Chierchia de capoa, l'ora della sfiducia

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xi - N° 263 mercOledì 2 dicembre 2015 - diStribuziONe grAtuitA

Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

Quintino Pallante

L’Oscar del giorno lo diamo a Quintino Pallante. Il direttore dell’Agenzia per l’Ambiente disarcionato dalla Giunta regionale nonostante i prestigiosi risultati raggiunti dall’Arpa sotto la sua gestione. Sia in termini di attività a favore del territorio e dalla salubrità dello stesso sia in termini di mantenimento del bilancio. Un bel risparmio per la Regione che lo ha ricompensato con il sollevamento dall’incarico. Prosit!

LAVORI PUBBLICI

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Salvatore Ciocca

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Salvatore Ciocca. Il consigliere delegato per la Protezione civile è stato chiamato in causa dal sindaco di Termoli, Sbrocca, a seguito della questione della mancanza in città di acqua potabile. Nessuna autobotte della Protezione civile si è vista in basso Molise nonostante la gravità della situazione venutasi a determinare. Ma che fine hanno fatto i mezzi specifici della Protezione civile del Molise?

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Frane, al Molise nemmeno il becco di un quattrino Il governo ha stanziato i fondi per il dissesto idrogeologico ma al Molise non è toccato un soldo.

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REGIONE

Pioggia di euro per i dirigenti regionali La Giunta regionale ha dato il via libera a 4 milioni e mezzodi euro per la dirigenza.

CAMPOBASSO

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Mercato coperto, una struttura abbandonata L’amministrazione comunale di Campobasso pronta a sfruttare le possibilità del Piano nazionale.

In Consiglio, il Tutore dei diritti alla persona pagina 2

Servizio a pagina 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 2 dicembre 2015

Autorizzato dalla giunta regionale il Contratto decentrato integrativo per l’anno 2013

Buon Natale alla dirigenza con 4 milioni e mezzo di euro da spartire

Nel rispetto delle regole e col parere dei revisori dei conti Le retribuzioni di posizione e di risultato del personale con qualifica dirigenziale della Regione Molise viaggiano con qualche anno di ritardo, ma arrivano a destinazione. A giorni, per un Santo Natale, quelle relative al 2013. Sempre munifiche e premiali, nonostante sia difficile per chiunque volesse dimostrare con dati, numeri, statistiche e analisi alla mano, quali erano gli obiettivi programmatici e quali i risultati ottenuti per meritare, appunto, un’apposita indennità. Il risultato, dunque, dove e come riscontrarlo. A chi s’azzarda a chiederlo gli viene opposto che tutto si svolge nel rispetto delle regole, del contratto collettivo di lavoro e del contratto integrativo, e col parere dei revisori dei conti. Abbiamo provato a spiegarlo a coloro che hanno perso il posto di lavoro che i dirigenti regionali prendono soldi per la loro capacità professionale di raggiungere gli obiettivi che gli vengono assegnati dall’amministrazione (anche l’obiettivo di rilanciare l’economia da cui dipende la loro vita); li prendono i soldi anche quando la dimostrazione che ciò sia vero, incontestabile e inconfutabile, viene attestato sulla parola più che su basi scientifiche, come nel caso della contrattazione 2013, in assenza del Piano della performance e dell’organismo indipendente di valutazione. Abbiamo cercato di spiegarlo, ma non hanno capito. Per aiutarli a sopportare questa loro deficienza cognitiva rispetto ai contratti (collettivi e integrativi), trascriviamo la parte pregnante e significativa della deliberazione della giunta regionale del 23 novembre con la quale, appunto, l’esecutivo di Palazzo Vitale ha autorizzato la delegazione trattante a stipulare il Contratto decentrato integrativo per l’anno 2013. Ciò sulla premessa che il 24 febbraio 2015, in applicazione dei vigenti Contratti collettivi nazionali di lavoro del comparto

In Regione nasce il Garante dei diritti alla persona La proposta di legge approvata è stata presentata dai consiglieri Lattanzio e Fusco Il Consiglio Regionale, ha approvato la proposta di legge regionale, di iniziativa delle consigliere Nunzia Lattanzio e Angela Fusco Perrella, inerente l’istituzione del”Garante regionale dei diritti alla persona”. “La proposta di legge all’esame dell’Aula -si legge nel documento istruttorio del Relatore, il Consigliere Francesco Totaro- ha lo scopo di definire profilo e compiti del “Garante Regionale dei Diritti alla Persona”, nuova figura istituzionale che, attraverso gli strumenti della mediazione, della comunicazione, della partecipazione e della protezione, segna un nuovo percorso di intesa tra i cittadini e la pubblica amministrazione, ciò al fine di vigilare sulla corretta esplicazione ed attribuzione dei diritti costituzionalmente garantiti delle persone, dei minori, e delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”. Il Garante Regionale dei Diritti della Persona e’ dunque un organo super partes che assume posizioni neutrali e riunisce in un unico soggetto le funzioni di garanzie attribuite al Tutore Pubblico dei Minori e al Difensore Civico. Il nuovo Garante, che viene incardinato presso le strutture della Giunta Regionale, è quindi: responsabile dei diritti dei cittadini nei confronti delle istituzioni; custode e promotore dei diritti dei minori; garante del rispetto dei diritti delle persone sottoposte a provvedimenti restrittivi delle libertà personali. Viene quindi di conseguenza abrogata la legge istitutiva della figura del Tutore pubblico dei minori. La figura del Difensore Civico era stato già stata soppressa in passato. Il testo di legge approvato, infine, attribuisce alla nuova figura del Garante specifiche competenze di controllo in materia di esecuzione penale pur osservando, nella piena consapevolezza dellediversità dei compiti che appartengono rispettivamente all’Amministrazione della Giustizia, alle Regioni e agli Enti Locali, la distinzione dei ruoli. “Una legge - secondo l’ex Consigliere regionale Italo Di Sabato - che rischia solo di creare una figura insufficiente a risolvere le problematiche in essere e tutelare le persone recluse. Una legge utile solo al fine di creare ulteriore “clientela”. Dal mio punto di vista era necessario istituire la figura del “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, un ruolo importante di raccordo tra il “dentro” e il “fuori”, stimolando il territorio a farsi carico della popolazione detenuta e a riconoscere alla stessa pieno diritto di cittadinanza”.

Regioni – Autonomie Locali, sono state determinate in via definitiva le risorse per la costituzione del fondo destinato alla retribuzione di posizione ed alla indennità di risultato del personale con qualifica dirigenziale; che nell’incontro di contrattazione, svoltosi il 17 marzo 2015, le delegazioni trattanti di parte pubblica e di parte sindacale hanno sottoscritto l’ipotesi di contratto decentrato integrativo per l’utilizzo delle risorse del fondo per l’anno 2013; che il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, il 13 novembre 2015, ha trasmesso il parere favorevole sull’ipotesi di contratto decentrato; che il Collegio dei revisori dei conti con il predetto parere ha attestato, la compatibilità dei costi derivanti dall’ipotesi di contratto decentrato 2013 per la dirigenza, con i vincoli di bilancio; che il 26 ottobre 2015, il Direttore del Servizio Statistico e supporto al Direttore Generale ha trasmesso la relazione attestante la corretta applicazione dei principi generali dal Decreto legislativo 150/2009 (quello che prevede il Piano di performance e l’organismo indipen-

dente di valutazione – ndr) , in merito all’ottimizzazione della produttività del lavoro e all’efficienza e trasparenza dell’Amministrazione. Tutto ciò premesso, la giunta dunque ha autorizzato la stipula del Contratto decentrato integrativo per l’anno 2013 in favore del personale regionale con qualifica dirigenziale. Le risorse disponibili sono pari a 4.488.447,45 euro, così destinate: 3.437.230,12 euro per la retribuzione di posizione (cioè per essere dirigenti – ndr). La somma è composta da 2.378.464,20 euro ( 37.753,40 per 63 posizioni dirigenziali attive al primo gennaio 2013) e da 1.058.765,92 euro derivanti dalle economie riferite a 37 posizioni dirigenziali soppresse. Mentre sono 650.022 gli euro per l’indennità di risultato, cui vanno aggiunti altri 401.195,33 euro quale incremento della retribuzione di risultato per l’anno 2013. Con la speranza che coloro che hanno perso il posto di lavoro si convincano della giustezza e dell’equità.

l’intervento

Il consigliere regionale, Michele Iorio, interviene sui progetti di settore

Dardo

“Sanità, per i precari una macelleria sociale” “Si tratta di vera e propria macelleria sociale. Vanno a casa oltre cento lavoratori a progetto della sanità, i cui contratti, a mio giudizio, potevano essere prorogati in attesa delle esecuzioni degli avvisi pubblici”. Lo sostiene il consigliere regionale di centrodestra, Michele Iorio. “In alcuni casi molti di questi lavoratori

Sul lastrico cento famiglie Buon senso saltato

costituiscono famiglie monoreddito e quindi, oggi, si trovano in evidente disagio sociale, ingiusto e non prevedibile. Occorreva buon senso e un po’ di coraggio per evitare tutto questo, anche perché ci troviamo in presenza di professionalità con titoli specifici e competenze acquisite nel tempo, in molti casi da ben oltre dieci anni. Così

la sanità non si riforma ma si distrugge. In sintesi, i fondi c’erano e sono finalizzati all’esecuzione di progetti finanziati in aggiunta al Fondo Sanitario. Una buona politica avrebbe potuto evitare tutto ciò. Se necessario, si sarebbero potuti prima espletare gli avvisi pubblici per evitare o quantomeno attenuare tutto questo disagio”.


