Discarica di montagano appalto cucito

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Laura Sansone

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Laura Sansone che torna questa sera con l’appuntamento settimanale con “il salotto di Laura” il talk show di Molisetv. Con la simpatia che la contraddistingue, chiacchiererà in maniera confidenziale con ospiti illustri toccando numerosi argomenti: dalla cultura alla religione, dalla politica alla cronaca dei nostri giorni.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore, poteva francamente evitare di utilizzare una terminologia non propria per un esponente politico definendo "bullesco" l'atteggiamento dell'Atm. Ad un assessore non si addice questo linguaggio riferito a chi non prendendo soldi protesta. Vorremmo vedere se a non essere pagati fossero i Regionali.

Discarica di Montagano un appalto cucito?

Servizio a pagina 3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 13 febbraio 2015

Le responsabilità dell’università, dell’Associazione industriali, delle Camere di Commercio, delle banche e delle industrie

Una Regione che si sbarazza impunemente del Parco scientifico e tecnologico non può che chiamarsi Molise

Che Regione potrà mai essere, con quali prospettive per il futuro della sua missione istituzionale, quella che si sbarazza del Parco scientifico e tecnologico, ossia dello strumento di ricerca e applicazione scientifica, cardine del progresso e dello sviluppo? Crediamo sia una Regione povera, accattona, arruffona, improbabile in tutte le sue attività e manifestazioni. La Regione Molise c’è tutta in questa rappresentazione essendo povera, accattona, arruffona e improbabile in tutte le sue attività e manifestazioni. Ma con essa, nelle stesse condizioni, molti altri soggetti che nel Parco scientifico e tecnologico potevano avere un ruolo decisivo e non l’hanno avuto, in quanto tremebondi, poco disposti al rischio, meno ancora alla volontà di reggere alle difficoltà contingenti e di considerare la ricerca scientifica e l’applicazione delle tecnologie d’avanguardia uno strumento indispensabile per migliorare i sistemi dell’economia, creare sviluppo e occupazione. Nel Parco scientifico e tecnologico del Molise erano presenti l’università del Molise, la Regione Molise (attraverso FinMolise e l’Ersam), l’Unione delle Camere di Commercio, l’Associazione industriali, le banche (Unicredit, Monte Paschi di Siena e Banca dell’Adriatico), le industrie (la Molisana, Colavita, e Alley Sud-Est). Domanda: si poteva avere e pretendere di più? In quell’accrocco era rappresentato

il meglio del Molise osservato e considerato in chiave scientifica e culturale (l’università), istituzionale (la Regione), produttiva (Camere di Commercio e Associazione industriali), finanziaria (le banche). Tutto questo ben di Dio, pur vantando un numero di progetti di valore di gran lunga superiore al deficit di un milione di euro frattanto accumulato, ha preferito sciogliersi, liquefarsi, rifugiarsi nel proprio particolare, dando prova, l’ennesima, di scarsa unità d’intenti, di determinazione, di coraggio, di volontà a reggere il debito, non avendo fiducia in se stesso e nelle cose in cui s’era impegnato a fare nel campo della ricerca scienti-

l’ intervento di Florius Che fine ha fatto il bilancio di previsione 2015 della regione Molise? La mancata approvazione del Bilancio 2015 della Regione Molise e il non riaccertamento dei residui comporterà, inevitabilmente, ulteriori ritardi nel pagamento degli stati di avanzamento lavori per tutte le opere pubbliche appaltate dai Comuni molisani con finanziamenti regionali. È il caso di ricordare che ad oggi risultano ritardi nei pagamenti nei confronti delle imprese del mondo edile che in qualche caso sfiorano i nove mesi. Nel frat-

fica e nell’applicazione delle tecnologie avanzate. Tra l’altro, con esiti tutt’altro che disprezzabili nel settore agroalimentare. Alla chiusura (traumatica) del Parco non ha reagito nessuno, a riprova che la società civile, i settori produttivi (industriali, commerciali, agricoli e artigianali), i settori finanziari, gli ordini professionali, le forze sociali si muovono per compartimenti stagno, ciascuno per sé e tutti per nessuno. Diversamente non sarebbe stato possibile accettare supinamente che la “summa” delle energie economiche e intellettuali di un territorio, riassunte nel Parco, venisse liquidata senza una riflessione, un confronto,

un’analisi, una proposta alternativa. Il peso maggiore di questa vicenda naturalmente grava sulle spalle della Regione Molise (versione Frattura), che non ha avuto ritegno a tirarsi fuori dal Parco mentre sarebbe bastato che avesse sopperito, anche parzialmente, alla copertura del deficit per andare avanti e per, casomai, incentivare i processi della ricerca e l’applicazione delle tecnologie per migliorare la produzione agroalimentare (abbiamo una tradizione o no?), per motivare le imprese a investire nella modernizzazione dei propri apparati, e per non sganciare il Molise dalle economie in fase di crescita. Il Mo-

lise ha preferito rimanere indietro, attardarsi sulle sue piccolezze e miserie, senza alcuno stimolo, voglia, passione, quantomeno per immaginare un futuro più denso e ricco di motivazioni. Ironia delle ironie, nel momento in cui l’università del Molise decideva di uscire dal Parco scientifico e tecnologico, il rettore Palmieri non si faceva scrupolo di delegare alla Ricerca scientifica e tecnologica (!) la dottoressa Gilda Antonelli, notoriamente molto vicina al presidente della giunta regionale nonché affossatore del Parco. Che dire dell’Associazione industriali! Il recinto in cui i soci si muovono è il più munito a difesa dei propri interessi e il più indifferente al destino della collettività. Per costoro Ricerca e Tecnologie equivalgono alla possibilità di raccogliere finanziamenti pubblici (fondi regionali ed europei) e la loro entità: difatti, si sono rintanati, in attesa di banchettare con la programmazione 2014/2020, attenti a non disturbare l’amico presidente della giunta regionale che farà di tutto per non deluderli. Zitte e compiacenti anche le Camere di Commercio, fedeli appendici politiche della presidenza della giunta regionale; non di meno le forze sociali. Una Regione che si sbarazza del Parco scientifico e tecnologico, ossia dello strumento cardine del progresso e dello sviluppo, non può che chiamarsi Molise. Dardo

Che fine ha fatto il bilancio regionale? tempo le imprese agonizzano e muoiono. Tanti interrogativi, da cittadino molisano e da amministratore di Ente locale di medio/lunga esperienza, circolano nella mia testa da giorni e giorni. Qual è la reale situazione finanziaria non solo della Sanità molisana, le cui vicende e passività sono notorie a tutti, ma della Regione Molise??? il pagamento di quanto dovuto per un’opera prestata, in tempi certi. Ma mi sono chiesto

anche come sia possibile che l’intero Consiglio regionale (maggioranza, minoranza, centro sinistra, centro destra, grillini) a proposito della mancata approvazione del Bilancio 2015 non abbia finora speso una parola, non abbia presentato una interrogazione, una mozione o un atto che invitasse la maggioranza a voler provvedere. Evidentemente sono distanti anni luce dal territorio, dai cittadini, dagli amministratori e dagli imprenditori. CAMPA CAVALLO

ma inizio a pensare che l’erba inizi ad avere serie difficoltà a crescere.


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Discarica di Montagano, vi sono anomalie? Sono state aperte le buste relative al bando per la gestione dell’impianto di stoccaggio dei rifiuti solidi urbani CAMPOBASSO. Sono state aperte nella giornata di ieri le buste relative al bando per la gestione della discarica di Montagano, di proprietà della Comunità Montana Molise Centrale. Alcune anomalie sembrano, però, inquinare questa procedura. Pare, infatti, che il bando nasca già con qualche scricchiolio e le indiscrezioni prendono a filtrare. I requisiti richiesti per la partecipazione, nella redazione originaria del bando, dovevano essere posseduti tutti, senza eccezione, dai partecipanti ed, in caso di Associazione Temporanea di Impresa (ATI), da ciascun componente per la quota percentuale dichiarata nella composizione del raggruppamento. Secondo una potenziale ditta partecipante, però, questa impostazione contravveniva alla normativa vigente ed è stata presentata un’istanza a seguito della quale la comunità Montana chiariva che i partecipanti avrebbero potuto avere anche il singolo

requisito, connesso alla propria partecipazione, senza l’obbligo di possederli tutti. A seguito di questo chiarimento, istitutivo di una sostanziale modifica dei termini originari del bando stesso, veniva

presentata da due società potenzialmente partecipanti la richiesta per uno slittamento dei tempi di presentazione dell’offerta, al fine di rivedere tutto l’iter partecipativo, cui però la Comunità Mon-

tana rispondeva negativamente. A quanto ci è dato di conoscere, poi, ci sarebbero alcune altre incongruenze nella redazione del bando riguardanti soprattutto alcune assegnazioni di punteggio come, ad

esempio, quella relativa al fattore “tempo” indicato dai partecipanti per (l’eventuale) subentro all’attuale gestore; come pure il punteggio assegnato al valore economico dell’offerta; o come pure i fatturati richiesti, nel triennio. Ma, in particolare, nel capitolato sono specificatamente indicate le attrezzature richieste al (futuro) gestore e, pare, che queste siano le stesse che sta utilizzando l’operatore “in carica”. Si aggiunga che, a quanto risulta, la Comunità Montana non ha mai effettuato una verifica di mercato mediante gara sulla remuneratività e/o sulla consistenza della tariffa di smaltimento applicata ai comuni che conferiscono, tariffa che è sempre stata calcolata in base ai calcoli della società attualmente gestore dell’impianto. Insomma elementi da chiarire pare che ce ne siano e di certo avremo modo di farlo nella maniera deontologicamente più corretta nei giorni che seguiranno.

