Ciocca terremota le imprese molisane

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 160 - sabaTo 11 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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SERVIZIO ALL’INTERNO L’Oscar del giorno al sindacato Sap

L' Oscar del giorno lo assegniamo alla Segreteria Provinciale di Campobasso del Sindacato Autonomo di Polizia (S.A.P.), che, con la nomina a sub-commissario di Ubaldo COLARUSSO da parte dei vertici nazionali, vuole rilanciare fortemente la propria azione sul territorio di competenza. In quest'ottica Lunedì 13 il Segretario Nazionale dr. Gianni Tonelli sarà a Campobasso per incontrare tutta la categoria. Un Oscar per sostenere il rilancio della sigla sindacale.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore regionale ai Trasporti non sembra imbroccarne una buona. Sulla questione Gtm, si è visto bacchettare anche dai giudici amministrativi del Tar. Ma continua a non pagare. Sulle ferrovie, non ne parliamo. Se la Regione non paga nei termini può richiedere a Trenitalia l'acquisto di treni nuovi? Sembra proprio un non senso. Non si può amministrare pensando sempre che chi c'è stato in passato ha sbagliato.

Ciocca ‘terremota’ le imprese molisane


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 11 luglio 2015

Giuseppe Notartomaso: un sindaco sulla barricata in difesa dell’acqua pubblica Il sindaco ha contraddetto i rappresentanti del ministero dell’Ambiente (Marina Colaizzi) e dell’Associazione nazionale degli Enti d’Ambito (Alessandro Mazzei), ed ha ispirato l’assessore Nagni ad addomesticare la discussione in direzione di ulteriori confronti chiarificatori La questione è di grande, grandissima, incidenza sociale ed economica, e fa specie che si sia ridotta a faccenda per solo addetti ai lavori che, tra l’altro, si trovano d’accordo a commercializzare l’acqua, a renderla un bene su cui speculare, su cui sia possibile trarre profitto, rendendo l’accesso all’approvvigionamento sempre più ostico alla povera gente. Con la costituzione dell’Ente regionale di governo d’Ambito si sta andando verso la privatizzazione del Servizio idrico integrato (distribuzione dell’acqua, rete fognante e depurazione delle acque luride) e l’opinione pubblica è del tutto assente, indifferente. I cittadini molisani se ne accorgeranno quando saranno tenuti a pagare la fatturazione che gli verrà addebitata e, nel caso non fossero nella condizione di pagare, vedersi i rubinetti sigillati. La china è scivolosissima e una volta arrivati in fondo, non ci sarà modo di risalirla. Dell’acqua bene “pubblico inalienabile”, nonché cultore della teoria che nessuno può farne un strumento commerciale, è il sindaco di Campodipietra, Notartomaso, che anche nel corso dell’incontro tenuto ieri l’altro nella sede

della giunta regionale con la partecipazione dei rappresentanti del ministero dell’Ambiente (Marina Colaizzi) e dell’Associazione nazionale degli Enti d’Ambito (Alessandro Mazzei), ha argomentato, dati alla mano, sulla dannosità del sistema della tariffazione unica dell’acqua che si vuole introdurre minacciando, caso contrario, presunte (quanto inesistenti) sanzioni europee. La verità è che attraverso Enti regionali di governo d’Ambito, direttive e decreti legislativi, Ambiti

italiano e le Regioni (specie di sinistra) stanno adottando toni minatori e strumenti coercitivi (il commissariamento) nei confronti degli amministratori locali riottosi all’idea di accedere ad una società regionale in house che mai sarebbero, tra l’altro in grado di gestire e, pertanto, destinata ad essere il Cavallo di Troia per favorire l’ingresso del privato nella gestione dell’acqua. Il sindaco di Campodipietra che ha contraddetto i rappresentanti del ministero dell’Ambiente (Marina Colaizzi) e dell’Associazione nazionale degli Enti d’Ambito (Alessandro Mazzei), ed ha ispirato l’assessore Nagni ad addomesticare la discussione in direzione di ulteriori confronti chiarificatori dei provvedimenti in essere e dei provvedimenti che seguiranno, nel corso della settimana prossima ha in animo di indire una grande assemblea popolare aperta non solo agli abitanti del paese, bensì a tutti coloro che, avendo coscienza del rischio della privatizzazione, vorranno opporsi con l’uso di tutti gli strumenti democratici disponibili. Dardo

Le bugie politiche hanno distrutto lo Zuccherificio

l’intervento Da parte della politica e della srl, dopo mesi di proclami folclore e bugie eccoci al dunque. Guardiamo la TV notiamo che si parla sempre di Zuccherificio e Gam (Romolo e Remo)con lo stesso destino. Per anni la politica essendo noi aziende partecipate ha usato il sistema per attingere voti non ultime le elezioni del 2013. Da allora in poi hanno sancito il declino del sistema Agroalimentare Molisano, mentre proclamavano in campagna elettorale che era l’era del Molise di TUTTI preparavano la frittata quasi a TUTTI.

territoriali ed Ambiti ottimali, società in house, si sta preparando il terreno per la privatizzazione dell’acqua. Ancora e sempre in favore dei grandi gruppi economici, dei cartelli internazionali che di fatto governano e si assicurano le risorse planetarie. L’acqua diventerà pertanto non più un bene accessibile a tutti, ma un costo. E chi quel costo non sarà in grado di sostenerlo ne pagherà le conseguenze. Contro questa deriva un sindaco ostinato e coraggioso, oltre che dotato di cono-

scenza e di convinzione, il sindaco di Campodipetra, Giuseppe Notartomaso, è sulla barricata con coloro (sempre di meno, purtroppo: Chiesa, associazioni cattoliche, forze sociali, associazioni dei consumatori) che si battono per evitare la privatizzazione della risorsa idrica. Con la scusa che l’acqua è un bene prezioso, e molti ne fanno un uso smodato e improprio, e le reti di distribuzione sono un colabrodo, si ritiene giusto che la si faccia pagare. Per costoro non è invece il caso che s’intervenga con politiche di contenimento degli sprechi e di manutenzione delle reti idriche con le dovute accortezze. La dicotomia si divarica e purtroppo a prevalere sembrano le posizioni di coloro che hanno cancellato la solidarietà, l’universalità, la intangibilità delle risorse naturali per fini speculativi. Addirittura, per raggiungere il loro scopo, il Governo

Per lo Zuccherificio è la prima volta che si ferma la filiera dopo 44 anni è semplicemente vergognoso. Invece di ricercare implementazioni alla produzione dello zucchero per continuare a produrre, qualche super mente ha preferito fermare tutto solo con la vaga speranza di conservare le quote zucchero. Il vero valore della nostra azienda sono i bieticoltori e i lavoratori che negli anni hanno perso soldi, rispetto e speranze per il futuro. Si da valore alle persone solo quando si deve andare a votare. Dopo mesi di chiacchiere di utopie e di bugie, oggi siamo arrivati ad un traguardo con un risultato pari a

Il Governo ha imposto l’approvazione del DDL sulla scuola con norme di dubbia costituzionalità, sulle quali occorrerebbe riflettere prima della promulgazione della legge, incurante della forte protesta che si è levata in tutto il Paese. Non si sono affrontati i problemi veri della scuola e non si è voluto aprire nessun tipo di confronto con i docenti, gli ATA, i d.s., gli studenti, le famiglie, i sindacati e le associazioni che hanno presentato, con tantissime

sotto zero ,conto pagato dai lavoratori. Dove sono finite le grandi promesse fatte il 14 Maggio 2015 al Ministero dell’Agricoltura davanti a 6 illustri

funzionari??? Dove stanno le mastodontiche promesse fatte in assemblea allo Zuccherificio il 27 maggio 2015 davanti a 100 padri di famiglia???? Ops forse non si è avuto

Scuola, grazie a Renzi meno posti in organico mobilitazioni, importanti e dettagliate proposte. Con questa legge si riduce drasticamente il ruolo inclusivo della scuola pubblica, si favorisce la scuola privata, si attribuiscono poteri impropri ai dirigenti scolastici, si dà un colpo mortale all’autonomia scolastica. Una legge che prefigura una scuola autoritaria asservita ad un capo e che mette al bando la col-

legialità, la condivisione e l’inclusione sociale. Si è detto che con questa legge ci saranno tante immissioni in ruolo. I dati forniti dal MIUR, nella tabella sottostante, documentano che, a legislazione vigente, ad esempio in Molise vi potrebbero già essere 247 nomine in ruolo di docenti. Se, invece, si facessero le nomine sui posti disponibili in organico di fatto, si supe-

tempo per leggere la sentenza del Giudice datata 21 Maggio???? I proclami e le garanzie di micro campagna fatta con persone e fabbrica l’abbiamo sentita attraverso le tv fino alla settimana scorsa nonostante la sentenza di un tribunale. Ora regna il silenzio, purtroppo ci sono delle grosse responsabilità in capo alla srl e alla Politica che ha fallito nel suo insieme. Noi non ci fermeremo a breve torneremo davanti al Ministero per chiedere il rispetto degli accordi, ricordiamo che siamo padri di famiglia e non politici senza scrupoli. RSU Flai Cgil-Fai Cisl e Uila Uil.

rerebbero le 600 immissioni in ruolo. La ventilata costituzione di albi territoriali e di altri meccanismi farraginosi ed ingestibili, previsti dal DDL approvato, determinerà solo confusione e contenzioso. La nostra azione proseguirà, anche nella realtà molisana, per dare alla scuola pubblica il ruolo che merita contro l’autoritarismo imperante e l’approssimazione. FLC CGIL Molise


TAaglio lto

3 11 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il consigliere Ciocca aveva “personalmente verificato” che, in qualche giorno, sarebbero arrivati i soldi per la ricostruzione...

