TuTTO quEllO chE gli AlTRi NON DicONO ANNO xi - N° 281 MARTEDì 22 DicEMbRE 2015 - DiSTRibuziONE gRATuiTA
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
RESTA AggiORNATO, SEguici ANchE Su FAcEbOOk REGIONE
CAMPOBASSO
Seac, l’ennesimo rinnovo
L’OSCAR DEL GIORNO
Paolo Manuele
IL TAPIRO DEL GIORNO
Servizio a pagina 5
Pierpaolo Nagni
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Paolo Manuele. Il sindaco di Civitacampomarano è sempre in prima linea per la difesa delle aree interne e per la necessaria fase di rivalorizzazione di un tessuto che si sta sfilacciando sul piano sociale ed economico. A partire proprio dalla cultura. Gli va dato atto della sua capacità di movimento e della visione strategica per il territorio.
Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore regionale ai Trasporti continua a ripetere che tutto va bene e che la Metropolitana leggera sarà la panacea dei mali del trasporto ferroviario molisano. Intanto, i treni continuano a rompersi per strada, la gente è stufa dell'assenza di una programmazione e la confusione, anche su quello su gomma, continua senza trovare soluzioni.
IL CASO
Il Consiglio si ferma Sanità, a Campobasso si prepara la protesta per Bregantini contro i tagli previsti per il Cardarelli pagina 2
Servizio a pagina 3
L’automotrice partita da Campobasso alle ore 14,15 diretta a Roma, si è fermata 11 minuti dopo in mezzo al bosco
...E il treno si fermò alla stazione di Frittole Servizio a pagina 2
Per il tuo regalo di Natale Lo trovi in tutte le edicole e librerie della regione I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio
Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso Per informazioni telefonare al 339.2733334
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TAaglio lto
2 22 dicembre 2015
Gli argomenti all’ordine del giorno sono stati superati dagli eventi
Consiglio regionale in apnea alla presenza del vescovo Bregantini
Udite udite!: una proposta di legge d’iniziativa di Di Pietro, Niro e Sabusco vorrebbe regolamentare la partecipazione della Regione Molise “alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche europee” Palazzo Moffa oggi, 22 dicembre, ore 11. In scena il consiglio regionale prenatalizio, e argomenti lo stretto necessario per giustificare l’adunanza, con annessi auguri e benedizione del vescovo Bregantini. Ne hanno bisogno, gli amministratori regionali. Il vescovo proverà a scuoterli dall’apatia, richiamandoli ai valori della solidarietà, della morale pubblica, del porsi al servizio della collettività tralasciando di ingigantire ulteriormente i propri interessi economici. Alcuni argomenti in discussione sono stati superati dagli eventi, a dimostrazione che gli ordini del giorno, le mozioni, le interrogazioni si prolungano nel tempo a dismisura, tanto da essere sopravanzati dai fatti. Pensiamo al disagio del consigliere del Pd Francesco Totaro che dal 19 giugno ha cercato di far discutere e deliberare il consiglio sull’ordine del giorno da lui redatto sulla sospensione dei ricoveri nel reparto di chirurgia dell’ospedale Vietri di Larino. Ne avrebbe discusso a tempo debito il consiglio regionale, avrebbe potuto esprimersi sulla questione. Farlo domani, è ridicolo, dato che l’ospedale di Larino verrà ridotto a un poliambulatorio. Ridicolo, accentuato dal fatto che il consiglio è com-
Speriamo vogliate perdonarci il non immediato riferimento al capolavoro di Benigni e Troisi “Non ci resta che piangere” che abbiamo voluto usare nel titolo per raccontarvi l’ultimo episodio del Bollettino di Guerra del treno Roma - Campobasso. Ma ormai non sappiamo più davvero a cosa appigliarci per descrivere lo stillicidio di incidenti e guasti che sta funestando le giornate dei viaggiatori da e per Roma. Come potete vedere dalle foto, infatti, ieri il treno s’è fermato davvero in mezzo al nulla. Come la Frittole dove si vedono catapultati i due giganti del cinema italiano nel film del 1984. Un posto ameno che potrebbe appartenere ad un tempo lontano ed indefinito, mentre, drammaticamente, siamo quasi nel 2016. Ma i cittadini mo-
pletamente a digiuno dei contenuti del Piano di riorganizzazione della rete sanitaria e ciò che sa gli viene dalle anticipazioni della stampa. Che i consiglieri regionali facciano tappezzeria a una presidenza e a una giunta autarchici, autoritari, è cosa risaputa, ma che vengano smascherati con così tanta evidenza è sinceramente imbarazzante per gente cui il titolo di consigliere gli equivale uno stipendio di diecimila euro al mese. Una tappezzeria decisamente costosa. Sulla stessa falsariga di inattualità dell’ordine del
giorno di Totaro si profila anche la mozione firmata da mezzo consiglio regionale (Niro, Fusco Perrella, Iorio, Sabusco, Cavaliere, Monaco, Cotugno, Ciocca, Lattanzio, Di Pietro, Facciolla <l’assessore all’Agricoltura>, Di Nunzio , Ioffredi, Totaro e l’ultimo arrivato, Veneziale), con la quale si vorrebbe incaricare il presidente della giunta regionale e commissario ad acta per la sanità, “a promuovere determinazioni a favore della proroga dei contratti a tempo determinato del personale sanitario in servizio”.
L’invito, se fosse nella possibilità di Frattura fare qualcosa, sarebbe come affidare le pecore al lupo: il personale in questione sarebbe già a casa. Si dà il caso che la questione invece abbia un respiro nazionale e pertanto è il parlamento italiano che si appresta ad approvare taluni emendamenti che vanno in direzione della richiesta di mezzo e passa consiglio regionale del Molise. Se avranno da dire qualcosa e di esprimersi su qualcosa, la possibilità al consiglio regionale di domani gli viene dalla mozione dei
consiglieri del Gruppo 5 Stelle, Manzo e Federico, e dai consiglieri della sinistra (annacquata) Ciocca e Ioffredi, contro le attività estrattive di idrocarburi. Non è difficile immaginare che si diranno tutti d’accordo a contrastare le trivellazioni a terra e in mare. L’orientamento in tal senso in Italia sta diventando un patrimonio culturale, quantunque debba vedersela con l’orientamento favorevole alle trivellazioni del Governo di centrosinistra diretto da Matteo Renzi, il salvatore delle Banche. Comunque, una proposta di legge non manca tra i 4 argomenti in discussione (siamo ormai alla stabilizzazione di ordini del giorno stringati e misurati), ovvero la proposta di legge d’iniziativa di Di Pietro, Niro e Sabusco che, udite udire, vorrebbe regolamentare la partecipazione della Regione Molise “alla formazione e attuazione della normativa e delle politiche europee”. Niente male in chiave di presunzione. Uno dei tre proponenti probabilmente si candida a contrastare la Merkel. Quale dei tre non si sa. Magari si farà svelare al termine della discussione. Se ci sarà. E se ci sarà, ci sarà da ridere. Dardo
Stazione di Frittole, quasi 2016 lisani continuano a viaggiare su treni che hanno quasi mezzo secolo di vita, essendo stati introdotti nei primissimi anni ‘70, quando sostituirono le “littorine”. Infatti il treno partito ieri alle 14.15 dalla stazione di Campobasso, probabilmente sfinito da
cinquant’anni di onorato servizio, ha resistito per poco più di dieci minuti fermandosi in agro di Vinchiaturo. Ai viaggiatori, tra cui il nostro fotografo d’occasione, è toccato fare una (fortunatamente) breve passeggiata nel bosco per spuntare sulla provinciale attigua
dove sono stati caricati sui soliti bus sostitutivi fino alla stazione di Isernia. Dove sono stati caricati su un altro treno per giungere alla agognata destinazione di Roma Termini. “Scusi, tra quanto tempo arriveremo?” chiede ingenuamente il viaggiatore fotografo ad
un (incolpevole) controllore. “Le faremo sapere” pare abbia risposto il ferroviere. Una risposta disarmante e disarmata che racconta dell’impotenza dei lavoratori. La rabbia dei viaggiatori, purtroppo, tocca raccontarla a noi. Quasi tutti i giorni.
