo ma, ribadiamo, troppo viziato di episodicità per essere annoverato segnale di mutazione. Se non viene deciso di alzare l’asticella delle attese e delle necessità e di abbandonare il vecchio e frusto modo di fare politica contrapponendosi meccanicamente agli altri, la vita amministrativa e la collettività cittadina rimarranno inesorabilmente invischiate nel pressapochismo o, peggio ancora, nel parassitismo. Dardo

Polizia, servizi straordinari di controllo Proseguono, a cura della Polizia di Stato di Campobasso, i controlli straordinari di controllo del territorio predisposti nell’ambito di questa provincia, al fine di prevenire e contrastare particolari fenomenologie di criminalità diffusa che notoriamente creano notevole allarme sociale e viva preoccupazione nella popolazione. Il dispositivo, che – recentemente ha interessato i Comuni di Campobasso, Riccia, Jelsi, Tufara, Petrella Tifernina, Limosano, S. Angelo Li-

mosano, Mirabello Sannitico, Gildone e Ferrazzano, è stato realizzato con l’azione congiunta della Squadra Mobile, dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e della Sezione Polizia Stradale, con il concorso di equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine appositamente aggregati. Sempre più incisiva e diffusa, quindi, l’attività di prevenzione e controllo del territorio che la Polizia di Stato di Campobasso sta portando avanti in ambito provinciale.

In tale contesto, nella serata di ieri 28 gennaio, presso la Sala Consiliare del Comune di Petrella Tifernina, il Questore Pagano, accompagnato dal Vicario Dr.ssa Alessandra Faranda Cordella ed dal Capo di Gabinetto Dr. Maurizio Ferraioli, ha incontrato i Sindaci di Petrella Tifernina, Lucito, Montagano, Matrice, Castellino del Biferno e Castelbottaccio. Nel corso dell’incontro, i Sindaci hanno illustrato le esigenze dei vari Comuni sotto il profilo della sicu-

rezza nonché le criticità che in tale ambito sono state riscontrate. Nel contempo, sono state concordate le strategie da mettere in atto per una più incisiva prevenzione dei reati, strategie che saranno poste all’attenzione del Sig. Prefetto per la successiva approvazione nelle sedi istituzionali. E’ stato, inoltre, proposto un progetto di educazione alla legalità rivolto agli studenti delle scuole dei Comuni interessati, finalizzato ad avvicinare i giovani alle Istituzioni

Parole di vivo apprezzamento per l’iniziativa sono state espresse dal Sindaco di Petrella Tifernina, Alessandro Amoroso, mentre il Questore Pagano ha sottolineato l’impegno ed il lavoro profuso dalla Polizia di Stato di Campobasso per incrementare il livello di sicurezza nell’ambito della provincia, rivolgendo una particolare attenzione ai giovani che rappresentano il futuro della società.

Premio speciale all’unità di Radioterapia La manifestazione di Unioncamere ha trovato il plauso della Fondazione Giovanni Paolo II CAMPOBASSO. Nella quarta edizione del “Premio Imprenditrice dell’anno Maria Rossi Sabelli” l’Unioncamere Molise e il Coordinamento Regionale dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile di Campobasso e Isernia hanno voluto conferire il Premio Speciale all’Unità Operativa di Radioterapia della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” di Campobasso “in riconoscimento dell’impegno profuso nella ricerca delle neoplasie femminili con correlati approcci terapeutici, dell’alta professionalità dimostrata nell’implementazione di tecniche all’avanguardia nel trattamento radioterapico a disposizione in

Sportello ex Inpdap all’Inps Da lunedì 2 febbraio l’attivazione presso la sede di via Zurlo a Campobasso CAMPOBASSO. Da lunedì 2 febbraio lo sportello informazioni ex INPDAP “gestione dipendenti pubblici” di via Tiberio verrà trasferito presso il front office della sede INPS di via Zurlo a Campobasso. L’orario settimanale di apertura al pubblico è dalle ore 08:30 alle ore 12:00, mentre per la consulenza personalizzata l’accesso è dalle ore 13:30 alle ore 15:30 dal lunedì al giovedì, previo appuntamento. Si informa altresì che è possibile chiedere informazioni di carattere generale o sullo stato delle pratiche telefonando ai numeri 803164 gratuito da rete fissa, o al numero 08744801.

particolare della popolazione femminile, della costante educazione di giovani medici ed infermieri al fine di avere ”un’oncologia a misura di donna” e dell’attenzione rivolta alla formazione del territorio per diffondere la medicina di genere” si legge nella nota inviata dal Presidente di Unioncamere Molise, Pasqualino Piersimoni, e dalla

Presidente del Coordinamento Regionale CIF, Concetta Iacovino. La cerimonia di premiazione si è svolta giovedì 29 gennaio 2015 presso la sala della Costituzione della Provincia di Campobasso. Questo riconoscimento si va ad aggiungere ad altri importanti risultati raggiunti in questi anni, come i Premi ricevuti dall’ AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica) per i contributi scientifici inviati, le numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali, la partecipazione a congressi internazionali e l’organizzazione di numerosi corsi/seminari di aggiornamento e formazione. “Ringraziamo l’Unioncamere Molise e il Coordinamento Regionale dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile per aver voluto conferire alla nostra struttura questo prestigioso riconoscimento” dichiara il Direttore Generale della Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo II” Ing. Enrico Zampedri “un risultato importante che ci spinge a fare sempre meglio per offrire alla popolazione molisana (e non solo) prestazioni di alta qualità, nell’ottica della cura integrale della Persona. Ringrazio tutti i nostri operatori per la loro professionalità e per il lavoro quotidiano al servizio dei pazienti”.



