E' possibile che di fronte a questo menù

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 169 - mercoledì 22 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno al Caseificio Di Pasquo

L'Oscar del giorno lo assegniamo al Caseificio Di Pasquo. Bella ed esemplare la lettera che l'azienda ha pubblicato sul proprio sito ufficiale sulla cena all'Expo. "Quel menù che ha insultato i produttori molisani", è il titolo della lettera aperta che illustra benissimamente le difficoltà della nostra gente, delle nostre aziende che lottano disperatamente per garantire prodotti di qualità in una terra piena di frane e con trasporti che gridano allo scandalo. Non c'è ritegno nemmeno dinanzi a chi lavora?

Il Tapiro del giorno a Antonio Battista

Il Tapiro del giorno lo diamo a Antonio Battista. Il sindaco di Campobasso era presente alla cena dell'Expo a Milano. Il sindaco del Capoluogo di regione, però, sempre attento a mantenersi sulle sue non ha ritenuto di dovere dire la propria su quanto accaduto. E' mai possibile tanto silenzio dinanzi alla gravità del fatto? E' mai possibile che non si sia accorto di cosa stesse mangiando e al cospetto dei tanti, troppi, che non c'entravano nulla con la promozione del territorio?

è possibile che di fronte a questo menù nessuno dei 180 commensali si sia vergognato? Il presenzialismo vale più della dignità dei molisani? SERVIZIO A PAGINA 3


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

22 luglio 2015

E’ un anno che non esterna, non dichiara, non chiede e non protesta

Assindustria Molise ha perso la parola

Questa franchigia degli industriali e dei sindacati alla politica regionale si va rendendo complice del disastro economico, della disoccupazione, del mantenimento in vita di una governance regionale che andrebbe dapprima messa alla frusta, quindi, perdurando l’inettitudine, invitata ad uscire di scena Non si hanno notizie aggiornate sullo stato di salute del rapporto istituzionale tra il vertice della Regione Molise e il vertice dell’Assindustria Molise dato per cordiale, affettuoso, vicendevolmente disponibile a comprendere e ad secondare le rispettive necessità di visibilità e di rappresentanza. Due vertici che leggono allo stesso libro e per questo spesso in sintonia, di sicuro mai disposti ad andare in collisione. Infatti, nonostante gli industriali abbiano chiesto, finora senza esito, a più riprese, al presidnete Frattura di uscire allo scoperto sulle partecipazioni della Regione alle attività industriali (Gam, Ittierre, Zuccherificio, in particolare) e di troncare ogni rapporto con quella realtà in continuo stato di difficoltà, di chiudere definitivamente il rubinetto delle finanze, dicevamo, nonostante non abbiano avuto risposta, non mostrano sintomi di insofferenza o altro. La richiesta è chiara: quelle risorse (hanno calcolato 140 milioni di euro) sarebbero dovute andare a sostegno dell’imprenditoria privata, l’unica, dicono, che sia capace di produrre, di sviluppare l’economia e di assecondare l’occupazione. L’ultimo sollecito a cambiare la politica industriale risale a non meno di un anno fa. D’allora, quantunque inascoltati, più che insistere, pressare, sollecitare una decisione, gli industriali di Assindustria

Molise hanno preferito il silenzio: non c’è traccia, infatti, da un anno a questa parte, di una dichiarazione, di un messaggio, di una richiesta, di una protesta rivolti alla presidenza regionale per indurla a considerare il cambio di rotta nella politica industriale un punto fermo, né per il mancato impulso, vigore e contenuto alla programmazione dei fondi europei per il settennio 2014/2020. Il guaio è che il presidente Frattura, a differenza di quanto auspicano e chiedono gli industriali, ha deciso di non decidere, ossia di tenere la Gam, Ittierre e lo Zuccherificio nel limbo,

estranei ad ogni scelta programmatica, ad ogni ipotesi di soluzione. Un atteggiamento che se fosse stato preso e mantenuto da Michele Iorio avrebbe scatenato le ire funeste degli industriali e dei sindacati, specie la Cgil. Come di fatto, soprattutto sul finire del suo mandato, il già presidente isernino, le ha dovute subire, condite della peggiore demagogia. A Frattura invece viene riservato un trattamento di riguardo. D’altronde, dell’Assindustria è stato un fertile amministratore e di attività industriali (dirette e indirette) vive, in aggiunta al munifico assegno

regionale. Coi sindacati, compreso la Cgil, il presidente è sulla stessa lunghezza d’onda di Matteo Renzi: a malapena li sopporta. Ma intanto, tranne qualche strepito della Uil, viene costantemente graziato. Fosse Iorio, sarebbe già stato massacrato. Questa franchigia degli industriali e dei sindacati alla lunga si va rendendo complice del disastro economico, della disoccupazione, del mantenimento in vita di una governance regionale che andrebbe messa alla frusta, quindi, perdurando l’inettitudine, invitata ad uscire di scena. L’oggettività della situazione econo-

mica lo imporrebbe ma, come diciamo, permangono queste assenze, queste distrazioni, questi condoni elargiti ad una classe politica che governa da due anni senza aver determinato un benché minimo segno di vitalità alle attività produttive, nel kafkiano silenzio del sindacato degli industriali e dei sindacati dei lavoratori. Di fatto non interessa, guardandosi bene anche dal mettere in discussione i costi della politica, i faraonici emolumenti che percepiscono i consiglieri regionali, gli assessori, e i presidenti di giunta e di consiglio, i rimborsi elettorali, i vitalizi, e i finanziamenti ai gruppi consiliari a fronte della povertà crescente, della disoccupazione, della sott’occupazione. Argomenti tabù in Via Cardarelli e presso le segreterie regionali di Cisl, Uil e Cgil. Il potere amico non va discusso né posto in difficoltà. Anche perché poi qualche vantaggio gli industriali del settore edile lo hanno avuto col Piano Casa e con la libertà di sfruttare il territorio a piacimento, non immaginando (la Regione) nemmeno lontanamente di mettere in cantiere una legge urbanistica. Per cui, aspettando che Assindustria riprenda coraggio e parola, e i sindacati altrettanto, al cronista non resta altro che farne di nuovo una pubblica denuncia. Dardo

“Disastro sanità, al limite la sopportazione dei molisani”