TAaglio lto
3 22 dicembre 2015
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Comitato Pro Cardarelli in piazza. Italo Testa: “E’ il preludio alla cancellazione della sanità pubblica”
Anche i medici in piazza, nel Molise di tutti
“Questo è il preludio della cancellazione della sanità pubblica. Togliere dei reparti come cardiologia e oncologia è il preludio di altri tagli. Privilegiare la sanità privata in questo modo è una follia”. E se lo dice il dottor Italo Testa bisogna crederci. Ed è anche superfluo spiegare il perché a coloro che, negli ultimi quarant’anni, siano solo passati vicino al Cardarelli di Campobasso, senza neanche entrarci. Il dottor Testa è l’archetipo del medico e del gentiluomo e basta così. Queste parole sono state pronunciate dal dottore Testa in qualità di presidente del comitato “Pro Cardarelli” a difesa della sanità pubblica durante una manifestazione che ha visto medici ed operatori sanitari scendere in piazza domenica scorsa a Campobasso. L’annunciata chiusura, da parte del governatore nonché commissario alla sanità Paolo Frattura, mente della riorganizzazione, dei reparti di Cardiologia ed Oncologia presso il Cardarelli è il passaggio maggiormente contestato. Le unità operative verranno trasferite alla Fondazione
L’intervento
Giovanni Paolo II (la Cattolica n.d.r.) secondo modalità, operative ed amministrative, per lo più sconosciute e, quando conosciute, ritenute inaccettabili. Per la neurologa Daniela de Capoa, promotrice della manifestazione: “Questo piano va completamente rivisto ed è anche inutile chiedere un incontro col presidente”. Parole che rendono perfettamente l’idea del clima in cui questa riorganizzazione è
stata partorita. Nel consolidato stile Frattura ogni decisione è stata presa senza tenere in nessuna considerazione le opinioni, i consigli, le necessità dei professionisti che nella sanità operano. Così come sulla ricostruzione, nei rapporti con l’Università o con i sindacati nelle mai chiuse vertenze che riguardano le aziende partecipate in primis ma l’intero tessuto economico regionale. Un’am-
ministrazione arrogante che è riuscita nello scopo di scontentare tutti (anche frange del partito di riferimento e azionista di maggioranza, il PD; ed è tutto dire), tranne la manciata di (interessati) fedayn che ancora la sostiene; che si farebbe tagliare una mano piuttosto che ammettere l’evidente, plateale fallimento di Paolo Frattura e di chi lo ha ritenuto in grado di fare il governatore di una (seppur piccola) Regione. Il comitato Pro Cardarelli nel corso della manifestazione di domenica ha annunciato la creazione di un coordinamento tra tutte le parti che si sentono toccate e minacciate dalla riorganizzazione della sanità regionale ed una serie di manifestazioni, a partire dalla marcia su Campobasso che si terrà appena dopo le feste, sotto il nome di Occupy Cb (magari un nome meno abusato sarebbe stato meglio ma sono dettagli, il valore civico di una tale presa di posizione resta intatto). Il Molise è diventato davvero di tutti. Di tutti gli scontenti, i delusi, gli arrabbiati, gli imbarazzati da tante magre
figure, quando non veri e propri disastri amministrativi. Precari d’ogni provenienza, imprese di costruzione, imprese concessionarie del trasporto pubblico, lavoratori delle partecipate, cassaintegrati e lavoratori in mobilità, per non parlare dei semplici cittadini che quotidianamente hanno a che fare con il trasporto ferroviario, la sanità, i servizi burocratici, la vita amministrativa in generale, la tutela del paesaggio dall’aggressione degli speculatori. Eccola la schiera delle legioni del Molise di Tutti. La sanità pubblica è una trincea anche psicologica, oltre che maledettamente concreta. Fa parte di quel mondo che le generazioni passate ci hanno consegnato al costo di enormi sacrifici e che nel volgere di qualche lustro stiamo vedendo demolito da una risma di, pessimamente travestiti, riformatori. Un esercito di demolitori che, dal Molise ai massimi sistemi, sta ridisegnando il mondo e la vita di chi lo abita, piegando le necessità dei molti all’interesse di pochi.
Quando la migliore cura è il proprio domicilio
Ancora sulla sanità. Per dare conto di un provvedimento che, messo in atto, dovrebbe potenziare e qualificare il sistema delle cure domiciliari, specie se sarà coerente con le indicazioni ministeriali, regionali e aziendali (Asrem) che lo hanno ispirato. Quel “se” dubitativo non è casuale, è voluto. Perché di linee d’indirizzo ministeriali, regionali e aziendali (Asrem) sono lastricate le vie delle buone intenzioni, mentre al riscontro pratico, alla verifica della messa in atto, spesso le mani sono rimaste desolatamente vuote. L’assistenza domiciliare è uno dei pilastri che sorreggono e determinano la qualità del servizio sanitario nazionale e regionale, i cui riflessi, se attuata con cura e intelligenza e sapienza, ricadono positivamente anche sui costi. Certo alleggeriscono i ricoveri ospedalieri e ambulatoriali, e danno al paziente il conforto psicologico del calore familiare. L’uso appropriato delle risorse finanziarie disponibili rende imprescindibile privilegiare forme di cura domiciliari anche in considerazione che «la casa è il miglior luogo di prevenzione, cura e riabilitazione». Dunque, ce ne sono motivi per sperare che l’approvazione delle linee guida per un’assistenza domiciliare eccellente si risolva presto e felicemente sul campo. Nel Molise il ricorso alle cure domicialiri è motivato dall’aumento dell’aspettativa di vita,dall’ l’invecchiamento anagrafico della popolazione e dall’incremento della incidenza delle patologie cronico-degenerative. Dal che deriva un aumento degli standard quali-quantitativi dell’offerta di assistenza sanitaria per una più efficace presa in carico delle non auto-
sufficienze; l’allungamento della vita media ed il progressivo invecchiamento della popolazione molisana (23,3% - anno 2015 Istat - indice di invecchiamento più alto di tutte le Regioni italiane: 21,7% la media in Italia), comportano il contestuale aumento dell’incidenza e prevalenza di poli-patologie cronico- degenerative e la progressiva perdita dell’autosufficienza. Sulla base delle diverse esperienze maturate sul territorio le cure domiciliari e le sue caratteristiche vanno distinte nelle cure domiciliari prestazionali; nelle cure domiciliari integrate
di primo, secondo e terzo livello, e nelle cure domiciliari palliative a malati terminali. Per ognuna delle prestazioni c’è un protocollo che va rispettato e posto in essere con sentimenti di solidarietà. Punto, questo, spesso dolente, ma che nelle linee
“Sicurezza sul lavoro, ripristinare la diffida” Con una nota a firma del Presidente Corrado Di Niro, nei giorni scorsi l’ACEM ha richiesto al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti il ripristino dell’istituto della “diffida” in materia di sicurezza, un tempo riconosciuto all’Ispettorato del Lavoro e consistente nella facoltà per quest’ultimo, in caso di constatata inosservanza delle relative norme in cantiere, di diffidare con apposita prescrizione il datore di lavoro, con la fissazione di un termine per la regolarizzazione, solo in assenza della quale, in un secondo momento veniva irrogata la sanzione. “In un momento come quello attuale – spiega il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro - caratterizzato da una forte recessione e conseguente crisi di liquidità, si rende più che mai necessario rafforzare i meccanismi di prevenzione in materia di sicurezza a discapito di quelli repressivi e sanzionatori, affinché la cultura della sicurezza faccia parte del patrimonio etico di ciascun individuo e non sia vissuta come regole da rispettare sotto la minaccia di ingenti e terrificanti sanzioni che le imprese non hanno neanche più le risorse economiche per pagare”.
d’indirizzo certo non viene trascurato. Ribadito con chiarezza nelle premesse della determinazione del direttore generale per la Salute là dove parla dell’esigenza di sviluppare un approccio alle cure domiciliari di tipo “relazionale” che sia garante di una risposta assistenziale globale, efficace e mirata ai bisogni sociosanitari delle persone assistite rispetto ad un approccio di tipo meramente “prestazionale”. In che modo: garantendo una gestione più efficiente ed uniforme su tutto il territorio regionale dei percorsi di accesso e di erogazione delle cure domiciliari in un’ottica di continuità assistenziale e di presa in carico globale della persona assistita; favorendo l’integrazione socio-sanitaria e lo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata al fine di evitare e/o limitare i ricoveri ospedalieri ; favorendo la permanenza a domicilio delle persone non autosufficienti, perseguendo il recupero o la conservazione delle residue capacità di autonomia e relazionali; facilitando le dimissioni ospedaliere tempestive ed assicurando la continuità̀ assistenziale mediante lo strumento della “dimissione protetta”; supportando i “caregiver” attraverso processi informativi/educativi e di addestramento che possano tradursi in autonomia di intervento nei riguardi della persona assistita; favorendo il mantenimento delle capacità residue delle persone non autosufficienti o a rischio di perdita dell’autosufficienza attraverso interventi individualizzati mirati e programmati. Aspettiamo che succeda davvero. Almeno questo, in un contesto sanitario “da ricovero”.