Oltre il danno, la beffa... Ogni promessa è debito e così siamo ben lieti di tornare sulla questione dei pagamenti alle imprese edili molisane che hanno svolto i lavori della ricostruzione post sisma. Il 27 giugno scorso, sulle pagine de La Gazzetta, abbiamo dato conto del botta e risposta tra l’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise), per bocca del suo presidente Corrado Di Niro, ed il consigliere regionale Salvatore Ciocca, delegato alla materia. Da una parte i fatti: le aziende edili molisane attendono da anni il sacrosanto pagamento di quanto dovuto. Non vedersi riconosciuto quanto legittimamente guadagnato è una delle condizioni più frustranti che possa coinvolgere l’essere umano. La rabbia fa battere le tempie, mantenere l’autocontrollo diventa più difficile ogni giorno che passa, cambia la percezione di ogni cosa. Dall’altra parte le chiacchiere: evidentemente non pago di essere, oggettivamente, sulla sponda sbagliata della questione, il consigliere

regionale Salvatore Ciocca si è preso il lusso di rispondere ad una nota del presidente dell’ACEM Di Niro, in cui si annunciava l’intenzione di ricorrere a forme eclatanti di protesta in mancanza di celeri e

lettera aperta Spett.le Redazione, Quella del trasporto pubblico integrato, che dovrebbe collegare i paesi dell’hinterland con la città capoluogo, è una buona iniziativa per la mobilità d’area. Per evidenti ragioni di convenienza dell’utenza, verrà effettuata con autobus urbani che partono dai centri limitrofi per raggiungere Campobasso. Questa è la metropolitana leggera che serve e va effettuata su gomma. Un tipo di trasporto, quest’ultimo, su cui si è investito negli ultimi decenni e rivelatosi più confacente all’orografia del territorio molisano rispetto al trasporto ferroviario, sempre meno competitivo in termini di tempi di percorrenza e per il disagio dovuto al trasbordo alle stazioni. Alla iniziativa (di cui sopra) hanno preso parte, tra gli altri, anche comuni come Matrice, Montagano e Ripalimosani, che hanno delle stazioni ferroviarie nel loro territorio, da tempo dismesse. Questi

l’intervento Egregio Direttore, il 18 giugno scorso, nell’aula dell’universita’ i tecnici della Banca d’Italia hanno esposto la relazione riguardante la situazione del Molise. E’ stata una elencazione negativa sullo stato del 2014, dove uno zero virgola in piu’ o uno zero virgola in meno hanno messo purtroppo, in buona vista degli intervenuti, in verita’ pochi - ad eccezione di militari e bonta’ sua del Governatore- lo stato pietoso della nostra

concrete risposte, con stizzita boria ed ingiustificabile alterigia. Il tutto annaffiato con abbondanti dosi di indigeribile sarcasmo; che vogliamo di seguito riportare a beneficio di tutti e del consigliere in primis:

“Anche questa mattina il presidente dell’ACEM, affetto dal virus della visibilità a tutti i costi, annuncia e minaccia azioni eclatanti…; alla Regione Molise saranno accreditati, nel volgere di qualche giorno, come ho avuto modo di verificare personalmente, le seguenti cifre…(e giù una sfilza di riferimenti); al presidente dell’Acem sarebbe bastata una telefonata per conoscere l’iter dei trasferimenti…ma sembra preferire la polemica a tutti i costi e la visibilità sui mass media. Si starà preparando alla prossima edizione dell’Isola dei Famosi?”. Ora, fatalmente, il volgere di qualche giorno è passato da un pezzo e dei soldi di cui Ciocca aveva personalmente verificato l’imminente arrivo non s’è sentito neanche, da lontano, il profumo. A questo punto sarà micachiedere troppo, per il prossimo futuro, e soprattutto se i fatti ci smentiscono, che ci si possa aspettare quantomeno quella sobrietà di toni degna di un rappresentante

delle istituzioni? Possiamo ancora permetterci il lusso, noi imprese, noi precari, noi disoccupati, noi tutti che di qualcosa siamo creditori nei confronti di chi governa e amministra, di annunciare sacrosante azioni di protesta senza, per questo, essere anche presi per il…naso? Sarebbe davvero cosa buona, in questo delicato frangente della vita pubblica, che coloro che sono investiti dell’onere del potere, di cui comunque beneficiano di tutti gli onori, mantengano sempre un decoroso contegno, anche e soprattutto nelle espressioni, nel modo di gestire, pubblicamente, le pubbliche cose. Ora che il breve volgere di qualche giorno è fatalmente passato e dei soldi di cui Ciocca aveva personalmente verificato l’imminente arrivo non s’è sentito, da lontano, neanche il profumo, speriamo che almeno, a partire da domani, a noi tutti che di qualcosa siamo creditori, ci venga risparmiato l’amarissimo sarcasmo d’accatto del potente.

Metropolitana leggera, stato confusionale comuni hanno ritenuto più confacente alle esigenze dei loro cittadini il trasporto tramite autobus urbani, direttamente verso la città. Gli stessi comuni, ovvero le stazioni ferroviarie del loro territorio, verranno serviti anche dalla “metropolitana leggera”. Quindi ci saranno altri pullman che partiranno da questi paesi per portare le stesse persone alla “vicina” stazione ferroviaria dove attendere il trenino per la città! A me sembra una contraddizione, se non una inutile duplicazione di servizio. Sembra che le due cose viaggino in modo indipendente, eppure interessano gli stessi enti e gli stessi amministratori. Possibile che nessuno si

accorge che va fatta una scelta sul sistema di mobilità: l’uno, il trasporto integrato, esclude l’altra, la metropolitana leggera. Non è possibile sostenere entrambi e soprattutto va scelta la soluzione più comoda per gli utenti ed anche la meno dispendiosa. Sono un utente che pre-

ferisce viaggiare in treno e che è attento alla salubrità dell’ambiente in cui vive, ma nel Molise, purtroppo, non vi sono le condizioni per un trasporto metropolitano su rotaia. Ho evidenziato più volte, da semplice cittadino, le ragioni di tale mia convinzione e spero che, dopo l’intervento autorevole del On. Patriciello ne seguano altri. Se spesa deve essere fatta nella tratta Matrice-Boiano, si dia priorità al versante Boiano, ma in termini di ammodernamento e velocizzazione della linea, per avere corse più comode e spedite verso Roma e Napoli. Su una linea velocizzata si può pensare a corse, del tipo metropolitano, più frequenti, a servizio di quei comuni, che hanno la stazione in loco, come Vinchiaturo, Boiano, Isernia e Venafro, costi di gestione permettendo. Distinti Saluti Michele Rocco

Il Molise può essere messo in vendita L’impietosa analisi di Bankitalia splendida regione. Splendida e sfrtunata. Un insegnante del’unmol ha messo in chiara luce il fatto che la disoccupazione iovanile e’ circa il 50percento ed il trenta percento no si rivolge nemmeno piu’ per cercare un posto di lavoro. Ma.nonostante il distinguo dell’insegnante e’ sempre il 50percento:Ma, di grazie, chi ha le idee? un vecchio politico ingessato sulla sedia o u n giovane? Invece

il Molse e’ una regione con il culo all’insu’.Il vecchio politico, pater di una familias benestante , prende il posto del giovane e la risultante e’ che si muore d’inedia.Son ben quaranta anni che non si muove foglia e l’alb ero diventa sterile.Una domanda:Perche’ il consigliere regionale deve avere delle prebende in una regione morente? Io, da parte mia, formulo una propo-

sta.- qualche giorno fa una notizia: e’ in vendita, in Australia, una fattoria al prezzo di £”= milioni di dollari che ha una estensione pari al terzo dell’Italia.Percio’ il Molise puo’ essere messo in vendita aspettando un magnate russo, cinese o indiano...facciamo un referendum.... e vedremo il risdultato....peggio di adesso......Un saluto ai molisani.. AA


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TAaglio lto

4 11 luglio 2015

Il Molise messo in mora dall’Unione Europea

Per la qualità dell’aria siamo in difetto e nelle mani dell’Arpa L’apprezzamento dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale potrebbe aver fatto gonfiare il petto a Quintino Pallante anche come superstite del centrodestra nella cambusa di Paolo di Laura Frattura Correre in fretta ai ripari. Il Molise – lo si sapeva, ma tutti hanno fatto finta di niente – non rispetta la direttiva 2008/50 della Comunità europea relativa alla qualità dell’aria. Per questo il 28 maggio scorso è stato messo in mora ai sensi dell’articolo 258 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Roba seria, da prender seriamente in considerazione non della messa in mora, quanto del fatto che non siamo in grado di sapere se l’aria che respiriamo è salubre. Imputata del ritardo è la Regione Molise che avrebbe dovuto provvedere fin dal 2012 a stare in regola e ad assicurare ai molisani tutti gli interventi necessari per salvaguardali dal pericolo e dai rischi dell’inquinamento dell’aria. Correre dunque in fretta ai ripari. Cosa che la Regione ha fatto nei giorni scorsi dando una serie di incarichi all’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) che, stando al giudizio della giunta regionale, sarebbe dotata di

