TuTTo quello che gli alTri non dicono
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L’Oscar del giorno a Mauro Natale
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Mauro Natale. Il presidente di Assindustria sta cercando di portare nuove idee per cercare di individuare percorsi buoni per rilanciare una nuova fase industriale in Molise. Innanzitutto, cercando di mantenere in piedi quel poco che è rimasto e, poi, pensando di beneficiare della nuova programmazione europea con idee innovative attraverso il sostegno della Regione Molise che, purtroppo, non sembra proprio avere una strategia industriale nel programma. Ma non è che c’è qualcuno che vuole già farlo fuori?
Edilizia in bilico e Nagni guarda I dati del settore sono drammatici Ma la Regione è assente
Il Tapiro del giorno a fUmberto Uliano
Il Tapiro del giorno lo diamo a Umberto Uliano. Il presidente dei costruttori ha lanciato il grido di allarme per il proprio settore solo, però, che dopo non è riuscito a dare un seguito alla polemica aperta. Il coraggio di andare avanti lo doveva trovare proprio alla luce della drammaticità della situazione. Così come avrebbe dovuto spingere nel reclamare una nuova fase di progettazione e di investimenti nel solco dei fondi europei a partire, proprio, dalle infrastrutture. Non sarebbe stato il caso di pensare a muovere le ruspe per le strade?
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
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Due anni di amministrazione non sono stati sufficienti per fare della ricostruzione un modello di efficienza, un’occasione di rilancio dell’economia
Primato di Ciocca e Frattura: in due mesi tre delibere per correggere errori materiali e imprecisioni procedurali
Gestione contraddittoria, contrassegnata anche dagli incomprensibili e complici silenzi dei progettisti sui tagli delle parcelle e delle amministrazioni interessate dalla drastica riduzione degli importi progettuali Una messe incredibile di errori tale da pretendere la revoca della delibera di giunta 498 del 1/10/2014: ”Pianificazione Regionale Attuativa Molise – Risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione assegnate dalla delibera Cipe del 3 agosto 2011, numero 62. Ridefinizione del programma degli interventi a carico della quota “Sisma 2002. Percorso di ricostruzione”, e l’adozione di un’altra, la 614 del 18 novembre 2014 con lo stesso identico oggetto, a sua volta, anche questa rettificata con delibera della giunta regionale del 24 novembre, numero 636, sempre per errori e imprecisioni. Due mesi buttati al vento. La ricostruzione post terremoto targata Ciocca/Frattura è anche in questa sequenza di atti che, oltre agli errori, certificano lo stato di disagio di chi al terremoto lavora con la spada di Damocle del licenziamento sul collo, comunque in una condizione poco confortevole per recuperare il tempo perduto, e per superare le difficoltà create dalla gestione politica del problema. Una gestione contraddittoria, contrassegnata da polemiche ma anche dagli incomprensibili e complici silenzi dei progettisti sui tagli delle parcelle, e delle amministrazioni interessate sulla drastica riduzione degli importi progettuali. Queste ultime gravemente imputabili di acquiescenza acritica e di atteggiamento passivo alle elucubrazioni tecniche, amministrative e procedurale del duo
Ciocca e Frattura. Colpevoli di non aver mai chiesto e preteso una conduzione logica della ricostruzione, un confronto chiarificatore e tantomeno un accordo preventivo. Autoritarismo bello e buono della giunta regionale che, avendo perso (volutamente) le coordinate predisposte dal governo Iorio e dall’Agenzia della Protezione civile by Peppe Giarrusso, non ha saputo fare di meglio che polemizzare, traccheggiare, quindi stravolgere e sconvolgere il già fatto, e non fare nient’altro. Ora i tempi si sono ristretti rispetto alle scadenze fissate dal Cipe per l’utilizzazione dei 346 milioni di euro
“Contucci e Colagiovanni avrebbero fatto bene a restare in silenzio” A sostenerlo Luca Pisanello dell’Idv nazionale CAMPOBASSO. “Leggo dalle dichiarazioni rilasciate a seguito delle dimissioni dal partito dei Consiglieri provinciali Simona Contucci e Salvatore Colagiovanni, una sterile quanto non veritiera accusa alla Segreteria nazionale che li avrebbe esclusi dalle comunicazioni. Questo è l’atteggiamento tipico di chi vuol trovare a tutti i costi un escamotage per giustificare un disimpegno che oggi ha trovato il suo epilogo. Sarebbe stato molto più onesto andare via senza addurre scuse infondate.” E’ quanto dichiara il componente della Segreteria Nazionale IdV Luciano Pisanello. Dopo l’uscita dal partito del consigliere regionale Cristiano Di Pietro, nonchè segretario regionale dell’Italia dei Valori, continua l’emorragia all’interno dello stesso e non sono esclusi, nei prossimi giorni, altre fuoriuscite. Una situazione che ha portato, in pratica, al quasi azzeramento del partito sul territorio regionale.
