Di nunzio il turista viaggiatore

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 232 marTedì 20 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a anna paola sabatini

Turismo a zero in Molise ma il delegato regionale viaggia a spese dei cittadini

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Anna Paola Sabatini direttore ufficio scolastico regionale del Molise. In poco tempo, è riuscita a calamitare attenzioni e personaggi di spicco del mondo della scuola e non sul sistema molisano. Non è cosa di poco conto tenute presente le dimensioni della scuola molisana. Il lavoro fin qui svolto, però, è dalla sua parte e, soprattutto, dalla parte dell'intero sistema formativo regionale e dei ragazzi che hanno la possibilità di conoscere, da vicino, personaggi del nostro tempo.

il Tapiro del giorno a antonio Federico

Il Tapiro del giorno lo diamo a Antonio Federico. Il consigliere regionale del Movimento CinqueStelle è entrato nella vicenda del sistema tariffario dei trasporti su ruota non centrando, però, l'obiettivo. Perchè si ricorda solo oggi che il sistema costa di più e non lo ha fatto quando la Giunta regionale ha annullato l'esito della gara d'appalto che portava ad un risparmio, per i molisani, di quattro milioni l'anno? Oggi, invece, va a fare le pulci alle aziende ben sapendo i soldi che questa avanzano dalla Regione e gli anticipi già fatti.

serVizio a pagina 3

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 20 ottobre 2015

Il vice presidente della Regione Michele Petraroia Petraroia salvato dal documento socio/economico elaborato in estate dalla diocesi di Trivento

Al convegno sullo sviluppo del Mezzogiorno tenuto a Bari, il Molise ha fatto la parte del parente povero (d’idee, di programmi, di prospettive)

In perenne attesa di un’elemosina governativa, sostegno e comprensione, da realtà abituata a stare al bocchettone dell’ossigeno (nazionale ed europeo) per non morire asfissiato Qualche mese di silenzio, quindi di nuovo ad esternare. Su temi abituali: equità sociale, equilibrio territoriale, e la solita spruzzata demagogica ad abbellire l’azione politico/amministrativa del vice presidente della Regione Molise Michele Petraroia. Ad esternare sono tornati i Cristiano Sociali del Molise sull’abbrivo della importante manifestazione della Cisl nazionale a Bari, a sostegno dello sviluppo del Mezzogiorno. Assente il presidente Frattura, ha provveduto il vice a rappresentare il Molise che, dicono i Cristiano Sociali che gli sono amici, “nel suo intervento (di Petraroia – ndr) ha segnalato la necessità di differenziare le politiche tra le aree più sviluppate del Mezzogiorno, le località costiere ed i centri maggiori, con le zone interne, svantaggiate e montane in cui è sempre più difficile assicurare i livelli essenziali di assistenza nell’erogazione dei servizi pubblici fondamentali come la scuola, la sanità, i trasporti locali, l’assistenza sociale o più banalmente anche la manutenzione delle strade provinciali e comunali”. Un debito di riconoscenza ai Cristiano Sociali per averci detto ciò

che avrebbe dovuto dirci Petraroia e non c’ha detto. Poca cosa, in verità, se posta in relazione alla statura del convegno, ai protagonisti, alle strategie ipotizzate e agli obiettivi indicati. In sostanza, stando a ciò che riferiscono i Cristiano Soicali del Molise, dobbiamo credere che Petraroia, lungi dall’associarsi ai presidenti della Campania, della Puglia, della Calabria, della Basilicata, della Sicilia nel sostenere unitariamente e coerentemente una politica per il

l’intervento

Mezzogiorno, ha approfittato per dire ai “colleghi” che egli era il rappresentante di una regione, il Molise, il cui territorio, escluso la miseria di poco più di 30 chilometri di costa, è prevalentemente montano, con vaste aree interne soggette a desertificazione e a un progressivo impoverimento a causa della mancata capacità e possibilità della Regione di creare una soluzione alternativa alla liquidazione delle Comunità montane che, bene o

dire privo di qualsiasi copertura programmatica, di uno straccio di piano economico che potesse collimare con ciò che attraverso il dibattito, il confronto e le conclusioni tratte dal segretario nazionale della Cisl, la dottoressa Furlan, è stato previsto e progettato per il futuro dell’intera area meridionale. Se saremo beneficiati in quel contesto, lo dovremo agli altri e non alla nostra classe dirigente. Che, lo ribadiamo, per dare del Molise una rendicontazione che lo descriva nella sua poco confortevole condizione sociale ed economica, non ha altra possibilità che ricorrere al documento della chiesa di Trivento e dei circa 40 parroci che l’hanno condiviso. Non di meno sono del parere anche i Cristiano Sociali che sul convegno di Bari hanno chiosato così: “Se riparte una riflessione sulla questione meridionale sarà più agevole ricostruire un tessuto solidale tra Nord e Sud, e sarà più semplice ipotizzare misure specifiche anche per le aree interne del Mezzogiorno raccogliendo le proposte ed il monito della diocesi di Trivento (Sic! –ndr)”. Dardo

Oddio, ma dove va la Scuola?

di sergio genovese La licenza di usare slogan retrò e buoni per ogni riforma dovrebbe essere consentita, per indulgenza, solo ai ragazzi. Per loro le orecchie non provano fastidio nel sentire valorizzare certe categorie di pensiero che inneggiano alla Scuola Pubblica, alla Scuola di tutti e per tutti, alla Scuola inclusiva e non esclusiva. Quando lo sento dire agli adulti, invece, non nascondo, che la cosa mi crea fastidio, fossero sindacalisti, docenti o cittadini di qualsiasi fatta, è la stessa cosa. Come un gesto automatico, all’indomani di ogni riforma, si alza il tizio che con tutto il fiato che ha nei polmoni, fiero di dire qualcosa di intellettuale, sostiene :” Questa riforma lede la libertà di insegnamento!” Che baggianata! ( avrei voluto dire un’altra cosa!) In quarantuno anni di servizio sono stato attraversato da diverse riforme o riformicchie, ma mai c’è stato qualcuno che mi è venuto a dire cosa dovevo fare e cosa dovevo evitare. E’ successo a tutti e se qualcuno af-

male, avevano un’attenzione per i territori interni e tentavano di arginare lo spopolamento e l’abbandono delle poche attività produttive. Il palcoscenico barese avrebbe meritato una presenza molisana in grado di interloquire da pari a pari e non da parente povero in perenne attesa di un’elemosina governativa, sostegno e comprensione, non da realtà abituata a stare al bocchettone dell’ossigeno (nazionale ed europeo) per non morire asfissiato. Cosa ancora peggiore sotto il profilo della dignità istituzionale, per dare del Molise l’idea di precarietà, di povertà, di squilibrio territoriale ed economico, è stato fatto ricorso al documento/denuncia elaborato dalla diocesi di Trivento nel corso dell’estate, e non a un progetto/programma regionale, ad un’analisi preventiva dello stato di fatto da cui partire per poterlo rimuovere nell’ambito di una politica unitaria per il Mezzogiorno, come è stato messo in risalto a Bari, in perfetta sintonia con le altre Regioni meridionali. Niente di ciò. Ancora una volta il Molise s’è presentato al proscenio nazionale “nudo”, vale a

ferma il contrario è decisamente in mala fede. Eppure gli slogan e i cortei organizzati dai sindacati che hanno perso negli anni i motivi fondanti del loro esistere ( lavoro e salari) convergono e si sostanziano all’interno di certe dinamiche. Per correttezza mi limito solo a

raccontare cosa succede con gli stipendi dei dirigenti scolastici trattati economicamente in maniera diversificata con pari impegni, pari difficoltà, pari titoli ma soprattutto pari responsabilità se è vero come è vero che quasi ogni giorno salgono le scale dei tribunali per andare a rispondere pure delle caviglie slogate dei ragazzi. (Tutti hanno famiglia e tutti vogliono fare soldi) Chiudo parentesi perché non è di questo che volevo parlarvi. Il vulnus da mettere in evidenza si riferisce all’enfasi che da qualche anno si sta utilizzando per informare

la cittadinanza che funzionari delle forze dell’ordine entrano negli auditorium per parlare ai ragazzi di legalità. Quando la Scuola si vuole affidare ad un Capitano dei Carabinieri per capire cosa è il bene e cosa è il male, sottoscrive, senza incertezze, la sua resa. E coloro i quali si illudono che tali iniziative possano sortire effetto, sono fuori dalla realtà perché non conoscono il quotidiano dei nostri ragazzi senza volto. Il valore della legalità deve essere ricercato ogni giorno dai docenti in quel luogo magico e allo stesso tempo pericoloso della classe. Solo il docente che cerca di entrare con la sua seconda pelle nella seconda pelle dei ragazzi ci può riuscire o perlomeno ha speranza. Il resto è teoria e perdita di tempo o occasione per qualcuno di finire sui giornali o dentro l’occhio di qualche telecamera compiacente. La legalità non la potrà mai insegnare quel professore ( improbabile) che in congedo per malattia, trascorreva le sue lunghe giornate in un resort di una bella isola della nostra bella Italia. Per riparare i danni non basterebbe neanche un plotone di poliziotti…