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Isernia

30 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Estorsione, fermati due giovani laziali I Carabinieri li hanno presi mentre intascavano il ‘pizzo’ di 5.000 euro ISERNIA. Militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Isernia, a seguito di attività di indagine, hanno fermato due fratelli minorenni, rispettivamente di 15 e 16 anni, originari della provincia di Viterbo e residenti ad Isernia, i quali si sono resi responsabili, in concorso, di estorsione aggravata e continuata, resistenza a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e porto abusivo di arma da taglio e punta. I militari operanti a seguito di denuncia sporta da commerciante del luogo che aveva subito danneggiamenti al proprio locale e successive minacce con richieste estorsive a mezzo di lettere anonime e tramite sistemi di trasmis-

sione elettronica, hanno intrapreso attività di osservazione, controllo e pedinamento, presso il locale successivamente all’accordo

tra vittima ed autori per la consegna del denaro richiesto. Al ritiro della busta contenente la somma di contanti di 5.000 €, si presentava

il fratello 15enne che, alla vista dei militari intervenuti, estraeva dalla tasca del giubbotto un coltello di genere vietato minacciando gli stessi e tentando la fuga. Prontamente bloccato veniva accompagnato in caserma ove si accertavano le responsabilità anche a carico del fratello 16enne, quale organizzatore e mandante dell’azione criminosa. Sottoposti a sequestro un coltello di genere vietato, un pc portatile ed un telefono cellulare utilizzati per l’invio delle minacce estorsive. Sia il Tribunale dei Minorenni che la Procura della Repubblica di Isernia sono stati informati della vicenda. Ulteriori indagini sono tuttora in corso.

Comune, crisi sempre aperta Brasiello cerca di trovare strade alternative anche se il Pd punta i piedi ISERNIA. Potrebbe virare a destra Luigi Brasiello, dopo i recenti accadimenti che hanno visto la segreteria del Partito Democratico dichiarare ufficialmente che in lui è ancora riposta fiducia, ma che allo stesso tempo i problemi son suoi e lui deve risolversi. In altre parole, Gigì fai un pò come credi!!. Dunque, alla luce di questo sommario abbandono, il primo cittadino di Isernia ha davanti a sé l’eventua-

lità di aprire anche a consiglieri di opposizione, così da creare una nuova e più solida maggioranza, sotto l’egida di un governo di emergenza sociale. Tra i dieci dissidenti, infatti, pare che alcuni siano pronti a fare dietro front pur di conservare il ruolo di consiglieri di maggioranza ed eventualmente godere di qualche incarico a titolo di riconoscimento. Tra le fila del centro destra, invece,

qualche individualità sta sondando l’aria e sta mettendo a disposizione il proprio voto qualora dovesse essere necessario a salvare l’amministrazione. Difatti, è opinione diffusa, che tutto può accadere, meno che la caduta anticipata del governo cittadino, poiché, di questi tempi, le urne potrebbero tirare brutti scherzi a chiunque. Nessuno è infatti salvo a prescindere dal giudizio del popolo, in special modo in

una fase socio economica così devastata e che vede la politica essere al centro delle responsabilità di tutto il peggio che circonda la cittadinanza. Quindi, strategicamente, Brasiello potrebbe essere in una posizione favorevole che gli permette di ridisegnarsi una nuova maggioranza, anche con i favori del Governatore Frattura che ha l’opportunità di porre un suo distinguo netto dalla Segretaria Regio-

nale del Partito, Micaela Fanelli, additata come responsabile della crisi isernina. Una cosa resta certa; Brasiello sta lavorando su tutti i fronti e sicuramente a breve offrirà al sua soluzione che potrebbe anche avere risvolti politici interessanti a livello regionale, riaprendo un forte confronto del Partito Democratico e rimettendo al centro della discussione diversi asset della politica regionale.