Moderare i termini

Le buone maniere, gli aplomb istituzionali, i gesti e le parole dalle cattedre della pubblica amministrazione si sono livellati in basso, spinti giù dal vortice dei risentimenti (politici, personali, partitici) che ormai sopravanzano ogni altro modo di rapportarsi e di confrontarsi

Moderare i termini è segno di saggezza, di padronanza delle e nelle questioni, anche le più controverse quale, ad esempio, quella sorta tra l’assessore ai trasporti Pierpaolo Nagni e l’amministratore dell’azienda di trasporto su gomma, Atam, Giuseppe Larivera. Entrati in rotta di collisione, non da oggi, e sempre su basi contradditore in cui il politico rivendica il primato sull’imprenditore che, a sua volta, rivendica quanto gli è dovuto. Il dovuto per un servizio (quello automobilistico) che, data la natura geomorfologica e demografica del Molise, è di grande rilevanza sociale ed economica, e la cui interruzione causerebbe danni ingenti all’utenza, ai collegamenti, alle comunicazioni. Cosa che hanno indotto Larivera a revocare l’interruzione del servizio e a contenere la propria rivendicazione in ambiti dialettici ai quali però, l’assessore, stando al comunicato emesso al termine di una riunione presso i suoi uffici in Viale Elena, a Campobasso, pare non abbia aderito secondo i canoni della buona creanza se, come diciamo, ha usato termini da guerriglia (“… comprendiamo ad un certo punto, che l’ATM abbia deciso, di fronte ad un ormai sicuro colpo in

canna, di non sfidare oltremodo la sorte e di non giocare più alla roulette russa”) e sottintesi affatto rassicuranti in fatto di denunce penali (“… le lacrime di coccodrillo non serviranno né ad evitare che le procedure legali avviate nei loro confronti procedano, né a cambiare la nostra posizione rispetto al quadro economico) che sono, diciamolo, l’ultima delle opzioni cui si dovrebbe ricorrere, soprattutto da parte di chi fa politica e svolge funzioni di amministratore pubblico. Ma i tempi vanno cambiando rapidamente e le buone maniere, gli aplomb istituzionali, i gesti e le parole dalle cattedre della pubblica amministrazione (“… l’atteggiamento da bulli di periferia non porta lontano”) si sono livellati in basso, spinti giù dal vortice dei risentimenti (politici, personali, partitici) che ormai sopravanzano ogni altro modo di rapportarsi e di confrontarsi. La deriva sembra inarrestabile e fa specie, in questo caso, che a praticarla sia un personaggio che non difetta assolutamente di sensibilità politica, che non difetta della conoscenza dell’utilità delle pratiche possibiliste che sono proprie della politica e della saggezza politica. Il settore dei trasporti è un magma, e come tale non

aiuta ad essere ricapitolato seguendo lineari procedimenti amministrativi quale, ad esempio, quello che ha finora precluso l’agibilità dell’appalto esperito a suo tempo e ciò in ossequio ad una non meglio illustrata, precisata, analizzata e dimostrata necessità di una nuova gara per un gestore unico. Sarà anche utile, ma per esserlo dovrebbe essere tempestiva, oltre che trasparente. Tempestività e trasparenza che non sono intravedibili in ciò che finora sui trasporti regionali è stato fatto e si vuole decidere di fare. Nel frattempo le ditte languiscono, patiscono, si riducono all’indebitamento pur di non morire, indotte finanche a sottomettersi pur di non rompere col potere (o strapotere? – ndr) politico, sperando di ricavarne qualcosa. Sottomissione cui non s’è piegato e non intende

piegarsi l’Atm rivendicando per sé e per il sistema dei trasporti una condizione di agibilità che corrisponda ai diritti che le spettano, alla dignità del lavoro, alla sostenibilità del servizio. Oggi le parti s’incontrano di nuovo nella sede assessorile di Viale Elenza, a Campobasso. E’ auspicabile che trovino la capacità di intendersi e la volontà di arrivare ad una soluzione delle controversie nel modo migliore. Usando un linguaggio appropriato. Dardo


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13 febbraio 2015

“Epatite C, la Regione deliberi sui centri” Il consigliere regionale, Filippo Monaco, interviene sull’annosa questione che non trova soluzione CAMPOBASSO. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità la riconosce come un problema di salute pubblica globale dal momento che il 2% della popolazione mondiale (circa 180 milioni di persone) ne sono cronicamente infette. In tutta Europa è stato messo a punto un paino nazionale per la lotta a questa malattia e l’Italia, solo recentemente lo ha approvato. Parlo dell’epatite C, che, grazie al progresso della scienza, potrà essere curata e debellata. Recentemente infatti è stato immesso in commercio un farmaco a base di sofosbuvir, in grado di inibire la RNA polimerasi che il virus dell’epatite C usa per replicare il suo RNA. E’ dunque un trattamento rivoluzionario ed innovativo che consentirà ai malati di epatite C non solo di curarsi ma di guarire definitivamente dalla malattia. Il governo italiano ha addirittura già stanziato un fondo pari ad un miliardo di euro in due anni per coloro che intendano curarsi in tale forma farmacologica. I malati delle altre nazioni così come quelli delle altre regioni di Italia, ma non quelli del Molise!” - ad affermarlo è il consigliere regionale Fi-

lippo Monaco, firmatario di una mozione, protocollata questa mattina, riferita proprio alla lotta alle epatiti virali ed ai centri prescrittori del nuovo farmaco a base di sofosbuvir. “Recentemente, a Roma, si è svolto un convegno proprio su questo metodo di cura rivoluzionario, innovativo e che non comporta gravi disagi fisici per i pazienti, fino ad oggi curati con l’interferone. Notizie positive, sicuramente. Una malattia che

Riforma Nuclei industriali, la politica non conosce più limiti Come presidente di Co.Re.A., esprimo una certa diffidenza per le modalità di nomina degli amministratori unici dei consorzi per le aree di sviluppo industriale del Molise (ARSAP). Sembra si voglia continuare a mantenere certi privilegi (nomine) senza tenere conto del clima di cambiamento che sta chiedendo il popolo molisano. Ancora una volta, da quello che ho potuto leggere, non sono sufficientemente chiari i requisiti per accedere ad incarichi così basilari e strategici per il rilancio della nostra regione in un momento di crisi così profonda. Ho sempre sostenuto, in tempi non sospetti, e continuo a sostenere, che la direzione di enti così importanti non possa essere politicizzata ma vada affidata a persone dall’alto

ci sarà cura per lui perché la Regione Molise, per ragioni a me ignote, non ha provveduto all’accreditamento di centri specifici per la prescrizione di tale farmaco così come stabilito dalla determina dell’Associazione Italiana del Farmaco. L’articolo 2 delle determine AIFA del 26 novembre 2012 e del 7 gennaio 2013 parla chiaro: il farmaco, per essere prescritto e quindi essere scaricato sul sistema sanitario nazionale, deve av-

“Poli formativi? Salvi grazie al confronto”

L’INTERVENTO

di Vincenzo Musacchio*

colpisce e uccide migliaia di persone all’anno può essere debellata tramite la somministrazione di un farmaco per via orale. Non solo, perché l’immissione in commercio di tale farmaco andrebbe, nel giro di pochi anni, ad abbatterebbe i costi di cura fino ad oggi elevatissimi.” “Ma cosa accade ad un malato cronico di epatite C, genotipo 1, con un’epatopatia compensata che ha la sfortuna di risiedere in Molise? Non

valersi di centri utilizzatori specificatamente individuati dalle Regioni. Ed il vicepresidente dell’associazione Epac Onlus, nel corso del convegno romano, ha affermato proprio questo: la Regione Molise, insieme ad altre tre, non ha deliberato sui centri prescrittori andando incontro alla violazione della legge n.189/2012 sui farmaci innovativi”. “E’ vero, siamo una regione piccola, ai più sconosciuta. Ma le malattie non fanno sconti, colpiscono sia i grandi che i piccoli territori. Non guardano alla nazionalità, tantomeno al colore della pelle o degli occhi. Colpiscono tutti, indistintamente. E l’equità nelle cure, specie se richiesto per legge, deve esistere. Non facciamo in modo che la nostra terra sia ancora una volta messa ai margini del sistema sanitario. L’epatite C esiste e vive anche qui. La Regione deve, nel più breve tempo possibile, individuare ed accreditare i centri presso cui sarà possibile prescrivere tale cura rivoluzionaria. E deve farlo non perché lo dice la legge, ma perché la salute dei cittadini va salvaguardata, curata, migliorata”.

profilo tecnico, imparziali e soprattutto indipendenti, al fine di scongiurare la prassi della gara alla poltrona, tipica di una vecchia politica che oggi non può più essere sopportata. Sono convinto che la regione debba compiere scelte di cambiamento in grado di elidere quella distanza tra cittadini e politica. Va dato spazio alla meritocrazia, una volta per tutte, spazzando via qualsiasi “inciucio” politico. Basta con i premi ai “trombati alle elezioni” sempre a discapito delle persone competenti e meritevoli. Pur rispettando i futuri designati (vedremo e giudicheremo) ribadiamo che occorrono specifiche competenze gestionali per programmare la politica industriale molisana dei prossimi anni. Diamo un segnale di vero cambiamento! * Presidente Co.Re.A. Molise

