Da due anni ci occupiamo della casa di frattura al mare

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 163 - Mercoledì 15 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa Molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Le Iene

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Le Iene. Ancora una volta i giornalisti della popolare trasmissione sono tornati ad occuparsi della Regione Molise. Il nuovo video sarà trasmesso a breve e svelerà il contenuto delle interviste realizzate dinanzi il Consiglio regionale. Già altre volte sono stati in Molise ed hanno mostrato all'Italia intera le cose che non vanno. Siamo proprio curiosi, anche questa volta, di vedere le cose che non vanno e, speriamo, di non farci l'ennesima brutta figura.

Il Tapiro del giorno a Salvatore Ciocca

Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Ciocca. Dopo gli appelli dell'Acem, sui fondi per la ricostruzione post-sisma, ci si attendeva dal delegato alla Protezione civile una risposta alle imprese chiamate a conoscere il loro futuro. Ci sono quelle già chiuse e altre che rischiano di fare la stessa fine. Una risposta, con date certe per i pagamenti, crediamo andasse data non per dovere istituzionale ma per capire se i soldi ci sono per davvero o è un capitolo chiuso.

Da due anni ci occupiamo della casa di Frattura al mare comprata da Torzi e girata a Paoletto

percheee?

SERVIZIO A PAGINA 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 15 luglio 2015

257.338.926 euro per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro

Carico di debiti amministrativamente in difficoltà politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali il Molise è una Regione sotto tutela L’accesso all’anticipazione di liquidità per 257.338.926 euro, ai sensi dell’ articolo 3 del Decreto legge 8 aprile 2013, numero 35, convertito con modificazioni dalla Legge 6 giugno 2013 numero 64, chiesto dalla Regione Molise, con due distinte note, il 28 febbraio e il 7 marzo 2014, s’è reso necessario per fronteggiare il mancato rispetto degli adempimenti previsti dal Piano sanitario di rientro, in relazione alla “realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico finanziario e di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile, per non mettere in pericolo la tutela dell’unita’ economica e dei livelli essenziali delle prestazioni”. Eccoci, dunque, di fronte a un altro “successo” della giunta Frattura che per 30 anni terrà impegnato il bilancio regionale e i molisani a pagare le rate e gli interassi dell’anticipazione. Un altro “successo” dell’incapacità a programmare e a decidere cosa fare e come fare per ridurre il deficit sanitario e per assicurare contestualmente il minino dei livelli accettabili di cura ed assistenza. Il ricorso all’anticipazione è stato un passo obbligato, previsto proprio per i casi in cui le Regioni nella condizione disastrata del Molise, non sono in grado di provvedere a se stesse e, in campo sanitario, alla salute dei propri cittadini. L’articolo 3, comma

di Lucio Pastore Ho letto su FB che il TAR Molise ha dato ragione al ricorso del Comitato S.S.Rosario di Venafro e si deve ritornare alla situazione del 2011. Tutto questo è legato all’inconsistenza ed incompetenza di una classe politica ed amministrativa incapace di presentare un Piano Sanitario Regionale organico in grado di risistemare tutto il SSR. Per difendere particolari interessi di soggetti privati o di clienti amici, si creano storture e forzature che rendono i piani di riordino oggettivamente incoerenti, deboli ed esposti a ricorsi giudiziari. Ha iniziato Iorio su questa strada ed, in piena continuità, Frattura si muove sulla stessa linea. L’unico piano accettato dal Tavolo Tecnico, quello di Carmine Ruta, è stato subito annullato da Frattura perchè riequilibrava il rapporto pubblico-privato. Ma anche il Tavolo Tecnico ha grosse colpe nel fallimento di questo riordino. I vari subcommissari inviati non hanno fatto altro

1, del decreto legge 8 Aprile 2013, numero 35, e le successive modifiche e integrazioni, prevede espressamente che, “al fine di favorire l’accelerazione dei pagamenti dei debiti degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato è autorizzato ad effettuare anticipazioni di liquidità alle Regioni ed alle Province Autonome a valere sulle risorse per assicurare la liquidità per pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili degli enti del Servizio Sanitario Nazionale di cui all’articolo 1, comma 10, del medesimo decreto”. Al finanziamento peraltro sono legati non pochi obblighi e prescrizioni,

giusto per mettere le cose in chiaro e far capire agli amministratori regionali che non sono all’altezza del compito, che le briglie sono saldamente nelle mani di chi li foraggia. La Regione deve pertanto predisporre misure, anche legislative, idonee e congrue di copertura annuale del rimborso dell’anticipazione di liquidità, verificate dall’apposito Tavolo di Verifica degli adempimenti; la presentazione di un piano di pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili, cumulati alla data del 31 Dicembre 2012 … e dettagliatamente elencati, rispetto ai quali il Tavolo di Verifica degli adempimenti

La pessima gestione della sanità pubblica che aggravare il debito e defunzionalizzare il SSR. Per non parlare dei governi centrali che per motivazioni politiche non hanno mai sostituito i commissari ad acta. Ora come fatto marginale si continueranno ad utilizzare ancora i dirigenti medici del Pronto Soccorso di Isernia per tenere aperto il Pronto Soccorso di Venafro rendendo non funzionanti entrambe le strutture, a dimostrazione dell’alto valore dell’attuale dirigenza dell’ASREM. Ma la cosa più grave è che in questo stato di marasma il sistema pubblico funziona sempre peggio mentre il privato convenzionato è costantemente e continuamente protetto. Il sistema si sta oggettivamente privatizzando trasformando progressivamente il diritto alla salute in merce. Non vorrei che tutto questa confusione non

regionali verifica la coerenza con le somme assegnate alla singola Regione …; il piano dei pagamenti può comprendere debiti certi, sorti entro il 31 Dicembre 2012, intendendosi tali i debiti per i quali sia stata emessa fattura o richiesta equivalente di pagamento entro il predetto termine. Il tasso di interesse a carico della Regione è pari al rendimento di mercato dei Buoni poliennali del Tesoro a 5 anni in corso di emissione”. Non appena formalizzata l’anticipazione, ovvero all’atto dell’erogazione, la Regione deve provvedere all’immediata estinzione dei debiti elencati nel piano di pagamento e dell’avvenuto pagamento e dell’effettuazione delle relative registrazioni contabili deve formale certificazione al Tavolo di Verifica degli adempimenti, rilasciata dal responsabile della Gestione sanitaria accentrata, ovvero da altra persona formalmente indicata dalla Regione. Carico di debiti, amministrativamente in difficoltà, politicamente irrilevante di fronte allo Stato e ai compiti statutari e istituzionali, il Molise è una Regione sostanzialmente sotto tutela, appena appena tollerata di esistere e in molti casi finanche derisa. Accade perché di fianco alla classe dirigente regionale viaggia in parallelo una realtà sociale, sindacale e culturale (la realtà economica n’è la conseguenza) che ha vissuto e vuole continuare a vivere di sussistenza. Dardo

fosse casuale ma determinata con machiavellica chiarezza. Ora la Regione Molise, per questo sfascio prodotto dalla pessima gestione politico-amministrativa, deve accendere un mutuo di 257 milioni che verrà riversato sulle spalle dei molisani con il vecchio mutuo già acceso dalla gestione Iorio, oltre le accise, tickets, tasse. E tutto questo per un sistema che funziona sempre peggio. Non sarebbe il caso di chiedere un audit popolare, così come richiesto da De Lellis, per analizzare il debito prodotto, individuare le diverse responsabilità, addossare quelle parti del debito a chi le ha generate per incompetenza ed interesse e pagare noi la sola quota parte che serve realmente al s i s t e m a ? Se questa classe politico-amministrativa non viene spazzata via la Regione Molise verrà completamente distrutta. Ma per fare questo dobbiamo passare da proteste virtuali a proteste reali. Ne saremo capaci?


TAaglio lto

3 15 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Tra due mesi scade la cassa integrazione, l’azienda è chiusa da due anni, il piano di rilancio non s’è mai visto...

GAM, miracolo previsto per il 20 luglio Poco è filtrato circa l’incontro, che si è svolto ieri, tra il presidente della giunta regionale, Paolo Frattura, ed una folta delegazione della GAM. Le certezze sono che tra due mesi scade il beneficio della cassa integrazione per i lavoratori e che l’azienda non è produttiva da ben due anni. Dall’incontro di ieri veniamo fuori, poi, con un’altra notizia, che si commenta da sé: lunedì 20 luglio prossimo, presso l’assessorato all’agricoltura e alla presenza dell’assessore al ramo, si svolgerà un nuovo incontro, espressamente dedicato alla redazione del bando relativo alla possibile cessione dell’impianto. Tutto il resto sono parole. Come la promessa della proroga degli ammortizzatori sociali (in verità una possibilità concreta visti gli stanziamenti governativi, quindi non certo un merito della giunta) e la dichiarata disponibilità, sempre a breve (futuro prossimo indefinito), delle risorse legate al PSR. Tocca fidarsi,