Caro Pierpaolo,

risorse umane e strumentali in grado di predisporre, nel più breve tempo possibile, una bozza di progetto di adeguamento della rete di rilevamento della qualità dell’aria, nonché una bozza dei Piani come previsti dal decreto legislativo 155 del 2010. Recuperare il ritardo; mettersi in regola; assicurare la sa-

lubrità dell’aria. Che si otterrebbe – dicono dalla giunta regionale – con la collaborazione e il contributo tecnico dell’Arpa. Il riconoscimento potrebbe aver fatto gonfiare il petto a Quintino Pallante, che dell’Arpa è il presidente, anche come superstite del centrodestra nella cambusa di Paolo di Laura Frat-

tura. Come dicevamo, il Molise non è dotato dei Piani di qualità dell’aria, come previsti dalla normativa vigente. Dovrà provvedere l’Arpa, ed anche in fretta. In particolare, dovrà elaborare i Piani e le misure per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici di biossido di zolfo, PM10, piombo e monossido di carbonio presenti nell’aria ambiente perché non superino, nell’insieme delle loro zone e dei loro agglomerati, i valori limite stabiliti, ciò al fine di perseguire i valori obiettivo e il mantenimento del relativo rispetto; i Piani per la riduzione del rischio di superamento dei valori limite, dei valori obiettivo e delle soglie di allarme e la gestione della qualità dell’aria ambiente in relazione all’ozono, nonché le misure per il superamento delle soglie di informazione e di allarme. Siccome l’Arpa pare sia dotata di risorse umane e strumentali in grado di predisporre nel più breve tempo possibile quanto

viene chiesto, gli obiettivi possono essere felicemente raggiunti. E non solo. Sull’abbrivo dei riconoscimenti, all’Arpa sono statai dati anche altri compiti e altri obiettivi da raggiungere: a) la redazione di un progetto volto ad adeguare la rete di misura della qualità dell’aria in conformità alla zonizzazione del territorio molisano approvata con deliberazione della giunta regionale 375 del primo agosto 2014, ed in conformità alla connessa classificazione, ai sensi dell’articolo 5, comma 6. del decreto legislativo 155/2010; b) gli adempimenti tecnici necessari alle formali adozioni e/o approvazioni previste dalla normativa per ciò che concerne le attività affidate, quali la Valutazione ambientale strategica (Vas) e quant’altro necessario, e la fornitura degli elaborati finali su supporto cartaceo ed informatico per ulteriori riproduzioni. Siamo nelle mani dell’Arpa. Dardo

Patriciello a Nagni: “Politica molisana arroccata nell’autoreferenzialità

mi spiace che tu ti sia risentito per le mie parole che, come già detto nel mio precedente intervento, non avevano altra finalità se non quella di porre una riflessione “leggera” sulla condizione di alcuni tratti stradali della nostra Regione. Mi meraviglio, dunque, che la semplice constatazione di un’evidenza empirica – lo stato di abbandono del percorso stradale Campobasso – Trivento – possa essere scambiata per un atto di lesa maestà o, piuttosto, come il tentativo di voler innescare sterili ed inutili polemiche. So bene che i problemi infrastrutturali e di collegamento stradale del Molise hanno una storia antica e del tutto particolare: le ragioni sono molteplici e di varia natura,

non da ultima la conformazione geomorfologica del nostro territorio. E tuttavia non c’è bisogno di dati statistici e quadri dettagliati per osservare come taluni di questi tratti stradali versino in condizioni ai limiti della praticabilità. Ciononostante è evidente che le mie parole non avevano – e non hanno – in alcun modo intenti accusatori, né rappresentavano elaborate considerazioni a supporto di verità immutabili e certezze granitiche riguardanti la mobilità regionale. Tali incomprensioni, forse, sono fi-

glie di un certo atteggiamento che rappresenta, in certi frangenti, uno dei grandi limiti della politica molisana, afflitta com’è da un’eccessiva suscettibilità e arroccata nella difesa autoreferenziale ed acritica di ogni sua azione programmatica. Se c’è una cosa, invece, che ho imparato in questi anni di attività al Parlamento europeo è che la pluralità dei punti di vista allarga gli orizzonti, migliorando ed arricchendo non soltanto la qualità del dibattito ma anche e soprattutto la validità e l’efficacia di ogni attività politico-amministrativa.

Quanto fino ad ora detto, comunque, assume un’importanza assai minore dinanzi alla necessità – che tu hai ben evidenziato – di dover far fronte comune per garantire al Molise un’attenzione maggiore (sia politica che finanziaria) ed una più ampia sensibilità sui problemi che affliggono il nostro territorio. Solo una forte sinergia ed un solida unità di intenti, infatti, permetteranno alla nostra Regione di portare avanti con vigore le proprie istanze, tanto a Roma quanto a Bruxelles e Strasburgo. Nella speranza di aver chiarito il senso delle mie dichiarazioni, ti invio i miei più cordiali saluti e ti auguro buon lavoro. On. Aldo Patriciello

Ragioni da vendere di Giovanni Muccio* Il Movimento regionale del Guerriero Sannita condivide le considerazioni do recente fatte dall’On. Aldo Patriciello sullo stato della viabilità e delle infrastrutture molisane. Il Movimento, al pari di Patriciello, infatti, ritiene che la conformazione geografica del Molise e la sua scarsa densità abitativa costituiscano elementi non trascurabili in un più ampio discorso strategico sulla mo-

bilità regionale. La titubanza dell’On. sull’opportunità o meno di realizzare una metropolitana leggera che, in considerazione dello scarso numero di abitanti del Molise, difficilmente potrà reggere la sfida della sostenibilità e dell’efficienza a lungo termine, non solo è condivisa dal Guerriero Sannita ma, dalle voci che da più parti si levano, dalla stragrande maggioranza del popolo sannita e frentano.

Considerazioni, quelle dell’Onorevole a sostegno della sua tesi, minuziose ed approfondite. Le zone interne della nostra regione, ha affermato infatti, rischierebbero di essere ancor più marginalizzate e tagliate fuori dal circuito della mobilità urbana: una circostanza oltremodo deleteria per il già fragile tessuto economico di quei territori. Più funzionale sarebbe migliorare queste strade, rispetto alla sopracitata metropolitana, tenendo anche

presente che esiste una stretta interconnessione tra mancanza di infrastrutture adeguate ed impoverimento demografico. E le zone interessate maggiormente da fenomeni legati all’emigrazione, soprattutto giovanile, sono in effetti quelle maggiormente interessate da assenza di adeguati collegamenti infrastrutturali. Migliore apparirebbe un ampio rafforzamento della rete stradale molisana per irrobustire i collegamenti tra i vari centri cittadini e fortificare,

così, il legame storico, paesaggistico e culturale tra centro e periferia. Salvo che la nostra regione cresca, nei prossimi mesi, ai livelli di Milano, Roma e Torino. In tal caso la metropolitana leggera sarà utile per trasportare, dal centro al nucleo industriale di Campobasso-Boiano e nei centri cittadini, centinaia di migliaia di lavoratori. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita


TAaglio lto

5 11 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Zone interne: il Governo deciso a intervenire con un progetto di 700 milioni di euro

