TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno x - n° 243 - giovedi’ 27 noveMbre 2014 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0865.412094 - Cell.: 389.0563606 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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Il ricordo è un poco di eternità Ci sono dolori che non si possono né evitare né cancellare. Esistono. Possiamo solo affrontarli, e cercare di fare di tutto affinché non ci devastino. Ma talvolta ci vuole tanto tempo. Se ne è andata una persona cara. In modo ingiusto e inaccettabile a 49 anni. Sara Patriciello, una donna che ha preferito restare sempre fuori dalla ribalta nella quale è proiettato il fratello, l'europarlamentare Aldo, così come lo è stato il marito, Mario, nel momento in cui ha svolto il ruolo di consigliere regionale e presidente del Consiglio. Buona, cordiale, modesta, umile. Discreta e riservata, non amava la ribalta. Amava la famiglia e i suoi due figli Alessio e Martina e, come tante mamme, ha preferito svolgere fino in fondo questo ruolo. Sopportando una malattia che non lascia scampo, portando l'esempio dei tanti, e continuando ad operare nel silenzio. Oggi, per questo, abbiamo voluto essere vicini alla famiglia Patriciello e all’amico Mario. Comprendiamo che quando una persona che amiamo se ne va via per sempre, è difficile imparare a vivere con quel vuoto profondo che si spalanca all’improvviso. E non basta semplicemente voltare pagina. Non basta ripetersi che la vita continua e che non serve a nulla piangere. Non basta imporsi di non pensarci. Quel vuoto è lì. Come una ferita profonda. Che pian piano si cerca di far cicatrizzare. Anche se alcune ferite non si cicatrizzano mai completamente. Non basta premere sul tasto “cancella” per cancellare veramente tutti i ricordi che ci legano alle persone care, per distaccarsi da chi non c’è più. Per Mario e la famiglia Patriciello, si tratta non solo di accettare la realtà, ma anche di riconoscere veramente ciò che si è perduto, compresa la promessa di tutto quello che si sarebbe potuto e voluto vivere con chi non c’è più. Il nostro è un atto sentito, che richiama, anche, i tanti dolori e lutti di tante altre famiglie molisane che questa patologia hanno conosciuto sulla propria pelle. Ne era consapevole, ne siamo certi, anche Sara proprio per la sua bontà d’animo e la capacità di sorridere, con sincerità alla vita. Vicini, per questo, alla famiglia Patriciello, un abbraccio a Alessio e Martina e, consentiteci, una stretta di mano all’amico Mario perchè il ricordo di Sara, come diceva un poeta, possa battere dentro di lui come un secondo cuore.
Ciao, Sara
Servizio a pagina 11
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 27 novembre 2014
Due anni di amministrazione non sono stati sufficienti per fare della ricostruzione un modello di efficienza, un’occasione di rilancio dell’economia
Primato di Ciocca e Frattura: in due mesi tre delibere per correggere errori materiali e imprecisioni procedurali Gestione contraddittoria, contrassegnata anche dagli incomprensibili e complici silenzi dei progettisti sui tagli delle parcelle e delle amministrazioni interessate dalla drastica riduzione degli importi progettuali Una messe incredibile di errori tale da pretendere la revoca della delibera di giunta 498 del 1/10/2014: ”Pianificazione Regionale Attuativa Molise – Risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione assegnate dalla delibera Cipe del 3 agosto 2011, numero 62. Ridefinizione del programma degli interventi a carico della quota “Sisma 2002. Percorso di ricostruzione”, e l’adozione di un’altra, la 614 del 18 novembre 2014 con lo stesso identico oggetto, a sua volta, anche questa rettificata con delibera della giunta regionale del 24 novembre, numero 636, sempre per errori e imprecisioni. Due mesi buttati al vento. La ricostruzione post terremoto targata Ciocca/Frattura è anche in questa sequenza di atti che, oltre agli errori, certificano lo stato di disagio di chi al terremoto lavora con la spada di Damocle del licenziamento sul collo, comunque in una condizione poco confortevole per recuperare il tempo perduto, e per superare le difficoltà create dalla gestione politica del problema. Una gestione contraddittoria, contrassegnata da polemiche ma anche dagli incomprensibili e complici silenzi dei progettisti sui tagli delle parcelle, e delle amministrazioni interessate
sulla drastica riduzione degli importi progettuali. Queste ultime gravemente imputabili di acquiescenza acritica e di atteggiamento passivo alle elucubrazioni tecniche, amministrative e procedurale del duo Ciocca e Frattura. Colpevoli di non aver mai chiesto e preteso una conduzione logica della ricostruzione, un confronto chiarificatore e tantomeno un accordo preventivo. Autoritarismo bello e buono della giunta regionale che, avendo perso (volutamente) le coordinate predisposte dal
L’intervento di Giulio Cesare De Santis Mi guardo intorno e ho la triste sensazione che la parola democrazia stia perdendo di significato e questa cosa mi fa star male: dal dopo-elezioni amministrative ho visto solo disfattismo, corse alla poltrona, zero lavori unitari e nessun incontro della coalizione di centrodestra atto a discutere del perché si è perso; si continua sempre con le solite combutte che ormai stanno solamente infastidendo chi scrive, ma anche chi legge. È giunto il momento di rimboccarsi le maniche. Da subito. È giunto il momento di ricominciare a lavorare unitamente, allo scopo di tornare credibili e affidabili. Come lo si era nel passato. Chi
governo Iorio e dall’Agenzia della Protezione civile by Peppe Giarrusso, non ha saputo fare di meglio che polemizzare, traccheggiare, quindi stravolgere e sconvolgere il già fatto, e non fare nient’altro. Ora i tempi si sono ristretti rispetto alle scadenze fissate dal Cipe per l’utilizzazione dei 346 milioni di euro stanziati. Pertanto, fare di necessità virtù sembra la sola via d’uscita, per non perdere altro tempo e, soprattutto, gli stanziamenti. Intanto gli errori di cui sono state infarcite le
delibere sopra indicate, hanno preteso nuovi conteggi e nuove allocazioni, hanno creato una situazione caotica la cui decantazione lascia presupporre che farà emergere non poche sconvenienze amministrative, tecniche, procedurali, gestionali e di legittimità: viatico a future contestazioni e contenziosi. Esito dell’applicazione, peraltro supinamente accettata, del famigerato Articolo 40, secondo cui ”Chi ha in mano comanda”. La ruota della sfortuna ha scelto che comandassero Ciocca e Frattura. I quali, a colpi di accetta, a loro dire, avrebbero sfrondato l’albero della cuccagna di una ricostruzione generosa, lassista, e approssimativa. Con la differenza che quella ricostruzione è andata avanti e questa che essi dicono parsimoniosa, compressa, e rigorosa, rischia d’infossarsi nelle sue stesse presunte “qualità”. Due anni di amministrazione non sono stati sufficienti a trovare le chiavi di lettura giuste della ricostruzione, farne un modello di efficienza, un’occasione di rilancio dell’economia potendo disporre di 346 milioni di euro stanziati dal Cipe. Si sono gingillati a cambiare le pedine alla Protezione civile (Tamburro, De Liso, Mastro-
Il centrodestra deve fare un’attenta riflessione scrive non è una figura presente nella politica locale da tempo, ma questo non vuol dire che di esperienza non ne abbia: chiunque è a conoscenza del fatto che non è tutto merito del candidato il raggiungimento del risultato, che il candidato non è la politica, bensì la politica è soprattutto il lavoro di chi, dietro le quinte, si impegna per il bene della comunità. Ascoltiamo queste persone, diamo loro spazio, diamo spazio alle loro idee e diamo loro
la possibilità di condividerle con gli altri. Il mio è un invito al fare, al fare bene, ma soprattutto al fare insieme; dobbiamo smetterla di emulare, di aspettare che accada qualcosa dall’alto, di indugiare oggi fino alle elezioni di domani, semplicemente incrociando le dita e sperando che le solite facce e i soliti discorsi funzionino la prossima volta. La gente è stanca, è stanca della mediocrità e della superficialità, non è più disposta a farsi di-
nardi e Scarlatelli per Giarrusso), le procedure e gli indirizzi operativi, gli uomini e le cose che avevano allestito il progetto e l’avvio della ricostruzione, per ridursi, senza peraltro arrossire, a correggere gli errori, a tagliare le parcelle, a ridurre d’imperio gli importi progettuali, a scaricare sui terremotati le carenze proprie e quelle altrui. Conclusione, semmai conclusione ci sarà, della ricostruzione di Ciocca e Frattura, con l’avallo dei sindaci dei comuni terremotati. Insieme potranno vantare di aver creato cittadini di serie A (ovvero coloro ai quali lo Stato ha provveduto a riparare i danni) e cittadini di seri B (ovvero coloro ai quali, a seguito del taglio agli importi progettuali imposti dalla Regione, gli sarà stato chiesto di rifondere di tasca propria). In due mesi tre delibere per correggere errori materiali e imprecisioni procedurali. Per approvare il Programma degli interventi “cantierabili” non ancora inseriti negli Accordi di Programma Quadro (Apq) da finanziare, a valere sulla quota “Sisma 2002 Percorso ricostruzione” del valore complessivo di euro 167.068.179,78. Che Dio la mandi buona. Dardo
strarre dalle consuete promesse, non ne ha il tempo, perché le difficoltà sono quelle di oggi, i problemi sono quelli quotidiani, e non hanno più voglia di credere nel futuro descritto (promesso) dalle amministrazioni. È per questo motivo che chiedo di correggere il tiro, perché se è vero che c’è chi, come me, ha a cuore il posto dove è nato e dove vive, non può aspettare né tantomeno sperare che qualcuno pensi per noi; è per questo che invito il centrodestra a riflettere e avviare oggi un lavoro unitario che ci porti a risultati migliori alle prossime elezioni. Non ho nessun tipo di ambizione, ma ho la certezza che se si iniziasse ad ascoltare chi ha qualcosa da suggerire, forse si potrà cambiare e tornare a raccogliere risultati. Con l’invito al buon senso e il sincero augurio di credere in una città, in una regione ma, soprattutto, in una politica migliore.
TAaglio lto
3 27 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
E’ nato l’ente regionale per l’edilizia sociale e scompaiono gli Istituti autonomi per le Case popolari
La pseudo riforma degli Iacp non è altro che un accentramento di potere nella figura dell’amministratore unico sottoposto alle regole del governo regionale La nuova legge non dice quali saranno le risorse di cui il nuovo ente potrà disporre e concretamente disporrà La montagna ha partorito il topolino. Il consiglio regionale, a maggioranza, ha deliberato la istituzione dell’Ente regionale per l’edilizia sociale (Eres). Con esso scompaiono, di fatto, gli Istituti delle Case popolari. Un solo ente, quindi, ad occuparsi dell’edilizia non più popolare ma sociale. La differenza non è rimarchevole né rimarcata nella nuova legge che non dice, soprattutto, quali saranno le risorse di cui il nuovo ente potrà disporre e concretamente disporrà. Eredita tra l’altro una situazione patrimoniale compromessa dalla legge regionale, la più demagogica che si potesse pensare, la numero .. del .. luglio 2013, con la quale sono stati svenduti appartamenti e pertinenze e ridotti i canoni di fitto. Una riforma di facciata? Pare proprio di sì. Scompaiono gli Iacp, i consigli d’amministrazioni e le presidenze, per far posto ad un amministratore unico ristorato con una indennità pari a quella che percepisce un direttore d’area della Regione. Non scompariranno le sedi.
