Edilizia, imprese alla fame

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 211 venerdì 25 seTTembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a roberto ruta

Oggi le decisioni dell’Acem

L'Oscar del giorno a Roberto Ruta. In merito alla mancata fermata del treno Frecciarossa a Termoli, ha presentato un'interrogazione urgente in Senato alla quale ha risposto, salomonicamente, il ministro Delrio che ha parlato di autonomia decisionale di Trenitalia. Ma Ruta ha ribadito: "E’ del tutto evidente che la scelta di non prevedere la fermata a Termoli non è accettabile perchè è l’unica per l’intera regione Molise. Il Governo ha preso l’impegno, bene, ma noi molisani vogliamo il risultato. Altre parole non servono”.

il Tapiro del giorno a Carlo veneziale

Il Tapiro del giorno lo diamo a Carlo Veneziale. Entrato in Consiglio regionale, per sostituire Massimiliano Scarabeo, l'amministratore di Finmolise ha lasciato l'ente subregionale nell'impossibilità di muoversi. Certo, il ruolo politico del consigliere regionale è, di sicuro, più allettante. Ma la finanziaria regionale, soprattutto di questi tempi drammatici per le imprese, non può essere lasciata senza una guida, senza, cioè, la possibilità di agire, di muoversi. E' lecito che possa accadere tutto questo nel silenzio più assordante e senza un sostituto?

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

25 settembre 2015

Una vicenda tragicomica della Regione Molise

11 milioni per l’affidamento dei servizi di orientamento e di organizzazione e gestione degli sportelli informativi e di orientamento inclusi nel Programma operativo regionale (Por) 2007/2013 - Fondo Sociale Europeo – obiettivo: “Competitività regionale e occupazione”, sono andati in fumo. La Corte dei Conti ha chiesto perché? Difficile, davvero difficile, trovare un’altra storia politica e amministrativa, per rendere emblematica la condizione di disordine e di approssimazione che si vive alla Regione Molise. La raccontiamo per sintesi, ma chi ha voglia, tra i nostri lettori, può andare sul sito della Regione e leggersi la determinazione numero 19 del 23 settembre del direttore dell’area terza, Alberta De Lisio. Troverà il modo e la maniera per convincersi perché mai una regione della grandezza del Molise (demograficamente e geograficamente) così ridotta e così dotata di strutture amministrative, non riesca a creare un progetto di sviluppo e un’economia praticabile pur avendo avuto e avendo fiumi di milioni di euro dal Governo, nazionale, dall’Europa e dal proprio sistema fiscale. Si renderà conto della inadeguatezza di chi l’ha amministrata e l’amministra, e della improbabilità professionale degli apparati dirigenziali. La mistura è stata e continua ad essere una mistura velenosa. Andiamo al fatto. La giunta regionale il 13 settembre 2010 ha approvato gli schemi di gara relativi alla procedura aperta, per l’affidamento dei servizi di orientamento e di organizzazione e gestione degli sportelli informativi e di orientamento inclusi nel Programma operativo regionale (Por) 2007/2013 Fondo Sociale Europeo – obiettivo: “Competitività regionale e occupazione”, per un importo a base d’asta pari a 11.100.000 euro: un botto incredibile, un colpaccio a portata di mano, un boccone golosissimo da gustare. La gara è stata indetta e vi hanno partecipato 2 operatori economici. Precisamente: il Raggruppamento temporaneo d’imprese (Tti) composto da Cat Pmi Confcommercio Centro di assistenza Tecnica Scarl (capogruppo mandataria), For-

La Confederazione Italiana Agricoltori del Molise ha scritto all’Assessore Regionale all’Agricoltura Vittorino Facciolla evidenziando che in questo periodo il nostro Paese è stato colpito da una non comune ondata di caldo torrido. In alcune regioni, ha precisato il Presidente Regionale Luigi Santoianni, la causa dei fenomeni di siccità ha provocato danni ai raccolti e pesanti conseguenze sulla nostra agricoltura

malab, Expertise srl, 3G SpA, Consedin SpA; Asset Management srl, Elea SpA, e De Lorenzo Formazione srl; nonché il Raggruppamento temporaneo d’imprese composto da: Consorzio Molisano per le Politiche Attive del Lavoro e dello Sviluppo Locale (Compal srl) (capogruppo mandataria) e Halley Sud – Est. Di quella gara non si conoscono, né vengono detti, le cause per cui la commissione aggiudicatrice ha proceduto all’apertura dei plichi contenenti la documentazione amministrativa senza procedere all’apertura dell’offerta tecnica: un arcano che ancora oggi non è stato svelato. E’ accaduto, punto e basta. Il 21 marzo 2011 la giunta regionale, nel valutare l’interesse pubblico originario, ha trasferito all’Agenzia regionale Molise Lavoro, Ente strumentale della Regione Molise, la realizzazione del progetto, di durata triennale, per un finanziamento annuo di 3.670.000 euro (drastica riduzione di quegli 11milioni a base d’asta). Anche questo passaggio e stato e rimane un arcano. Volete che i partecipanti alla gara se ne fossero stati con le mani in mano? Neanche

per sogno. Il Raggruppamento formato da Cat Pmi Confcommercio Centro di Assistenza Tecnica s.c.a.r.l., Formalab ed Expertise s.r.l., ha presentato ricorso al Tar Molise per ottenere l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della deliberazione con cui la Regione ha trasferito il progetto posto a bando all’Agenzia regionale Molise Lavoro, e la condanna al risarcimento dei danni. Il T.a.r. Molise ha accolto il ricorso e, per l’effetto, ha annullato il provvedimento impugnato (invitando la Regione Molise a portare a conclusione la gara interrotta). Non turbati dello smacco, la Regione Molise e l’Agenzia regionale Molise Lavoro, rappresentati e difesi dall’avvocatura generale dello Stato, hanno proposto appello al Consiglio di Stato chiedendo, in via incidentale, la sospensione dell’efficacia della sentenza di primo grado emessa dal T.a.r Molise. Ma gli è andata male. Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), il 24 ottobre 2012 ha respinto l’istanza cautelare “obbligando” la Regione ha revocare l’affidamento del “Pro-

gramma Regionale per la realizzazione di servizi di orientamento e di organizzazione e gestione degli sportelli informativi e di orientamento” all’Agenzia Regionale Molise Lavoro e nelle more di concludere le fasi della gara avviata nel 2010, ha ricondotto a sé la gestione e tutti i rapporti in essere per l’attuazione del progetto. Un vero e proprio salto mortale senza rete. Per cautelarsi, ha chiesto ai due Raggruppamenti d temporanei d’imprese che avevano risposto alla gara d’appalto di confermare per ulteriori 180 giorni la validità dell’offerta presentata. Colpo di scena. Sarà stato ciò che sarà stato, ma la Regione, considerato il mancato interesse alla prosecuzione della gara da parte del Consorzio Molisano per le Politiche Attive del Lavoro e dello Sviluppo Locale (Compal srl) (capogruppo mandataria) e Halley Sud – Est (realtà tutta molisana cui non sarà sfuggita l’opportunità di non tirare la corda e tenersi amica la Regione). Frattanto, e qui sta il ridicolo, il Progetto dei servizi di orientamento e di organizzazione e gestione sportelli informativi è giunto a naturale scadenza il 31 marzo 2014. Ma la storia non è finita. Il Consiglio di Stato il 28 luglio 2015 ha riconosciuto alla Cat Pmi Confcommercio Centro di Assistenza Tecnica s.c.a.r.l., Formalab ed Expertise s.r.l., il risarcimento della sola “chance “ di aggiudicazione, correlandola all’utile ( netto) risultante dall’offerta presentata, scontato del 50%, rivalutato ai fini Istat e maggiorato degli interessi legali. Tutto chiaro, finalmente? Tutto risolto? Macché. La complessità tecnica della sentenza del Consiglio di Stato ha messo in crisi gli apparati esecutivi della Regione. Per cui, pur cosciente di generare ilarità in chi

Cia: “Subito il gas agevolato” in particolare in termini di possibilità di adeguata irrigazione e lavorazione dei terreni. Ciò in considerazione del fatto- ha continuato Santoianni - che le scorte di gasolio a disposizione degli agricoltori si sono esaurite o stanno ra-

pidamente terminando. Di fronte a tutto ciò – ha proseguito il Direttore Regionale Donato Campolieti - alcune Regioni (vedi ad esempio Puglia) hanno positivamente deciso di riaprire le assegnazioni di gasolio agevolato per le

aziende agricole. Si tratta di provvedimenti – Conclude Campolieti - che rispondono ad una emergenza reale e che consentiranno il ripristino di normali condizioni di attività nei lavori agricoli. Apprezzando le iniziative di queste

avrebbe letto la disposizione, ha ritenuto che, per “assicurare la dovuta celerità e trasparenza delle operazioni da compiere per arrivare alla determinazione del risarcimento dovuto alla controparte”, fosse necessario nominare un gruppo di lavoro che si dedicasse specificatamente al caso. Non paga dell’ilarità generata accennando alla “celerità e alla trasparenza” dopo aver agito con lentezza e opacità, ha detto pure che il gruppo di lavoro procedesse “con immediatezza all’apertura del plico contenente l’offerta tecnica e verificasse la possibilità di individuare già in essa la misura dell’utile netto relazionando all’Amministrazione su tale operazione”. Nel caso in cui dall’offerta tecnica non si possa evincere la misura dell’utile, si provvedesse a richiedere alle imprese ricorrenti i dati, i chiarimenti e le informazioni finanziarie (secondo le modalità indicate nella Sentenza) necessarie alla determinazione dell’utile e quindi dell’offerta di risarcimento da inoltrare alla controparte. Amministratori regionali senza vergogna. In qualsiasi parte del mondo gente così e strutture tecniche regionali di questa fatta sarebbero ai lavori forzati. Da noi beccano centinaia di migliaia di euro all’anno. E se la godono. Naturalmente, gli 11 milioni posti a base d’asta per l’affidamento dei servizi di orientamento e di organizzazione e gestione degli sportelli informativi e di orientamento inclusi nel Programma operativo regionale (Por) 2007/2013 - Fondo Sociale Europeo – obiettivo: “Competitività regionale e occupazione”, sono andati in fumo. La Corte dei Conti ha chiesto perché? Di quegli 11 milioni una parte servirà a risarcire il danno procurato. Dardo