Il vescovo di Trivento s’è fidato inutilmente di Frattura e D’Alfonso

Bisogna ora fare in modo che il presidente, la giunta e il consiglio regionali si rendano conto della profondità e della vastità dell’insoddisfazione sociale e culturale (oltre che economica, s’intende) delle aree interne del Molise e ottengano risorse finanziarie da Roma Sarebbe in allestimento, con una dotazione finanziaria di 700 milioni, un progetto del Governo per aiutare l’economia delle zone interne del Paese: “Strategia nazionale aree interne”. Dove per aree interne s’intendono i territori appenninici, le isole o le zone come il Polesine. La notizia dovrebbe far piacere soprattutto al vescovo di Trivento che, con i preti della Diocesi, ha imbracciato il bastone della protesta chiamando in causa i presidenti delle giunte regionali dell’Abruzzo (D’Alfonso) e del Molise (Frattura), ai quali ha scritto una lettera seguita da un ulteriore sollecito, entrambi scostumatamente lasciati cadere nel nulla dai destinatari. Ai quali, ripetiamo, il vescovo aveva rivolto un appello affinché indicessero una riunione congiunta e insieme valutassero le possibilità dì intervento per alleviare le difficoltà di vita delle popolazioni delle sponde opposte del Trigno. L’iniziativa della Chiesa avrebbe voluto aprire anche il fronte che si oppone alla

caduta dei confini regionali, in favore di una progressiva, capziosa azione finalizzata a sostenere l’idea di un nuovo sodalizio istituzionale tra l’Abruzzo e il Molise. Rimettere in sesto la “è” congiunzione (Abruzzo e Molise) che circa 50 anni fa è stata elisa con non poco tripudio dei molisani. La storia di questi 50 anni di autonomia e di regionalismo purtroppo hanno dato esiti sempre più delu-

di ANTONIO FRANCIONI

Il desolante scenario che offre la politica regionale non può non indurre qualche amara riflessione. Mentre qui si discute (!) il mondo continua a girare: anzi in Europa si sta giocando una importantissima partita che investe i fondamenti stessi dell’Unione. L’autonomia degli Stati, i loro fondamenti istituzionali, le “ricchezze delle Nazioni” e la loro traduzione in termini di proposta politica ed attrezzatura istituzionale. Qui da noi, al contrario, l’istituzione (regionale) è sottoposta a tensioni che l’attraggono verso il basso. Si assiste ad un simulacro di politica nazionale in cui, paradossalmente, ci si richiama proprio a chi (Renzi) sta facendo esattamente l’opposto. Per troppo tempo si è delegato a altri soggetti (in questo caso la magistratura) qualcosa che invece dovrebbe appartenere proprio alla politica, in quanto sintesi di più soggettività. La “morale” infatti non è proprietà “privata” di una sola istituzione (specie se non elettiva e quindi, per principio, non politica), fosse pure quella giudiziaria (che infatti deve, o dovrebbe, occuparsi esclusivamente del rispetto della legge, quale che essa sia e null’altro). La morale è

denti, fino all’acme della legislatura in corso e la responsabilità amministrativa e programmatica del centrosinistra. L’intera economia molisana è al minimo storico, ma più di ogni altra area territoriale è quella interna, marginale, decentrata, ad essere maggiormente penalizzata. Per la quale il vescovo di Trivento ha ritenuto fosse necessario un nuovo modello di “governante”, con la par-

tecipazione attiva del presidente della Regione Abruzzo affinché il suo collega molisano prendesse nota e coscienza della grave condizione sociale ed economica che riguarda la valle del Trigno. Un’area emblematica ed emblematizzata in letteratura (Francesco Iovine), in economia e in sociologia, che la Chiesa triventina ha inteso proporla anche in chiave politica e amministrativa aprendo, come abbiamo accennato, all’idea che il Molise siccome da solo non può farcela, vale la pena che s’aggreghi. In questo caso all’Abruzzo; per le are interne del Fortore magari alla Puglia, e per le aree interne del Volturno alla Campania. Una parcellizzazione geopolitica che condanna in via definitiva il valore storico e il concetto istituzionale di Molise ventesima regione italiana. Il Governo di Roma a quanto pare avrebbe deciso di occuparsi più dettagliatamente da vicino delle popolazioni e delle aree marginali, ritenendo il loro sviluppo un inte-

Il Molise e le istituzioni cosa complessa che non solo non può essere delegata, ma che è tanto pervasiva della società che la “politica”, in quanto tra le altre cose, anche sintesi e rappresentazione della società che la esprime, dovrebbe in primo luogo farsi carico: si tratta di strategie miranti al “bene comune” (che non coincide sempre e per principio a ciò che è pubblico) all’interno di contesti storici definiti. Non “tutto”, dunque, ma il “possibile” (il suo massimo ovviamente). Quanto più essa è efficace allora, tanto più essa è “giusta” (per restare nel linguaggio etico); ma, quanto più è “giusta” , tanto più essa è condivisa ed accettata. Questa è una delle forme che la politica ha assunto dentro il contenitore più moderno, la democrazia. Non voglio, naturalmente entrare nel merito della recente discussione in Consiglio regionale, ma non posso non sottolineare il suo squilibrio (chiamiamolo così !) rispetto alle regole istituzionali, ai fondamenti della politica, allo stesso “buon senso” ed all’”equilibrio” che pure rappresentano altri aspetti della “politica”. Qui una differenza tra quanto le “carriere” erano costruite lungo percorsi ben definiti (diciamo la prima ed in parte la seconda Repubblica, ma lo stesso Renzi è stato a capo di Provincia e Comune), rispetto ad un’’epoca, quella attuale, in cui l’Istituzione,

non rappresenta in genere più il luogo della rappresentanza ma quello degli interessi (che sono sempre legittimi, ma solo dentro un quadro normativo e giuridico preciso). Né gli strumenti della democrazia, sono sempre indenni da rischi: le elezioni sono condizionate da tanti motivi, tra cui “anche” il consenso. Ed è in questo complicatissimo intreccio, di rappresentanza, bene comune, interessi particolari, efficacia, ecc., che si gioca il ruolo delle classi dirigenti: esse devono costruire continue “sintesi” ed equilibri. Se, ovviamente sono capaci di farlo. Se no, semplicemente, non sono classi dirigenti ma rappresentanti di interessi particolari, su cui possono (e direi devono, esercitarsi altri poteri, a partire da quello giudiziario). La mediocrità della ultima discussione in Consiglio regionale deve dunque far riflettere: specie un territorio che rischia seriamente la propria autonomia (quella che ha permesso un indubbio miglioramento delle condizioni economiche e sociali). Non servono “nani e ballerine” (per citare un uomo della prima Repubblica); non servono recriminazioni ed astio; non servono diffidenze. Pur nella complessità della politica democratica (in cui la dialettica tra maggioranza ed opposizione, costituisce una componente fondamentale) e

resse nazionale. La notizia sarà certamente gradita al vescovo di Trivento che il problema lo vive “pastoralmente” sulla pelle, e conosce i drammi e i problemi che lo accompagnano. Naturalmente, il riferimento sarebbe diverso da quello immaginato (il presidente dell’Abruzzo). Per cui diversa si renderà la strategia per muovere le acque. Fare in modo che il presidente, la giunta e il consiglio regionali si rendano conto della profondità e della vastità dell’insoddisfazione sociale e culturale (oltre che economica, s’intende) delle aree interne del Molise e prendano le giuste contromisure. Tenendo aperti gli occhi verso il progetto dei 700 milioni di euro del Piano del Governo nazionale in favore dei piccoli comuni e delle aree interne. Lasciando cadere le tentazioni ad aggregarsi a questo o a quello. Dardo

nella difficoltà della “governance” in periodi di transizione (come l’attuale fase post-crisi), ci dev’essere un filo che accomuna tutti: le azioni e le strategie, il futuro e l’idea che se ne ha, la correttezza dei linguaggi, la tenuta ed il prestigio delle istituzioni. Il regionalismo italiano, purtroppo, non ha mai posto attenzione a questi aspetti ed i risultati si vedono (tant’è che è in discussione, nell’ambito della cosiddetta “riforma del Senato”, una profonda revisione delle competenze). Ma il senso delle Istituzioni ed il ruolo delle classi dirigenti non devono mai abbandonare il terreno dell’equilibrio e della sintesi. Chi esercita funzioni dirigenti dovrebbe dunque creare climi distesi e di fiducia. Vorrei solo richiamare un passaggio di Alberto Alesina un paio di giorni fa sul Corriere della Sera : “<<Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio>>. Sono sicuro che in Svezia un detto simile non esista. Non a caso la fiducia reciproca tra connazionali è molto alta nei Paesi scandinavi, alta nei Paesi anglosassoni e molto più bassa in quelli mediterranei”. A farne le spese, purtroppo è la popolazione. Benché nemmeno essa possa essere considerata del tutto innocente ! Specie quando vota con la pancia e non con la testa !


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

11 luglio 2015

Commissario del Sap, Ubaldo Colarusso Intanto lunedì a Campobasso sarà il segretario nazionale, Gianni Tonelli condizioni, permetteranno una punt u a l e “documentazione dell’attività svolta”, con vantaggi sia operativi che di tutela, infatti da un lato saranno un deterrrente al tentativo di sovvertire i fatti da parte di chi delinque, dall’altro rappresenteranno uno strumento di tutela per gli operatori. Altra importante iniziativa posta in essere dalla Segreteria Provinciale di Campobasso nei

CAMPOBASSO. A guidare la Segreteria Provinciale di Campobasso del Sindacato Autonomo di Polizia (S.A.P.), con la nomina di sub-commissario sarà, Ubaldo COLARUSSO. La scelta, da parte dei vertici nazionali, per rilanciare fortemente la propria azione sul territorio di competenza. In quest’ottica Lunedì 13 il Segretario Nazionale dr. Gianni TONELLI sarà a Campobasso per incontrare tutta la categoria. Nell’ occasione la Segreteria Provinciale di Campobasso S.A.P.distribuirà ai poliziotti iscritti alla sigla sindacale in servizio presso gli uffici di polizia della provincia di Campobasso, le SPY PEN, supporti in grado di riprendere in formato digitale audio-video le attività. Tali strumenti, utilizzati a determinate

confronti dei propri iscritti è la copertura assicurativa degli autisti. Si tratta di una nuova polizza stipulata a favore dei propri iscritti, dando un segno vivo e reale della volontà di occuparsi attivamente ed iniziare a restituire la dovuta serenità al personale. Il SAP, da sempre vicino alle esigenze degli operatori del settore, forte del proprio ruolo e della propria storia, con la propria azione assicura il giusto collagene fra questi ultimi e le Istituzioni. Le istanze dei poliziotti sono finalizzate ad alimentare il bene comune e ad alzare il livello di sicurezza del sistema paese, oggi in questa delicata fase è doveroso da parte di tutti sforzarsi per arrivare a soluzioni che possano andare in questo senso.