Crisi al Comune, un coacervo di interessi personali di Celeste Caranci Tutti i soggetti protagonisti della crisi apertasi al Comune di Isernia dichiarano che “non è una crisi politica, ma amministrativa”. Tranne qualche giovane segretario, ancora non sufficientemente esperto, dai 10 firmatari del documento che ha aperto le danze, al Sindaco che ha ritirato le deleghe ai suoi Assessori, alla Segretaria Regionale del PD che finge di cadere dal pero, fino al parlamentare Danilo Leva che recita la parte del “responsabile” che ha a cuore gli interessi della città, del suo partito e del Sindaco da lui fortemente voluto è tutto un coro intonato e concorde: “non c’è nessuna ragione politica all’origine di ciò che è accaduto”.In effetti, la politica, che è una visione organica che guida e indirizza gli atti e le decisioni della Giunta Comunale, del Sindaco e dell’intero Consiglio, è stata ed è totalmente assente dalle azioni e dal pensiero dei nostri Amministratori.L’attuale crisi non è determinata dallo scontro tra idee contrapposte su come affrontare la decadenza di Isernia che, da cittadina capoluogo di Provincia, ricco di molteplici e variegate potenzialità, corre il rischio, nel giro di poco tempo, di tornare ad essere il semplice “paesone” che era negli Anni Sessanta. Qual è invece il senso della critica dei dissidenti? Qual è il loro bersaglio e, soprattutto, quali sono le soluzioni che mettono in campo per la città?Leggendo il loro documento, oltre a delle critiche generiche, non emerge alcun rilievo specifico o riferimento a fatti o decisioni prese

dalla Giunta e dal Sindaco che evidenzi un’ analisi matura e articolata sull’operato, né viene esposta alcuna idea alternativa o un abbozzo di progetto che dia un segno di rottura, o perlomeno di discontinuità, tale da giustificare l’abbandono del Consiglio Comunale. Non c’è la denuncia dell’aumento delle Tasse Comunali portate al loro massimo storico; non si parla del pessimo funzionamento della macchina amministrativa denunciata dal documento dei dipendenti comunali; non vi è alcun cenno ai disagi derivati dalla mancata ristrutturazione della S. Giovanni Bosco e dalla chiusura del plesso scolastico S. Pietro Celestino portato alla luce dalla petizione dei genitori dei bambini. E che dire della questione dell’Università e di come è stata affrontata? O della cementificazione di parte della Villa Comunale che tante proteste ha provocato? O, ancora, della pessima gestione dell’Auditorium? Per non parlare del Centro Storico che, secondo la retorica profusa in campagna elettorale, doveva essere il perno della rinascita cittadina e invece langue nel degrado e nell’abbandono. Potremmo continuare a lungo. Non c’è settore in cui l’attuale Amministrazione abbia brillato per lungimiranza, non vi è una strategia politico-amministrativa complessiva, ma solo piccoli stratagemmi conditi da presenzialismo e superficialità, improvvisazioni ed estemporaneità, alla ricerca continua di visibilità da parte dei vari Assessori, delegati senza portafoglio, componenti e diri-

genti di Commissioni Consiliari o semplici Consiglieri. Tutto ciò abbiamo potuto constatare ad un anno e mezzo dall’insediamento della attuale maggioranza.Dopo una difficile ed inquieta convivenza, dopo la guerriglia incessante per l’allargamento della Giunta, le scaramucce per l’assegnazione di nuove deleghe ai Consiglieri, sono scoppiate ufficialmente le ostilità. Si sono manifestate alla luce del sole, tutti contro tutti.La maggioranza che va da SEL a esponenti di Destra è deflagrata.Al momento è difficile anche solo capire

quale sia il posizionamento degli attori in campo: Fanelliani contro Leviani, ex-allievi di Michele Iorio contro i rivoltosi, ex-Consiglieri di Destra contro il Sindaco che viene dalla stessa area culturale, amministratori scafati che hanno cambiato diverse casacche contro giovani di belle speranze, etc etc. Come abbiamo denunciato sin dal suo debutto, il Centro-Sinistra-Destra isernino è un coacervo di interessi personalistici, un assemblaggio mal riuscito senza indirizzo né guida autorevole né tantomeno coesione in-

terna, con personalità interscambiabili con il Centro-Destra come già avvenuto nel passato. Due anni fa definimmo questa accozzaglia politica un incesto mal riuscito!Alla luce di quanto sta avvenendo, si capisce ancora meglio il motivo per il quale fu copiato integralmente il programma elettorale di un altro Comune, nel tentativo di darsi un tono e una dignità, in mancanza di proprie idee e progettualità originale. I nodi stanno emergendo sempre più chiaramente. Ora questo inetto e piccolo ceto politico locale sarà impegnato a cercare nuovi equilibri, in una bagarre che avrà come obiettivo il collocamento e il riposizionamento dei vincitori nei posti migliori, ridisegnando la geografia interna con nuove ripartizioni di poltrone, poltroncine e sedioline a disposizione. La migliore collocazione per se stessi, in spregio e a scapito del Bene Comune. Questo è il motivo dell’attuale crisi. Probabilmente, per la paura di perdere eventuali elezioni a meno di 2 anni dall’insediamento, riusciranno a salvare la consiliatura, rispolverando metodi spartitori che ben conosciamo, in continuità con le precedenti Amministrazioni. In quest’ ottica possiamo concordare che quella che stiamo vivendo al Municipio di Isernia non è una crisi politica, ma solo una guerra intestina per il potere locale tra le varie fazioni, clan, correnti e sottocorrenti del Centro- Sinistra- Destra di Isernia e del Molise.