TAaglio lto

3 2 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Molise escluso dai finaziamenti contro il rischio idrogeologico. Nessun progetto presentato

Parla più forte la realtà virtuale, oggi, di quella vera. Fa più rumore ciò che diventa virale sul web delle denunce della stampa e, spesso, anche della reale incidenza dei fatti. Sta facendo il giro di moltissimi profili facebook un video girato sulla fondovalle del Fortore da una campobassana, visualizzato già più di 15mila volte e condiviso da centinaia di naviganti. Scene che potrebbero venire da una qualsiasi mulattiera andina, da un qualsiasi sentiero battuto da carovane in marcia attraverso il terzo, il quarto mondo. Ma che vengono da qui, dalla pancia dell’ottava economia mondiale, a quanto si dice. Scene ovviamente corredate dalla solita sequela di commenti di indignazione a costo zero; quella che in rete nasce ed in rete muore. Ma la visualizzazione in loop di quel filmato almeno fuga ogni dubbio sulla verità della questione. Se non fosse postata in rete, infatti, finiremmo ormai per non crederci neanche più. Tanto una smentita o un “stiamo lavorando per voi” dall’ufficio stampa della giunta o dell’assessore al ramo sono sempre pronti ad arrivare. E la faccenda finirebbe, comunque, lì. Ma testardamente vogliamo continuare anche noi a raccontare frammenti di realtà. E questo è quanto segue: nel mese di agosto il governo ha stanziato un miliardo e seicento milioni di euro per fronteggiare il rischio idrogeologico. Per mettere un freno, cioè, a quei pezzi di Italia che ad ogni acquazzone (ma oggi si chiamano bombe d’acqua, volete mettere l’effetto terrorizzante?) vengono giù, scarnificati dalla speculazione edilizia, dall’incuria e dall’ignoranza. Di questo miliardo e mezzo, seicento milioni sono immediatamente cantierabili, cioè pronti ad essere assegnati a quelle amministrazioni che ne abbiano fatto formale e documentata domanda. Pensate che la Regione Molise si sia disturbata a provvedere? La risposta è no, tranquilli. Cosa volete che possa mai disturbare i nostri amministratori dalla loro letargia. Di certo non la possibilità, per una volta, di fare ciò per cui vengono profu-

Saranno capaci in Regione a redigere una domanda di finaziamento? matamente pagati. Liguria, Toscana, Sardegna, Emilia; Genova, Firenze, Olbia, Bologna hanno invece risposto. La città di Pescara si è vista assegnare 54 milioni per provvedere a non finire sott’acqua dieci volte l’anno. La nostra regione, per quanto dissestata come poche, resterà a becco asciutto. Troppa fatica per amministratori e dirigenti regionali approntare domande e progetti. Chissà se sono materialmente capaci di farlo, in effetti. Il dubbio, a questo punto è legittimo. Per la cronaca, dobbiamo registrare il fatto che, a quanto pare, diventeranno esecutivi i

15 milioni di finanziamento per il consolidamento degli argini del fiume Biferno. Almeno così ha riferito l’assessore Pierpaolo Nagni lo scorso 25 novembre, mentre il basso Molise faceva i conti con l’alta marea, ma d’acqua dolce. Peccato solo che il finanziamento in questione sia ascrivibile all’attività della scorsa legislatura e dopo anni di travagliata procedura e aver scampato il concreto rischio di essere perso, pare sia giunto alla sua giusta destinazione. Niente da fare. A questi non riesce proprio di segnare un punto. Basterà l’evidenza della realtà a porre fine a questa legislatura?

Fibrillazioni e tensioni all’interno del gruppo del Partito Democratico al Comune di Campobasso

A rischio le posizioni degli assessori Chierchia e De Capoa all’interno della giunta Battista Voce di popolo, voce di Dio. Con la tagliente e quasi sempre veritiera concretezza che va riconosciutà agli adagi popolari ci apprestiamo a rendervi conto delle ultime fibrillazioni che vengono da Palazzo San Giorgio. Pur non disponendo di virgolettati che possano dare a quanto segue il crisma dell’ufficialità, con buona approssimazione possiamo dirvi che la maggioranza al Comune di Campobasso è attraversata, in questi giorni, da tensioni che potrebbero, quanto prima, portare a sostanziali modifiche dell’attuale assetto istituzionale. Fibrillazioni, manco a dirlo, tutte interne al Partito Democratico che, come spesso ci piace sottolineare, è infaticabile nella sua doppia missione di partito di go-

verno e di opposizione. Opposizione a sé stesso, ovviamente. Pare, infatti, che buona parte, diciamo la metà, del gruppo PD in consiglio regionale abbia finito la paziezienza nei confronti degli assessori Bibiana Chierchia ed Emma De Capoa. L’amministrazione guidata dal Sindaco Battista è da subito apparsa come un’anatra zoppa, una costruzione istituzionale poggiata su fondamenta fragili e percorsa da idiosincrasie incrociate tali da renderne l’azione quotidiana balbettante ed il clima generale al suo interno quasi sempre assai poco salutare, un pò per tutti. Si aggiunga l’inarrestabile l’involuzione urbanistica della città, non del tutto ascrivibile alla Chierchia naturalmente e l’asfittica

espressione di manifestazioni culturali di un certo rilievo (anche in questo caso le responsabilità dell’assessore al ramo non sono assolute) ed ecco che giustificare l’insorgere di faide e veti incrociati è cosa assai facile. Siamo convinti che la cosa abbia un reale fondamento e investirà l’attenzione del Sindaco e della maggioranza per i giorni, le settimane a venire. Giorni e settimane che con l’arrivo delle festività espongono l’amministrazione all’inevitabile innalzamento delle aspettative della cittadinanza. Nei giorni in cui ci si dovrebbe sentire tutti più buoni normalemnte verso chi amministra la città viente voglia di pretendere di più. Chissà mai perchè? Probabilmente perchè assai poco s’era fatto prima?

All’Arpam arriva Lavalle. Pallante fatto fuori dalla Giunta CAMPOBASSO. La Dirigente della Regione Antonella Lavalle, già Direttore del Servizio Politica del Farmaco della DG della Salute, è il nuovo Commissario straordinario dell’ARPAM. Secondo indiscrezioni è stata fatta da poco la nomina dalla Giunta

Eppure i risultati erano stati ottimi Bilancio in positivo

Frattura, che non conferma più l’operato di Pallante. La nomina del Commissario fa intendere che oltre al rimpasto di Giunta (con le nuove nomine degli Assessori) nel calderone dei posti da assegnare ci sarà anche la scelta del nuovo Di-

rettore dell’ARPAM. Un mistero il taglio di Pallante che, pure, era riuscito a svolgere copiosa attività facendo risparmiare alla Regione bei soldini. Ora, invece, arriva un funzionario regionale e bisognerà riprendere tutti i discorsi daccapo.


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Tutto quello che gli altri non dicono

2 dicembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

EVENTO INATTESO Flop, che più flop non si può, quello verificatosi al Servizio Centrale Unica di Committenza della Regione Molise che, per destinazione acquista forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori, o aggiudica appalti pubblici o conclude accordi quadro di lavori, forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti aggiudicatori. Servizio sul quale la Regione ha riposto molte certezze nello stare nel solco della legge, nell’assecondare la razionalizzazione della spesa pubblica, nel favorire le piccole realtà locali ed essa stessa nella funzione di committente e, infine, di corrispondere alla trasparenza degli atti pubblici. Un flop, dicevamo, che va a sporcare tutte le certezze regionali, nonché campanello d’allarme per ciò ch’è successo e per ciò che può succedere, se rimangono le carenze emerse. E’ successo che la Centrale unica di committenza, come le compete, ha allestito e avviato la procedura aperta per la fornitura del materiale occorrente per la valorizzazione e l’ottimizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani nei comuni di Vinchiaturo e di Baranello. Tutto liscio? Macché. Procedura incompleta, e appalto non aggiudicato. Evento impensabile in un contesto in cui la

La Centrale unica di committenza ha fatto flop

Non aggiudicata la gara per la fornitura del materiale occorrente alla raccolta differenziata nei comuni di Vinchiaturo e Baranello

Bisognerà procedere ad una maggiore attenzione alla stesura dei bandi

specificità della funzione (le gare d’appalto) presuppone il meglio della conoscenza e della padronanza della materia. I Comuni peraltro sono obbligati dalla legge a servirsi della Centrale, e la Regione (che ha impiegato più del dovuto ad istituirla) ha il dovere, oltre che l’interesse, che funzioni. Con