“Quella fermata non si può attuare” L’assessore Nagni interviene sulla richiesta di sosta pullman su Ingotte a Ripalimosani CAMPOBASSO. In risposta alla nota del comitato “bus democratico “ circa la fermata Santa Lucia di Ingotte nei pressi di Ripalimosani, l’assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni ha sostenuto: “Ho sempre grande rispetto per tutto quel che succede ed è mia abitudine prestare attenzione a tutte le osservazioni che mi vengono sottoposte ma mi corre l’obbligo, in quest’occasione, di smentire il comitato circa l’immobilità della Regione Molise. Non più di un mese fa, infatti, io stesso, insieme alla struttura, ho effettuato un sopralluogo verificando serissimi problemi in merito all’ipotesi di fermata a salire verso Campobasso, sia in previsione di ingresso sulla strada laterale, sia in previsione di un golfo di fermata. Va inoltre precisato che la strada interessata è di proprietà dell’ANAS, a cui abbiamo già rigirato il quesito chiedendo di verificare tecnicamente la migliore soluzione. Restiamo come sempre disponibili rispetto a contributi che possano essere utili a superare problematiche e disagi, sempre nell’interesse dei cittadini”.

“Tufara, e il campo di bocce?” Un nostro lettore sottolinea la chiusura dell’unico impianto da parte del Sindaco TUFARA. “Il sindaco di Tufara si merita un bel TAPIRO, dopo aver reso inagibile, per inadempienze, il campo di calcio, è riuscito a eliminare il campo di bocce. C’era una volta un piccolo campo di bocce“. Così, un nostro affezionato lettore. “Potrebbe iniziare così la triste storia che ha portato alla demolizione dell’impianto comunale precedentemente realizzato dalla vecchia Amministrazione, e riattivato e utilizzato grazie all’impegno e l’entusiasmo di volontari. L’unico campo di bocce esistente a Tufara non esiste più. E’ crollato a seguito di lavori finanziati dalla Regione Molise, per la realizzazione di un muro di sostegno per dissesto idrogeologico. Vani i vari tentativi di dialogo con Donato Pozzuto, per cercare di trovare una soluzione al problema che potesse restituire ai cittadini di Tufara l’unico svago rimasto in questo piccolo paese molisano. L’argomento è molto dibattuto tra i cittadini, qualcuno ottimista, prevede che il campo di bocce si farà, comunque entro questo millennio. Chi vivrà vedrà!!!!!”.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

11 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Il sindaco Battista tra due fuochi: l’opinione pubblica cittadina e l’intergruppo dei moderati (Udc –

Ambrosio, Colarusso e Madonna e i loro “dieci comandamenti” Prende corpo un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale oltre che comportamentale con la sottesa necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati Probabilmente (ma è una nostra malignità) non hanno gradito che il sindaco Battista si sia detto disponibile il pomeriggio del 14 luglio per un confronto pubblico con i cittadini, in Piazza Municipio, su invito degli Indignati del Molise e di Frane Molisane, sui problemi della quotidiani e sulle prospettive future, tralasciando le questioni da loro poste nel mese di maggio scorso in consiglio comunale. Sta di fatto che i capigruppo a Palazzo san Giorgio dell’Udc, del P.p.I. e del C.d. (Ambrosio, Colarusso e Madonna) si sono di nuovo affacciati al proscenio politico e amministrativo ponendo al sindaco una lista di problemi che intendono vengano discussi e affrontatati con la necessità di arrivare ad una conclusione, non escludendo gli equilibri di presenza e di rappresentanza tra i gruppi che formano la maggioranza di centrosinistra. Leggendo “i dieci comandamenti” consegnati a Battista è chiara la natura strettamente politica della richiesta e, quindi, nessuna interferenza con l’iniziativa pubblica del 14 pomeriggio (ma-

lignità chiarita). I consiglieri di estrazione moderata questa volta sono essenziali, determinati e convincenti nella loro capacità di sostenere le ragioni che sollecitano una messa a punto della maggioranza e la riattivazione delle motivazioni che l’hanno fatta prevalere in campagna elettorale a danno del centrodestra. Chiedono la qualificazione del programma elettorale (uscire dalla genericità e puntare su obiettivi di crescita e di sviluppo precisi e qualificati); l’azzeramento delle deleghe agli assessori; la revoca degli incarichi ai consiglieri comunali; l’impegno a tempo pieno degli assessori; il potenziamento, a costo zero, della compagine di giunta (aumentare il numero degli assessori senza aumentare il costo delle indennità); l’’istituzione di una cabina di regia sindaco – capigruppo; l’interazione degli assessori coi capigruppo; il coordinamento dei livelli istituzionali; il rafforzamento del raccordo del sindaco col presidente del consiglio comunale; la condivisione dei pre - consigli e delle

pre - giunte. Una rivoluzione copernicana; un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale, oltre che comportamentale, con la sottesa, quanto evidente, necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati: Udc, P.p.i. e C.d.. Presi uno ad uno i “comandamenti” dicono che la convivenza all’interno della maggioranza è abbastanza compromessa ed il difetto maggiore sarebbero la interazione, il confronto e la partecipazione, oltre l’opportunità di ampliare la giunta per dare proprio all’intergruppo (Udc, P.p.i. e C.d.) una diversa e maggiore incidenza ( l’assessore Sabusco ormai è considerato un corpo politico totalmente asservito al Pd). Che dire delle partecipazione preventiva alla giunta. Sarebbe una forma di partecipazione diretta alle decisioni dell’esecutivo e non più, come capita, quando capita, una informazione indiretta. Cambierebbe un modo inveterato di essere e si aprirebbe uno scenario totalmente differente, in cui il senso della coalizione prende forma e sostanza, oltre la

condivisione di responsabilità. Da vedere però se il sindaco e la maggioranza terranno conto dei “comandamenti” e cosa seguirebbe ad una loro eventuale mancata applicazione. Non crediamo all’apertura di una crisi; tutt’al più assisteremmo ad un appoggio esterno dell’intergruppo alla giunta Battista e alla maggioranza di centrosinistra. Il modo peggiore di stare in bilico. Ciò che conforta il cronista, comunque, è il giudizio critico sul primo anno di governo. La valutazione ormai è unanime: il programma approvato non ancora trova una benché minima attuazione. Il 14 saranno i cittadini a prendere voce su fatti e problemi che interferiscono con loro appartenenza alla città e quale l’impegno dell’amministrazione. Ciò che non manca, a quanto sembra, è la volontà di dare un senso compiuto e una possibilità concreta alla partecipazione democratica: a livello amministrativo e popolare. Dardo

“E la gestione del castello Monforte e Sacrario?” Interrogazione urgente dei consiglieri comunali Cancellario e Pilone CAMPOBASSO. I consiglieri comunali di Democrazia Popolare, Marialaura CANCELLARIO e Francesco PILONE questa mattina hanno presentato un’interrogazione urgente al Sindaco in merito alla gestione del Castello Monforte e del Sacrario. Vista la Delibera di Giunta n° 176 del 14/10/2011 e successive proroghe con le quali il Comune di Campobasso ha autorizzato l’affidamento al Consorzio Molisano Turistico CO.MOL.TUR. del servizio di gestione del Castello Monforte e della via Matris, insieme ad una serie di servizi ed attività volte alla valorizzazione turistica e culturale della Collina Monforte; considerato che dal 1° Luglio 2015 il Consorzio sopra citato ha terminato la gestione del servizio in oggetto; ritenuto fon-

damentale ed indispensabile il servizio finora garantito per una migliore promozione del sito turistico simbolo della città di Campobasso; i sottoscritti Consiglieri Comunali di Democrazia Popolare Marialaura Cancellario e Francesco Pilone, INTERROGANO Il Sindaco per sapere: Come e se è garantito il servizio a partire dal 1° Luglio 2015;e il sevizio in oggetto è stato affidato ad altro gestore; con quali atti amministrativi il servizio è stato dato in concessione; quali sono le condizioni dell’affidamento;quali sono i costi e i termini dell’accordo; quali sono gli intendimenti della Giunta a riguardo.