Caro Ciocca, quando finirà lo scarica barile e vi assumerete la responsabilità di ciò che fate, o meglio che non fate? È trascorsa mezza legislatura e ancora state studiando, dopo essere stati impegnati ad epurare il personale e a cambiare addirittura la legge per complicare ulteriormente le cose. Ancora tentate di addossare le responsabilità negative a chi ha governato prima di voi. E veniamo al fatto di Ripabottoni: che quel Comune avesse il diritto di vedersi riconosciuto il totale finanziamento della ricostruzione è cosa pacifica, scontata e mai messa in discussione (leggi bene la sentenza del Tar). Al sindaco del-

quindi, sulla parola. Come parole erano quelle, sempre del presidente Frattura, datate dicembre 2013, che ci sembra opportuno riportare, per dare a voi lettori la dimensione temporale della vicenda; per confrontarla con quanto di

concreto si sia effettivamente raggiunto in termini di risultati. 1 dicembre 2013, dunque: “La filiera agricola non chiuderà. Fino a poco tempo fa non c’era traccia dei numeri reali di questa nostra azienda, oggi, invece, sappiamo quali sono le perdite e dove sono. Prima del prossimo Natale sarà presentato il piano di rilancio industriale dello stabilimento. La ristrutturazione aziendale è improcrastinabile per avviare un processo di riammodernamento degli impianti.” Ovviamente il Natale successivo è già passato; tra non molto arriverà anche il secondo, ma del piano di rilancio e ristrutturazione aziendale non v’è traccia leggibile. La filiera avicola

Caro Ciocca, lo scaricabarile non serve al Molise l’epoca, infatti, rispondemmo che, appena pronti per partire anche con la seconda parte della ricostruzione, avremmo garantito il finanziamento con l’utilizzo dei residui o con la variazione del programma dei lavori. Faccio presente che il finanziamento totale è di circa 346 più 50 milioni di euro (questi ultimi trasferiti dalla gestione commissariale all’Agenzia) e non copre l’intero fabbisogno. Sicura-

nella realtà non esiste, ma noi dovremmo comunque aver fede e speranza che nell’incontro di lunedì 20 luglio ogni cosa, magicamente, andrà a posto. Il tempo, come al solito, sarà galantuomo e metterà a nudo ritardi e vane promesse. Proprio come quelle del dicembre 2013. “Paghiamo una consulente fior di migliaia di euro, siamo a due mesi dalla fine della cassa integrazione, ad un passo dal fallimento della GAM, a due anni dalla chiusura di un’azienda e , udite, udite, l’assessore dà appuntamento a lunedì per vedere come mettere in piedi il bando?!?!” Beh, considerato lo storico della vicenda, i risultati generalmente messi in campo da questo governo regionale in merito alle altre vertenze aperte, le prove di pragmatica risolutezza e rigida programmazione profuse a piene mani, non ci vuole poi molto a provare una sincera empatia per il lo schietto commento espresso da una lavoratrice. Staremo a vedere, in conclusione, cosa partorirà il taumaturgico incontro con l’assessore Facciolla del prossimo 20 luglio. Saremo estatici testimoni di un miracolo?

mente non è difficile trovare la copertura finanziaria necessaria a Ripabottoni anche allo stato attuale delle cose. Ma la domanda nasce spontanea: noi con una sola delibera Cipe siamo riusciti ad ottenere fondi Fas nazionali. dall’allora governo Berlusconi. per un importo pari a 346 milioni, e voi avreste forse difficoltà ad ottenere una integrazione di soli 16 milioni di euro? Non credo. Impegnatevi e ce la farete. Sen. Michele Iorio

“Pagamenti alle imprese, solo ostruzionismi” Con il pagamento diretto alle imprese dei corrispettivi inerenti i lavori della ricostruzione, previsto dalla legge regionale del Molise n. 8/2015, in previsione dell’accreditamento dei fondi occorrenti, ora il rischio è che i soggetti attuatori, principalmente i Comuni, non collaborino attivamente per velocizzare l’iter delle liquidazioni, bloccati dalle incertezze interpretative sull’applicazione della nuova disposizione normativa, pur sufficientemente chiariti con la determinazione n. 7/2015 del Commissario Straordinario dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile. Per i fondi delle opere pubbliche extra sisma finiti nella perenzione, si registra parimenti uno scarica-

La denuncia è dell’Acem che torna anche sui fondi per la ricostruzione post sisma barile tra i singoli Assessorati regionali e l’Assessorato alle Finanze con i primi che sostengono di dover attendere l’input del secondo per la riproposizione dei mandati e quest’ultimo che lamenta di non aver ricevuto alcun atto dai primi per poter procedere. Lo denuncia l’ACEM che sulla base delle segnalazioni pervenute dalle imprese associate registra un atteggiamento di ostruzionismo e di mancanza di collaborazione tra le varie strutture, assolutamente non accettabile in questo periodo così difficile per l’edilizia e per l’economia della Regione. “Fiduciosi che nei prossimi giorni

siano sbloccati i pagamenti del sisma – spiega il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – occorre la massima collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nella ricostruzione ed i Comuni devono fare la loro parte sennò il rischio è che pur in presenza dei fondi, possa verificarsi un ulteriore stop a causa dei problemi applicativi della nuova normativa che invece deve portare ad una vera velocizzazione delle liquidazioni, mentre per la perenzione occorre chiarezza da parte delle varie strutture regionali evitando lo scaricabarile sulla pelle delle imprese.”


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TAaglio lto

4 15 luglio 2015

Nuova denuncia della Cisl che ha scritto una lunga lettera ai Sindaci dei Comuni interessati dai tagli

“Poste, saranno 20 gli uffici aperti a singhiozzo” CAMPOBASSO. E’ la Cisl Poste a portare a conoscenza della politica e delle istituzioni le scelte operate dall’azienda per i piccoli uffici. Sono 20 gli sportelli che seguiranno turni a singhiozzo. “Portiamo alla Vostra conoscenza il piano industriale di prossima realizzazione da parte di Poste Italiane, pertanto riteniamo opportuno contrastare insieme detto piano, che rischia di avere un impatto negativo nei confronti delle comunità locali In particolare, ci riferiamo al progetto aziendale che porta a un’ulteriore razionalizzazione della presenza degli uffici postali sul territorio concentrandola nelle zone ritenute più redditizie. I tagli avverranno dopo le elezioni amministrative, approfittando del periodo vacanziero. Infatti, dal prossimo 7 settembre, avremo Uffici postali razionalizzati con aperture a giorni alterni, cioè tre aperture settimanali su sei, che interesseranno i comuni di Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Roccasicura, l’ufficio della città di Isernia localizzato a Castelromano e quello di San Pietro Avellana ricadenti nella provincia di Isernia. Nella provincia di Campobasso, i comuni interessati sono quelli di Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cer-

aaCAMPOBASSO. “Con rammarico mi sono trovato nelle ultime settimane a raccogliere le lamentele di tutti quegli Amministratori Comunali e dei tecnici interessati che avevano visto nel bando per il finanziamento di progetti finalizzati a rendere energeticamente più efficienti gli utilizzi degli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche, uno spiraglio per il Molise sia in termini di risparmio energetico, efficientamento ed ammodernamento dei Comuni che in termini di giusta distribuzione di fondi pubblici e di opportunità di lavoro sul territorio”. Sul Bando in questione così interviene il Consigliere Regionale Salvatore Micone. “Sarebbe stata una delle occasioni in cui il Molise avrebbe potuto dare dei segnali ai cittadini sulla volontà delle Istituzioni di cambiare pagina, di utilizzare in modo giusto ed obiettivo i fondi pubblici; invece, leggendo l’Avviso Pubblico, finanziato per circa 4 milioni di euro a valere sul FESR, ci rendiamo conto che purtroppo non tutti sono stati messi nelle condizioni di presentare istanza di accesso ai finanziamenti” sottolinea M i c o n e . “Il predetto Avviso prevede, in-

E i soldi per le imprese?

cepiccola, Larino succ.1, Macchia Valfortore, Monacilioni, Montelongo, Morrone del Sannio, San Giovanni in Galdo. Scenderebbero, infine, da quattro a tre le aperture settimanali degli uffici di Acquaviva di Isernia e Castelpetroso. Ad aprire per soli due giorni a settimana, invece, saranno quelli di: Sant’Angelo Limosano e Trivento, mentre è chiuso definitivamente l’ufficio postale di Monteverde di Bojano. Come Sindacato CISL Poste continuiamo a esprimere forte dissenso per il piano di razionalizza-

zione di piccoli Uffici postali nel territorio molisano che rappresentano un importante presidio sociale. Non daremo mai il nostro avallo poiché riteniamo che i piccoli uffici postali svolgano un ruolo importante ad assicurare, in ogni luogo, un contatto con il mondo e affinché l’accessibilità ai servizi postali continui a soddisfare le esigenze dei cittadini Italiani. Pertanto ci farebbe piacere poter affrontare le problematiche evidenziate e le possibili azioni d’intervento in uno specifico incontro con le SS. VV”.