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Termoli

30 gennaio 2015

I Comuni molisani per la Costa dei Delfini Un’azione amministrativa congiunta dei Sindaci per la valorizzazione del mare regionale TERMOLI. Un incontro propedeutico a mettere in campo le forze e capire quanto di fattibile c’è sul progetto annunciato in anteprima su Termolionline.it dal sindaco Angelo Sbrocca. Stiamo parlando della nota “Costa dei Delfini” che ridisegnerà l’approccio al settore turistico, e per certi versi economico, dell’intero Basso Molise. Da Montenero di Bisaccia a Campomarino, passando per Petacciato e Termoli, i quattro comuni hanno intessuto, a partire dall’avvio dell’azione amministrativa del sindaco

Sbrocca (anche se il progetto ha le sue origini negli anni addietro), un rapporto sempre più radicato che punta a trasformare l’offerta turistica creando una sorta di roccaforte per i tanti cittadini che intenderanno trascorrere le proprie vacanze in Molise. Parlavamo di “incontro propedeutico” e, in effetti, di questo si tratta perché ieri al Comune i delegati delle realtà succitate si

sono incontrati ed hanno condiviso la bozza del progetto che potrebbe concretizzarsi in tempi brevi. I dettagli, ad ogni modo, non saranno resi noti prima di una settimana, almeno in via ufficiale perché, da quel che trapela, l’accordo potrebbe anche interessare il mondo culturale attraverso lo stilare un cartellone estivo comune. Suggestioni? Azzardi? Non si sa, ma il gioco di squadra pare esser di moda in questo tempo e se il detto “l’unione fa la forza” regge il passo, allora le prospettive sono più che positive.

Terreni inquinati, scattano i sequestri La Guardia di Finanza ha apposto i sigilli a 15 ettari di appezzamenti a Palata PALATA. Su mandato della Procura della Repubblica di Larino, i militari della tenenza frentana della Guardia di Finanza, coordinati dal tenente Carlo Zambito, hanno sequestrato tra i 13 e i 15 ettari di terreno in agro di Palata.

Si tratta di numerose particelle appartenenti a privati nel territorio comunale di Palata, in contrada Castellelce, con alcuni appezzamenti anche di natura demaniale, che seguono il corso del fiume Biferno. Sigilli apposti ricorrendo all’articolo 253 del codice

di procedura penale, che richiama il sequestro probatorio, e nella volontà degli inquirenti c’è proprio l’interesse a scoprire se al di sotto di quei terreni, grandi quasi come venti campi di calcio, si sia commesso un reato di natura ambientale.

E’ questo il filone seguito dalle Fiamme gialle, che operano su delega della magistratura requirente larinese

Viabilità interna, incontro a Colletorto Il tema infrastrutturale sarà al cospetto di 14 sindaci dell’area gere, fuori dalle direttrici dello sviluppo. Con questo stesso obiettivo, dopo aver partecipato in qualità di invitato all’incontro con i sindaci dell’area del Fortore organizzato dal segretario del Pd, Michaela Fanelli, ho inteso sollecitare ancora una volta la Provincia di Campobasso – attraverso il presidente De Matteis - ad una soluzione immediata per l’arteria che da anni dovrebbe collegare le fondovalli Succida e Tammaro, risolvendo definitivamente le troppe criticità del sistema esistente. Lavori non ancora appaltati mentre da un anno ormai si sono concluse le operazioni di esproprio che hanno richiesto anche il pagamento dei terreni. A fronte di queste procedure ormai terminate ho chiesto ancora una volta al presidente della Provincia che cosa si intende fare con il progetto di realizzazione della strada, arteria indispensabile per i collegamenti e la sicurezza degli stessi.

CAMPOBASSO. Il tema della viabilità, della necessità di adeguate infrastrutture e il ruolo centrale nello sviluppo delle aree interne e più a rischio isolamento saranno i temi al centro di un incontro con i quattordici sindaci dei comuni del cratere sismico e con l’amministrazione di Sant’Elia a Pianisi. L’incontro si terrà lunedì 2 febbraio, a partire dalle 18.30 presso la chiesa del Purgatorio di Colletorto: assieme all’assessore regionale Pierpaolo Nagni – che subito si è detto disponibile – parleremo di dotazione infrastrutturale e di impegni da prendere e realizzare. Il futuro e lo sviluppo di questa parte di territorio – per il quale ci stiamo spendendo per concludere in tempi certi e definiti la fase della ricostruzione – non può non contemplare una dotazione infrastrutturale tesa al miglioramento complessivo della viabilità dell’area. Non vogliamo ricostruire dando vita a cattedrali nel deserto, luoghi difficili da raggiun-