TAaglio lto

3 20 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

New York, Brasile, Argentina, due tappe all’Expò per promuovere il Molise e le sue bellezze

Il lungo, faticoso (costoso?) tour del delegato al turismo della Regione Molise

L’anno scorso, però, abbiamo attratto solo un ottavo dei turisti che hanno scelto l’Abruzzo Quando la serata langue, le amenità sono già state tutte esperite, con la giusta, unanime soddisfazione, e viene la voglia di un taglio più alto, così tanto per sentirsene in grado, in ogni discussione che si rispetti viene fuori il seguente argomento: il Molise dovrebbe puntare sul turismo, quella è la vocazione del nostro territorio; abbiamo tutto, il mare, la montagna, un paesaggio incantevole, siti archeologici di pregio. Alzi la mano chi non ci è passato, almeno una volta. Alla luce dei fatti, però, la più oziosa, vana, inconcludente di tutte le discussioni, di tutti gli esercizi del bravo e volitivo cittadino partecipe. I dati dell’anno scorso, che abbiamo pubblicato non più tardi di qualche settimana fa, ci raccontano che attiriamo un ottavo dei turisti che accoglie l’Abruzzo e percentuali via via sempre più imbarazzanti rispetto alle altre regioni che, invece, di turismo sono riuscite realmente a vivere. Al momento non disponiamo neanche di una struttura assessorile che possa istituzionalmente rispondere delle

cose fatte, non fatte, da immaginare. A sovraintendere a tutte le nostre potenzialità in fatto di turismo abbiamo un valente consigliere regionale delegato, Domenico Di Nunzio, che di certo non ha lesinato tempo ed energia nel girare l’Italia ed il Mondo, ca-

ricandosi sulle spalle il pesante fardello di mettere a frutto un settore che, ciascuno di noi, almeno una volta, ha riconosciuto come strategico. Ne riuscite ad immaginare il peso, cari lettori de La Gazzetta? Davvero un sforzo erculeo. Dall’ 8 al 17 giugno Di Nunzio ha

messo in spalla il Molise, le sue bellezze, le sue occasioni mancate e l’ha portato in giro tra Brasile ed Argentina, perché bisogna volare alto (e magari anche lontano, perché no) se davvero si vogliono avere risultati, se davvero si avverte il pesante fardello della responsabilità. Il 17 e 18 luglio, invece, e dal 25 al 27 di settembre, poteva mai mancare il delegato di Nunzio alla manifestazione delle manifestazioni, l’Expo? Assolutamente no, il Molise, i suoi richiami, le sue prelibatezze da mettere in tavola andavano assolutamente raccontate e promosse, con il massimo immaginabile della risonanza; tipo i ravioli di pomodoro candito e fonduta di pecorino romano o il pesce spada alla messinese, che sono stati i piatti forti della sera di gala del Molise proprio il 17 lu-

glio. Poteva, poi, Di Nunzio lasciare fuori New York da questo suo estenuante tour con il Molise sulle spalle? Altra domanda retorica la cui ovvia risposta è, no. Ed infatti dall’8 al 14 ottobre scorso il nostro ha presenziato alle celebrazioni del Giorno di Colombo, che gli Stati Uniti ogni anno dedicano al navigatore genovese cui devono tanto, loro. Il vero ombelico del mondo non poteva essere certo trascurato se speriamo, tutti noi con in testa il consigliere delegato al turismo Di Nunzio, che il prossimo anno magri riusciremo ad attrarre turisti in ragione di solo un settimo rispetto all’Abruzzo. Del resto Roma fu costruita solo un mattone alla volta. Staremo a vedere, quindi, quali e quanti risultati, porterà a casa l’infaticabile consigliere, delegato al turismo. Tanta energia, tanto impegno ed, ovviamente, le giuste assegnazioni finanziarie da ratificare in giunta, meritano un riscontro. E anche tutti noi che, almeno una volta nella vita, abbiamo pensato e detto che il Molise avrebbe dovuto puntare tutto sul turismo.

lettera aperta Egregio signor assessore, Ho letto e riletto le sue dichiarazioni in risposta alle critiche piovute per la mancata fermata del “Frecciarossa” a Termoli e mi sono convinto che la nostra regione non sa lottare per raggiungere gli obiettivi e, quando lo fa, agisce in modo confuso e con scarso background in materia. Tutte le realtà locali partono da condizioni di difficoltà di vario genere che rallentano l’attuazione di determinati programmi, e su questo credo che siamo tutti d’accordo. Difficoltà che rallentano ma non impediscono, e da qui nasce la differenza: con sacrifici, levate di scudi, dibattiti accesi in sede istituzionale, dissapori, scontri aperti, si ottiene -in tutto o in parte- quello per cui si è deciso di lottare, e che determinerà la crescita della regione. Capisco che in molti si siedano sullo scranno a dispensare consigli, e che questo sport vada molto di moda in Italia, ciò nondimeno rilevo come, dall’insediamento della Giunta Frat-

Caro Nagni, sui trasporti stai sbagliando tutto

tura, gli annosi problemi che riguardano il trasporto pubblico in regione non abbiano visto il benché minimo cambiamento di rotta. Di qui treni-cremagliere per la tratta Campobasso-Roma, di qui il ripri-

stino della tratta Campobasso-Termoli per zittire qualcuno e con la presenza di convogli che definire tali significherebbe offendere il concetto di convoglio, di qui la mancanza di sistemi agevolati di trasporto baga-

gli in una stazione cruciale come quella di Termoli, quando stazioni più piccole e meno importanti hanno tapis roulant o montacarichi, di qui il mancato raddoppio dell’arteria per eccellenza della nostra regione, la B i f e r n i n a . Basta inoltre guardarsi intorno e rendersi conto di come la realizzazione di alcuni programmi sia stata possibile attraverso intelligenti sinergie: termine che va di moda, ma che sottende il lavoro di squadra fra realtà apparentemente distanti, ma accomunate dagli stessi problemi. L’esempio più eclatante è la tratta Campobasso-Roma: visto che pare non si possa evitare la fermata di Cassino, e che quindi il treno non possa essere esclusivamente moli-

sano, perché non sviluppare programmi congiunti con la Provincia di Frosinone e la Regione Lazio? Non disconosco le difficoltà economiche, burocratiche, legislative per l’attuazione di questi programmi, ma riconosco altresì che trincerarsi dietro la logica del “non è possibile” è troppo comodo, e che se anche un 10% di quanto sopra fosse stato realizzato, il cittadino avrebbe percepito la reale intenzione dell’attuale governo regionale a cambiare uno status quo assai deludente. Potrò avere il beneficio del dubbio su questo? Chiudo con un aneddoto che a lei può sembrare ridicolo e messo lì per fare ‘scena’, ma che dal mio modesto punto di vista è intriso di significati: tornando a Campobasso da una prolungata esperienza all’estero, mio nipote un giorno disse: ‘ci sono ancora i marciapiedi dissestati di qualche anno fa’”. Cordiali saluti Giacomo Iacobucci


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TAaglio lto

4 20 ottobre 2015

Vincenzo Petitti, Massimo Liberatore e Massimo Campitelli sono il paradigma di una realtà fuori dalle strategie strumentali della politica agricola molisana

Tre giovani agricoltori molisani fornitori della MacDonald’s Italia

Di questa significativa circostanza dovrebbero essere attenti e contenti soprattutto i manovratori regionali delle politiche agricole La pagina è di pubblicità. Una pagina intera, sul Corriere della Sera. L’annuncio è della McDonald’s Italia, peraltro garantita dal patrocinio del ministero delle pontiche agricole alimentari e forestali. Riporta (in fotografia), con nome e cognome, i giovani agricoltori che, grazie al progetto Fattore Futuro, sono diventatati fornitori della grande catena di ristorazione americana. L’impatto, è notevole sotto l’aspetto promozionale per l’azienda, ma anche per i giovani agricoltori che la riforniscono dei loro prodotti intesi certezza di qualità e sicurezza. In quella pagina ci sono i volti e i nomi di tre agricoltori del Molise: Vincenzo Petitti di Rotello, Massimo Liberatore di Palata e Massimo Campitelli di Larino. Con essi il Molise è la regione italiana più rappresentata in quella pagina. Buon segno, buona notizia, ottimo auspicio se i tre verranno considerati non tanto dei prototipi quanto, invece, espressione di una tendenza, di un nuovo modo di realizzarsi dell’agricoltura molisana, grazie alle nuove energie. La loro è la testimonianza di una nuova

forza motrice di cui da alcuni anni si sono percepiti i primi segnali che poi ha via via realizzato l’innalzamento della qualità della produzione agricola molisana in chiave di specificità, a volte di unicità, sicuramente di nicchia. Ossia, un produzione non di larga scala ma di assoluta qualità: diversamente la McDonald’s Italia non ne avrebbe fatto un motivo di vanto. Crediamo che i tre giovani