Stagione estiva 2015. Stipula convenzione per le attività di prevenzione e di spegnimento degli incendi boschivi Oggi, nel Palazzo del Governo, il Prefetto di Campobasso Francescopaolo Di Menna, su delega del Ministero dell’Interno, ha stipulato con la Regione Molise e la Direzione regionale dei Vigili del Fuoco la convenzione che regola il concorso del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco – Comandi provinciali di Campobasso e Isernia – nelle attività di prevenzione e spegnimento degli incendi durante la corrente stagione estiva. Viene così rafforzata, attraverso una strategica dislocazione di uomini e mezzi nelle aree ritenute a maggior rischio e nel periodo di massima pericolosità - 13 luglio / 8 settembre, l’operatività delle squadre dei Vigili del Fuoco destinate in modo prioritario a fronteggiare i fenomeni incendiari. Hanno sottoscritto il documento, oltre al Prefetto del capoluogo

regionale, anche la dr.ssa Sandra Scarlatelli, Commissario Straordinario dell’Agenzia regionale di Protezione Civile, e l’Ing. Antonio Barone, Direttore regionale dei Vigili del Fuoco. Presente alla stipula anche il geom. Salvatore Ciocca, Consigliere Regionale con delega alla protezione civile. Soddisfazione è stata espressa da tutti i presenti per la scelta di un modello operativo che opta per la stretta collaborazione tra forze statali e locali, sinergicamente impegnate nell’intensificazione e nel potenziamento delle misure di prevenzione e controllo del territorio, nonché nella fase operativa degli interventi di spegnimento degli incendi.



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Isernia

11 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Ad Isernia ci sono più topi che consiglieri di maggioranza” Dopo il Consiglio comunale di Isernia, l’intervento di Costantino Kniahynicki ISERNIA. “Ennesima figuraccia del Sindaco Brasiello e di tutta la sua maggioranza giunta compresa“. Lo sottolinea il consigliere comunale, Costantino Kniahynicki. “Che il Sindaco non abbia più i numeri per amministrare la città si è capito già da tempo e l’ammutinamento di oggi ne è la conferma. Fino a pochi minuti dall’inizio del consiglio comunale erano in pochi tra i consiglieri di maggioranza ad essere presenti all’interno della struttura, c’erano Bontempo, Avicolli, Sardelli, Dall’Olio, Angelaccio – che qualche giorno fa sparava a zero sulle assenze in terza commissione ed oggi dimostra l’abissale differenza tra

idea e azione –, tutti pronti alla conta nelle segrete della stanza del Sindaco, anch’egli presente, e alla fine i conti non tornano perché all’appello si è presentato solo il Presidente Capone, gli altri si erano come volatilizzati, insieme agli Assessori, perché sicuramente non erano in grado di garantire al Sindaco i voti necessari per approvare i punti all’ordine del giorno. Uno schiaffo alla città che, lo ripeto ancora, necessità di qualcuno che le restituisca la dignità istituzionale che merita, ora la cittadinanza si aspetta un atto concreto da parte dei consiglieri tutti, un’ammissione del fallimento a cui siamo costretti ad assistere

quasi inermi da oltre due anni e che sta uccidendo la nostra città, bisogna tornare presto alle urne, ogni giorno

sotto questa amministrazione è un giorno di sofferenza per Isernia, i cittadini aspettano i fatti, sono stufi

delle promesse non mantenute del Sindaco, sono stufi delle chiacchiere dei consiglieri di maggioranza“.

BRASIELLO detto Cunctator (il temporeggiatore) di Stefano Testa*

La storia ci insegna che i temporeggiatori (quali Quinto Fabio Massimo) erano grandi condottieri che rispetto alle situazioni contingenti, prima di prendere decisioni che potevano rivelarsi avventate, sapevano attendere gli eventi per meglio valutare il da farsi. E’ chiaro che la storia non per tutti “ è maestra di vita” e, nel caso del comune di Isernia, Brasiello non ha fatto tesoro di

questo assioma. Ripensando a tutto quello che è successo negli ultimi consigli comunali, non posso che esprimere un giudizio estremamente negativo sulla condotta e sulle sue strategie politiche. Prima di tutto perché non si capiscono le motivazioni ( che sicuramente ci sono e vengono da lontano) che lo hanno portato alla nomina di due assessori esterni in barba agli accordi presi durante e dopo la campagna elettorale con i partiti della coalizione; secondariamente perché è incomprensibile, dopo aver preso atto che l’intera coalizione di maggioranza, ma anche l’intera minoranza, avevano espresso indignazione sia per le motivazioni che il Sindaco aveva posto alla base di tali nomine, sia per non aver avuto la sensibilità politica di coinvolgere almeno i consiglieri comunali della sua maggioranza che da anni si sacrificano oltre l’inverosimile per supportarlo anche quando non lo meriterebbe. Ma la cosa che più fa indignare tutti coloro che hanno il senso della misura riguarda la farsa della sospensione: in sintesi il Sindaco aveva deciso ed adottato un provvedimento di nomina assessorile e rispetto alla sollevazione di tutti i consiglieri e dei partiti ha deciso sua sponte ….. di sospenderli temporaneamente in attesa di un improbabile parere ministe-

riale. Ebbene, rispetto a questo atteggiamento che sicuramente non esprime né saggezza né linea politica, i partiti e maggiormente coloro che hanno voluto questo Sindaco non proferiscono parola! Ma si sono resi conto che la sospensione, ancorché illogica, sancisce il disprezzo per le regole del gioco, il disprezzo per quei maggiorenti che lo avevano sostenuto, il disprezzo per i partiti che lo avevano appoggiato? Resta il fatto che il Sindaco ha sancito che lui ritiene ancora valide le sue nomine che ha congelato in attesa di farle rivivere. Resto basito anche rispetto all’assordante silenzio che proviene dai banchi vuoti della maggioranza: insomma si è sancito che tra i suoi consiglieri non vi sono professionalità capaci di ricoprire i ruoli assessorili e che le loro famiglie non sono adeguate all’immagine della città e tutto questo non determina una indignazione personale e politica di tale forza da chiedere a viva voce le dimissioni di questo Sindaco che ancora una volta, come la minoranza ha sempre evidenziato, ha dimostrato una assoluta insensibilità politica generale. * CONSIGLIERE COMUNALE ISERNIA

Polizia, operazione di controllo del territorio L’attività per garantire la sicurezza e l’ordine in tutta la provincia ISERNIA. Continua l’attività di prevenzione e controllo straordinario disposta dal Questore di Isernia, Dr. Vincenzo Vuono, anche in considerazione dell’esodo di molti residenti per le vacanze estive. Negli ultimi quattro giorni sono stati implementati i controlli da parte delle Volanti, in particolar modo nel centro cittadino, che hanno permesso di identificare oltre 340 persone, alcune con precedenti penali e pregiudizi di polizia, e di controllare più di 230 veicoli. Nel corso di tale attività, inoltre, sono state contestate 40 violazioni al Codice della Strada e ritirati 6 documenti di circolazione. Nella gior-

nata di ieri 8 luglio, personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, unitamente a personale della Polizia Municipale di Isernia, ha effettuato controlli mirati ad alcuni esercizi pubblici e commerciali del centro cittadino. Tale attività ha permesso di rilevare irregolarità di carattere amministrativo per le quali sono state elevate le sanzioni previste dalla legge. Infine, la locale Sezione di Polizia Postale, a conclusione di indagini avviate a seguito della presentazione di denuncia da parte di alcuni cittadini, ha deferito alla Autorità Giudiziaria, per il reato di truffa, due persone, T.L., italiano di anni 43, e L.L., di

anni 40, i quali, dopo aver messo in vendita, rispettivamente un televisore led ed un mini i-pad, su due noti

sito web di e-commerce ed aver ricevuto il pattuito corrispettivo dalle vittime del raggiro, con la consueta

modalità di ricarica della sua poste pay, non consegnavano la merce e si rendevano irreperibili.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

11 luglio 2015

“Erosione costa, i ritardi dovuti ai bandi” L’assessore Nagni replica all’interrogazione presentata dal consigliere Monaco TERMOLI. Anche alla luce di quanto segnalato dal consigliere Monaco, l’assessore regionale Pierpaolo Nagni torna ad intervenire in merito alla questione dell’erosione costiera. “Siamo tutti d’accordo nel dire che occorra porre rimedio alle diverse situazioni critiche che interessano la nostra costa – ha commentato - ma è necessario farlo con interventi consistenti e duraturi utili a ripristinare le normali condizioni di sicurezza. A tal fine la Regione, già lo scorso anno, aveva previsto uno stanziamento di 2,5 milioni di euro da investire su tutto il litorale molisano. Tali fondi - ha spiegato - erano ripartiti in due diversi blocchi di finanziamento. Il primo di 480.000 euro da destinare all’intera area della costa di Montenero di Bisaccia, doveva servire alla realizzazione di opere di rifioritura delle scogliere, di sistemazione di pennellature e al rifacimento dell’argine destro, scavo e ripulitura del fiume Trigno. Purtroppo, a causa di alcune anomalie riscontrate nel bando di gara, dopo

l’appalto non si è potuto procedere all’affidamento dei lavori, e questo ha determinato un rallentamento di tutti i programmi. Abbiamo, però, già proceduto a riappaltare i fondi per poter dare al più presto l’ avvio ai lavori. Per quanto riguarda l’altro blocco –

ha continuato l’assessore - il finanziamento, pari ad oltre 1.900.000 euro, era finalizzato a diversi interventi sull’area della costa di Campomarino e Termoli sud fino alla Torretta, non solo attraverso il rifiorimento delle scogliere esistenti e l’allungamento di pennellature, ma