stanziati. Pertanto, fare di necessità virtù sembra la sola via d’uscita, per non perdere altro tempo e, soprattutto, gli stanziamenti. Intanto gli errori di cui sono state infarcite le delibere sopra indicate, hanno preteso nuovi conteggi e nuove allocazioni, hanno creato una situazione caotica la cui decantazione lascia presupporre che farà emergere non poche sconvenienze amministrative, tecniche, procedurali, gestionali e di legittimità: viatico a future contestazioni e contenziosi. Esito dell’applicazione, peraltro supinamente accettata, del famigerato Articolo 40, secondo cui ”Chi ha in mano co-
manda”. La ruota della sfortuna ha scelto che comandassero Ciocca e Frattura. I quali, a colpi di accetta, a loro dire, avrebbero sfrondato l’albero della cuccagna di una ricostruzione generosa, lassista, e approssimativa. Con la differenza che quella ricostruzione è andata avanti e questa che essi dicono parsimoniosa, compressa, e rigorosa, rischia d’infossarsi nelle sue stesse presunte “qualità”. Due anni di amministrazione non sono stati sufficienti a trovare le chiavi di lettura giuste della ricostruzione, farne un modello di efficienza, un’occasione di rilancio dell’economia potendo
disporre di 346 milioni di euro stanziati dal Cipe. Si sono gingillati a cambiare le pedine alla Protezione civile (Tamburro, De Liso, Mastronardi e Scarlatelli per Giarrusso), le procedure e gli indirizzi operativi, gli uomini e le cose che avevano allestito il progetto e l’avvio della ricostruzione, per ridursi, senza peraltro arrossire, a correggere gli errori, a tagliare le parcelle, a ridurre d’imperio gli importi progettuali, a scaricare sui terremotati le carenze proprie e quelle altrui. Conclusione, semmai conclusione ci sarà, della ricostruzione di Ciocca e Frattura, con l’avallo dei sindaci dei comuni terremotati. Insieme potranno vantare di aver creato cittadini di serie A (ovvero coloro ai quali lo Stato ha provveduto a riparare i danni) e cittadini di seri B (ovvero coloro ai quali, a seguito del taglio agli importi progettuali imposti dalla Regione, gli sarà stato chiesto di rifondere di tasca propria). In due mesi tre delibere per correggere errori materiali e imprecisioni procedurali. Per approvare il Programma degli interventi “cantierabili” non ancora inseriti negli Accordi di Programma Quadro (Apq) da finanziare, a valere sulla quota “Sisma 2002 Percorso ricostruzione” del valore complessivo di euro 167.068.179,78. Che Dio la mandi buona. Dardo
Stabilità gli emendamenti di Ruta “Le nove proposte di cui sono primo firmatario sono state segnalate al Governo come prioritarie” CAMPOBASSO. “In commissione Bilancio al Senato è stato completato il lavoro di selezione degli emendamenti alla legge di Stabilità. Per quanto riguardo l’Agricoltura, sono stati accantonati, e quindi posti all’attenzione del Governo come prioritari, nove emendamenti”. Lo dichiara Roberto Ruta, capogruppo Pd in commissione Agricoltura, primo firmatario di tutti gli emendamenti proposti unitamente al gruppo Pd. “Abbiamo previsto spiega - l’inclusione anche del settore agricolo per gli sgravi contributivi alle aziende che assumono lavoratori a tempo indeterminato e il finanziamento di otto milioni direttamente al
fondo indigenti e non più a quello per la famiglia, che garantirà alle strutture del volontariato la distribuzione di generi alimentari, provenienti sia dalle catene della grande distribuzione che dal settore ortofrutticolo (fresco e freschissimo). Tra gli emendamenti c’è anche il finanziamento di cinque milioni di euro per il piano triennale della pesca, per rilanciarlo come settore strategico della penisola Italia e di altri cinque milioni per il settore bieticolo-saccarifero. Infine la proposta che prevede il passaggio della polizia provinciale conclude Ruta - nel ruolo del corpo Forestale dello Stato. Ora ci aspettiamo che il Governo dia parere favorevole affinché le nostre proposte diventino legge dello Stato”.