Ogni promessa è debito e così siamo ben lieti di tornare sulla questione dei pagamenti alle imprese edili molisane che hanno svolto i lavori della ricostruzione post sisma. Il 27 giugno scorso, sulle pagine de La Gazzetta, abbiamo dato conto del botta e risposta tra l’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise), per bocca del suo presidente Corrado Di Niro, ed il consigliere regionale Salvatore Ciocca, delegato alla materia. Da una parte i fatti: le aziende edili molisane attendono da anni sacrosanto pagamento di quanto dovuto. Non vedersi riconosciuto quanto legittimamente guadagnato è una delle condizioni più frustranti che possa coinvolgere l’essere umano. La rabbia fa battere le tempie, mantenere l’autocontrollo diventa più difficile ogni giorno che passa, cambia la percezione di ogni cosa. Dall’altra parte le chiacchiere: evidentemente non pago di essere, oggettivamente, sulla sponda sbagliata della questione, il consigliere regionale Salvatore Ciocca si è preso il lusso di rispondere ad una nota del presidente dell’ACEM Di Niro, in cui si annunciava l’intenzione di ricorrere a forme eclatanti di protesta in mancanza di celeri e concrete risposte, con stizzita boria ed ingiustificabile alterigia. Il tutto annaffiato con abbondanti dosi di indigeribile sarcasmo, che vogliamo di seguito riportare a beneficio di tutti e del consigliere in primis: “Anche questa mattina il presidente dell’ACEM, affetto dal virus della visibilità a tutti i costi, annuncia e minaccia azioni eclatanti…; alla Regione Molise saranno accreditati, nel volgere di qualche giorno, come ho avuto modo di verificare personalmente, le seguenti cifre…(e giù una sfilza di riferimenti)..Si starà preparando alla prossima edizione dell’Isola dei Famosi?”. Ora, fatalmente, il volgere di qualche giorno è passato da un pezzo e dei soldi di cui Ciocca aveva personalmente verificato l’imminente arrivo non s’è sentito neanche, da lontano, il profumo. A questo punto sarà almeno auspicabile, per il prossimo futuro, che, a fronte di tanta inadempienza, ci si possa aspettare quantomeno una sobrietà di toni degna di un rappresentante delle istituzioni?

Sul bando pubblico della Regione Molise, i dubbi del consigliere, Salvatore Micone

“Efficientamento energetico, che succede?” fatti, quale criterio di aggiudicazione dei progetti e delle relative risorse un procedimento a sportello basato sull’ordine cronologico di presentazione delle domande ed il breve termine di 10 giorni successivi alla pubblicazione dell’Avviso per la presentazione delle medesime istanze. L’ordine cronologico, però, in questo caso non costituisce una garanzia di qualità in riferimento ad interventi dall’alto valore tecnico e tecnologico ed al contempo il termine di dieci giorni non è assolutamente sufficiente all’elaborazione dei progetti medesimi. Mediante il ricorso ad una valutazione tecnica ed economica dei progetti si sarebbe garantita da un lato la qualità dell’offerta con ricadute in termini di efficienza e risparmio per i comuni interessati e dall’altro un sicuro risparmio di fondi pubblici con la possibilità di garantire un numero più elevato di interventi nei Comuni del territo-

rio regionale, puntualizza Micone. “Ho presentato pertanto un’interrogazione urgente affinché il Presidente della Giunta chiarisca le motivazioni del ricorso ai suddetti criteri che hanno impedito, dati i tempi irrisori per tale tipologia di progetti, a tanti Comuni e tecnici

esperti del settore di partecipare al Bando e per capire le modalità che hanno invece permesso a pochi di accedere ai suddetti finanziamenti. Ho infatti forti dubbi sulle predette modalità dal momento che dopo appena dieci giorni alcuni e ripeto solo alcuni sono stati in

grado di individuare i Comuni, formalizzare con essi un accordo, acquisire la documentazione necessaria, predisporre progetti di cotanta difficoltà e presentare l’istanza nei primi secondi disponib i l i ! ! ! Penso che sia arrivato il momento di dare un segnale forte ai cittadini molisani, un segnale che incoraggi loro ed i giovani a restare nella nostra terra. E pertanto questo vuole essere un monito per favorire un’inversione di tendenza, per riportare la politica sui giusti canali. Per migliorare il nostro Molise c’è bisogno di tecnici competenti e progettualità valide e non dei soliti campioni della velocità”, conclude Micone”.


TAaglio lto

5 15 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Nel tentativo di portare a buon fine il Programma operativo regionale 2007/2013

Di proroga in proroga il direttore generale Di Mirco ha guadagnato un anno e i collaboratori esterni diversi mesi in più di contratto La Regione Molise era un Ente elefantiaco e bradipo prima che arrivasse il direttore generale, oggi è meno elefantiaco, per via delle ondate di pensionamento, ma rimane tremendamente bradipo Il primo figlio dell’istituto regionale della proroga è proprio lui, il direttore generale Mauro Pasquale Di Mirco, che di proroga in proroga, ha guadagnato un anno. L’incarico gli scadrebbe il 15 agosto, ma è molto probabile che gli venga ancora una volta rinnovato. Quindi, a seguire, tanti altri figli della stessa madre, tra cui ben 62 dell’elenco dei collaboratori (categorie A e B) per l’assistenza tecnica alle attività regionali sui programmi del settennio 2007/2013. Ai quali, appunto, è stata concessa la possibilità di continuare a collaborare fino al 15 ottobre prossimo. Sulla questione la giunta regionale il 13 gennaio scorso aveva autorizzato l’avvio delle procedure di valutazione comparativa finalizzata al conferimento di 53 incarichi di collaborazione coordinata e continuativa, a supporto delle attività della Regione Molise in materia di implementazione, gestione, e attuazione del Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo giunto ormai alla fase finale e, dello stesso programma, il settennio 2014/2020. Per cui avrebbero dovuto cedere il passo. Ma, alla Regione Molise i programmi, le scelte, le decisioni hanno tempi biblici di maturazione e da questa lentezza trovano giustificazione gli allungamenti dei contratti. Le procedure di valutazione

A quanto pare il bando per l’avviso pubblico “Vado e torno” (Tirocini per i processi di internazionalizzazione. Risorse FSC 200-2006, FESR 2007-2013, FSE 2007-2013 e regionali) è solo andato, senza più tornare. La procedura è scaduta ad inizio ottobre dello scorso anno, la prova selettiva si è svolta il 27 febbraio del 2015, nel marzo successivo è stata pubblicata la graduatoria, poi: più nulla. La fase operativa di questi tirocini sarebbe dovuta partire a giugno ma sulla sua sorte è scesa una cappa di sinistro mistero. Pare proprio che ci sia un bando scomparso, insieme alle sue risorse. Per ogni tirocinante ammesso ai benefici era previsto un contributo forfettario, per lo svolgimento di tutte le attività previste all’estero, di 13.550 euro. Un’ottima opportunità, quindi, per i nostri ragazzi, così come, a dare una veloce oc-

comparativa avviate pare si siano inceppate per il gran numero di domande presentate (sono ancora in corso di valutazione). Da qui la scelta di prorogare i contratti di collaborazione per assicurare la continuità delle attività di supporto alle strutture regionali che curano la gestione e l’attuazione dei progetti comunitari e nazionali del Por 2007/2013 che, com’è noto, devono essere tassativamente completati entro la fine dell’anno. Diversamente – ha valutato il direttore generale Di Mirco nel concedere la proroga – si sarebbero dovute interrompere le azioni e i

progetti in atto e quelli futuri connessi al settennio 2014/2020. Considerazioni che sono valse e valgono anche a giustificare il prolungamento del suo incarico direttoriale. Che, stando, alla ragioni per cui è stato scelto, avrebbe dovuto realizzare una profonda azione rinnovatrice dei metodi di lavoro e una profonda diversa organizzazione dell’Ente Regione per renderlo efficiente. Invece, ha proceduto e sta procedendo a colpi di aggiustamenti, di adattamenti, di pezze a colore per assecondare le politiche clientelari degli amministratori regionali. La Regione Molise era un

Ente elefantiaco e bradipo prima che arrivasse Di Mirco; oggi è meno elefantiaco, per via delle ondate di pensionamento, ma rimane tremendamente bradipo. Incapace di sfruttare e utilizzare fino all’ultimo euro, i finanziamenti europei. Beneficiari della proroga fino al 15 ottobre sono: Lucietta Amorosa, Raffaella Baldi, Paola Belmonte, Maresa Bifernino, Cristiana Carriero, Olga Cassetta, Teresa D’Agostino, Mariassunta D’Ancona, Antonella De Iuliis, Anna De Sanctis, Ines Di Giorgio, Sergio Di Giorgio, Andrea Di Giorgio, Andrea Girolamo, Angelo Di Lauro, Lucia Di Nucci, Ti-

ziana Di Paolo, Tommaso Di Pasquale, Patrizia Di Stasi, Claudia Di Tota,Giuseppina Doganieri, Katia Evangelista, Alessandra Fanelli, Carmen Fanelli, Marilena Fantetti, Alessandra Fenderico, Sara Fiammelli, Alessia Finori, Loredana Gazerro, Rossana Gianfelice, Domenico Giarrusso, Nicolina Giglio, Luisa Iannelli, Stefano Lombardi, Eleonora Luciano, Daniela Ludovico, Ambra Mancini, Daniele Marangio, Antonella Martino, Angelo Miniello, Alessio Mollichelli, Mariagrazia Muccigrosso, Lucia Napolitano, Virginia Nardacchione, Nunziatina Nucci, Ivo Oriente, Francesco Ortuso, Antonino Palomba, Sergio Paolantonio, Roberta Pasquale, Alessandro Peri, Antonio Petrone, Mariagiovanna Reale, Maria Saveria Reale, Caterina Barbara Romano, Danilo Benedetto Romano, Marco Sardella, Maria Antonietta Simiele, Lucia Taccone, Valentina Tagliaferri, Carmine Tedeschi, Dosolina Tirabasso, Rosamaria Tomasino, Gianluca Tramontano, Luciana Turro, Luigi Zarlenga, Clea Zurlo. I 53 che avrebbero dovuto subentrare, ancora sotto esame, devono pertanto allungare il collo. Ma non disperassero, anche per loro, sussistendo la regola della proroga, non mancherà di essere applicata. Dardo

Bando per tirocini all’estero sparito nel nulla. Mistero Procedura scaduta, prova selettiva svolta, graduatoria pubblicata ma del bando “Vado e torno” non si hanno più notizie da più di un mese a questa parte...

chiata, sembrava essere proprio interessante il bando stesso. Strutturato in quattro fasi, prevedeva, dopo una prima fase di

orientamento, sei mesi di tirocinio all’estero, da realizzarsi presso le Associazioni o federazioni di italiani e molisani all’estero, in alter-

nativa presso gli enti economici operanti fuori dal territorio nazionale, presso le Ambasciate italiane che si dichiareranno disponibili o in singole realtà imprenditoriali. Terminata questa fase, l’amministrazione regionale avrebbe dovuto attivare altri due moduli successivi: finanziare la nascita si venti nuove imprese costituite dai tirocinanti stessi (20.000 euro di contributo massimo per ogni nuovo progetto) e finanziare 20 bonus occupazionali, sotto forma di 6.000 euro di contributo, per ogni assunzione fatta dalle imprese finanziate. Probabilmente tutto troppo bello per essere vero. Il movente che si cela dietro questa sparizione sarà l’eccessiva avvenenza della vittima?