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4 22 dicembre 2015
Regione Molise: imbarazza la sfacciataggine con cui si adottano i provvedimenti e con cui si contraddicono Questa è bella. La giunta regionale chiede all’Ordine degli avvocati di indicarle tre nomi tra cui scegliere il difensore della Regione nel procedimento penale a carico dell’ex consigliere regionale Antonino Molinaro in calendario il 12 gennaio 2016, e l’Ordine, per tutta risposta, con un implicito invito a considerare l’ampiezza del ventaglio delle scelte oltre le terne, le manda l’elenco degli iscritti alla Camera penale Distrettuale. Per tutta risposta ancora, la Regione, ignorando l’elenco e i nomi che esso contiene, utilizzando il potere di avvalersi del patrocinio di un legale di fiducia appartenente al libero Foro, mettendo da parte la possibilità di avvalersi del patrocinio dell’ Avvocatura interna, non ha trovato di meglio che incaricare del caso l’avvocato Giuseppe De Rubertis, già chiamato a rappresentante e a difendere gli interessi della Regione nei sette procedimenti penali a carico di altrettanti consiglieri regionali dinanzi al Tribunale di Campobasso. Lo ha deciso con atto giuntale 698 del 14 dicembre, senza darsi carico di spiegare la ragione della scelta, ovvero del perché aveva inte-
Per costituirsi parte civile contro l’ex consigliere Molinaro la giunta ha chiesto all’Ordine degli avvocati una terna di nomi, le hanno dato l’intero elenco degli iscritti, ma ha scelto chi aveva già scelto
ressato l’Ordine degli avvocati per avere una terna di nomi e, pur avendo per intero l’elenco degli iscritti entro cui spaziare, ha preferito ripiegare su un professionista peraltro già chiamato in causa. Orbene, se davvero la giunta può scegliere chi crede, e l’ha più e più volte confermato, non trova spiegazione il comportamento che ha mantenuto in questa circostanza in cui dapprima chiede la terna, e riceve l’intero elenco degli appartenenti al Foro, quindi ripiega sullo stesso nome in cui ha ripiegato quando s’è trattato di scegliere il difensore di fiducia nei procedimenti contro altri consiglieri regionali, verso i quali la
giunta regionale ritiene opportuno di rivalersi costituendosi parte civile (accusa privata). Si profila una stagione eroica per
il centrosinistra molisano. Mai così sorretto dalle disgrazie altrui per accantonare le proprie che, a differenza delle disgrazie
altrui, ancora non trovano il “redde rationem” in un’aula di tribunale. La cosa che imbarazza, e non poco, è la sfacciataggine con cui si adottano taluni provvedimenti (la richiesta di una terna all’Ordine degli avvocati) e la sfacciataggine con cui vengono contraddetti. Conforta il dato amministrativo, cioè che questi provvedimenti rimangono agli atti dell’Amministrazione regionale in perituro ricordo di una stagione politica in cui si sono dispersi molti valori morali e hanno prevalso taluni altri, che valori non sono. Ma supponenze. Dardo
3g active, stanno scadendo gli ammortizzatori sociali Vicini alla vigilia del Natale 2015, gli ormai ex dipendenti della 3g Active stanno per esaurire i pochi ammortizzatori sociali concessi (per chi ne ha potuto usufruire) e si ritrovano senza prospettive e senza reddito con la sola iscrizione alle liste di mobilità, che però non arreca vantaggio alcuno non essendo state rifinanziate già da qualche anno. Lo denuncia Valter Andreola della UILCOM Molise, il quale aggiunge che nessuno sviluppo ad oggi si registra dopo il tavolo svoltosi in prefettura alcune settimane fa, nel corso del quale erano stati presi impegni precisi per il possibile ricollocamento
L’intervento L’anno che volge al termine ha visto la Coldiretti protagonista di numerose vittorie a tutela del Made in Italy, dei produttori e dei consumatori. Questo quanto emerso nel corso del Consiglio direttivo straordinario congiunto della Federazione regionale Coldiretti Molise (composto dalle Federazioni Provinciali di Campobasso e di Isernia) tenuto venerdì 18 a Campobasso. L’incontro ha inoltre fornito l’occasione per gettare le basi della ristrutturazione della maggiore organizzazione professionale agricola nazionale e regionale, da attuarsi nel corso del 2016.
e per l’individuazione di forme di sostegno al reddito del personale rimasto senza lavoro, come sta avvenendo d’altronde per altre situazioni analog h e . Il sindacalista Valter Andreola invoca quindi maggiore attenzione verso i lavoratori di questo settore, visto che sono in Italia circa 80.000 e che qualche primo segnale di tutela è stato già loro riconosciuto nel recente decreto del ministero del Lavoro, n. 22764, del 12 novembre 2015 e, fiducioso che l’appello non resterà inascoltato, attende iniziative per la soluzione del problemaaa
Coldiretti, tante battaglie vinte
Ripercorrendo l’anno che volge al termine è stato possibile stilare un bilancio estremamente posi-
tivo. La Coldiretti si è, infatti, impegnata a combattere e vincere battaglie importantissime come
quelle per l’azzeramento dell’IMU e della TASI ma anche l’aumento del prezzo del latte alla stalla di 3,5 centesimi al litro e, non ultimo, il recupero del 23% di gasolio agricolo che era stato tagliato, solo per citarne alcune. Tutti successi, questi, che costituiscono le premesse per un 2016 che vedrà la Coldiretti avere un ruolo sempre più da protagonista in difesa del vero Made in Italy, quindi tanto dei produttori che dei consumatori. Nel corso dei lavori il Consiglio si è poi trasformato in una vera e propria assemblea con la parteci-
pazione di soci e dipendenti tutti della struttura della Coldiretti Molise cui ha preso parte anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Vittorino Facciolla. Questi, nel portare i suoi auguri per le imminenti festività natalizie, ha avuto parole di elogio e ringraziamento verso la Coldiretti per l’attività svolta nell’anno che volge al termine, esprimendo grande fiducia nell’operato della maggiore associazione professionale agricola nell’anno che sta per cominciare.
TAaglio lto
5 22 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
e muoversi dei cittadini sul territorio: presentata ed accolta una proposta di deliberazione
Trasporto pubblico urbano: i patti e le condizioni di Francesco Pilone Proroga alla Seac in attesa del bando pubblico per il servizio intercomunale con Campodipietra, Ferrazzano, Matrice, Mirabello, Montagano, Oratino, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo , Toro e Vinchiaturo La mobilità come scienza; un piano del traffico come base; una soluzione al vivere e al muoversi dei cittadini sul territorio: esigenze ingrandite e ingigantite dallo sviluppo demografico e urbanistico della città. Che solo pochi consiglieri comunali alla corte del sindaco Battista hanno preso a cuore e cercano di risolvere. Tra questi, Francesco Pilone, concreto, pragmatico e preparato sulla specificità dei problemi legati alla mobilità e al trasporto urbano. A lui infatti l’onere e l’onore di una proposta di deliberazione (Trasporto pubblico. Determinazione in ordine alla gestione del servizio) in cui è riassunto il vecchio e il nuovo modo di concepire il servizio, e per entrambi la proposizione di un punto fermo, di una determinazione, appunto, da adottare. Pilone sa bene che tra l’amministrazione di Palazzo san Giorgio e la Regione Molise è stata avviata la procedura tecnica e amministrativa che dovrà portare alla istituzione di una rete
Lettera aperta adi Antonio Di Rocco La querelle di questi giorni sulla prevista mancata fermata a Termoli della “Frecciarossa” sono segnali angoscianti fatti poi da un’azienda Nazionale dei trasporti; imponendo ad un territorio che sconta ancora oggi un atavica arretratezza, aggravato in questi ultimi vent’anni un ulteriore spopolamento dei giovani in cerca di lavoro. Il Problema fondamentale quindi è il calo demografico e quindi anche quello degli utenti che usano il treno. Nei decenni passati erano state previste ed avviate opere considerate strategiche che avrebbe sicuramente cambiato in meglio la situazione di oggi. Erano state previste opere importanti mirate allo sviluppo del nostro territorio e che poi invece sono stati abbandonate e/o trascurate solo perché magari promosse da precedenti amministrazioni. Oggi ci ritroviamo con una carente gestione dei Nuclei Industriali nella regione, (in particolare quello di Termoli, che per la mancata messa in sicurezza della val Biferno, dopo l’alluvione del 2002, (finanziato dallo Stato da oltre dieci anni), con il conseguente blocco sia di nuovi insediamenti produttivi che ampliamenti degli opifici già operanti nell’area del Cosib e quindi la conseguente manodopera espulsa invece che ampliarla).