Le Regioni, in attesa dell’evoluzione della normativa sul riassetto istituzionale ed amministrativo delle Province, si avvarranno del personale di quegli enti. Intanto oggi a Roma verrà sottoscritta dal Governo e dalla Commissione interregionale per le Politiche sociali presieduta dall’assessore Miche Petraroia, la convenzione per la gestione delle politiche attive del lavoro. Sempre nella capitale, preso la sede della Regione To-

l’appalto i comuni di Vinchiaturo e Baranello ritenevano di essere messi nella condizione di avviare con i mezzi sufficienti ed efficienti la raccolta differenziata per cui hanno goduto del finanziamento. La differenziata è un servizio importante per l’economia del paese e per le tasche dei cittadini, oltre che

un modello di civiltà. La gara purtroppo non è andata per il verso giusto. Viene da chiedere: ma il bando chi l’ha preparato? Le Centrali di committenza sono state fatte apposta per sopperire alle carenze tecniche dei piccoli comuni, per assicurare la trasparenza e l’economicità delle procedure d’appalto, a valere per tutti. Una garanzia. Come credevano gli amministratori di Vinchiaturo e di Baranello che, invece, hanno

dovuto prendere atto che l’esito della gara è stato la mancata aggiudicazione dell’appalto. Alla Centrale erano pervenuti due plichi: uno della ditta Id&A srl e l’altro della ditta Scau ecologica srl. Dal verbale della commissione aggiudicatrice si legge che nel plico della ditta Id&A srl vi era una comunicazione nella quale la ditta rendeva noto di non ritenere economicamente sostenibile la fornitura richiesta; nel plico della Scau srl erano state inserite sì le buste con i documenti e l’offerta tecnica, ma di un veicolo non corrispondente alle caratteristiche prescritte dal capitolato speciale, probabilmente tratta in inganno. Se si pensa che saranno decine gli appalti previsti dello stesso genere, sarà il caso che i bandi siano allestiti bene, e portati a compimento. Per salvaguardare la credibilità della appena istituita Centrale unica di committenza.

Le commissioni nazionali discutono, le Province arretrano scana, la Commissione interregionale per il Lavoro e istruzione si riunirà per approfondire gli aspetti finanziari, normativi e giuridici connessi all’attuazione del passaggio delle competenze dalle Province alle Regioni e all’Agenzia nazionale Politiche Attive del Lavoro (Anpal). Campa cavallo!

“Un’Italia sempre più a doppia velocità” CAMPOBASSO. “Un’Italia sempre più a doppia velocità : allarmanti i dati sulle differenze retributive tra nord e sud”, lo sostiene la Cgil Molise che continua a ribadire la necessità che lo Stato non smantelli i suoi uffici dal territorio. I dati sull’andamento delle retribuzioni medie annue lorde rilasciati dall’Osservatorio JobPricing pubblicati oggi su Repubblica.it, confermano una radicale divaricazione tra il centro nord e il centro sud del Paese. Al centro sud oltre a livelli allarmanti di disoccupazione generale compresa quella giovanile, i dati diffusi confermano una preoccu-

pante allerta rispetto alle retribuzioni lorde che sono più basse in media del 30 % rispetto al centro nord. La Lombardia si colloca al primo posto con € 31,179,00 di retribuzione lorda media seguita dal Trentino – Alto Adige con € 30.803,00. Il Molise con una retribuzione media di € 24.660,00 euro si colloca al 17 posto seguita solo dalla Sardegna € 24.110,00 , dalla Basilicata € 23.876,00 e dalla Calabria € 23.465,00. La CGIL ribadisce la necessità di un impegno straordinario che ponga al centro il tema del lavoro, i suoi diritti e la crescita dei redditi.

Senza un vero impegno su questi temi, la stessa economia regionale non troverà un vero momento di ripresa, poiché con redditi così bassi si rischia di deprimere la domanda interna rendendo sempre più difficile prospettare una nuova visione di crescita economica e sociale. Per queste ragioni la CGIL Molise da tempo si batte e continuerà a battersi per difendere e non smantellare l’attuale tessuto produttivo della Regione e nel contempo chiedere un nuovo e diverso sviluppo che produca nuova e buona occupazione e qualità della vita.


TAaglio lto

5 2 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Tornare ad essere un punto di leva dell’economia cittadina, un riferimento, una possibilità di interazione civile, sociale, economica e culturale

Nel deserto delle iniziative comunali, un lampo. Lo ha generato il sindaco Antonio Battista andando indietro nel tempo a riprendere il project financing elaborato dal compianto imprenditore Mario Di Biase nel 2005, teso a recuperare e valorizzare la struttura corrispondente al Mercato Coperto di Via Monforte, progettato dall’archistar degli anni Sessanta, Enrico Mandolesi. Una struttura di pregio architettonico (ormai dismessa), che si (ri)propone per un nuovo tentativo di valorizzazione potendo entrare nel novero degli interventi del piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate (dotazione di 44.138.500 euro per il 2015 e di 75.000.000 euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per complessivi 194.138.500 euro). Campobasso abbonda di aree urbane degradate: l’imbarazzo è nella scelta. Tra queste, è stata individuata l’area compresa tra Via S. Antonio Abate, Via Marconi e Via Monforte, a ridosso del Centro Murattiano e parzialmente compresa nel borgo medievale, nel tempo progressivamente marginalizzata, impoverita, degradata, ma ancora sostanzialmente rivitalizzabile se, come spera il sindaco Battista, riuscirà ad essere inserita nel piano nazionale per la riqualificazione, appunto, delle aree urbane che hanno perso appeel socio/economico e culturale. In quell’area si trova, troneggiante, il Mercato Coperto che chiede da anni di tornare ad essere un punto di leva dell’economia cittadina, un riferimento, una possibilità di interazione civile, sociale, economica e culturale. Possibilità che l’impresa Mario Di Biase aveva individuato, analizzato, progettato, chiamando in causa l’amministrazione di Palazzo San Giorgio per una collaborazione attiva e fattiva. Andata in buca, purtroppo, e non è difficile capire come e perché. I progetti lungimiranti (e quello lo era) hanno bisogno di un substrato amministrativo ricettivo, sensibile e coraggioso per essere realiz-

Il Mercato Coperto di nuovo al centro dell’interesse dell’amministrazione comunale come perno del più vasto progetto di recupero dell’area degradata delimitata da Via S. Antonio Abate, Via Marconi e Via Monforte

zati. Il substrato comunale non lo era. Oggi, a distanza di dieci anni, quel progetto torna al centro dell’interesse dell’amministrazione comunale come perno del più vasto recupero dell’area degradata sopra indicata. Se capita, lo si deve al piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate che ha aperto la porta alle idee, a chi ce le ha, e tra le idee maggiormente praticabili, fortunatamente c’è quella del recupero del Mercato Coperto, la meglio attrezzata.

“Il progetto” – dice il sindaco Battista – “ha la capacità di coinvolgere soggetti privati che verranno scelti attraverso procedure di evidenza pubblica con effetto moltiplicatore del finanziamento pubblico nei confronti degli investimenti privati, nonché la possibilità di ottenere finanziamenti a valere sui fondi Por 2014-2020, in particolare per le azioni che prevedono l’inserimento lavorativo dei giovani tramite la creazione di start up in settori strategici quali innovazione, valorizzazione del turismo e

promozione di prodotti tipici di qualità”. La prospettiva è ampia, e la corrispondenza tecnica e amministrativa ai requisiti previsti dal bando nazionale per la partecipazione al Piano di riqualificazione urbana sembra solida, strutturata, e dimostrata. La possibilità che la proposta venga accolta è molto alta. Da quel momento in poi tutto torna all’origine: alla capacità dell’amministrazione comunale di realizzarla. Con 10 anni di ritardo.

