Di pietro hai fatto il partito della masseria

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 213 domenica 27 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a roberto Colella

Dura posizione dell’onorevole venittelli

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Roberto Colella. Mentre i dati sulle presenze dei turisti in Molise ci collocano all'ultimo posto tra le regioni italiane, la Regione Molise è l'unica a non avere un proprio assessore in materia. Ha, solo, il consigliere delegato ma senza alcun potere. Non ha ancora una legge quadro in materia ed ha chiuso anche gli Ept. Colella è da poco responsabile di Confimpresa turismo ma ha già presentato un pacchetto di iniziative e proposte. A partire dal Parco delle Morge al turismo religioso. Troverà udienza?

il Tapiro del giorno a angela Fusco perrella

Il Tapiro del giorno lo diamo a Angela Fusco Perrella. Il ruolo di opposizione le pesa e non poco. Da qualche tempo, poi, in mancanza di un partito politico di riferimento, sembra vagare politicamente per il Consiglio regionale ma senza alcuna prospettiva. E' evidente che l'assenza dalle stanze del potere pesa e diventa difficile qualsiasi azione. Ma non riesce a definire la sua azione politica in sede consiliare preferendo assecondare l'attuale andazzo in Consiglio regionale che non sta portando ad alcun risultato per i cittadini.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 27 settembre 2015

Chiaro esempio di strabismo politico e amministrativo

La Regione non paga le ditte di trasporto su gomma ma si preoccupa di fornirle di tracking e di ticketing Nominato il responsabile del Procedimento di gara nella figura di Vincenzo Rossi direttore del Servizio mobilità dell’Area quarta della direzione generale della giunta regionale Da un lato il trasporto su gomma nel Molise è fonte di proteste, di scioperi, di polemiche, di generale insoddisfazione procurati dalla Regione “imputata” di non procedere regolarmente e correttamente a corrispondere i finanziamenti dovuti alle ditte automobilistiche (la situazione proprio in questi giorni s’è ancora maggiormente ingarbuglia) mettendo in difficoltà i dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi; dall’altro, la stessa Regione ha indetto la gara di appalto per la creazione di una multipiattaforma per la gestione unificata del tracking e del ticketing per le aziende di trasporto passeggeri su gomma. Ammettiamo noi per primi di non avere confidenza col tracking e col ticketing, per cui abbiamo dovuto debitamente informarci, mentre sarebbe stato un obbligo dell’estensore del provvedimento amministrativo usare i termini corrispondenti italiani ai due termini stranieri. C’è una legge e ci sono ripetute circolari ministeriali che invitano la Pubblica amministrazione ad essere chiara e com-

CAMPOBASSO. Sul tema della costituzione dell’EGAM (ente di governo dell’ambito del Molise) per la gestione dell’acqua, la CGIL del Molise esprime perplessità e nutre forti dubbi . Come denunciato da tanti amministratori e dal forum per l’acqua pubblica Molise, tutto questo potrebbe essere l’anticamera della privatizzazione del servizio idrico integrato in Molise. In particolare, senza voler entrare nel dibattito politico in corso sull’opportunità o meno di dare ad unico soggetto la gestione del servizio idrico oggi in capo ai Comuni, riteniamo indispensabile puntualizzare e ribadire alcuni punti fondamentali per continuare a definire l’acqua un bene pubblico. In particolare, ciò che viene contemplato all’interno del disciplinare di organizzazione del

prensibile anche dall’ultimo contadino di Codacchio. Chiusa parentesi. La Regione che non paga i vettori automobilistici e che mette in ginocchio centinaia di famiglie per non essere in grado di assicurare lo svolgimento del servizio, stranamente si pone il problema di creare una multipiattaforma per la gestione unificata del tracking e del

ticketing, ovvero una multipiattaforma per l’implementazione di un sofisticato sistema di calcolo (tracking) che valorizzi l’effettivo tempo speso da ogni operatore (in questo caso degli addetti al servizio di trasporto), e una soluzione aziendale (ticketing) per la gestione delle relazioni coi clienti, quale, pef fare un esempio, l’emissione

dei biglietti elettronici. La gara d’appalto la Regione l’ha indetta il 22 gennaio di quest’anno, ma solo il 24 settembre scorso il direttore generale Pasquale Mauro di Mirco s’è ricordato che per avviare la procedura ai sensi della normativa recata dal codice dei contratti pubblici, era necessario nominare il responsabile del Procedimento di

gara nella figura di Vincenzo Rossi, direttore del Servizio mobilità dell’Area quarta della direzione generale della giunta regionale. Obiettivo: arrivare alla creazione di una multipiattaforma per la gestione unificata del tracking e del ticketing per le aziende di trasporto passeggeri su gomma della Regione Molise che, a quanto pare, non aspettino altro. Al di là della spontanea comparazione tra la Regione che non paga le ditte del trasporto su gomma e la Regione che si occupa e si preoccupa del tracking e del ticketing, è più che legittimo sperare che quest’ultima scelta torni davvero utile alle aziende, ne aumenti la funzionalità e ne valorizzi il marketing, e non si risolva in una di quelle soluzioni cosiddette tecnologicamente avanzate per favorire una delle aziende “satelliti” del settore informatico particolarmente amiche, dimenticando ancora una volta che dispone della Molise Dati che in materia di tracking e di ticketing ne sa certamente qualcosa. Dardo