Le opposizioni sottolineano l’impegno di tutti per evitare pericolosi tagli come invece previsti dalla proposta di legge presentata CAMPOBASSO. “La discussione in aula e il confronto con i cittadini sull’accorpamento di alcuni istituti scolastici e il confronto sull’offerta formativa e didattica che deve essere offerta ai giovani è stata un buon esempio di politica che ha riaffermato, soprattutto, il ruolo che dovrebbe sempre avere il consiglio regionale del Molise”. A parlare, in una breve nota, i consiglieri di centrodestra. “Non può non essere riconosciuta l’azione svolta dal coordinamento scolastico, dal personale ATA e dalla rappresentanza dei genitori dell’IPIA – Cuoco Campobasso che con la loro presenza, durante l’ultima seduta del Consiglio regionale, ci hanno permesso di intervenire con profitto e di modificare la decisione presa dalla Giunta regionale con deliberazione n. 54 del 3 febbraio 2015, con la quale venivano ratificate le determinazioni assunte dalla conferenza dei sindaci della provincia di Campobasso del 29 gennaio 2015. La pregiudiziale e la richiesta di sospensione dei lavori consiliari che abbiamo formulato in aula ci hanno permesso di incontrare e di discutere con la delegazione presente, ascoltando le motivazioni rappresentate a favore della loro istituzione scolastica, con le quali hanno ribadito l’importanza dell’offerta formativa e didattica che deve essere offerta ai giovani.Difatti la decisione assunta, ossia quella dell’accorpamento dell’Ipsia Montini all’Iti e dell’Ipc Cuoco all’Itas avrebbe significato la fine

del polo dei professionali – continua la nota – tenendo conto tra l’altro anche dei conseguenti problemi organizzativi e di gestione, con le inevitabili ricadute sulla didattica e sui diritti dello stesso personale.Questi elementi sono stati propedeutici all’adozione della prescrizione che ha permesso di mantenere l’IPIA Montini con l’IPC e l’ITAS, perché la strada da seguire deve essere quella della costruzione di poli formativi omogenei, e, come evidenziato dagli stessi rappresentanti, gli Istituti professionali ricadenti nell’area di Campobasso andrebbero valorizzati e aggregati in un unico polo d’Istruzione secondaria. Il Consiglio regionale ha in questo caso – terminano i consiglieri – riaffermato l’importanza del suo ruolo, adottando all’unanimità un atto di grande importanza che ha permesso di salvaguardare, tutelare e ribadire la centralità nel nostro tessuto sociale delle istituzioni scolastiche”.


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5 13 febbraio 2015

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Il rischio è che si ripetano i casi Ersam e Comunità montane

Nasce l’Ente regionale per l’edilizia sociale e spunta il liquidatore Situazioni deplorevoli che non si concludano nel senso voluto. Per estensione si possono assimilare a una delle tante forme di corruzione L’ex Ersam è in liquidazioni da circa 10 anni; le comunità montane sono in liquidazione da 5. I liquidatori beccano emolumenti senza alcuna pressione addosso essendo graditi ai governi regionali che li ha nominati, soprattutto per la loro funzionalità politica e, in alcuni casi, per contiguità partitica, e in altri casi ancora per essere amici, tout-court. Situazioni deplorevoli, che dicono anche al più distratto dei cittadini e al più distratto dei controllori della pubblica amministrazione come queste condizioni così largamente tollerate per anni e anni senza che si concludano nel senso voluto, si possano, per estensione, assimilare a una delle tante forme di corruzione. Non esageriamo. Stiano nel solco delle valutazioni svolte in sede nazionale dal procuratore generale della Corte dei Conti, dal magistrato, commissario dell’Expo 2015, Cantone, e dai commentatori delle maggiori testate giornalistiche nazionali che raccontano appunto quanto sia larga e malleabile la materia. Ci siamo fermati all’ex Ersam e alle Comunità montante, ma le mappe delle liquidazioni e gli elenchi dei liquidatori sono molto più ampie e

molto più nutriti, seppure poco reclamizzati essendo le liquidazioni e i liquidatori meno noti. La giunta regionale presieduta da Paolo di Laura Frattura, presenti gli assessori Petraroia, Facciolla, Nagni e Scarabeo, ultimamente, di liquidazioni e di liquidatori, ne ha aggiunti ulteriori, in quanto obbligata (la giunta) ad applicazione la legge regionale 21 del 2014 (“Istituzione dell’Ente regionale per l’Edilizia

CAMPOBASSO. La FILCAMS CGIL Molise e la UILTUCS Molise sono fortemente preoccupati per la tenuta sociale che riguarda i settori del commercio e dei servizi in Molise. Troppe sono le vertenze aperte, centinaia i lavoratori coinvolti e poche o nulla le idee per rilanciare il tessuto produttivo e l’occupazione. Su molte vertenze è calato un silenzio “TOMBALE” , eppure tanti sono stati gli impegni, i proclami e le conferenze pubbliche poste in campo dalla politica regionale. Come dimenticare ad esempio la vertenza dei lavoratori dell’esattorie , ancora ieri si è rinviato l’affidamento del bando, l’ennesimo rinvio da dicembre, così come è altrettanto inverosimile la vertenza che riguarda i lavoratori delle cooperative operanti presso la biblioteca provinciale Albino, ad oggi

Sociale”), quindi allo scioglimento degli organi degli Istituti autonomi delle case popolari di Campobasso e Isernia, nella persona del commissario unico Giovanna Iannarelli; alla revoca degli attuali direttori generali degli Istituti, Nicola Lembo e Nicandro Biasielllo, e alla nomina del commissario liquidatore di entrambi gli Iacp nella persona dell’attuale direttore generale dell’Istituto autonomo

delle case popolari di Campobasso, Nicola Lembo. Operazioni peraltro tutte in linea con le disposizioni della legge appena citata che, infatti, all’articolo 12 recita “Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale delibera lo scioglimento degli organi degli Iacp di Campobasso ed Isernia, la revoca dei rispettivi direttori generali e, contestualmente, la nomina del

Il silenzio tombale della Regione Filcams e Uiltucs denuncia i rischi di implosione del commercio e dei servizi

Commissario liquidatore di entrambi gli enti il direttore generale dello IACP di Campobasso”. Scritto, fatto. Con la particolarità, da non sottovalutare - attenzione! - di non stabilire un termine entro cui il liquidatore dovrebbe esaurire l’incarico. Sicché il buon Lembo, al pari del liquidatore che da dieci anni sta tentando di chiudere i conti dell’Ersam e dei colleghi che da cinque stanno tentando di chiudere i conti delle Comunità montane, può disporsi tranquillamente ad emularli, magari anche a sopravanzarli nel record. Sempre l’articolo 12 dispone inoltre che “I collegi dei revisori dei conti dei disciolti Istituti autonomi delle case popolari, in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, continuano ad esercitare le funzioni fino alla chiusura della liquidazione”. Niente male nemmeno per loro. Male, invece, per i cittadini che pagano le tasse, per il buonsenso comune, per la pubblica amministrazione sempre più in defaillance.

l’unica certezza è che sono rimasti a casa senza reddito dal primo gennaio, non è dato sapere cosa accadrà nonostante gli impegni e le deliberazioni già assunte dalla Regione. Nulla più si è mosso sul fronte del commercio,sulle aperture domenicali, sulle vertenze Korai, mense ospedaliere, vigilanza armata ecc. ecc.. Nella convinzione che servono ora e subito risposte chiare e idee positive per salvare quel poco che è rimasto in termini di occupazione e programmare un futuro sostenibile, la FILCAMS CGIL e la UILTUCS UIL convocano per SABATO 14 febbraio alle ORE 10,00 presso la sede della CGIL Molise in Via Mosca,11 , una conferenza stampa per illustrare le prossime iniziative pubbliche che saranno intraprese nei confronti delle istituzioni regionali.

Dardo


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Campobasso

13 febbraio 2015

Quote latte, si apre il confronto” In Senato il question time del senatore Ruta sulla difficile problematica CAMPOBASSO. in Senato con il Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura sen. Roberto Ruta ha ESPRESSO soddisfazione per la risposta del Ministro sia sul piano latte sia su Expo 2015. Sul primo quesito il capogruppo ha sottolineato come ” impone il calo di oltre il dieci per cento del prezzo del latte insieme alla conclusione del regime delle quote latte impone un immediato adeguamento dell’intera filiera italiana e bene ha fatto il Ministro a convocare gli operatori e i produttori della filiera del latte e dei suoi prodotti, al ministero per un confronto immediato volto ad individuare le misure straordinarie di accompagnamento per tenere in buona salute la filiera del latte che è strategica per il nostro paese. In tal senso il latte di qualità nelle scuole, il marchio distintivo nazionale e il sostegno per l’internazionalizzazione e alla cooperazione alle

tante piccole e medie imprese italiane sono segnali che vanno nella giusta direzione. Certamente – ha concluso il capogruppo – serve una normativa da approvare celermente che dia certezze ai produttori e agli operatori tutti della filiera ed in tal senso siamo pronti ad una tempe-

stiva quanto condivisa proposta di legge.”. Sul secondo quesito riguardante Expo 2015 il capogruppo ha espresso apprezzamento per le scelte fatte e ha voluto evidenziare che “se c’è altro da preparare o definire lo si faccia anche con sforzi aggiuntivi in

queste ultime dieci settimane, perchè poi inizia Expo 2015 e l’Italia si presenta al mondo, quindi stop a polemiche, eventuali critiche fondate o meno sono tutte rimandate a dopo ottobre: è la nazionale che scende in campo, è l’Italia che gioca una partita straordinaria.”.