Ordine forense, D’Errico verso la presidenza Il più votato è stato Nicola Balice ma al vertice dovrebbe tornare il presidente uscente TERMOLI. Si sono conclusi ieri i due giorni di ‘clima elettorale’ per gli avvocati dell’Ordine forense di Termoli-Larino. Una sola la lista proposta con nove i candidati, di cui sette consiglieri uscenti, per un totale di votanti pari a 198 iscritti su 414 aventi diritto. I 69 i voti ottenuti dalla lista ‘Per il Tribunale’ si sommano a quelli raccolti dai singoli consiglieri e, nel dettaglio, l’avvocato Nicola Antonio Balice è stato il più votato per 146 voti,

seguono Ida Campanella 143, Marco D’Errico 134, Salvatore Pilone 121, Micaela Bruno 117, Franco De Rosa Giglio 112 al pari con Oreste Campopiano 112, Giulia Michela Antignani 111 e Nicolino Musacchio 103. Dalle voci che circolano al primo piano del Tribunale di Larino la presidenza timone dovrebbe andare a Marco D’Errico (già presidente fino al 2011) ma si aspetta l’ufficialità.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il cinema va riconvertito in teatro Il progetto sarà eseguito dall’amministrazione comunale. Finalmente uno spazio per la recitazione TERMOLI. Il progetto di “riconversione” del cinema Sant’Antonio in teatro cittadino, s’ha da fare. La conferma arriva direttamente da un sopralluogo che, avuto luogo nella tarda mattinata di ieri, ha visto l’assessore Ferrazzano, il responsabile della cultura, Michele Macchiagodena e l’ingegnere Giangiobbe del corpo dei Vigili del Fuoco, incontrarsi nel plesso sinora gestito dalla parrocchia Sant’Antonio per dare seguito a un incontro tecnico teso a verificare la fattibilità del progetto. A questo punto, con l’accordo raggiunto dal vescovo diocesano, monsignor Gianfranco De Luca, e dall’amministrazione Sbrocca, e il silenzio-assenso della Parrocchia, ci sarebbe il placet per l’avvio a procedere;

San Pietro e se i proverbi reggono … il “non c’è due senza tre” chiamerà in causa un nuovo “accordo”: sarà la volta della Galleria civica? Della proprietà del suolo della chiesa di Sant’Antonio? Ai posteri l’ardua sentenza. Il progetto, anticipato in tempi non sospetti da Termolionline.it, prenderà forma. Ciò non cancellerà i dubbi sulla sicurezza ma se c’è il placet di chi dovrà attestarne il rispetto delle leggi, allora la Termoli della cultura ha di che essere felice. Presto la città avrà il suo teatro e ciò è merito di un confronto costante e proficuo che ha visto attori membri della Curia diocesana e dell’amministrazione comunale.

presto, quindi, si avvieranno i lavori che porteranno a una sorta di “riconversione” della struttura. Quattro file dei posti a sedere spariranno, per consentire l’ampliamento del palco e l’utilizzo della “prima porta” verso il Comune quale uscita di sicurezza. Tutto a norma, quindi, non sarà il “San Carlo” di Napoli, ma Termoli avrà il suo posto ufficiale dove far esprimere i talenti della recitazione. Non noti i termini dell’accordo che, ad ogni modo, non vedrà la cessionedello stabile che rimarrà di proprietà della Curia diocesana. Nuova stretta di mano tra Sindaco e Vescovo, la seconda in ordine di tempo dopo la cessione dell’area di

Trasporto urbano, la ‘mazzata’ della Regione Il Comune costretto a ricorrere al Tar avverso un nuovo provvedimento di Frattura TERMOLI. Nuova querelle sul trasporto pubblico locale tra Regione Molise e Comune di Termoli. Non bastasse la delibera dell’agosto scorso con la quale la giunta Frattura ha dimezzato i chilometri e i relativi finanziamenti per la Gtm srl, decisione che ha portato a una conflittualità enorme, con serrate, scioperi e ricorsi, nel 2015 arriva anche il cosiddetto carico da ‘90’. Con una determina dirigenziale la Regione Molise ha notificato la determinazione dirigenziale, la nu-

mero 1 del 13 gennaio scorso con cui si “procede, per effetto dell’adozione della delibera di giunta regionale n. 387/2014, al recupero della somma di euro 1.687.248,97, quale maggiore contributo corrisposto al Comune di Termoli per il periodo di proroga del contratto di servizio per il Tpu a partire dal mese di maggio 2013”. Insomma, una sorta di causa-effetto, con ancora in bilico la sentenza di merito al Tar Molise prevista per metà marzo, ma che

innescherà ancora altro contenzioso legale tra i due enti. Per questa ragione, la giunta Sbrocca non ha lasciato cadere a terra la volontà della Regione e per la seconda volta in pochi mesi ha autorizzato il sindaco a stare in giudizio e impugnare al Tribunale amministrativo regionale quest’ulteriore provvedimento, che metterebbe le casse dell’ente di via Sannitica in sofferenza. L’incarico legale è stato affidato all’avvocato barese Lorenzo De Robertis

Vigili, nuovo comandante dal 16 febbraio Sarà Massimo Albanese a guidare i ‘pizzardoni’ della città di Termoli TERMOLI. A grandi passi verso la normalizzazione del comando di polizia municipale di Termoli. Dopo il trasferimento chiesto e ottenuto dal vicecomandante Alessandra Marchetti a otto-

bre (destinazione Agenzia delle Entrate), il pensionamento del capitano Ugo Sciarretta da novembre, in piazza Kennedy c’è una vacatio nel vertice che dura ormai da quasi tre mesi.