L’esempio di Rita Fossaceca di sergio genovese Il lettore mi scuserà se indugio sulla drammatica vicenda di Rita Fossaceca sulla quale, peraltro, la redazione del nostro giornale ne ha già fatto degno ricordo. Preciso che non appartengo a quella gigantesca schiera di gente che nel commemorare la morte di qualcuno si lascia andare a discorsi ascensionali tutti vocati alla Santità del defunto mentre i riti funebri diventano una sorta di spettacolo con applausi, canti, palloncini e coreografie varie. Ho sempre creduto e invocato per la morte meditazione e silenzio, più lacrime che applausi e festeggiamenti. Tuttavia il ritratto della dottoressa Triventina ci deve offrire l’ occasione per capire che il mondo non è solo quello colorato di nero da

una mastodontica organizzazione di uomini e donne che vivono, per portarci al degrado, dentro una esistenza buia dove l’esaltazione del se e non del noi, è consuetudine ordinaria. Scoprire che ci sono ancora persone che vogliono vivere per gli altri mettendo a rischio la propria vita, è il fascio di luce per coloro che non si vogliono far battere dalla corruzione, dalla mediocrità, dall’edonismo, dai retroscena. Ma soprattutto serve a comprendere che non si vale solo se si è sul palcoscenico. Avevamo una grande donna di cui farci vanto e non lo abbiamo fatto se non in occasione della sua morte. Il proscenio lo consegniamo a quei volti che compongono bande contrapposte che guerreggiano a colpi di editoriali e di querele, fingendo di difendere principi, che solo per un

attimo e poi per sempre, dovremmo confrontare con quelli di Rita. Se solo lo facessimo appunto, per un solo attimo, ci accorgeremmo delle distanze siderali che distinguono i misirizzi del nostro tempo con le persone che traspirano e propagano valori. Ma anche chi come

il sottoscritto possiede l’ardore e l’ardire di dispensare parole e concetti, deve, una volta per tutte capire che potrà essere credibile solo se le sue storie di vita saranno coerenti con quello che dice. Se da dispensatore amante del pulpito, potrà avere la tessera di falso profeta op-

pure aspirare di appartenere all’esclusivissimo club di Rita Fossaceca. Stiamo messi troppo male. Lasciarci scappare l’esempio della dottoressa di Trivento per consegnarlo tra qualche giorno, dopo le parole della circostanza edonistica, ad un silenzio maggioritario, significherebbe precludere la speranza. Significherebbe parteggiare verso il mondo dei paraculi, degli opportunisti e dei servi del pensiero a pagamento. Invece di andare a pubblicizzare starlette dell’avanspettacolo cerchiamo di scoprire se altre eroine come Rita girano per il mondo a costruire il bene. Oppure se ci sono, senza andare molto lontano, in mezzo a noi, uomini e donne da identificare per ogni migliore testimonianza. E’ dura, non so se ce la facciamo..


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Campobasso

2 dicembre 2015

A 72 anni a Pesche si è spento il coriaceo ex centrocampista rossoblù

Franco Luongo e la sua vita da mediano Giocò una decina d’anni in Quarta Serie per pochi soldi e tanto sudore di Gennaro Ventresca Una vita da mediano quella vissuta non solo sul campo da Franco Luongo, spentosi a 72 anni a Pesche, in provincia di Isernia, dove aveva scelto di vivere per ragioni familiari e anche per godersi uno dei centri storici più incantevoli della nostra regione. Va spiegato per i più giovani che Luongo è stato un calciatore rossoblù, fatto in casa. Cresciuto in piazza Savoia, davanti all’allora Hotel Jolly, diventato poi Roxy, imparò a sferrare i calci a un pallone sul campetto degli Orfani di Guerra per affi-

nare la tecnica sulla carbonella del Romagnoli. Correva e smazzava Franco. Da oscuro mediano che conosceva alla perfezione i suoi limiti. Sapeva che le sue giocate non avrebbero mai strappato applausi tanto sono state scolastiche, ma aveva la certezza che anche il più ostinato censore non avrebbe potuto fare a meno di sottolineare la sua grinta e l’amore per la squadra della sua città. Le cui prime partite vide dal balcone di casa, dal palazzo ferrovieri che è stata una tribuna di complemento non solo per i condomini, ma anche per i loro familiari e amici.

Erano gli anni Sessanta quando Franco Luongo si affacciò nella prima squadra rossoblù. Piacque quel suo modo semplice di giocare: potevi contare sempre su di lui per marcare il “10” avversario. E lui, da gregario convinto, si applicava ai garretti del rivale, per rendergli dura la vita. Si mise in luce prima nei campionati minori con la maglia nera della Fiamma, quindi passò al Campobasso “Primavera” e, poi, titolare a tutti gli effetti. Lo prese subito a benvolere Mario Ruzzi, il capitano di lungo corso. Piacque anche ai compagni, soprattutto a Gino Scasserra che avrebbe di lì a poco

ereditato la fascia del più grande dei fratelli Ruzzi. E così andò avanti, prendendosi qualche profumata soddisfazione personale, nonostante la misera busta paga e le numerose sconfitte che la nostra squadra collezionò in quegli anni. Le ambizioni del club, fatta qualche rara eccezione, erano malinconicamente minime, ma per un ragazzo tutto cuore e muscoli andava bene lo stesso. Tra un calcio e l’altro ecco arrivare anche il diploma di geometra, una professione che in quegli anni assicurava un avvenire. E fu così anche per Franco che, grazie a quel “pezzo di

carta”, si è assicurato il domani, sui cantieri edilizi e stradali. Finiti i fuochi del pallone sono rimasti i ricordi, sempre più seppiati. Accresciuti dal cambio di residenza. A Pesche Luongo ha vissuto sereno e felice. Con una sola spina nel cuore: non essere stato quasi mai ricordato negli amarcord dei pennaiuoli e nelle partite degli ex. In cui si sono imbucati anche quelli che ex non lo sono mai stati. A 72 anni ha staccato la presa. E certamente si sarà detto: “Per farmi ricordare ho dovuto aspettare che mi chiudessero in una cassa da morto”.

Rapina e furto fermato un giovane Operazione dei carabinieri a Campobasso per frenare la microdelinquenza CAMPOBASSO. Sabato sera ha perpetrato una rapina ad una pasticceria sita nel centro cittadino di Campobasso ma è stato immediatamente fermato ed arrestato dai Carabinieri della Compagnia del capoluogo. C.U. classe 1992, grazie all’intuito dei Carabinieri ed all’approfondimento investigativo da loro immediatamente posto in essere per accertare che lo stesso non si fosse reso responsabile di ulteriori reati contro il patrimonio nei giorni antecedenti, è stato de-

ferito in stato di libertà anche per un altro furto perpetrato ai danni di una enoteca di Campobasso. Il modo in cui il 23enne ha portato a termine la rapina sabato sera era subito apparso molto simile alle modalità con cui lo scorso 12 novembre è stato consumato un furto all’interno di una enoteca in Campobasso. Mentre la titolare della rivendita di alcolici era intenta a parlare al telefono, un ragazzo era entrato nel negozio e si era impossessato della borsa che la donna aveva lasciato

sul bancone per poi scappare immediatamente dopo facendo perdere le sue tracce. Un centinaio di euro il bottino fruttato al ladro per quel furto alla cui identità i Carabinieri sono comunque risaliti dopo alcuni approfondimenti visto il modus operandi molto simile tra la rapina di sabato sera ed il furto di due settimane fa. Sulla base di quanto emerso dalle indagini per quel furto i Carabinieri hanno denunciato C.U. in stato di libertà.

Polizia, presentato il calendario Le fotografie raccontano le attività svolte sul territorio Il Capo della Polizia Alessandro Pansa ha presentato a Roma, all’interno de “La Lanterna”, l’avvenieristica struttura ideata dall’architetto Fuksas in via Tomacelli, il Ca-

lendario della Polizia di Stato 2016 realizzato con gli scatti del fotografo, vincitore del World Press Photo 2015, Massimo Sestini. La cerimonia è stata presentata dal giornalista Mario Calabresi e ha visto la partecipazione dell’architetto Massi-

miliano Fuksas, dell’astronauta Umberto Guidoni e del Presiedente dell’Unicef Giacomo Guerrera. Durante l’evento, a cui hanno preso parte i vertici del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, sono stati svelati i 12 migliori scatti realizzati da Sestini. Fotografie che rappresentano l’operatività della Polizia di Stato, in tutte le sue “forme”, immortalata da una originale prospettiva: lo zenit, il punto più in alto, perpendicolare all’osservatore. “Riuscire a modificare il proprio punto di vista nella vita come nel lavoro “ riconosce Pansa“ costituisce un esercizio prezioso che regala a chi lo compie una visione nuova delle cose, sempre istruttiva, e in qualche caso persino sorprendente. [...]Massimo Sestini, che con questa sua raffinata creazione prosegue la serie dei “calendari d’autore“inaugurata lo scorso anno da Vittorio Storaro, è riuscito a cogliere da una prospettiva zenitale dodici momenti della vita della nostra istituzione. [...]. Queste immagini ci ricordano [...]come sia sufficiente guardare le cose un poco più dall’alto [...] per afferrarne la bellezza, l’armonia e insieme una complessità che magari fino a quel momento ci erano sempre sfuggite. E si tratta di un modo per ricordare l’impegno profuso dalla Polizia di Stato al servizio del Paese. Con le nostre donne, i nostri uomini, nel nostro “esserci sempre” siamo chiamati ogni giorno a garantire la sicurezza dei cittadini e la difesa della legalità. Lo facciamo con i piedi per terra. Ma sempre pronti, anche noi, ad adottare prospettive nuove e diverse per capire anche quello che non è sempre facile vedere e comprendere.