Regioni – conclude il Presidente Santoianni -, e considerando la necessità di procedere alle operazioni di lavorazione dei terreni per la prossima semina, pensiamo sia opportuno estenderle a tutto il Paese. A tal proposito abbiamo chiesto all’Assessore Facciolla un autorevole ed urgente intervento affinché analogo provvedimento sia adottato anche nella nostra Regione.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’Associazione Costruttori Edili del Molise ha convocato per questa mattina una conferenza stampa. I pagamenti alle aziende procedono a rilento, assente qualsiasi programmazione, silenzio sulla rimodulazione dei fondi destinati all’autosctrada

Il tristissimo ballo del mattone molisano... Conferenza stampa stamattina dell’Associazione Costruttori Edili del Molise (ACEM), presso i locali dell’associazione a Campobasso. Sui contenuti della stessa non è trapelato nulla in via preventiva, ma, di solito, quando sono buone notizie è facile intuirlo. Purtroppo non ci sembra questo il caso e, comunque, lo scopriremo presto. Ma se il clima complessivo intorno al settore delle costruzioni è quello rappresentato nella lettera aperta che pubblichiamo di seguito in pagina, fare due più due, stavolta, risulta più facile del solito. Per quanto ne sappiamo, seppur effettivamente stanziati e disponibili, i 27 milioni destinati alle aziende che hanno svolto lavori per la ricostruzione post sisma sono erogati con il contagocce, non risolvendo, alla fine della fiera, la situazione di sofferenza finanziaria delle stesse. I motivi restano oscuri. Quello che possiamo dire con certezza è che queste risorse sono destinate a coprire anticipi delle aziende per opere già realizzate, quindi sostanzialmente si tratta di recuperi, con margini bassissimi di profitto. Allo stato attuale la progettazione delle opere da terminare risulta al palo, con la conseguenza chele prospettive del settore, anche una volta riscossi tutti e 27

questi milioni, resterebbero davvero poco esaltanti. Gli enti locali riescono a programmare interventi solo di modestissima entità, che finiscono spesso a ditte di fuori regione, capaci di praticare ribassi inarrivabili per quelle lo-

cali (ma il è il mercato, con le sue regole). Con la rinuncia alla realizzazione dell’autostrada del Molise, come anche al raddoppio delle corsie dell’attuale strada statale, sul modello di quella che Orte porta a Perugia, per intenderci, la Regione Molise ha deciso di rinunciare a 180 milioni di euro già disponibili, dichiarando l’intenzione di realizzare opere alternative. Al momento, però, non si ha alcuna notizia circa la sorte di quei 180 milioni. Non si sa se sia disponibile la stessa somma per una serie di interventi tutti ancora da programmare. Non si conosce quale sarà l’iter di contrattazione con le strutture centrali, ministeriali, che potranno

avallare questa rimodulazione tutta partorita all’interno del governo regionale molisano. Non si conoscono, ovviamente, i tempi in cui tutto questo avverrà, se davvero avverrà. Il solito garbuglio programmatico ed amministrativo che pare essere compreso nel pacchetto di ogni iniziativa, o progetto di iniziativa, di questa nefasta amministrazione regionale. Quello che è certo è che si farà la metropolitana leggera. Da e per Bojano, i campobassani potranno prendere questo allegro trenino. Questo è quanto è stato messo sull’altro piatto della bilancia rispetto alla rinuncia all’autostrada. 23 milioncini di investimento a respiro poco più che interpoderale, rispetto alla rinuncia ad un asse strategico, che avrebbe facilitato la vita e gli affari di migliaia di cittadini molisani e altrettante attività economiche. Ne sapremo di più dopo la conferenza stampa di oggi. Avremo dettagli, numeri, cifre. I contorni ed i dettagli di un quadro generale che purtroppo si è consolidato in tanti anni di inerzia negativa e, crediamo proprio, altrettanti ne saranno necessari per un’inversione di tendenza. Oltre ad un auspicabile cambiamento di qualità delle scelte, e degli uomini deputati a prenderle, a livello politico.

lettera aperta

Io, operaio edile senza lavoro e futuro Il mio nome e’ M.F. , ho 46 anni,sono di Campobasso e non lavoro da piu’ di un anno e vi prego fortemente di farmi diffondere questo grido di disperazione. Ho sempre lavorato nel settore edile, sono un operaio e a causa della forte crisi che ha messo in ginocchio il settore delle costruzioni in regione, non lavoro da piu’ di un anno. Sto leggendo quasi ogni giorno articoli che parlano di lavori da eseguire in citta’ che vengono rimandati,bloccati o bocciati nonostante si tratti di progetti rispondenti a tutte le norme di legge per delle logiche che non sono affatto chiare e per le quali la nostra amministrazione comunale dovrebbe darci molte spiegazioni. Sì, proprio quella amministrazione di centro sinistra che dovrebbe in teoria salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle classi piu’ deboli….appunto…..dovrebbe….perche’ in questo anno e mezzo quasi di legislatura non ho visto una mano tesa,una proposta,un aiuto,un qualcosa di concreto che potesse dare respiro a gente come me con famiglie a carico e magari con un solo stipendio che da mesi e mesi non arriva piu’. Questi signori non sanno cosa vuol dire perdere la dignita’ di uomo,dover spiegare a casa perche’ ti staccano la luce o il gas,dover chiedere la 50 euro a parenti o amici,addirittura non poter garantire un pasto ai propri figli. Non sanno minimamente cosa significa perche’ altrimenti non perderebbero tempo a fare chiacchiere in consiglio comunale o interviste inutili nelle quali vorrebbero far credere a tutti i cittadini che tutto va secondo i loro programmi quando invece nulla funziona piu’ a cb. Campobasso ormai e’ ridotta ad un deserto,i giovani scappano via e quei pochi che ci sono restano qui al massimo

fino alla laurea perché poi sono costretti a scappare dalla loro terra e dai loro affetti.e’ giusto che quei pochi eroi,perché io li definisco tali,che non mollano e che vogliono restare nella loro citta’ natale devono essere gambizzati da pseudo amministratori improvvisati? Eppure ,restando nel mio settore, do atto al governo regionale di aver dato i mezzi giusti ai comuni per far riprendere il settore edile. Un esempio su tutti la legge sul piano casa e le successive modifiche. Ma a campobasso sembra che questi strumenti non siano mai arrivati dalle parti di palazzo San Giorgio;progetti di ampio respiro ,gia’ coperti finanziariamente , sono stati inesorabilmente respinti dagli uffici tecnici del settore urbanistica. Esempio su tutti il progetto di abbattimento e ricostruzione del cinema Ariston,progetto che avrebbe dato lavoro a molti campobassani e che invece e’ stato respinto senza un motivo valido. Molti professori di storia dell’arte,architetti improvvisati o addirittura associazioni di consumatori quali il CODACONS, si riempiono la bocca su arte,cultura, vecchi spettacoli o grandezza del cinema e io vorrei dirgli solo questo. Avete scoperto nel 2015 che l’ariston e’ cosi’ fondamentale per la citta’ ?no perche’ io per anni non ne ho mai piu’ sentito parlare….oltretutto tecnicamente era piu’ facile intervenire su quella struttura 10 o 15 anni fa e ristrutturarla e non facendo trascorrere tutto questo tempo che richiedono oggi milioni di euro per riportarlo al vecchio splendore.Ma poi si ha tutta questa esigenza di 3 spazi culturali a Campobasso ? non bastano savoia e gil? Tutti questi politici e “professionisti stimati ed apprezzati”

,anziche’ pontificare dalle loro tastiere di casa o dalla sede dei beni culturali,al caldo e dopo aver lavorato tranquillamente,sono invitati a casa mia e cosi’ potranno vedere quali possibilita’ stanno togliendo a gente come me ridotta alla poverta’. Vogliamo poi parlare dei lavori pubblici?progetti fermi da decenni,terminal mai aperto e gia’ da ristrutturare,il sovrappasso mai finito,la piscina di via puglia ferma da anni,i lavori di ristrutturazione dello stadio di selva piana finanziati da anni e mai partiti,la bitumazione del parcheggio dello stadio ferma dal 2009( e partita solo oggi),la tangenziale nord di campobasso mai realizzata;sono solo pochi esempi di quanto imbarazzo ci dovrebbe essere sulle facce di sindaco,assessore all’urbanistica e assessore ai lavori pubblici e che invece si trasforma in silenzio tanto assordante quanto vergognoso

nelle stanze di palazzo san Giorgio. Se solo si sbloccassero questi pochi esempi elencati si darebbe lavoro a centinaia di giovani campobassani e si rivalorizzerebbe di fatto l’intero settore edile,ma siamo a Campobasso e purtroppo sappiamo bene come vanno le cose nella nostra citta’…continueranno le solite dichiarazioni in pompa magna per una striscia pedonale fatta anche male davanti una scuola e si tralascera’ cio’ che invece per motivi che nessuno sapra’ mai potrebbe sollevare le sorti di gente come me. L’amarezza ormai ha preso il largo sulla speranza,spero ancora di sbagliarmi,vorra’ dire che avro’ riacquistato la dignità’ giusta per guardare negli occhi familiari e amici. In fede, M.F.