La costituzione dell’Egam crea troppi dubbi costituendo ente EGAM sul tema dei costi di gestione, non è ammissibile . Non possono essere scaricati sulle tariffe di consumo anche le spese di funzionamento dell’EGAM stesso che si decide di costituire nonostante esistono altre strutture che già oggi svolgono compiti analoghi in ambito idrico regionale. La CGIL è fortemente preoccupata per una possibile privatizzazione del servizio idrico regionale. Non basta dichiarare che l’acqua è un bene pubblico, va precisato e scritto anche che la gestione del medesimo bene pubblico sia in capo ad una struttura interamente

pubblica , sia che si scelga un modello con un unico ente gestore regionale, sia che si mantenga la gestione in capo ai Sindaci. Ancora oggi è troppo elevato il differenziale tra l’acqua che si consuma e quella che viene erogata, esiste un evidente problema di inefficienza delle reti idriche, servono quindi investimenti pubblici per migliorare e ammodernare il sistema idrico. Tali investimenti non devono gravare sul costo dell’acqua, vanno reperite risorse nell’ambito dei finanziamenti europei , nazionali, regionali e comunali a valere sulle infrastrutture, serve quindi una

programmazione ed un impegno delle istituzioni .E’ troppo facile scaricare sui cittadini le inefficienze e la mancanza di progettualità altrui. Se non ponderato correttamente, l’altro rischio risiede nell’aumentare il costo per metro cubo di acqua. Il livellamento delle tariffe non può avvenire semplicemente nella logica del recupero integrale di tutti i costi anche quelli impropri . Per sua natura, l’acqua è un bene essenziale per LA VITA degli esseri viventi, va evitata l’idea che essa possa diventare una merce comune assoggettata alla logica del profitto. Il suo costo dovrebbe

essere puramente un contributo che i cittadini erogano per salvaguardare e migliorare la qualità stessa delle fonti idriche. Ricordiamo infine, che con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 da noi fortemente sostenuti, furono abrogate alcune norme emanate dal Governo Berlusconi in materia di privatizzazione e profitti sull’acqua pubblica. In maniera chiara ed inequivocabile si sancì la non possibilità di privatizzazione dell’acqua, così come la non possibilità di ottenere dalla stessa profitti, utili, dividendi o remunerazione dei capitali investiti.


TAaglio lto

3 27 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’adesione dell’ex segretario dell’Italia dei Valori ai referendum proposti da Pippo Civati, scatena la reazione politica dell’onorevole Laura Venittelli che ritiene altalenante la posizione del leader di Montenero di Bisaccia

“Di Pietro ma con chi stai veramente?” ROMA “Il Molise di tutti e Antonio Di Pietro dovrebbero far pace con loro stessi, forse abbagliati dal senso auto-referenziale di un movimento che nasce da un parricidio partitico, visto che l’Italia dei Valori è stata annientata di fatto - almeno localmente - da chi l’ha fondata”. L’onorevole del Pd Laura Venittelli interviene così nel dibattito politico che si è aperto dopo la presa di posizione dipietrista sui referendum proposti da Filippo Civati. “Sia nella nostra regione che nel Paese occorre chiarezza a livello politico e non ci si può trincerare dietro logiche di novella democrazia diretta solo per dare sponda a chi vuole fare le pulci alla maggioranza e al governo Renzi. Diciamo basta ai teatrini politici, non si può stare a braccetto col Pd in Molise perché conviene blindare posizioni di governo del territorio e poi sparare nel mucchio sul palcoscenico nazionale, in un momento decisivo per il cammino riformista dello Stato, riforme che chi di dovere, Di Pietro in testa, non sono stati capaci di promuovere perché occupati in sedi parlamentari a ingaggiare battaglie personalistiche”. Duro anche il giudizio di Michele Di Giglio vice

segretario regionale del Pd “Anche con qualche meraviglia, ho letto che Antonio Di Pietro, assieme al portavoce dell’Associazione politicoculturale ‘Il Molise di tutti’, il consigliere di maggioranza Cristiano Di Pietro e l’assessore comunale di Montenero di Bisaccia, Simona Con-

tucci, hanno sottoscritto gli otto referendum abrogativi di altrettante leggi, proposti dall’on. Giuseppe Civati. Anche “convintamente”, si legge, benché senza improvviso innamoramento. È tutto legittimo, se non fosse che i toni estremamente critici rispetto al premier Renzi trasformino posi-

zioni di merito anche (in parte) condivisibili in un attacco politico che merita qualche riflessione in chiave locale. i tre firmatari, e il loro movimento, sostengono un Presidente di Regione renziano doc. E anzi, della sua giunta regionale vantano pure un assessore esterno. Allora, le “segrete stanze” del “renzusconismo” – così recita il loro comunicato d’attacco – valgono solo fuori casa e non qui? Non risulterebbe più opportuno evitare di spostare i piani e magari rispettare con maggiore equilibrio gli alleati e i loro leader? Molto spesso capita anche a noi di non condividere le posizioni di Antonio Di Pietro, ma non siamo soliti esternarlo con veemenza ai limiti dell’offensivo. Anzi, proprio per rispetto dell’alleanza politica, evitiamo dichiarazioni pubbliche. Forse è una prassi non tanto fuori moda e magari da riscoprire anche nel mondo mediatico-politico dove a volte ci si illude che valga la regola del chi fa più rumore! Liberi tutti ovviamente sulle posizioni di merito referendarie (e ci mancherebbe!), quindi, ma attenti a non alzare il tono del conflitto politico.

Il caso Piazza Prefettura: più che difendere un provvedimento amministrativo, l’amministrazione pare difendere soprattutto se stessa nella sua versione di amministrazione insostenibilmente autoritaria, non potendo essere autorevole Giustizia amministrativa e amministrazione comunale a confronto. Accade all’indomani del provvedimento del Tar Molise che ha sospeso, su ricorso dei commercianti di Piazza Pepe, la disposizione del Comune con la quale la Piazza e Via Ferrari sono state interdette al traffico. Accade perché, stando a notizie diffuse da una parte della stampa locale, il sindaco avrebbe deciso di non tener conto dell’ordinanza del Tar e di mantenere inalterata la decisione presa. Un atteggiamento che, conoscendo l’ossequio di Battista alla legge, pare molto fuori registro. La reazione dei commercianti e dei legali che hanno sostenuto la riapertura al traffico di quell’area urbana non s’è fatta attendere. Altrettanto tempestiva e puntuale s’è levata la voce del consigliere Michele Ambrosio che dell’apertura è stato un convinto sostenitore in consiglio comunale e nei confronti del primo cittadino al quale, infatti, ha rivolto l’invito a dare attuazione alla decisione del Tribunale amministrativo regionale “al fine di evitare eventuali responsabilità e/o omissioni rispetto all’ordinanza che contiene un preciso dispositivo: la sospensione del provvedimento di chiusura”. Il lato avvilente dell’intera questione è che mentre la città non ha un programma di gestione territoriale che la porti ad essere e ad esprimersi ai livelli di un capoluogo di regione, da Palazzo san Giorgio emerge anche la presunzione di “opporsi” a un provvedimento della giustizia amministrativa che colpisce e sottolinea in maniera evidente proprio la capoticità del provvedimento di chiusura rispetto alla restante parte del territorio urbano. Insomma, più che difendere un provvedimento amministrativo, peraltro sanzionato dal Tar, l’amministrazione pare difendere soprattutto se stessa nella sua versione peggiore: di un’amministrazione, ov-