L’Eres, su proposta e suggerimento di Francesco Totaro, sarà a Campobasso e ad Isernia, nonché in eventuali altri presidi operativi che verranno individuati con il regolamento di organizzazione dell’Ente. Siamo alle solite: da un lato s’annuncino innovazioni, dall’altro perpetuazioni. Di localismi, favoritismi, clientelismi. La pseudo riforma di
cui si sono riempiti la bocca i consiglieri della maggioranza non è altro che un accentramento di potere nella figura dell’amministratore unico sottoposto alle regole del governo regionale. Il dibattito consiliare è stato misero, privo d’incisività, fortemente condizionato da valutazioni contingenti e giustificative del voto favorevole: il presi-
dente della giunta Frattura: “Finalmente abbiamo discusso in aula una proposta di riordino e di semplificazione”; Francesco Totaro: “Con questa legge si procede alla ristrutturazione degli Iacp modificando in particolare la composizione degli organismi di gestione e si fissano nuovo criteri e nuove modalità di nomina dei componenti, garantendo una gestione tecnica più efficiente”; Pierpolo Nagni, assessore al ramo: “Abbiamo fatto un buon lavoro raccogliendo molti spunti che sono emersi dal dibattito. Abbiamo snellito il management e non intaccato la funzionalità”; all’opposto l’ex presidente Michele Iorio: “Questa legge che veniva presentata come una grande riforma si riduce in sostanza a una modifica della governance. Meritava un’attenzione più rilevante in funzione dell’assetto che si vuole dare alla Regione”. In un moto di sincerità, cui spesso non si sottrae, il consigliere Totaro, ha informato l’assemblea che alcuni emendamenti a firma dei colleghi
della minoranza, seppure condivisibili ed apprezzabili nelle finalità, sono stati respinti dal relatore Nunzia Lattanzio (che col suo dentro e fuori della maggioranza spesso manda in tilt la ratio politica di cui si dice portatrice – ndr) e dai commissari, poiché non organici alla preminente ragione riformatrice della nuova legge”. Vale a dire non organici agli interessi della maggioranza. Anche nel suo testo originale la legge si presta ad essere considerata una sequenza di principi generici e null’altro. E’ sufficiente fermarsi al comma quinto dell’articolo uno per capirlo. Per capire che l’Eres in fondo è nato per soddisfare prioritariamente le esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni socio-economiche svantaggiate. L’avesse scritto Monsieur Jacques de La Palisse l’avremmo capito. Che l’abbiano scritto i consiglieri della maggioranza con l’apporto dei consiglieri del gruppo Cinque Stelle, è patetico. Dardo
Le aziende stritolate dall’assenza di nuovi programmi CAMPOBASSO. Cinquemila posti di lavoro persi, mentre i mancati incassi dalla pubblica amministrazione sfiorano i 30 milioni di euro. Ecco perchè bisogna far ripartire il settore attraverso lo sblocco dei cantieri e il pagamento dei crediti vantati dalle aziende con gli enti locali: otto milioni di euro solo per gli imprenditori iscritti all’Associazione costruttori edili del Molise. Si tenterà, a breve, di fare partire almeno le opere già cantierate. La Regione deve cominciare a pensare seriamente a investire in infrastrutture. A partire dall’autostrada del Molise. Del resto l’edilizia è il settore più indicato per la ripresa economica della nazione: è un settore anticiclico, ha un grande indotto, rappresenta una fetta importante del Pil, circa l’11% ed è il motore della green economy. Bisogna intervenire con urgenza sulle infrastrutture, anche per permettere di recuperare il gap del sud Italia rispetto al nord e della nostra nazione rispetto al resto dell’Europa. Ma la sola previsione della costruzione dell’autostrada non basta. Oggi l’Europa sta puntando sulla rete ferroviaria e il Molise risulta essere
Infrastrutture, nessun investimento
grande assente. Eppure è il tratto più corto di collegamento tra Adriatico e Tirreno. Perchè non sfruttare, allora, questo percorso e far vedere con un progetto reale e credibile che il territorio è appetibile? Anche alla
luce della crisi economica che ha coinvolto lo scenario mondiale, si profila un futuro per il nostro Paese in cui tra le linee guida da seguire vi sarà verosimilmente la necessità di programmare investimenti in infra-
strutture e tecnologie e richiamare la sensibilità soprattutto delle istituzioni per pianificare, definire normative, sistemi di incentivazione e regole sempre più rivolte a favorire l’intermodalità e la crescita del trasporto ferroviario. E’ anche questa una sfida che la Regione deve portare nelle sedi competenti anche scommettendoci finanziariamente di proprio. Del resto, è ancora bassissima la spesa dei fondi europei che potrebbero trovare collocazione in tale genere di investimenti. Ecco perchè bisogna ripartire dagli investimenti in infrastrutture per sostenere la crescita economica. Occorre, dunque, riportare le infrastrutture al centro del programma per lo sviluppo della regione, tramite l’identificazione di 5 o 6 opere urgenti, che possano dare un impulso allo sviluppo ed allo stesso tempo influenzare positivamente l’immagine del nostro territorio. Altresì, è necessario chiarire e velocizzare il processo di autorizzazione per queste opere, definire un programma di finanziamento realistico, massimizzando il ricorso al settore privato, ove possibile.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
4 27 novembre 2014
Senza un’alternativa reale e credibile sul piano programmatico i guasti potrebbero essere maggiori
L’assistenzialismo errato del presidente Frattura
Pensare di togliere tutte le risorse un tempo destinate alle attività industriali molisane è un grave errore CAMPOBASSO. A due anni di governo di centrosinistra, i conti non tornano. Né sono parsi adeguati alla carica lo scatto di nervi del Presidente Frattura alla Gam e la presa di posizione contro ciò che viene definito “assistenzialismo” verso il mondo della produzione: “Non buttiamo più soldi dentro le imprese in perdita e indirizziamo le risorse verso le piccole e medie imprese che non ce la fanno più”. Questo l'assunto della Giunta regionale del Molise. Basta “assistenzialismo”, dunque. E lo dicono, ovviamente pagati, i professionisti che sono diventati tali grazie alla bravura dimostrata nell’indirizzare risorse pubbliche, guarda caso, al privato. Per ipotesi, ma solo per ipotesi, se la ricetta venisse applicata alla lettera, ci troveremmo a non avere più gran parte della base produttiva regionale, perché chiuderebbero oggi aziende come la Gam, la Ittierre, lo Zuccherificio, ( la Fiat teniamola fuori in quanto multinazionale) come già sono chiuse le medie imprese come i Cantieri Navali, la Fonderghisa, l’Itam, la Dr, la Marinelli, la Rer eccetera. Ma andiamo al sodo. Se non intervenisse più la Regione, chi interverrebbe? Quali imprenditori? Quelli che non partecipano alla gara di acquisizione dello zuccherificio? Quelli che
CAMPOBASSO. L’assemblea della Coldiretti Molise ha eletto presidente regionale Tommaso Giagnacovo, imprenditore vitivinicolo molisano di 28 anni, che è ora il presidente di Federazione Regionale della Coldiretti più giovane d’Italia. Giovanissimo, Giagnacovo, ha già una lunga esperienza, svolgendo l’attività di Coltivatore Diretto da dieci anni. Subito dopo gli studi in agraria ha rilevato l’azienda familiare, impegnandosi a svilupparla e costruendo la cantina aziendale, avvalendosi delle opportunità offerte dal Piano di Sviluppo Rurale, tre anni fa ha avuto il riconoscimento dello speciale concorso di Oscar Green di Coldiretti, per le aziende agricole condotte da giovani con le più spiccate idee innovative, collabora con l’Università degli Studi del Molise per alcuni progetti di ricerca e innovazione in agricoltura. Tommaso Giagnacovo, già Delegato Regionale di Giovani Impresa Coldiretti Molise e che è stato eletto, oltre che presidente di Coldiretti Molise, anche presidente della Fe-
hanno fatto fallire la Pop 84, la Gtr, la Dr, la Centrale del Latte, il Frigomacello, il Pastificio Fontanavecchia? Oppure gli altri fallimentaristi, quelli che hanno partecipato alla mission del Partenariato: Camera di Commercio, Acem Molise, Api Molise, Confesercenti Molise, Confcommercio Molise,
Confcooperative Molise,Lega Coop Molise,U.n.c.i. Molise ,I.s.p.e.s.l. ,Ordine degli Ingegneri,Ordine degli agronomi, Agrotecnici del Molise,Università degli Studi del Molise,Coltivatori Diretti, Ama Casa Molise, Confartigianato eccetera? Una gran bella compagnia nella gestione delle risorse deri-
Coldiretti, Giagnacovo è il nuovo presidente L’imprenditore vitivinicolo di San Biase chiamato a restituire vitalità politica all’Associazione degli agricoltori molisani da tempo senza una guida derazione Provinciale di Campobasso, ha dichiarato: “Il particolare momento che sta vivendo il Molise, l’Italia e l’economia mondiale necessita, ancor più, di una agricoltura dinamica, capace di innovazioni tecnologiche, nel rispetto della tipicità delle tradizioni produttive delle singole realtà territoriali, che tuteli gli ecosistemi naturali e la salute dei cittadini-consumatori. In tale direzione un ruolo determinante è quello dei giovani imprenditori agricoli, consapevoli della particolare attenzione ed interesse rivolto al mondo agricolo dalle nuove generazioni e del rinnovato interesse per il cibo e per la tutela dell’ambiente e del territorio.”
“Dalla assemblea della Coldiretti Molise – ha sottolineato Roberto Scano, direttore di Coldiretti Molise – è stato dato un segnale importante della capacità di rinnovamento delle imprese agricole. Venerdì mattina inaugureremo il Mercato di Campagna Amica a Termoli, che ogni settimana testimonierà ai consumatori il valore di una agricoltura che, oltre a saper produrre eccellenze, sa anche porsi quale interlocutore dei consumatori, condividendone gli obiettivi di maggiore trasparenza e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari e proporrà la genuinità dell’offerta caratterizzata dalla vendita diretta degli agricoltori.”
Una crisi senza fine di Giovanni Notaro* Gli effetti negativi della crisi si sono riflessi soprattutto sul mercato del lavoro: il Molise ha perso, in questi anni, più di 15 mila posti di lavoro e il 20% della famiglie hanno difficoltà economiche. Il prolungarsi della crisi economica ha investito con particolare intensità l’industria, il cui ruolo è decisivo per le prospettive di crescita della produttività e della competitività dell’intera economia. Sono dati preoccupanti. Siamo lontani dal trovare una soluzione per uscire dalla crisi. Avremo un periodo difficile per tanti lavoratori e altrettante famiglie. Per la CISL è importante rilanciare la
vanti dalle delibere Cipe e dei Fondi Strutturali Europei. Oggi costoro si allontanano dallo Stato, e dalla sue propaggini territoriali, negandogli qualsiasi forma di partecipazione sociale e lo mettono al servizio del recupero della redditività imprenditoriale con politiche di deregolamentazione, competitività e privatizzazioni, portando al completo disfacimento intere classi sociali: lavoratori, trasportatori, allevatori, fasonisti, commercianti, artigiani, e intere aree sociali come quella di Boiano, di Pettoranello, del cratere sismico. Prendiamo atto intanto, in termini conclusivi, che dietro le parole di Frattura si nasconde l’assurda sua presunzione di andare oltre, nel campo del decisionismo, nonostante gli appelli all’unità dei “volenterosi” che siedono anche all’interno della giunta; gli appelli antistorici, resi tali dalla sempre maggiore concentrazione gerarchica nella gestione delle imprese surrettiziamente nelle mani di talune individuate e note famiglie (politiche ed economiche) molisane, alle quali, purtroppo, da destra, da centro e da sinistra, si consente impunemente l’uso del conflitto di interessi e la politica le ha consegnato finanche la Regione.