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25 settembre 2015

Diffusi dall’Anac gli esiti dell’attività di vigilanza in materia di trasparenza

Nella rete dell’Anticorruzione è finito un pesce piccolo: il comune di Campochiaro. Gli squali la fanno franca Deficitario è il ruolo e il comportamento dei responsabili dell’anticorruzione che, per legge, sono presenti nella Pubblica amministrazione, tra cui, nel ruolo di controllori, anche i collegi dei revisori dei conti L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha diffuso recentemente l’aggiornamento degli esiti dell’attività di vigilanza in materia di trasparenza svolta a seguito delle segnalazioni ricevute nel corso del 2015 sull’inosservanza degli obblighi di pubblicazione che spetta a tutte le amministrazioni territoriali, nessuna esclusa. Ebbene, incredibile, ma vero, nell’elenco delle pubbliche amministrazioni territoriali, nel Molise, solo il Comune di Campochiaro risulta segnalato e per questo sott’osservazione. Capita ai piccoli, in questo caso al piccolo Comune di montagna, rimetterci le penne, diventare oggetto di segnalazione, diventare un caso in una regione in cui, per quanto risulti ad ognuno degli operatori dell’informazione che frequentano giornalmente i siti degli enti pubblici territoriali, andando a spulciare nella sezione denominata “Amministrazione trasparente”, di avvedersi di anomalie e deficienze nell’applicazione della legge sulla trasparenza, ossia del decreto legislativo 33/2013. A

Campochiaro qualcuno, un amministratore di minoranza, un cittadino solerte, informato dei propri diritti, e responsabile, ha evidentemente segnalato che la trasparenza sarebbe venuta meno nella pubblicazione dell’elenco dei consulenti e dei collaboratori, degli enti controllati, dei bandi di gara e contratti, dell’accesso civico (il diritto di chiunque di richiedere la pubblicazione di docu-

menti, informazioni o dati per i quali sussistono specifici obblighi di trasparenza, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione), dei piani territoriali non aggiornati, e della mancata pubblicazione del codice di comportamento. Un bel numero di manchevolezze fanno, come abbiamo accennato, di questo piccolo comune matesino un prototipo in negativo delle amministrazioni lo-

cali nel Molise in materia di trasparenza. Se solo spesse l’Anac cosa c’è in giro, Campochiaro sarebbe in ampia e significativa compagnia. Viene da pensare alla Regione Molise, alla Provincia di Campobasso, ai comuni di maggiore caratura, e alla pletora di strutture pubbliche abituate a navigare sott’acqua, sottraendo ai cittadini il sacrosanto loro diritto ad essere informati e ad in-

formarsi. Capita che all’Anac non arrivino denunce specifiche e circostanziate e, quindi, molti Enti ugualmente inadempienti come Campochiaro, la fanno franca. Dovrebbero valere anche le denunce e le segnalazioni della stampa, ma gli organi che potrebbero avvalersene si guardano bene dall’utilizzarle. Ancora peggiore e deficitario è il ruolo e il comportamento dei responsabili dell’anticorruzione che, per legge, sono presenti nella Pubblica amministrazione, tra cui, nel ruolo di controllori, anche i collegi dei revisori dei conti. Purtroppo in Italia l’osservanza delle leggi è un optional; per taluni addirittura un diversivo, mai un dovere assoluto. La considerazione che godono i diritti dei cittadini è bassissima, fa capo ad un’antica concezione che vuole la Pubblica amministrazione non al servizio, ma servita. Nel caso, servita per affermarsi arrogante e prepotente. E poi ci lamentiamo della corruzione! Dardo

De Matteis al ministro Delrio: “Il Frecciarossa Direzione Area III Regione Molise premiata quale esempio di buona amministrazione deve potere fermarsi a Termoli” Di Massimo Dalla Torre Mentre si distribuiscono incarichi a destra e manca, con tanto di strombazzamento come si trattasse di un riconoscimento al merito; chissà poi per cosa! C’è chi lavora in silenzio riportando importanti riconoscimenti a casa. L’ultimo in ordine cronologico è stato attribuito in occasione della II edizione del Premio Nazionale Persona e Comunità 2014 bandito dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino con il patrocinio del Ministero dell’Università e Ricerca alla Direzione di Area III della Regione Molise che è salita sul gradino più alto del podio ottenendo due premi importanti come Buon Esempio nella Sezione SOLIDARIETA’ E SERVIZI SOCIO SANITARI per il Progetto “SA.L.SA salviamo la salute” portato avanti con competenza dal direttore Alberta De Lisio, nella Sezione APPRENDIMENTO E FORMAZIONE e per il Progetto “Sostegno al centro parrocchiale São Francisco d’Assis – Salvador Da Bahia”, seguito materialmente con competenza dal dottor Antonio Iarocci. Per questo il Centro Studi Cultura e Società ha organizzato un Seminario di Condivisione e Apprendimento del ciclo “I Buoni Esempi della

PA e del Volontariato” che rappresenta una importante opportunità formativa per chi opera sia nella Pubblica Amministrazione sia nel Volontariato. Il seminario, in collaborazione con Cipes Toscana, si è svolto nella gigliata Augusta Florentia (Firenze) il 18 settembre presso l’Aula Magna dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi e ha visto la partecipazione non solo di altre Regioni italiane, ma anche dell’Inail, e di altre aziende sanitarie. In quest’ambito la Regione Molise ha ottenuto il giusto riconoscimento per l’innovazione e la complessità dei progetti illustrati tant’è che è stata oggetto di richieste di collaborazione da parte dei soggetti Istituzionali presenti all’iniziativa. La quale, premia sotto tutti i punti vista, il Molise, terra di Scizia dove purtroppo i meriti vanno solo ed esclusivamente agli amici, degli amici, degli amici. Riconoscimento che arriva a coronamento di anni di lavoro serio e senza alcun compenso. Ecco perché a conclusione dei lavori il commento unanime è stato: “la buona Amministrazione esiste ancora”, il che da speranza ad una realtà spesso e volentieri ignorata perché considerata arida di idee, che però nella fattispecie ha primeggiato su tutto e tutti.

Onorevole ministro, nel ringraziarla anticipatamente per il prezioso tempo sottratto ai suoi gravosi impegni, è mia intenzione sottoporle un caloroso appello volto alla tutela e salvaguardia degli interessi molisani. Come avrà avuto modo di prendere visione da un’interrogazione del sen. Ruta, è in atto a Termoli una forte presa di posizione tesa a far sì che Trenitalia istituisca una fermata presso la stazione di Termoli, il riferimento va al neo servizio Frecciarossa. Come lei ben sa, non si tratta di un capriccio istituzionale o di una forma pretestuosa di protesta politica, ma di un tentativo, il nostro, compatto e democratico, teso a modificare una scelta oggettivamente errata, alla quale siamo certi lei possa porre rimedio. Dal 21 settembre il collegamento veloce da Lecce a Milano, la ben nota Frecciarossa, vede ridursi le distanze di circa 1 ora e mezza rispetto al Frecciabianca,. Un servizio nuovo, capace, dinamico, innovativo che unisce i due lembi dell’Italia, sostanzialmente in sei ore. Con uno studio fatto in base a calcoli utilitaristici e dati ahimè confutabili, il Molise risulta l’unica regione adriatica tagliata fuori dal treno in questione. Pensi che le uniche fermate possibili restano Foggia o Pescara, troppo distanti e prive di ulteriori collegamenti con Campobasso e Isernia. In questo modo, restano tagliate fuori non solo le necessità e le legittime aspettative di una regione quale il Molise, ma anche la zona del basso chietino (il vastese), il Fortore e tutto il Gargano, vale a dire almeno mezzo milione di abitanti e circa 200 Municipi, Università, aziende, scuole, uffici, aree a vocazione turistica. Di conseguenza, vedere che dal 21 settembre il treno in questione rallenti nella in-

vidiabile e strategica stazione di Termoli, ha creato enorme malcontento per un Molise che merita, come tutte le altre Regioni, almeno una fermata; uno stop che sostanzialmente non comporterebbe neppure un così drastico ritardo nel ruolino di marcia, né costi aggiuntivi per l’azienda. E da questa richiesta formulata dalla classe parlamentare, da amministrazioni locali, da un forum di cittadini, dalla Provincia di Campobasso con un ordine del giorno votato all’unanimità, emerge una volontà di coinvolgere lei in un discorso di salvaguardia collettivo ad un servizio pubblico essenziale che ben si sposa con le esigenze di lavoro, studio e dignità di una terra lasciata a se stessa da troppo tempo. E da qui ne consegue anche un logico quanto opportuno discorso che sfocia in una richiesta di attenzione particolare, sensibilità che non può partire da logiche legate alla demografia o al peso politico o partitico della nostra classe dirigente. Attenzione che solo un ministro ai Trasporti può evidenziare nei confronti di Trenitalia. Determinazione e prontezza che noi ci aspettiamo da lei. In questo caso non si interviene su di una singola fermata, ma si inquadra il Molise in un disegno di ragionevole sviluppo e considerazione alla pari delle altre realtà adriatiche. Per questo motivo la cittadinanza tutta, autorità civili, militari e religiose, spera in una sua forte e determinata presa di posizione tesa ad istituire una fermata a Termoli per il Frecciarossa. In attesa di riscontro, le porgo i più referenti saluti. Rosario De Matteis Presidente Provincia di Campobasso


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5 25 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il 2 ottobre (sempre che la seduta non vada deserta e, quindi, aggiornata al 9 dello stesso mese) i consiglieri comunali sono stati convocati a Palazzo san Giorgio

Ancora cemento: ignorata la necessità di porre un freno al consumo del territorio e di puntare dritti e forte al recupero del patrimonio edilizio esistente

I programmi costruttivi all’ordine del giorno non sono altro che immani colate di cemento, centinaia di appartamenti e locali commerciali che andranno ad aggiungersi alle miglia di appartamenti e di locali commerciali sfitti e/o invenduti Ordini del giorno fotocopia per il consiglio comunale di Campobasso. La reiterazione è la dimostrazione che molte convocazioni vanno deserte e per questo aggiornate. Il difetto di puntualità e di partecipazione dei consiglieri, soprattutto di maggioranza, ha assunto proporzioni che non possono essere addebitati al caso; vanno meglio interpretate e approfondite per capire ciò che spinge (i consiglieri) a disertare le sedute anche dinanzi a questioni di pura leggerezza dialettica quali sono le materie proposte nelle interpellanze (ad esempio, la situazione igienico sanitaria delle aree interne/esterne al Palazzo di Città causate dalla presenza di piccioni); delle interrogazioni (ad esempio, la digitalizzazione delle comunicazioni nell’ambito degli organi del Consiglio comunale) e delle mozioni (ad esempio, la realizzazione di parcheggi a pagamento in via Petrella), e gli argomenti delle proposte di deliberazione. Il 2 ottobre (sempre che la seduta non vada deserta e, quindi, aggiornata al 9 dello stesso mese) i consiglieri comunali che siedono sugli scanni di Palazzo san Giorgio, dovrebbero deliberare l’adozione

della carta dei Servizi del Servizio Idrico Integrato, il regolamento per l’istituzione del Corpo dei nonni vigili; la variante al vigente Piano regolatore generale la realizzazione di un deposito di materiale esplodente di libera vendita, il programma costruttivo di edilizia sociale convenzionata in Via delle Frasche, il programma costruttivo di edilizia sociale convenzionata in Via Depretis e il programma costruttivo di edilizia sociale convenzionata in località S. Vito (Porta Napoli).