” Da parte nostra – ha concluso il capogruppo PD Ruta – pieno sostegno perché Expo 2015 sia fino in fondo l’occasione per offrire ai cittadini del mondo che verranno, compresi gli italiani ed in particolar modo le nuove generazioni, gli strumenti conoscitivi per un’alimentazione consapevole da divulgare, dell’importanza del rispetto dell’ambiente e della biodiversità, del diritto al cibo per tutti, insieme alla conoscenza di culture, di storie e di tradizioni che hanno i loro riflessi nella filiera agroalimentare e con esse la conoscenza e lo scambio dei prodotti frutto della terra. In questo campo l’Italia non ha pari e il mondo lo sa perché cerca i prodotti del Made in Italy che dobbiamo difendere dalla base tutelando ola biodiversità e per questo diciamo no alla produzioni OGM : noi dobbiamo esportare il meglio del nostro straordinario paese a partire dalla dieta mediterranea già dichiarata patrimonio dell’Unesco.”.

Sano e salvo l’anziano scomparso da casa Il 75enne si era allontanato dall’abitazione di Riccia mercoledì mattina RICCIA. E’ stato ritrovato l’anziano di circa 75 anni residente a Riccia che nella tarda mattinata dell’ 11 febbraio si era allontanato da casa facendo perdere le sue tracce ai familiari e agli amici. Subito forte era stata la preoccupazione in paese dopo la sua scomparsa, al punto che i parenti,

che in un primo momento si erano attivati autonomamente per trovare il loro caro – che pare sia affetto da Alzheimer, – avevano deciso di allertare le forze dell’ordine e il 115. Giunte sul posto, una squadra di Carabinieri e l’unità cinofila dei Vigili del Fuoco hanno immediatamente dato il via

alle ricerche nell’area circostante il comune di Riccia, senza che queste abbiano avuto subito un esito positivo. L’area da ‘battere’ è stato perciò allargata ai comuni limitrofi, compresi i territori in agro e boschivi. Grazie alla costanza di militati e Vigili del Fuoco il 75enne è stato rintracciato

poco prima della mezzanotte nei boschi nei pressi della chiesa di Santa Maria a Quadrano fra i comuni di Jelsi e Gildone in stato confusionale. L’anziano è stato riportato a casa a Riccia e sottoposto ai dovuti accertamenti medici.

La giornata, “M’illumino di meno” Anche il Comune di Campobasso partecipa alla Giornata del Risparmio energetico con alcuni gesti simbolici CAMPOBASSO. Oggi, in occasione della Giornata del Risparmio Energetico, dedicata all’ormai consueto simbolico “silenzio energetico”, il Comune di Campobasso, con il sostegno e la collaborazione dell’Associazione Ambientalista Fare Verde, di Legambiente Molise, del WWF Molise e della BiblioMediaTeca comunale di Campobasso, aderirà a M’illumino di Meno 2015, ovvero la più grande campagna radiofonica di sensibilizzazione sulla razionalizzazione dei consumi energetici, ideata da Caterpillar, storico programma in onda da diciotto anni su Radio 2 RAI dalle 18 alle 19,30. L’iniziativa si avvale da anni dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e della Presidenza della Repubblica, nonché delle adesioni di Senato e CAMERA dei Deputati.Il focus dell’edizione 2015 di M’illumino di meno è dedicato alle scuole di ogni ordine e grado, cui sarà richiesto di manifestare simbolicamente il proprio amore per il Pianeta con iniziative speciali in tutti i plessi, per mostrare come l’attenzione all’ambiente

debba costituire un fulcro del discorso educativo e dell’attualissima spending review anche nella riqualificazione degli edifici scolastici. Diversi, per l’occasione, gli eventi in programma organizzati dal Comune di Campobasso con il sostegno delle associazioni.

– Alle 17.00, presso la Sala Consiliare del Comune di Campobasso, si terrà il convegno “M’illumino di Meno”, al quale parteciperanno: Antonio Battista, Sindaco di Campobasso; la prof.ssa Adelaide Villa, Dirigente Scolastica dell’I.T.T. “Marconi” di Campo-

basso, e interverranno il prof. Livio De Santoli, Delegato per l’edilizia e l’energia dell’Università “La Sapienza”di Roma e l’ingegnere Antonio Caterina, Responsabile Italia – Business residenziale dell’ABB S. p. A. Prima e durante il convegno, nell’atrio antistante alla sala consiliare, si terrà una dimostrazione didattica del funzionamento di un prototipo di bicicletta destinata alla produzione di energia elettrica, progettato dagli studenti dell’I.T.T. “Marconi”. – In BiblioMediaTeca comunale in via Alfieri, alle 18.30, ci sarà una suggestiva presentazione a lume di candela, del libro per bambini “Ciao, mi chiamo Isina” di Natalia Figliola. – Dalle ore 19.00 fino alle ore 20.00 si provvederà, invece, allo spegnimento delle luci di Palazzo San GIORGIO e del Castello Monforte. La giornata si concluderà a Piazzetta Palombo con un concerto Unplugged con falò, a cura dei gruppi musicali “Orchestra Panzillo” & “Error number 96″


Campobasso

7 13 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Seconda piscina, il rebus Lasciata all’incuria e al degrado rischia di andare in malora Se verrà ancora lasciata all’insulto del tempo, incompleta e inutilizzata, la piscina comunale di Colle dell’Orso in men che non si dica sarà una struttura pubblica in disfacimento. Ossia, non più destinabile allo scopo per cui è stata progettata, finanziata, e appaltata. Per come stanno le cose, la piscina comunale di Colle dell’Orso è anche un insulto al buon senso comune e, cosa più grave, all’uso del denaro pubblico. Giacché nessuno se ne cura, dobbiamo ritenere che, tutto sommato, della seconda piscina i campobassani non sanno che farsene. Infatti, già frequentano di rado e di malavoglia la piscina di Villa De Capoa, figurarsi se, appunto, avvertano la inaccessibilità e inagibilità di quella di Colle dell’Orso. Il guaio, però, è che a fregarsene siano gli amministratori di Palazzo san Giorgio e i dirigenti, ovvero coloro che per diretta

responsabilità sarebbero (usiamo di proposito il condizionale) tenuti a porsi la questione, a metterla a fuoco, e a risolvere i problemi (tecnici e amministrativi) che da oltre dieci anni impediscono di portare a conclusione l’appalto e a realizzare l’impianto. Non v’è dubbio che la crisi economica sia un magma asfissiante che da alcuni anni sta invadendo anche i più reconditi recessi dell’economia, mortificando gli operatori economici e le imprese. Argomento che si vorrebbe utilizzare per trovare una giustificazione alle vicende progettuali (prima) e a quelle della costruzione dell’impianto (successivamente) nel lungo arco di tempo ch’è passato dalla progettazione all’inizio dei lavori. A leggere e a rileggere i vari passaggi amministrativi, le varie scelte tecniche, le varie fasi della costruzione della piscina, si mettono insieme elementi

sufficienti per affermare che l’impianto sportivo di Colle dell’Orso è uno straordinario paradigma delle spesa pubblica utilizzata per soddisfare ambizioni personali (professionali soprattutto); per attribuire un titolo di creatività amministrativa ad amministratori tutt’altro e creativi; per corrispondere a inesistenti bisogni della collettività campobassana in materia di sport e di tempo libero. Straordinario paradigma di una commistione d’interessi tra la pubblica amministrazione e taluni potentati giornalistici/sportivi. E’ accaduto che in corrispondenza del campionato mondiale di calcio (Italia ‘90) – evento che ha inghiottito miliardi e miliardi di lire per la costruzione e per l’adeguamento degli stadi e di altri impianti sportivi - il capoluogo del Molise, avvalendosi di personaggi di ascendenza molisana nell’ambito del governo dello sport

nella capitale, seppe ritagliarsi la sua fetta di finanziamento. La seconda piscina fu pertanto un regalo calato dall’alto, compensato con incarichi professionali e una tolleranza oltre misura nel corso delle traversie tecniche e amministrative che sono seguite da quel tempo ad oggi. Il progetto è stato visto e rivisto; l’appalto dei lavori è stato fatto e rifatto; i lavori in corso d’opera sono stati fermati e ripresi, per essere di nuovo fermati e ripresi lungo un calvario durato oltre dice anni. Un percorso tecnico e amministrativo di cui nessuno finora ha saputo spiegare né, tantomeno, giustificare in maniera plausibile. La “sedicente” piscina comunale di Colle dell’Orso pertanto continua ad essere una sorta di Totem, inserita in un contesto urbanistico ad essa totalmente estraneo, sul quale anche la magistratura, chiamata a decidere sul ricorso del-

l’ultima ditta appaltatrice che aveva chiesto la risoluzione del contratto d’appalto, ha lasciato un’impronta. Purtroppo, senza alcun esito pratico. Infatti, i lavori non sono stati riavviati. Per cui la piscina di Colle dell’Orso si conferma essere una struttura pubblica in disfacimento. Un disdoro amministrativo. Un’offesa alla professionalità dei tecnici e una irrisione alla responsabilità degli amministratori. Ancorché una indebita sottrazione alle risorse dell’erario. Una struttura per la quale sono stati spesi impunemente milioni di euro, la cui paternità e il cui mancato utilizzo pretendono una spiegazione. Ma per quanti sforzi sono stati fatti, dobbiamo arrivare all’amara conclusione che debba essere considerata figlia di nessuno e che pertanto nessuno ne debba rispondere. In questa città sorda, cieca e muta. Dardo