vertenza Molise. La campagna di mobilitazione, e in particolare la manifestazione del 28 giugno “Marcia per il lavoro” promossa unitariamente da CGIL CISL UIL, sta ottenendo i primi risultati. In tale data unitariamente avevamo assunto l’impegno si sostenere il percorso di riconoscimento dell’area di crisi, avviato dalla giunta regionale, a tutti i livelli delle nostre organizzazioni. Oggi all’audizione della Commissione X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei Deputati, dove parteciperanno le Organizzazioni sindacali, datoriali e le istituzioni regionali, si procederà a fare un altro passo nel percorso di riconoscimento della situazione di
crisi industriale complessa per il distretto compreso tra i comuni di Boiano Isernia e Venafro. La situazione delle aree di crisi, in questo contesto, risulta più drammatico e senza una prospettiva di ripresa. Il perdurare della crisi in queste aree sta aggravando le situazioni economiche ed occupazionale. Secondo gli ultimi dati pubblicati dallo Svimez, il PIL in Molise continua a diminuire anche nel 2013 (-3,2%) un calo nettamente superiore alla media nazionale. L’uscita dalla crisi economica, produttiva, occupazionale e sociale è tutt’altro che semplice. È soprattutto sul versante sociale che il perdurare della crisi rischia di creare dei danni strutturali. Il tasso di di-
soccupazione nel 2013 ha raggiunto il dato peggiore di questi anni 15,8% che s’è tradotto in un aumento del numero dei disoccupati: in Molise 19 mila persone sono in cerca di un lavoro. Il riconoscimento dell’area di crisi è una prima risposta ad un contesto regionale estremamente complesso. Ma per un rilancio vero e proprio della Regione, per la CISL, è importante che questi strumenti siano accompagnati da un stanziamento cospicuo di risorse europee, nazionali e regionali. Al Molise, come all’Abruzzo e alla Sardegna, essere riconosciuta come “regione in transizione” non e' affatto convenuto. La CISL, infatti, ha più volte denunciato il pericolo che alle regioni in transizioni uscite dall’obiettivo “Uno” con carenze infrastrutturali e difficoltà strutturali, a cui dovrebbe spettare un maggior sostegno
rispetto a quelle già avanzate, purtroppo sono state assegnate risorse inferiori alla precedente programmazione. Dobbiamo scongiurare questo pericolo perché le risorse europee sono essenziali per le politiche sociali e di sviluppo regionali e le uniche necessarie per la crescita del Molise. Questo rischio è stato quasi allontanato dagli impegni che il Governo ha assunto nei nostri confronti della nostra regione e dagli ultimi indirizzi adottati dal CIPE, ma vogliamo che questo diventi una garanzia perché consentirebbero al Molise di ottenere maggiore risorse, evitando ogni penalizzazione. Siamo purtroppo lontani da una ripresa per questo è importante continuare a lavorare garantendo l’impegno di tutti gli attori sociali ed istituzionali impegnati nel territorio molisano per evitare che il 2014 si concluda come l’anno più buio.
TAaglio lto
5 27 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Non è fatta attendere la risposta del presidente dei costruttori molisani all’assessore regionale ai Lavori pubblici
Il presidente Ance Uliano a Nagni: “Qualunquismo, accusa rispedita al mittente” La politica continua a non vedere il dramma delle aziende prossime al fallimento CAMPOBASSO. Non si è fatta attendere la replica dell’Ance Molise alle dichiarazioni dell’Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Pierpaolo Nagni, che ha commentato ieri la lettera aperta del Presidente dell’Associazione dei costruttori, Umberto Uliano. “Noi qualunquisti? E’ un’accusa del tutto infondata, e che rispediamo al mittente. Non siamo abituati a “sparare nel mucchio”, come dice l’Assessore, e a testimonianza della nostra serietà, pure messa in dubbio da Nagni, rispondiamo citando dati e fatti. E’ di ieri la presentazione del rapporto della Banca d’Italia riguardante il primo semestre dell’anno in corso; titolava un quotidiano: “BANKITALIA: IL MOLISE COLA A PICCO”. E’ drasticamente diminuito il numero delle imprese di costruzione, -255, e i permessi di costruire che erano 1.366 nel 2007 sono stati pari a 435 nel 2012. QUESTO E’ QUALUNQUISMO? O, piuttosto, è la drammatica ed inequivocabile testimonianza di una crisi profondissima che mina la sopravvivenza stessa delle imprese edili molisane? Forse, per qualcuno, meglio sarebbe “non sapere e non
leggere”, ma “leggere” e “sapere” non possono certo costituire una colpa. Soprattutto quando leggendo i documenti di programmazione regionale non scorgiamo neppure un accenno all’individuazione di misure e risorse in grado di restituire quanto meno una boccata d’ossigeno al comparto delle costruzioni: manca, in altri termini, un’azione programmatoria che miri a restituire al settore edile molisano quella funzione di volano che le costruzioni
hanno da sempre rappresentato nell’economia regionale. Eppure, a febbraio abbiamo consegnato alla Regione un documento puntuale che operava la ricognizione delle priorità da affrontare elencando 7 punti: ricostruzione, autostrada, patto di stabilità, pagamenti alle imprese, smobilizzo crediti, edilizia agevolata, piano casa. A parole: condivisione piena; nei fatti: nessuna risposta. Due esempi per tutti: ricostruzione e autostrada. Per la ricostruzione la situazione è drammatica: ad oggi i pagamenti sono fermi a gennaio 2014, e alle aziende bisogna pagare oltre 15 milioni di euro. Non solo: imprese che hanno sottoscritto i contratti non possono iniziare i lavori perchè non hanno garanzia dell’effettiva disponibilità dei fondi, per cui se non vengono pagate rischiano di fallire. ANCHE QUESTO E’ QUALUNQUISMO? O FORSE E’ QUESTA LA MANCANZA DI SERIETA’ che l’Assessore vorrebbe attribuire a noi? Passiamo all’autostrada. E’ “sfumato” il finanziamento per realizzare un’opera che era stata programmata a livello nazionale; si è
detto che al suo posto sarà realizzata una superstrada a quattro corsie. Ma dov’è il finanziamento, qual’è il progetto e quando saranno spesi i fondi? Forse a qualcuno sfugge che le imprese devono poter programmare le proprie attività, e, per farlo, e per garantire lo stipendio alle proprie maestranze, devono poter contare su iniziative, risorse e tempi certi. E se questi mancano, le imprese falliscono, le aziende chiudono e si dovranno licenziare gli ultimi operai. E’ chiaro, o anche questo concetto è stato espresso con eccessiva “genericità”? Quando l’Assessore parla di “poca serietà” dovrebbe ricordare la battaglia che abbiamo fatto per la “centrale di committenza regionale”, che è, in sintesi, l’organismo che, nella massima trasparenza, dovrà gestire le gare d’appalto di tutti i comuni molisani non capoluogo di provincia, a partire da gennaio 2015 per i servizi e le forniture, e da luglio 2015 per i lavori. Ci è stato chiesto di aiutare la Regione a fornire consulenza in materia, ciò che abbiamo fatto immediatamente con il nostro Direttore, l’Avv. La Vigna, unanimemente riconosciuto tra i massimi
esperti di contrattualistica pubblica a livello nazionale ed autore di numerose pubblicazioni, che ha approntato un vero e proprio vademecum in materia. Abbiamo inoltre chiesto con determinazione che fosse costituito un Comitato tecnico-scientifico per evitare errori di interpretazione nella materia. Anche in tal caso nessuna risposta. Anzi, forse una risposta, seppure indiretta, c’è stata; lo scorso mese “Ali Comuni Molisani” ha appaltato una gara per la realizzazione di una scuola nel comune di Ururi. Siamo intervenuti osservando che la gara era illegittima, e “Ali” ha provveduto immediatamente a modificarla in senso conforme alle nostre indicazioni. Se non fossimo intervenuti, si sarebbe certamente proceduto come nel passato, restringendo la partecipazione alla gara a poche imprese, quelle poche in possesso di un requisito non previsto dalla legge. E SAREMMO NOI, DUNQUE, I “NOSTALGICI DEL VECCHIO SISTEMA”? La politica molisana, invece di piccarsi, dovrebbe valutare scelte programmatiche e di strategia futura.
L’INTERVENTO
Discarica di Montagano, perplessità per l’ampliamento In attesa di interloquire ufficialmente in aula con l’Assessore Facciolla anticipiamo le nostre perplessità sul progetto di ampliamento della discarica di Montagano. Era inizio febbraio di quest’anno quando il M5S Molise depositò una interrogazione su un investimento cofinanziato da comunità montana Molisecentrale e Regione Molise, che riguardava un ampliamento della discarica di Montagano e che prevedeva una riduzione del costo di conferimento della frazione organica per tutti i comuni molisani. Riduzione ovviamente necessaria per la riuscita dell’investimento. Ad aprile abbiamo ricevuto una risposta scritta (link). Come spesso accade buona parte del testo era già nelle premesse della nostra interrogazione, ma soprattutto non ci ha dato le risposte alle domande che avevamo formulato. Anzi ci ha dato modo di avere ulteriori dubbi sulla opportunità di questo tipo di investimento. Dubbi che cercheremo di illustrare. Qualche settimana fa inoltre abbiamo scoperto un ricorso al Tar che impugnava la delibera relativa all’investimento in questione e altri atti annessi. Un ricorso che sinceramente ci lascia perplessi: ma immaginiamo siano stati evidenziati dei vizi di legittimità che noi almeno non abbiamo riscontrato, almeno per ora. In questa regione è una vita che gli avvocati amministrativisti influenzano la politica, mentre gli unici che continuano a non influenzarla per niente, sono paradossalmente i cittadini. Ma lasciamo perdere, quello che a noi interessa in questo momento invece, è che la sentenza di inammissibilità del TAR è stata strumentalizzata dall’assessore e dalla Giunta come una forma di garanzia sulla bontà dell’intervento di valorizzazione dell’impianto di Montagano. Noi però la pensiamo di versamente. Noi siamo per ridurle le discariche non per ampliarle. Le nostre due domande nell’interrogazione erano chiare: La prima: premettendo che la legge regionale n.6/2011 sopprimeva e metteva in liquidazione tutte le dieci comunità montane, che in seguito negli anni ci sono state disposizioni normative che hanno sollecitato questo processo di estinzione e posto atti di indirizzo più stringenti per i commissari liquidatori, noi chiediamo se la com. montana Molise centrale, seppur la più grande e unica proprietaria di un impianto di smaltimento rifiuti, può ancora stanziare 10 milioni di euro di risorse proprie per un piano di opere pubbliche e 7 milioni e mezzo per il progetto di investimento cofinanziato dalla Regione. Da dove escono questi soldi peraltro e quando finirà questo processo di estinzione?