l’intervento

Finmolise bloccata dal dopo Veneziale . Finmolise, la finanziaria regionale, bloccata da oramai da quasi due mesi, senza poter decidere e deliberare, da quando l’amministratore unico Carlo Veneziale, dimissionario, ha accettato il ruolo di Consigliere regionale, subentrando per l’effetto della Legge Severino all’Assessore regionale Massimiliano Scarabeo. Infatti, giungono lamentele da più parti per questa situazione di stallo che mina gli interessi di piccole, medie e grandi imprese molisane che attendono invano le decisioni del comitato, che proprio per la mancanza della nomina di un sostituto alla guida dell’ente finanziario non può decidere. La domanda sorge spontanea ai diversi livelli e la riportiamo: “prima di dare le dimissioni da amministratore, quindi, prima di accettare il ruolo politico pro tempore, Veneziale poteva preoccuparsi di lasciare la Finmolise senza intoppi? Questo non è avvenuto, e oggi, i tanti che aspettano le grazie della Finmolise, in un momento in cui le aziende dovrebbero avere un premio per la temerarietà ad affrontare un mercato devastante a tutti i livelli, sono lasciate nel limbo dell’attendismo, senza che si sappia quando e chi andrà a ricoprire il vecchio ruolo del dimissionario Veneziale. Da un punto di vista critico, per l’incresciosa situazione creatasi, parrebbe che non si siano preservati gli interessi dei molisani, rispetto alle logiche personali di opportunità politica e di nomina.

I programmi costruttivi appena elencati non sono altro che immani colate di cemento, centinaia di appartamenti e locali commerciali che verosimilmente andranno ad aggiungersi alle miglia di appartamenti e di locali commerciali sfitti e/o invenduti che gli amministratori di una città che sappiano di quale responsabilità programmatoria e gestionale sono investiti, dovrebbero conoscere e domandarsi perché. Dovere che non solo viene eluso, quando addirittura irriso andando a deliberare ad

occhi chiusi, anche interventi edilizi su aree poco raccomandabili anche sotto il profilo geologico. Questa supina acquiescenza alle richieste d’intervento sul territorio, sulla scorta dell’obbligo di sottostare alle regole e alle norme in vigore, è un comodo paravento abilmente gestito dagli amministratori che hanno confidenza politica e personale con l’imprenditoria, e dalle strutture tecniche che seguono a distanza ravvicinata. Questa particolare e singolare combinazione tecnico/amministra-

tiva a Palazzo san Giorgio fa ciò che vuole, forte del fatto che nessuno finora ha mostrato voglia e capacità di contestare, di dimostrare che ciò che viene passato per “obbligo di legge”, in effetti non è altro che un abile marchingegno interpretativo elevato a prassi. Nessuno che ricordi agli amministratori di Campobasso l’indirizzo politico e amministrativo nazionale, detto e affermato, che postula un freno al consumo del territorio e di puntare dritti e forte al recupero del patrimonio edilizio esistente. A Campobasso, di fronte a una rappresentazione urbanistica e costruttiva di retroguardia, che ignora le disposizioni e gli indirizzi nazionali e comunitari in materia energetica, per dirne una, non fanno di meglio che incrementare l’incrementabile e incentivare un mercato fondiario ed edilizio drogato. Avrebbero di che discutere e su che riflettere gli amministratori comunali di un capoluogo di regione se fossero all’altezza del ruolo. A Campobasso si dilettano a disertare le sedute consiliari e a deliberare in controtendenza della logica e del senso comune. Dardo

Buona scuola sì, ma nessuno pensa a rinnovare i programmi? Egregio Direttore, ora che la” buona scuola” - tutto ancora da vedere -ha prodotto i suoi frutti c’e’ da sperare che coloro che ne sono preposti si attiivino per rinnovare i programmi rendendoli piu’ elastici e nel contempo apportatori di cultura. Perché la scuola dovrebbe perseguire ideali educativi autentici e validi per gli uomini di ogni luogo.,Inoltre la scuola opera negli anni della formazione dei giovani modo da destare e valorizzare i sentimenti e valori umani cosi’ da consegnare poi uomini veri e non altro.Inoltre la scuola deve essere messa di fatto e non solo a parole a fondamento della organizzazione sociale ed al rispetto di questi imperativi si dovrebbe richiamare con forza i governi del paese. Fa questo la buona scuola? Ad iniziare dagli asili rendendoli idonei -negli orari di entrata ed uscita -nel loro scopo a favore delle famiglie e non sottoponendo a sforzi tutti i componenti, prima di tutti i nonni ? . A tal proposito, sul “venerdì di repubblica, c’e’ una sorpresa che viene da un lontano paese a confine dell’Iraq, turchia Il,paese e’Wasan -un villaggio nelle montagne del Kurdistan iracheno dove -udite udite -un centinaio di ragazzi tra le tante possibilitaì’ di studiare informatica,giornalismo,fotografia,inglese, arabo c’e’ anche il LATINO perché dicono e’ indispensabile per capire tante lingue nel mondo.In Italia -una volta culla del latino - dalle scuole medie e’ stato cancellato. La buona scuola lo riportera’ nelle medie? Una volta si studiava educazione civica, adesso? e non sarebbe il caso di far entrare dalle

scuole medie l’educazione sessuale, visto cio’ che accade tra le ragazzine e le signorine?La scuola dovrebbe essere una fucina di civilta’, senza di essa si va incontro alla decadenza anche se e’ scientificamente progredita in quanto tanta tecnologia avanzata se ne puo’ servire per depredare, asservire altri popoli.Quello che sta accadendo ne e’ la riprova.W la squola!!!! Per intanto adesso il problema e’ la metropolitana leggera come a dire un doppione inutile e dispendioso in quanto la linea ferroviaria gia’ c’e’.Questo tende a distrarre l’elettore dai problemi drammatici del Molise. I paesi si spopolano, le industrie grandi sono alla frutta, gli ospedali sono come sono - i malati lo sanno ed i medici pure -i giovani cervelli molisani rimpolpano i paesi colleghi europei, il turismo non si capisce cos’e’ quando potremmo essere una regione all’avanguardia per quello che abbiamo - eccetera. Perché concorrere alle spese di una mastodontica struttura come la regione se siamo ridotti cosi’? La ferrovia e’ un problema ultratrentennale e si sono prodotte solo parole:Campobasso Roma riserva sempre delle sorprese. La vogliamo rendere “felice” per chi la usa? Deviare il tratto Vinchiaturo boiano e dotare di nuove “vetture” cos’ il tragitto si ridirrebbe di oltre mezz’ora.Facile , no? invece abbiamo la metro-molisana che costera’, secondo gli standard delle opere pubbliche oltre 20 milioni di euro: Si potrebbero investirli altrove, dove c’e’ assoluto bisogno ...Speriamo in un raggio di sole...Un saluto. AA


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Campobasso

25 settembre 2015

“Egam sì, ma a patto che” Il Comune di Frosolone vota la delibera di adesione ma chiede modifiche FROSOLONE. Con un voto contrario, tre astensioni e nove favorevoli, nella seduta del 19 settembre, il Consiglio comunale di Frosolone, presieduto dal Sindaco Giovanni Cardegna, ha espresso la sua adesione condizionata all’EGAM. Il Consiglio ha così concluso la sua riflessione sull’istituendo EGAM avviata già in occasione della seduta consiliare di agosto conclusasi con un rinvio della decisione per le perplessità sollevate da più consiglieri sulle modalità dell’adesione e sulla struttura del nuovo Ente. Considerata l’obbligatorietà dell’adesione, si legge nella delibera consiliare n. 22 approvata, si fa istanza alla Regione Molise perché vengano recepite le osservazioni avanzate da molti Sindaci preoccupati del rischio di creare un nuovo Ente eccessivamente oneroso per i cittadini e le casse comunali.

Si chiede alla Giunta Regionale una sostanziale modifica del Disciplinare di organizzazione dell’EGAM nel senso di stabilire – ribadito che l’acqua è un bene pubblico e che le relative attività rientrano negli ambiti programmatori e di indirizzo dell’Ente Regione -: - che la finalità dell’EGAM è quella di migliorare e modernizzare le reti idriche, e in particolare quelle vetuste e soggette a forte dispersione e sprechi delle risorse idriche; - che l’Ente possa in prospettiva assorbire le funzioni di “Molise Acque” in modo da avere un solo Ente di governo della risorsa idrica; -che la gestione deve essere affidata preferibilmente ad una struttura pubblica, snella ed efficiente che abbia tra i propri obiettivi strategici anche quello di contenere i costi al fine di ottenere tariffe congrue per l’utenza; - che ai Comuni montani, onerati an-

nualmente dai costi conseguenti alle abbondanti nevicate, vengano riconosciute le dovute compensazioni finanziare e di servizi; – che siano ridotti al minimo i costi di partecipazione dei Comuni al Fondo di dotazione, proprio in considerazione della riduzione dei trasferimenti statali e regionali; - che venga data adeguata rappresentanza nel Comitato d’Ambito alle realtà territoriali ricomprese nel Bacino denominato “Alto Medio Sannio”, in considerazione della sua vastità . L’Alto Medio Sannio andrebbe suddiviso in più sub Ambiti, ricalcando le ex Comunità montane, con riconoscimento della relativa rappresentanza.In tal senso va modificato la suddivisione prevista dall’art. 7, c.1, del Disciplinare, -che venga lasciata ai Comuni la scelta di gestire direttamente la cap-

tazione di alcune sorgenti o pozzi “storici” per garantire in fabbisogno d’acqua delle rispettive popolazioni in caso di situazioni di necessità. Infine, il Consiglio Comunale, in relazione all’approvazione della legge di riordino delle funzioni e dei servizi di area vasta, ritiene do-

versi riservare una propria espressione programmatica ed operativa in relazione alle competenze gestionali che la legge stessa (di prossima approvazione del Consiglio regionale, ndr) riserverà alla Provincia e/o in termini di sussidiarietà alla Regione stessa e ai Comuni.