CAMPOBASSO. “La sanità molisana non è mai stata disastrata così come adesso. Mancano ormai le attività essenziali per garantire i LEA”. La preoccupazione viene espressa dal consigliere regionale, Michele Iorio. “La mobilità passiva è in aumento ed è davvero difficile, negli ospedali, garantire il personale necessario e persino gli strumenti essenziali per interventi emergenziali. Si rinviano interventi chirurgici in continuazione, almeno per garantire le emergenze. Manca persino la carta igienica! La risposta più diffusa rispetto a questo stato di cose è: “Stiamo aspettando il piano operativo nuovo”. Ma chi lo sta redigendo? Il Commissario Frattura sta partecipando all’elaborazione del documento che sembrerebbe essere la panacea di tutti i mali? Perché ancora non impugna il regolamento Balduzzi? In quanto ad impegni assunti e puntualmente non mantenuti, Frattura ci ha abituati a sentirne di tutti i colori. A proposito dei precari, in particolare degli ausiliari (in scadenza tra pochi giorni), aveva assunto un impegno preciso: “Farò revocare la delibera Asrem per parametrare il fabbisogno del personale alla revisione della nuova pianta organica”. Parole al vento, come tutte le affermazioni fatte da Frattura per guadagnare tempo di fronte alle difficoltà di ogni genere. Quanto durerà ancora il limite di sopportazione dei molisani? “

Il consigliere regionale, Michele Iorio, interviene sulle mancate scelte della Regione

Edilizia, settore in agonia Costruzioni ancora in difficoltà in Molise con effetti drammatici su occupazione e imprese. E’ questa l’impietosa fotografia del settore fatta da Umberto Uliano, Presidente dell’Ance Molise, l’associazione degli imprenditori edili molisani maggiormente rappresentativa. “I nostri sono dati, non interpretazioni. La drammaticità della situazione, più volte segnalata anche con interventi determinati, stanno a testimoniare che il comparto delle costruzioni è vicino alla chiusura. Ci vogliono interventi urgenti e costanti, ma subito e non a fine anno o nel 2016. La situazione sta assumendo toni da vero e proprio allarme sociale”. “Il Molise – prosegue Uliano – è la regione che ha perso più occupati nelle costruzioni, il 25,5%. Ed è un dato sconcertante: proprio la nostra regione in cui l’edilizia ha sempre rappresentato il traino dell’economia regionale, la più importante fonte di occupazione, continua a perdere maestranze senza che nessuno faccia nulla per evitare il tracollo. A ciò si aggiunge la chiusura in Molise di ben 339 aziende edili tra il 2008 e il 2013”. La crisi riguarda tutti i comparti, pubblico e privato. “Per le opere pubbliche il contesto è tale che non possiamo parlare più neppure di un settore nella nostra regione, ma solo di iniziativa sporadiche, quasi occasionali da parte della stazioni appaltanti.


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3 22 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ottocentomila euro per promuovere le eccellenze molisane all’Expò è una cifra enorme, che meritava più attenzione

Molise a Tintilia e pesce spada Al di là della spiegazione, diciamo così, tecnica circa l’imbarazzante menù degustato all’Expò di Milano (cioè che lo stesso menù era di competenza di un noto ristorate milanese, aggiudicatario dell’appalto, e che si sarebbero potuti cambiare solo tre ingredienti, tra l’altro a pagamento, scegliendo, quindi, i vini per la presenza di uno sparuto drappello di giornalisti del settore), resta, di certo, un filo d’incredulità per come questi 800 mila euro investiti dovrebbero creare un ritorno per il settore agroalimentare e gastronomico molisano, a queste condizioni. Su centottanta commensali, alla cena della discordia, i giornalisti non arrivavano ad una quindicina; il resto faceva parte della delegazione graziosamente giunta dal Molise. Per ciascuno di loro, oltre al vitto, bisogna calcolare l’alloggio ed il viaggio, visto che non risulta che ci sia stato qualcuno che abbia messo mano alle proprie risorse per essere presente. Circa la prima cena, poi, svoltasi qualche tempo fa, che avrebbe dovuto mettere in evidenza le eccellenze gastronomiche del Molise, non è giunto nessun riscontro, nessuna eco, nessuna attività di promozione giornalistica o di informazione. Abbiamo saputo che si è svolta solo in risposta alle critiche, giustificate, per questa seconda. Le cantine molisane, per essere presenti nel padiglione, hanno dovuto versare quattromila cinquecento euro ciascuna, oltre a mettere a

l’intervento Caseificio Di Pasquo Provate ad immaginare ad un Molise da mangiare. Provate ad ideare (anche se non siete chef professionisti o organizzatori di eventi) un menu che possa descrivere la nostra regione. Ci vedreste bene un budino di Parmigiano Reggiano? O una portata di pesce spada del Mediterraneo cucinato alla messinese? Quasi certamente, risponderete: «No»! Non lo farete perché non avete il palato delicato o raffinato. Direte no solo perché è illogico proporre del pesce proveniente da un mare (il Mediterraneo!) che non tocca nemmeno un lembo della nostra regione. Risponderete negativamente perché con la ricchissima tradizione casearia che il nostro Molise ha da offrire, nessuno andrebbe mai a scomodarel’Emilia Romagna. Nessuno sano di mente, almeno. Questo articolo non tratterà i fatti con l’oggettività di una qualsiasi testata registrata ma, non vogliatecene, ci sentiamo tutti chiamati in causa! Per tutti intendiamo gli operatori di

disposizione (ovviamente) il prodotto. Aspetteremo il tempo necessario per verificare, contattando le cantine stesse, se questo investimento avrà dato i suoi frutti. O se, ai tempi del villaggio globale, il senso stesso di un’esposizione, anche se a carattere mondiale, non abbia perso la sua ragione più profonda, restando un’occasione di business per pochissimi, a spese di tutti gli altri. Di questo, al momento, non possiamo avere prova ma ci ripromettiamo una piccola indagine presso gli stessi operatori quando le

acque si saranno calmate e sarà possibile fare qualche ragionamento lucido, basato su dati concreti. Tanto per essere chiari, quindici giornalisti del settore si sarebbero potuti invitare in Molise, abbinando ai vini molisani eccellenze gastronomiche molisane; ottenendo un risultato più credibile e coerente e, per giunta, enormemente meno dispendioso. Togliendo centosessanta posti a tavola del tutto non giustificati. Per concludere in bellezza sul modo in cui viene promosso il Molise prendiamo nota che dal

24 al 28 luglio prossimo, a Termoli, si terrà l’Agri Summer Expò Experience. Prima di rendervi conto del contenuto, cosa che andrà fatta necessariamente a consuntivo, ci limitiamo a sorridere di fronte al titolo della manifestazione, del tutto fuori contesto. L’uso dell’inglese per una manifestazione di promozione locale è di un provincialismo senza limiti che del Molise non racconta nulla; tantomeno delle intenzioni di chi vorrebbe promuoverlo. Dettagli, in ogni caso. Per la sostanza, alle prossime puntate.