Obbligo della certificazione medica per i detentori di armi La Questura di Campobasso ha pubblicato i nuovi obblighi di legge La Polizia di Stato di Campobasso ricorda ai detentori di armi che, al fine di adempiere agli obblighi previsti dall’art. 6, comma 2, del Decreto Legislativo 29.9.2013, n. 121 – entro il 4 maggio 2015 – gli stessi devono produrre, all’Ufficio di Polizia o dei Carabinieri presso il quale sono state denunciate le armi detenute, il certificato medico previsto dall’art. 35, del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. L’adempimento non è, invece, richiesto per coloro che abbiano già prodotto la certificazione in parola alla data del 5 novembre 2013 (come nel caso dei titolari di licenza di porto d’armi in corso di validità). Il certificato medico - dal quale deve risultare che il richiedente non sia affetto da malattie mentali oppure da vizi che ne diminuiscano,

anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere - è rilasciato dal medico provinciale o dall’ufficiale sanitario della ASL o

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da un medico militare. Nel caso in cui il cittadino, entro il prossimo 4 maggio, non provveda spontaneamente a

presentare il certificato medico in questione o, comunque, ad esibirlo nei trenta giorni successivi al ricevimento della diffida da parte del competente Ufficio di pubblica sicurezza, verrà segnalato all’Autorità di P.S. che provvederà ad inibirne la detenzione con apposito provvedimento. La Polizia di Stato consiglia, quindi, i detentori di armi che non abbiano ancora ottemperato a tale obbligo, a produrre – con la massima tempestività - la citata certificazione medica presso i competenti Uffici di Polizia. Eventuali, ulteriori notizie al riguardo sono disponibili sul sito della Polizia di Stato www.poliziadistato.it - cliccando sul link “Armi” in homepage.

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Isernia

13 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Di Pietro, stai sulla cattiva strada” Un amministratore ex Idv replica alle dichiarazioni dopo la protesta di Agnone CASTIGLIONE MESSER MARINO – Protesta contro la demolizione sistematica dell’ospedale di Agnone, l’assessore comunale di Castiglione Messer Marino, Enzo Fangio, bacchetta il fondatore dell’Idv, Antonio Di Pietro, per le dichiarazioni rese alla stampa, quelle con le quali ha bollato la contestazione al governatore Frattura da parte degli agnonesi come una «aggressione organizzata». Di seguito la lettera aperta dell’assessore indirizzata all’ex ministro e magistrato Di Pietro: Gentile Dr. Di Pietro, sono Enzo Fangio assessore Comunale di Castiglione Messer Marino (Alto Vastese) iscritto all’IDV e membro del coordinamento regionale Abruzzo fino allo scorso anno, quando in molti , tra cui il sottoscritto, hanno deciso di non seguire più il nuovo segretario Messina e da sempre DIPIETRISTA CONVINTO. In merito alla sua solidarietà espressa al presi-

Lettera aperta

dente Frattura ha scatenato una serie di reazioni indignate da parte di cittadini dell’alto Molise e dell’alto Vastese perché non c’è stata nessuna aggressione da parte dei cittadini verso Frattura, come erroneamente riportato da qualche organo di stampa, ma solo sporadiche grida di cittadini esasperati dall’abbandono in cui versano le nostre zone. Ci saremmo aspettati invece una sua solidarietà verso un popolo a cui viene negato il diritto alla salute e viene sistematicamente preso in giro dai politicanti di turno. Io ho partecipato all’assemblea precedente la manifestazione di protesta e le posso garantire che si è deciso di fare un presidio silenzioso per far “sentire” ancora più forte la nostra indignazione verso la lenta eutanasia che si sta perpetrando ai nostri danni. Lei conosce bene la zona e può anche capire le difficoltà a

cui andiamo incontro e vederci smantellare, ormai quotidianamente, il presidio ospedaliero che rappresenta uno delle ultime leve che ci spingono a resistere sulle nostre montagne, non è facile da accettare. Alla gente ormai non interessa più di chi è la colpa o di chi ha contribuito a svuotare una Regione che poteva essere la Svizzera del Sud; la gente vuole vedere garantito il proprio diritto alla salute previsto dalla Costituzione. Noi non chiediamo di avere un ospedale di eccellenza sotto casa, ma vogliamo solo che venga riconosciuto lo STATUS DI OSPEDALE DI AREA DISAGIATA in modo da poter garantire alcuni servizi ESSENZIALI come un pronto soccorso e un 118 funzionante h24 , una chirurgia che possa essere messa nelle condizioni di fare piccoli interventi di routine, che ci sia una medicina e una lungo degenza con un minimo di posti letto tali da garantire tutto il bacino del Vastese e del Molise

montano vista l’alta percentuale di anziani, una diagnostica efficiente. Il mio invito è quello di unirsi alla nostra lotta e di portare la sua esperienza e la sua forza al servizio della gente. Possiamo e dobbiamo ripartire da chi si sente abbandonato, il resto, come la solidarietà a Frattura, seppure incolpevole per il passato, verrà solo vista come una difesa tra appartenenti alla casta che ormai è anni luce distante dai veri problemi che dovrebbero essere affrontati e risolti. Il mio vuole essere anche un invito a recarsi presto ad Agnone per parlare con la gente e per provare a dare un contributo efficace alla lotta. Spero che possa prendere a cuore il grido che si leva dalle nostre zone. Con affetto»

Caro Fratturra, Ittierre una gran baraonda

Gent.mo Presidente Frattura, siamo un gruppo di ex lavoratori ITTIERRE oggi in mobilità, e, dopo aver letto sugli organi di stampa locali, alcune esternazioni, abbiamo ritenuto doveroso, dal punto di vista etico e lavorativo, rivolgerci a Lei per chiarire e sottolineare alcuni aspetti che ci riguardano direttamente. CGIL, CISL, UIL e UGL La stanno esortando a “mettere in campo tutte le azioni politicamente possibili per traghettare la gestione dell’Ittierre nelle mani di imprenditori”, pena la sparizione definitiva dell’ITTIERRE dal mondo del lavoro. Tale invito potrebbe essere, senza dubbio alcuno, condivisibile, tuttavia contiene una grossa contraddizione. Nei giorni antecedenti il 25 novembre 2014 le stesse sigle sindacali di cui sopra, durante un’assemblea, hanno “consigliato” a circa 310 dipendenti della ex ITTIERRE di aderire ad una forma di mobilità volontaria, al fine di non incorrere nelle norme previste

dalla Legge Fornero in materia di riduzione degli anni spettanti in caso di accesso alla mobilità stessa nel 2015. Gli stessi hanno espressamente escluso, in quella assemblea, una possibilità di proroga della CIGS. Qualche giorno più tardi, anche l’Assessore Petraroia, durante un incontro presso la Camera di Commercio di Isernia, organizzato proprio per chiarire i dubbi dei dipendenti riguardo la mobilità volontaria, escluse tale possibilità, perché non c’erano le condizioni tecniche minime per poter rivolgere tale richiesta al Ministero, e ribadì, con estrema fermezza, che le uniche strade da seguire erano la richiesta dell’Area di Crisi e l’accesso ai fondi FEG; a tale scopo ipotizzò anche probabilmente la necessità di ricorrere ad eventuali manifestazioni presso il Ministero competente. Oggi rimaniamo basiti ed attoniti quando leggiamo che bisogna porre in essere tutte le azioni necessarie a salvaguardare i 247 dipendenti rimasti ancora alle dipendenze di IT-

TIERRE, in quanto altrimenti ciò rappresenterebbe una “conseguenza sociale di portata insopportabile per la Provincia di Isernia e per l’intera Regione”. E gli altri 310? Socialmente ed economicamente cosa rappresentano per CGIL, CISL, UIL ed UGL? Cosa hanno di diverso dai 247? Che sono stati “consigliati” a licenziarsi (autonomamente sia chiaro!) perché era l’unico modo per non trovarsi in una situazione peggiorativa? O perché forse senza di questi, qualcuno aveva già pensato di poter gestire meglio altre operazioni? O forse si doveva cercare di mantenere una parvenza di aziendina, così da giustificare la presenza sindacale sul territorio? Sia chiaro, onde evitare abili strumentalizzazioni da parte di maestri in materia, nessuno sta affermando che i 247 ex colleghi non debbano avere tutte le agevolazioni possibili, ma dal momento che la barca affondata era unica, l’ITTIERRE, non si possono fare, né dal punto di vista etico né da

quello morale, differenziazioni di trattamento, soprattutto da parte di un Ente Regionale che dovrebbe tutelare TUTTI nello stesso modo. Inoltre sappiamo tutti che la vecchia ITTIERRE non può essere traghettata verso altri imprenditori, per l’inesistenza delle condizioni di base: mancanza di appeal industriale, in quanto il magazzino, unica ricchezza di quell’azienda, è praticamente senza valore, vista l’esistenza di innumerevoli capi oggetto di accertamento sulla veridicità degli stessi da parte della GdF, e visto il fatto che ormai sono prodotti eccessivamente obsoleti per il mondo della moda. Altri imprenditori, se interessati, possono venire tranquillamente a fare impresa in Molise, senza doversi accollare gli oneri di un concordato preventivo in cambio di una scatola vuota. Ed anche per quanto riguarda i fasonisti non c’è alcuna certezza (anzi forse molti dubbi!) che riescano a recuperare quanto previsto dal concordato.