Autovelox, la parola all’Aci Particolare attenzione su questo strumento di dissuasione CAMPOBASSO. Anche in Molise l’ACI sta dedicando una particolare attenzione al problema degli autovelox. Più volte gli Automobile Club Campobasso e Isernia hanno sottolineato l’importanza di questi strumenti, purché vengano correttamente utilizzati per prevenire l’incidentalità stradale e non per rimpinguare le casse dei Comuni in difficoltà economiche. Non sempre infatti gli autovelox vengono installati per indurre al rispetto dei limiti di di velocità. Sono un convinto sostenitore dell’utilità dei rilevatori automatici della velocità ed in particolare del Tutor - ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club Campobasso Luigi Di Marzo - aderendo alla campagna nazionale promossa dal Presidente Angelo Sticchi Damiani - a cui, indubbiamente, va il merito della drastica diminuzione del numero dei morti sulle autostrade che lo hanno adottato. Sgombrato il campo, quindi, da qualunque pregiudizio e’ bene chiarire - ha confermato il Presidente dell’Automobile Club Isernia Raffaele Sassi - che le recenti decisioni anche della Corte Costituzionale vanno nel senso di un rapporto tra Automobilisti

e Forze di Polizia Nazionali e Locali decisamente più equilibrato in cui i Tutori della Legge esercitano il loro compito adottando tutti gli accorgimenti previsti dagli ordinamenti in maniera chiara, leale e trasparente. L’obiettivo non è quello di elevare multe ma quello di ottenere

il rallentamento degli Automobilisti in alcuni punti ritenuti più pericolosi e con una frequenza ritenuta necessaria. Quindi e’ evidente che, per ottenere questo scopo, sia necessario che l’apparato sia ben visibile sia di giorno che di notte e che i cartelli di preavviso siano posizionati in maniera efficace e sopratutto non siano per il 90% inutili. L’ACI vorrebbe che questa corretta e giusta posizione della Corte possa diventare un patto non scritto tra gli Automobilisti e le Forze di Polizia addette alla Sicurezza Stradale: io Ti indico con chiarezza dove è necessario che Tu rallenti e Tu lo farai. Probabilmente le Casse degli Enti Locali e dello Stato ne soffriranno ed anche i Giudici di Pace lavoreranno di meno, ma gli Automobilisti avranno trovato più convincente e non punitivo andare più piano.

Progetto di educazione alla legalità “Scuola aperta” - 2^ edizione Con l’inizio del nuovo anno scolastico, torna il progetto di educazione alla legalità “Scuola Aperta”. L’iniziativa, fortemente voluta dal Questore Pagano e realizzata per venire incontro all’esigenza di accrescere la cultura della legalità tra i giovani, più volte manifestata da numerosi Sindaci di Comuni della provincia nel corso di vari incontri, si rivolge agli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione, che ha visto la determinante e fattiva collaborazione degli Amministratori comunali e dei Dirigenti scolastici di volta in volta coinvolti, anche quest’anno gli operatori della Polizia di Stato, sia della Questura che delle varie Specialità, continueranno ad informare i ragazzi sui temi della legalità a tutto tondo. Per l’organizzazione della prima fase del progetto - che partirà

a breve ed interesserà le scuole dell’area frentana - nella giornata di ieri si è svolta, a Larino, una riunione che ha visto la partecipazione dei Sindaci di Larino (comune capofila del progetto), S. Martino in Pensilis, Casacalenda, Montorio nei Frentani, Santa Croce di Magliano e di alcuni Dirigenti scolastici del comprensorio. La seconda fase, invece, interesserà – nei primi mesi del 2016 - gli studenti dei Comuni di Termoli e Bojano (che si alterneranno nel ruolo di capofila) e di altre realtà territoriali limitrofe. Vari gli argomenti che saranno trattati nel corso degli incontri e che offriranno interessanti spunti di riflessione: in primis temi delicati come il fenomeno del bullismo, i danni derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti, la violenza di genere, la pedofilia e tutto ciò che possa riguardare la prevenzione del disagio adolescenziale, senza tralasciare l’educazione alla circolazione

stradale, alla sicurezza in ambito ferroviario e ad un uso più consapevole di internet. Durante gli incontri verranno proiettati filmati ed effettuate dimostrazioni di Polizia scientifica come la ricerca delle tracce sulla scena del crimine, le impronte digitali ed il foto segnalamento, mentre i ragazzi potranno osservare da vicino la famosa “pantera” della Squadra Volanti impiegata per il servizio di controllo del territorio. Anche questa nuova edizione del progetto “Scuola Aperta”, che quest’anno coinvolgerà anche i genitori degli studenti, si preannuncia ricca di contenuti e di spunti educativi, con gli operatori della Polizia di Stato pronti non solo a trasmettere le loro conoscenze, ma soprattutto ad ascoltare le richieste e le necessità degli adolescenti in un proficuo momento di confronto e di discussione sulle problematiche giovanili, in piena sinergia con i loro insegnanti.


Campobasso

7 25 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Benvenuto a Nico Fiore del Teramo Il club rossoblù dopo aver puntellato la difesa ha acquistato un centrocampista di Gennaro Ventresca Ecco un altro ex del Teramo che viene ad arricchire la rosa rossoblù. Si tratta di Nico Fiore, ragazzo vastese di 28 anni che ha giocato anche in altre squadre, ma di recente, cioè negli ultimi due campionati, ha vestito la maglia del Teramo. Dove, come Bucchi, non era titolare fisso, ma ha saputo comunque dare una mano d’aiuto alla squadra abruzzese. Anche questa scelta è stata ispirata da Roberto Cappellacci, il tecnico con la faccia da filosofo di vecchia pezza, somiglia a Socrate. Il che è dire tutto. Ormai questa stagione va

avanti nel segno del suo allenatore che pur somigliando nell’aspetto formale al trasandato Klopp evidentemente ha preso a modello l’elegante e raffinato Mourihno, il quale ha fatto sempre il manager. Meglio così, visto che tale ruolo non ridimensiona Tonino Minadeo che, umilmente, sta lavorando accanto all’esperto “maestro” cercando di rubargli un po’ di mestiere. A noi qui interessa che Fiore sia bravo. Non a giocare a scopone, né a burraco, ma in campo. Ci viene l’orticaria quando sentiamo usare espressioni come “è un bravo ragazzo”, per descrivere un giocatore

che non si conosce. Tevez, tanto per dirne una, non è mai stato nu brave uaglione. Per non dimenticare il più celebre scapestrato di sempre, Diego Maradona. L’importante è che Nico Fiore sia bravo in campo, dicono che preferisca giocare sulla mezzeria, gradendo la fascia destra. E sono due. Dopo il difensore arrivato da una decina di giorni ecco un centrocampista. A conferma di quanto avevamo scritto su questo giornale dopo la sconfitta con la Samb. In cui aggiungemmo il nome di Esposito, un attaccante, che nel frattempo si era sistemato a Matelica.

Niente strabismo, quindi. Solo un minimo di competenza ci aveva indotto a sbilanciarci, attirandoci anche gli strali dei vertici societari che non scialano. E avrebbero fatto volentieri a meno a ritornare sul mercato. Si vuole sperare che almeno sino alla riapertura delle liste di trasferimento si possa andare avanti con ciò che c’è in cambusa. Il che vorrebbe dire che la squadra rossoblù ha finalmente superato il rodaggio, per puntare come è nei voti dei cuori rossoblù al vertice della classifica. Il Chieti che giunge a Selva Piana

dopo il pari casalingo con l’Avezzano è cliente esigente e scontrosetto. Va trattato come si deve, a colpi di fioretto, ma anche di scimitarra. In modo da bastonarlo come si deve, anche per far dimenticare la sconcertante prestazione dello scorso campionato, in cui tutto il mondo nazionale dei calci d’angolo (c’era la diretta Rai) potette vedere come gli abruzzesi ci ridicolizzarono per l’intera partita. Ma una formidabile reazione d’orgoglio nel finale, frammista a una bella razione di fortuna, ci permise di pareggiare (2-2). Anche se sul piano estetico la brutta figura rimase.

Allagato l’ingresso della scuola di via Crispi, assurdo spi, avvilente e sicuramente evitabile, se si considera che la causa, ancora una volta, è la completa assenza di manutenzione ai tombini di scarico, insufficienti a far defluire il flusso d’acqua perchè evidentemente occlusi da foglie, volantini, cicche di sigaretta ed altri rifiuti. L’allagamento è stato parzialmente risolto solo con l’intervento, pronto ed efficace, dei Vigili del Fuoco,che sollevando i tombini, hanno favorito il risucchio dell’acqua nei pozzetti; ciò nonostante il piazzale è restato comunque impraticabile per le tante e profonde pozzanghere, evidente segnale che i livelli e le pendenze del manto stradale favoriscono comunque il ristagno di ab-

di Simone Cretella Non si è trattato certa di una “bomba d’acqua”, la pioggia di questa mattina rientra nella normalità della stagione e del nostro clima, ma è stata sufficiente a creare un vero e proprio lago che ha sbarrato l’ingresso della scuola elementare di via Crispi. Incalzati dalla campanella i bambini sono dovuti comunque entrare, costretti ad uno spiacevole pediluvio certamente evitabile, al quale è seguito l’andirivieni di molti genitori costretti a tornare a casa per prendere scarpe e calzini di ricambio da portare a scuola. Uno scenario certamente non nuovo per la scuola di via Cri-

bondanti quantità di acqua piovana. Tempestivo anche l’intervento sul luogo del Sindaco e del Super manager Iacobucci, che non hanno potuto far altro che verificare la loro inefficienza ed i risultati della loro inerzia. Eppure l’assunzione del top manager “d’oro” era stata sbandierata come la soluzione a tutti i problemi della città, una persona finalmente capace di pianificare, programmare,prevenire, indirizzare e controllare l’intera macchina amministrativa..... macchina che, evidentemente, continua a fare troppa “acqua” da tutte le parti.