Quel menù che ha insultato i produttori molisani

un sistema economico che vive di agricoltura e produzione alimentare; due tipologie di impresa che reggono il Molise, lo fanno vivere. Dunque: perché non dovremmo infuriarci? Crediamo che oggi, a seguito della tanto attesa cena di gala, tutti noiproduttori di formaggi concorderemo nel dire che questo menu è stato partorito da un folle o, semplicemente, da qualcuno che non è in grado di apprezzare la vera anima del Molise. C’è da dire che l’evento non fosse pensato per la promozione del paese e che si trattasse di un momento di convivialità durante il quale, perciò, non fosse necessario proporre piatti a base di ingredienti locali. Infine, altri asseriscono che l’elegante location non fosse giusta per la nostra cucina che non è altrettanto raffinata. E bene, sentiamo di dover rispondere anche a questo appunto: uno chef sa reinterpretare le tradizionali ricette, è in grado di usare in modo innovativo ogni ingrediente e il Molise ne ha tanti da offrire. Questo è indubbio. Non possiamo non domandarci: ma

che senso ha mettere in agenda un appuntamento che non parli di noi? Perché per brindare insieme di occasioni ce ne sono sempre state e sempre ce ne saranno. Per promuovere la regione e la sua storia invece no. Non ci interessa sapere di chi sia la colpa, vogliamo solo dire la nostra

perché ci sentiamo in diritto di farlo. Quel menu è stato nientemeno che uno schiaffo in faccia a tutti coloro i quali, insieme a noi, lottano contro i dissesti stradali, la politica dei tagli, una forte crisi economica per portare avanti il lavoro e continuare a diffondere il marchio del Molise. Pos-

siamo ammetterlo: non è così che ci aspettavamo di dare inizio a questa settimana ma, non temete, ciò che non ha fatto Expo continueremo a farlo noi. Perché, per quanto dura sia la realtà, l’amore che proviamo per questa terra ci spingerà sempre a guardare dritto verso l’obiettivo.


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4 22 luglio 2015

Collegamento ferroviario Campobasso – Roma

Gli EcoDem si sostituiscono agli amministratori regionali

Prendendo spunto dall’ennesimo guasto alle motrici diesel che collegano, su rotaia, il Molise al Lazio e alla Campania, Anna Pellecchia, Mariantonietta Conti e Rossella Petrecca hanno scritto ai governanti di Roma per chiedere l’elettrificazione della tratta ferroviaria di 78 chilometri Campobasso/Roccaravindola Ormai impazzano; c’hanno preso gusto a intervenire sulle questioni di valenza regionale, forti della sottesa colleganza ideale (ideologica?) con il vice presidente della giunta di Palazzo Vitale, Michele Petraroia, del quale spesso sono la voce di fondo, quella che va a mettere le pezze a colore là dove viene a verificarsi una stonatura. C’hanno preso gusto e per questo si danno a suggerire, chiosare, valutare, indicare, promuovere. In questa circostanza, prendendo spunto dall’ennesimo guasto alle motrici diesel che collegano, su rotaia, il Molise al Lazio e alla Campania, gli EcoDem del Molise ( nella fattispecie Anna Pellecchia, Mariantonietta Conti e Rossella Petrecca), si fanno promotori e sostenitori dell’elettrificazione della tratta ferroviaria di 78 chilometri Campobasso/Roccaravindola. La questione è in agenda dell’assessore Nagni da quando ha assunto la delega ai Trasporti; ne sta facendo un motivo squisitamente contrattuale, tecnico, ed anche politico, nel senso che mentre tratta con le Ferrovie non tralascia la possibilità di aprire un bando pubblico alla ricerca di un altro vettore. Insomma, è un argo-

mento in evidenza che però gli EcoDem non si curano di prendere in considerazione come tale. Vanno per la loro strada che, nella circostanza, si traduce in un documento inviato al ministro dell’Infrastrutture e dei Trasporti, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministro dello Sviluppo economico, alla direzione di Trenitalia e alla direzione di Rete ferroviaria italiana (Rfi). Un salto in alto, un attribuirsi qualità rappresentative di rilievo, un

interloquire a livello governativo che nemmeno il presidente Frattura riesce ad esprimere e a realizzare. La questione, sebbene trattata da Nagni, come si può constatare, dagli ECoDem è stata estrapolata e fatta propria. A essere pignolescamente critici, si può pensare che anche gli EcoDem, pur essendo democratici sotto il simbolo del Pd e sodali dell’ex comunista Petraroia, della Regione e degli amministratori regionali non si fidano. Preferiscono

esporsi in prima persona, considerandosi più credibili e accreditabili degli altri. Il loro punto di vista sulla elettrificazione della tratta Campobasso/Roccaravindola poggia sulle considerazioni che di seguito pubblichiamo: “L’ennesimo disservizio registratosi ieri sera sulla tratta ferroviaria Campobasso – Roma merita di essere affrontato con una proposta operativa tesa a risolvere il problema alla radice sia per porre termine al disagio dei pendolari che utilizzano il treno per i propri spostamenti sia per consentire alle imprese localizzate nelle aree produttive di Campobasso, Vinchiaturo, Guardiaregia, Campochiaro, Bojano, Pettoranello, Macchia d’Isernia e Monteroduni di migliorare i propri standard competitivi abbassando i costi del trasporto merci. A tal proposito si potrebbe inserire all’interno del provvedimento per il riconoscimento dell’area industriale complessa dello stesso territorio uno specifico Accordo di Programma con il ministero delle Infrastrutture e con Trenitalia / RFI per prevedere l’elettrificazione dei 78 Km di tratta che collegano Campobasso a Roccaravindola nel Consorzio Industriale

di Venafro – Pozzilli, consentendo in tal modo di cambiare i vettori diesel con mezzi più moderni e competitivi a vantaggio dell’utenza, delle imprese e della competitività di un’area dove è in via di completamento anche la banda digitale ultralarga. Stante gli investimenti già avviati dalla Regione Molise sulla tratta Campobasso – Bojano – Isernia ed i progetti di cooperazione avviati con le Ferrovie dello Stato per elettrificare il tratto ferrato Roccaravindola – Isernia, l’Accordo di Programma andrebbe a completare una strategia già individuata, condivisa e definita dai soggetti istituzionali locali e Trenitalia / RFI. Attraverso tale intervento si agevolerebbe il raccordo tra un capoluogo regionale e Roma, migliorando l’accessibilità territoriale e la qualità dei servizi di trasporto per viaggiatori e merci” . Una proposta EcoDem affatto disprezzabile, anzi condivisibile. Sperando che l’apprezzino anche a Roma e la condividano. Sarebbe uno smacco salutare per gli amministratori regionali e un successo meritato della società civile molisana. Dardo