Campobasso. Nel secondo trimestre del 2015 il totale dei prestiti verso le imprese (-1,9%) e dei finanziamenti alle famiglie (+3,4%) residenti in Molise risulta in aumento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Ma per quanto riguarda le imprese, in particolare, permangono le difficoltà di accesso al credito degli ultimi anni soprattutto per l’edilizia e per le attività manifatturiere. Aumentano i depositi (+0,7%), mentre le sofferenze, segnalate in diminuzione nel trimestre in esame, restano ancora elevate se rapportante al totale degli impieghi. Sono queste le principali notizie diffuse dall’Ufficio Studi e ricerche di Unioncamere Molise in commento ai dati Banca d’Italia. Al 30 giugno 2015, l’ammontare degli impieghi presso banche e casse depositi e prestiti in Molise è di 3 miliardi e 788 milioni di euro e, dopo anni di continui cali, mostra un leggero miglioramento di +0,6% rispetto allo stesso periodo del 2014: in termini assoluti sono circa 22 milioni di euro in più. A livello provinciale si assiste ad un andamento diametralmente opposto: mentre nella provincia di Campobasso gli impieghi a distanza di un anno aumentano dell’1% (+27 milioni di euro), al contrario nella provincia di Isernia in credito continua a diminuire, fa-

agricoltori siano particolarmente soddisfatti di questa loro esperienza e della pubblicità che li ha investiti su larghissima scala, tenuto conto dell’importanza del committente e della testata giornalistica. Più che noi, più che gli agricoltori interessati, di questa circostanza dovrebbero essere attenti e contenti soprattutto i manovratori regionali delle politiche agricole. Attenti a non tergiversare

oltre sulle azioni da mettere in campo e a regime, per incentivare la produzione e per garantire la qualità dei prodotti molisani (il Piano di sviluppo rurale, peraltro già dotato di stanziamenti europei, non può essere ritenuto uno strumento il quale, più che al destino delle attività agroalimentari, debba e possa servire al destino elettorale di qualche assessore regionale). Il rischio lo percepiamo

nel momento in cui, come diciamo, tutto è pronto e predisposto per varare i bandi, per finanziare i progetti e le iniziative, e invece si perde tempo, si mena il can per l’aia. Vincenzo Petitti, Massimo Liberatore e Massimo Campitelli sono il paradigma di una realtà che è fuori dalle strategie strumentali della politica agricola molisana ma intorno ad essa è possibile coagulare altri 10, 100, 1000 Petitti, Liberatore e Campitelli. Dovrebbe essere questo l’obiettivo degli amministratori regionali; vedere, cioè, crescere e svilupparsi una realtà rurale e una nuova generazione capace di ridare alla terra, ai suoi valori economici - sociali culturali e morali un ruolo trainante, essere una scelta di vita , un’opportunità di crescita, di lavoro e di guadagno, creando le condizioni necessarie perché ciò si possa realizzare, avendo come direttrice di fondo la salvezza degli elementi ambientali, naturali e vocazionali che ancora oggi, in una fase di caotica globalizzazione, hanno caratteri distintivi di unicità e di specificità. Dardo

Imprese sempre più senza soldi

In Molise continua la flessione dei finanziamenti rivolto proprio al mondo delle aziende

cendo segnare al 30/06/2015 un calo dello 0,5% (-5 milioni di euro). Come si diceva, tale risultato è da attribuirsi all’aumento dei finanziamenti alle famiglie, mentre continua a diminuire il credito erogato a favore del sistema produttivo regionale. La stretta creditizia, infatti, ha determinato in questo trimestre una contrazione dei finanziamenti erogati dal sistema creditizio alle imprese mo-

lisane dell’1,9%, che si traduce in circa 31 milioni di euro in meno immessi nel sistema produttivo regionale rispetto allo stesso periodo di un anno fa. A livello provinciale a soffrire maggiormente la stretta creditizia sono state le imprese in provincia di Isernia con una contrazione del credito erogato rispetto al 2014 di -3,2%; in provincia di Campobasso, il credito concesso alle imprese è diminuito di -1,2%. Scendendo nel dettaglio, il settore delle costruzioni risulta quello che in termini assoluti ha registrato la variazione negativa peggiore: sono 27 milioni di euro circa quelli mancanti rispetto al 2014 (6,6%). Situazione peggiore in provincia di Isernia dove la variazione percentuale è stata di -9,0%, mentre nella provincia di Campobasso i prestiti erogati a tale settore sono di-

minuiti del 5,2%. Qualche difficoltà anche per il settore dell’industria in senso stretto: -2,3% il credito erogato in meno in provincia di Isernia, -3,0% in provincia di Campobasso. In miglioramento, rispetto ad un anno fa anche la situazione per il settore dei servizi (+0,6%): in questo caso tale risultato è da attribuirsi alla situazione in provincia di Campobasso che vede un aumento del credito erogato al settore terziario pari a +0,9%; in provincia di Isernia la situazione resta stabile a ciò che succedeva un anno fa. Se i depositi continuano a crescere (+0,7%) arrivando a circa 5 miliardi e 637 milioni di euro al 30/06/2015 è la situazione della qualità del credito a mostrare ancora qualche preoccupazione. Detto che le sofferenze, dopo anni di aumenti, nel secondo trimestre del 2015 diminuiscono del 3,2%, merito del risultato registrato in provincia di Campobasso (5,1%), mentre Isernia segna un +1,4%, continua ad essere molto elevato il rapporto tra sofferenze e impieghi bancari, segno di una struttura economica regionale che denota ancora qualche difficoltà.


TAaglio lto

5 20 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Adottata dall’esecutivo di Palazzo Vitale una deliberazione dai contenuti surreali

In punto di morte, la Campitello Matese ha presentato un progetto di valorizzazione (e la giunta regionale sembra volerle stare dietro con un accordo di programma) Del turismo la Regione Molise non ha un assessore, non ha organismi amministrativi operativi, non ha un programma, soprattutto non ha tutto ciò che aveva, avendo provveduto a disfarsene Va bene che sono dipendenti, e pertanto devono stare affianco agli amministratori e a servizio dell’amministrazione che li paga, ma affermare, apoditticamente, che “il Governo regionale, sin dal suo insediamento, ha manifestato un forte interesse alla instaurazione di percorsi di valorizzazione delle risorse di cui gode il territorio molisano, tant’è che in sede di presentazione delle linee programmatiche, il Presidente ebbe a sottolineare l’importanza di curare e potenziare tale ricco patrimonio di risorse, cammini, attività per le connessioni della filiera turismo, commercio, ambiente, cultura e prodotti di qualità”, è una enormità fortunatamente non contraddetta da chi scrive, ma dai fatti che non sono seguiti a quelle affermazioni, e dalla condizione di assoluta indeterminazione in cui sono stati confinati gli organismi tecnici e amministrativi preposti a “curare e potenziare tale ricco patrimonio di risorse, cammini, attività per le connessioni della filiera turismo, commercio, ambiente, cultura e prodotti di qualità”, che sarebbero gli Enti provinciali per il turismo di Campobasso e Isernia, e l’Azienda

autonoma di soggiorno di Termoli in standby, e commissariati, in attesa che il Consiglio regionale completi il riordino legislativo degli Enti regionali, tra i quali, appunto, gli Enti provinciali per il turismo di Campobasso ed Isernia e l’Azienda di Termoli. Stando così le cose, c’è da prendere con il beneficio d’inventario, vale a dire a non dare alcun credito e alcun peso alla giunta regionale che un paio di settimane fa, non avendo molto da deliberare

Niente da fare. La Regione Molise i soldi alla GTM proprio non glieli vuole dare. Chissà mai perché. Forse questa società, concessionaria del trasporto pubblico urbano nel Comune di Termoli, avrà qualche peccato da scontare, qualche marachella, magari in una vita precedente, che gli ha ingarbugliato il karma. Altrimenti non si spiega proprio il perché la Regione Molise non voglia accreditargli i 421.920 euro che gli deve. Anche in presenza di una sentenza del TAR, la n.243 del 2015, che sanciva la legittimità della richiesta della GTM. Un’ ente pubblico, un’istituzione dello Stato, che si fa beffe di una sentenza. Siamo ai confini della guerra tra poteri o, più prosaicamente, dell’arrogante strafottenza. Ovviamente da scaricare sulla pelle di chi? Ma dei dipendenti GTM e dei cittadini di Termoli, naturalmente. I primi, da bravi vasi di coccio in mezzo ai vasi di ferro, non prendono stipendio da qualche mese ed i secondi il giorno 27 ottobre prossimo venturo saranno appiedati dalla giornata di sciopero indetta dalla GTM se entro tre giorni la Regione non si deciderà a saldare il debito. Sono mesi che da Via Genova si sono messi sul piede di guerra nei confronti delle società concessionarie del trasporto pubblico. Non passa mese che non siamo costretti

né da governare, ha dato un’occhiata al documento istruttorio che le era stato preparato e le cui conclusioni proponevano al presidente Frattura e agli assessori Petraroia, Nagni e Facciolla la possibilità di riqualificare il pianoro di Campitello attraverso un accordo di programma incentrato su un progetto di valorizzazione acquisito dalla Campitello Matese, società a capitale pubblico regionale, peraltro in liquidazione. Una deliberazione dai toni e dai con-