Occorre rendere l’area murattiana compatibile con l’auspicato rilancio delle attività commerciali e il ritorno alla passata vitalità sociale e culturale Che sia stato il Tar ha sollevare il problema e non l’amministrazione a porselo è un brutto segno di anemia intellettuale

vero, insostenibilmente autoritaria, non potendo essere autorevole. Hanno perfettamente ragione coloro che da questo episodio prendono spunto per immaginare l’amministrazione comunale aperta a considerare, in una visione più larga e complessiva, la maniera di organizzare l’area murattiana (di cui Piazza

Pepe è parte integrante) per rendere la sua vocazione urbanistica, con spazi arredati e i maggiori servizi pubblici, compatibile con l’auspicato rilancio delle attività commerciali, con un ritorno alla passata vitalità sociale e culturale. Un’esigenza palmare, che si percepisce nelle ore in cui quell’area urbana è la-

sciata all’esercizio dell’accattonaggio e al riposo statico dei pensionati. Un decadimento che non può essere ulteriormente prolungato. Che sia il Tar ha sollevare il problema e non sia direttamente l’amministrazione a porselo è un brutto segno di anemia intellettuale. Dardo


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

4 27 settembre 2015

Turismo, la Regione Molise è la grande assente Senza assessore e priva di una strategia programmatica, siamo ultimi nella presenza di turisti La Sicilia ch’è una grande terra, un assessore al turismo ce l’ha e si dà molo da fare per renderla turisticamente ancora più attraente e per fare del settore un vettore trainante dell’economia regionale. Sua questa sintomatica dichiarazione in concomitanza della pubblicazione sul sito dell’Ente della graduatoria definitiva dei progetti per la realizzazione di attività finalizzate alla creazione di itinerari turistici, nell’ambito del progetto di eccellenza denominato “Culto & Cultura, progettazione e realizzazione di itinerari per la valorizzazione del turismo religioso”. Una scelta di campo questa del turismo religioso, peraltro in forte ascesa, con una target di tutto riguardo, su cui poter puntare per aumentare la permanenza turistica sul territorio. Dicevamo della dichiarazione. Eccola: “Quello naturalistico - religioso è uno dei segmenti turistici sui quali stiamo puntando per ampliare, innovare e diversificare l’offerta sui mercati internazionali, prolungare il tempo medio di permanenza sul territorio del turista, valorizzando la specificità ed il grande patrimonio di fede, natura e

di Roberto Colella* In occasione del Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco il Molise è obbligato adattivarsi con delle iniziative legate al turismo religioso, programmando da subito dei servizi di accoglienza, prenotazione con booking delle presenze nelle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, itinerari di demarketing dei flussi per favorire escursioni fuori Roma ad esempio lungo la direttrice che conduce a San Giovanni Rotondo passando per il santuario mariano di Castelpetroso. Una serie di itinerari che ConfImpresa Turismo ha già predisposto legati ai luoghi sacri di Padre Pio così come a quelli Celestiniani visto che il target del turismo religioso è notevolmente in crescita. Una sorta di triangolare che permetterebbe al turista di muoversi lungo diverse direttrici partendo da Roma per finire a Loreto pas-

tradizione della Sicilia. La strategia che abbiamo posto in essere in questi mesi si è articolata in un’azione di animazione territoriale in diverse aree dell’isola, per favorire la messa in rete dei sistemi territoriali. Il finanziamento dei progetti che hanno ottenuto i punteggi migliori, rappresenta un altro importante step che darà impulso alla realizzazione di pacchetti turistici integrati da proporre durante la prima borsa del turismo religioso che stiamo preparando per il prossimo autunno a Monreale, con la partecipazione di buyers internazionali del settore”. Tutto chiaro, sintetico e soprattutto facile da comprendere, crediamo, anche da parte del delegato al turismo della Regione Molise, visto che un assessore non ce l’ha, non avendo soprattutto le idee che hanno gli amministratori siciliani e la loro capacità di tradurle in fatti concreti. Bene. Anche per il delegato consigliere regionale Domenico Di Nunzio, che finora s’è limitato a presenziare le feste paesane, le sagre del baccalà, e i festival della porchetta, non dovrebbe essere difficile rendersi conto che poi, in fondo,

basta poco, per mettere in piedi un programma, una proposta, una scelta di campo nel novero delle risorse ambientali, naturali, storiche, archeologiche e religiose di cui il territorio molisano può vantare, dando uno sguardo da vicino, procurando un approfondimento, eseguendo una intelligente (!) copiatura di ciò che ha realizzato l’assessore al turismo della Regione Sicilia. Una copiatura, come ogni scolaro

poco preparato ma intraprendente, s’ingegna a fare. Almeno la diligenza, nel consigliere delegato al turismo del Molise, la si può pretendere, considerato che la delega, economicamente, lo equipara a un assessore. Ciò per dire ancora una volta, e ancora una volta sollecitando un pizzico d’orgoglio di essere e di considerarsi amministratori regionali, ai signori di Palazzo Moffa e di Palazzo Vitale che, in as-