Incuria e sporcizia soffocano la possibilità che il turismo decolli Due episodi, apparentemente scollegati e di poco conto, ma che, invece, molto raccontano di questo Molise che non decolla. Lunedì pomeriggio scorso, nel tentativo di sconfiggere l’assalto della calura con la quota e l’esposizione alle correnti, una famiglia di fuori regione in visita parenti decide, accompagnata dai familiari indigeni, di fare visita al castello Monforte, che una certa curiosità aveva suscitato al loro entrare in città. Risalendo viale del Castello, fino alla chiesa di San Giorgio, e poi ancora su per viale della Rimembranza , purtroppo il soggetto delle considerazioni degli ospiti è presto passato dalla bellezza potenziale al degrado dominante. Disarmonia dilagante all’interno del centro storico con porte, infissi e finestre principalmente in profilato d’alluminio. La maggior parte delle rifiniture esterne dei piccoli palazzi scrostate e cadenti, le altre nelle più varie tonalità che la fantasia possa concepire e solo alcune tenute come si dovrebbe, con infissi in legno lucido, bei fiori alle finestre e tinte calde ed eleganti per gli esterni. Ad un occhio si critico, ma anche one-

Due piccole grandi storie per raccontare il Molise che non c’è sto, ciò che risalta è la disarmonia, la mancanza di una visione unica ed omogenea. In dispregio della innegabile bellezza potenziale. Viale della Rimembranza è punteggiata da cartacce, bottigliette di plastica e pacchetti di sigarette buttati allegramente al margine della strada ed è un viatico triste per arrivare al Castello. La piazza del convento è spoglia ed infuocata, il Castello chiuso, qualche stringato cenno storico affisso all’esterno. Niente da fare, non si entra. Pochi minuti, un’occhiata reciprocamente imbarazzata e si ridiscende. Altra segnalazione, differente comitiva, scena del “delitto” il percorso naturalistico a monte di Guardiaregia, qualche tornante prima di arrivare all’invaso di Arcichiaro. Già salendo dopo il paese l’innegabile fascinazione che si su-

bisce dal bosco fitto e dalla montagna che incombe viene interrotta dalla sporcizia al margine della strada. Buste, giornali, bottiglie di plastica, immancabili pacchetti di sigarette accartocciati ed in nause-

ante quantità. Incredulità e stupore da parte degli ospiti, imbarazzo e rassegnazione nella squadra di casa. Parcheggiata la macchina ed imboccato il sentiero la situazione peggiora fino al culmine raggiunto in

prossimità delle prime panche nell’area attrezzata. Un cumulo vergognoso di carta, piatti e bicchieri di plastica strappa a tutti un sospiro malinconico e la voglia di tornare indietro. Morale: se noi che lo abitiamo il Molise non ci mettiamo in testa di migliorarlo, renderlo sempre più pulito ed accogliente, rispettarlo ed amarlo veramente non potremo mai pretendere che lo facciano gli altri per primi; né che il Molise stesso possa mai assicurarci, come davvero potrebbe, un futuro più prospero e in armonia con le risorse naturali e paesaggistiche. Un pacchetto di sigarette o una bottiglia di plastica gettata da finestrino dovrebbe essere un crimine contro la propria coscienza prima che contro la legge. Ad avercela una coscienza, si capisce.


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5 22 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per la direzione generale della Fondazione Molise Cultura

Sembrava fatta per Sandro Arco ma è spuntato Vincenzo Lombardi

Dovesse accadere, sarebbe una beffa atroce, tanto gli è cara quella poltrona che nel 2010 gliel’ha confezionata il presidente Michele Iorio, a lui grato per un sostanziale “aiutino” elettorale Sembrava dovesse andare “de plano” la riconferma di Sandro Arco alla direzione generale della Fondazione Molise Cultura. Invece la situazione pare si vada complicando e nella giunta regionale si sarebbero prodotti atteggiamenti che poco collimerebbero con l’ipotesi della riconferma. Che, come accenniamo, sembrava dovesse essere una pura formalità dopo che la giunta e il presidente si erano spesi fino all’inverosimile nell’allestire un bando pubblico fatto su misura per il direttore uscente, in modo che potesse essere subitaneamente rientrante. Difatti, quel bando prevedeva per i partecipanti l’obbligo della laurea, ma al proprio interno aveva poi trovato la formula magica perché potesse partecipare, come nel caso di Arco, anche chi la laurea non ce l’aveva. Accanto a questa possibilità d’ingresso al bando, si leggevano altre caratteristiche e requisiti che sembravano calzare perfettamente al “curriculum vitae” di Arco. Insomma, parafrasando Shakespeare, “Molto rumore per nulla”, se davvero, poi,

Siamo alle solite…”tempo di secca anche per le casse dell’Arsarp”. In questo caso la causa non è Caronte, l’anticiclone nord Africano, ma il consueto e tardivo trasferimento di fondi all’ex Arsiam. I lavoratori forestali, sono in attesa degli stipendi del mese di maggio, e costretti quotidianamente a recarsi, nei cantieri, dislocati nella maggior parte dei casi, nella provincia di Isernia, ed affrontare i relativi costi. Circa 80 unità, invece, sono impegnate nella campagna antincendio boschivo, e anche per quest’ultimi, l’Arsarp, pare, ufficiosamente, non abbia liquidità per pagare gli stipendi ormai prossimi. Capiamo bene, che il Presidente

alla fine della faccenda non sarà Arco a dirigere la Fondazione ma un altro tra i cinque che sono stati utilmente selezionati (Adelchi Battista, Vincenzo Lombardi, Giorgio Palmieri, Stefano Sabelli e Ilaria Trivisonno). Dovesse accadere, per Arco sarebbe una beffa atroce, tanto gli è cara quella poltrona che nel 2010 gliel’ha confezionata il presidente Michele Iorio, a lui grato per un sostanziale