Nella risposta scritta viene riportato che la comunità montana ha effettuato una analisi dettagliata da cui risulta la sostenibilità finanziaria dell’investimento. Ci chiediamo come mai allora, pochi mesi prima, nel decreto del commissario liquidatore che riguardava il Piano triennale delle opere pubbliche 2013/2015, (progetto di investimento di 10 milioni di euro) il responsabile del servizio finanziario diede espressamente parere negativo in ordine alla regolarità e alla copertura finanziaria? Ma andiamo all’investimento in questione e le sue contraddizioni: La seconda domanda formulata mirava a sapere in che modo nei dettagli l’impianto di biogas previsto nell’investimento della com. montana va a coadiuvare il processo di definizione del piano regionale per la diffusione della raccolta differenziata nei comuni molisani, tanto pubblicizzato dall’assessore. In soldoni con la DGR n.714 del 28/12/2013, viene approvato, con proposta dell’Assessore Facciolla d’intesa con Frattura, un cofinanziamento regionale tramite fondi FSC, e quindi l’avallo, a un mega intervento di valorizzazione dell’impianto già esistente di compostaggio sino a 50mila tonn/anno! Poi si impegna la Comunità montana alla revisione dei costi di conferimento del rifiuto umido per i Comuni della Regione da 77€ a 55€ a tonnellata. Un investimento pubblico così cospicuo che ha lo scopo di arrivare a trattare 50mila tonnellate all’anno di frazione umida, produzione dell’intera regione, è un investimento prettamente economico, perché mira al recupero energetico, ma secondo noi ha poco a che fare con la sostenibilità. Prima di tutto si rischia che l’organico arrivi anche da fuori regione, con una maggiore congestione stradale e conseguente inquinamento, perché non è detto che da Campomarino o da Pozzilli, che si devono accollare i costi del trasporto, vengano a scaricare a Montagano; ma potranno farlo da Caserta o Secondigliano. C’è il concreto rischio comunque che la discarica di Montagano, vicinissima al fiume Biferno e a molti terreni coltivati, diventi la pattumiera della regione e i cittadini della zona infatti sono seriamente preoccupati. Ricordiamo che la discarica è situata in territorio montaganese, ma in linea d’aria è alla stessa distanza con il centro urbano di Petrella Tifernina. Al Comune di Montagano però nell’anno 2011 è stato riconosciuto un rimborso di 250.000 euro, oltre all’azzeramento dell’onere economico per lo smaltimento dei rifiuti comunali, il comune di Petrella invece non ha avuto niente, solo agenti inquinanti e ora ulteriori rischi. La valorizzazione dell’impianto di compostaggio a noi sembra una operazione di facciata perché si vuole chiaramente solo recuperare energia con tutto questo organico e quindi nella sostanza fare soldi coi rifiuti. Movimento Cinque Stelle
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Campobasso
27 novembre 2014
Dito amputato, ore contate per l’esecutore I filmati sono al vaglio dell’autorità investigativa chiamata a chiarire il brutto episodio CAMPOBASSO. Il giallo potrebbe presto essere risolto: il volto della persona che il 17 novembre ha amputato un dito al cadavere del 74enne di Vinchiaturo all’interno dell’obitorio del Cardarelli potrebbe essere stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza. La svolta alle indagini che sta conducendo la Squadra Mobile di Campobasso starebbe proprio nei filmati che nei giorni scorsi l’Asrem ha consegnato alla Polizia. I
filmati sono stati ripresi da alcune telecamere di sicurezza installate in diversi punti dell’ospedale che permettono di monitorare chi entra e chi esce dal Cardarelli. Tutto il materiale che ha fornito l’azienda sanitari regionale è ora al vaglio della polizia che sta analizzando ogni frame per tentare di risalire alle persone che sono passate nell’area interessata sia durante la notte che nella mattinata del 17 novembre. Il lasso di tempo in
Via De Attellis, ancora i vandali Presa nuovamente di mira la vetrina della parrucchieria già interessata da una bomba carta CAMPOBASSO. Ancora un raid nel negozio di parrucchiere in via De Attellis a Campobasso. Stamani, all’apertura del locale, il titolare ha trovato una nuova sgradita sorpresa. La vetrina dell’esercizio commerciale, infatti, è stata presa di mira per la seconda volta, nella circostanza però con le pietre. La struttura era già stata oggetto di attenzioni ‘particolari’ nella notte tra il 29 ed il 30 ottobre
quando una bomba carta mandò in frantumi tutta la vetrina. I dati riportati nella circostanza sono stati minori, ma la matrice sembrerebbe essere identica. Sull’episodio sta indagando la polizia Scientifica che ha raccolto tracce e testimonianze. Il parrucchiere titolare dell’attività, nel frattempo, prosegue il suo lavoro con l’obiettivo di rientrare delle spese per i danni subiti.
cui è avvenuta l’amputazione è piuttosto ristretto: i familiari dell’uomo hanno raccontato che quando hanno lasciato la salma del 74enne, la sera, era in perfette condizioni e che solo la mattina si sono trovati davanti alla macabra amputazione. Tante le domande ma poche, almeno finora, le risposte. Gli inquirenti hanno percorso tutte le piste: si parla di un possibile gesto di uno squilibrato, del racket manovrato da qualche
agenzia di pompe funebri, c’è in campo persino la pista di qualche ritorsione il cui movente, almeno per il momento, risulta sconosciuto. C’è però un altro elemento su cui lavorare: secondo il medico legale il dito è stato amputato con una cesoia, con delle forbici insomma. Si esclude dunque che sia stato utilizzato uno strumento di precisione, magari di quelli in dotazione a chi lavora in ospedale.
Conservatorio, ora si riparte Il concerto di inaugurazione del nuovo anno si avrà al Savoia domani alle ore 20,30 CAMPOBASSO. Per questa mattina è prevista, presso l’Auditorium del Conservatorio “Lorenzo Perosi”, la Conferenza stampa di presentazione del Concerto di Inaugurazione del nuovo Anno Accademico e di una mostra dedicata a Nuccio Fiorda nel 120° anno dalla sua nascita. La conferenza stampa vedrà la partecipazione del Direttore del Conservatorio “Lorenzo Perosi” di Campobasso, M° Lelio Di Tullio, il Prof. Francesco Paolo Russo, il Presidente della Fondazione Molise Cultura prof.ssa Antonella Presutti e il direttore della Fondazione, Sandro Arco, e sarà utile circostanza per illustrare il Concerto di Inaugurazione del nuovo Anno Accademico che si terrà al Teatro Savoia Venerdì 28 novembre alle ore 20,30. Sarà occasione anche per presentare una mostra interamente dedicata ad
una figura ricca di interessanti sfaccettature: Nuccio Fiorda. Musicista e compositore molisano, ricorre quest’anno il 120 anniversario della nascita. Dopo gli studi di composizione (ebbe tra i suoi docenti O. Respighi) e il diploma all’Accademia filarmonica di Bologna nel 1919, F. iniziò subito ad alti livelli l’attività di maestro sostituto, affiancando P. Mascagni (Il piccolo Marat all’Arena di Verona, 1921) e soprattutto A. Toscanini, di cui fu assistente al Teatro alla Scala di Milano fino al 1923. Musicista di vasti orizzonti culturali e molto apprezzato come autore cinematografico coltivò esperienze di vario tipo: dal cinema italiano a quello statunitense, dalla commedia sofisticata al western, dai film di Frank Capra a quelli di John Ford La mostra curata dal nostro Bibliotecario, prof. Francesco Paolo
Russo, in collaborazione con la Regione nell’ambito di un progetto culturale di più ampio respiro, MUSE – Musei Spazi in rete, sarà inaugurata il 1 Dicembre alle ore 18,00 nel Palazzo della Ex- Gil e sarà possibile visitarla fino al sei di gennaio. Nell’ambito di questa manifestazione quattro conferenze all’inizio del mese di Dicembre e infine un concerto dell’Orchestra Giovanile del Conservatorio il 9 Dicembre. Un calendario ricco di eventi che coniuga le intenzioni di collaborazione tra gli Enti in un rinnovato intento comune di crescita culturale dell’intero territorio regionale con un’offerta musicale e culturale di livello adeguato alle aspettative di una città capoluogo e dell’intera regione. Eventi che, è bene ricordarlo, sono tutti ad ingresso libero e quindi assolutamente gratuiti.
Chiuso un circolo privato La Polizia ha bloccato l’attività priva delle autorizzazioni in agro di Campochiaro CAMPOBASSO. L’esigenza di dare maggiore continuità all’azione di prevenzione e contrasto ai fenomeni di disturbo alla quiete pubblica, che vasta eco hanno trovato sugli organi d’informazione locali, ha reso necessaria un’ulteriore implementazione dei servizi di controllo del territorio da parte della Polizia di Stato di Campobasso, specie riguardo ai numerosi pub, bar e locali pubblici notturni ubicati in questo Capoluogo e nei comuni della provincia ove spesso vengono impiegate irregolarmente cittadine anche in attività di meretricio. Sono stati, pertanto, predisposti straordinari servizi di controllo del territorio, svolti con il concorso della Squadra Mobile, della Polizia Amministrativa e Sociale, della Polizia Scientifica e dell’Ufficio Immigrazione, nonché del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara, con l’ausilio del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Campobasso, finalizzati ad
assicurare il rispetto della normativa per quanto attiene i predetti locali pubblici ed il contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nonché l’abuso di sostanze alcoliche e dell’abusivismo commerciale. Nell’ambito di tali servizi, la Polizia di Stato di Campobasso ha emesso un provvedimento di immediata cessazione dell’attività non autorizzata a carico del presidente di un circolo privato sito in Campochiaro. Il suddetto circolo, infatti, risultato privo delle necessarie autorizzazioni, era in realtà un vero e proprio night club con accesso generalizzato a tutti i clienti che vi si recavano, molti dei quali pregiudicati (come è risultato da altri controlli), nel quale 15 figuranti di sala (di nazionalità rumena, brasiliana, italiana, cecoslovacca, moldava e bielorussa), in abiti succinti, intrattenevano la clientela con spettacoli e “momenti di relax” all’insegna di cocktail e spumanti.
Essendosi configurata una vera e propria attività imprenditoriale, il Presidente del sodalizio è stato sanzionato sia per aver effettuato
attività di somministrazione di alimenti e bevande ai non soci che per altre irregolarità di natura amministrativa.