Un vero noir estivo, non c’è che dire. Ferma restando la sospettabilità d’ufficio del maggiordomo, sarà proprio il caso svolgere qualche indagine, fare qualche domanda in giro; con la speranza di dare risposte ai familiari delle vittime. Prima di sparire, il bando indossava una felpa bianca con la scritta “POR – FERS 2007/2013 Azioni istituzionali per l’internazionalizzazione delle imprese” e se non dovesse essere ritrovato (rendicontato) entro il 31/12/2015 potrà essere considerato come andato per sempre. Insieme con un altro pezzetto di fiducia nel futuro per i ragazzi di questa Regione. Gli unici ad essere ragionevolmente esclusi dalla lista dei sospettati.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

15 luglio 2015

“Come nasce la gestione del Castello?” L’associazione Centro Storico sottolinea l’assenza della pubblicazione di un bando CAMPOBASSO. “Dal 1° luglio il Castello Monforte ha cambiato gestione, l’amministrazione l’ha consegnato all’associazione Laboratorio Aperto. Appare buona l’idea di coinvolgere soggetti svantaggiati e dargli opportunità di inserimento sociale, ma sarebbe opportuno formare queste persone, per potergli consentire di esercitare al meglio l’importante e delicato ruolo dell’accoglienza turistica. Altre associazioni sono coinvolte nel progetto: IAL-Molise Ente di formazione, Comitato Fare Assieme Rione San Lorenzo, costituito solo il 9 maggio 2015, Associazione Promosam e Palazzo Mariassunta, ristoratrice“. A sottolinearlo l’Associazione Centro Storico. “Mancano all’appello associazioni culturali che avrebbero dovuto avere un ruolo determinante per la valorizzazione ed il rilancio del sito, simbolo della città, ma forse non se ne ritiene importante l’attività. C’è però un aspetto oscuro in questa vicenda. L’iniziativa non è stata presentata con alcun comunicato e la cittadinanza non è informata. Ma il fatto davvero inquietante che non esiste alcun atto amministrativo che giustifichi tale manovra. Di conseguenza non sono note le

condizioni dell’affidamento e la domanda nasce spontanea: perché il Sindaco concede in gestione il monumento più importante di Campobasso alla chetichella? Eppure il Sindaco sarebbe tenuto ad agire rispettando tutte le regole

amministrative tra cui, appunto, la pubblicizzazione degli atti deliberativi. In questo caso non ve n’è traccia e sarebbe opportuno che i cittadini fossero messi al corrente del progetto avviato dal Comune.

È giusto ricordare che nel 2008, proprio l’attuale Sindaco, allora Assessore, affidò con delibera e atto sottoscritto dalle parti il Castello Monforte ad una cooperativa e alla nostra associazione. Nel 2009, poi, il sindaco Di Bartolomeo spazzò via l’accordo e affidò per 5 anni la gestione alla CO.MOL.TUR. Ora improvvisamente questo consorzio lascia il castello e viene sostituito da altri soggetti. A nostro avviso sarebbe stato opportuno coinvolgere i cittadini su una valutazione della gestione dell’offerta turistica messa in campo negli anni, delle problematiche aperte ed irrisolte che da anni si cerca di portare all’attenzione delle Amministrazioni che si sono succedute, pensiamo alla gestione di un cartellone culturale all’interno del maniero e quindi al vincolo determinato dalla presenza del Sacrario, alle antenne, alla via Matris chiusa per caduta sassi, ma mai veramente utilizzata… Tutto questo non c’è stato, ma è doveroso che i cittadini siano messi almeno al corrente del “progetto” avviato dal Comune e che abbiano la possibilità di sapere con quali procedure e con quali criteri lo si è attivato“.

“Nessun atto segreto per il Castello” La pronta risposta dell’associazione Laboratorio Aperto Siamo da sempre abituati a lavorare con le difficoltà di chi si occupa di disagio e di bene comune. Le polemiche pertanto non ci interessano. Ci corre però l’obbligo di precisare quanto abbiamo letto sulla stampa negli ultimi giorni, considerazioni fatte da alcuni consiglieri comunali e da Associazioni sulla gestione del Castello Monforte. Per chiarezza è doveroso ricordare a chi legge che l’affidamento della gestione è stato oggetto di un Avviso di gara ad evidenza pubblica, sottoposto a norme chiare anche in caso di subentro, conclusosi nel 2014. Chiunque all’epoca avesse voluto avanzare proposte per l’affidamento poteva farlo nei termini previsti da quel bando. Non si tratta quindi di un affidamento diretto o “affidamento alla chetichella”. Abbiamo composto un Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) alla cui base vi è un progetto

concreto e sostenibile che la Cooperativa Laboratorio Aperto, insieme ad enti che come lo IAL Molise in quanto a credibilità e serietà non sono secondi a nessuno, hanno accettato da subito di parte-

trammo un rappresentante dell’Associazione Centro Storico per chiedere la loro disponibilità a partecipare con noi alla RTI. Eppure, fu lo stesso rappresentante a declinare il nostro invito.

zione turistica; 3- servizi ricreativi e di animazione. Siamo mossi dalla forte convinzione che il Castello Monforte non possa essere solo il luogo del Ricordo, ma debba diventare simbolo

cipare alla gara d’evidenza pubblica e alla sfida della gestione del Castello Monforte e della Via Matris. Per giunta fummo noi stessi della Cooperativa che nella fase di progettazione cercammo ed incon-

Siamo impegnati solo dal 1 luglio 2015 quindi a realizzare un’idea progettuale che prevede tre grandi macro-aree: 1-servizi gestionali e operativi; 2-servizi di assistenza e promo-

di rilancio e promozione turistica di Campobasso. Come RTI stiamo mettendo in atto anche attraverso investimenti cospicui tutte le necessarie azioni per la rivalutazione del Castello: un in-

novativo Piano della Comunicazione, percorsi enogastronomici e di promozione turistica identitaria e attiva (con professionisti iscritti nel Registro Regionale delle Guide Turistiche), iniziative tipo quella di #unselfiealCastello che tanto successo sta riscuotendo, giornate dedicate alle letture per bambini, mostre e tanto altro ancora. Abbiamo inoltre pronta la squadra di Operatori del Verde del Raggruppamento, formata e con tanto di Certificazione, che si occuperà della Via Matris non appena sarà ripristinata l’agibilità. Per natura siamo orientati al confronto e disponibili a valutare idee e proposte da chiunque arrivino, senza preclusioni, in un clima di collaborazione fattiva. In conclusione, quindi, le nostre porte (l’aggettivo Aperto è parte della nostra ragione sociale e di vita) e ovviamente quelle del Castello sono sempre aperte.

“Reintegrato l’autista” Licenziato dopo essere stato pedinato e spiato dal datore di lavoro Il Tribunale di Campobasso ha disposto la reintegra di un autista della SEAC S.r.l. licenziato illegittimamente dall’azienda che aveva comminato al lavoratore la sanzione disciplinare espulsiva in violazione delle norme di legge e del CCNL applicato. Il lavoratore ricopriva all’epoca dei fatti una carica sindacale statutaria presso la sigla FILT – CGIL e in più occasioni

aveva evidenziato/denunciato all’azienda stessa il ricorso arbitrario al potere disciplinare. Di fronte al licenziamento intimato, dopo essere stato pedinato e spiato da parte di un investigatore privato, per conto dell’azienda e in violazione della privacy, si è rivolto all’Avv. Vincenzo Iacovino che lo ha assistito nell’azione giudiziaria. Il Giudice del lavoro del capoluogo

molisano, dott.ssa Laura Scarlatelli, dopo aver riscontrato l’abnormità del licenziamento adottato ha riconosciuto al lavoratore il diritto alla immediata reintegrazione sul luogo di lavoro condannando l’azienda al risarcimento del danno subito. L’avvocato Vincenzo Iacovino, dichiara piena soddisfazione per il risultato conseguito in giudizio verso l’utilizzo strumentale e arbitrario

del potere disciplinare, purtroppo nella pratica, tristemente utilizzato da diverse aziende anche con finalità ritorsive, intimidatorie, punitive o vessatorie. Soddisfazione tanto maggiore perché il provvedimento ha restituito lavoro ad una persona quasi sessantenne che sarebbe rimasto senza alcun dubbio furori da ogni possibilità di ripresa lavorativa. Soddisfazione ha

espresso anche il segretario regionale della FILT – CIGL, Giorgio Simonetti, il quale sottolinea l’importanza della decisione e della tutela giudiziaria, rispetto alle azioni illegittime, che in un momento di carenza di “tutele decrescenti” ridanno linfa e coraggio a tante persone oggi piegate e sottoposte ai ricatti di datori di lavoro pronti a licenziare.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

15 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Il sindaco Battista tra due fuochi: l’opinione pubblica cittadina e l’intergruppo dei moderati (Udc – P.p.i. e C.d.)