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senza alcun finanziamento pubblico
L’accorato appello del presidente dei costruttori molisani è caduto nel vuoto
Edilizia, il silenzio della Regione
Un settore un tempo trainante dell’economia ora è ridotto all’osso CAMPOBASSO. Sembra essere caduto nel vuoto, al pari di tanti simili appelli, quello lanciato dal presidente dell'associazione costruttori molisani, Umberto Uliano. Alcuni dati testimoniano inequivocabilmente lo stato di grave difficoltà del comparto regionale delle costruzioni: il numero degli operai è calato di oltre il 40%, passando dagli 8.600 degli anni 2007-2008 a poco più di 5.000; quasi dimezzato il monte salari, passato nello stesso periodo da 62 a 32 milioni di euro; sceso del 40% anche il numero delle ore lavorate, da 6 a 3,5 milioni. Sono inoltre crollati i bandi di gara e sono ferme sia l'edilizia residenziale che la commerciale. "Una realtà fatta di imprese edili che falliscono e di imprese che chiudono a ritmo continuo - ha ripetuto più volte il presidente dell'Ance Molise - poiché non intravedono segnali concreti di ripresa. Si può tentare di uscirne TERMOLI. Pensionati, studenti e lavoratori. Giovani e adulti sfiduciati dalla politica e dalle istituzioni. Un sole quasi primaverile ha accompagnato lo sciopero generale del Molise che ha scelto Termoli come piazza per protestare contro precariato e disoccupazione, contro i governi regionali e nazionali. Bandiere della Cgil e della Uil hanno attraversato in migliaia. Forse 3mila e oltre i manifestanti. Da Piazza Donatori di Sangue due terzi dei confederali hanno esternato rabbia, disillusione e amarezza per un periodo di conflitti sociali lancinanti che le misure considerate blande e insufficienti dei governi non riescono a dirimere. Il corteo si è spostato lungo il secondo corso e passando da via Mario Milano sfociando in Via sannitica, Piazza Sant’Antonio e quindi via Roma. Circondando il municipio quasi a prenderlo simbolicamente in ostaggio e poi verso una Piazza Duomo gremita alla fine come mai nelle ultime campagne elettorali.Se a Roma si protesta perché le cose come stanno andando vanno male, identica è la condizione che si vive (e si combatte) nel Molise. Le cose non vanno per i lavoratori delle Cooperative della Biblioteca Albino
solo se le istituzioni, in primis la Regione, collocheranno l'edilizia finalmente al centro dell'agenda di governo, in un confronto produttivo e risolutivo con le imprese, nella consapevolezza che il comparto delle costruzioni è tradizio-
nalmente il volano dell'economia regionale e che il suo valore economico interessa molte attività collaterali se si considera che per ogni segmento sono interessati anche i reparti relativi alla produzione, commercializzazione, im-
ballaggio e trasporto". E' evidente che l'Ance chiede alle istituzioni politiche e amministrative un maggiore interessamento rispetto ai problemi della categoria. "É indispensabile che i finanziamenti si trasformino nel più breve tempo
Ieri lo sciopero generale. Manifestazione a Termoli
“Così non va”, il Molise si è fermato
che sono nella stessa situazione di precarietà in cui si trovavano un anno fa, ma con l'orario di lavoro ridotto e la Regione che non si decide a comunicare a chi affiderà il settore cultura; non vanno per il settore della vigilanza perché il buon presidente Frattura, insieme all'ottimo assessore Petraroia, più volte hanno glissato sulle richieste d’incontro, con l'unica conseguenza che i lavoratori del settore ancora non vedono risolti i loro problemi; non vanno per i lavoratori di Esattorie