Campobasso
7 27 novembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Prevenzione crimine, la Polizia c’è”
Il primo dirigente Castellan ha fatto il punto nel corso della manifestazione di Confcommercio sulla legalità CAMPOBASSO. Legalità il tema dibattuto alla Confcommercio di Campobasso. Di spicco la presenza, come relatore, del Primo Dirigente della Polizia di Stato, Claudio CASTELLAN, che ha tracciato il quadro della situazione in essere a Campobasso proprio mentre il nuovo Questore ha dato impulso alle attività di maggiore controllo del territorio ottenendo, già il plauso dei cittadini. “Per quanto riguarda i furti perpetrati nel comune di Campobasso, i dati sul fenomeno in generale mostrano una costante diminuzione; a partire dal 2011, le denunce alle forze di polizia sono state 914, per passare nel 2012 a 775, nel 2013 a 662, fino ai primi dieci mesi 2014 che hanno registrato solo 554 (la diminuzione è sensibile) In particolare, i furti che hanno riguardato esercizi commerciali, sempre nel capoluogo, sono stati 85 nel 2011, 93 nel 2012, 87 nel 2003, 41 nei primi 10 mesi del 2014 (in questo caso la diminuzione è evidente nel 2014). I dati relativi all’intera provincia non si discostano dalla tale “curva” discendente. Nel 2011 i furti denunciati dalle forze di polizia sono stati 3.324, nel 2012 3.401, nel 2013 3.131 e nei primi 10 mesi del 2014 554 (anche in questo caso la diminuzione è davvero sensibile nel 2014). Riguardo agli esercizi commerciali i furti nel 2011 sono stati 252, nel 2012 271, nel 2013 248 e nei primi dieci mesi del 2014 138 (ancora diminuzione sensibile nel 2014). Guardando nell’insieme i dati, si può in defi-
nitiva affermare che, con l’eccezione del 2012, l’andamento dei furti è in decisa diminuzione. Un dato, ancora, da non trascurare è che riguardo ai furti presso gli esercizi commerciali nel 25% circa dei casi gli autori sono identificati dalle forze di polizia. Relativamente alle rapine, ancora, partendo da quelle commesse nel comune di Campobasso, nel 2011 complessivamente sono state 3, nel 2012 sono state 7, nel 2013 6 e nei primi dieci mesi del 2014 11. Il Capoluogo, quindi, registra un aumento, ma al riguardo deve essere evidenziato che in oltre il 50% dei casi gli autori sono identificati dalle forze di polizia. Gli esercizi commerciali che hanno subito rapine nel Capoluogo sono stati nel 2011 3, nel 2012 1, nel 2013 3 e nei primi dieci mesi del 2014 2. Il numero è pressoché costante e, occorre evidenziare, che in tutti i casi sono stati identificati gli autori. Passando alla Provincia nel suo insieme, le rapine nel 2011 sono state 38, nel 2012 33, nel 2013 42 e nei primi 10 mesi del 2014 11 (ancora diminuzione sensibile nel 2014). Per oltre il 50% di queste gli autori sono stato identificati. Riguardo agli esercizi commerciali, nel 2011 le rapine sono state 7, nel 2012 1 , nel 2013 8 e nei primi 10 mesi del 2014 8; per esse la pressoché totalità degli autori è stato identificato. In conclusione, seppure i dati relativi al fenomeno delle rapine è tutto sommato costante,
non può sfuggire il fatto che ci troviamo nell’ordine delle “unità” e che quando queste si rivolgono agli esercizi commerciali gli autori assai raramente la fanno franca! L’alto numero di criminali identificati (e quindi denunciati alla autorità giudiziaria) è indicativo sia della efficacia dei dispositivi di controllo del territorio e investigativi messi in campo dalla Forze di Polizia (in primis Polizia di Stato e Carabinieri), sia della collaborazione offerta dagli operatori commerciali che hanno messo a disposizione ogni utile informazione volta all’individuazione degli autori dei reati (importanti, ad esempio, si sono rivelate in molte occasione le registrazioni degli impianti di videosorveglianza, come pure l’adozione di efficaci misure di autoprotezione). Riguardo al fenomeno delle estorsioni e dell’usura, poi, non ci sono elementi oggettivi dai quali evincere l’insorgenza di “fenomeni” delinquenziali che si rivolgono, in particolare, agli esercizi commerciali. Rarissimi sono i casi di estorsione registrati in passato e hanno riguardato criminalità “autoctona” che ha preso di mira locali di intrattenimento notturno. L’usura, poi, si è manifestata prevalentemente con denunce da parte di privati a istituti bancari, per aver praticato interessi usurari, e nei riguardi di sporadici episodi non collegati comunque a forme di criminalità organizzata. Quelle accennate, in ogni modo, sono evenienze sulle quali è massima l’attenzione della
Polizia di Stato, come pure delle altre forze di polizia, attente a intercettare ogni segnale che possa indicare il nascere di tali fenomeni criminali, per intervenire immediatamente e impedire che possano diffondersi e radicarsi. Vorrei tornare, per concludere, al tema della “percezione della sicurezza”, della “paura” di divenire vittime della criminalità. Ebbene, è fondamentale che i cittadini non abbiano paura, che abbiano fiducia nelle istituzioni pubbliche che hanno il compito di garantire sicurezza e legalità. L’obiettivo della Polizia di Stato è di far aumentate la fiducia dei cittadini, dando risposte efficaci alla domanda di maggiore sicurezza mettendo in campo ogni energia, risorse umane e tecniche. E in tale prospettiva si sta muovendo la Questura di Campobasso, che grazie a recenti iniziative organizzative e di snellimento burocratico ha sensibilmente incrementato, anche qualitativamente (ufficiali di p.g. in pattuglia), l’attività di controllo del territorio attraverso il dispiegamento di più pattuglie, sia raddoppiando il numero delle Volanti presenti nel Capoluogo nell’arco delle 24 ore, sia impiegando sistematicamente le pattuglie dei Reparti Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, per effettuare mirati controllo ad “alto impatto” su tutto il territorio della provincia. Anche l’attività investigativa e informativa è stata potenziata, con l’aumento del personale addetto alla Squadra Mobile e alla Digos”.
Il 19 dicembre l’inaugurazione della Mostra “Giorgio De Chirico Gioco e gioia della Neometafisica” Da Marotta a De Chirico, nel segno di Lorenzo Canova sovrintendente defenestrato della Fondazione Molise Cultura Da Gino Marotta a Giorgio De Chirico: l’Arte figurativa a Campobasso raggiunge livelli molto alti, peraltro del tutto inusuali. Entrambi i Maestri di pittura proposti con le loro maggiori opere per un incontro fertile con l’Arte moderna. Entrambe le Mostre nei locali della Fondazione Molise Cultura (Palazzo del’ex Gil in Via Milano); entrambe curate da Lorenzo Canova, professore di storia dell’Arte contempora-
nea dell’università del Molise e componente del board della Fondazione de Chirico, nonché sovrintendente defenestrato della Fondazione Molise Cultura cui, tra l’altro ha lasciato l’indelebile eredità della Mostra di Marotta. Ironia della circostanza: uscito dalla finestra, Canova, alla Fondazione Molise Cultura, rientra dalla porta con la dote dell’interessantissima Mostra : “Giorgio De Chirico Gioco e gioia
della Neometafisica”. Uno sberleffo al presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura, al consigliere delegato alla Cultura Domenico Ioffredi, al presidente della Fonazione Antonella Presutti e al direttore Sandro Arco che se ne sono sbarazzati con una leggerezza pari alla loro probabile ignoranza dei meriti e delle qualità del professore, e per non avere raffronti a livelli cui non sono in grado di stare. La pre-
sentazione dell’evento è stata fissata alle ore 11,30 del 18 dicembre; il giorno successivo si terrà invece la conferenza stampa illustrativa (ore 11) e alla 19,30 l’inaugurazione. Edito da Regia Edizioni (benemerita dell’Arte - ndr), verrà stampato un catalogo con saggi di Maurizio Calvesi, Lorenzo Canova, Flavia Monceri, Elena Pontiggia, Katherine Robinson, e una collezione di testi scelti di de Cirico, scritti dai primi
anni parigini a quelli finali a Roma, dove, negli ultimi trent’anni di vita, ha vissuto e lavorato nello studioappartamento di Piazza di Spagna, oggi Casa-museo”. Nel corso dell’esposizione si avranno un convegno internazionale sull’opera del Maestro, laboratori didattici per bambini e ragazzi e visite guidate che accompagneranno il pubblico alla scoperta del grande artista e delle sue opere.
SPORT UGUALE EDONISMO Sergio Genovese Nello sport di oggi la parola d’ordine è esagerare quella chiave è spettacolo a gogò. Le preghiere recitate in campo, il goal dedicato ad una persona cara scomparsa con tanto di dedica ascensionale a favore di telecamera, una varietà di balletti dopo una marcatura. Il calcio, come al solito, fa la parte del leone ma anche gli altri sport non scherzano. Mancano i testimoni di una attività radicata nella pancia delle nostre periferie dove il fango, i campi irregolari, le palestre che imbarcavano pioggia, sono solo una visione malinconica per chi amava quello sport sul serio senza chiedere nulla in cambio. E’ paradossale verificare che anche coloro che oggi avrebbero lo status giu-
ridico per valorizzare lo sport di base a servizio sociale ( una volta si diceva così) si siano abbandonati a scimmiottare il management dello sport spettacolo/ commerciale. Basta seguire le nostre televisioni per capire quale è il profilo operativo delle scuole di calcio o di basket, di pallavolo o di nuoto.”….Se fai iscrivere un amico una mensilità gratis…”. La semplice lettura di certi slogan pubblicitari, evidenzia, senza perplessità, quanto siano lontani i tempi di quei campi fangosi ai quali gli allenatori di una volta davano un valore educativo incommensurabile. Un pedagogismo refrattario ad ogni altro retro pensiero o nascosto interesse.
Ora gli educatori/ allenatori fanno le star sui giornali e nelle TV. Sono accolti come profeti e raccontano cose di una noia e di una banalità casca braccia. Si vantano di togliere i ragazzi dalla strada ( per metterli dove ? ) si appassionano a parlare di errori arbitrali e di moviole. Ci sono poi gli organizzatori delle manifestazioni di grande partecipazione popolare. Anche quì secchiate di retorica e di poesie monocordi un po’ ripetitive perciò discretamente ingrigite. Titoli anzi titoloni e tanti dubbi per la discrasia che unisce il sacro ( la purezza dello sport) e il profano ( l’impatto con il marketing e tutto ciò che muove in maniera più o meno palese). Infine ci sono i colonnelli e i generali dello
sport regionale. Vedrete che tra un po’ ci riproporranno la giornata dello sport. Un altro happening autoreferenziale che dovrebbe essere il compendio di fine attività per regalare coni di luce a quel famoso sport dei campi infangati. Invece è l’inizio e pure la fine. Ci consegneremo, senza resistenza, ad una inutile passerella uggiosa, senza senso, tra flash e applausi induttivi. Che nostalgia per quegli allenatori, certo un po’ rozzi, che vendevano i propri orologi per raccogliere i soldi per la trasferta. Sui giornali non ci finivano mai e non avrebbero immaginato che lo sport potesse alternarsi tra i campi e il palcoscenico.
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
27 novembre 2014
senza alcun finanziamento pubblico
La legalità per rilanciare il territorio Alla Camera di Commercio di Isernia i seminari destinati alle imprese e alla produzione ISERNIA. Ai nastri di partenza la prima edizione della settimana della cultura della legalità organizzata dalla Camera di Commercio di Isernia, con il coordinamento del Prof. Franco Avicolli, che si terrà dal 1 al 5 dicembre prossimi. “Sarà Francesco Giorgino, noto conduttore del Tg1 RAI a dare il via al ricco cartellone di eventi che avrà inizio con la conferenza “La cultura della legalità nella postmodernità” e che vedrà, ogni giorno, l’interio territorio della cittàdi Isernia e della Provincia, la presenza di manifestazioni inerenti il tema della legalità” – afferma il Presidente dell’ente camerale Pasqualino Piersimoni. “Mettere in campo un così nutrito calendario, insieme al-
l’Associazione Itaca, all’Associazione IS LIFE, che raggruppa tutte le associazioni culturali della Provincia di Isernia, al responsabile dell’Associazione Libera per il Molise, ed una serie di personalità ed Autorità che interverranno. L’iniziativa della settimana della legalità ha ricevuto il patrocinio del Comune di Isernia, dell’Amministrazione Provinciale di Isernia, dell’Università degli Studi del Molise e dell’Associazione Nazionale Magistrati.” “L’affermazione della cultura della legalità è un tema di primissimo ordine in un contesto sociale dove sempre più bisogna affrontare i problemi legati alla crisi
economica, alla ricerca del lavoro, all’interazione tra offerta e domanda del mercato. Per questo la Camera di Commercio di Isernia, nell’ambito del progetto della legalità vuole formare il tessuto imprenditoriale alla cultura della legalità per assicurare che tutti possano meglio conoscere gli aspetti legali, culturali ed economici legati al tema della legalità”. Il coinvolgimento sul territorio del mondo della scuola, con convegni ed iniziative dedicate, del sistema imprese, attraverso le associazioni di categoria del mondo imprenditoriale, le banche, grazie alla partecipazione in alcuni seminari di rappresentanti del campo finanziario, alla
Pubblica Amministrazione, che sempre più si avvia verso un precorso di trasparenza e legalità della propria attività sono i cardini principali di questa iniziativa. I concerti, la proiezione di film e documentari, e le attività culturali in tema di legalità, faranno da contorno alle varie iniziative programmate sul territorio e che verranno illustrate in una nutrita conferenza stampa fissata per sabato 29 novembre alle ore 10:30 presso la sede della Camera di Commercio di Isernia.. Isernia, 26 novembre 2014 F.to IL PRESIDENTE (Pasqualino Piersimoni)
Sara Patriciello, una donna di cuore Ieri i funerali della sorella dell’europarlamentare Aldo e moglie di Mario Pietracupa POZZILLI/VENAFRO – Si sono svolti ieri mattina i funerali di Sara Patriciello, moglie dell’ex presidente del Consiglio regionale Mario Pietracupa e sorella dell’europarlamentare Aldo Patriciello, che ha smesso di lottare contro il terribile male che l’aveva colpita. Il suo cuore, per quanto forte e generoso, si è fermato attorno alle ore 20 (lunedì 24 novembre 2014). Immenso il dolore di familiari, parenti e
Il libro sui Santi Medici Cosma e Damiano Sarà presentato domani a Isernia il volume di Franco Carugno nell’ambito delle serate spirituali ISERNIA. Dopo la sua distribuzione avvenuta lo scorso settembre in occasione della solenne festività dei Santi Cosma e Damiano, nella quale aveva riscosso un ampio consenso tra i fedeli, è giunto il momento della presentazione ufficiale del libro “ Sulle orme dei Santi Medici” scritto dal Dott. Franco Carugno. All’evento, che si terrà venerdì prossimo 28 novembre 2014 alle ore 18.00, all’eremo dei Santi Medici, è stato dato il titolo di “Serate Spirituali al Santuario” per sottolineare il carattere culturale ed insieme spirituale che vuole caratterizzare la serata, dedicata alla lettura e alla riflessione sul testo del Carugno. Saranno presenti alla conferenza le maggiori autorità civili e religiose della provincia pentra. Dopo il saluto del sindaco di Isernia Luigi Brasiello e del commissario Acli Alfredo Cucciniello, si alterneranno alcuni oratori per presentare i vari aspetti dell’opera. Tra gli interventi più attesi quello del vicario generale Mons. Claudio Palumbo, che già in altre occasioni ha avuto modo di sottolineare la preziosità di questo “opuscolo dall’apparenza semplice, ma in realtà alquanto impegnativo tanto per la
considerazione generale che lo ha ispirato, quanto per gli argomenti che di volta in volta presenta al lettore, del quale, nella sua veste tipografica tascabile, vuole essere fedele compagno”. Lo stesso Mons. Palumbo, nella sua prefazione ha invitato “il lettore, il fedele, il devoto dei Ss. Medici, ogni uomo di buona volontà, con la forza che promana dalle pagine di questo testo, a scoprire anch’egli il perché, immergendosi nell’oasi spirituale del nostro Santuario iserniense, come nella vicenda dei Ss. Medici e Martiri Cosma e Damiano, medici anàrgiri, atleti di Cristo e martiri santi”. Interverranno, inoltre, Padre Celeste Cerroni, rettore del santuario, Don Francis Tiso, rettore emerito, Barbara Avicolli del centro Turistico Acli e lo stesso autore dott. Franco Carugno. Si alterneranno agli oratori gli interludi musicali a cura della Schola Cantorum Sancti Cosmae et Damiani diretta dal M° Marina Avicolli. Chiuderà la serata l’intervento di Mons. Camillo Cibotti che ha espresso tutta la gioia della lodevole iniziativa auspicando che le “serate spirituali al santuario” possano continuare con altrettante pregevoli opere di carattere culturale e spirituale.