Le carte raccontano.... Il Costume di Campobasso Al Circolo Sannitico, i vestiti dal 1500 al suo disuso CAMPOBASSO. Il 22 settembre alle ore 17,00 il Circolo Sannitico di Campobasso, sede storica della cultura e dell’incontro, bellissima struttura provinciale, sede ideale per ogni attività culturale, non ha retto l’urto della fiumana di gente che ha voluto rendere omaggio agli organizzatori della Mostra espositiva di documenti, costumi e gioielli antichi : “Le Carte Raccontano”. Voluta fortemente dagli organizzatori che ricordiamo in “ Associazione Culturale Talenti ed Artisti Molisani “ , “ Associazione Arti e Tradizioni Fontanavecchia Campobasso “, “ Associazione Centro Storico Campobasso “ , con la collaborazione del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nella “ Soprintendenza Archivistica dell’Abruzzo e del Molise” ,” Soprintendenza dei Beni

Archeologici del Molise” , “ Archivio di Stato di Campobasso “ , coadiuvata da Maurizio Varriano dei “ Borghi d’Eccellenza “ magistralmente realizzata da” Antonio Scasserra “ patrocinata e promossa dalla “ Provincia di Campobasso “ del Presidente Rosario De Matteis che in prima persona ha seguito l’iter della stessa, è realizzata grazie alla incredibile sinergia creatasi tra le associazioni, Enti, volontari e, l’incredibile voglia di Campobassanità dell’intera Città, che ripetiamo, non è voluta mancare all’inaugurazione preceduta da un convegno pieno di fascino, prelibate relazioni a cura di Michele Falcione, primo promotore dell’iniziativa con la sua associazione “ Talenti ed artisti Molisani “, del presidente dell’associazione “ Centro Storico di Campobasso “, della prof.ssa Maria Verdone e di

Franco Baranello, memoria storica ed artistica di Campobasso, in rappresentanza dell’Associazione “

Arte e Mestieri Fontanavecchia”, per chiudere con lo studioso di costumi e tradizioni popolari, unico vero conoscitore molisano del costume nel pieno rispetto della storia di esso e delle sue simbologie, Antonio Scasserra. Una inaugurazione in grande stile che ha visto esibirsi, prima del consueto taglio del nastro, gli attori dell’Associazione Arti e Mestieri, in una scenetta incredibilmente ilare, apprezzata e contestualizzata alla mostra poiché descrittiva del trattato di nozze con

relativa stipula notarile e benedizione del parroco. La mostra, aperta dal 22 al 30 settembre dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,00, pregando chi volesse visitarla in gruppi ed in scolaresche di prenotare sia in loco che ai nn 333 6600619 / 329 3218583 , incredibilmente esaustiva, racconta con documenti, abiti e gioielli e, non facendo mancare gli arredi e corredi, la storia, dei costumi e dei rapporti matrimoniali, in ogni senso si vogliano immaginare, dall’anno 1500 sino al disuso che, per datazione, aggirasi intorno alla fine del 1800 primi del 1900. Il contesto, la voglia di Campobassanità, come prima si accennava, la curiosità di capire effettivamente dov’è la verità storica circa i costumi, gli usi, le tradizioni, ha fatto il resto. Un boom , un vero boom….





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Isernia

25 settembre 2015

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“Ss Rosario, meno male che ancora c’è” Una giovane scrive una lettera aperta per essere stata curata in tempo VenaFro. Finalmente un appello “di peso” e sostanziale a favore del SS Rosario di Venafro, sempre più sulla china della sua (purtroppo) radicale trasformazione in poliambulatorio/laboratorio a tutto danno della salvaguardia della salute delle popolazioni del Venafrano, area dell’estremo Molise occidentale che va da Sesto Campano a Montenero Valcocchiara e che raggruppa oltre 20mila molisani. L’appello arriva da una giovane 19enne del luogo, S.P., che si dice salvata dal pronto soccorso del nosocomio venafrano nonostante tagli, riduzioni, implosioni e contrazioni e che non la manda certo a dire alla classe politica regionale, ritenuta dalla ragazza responsabile di tutto quanto sta avvenendo in danno del SS. Rosario.

“Mesi addietro ed è stata mia precisa volontà sottacere in questo periodo -spiega la giovane-

sotto stata colta da grosso malore dopo l’assunzione di un farmaco. Stavo sul punto di ce-

dere per cui mi rivolsi al Pronto Soccorso dell’ospedale venafrano. Sanitari e paramedici intervennero tempestivamente con le cure del caso e per un pelo ce la feci ! Ripresami, mi dissero che avevo rischiato uno schock anafilattico e quindi la morte. Per fortuna sto qui a raccontarlo e di tanto ringrazio disponibilità, tempestività e professionalità dei lavoratori del pronto soccorso del SS Rosario. Perciò un accorato appello a chi ha nelle mani le sorti future dell’ospedale venafrano : non contraete, non riducete, non distruggete la sanità pubblica venafrana ! Ne va della salute e della sopravvivenza di ventimila molisani. Sia questo il doveroso impegno umanitario di politici, funzionari, dirigenti e tecnici della sanità pubblica del Venafrano, area di confine popolatissima”.

Poste, un’operatrice truffava i clienti Dopo l’ispezione interna è scatta l’indagine della Polizia Postale di Isernia iSernia. La locale Sezione della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Isernia, al termine di un accurata attività di indagine, ha deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria una giovane cittadina italiana, per il reato di “Peculato” e “Truffa aggravata continuata”. Da tempo, infatti, erano stati inoltrati a Poste Italiane s.p.a., numerosi reclami da parte di alcuni cittadini che lamentavano condotte “improprie” da parte di una operatrice di sportello; pertanto era stata predisposta una ispezione interna che portava alla presentazione, da parte di un Funzionario Ispettore di

Poste Italiane S.p.a., di una circostanziata denuncia alla locale Sezione della Polizia Postale. Gli accertamenti subito effettuati facevano emergere numerosi comportamenti illeciti, perpetrati per circa due anni, dall’impiegata la quale, in qualità di operatore di sportello presso alcuni uffici postali di questa provincia, approfittando dell’avanzata età di alcuni clienti, che a volte non erano addirittura in grado di comprendere o addirittura di leggere quanto veniva loro fatto sottoscrivere, effettuava a loro insaputa alcune operazioni di prelievo di denaro dai loro libretti postali, re-

gistrando somme superiori a quelle richieste dalle anziane vittime . In un altro caso, invece, la stessa aveva accreditato sul libretto di deposito di una signora la somma relativa a 5 buoni fruttiferi anziché ai 6 presentati dalla stessa, appropriandosi della relativa differenza di denaro.

Nasce il Molino Museo, il Momu L’inaugurazione domani a Montenero Valcocchiara per conoscere il territorio

Montenero Val CoCChiara domani dalle ore 11 fino a sera, si inaugura il MOMU- Molino Museo con una festa beneaugurante. L’idea di realizzare un Museo nel Comune di Montenero Val Cocchiara, è nata dal desiderio di Daniela Ricci, appassionata di cultura e tradizioni locali, di ridare vita ad un antico fabbricato destinato, strutturato ed utilizzato in passato come Mulino ad acqua a pala orizzontale. Sarà presente il Sindaco di Montenero Val Cocchiara, Filippo Zuchegna. Durante la giornata degustazione di prodotti artigianali locali offerti dal forno di Pino Ziroli realizzati a lievitazione naturale artigianalmente, e dal laboratorio Caseario di Albino Scalzitti con latte munto da vacche autoctone. Il tutto sarà accompagnato da pregiati vini Di Majo Norante. Il pranzo sarà a cura dello chef Emidio Iacobozzi. L’antica struttura sul territorio montenerese, una volta rappresentava un luogo fondamentale della collettività locale, perché grazie alla sua attività di trasformazione dei cereali in farina permetteva alla popolazione di prov-

vedere alla propria alimentazione facendone un uso collettivo ed un polo importante del tessuto economico e sociale del paese. Far rinascere il Mulino ha preso concretezza con il Bando pubblico Misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”, che prevedeva l’ammissibilità a finanziamento di operazioni volte al recupero di “strutture rurali ad uso collettivo” da parte dell’Assessorato alle politiche agricole, forestali e pesca produttiva della Regione Molise. Il sogno è diventato realtà: creare una struttura detentrice di memoria dove tentare di far riflettere sul consumismo e la globalizzazione della nostra odierna società, non dimenticando la forza del nostro passato per guardare al futuro. Attraverso una funzione pubblica di educazione didattico-culturale, infatti, le giovani generazioni, instradate sulla nobiltà del recupero di vecchi materiali e mestieri, possono avvicinarsi a vari aspetti scientifici, produttivi e antropologici legati alla risorsa acque, con la promozione di studi e ricerche per valorizzare i beni agro-silvo-pastorali di proprietà collettive sotto il profilo produttivo e della tutela ambientale. Il “Momu” (Molino Museo), acronimo scelto da Daniela Ricci, critico d’arte

contemporanea, fa il verso al Moma di NY. Nel Museo, troveranno la naturale collocazione testimonianze e reperti dell’attività quotidiana, dell’arte e della cultura del mondo contadino. Ma non solo: al “Momu”, che risponde al bisogno di arricchi-

mento e di specializzazione dell’offerta di turismo culturale in un’area ricca di storia contadina, presto, in data da definire, si terranno anche mostre di arte contemporanea di artisti che con la loro ricerca affronteranno temi legati alla natura.


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Termoli

25 settembre 2015

Capitaneria, c’è il nuovo edificio L’inaugurazione ieri mattina alla presenza dell’ammiraglio Angrisano TERMOLI. Anni di attesa e, finalmente, da questa mattina, la Capitaneria di Porto di Termoli ha una nuova sede, quel comando della Guardia costiera consono a un Corpo che spiega localmente una novantina di militari, coordinati dal capitano di fregata Antonio Nasti, che curano la sicurezza per mare e sulla costa molisana e alle Isole Tremiti. Una manifestazione dal duplice significato, anzi triplice, poiché oltre ad aprire i battenti della nuova caserma e della viabilità connessa, con tanto di toponomastica dedicata, c’è stato anche l’annuncio dell’ammiraglio Felicio Angrisano, che tra un mese andrà in pensione e da comandante generale delle Capitanerie di Porto non poteva non chiudere la sua fantastica esperienza e carriera militare con questa inaugurazione.