dei servizi di trasporto intercomunale, di cui Campobasso sarà capofila, in uno con i comuni di Campodipietra, Ferrazzano, Matrice, Mirabello, Montagano, Oratino, Ripalimosani, San Giovanni in Galdo , Toro e Vinchiaturo. Un processo di crescita, un avanzamento sul concetto di interattività, e l’avvio, crediamo, di una gestione territoriale di più ampio respiro. Il trasporto è l’elemento
di sperimentazione, sul quale si stanno verificando la fattibilità e il modello di gestione. L’iter è a buon punto, essendosi tenuta una prima riunione della conferenza di servizi. Pilone sa pure che, frattanto, il servizio comunale di trasporto gestito, sono cinquant’anni, dalla Seac, non può subire effetti traumatici in corrispondenza della scadenze delle proroghe con cui è stato
mantenuto in essere nell’ultimo decennio. Una situazione sui generis che, per la specificità, merita di essere trattata alla luce delle necessità contingenti con assoluta linearità, fuori cioè da tentazioni polemiche, retropensieri e pensieri vendici, nonché con un occhio rivolto al futuro. La proposta di Pilone, discussa in commissione consiliare, valutata sotto il profilo dell’ammissibilità dalle strutture comunali competenti, fa giustizia del passato, appoggia la proroga alla Seac, e apre alla novità di una diversa e nuova stagione all’insegna di un trasporto pubblico efficiente. In questo modo, e a nome del gruppo consiliare “Democrazia Popolare”, s’è detto favorevole alla proroga purché si giunga a definire speditamente il progetto di servizio aggregato con la Regione Molise entro termini ragio-
nevoli, con la previsione di apposito disciplinare e capitolato d’oneri propedeutici all’indizione della gara pubblica, quindi l’istituzione di un osservatorio comunale sui servizi pubblici e, quindi ancora, la prosecuzione della convenzione in atto con la Seac per un nuovo periodo di gestione, tenendo conto di razionalizzare il servizio, di garantire elevati livelli di qualità rispetto all’affidabilità, alla puntualità, alle caratteristiche dei veicoli, all’accessibilità dei disabili e delle fasce deboli della collettività e il ripristino dell’orario settimanale per gli autisti e il potenziamento dei servizi accessori. Con questo corredo di valutazioni, il consigliere Pilone ha chiesto alla giunta comunale la prosecuzione della convenzione in atto con la Seac fino al 31 dicembre 2016. In attesa che il processo di aggregazione del comune di Campobasso coi comuni dell’hinterland prenda forma e consistenza. Dardo
Senza infrastrutture, dove si va? Ma anche per il futuro, vedi la prevista super stradale a quattro corsie San Vittore – Termoli, arteria di collegamento dei Nuclei Industriali della Regione: Venafro-Isernia, Boiano-Campobasso e TermoliLarino); l’abbandono dell’interporto nel Nucleo Industriale di Termoli, (previsto sulla ferrovia adriatica, futura rete dei trasporti Europei); la prevista realizzazione della Ferrovia San Vittore-Campobasso-Lucera, (congiunzione dell’alta Puglia con il Molise e Lazio); una nuova, unica, moderna stazione ferroviaria internodale sulla linea ferroviario adriatica tra Termoli e Campomarino (in luogo dell’ex interporto); l’ammodernamento della linea ferroviario Termoli – Larino con una nuova stazione adiacente l’area produttiva del cratere di San Giuliano, Santa Croce-Bonefro-ColletortoRotello-Ururi e Larino ed altre importanti opere all’epoca sostenute. Opere che se compiute oggi potevano assicurare sicuramente lo sviluppo economico sociale di tutto il territorio molisano, aumentare l’occupazione, far rimanere i giovani in Molise e quindi oggi anche più utenti per “Trenitalia” e per i treni merci, rendendo conveniente le fermate dei treni a Termoli, unica possibilità di collegamento del Molise con l’Europa. Confidiamo molto con chi ha la competenza che stiano
pensando e predisponendo Programmi, Piani e progetti strategici per salvare questo nostro arretrato territorio. Bloccare l’emorragia demografico del Molise e anzi invertirla, rilanciarne lo sviluppo economico e sociale della regione. Un funzionale e mirato Piano straordinario e strategico da inserire in quello imminente del sud che a Palazzo Chigi sembra già in embrione. Concertare al tavolo politico Statale il da farsi e non in quello tecnico: smettere di mendicare con i funzionari e dirigenti dello Stato. Spetta ai rappresentanti del popolo: i politici e governanti progettare il futuro di un popolo. Se oggi la freccia rossa non si ferma a Termoli è perché chi gestisce il trasporto (Trenitalia) non ha “convenienza” a farlo, pensate se
lo potrà fare fra qualche anno quando gli utenti di Termoli e d’intorno ne saranno sempre di meno, in quando i giovani sono stati costretti, per lavoro ad emigrare verso il nord, come quelli del terzo mondo di oggi. Che pena! Comunque, oggi bisogna fare tutto il possibile per ottenere la fermata delle varie “frecce”a Termoli, per dignità territoriale di una Regione con l’unico mezzo di trasporto in loco che la collega con il resto del Paese e l’Europa. Per il futuro invece non solo le frecce si dovranno fermare per convenienza, come pure i treni merci, che andranno anch’essi a duecento all’ora, ma tenere sempre presente però che i treni si fermano solo per convenienza di trasporto di passeggeri e merci e non per ono-
rare bandierine. Questo è possibile solo se si rimedita e si realizza infrastrutture strategiche in questa Regione. Riattivare la filosofia della strategia programmatica per un nuovo sviluppo; attirare nuovi investimenti, pubblici e privati in regione; rafforzare e ammodernare i Nuclei Industriali; sostenere l’agricoltura e l’agroindustria per cibi di alta qualità; il turismo, con iniziative di alto livello; l’edilizia, con sconti fiscali per chi ripristina e ammoderna in particolare nelle prossime asfittiche aree interne; Pmi in genere, con sostegni alla produzione e servizi vari; altrimenti in un futuro non remoto ci sarà la desertificazione nella nostra Regione, trascinando con se l’autonomia Istituzionale del Molise, ledendo a morte la dignità di autogoverno Regionale e la sua identità storica e culturale. In tal triste caso un giorno i libri di storia dovranno scrivere una dolorosa pagina sul Molise, dove si insegnerà ai nostri posteri come muore una identità territoriale di un popolo, che con l’ardore storico lo aveva finalmente portato ad ottenere dalla Repubblica Italiana l’autonomia amministrativa della sua Regione Molise, ma dopo x anni i molisani l’hanno riperduta, non per aver smarrito l’ardore, ma per aver smarrito, i pochi rimasti, la capacità e la forza di consolidarla”.
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Campobasso
22 dicembre 2015
Sanità nel capoluogo, tutto distrutto Nel capoluogo molisano le vicende legate all’allargamento della Giunta comunale, l’elezione del Presidente del Consiglio e, probabilmente, il clima natalizio hanno distratto troppi colleghi. Frattura ha formalmente dichiarato guerra alla sanità pubblica scippando due reparti funzionanti, e semmai da potenziare, all’ospedale Cardarelli, ma sembra che la cosa non interessi molto ai rappresentanti politici di Campobasso. Probabilmente è la questione più grave che questa
consiliatura si trova a dover affrontare e, purtroppo, il disorientamento sta prevalendo sulla lucidità di contrastare questa sciagura con tutte le forze. Vogliamo ricordare ai signori colleghi che lo scorso 8 aprile abbiamo votato all’unanimità un ordine del giorno che chiedeva al Presidente della Regione di fare il possibile perché l’ospedale cittadino fosse riconosciuto DEA di II livello. Invece, mostrando totale spregio della volontà dell’assise comunale, Frattura, con la
colpevole complicità della D’Innocenzo, sta mettendo in atto un blitz che è legittimo definire una porcata senza precedenti. Con un colpo di spugna stanno smantellando Cardiologia e Oncologia del Cardarelli, solo per cedere le due aree mediche più remunerative alla Fondazione Giovanni Paolo II. Si consideri che in una società occidentale le persone si ammalano prevalentemente di malattie cardiovascolari e di tumori, pertanto è facile comprendere il valore di
questa manovra. Quindi, se fino a qualche tempo fa non si sapeva se avremmo acquistato prestazioni alla ex Cattolica per Radioterapia e Cardiochirurgia, oggi stiamo addirittura regalando altri due reparti al privato. Per i motivi anzidetti, invitiamo formalmente tutti i colleghi di tutte le forze politiche, e in modo particolare il sindaco Battista, a schierarsi contro questo progetto che apre le porte alla privatizzazione della sanità molisana e a mostrare coerenza con quanto vo-
tato in Consiglio comunale quando tutti, sbracciandoci, ci siamo espressi in difesa del nostro ospedale. L’appello che facciamo alla cittadinanza campobassana è di informarsi e seguire con attenzione quanto sta avvenendo, perché ci stiamo giocando una fetta importante del nostro welfare. Più precisamente stanno cercando di sperimentare modelli che mettono a rischio il diritto di ogni cittadino ad essere curato. Movimento Cinque Stelle
Servizio idrico ed Egam Successo per l’assemblea pubblica a Roccavivara ROCCAVIVARA. Una sala gremita, circa 50 utenti in collegamento streaming, un confronto pacato e libero, la possibilità data ai partecipanti di informarsi e sviluppare un pensiero critico, la certezza che se ne dovrà parlare ancora, per il bene dei cittadini. In sintesi, sono questi gli aspetti che rendono orgoglioso il gruppo “Roccavivara Oltre”, che ha organizzato un assemblea pubblica lo scorso sabato 19 dicembre sul tema “Acqua ed EGAM: il ruolo dei piccoli comuni”. L’intervento dell’assessore Nagni è stato preceduto e coadiuvato dai componenti del tavolo tecnico, i quali hanno ricostruito principalmente, nei termini più semplici e comprensivi possibili, gli aspetti normativi legati all’Acqua, dalla “legge Galli” del 1994, alle leggi regionali del 1999 (in
cui si stabiliva che l’ambito territoriale ottimale per la gestione del servizio era tutto il territorio regionale nella sua interezza) e del 2006, quando già si sancì la volontà di mantenere il servizio idrico in mani pubbliche; gli stessi tecnici nei loro interventi, hanno chiarito che la legge europea da possibilità del cosiddetto affidamento “in house”, vale a dire a società pubbliche, ma permette anche un sistema misto o totalmente privato attraverso delle vere e proprie gare di appalto. Quanto alle tariffe, è stato spiegato come esse siano determinate unicamente da criteri matematici e statistici stabiliti dall’Autorità Nazionale per l’energia, il gas, il servizio idrico; quindi poco potranno in tal senso gli organi politici regionali e comunali. Il sindaco Gigino D’Angelo (Montefalcone
nel Sannio, uno dei 28 comuni che non ha ancora aderito ad EGAM), ha denunciato il furto di democrazia e di autonomia degli enti locali che si evince da questa vicenda: il Governo centrale e la Regione non hanno fatto altro che obbligare i comuni ad un salto nel buio, azzerando la loro capacità di autodeterminazione, non potendo garantire i propri cittadini in alcun modo sull’efficienza del servizio, non conoscendo nemmeno le reali regolamentazioni su questo Ente, e quale sarà nel concreto il ruolo ed il contributo che i piccoli comuni delle aree interne dovranno affrontare. Per tutte queste ragioni, ha proseguito il sindaco D’Angelo, la sua amministrazione si è data tempo per capire, approfondire, decidere.