tenuti surreali (la giunta ha deliberato – udite udite - di “manifestare il proprio interesse affinché si dia avvio ad un percorso istituzionale tra gli enti e le altre autorità pubbliche interessati dal Progetto finalizzato alla redazione di uno schema di accordo di programma di attuazione di interventi ed opere di riqualificazione dell’area di Campitello Matese” ed ha stabilito che sarà “cura del costituendo Comitato per l’Accordo provvedere ad analizzare il

progetto acquisto dalla Campitello Matese, in ragione della necessità della Regione di far proprio, con successiva deliberazione, un programma di sviluppo ed un accordo di programma definitivi e dettagliati”); una deliberazione fondata sull’acquisizione di un progetto di valorizzazione da parte di una società in “articulo mortis”, in un cotesto in cui il turismo molisano è pura espressione verbale, ipotesi di una altrettanto ipotetica volontà di perseguirlo con altrettanta ipotetica programmazione. Del turismo la Regione Molise non ha un assessore, non ha organismi amministrativi operativi, non ha un programma, soprattutto non ha tutto ciò che aveva, avendo provveduto a disfarsene. Se non siano alle comiche, siamo certamente a una tragicommedia, in cui la componente tragica è nella Campitello Matese che prima di spirare provvede a progettare un rilancio in grande stile dell’area matesina e nella giunta regionale che le sta dietro distrattamente. Dardo

La Regione non paga, trasporto pubblico fermo a Termoli il 27 ottobre

a dare conto di minacce di sospensione del servizio da parte delle ditte per i mancati pagamenti da parte del committente. Lo scorso dicembre lo scontro tra Regione e ATM rischiò di varcare le soglie delle aule di

giustizia dopo il fermo dei mezzi da parte dell’azienda ed il conseguente cumulo di disservizi piombato sulle spalle di cittadini incolpevoli e sempre più frustrati. Centinaia di migliaia di euro versati con ritardi ingiustificati che mettono i lavoratori e le loro famiglie in condizione di umiliata prostrazione. Lavorare senza stipendio è quanto di peggio possa capitare. Le sedi istituzionali interessate tacciono. Non si riesce a capire quali siano le regioni, concrete e profonde, di questa guerra dei bus. Come nemici in guerra, infatti,

le due parti si fronteggiano da trincee lontane, sparando qualche colpo ogni tanto, per non farsi dimenticare, per ricordare che possono entrambi far male, da un momento all’altro. Ed in mezzo ci siamo noi, osservatori e cittadini. Sempre più perplessi e preoccupati dall’incapacità gestionale di questa amministrazione, soprattutto nei settori più delicati, più sensibili per una civile convivenza: sanità e trasporti. Siamo ostaggi di una classe dirigente che nella sua alta, altissima (ed altrettanto enormemente immotivata) considerazione di sé stessa chiude i rubinetti a suo esclusivo piacimento, anche in spregio di una sentenza dell’autorità giudiziaria. Tanta spregiudicatezza ci sta quasi assuefacendo tutti. La nostra soglia di tolleranza al’intollerabile si sta alzando sempre più, fino a sfiorare la totale insensibilità. Chissà fino a che punto. Chiss° quando si spezzerà questa corda ormai tesissima


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Campobasso

20 ottobre 2015

Campobasso arrestato somalo dai Carabinieri per rapina impropria conto altre persone presenti nel bar che correvano vicino l’autovettura intimando al diciannovenne di scendere dal veicolo mentre altri presenti richiedevano l’intervento dei Carabinieri al 112 Il somalo, sceso dall’abitacolo,afferrava il collo di una bottiglia e dopo averlo infranto minacciava i presenti di lasciarlo stare mentre gli stessi lo avvisavano che erano stati allertati i Carabinieri; accortosi dell’arrivo della pattuglia dell’Aliquota Radiomobile il giovane si disfaceva della

I Carabinieri della Compagnia di Campobasso hanno tratto in arresto A. M. S. cittadino somalo del 1996 ritenuto responsabile di rapina impropria. L’extracomunitario verso le 07.00 di domenica mattina si era introdotto all’interno di un autoveicolo il cui titolare lo aveva momentaneamente lasciato in sosta aperto e con le chiavi inserite per poter acquistare le sigarette al bar della stazione ferroviaria; del tentativo di avviare il motore, oltre al titolare, si rendevano

bottiglia rotta tentando di darsi alla fuga ma veniva immediatamente raggiunto e bloccato. Condotto in caserma, il somaloforniva altresì false generalità ai militari. Per quanto accertato il cittadino somalo veniva dichiarato in arresto per rapina impropria e false dichiarazioni sulla propria identità; ristretto nelle camere di sicurezza della Compagnia Carabinieri di Campobasso si trova in attesa del giudizio di convalida come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

“Legalità e nuove generazioni” Le Scuole incontrano a Campobasso il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini Una giornata sui temi della legalità e un momento di confronto tra studenti, rappresentanti delle Istituzioni e il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini. Si chiama “Legalità e nuove generazioni” l’appuntamento promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale del Molise e in programma lunedì 26 ottobre alle 9:30 nell’Auditorium dell’Istituto di Istruzione Superiore “M. Pagano” in via Scardocchia a Campobasso. Giovanni Legnini è Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 30 settembre 2014. Ha ricoperto anche l’incarico di Sottosegretario di Stato all’Economia e finanze dal 28 febbraio 2014 al 26 settembre 2014 ed è stato Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dal 3 maggio 2013 al 21 febbraio 2014, con delega all’attuazione del programma di Governo, all’Editoria, informazione e comunicazione istituzionale. Il vice presidente Legnini ha espresso pubblicamente il suo pensiero su quale dovrebbe essere la strada da percorrere nella lotta al-

l’illegalità: “Nel contrasto alla corruzione l’Italia deve diventare un modello, anche mutuando istituti adattati finora alla lotta contro le mafie. Il malaffare toglie soldi dalle tasche dei cittadini, seppure ancora non ci sia al riguardo una consapevolezza diffusa nel Paese. La corruzione è un problema nazionale non solo sotto l’aspetto morale come è evidente, ma soprattutto dal punto di vista economico. L’illegalità si alimenta di criminalità, corruzione ed evasione in primis, e viene stimata intorno ai 120 miliardi di euro. Larga parte del futuro dei nostri giovani dipende dall’efficacia della prevenzione, contrasto e repressione di queste condotte. Dovrebbe essere la lotta all’economia illegale la vera missione nazionale”. Tutti argomenti che saranno oggetto di riflessione ed approfondimento durante i lavori del convegno del 26 ottobre a Campobasso. I saluti istituzionali sono affidati al governatore del Molise, Paolo Di Laura Frattura, e al Prefetto di Campobasso, Francescopaolo Di Menna. In apertura parlerà Antonio Ven-

ditti, Dirigente scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore “M. Pagano”, mentre l’introduzione è affidata a Claudio Di Ruzza, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Campobasso e a Anna Paola Sabatini, Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale del Molise. “Con questo appuntamento – ha detto proprio Anna Paola Sabatini - aggiungiamo un ulteriore tassello alle iniziative che l’Ufficio Scolastico Regionale ha deciso di organizzare quest’anno sul’argomento legalità. Un tema che si arricchisce di nuovi contenuti per le scuole della nostra regione grazie alla presenta prestigiosa di un ospite come il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini. Penso che il Molise possa sentirsi orgoglioso di far parte attiva del dibattito nazionale sulla legalità e considerarsi a tutti gli effetti come un vero e proprio laboratorio di confronto aperto sul tema, rivolto alle scuole, alle Istituzioni e alla società civile”.

Auser e “Code in Libertà” in visita al Parco delle Morge Cenozoiche Oltre 150 turisti solo nel mese di Ottobre. Grande soddisfazione degli organizzatori Un’altra domenica alla scoperta delle bellezze del Parco delle Morge Cenozoiche del Molise. Oltre sessanta turisti, appartenenti all’associazione Auser di Campobasso, hanno preso parte al tour di un giorno che ha attraversato quattro dei dieci Comuni che hanno aderito al progetto ideato da Roberto Colella e Davide Vitiello. Dalle incantevoli morge di Pietracupa e Salcito, alla scoperta della suggestiva cripta della Cattedrale di Trivento, fino alla visita al Museo della Civiltà Rurale e Artigianale di Limosano. Il percorso è stato arricchito dalla degustazione di prodotti tipici della valle del Trigno e dall’incontro con i Sindaci di Pietracupa e Trivento, rispettivamente comune capofila e sede principale del Parco delle Morge. In tutto l’arco della giornata hanno assicurato il loro supporto i collaboratori del progetto, le giovani guide turistiche dell’area e i referenti dell’Associazione Italiana degli Insegnanti di Geografia. Grande entusiasmo per giovani e meno giovani che hanno trascorso una bellissima giornata a contatto con la natura e con le peculiarità del territorio. All’interno del Parco

è stato sperimentato per la prima volta un percorso di dog trekking insieme a Laura Zanin, referente dell’Associazione “Code in Libertà”. A breve verrà dedicata una intera giornata proprio agli amici a quattro zampe. Grande soddisfazione di coloro che hanno preso parte all’evento e degli organizzatori. Il Parco delle Morge si conferma meta di afflusso turistico, basti pensare che nell’ultimo mese sono state oltre 150 i visitatori che hanno scelto di scoprire le bellezze del Parco e hanno acquistato numerosi prodotti del posto. Pochi giorni fa anche una delegazione di studenti della Scuola Internazionale di Roma ha calpestato le imponenti rocce del cenozoico ricche di fossili e testimonianze risalenti ad oltre quaranta milioni di anni fa. Nonostante la proposta di legge per l’istituzione dell’ente Parco delle Morge Cenozoiche del Molise giace ancora nella terza commissione del consiglio regionale, in attesa dell’approvazione definitiva, le attività del Parco proseguono a gonfie vele grazie all’impegno e alla determinazione dei giovani volontari.