Difficile censire tutte le autorità presenti, tra militari, civili e religiose. Un protocollo tutto sommato snello, che ha visto aprire i saluti e gli interventi proprio dal comandante del porto di Termoli Antonio Nasti, seguito dal rappresentante del cluster

marittimo, Antonio Fusco, per seguire poi col sindaco Angelo Sbrocca, col presidente del Consiglio regionale del Molise Vincenzo Niro e con lo stesso ammiraglio Angrisano. Presenti vertici regionali, provinciali

e territoriali delle forze dell’ordine e degli alti corpi militari, dai Carabinieri alla Guardia di Finanza, dalla Polizia nelle varie declinazioni alle guardie carcerarie, dai Vigili del fuoco alla Polizia municipale, le altre amministrazioni costiere, il procuratore capo di Larino Ludovico Vaccaro, l’onorevole Laura Venittelli, operatori marittimi, l’assessore regionale Pierpaolo Nagni, il presidente della Provincia

Rosario De Matteis, il prefetto Di Menna, il vescovo De Luca, la vedova dell’indimenticato comandante in seconda Giuseppe Spagnolo e tantissimo associazionismo e anche gruppi di cittadini. Le associazioni combattentistiche, come l’Anmi in prima fila, ma davvero il gotha del Molise. Unica, forse, annotazione da fare, la scarsa partecipazione degli amministratori comunali, oltre al primo cittadino c’era il presidente del consiglio Vigilante, l’assessore Ferrazzano, il consigliere di minoranza Di Michele, ma in uniforme per rappresentare la Polizia penitenziaria. La targa scoperta ha rappresentato il momento clou, seguito dalla classica passeggiata inaugurale e poi anche il dare alla luce l’altra targa, destinata alla rotonda che si apre prima della caserma.

Inchiesta sulle guardie carcerarie, fondamentale l’esito dell’autopsia CAMPOMARINO. Occorrerà attendere l’esito dell’autopsia effettuata dal professionista incaricato dalla procura di Larino, la dottoressa Irene Riezzo dell’istituto di medicina legale dell’Ateneo di Foggia, per capire se l’inchiesta promossa dal pm Federico Carrai e coordinata dal procuratore capo Ludovico Vaccaro avrà sviluppi significativi. Parliamo dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato dei cinque appartenenti alla Polizia penitenziaria frentana della casa circondariale di contrada Monte Arcano, indagati per omicidio preterintenzionale. Attività d’indagine che si è aperta dopo la morte del 56enne Carlo Sticca, l’uomo di Campomarino arrestato in un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri nella

notte tra il 9 e il 10 agosto scorso, sulla statale 16, al culmine di un periodo iniziato il 24 luglio e che vide il 56enne, diabetico e cardiopatico, collezionare qualcosa come sette denunce. Il decesso di Sticca avvenne il 10 settembre scorso, dopo che dal 10 al 22 agosto fu ristretto in cella a Larino, ne cambiò alcune e da quella data fu trasferito a Campobasso, dove fece la spola, aggravandosi giorno dopo giorno, tra il penitenziario di via Cavour e l’ospedale Cardarelli. Sticca spirò nella prima mattinata al reparto di rianimazione del nosocomio di contrada Tappino e subito i familiari, nel caso di specie il figlio, presentarono una denuncia formale attraverso il legale di fiducia Giuseppe Di Carlo, che portò la magistratura larinese a disporre sia l’autopsia che ad aprire un fa-

scicolo per le presunte responsabilità degli agenti di custodia. A difendere i 5 della Polizia penitenziaria è l’avvocato Nicola Bonaduce di Termoli, che raggiunto telefonicamente si è limitato a dire che considera la situazione relativamente sotto controllo e che non sia il caso di esprimersi prima di conoscere l’esito dell’autopsia, effettuata il 16 settembre scorso, alle ore 16, alla presenza anche del loro consulente di parte, il medico legale Paolo Scarano. Di atto dovuto si tratta, è vero, ma la notizia ha comunque fatto clamore in Molise. Anche perché ulteriori voci diffusesi sul territorio hanno evidenziato possibili lesioni riscontrate sul corpo dello Sticca, a cui andrebbe data una spiegazione. La dottoressa Riezzo si è riservata di consegnare il referto

finale entro 60 giorni e quindi da qui a metà novembre saranno solo congetture. I cinque indagati sono stati sentiti a verbale da parte dei Carabinieri della compagnia di Larino, a cui Carrai ha delegato le indagini. Per il Procuratore capo Ludovico Vaccaro: “ci sono delle persone indagate ma è un atto dovuto in quanto bisognava mettere tali persone in condizioni di partecipare all’autopsia. Attendiamo gli esiti dell’esame autoptico. Attualmente non sappiamo ancora nulla”. Ma per quanto riguarda la parte lesa, i familiari dello Sticca, come ci ha confermato l’avvocato Di Carlo, vennero a conoscenza dallo stesso 56enne di presunti maltrattamenti subiti in carcere. Per questo l’esito dell’esame autoptico è decisivo.

I rifugiati puliscono la città Gli ospiti dell’ex hotel Modena hanno effettuato i lavori TERMOLI. Quasi un anno fa la città di Termoli accoglieva intorno agli 80 profughi. Rispose come poteva, con le paure del caso e con i “terrori” di chi, giorno per giorno, affronta nella cronaca le tante (troppe) notizie di raptus e di nera da parte di tanti immigrati sul territorio nazionale. Eppure qui è tutto diverso. Diverso perché Termoli ha gradualmente imparato a convivere con questi “cercatori di speranza”: lo ha fatto a braccia aperte e con la dovuta cautela, ma lo ha fatto senza pregiudizi ed è questo il merito di una città costiera che nella sua storia è segnata da tanti arrivi e tantissime partenze. All’ex Modenese sono tutti giovani, al massimo hanno trent’anni e affidano all’Italia le loro speranza. Non

lavorano, eppure Termoli gli sta dando una sana opportunità: quella di darsi da fare per la città che li ha accolti e così, mentre Koffi coltiva il sogno di vestire la maglietta della squadra cittadina di calcio, in una decina si stanno dando da fare e ripuliscono la città. Lo fanno volontariamente e con attrezzi talvolta di fortuna, ma non è difficile, di buon mattino, incontrarli e vederli con scope e palette, dare una sistemata ai luoghi talvolta “abbandonati” dalla città. Eccoli quindi che martedì mattina si sono dati da fare al piazzale di sosta del cimitero (Piazzale Madre Teresa di Calcutta) e ieri sul Lungomare nord. Si divertono, sorridono e bazzicano al meglio la città, esprimen-

dosi talvolta in un italiano un po’ approssimativo ma che evidenzia la buona volontà di chi ci vuol stare in questa città e vuol esserle utile. L’attesa è sempre quella di vederli operativi sul territorio, magari non

su base volontaria ma stabilmente riconosciuta attraverso progetti messi in campo dal mondo dell’associazionismo. Certo, e cadiamo nei luoghi comuni, con tanti italiani a spasso non è che puntiamo a dare loro un

lavoro, eppure senza alcun dubbio, l’opportunità di “restituire” alla città quanto l’essere accolti offre, è cosa “buona e giusta”. Questi ragazzi vanno integrati e, intanto, è corale il “grazie” per quanto stanno perpetuando in questi giorni.


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Termoli

25 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Al San Timoteo in bilico punto nascita, pediatria e dialisi Il venir meno degli incaricati metterebbe in difficoltà il reparto Termoli. C’era una volta la sigla L113, quella che identifica i nati nel comune di Termoli. E’ questa la prospettiva che rischiano di avere dal 2016, o forse prima, i futuri nascituri che si sarebbero serviti del punto nascita dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Sigla contenuta all’interno del codice fiscale di ciascun residente o di chi ha avuto i natali localmente. La stretta sanitaria sul turnover e la razionalizzazione della spesa ospe-

daliera vedrà uscire a fine anno numerosi medici incaricati, i contrattisti a termine, a cui non sarà rinnovato e tra questi vi sono ginecologi, pediatri e anche medici di medicina interna per la dialisi. Insomma, diversi i reparti che dall’autunno andranno in sofferenza, tant’è che un documento di un sindacato regionale Fesmed, con il coinvolgimento anche dell’associazione dei Ginecologi, Aogoi, ha fatto pervenire un documento sulla scrivania

del manager dell’Asrem Pirazzoli. Reparti che si reggono su poche unità e che senza il rinnovo degli incaricati quasi dimezzano l’organico di dirigenti medici che devono coprire di guardia o di pronta disponibilità interi reparti. L’unica speranza è legata davvero a quanto il governatore Frattura potrà ottenere in sede di tavolo tecnico ministeriale, altrimenti davvero potremmo dire addio alla possibilità di nascere a Termoli.

Zuccherificio, solo ufficiali giudizari Termoli. Doveva essere martedì il giorno per dirimere tutte le questioni legate allo Zuccherificio del Molise e alla campagna saccarifera 2015. Il tavolo tecnico aggiornato dopo l’incontro di venerdì scorso, tuttavia, non si è ricostruito tra governance della Srl e della Spa e la Rsu dello stabilimento di contrada Pantano Basso. Tutti assenti i manager ieri e questo non contribuirà che a dilatare sia i tempi che le reali possibilità di portare a compimento una campagna bieticola a cui sono legate le

quote zucchero assegnate dall’Unione europea all’azienda bassomolisana. L’altra strada da percorrere, in caso di impossibilità di accendere i forni, è quella legata al bluster, ma pare che i contatti tra Marone, amministratore unico della Newco e l’azienda anglo-emiliana siano fermi a tre settimane fa. Non solo, oltre all’incertezza, la beffa. In Azienda ieri mattina solo 5 ufficiali giudiziari, immaginiamo per decreti ingiuntivi e ulteriore pignoramenti.