senza d’idee e di motivazioni, esiste il metodo del prendere nota, di ricalcare (magari adattandoli) una proposta o un programma (adattabili) allo striminzito e lacero pacchetto programmatico regionale del Molise. Il turismo religioso, copiando la Sicilia, nell’anno del Giubileo indetto da Papa Francesco, potrebbe essere una carta vincente per uscire dall’ombra, per creare un “unicum” di assoluto rilievo storico/religioso. Abbiamo Abbazie, Cattedrali, Monasteri, Santuari di rilevante valore per i credenti; abbiamo tracce indelebili del percorso della Via Francigena, per i cultori della storia e della vita di san Francesco, abbiano molte cose che altri non hanno. Per rendersi conto di tutte queste possibilità gli amministratori regionali, oltre a copiare la Sicilia, avrebbero la possibilità di leggere le maestose, documentate e commentate pubblicazioni di Franco Valente da Venafro, per rendersi conto dell’importanza della dotazione storico/religiosa e della sua proponibilità in chiave turistico/culturale. Se solo vincessero la loro avvizzita pigrizia mentale.

Le proposte di Confimpresa in attesa della legge quadro sul turismo

sando per il Molise. Oltre ai luoghi religiosi la possibilità di percorsi storici - naturalistici come quello del Parco delle Morge visitando le cavità che per prime ospitarono dei monaci. Il Giubileo che inizierà l’8 dicembre prevede una serie di flussi turi-

stici stranieri diretti verso l’Italia anche se il Molise risulta ancora deficitarioin materia. Secondo l’Agenzia Nazionale del Turismo-Enit, il Molise è la regione d’Italia meno visitata dagli stranieri. Siamo il fanalino di coda con lo 0%. E’ fonda-

mentale riattivare e soprattutto potenziare le linee di collegamento con l’altra sponda dell’Adriatico. La vocazione di Termoli è marittima e i molisani non possono barricarsi dietro questo mare senza aprirsi. In un ragionamento geopolitico più ampio il mare Adriatico può diventare la salvezza dei Balcani e i Balcani possono rivelarsi la salvezza del sistema Adriatico. È un paradosso. Ma risponde a una logica funzionale.L’Italia continua a essere uno dei Paesi più visitati dai croati che sono attratti soprattutto dalla varietà dell’offerta turistica italiana, della quale prediligono l’aspetto montano, culturale e soprattutto religioso. Secondo il Ministero degli Esteri oltre alle caratteristiche di carattere geograficoculturale del nostro Paese, i

croati associano anche le nostre eccellenze del Made in Italy, che sono una componente importante del brand Italia. L’Italia grazie a questo ricco patrimonio paesaggistico, culturale e di eccellenze riesce a mantenere una posizione di tutto rispetto presso i turisti croati. Rispetto al Nord Italia sono però ancora pochi i turisti croati che viaggiano verso il Sud della nostra penisola, soprattutto per mancanza di offerte e di collegamenti diretti. Occorre creare i presupposti affinché si sviluppi il turismo verso il Centro-Sud a cominciare dal Molise affinché l’Adriatico torni ad essere un collegamento diretto tra le due sponde rilanciando l’economica turistica. *ConfImpresa Turismo


TAaglio lto

5 27 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ultima importante novità

Sarà il Tar del Lazio a decidere la chiusura o meno degli uffici postali in Italia Non abbiamo notizie certe dell’avvenuta chiusura di Uffici postali sul territorio molisano ma qualora fosse accaduto c’è da rimettere tutto in discussione. Infatti, le proteste contro il nuovo piano industriale delle Poste Italiane e i ricorsi che sono statati avanzati ai vari Tribunali amministrativi regionali da un capo all’altro dall’Italia dalle amministrazioni locali e da alcune Regioni più solerti della altre (Toscana e Umbria tra le prime), hanno generato la condizione per cui sia del Tar del Lazio la inderogabile competenza funzionale, trattandosi di decisione di organizzazione aziendale di impresa che gestisce servizi economici con natura privatistica (le Poste), e che l’impugnativa della delibera dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è un ulteriore motivo di conferma della competenza del Tar capitolino. Siamo dunque all’ennesimo colpo di scena nella vicenda che vede contrapposti i Comuni, soprattutto quelli di minore dimensione, e Poste Italiane, a causa del piano industriale, come abbiamo accennato, che prevede la chiusura di numerosi uffici sul territorio nazionale. Recentemente, intanto, il Presidente del Tar Umbria ha accolto le istanze cautelari presentate da altrettanti Comuni, «considerata la gravità del danno per l’utenza che si vedrebbe privata dell’accesso al servizio universale postale causa la chiusura». Ma a conclusione della camera di consiglio, il 23 settembre scorso è stata dichiarata la incompetenza a decidere, spettando, questa, al Tar del Lazio, dinanzi al quale la causa dei comuni umbri deve ora essere rias-

sunta. I giudici amministrativi hanno sposato la tesi, prospettata da Poste nella costituzione in giudizio, che ha eccepito il difetto di giurisdizione, e l’incompetenza territoriale del Tar dell’Umbria, in favore di quello del Lazio, nell’assunto che si tratti di decisione di organizzazione aziendale di impresa che gestisce servizi economici con natura privatistica. Tutti i comuni umbri, infatti, avevano chiesto l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, non solo delle note con le quali Poste Italiane aveva comunicato la chiusura degli uffici postali a decorrere dal 7 settembre, ma anche, in via subordinata, della delibera 342/2014 dell’Agcom in quanto interpretata nel senso di

ritenere legittima la chiusura degli uffici. A detta del Tar Umbria questa delibera enuclea, seppure in via residuale, una competenza funzionale inderogabile del Tar Lazio, ai sensi degli articoli 14 e 135 (comma 1, lettera b), del codice del processo amministrativo, anche a prescindere dal carattere generale dell’atto. Questo è il contenuto tecnico e specifico che ha determinato il cambiamento di rotta del Tar dell’Umbria e, prima ancora, del Tar della Toscana. Ma la cosa interessante da mettere in evidenza è che, stando alle dichiarazioni messe a verbale dai legali di Poste Italiane, non ci sarà alcuna chiusura degli uffici, fino al momento dell’adozione dei provvedimenti