Campobasso

7 20 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Errori che seguono altri errori, individuali e collettivi

Una squadra che non è squadra fa un nuovo scivolone Dieci punti in otto partite con quattro espulsioni sono il regno della confusione di Gennaro Ventresca I Lupi sono in crisi per via della crisi; delle poche idee, quasi tutte sbagliate, degli annunci con la calura che si sono incagliati contro i duri scogli ricoperti dalle prime foglie ingiallite. Sono appena dieci i punti incasellati nella malinconica classifica. Mentre si continua a guardare al tetto del girone non si tiene conto della zona play out che è sempre più vicina. Quattro sconfitte in otto partite sono il ragù di un pranzo a base di rospi che sembra accettato solo dai ragazzi della Nord che continuano a sostenere, a prescindere, una squadra che non è squadra, un mister che le ha sbagliate tutte, una società che si è lasciata prendere la mano dal tortorese, un pugno di under che sono al di sotto di quelli utilizzati da Farina prima e poi da Vullo l’anno passato. Si dirà che il quarto stop imposto ai nostri ragazzi dai giovanotti marsi-

cani è riconducibile ai clamorosi lapsus del nostro portiere, colpevole dei primi due gol che hanno cambiato la contesa.

C’è del vero nelle cappelle di Grillo che la domenica dopo le sue apprezzabili parate con la Fermana ha mostrato di avere bisogno di crescere

nella scelta della posizione (prima rete) e nel coraggio (seconda rete, in cui è rimasto a guardare, anziché uscire con sveltezza e far sua la palla malandrina). C’è del vero anche nella pesante inferiorità numerica, per la quarta espulsione della stagione. Nel Fucino è toccato al difensore Carminucci andare prematuramente a far la doccia. Prima di lui era capitato a Gattari, Capuano e Boldrini. Mettono i brividi le giornate di squalifica, dieci, più quelle che dovranno essere attribuite a Carminucci. C’è del vero che il tetto della graduatoria è a soli sei punti. Ma è anche vero che davanti ai nostri ci sono tredici formazioni. E poi: con una squadra che non è squadra, con un mister che non ne indovina una, con le espulsioni che si sommano ad altre espulsioni e con la piazza che si è già arresa, dove vogliamo andare? Quando la spieghi la triste situazione non sai da dove cominciare. Quando

provi a chiederti perché quel caldo pomeriggio di luglio Roberto da Tortoreto si mostrò così sicuro di vincere il campionato, Quando ti chiedi perché mai un allenatore appena esonerato a Cosenza si sentisse così autorefenziato non sai come rispondere. Tutti ad andargli dietro a Roberto di Tortoreto. Non solo il bel direttore sportivo di Ripalimosani, ma anche gli altri che ci hanno messo la faccia. A cominciare da Giulio Perrucci che pure ne ha viste di partite, dai giorni in cui bazzicava assieme all’Adelmo, a quelli tribolati con i montelliani. Oggi, se ci penso, mi viene una vampata, come le femmine in menopausa. Credevo proprio che quest’anno mi sarei leccato i baffi. E, invece, sto qui, con mestizia, a scrivere pagine che non avrei voluto scrivere. E penso anche ai montelliani che staranno ridendo di noi. Come a voler dire: “E ora, di chi è la colpa?”.

Ridotte nel numero, peggiorate nella missione e abbondantemente ristorate

Le Commissioni consiliari a Palazzo san Giorgio sono a comando Quale spazio di autonomia può avere mai una commissione il cui presidente appartiene allo stesso schieramento politico dell’Assessore? Le commissioni consiliari a Palazzo san Giorgio sono state ridotte di numero ma, se possibile, peggiorate nella loro missione. Se considerate correttamente, dovrebbero esaltare il ruolo dei consiglieri rendendoli quanto più autonomi possibile nel giudizio e nel merito. In questo senso la logica suggerirebbe di dare la presidenza delle commissioni ai consiglieri di opposizione. A Palazzo san Giorgio invece sono considerate semplici strumenti di potere, nonché una possibilità per dare ai consiglieri una parvenza di compiti, peraltro strettamente connessi all’interesse politico della maggioranza e dei gruppi di appartenenza, e al grado di ubbidienza a

chi gli sta sopra (Sindaco e assessore). Per cui, tutto questo andirivieni di meriti e demeriti espressi sulle commissioni finendo per ridurle di numero ma non cambiandone la natura e la missione (di supporto agli assessori e al sindaco), non è stato altro che un diversivo, un lenimento ai dolori di pancia di questo e di quel consigliere, un assestamento interno agli stessi gruppi consiliari, un appianamento degli umori, senza mai venir meno, però, al precetto che i presidenti designati fossero strettamente funzionali al partito di maggioranza (Pd) e/o all’assessore di riferimento. Tanto, da annodare strettamente le commissioni al volere dei superiori, privandole di au-

tonomia di giudizio, di proposta e di controllo. Insomma, non sono altro che una sorta di gettoniera (a getto continuo). Le hanno ridotte nel numero, ma assisteremo ad un sequenza impressionante di convocazioni, tali e tante, fino ad arrivare agli importi massimi consentiti per consigliere. Sarebbe estremamente interessante avere sottomano i verbali delle commissioni, le ragioni dei rinvii per poi essere riconvocate, il numero e la qualità delle proposte elaboratore e fatte discutere dal consiglio e quali, semmai, di queste in controtendenza con gli indirizzi della maggioranza, degli assessori e del sindaco. Commissioni a comando. Quale spazio di au-

tonomia può avere mai una commissione il cui presidente appartiene allo stesso schieramento politico dell’Assessore? E’ il caso Pietro Montanaro (Udc) con Sabusco; Ferdinando Massarella con Pietro Maio; Giuseppe D’Elia e Carlo Landolfi col sindaco Battista, tutti del Pd. Presidenti a comando. Quale spazio di autonomia può mai esercitare il presidente di un commissione cui il sindaco in precedenza lo ha gratificato di una delega settoriale e funzionale? E’ il caso di Lello Bucci e di Stefano Ramundo del Pd. Altri presidenti a comando. Ridotte di numero, dicevamo, peggiorate nella missione. E abbondantemente ristorate.

Calendario dell’arte

Piero Perrino al Circolo Sannitico da oggi al 31 ottobre Piero Perrino, affermato artista molisano, a conclusione di un tour in Italia della sua migliore produzione pittorica, contrassegnato da successo di pubblico e di critica, è tornato al giudizio dei suoi conterra-

nei con una mostra al Circolo Sannitico di Campobasso, dal17 al 31 ottobre (orario 10-12,30 e 16-19,30), imperniata sul tema “I colori dell’anima”. I colori, appunto, che sono il suo forte, la sua materia magica di

trasposizione di sentimenti ed emozioni, e l’anima, dispiegata da sempre alla totalità delle espressioni. La storia umana ed artistica di Perrino è un caleidoscopio di combinazioni, circostanze, motivazioni che gli

hanno consentito, tra le sue innumerevoli capacità di esprimersi con gli strumenti della comunicazione (è stato tra l’altro un valente interprete dell’arte fotografica), di liberare la sua vena pittorica, la sua esplosiva

fantasia che l’uso dei colori traduce spesso in modo fantastico nel quale, però, è leggibile (oltre che godibile) la coerenza della composizione, del messaggio, della sollecitazione ad interagire.