Ambrosio, Colarusso e Madonna e i loro “dieci comandamenti” Prende corpo un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale oltre che comportamentale con la sottesa necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati Probabilmente (ma è una nostra malignità) non hanno gradito che il sindaco Battista si sia detto disponibile il pomeriggio del 14 luglio per un confronto pubblico con i cittadini, in Piazza Municipio, su invito degli Indignati del Molise e di Frane Molisane, sui problemi della quotidiani e sulle prospettive future, tralasciando le questioni da loro poste nel mese di maggio scorso in consiglio comunale. Sta di fatto che i capigruppo a Palazzo san Giorgio dell’Udc, del P.p.I. e del C.d. (Ambrosio, Colarusso e Madonna) si sono di nuovo affacciati al proscenio politico e amministrativo ponendo al sindaco una lista di problemi che intendono vengano discussi e affrontatati con la necessità di arrivare ad una conclusione, non escludendo gli equilibri di presenza e di rappresentanza tra i gruppi che formano la maggioranza di centrosinistra. Leggendo “i dieci comandamenti” consegnati a Battista è chiara la natura strettamente politica della richiesta e, quindi, nessuna interferenza con l’iniziativa pubblica del 14 pomeriggio (ma-

lignità chiarita). I consiglieri di estrazione moderata questa volta sono essenziali, determinati e convincenti nella loro capacità di sostenere le ragioni che sollecitano una messa a punto della maggioranza e la riattivazione delle motivazioni che l’hanno fatta prevalere in campagna elettorale a danno del centrodestra. Chiedono la qualificazione del programma elettorale (uscire dalla genericità e puntare su obiettivi di crescita e di sviluppo precisi e qualificati); l’azzeramento delle deleghe agli assessori; la revoca degli incarichi ai consiglieri comunali; l’impegno a tempo pieno degli assessori; il potenziamento, a costo zero, della compagine di giunta (aumentare il numero degli assessori senza aumentare il costo delle indennità); l’’istituzione di una cabina di regia sindaco – capigruppo; l’interazione degli assessori coi capigruppo; il coordinamento dei livelli istituzionali; il rafforzamento del raccordo del sindaco col presidente del consiglio comunale; la condivisione dei pre - consigli e delle

pre - giunte. Una rivoluzione copernicana; un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale, oltre che comportamentale, con la sottesa, quanto evidente, necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati: Udc, P.p.i. e C.d.. Presi uno ad uno i “comandamenti” dicono che la convivenza all’interno della maggioranza è abbastanza compromessa ed il difetto maggiore sarebbero la interazione, il confronto e la partecipazione, oltre l’opportunità di ampliare la giunta per dare proprio all’intergruppo (Udc, P.p.i. e C.d.) una diversa e maggiore incidenza ( l’assessore Sabusco ormai è considerato un corpo politico totalmente asservito al Pd). Che dire delle partecipazione preventiva alla giunta. Sarebbe una forma di partecipazione diretta alle decisioni dell’esecutivo e non più, come capita, quando capita, una informazione indiretta. Cambierebbe un modo inveterato di essere e si aprirebbe uno scenario totalmente differente, in cui il senso della coalizione prende forma e sostanza, oltre la

condivisione di responsabilità. Da vedere però se il sindaco e la maggioranza terranno conto dei “comandamenti” e cosa seguirebbe ad una loro eventuale mancata applicazione. Non crediamo all’apertura di una crisi; tutt’al più assisteremmo ad un appoggio esterno dell’intergruppo alla giunta Battista e alla maggioranza di centrosinistra. Il modo peggiore di stare in bilico. Ciò che conforta il cronista, comunque, è il giudizio critico sul primo anno di governo. La valutazione ormai è unanime: il programma approvato non ancora trova una benché minima attuazione. Il 14 saranno i cittadini a prendere voce su fatti e problemi che interferiscono con loro appartenenza alla città e quale l’impegno dell’amministrazione. Ciò che non manca, a quanto sembra, è la volontà di dare un senso compiuto e una possibilità concreta alla partecipazione democratica: a livello amministrativo e popolare. Dardo

Alessandro Di Lisio ricordato con un Santa Messa Suffragio nella ricorrenza del 6° anniversario della scomparsa del giovane militare campobassano Grave l’assenza delle autorità istituzionali CAMPOBASSO. Ieri è stata celebrata una messa in suffragio del Caporal Maggiore Scelto Alessandro DI LISIO, nella ricorrenza del 6° anniversario della sua scomparsa. Dopo un momento di preghiera e raccoglimento sul luogo dove riposano le spoglie del Caduto, il rito religioso è stato officiato nella chiesa di S. Giovanni Battista in Campobasso da Mons. Gabriele TETI, 1° Cappellano militare Capo della riserva. Per l’occasione, erano presenti i familiari di DI LISIO, il Comandante Militare Regionale Esercito “Molise”, Colonnello Giorgio CATALANO, una rappresentanza dello stesso Comando molisano, gli amici, una nutrita schiera di commilitoni dell’8° Reggimento Genio Guastatori Paracadutisti “Folgore” e le locali Associazioni Combattentistiche e d’Arma. La Forza Armata, con questa cerimonia, nel testimoniare i sentimenti di costante e sincera vicinanza alla famiglia DI LISIO, ha voluto ricordare ancora una volta il giovane Guastatore Paracadutista Alessandro che, il 14 luglio 2009, nel tragico e proditorio attentato di Ganjabad, 50 km a nord-est di Farah (AFGHANISTAN), ha perso la propria vita nel corso di una Missione Internazionale di Pace. Purtroppo, nonostante i tanti comunicati stampa da parte dei politici molisani, nessuna autorità istituzionale è stata presente alla manifestazione. Il solo politico a deporre un fascio di fiori sulla tomba del militare ca-

duto, il consigliere regionale Michele Iorio. Grave l’assenza del Comune di Campobasso a partire dal sindaco. Da sottolineare l’omelia di don Gabriele Teti. “Carissima mamma Dora, carissimo papà Nunzio, anche oggi, l’Italia si inginocchia dinanzi a Voi per il coraggio della vostra fede e la forza della vostra carità. Nell’ incontrarVi , in questi lunghi sei anni , avvolti nella nube del dolore, ogni parola è sembrata inutile.

La sofferenza dei vostri volti non deturpa ma abbellisce il vostro cuore smarrito anche perché l’esistenza non può essere solo sfigurata dal vuoto e dalla solitudine , ma trasfigurata da una Croce che ci è consegnata come mistero della vita. So molto bene che vi sentite traditi dal destino di morte che ha toccato Vostro figlio, il nostro Alessandro, offerto sull’altare della pace, ma sono certo che continuate a credere nell’amore e, generando comprensione e perdono , come vi è capitato molte volte e in tantissime circostanze in questi anni, annunciate speranza. Con il passare degli anni avete potuto constatare come il Vostro dolore è diventato sempre più nostro e in questa condivisione la sofferenza è stata penetrata dalla luce dell’amore ! A piangere siamo in molti ! Gesù stesso piange con noi e anche oggi in questo sesto anniversario , in questa chiesa, non cancella le nostre lacrime, ma contribuisce a dare un senso alla nostra tristezza. Chi dona la vita la troverà …. l’ ideale dell’uomo è il dono gratuito di sé ! Certamente dinanzi alla generosità di Alessandro, comprendiamo come la dignità non coincida con il potere o l’egoismo, ma con la capacità di perdersi perché l’umanità viva nella concordia. Andiamo alla scuola del Crocifisso, che rappresenta gli uomini sulla terra”.



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Isernia

15 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Comune di Isernia: a chi le colpe ? di Albino Iacovone* Credo che recentemente, non ho comunque approfondito la questione, sia stata emanata una norma con la quale i comuni devono fare “ pulizia” dei residui attivi le cui entrate non si verificheranno più ,per tutta una serie di ragioni, e riportare alla massima veridicità, unità ed integrità il bilancio di previsione in base agli strumenti contabili - finanziari esistenti. Dopo questa operazione contabile è stata data, a quanto pare,la possibilità di ripianare il disavanzo spalmandolo in 30 annualità. A questo punto tutto sta alla abilità e lungimiranza di questa e delle future amministrazioni comunali: se non vogliono che siano sempre i cittadini a pagare gli oltre 300.000 €. delle quote annuali di ripiano è necessario incidere sulla spesa con particolare riferimento a quella improduttiva ,

alla drastica riduzione dei cosiddetti “costi della politica” e a una seria lotta all’ evasione dei tributi comunali.