monocratici sull’istanza sospensiva che, a questo punto, dovranno essere assunti dal Tar Lazio, in tempi che non è dato ancora di sapere. La “novità” ha creato un certo sollievo nelle comunità locali interessate dalle chiusure, nel frattempo scese in piazza con tanto di manifestazioni, e riacceso le speranze di quanti stanno lavorando a contrastare il disegno di Poste Italiane, a cominciare dalle Regioni che si sono schierate a fianco dei Comuni anche nella loro costituzione in giudizio. Il Molise? Fa da succhia ruote. E non è una novità. Dardo

l’intervento Le sentenze del Tar Molise che rigettano le richieste milionarie di risarcimento avanzate da chi voleva realizzare due centrali a biomasse nell’area del Matese premiano la lungimiranza del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale. Un successo che riporta alla mente mesi di presidi, ricorsi, manifestazioni e lunghe discussioni in Aula, con la presenza importante dei cittadini dell’area matesina, i veri vincitori di tutta questa storia, ma anche dei tanti attivisti del MoVimento in zona. Ricordi che portano con sé anche le parole che usò il Presidente Frattura che non ebbe alcuna difficoltà nell’usare termini come “conigli” o “don Abbondio” per definire l’azione dei portavoce pentastellati in Regione Molise. Il governatore disse: “Con il voto di oggi in aula i cittadini

Biomasse, avevamo visto giusto Le autorizzazioni andavano negate

molisani hanno finalmente potuto capire chi fa politica con serietà e chi invece, alla prova dei fatti, non ha il coraggio di assumersi le responsabilità che si legano alla carica elettiva ricoperta”. La colpa del Movimento 5 Stelle, in verità un merito visti gli ultimi aggiornamenti, derivò dal proprio deciso NO alla proposta di revoca delle autorizzazioni di Frattura. Un NO motivato due volte. La prima: quello era un voto tutto politico sulla gestione del centrosinistra dell’intera vicenda; la seconda: la revoca avrebbe spalancato le porte a un indennizzo diretto della pubblica amministrazione, in altre parole la ditta si sarebbe vista ristorare i ‘danni’

direttamente dall’amministrazione senza dover passare per il TAR. Per questo, oltre un mese prima, avevamo già proposto e fatto approvare all’unanimità una mozione che impegnava il Presidente della Giunta a “fare tutto quello

che è in suo potere al fine di ANNULLARE (e non revocare) in autotutela” le Determine di Autorizzazione. Proprio questa azione, che scongiurava qualunque tipo di indennizzo, ha dato il via alla Determina di annullamento delle due ‘concessioni’ eseguite dal Servizio Politiche energetiche della Regione. Con buona pace di Frattura e dei suoi vaneggiamenti. Ma torniamo al merito della sentenza del Tar. Il motivo fondante

dell’annullamento è soltanto uno: la Legge regionale numero 22 del 2009 vieta l’installazione di qualunque tipo di impianto di produzione energetica da fonte rinnovabile all’interno di una cosiddetta “area IBA”, ovvero aree protette per gli uccelli selvatici. Quello che resta ancora un mistero, invece, è come sia stato possibile che il servizio Politiche energetiche abbia autorizzato, in prima battuta, quegli impianti, in palese contrasto con la norma regionale vigente! Insomma: è stata una battaglia decisiva, con cui la popolazione matesina ha avuto uno scatto di orgoglio contro chi voleva arricchirsi ai danni di un territorio che meriterebbe tutt’altro tipo di attenzione. Non ce ne voglia nessuno, ma anche questa volta avevamo visto giusto. Movimento Cinque Stelle



Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

27 settembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Rapina alla farmacia, denunciato l’autore Gli uomini della Polizia di Campobasso hanno identificato l’autore del colpo CAMPOBASSO. La Polizia di Stato di Campobasso ha identificato e denunciato all’Autorità Giudiziaria il responsabile della rapina a mano armata avvenuta a Campobasso domenica 20 settembre verso le ore 20.00 presso la Farmacia Comunale di via Toscana. Dal racconto della farmacista e dell’unico testimone presente nell’esercizio (un Carabiniere in servizio a Campobasso) è emerso che un giovane armato di taglierino, indossante un giubbotto scuro con cappuccio, parzialmente travisato, era entrato nel negozio e con la minaccia dell’arma impropria, si era fatto consegnare una somma quantificata in 80 euro, scappando successivamente, inseguito dal carabiniere, in direzione di via Umbria dove faceva perdere le sue tracce.

A seguito di serrate indagini degli uomini della Squadra Mobile, rese particolarmente ostiche dai pochi elementi a disposizione e dall’assenza di telecamere pubbliche e pri-

vate, si riusciva ad individuare elementi indizianti univoci a carico di T.M., classe 1981, pregiudicato per stupefacenti, rapina, estorsione, lesioni personali, furto aggravato, eva-

sione incendio doloso e rissa, persona residente nello stesso quartiere in cui è stata consumata la rapina. Non sussistendo lo stato di flagranza e non essendovi i presupposti per un fermo di polizia giudiziaria per il quale, oltre ai gravi indizi di reato, è necessario dimostrare il pericolo che il reo si dia alla fuga, la Squadra Mobile deferiva il soggetto alla locale Procura della Repubblica a piede libero. Nel contesto degli accertamenti svolti, oltre alle dichiarazioni rese dalle persone informate dei fatti che incastrano senza alcun dubbio il T.M., vi è il ritrovamento dei capi di vestiario indossati la sera della rapina e il ritrovamento dei taglierini, oggetti opportunamente sequestrati. Inoltre, nel filone delle indagini avviate per la identificazione dell’autore della rapina alla farmacia, la

Squadra Mobile di Campobasso ha effettuato una perquisizione domiciliare d’iniziativa per la ricerca di sostanze stupefacenti, rinvenendo in un appartamento del Quartiere San Giovanni di Campobasso, circa trenta grammi di hashish, bilancino e dosi confezionate pronte per lo spaccio. Gli accertamenti mirati avevano infatti quale obiettivo quello della individuazione di personaggi con precedenti specifici per rapina , estorsione, droga. L’esito positivo di tale attività consentiva di denunciare in stato di libertà T. C., classe 1990, fratello di T.M., responsabile della rapina di cui sopra, per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. L’uomo denunciato tra l’altro annovera precedenti per estorsione, lesioni, rissa e danneggiamento.