L’INTERVENTO di Sergio Genovese Ci sono addetti ai lavori e genitori che la pensano come me, ma sono una minoranza. Che fine ha fatto la Scuola? Mi verrebbe da dire, una brutta fine. Sono orgoglioso di aver percorso prima da studente negli anni sessanta, poi da docente fino alla fine degli anni ottanta ( limite del discrimine), il periodo della bella “ epoque”. Un periodo nel quale, sul serio e non a chiacchiere, la comunità scolastica era nucleo indissolubile di alta produttività che consegnava alla Società giovani in gamba che sapevano distinguere il bene dal male ( ovviamente parlo per percentuali decisamente maggioritarie) . Era una Scuola che riceveva rispetto al punto che i genitori, di
ancora in attesa di una soluzione concreta occupazionale ed è trascorso un anno dal pubblico proclama della nascita di “Molise Entrate s.p.a.”, senza che nessuna società sia stata costituita, né incaricata, ed anche in questo caso il presidente Frattura aveva fornito ga-
ranzie sul mantenimento dei posti di lavoro; non vanno per i precari della Molise Dati, eterni ragazzi cinquantenni: faranno Natale fuori ai cancelli della Società e non dentro, come dovrebbe essere e come era stato loro garantito; non vanno per i dipendenti di Korai che a distanza di anni, nonostante le rassicurazioni, nonostante gli impegni presi, nonostante la soluzione a portata di mano, nei loro confronti non è stato fatto nulla: infatti continuano a non percepire lo stipendio e, peggio ancora, azienda in house al 100% della Re-
Che fine ha fatto la scuola! fronte ad una qualsiasi convocazione, si presentavano con il vestito della festa. Il solo confronto di questa iconografia con le immagini che ritornano dalla Scuola di oggi, ci dovrebbe far capire in che razza di dirupo siamo finiti. Nella bella e vera Scuola di un tempo i Presidi erano Presidi e non dirigenti, i docenti erano maestri con tutta la sana enfasi del termine e non professionisti della conoscenza, le famiglie costituivano un supporto prezioso, non si ponevano con una presunzione preconcetta e consideravano il perimetro scolastico un luogo “sacro” e non un centro commerciale.
Potrei citare mille episodi per rappresentare meglio il declino inarrestabile. Sappia il lettore che ogni genitore è convinto di avere il migliore figlio del mondo capitato tra le mani del peggiore maestro o professore del mondo. Certo che ci sono colpe che derivano anche dall’interno della scuola. Colpe attribuibili alla inadeguatezza di molti, troppi, addetti ai lavori senza esclusione di alcuno. Si pensi all’ultima deprecabile realtà delle Scuole lasciate al freddo mentre tutte le altre amministrazioni della Provincia di Campobasso scoppiano di caldo. Si pensi che per aggravare lo scempio si è avuto il coraggio di discriminare i lavoratori della Scuola che
possibile in cantieri, e dunque in lavoro. E occorre ancora ricordare che i crediti maturati vanno tramutati immediatamente in pagamenti, perchè non è possibile aspettare anche oltre due anni per ricevere le proprie legittime spettanze. In altri termini, non si può fallire per crediti! Quando si capirà che la crisi dell'edilizia vale molte Gam, Ittierre e Zuccherifici ci si renderà conto che occorre agire con la massima celerità per evitare che, con l'edilizia, collassi l'intera economia regionale". E la politica regionale molisana? Sorda a qualsiasi appello e richiesta di intervento progettuale e programmatico. Eppure, l’edilizia è stata protagonista dell’economia regionale del Molise. Ora che è ferma, le conseguenze sono visibili a occhio nudo e le preoccupazioni per il futuro sono ancora maggiori per i risvolti nella realizzazione di opere infrastrutturali tutte ancora da programmare. gione Molise, che negli scopi societari ha come priorità la tutela e la valorizzazione dei settori turismo ed ambiente, resta senza commesse; le cose non vanno per i fornitori dei servizi pulizie e vigilanza; non vanno per i lavoratori della mensa ospedaliera, che da mesi lamentano