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Isernia

20 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Chiauci, una diga in bilico I sindaci dell’area si dicono preoccupati per la decisione di non completare l’opera CHIAUCI. La Diga di Chiauci nell’Alto Molise è una struttura strategica per la promozione turistica e per il rilancio dell’economia, il non completamento sarebbe un attacco mirato alle potenzialità rappresentate da un patrimonio ricco di attrattive culturali e naturalistiche uniche nel territorio. Siamo amareggiati e delusi nel constatare, come a oggi, chi avrebbe potuto e dovuto operare per risolvere i problemi connessi alla piena fruizione dell’opera non abbia fatto nulla.” È quanto dichiarano i sindaci dei comuni di Pescolanciano e Chiauci, a seguito dell’incontro ufficiale che si è tenuto a Roma giovedì scorso, con il direttore generale dell’«Ufficio Dighe», dott. Cinelli, presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. “È stato fondamentale andare diret-

tamente da chi ricopre il ruolo di controllo delle dighe presenti in Italia. In un’ora di colloquio con il Direttore Generale – commenta il sindaco di Pescolanciano, dott. Domenico Padula – abbiamo avuto la conferma che le risorse finanziarie per l’opera e che avrebbero dovuto essere messe in campo dalla regione Abruzzo praticamente sono inesistenti, l’assunzione di decisioni di carattere politico sono chiare, non c’è stata un’azione in questi ultimi anni in grado di rendere protagonista la Diga di Chiauci. Vorrei ricordare – dice Padula – come nell’estate del 2014 abbia rivolto una richiesta al governo Renzi, per far destinare 25 milioni di euro delle risorse finanziarie totali dell’allora decreto “Sblocca Italia”, per ultimare la

diga di Chiauci e il lago di Pescolanciano (circa 69 milioni di euro del decreto, convertito successivamente in legge, n°164 del 11 novembre del 2014, sono stati destinati alla regione Abruzzo)”. “Adesso non ci resta che attendere la visita del governatore dell’Abruzzo, D’Alfonso. Lo avevo contattato prima della riunione che si è tenuta al ministero – afferma il sindaco f.f. di Chiauci, Domenico Di Pilla – e mi aveva promesso che entro ottobre sarebbe venuto a Chiauci, anche per rendersi conto della grave situazione che si è creata. Ma non solo. Dopo quanto abbiamo appreso, vogliamo conoscere le reali intenzioni riguardo questo progetto. La fase di sperimentazione non può durare in eterno, il bacino di Vasto può trarre

solo vantaggio dal completamento dell’invaso, per cui la regione Abruzzo non può traccheggiare a scapito dei nostri territori che subiscono conseguenze non dipendenti dalla nostra azione. L’auspicio – continua Di Pilla – è che anche il Presidente Frattura sia presente all’incontro e che solleciti con estrema trasparenza le azioni da intraprendere per i suoi cittadini, minacciati anche per le possibili conseguenze della salute pubblica”. “Il territorio dell’Alto Molise – ribadiscono congiuntamente gli amministratori – chiede la dovuta attenzione, la stessa riservata dalla Regione Abruzzo per la programmazione delle altre opere ricadenti nel suo territorio regionale. Deturpare un gioiello della natura, come questo, senza ultimare la chiusa, di-

mostrerebbe chiaramente come la gestione della cosa pubblica sia servita ai politici per l’altare dei tagli, sacrificando la buona volontà degli amministratori locali. La valle della Diga è ora un cratere pieno di melma. Ora siamo arrivati all’apice di questa «beffa», procrastinata da circa trent’anni. Metteremo in atto tutte le azioni possibili per far destinare la cifra necessaria all’ultimazione della diga, un’opera pubblica che è costata alla collettività svariati milioni di euro. Se non ci saranno risposte immediate – concludono i due sindaci – siamo pronti insieme al popolo dell’Alto Molise a manifestare, non tolleriamo più il menefreghismo della politica, indipendentemente dal colore politico. Vogliamo atti concreti.”

Capracotta, ecco gli orti urbani Il Comune ha approvato il regolamento per la regolamentazione e gestione delle aree CAPRACOTTA. Il Consiglio Comunale di Capracotta nella riunione del 16 ottobre 2015 ha approvato il regolamento per la gestione degli orti urbani. Con questa iniziativa l’amministrazione comunale intende andare incontro a quei cittadini che ne faranno richiesta perché potranno ottenere a titolo di comodato gratuito, un piccolo appezzamento di terreno di proprietà comunale, nelle immediate vicinanze del centro abitato, per trarne prodotti da utilizzare per la propria famiglia escludendo qualsiasi forma di commercializzazione. Per raggiungere questo obiettivo è stata individuata un area di circa 4mila mq. divisa in otto lotti di circa 500 mq. l’uno. Possono fare richiesta di assegnazione dei lotti i cittadini residenti che siano pensionati, disoccupati o segnalati dai servizi sociali.

Il regolamento disciplina le modalità di assegnazione e gli obblighi degli assegnatari che non possono utilizzare il lotto assegnato al di fuori di quanto stabilito dal regolamento stesso. Lo spirito della iniziativa è quello di favorire coloro che, avendone i requisiti, abbiano voglia di dedicarsi ai piccoli lavori che la custodia di un orto richiede, nella certezza che in tal modo si potranno trascorrere alcune ore della giornata lontano dagli ozi, favorendo e rafforzando forma di socializzazione e la valorizzazione delle tradizioni e delle radici contadine. Altro effetto sarà quello di valorizzare aree pubbliche inutilizzate integrando l’aspetto paesaggistico con quello sociale, contribuendo in tal modo al presidio del territorio. Il Sindaco, Antonio V. Monaco

Fondazione Neuromed e solidarietà al presidente Pietracupa due riconoscimenti capitolini “Sono onorato e anche molto emozionato di ricevere questi riconoscimenti che dedico in modo particolare a mia moglie Sara, senza il cui sostegno non avrei potuto fare scelte importanti. Riconoscimenti, inoltre, che condivido con tutti i miei collaboratori nell’ottica di quello spirito di squadra senza il quale non si possono raggiungere risultati concreti. I ruoli nella vita passano e rimane ben altro. Personalmente ho sempre creduto che anche quando si ricoprono incarichi di rilievo sia, in ogni caso, la persona a fare la differenza; per questo ho privilegiato in ogni esperienza vissuta il rapporto con gli uomini e non i numeri. Sì perché nelle attività manageriali è prassi effettuare valutazioni basate prettamente sul rapporto costo/ricavi, in ogni situazione lavorativa. Io credo, invece, che ci siano valori più importanti. Valori ritrovati nella Fondazione Neuromed che oltre alla divulgazione scientifica promuove iniziative volte ad educare alla cultura della solidarietà.

La ricerca è anche questo: promozione tra le giovani generazioni del metodo scientifico, della conoscenza e della sete di sapere. Ma allo

stesso tempo la Fondazione sostiene le fasce deboli e chi è meno fortunato di noi”. Così il Presidente della Fondazione Neuromed

Mario Pietracupa nella serata di sabato al Circolo Ufficiali dell’Aeronautica Militare di Roma, dove ha ricevuto due prestigiosi premi. Primo riconoscimento quello della Norman Academy INC (Accademia Internazionale di Cultura per gli Studi Scientifici Umanistici, Teologici, Sociali, Pedagogici ed Economici). Il Premio Capitolino d’Oro 2015 omaggio a Ruggero II è stato consegnato a Pietracupa dal Duca don Riccardo Giordani di Willemburg, a seguito della deliberazione del Senato accademico dell’Associazione il cui Presidente è il virologo Giulio Tarro, per la sua attività nel settore manageriale. Il secondo premio “Sulle Orme di Antonio Ambroselli: fare memoria per un futuro di pace 2015” è stato consegnato a Pietracupa dal Presidente dell’Associazione Antonio Ambroselli, il Cav. Dott. Sandro Ambroselli, per l’attività svolta nei settori umanitario e di solidarietà.


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Termoli

20 ottobre 2015

Ufficio Giudice di Pace salvo Il punto della situazione è stato fatto dal presidente del Consiglio comunale, Vigilante TERMOLI. La salvezza degli uffici del Giudice di pace è quasi certa, mancano infatti appena pochi tasselli e in piazzale Kennedy entro alcune settimane potrebbero già essere avviate le attività del presidio. A fare il punto della situazione è la presidente del consiglio comunale Manuela Vigilante: “L’amministrazione è contenta del risultato ottenuto e che ha consentito di mantenere la sede del Giudice di pace

presentando l’istanza entro il termine del 30 luglio scorso, come previsto, e ricevendo una comunicazione dal Presidente del tribunale(a sua volta l’ha ricevuta dal Ministro della giustizia) con cui si veniva informata che Termoli era inserita nell’elenco delle sedi di Giudici di pace in cui era prevista la riapertura. Ovviamente non si tratta di una riapertura immediataperché prima si

dovrà fare una formazione di 60 giorni ai nuovi dipendenti che è già iniziata lo scorso 9 ottobre. Questa si sta svolgendo a Larino e al suo termine sarà il coordinatore a valutare la formazione avvenuta e si attenderà il decreto del Ministro che dovrebbe confermare la riapertura avvenuta”. “La riapertura – aggiunge Manuela Vigilante – dovrà avvenire nei nuovi locali come era già stato espresso in

consiglio dove prima c’era il Tribunale; lì si creeranno due ingressi separati (c’è già la sede della Polizia Municipale) ammortizzando i costi ed eliminando quella somma che sino a poco tempo fa il Comune pagava per il canone di locazione. I nuovi locali, invece, essendo di proprietà dell’amministrazione comunale, non produrranno ulteriori costi alla cittadinanza”. “Credo – ha concluso Manuela Vigi-

lante – che il Giudice di pace sia un servizio fondamentale perché Termoli è stata già danneggiata dalla chiusura della sede distaccata e anche in quanto una città senza presidi è una città quasi orfana. La perdita di un presidio per il cittadino qual è l’ufficio del Giudice di pace è grave perché ci sono dei ricorsi che possono essere presentati direttamente lì quindi credo che sia importante mantenere questo presidio”.