La realizzazione del calendario della Polizia di Stato ha trovato, anche quest’anno, la partnership di Unicef grazie alla quale il ricavato della vendita è stato devoluto al Comitato Italiano Unicef Onlus per sostenere il progetto “Sud Sudan – protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria” al fine di garantire protezione e istruzione di base ai bambini sfollati. Dal 2001 ad oggi, grazie a questa consolidata partnership, sono stati complessivamente raccolti più di 2 milioni di euro e completati diversi progetti, di cui alcuni a sostegno dell’infanzia e contro lo sfruttamento dei minori in molti stati africani come Cambogia, Benin, Congo, Guinea, Repubblica Centro Africana.

LUTTO Si è spento nella giornata di ieri a Campobasso, Tonino Aufiero. Sempre vicino allo sport cittadino e commerciante di vecchia data era una figura di riferimento in città. Ad Alberto e alla famiglia giungano le condoglianze de La Gazzetta del Molise.


Campobasso

7 2 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Campobasso ha bisogno di sostituire alcuni sfiatati orchestrali con rinforzi adeguati

Presto che è tardi!

Sul mercato si cercano un portiere, un centrale difensivo, un regista “pensante” e una vera punta di Gennaro Ventresca Una cosa è far suonare uno strumento e un’altra, molto diversa, è fare musica. Nella musica deve esserci magia, e la magia dipende da alcuni trucchi, ma più che altro da buoni impulsi. Mi piace aprire con questa frase che mi è venuta fuori la scorsa notte, dopo la fiammante partita tra Napoli e Inter, con molti strumenti e poca musica.

pane la notizia e avevamo portato a Selva Piana bravi orchestrali. Lo dicevano tutti, mister, dirigenti, giornalisti, opinionisti, addetti ai lavori, sedicenti competenti, shampiste, callcenteriste, geometri in pensione, giovani architetti rampanti, galoppini, addetti stampa, magazzinieri, giardinieri e via cantando. Servono facce nuove, gambe svelte e polmoni d’acciaio. Con urgenza. Altrimenti qui si rischia di finir all’inferno. Vi spiego anche il perchè. Riallacciandomi agli orchestrali di

I mister moderni studiano, spesso anche a memoria. Sono ben lontani da quelli della mia generazione che chiamavamo “maestri”, pur avendo fatto spesso solo le scuole elementari. A noi, dico la nostra squadra, servirebbero strumenti e musica. Con urgenza bisogna pensare agli strumenti, per la musica, ammesso che lo sappia fare, ci dovrà pensare il “maestro” Massimiliano Favo. Sono da dimenticare in fretta i giorni della calda estate quando si sparse rapida e generosa come il profumo del

cui sopra. I quali sono convinti di essere tanti Paganini e, per questo, snobbano tutti i rivali. Credendosi superiori, in forza della loro sola supponenza, visto che quando si sono esibiti, invece di rotonde a appropriate note hanno prodotto solo piritilli. Esco di metafora: via i peggiori e dentro alcuni autentici rinforzi. Parta al più presto il deludente Dimas che ci era stato dipinto, senza la minima vergogna, come il naturale erede di Maiellaro, Mi dicono che il brasiliano voluto da Cappellacci abbia mollato completamente gli ormeggi. Credendo

di essere anche lui il Mozart del nostro campionato. Si faccia in fretta a prendere un portiere in grado di non far sembrare troppo grande la porta a chi la prende a pallonate. Si acciuffi una punta che sappia segnare e, se permettete si scritturino un regista e un centrale di difesa che mostri in campo il suo valore, senza fare lo spocchioso nel declinare il suo luminoso passato. Merita comunque rispetto Minadeo che pure ha sbagliato oltre il prevedibile. Ma più di lui ha sbagliato il suo affezionato amico Edoardo Falcione che gli ha affidato un incarico delicato alla sua prima esperienza. Ora il bell’uomo di Ripa dia prova di immediato ravvedimento: faccia da solo senza seguire le “dritte” del mister, il suggerimento del patron, la soffiata dell’amministratore delegato e il suggerimento dell’amico lontano che ha giocato con lui nell’Alessandria o nel Salento. Faccia da sé, ricordando che per fare della buona musica ci vogliono ottimi orchestrali. E ricordi ciò che accadde a quel Campobasso di cui lui fece parte (anche nei panni di sindacalista) che, partito per vincere a mani basse il campionato di C2, si ritrovò dopo esoneri di mister, ricambi di giocatori e confusione stile Quarantotto, all’ultimo posto in classifica. Preludio alla seconda mortificante radiazione della nostra storia. P.S. Ecco il mio elenco dei partenti: Capuano (portiere), Ferrani (centrale difensivo), Dimas (trequartista), Fiore (esterno alto) e Bucchi (punta).

Trignina, non prima di 15 giorni L’Anas ha avviato i lavori per il ripristino della fondovalle interessata dalle frane TRIVENTO. Proseguono senso sosta gli interventi dell’Anas per la riapertura della strada statale 650 “di Fondo Valle Trigno”, provvisoriamente chiusa tra gli svincoli di Mafalda e San Salvo/Montenero, dopo che la piena del fiume Treste – causata dall’ondata di maltempo di venerdì scorso – ha eroso parte della terra di rilevato (scarpata) in prossimità del ponte. I lavori sono stati avviati tempestivamente, a seguito dei primi sopralluoghi e rilievi tecnici eseguiti tra venerdì e sabato. La struttura del ponte non è stata danneggiata dalla piena. I lavori riguarderanno pertanto la ricostruzione del rilevato stradale e la realizzazione di una scogliera a protezione dell’infrastruttura. Il completamento è previsto in circa 15 giorni, compatibilmente con l’evoluzione delle condizioni meteorologiche.

“Parcheggi blu, ravvedimento operoso” Per i Cinque Stelle, stop a multe per soste prolungate fuori tempo CAMPOBASSO. “Abbiamo presentato una mozione che impegni sindaco e assessore

al ramo affinché anche Campobasso diventi virtuosa nell’ambito della gestione dei parcheggi pubblici negli stalli blu ovvero riconosca la fattispecie del ravvedimento operoso“. Così, i consiglieri comunali di Campobasso del Movimento Cinque Stelle. “Cosa vuol dire? Vuol dire che se viene effettuato il pagamento per un dato tempo e poi si sosta oltre il pagato, si può evitare la multa semplicemente pagando una differenza forfettaria, gradata nell’importo a seconda del ritardo accumulato. Se ho ritardato fino ad un’ora pagherò l’ora non pagata insieme ad un forfait da stabilire per il costo del servizio e così via, fino ad un massimo di 12 ore di ritardo. Il cittadino potrà ravvedersi in 24 ore pagando l’importo secondo quanto prevederà il regolamento di cui necessariamente il comune dovrà dotarsi, regolamento che chiaramente abbiamo già abbozzato e che presenteremo in commissione non appena voteranno positivamente la mozione presentata. Con questo sistema andiamo incontro al cittadino – il quale può evitare la multa ravvedendosi – perché un comune ha il compito di tutelarlo e non di punirlo a prescindere. Andiamo incontro ai commercianti del centro, troppo penalizzati dall’alto costo dei parcheggi e da una gestione “punitiva” degli stessi. Andiamo incontro alla stessa amministrazione posto che diminuirà il contenzioso dinanzi al giudice di pace del capoluogo, con risparmio di unità di polizia municipale per la rappresentanza legale dell’Ente oltre che ai costi di soccombenza. Al tempo stesso, abbiamo presentato una interrogazione per chiarire se l’attuale gestore dei parcheggi “blu” sia in regola con il pagamento del canone annuale di € 450.000, perché se così non fosse, dovremmo certamente pretenderne l’immediato versamento“.





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Isernia

2 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

E i soldi per le strade di Isernia? di Tiziano Di Clemente Per assenza di stanziamenti, da ormai sette mesi si protesta per la chiusura della galleria di Belmonte del Sannio, e per i conseguenti gravissimi disagi ai pendolari – lavoratori e studenti – che ogni mattina devono raggiungere Agnone, essendo essa l’unico collegamento tra Abruzzo e Molise su quel versante. Da molto più tempo protestano anche gli abitanti della “località Macerone” nei pressi di Isernia, rimasti isolati dalla frana. E si tratta solo di esempi tra gli altri. Per converso, la giunta regionale del Pd, in continuità con quella precedente di destra, non ha indugiato a prendere dal “fondo europeo per la coesione sociale” ben 3 milioni e 850 mila euro, per pagare l’ATI progettista dell’ormai famigerato “lotto zero” . Una mega spropositata opera il cui costo previsto è già passato da 120 milioni a 170 milioni di euro – per ora – . Si tratta di 5 Km per collegare il bivio di Pesche e quello di Miranda, inclusi otto viadotti e due gallerie, dal costo giunto a circa 34 milioni di euro a Km ! A tutto ciò fa eco lo scan-

dalo dell’altro mega e spropositato “auditorium” di Isernia (passato da 5 a 52 milioni di euro ed incompleto), assurto alla ribalta nazionale anche per l’inchiesta giudiziaria sulla “cricca P3”. Ed anche su tale follia la giunta di destra non indugiò a stanziare altri 5 milioni di euro. Sorgono spontanee alcune domande. Perché la Regione non ha trova 180 mila euro per riaprire la galleria di Belmonte, né si provvede sulla frana del Macerone, mentre,