La decisione di scorrere la graduatoria del concorso espletato nel 2009 per il ruolo di comandante ha visto l’investitura del secondo classificato, Massimo Albanese, che prenderà ufficialmente servizio dal prossimo 16 feb-

braio. Ancora poco più di due settimane, dunque, per arrivare a coprire quel ruolo che in senso formale manca da quando c’era l’ex comandante Sorella

Giudice di Pace, spiragli per la permanenza a Termoli L’affiancamento ai dipendenti comunali che dovranno garantire l’opera di cancelleria TERMOLI. Ancora spiragli per la permanenza dell’Ufficio del giudice di pace a Termoli dopo il vertice di martedì mattina al palazzo di giustizia di Campobasso col presidente della Corte d’appello. Il vertice dell’organizzazione della magistratura in Molise aveva convocato nel capoluogo il sindaco Angelo Sbrocca, il presidente del Tribunale di Larino Enzo Turco e il coordinatore dell’Ufficio del giudice di pace Giancarlo Casale. Scopo dell’incontro mettere mano una volta per tutte alle problematiche che si riscontrano quotidianamente nella sede di via Corsica, a causa del regime di transizione tra l’onere logistico e del personale a carico del Ministero della Giustizia e la responsabilità assunta dal Comune di Termoli, al pari di tutti gli enti locali che hanno richiesto la sopravvivenza del presidio di prossimità più vicino al cittadino. Ad oltre un mese dall’entrata in vigore del nuovo regime ministeriale,

che assegna ai comuni richiedenti l’assunzione piena degli oneri per

la gestione logistica e organizzativa (compreso il personale), tributo da

versare per scampare alla soppressione, i problemi in via Corsica non

sono stati ancora risolti. Nonostante un intervento diretto del sindaco Angelo Sbrocca, con una missiva rivolta al personale distaccato nell’unico presidio giudiziario operativo sul territorio costiero non si riesce a trovare la quadra e ad aggiungere benzina sul fuoco c’è stata una lettera da parte di un funzionario ministeriale che ha preso carta e penna e scritto al presidente della Corte d’Appello di Campobasso, evidenziando le problematiche esistenti. Una deriva che ha necessitato l’intervento diretto dello stesso presidente della Corte d’Appello. Garantito, dunque, un periodo di affiancamento tra i funzionari ministeriali di stanza al Tribunale di Larino e il personale amministrativo adriatico, soluzione dettata anche dalla considerazione che con troppa fretta da via Arenula hanno voluto delegare l’opera di cancelleria ai dipendenti comunali, senza dar tempo loro di formarsi sulle nuove competenze.



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Opinioni

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di Vincenzo Di Giacomo* n questi ultimi anni, l’Associazione Nazionale Magistrati del Molise ha conseguito una serie di importanti obiettivi. Vorrei ricordare, da ultimo, quello proteso a scongiurare la soppressione della locale Corte di Appello, che avrebbe trascinato con sé tanti altri Uffici giudiziari e non giudiziari, dal che sarebbe tra l’altro conseguito un ulteriore gravissimo danno per l’economia dell’intera regione, che già sta vivendo momenti drammatici. Abbiamo dato il nostro contributo, unitamente all’Ordine Forense distrettuale, anche attraverso tempestivi interventi personali presso il Ministero della Giustizia, siamo stati i primi a muoverci in Italia, e poi si sono mossi anche altri soggetti ed altri distretti, così che allo stato attuale il discorso è rimasto sospeso e speriamo che venga abbandonato del tutto. Un altro importante obiettivo conseguito dalla nostra ANM/Molise è stato quello di ottenere, probabilmente per la prima volta nella storia di questo distretto, il sostanziale pieno organico dei magistrati che operano presso i vari Uffici giudiziari della nostra regione. Ed anche in questo caso, per ottenere tale risultato, abbiamo avuto una serie di contatti e ci siamo recati ripetutamente a Roma, unitamente ai rappresentanti dei vari Ordini degli avvocati. Purtroppo, però, il pieno organico dei magistrati non basta a risolvere i gravissimi problemi che affliggono il sistema Giustizia nel nostro Paese. E ciò perché questo organico andrebbe necessariamente incrementato (a parte la risicata aggiunta dei giudici onorari attualmente in servizio), visto che la pianta organica dei magistrati è rimasta pressocché immutata da oltre mezzo secolo, mentre la popolazione è aumentata di milioni di unità e così pure i processi sono aumentati in maniera esponenziale. Per cui, pur essendo i nostri magistrati come dirò oltre tra i più produttivi in Europa, le cause durano a lungo e molti processi cadono in prescrizione. A ciò aggiungasi che i concorsi per il personale ausiliario sono bloccati da oltre 15 anni (dal