Poli museali, le chiusure Il Polo museale del Molise, al fine di non creare disguidi e di favorire l’accessibilità ai luoghi della cultura statali ad esso afferenti, comunica che i musei e le aree archeologiche resteranno chiusi nei giorni di Natale e Capodanno e, informa i cittadini e visitatori riguardo agli orari di apertura al pubblico e agli altri giorni di chiusura: Giovedì 24 dicembre CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00 visitabile a richiesta CIVITACAMPOMARANO,Castello: CHIUSO GAMBATESA, Castello di Capua: CHIUSO ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 9:00-13:00 Sabato 26 dicembre CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: CHIUSO CIVITACAMPOMARANO,Castello: APERTURA 10:00-13:00/15:00-17:00 GAMBATESA, Castello di Capua: APERTURA 9:00-13:00/15:00-19:00 ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 8:00-19:00 Domenica 27 dicembre CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00/15:00-19:00 CIVITACAMPOMARANO,Castello: APERTURA 10:00-13:00/15:00-17:00 GAMBATESA, Castello di Capua: APERTURA 9:00-13:00/15:00-19:00 ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30
Castello Pandone: APERTURA 8:00-19:00 Lunedì 28 dicembre CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00 visitabile a richiesta CIVITACAMPOMARANO,Castello: CHIUSO GAMBATESA, Castello di Capua: CHIUSO ISERNIA, Museo Paleolitico: CHIUSO CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: CHIUSO VENAFRO, Museo Archeologico: CHIUSO Castello Pandone: CHIUSO Martedì 29 - Mercoledì 30 – Giovedì 31 dicembre CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00 visitabile a richiesta CIVITACAMPOMARANO,Castello: CHIUSO GAMBATESA, Castello di Capua: CHIUSO ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 9:00-13:00 Sabato 2 gennaio CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: CHIUSO CIVITACAMPOMARANO,Castello: APERTURA 10:00-13:00/15:00-17:00 GAMBATESA, Castello di Capua: APERTURA 9:00-13:00 ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 9:00-13:00 Domenica 3 gennaio CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00/15:00-19:00 CIVITACAMPOMARANO,Castello: APERTURA 10:00-13:00/15:00-17:00
GAMBATESA, Castello di Capua: APERTURA 9:00-13:00/15:00-19:00 ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 8:00-19:00 Lunedì 4 gennaio CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00 visitabile a richiesta CIVITACAMPOMARANO,Castello: CHIUSO GAMBATESA, Castello di Capua: CHIUSO ISERNIA, Museo Paleolitico: CHIUSO CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: CHIUSO VENAFRO, Museo Archeologico: CHIUSO Castello Pandone: CHIUSO Martedì 5 gennaio CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: APERTURA 9:00-13:00 visitabile a richiesta CIVITACAMPOMARANO,Castello: CHIUSO GAMBATESA, Castello di Capua: CHIUSO ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 9:00-13:00 Mercoledì 6 gennaio CAMPOBASSO, Museo Sannitico: APERTURA 8:30-14:30/15:00-17:30 Palazzo Pistilli: CHIUSO CIVITACAMPOMARANO,Castello: APERTURA 10:00-13:00/1500-17:00 GAMBATESA, Castello di Capua: APERTURA 9:00-13:00/15:00-19:00 ISERNIA, Museo Paleolitico: APERTURA 9:00-19:00 CASTEL S. V., S. Vincenzo a V.: APERTURA 8:00-14:00 VENAFRO, Museo Archeologico: APERTURA 8:30-19:30 Castello Pandone: APERTURA 8:00-19:00
Campobasso
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Tutto quello che gli altri non dicono
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senza alcun finanziamento pubblico
Quarto posto sotto tiro per la squadra rossoblù che si è presa il punto che voleva
Il vento e l’ardore dei Pentri frenano il Campobasso Pubblico numeroso e cavalleresco migliore di chi è sceso in campo di Gennaro Ventresca La ruota che cigola ha bisogno di olio. Non di vento, come è accaduto a Le Piane. Così, con la complicità di un terreno pieno di capricciosi ciuffi erbosi e di buche mascherate dal verde, ne è venuta fuori una partita da dimenticare. Col breve profumo di successo solo per l’Isernia che si era portata avanti col giovane Saltarin, un successo che è durato poco, visto il pari do Gattari di lì a poco. Abusando di un vecchio idioma è appena il caso di parlare di cornice migliore del quadro. Meglio il pubblico delle due fazioni dei giocatori scesi in campo, preoccupati più a non prenderle che a a darle. Si diceva del vento, primo tempo favorevole ai locali che hanno menato un po’ di torrone senza però impensierire il giovane portiere rossoblù Giulio Grillo; ti aspetti una ripresa piena di ardore da parte dei lupi, favoriti da Eolo, ma una sola volta il respiro rimane sospeso: scatto di Todino in contropiede, con i difensori pentri piazzati male: pensi al gol e trattieni il fiato, in attesa che la palla dell’ex pupillo dei Capone finisca in rete. Invece l’elegante numero 10, disturbato dal vento e tradito da un bitorzolo del discutibile prato, si ritrova col pallone che si infossa, non permettendogli l’agiata battuta vincente. Sembra quello il segno di un pareggio senza reti, ma non è così, perchè l’Isernia trae profitti dagli svi-
suo. Mi vieto ai cattivi pensieri e immagino un girone di ritorno di altro tenore per i nostri ragazzi. 23 punti in 17 partite sono una piccola cosa. Certamente le cose andranno meglio nel corso del ritorno. In cui, con un certo agio, i nostri ragazzi potranno piazzarsi al quarto posto della graduatoria, preceduti soltanto dalla Samb, Matelica e Fano che sembrano irraggiungibili. Le altre che ci precedono, invece, si possono tranquillamente raggiungere e superare: del resto, come ricordavo sopra tra noi la quarta ci sono ap-
luppi di una punizione dal limite per portarsi in vantaggio, e i nostri acciuffano il pareggio in uno dei rari arrembaggi a pieno organico nei paraggi del giovanissimo Schina, messo in porta al posto del titolare Maggi, squalificato. Nel caos prevale il gambone di Gattari che segna, da pochi passa, correggendo in rete un tiro loffio, scagliato dal limite da un nostro centrocampista. Certo, in caso di vittoria la nostra squadra sarebbe balzata al quarto posto, sia pure in condominio con la Folgore. Ma va bene così. Del resto il popolo rossoblù si è abituato da un pezzo dal grande pieno al grande vuoto. Ci sarebbe voluto, per trasformare la squadra bolsa costruita in estate, più che qualche cosmesi un vero e proprio lifting. Una
volta le nostre squadre di vertice facevano frullare l’aria, senza l’aiuto del vento. C’era la certezza che una gara così, dico quella del Lancellotta, l’avrebbero vinta in un amen. I nostri sogni agganciati a una nu-
vola si sono infranti in un cielo azzurrino con un migliaio di nostri sostenitori a cantare e a sventolare bandiere con i colori a noi cari, mentre il tifo locale, meno organizzato, ma non certo con meno passione, ha risposto da par
pena due punti da recuperare. Chiosa compiacendomi con l’Isernia che ha disputato uno sciccoso girone d’andata e ha giocato un ardente derby contro la più titolata formazione di Favo.
Al Pilla il premio “Massullo” Tre i premiati: Cristina Stelletti, Giulia Palladino e Daniele Conte CAMPOBASSO. Al ‘Pilla’ di Campobasso quarta edizione del premio “Mimmo Massullo”, il giovane morto in un incidente stradale. I ragazzi, che hanno ricevuto la borsa di studio, dimostrando il proprio valore nelle diverse materie scolastiche, sono Cristina Stelletti, Giulia Palladino e Daniele Conte.
Promotore dell’iniziativa è proprio la famiglia di Mimmo, il giovane studente che ha perso la vita in un tragico incidente stradale. Il fratello, Luca Massullo, illustrando il forte valore dell’iniziativa, ha affermato: “Noi speriamo di portare avanti questo evento per molti anni ancora. Questa borsa di studio vuole essere
un aiuto per quei ragazzi che hanno bisogno di continuare gli studi e di costruirsi un futuro. In questo modo vogliamo ricordare Mimmo e allo stesso tempo fare un qualcosa di utile per tanti giovani”. Felice di accogliere l’evento, la dirigente scolastica, la professoressa Rossella Gianfagna: “Ancora una volta l’istituto ‘Pilla’,
grazie alla famiglia Massullo, premia quelle che sono le eccellenze. Una buona scuola non deve lasciare nessuno studente indietro nell’apprendimento ma, allo stesso tempo, deve premiare le eccellenze. Questa borsa di studio per noi è importante, proprio per riconoscere a questi ragazzi il valore del proprio impegno”.