così come fece con lo spropositata opera magna “dell’auditorium-cementorium”, si è affrettata a trovare ben 3 milioni e 850 mila euro da erogare a beneficio dell’ATI progettista del famigerato “lotto zero” ? Per una mega opera assurda, di cui ancora non sono certi neanche il finanziamento e la realizzazione? Il bello è che questo fondo comunitario si chiama “fondo per la coesione sociale” . Sic! L’unica bussola delle giunte regionali del PD oggi, e della destra

ieri, da bravi comitati esecutivi della borghesia, rimane quella del profitto di potenti lobby del cemento in danno all’utilità sociale ed all’occupazione. Pertanto proponiamo, come misura immediata ed urgente, lo storno di 180 mila euro più i fondi necessari per la frana del Macerone, prelevabili dalla somma che di ben 3 milioni e 850 mila euro, già destinata alla progettazione del suddetto fantomatico “Lotto zero”, Partendo da questo “piccolo

esempio” di storno di fondi dal “Lotto zero”, è necessario però generalizzare l’iniziativa per invertire la rotta. Si tratta di unire le varie vertenze locali, per imporre un uso diverso delle suddette risorse regionali, iniziando dalla ridestinazione dei fondi del “lotto zero” (170 milioni per ‘opera presunta più i 3 milioni 850 mila euro di progettazione) ad un grande piano per il lavoro nel Molise, a gestione pubblica e democraticamente elaborato sotto il controllo sociale, a partire del settore edile, che ponga al centro la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio e delle strade esistenti, delle scuole, l’edilizia popolare e il recupero urbano, l ’efficientamento energetico. Per il Molise – come altrove – sono molto più utili e urgenti tante piccole opere, anziché mega opere che servono solo ad arricchire la borghesia della cementificazione selvaggia, a devastare l’ambiente ed a togliere suolo per l’agricoltura locale, danni erariali e corruttele a parte.

Furto e truffa, due persone denunciate dai Carabinieri Recuperata refurtiva, scoperta una società fantasma ed eseguite decine di controlli su tutto il territorio ISERNIA. Nell’ambito di una attività condotta dai Carabinieri tra la provincia di Isernia, l’alto casertano ed il napoletano, una persona è stata denunciata per furto e ricettazione ed un’altra per truffa e falsità ideologica, recuperata anche refurtiva per un valore complessivo di oltre tremila euro e scoperta l’esistenza di una società fantasma. Nel dettaglio, i Carabinieri della Stazione di Filignano, nel corso di una perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione di una persona su cui si erano concentrati i sospetti, quale autore di furti in abitazioni e attività com-

merciali, residente a Gallo Matese, in provincia di Caserta, hanno rinvenuto attrezzi agricoli ed altro materiale che erano stati asportati tempo fa da una azienda di Pozzilli. L’operazione, alla quale hanno collaborato anche i militari della Stazione di Capriati a Volturno, ha portato alla denuncia di un 48enne originario di Piedimonte Matese, che dovrà ora rispondere dei reati di furto aggravato e ricettazione. La refurtiva è stata sottoposta a sequestro in attesa di essere restituita al legittimo proprietario. A Macchiagodena, i militari della locale Stazione, hanno invece de-

nunciato un 30enne, di Arzano, in provincia di Napoli, il quale attestava falsamente con atto notarile, la costituzione di una società nel comune di Santa Maria del Molise, che gli stessi Carabinieri accertavano di fatto essere operante nel napoletano, e che l’imprenditore aveva ottenuto l’iscrizione della “società fantasma”, alla camera di commercio di Isernia, con lo scopo di assicurarsi un minor pagamento di tributi per l’esercizio d’impresa e minori importi relativi alle pratiche assicurative di una decina di automezzi aziendali, rispetto a quelli previsti nella

provincia di Napoli. Ulteriori indagini sono in corso per accertare se tale fenomeno sia circoscritto o se vi siano altri casi analoghi nel territorio della provincia “pentra”. Infine tra Isernia e comuni limitrofi, sono stati istituiti, anche durante le ore notturne, numerosi posti di controllo, nel corso dei quali sono stati sottoposti ad accertamento ottantacinque veicoli in transito, identificate centodieci persone tra conducenti e passeggeri ed eseguite nei casi sospetti, perquisizioni per la ricerca di refurtiva e altro materiale di provenienza illecita.

Consiglio a Roccamandolfi Piano dei boschi e assestamento forestale nell’assise comunale ROCCAMANDOLFI. Si è tenuto in prima convocazione il consiglio comunale di Roccamandolfi. Dopo l’approvazione verbali della seduta precedente, il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi ha illustrato per conto dell’amministrazione comunale l’assestamento generale, correlato come previsto dalla legge d’apposito parere positivo del Revisore di Conti e dopo una breve discussione a riguardo l’assise comunale ha proceduto alla votazione ed approvazione dello stesso. In seguito, il consiglio comunale ha discusso della Redazione del

nuovo Piano di Assestamento Comunale con la relativa assunzione di spesa pluriennale. Il sindaco Giacomo Lombardi ha relazionato sull’opportunità e sulla volontà da parte dell’amministrazione comunale di redigere

e predisporre il nuovo piano di assestamento dei boschi comunali in scadenza, la cui estensione è pari ad Ha 3.133, l’attuale revisione intende proseguire l’opera di miglioramento iniziata con i predetti lavori, riproponendo le

direttive culturali da essi dettati ed apportando integrazioni ed aggiornamenti resi necessari dalle modificazioni ecologiche, morfologiche e socio-economiche determinatesi nel corso degli anni. Il Piano di gestione e assestamento forestale è un fondamentale documento tecnico di programmazione e pianificazione territoriale a validità pluriennale(10-20 anni), ha proseguito il sindaco lombardi, con il quale vengono definiti gli obiettivi che si vogliono perseguire nel medio periodo, gli orientamenti di gestione e le operazioni dettagliate per realizzare tali scopi. Lo stesso difatti

costituisce l’ossatura su cui si articolano la programmazione e l’esecuzione degli interventi. L’assise civica ha quindi deliberato di assumere apposito impegno di spesa pluriennale, al fine di assegnare idonea dotazione finanziaria,derivante da fondi propri accantonati per migliorie boschive scaturenti dalla stessa vendita delle sezioni boschive, al responsabile del servizio, per iniziare l’iter procedurale per la revisione e redazione del Piano di Assestamento Forestale di proprietà del comune di Roccamandolfi, che dovrà essere redatto entro due anni dalla sottoscrizione dell’incarico.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

2 dicembre 2015

Zuccherificio, c’è la Cassa integrazione Fin dai prossimi giorni sarà garantito l’avvio degli adempimenti operativi per i lavoratori TERMOLI. E’ stato approvato, il decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per la concessione della cassa integrazione straordinaria ai dipendenti del Nuovo Zuccherificio del Molise. Il periodo di validità considerato

per il trattamento va dal 17 agosto scorso al 16 agosto 2016 e prevede il pagamento diretto da parte dell’Inps. Il numero del decreto è il 94.316. La motivazione della concessione degli ammortizzatori sociali è crisi aziendale, come da richiesta dello stesso

vertice. Per garantire l’erogazione per le complessive 52 mensilità è fondamentale la continuità del rapporto di fitto d’azienda tra la Spa e la Newco, che scade il prossimo 31 gennaio. Nel caso di mancato rinnovo o di rescissione si an-

drebbe incontro una retrocessione con perdita di indennità. Fin dai prossimi giorni sarà garantito l’avvio degli adempimenti operativi tesi ad assicurare la tutela del reddito ai lavoratori interessati. Gli assessori Regionali al Lavoro

e all’Agricoltura, Michele Petraroia e Vittorino Facciolla, esprimono soddisfazione per la firma del provvedimento ministeriale che agevolerà il percorso di riorganizzazione aziendale garantendo il sostegno al reddito dei dipendenti.

“Chiediamo il giusto ristoro” Maltempo e ingenti danni sulla costa, il Circolo del ‘Molise di tutti’ chiede interventi MONTENERO DI BISACCIA. La bomba d’acqua che ha flagellato l’Italia intera nello scorso fine settimana non ha risparmiato il Molise, in particolare la zona costiera che risulta tra le più colpite. Strade completamente allagate, spiagge inghiottite dalla furia del mare, viadotti crollati e viabilità interrotta in molti punti per ragioni di sicurezza sono il bilancio di ore di pioggia incessante. Anche Montenero è stata pesantemente colpita dal maltempo e, a due giorni dal violento acquazzone, è iniziata la conta dei danni. Per questo, il circolo del “Molise di Tutti” di Montenero di Bisaccia interviene sulla nuova emergenza che ha investito la costa molisana: “Pur avendo ritenuto eccessiva la chiusura delle scuole per il secondo giorno – spiegano dal Circolo - apprezziamo l’impegno dell’amministrazione Travaglini per la presenza e l’abnegazione dimostrata durante la fase più critica, pattugliando per ore, insieme con la Protezione civile, il territorio comunale letteralmente investito dal maltempo.