comportamenti discriminatori da parte dell'azienda che unilateralmente riduce loro l'orario di lavoro, scalando le ferie del 2015, e nessuno, né l’Asrem né la Regione sono intervenute, dando ancora una volta la possibilità ad un'azienda non molisana, di venire in Molise e di dettare legge; non vanno per il commercio che fa acqua da tutte le parti, ma la legge di settore non è stata modificata ed il settore è ormai ridotto all'osso; non vanno per le piccole e medie imprese, il cui unico aspetto che pare interessare alla politica molisana è il numero massimo di aperture festive e domenicali della grande distribuzione, a discapito dell'unica cosa che resta: il senso della famiglia; non vanno per il Molise in assenza di azioni programmatiche, particolarmente in materia di turismo, nonostante si dichiari regione a vocazione turistica. Ma soprattutto le cose non vanno per il lavoro.
operano nelle palestre con l’increscioso silenzio/ assenso dei dirigenti scolastici. Da mesi, questi lavoratori e i loro studenti, addirittura operano nel gelo totale. Caro presidente De Matteis, caro Carmelo Parpiglia, rappresentanti dello sport regionale e scolastico, ma perché siete cosi distratti ?Forse interessarsi di certe tematiche di sostanza rende poco ? La semplice lettura di un discrimine così grave avrebbe dovuto farvi sobbalzare dalla sedia, invece lasciate ad altri gli spazi per una denuncia che avrebbe dovuto presupporre barricate e non l’assenza di qualsiasi orgogliosa emotività , appunto. Ma per tornare alle colpe che vengono da dentro voglio raccontarvi anche la storia di un docente/ nano che fumava il sigaro in classe e poi pretendeva dagli studenti il rispetto delle regole. Che fine ha fatto la Scuola? La risposta potrebbe stare proprio in quest’ultimo racconto.
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Piano giovani, il Molise rischia di bruciare risorse Dopo l’illusoria aspettativa del Piano il timore è di perdere i fondi stanziati CAMPOBASSO. La stampa nazionale dopo aver alimentato l’illusoria aspettativa che la Garanzia Giovani era un piano Europeo capace di offrire uno sbocco lavorativo concreto ai giovani disoccupati italiani, ha avviato un’azione di demolizione sull’utilità del programma comunitario denunciando ritardi nell’attivazione dei bandi e dell’opportunità. Questo comportamento risponde ai limiti di una cultura che insegue la moda del momento e non si pone il problema di creare i presupposti seri per la crescita economica, la competitività del Sistema Italia e la capacità di saper creare nuovi posti di lavoro stabili e duraturi.
cinio pagato con fondi pubblici. In Italia e in Molise si sono iscritti meno del 20% del totale dei giovani ricompresi tra i 15 e i 29 anni, e bene fa la regione a dare l’opportunità anche al rimanente 80% di aderire al Piano Garanzia Giovani pena la loro esclusione dalla possibilità di essere avviati a tirocinio. In pratica, se domani venisse pubblicato un avviso per i giovani molisani con le risorse della garanzia giovani potrebbero essere assunti solo coloro che si sono già profilati presso i Centri per l’Impiego determinando una discriminazione verso i 12 mila che non si sono ancora iscritti al programma. E’ auspicabile completare bene tutti gli adempimenti degli avvisi concordabili con le associazioni imprenditoriali e con i sindacati definendo insieme a loro le modalità per la pubblicazione di bandi ed i contenuti selettivi per le imprese beneficiarie. Un utilizzo poco efficace dei 9,5 milioni di euro destinati al Molise brucerebbe un’occasione straordinaria per i giovani della nostra regione favorendo indirettamente aziende che potrebbero aderire alla proposta per convenienze di corto respiro ma senza avere alcuna possibilità di assumere i tirocinanti al termine dei 12 mesi.