Alla domanda che tutti fanno : a chi le colpe ?, è facile rispondere: in questo campo e sempre difficile trovare chi ha sbagliato con dolo e

colpa grave e, quindi,salvo casi veramente eclatanti,i risarcimenti per eventuali danni erariali si contano sulle dita di una mano! E’ incredibile, comunque, che si possa arrivare ad una situazione del genere nonostante l’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali , che trova il suo fondamento nel TUEL, approvato con il D. Lgs. 18 agosto 2000, n.267 e nei relativi regolamenti attuativi, oltre che in altre numerose leggi come la n.3 del 18 ottobre 2001, la n.131 del 5 giugno 2003, nel D. Lgs. 12 aprile 2006, n.170 etc., sia abbastanza chiaro! I principi, di cui all’art.162, comma 1, del TUEL, hanno valenza generale e riguardano quindi tutto il sistema di bilancio e non solo il bilancio di previsione; essi riguardano l’unità, l’annualità,

l’universalità,l’integrità,la veridicità, il pareggio finanziario, la pubblicità. Inoltre, dall’ ordinamento stesso si riscontrano ulteriori principi da rispettare come:- comprensibilità; - significatività e rilevanza; - attendibilità; - verificabilità; - coerenza; - congruità; - motivata flessibilità; - neutralità; - prudenza; comparabilità; - competenza finanziaria; -competenza economica. Ora, come cittadino e contribuente, mi chiedo cosa hanno verificato, in tutti questi, anni i vari Organi burocratici ( Segretario generale,Responsabile del servizio finanziario etc.), di controllo ( Revisori dei conti) e politico-amministrativo ( Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale nella sua interezza-maggioranza ed opposizione) ? *Cittadino-contribuente

A Scapoli la Sagra delle Sagre Il 13 agosto tutto pronto per ospitare la produzione enogastronomica molisana SCAPOLI. Si svolgerà a Scapoli il 13 agosto prossimo, con il patrocinio dei principali enti regionali, l’annuale edizione del “festival dei sapori molisani”, già sagra delle sagre. “vento enogastronomico ideato dalla “venerabile confraternita del raviolo scapolese”, ormai diventato appuntamento imprescindibile con la storia del gusto dei prodotti di eccellenza del Molise, che vengono proposti in un “festival” di sapori unici, nel “villaggio gastronomico” sotto le stelle, inconrniciato nello splendido scenario delle Mainarde molisane. Ricette custodite gelosamente da generazioni di massaie, daranno vita a piatti antichi ma sempre nuovi, magari con poca etichetta ma con tanta storia e sostanza. sarà proposto e cucinato al momento, il vasto e prezioso patrimonio della nostra invidiata gastronomia legata alla transumanza, alla tradizione contadina povera ed a quella borghese, alle ricorrenze reli-

La serata verrà animata da gruppi di musica popolare dislocati nei vari angoli del paese, dove sarà anche possibile acquistare prodotti tipici dell’enogastronomia molisana. La “venerabile confraternita del raviolo scapolese”, offre cosi come avvenuto con successo nelle precedenti edizioni, ai comuni della regione, alle pro loco, ai ristoranti tradizionali, agli chef, alle aziende ed alle industrie enogastronomiche, una preziosa occasione per promuovere e pubblicizzare le loro sagre, i loro piatti tipici o i loro prodotti.

giose, alla cucina marinara, al brigantaggio e non per ultima alla grande cucina borbonica. i nostri cuochi, senza “stellette”, utilizzeranno esclusivamente ingredienti del territorio, quindi, a chilometro zero, di grande tradizione e qualità, selezionati e controllati con cura.

Le Acli a confronto col vescovo Cibotti L’associazione isernina ha illustrato finalità e obiettivi del nuovo direttivo E’ iniziato con un appuntamento importante e sentito il nuovo corso delle Acli di Isernia. La segreteria provinciale dell’associazione, che ha da poco rinnovato le cariche istituzionali, pochi giorni fa ha promosso un incontro con il vescovo della diocesi di Isernia - Venafro monsignor Camillo Cibotti. La delegazione Acli, guidata dal neo presidente provinciale di Isernia Enzo Scialò, composta anche dal presidente regionale Francesco Grande e

dal segretario regionale della FapAcli Guido Faonte, ha illustrato al capo spirituale del territorio pentro gli intenti che lo storico gruppo, di ispirazione cattolica, intende perseguire nel prossimo futuro. Monsignor Cibotti ha avuto modo di conoscere nel dettaglio i servizi che vengono svolti quotidianamente in favore dei cittadini e gli strumenti utilizzati per agevolare gli utenti nell’esperimento di pratiche di vario genere.

Dopo una prima parte in cui i responsabili hanno spiegato l’attività dell’associazione, condotta nel segno di quei valori che storicamente fanno da colonna portante delle iniziative Acli, l’incontro è stato incentrato sul vero obiettivo che costituisce la base del lavoro di tutti gli associati. «Per noi la cosa importante è creare relazioni - le parole del presidente provinciale Enzo Scialò - vogliamo essere più presenti nel mondo del so-

ciale e siamo pronti ad affrontare nuove scelte che i cambiamenti ci impongono. Oggi siamo impegnati a promuovere una nuova cultura del lavoro, improntata sui principi della dottrina sociale della Chiesa. Un lavoro dignitoso garantisce a ogni persona un futuro per la propria famiglia e per i propri figli». Il vescovo ha indicato poi la strada da percorrere su un territorio provinciale che è ancora alle prese con la perdita di migliaia di posti di la-

voro, con l’arrivo di cittadini stranieri, fuggiti da teatri di guerra e con l’aumento della povertà. «Siete venuti per chiedere grazia, ma vi offro giustizia», così monsignor Camillo Cibotti ha spronato i dirigenti delle Acli a proseguire un cammino rivolto al prossimo. Infine al Pastore è pervenuta una richiesta ufficiale, quella di incaricare un parroco della diocesi quale accompagnatore spirituale dell’associazione.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

15 luglio 2015

Allagamenti 2009, il risarcimento danni Il Tribunale delle Acque ha dato ragione ad alcune aziende operanti a Campomarino CAMPOMARINO. Un precedente significativo, che potrebbe ribaltare la giurisprudenza consolidata in materia di risarcimenti per eventi legati al dissesto del territorio e delle canalizzazioni idrauliche. Negli ultimi venti anni sono stati diversi i fenomeni alluvionali che hanno preso di mira il Basso Molise, non solo quella disastrosa del 24 gennaio 2003. Diversi eventi con allagamenti e inondazioni, provocate dalle esondazioni del Biferno, ma anche la gestione della rete consortile. Parliamo delle Bonifiche e delle Autorità di Bacino. Sommersi aziende e anche terreni.

C’è chi ha portato in giudizio gli enti competenti cercando di ottenere un ristoro e così, grazie alla pervicace opera legale della coppia di avvocati (non solo nel lavoro) Daniele Di Vito e Gasperina Di Brino, con sentenza dello scorso 8 luglio, il Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche presso

la Corte di Appello di Napoli ha accolto la domanda di risarcimento dei danni subiti da alcune aziende ubicate a Campomarino, in contrada Lauretta, a seguito dell’alluvione avvenuta nei giorni 24 e 25 ottobre 2009, condannando il Consorzio di Bonifica Destra Trigno e del Basso Biferno di Termoli e la Regione Molise, in solido tra loro, a risarcire la somma di circa 150mila euro per il cattivo funzionamento dei canali di bonifica da parte dell’ente consortile oltre che per la mancata attività di programmazione ed intervento in relazione allo specifico compito dell’ente regionale attinente.

“D’Ascanio esce dal seminato” L’amministrazione di Montenero di Bisaccia replica alle accuse del consigliere comunale

MONTENERO DI BISACCIA. L’Amministrazione comunale intende chiarire alcuni aspetti relativi alle notizie false diffuse nei giorni scorsi a mezzo stampa dal consigliere di minoranza Nicola D’Ascanio. “Restiamo sempre più sbalorditi – affermano sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza – di fronte all’impressio-

nante facilità con la quale il consigliere di minoranza Nicola D’Ascanio divulga le sue stravaganti teorie all’opinione pubblica e alla Stampa locale, evitando accuratamente, però, di fornire i dettagli dei suoi inattendibili scoop. Ci sarà sicuramente tempo e modo per chiarire ulteriormente ogni singola affermazione di D’Ascanio, oltre che per sottoporre le sue falsità all’attenzione degli organi competenti, ma ci preme preliminarmente chiarire quanto segue. È accaduto, infatti, che all’indomani dell’ultima Assise civica, il consigliere D’Ascanio abbia addirittura convocato i giornalisti per rivelare in maniera alquanto approssimativa e priva di fondamento alcune notizie circa presunti aumenti di tasse locali; come suo solito, in mezzo ad una serie di affermazioni demagogiche, il consigliere ha instillato il dubbio nei cittadini monteneresi secondo il quale gli amministratori comunali si sarebbero aumentati l’indennità di carica; tale menzogna è stata ulteriormente ribadita anche nel corso di un’intervista. Ebbene, nell’ultima delibera approvata in Consiglio comunale si evincono chiaramente due verità inequivocabili: la

prima è che le somme indicate, al lordo delle ritenute,sono esattamente quelle stabilite dalla vigente normativa; la seconda, invece, è che tali somme sono assolutamente identiche a quelle stabilite già nel 2010 dalla precedente Amministrazione comunale, all’epoca opportunamente decurtate secondo le disposizioni di Legge per alcuni amministratori che, in qualità di lavoratori dipendenti, avevano scelto di non chiedere l’aspettativa. A dimostrazione di ciò, vi è la delibera di Giunta comunale n. 86 del 21 aprile 2010. Tanto basta per spegnere definitivamente la demagogia spicciola di questo consigliere di minoranza e per demolire le menzogne diffuse su questo argomento. Auspicando vivamente, infine, che tale reiterata propensione a gonfiare le notizie e a divulgare falsità a mezzo stampa da parte del Consigliere D’Ascanio non sia già sconfinata in una preoccupante patologia, restiamo a disposizione di tutti gli operatori dell’informazione, invitando i giornalisti ad accertare in maniera sistematica presso i nostri uffici ogni singola affermazione futura di questo consigliere, al fine di verificarne preventivamente l’effettiva veridicità. Pur comprendendo evidentemente la sete di visibilità di chi per anni ha potuto godere delle luci della ribalta, riteniamo che non si possa approfittare in maniera così maldestra e sfacciata della credulità popolare: noi saremo vigili in questo senso e continueremo a segnalare prontamente all’opinione pubblica e a chi di dovere ogni dichiarazione falsa di cui D’Ascanio si renderà protagonista”.