“aiutino” elettorale. Per onestà intellettuale c’è da dire che il direttore quella poltrona poi se l’è saputa meritare per l’impegno e la dedizione profusi, quantomeno nella fase in cui alla presidenza della Fondazione c’è stato Michele Iorio. Da abile uomo dotato d’intuito, non di meno poi s’è saputo immediatamente adattare alle variazioni statutarie della Fondazione e agli aggiustamenti ammi-

nistrativi e programmatici imposti da Frattura, tra cui l’abolizione dell’Orchestra Stabile, e la riduzione della Fondazione ad una sorta di protesi della presidenza regionale, sostanzialmente gestita dal capo di Gabinetto Mariolga Mogavero quale membro del consiglio d’amministrazione, portavoce ed espressione fisica della volontà e dei voleri del mandante Frattura. Ebbene, pur con tutte queste buone qualità caratteriali, la disposizione di un bando “personalizzato”, l’indubbia conoscenza del lavoro e del compito da svolgere, l’essersi piegato al verbo politico del centrosinistra, Arco rischia il disarcionamento. “Maiora premunt”. Ovvero, la prevalenza dell’interesse politico (quando non c’è quello personale) nei comportamenti del presidente Frattura è regola, ed anche in questa occasione sembra essere il discrimine che porterà a scegliere il nuovo direttore della Fondazione Molise

Operai forestali all’asciutto e Facciolla non ha tempo per riceverli Frattura, e l’Assessore Facciolla sono carichi di impegni istituzionali, le tante vertenze aperte, l’Expo, il PSR Tour……ma adempire una piccola formalità, o quanto meno verificare che la stessa sia stata adempita, non sottragga più tempo di tanto, ma sicuramente eviterebbe disagio e difficoltà, a chi già per poter sopravvivere fa quotidianamente uno sforzo enorme. L’Italia ha ancora da utilizzare qualcosa come 12 miliardi di

euro, sui fondi del PSR 20072013, fondi che dovrebbero essere impiegati e rendicontati entro la fine di quest’anno, cosa praticamente impossibile, è questo rappresenta un dato estremamente negativo, in un momento di crisi economica ed occupazionale. Auspichiamo che il nuovo PSR 2014-2020, possa davvero rappresentare un volano di sviluppo, una possibilità reale di occupazione, anche per gli operai fore-

stali, che proprio in relazione alle misure contenute nello stesso, potrebbero giovare di una certa continuità lavorativa direttamente correlata alla durata del nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Un PSR che vale 210 Milioni di Euro per la nostra Regione. Chiediamo al Presidente Frattura e l’Assessore Facciolla, di attivarsi in maniera celere, in modo da poter permettere all’Arsarp, prima delle ferie estive, il pagamento delle mensilità arretrate,

Cultura. Una scelta discrezionale, com’è è prevista nelle prerogative della presidenza regionale e nello statuto della Fondazione, che i bene informati la danno per indirizzata nei confronti del direttore della Biblioteca provinciale “Albino” , Vincenzo Lombardi, il cui gradimento a sinistra viene da lontano, essendo quel cognome una garanzia nell’arena del Pci/Pds/Pd, oltre ad essere egli un esperto e, per effetto della riforma delle Province, uno dei dirigenti in soprannumero da sistemare nell’ambito delle attività culturali e bibliotecarie trasferite alle Regioni. Quale migliore occasione prendere due piccioni con una fava. Volendo (e pare che si voglia), sussisterebbero molte altre valutazioni di merito che farebbero pendere il gradimento del governo regionale su Vincenzo Lombardi, tra cui quello nient’affatto marginale del vice presidente della giunta Michele Petraroia. Ed Arco? Non c’è da preoccuparsi. Lo sistemeranno. Dardo

che altrimenti slitterebbero al mese di settembre, ipotesi che ovviamente scongiuriamo. Nello stesso tempo auspichiamo che questa situazione, oramai diventata prassi, il tardivo pagamento delle spettanze, non abbia più motivo di persistere, visto che l’Arsarp, elabora un bilancio nel quale si evincono i costi che la struttura stessa sostiene per gli operai forestali annualmente, basterebbe esclusivamente trasferirli, in modo da poter svolgere l’attività lavorativa e nello stesso tempo avere la copertura finanziaria necessaria per poter poi assolvere al pagamento degli stipendi. Coordinamento Operai Forestali USB Molise


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Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

22 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Il sindaco Battista tra due fuochi: l’opinione pubblica cittadina e l’intergruppo dei moderati (Udc – P.p.i. e C.d.)

Ambrosio, Colarusso e Madonna e i loro “dieci comandamenti” Prende corpo un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale oltre che comportamentale con la sottesa necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati Probabilmente (ma è una nostra malignità) non hanno gradito che il sindaco Battista si sia detto disponibile il pomeriggio del 14 luglio per un confronto pubblico con i cittadini, in Piazza Municipio, su invito degli Indignati del Molise e di Frane Molisane, sui problemi della quotidiani e sulle prospettive future, tralasciando le questioni da loro poste nel mese di maggio scorso in consiglio comunale. Sta di fatto che i capigruppo a Palazzo san Giorgio dell’Udc, del P.p.I. e del C.d. (Ambrosio, Colarusso e Madonna) si sono di nuovo affacciati al proscenio politico e amministrativo ponendo al sindaco una lista di problemi che intendono vengano discussi e affrontatati con la necessità di arrivare ad una conclusione, non escludendo gli equilibri di presenza e di rappresentanza tra i gruppi che formano la maggioranza di centrosinistra. Leggendo “i dieci comandamenti” consegnati a Battista è chiara la natura strettamente politica della richiesta e, quindi, nessuna interferenza con l’iniziativa pubblica del 14 pomeriggio (ma-