amici, mentre un’ondata di commozione e incredulità ha scosso Venafro, sua città natale, e Pozzilli, il paese dove aveva scelto di mettere famiglia assieme al suo amato Mario. Oltre al marito lascia due figli. Donna riservata e dai modi gentili, Sara Patriciello era apprezzata e stimata da tutti per la modestia, la semplicità ed il grande cuore. Si è spenta a soli 49 anni.
“Mamma, papà... aiutatemi a fare da me” Incontro formativo messo in campo dall’istituto comprensivo S. G. Bosco di Isernia Una scuola attenta ai bisogni dei propri alunni si prefigge come obiettivo prioritario quello di offrire a tutti uguali opportunità di apprendimento, per favorire in ciascuno lo sviluppo del proprio potenziale cognitivo ed emotivo, accogliendone le diverse caratteristiche e promuovendo così il successo scolastico. Talvolta, però, apprendere diventa un’impresa difficile, anche per bambini e ragazzi con alto potenziale cognitivo. Ciò può comportare vissuti di bassa autostima, demotivazione, frustrazione per chi vive tali difficoltà, come anche un senso di inefficacia per le famiglie e per i docenti. L’Istituto Comprensivo S.G.Bosco, diretto dalla Preside dott.ssa Mariella Di Sanza, a conclusione di un corso di formazione della durata di due anni, su tematiche inerenti la didattica inclusiva per alunni con BES (Bisogni Educativi Speciali) e DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), tenuto da figure esperte del settore, organizza il 28 Novembre p.v., alle ore 16,00, presso l’aula magna dell’ Itcg Enrico Fermi di Isernia, un incontro formativo rivolto a docenti e genitori che vivono la difficoltà di gestire l’apprendimento di bambini e ragazzi con bisogni educativi sempre più complessi. Tale iniziativa dal titolo “Mamma, papà... aiutatemi a fare da me”, nasce dalla necessità di un intervento che si sostanzi di strategie metodologiche mirate, portando l’istituto Comprensivo” S.G.Bosco” a stringere un patto tra scuola e famiglia. A portare il proprio contributo saranno la dott.ssa Sabrina Di Tullio, esperta psicopedagogista ricercatrice e coordinatore della scuola “La Città del Sole”, Centro
Ruba carta di credito, ma viene fermata Azione rapida dei Carabinieri di Isernia dopo la denuncia di un’impiegata della Camera di commercio
Polivalente di Vasto e sua figlia Melania Falasca, giovane autrice del libro che racconta la sua esperienza dal significativo titolo “Io, Melania...bambina dislessica”. La neuropsichiatria infantile, dott.ssa Giuliana Spina parlerà di “Disturbi Specifici di apprendimento e legami affettivi”. La dott.ssa Angela Di Burra, psicologa dell’età evolutiva e docente presenterà il “Laboratorio di Potenziamento AppRendere”, esempio di come l’Istituto Comprensivo “S. Giovanni Bosco”, accogliendo le emergenti esigenze formative, si sia aperto con efficacia funzionale al territorio, stipulando un Protocollo d’Intesa con l’associazione di volontariato “IL NIDO”, promotrice dell’iniziativa per fornire alle famiglie della Provincia di Isernia, un servizio di doposcuola specializzato con personale qualificato. Il laboratorio di potenziamento è aperto a tutti i bambini di Isernia e Provincia, a partire dalla classe terza Primaria fino alla classe terza della Scuola Secondaria di Primo grado. Genitori, dirigenti, insegnanti e studenti di Isernia sono invitati a un significativo momento di incontro per scambiare riflessioni sulla scuola nell’attuale fase di forti cambiamenti – punti di forza, problemi aperti, prospettive – e sul fondamentale ruolo dei genitori dentro la scuola. Si tratta di un importante momento di condivisione e di apertura alla rete territoriale utile a rinsaldare la collaborazione tra Scuola e Famiglie, con l’intento di offrire suggerimenti e piste operative, per iniziare un cammino comune nell’ottica di alleanza tra le componenti della comunità scolastica del nostro territorio : “Insieme si può”!
ISERNIA. Una donna ben curata si trovava nella sede della Camera di Commercio di Isernia quando ha notato una borsa di una funzionaria incustodita e ha deciso di appropiarsene fuggendo da un’uscita secondaria. Di li a breve ha deciso poi di fare shopping nel centro cittadino proprio con le carte di credito che si trovavano nella borsa
della vittima che però subito dopo aver scoperto di essere stata derubata ha denunciato il furto ai carabinieri. Così quando la ladra ha tentato di pagare con la carta è partita la segnalazione ai militari che hanno raggiunto la 50 enne all’interno dell’attività commerciale. La donna ora dovrà rispondere all’accusa di furto aggravato.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Termoli
27 novembre 2014
“Immotivata la protesta al Maiorana” La dirigenza scolastica, però, respinge le motivazioni alla base della protesta degli studenti TERMOLI. Ieri mattina, dopo varie giornate di protesta all’Alberghiero, sono scesi in campo anche gli studenti dell’Istituto tecnico industriale “E. Majorana” di Termoli che hanno deciso massicciamente di attuare la forma di protesta che più ritengono giusta e che ha risposto a tanto rumore, fracasso, colpi di petardi e fumogeni. A dire il vero sembrava più un clima da stadio che da scuola superiore al punto che per alcune famiglie è stato un risveglio “scoppiettante” che li ha fatti preoccupare non poco. I motivi della protesta sono sempre gli stessi: “Siamo qui a protestare primo perché ancora non vengono accesi i riscaldamenti poi c’è da dire che la scuola perde acqua ovunque,
i bagni delle donne non sono in condizioni, le uscite di emergenza sono chiuse con le catene e così via. La nostra è una forma di protesta forte che potrebbe anche continuare per molto. Stamattina ci dicono hanno accesso i termosifoni … guarda caso in concomitanza con la nostra protesta. Noi ci appelliamo a tutte le altre scuole di Termoli affinchè si uniscano a noi in questa protesta per far valere i nostri diritti”. Ascoltati gli uni, ci siamo rivolti “agli altri” e quindi spazio alle parole dei referenti degli uffici di presidenza e così, con il professor Lino Bianconi, abbiamo ricevuto le risposte a tutte le proteste degli studenti. “Loro si lamentano del mancato calore all’interno della scuola? L’im-
pianto termico è acceso. Si lamentano del fatto che ci siano dei piccoli
distacchi d’intonaco, ma più che d’intonaco si tratta di vernice. Tengo a ribadire che come scuola sul terri-
torio, la nostra è la migliore, figuriamoci nelle altre realtà cosa dovrebbe succedere. Quindi riteniamo che questa forma di protesta sia del tutto immotivata e ingiustificata e stiamo pensando di prendere un serio provvedimento disciplinare”. Sempre il fronte dei ragazzi evidenziava che le porte di emergenza erano “chiuse addirittura con catene”. “Le porte di emergenza – ci dicono dalla Presidenza – sono aperte e lo si può constatare. Soltanto cinque minuti al giorno vengono chiuse, e ritengo che
sia anche corretto fare questa operazione, perché i nostri studenti hanno preso l’insano vizio di uscire dall’interno dell’istituto e portarsi nelle aree esterne a fumare e fare cose che non sono lecite da un punto di vista legale; di conseguenza, abbiamo ritenuto in quel periodo dell’intervallo di chiudere alcune porte di emergenza non tutte quelle dell’istituto”. I ragazzi, dopo aver manifestato davanti alla propria scuola in corteo, seguiti dalle forze dell’ordine Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani, si sono diretti prima davanti al Liceo Scientifico Alfano e dalle gradinate del vicino al Multipiano, hanno gridato slogan e sparato altri mortaretti e petardi.