Giurano a Ippocrate i neo dottori La cerimonia ieri mattina all’Ordine dei Medici di Campobasso CAMPOBASSO. Firmata la Convenzione per le attività di formazione del Medico durante la Cerimonia del Giuramento di Ippocrate dei neo laureati. Ieri mattina, si è svolta a Campobasso l’Assemblea annuale generale degli iscritti, nel corso della quale si è tenuta la Cerimonia del Giuramento di Ippocrate dei neo laureati in Medicina e Chirurgia ed in Odontoiatria. Il giuramento che impegna i giovani medici a rispettare, solennemente, i contenuti del Codice di Deontologia, punto di riferimento co-

stante di tutta la loro vita professionale. E non poteva esserci occasione migliore e densa di alto valore simbolico per sancire una ulteriore collaborazione tra Unimol – con il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute – e gli Ordini dei Medici della provincia di Campobasso e Isernia: la firma da parte del Rettore dell’Università degli Studi del Molise e i Presidenti dei due Ordini professionali della convenzione per le attività di formazione del Medico. “È interesse comune dell’Ateneo e della so-

cietà civile – hanno detto i relatori – che i percorsi formativi e le relative attività da svolgere siano coerenti con la figura professionale del medico, in generale ed in particolare nel suo confronto con il contesto sociale e culturale nel quale esercita e nel suo atteggiamento relazionale con il paziente e i familiari. Un percorso formativo moderno dovrà infatti consentire allo studente di acquisire le capacità di affrontare problemi sanitari, anche dal punto di vista preventivo, sia in contesto ospedaliero che territoriale, in una visione unitaria dello stato di salute e di malattia del

singolo individuo e della collettività. L’attività collaborativa prevista dalla convenzione contribuirà a perseguire tali obiettivi, nel pieno rispetto delle attribuzioni, prerogative e competenze specifiche dei vari ruoli rivestiti dai professionisti nel loro ambito di appartenenza (territorio, ospedale, accademia). Inoltre l’attività della commissione paritetica, che è prevista da questa convenzione, sarà uno strumento importante per rispondere ai requisiti ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) di accreditamento”.

A Petrella per conoscere il Piano rurale La manifestazione a favore degli agricoltori alla presenza dell’assessore PETRELLA TIFERNINA. Presso la Sala Polifunzionale comunale Belvedere si è tenuto l’incontro pubblico con l’Assessore regionale all’Agricoltura Vittorino Facciolla in merito al Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, alla presenza del sindaco Alessandro Amoroso e dei consiglieri dell’Amministrazione Comunale, e di una massiccia presenza di cittadini. “ L’incontro è stato fortemente voluto per illustrare nei dettagli le misure del PSR e per permettere ai cittadini di usufruire di una corretta informazione. Sono particolarmente soddisfatto della risposta, in maniera copiosa, dei cittadini di Petrella ma non solo, in sala sono presenti anche cittadini di Castellino e Matrice. Credo che questo tipo di incontri, ringraziando l’assessore Facciolla per la disponibilità, possa da una parte mettere a conoscenza e dall’al-

tra influire anche sulla volontà di investire nel territorio, mi rivolgo non solo a chi lavora già nel settore agricoltura , ma anche ai giovani che

sono sempre più interessati ad avvicinarsi all’agricoltura“. La parola è passata all’assessore Facciolla, che coadiuvato dalla d.ssa

De Matteis ha illustrato le misure del PSR 2014-2020, sottolineando l’importanza che tali bandi possono avere sull’economia, e quindi sulle imprese piccole e grandi della nostra regione. “ Il Piano che ha una dotazione finanziaria di oltre 210 milioni di euro, di cui 101 di copertura europea e 109 di copertura nazionale e prevede, in particolare, finanziamenti ai giovani per le start up fino a 70mila euro e fino al 60% in conto capitale per chi deve ammodernare la sua azienda. Ma non solo sono previsti incentivi anche per le cooperative, ossia stiamo cercando di far passare la cultura della cooperazione tra soggetti economici che partecipano a filiere produttive agricole, al fine di produrre, ideare e realizzare innovazioni di prodotto e di processo per la valorizzazione delle produzioni molisane, nonché alla creazione di modelli organizzativi in grado di

concentrare l’offerta dei prodotti agricoli. La Commissione europea ha apprezzato la semplicità e la chiarezza delle scelte fatte nel nostro programma, frutto di un grande lavoro effettuato di concerto con le associazioni di categoria e con il partenariato, in un clima di grande collaborazione e condivisione. La nuova programmazione ha subito 287 osservazioni dagli istruttori di Bruxelles, poche se confrontate all’osservazioni inoltrate alle restanti regioni d’Italia. Il Psr del Molise è stato approvato insieme a quello di altre cinque regioni, le prime in Italia, che ora possono beneficiare dell’intervento dell’Unione Europea e mettere a bando le nuove misure. Io sono ottimista, è una buona opportunità che nel prossimo settennio potrebbe derivare dal cambio di tipologia di agricoltura delle aziende stesse, da convenzionale a biologico”.



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Isernia

27 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Smantellano Isernia, ma l’area di crisi è anzitutto loro” La denuncia viene dalla segretaria della Uil, Tecla Boccardo ISERNIA. Con la decisione di chiusura di ben 23 prefetture, fra le quali quella di Isernia, il governo adotta misure di vera e propria riduzione dei presìdi di legalità e sicurezza sul territorio, disinteressandosi completamente dei lavoratori che qui prestano la loro opera garantendo coesione sociale, integrazione e convivenza civile, ma soprattutto dei cittadini e delle comunità locali. “Prima l’abolizione delle provincie, poi l’accorpamento dei tribunali, nel frattempo la chiusura di molti uffici postali e la fusione/sparizione di scuole, la sempre ventilata chiusura dell’ospedale di Venafro e il ridimensionamento di quello di Isernia, dietro l’angolo lo spostamento degli uffici statali. Ora via la Prefettura, a cui facilmente faranno seguito la questura e i comandi provinciali delle forze dell’ordine. Cos’altro seguirà?“.