lignità chiarita). I consiglieri di estrazione moderata questa volta sono essenziali, determinati e convincenti nella loro capacità di sostenere le ragioni che sollecitano una messa a punto della maggioranza e la riattivazione delle motivazioni che l’hanno fatta prevalere in campagna elettorale a danno del centrodestra. Chiedono la qualificazione del programma elettorale (uscire dalla genericità e puntare su obiettivi di crescita e di sviluppo precisi e qualificati); l’azzeramento delle deleghe agli assessori; la revoca degli incarichi ai consiglieri comunali; l’impegno a tempo pieno degli assessori; il potenziamento, a costo zero, della compagine di giunta (aumentare il numero degli assessori senza aumentare il costo delle indennità); l’’istituzione di una cabina di regia sindaco – capigruppo; l’interazione degli assessori coi capigruppo; il coordinamento dei livelli istituzionali; il rafforzamento del raccordo del sindaco col presidente del consiglio comunale; la condivisione dei pre - consigli e delle

pre - giunte. Una rivoluzione copernicana; un modello istituzionale di vasta apertura politica e mentale, oltre che comportamentale, con la sottesa, quanto evidente, necessità di bilanciare il peso politico tra il Pd e i tre gruppi moderati: Udc, P.p.i. e C.d.. Presi uno ad uno i “comandamenti” dicono che la convivenza all’interno della maggioranza è abbastanza compromessa ed il difetto maggiore sarebbero la interazione, il confronto e la partecipazione, oltre l’opportunità di ampliare la giunta per dare proprio all’intergruppo (Udc, P.p.i. e C.d.) una diversa e maggiore incidenza ( l’assessore Sabusco ormai è considerato un corpo politico totalmente asservito al Pd). Che dire delle partecipazione preventiva alla giunta. Sarebbe una forma di partecipazione diretta alle decisioni dell’esecutivo e non più, come capita, quando capita, una informazione indiretta. Cambierebbe un modo inveterato di essere e si aprirebbe uno scenario totalmente differente, in cui il senso della coalizione prende forma e sostanza, oltre la

condivisione di responsabilità. Da vedere però se il sindaco e la maggioranza terranno conto dei “comandamenti” e cosa seguirebbe ad una loro eventuale mancata applicazione. Non crediamo all’apertura di una crisi; tutt’al più assisteremmo ad un appoggio esterno dell’intergruppo alla giunta Battista e alla maggioranza di centrosinistra. Il modo peggiore di stare in bilico. Ciò che conforta il cronista, comunque, è il giudizio critico sul primo anno di governo. La valutazione ormai è unanime: il programma approvato non ancora trova una benché minima attuazione. Il 14 saranno i cittadini a prendere voce su fatti e problemi che interferiscono con loro appartenenza alla città e quale l’impegno dell’amministrazione. Ciò che non manca, a quanto sembra, è la volontà di dare un senso compiuto e una possibilità concreta alla partecipazione democratica: a livello amministrativo e popolare. Dardo

“Lavori stradali prima dell’apertura delle scuole” Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Salvatore Colagiovanni per i progetti in esecuzione CAMPOBASSO. Proseguono in città i lavori di restyling della segnaletica orizzontale e verticale, nonché i controlli degli agenti della Polizia Municipale per assicurare la sicurezza degli automobilisti e dei pedoni, così come è stato più volte annunciato dall’assessore Salvatore Colagiovanni e dal consigliere delegato alla mobilità Lello Bucci. A essere interessate dai lavori, il terminal degli autobus e via San Lorenzo, dove è stata ripristinata la segnaletica e

nell’ultimo caso dove si è provveduto anche a prevedere delle prescrizioni differenti rispetto al passato. “I lavori proseguono – ha affermato l’assessore Salvatore Colagiovanni – in tutta la città, nonostante il gran caldo e l’altissima temperatura percepita sull’asfalto, perché l’obiettivo è quello di ripristinare quanto necessario per la sicurezza sulle strade in vista del ritorno dei cittadini dalle ferie e in vista della riapertura delle scuole. Stiamo ripristinando la segnaletica orizzontale e verticale laddove mancava da troppo tempo e grande successo, visti i pareri che ci arrivano, stanno riscuotendo i semafori pedonali, già installati in via IV novembre e in via XXIV Maggio. Stiamo verificando l’opportunità di prevederli anche in altre zone particolarmente

trafficate di Campobasso. Insieme con la segnaletica – ha aggiunto l’assessore Colagiovanni – stiamo procedendo con una serie di controlli, al fine di riportare sulle strade cittadine un po’ di disciplina da parte degli automobilisti. L’esempio lampante è quanto accaduto sabato scorso, 18 luglio, quando i nostri agenti di Polizia Municipale hanno rilevato circa 110 infrazioni in un’ora di controllo nel quadrivio di San Giovanni tra coloro che svoltano laddove è vietato, che guidano senza cintura e che parlano al cellulare alla guida”. “I lavori a Campobasso – ha concluso Colagiovanni – proseguiranno in questo periodo poco trafficato, al fine di farsi trovare pronta al ritorno alla normalità da dopo Ferragosto”.

Discarica di Montagano, il punto della situazione

Riunione tra le parti per decidere il da farsi dopo la sentenza del Consiglio di Stato e la decisione dell’Arpa MONTAGANO. Discarica di Montagano, affollata riunione per fare il punto della situazione “ Noi ci troviamo in difficoltà – affermano i consiglieri comunali di Montagano – visto che la nostra amministrazione comunale concorda con la proposta di ampliamento, eravamo in attesa di un pronunciamento da parte del Sindaco per capire esattamente cosa volesse fare l’11 di luglio ma ancora una volta il silenzio”. E’ stato, poi, l’avvocato Massimo Romano a fare chiarezza sulla sentenza del Consiglio di Stato arrivata il 9 luglio scorso. “Premetto che ho patrocinato a nome del Codacons questa causa, a titolo volontario e gratuito, perchè ci ho creduto e continuo a crederci, smorzando le accuse di voler fare politica. Quando ero in Consiglio regionale non esercitavo come avvocato, oggi ho deciso di fare questo percorso alternativo – ci ha tenuto a precisare l’avvocato-. Il Consiglio di Stato ha riget-

tato l’appello che abbiamo promosso come Codacons Molise e

da parte del Codacons Nazionale, perchè? Il motivo – spiga più tecnicamente l’avvocato Romano- è che è stato confermato il difetto di interesse da parte del Codacons rispetto all’ipotesi del progetto prospettato, interesse non in senso generico ma di

carattere processuale. Questo tipo di interesse censurato dal tar e dal Consiglio di Stato quale presupposto processuale in assenza del quale il ricorso viene giudicato inammissibile è interesse giuridicamente inteso che ha a che fare con la prova di un dano, attuale e concreto, che il soggetto ricorrente dichiara di subire. Nello specifico il limite di questa azione giurisdizionale è stato il fatto che, al di là dell’intervento in giudizio che ha fatto il Comitato costituito è mancato un ricorso specifico. La mancanza di una allegazione di questo tipo ha determinato una non lesione tale per cui i giudizi, non sono entrati nel merito ed hanno rigettato il giudizio. Badate bene, nonostante qualcuno sventoli la bandiera della vittoria, il risultato che portiamo a casa da questa sentenza è positivo, ma in futuro è necessaria una maggiore partecipazione e coinvolgimento popolare”.