A Matrice si è parlato di ambiente Ad organizzare l’Avis e l’Ordine dei medici per parlare di salubrità delle aree MATRICE. Si è parlato delle malattie correlate all’ambiente nel corso del primo convegno organizzato a Matrice dalla presidente di Avis del Comune alto molisano Giulia Minnillo. Un incontro che ha riscosso una buona partecipazione di pubblico per un evento che ha voluto puntare l’attenzione sugli stili di vita, come l’ambiente “che ha un grosso impatto sulla salute umana”. Il dottor Terzano della sezione di Campobasso dell’Isde Italia ha puntato l’attenzione sui processi industriai che “hanno un impatto sull’ambiente e l’evoluzione” che sta andando avanti in nome della “produttività che sta compromettendo l’ambiente con un impatto sulla biodiversità.
La radioattività delle sostanze chimiche – ha continuato
Terzano – usate in vari ambiti, il carico chimico sta oberrando il lavoro delle cellule e codice genetico, trasformandolo in situazioni patologiche per l’adulto e per il feto”. Di qui ne consegue che “le patologie sono in netto aumento e forse solo con un cambio radicale vedremo dei miglioramenti tra tre generazioni”. La dottoressa D’Onofrio, invece, ha puntato l’attenzione sull’impatto dei rifiuti e sulle misure di prevenzione. Per “ridurre le conseguenze sulla salute umana bisognerebbe ridurre la quantità di rifiuti che produciamo. Un giusto recupero dei rifiuti permette un minore dispendio di acqua, energia e anidride carbonica prodotta”.
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Isernia
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Isernia, tra le città dove si vive peggio La classifica annuale del Sole 24 ore raccoglie una serie di dati sui capoluoghi di provincia ISERNIA. In Molise è Campobasso la città in cui si vive meglio. Lo rivela l’annuale classifica sulla “Qualità della vita” del Sole 24 Ore pubblicata oggi. Giunta alla 26/a edizione, l’indagine mette a confronto la vivibilità delle province italiane
rispetto a sei aree tematiche (Servizi/Ambiente/Salute, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero, Tenore di vita, Affari e lavoro) per totali 36 indicatori. Quest’anno le province considerate sono salite da 107 a 110.
Quanto al Molise, nel dettaglio: Campobasso rispetto allo scorso anno è stabile alla 82esima posizione, mentre Isernia guadagna due gradini ed è 88esima. Nelle singole graduatorie tematiche, per il tenore di vita Isernia (74esima) meglio di
Campobasso (92esima); per affari e lavoro Campobasso è 80esima e Isernia 94esima; per servizi e ambiente Campobasso 92esima, Isernia alla posizione 101. Le province molisane salgono in classifica nel capitolo popolazione (Campobasso
36esima, Isernia 42esima) e ordine pubblica (Campobasso 18esima e Isernia è nella top ten al nono posto). Malissimo infine il tempo libero: Campobasso è al 77esimo posto e Isernia addirittura è penultima (109)
Aree interne in Consiglio provinciale La seduta si terrà nell’aula consiliare del comune di Castelverrino per discutere sui problemi delle piccole realtà ISERNIA. Il Consiglio Provinciale di Isernia è stato convocato oggi presso l’aula Consiliare del Comune di Castelverrino, in seduta straordinaria alle ore 15.30 in prima convocazione per trattare i seguenti argomenti: 1) Approvazione verbali seduta precedenti del 21 maggio, 8 e 22 ottobre 2015 (art. 69 Regolamento Consiglio provinciale). 2) Accordo di programma su “Laboratorio internazionale per lo studio delle aree interne e degli appennini”. Manifestazione di interesse all’adesione. 3) Variazione al bilancio di previsione 2015 con funzione autorizzatoria, pluriennale 2016-2017 con funzione conoscitiva, armonizzato 2015-2017 con funzione conoscitiva. (Art. 175, comma 3, del D.Lgs. 18 Agosto 2000, n° 267). 4) Controversia P. F./Provincia di Isernia definita con sentenza n. 437/2015 emessa dal Tribunale di Isernia. Rico-
noscimento debito fuori bilancio, ai sensi dell’art. 194, comma 1, lett.a) del D.Lgs. n. 267/2000. Tra i punti in agenda c’è l’accordo di programma su “Laboratorio internazionale per lo studio delle aree interne e degli appennini” con la manifestazione di interesse all’adesione. “Le Aree Interne – sottolinea il presidente della Provincia di Isernia Lorenzo Coia – rappresentano una parte ampia del Paese, circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione, assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali, con problemi demografici ma anche fortemente policentrica e con forte potenziale di attrazione. Le Aree interne della provincia di Isernia – afferma Coia – constano di 33 Co-
muni, di cui 24 periferici e ultra periferici, con popolazione residente di 35.803 abitanti, di cui solo il 26 % in aree meno marginali. Il problema principale dell’area è lo spopolamento, meno 10.4 % nel decennio 2001/2011 e meno 35.9 % nel quarantennio 1971/2011. La Regione Molise ha individuato e circoscritto 4 aree interne nell’ambito del territorio regionale, due di queste beneficiarie di progetti pilota nazionali a valere sui fondi del Dipartimento Sviluppo con 3,5 milioni anno per potenziare e qualificare l’offerta dei servizi pilota (istruzione, sanità, trasporti) le altre destinatarie delle strategie territoriali per lo sviluppo locale (90 milioni della legge di stabilità 2014/2016 ed altrettanti per 2015/2017) e sul finanziamento nell’ambito della programmazione 2014/2020 (FESR, FSE, FEASR con una dotazione di 153 milioni); a questi si aggiungono i fondi destinati dal rico-
noscimento di area di crisi industriale complessa per il rilancio del settore Tessile, indotto metalmeccanico e Agroalimentare (piano straordinario di circa 100 milioni). A tale riguardo – aggiunge il Presidente della Provincia di Isernia – si è registrata negli ultimi tempi una rinnovata attenzione a queste aree da parte delle Istituzioni a livello centrale: il ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha inaugurato l’anno scolastico qui in Molise e a Carovilli ha illustrato la strategia del MIUR sulle aree interne; il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha visitato il Tribunale di Isernia e ascoltato le difficoltà della giustizia di prossimità in una regione con pochi numeri; il sottosegretario Angelo Rughetti della Funzione Pubblica ha avuto un confronto ad Isernia sulla Riforma Madia e sulle ripercussioni della razionalizzazione degli apparati periferici dello Stato”.
Sanità ad Isernia, intervenga Saladino di Stefano Testa La nostra città sta attraversando un periodo di crisi socio-economicopolitica che ha raggiunto livelli insostenibili per una comunità che inoltre si sente sempre più inerme ed indifesa rispetto anche ai continui tagli che il governo centrale e quello regionale stanno imponendo a questo già martoriato territorio. Sono ormai mesi che si discute sul riassetto regionale della sanità; ebbene, senza entrare nel merito della capacità o meno della classe politica di mantenere fede a tutto quanto promesso e di tutelare a livello nazionale le questioni del Molise alla stregua della Regione Basilicata, purtroppo, dobbiamo prendere atto che stando alle anticipazioni che vengono fornite dai media circa i Programmi Operativi della Sanità 2016/2018 pare ormai certo che l’ospedale di Isernia subirà un consistente ridimensionamento. Il Presidente Frattura negli ultimi giorni parla dei sistema sanitario molisano e dell’attuazione dei “Programmi Operativi”; ne parla in maniera superficiale facendo trapelare larvate ipotesi di rilancio per questo o per quell’altro ospedale, larvate ipotesi di rilancio oc-
cupazionale, rappresentando una sanità molisana ottimale quando ancora oggi il bilancio negativo determinato dai “viaggi della speranza” sono sotto gli occhi di tutti. La paura di tale ridimensionamento, che ricadrebbe ancor più su quelle persone che costantemente sono costrette ad usufruire dei servizi ospedalieri (che potrebbero essere tagliati tout court), unita all’incertezza determinata dal fatto che le notizie fornite dal Governo Regionale circa il futuro del nosocomio Isernino sono lacunose, aggravata inoltre dalla mancanza di punti di riferimento politici locali (essendo venuta meno l’amministrazione comunale a causa dell’implosione della maggioranza che sorreggeva il Sindaco Brasiello) ha generato nella cittadinanza ad uno senso diffuso di angoscia e paura che sta determinando un vero fenomeno di allarme sociale. Poiché il perseverare di tanta segretezza sui “Programmi Operativi della Sanità 2016/2018”, che sono peraltro documenti ufficiali, sta creando nell’opinione pubblica, che vede leso il proprio diritto di sapere, un fermento contro la Regione che invece a sua volta ha il
dovere di essere trasparente ed agire nella legalità ovvero nel rispetto delle prerogative istituzionali dei diversi organi abbiamo indirizzato una nota al Dott. Saladino affinché nella Sua qualità di Commissario Straordinario del Comune di Isernia e quindi di rappresentante dell’intero Consiglio Comunale, ufficialmente chieda al Presidente della Regione Molise la pubblicazione dei “Programmi Operativi della Sanità 2016/2018”. Questo allo scopo di uscire finalmente dall’equivoco delle cose “dette e/o non dette” e di conoscere finalmente attraverso documenti ufficiali quale sarà la sorte dell’Ospedale “F.Veneziale” che, a ben leggere i documenti conseguenti alle decisioni della famigerata Conferenza Stato-Regioni, dovrebbe perdere tra l’altro le Unità Operative di Ostetricia-Ginecologia, Pediatria con il Nido, ORL, Neurofisiopatologia, ridimensionandolo così a rango di poliambulatorio. Solo così si potrà addivenire finalmente ad un dibattito serio sul futuro della sanità molisana che, al di là delle collocazioni politiche, ci porterà a confrontarci con le istituzioni.