L’intervento
Pagamento tasse con baratto lavori socialmente utili di Paolo Marinucci* Il Consiglio Comunale dell’11 novembre scorso ha bocciato la mia mozione con la quale proponevo, in sintesi, di barattare il pagamento delle tasse con lavori socialmente utili per i cittadini in difficoltà economica. Contraria tutta la maggioranza (un solo consigliere si è astenuto), ma mi ha colpito in particolar modo l’intervento del capogruppo consiliare del Pd Antonio Sciandra che riteneva la mozione non approvabile in quanto, a suo dire,
manca una legislazione ad hoc attraverso la quale inquadrare la proposta. Ne sono rimasto stupito perché ho sempre pensato, evidentemente al contrario del consigliere Pd, che il compito della politica fosse anche quello di osare strade nuove per il benessere dei cittadini. E’ evidente che l’amministrazione Sbrocca non la pensa come me e preferisce rimanere nell’alveo di percorsi già conosciuti e alle volte obsoleti. Per fortuna, però, non sono
l’unico a pensarla così: alcuni giorni fa, infatti, ho ricevuto un’ email da una cittadina attiva politicamente (operante nel campo delle politiche del lavoro) di un paese dell’hinterland milanese (di quasi 50 mila abitanti) nel quale si andrà al voto al prossimo anno nella quale mi si chiedevano informazioni su questa proposta in vista del programma elettorale che, come centro sinistra, andranno a stilare. A malincuore dovrò risponderle che l’ammini-
strazione di centro sinistra che governa questa città, proprio quello stesso centro sinistra di cui è rappresentante la signora, non ha ritenuto interessante la proposta e quindi ha pensato bene di bocciarla. Potevamo avviare una buona prassi da cui tanti altri comuni avrebbero potuto prendere esempio, ma il centro sinistra cittadino ha ritenuto che fosse meglio non sbilanciarsi troppo e non lambiccarsi il cervello per studiare in che modo e attraverso quali cri-
teri rendere operativa la proposta. Abbiamo perso un’occasione: quella di fare da apri pista su un’esperienza nuova, ma concreta e praticabile. O quanto meno prendere spunto dalla proposta per avviare un dialogo costruttivo su questo argomento molto importante. Quante altre ne perderemo grazie alla “lungimiranza” di questa amministrazione comunale? *Consigliere di minoranza Comune di Termoli
Larino, una città in pieno declino di Claudio de Luca Dopo le tante “tegole” (o si dovrebbe chiamarle “mura di fabbricati”, visto che trattasi di un ospedale retrocesso a Poliambulatorio periferico, di un’Agenzia delle entrate e di un Distaccamento di Polizia stradale resettati), un’altra ancora potrebbe finire sulle teste dei Larinesi; e questa volta sarebbe veramente troppo per una Comunità che, in definitiva, vive di Uffici, e non di altro. Il riferimento va alla paventata soppressione del Tribunale di cui, per la verità, si parla da lustri ma che, stavolta, parrebbe essere diventata una vicenda che perviene al suo epilogo. Se questo scenario dovesse avverarsi, nel giro di pochi anni il centro frentano scenderebbe ben al di sotto dei 5mila abitanti, dal momento che – oltre alla chiusura degli Uffici giudiziari – sarebbero a rischio anche la Compagnia dei Carabinieri (ma-
gari declassata a Stazione), la Tenenza della Guardia di Finanza (che potrebbe ridiventare una semplice Brigata volante) per tacere di alcune altre Sedi provinciali di enti pubblici statali solo per il momento ancora operativi “in loco”. Insomma per il Larinese, già provato da una crisi economica senza precedenti, sarebbe una catastrofe totale, e per gli abitanti che ne residuassero il crollo di una vita di risparmi, magari fruttati solo per offrire una casa ai propri figli. Nonostante tutto, non si rimane molto lontani dalla verità quando si voglia sospettare che sfiducia e pessimismo (posti nel quadro più complessivo di una profonda sensazione di inadeguatezza, in noi stessi e nella classe dirigente originatasi negli anni) siano ritornati ad essere prevalenti nella Città di San Pardo. Anzi, si potrebbe sostenere che
forse, sottosotto, la Città non abbia mai finito di uscire da questo binario sentimentale se non per brevissimi periodi. Diciamolo pure: la tendenza dei Larinesi è quella di rifugiarsi nel privato, alla ricerca di affetti sicuri; quella di rimanere chiusi nel guscio di una malintesa intimità, a privilegio di amici e di parenti. E, pur coscienti che un comportamento simile non potrà mai giovare al sociale, amano celarsi in un bozzolo per apprestarvi il nido e per riscoprire, tra le quattro mura domestiche, tranquillità e sicurezza. Di qui il gioco solitario di praticare uno scoramento che, fondamentalmente, può avere due possibili èsiti: il primo, quello di una rinnovata passività, innescata dalla convinzione che nulla sia possibile fare per trarsi d’impaccio; il secondo, quello di una forma più inquietante
di autolesionismo che nasce da una medesima convinzione. Però quest’ultima, anziché incanalarsi in una deprimente cupezza, si ribella a se stessa ed ha bisogno di sfogarsi rabbiosamente, di invocare roghi e processi od anche punizioni umane o divine nonché pubblici sputtanamenti di presunti “nemici di penna”, posti sotto mirino nei “social”, oppure immaginifici contrappassi. Così, senza contropartita (come accade per il puro gusto che prova il corpo imbolsito di un adulto sovrappeso nel tornare ad accasciarsi sulla poltrona dopo di avere espettorato tutto il veleno che lo opprimeva), ci ritroviamo ad affermare:”Questo, e nient’altro, ci meritavamo”. Si tratta di una maniera sperimentata di perdere tempo e di piegare, a puri giochi di potere, le situazioni di crisi, eludendo i problemi veri
ma provvedendo a far mancare la terra sotto i piedi di chi si ritiene imputabile delle responsabilità. Così l’autodafé placa per un momento gli animi e giustizia “sembra” fatta, ma solo virtualmente. Difatti, dopo di un po’, questi Signori si guardano intorno e scoprono che tutto è ritornato com’era prima della loro ciclotèmica buriana cerebrale. Sicché il cammino mentale intrapreso non costituirà la registrazione di conquiste progressive quanto piuttosto la proclamazione di fallimenti successivi ed ininterrotti. Esattamente come potrebbe accadere per la faccenda del Tribunale a cui nessuno, almeno per il momento, è riuscito ad opporre un rimedio, a parte i vaniloqui di certi politici estranei al contesto e le deviazioni cervellotiche portate avanti da questa gente proprio a danno degli Uffici frentani.
La bonifica da gas radon Ad essere interessata per primo sarà la scuola dell’infanzia San Francesco d’Assisi TERMOLI. Sarà la scuola dell’infanzia San Francesco di Assisi il quarto plesso di Termoli dove si farà l’opera di bonifica dal gas radon. Un impegno di spesa di appena 10.919 euro, Iva e oneri per la sicurezza compresi, per mettere fine a una diatriba, una querelle che perdura dalla fine dell’estate 2012. Parliamo
della battaglia dei genitori e dell’associazione ‘La giusta scuola’, presieduta da maria Assunta Mariani, per la presenza del gas radon nel plesso della scuola d’infanzia di via Tremiti a Termoli. Il monitoraggio avviato nell’autunno 2012 ha evidenziato una esposizione oltre la soglia e dopo quindici mesi di at-
tesa, finalmente, risultati Arpam alla mano, vedrà l’azione di bonifica con l’affidamento dell’incarico alla ditta Protezione Radon del pavese. Provvedimento assunto dal dirigente ai Lavori pubblici Matteo Caruso e su cui c’era stato l’interessamento anche della Prefettura.
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Termoli
Tutto quello che gli altri non dicono
27 novembre 2014
senza alcun finanziamento pubblico
Borse lavoro, partono le denunce L’assegnazione fatta dal Comune di Termoli ha scatenato non poche reazioni TERMOLI. L’approvazione della graduatoria per l’assegnazione delle Borse lavoro del comune di Termoli non esaurirà la reazione polemica nella ‘piazzata’ avuta in quinta commissione la scorsa settimana. Venti posti per quasi 140 richiedenti infatti è una proporzione che lascia fuori troppa gente per pensare che tutto possa essere ac-
cettato de plano, specie in un momento in cui lo spiraglio di un contributo economico di 500 euro per sei mesi rappresenta ossigeno puro per le asfittiche economie di famiglie sull’orlo dell’indigenza. Per questa ragione c’è chi ha inteso cautelarsi, presentando un esposto-denuncia alla Guardia di Finanza, recandosi negli uffici
della compagnia di via Fratelli Brigida a Termoli e mettendo nero su bianco i dubbi circa la corretta valutazione delle posizioni espressi secondo i parametri indicato nel bando. Insomma, una coda velenosa riguardo un provvedimento dell’assessorato alle Politiche sociali condiviso dalla giunta Sbrocca che voleva alleviare di-
sagi e non crearli. Toccherà alle Fiamme gialle verificare quanto sia accaduto. Al lavoro su questo versante, però, ci sarà anche il neo dirigente Marcello Vecchiarelli, che il 5 dicembre prenderà servizio ufficialmente in municipio, dopo il nulla osta da acquisire alla Provincia di Campobasso. In questi giorni si sta tenendo in-
formato sulle evoluzioni e ha già fatto sapere che laddove venisse ravvisato qualche errore procedurale nella compilazione delle graduatorie (due per ciascuna fascia di età) potrebbe addirittura proporre una revoca delle stesse in autotutela, oppure accelerare l’iter per far partire il bando sulle Borse lavoro finanziate dalla regione Molise.
Zuccherificio, aumentare la produzione Bisognerebbe procedere con una campagna tarata a 1500 ettari per puntare al pareggio l’idea è questa. I bieticoltori, intanto, vogliono avere garanzie e riusciremo a dargliele nella misura in cui chiuderemo i contratti; è necessario evidenziare, quindi, che dobbiamo prima chiudere con Sudzucker e poi arriveranno le garanzie per tutti”. Ma è in riferimento alla situazione attuale che cambiano le prospettive, questo perchè Facciolla è fin troppo chiaro: “Io dico che noi abbiamo trovato una condizione di grandissimo disagio dello Zuccherificio, stiamo cercando di rianimare un morto e l’attenzione con la quale stiamo affrontando questo tema è coinciso purtroppo con un calo drastico del prezzo dello zucchero. A 700 euro a tonnellata come due anni fa avremmo fatto utili alla grande adesso dobbiamo cercare di fare di necessità virtù e fare pareggio. Oggi parliamo di una Srl che non può avere perdite, altrimenti significa portare i libri in tribunale: noi stiamo cercando di non fargli fare perdite. La Regione dovrà fare quello che gli compete non fa attività di impresa quindi qualora la Sudzucker dovesse chiudere con un accordo a ribasso dobbiamo vedere quali interventi regionali possono essere compatibili con il bilancio di un’azienda che è pressoché privata”.