Quello che serve non è bruciare i pochi fondi messi a disposizione dall’Unione Europea con il piano Garanzia Giovani favorendo solo una piccola platea di fortunati che si sono già iscritti al collocamento e sono già profilati. Al contrario, proprio perché i fondi sono largamente inadeguati e insufficienti, bisogna essere molto oculati nella selezione delle imprese puntando ai settori più innovativi che possono veder confermata la più alta percentuale di giovani al termine dei 12 mesi di tiro-
Alla Molise Dati non gliene va bene una Far di conto alla Regione Molise non sembra un’operazione facile se, come abbiamo letto nella determina dirigenziale 56 del 24 novembre scorso, alla Molise Dati (che naviga in brutte acque di suo) sono stati liquidati 140.000 euro in vece di 1.950.000. Per non addentraci anche noi nel labirinto degli atti amministrativi citati e richiamati nella determina, col rischio di confonderci e di confondere il lettore, ci limitiamo a trascriverla così come è stata redatta e firmata, da cui, come abbiamo detto, è possibile rilevare che alla Molise Dati i conti non tornano. Oggetto: Molise Dati Spa – nuovo schema convenzionale – impegno di spesa” “La presente proposta di determinazione è stata istruita e redatta dalla struttura di Servizio che esprime parere favo-
revole in ordine alla legittimità della stessa anche ai fini dell’articolo 50 – 1° comma della legge regionale 7 maggio 2002, numero 4. Attesta, altresì, di aver valutato l’opportunità e la convenienza economica dell’atto che si propone. Premesso che la giunta regionale con propria deliberazione numero 372 del primo agosto 2014 (notificata al Servizio Sistemi Informativi in data 7 ottobre 2014) approvava lo schema di convenzione denominato “Disciplinare per l’affidamento in house delle attività relative allo sviluppo e gestione del sistema informativo regionale alla Società Molise Dati spa”; che con la predetta deliberazione numero 372 del primo agosto 2014 la Giunta regionale autorizzava altresì il pagamento delle spettanze relative al-
l’anno 2014 di Molise Dati SpA per un importo complessivo pari a 4.700.000,00 euro (Iva inclusa), come di seguito elencate: euro 1.000.000 (Iva inclusa) sul Capitolo 9203 Upb 119 del Bilancio regionale 2014; euro 3.700.000 (Iva inclusa) sul Capitolo 34105 Upb 119 del Bilancio regionale 2014; rilevato che nell’anno 2014 è stata trasferita alla Molise Dati Spa la somma di 2.750.000 euro (Iva inclusa) a titolo di acconto per la gestione del Sistema informativo regionale così ripartita: euro 860.000 (Iva inclusa) sul Capitolo 9203 UPB 119 del Bilancio regionale 2014; euro 1.890.000 (Iva inclusa) sul Capitolo 34105 Upb 119 del Bilancio regionale 2014; ritenuto quindi di dover provvedere all’impegno della rimanente somma di
1.950.000 euro (Iva inclusa) per il pagamento delle spettanze a Molise Dati Spa così come disposto dalla giunta regionale con propria deliberazione numero 372 del primo agosto 2014, al netto della somma di 2.750.000 euro (Iva inclusa) liquidata nel corso del 2014 Determinadi assumere le premesse quali parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; di impegnare la somma di 140.000 euro sul capitolo 9203 Upb 119 del Bilancio regionale 2014, quale importo da corrispondere per il pagamento delle spettanze Molise Dati Spa disposto con deliberazione di giunta regionale numero 372 del primo agosto 2014”. D’accordo sulla poca buona sorte di cui gode la Molise Dati da parte degli amministratori regionali che la vogliono in difficoltà e agonizzante, ma penalizzarla ulteriormente da parte delle strutture è oggettivamente un eccesso.