“San Timoteo, troppe criticità” Il Nuovo Centrodestra interroga il sindaco Sbrocca sulla situazione delle emergenze TERMOLI. I sottoscritti Consiglieri Comunali rivolgono la seguente Interpellanza, ai sensi del comma 7 dell’art. 49 del Regolamento di Consiglio Comunale: Premesso che, nelle sedute di Consiglio Comunale del 22 luglio 2014 e del 20 marzo 2015 (monotematiche sulla Sanità), il Presidente della Regione, unitamente al Sindaco di Termoli si erano impegnati a garantire il mantenimento e/o il potenziamento delle prestazioni sanitarie garantite dai Reparti e Servizi dell’Ospedale di Termoli, al fine di limitare i ricoveri impropri e ridurre i tempi delle liste di attesa; Atteso che, tale obiettivo si

può raggiungere solo mediante l’impiego di migliori tecnologie, l’adeguamento della struttura ed il miglioramento quali/quantitativo della dotazione organica; Visto che, negli ultimi due anni si è aggravata una già rilevante situazione di carenza di personale, dovuta al blocco del turnover; Considerato che, dal 2013 la dotazione organica complessiva del Presidio Ospedaliero è costituita per il 30% da personale precario con contratti rinnovati annualmente; Constatato che, dal 31 luglio 2015, 14 ausiliari socio-sanitari su una dotazione complessiva di 35 unità non verranno riconfermati e che, in as-

senza di provvedimenti urgenti da parte della Regione Molise, dal 31 Dicembre 2015, 65 Infermieri su 224 e, similmente , altrettante unità di personale Medico, Tecnico e Tecnico Sanitario, seguiranno lo stesso destino; Rilevato che, in tal modo, si va incontro all’ inesorabile collasso dei servizi di diagnosi e cura offerti dal Nosocomio Termolese; Tutto ciò premesso, considerato ed argomentato, si interpella il Sindaco di Termoli per conoscere quali iniziative intenda porre in essere, oppure abbia già avviato per scongiurare il blocco delle prestazioni curative ed assistenziali.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

15 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Musica dal vivo fino all’una di notte Il Comune di Termoli ha provveduto a pubblicare l’avviso sull’intrattenimento notturno TERMOLI. Stavolta pare proprio che la gran cassa di risonanza di Facebook abbia preso una cantonata sugli orari in cui è permesso diffondere musica in centro. In merito all’articolo apparso su Termolionline questa mattina (14 luglio 2015) si specifica che il giorno 10 luglio il Comune di Termoli ha pubblicato il seguente avviso: INTRATTENIMENTO MUSICALE, PROCEDURE PER L’AUTORIZZAZIONE In riferimento alle numerose richieste pervenute dalle attività di pubblici esercizi e stabilimenti balneari, relative alla realizzazione di eventi musicali e intrattenimenti danzanti, il Comune di Termoli intende ricordare la procedura e i documenti necessari per il rilascio del titolo autorizzatorio. “Piccolo intrattenimento musicale” nei pubblici esercizi: Titolo autorizzatorio: Scia con allegata la seguente documentazione • Documento di identità in corso di validità e Atto costitutivo se società; • Titolo di disponibilità dell’immobile (Contratto di locazione, proprietà, Fitto di azienda, ecc.); • Documentazione attestante la destinazione d’uso dell’immobile; • Certificato

di agibilità o Autocertificazione nei casi previsti dalla legge; • Relazione Previsionale di impatto acustico ai sensi nelle norme di legge e del Piano di Zonizzazione Acustica Comunale; • Autorizzazione demaniale per gli stabilimenti balneari. Si fa presente che ai sensi dell’ordinanza del Sindaco n. 199/2008 gli intrattenimenti musicali autorizzati devono terminare entro le ore 1:00 nei giorni dal Lunedì al venerdì ed entro le ore 1:30 la notte tra il sabato e la domenica . Attività di intrattenimento

danzante ex art 69 TULPS Titolo autorizzatorio: Autorizzazione ai sensi dell’art.69 del Tulps con allegata la seguente documentazione • Documento di identità in corso di validità e Atto costitutivo se società; • Titolo di disponibilità dell’immobile (Contratto di locazione, proprietà, Fitto di azienda, ecc.); • Documentazione attestante la destinazione d’uso dell’immobile; • Certificato di agibilità o Autocertificazione nei casi previsti dalla legge; • Per locali con una capienza infe-

riore a 200 persone: Relazione tecnica ai sensi dell’art.141 del RD n.635 6/5/1940 a cura di un professionista abilitato (albo degli ingeneri o dei geometri) attestante la rispondenza del locale alle regole tecniche stabilite con decreto del Ministro dell’Interno del 19/08/1996; • Per locali con una capienza superiore a 200 persone: Convocazione Commissione Comunale di Pubblico Spettacolo, valutazione degli elaborati progettuali e dello stato dei luoghi; • Planimetria dei locali e Relazione tecnica descrittiva a firma di un tecnico abilitato e sottoscritta dal titolare; • Relazione Previsionale di impatto acustico ai sensi nelle norme di legge e del Piano di zonizzazione acustica comunale; • Documentazione di prevenzione incendi nei casi previsti dalla legge; • Autorizzazione demaniale per gli stabilimenti balneari. Pertanto si specifica che i locali sono tenuti a rispettare gli orari indicati e a rispettare i livelli di decibel consentiti poiché, il mancato rispetto dei livelli di decibel e degli orari indicati comporta sanzioni e interruzione degli eventi musicali.

Estate termolese, la toppa è peggio del buco di Christian Zaami* Quando la toppa è peggio del buco … Eppur si muove! A muoversi in questo caso è l’amministrazione Sbrocca che probabilmente, ha “reagito” alla nostra azione, non solo politica ma anche oggettiva e propositiva, in quanto prima di fare il passo, abbiamo raccolto le testimonianze e le tantissime, troppe lamentele da parte dei giovani Termolesi che, come abbiamo sottolineato qualche settimana fa, si sono

sentiti messi all’angolo per la programmazione del cartellone estivo. Pertanto apprendiamo con piacere che qualcosa anche per loro è stato pensato, (del resto nessuno è infallibile): Almamegretta e Kutso. Apprezziamo la voglia di smussare gli angoli di un cartellone estivo pensato per i gusti di pochi, ma purtroppo lo sforzo non è bastato a placare gli animi dei più giovani i quali, ancora una volta, difficilmente gradiranno la “giovane scelta” di puntare tutto sui gruppi appena citati. Sarebbe stato più opportuno usare i social

Network, utilizzare lo strumento del sondaggio, metterlo a disposizione della città di Termoli e chiedere ai giovani una loro preferenza. Una volta ottenuto il risultato, avviare le “trattative” e, solo nel caso in cui non fosse stato possibile “accontentare” la/le preferenze emerse, lasciare tutto così com’era stato pensato o, come ultima spiaggia, orientare la scelta verso i Kutso e gli Almamegretta. Non vogliamo assolutamente insegnare come si fa e come non si fa, sia ben chiaro!

Ad ogni modo sarebbe stato un ottimo strumento per rendere partecipi tutti. È proprio il caso di dire che “la toppa è peggio del buco”. Ci auguriamo che almeno per il prossimo anno, il sindaco Sbrocca e la sua amministrazione abbiano a cuore i giovani, i quali ad oggi il loro cartellone estivo alternativo ce l’hanno già, perché offerto dalle città limitrofe: Max Gazzé, Rocco Hunt, Bandabardò e Alessandro Mannarino. *Nuovo Centro Destra Termoli

Gtm, da domani servizi sospesi L’azienda continua a sollecitare i pagamenti da parte della Regione dopo la sentenza del Tar TERMOLI. “Questa azienda non è più nelle condizioni di poter garantire in sicurezza il trasporto pubblico urbano nel Comune di Termoli oltre al fatto che non vengono erogati alla stessa dal mese di agosto 2014 circa il 50% del contributo di esercizio occorrente per garantire il servizio affidato”. Lo scrive in una nota inviata alla stampa la Gtm che aggiunge: “Si aggiunga il fatto che ancora non viene erogata la terza tranche dell’indebitamento contratto nel 2010 per conto della Regione da parte della nostra società per circa 500mila euro. Diretta conseguenza di questi inadempimenti è che le banche non erogano credito alla nostra azienda né tantomeno abbiamo la capacità di affidamenti tali da sopperire ai mancati trasferimenti da parte della Regione Molise e del Comune di Termoli. Si aggiunga che pure in presenza della sentenza del Tar Molise del giugno 2015 che ripristina l’esatto contributo da corrispondere all’impresa di trasporto Gtm, a tutt’oggi sia la Regione che il Comune di Termoli non ancora si uniformano all’ordine impartito dal giudice amministrativo né sembra abbiano intenzione di agire nel senso di dare attuazione a una sentenza immediatamente esecutiva nella quale il giudice amministrativo non solo riconosce i gravi danni causati all’impresa dall’iniziativa intrapresa dalla Regione ma evidenzia la “violazione delle regole della deontologia, della discrezionalità e del vizio di eccesso di potere oltre che della violazione di legge”. Si precisa che il costo di servizio di una impresa di trasporto è costituito essenzialmente dal pagamento degli stipendi alle

maestranze e dei relativi contributi per cui il ripristino del costo effettivo operato dalla sentenza riguarda proprio quella parte di spesa aziendale destinata ai dipendenti. Questa azienda ha sempre, e in special modo nel periodo agosto 2014-aprile 2015, pur in presenza di gravi ritardi nel pagamento dei contributi da parte della Regione ha comunque sempre garantito la regolarità e la puntualità del servizio di trasporto dimostrando, in tal modo, al Comune di continuare a garantire il servizio pur in mancanza delle necessarie risorse economiche. Ora però il gioco al massacro tra Regione Molise e Comune di