TERMOLI. Sono le dichiarazioni che non t’aspetti, quelle espresse dall’assessore Vittorino Facciolla che incontrato nei giorni scorsi ha condiviso con noi la sua in tema “Zuccherificio”. “Sta succedendo – ha affermato – che la procedura giudiziaria va avanti, a marzo c’è una nuova asta e l’importo resta sempre a 20 milioni di euro. Tuttora siamo in attesa di verificare quello che accadrà. Nel mentre, si sta preparando la campagna prossima con il prezzo dello zucchero calato in maniera vertiginosa al punto che siamo passati dai 700 euro a tonnellata di due anni fa a circa 400 di quest’anno. La Sudzucker, chiaramente, vuole rivedere i contratti in ribasso e noi siamo nella condizione di verificare la compatibilità tra l’offerta di Sudzucker e l’interesse nostro a produrre zucchero. Stiamo facendo questo per far quadrare i bilanci. La produzione dello zucchero a 400 euro a tonnellata è una produzione in perdita, con una campagna tarata a 1500 ettari potremmo stare tranquillamente in pareggio:
L’intervento
Termoli .....e la paura della luce rubrica inbox “Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.”E’ come un lampo di luce questa intuizione di Platone. Ed è proprio sulla luce che si gioca il contrasto che egli ci propone. Da un lato la tenebra, grembo oscuro che giustamente il bambino teme e che invece per molti adulti diventa il paesaggio in cui ci si rifugia. C’è, infatti, anche esteriormente, un mondo della
notte che si anima appena è calato il sole sulle nostre città. Lo rappresentava già il libro di Giobbe quasi in presa diretta:...”Quando non c’è luce si alza l’omicida per assassinare il misero e il povero; nella notte s’aggira il ladro.......Nessun occhio mi vedrà! E si cala sul viso la sciarpa. Nelle tenebre si forzano le case......”Ladri, ruffiani, criminali.....vari sono il popolo della notte che teme la luce. Ma c’è un’altra paura della luce che non è né
sociologica né psicologica: Ed è il sottrarsi allo sfolgorare della verità perchè essa costringerebbe a mutare mentalità e vita.Si preferisce chiudere gli occhi, un pò come confessava Kafka nei confronti di Cristo: “Lui è un abisso di luce. Bisogna chiudere gli occhi per non precipitarvi. ”Ecco anche il Centro Storico, così ben servito da tante telecamere...così dicono, iniziando da strada San Pietro apre la visita
Notturna dei Presepi famigliari. Signori politici, signori delle forze dell’ordine, il Centro Storico tanto blasonato nel periodo estivo, purtroppo esiste anche nel periodo invernale e quei pochi ultimi indiani da riserva mhoichans che ci vivono non sono e non saranno mai i figuranti di un vostro ideale museo. cappellaroccodettotommaso
Fiat, vacanze più lunghe Scatta il solito ciclo di mini cassa integrazione. Si ragiona su lavorazioni scaglionate TERMOLI. Ferie più lunghe a fine anno per i dipendenti dello stabilimento Fiat di Termoli, complice il solito ciclo di mini cassa integrazione. La direzione dell’impianto di Rivolta del Re ha incontrato ieri pomeriggio la Rsa per comunicare il piano di lavoro in fabbrica a cavallo delle festività natalizie. Si ragionerà su lavorazioni scaglionate. Il 23 dicembre si fermeranno solo gli addetti dei reparti motoristici dell’8 e del 16 valvole. Dal giorno succes-
sivo, vigilia di Natale, tutto il Plant. Archiviata la natività e Santo Stefano, con il ponte allungato dal fine settimana, stop ai tornelli anche per il 29-30 e 31 dicembre. Non si lavorerà a Capodanno e dal 2 al 5 gennaio, con chiusura collettiva attingendo al cosiddetto Par e alle ferie residue. “Quindi a fine anno ci sarà una fermata più lunga – il commento del segretario regionale della Fim-Cisl Molise Riccardo Mascolo – avvalendosi anche di ferie e permessi individuali”
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Opinioni
27 novembre 2014
La cooperativa olearia larinese e il suo ruolo di esempio per l’olivicoltura molisana . Nel tempo è riuscita ad essere quel frantoio moderno dove regna l’ordine e la pulizia, punto di riferimento di pullman pieni di turisti, che hanno così modo di capire il processo di trasformazione delle olive in olio, degustarlo e apprendere il valore e il significato di una coltivazione che, da sola, è tornata a far rivivere a Larino il suo ruolo di capitale, due millenni fa del popolo frentano, e da vent’anni dell’Associazione nazionale delle città dell’olio. Sta qui, in questo ruolo moderno di una Larino capitale e nella distesa olivicoltura, la centralità della cooperativa olearia larinese, che ha guidato e stimolato il processo di ammodernamento dell’olivicoltura molisana. Essa ha dato molto e più di altri alla fama che vive oggi una delle 18 varietà autoctone del Molise, la più diffusa e, come tale, la più importante, la Gentile di Larino, fra le più quotate a livello nazionale per le sue caratteristiche organolettiche e la indiscussa qualità. Una Larino capitale dell’olio anche per quell’altro suo primato, questa volta mondiale, proprio nel campo della biodiversità olivicola, con ben tre varietà che portano il suo nome, la Gentile, la Salegna o Saligna e la Oliva San Pardo, tutt’e tre legate al nome della città e, quindi, patrimonio esclusivo di un territorio che, grazie a questi tre olivi, ha modellato il suo paesaggio, scritto tanta parte della sua storia, della sua cultura e delle sue tradizioni, in primo luogo le feste e le fiere e poi la gastronomia. Oggi, alla luce di una raccolta che ha dimezzato il ruolo della cooperativa e degli altri 4 frantoi privati che operano a Larino, c’è tutto per dire che la situazione è molto delicata che pesa sulle strutture di trasformazione come sull’insieme dell’olivicoltura larinese e molisana. Ne parliamo con il responsabile della cooperativa, Alessandro Patuto, che è stato quello che ha rilanciato la cooperativa dopo un periodo di
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
hanno messo in ginocchio l’agricoltura spingendo molti produttori ad abbandonare la terra o parti delle colture. La mancanza dei piani, nel nostro caso di quello olivicolo, che serve a creare solo confusione e nuove incertezze. Politiche che hanno reso ancor più forti quelli dell’industria olearia (in mano quasi tutta alla Spagna) e del commercio, e, ancora più deboli gli olivicoltori. Una filiera ancor più squilibrata di sempre. Poi ci sono L’annata le colpe di una negativa categoria che vive di divi- rischia di mettere sioni e molto in ginocchio del passato. produzione Cosa fare?
e produttori
Ridare forza e slancio all’agricoltura se si vuole dare davvero ai giovani una ragione per tornare alla terra. Con i giovani è possibile superare gli errori, in particolare le divisioni e il senso dell’emarginazione. L’olivicoltura, per me, è il comparto giusto per provare a rinnovare e i tempi sono stretti. Spero che la mazzata di questa raccolta sia d’insegnamento al mondo dell’olivo e dell’olio che, oggi e ancor più domani, ha dalla sua parte un consumatore che vuole la qualità di un prodotto fondamentale per la sua salute.
Olivicoltura, rilanciare un settore in debito grandi difficoltà che rischiavano di farla chiudere. Che ne pensi di questa raccolta appena terminata? “C’è da dire – comincia un Patuto preoccupato– che è un anno tremendo ovunque nel Paese quello che ha registrato un abbattimento di oltre il 50% dei quantitativi raccolti, molto di più di quello che raccontano le statistiche. Stanno dando i numeri e parlano di un 30/35% di produzione – ci tiene a sottolinearlo - ma non è così. I danni sono enormi ed a questo c’è da aggiungere il calo della qualità che ci portano a parlare di olio buono ma non eccellente
qual è stata la media raggiunta negli ultimi anni. La colpa è tutto dell’andamento climatico? L’andamento climatico – riprende Patuto con un tono ancora più basso – è certamente il maggior responsabile della perdita della quantità. Anche la mosca ha inciso sulla minor quantità, ma il suo attacco tremendo e continuo ha messo in dubbio la qualità, costringendo i produttori a fare ripetuti trattamenti contro l’insetto, quest’anno più cattivo che mai. Due elementi negativi che hanno portato in superficie i ritardi del mondo olivicolo e di quello istituzionale. Quali sono questi ritardi? Le politiche di questi anni, che
Sta qui – conclude Patuto, questa volta con un sorriso di soddisfazione - il grande ruolo dell’associazionismo e della cooperazione, la garanzia della qualità. In questi anni la cooperativa olearia larinese ha lavorato, e non senza sacrifici, al raggiungimento di questo obiettivo tanto da poter dire, con la piena soddisfazione mia e degli amministratori, dei soci e della nostra clientela, “olio poco ma buono”, anche in momento per niente facile come la campagna appena conclusa. pasqualedilena@gmail.com
A dicembre De Chirico La Fondazione Molise Cultura, diretta da Sandro Arco, dopo il successo dell’antologica dedicata lo scorso anno a Gino Marotta, presenta una grande mostra di Giorgio de Chirico, uno dei protagonisti internazionali e sicuramente l’autore più fecondo e poliedrico dell’arte del Novecento. L’esposizione è organizzata in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma ed è curata da Lorenzo Canova, professore di storia dell’arte contemporanea dell’Università del Molise e componente del board della Fondazione de Chirico. La mostra presenta settanta opere tra dipinti, disegni e grafiche, provenienti dalla collezione della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico ed è una delle mostre più complete mai realizzate in Italia sulla Neometafisica dell’artista, l’importante fase finale dell’opera di de Chirico che, a partire dalla prima fondamentale mostra di San Marino del 1995, ha ottenuto grandi riconoscimenti planetari, come, ad esempio, le importanti mostre recentemente organizzate da grandi musei di Parigi, San Paolo del Brasile, Francoforte, Atene, Tokio e New York. Questa mostra vuole essere dunque
un importante momento di riflessione sugli ultimi dieci anni di lavoro di de Chirico e sulla sua Neometafisica, un momento in cui il grande pittore ha riscoperto una felicissima vena creativa rielaborando e trasformando tutto l’immenso bagaglio iconografico del suo folgorante primo periodo metafisico e degli anni successivi creando però non delle semplici repliche, ma opere di una nuova felicità immaginativa, dove l’artista riscopre la gioia di una pittura libera da ogni condizionamento, in un’altissima stagione creativa finale di splendida qualità in cui il suo mondo viene smontato e rimontato in una visione di intensa lucentezza interiore che si riflette sulla superficie pittorica. Le opere neometafisiche sono infatti frutto di una visione ludica, ironica e lucidissima, in cui il pittore gioca con il proprio mondo di immagini e scoperte, scoprendo però nuovi confini all’insegna della densità filosofica e culturale che ha sempre segnato il suo percorso, passando da Nietzsche alla tragedia greca, da Eraclito alla mitologia con una splendida leggerezza compositiva che, nella sua dissimulata complessità, nasconde tuttavia un mondo an-
cora ricco di segreti da scoprire. Così, come ha scritto Maurizio Calvesi, massimo studioso vivente dell’artista, nel suo basilare saggio sulla Neometafisica di de Chirico, finalmente ripubblicato nel catalogo di questa mostra: “I suoi personaggi, i suoi manichini, i suoi oggetti, le sue architetture sono in realtà divenuti giocattoli e il senso del gioco – che pure era già segretamente latente in qualche angolo della prima Metafisica – trionfa ora come una chiave creativa del tutto nuova, vitalizzata da un’assoluta coscienza di libertà e di dominio sul proprio mondo poetico e persino psichico; da cui non è più sopraffatto, ma di cui diviene il disincantato regista; o se si vuole il burattinaio di una recita di sorprese; il prestidigitatore di segreti ben conosciuti.” Così, seguendo la sua idea di prospettiva ribaltata e di tempo circolare nel segno dell’Eterno Ritorno di Nietzsche, de Chirico riscopre i suoi manichini, i suoi archeologi, le sue piazze e i suoi assemblaggi incongrui in un nuovo vortice di idee in cui la pittura, nella sua voluta e intellettuale “bassa definizione” in cui il pensiero anticipa la dimensione
“concettuale” della pittura delle più giovani generazioni che hanno trovato in de Chirico un fondamentale punto di riferimento. De Chirico ha notoriamente legato buona parte della sua opera a un immaginario molto vicino al paesaggio e al contesto storico molisano, tra antichità e modernità, dall’archeologia, ad esempio, dei siti di Pietrabbondante, Venafro, Larino e di Altilia, che dialogano con gli archeologi, i gladiatori e le rovine dipinte dal maestro, fino alla modernità della EX GIL, capolavoro di quel razionalismo architettonico italiano che proprio in de Chirico trovò una fondamentale fonte di ispirazione, in quella “Metafisica costruita” che si diffuse nelle architetture dell’epoca e che riecheggia anche negli spazi solenni dell’edificio di Campobasso progettato da Domenico Filippone, nella cui palestra avrebbero potuto combattere e allenarsi ancora gli atleti e i gladiatori dell’artista.
Questa mostra rappresenta dunque un’occasione per approfondire e apprezzare e conoscere meglio l’opera di un Giorgio de Chirico capace di essere grandissimo fino all’estremo limite della sua vita. In occasione della mostra verrà stampato un catalogo edito da Regia Edizioni di Campobasso con saggi di Maurizio Calvesi, Lorenzo Canova, Flavia Monceri, Elena Pontiggia, Katherine Robinson, insieme a una collezione di testi scelti dell’artista, scritti dai primi anni parigini a quelli finali a Roma, dove, negli ultimi trent’anni di vita, visse e lavorò, in quello studio-appartamento di Piazza di Spagna, oggi diventato Casa-museo. La mostra sarà arricchita da un convegno internazionale sull’opera del massimo artista del ventesimo secolo, laboratori didattici per bambini e ragazzi e da visite guidate che accompagneranno il pubblico alla scoperta del grande artista e delle sue opere.
Ac e la n to r d i i c os a n n qu tr u i d eg zi al li a on la n n e st Pr i i cr o r ma u c i ic a gu a li e p e r in o li r a m Mo ti c o nd li s e a ial e
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