Tra l’altro, se dovessimo verificare in un prossimo futuro l’esistenza di condizioni atte ad evitare quello che ci era stato prospettato come il normale decorso di tale vicenda, allora dovremo ricrederci su quanto accaduto e dovremo incominciare a pensare ad una regia occulta, abilmente studiata ed organizzata per arrivare ad un fine diverso da quello che dovrebbe essere la tutela dei lavoratori e degli aspetti sociali ed economici di un territorio. Per tale motivo, Presidente, La invitiamo, invece, ad impegnare tutte le energie disponibili per cercare di attrarre in Molise nuovi imprenditori che, a prescindere dal concordato Ittierre, possano e vogliano impiegare la forza lavoro disponibile e ridare ai Molisani la dignità di uomini utili alla società. Presidente, NON DIMENTICARE nessuno, abbiamo tutti la “tessera” del Molise, non solo 247!!! Un gruppo di ex lavoratori ITTIERRE

Al Neuromed si insegna la metodica innovativa contro le vene varicose L’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare e Endovascolare è centro di riferimento per la tecnica di termoablazione a radiofrequenza

A partire da oggi, mercoledì 11 febbraio, L’I.R.C.C.S. Neuromed di

Pozzilli (IS) diventa punto di riferimento per tutti quei medici che vogliono approfondire la cura delle vene varicose attraverso una tecnica innovativa. Con una serie di workshop mensili, della durata di due giorni, l’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare e Endovascolare, diretta dal dottor Francesco Pompeo, curerà infatti l’addestramento teorico e pratico rivolto all’utilizzo della termoablazione a radiofrequenza. Quando si parla di vene varicose ci si riferisce a quella che viene tecnica-

mente definita insufficienza venosa. Nelle vene che riportano il sangue dalla periferia verso il cuore sono presenti delle valvole che impediscono al sangue di tornare in basso per l’azione della gravità. Quando queste valvole non funzionano più correttamente il sangue ristagna, le vene si ingrandiscono e diventano visibili. Tipicamente questo disturbo viene affrontato agendo sulla vena Safena, un vaso sanguigno superficiale situato negli arti inferiori. La vecchia tecnica consisteva nel co-

siddetto “stripping”. In pratica, la vena safena veniva letteralmente sfilata attraverso una procedura chirurgica che prevedeva anestesia spinale, se non generale. Ma negli ultimi anni si è andata sempre più affermando, fino a diventare lo standard di trattamento, una nuova metodica: la termoablazione. “Qui al Neuromed – dice il dottor Pompeo – utilizziamo la termoablazione a radiofrequenza. In pratica, si inserisce una sonda nella safena, attraverso una puntura effettuata poco al di sotto del ginocchio. Da qui la sonda

viene spinta in alto lungo la vena fino a livello dell’inguine. A quel punto si inizia il trattamento vero e proprio: emettendo onde radio, la sonda riscalda la vena circostante fino a 120 gradi. La ritiriamo gradualmente, sette centimetri alla volta in modo da riscaldare l’intero percorso. Alla fine, grazie all’intenso calore sviluppato, otteniamo la chiusura della vena, con la risoluzione del problema, senza doverla asportare. Tutto il trattamento viene eseguito sotto costante controllo ecodoppler”.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

13 febbraio 2015

“Imu agricola, evitiamo almeno le sanzioni” Il gruppo del Nuovo Centrodestra plaude all’iniziativa della Coldiretti e sprona il Comune di Termoli TERMOLI. “Apprendiamo con soddisfazione che la Coldiretti Molise in data 11 Febbraio 2015, attraverso un comunicato stampa, ha voluto lanciare un appello a tutti i sindaci del territorio molisano, affinché ogni comune non applichi sanzioni in caso di eventuali ritardi di pagamento dopo la scadenza del 10 Febbraio 2015. La stessa Coldiretti evidenzia ancora la necessità di

rispettare lo Statuto del contribuente, il cui art. 10 ritiene il contribuente non sanzionabile quando “la violazione dipende da obiettive condizioni di incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria”.Lo scrive il gruppo consiliare al comune di Termoli del Nuovo Centrodestra. “Inoltre in questo clima di incer-

tezza, vi è la necessità di evitare le incongruenze che esistono rispetto alle reali condizioni dei terreni e che gli enti territoriali, come i Comuni, affianchino e sostengano le rivendicazioni della Coldiretti per una modifica della normativa. Modifiche che, come sostiene Coldiretti, sono assolutamente necessarie ed utili per rafforzare la scelta equa e coraggiosa di mante-

nere l’esenzione per le imprese agricole professionali in tutte le aree svantaggiate del nostro territorio molisano, riconoscendo quindi il ruolo economico e di presidio territoriale di chi lavora e vive di agricoltura. Riteniamo infine di vitale importanza che la decisione assunta dalla Coldiretti Molise debba suscitare anche nell’amministrazione Sbrocca, un

sussulto di responsabilità, affinché ponga in essere quanto da noi più volte richiesto e cioè, deliberare, anche se con colpevole ritardo, la mancata applicazione delle sanzioni relative ai ritardati pagamenti avvenuti dopo il 10 Febbraio 2015, così come hanno già provveduto la stragrande maggioranza dei comuni del Basso Molise”.

All’impianto Fiat di Termoli 3 un nuovo magazzino La dirigenza aziendale ha chiesto al Comune l’autorizzazione per nuovi motori TERMOLI. La dirigenza dello stabilimento Fiat di Termoli ha ottenuto dal Comune di Termoli (dopo averne già acquisito l’autorizzazione da parte del Consorzio di sviluppo industriale ValBiferno) il permesso di costruire per realizzare un nuovo magazzino motori all’interno del fabbricato

di Termoli 3, quello per intenderci che ha ospitato (e continua a farlo) per 31 anni le linee del mitico motore Fire 8 valvole, quello che ha segnato la rivoluzione per le piccole cilindrate. Un segno tangibile dei riattrezzamenti che in fabbrica si

stanno programmando per adeguare gli spazi all’esigenza delle future produzioni, quelle che serviranno a equipaggiare le vetture di nuova concezione e che potranno rilanciare anche l’occupazione e i destini produttivi in Basso Molise.

Di Meo sulla panchina del Termoli calcio? Nuovi sviluppi nella società sportiva giallorossa dopo la protesta dei tifosi TERMOLI. La “verità”, una parola che nasconde “mistero e fascino” allo stesso tempo e nel Termoli calcio stiamo cercando di capire chi la dice e chi no. Nell’attesa, dobbiamo riconoscere che si può dire tutto sul momento calcistico giallorosso ma certamente non si può dire che andando al campo si rischia di annoiarsi e questo perché le nuove puntate della novella giallorossa si arricchiscono sempre di nuove avventure. La giornata dell’11 settembre si è aperta con la convocazione della conferenza stampa (sabato 14) sui

gradoni della curva “Marco Guida” (si attende però la conferma perché gli Ultras non gradirebbero la location) e questa è sicuramente una certezza che farà capire molte cose, tuttora indecifrabili. Ma i colpi di scena abbondano. Intanto la squadra che ha ripreso gli allenamenti, ha attuato una sorta di autogestione ed è anche in atto un profondo dibattito tra quelli che vorrebbero abbandonare e quelli che, invece, sentiti anche il presidente nel pomeriggio hanno deciso di temporeggiare e aspettare fino a sabato.

L’altra notizia certa è che mister Marcello Casu ufficialmente è ammalato, colpito da sindrome influenzale e di questo ha informato la dirigenza e, quindi, né ieri alla ripresa e nemmeno oggi era presente al campo per allenare. Al momento non sappiamo di quanti giorni è la prognosi medica del certificato inviato alla società, fatto sta che nella mattina del 12 febbraio per gli allenamenti previsti presso la Polisportiva S.S. Pietro e Paolo, la dirigenza avrebbe chiesto la collaborazione, almeno fino a sabato quando arriverà il Presi-

dente, di un altro allenatore a dirigere le sedute di allenamento in vista della delicata gara di Giulianova. Questo allenatore ha un nome e cognome: è il 45 enne tranese Giuseppe Di Meo che pare abbia dato la disponibilità. Sabato sapremo più cose ma pare probabile che, se mister Casu non dovesse riuscire a guarire, in panchina a Giulianova siederà il buon Salvatore Cardamone, l’uomo per tutte le stagioni, con Di Meo che farà da suggeritore dalla tribuna. Come si può notare, la tranquillità

e serenità in seno al Termoli Calcio sono sconosciute: sabato sarà il giorno delle tante verità e a questo punto non sono esclusi colpi a sorpresa che potrebbero avere effetti e clamori ancora più roboanti. Una cosa ci sentiamo di dire: dopo tanti anni che seguiamo il Termoli calcio, mai abbiamo dovuto assistere a simili rappresentazioni. … Eppure una cosa é certa: “del futur non v’è certezza” e indiscrezioni, frasi certe e poi smentite sono davvero all’ordine del giorno in casa Termoli.