Rete della pesca, Mamolab Uno strumento che consentirà ai pescatori di affrontare i problemi sul tappeto Termoli. A seguito di numerosi incontri tra esponenti delle marinerie del medio adriatico raccolte tra Pesaro e Termoli, lo scorso lunedì 21 settembre 2015 è stata costituita con atto notarile la Rete di Imprese della Pesca del Medio Adriatico denominata “MA.MOL.AB” . Uno strumento che consentirà ai pescatori di Marche, Abruzzo e Molise di discutere insieme delle problematiche di gestione della risorsa marina e dell’attività di pesca cercando di trovare delle soluzioni comuni agli attuali problemi del settore, basandosi su ciò che unisce le marinerie. Una prova di maturità di quei pescatori che, in discontinuità con il passato, vuole guardare avanti a ciò che le ha tenuto fino ad oggi divise, consapevoli del fatto che solo con un’unione di intenti è possibile perseguire e raggiungere degli scopi comuni oggi di vitale importanza per

permettere alle imprese della pesca di fare reddito in un’ottica comune di salvaguardia della risorsa marina e degli stock ittici. Continuare a non affrontare congiuntamente delle tematiche di rilevanza distrettuale, significherebbe dare sempre maggior forza a chi della divisione nella

pesca ne trae beneficio. MAMOLAB rappresenta quel salto di qualità in avanti che le imprese della pesca del Medio Adriatico vogliono compiere insieme per un’attività di pesca più redditizia ed ecosostenibile. Con il contratto di rete

“MA.MOL.AB”, ai sensi dell’articolo 3, D.L. 10 febbraio 2009, n. 5, e dell’articolo 42, D.L. 31 maggio 2010, n. 78, i partecipanti perseguiranno lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Tra

gli obiettivi statutari vi sono: la salvaguardia dell’ecosistema marino con una corretta e disciplinata attività di pesca sostenibile, ritengono che sia necessario caratterizzare la propria attività, i propri prodotti e servizi con elevati livelli innovativi di gestione ecosostenibile e standard qualitativi, e con il rigoroso rispetto di parametri predefiniti in specifici disciplinari di produzione, pubblicizzati e resi riconoscibili presso i consumatori finali mediante la realizzazione di marchi di qualità che valorizzino inoltre la storia e le tradizioni delle marinerie; il miglioramento della capacità di penetrazione delle imprese partecipanti sul mercato nazionale ed internazionale mediante la certificazione di qualità del prodotto e un’adeguata comunicazione delle suddette qualità, ferma restando comunque l’autonomia di ogni impresa.



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Opinioni di Nicola Felice Da diverso tempo camminando per strada, riconosciuto come componente del Comitato San Timoteo, vengo fermato da comuni cittadini che chiedono notizie sul servizio sanitario, sugli ospedali, in particolar modo sul San Timoteo di Termoli. Sono molte le persone che si mostrano preoccupate, amareggiate, arrabbiate nel sentire, da tempo e da più parti, i rischi che l’ospedale corre di perdere ulteriori reparti nell’imminente futuro. Persone che chiedono cosa si può fare, pur riconoscendo la loro impotenza in quanto, ormai da tempo, sempre più non vi sono occasioni e luoghi per poter manifestare e rappresentare il proprio dissenso a chi è stato eletto nelle varie istituzioni ricevendo onore ed onere di rappresentarli, tutelarli, salvaguardando gli interessi e i beni comuni. E’ facile riscontrare che tutto ciò è vero! In più occasioni si è fatto appello ai vari rappresentanti di ogni ordine e grado nelle varie istituzioni, con l’unico risultato che fino ad oggi si è registrato un assordante silenzio: sembra quasi che nessuno voglia disturbare il “manovratore”. Eppure, in ogni campagna elettorale non vi è candidato che non strombazzi a “mari e monti” che con la sua elezione si avranno “palazzi e case di vetro, porte aperte” e totale disponibilità! Una volta eletti, in qualsiasi istituzione, quanto preannunciato puntualmente viene smentito e crescono le difficoltà per il cittadino ad avere un confronto o un semplice ascolto. Difficilmente gli eletti si incontrano in ambienti aperti: strade, piazze, mercati. Solo a pochi intimi che costituiscono i cosiddetti “cerchi magici”

di Claudio de Luca “Posso rendere felici tutti gli amici. Basterà che possa legiferare e questa o quell’altra categoria, la tale o la tal’altra comunità, potranno fare passi da gigante. Votatemi. Potrete trascorrere anni degni d’essere vissuti. Ma fate bene attenzione: so pure gettarvi nella disperazione più nera ove non sovveniste ai miei desideri elettorali”. Se solo potesse farlo apertamente, c’è da credere che un politico molisano esternerebbe proprio così. Per il momento, glielo inibisce la decenza e la paura dei sentimenti di rivalsa avvertibili anche tra le fila degli “aficionados”. Che così la vedano i “potenti” nostrani è “comprensibile”; ma meno giustificabile è che ci credano gli stessi elettori. Se vi capita di parlare con qualcuno che conti, valutate il suo ed il vostro atteggiamento. Dall’alto della supponenza sembra ricordarci:”Sta’ attento perché non c’è foglia che possa muoversi se io non voglio”. E’ così che questa genìa di politicanti (con le dèbite eccezioni) si guadagna da vivere rivolgendosi al cittadino con la sicumèra dei prepotenti. Muovendosi tra le pieghe delle regole, e grazie alla collaborazione di burocrati che hanno abdicato dalla propria funzione notaril, possono erogarti un finanziamento, un contributo a fondo perduto, magari affidarti una consulenza oppure diminuire l’importo di un tributo, sovvenzionare la cultura “amica” e sabotare quella di chi sia “cliente” di un avversario. Per di più, possono far lievitare le tariffe dei trasporti pubblici ed addizionare il costo della

25 settembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ah! quella politica di un tempo

tutto è possibile, mentre i cittadini comuni sempre più stressati dalla crisi economica ed occupazionale, si vedono impossibilitati a penetrare ambienti chiusi “ermeticamente”, sistemi filtranti “segretarie”… costruiti, forse, artatamente per evitare contatti personali. Da qualche decennio siamo stati guidati da una classe dirigente miope, carente di progettualità, incapace persino di conservare e salvaguardare quello che nel passato è stato costruito e demandato alle nuove generazioni. Si registra la continua crescita dell’egoismo e del disinteresse ai problemi della “povera gente”, che oggi

appare essere prerogativa solo di Papa Francesco. Come non rimpiangere i tempi andati, con quei luoghi (sedi dei partiti, associazioni di categorie, ecc..) e quella classe dirigente che non lesinava mai il confronto, il contatto, l’ascolto dei cittadini che avveniva non solo nelle sedi istituzionali, ma anche nelle abitazioni e studi privati, persino nei giorni festivi, occasione quantomeno per un sostegno morale e di speranza a quanti vivevano momenti di difficoltà. Molti dell’attuale classe dirigente ritiene

assolto il proprio operato diffondendo il loro “verbo” tramite il “comunicato stampa” per qualsiasi occasione, giornaliero e più delle volte inutile, quasi solo a dimostrare di “esserci”. Questo non ha fatto che produrre sempre più disaffezione della gente alla politica; lo dimostra anche l’astensione alle ultime elezioni circa del 50%, aumentata negli ultimi sei anni di oltre il 30%. Ritengo che una delle causa di ciò è l’assenza, ormai datata, di partiti “veri” utili a formare e selezionare una classe dirigente capace, onesta, eticamente e moralmente indiscutibile. Oggi la politica, per i più, sembra non svolgere quell’arte nobile ma essere stata relegata a stipendificio, erogatore di benefit, o peggio ancora a palestra del “malaffare”. Occorre con urgenza superare l’attuale sistema regolato da partiti (contenitori vuoti), club, “clan”… rappresentati da pochi e soliti soggetti che impossessatesi di timbri e carte intestate partecipano ai “tavoli” di coalizione con lo scopo principe di garantire posizioni e interessi personali, loro e degli intimi, nei vari enti e istituzioni. Per uscire da questo stato occorre da subito, in primis, un atto di orgoglio e di rivalsa con presenza e impegno diretto di tanti cittadini capaci e onesti, che disinteressandosi della politica, ritenendola “sporca”, hanno lasciato spazio a soggetti non all’altezza del compito e raggiungere il degrado, di ogni forma, che tristemente registriamo. Questo lo si deve soprattutto alle future generazioni.

Votatemi perchè devo poter campare benzina. Si trovano nella condizione di riconoscere (o meno) ai cittadini il diritto alla salute, e quindi quello di vivere meglio, oppure di negarglielo nascondendosi dietro il Governo nazionale, applicando questo moralismo (da sagrista post-democristiano e da opportunista ex-comunista) con grande “nonchalance”. Un Signore della Politica, se ti prende in simpatia, può addirittura far crescere nella piccola area verde posta sotto casa tua, alberi di zecchini d’oro come fece Carlo Collodi nel libro di Pinocchio. Un politico, dotato com’è di superpoteri, può fare: 1) dei suoi “clientes”, tante persone realizzate; 2) dei lavoratori in genere, dei soggetti assicurati contro ogni sventura dell’economia; 3) di un padre di famiglia, un uomo sereno. Infine, può rendere felice uno studente e far apparire il futuro più roseo ad un imprenditore. Un sacerdote in vena di predicozzi direbbe ch’egli è “il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola”. Insomma colui che Tu hai votato può tutto, persino innalzarci ad un livello di poco più inferiore al suo, premiandoci come Calìgola fece col suo cavallo. Tutto ciò posto, resta da capire perchè gli elettori continuino a prenderli sul serio ed a votarli, quando è evidente che i politici – almeno durante la campagna elettorale – non hanno affatto i superpoteri di cui si vantano (perché saremo noi a conferirglieli, accedendo in cabina). Dopo, coi loro interventi, con le loro “regolamentazioni”, con i congressi di

partito, con le loro incompetenze e le loro fabbriche dei programmi provvederanno solo a rallentare ciò che un tempo – con brutta espressione e con esagerato ottimismo – veniva chiamata “la marcia del progresso”. Ascoltare i politici che si lodano e che s’imbrodano, nelle tivvì locali e nelle interviste ai giornali, nei manifesti murali ed ovunque appaiano un taccuino o un microfono, è un’esperienza sempre più surreale. Fanno peggio che mentire. Sono pomposi, e cantano come i galli, beccandosi l’uno con l’altro (fatte le dèbite eccezioni). Questi Signori usano i punti esclamativi, mai quelli interrogativi. Perciò,

diffidate. Non può essere brava una persona non abituata a porsi domande. Scrivono con le maiuscole; non si accontentano di temere la crisi, di chiedere giustizia, d’essere preoccupati per il futuro dei giovani. “Vogliono” la Giustizia, “temono” la Crisi, sono preoccupati, ma solo a parole, per il futuro dei figli nostri. Mai di quelli partoriti grazie ai colpi dei loro magnanimi lombi perché il sangue del proprio sangue l’hanno spedito da tempo a studiare all’estero. In Molise ritornano solo per mangiare le “brioches” della Regina Maria Luisa, perché loro possono tranquillamente astenersi dal pane.



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