A sostenerlo è Tecla Boccardo segretaria della Uil Molise. “Anche la classe dirigente isernina talvolta ci mette del suo, come nel caso delle ultime vicende politiche, stiamo comunque assistendo ad un attacco alla stessa sopravvivenza economica e produttiva, so-

ciale e culturale della provincia pentra. Se non vogliamo che qui si campi solo di tartufo, merletti e archeologia continua Boccardo – adesso che c’è il riconoscimento dell’area di crisi, che insiste per buona parte su questo territorio, gli isernini, le loro comunità, i loro amministratori locali, le loro forze vive del lavoro devono assumerne l’egemonia. Sarebbe davvero assurdo - evidenzia la UIL che, in una zona geografica depressa econo-

micamente, con altissimi tassi di disoccupazione, con aziende decotte e che mai si riprenderanno, con problemi infrastrutturali e desertificazione del territorio, con tanto disagio sociale, ora che i soldi ci sono non si riescano ad utilizzare per un vero rilancio del tessuto produttivo e dell’occupazione, per una vera ripartenza. Certo, serve un’idea forte di sviluppo economico e sociale (e gli amministratori regionali, se mai l’avessero, la tengono ben nascosta davvero!). Ma, ancora prima, serve la consapevolezza delle qualità di questa comunità, occorre l’orgoglio di chi è pronto a prendere in mano il proprio futuro, è necessaria la tenacia per evitare ulteriori penalizzazioni e tagli al poco di esistente e scongiurare, ora, scippi o altra finalizzazione delle risorse economiche dell’Area di crisi”.

Niente parcheggi all’Annunziata A chiedere il provvedimento sono i residenti della zona di Venafro VENAFRO. Sulla storica Piazzetta Annunziata di Venafro è da vietare la sosta delle auto per non rovinare aspetto, arredo urbano e piazzetta stessa. Lo chiede l’opinione pubblica dopo il recente restauro della Piazzetta da parte dell’IACP di Isernia. L’ istituto Case Popolari di Isernia aveva rinnovato anni addietro la caratteristica Piazzetta Annunziata,

dinanzi all’omonima, storica, barocca e bellissima Chiesa venafrana. Pavimentazione ad hoc, fontanino per dissetarsi, sedili in pietra tutt’intorno alla piazzetta per momenti di salutari relax ad ammirare l’imponente luogo di culto, blocco di pietra e cemento ad impedire che le auto private accedessero sulla piaz-

zetta rovinando tutto quanto ed una colonna metallica rimovibile in caso di arrivo di importanti uomini di Chiesa per celebrazioni particolari al fine di consentire, ma solo a costoro e in frangenti particolarissimi, l’accesso in piazza su gomma. Ebbene tutto questo nel giro di poco tempo è di fatto svanito, cancellato, perché il blocco di pietra e cemento

Nasce “A casa dei Nonni” A Roccamandolfi il progetto di servizio civile del Comune ROCCAMANDOLFI. Nell’ambito dei progetti del servizio civile curati e redatti dall’ANPEAS, anche il comune di Roccamandolfi, come altri comuni molisani, ha beneficiato di due risorse umane relativamente al progetto “A Casa dei Nonni”.

I progetti dovrebbero partire entro la fine dell’anno. L’amministrazione comunale – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi – ha sempre creduto fortemente nel servizio civile, sia come opportunità per gli enti lo-

cali di realizzare dei progetti sociali e culturali, che viste le carenza di personale in organico sarebbero altrimenti inattuabili, sia come concreta occasione di crescita e formazione professionale per i giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni. Il servizio civile – continua il sindaco lombardi – consente ai giovani di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico, che garantisce una forte valenza educativa e formativa, una importante occasione di crescita personale poiché si contribuisce attivamente alla realizzazione di un progetto sociale e culturale calato nella realtà i cui si vive. Inoltro – conclude lombardi – i giovani che scelgono di dedicarsi per dodici mesi nel servizio civile non solo scelgono di aggiungere un’esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile anche nel corso della vita professionale, ma nel contempo si assicurano sia pur per un lasso di tempo ridotto, una minima autonomia economica – finanziaria.

è stato spostato a lato, la colonnina metallica rimovibile scomparsa e così quattro/cinque/sei vetture private possono comodamente entrare sulla piazzetta e restarvi parcheggiate, rovinando pavimentazione, arredo urbano e tutto quanto! Tanti venafrani non gradiscono affatto che questo avvenga e chiedono che si ripristini quanto c’era

(blocco di pietra, colonnina metallica ect.) e che non si parcheggi più sulla piazzetta antistante la storica Annunziata, lasciandola h 24 libera e sgombra per essere ammirata e preservata. Richiesta più che plausibile e sottoscritta dalla quasi totalità dei venafrani, per cui si vuole credere che ci si adoperi perché tanto avvenga.



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Termoli

27 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Referendum, i Comitati abbracciano l’opposizione Il tentativo per arginare l’ostruzionismo posto dal Comune di Termoli TERMOLI. I comitati referendari si alleano con la minoranza consiliare e cercano di aggirare l’ostracismo dell’amministrazione comunale di Termoli per mettere dinanzi alla cittadinanza i tre quesiti sul tunnel di via Roma, il cinema Adriatico e la delocalizzazione del tracciato ferroviario. L’ostacolo vero, rappresentato nella risposta ufficiale fornita ai comitati promotori, è quello della mancanza della commissione referendaria, che in prima battuta doveva essere eletta in aula al pari di quella elettorale e per le altre assise tematiche, come il gemellaggio.