L’Alberghiero in Valle d’Aosta I ragazzi dell’Istituto termolese pronti al progetto di collaborazione con gli alberghi della Valle TERMOLI. Per il settimo anno consecutivo, parte il progetto di collaborazione tra l’istituto alberghiero e l’Adava (Associazione degli alberghieri della Valle D’Aosta) con quarantadue alunni delle terze, quarte e quinte classi del Federico di Svevia che partiranno per uno stage di lavoro in grandi alberghi della Valle e rimarranno lì fino al 24 febbraio.

I ragazzi saranno seguiti in questo viaggio dal professor Francesco Granchelli e il professor Giovanni Valente e saranno dislocati per il periodo nelle cucine dei ristoranti, affiancati a chef, cuochi e maître dei grandi alberghi, nelle sale Bar nelle reception. Questo, dicevamo, è il settimo anno

di collaborazione con la Valle d’Aosta e pare proprio non si conosca la crisi del settimo anno perché il progetto va avanti con successo. Un evento che aumenterà nei ragazzi la formazione e la professionalità che è già comunque notevole, poi servirà ad accrescere il carattere visto che per qualcuno di loro è la

prima volta che esce fuori dai confini domestici e fa accrescere ancora di più il prestigio che con tanta fatica e sacrifici l’Istituto alberghiero termolese si è guadagnato negli anni. Ma non finisce qui perché altri alunni di questo istituto, nel prossimo mese di aprile, andranno per tre settimane in alcuni dei migliori al-

berghi d’Italia per un progetto di stage con spese sopportate interamente a carico delle strutture ospitanti; saranno circa una settantina e ad essi si aggiungeranno anche i 31 alunni che nel mese di settembre scorso hanno trascorso un intero mese di alternanza scuola lavoro in Irlanda ,in Portogallo e a Malta.


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Termoli

13 febbraio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Pista ciclabile, un disastro Per gli amanti della bicicletta la pista risulta pericolosa e non ultimata TERMOLI. Un annuncio in pompa magna, titoli a caratteri cubitali per quel che per Termoli doveva significare un cambio culturale a tutti gli effetti. L’avvio di una rivoluzione che voleva essere la prima goccia nell’oceano della viabilità atta a lanciare nel popolo termolese la prassi dell’uso delle due ruote, a pedali o elettriche, ma di certo senza combustibile derivante dal petrolio. Per un attimo si è creduto che tutto fosse possibile, anche perché a ridosso dell’estate e con climi miti, l’uso delle due ruote vide protagonisti un po’ tutti: dall’ex sindaco Di Brino, al consigliere Ciarniello, dal vescovo De Luca fino a passare ai tanti appassionati “dell’ultima ora” delle biciclette che pregustavano il sogno salutare di un passeggio pedalato di tutto il lungomare. Un sogno. Tale è rimasto. E questo non solo perché, ad oggi, di quella che doveva essere la pista ciclabile, costata fior di quattrini, ne è rimasta una spicciolata di un chilometro scarso, ma anche perché quanto esiste è pressoché impraticabile. Il motivo? Presto detto. Apertura degli sportelli delle auto in sosta che finiscono in pista, pericolosissimi cordoli che prima o poi pure faranno del male a qualcuno,

imbarazzante dimenticanza dei pedoni che tagliano in due la pista per attraversare e la letteralmente non pensata realizzazione di un’opera che dal nulla appare e nel nulla muore. Diciamola tutta, fosse stata la pista di Harry Potter, allora sarebbe stata speciale, ma ci pare più in linea con un altro passo della letteratura, molto più datato, quello dantesco del “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”. Da tali idee, forse preconcetti, siamo partiti eppure lo scambio di battute con Silvestro Belpulsi è ben diverso dalle attese. Da esperto qual è del mondo delle bici, Belpulsi evidenzia

che è lui stesso a usare spesso la pista ma specifica: “certo non ti permette di correre e non è una di quelle piste larghe tre metri, ma nel suo piccolo è utile, pratica e permette senza problemi di essere percorsa a una velocità sino a 30 km/h. Ovviamente, l’opera andrebbe vista nella sua completezza (e qui il riferimento è al suo essere collegata con l’altro pezzo di Rio Vivo e il prolungamento del secondo tratto del Lungomare nord) perché viste le sue dimensione è prettamente da passeggio”. Effettivamente, rispetto le idee di pista ciclabile (tre metri larga, che percorre il centro urbano) questa è

poca roba ma, assicura Belpulsi, “di gente che la usa ne vedo e come”. Una dichiarazione che cozza letteralmente con il sondaggio proposto da Termolionline.it nei giorni scorsi dove (non c’è certezza matematica e statistica ma si tratta di dati puramente indicativi) ben l’85% dei nostri lettori ha detto di non utilizzare la pista, ovviamente il 15% ha detto si. Per Gianluca T., studente universitario, “la pista mi torna utile d’estate per scendere al mare anche se, essendo troppo stretta, spesso e volentieri diventa pericolosa a causa sia degli attraversamenti sia del traffico sulla stessa, che si blocca non ap-

pena viene un’altra bici di fronte. In inverno, a dire il vero, non la uso però. Sarebbe bello per me che vivo a Colle della Torre poter scendere sempre in bici”. A dire la sua sul tema è anche Bruno Irace che, da responsabile del ciclismo amatoriale, annovera circa quattrocento tesserati in Regione di cui la metà proprio nel Basso Molise. Ebbene, tra questi il parere della pista è pressoché lo stesso e ne denuncia la sua “inutilità” per motivi vari e molteplici di cui abbiamo già reso nota, eppure il peggio è che è “troppo breve e troppo stretta e appare quasi dal nulla perché accedervi in modo “regolare” è fare contromano alla rotonda di Via Magellano. Insomma, la pista – continua – non rispetta i canoni delle ciclabili e a ciò si aggiungono difetti di progettazione che la vedono allagarsi non appena piove un po’. Un qualcosa, quindi, mal concepito e che non è nato dall’ascolto di chi è esperto nel settore. È come se qualcuno avesse avuto i soldi e piazzato quell’opera che pare del tutto inappropriata”. Quale deterrente o opportunità, la pista ciclabile cittadina è croce e delizia: è cambio culturale non riuscito ed è sogno incompiuto.

Cade dalla bici e aggredisce il soccorritore Una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine ha creato scompiglio in città TERMOLI. Una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine ha creato ancora una volta scompiglio nella tarda serata di ieri. Mancavano pochi minuti alla mezzanotte,

forse 20, quando un 57enne, A. C., è rovinato a terra alla rotonda di via Martiri della Resistenza e via Molise. A soccorrerlo prima un passante, quindi il

118 coi volontari della Misericordia e poi anche il radiomobile dei Carabinieri, ma forse non lucidissimo, l’uomo ha cominciato a dirne di tutti i colori, con insulti e impro-

peri, proprio all’indirizzo sia del passante che si era fermato ad aiutarlo che ai soccorritori.

Termoli alla Borsa del turismo La promozione turistica e del marketing grazie a “Costa dei delfini” TERMOLI. E’ iniziata ieri a Milano la Bit, Borsa internazionale del turismo, appuntamento clou della promozione turistica e del marketing territoriale in Italia. Tre giorni che vedranno in vetrina anche i comuni della costa adriatica molisana, all’interno di uno stand da 40 mq. Per la prima volta i Comuni di Campomarino, Ter-

moli, Petacciato e Montenero uniti sotto un unico marchio “Costa dei delfini” .Il progetto è frutto della comune volontà delle quattro amministrazioni ed intende promuovere un’immagine nuova, un brand universale, distaccato da identificazioni geografiche, ma più marketing oriented. L’obbiettivo è quello di creare una of-

ferta più consistente in termini numerici e di territorio. “Siamo convinti che il progetto possa essere strategico e di sviluppo 34 km di spiaggia bianca, 3 porti turistici,100 tra HOTEL e B&B, enogastronomia di qualità turismo, arte – spiega l’assessore al Turismo del comune di Campo-

marino Anna Saracino – creare con questi numeri una nuova entità nel panorama dell’immaginario turistico mediterraneo. È auspicabile anche che il progetto Costa dei delfini abbia anche una presenza e visibilità all’Expo 2015. Il piano di comunicazione prevede il coordinamento visivo con logo e anche di un sito web”.

“Al San Timoteo eccellenze vere” E’ Antonio Di Brino a scrivere del reparto di Urologia dopo il suo ricovero TERMOLI. Da dirigente del servizio di infermieristica, qualifica che ha avuto per diversi anni, ma anche da consigliere regionale e sindaco Basso Antonio Di Brino ha avuto sempre un piede dentro la sanità del Molise, ma solo quando se ne prova sulla propria pelle la gestione si apprezzano meglio anche le qualità.