Termoli non è più sopportabile, dal momento che a pagarne le conseguenze è solo la Gtm la quale non percepisce il regolare contributo dal mese di agosto 2014 e ha la motivata percezione che oggi sia proprio in discussione il futuro del trasporto pubblico locale di Termoli al quale in questi due anni sono stati assestati atti persecutori finalizzati a destabilizzare l’azienda che svolge il servizio. L’impresa da agosto 2014 si è esposta gravemente sotto il profilo finanziario e ha sopportato enormi sacrifici pur di assicurare il regolare svolgimento del servizio e il pagamento dello stipendio alle maestranze. Data la situazione in cui l’azienda si è venuta a trovare a causa del mancato versamento del 50% del contributo di esercizio non disponiamo più delle risorse occorrenti per l’approvvigionamento del carburante pertanto a far data dal 16 luglio 2015 questa azienda non potrà più rifornirsi del carburante necessario per il regolare svolgimento del servizio di trasporto pubblico urbano del Comune di Termoli. La Gtm si riserva ogni azione di danni nei confronti dei soggetti responsabili che hanno determinato tale situazione di dissesto economico”.



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Opinioni Di Claudio de Luca LARINO. La decisione dei Giudici amministrativi sul “Vietri” ha preceduto di pochi giorni la seduta promossa a Palazzo ducale per tracciare il punto di una situazione pervenuta da tempo ad un punto di non ritorno. L’Assise, sollecitata dalla minoranza consiliare, è stata convocata dalla maggioranza a tre settimane dalla richiesta. La circostanza permette di constatare che, se l’argomento è parso poco sentito già dal ritardo ostentato dalla “Fabbrica delle idee”, mal si comprende perché poi ci si possa lamentare se i primi cittadini del circondario ed i cittadini frentani sono stati assenti. Ciò nonostante, grazie all’ “assist” dei contenuti giudiziari, un po’ tutti hanno provato a mettere il proprio cappello sulla vicenda, traendone – ad uso dei “mass media” – esaltanti frasi di compiacimento. C’è stato chi ha ipotizzato che, quanto prima, il “Vietri” ritornerà ad operare con tutte le sue Divisioni, ritornando la struttura di un tempo. Ciò non è vero; e farlo credere vuol dire ingannare la pubblica opinione. Spesso le sentenze dei Tar si limitano all’aspetto formale. Nel caso del “Vietri” il Collegio molisano ha preso atto del motivo di censura articolato dai ricorrenti nel momento in cui hanno prospettato l’illegittimità dei decreti commissariali che avevano invaso la competenza legislativa regionale in materia di programmazione sanitaria, operando un intervento sostitutivo non contemplato dall’art. 120, c. 2, Cost. e dal sistema delle fonti in generale. Il Piano sanitario regionale 2008/2010, varato con delibera del Consiglio n. 190/2008, era stato approvato (in attuazione dell’art. 6, c. 2, lett. B, dello Statuto) con la legge n. 34 del 26 novembre 2008. Sicché il Commissario “ad acta”, in quanto organo amministrativo, si sarebbe dovuto astenere dal modificare la rete ospedaliera a suo tempo delineata dalla normativa regionale. Perciò, da un punto di vista

di Pasquale Di Lena Ritorna nell’ufficio di Presidenza dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, nata nel 1994 a Larino, un molisano. E’ il sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, attuale coordinatore dell’Associazione nel Molise. Un importante risultato, applaudito dalla delegazione molisana che, ieri, ha partecipato, in quella sede prestigiosa che è il Palazzo Lanfranchi di Matera (si possono ammirare le opere del grande scrittore e pittore Carlo Levi e il mondo del poeta Rocco Scotellaro), all’Assemblea ordinaria dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio. Sorbo, con altri quattro bravi amministratori della Toscana (Marcello Bonechi, sindaco di Castellina in Chianti in provincia di Siena), della Calabria ( Mario Albino Gagliardi, sindaco di Saracena in provincia di Cosenza), della Puglia (Benedetto Miscioscia, assessore Comune di Andria) e Michele Sonnessa (sindaco di Rapolla in provincia di Potenza), va ad affiancare il Presidente Enrico Lupi, applaudito per il prestigio che vive l’Associazione con i suoi 350 soci (numero non facile con le situazioni che vivono. Un successo pienamente confermato dai tre giorni di Matera,

15 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’ospedale “Vietri” prima di Iorio e Frattura

teorico, ora il “Vietri” dovrebbe ritornare ad operare con tutte le sue specialità. Ma, dopo tutto quello che è accaduto (crisi economica, “spending review”), come si può pensare – ad esempio – che possa ritornare “in pristino” la Sala operatoria se il personale non esiste più, soprattutto perché sono anni che le norme della Pubblica amministrazione sullo “spoil system” impediscono di assumere risorse per sostituire quelle poste in quiescenza? Lo stesso dicasi per ogni altro reparto. Se ne può dedurre quanto segue: almeno in un primo tempo, chi di dovere, dilatando i tempi per ottemperare alla sentenza, farà in modo che la situazione del “Vietri” permanga, con-

fermando la presente attenuazione delle attività. Poi organizzerà le cose, da un punto di vista burocratico, conformandosi al dettato dei Giudici amministrativi, modificando con gli organi e nei modi di legge la programmazione della presente situazione sanitaria. Il fatto vero che oggi si comincia a prospettare l’idea di una privatizzazione della Sanità. Talune specialità, più remunerative da un punto di vista mercatale, potrebbero essere affidate ai privati; cosicché, in un medesimo presidio, potrebbe essere attuata una suddivisione di cure e di strutture tra pubblico e privato. Lo scenario non è futuristico. Ed ecco perché si “chiudono” ospedali quali il “Vietri” che pure

aveva una sua consistenza storica. Nel 1831, il Ministro degli Affari interni, “anticipando” i Iorio ed i Frattura, istituì avvedutamente un ospedale in ogni Distretto. Nel gennaio del 1832, Ferdinando II decretò che la Provincia di Molise doveva attivarne “uno in Campobasso, un altro in Isernia ed un terzo in Larino”. Il Re intendeva programmare in tal senso perché in un territorio, privo di strutture pubbliche per la cura degli ammalati poveri, i pazienti potessero essere soccorsi (e curati) non più solo nelle proprie dimore. Ed ecco che, nel XIX secolo, esisteva già un ospedale a Venafro mentre quello di Campobasso aprì i battenti nel 1845 e raggiunse la capienza di una ventina di posti-letto nel 1910. Per Isernia bisognò attendere il 1886 (15 posti-letto). Larino (con appena 6) riuscì ad inaugurare il proprio nosocomio nel 1896; ma già nei primi decenni del ‘900 poteva ospitare 20 pazienti e, di seguito, ancora molti di più. L’ospedale di Termoli venne inaugurato nel 1951. Prima di quella data il centro adriatico poteva fruire di una struttura di fortuna e, nel ‘54, venne attivata la Chirurgia e poi la Pediatria. Seguirono, negli Anni ’60, il Laboratorio di analisi, il Servizio di radiologia ed il Reparto di ostetricia. Col tempo i Borboni furono maledetti dalla Storia. Ad essi subentrarono i Savoia, il Fascismo e la democrazia. Sinché arrivarono i Iorio ed i Frattura.

Sorbo nel direttivo nazionale Città dell’olio nisi e Macchia Valfortore con i loro territori olivetati e gli stupendi paesaggi, le importanti tradizioni legate all’olivo e all’olio, la cultura e la storia che ha origini assai remote. Un avvenimento programmato in questa parte del territorio regionale, ma che riguarda l’intero Molise e, come tale, im-

la Città che nel 2019 sarà la Capitale della Cultura Europea, con la tappa inaugurale di Girolio d’Italia e le tante manifestazioni che l’hanno vista straordinaria protagonista insieme con tutta la Basilicata. La prossima tappa di Girolio d’italia, da Expo al Molise, nelle mani di Roberto Socci, assessore di Colletorto, vedrà protagoniste le tre città dell’olio che guardano più da vicino il Fortore, Colletorto, Sant’Elia a Pia-

pegna tutte le istituzioni perché abbia il successo che merita. Serve all’immagine del Molise e, soprattutto. La nomina di Antonio Sorbo ai vertici nazionale e internazionale dell’Associazione, a fianco del Presidente Lupi, suona di auspicio per la riuscita della manifestazione. Al neo vicepresidente l’augurio di buon lavoro sapendo dei nuovi compiti affidati alle Città dell’Olio, con un nuovo ruolo che in grado di gestire la rivoluzione dell’olio, che è già cominciata.


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