Bomba carta contro un negozio Tanta paura in via Mario Milano all’altezza di un negozio di calzature TERMOLI. Ancora una esplosione ha squarciato la tranquillità di un fine settimana sulla costa adriatica molisana. Una bomba carta è stata lanciata contro la saracinesca di un negozio di calzature, La Magnifica, in via Mario Milano. Questa mattina il forte botto è stato udito intorno alle ore 7 e ha fatto saltare dal letto tutti o quasi i residenti della zona. Tantissimo spavento, come prevedibile immaginare, la serranda del negozio è stata lesionata ma gli autori del gesto non sono

riusciti a penetrare all’interno del negozio forse anche perché le loro intenzioni erano soltanto quelle di creare caos e danneggiamenti. Se c’è dell’ altro questo lo appureranno i militari dell’Arma guidati dal Maggiore Paolo Nichilo. Sul posto anche la scientifica e una pattuglia della Polizia del commissariato di Termoli. Purtroppo in quella zona, nonostante ci siano banche e poste non c’è una telecamera esterna.

Puliamo il mondo, giornata a Costa Verde I ragazzi delle classi quarte della scuola primaria di piazza della Libertà hanno ripulito dai rifiuti la spiaggia libera MONTENERO DI BISACCIA. Una splendida mattinata di sole ha fatto da cornice sabato scorso alla manifestazione “Puliamo il mondo”, l’evento annuale promosso da Legambiente a cui hanno aderito anche il Comune di Montenero di Bisaccia e le classi quarte della Scuola Primaria di Piazza della Libertà, con la preziosa collaborazione della locale Protezione Civile e degli operai comunali. L’iniziativa, che si è svolta sulla spiaggia libera della Marina di Montenero di Bisaccia e che ha visto anche la partecipazione delle maestre, dell’assessore comunale all’Ambiente Simona Contucci, del vicesindaco Gianfranca Marchesani e dell’assessore Massimo Di Stefano, ha permesso alle decine di ragazzi intervenuti di ripulire la spiaggia da plastica, vetro, mozziconi di sigarette e altri rifiuti accumulatisi nelle ultime settimane. Grazie al kit costituito da guanti, sacchetti, pettorine e cappellini, distribuito prima di mettersi all’opera, ogni alunno ha potuto dare il proprio

contributo sotto l’attenta sorveglianza del personale docente, dei volontari della Protezione Civile e degli amministratori comunali. “Si tratta di un evento di grande valore educativo - ha commentato il sindaco Nicola Travaglini nel corso del suo saluto ai bambini in partenza per il mare - che racchiude in sé un messaggio molto importante per la tutela dell’ambiente. L’auspicio è proprio quello di vedere le nuove generazioni sempre più vigili nella salvaguardia del nostro inestimabile patrimonio naturale”. “Abbiamo aderito con grande convinzione a questa bella iniziativa - ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Simona Contucci - perché siamo convinti che anche un piccolo gesto come quello di ripulire una spiaggia, possa regalare ai ragazzi una soddisfazione immensa, facendo radicare nel proprio animo il rispetto e l’amore per la natura e per il proprio territorio. E a giudicare dall’entusiasmo con il quale hanno risposto questi giovani difensori dell’ambiente, credo proprio che il messaggio abbia

colto nel segno“. L’iniziativa si è conclusa con la foto

di rito, la consegna dei sacchi di rifiuti agli operai del Comune e con

una meritata colazione per tutti gli intervenuti.


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Termoli

20 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Gtm, si tenta l’ultima carta Il segretario della Cgil, Simonetti, ha scritto al sindaco di Termoli per fermare lo sciopero TERMOLI. Vertenza Gtm, ultimo appello prima dello sciopero già proclamato da parte della Filt-Cgil all’amministrazione comunale di Termoli. Giorgio Simonetti ha messo nero su bianco la richiesta di incontro urgente col primo cittadino, inviata per conoscenza anche all’assessore regionale ai Trasporti Pierpaolo Nagni. “Egregio sindaco, avrà ricevuto, da qualche giorno, una rinnovata pro-

clamazione di sciopero dei dipendenti dell’azienda Gtm che gestisce il Trasporto pubblico urbano di Termoli. L’azione rivendicativa proclamata prevede una astensione dal lavoro del personale tutto, operatori d’esercizio e personale amministrativo, di 24 ore. Come organizzazione sindacale confederale siamo molto preoccupati dei disagi procurati all’utenza

dalle forme di protesta che prevedono astensioni dal lavoro prolungate, oltre ad arrecare ulteriori danni economici al personale dipendente, che da quattro mesi non percepisce un solo centesimo a titolo di retribuzione. A tal proposito siamo convinti della opportunità di trovare una soluzione immediata e condivisa ad una condizione economica e psichica dei dipendenti che oramai ha raggiunto limiti da emergenza.

Ci saremmo aspettati, in una fase immediatamente successiva alla proclamazione della prima iniziativa rivendicativa, datata 30 settembre, una convocazione per un tavolo finalizzato a risolvere la suddetta criticità, ma evidentemente i suoi impegni istituzionali non hanno permesso di organizzare l’occasione di confronto. Inoltre l’assessore regionale al Settore, che legge per opportuna conoscenza, ci ricorda

attraverso una nota che il nostro interlocutore diretto è l’amministrazione che lei dirige e pertanto abbiamo ritenuto opportuno chiedere a lei un incontro, che auspichiamo possa avvenire in tempi brevissimi anche alla luce delle difficoltà enormi di lavoratori e famiglie”.

“Al commissariato di Termoli urgono rinforzi” Il Coisp torna a ribadire la necessità di maggiori uomini e mezzi TERMOLI. Il COISP deciso a perseverare una campagna di sensibilizzazione circa l’incremento del personale e dei mezzi ad esso assegnati presso il Commissariato di Termoli, ha inviato una richiesta al Questore di Campobasso e al Segretario Generale del COISP Franco MACCARI. I recenti fatti di cronaca ripropongono la cruda realtà in cui vive la comunità di Termoli e le aree limitrofe ad essa connesse, troppo spesso vittima di reati contro il patrimonio e contro la persona, la cui consistenza numerica del Commissariato, non può far fronte alla crescente domanda del controllo del territorio, in concomitanza anche con il pensionamento di diversi colleghi per i quali non vi è stato alcun avvicendamento oltre alla mancanza di un Dirigente, sostituito a rotazione tra i Funzionari della Questura che non hanno potuto assicurare una presenza sempre costante, dovendosi farsi carico delle incombenze dei rispettivi Uffici della Questura . Ma anche la carenza di risorse in termini di straordinario, di mezzi veicolari adeguati e non obsoleti , spesso residuo di qualche altro ufficio periferico, ha decisamente ridotto le potenzialità e la presenza assidua della Squadra Volante, sulla quale purtroppo sono inseriti ancora chi ha oramai raggiunto i 56 anni di età e meriterebbe una considerazione diversa e di piena riconoscenza. Siamo convinti che la città di Termoli e le comunità limitrofi necessitino di una presenza maggiore della Polizia di Stato sul territorio e che il controllo stesso di queste ampie aree ne costituisca un obiettivo da raggiungere per contrastare la proliferazione di reati.

Nonostante le previsioni al ribasso, imposte dalla “ spending review”, chiediamo un’attenzione maggiore per il Commissariato P.S. di Termoli , non fosse per altro che la dislocazione di quell’ufficio rimane strategicamente importante per la prevenzione e la repressione dei reati. Infatti la città di Termoli , importante centro del medio adriatico è attraversata dall’Autostrada A 14, che collega le regioni confinanti, dalle Strade Statali SS 16 e SS 87 , dal centro di snodo ferroviario più importante del Molise oltre al Porto commerciale e turistico e ai suoi centri balneari che ogni anno richiamano l’at-

tenzione di migliaia di turisti e che la sicurezza raggiunge nel periodo estivo, la sua massima punta di criticità. Il rafforzamento degli organici deve necessariamente tener conto anche dei distaccamenti della Polizia Stradale di Termoli e Larino, in netta contrapposizione di chi ne aveva presunto celebrandone la chiusura, così come il potenziamento del Posto di Polizia Polfer, il cui organico è inadeguato alle necessità sempre più crescenti, legate anche al sovraffollamento dell’area ferroviaria spesso divenuta bivacco di clochard ed extracomunitari.