Di questo si è discusso stamani in una conferenza stampa ospitata in via Fratelli Brigida e alla quale oltre ai componenti dei due movimenti, c’erano anche i consiglieri Marone, Di Brino, Ciarniello e il coordinatore Ncd Zaami. Proprio grazie ai tre esponenti di minoranza e ai colleghi Di Giandomenico, Marinucci e Di Michele, è stata firmata la convocazione

del consiglio comunale al 15 ottobre (data indicativa dei venti giorni che passano tra presentazione dell’istanza e assise stessa) che è stata inoltrata anche al Prefetto. La volontà è quella di coinvolgere la gente su temi sensibili. Idee chiare da parte di ciascuno, come chiari sono gli obiettivi alla base del desiderio di vedere attuate le scelte sul tunnel, sul raddoppio ferroviario e sul futuro del cinema adriatico da parte dei cittadini. Le decisioni adesso spettano al comune, intanto entro due settimane dovrebbe arrivare la convocazione del consiglio

Gtm, scatta la mobilità Il personale è in fibrillazione per le decisioni adottate dall’azienda TERMOLI. Non sarà solo uno specchietto per le allodole. Non sarà soltanto una reazione alle difficoltà di dialogo con Comune e Regione. Stavolta la decisione di messa in mobilità per tutti i dipendenti della Gtm srl, la società concessionaria del servizio di trasporto pubblico urbano di Termoli è fondata

e radicata nella convinzione del gruppo imprenditoriale a cui appartiene, evidentemente stanco di non avere risposte adeguate dalle istituzioni. Dopo la notizia che dal primo ottobre i 47 lavoratori, conducenti e altre mansioni, potranno considerarsi degli ex, a causa della dichiarazione dello stato di crisi, conseguenza delle scelte e delle

mancate erogazioni della Regione, nonostante sentenze esecutive della giustizia amministrativa. La protesta, che già si manifesterà dallo sciopero del 30 settembre, prologo perfetto di quanto accadrà 24 ore dopo, andrà a inglobare anche le altre sigle, tant’è che nella convocazione dell’incontro sindacale, oltre alla Filt-Cgil, la Gtm ha in-

vitato anche Uil Trasporti Molise e Faisa Cisal Molise alla riunione fissata per lunedì 28 settembre, alle 10, presso la sede legale dell’Atm a Ripalimosani. All’ordine del giorno le ferie forzate per tutti i dipendenti dal primo ottobre prossimo, l’avvio della procedura di cassa integrazione in deroga per tutto il personale

Il tunnel è al buio

In Via Marinai d’Italia nonostante l’impianto fatto, i fari sono spenti

possono capire le serate noiose di un autunno appena entrato, serate in cui l’unico passatempo è quello di fare bravate, ma da qui a rompere, come fosse un vero e proprio tiro al bersaglio, tutte le plafoniere dei punti luce presenti (le foto in galleria confermano) ce ne passa, e parecchio. Questo non è un modo per accantonare la noia, ma vandalismo puro. Conseguenze? Automobilisti, pedoni, onesti cittadini lavoratori sono costretti a subire un disagio e a pagarne pure i costi, insomma, oltre al danno pure la beffa.

TERMOLI. I tunnel in via Marinai d’Italia è un rebus continuo e la domanda è sempre la stessa: luci si o luci no? Ogni volta che ci si passa è impossibile non notare la presenza di numerose lampadine che, sia di notte che di giorno, stranamente non funzionano. Passi per il giorno, ma la notte? Ieri mattina la risposta ai nostri perché è arrivata. Attraversando i due tunnel a piedi si capisce subito perché il disservizio è presente e, pur volendo comportarci come anime candide senza pensar male, abbiamo dovuto constatare che il motivo è uno e sempre lo stesso: negligenza e vandalismo! Si

Zuccherificio sempre al palo I sindacati hanno chiesto un incontro in Prefettura a Campobasso TERMOLI. Diversi giorni sono trascorsi da quel martedì che doveva essere dirimente rispetto alla campagna saccarifera 2015, allo Zuccherificio del Molise non si è visto nessuno delle governance di Spa e Newco, né la curatrice fallimentare Mirella Mileti, tanto meno l’amministratore unico Fabio Marone e tra i dipendenti comincia a serpeggiare davvero nervosismo, poiché dall’inconcludente confronto di venerdì scorso è ormai trascorsa una settimana e non sono stati sciolti nodi sul personale richiamato in eccesso e sui contratti

di bietole e metano, materia prima e carburante per mettere in marcia l’impianto. Per questi motivi, i tre segretari generali delle organizzazioni sindacali di settore del Molise Raffaele De Simone (Fai-Cisl), Florinda Di Giacomo (Flai-Cgil) e Raffaele Primiani (Uila-Uil) hanno inviato l’ennesima richiesta d’incontro al prefetto di Campobasso Di Menna. “A seguito dell’incontro tenutosi il 4 agosto scorso presso la prefettura di Campobasso e che ha visto la massima collaborazione tra

tutti soggetti coinvolti nella vertenza dello Zuccherificio dei Molise, a seguito del verbale di esame congiunto per l’attivazione della Cigs firmato il 14 agosto 2015 presso l’assessorato al Lavoro e del successivo invio da parte dell’azienda della istanza e della documentazione relativa alla stessa presso il Ministero competente, congiuntamente alle Rsu, chiediamo un aggiornamento del tavolo della vertenza Zuccherificio del Molise con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati dalla ver-

tenza. Occorre, cosi come si sta facendo, sensibilizzare le Istituzioni competenti dell’ imminente fine del fitto di ramo d’azienda e della necessità di accelerare l’iter per l’approvazione della cassa integrazione al fine di dare garanzia di tutela del reddito ai lavoratori ed evitare ogni possibile tensione sociale che si potrebbe creare se non vi è certezza di salario e occupazione”. Intanto, a contrada Pantano Basso le uniche figure distinte che si sono viste nelle ultime ore sono numerosi ufficiali giudiziari.



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