“Certi che il Sindaco avvierà la richiesta dello stato di emergenza o qualsiasi altra procedura idonea a fronteggiare l’accaduto, fin da ora, come gruppo appartenente al ”Molise di Tutti” del Presidente Paolo Di Laura Frattura

e del consigliere regionale e portavoce del movimento Cristiano Di Pietro, ci mettiamo a disposizione, in pieno spirito collaborativo, affinché per Montenero di Bisaccia ci sia il giusto riconoscimento e ristoro dei danni”.

“No triv, maggiore mobilitazione” Sui referendum c’è la spinta di movimenti e partiti per bloccare la legge TERMOLI. “Il sì della Corte di Cassazione ai referendum contro le trivelle richiesti da dieci Consigli regionali è un grande risultato ottenuto dalla mobilitazione dei cittadini, dai comitati No Triv e dal M5s. Se anche la Corte Costituzionale si pronuncerà favorevolmente, è molto probabile che i referendum si svolgeranno nella prossima primavera insieme alle elezioni amministrative. Se ciò si verificherà non si può dare per scontato che il quorum del 50 per cento dei votanti venga superato e che i sostenitori delle trivelle stiano a guardare e non cerchino

di boicottare la partecipazione dei cittadini e l’esito dei referendum. Pertanto, occorre intensificare l’organizzazione di iniziative per sensibilizzare i cittadini e fare in modo che il quorum venga raggiunto e che la maggioranza voti sì all’abrogazione dell’articolo 38 della legge Sblocca Italia e ai cinque articoli del decreto Sviluppo sulle trivellazioni”. Lo ha detto Piernicola Pedicini, portavoce eurodeputato del M5s e membro della Commissione ambiente e sanità del Parlamento Ue. “Come M5s – ha sottolineato Pedicini – dobbiamo collaborare con tutti i sostenitori dei referendum e puntare al risultato finale. Bene ha fatto il portavoce del M5s consigliere regionale della Basilicata Gianni Perrino a partecipare, nelle settimane scorse, al primo incontro organizzativo a Roma con i delegati dei Consigli delle dieci Regioni che hanno presentato i quesiti referendari e con i comitati e le associazioni ambientaliste. Per non avere sorprese – ha ag-

giunto l’esponente pentastellato – occorre essere in prima fila nel comitato referendario e fare, tutti insieme, campagne di informazione che coinvolgano l’intero territorio italiano e non solo le dieci che hanno presentato la richiesta di referendum. I tempi per spiegare agli italiani qual è la posta in gioco sono molto stretti, quindi bisogna organizzarsi bene e rapidamente. Vincere questi referendum significherà raggiungere tre importanti risultati: mettere un forte freno a chi vorrebbe trivellare selvaggiamente il territorio italiano su terra e in mare; evitare che le decisioni sulle materie energetiche siano solo in mano allo Stato, senza nessun coinvolgimento delle amministrazioni locali; infliggere una forte sconfitta politica alle multinazionali del petrolio. Non va dimenticato – ha concluso Pedicini – che la richiesta di referendum su queste materie è nata in Basilicata, la regione dove è attivo uno dei più grandi giacimenti petroliferi d’Europa. Se si è arrivati fin qui, bisogna dire grazie ai cittadini e alle associazioni che si sono mobilitati in tutto il Sud e alla tenacia dei portavoce consiglieri del M5s Gianni Perrino e Gianni Leggieri che sono riusciti a sensibilizzare il Consiglio regionale della Basilicata e il suo presidente Piero Lacorazza affinché si attivasse per coinvolgere le altre nove regioni italiane.


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Termoli

2 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Ora un tavolo tecnico regionale Dopo l’acqua non potabile il sindaco di Termoli, Sbrocca, calca la mano su Regione e Molise Acque ”TERMOLI. Il punto della situazione a quasi 90 ore dalla comunicazione di interruzione idrica da parte di Molise Acque è stato fatto ieri mattina in una conferenza stampa convocata dal sindaco Angelo Sbrocca, alla presenza di un responsabile della Crea (gruppo Acea), del vice sindaco Maria Chimisso, dell’assessore all’Urbanistica Pino Gallo, dei consiglieri Antonio Giuditta e Oscar Scurti e il dirigente Livio Mandrile. Una emergenza che si è determinata sia per l’eccezionalità dell’evento sia per la particolare conformazione della rete idrica cittadina, estesa e anche morfologicamente, dove il territorio soffre di saliscendi particolari. In realtà, la mancanza di conoscenza di un fattore rivelatosi fondamentale per il ripristino della fornitura a tutte le utenze è stata resa nota in conferenza e riguarda l’assorbimento del flusso idrico da parte dei serba-

toi dei palazzi del centro, enormi cubature di cui non si aveva la precisa contezza. “Come erogavamo l’acqua non faceva in tempo a entrare nei serbatoi che veniva assorbita dalla rete”, ha spiegato il tecnico della Crea, “situazione che non avremmo potuto preventivare, proprio a causa dell’assenza di simili precedenti. La sofferenza delle zone più alte come Colle Macchiuzzo, Porticone, San Pietro e Colle della Torre da questo è stata causata e solo nel pomeriggio (anche se cautelativamente la linea rossa è fissata per domattina presto, dopo il riempimento notturno) si potrò uscire dall’emergenza. Il sindaco ha calcato la mano sulle responsabilità di Molise Acque, sull’assenza di Regione e Protezione civile, incapaci di inviare delle cisterne e autobotti a tamponare la situazione, tanto che chiederà con insistenza un tavolo tecnico per modellare un

sistema diverso di gestione delle emergenze. Tutte componenti che hanno anche determinato una comunicazione a singhiozzo, non avendo informazioni precise si è cercato di tamponare anche su

cosa si è detto alla cittadinanza. In conclusione il primo cittadino ha voluto ringraziare il dirigente Mandrile e tutta la struttura che ha lavorato in emergenza da venerdì sera a oggi per affrontare questa crisi

che ha scatenato il panico e il malcontento in città, consapevoli che pur non essendo stati artefici del black-out idrico, l’utenza alla fine lagnanze e lamentele, proteste e invettive le rivolge al Comune e alla Crea.

Acqua inquinata ma la Crea è chiusa

La carenza idrica per i noti problemi al potabilizzatore hanno spinto i cittadini a protestare TERMOLI. Tra i residenti di Termoli più imbufaliti ci sono quelli di contrada Colle della Torre per la carenza idrica. Uno di loro, facendosi portavoce di altri abitanti della zona, ha reclamato con toni forti, specie dopo che ha verificato coi propri occhi come in piena emergenza gli uf-

fici della Crea erano chiusi al pubblico. “Siamo abbandonati al nostro destino, è una vergogna che succedano ancora queste cose, da sabato siamo senz’acqua e chissà quando potremo riutilizzarla anche e soprattutto per scopi potabili. Altro che cittadini di serie B noi contiamo solo quando dobbiamo pagare le tasse.

Adesso voglio vedere se saranno così onesti da risarcirci per questi enormi disagi che non sono stati in grado di far fronte in un era super tecnologica come quella che viviamo e dove il maltempo era stato annunciato con largo anticipo tanto da prevenire i possibili disagi provocati”.

L’Anas ha dimenticato l’illuminazione L’entrata sud di Termoli continua a restare priva di luce TERMOLI. Speravamo di fare un altro tipo di articolo, speravamo di elogiare l’Anas, speravamo di mandare a buon fine il conto alla rovescia, speravamo che all’entrata sud di Termoli venisse restituita l’illuminazione dopo quasi un anno. Speravamo. Ma le nostre speranze, tutte, non si sono avverate. Quando l’Anas ci rispose che entro il mese di novembre avrebbero risolto il problema, ci siamo sentiti soddisfatti della risposta celere al nostro articolo e fiduciosi che di li a 50 giorni al massimo avremmo potuto scrivere…E la luce fu! Siamo molto delusi dall’Anas perché sappiamo che ora ci risponderanno che non è dipeso da loro e che la data del 30 novembre non è stata rispettata chissà per quale motivo. Sono cose che ci interessano poco, chi scrive è un cittadino, come te che occupi una qualsiasi poltrona decisionale dell’Ente, un cittadino che è stanco di sentire le solite giustificazioni di burocrati che a fine mese si portano a casa il loro bello stipendio co-

munque vadano le cose. Siamo molto delusi dal silenzio degli amministratori del comune di Termoli, dal primo all’ultimo, passando per dirigenti e consiglieri comunali, perché si parla di tunnel, mega progetti e poi è da un anno che a sud Termoli è al buio. Non la facciamo tanto lunga per una “misera” illuminazione che tarda a ripristinarsi è che siamo proprio incavolati e con noi tutti

quei cittadini (di qualsiasi schieramento politico) che sono stanchi di dover abbozzare dinanzi ai ritardi della burocrazia, al perdurare di disservizi che coinvolgono la comunità per l’atteggiamento di qualcuno che è chiamato per contratto a fare, ma lo fa con i modi e i tempi che uno qualunque non riuscirà mai a comprendere o peggio condividere. Quello che non comprendiamo

è il motivo di una fuga in avanti da parte dell’Ente nazionale che governa le strade statali nel Paese, nel volerci rispondere subitaneamente e indicando persino un termine per i disagi subiti da tutti, residenti e automobilisti in transito. Se una realtà come Anas presenta un piano da dieci miliardi di euro per ammodernare le infrastrutture, basti vedere l’ampio inserto proposto ieri da

Affari e Finanza di Repubblica, con la mission del nuovo vertice Gianni Vittorio Armani e poi non riesce a mettere sul piatto in tempi rapidi 60mila euro per tornare a illuminare se stesso in uno snodo cruciale quale quello tra statale 16, statale 87 e via Corsica, beh, non ne andiamo fieri. L’Italia in retromarcia e Termoli Sud al buio, ancora una volta, come sempre.