anche attraverso la realizzazione di due nuove scogliere; una di 120 metri nella zona Rio Vivo, e l’altra di 100 metri, lungo l’area antistante il depuratore comunale. Pur avendo già predisposto il bando, poiché i fondi sono andati in perenzione, non è stato possibile dare corso all’appalto. Abbiamo però provveduto a reiscriverli in bilancio e a breve - ha assicurato - daremo avvio alle procedure di gara. In quest’ottica, l’idea era quella di utilizzare le economie derivanti dai ribassi di gara per andare ad intervenire anche su casi particolari e più urgenti, penso ad esempio alla problematica dello stabilimento Cala

d’oro segnalata dal consigliere Monaco. Mi preme, infatti, precisare che è presente, nell’agenda della Regione Molise, la volontà e l’intenzione di andare a coprire anche tutte quelle aree attualmente sprovviste di frangiflutti e le zone dove si stanno verificando azioni di implementazione turistica che sono interessate da erosione costiera. Ci sono, però, dei tempi tecnici e delle regole che dobbiamo rispettare. Resta comunque alta la nostra attenzione rispetto al problema e per questo continueremo il percorso già avviato prima delle ultime elezioni amministrative insieme alla Regione Marche e alla Regione Abruzzo, finalizzato ad ottenere fondi aggiuntivi e di maggiore entità. Con una cospicua copertura finanziaria ed un piano rigoroso, potremmo infatti, riuscire ad intervenire in maniera decisiva e più duratura a copertura dell’intero tratto costiero molisano per garantirne, in futuro, una maggiore stabilità”.

Valorizzare i territori, l’impegno di Sinergie I temi sono stati a base dell’incontro che si è tenuto presso la sede Unimol di Termoli TERMOLI. Paesaggio, cultura, sapori, saperi, valori, tradizioni di un territorio e della sua offerta turistica: sono stati questi i temi al centro di un convegno ospitato nella sede Unimol di Termoli. A dare vita a questo workshop, tanti studiosi ed esperti del mondo del turismo, del marketing, dell’impresa e del management, tutti a confronto per cercare di coordinare un’azione comune atta a mettere in campo le migliori strategie per la tutela e il rilancio di un territorio. L’appuntamento s’è mosso anche mettendo a nudo i limiti che esistono e che spesso senza una solida formazione di-

ventano invalicabili. Per Gaetano Golinelli, Presidente Cueim dell’Università Sapienza di Roma e relatore dell’incontro, “L’eredità culturale è un patrimonio sul quale occorre lavorare per valorizzarla e portarla a dare utilità, reddito, posti di lavoro tendendo presente che il patrimonio ce l’hai altrimenti questo patrimonio è un peso per tutelarlo e mantenerlo. Non è un compito facile e l’Italia non lo sta portando a termine. Se, infatti, altri paesi avessero il nostro patrimonio, avrebbero combinato molto di più di quello che abbiamo combinato noi oggi.

La ricetta, oggi, è anzitutto il tenere conto che attraverso un’azione di restauro del patrimonio darebbe opportunità di lavoro a imprese e con un uso più corretto dello stesso, si potrebbero restituire ai territorio grandissime opportunità”. Un confronto proficuo che s’è mosso in modo interdisciplinare tra strategie imprenditoriali e manageriali con l’obiettivo di agevolare un percorso verso la valorizzazione del patrimonio culturale in un’ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Cinema Adriatico, un patrimonio in rovina di Antonio Smargiassi TERMOLI. La presa di posizione del Movimento 5 Stelle a proposito dell’ex Cinema Adriatico, ormai prossimo al crollo, ripropone d’attualità la sorte di un edificio che per tipologia di struttura, come si evince dagli elementi portanti che si possono cogliere da via Cristoforo Colombo, e per il passato che lo ha caratterizzato avrebbe meritato ben altra sorte. Tornare su ciò che non c’è più può essere sì inteso come nostalgia, ma il suo senso più autentico e profondo è dato dalla forte valenza simbolica, emotiva e culturale che lo connota e che non riguarda soltanto l’Adriatico, ma ciascuno di noi. Amarcord di Fellini, tanto per fare qualche citazione, è un film emblematico del passato e di quello delle

persone. In tempi lontani chi scrive se ne occupò tracciandone prima un breve profilo storico e proponendone poi l’acquisizione per dare alla Biblioteca Comunale una sede adeguata. Si trattò, ovviamente, della speranza di un ingenuo. Per essere meno generico mi corre il dovere di precisare che nel primo articolo definivo il Cinema Adriatico ‘un bene da tutelare e conservare’ e ne rievocavo la funzione culturale svolta. Ne proponevo quindi l’acquisizione, ricorrendo ovviamente a strumenti giuridici e finanziari, per restituirlo alla cultura come Biblioteca Comunale, allora come oggi, allocata in una sede del tutto inadeguata, tanto per ricorrere a un eufemismo. Nell’articolo più re-

cente, quello di sei anni fa, prendendo spunto dalla sentenza del Tar Molise la quale disponeva che ‘l’immobile, dichiarato dalla Soprintendenza (per i beni Architettonici e Ambientali del Molise) degno della massima tutela, non può essere sottoposto a modifiche, in quanto queste non sono previste dal Piano regolatore Generale’ andavo a scrivere che la decisione consentiva di riaprire il discorso sulla sua acquisizione ricorrendo ad una equa transazione con la proprietà. Aggiungevo inoltre che la sentenza del Tar offriva la sponda a chi avesse voluto impegnarsi per la definitiva soluzione di un problema che avrebbe potuto dare a Termoli una biblioteca decorosa e adeguata

a una città dove sono presenti diversi ordini di Scuola e l’Università. Non un ‘optional’ dunque, ma una necessità. Senza entrare nel merito della ristrutturazione dell’edificio e di un adeguato utilizzo degli spazi interni, dalle tradizionali scaffalature per libri ai computer, dalla sala lettura a una saletta per incontri culturali e presentazione di eventi, evidenziavo come una biblioteca possa e debba porsi come l’altra faccia di una città: dove manca, o è relegata in spazi inadeguati, il livello culturale di una comunità è inesorabilmente destinato a calare. La cultura, o meglio la Cultura, costituisce un capitale invisibile che può fare da traino all’economia come dimostrano le

città più o meno grandi che hanno investito in questo settore. Ma per farlo bisogna crederci, avere un’idea che diventi certezza: soltanto da questo presupposto può nascere un progetto da realizzare nel tempo. Le effimere serate che da molti anni riversano bombe di suoni seguite da schiamazzi e danni, diversamente dalle rilassanti serate musicali in Piazza Duomo, non hanno lasciato nessun segno e non lo lasceranno. Questa la nostra Termoli, purtroppo: sempre al nastro di partenza. Speriamo che qualcuno possa riuscire a tagliarlo. *Storico e scrittore termolese Presidente dell’associazione Andrea da Capua


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Termoli

11 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Sì ai misuratori di portata su tutta la rete irrigua del basso Molise“ Via libera del Tar Molise al consorzio di bonifica di Termoli per l’avvio delle opere di installazione verso una gestione irrigua più consapevole e rispondente alle esigenze sia delle aziende agricole che del contenimento dei consumi idrici e in generale dei costi di distribuzione. In sostanza la politica gestionale del Consorzio passerebbe da una semplice distribuzione aperta e senza controllo dell’acqua irrigua ad una gestione telecontrollata dal Consorzio con evidenti vantaggi in termini di riduzione di sprechi di acqua e contenimento dei costi di esercizio. Il controllo o telecontrollo potrà essere esercitato anche dalle stesse aziende agricole che potranno impostare i cicli di irrigazione anche da remoto. L’istallazione dei misuratori consentirà di passare da una tariffazione dell’acqua erogata calcolata in base alla superficie di terreno servito ad una tariffazione a consumo effettivo

TERMOLI. L’intervento relativo alla fornitura e posa in opera dei Misuratori su tutta la rete irrigua del basso Molise (oltre 15.000 ettari irrigui con forte vocazione di agricoltura intensiva) è coperto da finanziamento del Ministero Agricoltura e foreste gestione commissariale ex AGENSUD per un importo a base d’asta di 5.542.882,50. Il TAR Molise con Ordinanza n.70 del 09.07.2015 ha dato il definitivo via libera all’intervento accogliendo le tesi difensive del Consorzio di Bonifica assistito dagli Avvocati Vincenzo Fiorini e Vincenzo Iacovino. Soddisfazione del Presidente Giorgio Manes il quale evidenzia che l’istallazione dei Misuratori rappresenta un completamento essenziale per il funzionamento degli impianti irrigui del Basso Molise e rappresenta una necessaria evoluzione tecnologica ed idraulica

Gtm, forse la schiarita? La Regione, finalmente, prende atto della sentenza del Tar. Oggi incontro con Sbrocca TERMOLI. A pochi giorni dalla riunione con la struttura tecnica della Regione Molise, in merito alla questione Gtm , l’assessore regionale ai trasporti Pierpaolo Nagni fa sapere che l’incontro è stato utile a prendere decisioni che riguardano la sentenza del Tar, la numero 243 del 12 giugno 2015, che ha accolto il ricorso del Comune di Termoli rispetto al contributo elargito all’azienda. Nella giornata di oggi – ha poi annunciato - i tecnici della struttura incontreranno il sindaco di Termoli Sbrocca per chiarire la posizione della Regione Molise e per far sì che il flusso finanziario si stabilizzi per poter garantire i regolari pagamenti delle spettanze ai dipendenti”.