Per questo, l’ex primo cittadino, ricoverato per alcuni giorni nel reparto di Urologia del San Timoteo di Termoli ha voluto elogiare medici e infermieri. “In un momento in cui emergono in cronaca episodi di malasanità ritengo di dover rilevare delle situazioni di eccellenza verificate personalmente presso l’ospedale San Timoteo

di Termoli. I fatti hanno riguardato sia il pronto soccorso per un intervento d’urgenza, con la correttezza e puntualità delle prestazioni, ed ancor più ritengo di dover evidenziare l’elevata professionalità dell’equipe medico-chirurgico del reparto di urologia. A dimostrazione che nonostante le

difficoltà in cui versa la sanità molisana e l’incertezza che riguarda il nosocomio termolese, lo spirito di abnegazione e di dedizione alla causa, nonché la carica umana, degli operatori sanitari, non solo suppliscono le carenze di personale, di mezzi e risorse, ma garantiscono prestazioni di eccellenza”.



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Opinioni

13 febbraio 2015

di Giorgio Scarlato Non è l’agricoltura che guarda al biogas, ma quanti sperano di ricavare lauti profitti da questa fonte di energia che produce il “digestato”, per ora, considerato un rifiuto e, come tale, va trattato. Giorgio Scarlato, il coltivatore di Palata, dopo il suo intervento “L’agricoltura muore per mancanza di scelte politiche non di risorse”, che ha ricevuto particolare attenzione, torna, con le sue puntuali riflessioni, a mettere in evidenza un problema che riguarda l’agricoltura italiana non solo molisana. Giorni addietro ho letto l’intervista fatta dal giornale telematico regionale “Termolionline” all’agronomo dott. Donato Occhionero : “ L’agricoltura guarda al biogas, in arrivo due impianti a Campomarino”. Il settore del biogas, da sempre, ha acceso aspri dibattiti tra favorevoli e contrari ad una tecnica di produzione di gas ed energia che, se non opportunamente regolamentata, può rivoltarsi contro i suoi stessi principi di sostenibilità ambientale. Come ogni attività produttiva che presta il fianco a diventare la “gallina dalle uova d’oro” di turno, la produzione di biogas può diventare un serio problema. Il dott. Occhionero bene ha fatto quando ha tenuto distinti gli impianti a biomasse da quelle a biogas; i primi peggiorativi rispetto ai secondi. Non mi soffermo sulle differenziazioni perché, nell’intervista, sono state ben evidenziate. Nutro forti perplessità quando in merito agli impianti a biogas afferma che

Biogas in arrivo, altro problema per l’agricoltura “..sono dei capolavori di energia” o, sempre a suo dire, “…volano per l’economia locale”. Cercherò di essere sintetico parlando in particolar modo del solo digestato, ossia “l’avanzo” di quanto servito per produrre energia sia elettrica che termica da una centrale a biogas. Il digestato, lo afferma la stessa Commissione Europea nel suo sito, inquina; tant’è vero che ha presentato il progetto WAVALUE (“Higth added value eco-fertilisers

di Claudio De Luca Secondo i contenuti di uno studio, condotto su 40mila studenti dall’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, la percentuale di 1519enni che hanno giocato d’azzardo, almeno una volta nel corso dell’anno, sarebbe lievitata rispetto al passato, soprattutto quando ci si riferisca ai soggetti di sesso femminile. I calcoli più recenti dicono: 1) che il gioco d’azzardo in Italia rappresenta il 5% del “pil”; 2) che praticamente vale più dell’”Ilva”, del suo indotto e di tutta la sua catena dell’acciaio. Difatti si tratta della quinta industria del Paese e,

from anaerobic digestion effluent wastes”). Un progetto di granulazione del digestato che punta a produrre (a che costi e con quali sussidi?) un fertilizzante naturale. Lo scopo, per caso, è quello di rimuovere “il collo di bottiglia” e moltiplicare le centrali a biogas in tutta Europa? Questo perché, oggi, malgrado i regolamenti vigenti, il digestato viene sparso come fertilizzante sui campi agricoli possibilmente vicini agli

impianti dov’è prodotto (spostarlo oltre una certa distanza risulterebbe oltremodo costoso) e ciò causa l’inquinamento del suolo e dell’acqua: l’eutrofizzazione. O, peggio, potrebbe contenere batteri e sostanze chimiche velenose. Senza pensare alla insostenibilità economica di detta produzione in mancanza di incentivi e certificati, all’uso dissennato dei fertilizzanti e dei fitofarmaci, al consumo spropositato di acqua, all’aumento della competizione ali-

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

mentare. Faccio riferimento ad un articolo del gennaio 2014 nel quale lo stesso Commissario UE dell’Ambiente Janez Poto>nik rispondendo alla interrogazione dell’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione Envi, Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sui possibili gravi effetti del digestato sui terreni agricoli, sugli animali di allevamento e quindi sulla salute dei cittadini ha specificato che “…per biogas e digestati va applicata la normativa dell’Unione europea sui rifiuti”. Sostiene l’europarlamentare Zanoni: “Fino al momento in cui non saranno a disposizione nuovi studi, il digestato va considerato come un rifiuto e come tale va trattato. Le autorità italiane devono applicare le disposizioni della normativa Ue sui rifiuti alla lettera”. Anche il Cordis, il servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo, rileva che il digestato spesso viene sparso come fertilizzante sui campi agricoli vicino ai campi dove è prodotto il biogas, arrivando alla medesima conclusione: l’eutrofizzazione. Nel novembre 2014, sono state dettate nuove regole per il digestato, approvato il decreto in Conferenza Stato-Regioni a cui hanno preso parte le Regioni, i Ministeri dell’Ambiente e della Salute e le Associazioni di categoria. Lo schema di decreto prevede: - la bipartizione del digestato in agrozootecnico ed agroindustriale e condizioni di parificazione ai concimi di origine chimica, attraverso

Gioco d’azzardo, un dramma in definitiva, di un grandissimo affare anche per l’Erario che – dalle sole concessioni alle varie “Lottomatica”, “Sisal” et similia – incassa ogni anno 8 miliardi di euro a cui, ovviamente, vanno aggiunte le tasse percepite sulle vincite. Ed ora le concessioni degli oltre 1.000 siti on line contribuiranno a rimpinguare ancora di più questo enorme tesoro. Quasi un adolescente su due (compresi gli infradiciottenni) si sarebbe lasciato prendere la mano dai giochi e dalle puntate sul web

che, lungo lo Stivale sarebbero cresciuti al ritmo del 13% ogni anno, ammontando a poco meno di 60 miliardi di euro puntati.Tutto questo è accaduto (e continuerà ad accadere) nonostante si sappia che, sui tempi lunghi, chi gioca finirà sempre col perdere. Una constatazione sicuramente poco allettante per i giocatori d’azzardo più incalliti. Infatti la Dea bendata non esiste; e, seppure Madama Fortuna fosse un essere reale, bacerebbe raramente gli audaci. A dirlo non è un

esperto di psicologia, e manco un educatore impegnatosi in una campagna contro siffatta tipologia di dipendenza, quanto piuttosto un principio elaborato dai matematici. Grazie ad una moltiplicazione, dal meccanismo difficile da esplicitare, pure un jouer inarrestabile potrebbe conoscere in anticipo – e con estrema esattezza – quanto danaro avrà perduto dopo mesi (od anni) di assidua pratica del tavolo verde. Sulla scorta degli ultimi dati pubblicati, in testa alla classifica per

una esecuzione di analisi chimiche del digestato in uscita dagli impianti ed il calcolo dell’azoto tramite l’effettivo fabbisogno delle colture, così da garantire il rispetto dell’ambiente. - Il divieto di utilizzazione agronomica del digestato in caso di immissione negli impianti di colture che provengono dai siti di bonifica. - La flessibilità della collocazione temporale del periodo obbligatorio di 60 giorni di divieto di spandimento degli effluenti. - L’introduzione di una graduale limitazione all’uso di colture no food alternative all’utilizzazione agricola dei terreni coltivati. E’ andato in vigore, o andrà? Quando? Tutto quanto detto, comunque, porta a fare delle riflessioni: a) Questi impianti potrebbero “drenare” i finanziamenti al vero mondo agricolo regionale? b) Sarebbe giusto ed opportuno fare qualche convegno sul tema in modo che il cittadino sia informato, prenda coscienza, su quanto potrebbe accadere sul territorio in cui vive; sapere i pro ed i contro? Parto dai sindaci che sono, per legge, la massima autorità sanitaria del comune e quindi responsabili della salute dei loro amministrati. c) L’impianto, in un secondo momento potrebbe essere “direzionato” in un normale inceneritore? In conclusione ribadisco che bisogna partire dal tema della salute pubblica: nulla viene prima; ed il Molise, come del resto l’intero Paese, penso, che abbia sicuramente bisogno d’altro.

regioni si trova la Campania (57,8% di studenti); seguono la Basilicata (57,6%) e la Puglia (57%) mentre il piccolo Molise conferma il suo 50%, unitamente a Sicilia, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Umbria. Risultano inferiori le percentuali di Emilia-Romagna (40,8%), Valle d’Aosta (41,1%), Liguria (41,6%), Piemonte (42,3%), Lombardia (43,5%), Toscana (43,4%). Agli ultimi posti il Trentino-Alto Adige (35,8%), il Friuli-Venezia Giulia ed il Veneto (36,3%). In sostanza, i dati fanno emergere che al Nord il fenomeno sarebbe di gran lunga meno diffuso che al Sud.



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