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Opinioni Di Claudio de Luca LARINO. “Con il voto di oggi si avvia a conclusione l’iter di riforma costituzionale, per superare il bicameralismo perfetto, dopo 30 anni di discussioni e di tentativi che non hanno raggiunto l’obiettivo”. Il sen. Ruta ne è felice, ma scorda che il meccanismo di elezione del nuovo Senato è piuttosto curioso. Saranno gli elettori a scegliere i consiglieri regionali; e, tra di essi, individueranno pure quelli da spedire a Palazzo Madama. Si tratta di un secondo livello di elezione contorsionistico, originato dal compromesso tra chi volevano un secondo grado secco di elezione e chi sosteneva un’Assemblea di nomina popolare. Ma saranno pochissime le Regioni in grado di aderire subito a questo strambo meccanismo perché la gran parte non rinnovererà subito i Consigli. Però, non potendo l’Assemblea senatoria funzionare a metà, i consessi in attività dovranno indicare, al loro interno, i consiglieri-senatori; e, a questo punto, è facile immaginare le corse in avanti che si scateneranno. Anche perché ci sono da definire i criteri e, soprattutto, le garanzie per le minoranze. Haimé si tratta di un problema comune alla gran parte delle Regioni poiché, per il momento, solo 8 Assemblee andranno (probabilmente) al voto con la legge sul Senato operativa. Tra di queste c’è il Molise, poi la Valle d’Aosta, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio, la Basilicata e la Sicilia. Intanto la cosiddetta riforma sta procedendo nel suo “iter” ad onta delle maggioranze risicate che raggranellava. Ma poiché in Parlamento non ha mai ottenuto

di Claudio de Luca LARINO. C’è un gruppo di mamme che si dedica alla salute ed all’ambiente e che opera a Venafro. Qui, in passato, alcune Aziende risultarono essere state utilizzate per affari poco leciti sinché furono rinvenute le colleganze tra l’aumento di talune patologie tumorali e l’inquinamento ambientale. Forse non era una novità, dal momento che – tra i grandi problemi del Molise – si annoveravano di già la scarsa manutenzione del territorio, una mancata difesa idrogeologica, un ecosistema urbano poco amichevole. Tempo addietro, il Governo si rese conto di questi disagi ed assegnò alla Regione 60 milioni di euro. Tra Campobasso ed Isernia 7 centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità. I dati emersero da un dossier illustrato da “Legambiente”. Per colpa del graduale abbandono delle terre (e della carenza delle tradizionali attività di manutenzione) le comunità minacciate da frane e da alluvioni costituiscono una percentuale incredibile e ne sono state censite 108 solo in Molise. Questi dati sottolineano la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto all’abusivismo, al disboscamento dei versanti ed all’urbanizzazione irrazionale. Lo confermarono chiaramente le attività di vigilanza della Direzione regionale del lavoro che riferirono come, su 60 cantieri controllati, più di 50 non erano in re-

2 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Nuovo sistema elettorale, disarmo per i cittadini

i 2/3 dei voti, dovrà essere sottoposta al giudizio di un “referendum” popolare. Si tratta di uno scoglio ulteriore, mentre l’unica all’orizzonte sarebbe quella per cui – con la nuova Assemblea – ci dovrebbe essere meno Casta e meno spese. I senatori non saranno più 315, ma 100, composti da 74 consiglieri regionali, da 21 sindaci e da 5 personalità nominate dal Presidente della Repubblica. Non riceveranno alcuna indennità (spese vive a parte), con un risparmio di circa 50 milioni

di euro l’anno. Però questa difesa, scandita in termini di risparmio, appare poco fondata perché la burocrazia senatoria resterà comunque in piedi e di milioni ne consumerà ben 500. Inoltre chi non condivide la riforma (per preferire l’abolizione totale dell’Assemblea), quando avrà la possibilità di utilizzare l’arma del “referendum”, difficilmente potrà dimenticare i tanti disastri compiuti dai consiglieri ed il dispendio di danaro pubblico conseguitone. E non si tratta soltanto delle spese pazze dei

Picciano, dei Bonomolo e dei tanti altri inquilini del Palazzo. Accadrà che le tante cronache giudiziarie locali e nazionali, sia pure con la prudenza che ha caratterizzato i contenuti delle prime, contribuirà ad allontanare dalla politica. Per di più chi potrebbe scordare i toni di quella ingarbugliata giungla retributiva che tante Regioni hanno costruito al proprio interno, facendo un uso clientelare dei soldi dei contribuenti? I dati hanno riferito che, solo per il personale, questi enti hanno speso una media di 3.124 euro per cittadino. La Lombardia è la più virtuosa (239 euro di spesa “pro capite“). Nel Lazio la spesa a carico di ogni cittadino per alimentare le buste-paga dei “regionali” è stata di 3.796 euro; nel Molise, che però conta meno abitanti di un quartiere di Roma, si arriva a 4.622 euro. Naturalmente il record appartiene alla Sicilia che, per gli stipendi dei burocrati, spende 2 miliardi l’anno, un terzo dei 6 spesi da tutte le Regioni. La Lombardia (tra Regione, Province e Comuni) ha 44,3 dipendenti pubblici ogni 1.000 ab., contro i 57,7 della media italiana. Si è calcolato che se tutte le Regioni fossero altrettanto virtuose, in Italia vi sarebbero 700750mila burocrati in meno, con un risparmio di 1,3 miliardi. Ecco perché, a fronte di tutti questi dati, nei panni del Presidente Renzi, non saremmo tanto sicuri di una vittoria referendaria che dica “sì” all’inutile Senato delle Regioni. Sia detto con buona pace del’ottimismo del sen. Ruta.

Salute e ambiente, temi caldi

gola, al punto che i Servizi ispettivi dovettero intensificare la propria attività, scoprendo 7 discariche abusive estese per 10mila mq. I rifiuti giacevano abbandonati, lungo la costa, tra Petacciato, Termoli e Campomarino. Si trattava di scarti edilizi, pneumatici, materiali ferrosi, pali di cemento armato precompresso ed arredi domestici vari. Nella graduatoria nazionale per rischio di dissesti idrogeologici, in particolare per le frane, il Molise è al 3° posto Ve ne sono 8.800 attive, con ben 88 comuni a rischio per l’instabilità dei versanti caratterizzati da una quasi totale natura argillosa con circa 3.560 km su un totale di 4.618. Secondo una classifica comparsa su

“La Stampa” la regione si posiziona al 1° posto con una media di rischio per la popolazione residente pari al 19,4% per frane e smottamenti. Il rischio coinvolge anche i beni culturali del territorio, al punto che il Ministero ha stilato una “Carta” ed ha evidenziato che il Molise detiene anche il primato per opere che rischiano di crollare a causa di fenomeni franosi (144 beni solo per la provincia di Campobasso). Furono posti sotto esame pure il consumo e lo spreco idrico, la capacità di depurazione, i livelli di polveri tossiche (nel capoluogo molisano siamo al livello PM10 considerato da allarme).

Addirittura l’area pentra si ritrovava (e si ritrova) al penultimo gradino di questa classifica. Per la qualità dell’aria andrebbero esaminate le concentrazioni di polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Ma in Molise nulla si muove. Si tende a minimizzare, ad evitare gli odiosi allarmismi. Se ne dichiarò convinto il giudice Ferdinando Imposimato, che, già alla fine degli anni ’80, aveva denunciato le infiltrazioni malavitose. Poi, grazie alle Mamme di Venafro, vennero portati alla luce i risultati di diverse analisi condotte su di una foglia di fico, prelevata nei pressi della “Colacem” di Sesto Campano. Nella polvere di cemento dell’Azienda venne riscontrata la presenza di particelle di ferro, con titanio e manganese e poi presenze di uranio e torio. Nel 2010 e nel 2011 furono due i casi di diossina nella carne bovina. Le “mamme” denunciarono anche la presenza di diossina nel latte materno dopo i riscontri dei tecnici dei laboratori del Consorzio interuniversitario di Chimica di Marghera.


Da dicembre in edicola e librerie


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