Fermate due ladre rom A Termoli bloccate dalla Polizia le donne con numerosi precedenti specifici TERMOLI. La notizia delle due ladre rom fermate dagli agenti del Commissariato di Termoli col supporto della Squadra mobile e delle pattuglie del Reparto prevenzione crimine era già stata data ieri da Termolionline, ma il dirigente facente funzione, Giuseppe De Paola (che in questura comanda la Digos) ha voluto fare il punto della situazione sul furto avvenuto in via Molise. Entrambe di nazionalità croata con un curriculum matricolato nonostante la giovane età, una 21 anni e l’altra 16, provenienti dal vicino Abruzzo ma alle prese con numerosi precedenti specifici su tutto il territorio nazionale, le ragazze erano riuscite a intrufolarsi sfruttando la porta solo chiusa senza mandate, da qui l’appello del dottor De Paola a chiudere sempre le serrature in modo più sicuro possibile. Le ragazze sono riuscite ad aprire la

porta e a rubare 50 euro quando è arrivato il proprietario che, accortosi di tutto, ha avvertito tempestivamente la Polizia. Per la 21enne, fermata in via Mascilongo insieme alla minorenne, è stato formalizzato l’arresto, per la più piccola solo la denuncia a piede libero. De Paola ha evidenziato anche i frutti che in questi giorni sta resti-

tuendo il rafforzamento della presenza di agenti in città. Tre pattuglie del Reparto prevenzione crimini che in un turno giornaliero sono presenti in città, con missioni e controlli mirati, una delle Mobile e il Commissariato. Lo stesso, a scavalco col capo della Mobile Iasi, presidierà il comando di via Cina in attesa che arrivi, presumibilmente dopo l’estate, il titolare del Commissariato stesso



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Opinioni di Marco Boleo* La realizzazione e la gestione di opere sanitarie da parte della Chiesa appartiene alla sua storia, fin dalle origini. La promozione di istituzioni assistenziali da parte della comunità cristiana, nelle varie tipologie assunte nel corso della storia, non è che uno dei modi di attuare il comando di Gesù: “curate i malati”. Tale presenza non può certamente configurarsi come semplice opera di supplenza, né tanto meno come “sanità di parte”. Di fatto le Istituzioni sanitarie cattoliche sono strutture “private” ma, al tempo stesso, la maggior parte di esse sono altrettanto “pubbliche” di quelle direttamente gestite dallo Stato. Cosa deve intendersi pertanto oggi per pubblico e privato? Questo è un grande “nodo”, fonte a volte di equivoci e fraintendimenti, dovuti sia a una certa onnicomprensività dei due termini, sia a una loro attuale rilettura concettuale e semantica. Probabilmente il significato oggi più usuale riguarda la loro appartenenza giuridica: statale nel caso delle così dette strutture pubbliche, non statale nel caso di quelle private. Tuttavia già in seno a questa categoria occorre distinguere quelle opere che rientrano nel così detto privato sociale o non-profit, cioè quelle strutture che pur appartenendo a un gruppo di privati perseguono essenzialmente finalità di ordine sociale. Proprio per questo da un lato non si può in alcun modo ritenere che tali strutture non espletino un servizio “pubblico”, dall’altro non possono essere assimilate a tante altre strutture private che in ambito sanita-

di Claudio de Luca LARINO. C’è un gruppo di mamme che si dedica alla salute ed all’ambiente e che opera a Venafro. Qui, in passato, alcune Aziende risultarono essere state utilizzate per affari poco leciti sinché furono rinvenute le colleganze tra l’aumento di talune patologie tumorali e l’inquinamento ambientale. Forse non era una novità, dal momento che – tra i grandi problemi del Molise – si annoveravano di già la scarsa manutenzione del territorio, una mancata difesa idrogeologica, un ecosistema urbano poco amichevole. Tempo addietro, il Governo si rese conto di questi disagi ed assegnò alla Regione 60 milioni di euro. Tra Campobasso ed Isernia 7 centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità. I dati emersero da un dossier illustrato da “Legambiente”. Per colpa del graduale abbandono delle terre (e della carenza delle tradizionali attività di manutenzione) le comunità minacciate da frane e da alluvioni costituiscono una percentuale incredibile e ne sono state censite 108 solo in Molise. Questi dati sottolineano la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto all’abusivismo, al disboscamento dei versanti ed all’urbanizzazione irrazionale. Lo confermarono chiaramente le attività di vigilanza della Direzione regionale del lavoro che riferirono come, su 60 cantieri controllati, più di 50 non

11 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le istituzioni sanitarie cattoliche una risorsa nella sanità pubblica

rio perseguono finalità (anche legittime) di personale profitto. La categoria del “privato” include realtà tra loro profondamente diverse che non possono essere raccolte (anche sul piano legislativo) sotto un unico ombrello. In questa prospettiva la distinzione tra pubblico e privato e il loro reciproco rapporto andrebbero senz’altro ripensati. Le attuali tendenze di accreditamento dovrebbero tener presente solo la qualità delle presta-

zioni erogate, indipendentemente dalla natura dell’ente erogante. Dato poi che per definizione le strutture non-profit reinvestono gli eventuali utili, l’interesse statale nei confronti del bene pubblico non può non tenerle in pari considerazione con quelle statali. Ma quali sono i numeri della sanità cattolica? Le Istituzioni sanitarie di matrice ecclesiale sono presenti in 15 regioni Italiane e comprendono: 2 policlinici universitari (tra cui il Policlinico “Gemelli”), 24 ospe-

dali classificati, 12 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, 4 Presidi Sanitari, circa 200 strutture tra, Case di cura e Centri di Riabilitazione. Forniscono 45 mila posti letto. Vi lavorano circa70.000 operatori sanitari, di cui 8.000 medici. Tra le 15 regione citate c’è anche il Molise, che ha l’onore di “ospitare” la Fondazione di Ricerca e Cura “Giovanni Paolo” un’Istituzione sanitaria che fa parte della grande famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un presidio d’eccellenza per la cura e ricerca delle patologie che rientrano nell’ambito oncologico e cardiovascolare. Una realtà al servizio non solo di questa Regione, ma di tutto il centro sud, com’è noto quasi la metà dei pazienti non sono molisani. Una grande risorsa da difendere e valorizzare per il bene comune di tutta la popolazione!

*Presidente Regionale Abruzzo Molise del Movimento Cristiano Lavoratori (M.C.L.)

Salute e ambiente, temi caldi franosi (144 beni solo per la provincia di Campobasso).

erano in regola, al punto che i Servizi ispettivi dovettero intensificare la propria attività, scoprendo 7 discariche abusive estese per 10mila mq. I rifiuti giacevano abbandonati, lungo la costa, tra Petacciato, Termoli e Campomarino. Si trattava di scarti edilizi, pneumatici, materiali ferrosi, pali di cemento armato precompresso ed arredi domestici vari. Nella graduatoria nazionale per rischio di dissesti idrogeologici, in particolare per le frane, il Molise è al 3° posto Ve ne sono 8.800 attive, con ben 88 comuni a

rischio per l’instabilità dei versanti caratterizzati da una quasi totale natura argillosa con circa 3.560 km su un totale di 4.618. Secondo una classifica comparsa su “La Stampa” la regione si posiziona al 1° posto con una media di rischio per la popolazione residente pari al 19,4% per frane e smottamenti. Il rischio coinvolge anche i beni culturali del territorio, al punto che il Ministero ha stilato una “Carta” ed ha evidenziato che il Molise detiene anche il primato per opere che rischiano di crollare a causa di fenomeni

Furono posti sotto esame pure il consumo e lo spreco idrico, la capacità di depurazione, i livelli di polveri tossiche (nel capoluogo molisano siamo al livello PM10 considerato da allarme). Addirittura l’area pentra si ritrovava (e si ritrova) al penultimo gradino di questa classifica. Per la qualità dell’aria andrebbero esaminate le concentrazioni di polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Ma in Molise nulla si muove. Si tende a minimizzare, ad evitare gli odiosi allarmismi. Se ne dichiarò convinto il giudice Ferdinando Imposimato, che, già alla fine degli anni ’80, aveva denunciato le infiltrazioni malavitose. Poi, grazie alle Mamme di Venafro, vennero portati alla luce i risultati di diverse analisi condotte su di una foglia di fico, prelevata nei pressi della “Colacem” di Sesto Campano. Nella polvere di cemento dell’Azienda venne riscontrata la presenza di particelle di ferro, con titanio e manganese e poi presenze di uranio e torio. Nel 2010 e nel 2011 furono due i casi di diossina nella carne bovina. Le “mamme” denunciarono anche la presenza di diossina nel latte materno dopo i riscontri dei tecnici dei laboratori del Consorzio interuniversitario di Chimica di Marghera.


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