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Finanza, controlli in materia di circoli e associazioni
Indagini espletate dalla Tenenza di Larino. Occultati ricavi per quasi 300.000 Euro LARINO. Due circoli operavano da tempo sotto forma di associazione ed ente sportivo, ma di fatto svolgevano la tipica attività dei bar e degli esercizi di ristorazione in genere. La ricostruzione investigativa è stata eseguita dai Finanzieri della Tenenza di Larino, a seguito di serrate indagini in
materia di polizia economica e finanziaria in alcuni comuni dell’area frentana. Le attività di verifica hanno interessato tre annualità complete dal 2012 al 2014 - sino al mese di ottobre della corrente annualità. All’esito dell’ispezione, i militari hanno accertato l’omessa istitu-
zione delle scritture contabili obbligatorie e dei libri sociali, la mancata installazione del registratore di cassa e dichiarazioni mai presentate in materia di Redditi, IVA ed IRAP. Accertati ricavi non dichiarati e non contabilizzati per un importo superiore a circa 300.000 Euro,
mentre l’Iva dovuta ammonta a oltre 40.000 Euro. Ulteriormente, è stato richiesto all’Amministrazione Comunale competente per territorio apposito provvedimento di revoca della licenza di somministrazione di alimenti e bevande, ai sensi dell’articolo 4 D.P.R. 235/2001,
attesa l’assenza dei requisiti di Legge in capo ai circoli ispezionati. L’attività si aggiunge agli analoghi interventi esperiti nei mesi scorsi dallo stesso Reparto, grazie ai quali era stato possibile focalizzare ingenti ricavi sottratti all’imposizione.
“Quelle strade vanno riqualificate” Anche l’associazione Il Parco delle Morge aderisce all’appello dei parroci del basso Molise TRIVENTO. “Ci uniamo all’appello lanciato alle istituzioni provinciali e regionali dai sedici parroci delle comunità molisane che insistono nelle aree interne del Biferno e del Trigno”. Così, l’associazione Il Parco delle Morge, nell’appoggiare l’appello dei parroci del basso Molise sulla situazione deprecabile delle strade interne. “Una presa di posizione forte, dettata dalle condizioni drammatiche della viabilità interna e dai numerosi disagi che si ripercuotono ingiustamente sui cittadini di quell’area, già in preda allo spopolamento e al taglio progressivo di servizi essenziali, su tutti scuole, sanità e trasporti. Al dì là delle cause che hanno determinato una tale situazione di iso-
lamento di intere comunità, chiediamo alle istituzioni di raccogliere l’appello dei parroci e di intervenire subito. E’ vero che senza infrastrutture adeguate non c’è
possibilità di rilancio dell’economia. E’ vero che senza una concreta opera di manutenzione del territorio diventa difficile pensare di sostenere l’agricoltura, l’artigianato, il turismo locale. La politica e le istituzioni, a tutti i livelli, commettono un errore gravissimo se sottovalutano le sollecitazioni dei parroci e delle stesse popolazioni, ivi compresa la richiesta di riconsiderare le priorità nella programmazione, gestione e utilizzo dei fondi per le infrastrutture, scongiurando ulteriori sprechi di denaro pubblico. In gioco vi è la sopravvivenza di intere aree del Molise interno, senza il cui apporto produttivo non c’è solo la morte della periferia ma dell’intero territorio regionale”.
Applausi per la corale “Campolieti” Tradizionale concerto di fine anno presso la chiesa di San Timoteo TERMOLI. Anche quest’anno la Corale voci bianche della Scuola Primaria Paritaria “N.M.Campolieti”, diretta dal maestro Tiziano Albanese, ha tenuto il tradizionale concerto natalizio presso la Chiesa di San Timoteo. Il Coroha eseguito un significativo repertorio di canti natalizi, in diverse lingue, a una e due voci: White Christmas, Tura Lura,Nanita nana, Go tell it on the mountain, Noël Noël, In notteplacida, Tre sapienti, The Little Drummer Boy, Mi burrito sabanero, Sifuni Leo, FelizNavidad, Happy Xmas Come ha ricordato la Coordinatrice didattica introducendo il gesto, il concerto natalizio della Corale non è semplicemente unspettacolo, ma innanzitutto un momento di ascolto e riflessione sull’Avvenimento più importantedell’umanità:la nascita di Gesù Bambino. Il concerto è stato anche l’occasione per presentare al pubblico laneonata “Orchestra della Scuola Campolieti”, composta dagli alunni di IV e V e dagli ex alunni che ora frequentano la I media, che ha eseguito i braniDeck the halls e Wewishyou a merry Christmas con l’accompagnamento dei maestri Tecla Marcovicchio al pianoforte, Loredana Vaccaro al clarinetto e Antonio Varanese al
violino. Al termine della serata, spettacolo nello spettacolo, un nutrito gruppo di genitori ha spontaneamente e fattivamente collaborato
ai lavori di ripristino della chiesa, resisi necessari dopo il concerto: segno inequivocabile dell’unità tra la scuola e le famiglie, per il bene degli alunni, che chi fre-
quenta la scuola paritaria termolese sperimenta da anni come il vero “valore aggiunto” della Scuola Campolieti.
Termoli, 19 dicembre 2015 L’Ente Gestore e la Direzione Didattica della Scuola Primaria Paritaria “N.M. Campolieti”.
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Termoli
22 dicembre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Rimozione Florio, mozione rigettata Portata a giustifica l’incompetenza del Consiglio comunale sulla scelta degli assessori nistra. Un colpo di teatro, non nel merito della forma, ma nella sostanza pura, poiché sembrava che in maggioranza la presenza della Florio in giunta non fosse così blindata. Invece, forse per evitare che quest’amministrazione finisse l’anno in pasto alle polemiche, si è scelto di preservarne ruolo e deleghe, adducendo incompetenza del Consiglio in materia, con sommo dispiacere e altrettanta ‘rabbia’ da parte dell’opposizione, a cui la Vigilante ha fatto scacco matto.
TERMOLI. Tanto rumore per nulla, o meglio nemmeno quello. Chi si aspettava tuoni, fulmini e saette sulla mozione di revoca delle deleghe all’assessore all’Ambiente Filomena Florio sarà rimasto deluso, anzi rimarrà fortemente deluso. Il presidente del Consiglio comunale Manuela Vigilante, infatti, in apertura dell’assisa civica odierna, stranamente senza quell’intollerabile ora di ritardo con cui solitamente cominciano i lavori consiliari, ha dichiarato inammissibile alla discussione l’istanza con cui le minoranze volevano creare – anzi allargare – la crepa politica nella maggioranza di centrosi-
Referendum , comitato non costituito In Consiglio comunale non sono stati raggiunti i numeri per l’elezione dei componenti TERMOLI. Nulla di fatto per la Commissione comunale del referendum. Accordi sopraggiunti hanno visto il centrosinistra decidere per tre dei 4 componenti, uno solo lasciato all’opposizione. Conferenza dei capigruppo con toni forti, dove il grillino Di Michele ha contestato l’ostativa verbale con cui si voleva inibire l’indicazione di un ‘politico’, guarda caso l’identikit dell’avvocato Oreste Campopiano, ma a smarcarsi e a sgretolare la possibile compatta confluenza sull’esponente storicamente socialista è stato il capogruppo di Fi Francesco Roberti, che nella dichiarazione di voto ha detto di non ritenere opportuno quel nominativo, preferendo il candidato Salvatore Ariemma. In quel momento si capisce come possa essersi mosso in prima persona l’assessore regionale Vittorino Facciolla, forse per sbarrare la strada allo stesso Campopiano. Infatti, nella votazione successiva, Campopiano per due voti non viene eletto e la sua mancata investitura, mentre i candidati della maggioranza hanno ottenuto tutti 23 voti, e si tratta di Paolo Zaccardi, Giovanni Casolino e Gaetano Liberatore. A sparigliare le carte i 9 voti di Ariemma, poi ci sono altri 4 voti spuri, una sola preferenza, per Lalli, Vitulli, D’Aloisio e Pangia. Un esito che inficia l’intera operazione elettorale, con l’inevitabile delusione da parte dei promotori presenti in aula. Altra contesa, quella su quando dover votare nuovo e dopo un botta e risposta tra Di Brino e la Vigilante, a togliere le castagne dal fuoco ci pensano prima Sciandra e poi tredici di maggioranza, che chiede la convocazione postuma alle festività natalizie.