Senso unico sulla Bifernina fino a martedì I provvedimenti si rendono necessari per eseguire interventi urgenti di riparazione del viadotto “Molise I” L’Anas comunica che fino a martedì 23 dicembre 2014, sarà attivo un senso unico alternato tra il km 59,200 e il km 59,400 della strada statale 647 “Fondo Valle del Biferno”, nel Comune di Larino, in provincia di Campobasso. Il provvedimento si rende necessario per eseguire interventi urgenti di riparazione della soletta del viadotto “Molise I”, al km 59,300 della statale. Durante la limitazione al traffico, i veicoli dovranno osservare il limite di velocità di 40 km/h e il divieto di sorpasso. Il traffico sarà regolato da impianto semaforico.
L’intervento di Giuseppe Di Iorio
Difficile immaginare per i molisani un 2015 peggiore dell’anno che si avvia alla chiusura, eppure la possibilità che accada va presa in seria considerazione sulla scorta delle oggettive difficoltà economiche che permangono (anzi si aggravano), e della complessità con cui si va dipanando la matassa di chi si è caricato della responsabilità di governare la Regione o di sedere in Parlamento. Le complicate, costosissime, vertenze amministrative e sindacali che investono la Solagrital a Boiano, lo Zuccherificio a Termoli, l’Ittierre a Isernia sono nodi ancora tutti da sciogliere ed alcuni (Solagrital e Zuccherificio in particolare) con esiti che propendono al peggio. A ciò si aggiungano le difficoltà di enti sub regionali, della Formazione o di Mo-
Creare lavoro e nuove forme di economia. Provarci
lise Dati o di strutture chiuse come Esattorie con il peso di milioni di euro e di centinaia di soggetti da sistemare, e il quadro delle complessità e delle complicazioni è (quasi) completo. Intorno a questi problemi sono anni che la politica e la pub-
blica amministrazione si arrovellano senza risultati utili. Eppure, il rendimento istituzionale è determinante per le nuove politiche del lavoro perché ne rappresenta il prodotto della qualità della governance. Essere motore di sviluppo socio economico in
una regione in cui la disoccupazione è alta, i ragazzi se ne vanno e i territori sono distanti e poco collegati l'uno dall'altro, dovrebbe essere momento di trascinamento per una nuova politica regionale. La Regione Molise ha bisogno di concentrare la propria attenzione nel prossimo ciclo di programmazione su tre obiettivi prioritari che richiedono: modalità di stimolo dei mercati di capitali ai livelli locale, nazionale e internazionale così che si ottenga che gli imprenditori della regione abbiano accesso a prestiti a tasso competitivi per investire in progetti di modernizzazione ed espansione della base produttiva regionale; produzione di un flusso di entrata di ca-
pitali di investimento privati in risposta a una campagna di reclutamento di tali investimenti nazionali ed esteri in regione; la regione indirizzi le sue decisioni di policy verso l'attivazione di un programma per completare la griglia infrastrutturale mancante in Molise. Occorre, naturalmente, che la Regione riesca a riconsiderare il suo ruolo in sintonia con le altre regioni vicine e che inoltre nel fare questi esperimenti e adotti nuove forme di gestione dei progetti a grande scala. Su questi temi avrebbe dovuto già discutere la classe politica molisana. Dare lavoro e futuro a zone apparentemente periferiche, riscattando il territorio e generando nuove forme di economia. La strada non è semplice, ma risvegliare una comunità deve essere il primo obiettivo. Creare lavoro e nuove forme di economia è un obiettivo ambizioso. Provarci è il primo passo per centrarlo.
TAaglio lto
5 13 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Strutture tese ad aiutare le imprese molisane a venire fuori, seppure a fatica e lentamente per via della complessività e gravità della crisi economica, dallo stato di difficoltà in cui si dibattono
Finalmente i distretti produttivi!