La Giustizia 1999) e quindi si registrano gravi carenze di questo personale, le strutture (uffici, aule, mobilio, ecc.) sono assai fatiscenti, le cancellerie restano spesso persino senza carta e penne e le strutture informatiche continuano a presentare farraginosità legate a problemi di sistema. Se non si risolvono questi problemi, non si riuscirà a sanare quella che oggi è una delle piaghe più evidenti del sistema giudiziario: la lunga ed irragionevole durata dei processi, che tra l’altro allontana gli investimenti, perché solo se la Giustizia civile funziona velocemente e bene i crediti vengono prontamente riscossi e quindi gli investimenti stranieri vengono attirati, mentre, in caso contrario, non solo gli investimenti stranieri non vengono attirati ma i capitali nazionali vengono esportati. Per non parlare poi dell’altra grave piaga, co-

stituita dalla violazione dei diritti umani dei detenuti specie per via del sovraffollamento delle carceri, che tra l’altro espone il nostro Stato alle condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ed infine, c’è la questione ricorrente e che a breve tornerà probabilmente sul tappeto della separazione delle carriere. Si tratta di una riforma che a mio sommesso avviso potrebbe anche condividersi in linea di principio, ma dietro la quale si cela un grave pericolo, quello di giungere in ultima analisi all’obiettivo (più o meno sottinteso) della subordinazione del P.M. al potere esecutivo (e cioè al Governo, o al Ministro della Giustizia) o magari al potere legislativo (ossia alla maggioranza parlamentare), il che significherebbe che l’azione penale verrebbe bloccata in caso di coinvolgimento dei poteri forti, direttamente o indirettamente col-

senza alcun finanziamento pubblico

legati alla politica. I corrotti ed i corruttori resterebbero così di regola impuniti, come lo resterebbero i grandi evasori fiscali, i bancarottieri, i grandi truffatori, i ladri di Stato e la stessa criminalità organizzata, per via dei suoi non infrequenti legami col potere politico. Perciò, per tutte le cose sin qui esposte, attenzione a porre mano in un modo o in un altro al principio dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, che è un principio che i nostri Padri costituenti posero non quale privilegio per i magistrati, ma quale garanzia per tutti i cittadini e specialmente per le fasce sociali più deboli, per le classi subalterne e per le grandi masse che rappresentano la stragrande maggioranza del popolo italiano, perché solo un giudice autonomo dai poteri forti ed indipendente dai poteri forti è un giudice veramente terzo e quindi veramente imparziale, che giudicherà dunque con la dovuta terzietà ed imparzialità i casi che gli vengono sottoposti, senza il pericolo di favoritismi delle parti più forti in danno di quelle più deboli, senza il pericolo di realizzare una giustizia forte con i deboli e debole con i forti, un sistema in cui i cittadini non sono tutti uguali di fronte alla legge, a tutto discapito dello stesso principio di democrazia, a tutto discapito dello Stato di diritto. Ecco, noi operatori del diritto queste cose abbiamo il dovere morale di dirle ed anche di denunciarle, abbiamo il dovere di mettere i cittadini in guardia dai tentativi ricorrenti di riformare la magistratura subordinandola ai poteri forti, anziché di riformare la Giustizia, perché è di quest’ultima riforma, sinora sostanzialmente inattuata, che invece il Paese ha assoluta necessità. Dopodiché, ovviamente, chi fa le riforme in rappresentanza del corpo elettorale sono il Parlamento ed il Governo, e, alla fine del discorso, la conclusione resta sempre quella che ogni popolo ha i politici che si merita ed ha i giudici che si merita. *PRESIDENTE ANM Molise

Il mistero della Tavola Osca Pietrabbondante e le sue ricchezze Nel 1848 comparve sul “Bullettino dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica” di Roma, esattamente nel numero di ottobre, la notizia del ritrovamento di una tavoletta di bronzo, incisa su ambedue le facciate, recante scritte in lingua osca, la lingua dei Sanniti Pentri. La notizia proveniva da un agnonese, il “dottore fisico” Francesco Saverio Cremonese, che risulta essere stato anche sindaco della fiorente cittadina altomolisana dal 1841 al 1846, ed era corredata da molti elementi descrittivi del luogo e delle condizioni del ritrovamento, ma non dell’autore. Prendendo spunto da questi elementi, due attenti studiosi della storia molisana, principalmente di quella sannitica, hanno voluto approfondire le conoscenze su quella che da sempre viene chiamata la “Tavola di Agnone” ed hanno raccolto tanti elementi da pubblicare in un libro che hanno intitolato: “Gli enigma - La tavola osca e Pietrabbondante”; gli autori sonoPaolo Nuvoli e Bruno Paglione. Nuvoli, laureato in giurisprudenza e docente di materie giuridiche ed economiche, ha scritto vari libri sulla storia sannitica, oltre ad aver fatto una brillante carriera politica; Paglione, profondo conoscitore del territorio molisano, ha collaborato con le università del Molise, di Roma