Perchè non abbattere quel fabbricato? Realizzato tra Campomarino lido e la Puglia sarebbe dovuto servire da colonia. Ora è in abbandono TERMOLI. Si trova lì da oltre 45 anni e nello stato attuale da oltre 30. Non parliamo di regioni tipo la Campania, la Sicilia o la Lombardia dove di strutture abbandonate a se stesse ce ne sono purtroppo a centinaia, parliamo del Molise e poche decine di metri dal mare immersa in una macchia tipicamente mediterranea, insomma in un luogo dove amministratori più avveduti, di buon senso l’avrebbero trasformata o dato il permesso a trasformarla in qualunque cosa di diverso. Ma siamo in Molise, in Italia dove devono passare decenni, prima che qualche amministratore di buon senso ci metta mano e risolva la questione. Dalle ricerche fatte la struttura situata a qualche chilometro da Campomarino Lido verso la Puglia, risulta essere dell’Arsiam – Regione Molise, ente agricoltura.
Nata nei primissimi anni 60 funzionò per qualche anno per poi essere lasciata all’inesorabile destino e alla situazione in cui versa
e che dalle foto allegate si può evincere. Pensiamo agli amministratori che ebbero l’intuito decenni fa di far costruire proprio in
quel meraviglioso posto quel fabbricato e alla nobile destinazione d’uso, ossia colonia estiva per dare la possibilità a bambini e ra-
gazzi provenienti da famiglie meno agiate di godere di alcune giornate di mare durante l’estate.
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Opinioni
22 dicembre 2015
In Molise, tra fine 2014 e inizio 2015 si sono registrati segnali contrastanti nell’andamento dell’economia con il risultato di un lieve aumento dei livelli occupazionali. Tuttavia, come nel resto del Paese, permangono segnali di debolezza della congiuntura che condizionano la spesa per investimenti. Di fronte ad un quadro ancora difficile, si evidenzia come elemento positivo la capacità del settore bancario di sostenere le esigenze del territorio. Secondo i dati più recenti a gennaio 2015, il totale prestiti all’economia del Molise ammonta a circa 3,7 miliardi di euro. Significativo, come segno di grande fiducia verso il settore bancario, il livello di depositi pari a 5,7 miliardi. Resta invece elevato il rapporto sofferenze/impieghi che ha raggiunto il 20,7% a 765 milioni. Questo un quadro sintetico dell’andamento economico regionale in vista dell’incontro di sabato 11 aprile a Campobasso undicesima tappa – dopo Udine – degli Incontri Abi sul territorio: iniziativa avviata dall’Abi per raggiungere i territori, attraverso un modello di partecipazione diretta, e “spiegare” da vicino cosa fanno ogni giorno le Banche italiane per il Paese.
Non si hanno notizie di avvenimenti particolarmente importanti nel Molise nel periodo in cui Federico II era impegnato per la sesta crociata (1228-1229), tuttavia una citazione riferita a un momento immediatamente successivo potrebbe essere utile per capire se nel Molise parte della nobiltà locale abbia avuto rapporti con l’organizzazione religioso-militare dei templari. In una inchiesta del 1240 finalizzata ad accertare se il monastero di S. Angelo di Frigilo in Calabria dovesse contribuire alla riparazione del castello di Santa Severina Iohannes Luciferus, giudice di Santa Severina e primo testimone, riferisce che frater Burrellus templarius et frater Rogerius hospitalarius, statuti per dominum nostrum inperatorem magistri et provisores inperialium castrorum, me statuerunt super reparacione castri Sancte Severine… Dunque un Burrellus era stato nominato da Federico provisor del castello di S. Severina. Non esiste
senza alcun finanziamento pubblico
Banche, in Molise trend di prestiti invariato
Nello stesso prolungato periodo di crisi le banche hanno sostenuto i settori produttivi locali non solo con l’attività creditizia “classica” ma predisponendo dal 2009 ripetute iniziative finalizzate alla sospensione del pagamento delle rate di mutuo che hanno riguardato complessivamente 1.216 Pmi e 43,6 milioni di euro di quote sospese. Nel dettaglio: Con L’Avviso comune per la sospensione dei mutui (2009) sono state accolte 688 domande di sospensione (pari allo 0,3% del totale delle domande accolte dalle banche aderenti all’inizia-
di Franco Valente
Tutto quello che gli altri non dicono
tiva) per un ammontare della mande accolte dalle banche In regione attive aderenti all’iniziativa) per un quota sospesa di 26,8 milioni di euro (0,2% del totale); 25 banche ammontare della quota soCon Nuove misure per il creper 135 sportelli spesa di 4,9 milioni di euro dito (2012) 410 domande di soOra parte (0,3% del totale). spensione (pari allo 0,4% del Da inizio aprile 2015, Abi e le totale delle domande accolte il nuovo accordo altre Associazioni di impresa per la liquidità hanno raggiunto un’intesa sul dalle banche aderenti all’iniziativa) per un ammontare nuovo Accordo per il Credito della quota sospesa di 11,8 mi2015. Iniziativa non solo di lioni di euro (0,2% del totale); sospensione, ma diretta anche ad agganCon Accordo per il credito 2013 (fino a ciare la ripresa e sostenere lo smobilizzo marzo 2015), sino a febbraio 2015 sono dei crediti verso la Pubblica amministate accolte 118 domande di sospen- strazione. sione (pari allo 0,3% del totale delle do-
teriali. Banche in Molise La struttura del settore bancario regionale, a fine 2014, vede attive sul territorio 25 banche per un totale di 136 sportelli. Gli Atm (sportelli bancomat) sparsi sul territorio sono 157 unità; i Pos (apparecchiature necessarie per pagare con il Bancomat direttamente nei negozi) 6.962. Nella regione i lavoratori bancari sono lo 0,2% del totale nazionale di settore che ha toccato le 320.000 unità.
meridionale nel periodo di Federico II, mentre sono prevalentemente francesi sotto il governo angioino. Il loro compito era di verificare lo stato delle strutture castellane, indicare le opere necessarie alla loro manutenzione e stabilire le modalità di gestione, mentre la raccolta dei fondi per le opere e per la gestione erano affidate a un collector. Se dunque è vero che Federico II abbia voluto scegliere il suo primo provisor tra i templari, è plausibile che anche nella scelta degli altri abbia attinto a quest’ordine che per istituzione era dotato di persone che più di altre erano capaci di organizzare sul territorio un sistema di difesa. Certamente giocava a loro favore anche quel particolare atteggiamento che non sempre era compatibile con le indicazioni della Chiesa che spesso vide la loro organizzazione militare come elemento pericoloso proprio per la loro possibilità di gestirsi autonomamente. Come d’altra parte fu Federico II.
Tracce di Templari molisani altra notizia che possa in qualche modo collegare il Borrello alla sesta crociata e tantomeno capire da dove provenga questo personaggio. Ma il nome è troppo particolare per non ritenere che si tratti di un esponente dei Borrello che furono titolari per vari secoli del dominio di quella vasta area compresa tra le valli del Sangro, del Volturno e del Trigno e che faceva capo originariamente all’antica contea longobarda di Pietrabbondante. Insomma un discendente di quella famiglia i cui membri, per le aggressioni e le usurpazioni perpetrate ai danni dell’Abbazia di S. Vincenzo al Volturno, furono definiti sacrilegos tyrannos, ma poi furono riabilitati fino a diventare abati e santi a Montecassino con Oderisio e Randisio. Ormai è sufficientemente dimostrato che l’architettura di una buona parte dei castelli federiciani
sia stata condizionata dalle esperienze crociate e che Federico abbia costituito una rete di esperti che non solo avrebbero dovuto provvedere alla loro progettazione e costruzione, ma anche alla loro manutenzione. Per questo motivo non è da escludere che il nostro Borrellus templarius abbia fatto parte di quella cerchia dei personaggi di rilievo che Federico si era portato dietro
Sempre nell’ambito dell’Accordo “Nuove misure per il credito alle Pmi”, da gennaio 2013 è pienamente operativa l’iniziativa “Progetti investimenti Italia” avviata da Abi e tutte le Associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale (alla presenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Ministero dello Sviluppo Economico) al fine, tra l’altro, di favorire la crescita degli investimenti delle imprese. Si tratta di un Plafond complessivo di 10 miliardi di euro rivolto alle Pmi, in bonis, che vogliano effettuare investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’attività di impresa. Con questo strumento, in Molise, sempre a febbraio 2015, sono state accolte 33 domande di finanziamento (pari allo 0,2% del totale delle domande accolte dalle banche aderenti all’iniziativa) per un ammontare finanziato di 6,4 milioni di euro (0,1% del totale dei finanziamenti erogati). Il 62% si riferisce a investimenti in beni ma-
nella sua missione a Gerusalemme, come sostiene JeanMarie Martin, e che sia stato scelto, riteniamo, proprio per la sua specifica esperienza religiosa e militare. E’ certamente singolare che il primo provisor di un castello federiciano di cui si abbia notizia sia stato un templare e, per di più, un Borrellus che ragionevolmente apparteneva alla famiglia dei Borrello dell’area molisana. Questi specialisti furono definiti provisores castrorum proprio per la loro specifica attività rivolta alla manutenzione dei castelli demaniali intorno al 1230-1231, anche se la loro funzione fu precisamente definita solamente nelloStatutum de reparatione castrorum, frutto di una serie di aggiornamenti tra il 1241 e il 1245. Si tratta in genere di personaggi i cui nomi tradiscono un’origine
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