Minacce, quattro denunciati I giovani sono stati fermati dalla Polizia dopo avere danneggiato un locale TERMOLI. La Polizia di Stato di Campobasso ha denunciato quattro giovani – tre dei quali residenti a Termoli ed uno a Campobasso - per i reati di minacce e danneggiamento, commessi in concorso tra loro. Uno di questi, inoltre, si rendeva responsabile anche del reato di ricettazione, resistenza a P.U., detenzione abusiva di armi e detenzione di sostanza stupefacente. Lo scorso 17 ottobre, il proprietario di un bar ubicato sul lungomare nord di Termoli denunciava che, nel corso della notte, quattro ragazzi avevano danneggiato sia l’interno che l’esterno del suo locale. Gli stessi, minacciando il barman, avevano anche preteso ed ottenuto bevande e alimenti senza pagarli. Il titolare del pubblico esercizio se-

gnalava, inoltre, che – nel gruppo – uno dei giovani spiccava in particolare per la sua prepotenza e violenza. Immediate ed approfondite indagini condotte dagli uomini della Squadra

Mobile e del Commissariato P.S. di Termoli, consentivano di risalire – in tempi ristretti – all’identificazione dei quattro responsabili che risultavano tutti con vari precedenti di po-

lizia. Particolarmente impegnativo si presentava il rintraccio di uno di essi, non nuovo a fatti analoghi, il quale, individuato il giorno successivo dagli agenti del Commissariato a bordo di un ciclomotore, non si fermava all’alt della Polizia fuggendo ad alta velocità. Ponendosi al suo inseguimento nel centro di Termoli e coadiuvati da altri operatori del citato Ufficio che, liberi dal servizio, erano intervenuti in aiuto dei colleghi, riuscivano a bloccarlo. La perquisizione personale effettuata a carico di quest’ultimo dava esito positivo, consentendo di rinvenire due dosi di sostanza stupefacente del tipo marijuana e un coltello a serramanico. Nella successiva perquisizione domiciliare, eseguita presso la

sua abitazione di Termoli, venivano rinvenuti altri due coltelli di cui uno a serramanico, un caricatore di pistola, foglie essiccate di marijuana, una bilancia elettronica di precisione e un contenitore di metallo e plastica utilizzato di solito per triturare la marijuana. Il ciclomotore in uso al giovane, privo di targhino e con apposta una targa artigianale di cartone, veniva sottoposto a sequestro per gli opportuni accertamenti, essendo ritenuto presumibile provento di furto. In considerazione dei comportamenti tenuti dai soggetti denunciati, il Questore di Campobasso provvederà ad emettere adeguate misure di prevenzione a carico degli stessi, al fine di prevenire il ripetersi di future condotte criminose.



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Opinioni di Claudio de Luca Quasi mezzo secolo fa, un professore dell’Università di Stanford (Usa) fece un esperimento: fece abbandonare per istrada due autovetture identiche; stessa marca, modello e colore. Una venne parcheggiata nel famigerato Bronx, un’altra a Palo Alto, zona ricca e tranquilla della California in cui risiede gente di ben altra estrazione sociale. Un “team” di psicologi analizzò le reazioni degli abitanti dei due quartieri. Si poté constatare che l’auto abbandonata nel Bronx fu smantellata in poche ore, un po’ come succede a Napoli. Di contro quella di Palo Alto fu lasciata intatta. Preliminarmente fu semplice attribuire le cause alla povertà. Però, dopo una settimana, i ricercatori decisero di procedere ad un esperimento: frantumarono un vetro della vettura lasciata a Palo Alto. Il risultato fu identico a quello registrato nel degradato Bronx ed anche quest’ultimo veicolo venne smantellato. Così si comprese che non era soltanto la povertà ad innescare certi processi ma che su questi incideva pure qualcosa che aveva a che fare con la psicologia, con i comportamenti umani e con le relazioni sociali. Un semplice vetro rotto aveva trasmesso un senso di deterioramento, di disinteresse, di noncuranza, una sensazione di rottura dei codici di convivenza, di assenza di norme, di regole e di inutilità nel cercare di tutelare gli oggetti, fino ad arrivare a una violenza irrazionale nei confronti di ciò che oramai appariva una “res nullius”. Poi gli studiosi andarono oltre, e stabilirono che l’incuria ed il disordine accrescono addirittura mali sociali, fisiopsicologici, contribuendo a fare degenerare la cura dell’ambiente. Persino in una casa privata, il disordine ed il caos tendono a rendere più difficile l’educazione dei figli, generando una mancanza di rispetto fra i

20 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sentimento di tolleranza e comportamenti incivili

componenti della stessa famiglia sino ad innescare una ricaduta sulla qualità dei rapporti interpersonali interni e con la società in generale. Per la prima volta la “teoria delle finestre rotte” venne applicata, alla metà degli Anni Ottanta, nella metropolitana di New York City, il punto più pericoloso della città. La Polizia cominciò contrastando le piccole trasgressioni: i graffiti scomposti, lo sporco dalle stazioni, i soggetti ubriachi e drogati cronici, l’evasione del pagamento del biglietto, i piccoli furti; poi furono attuate azioni di disturbo. I risultati furono subito evidenti: una volta ovviato alle piccole trasgressioni, quegli Agenti riuscirono

a fare della metropolitana e delle sue adiacenze un luogo sicuro. Era il 1994, e l’allora Sindaco Giuliani si era basato proprio sulla teoria delle finestre rotte per promuovere una politica che venne definita “di tolleranza zero”. Il risultato pratico fu un abbattimento dei tassi di criminalità registrati sino a quel momento. Anche in Molise occorrerebbe un po’ di tolleranza zero. Ma questa parola risuona da decenni, senza èsiti, perché nella “ventesima regione” siamo buonisti e tolleranti ed abbiamo una gran paura della repressione. Però ci portiamo dietro il complesso dell’autorita-

rismo. Però questo va esercitato, ma a condizione che non sia rivolto verso noi stessi che, comunque, non intendiamo esporci manco assumendo una pubblica posizione al riguardo. L’ideale sarebbe una maggiore prevenzione (e repressione) delle Forze dell’ordine, mai esercitata nei nostri confronti; e noi dovremmo solo dirne male. Insomma ambiremmo ad una sorta di militarizzazione da temere e da aborrire, comunque esercitata nei confronti degli altri. Un modo di pensare che poi non dovrebbe farci gridare allo scandalo se, rotto il vetro di una finestra, notassimo segni di deterioramento, sfregi di carrozzerie, vetri rotti di bottiglie usate da giovani e santi bevitori che si fanno pure una canna. I piccoli reati si originano proprio così (e non si ha manco la percezione di essere incappati in illeciti penali). Dopodiché si andrà incontro automaticamente, quasi per istinto, a crimini più gravi. Se gli spazi pubblici sono danneggiati e nessuno interviene, saranno abbandonati per essere occupati dalla criminalità. Anche in merito all’abuso di autorità, dovrebbe valere la tolleranza zero. Non tanto nei confronti della persona che commette il reato, ma di fronte al reato stesso. In mancanza, assisteremo allo spettacolo di chi fa i propri bisogni in istrada o, andando oltre, all’uso sempre più consueto di spranghe di ferro, coltelli o addirittura machete.

Due qualità poco conosciute e poco apprezzate di Pasquale Di Lena Nei primi mesi di quest’anno, la stampa nazionale ha parlato molto del Molise grazie a un suo frutto spontaneo, diffuso dappertutto, il Prugnolo selvatico (Prunus spinosa), per le sue proprietà di potente antiossidante, prezioso per la prevenzione e la cura del cancro. La notizia data come una scoperta eccezionale che, se ben sfruttata, potrebbe fare le fortune di una regione come il Molise che, per i suoi caratteri rurali e agricoli, paga le crescenti difficoltà dovute alla pesante crisi che vive il Paese e, con essa, l’agricoltura in particolare. Per la verità, già qualche anno prima della grande scoperta, Antonella Baccari, tecnologa alimentare, che, subito dopo la laurea presso l’Università del Molise, ha saputo coinvolgere un gruppo di donne di Casacalenda dando vita a una cooperativa tutta al femminile aveva preso in considerazione il Prunus e, dopo la necessaria fase di ricerca e sperimentazione chiusasi positivamente, è riuscita anche questa volta, con altri due prodotti, un nettare e uno sciroppo di prugnolo, ad arricchire la linea dei prodotti dell’azienda BioSapori. Due prodotti davvero

Le virtù terapeutiche del Prugnolo sono pari a quelle economiche della BioSapori speciali, che ora sono altri due fiori all’occhiello. Un successo reso possibile all’insegna del bio; la grande passione e l’amore per il territorio, conoscendone le virtù, le straordinarie potenzialità, e, sapendo anche, che la qualità è nell’origine, cioè in questo bene comune che, se mantenuto integro dei suoi valori (storia, cultura, tradizioni) e delle sue risorse (ambiente, paesaggio e agricoltura), sarà ancor più prezioso. Sta qui la scelta del biologico e come essa diventi, da subito, il sigillo dell’intera attività, cioè BioSapori, questa piccola grande realtà al pari del suo Molise. Una realtà che si rinnova per essere sempre più in alto quale bandiera delle eccellenze agroalimentari molisane, cioè dei prodotti legati alla tradizione, che hanno un forte bisogno di salvaguardia e tutela del territorio per una loro trasformazione in testimoni esclusivi del Molise, una stupenda ed esclusiva città-campagna, che merita di essere visitata per essere, con BioSapori, meglio degustata.



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