e di Ferrara ed è stato negli anni scorsi Ispettore Onorario per i beni archeologici della Provincia di Isernia. In occasione della interessantissima ed affollata presentazione del libro, che si è tenuta ad Isernia nell’aula magna dell’ITIS,gli autori hanno premesso che hanno voluto guardare alla storia del nostro territorio con occhi diversi da quelli ormai entrati nella consuetudine. “Scopo del libro – ha spiegato Nuvoli - non è quello di imporre una diversa “verità”, ma di sollecitare altre ricerche ed approfondimenti partendo da ele-

menti che contrastano con quanto è stato detto e scritto finora”. L’aspetto più eclatante che è emerso riguarda la “Tavola Osca”: gli autori hanno avanzato il sospetto che non sia stata trovata tra Agnone e Capracotta, in contrada “Macchia” ed esattamente nel luogo chiamato “Fonte del Romito”, come vuole la tradizione, ma che provenga da Pietrabbondante e varie vicende confermano questa conclusione. In particolare gli autori del libro analizzando le descrizioni del luogo del ritrovamento e perlustrando attentamente il terreno hanno trovato che quanto scritto a suo tempo dal Cremonese risulta in gran parte fantasioso e non rispondente alla realtà. Nessun tempio è mai esistito in quel luogo, nessun muro al quale avrebbe dovuto essere appesa la Tavola, nessuna pietra concava particolare all’interno della quale si conservasse perfettamente. Inoltre, le ricerche in molte biblioteche, tra cui quella di Agnone, hanno fatto scoprire che anche molti altri studiosi avevano maturato gli stessi dubbisenza che questo riuscisse a modificare l’opinione corrente ormai radicata. Insomma il mistero circonda la Tavola Osca, mistero che si scioglierebbe se venisse indicato come

luogo del ritrovamento Pietrabbondante, cioè il luogo dove sorge il grande centro religioso e politico dei Sanniti. Ma non si fermano qui le convinzioni degli autori, essi ritengono che, poco dopo il ritrovamento, della Tavola sia stata fatta una copia perfetta da qualcuno dei raffinatissimi artigiani di Agnone e che questa, non l’originale, sia stata venduta nel 1867 all’antiquario di Roma, Castellani, e da questi nel 1873 al BritishMuseum di Londra. Nel libro si parla anche diffusamente del sito archeologico di Pietrabbondante, in proposito l’architettoAlberto Sposito, docente presso l’Università di Palermo, ha sollevato forti perplessità sulla ricostruzione del luogo suggerendo che “la ricerca archeologica continui, ma con un approccio interdisciplinare che aiuti a ricostruire la storia del territorio ed eviti irrimediabili errori interpretativi”. In effetti Nuvoli e Paglione presentano un’attenta ricostruzione storica, valutando gli avvenimenti che si sono succeduti negli anni, ed arrivano a concludere che il sito religioso di Pietrabbondante in realtà fosse l’antica Herculaneum, perché lì era particolarmente attiva la devozione nei confronti di Ercole, come dimostrano i ritrovamenti di

una grande statua in pietra edi molte statuette votive in bronzo raffiguranti quel dio. Inoltre ritengono che si possa dimostrare che la mitica BovianumVetussi trovasse nel territorio che oggi è del comune di Campochiaro, dove sono presenti i resti di un grande edificio di culto e di un importante insediamento sannitico con numerose sepolture. Lo storico, Natalino Paone, ha sollecitato un grande sviluppo dell’archeologia orientata ad ampliare le conoscenze sulla storia dei Sanniti. “Non possiamo accontentarci – ha dichiarato Paone – delle poche cose che ha scritto Tito Livio perché questi era romano ed ha raccontato i fatti da vincitore. E’ indispensabile, inoltre, un museo nazionale sannitico che raccolga tutti i reperti riguardanti quel grande popolo oggi distribuiti in modo disorganico in tantecittà”. Le conclusioni del Prof. Nuvoli sono amare: egli parla di una vera e propria colonizzazione culturale attuata dallo Stato. “Lo Stato nulla depreda – sostiene – anzi tutela e conserva, e lo fa tanto bene che gran parte del materiale resta invisibile, ben riposto in vere e proprie arche la cui stessa ubicazione è misteriosa”. “Per i cittadini, per i fruitori, molisani e non – aggiunge – Pietrabbondante rimane un luogo irrisolto, pressoché sconosciuto e desolato. I Giornali di scavo, gli inventari, la documentazione topografica, fotografica e progettuale non risultano pubblicati, solo qualche lavoro monografico non sempre reperibile”.



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