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Isernia

22 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Isernia: Furti e droga Pregiudicato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo E’ stato catturato questa mattina all’alba dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia, che lo hanno scovato e arrestato presso l’abitazione di un suo familiare di Sesto Campano, si tratta di un pregiudicato, 40enne del luogo, il quale nel recente passato si era reso protagonista di una serie di furti, nonché detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per quanto concerne i furti, i Carabinieri hanno accertato che l’uomo aveva commesso tra la provincia di Isernia e territori limitrofi vari “colpi” ai danni di abitazioni e attività commerciali, e anche uno “scippo” ai danni di una giovane donna. Mentre la commissione di

reati in materia di stupefacenti sono stati accertati in più circostanze, ad

Isernia dove aveva ceduto alcune dosi di eroina ad un giovane della

zona, che tra l’altro dopo aver assunto lo stupefacente accusò un ma-

lore, rischiando una overdose, a Fontegreca, in provincia di Caserta, dove fu trovato in possesso di due bussolotti contenenti eroina, che da lì a poco avrebbe ceduto ad alcuni acquirenti della zona, e a Napoli, dove fu beccato in via Labriola, ancora in possesso di alcuni involucri contenenti eroina. Per tali fatti nei confronti del 40enne è stato emesso un ordine di cattura, a cui i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Isernia hanno dato esecuzione, trasferendo il pregiudicato prima presso il Comando Provinciale del capoluogo “pentro” per le formalità di rito e successivamente presso la Casa Circondariale di “Ponte San Leonardo”.

Giocattoli contraffatti scoperti dalla Finanza Più di duemila i pezzi che sono stati bloccati dalle Fiamme Gialle a Sant’Agapito ISERNIA. Sono i miti indiscussi dei bambini e i protagonisti dei più celebri film di animazione. Le loro immagini sono state riprodotte illecitamente su una serie di giocattoli, cuscini e pupazzi destinati ad alimentare il florido mercato clandestino del litorale abruzzese e molisano. Un duro colpo al mercato illegale di prodotti contraffatti è stato inferto dagli uomini della Compagnia Guardia di Finanza di Isernia. Nell’ambito dei dispositivi di controllo del territorio espletati sull’intera provincia, le Fiamme Gialle hanno intercettato un autocarro furgonato in transito sulla S.S. 85 all’altezza di Sant’Agapito. Il carico trasportato, apparentemente regolare per merce e documentazione di scorta, per la sua particolare sistemazione, ha alimentato sospetti nei militari operanti, tanto da indurli ad effettuare un riscontro analitico della merce rinvenuta nel vano di carico del furgone. La pattuglia, tempestivamente supportata da altri militari dello stesso Reparto specializzati nel contrasto agli illeciti nello specifico settore di servizio, ha così scoperto che, dietro un carico “di coper-

tura” costituito da giocattoli e pupazzi regolari, erano nascosti numerosi scatoloni di cuscini, giocattoli e pupazzi raffiguranti celebri cartoni animati e film di animazione, prodotti senza licenza: Spiderman, Topolino ed altri. Un totale di circa duemila pezzi documentalmente destinati a venditori ambulanti operanti sulle spiagge adriatiche. L’autista del furgone, un 35enne campano, oltre ad avere precedenti specifici per contraffazione di marchi, è risultato il titolare dell’azienda che produce i prodotti sequestrati. Le ipotesi di reato per cui è stato segnalato a piede libero alla Procura della Repubblica di Isernia sono produzione e detenzione ai fini della vendita, di prodotti industriali recanti marchi contraffatti.

Brillante e provvidenziale intervento di soccorso della volante Nella mattinata del 19 luglio u.s. una pattuglia della Squadra Volante della Questura di Isernia, impegnata nel quotidiano servizio di controllo del territorio, nel transitare lungo questa via XXIV Maggio, notava un giovane fermarsi improvvisamente e, colto da spasmi muscolari incontrollabili, cadere a terra. Il personale di Polizia si rendeva conto della gravità della situazione e avvicinandosi al malcapitato, notava che lo stesso, in alterato stato di coscienza, respirava con estrema difficoltà: pertanto veniva richiesto alla Sala Operativa della Questura l’invio urgentissimo di personale sanitario del 118. Nel frattempo, gli agenti prestavano i primi soccorsi al giovane che continuava a presentare violenti e irrefrenabili spasmi muscolari cercando di preservarlo da traumi ed evitando,

in particolare, che battesse il cranio sul marciapiede. Il respiro del soggetto diventava sempre più difficoltoso, la situazione stava precipitando e lo stesso assumeva improvvisamente un colorito violaceo. Gli agenti, rendendosi immediatamente conto che era presente una grave ostruzione delle vie aeree, dovuta ad una abbondante inalazione di sangue fuoriuscito da morsi presenti sulla lingua, riuscivano, con non poca difficoltà, a posizionarlo su un fianco in modo che il materiale biologico potesse essere espulso dalla bocca liberando così le vie aree e permettendo la ripresa della normale respirazione. La manovra effettuata dagli agenti, si rivelava dunque provvidenziale per la ripresa delle normali funzioni vitali del giovane che, a poco a poco,

cominciava a riacquistare un colorito normale ed un respiro regolare. Il personale sanitario del 118, subito arrivato sul posto e trovata la persona già in posizione di sicurezza, provvedeva a trasportarla presso il locale Ospedale “Veneziale” dove veniva trattenuta per le cure del caso. Il personale degli equipaggi della Squadra Volante viene costantemente addestrato dall’Ufficio Sanitario della Questura di Isernia, secondo le più attuali linee guida internazionali, alle tecniche di primo soccorso ed alla rianimazione cardio polmonare; molti operatori, inoltre, sono in possesso anche della abilitazione B.L.S.-D. (Basic Life SupportDefibrillation) al fine di consentire l’eventuale utilizzo del defibrillatore che viene sempre portato al seguito a bordo della Volante.



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Termoli

22 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli, il dramma dei parcheggi Mentre infuocano le polemiche sul finanziamento per il tunnel sotterraneo TERMOLI. Trovare un posto auto a Termoli in estate è davvero un problema o, per meglio dire, un’impresa. Non basta, infatti, la riapertura del parcheggio di via Campania per una città che intende fare del turismo la sua risorsa e, in quest’ottica, è strategica la realizzazione del parcheggio in piazza Sant’Antonio ed è proprio su questo progetto che il sindaco ci anticipa le evoluzioni in corso d’opera. “Il progetto si sta evolvendo molto bene – afferma il sindaco Sbrocca – perché ad oggi è nata la possibilità di avere un finanziamento per il tunnel sotterraneo porto-Lungomare e, dopo l’avviso di un project financing per il parcheggio di Sant’Antonio, abbiamo deciso di integrare le due opere attraverso un’unica evidenza pubblica con un impianto comples-

sivo che vede la viabilità e i parcheggi in un solo contesto e un finanziamento in parte pubblico pari a 5 milioni di euro (cui si sommerebbero altri sei). Tale somma è frutto, in parte, di quote della Regione e in altre di privati”. I due progetti, che oggi quasi si uniscono, sono costati non poche critiche all’operato del sindaco, ma Sbrocca alle stesse risponde così: “Oltre alle critiche sul nostro operato, ad oggi ci sono molti apprezzamenti per quel che stiamo mettendo in opera. Quando si amministra ci sarà sempre chi è d’accordo e chi no, ma io posso dire, senza alcun dubbio, di avere la fortuna di essere membro di un’amministrazione molto forte e accanto a me ci sono molti cittadini che apprezzano la nostra azione amministrativa.

Noi stiamo vedendo e raccogliendo i primi frutti, ma stiamo facendo una programmazione a medio e

lungo termine che darà gli stessi tra qualche tempo”. I tempi sull’avvio delle opere non

sono ancora noti ma ci certo qualche novità potrà arrivare già entro l’autunno.

Agricoltura in ginocchio E’ più grave del previsto la rottura dell’adduttore della condotta irrigua a Montenero di Bisaccia TERMOLI. E’ più grave del previsto il guasto all’adduttore che permette l’arrivo dell’acqua irrigua in agro di Montenero di Bisaccia e di Mafalda. La riparazione dell’Adduttore Principale DN 1600 in località Fresagrandinaria, per la derivazione dell’acqua dalla Diga di Chiauci, che ha interrotto il flusso idrico che alimenta l’impianto irriguo in zona Montenero di Bisaccia e Mafalda, era annunciata, dal Consorzio di Bonifica di Vasto, per lunedì 20 luglio scorso, invece in tale data è arrivata la comunicazione di una nuova rottura dell’adduttore principale. Il presidente del Consorzio di Bonifica di Termoli, Giorgio Manes, facendosi interprete della drammatica situazione degli imprenditori agricoli dell’area, acutizzata dall’anomalo andamento climatico, ha inviato una nota al prefetto di Campobasso denunciando che tale situazione ha posto

in grave crisi tutte le aziende agricole della zona di Montenero di Bisaccia e Mafalda, con ripercussioni pesantissime per danni alle culture irrigue in presenza di forte siccità. Manes ha chiesto, pertanto, di intraprendere ogni possibile iniziativa per la risoluzione dei problemi ed eventualmente di indire in incontro tecnico per chiarire tutti gli aspetti

operativi della crisi. “Si ripresenta nuovamente quest’anno – sottolinea Giorgio Manes – lo stillicidio della precarietà nella erogazione dell’acqua per l’irrigazione proveniente dalla diga di Chiauci per le aziende agricole, che vedono così pericolosamente compromessa la propria annata agraria e, quindi, la sopravvivenza stessa delle imprese

agricole. Una volta fatte determinate scelte nei piani colturali delle aziende agricole, la disponibilità di acqua per l’irrigazione deve essere una certezza, invece su tale condotta ci troviamo ad avere frequentemente dei problemi che rivendicano una adeguata impostazione tecnica e gestionale.” Il progetto iniziale della diga di Chiauci

fu finanziato dalla Ex Cassa per il Mezzogiorno col progetto N° 29/58 ed i lavori, iniziati nel 1985, furono ultimati nel 1997, con la gestione affidata al Consorzio Abruzzese di Bonifica Sud di Vasto, che deve garantire la fornitura dell’acqua, oltre che ai territori abruzzesi, anche ai comuni molisani di Montenero di Bisaccia e Mafalda. La diga di Chiauci può raccogliere attualmente nove milioni di metri cubi di acqua, ma, attraverso una Delibera Cipe, ha in essere un finanziamento per il completamento della diga, la sistemazione della viabilità nella zona e la realizzazione di percorsi turistici attorno all’invaso. Se il Consorzio di Bonifica di Vasto riuscirà a realizzare il progetto, che ha subito già diversi rinvii, l’invaso di Chiauci dovrebbe contenere quattordici milioni e duecentomila metri cubi di acqua.

Via Corsica, sette giorni al buio I residenti hanno denunciato il fatto ma non hanno trovato risposta TERMOLI. “Luce … e luce fu”: una frase nota a tutti e pronunciata da Dio nel libro della Genesi ebbene, frase giusta e al di là di ogni bestemmia (lungi da noi farle) quel giorno in via Corsica qualcosa è andata storto perché di “luce” in questa strada d’ingresso alla città, non se ne vede l’ombra … almeno non se n’è vista sino a ieri quando, dopo denunce, passaggi giornalistici e lamentele, la strada ha ritrovato la sua illuminazione. Una settimana e più dacché la “luce” in via Corsica era sparita, con residenti che hanno denunciato a più step il proprio dissenso. Intanto, l’illuminazione pubblica sarebbe stata

deficitaria in via Corsica e via delle Acacie a causa di alcuni furti di cavi elettrici. Nel frattempo, mentre paiono rientrati i problemi nella zona d’ingresso alla città, al buio c’è finita anche la zona portuale con l’area che include via D’Aubry, via del Porto, la zona della rotonda delle Paranze e i parcheggi che si mostra del tutto al buio. Solo le lucine lungo al scala a chiocciola funzionano ma non danno nessun conforto alla visibilità che, invece, è del tutto assente nell’intera area. La luce a Termoli pare davvero non andare di moda.


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