Sviluppo Italia Molise, la società in house della Regione, non sarà estranea nella fase istruttoria e di valutazione delle candidature E’ da leggere e da delibare la decisione della giunta regionale, sulla scorta del lavoro fatto dal Servizio competitività dei sistemi produttivi (direttore Gaspare Tocci), di “avviare un percorso finalizzato a promuovere la nascita e a sostenere lo sviluppo dei distretti produttivi in Molise, come definiti dalla legge nazionale numero 266 del 23 dicembre 2005, per quanto applicabile, al fine di favorire l’adozione di nuovi modelli organizzativi da parte delle imprese, in grado di rendere maggiormente competitiva la struttura produttiva molisana ed attivare ricadute positive anche in altri ambiti”. Finalmente, verrebbe da dire. Finalmente una scelta impegnativa, con obiettivi concreti tesi ad aiutare le imprese molisane a venire fuori, seppure a fatica e lentamente, per via della complessità e gravità della crisi economica, dalla stato di difficoltà in cui si dibattono. Per andare al sodo, la giunta ha contestualmente approvato le Linee Guida del percorso “finalizzate ad illustrare gli aspetti tecnici ed operativi e ad indirizzare gli operatori interessati alla corretta formulazione delle proposte di candidatura per la costituzione ed il conseguente riconoscimento dei distretti produttivi da parte della Regione Molise”. La combinazione, dunque è duplice: da una parte la Regione
con la implementazione dei Distretti riduttivi, dall’altra gli operatori coi loro suggerimenti, le loro proposte, la loro capacità di associarsi per produrre. Una dualità fondata non più e non solo sulle rispettive prerogative quanto, invece, sulla capacità di saldarsi in un comune interesse: investimenti, sviluppo economico, occupazione. Con una necessaria quanto inderogabile puntualizzazione. Le linee guida valgono solo ed esclusivamente per i distretti intersettoriali essendo i distretti rurali, i distretti agroalimentari di qualità, e i distretti turistici sottoposti a legi-
L’INTERVENTO di Giovanni Muccio*
slazioni speciali. Per cui sarà importante, anzi determinante, creare una interazione che non abbia finalità sovrapponibili. Non sono le colonne di questo giornale la sede per ulteriori approfondimenti quanto, invece, per ulteriori elementi esplicativi, quali quelli secondo cui :le proposte di candidatura possono prevedere collaborazioni, collegamenti ed accordi con imprese e territori sovra regionali e nazionali; che le istruttorie delle domande saranno avviate secondo l’ordine cronologico di presentazione e che, ai fini della selezione delle proposte, si terrà
Frattura, non puoi ignorare la petizione popolare sui costi della politica
La legge di iniziativa popolare è prevista dal nostro ordinamento ed è definita, insieme al referendum, un “istituto di democrazia diretta”. E’ necessario che la proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da circa 6.OOO cittadini elettori molisani, approdi al più presto in aula Consigliare per la relativa discussione come primo punto all’ordine del giorno e non certamente tra le ultime, così facendo appare agli occhi del cittadino la volontà di non affrontare la discussione. A tal riguardo il Guerriero Sannita non entra nel merito della decisione che i Signori Consiglieri adotteranno nell’approvare o meno detta proposta di legge presentata dal cittadino elettore, ritiene, invece, che lo strumento di partecipazione popolare introdotto nella nostra Costituzione, rappresenti una delle più nobile forme di “ democrazia diretta”, nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano, sono direttamente legislatori e amministratori del bene pubblico.
La Cisl “Poste, si proceda subito col nuovo contratto”
conto dei seguenti parametri: competenza ed esperienza dei proponenti rispetto all’ambito d’intervento del distretto ed alla gestione di progetti complessi; eventuali collaborazioni con soggetti imprenditoriali sovra regionali e/o nazionali che hanno manifestato l’interesse ad aderire al distretto produttivo; qualità e fattibilità del piano strategico presentato; impiego di risorse umane qualificate e di risorse strumentali adeguate al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del distretto; modalità di organizzazione governance, verifica ed autovalutazione del distretto; dispo-
nibilità finanziarie e capacità di reperimento di risorse aggiuntive in un’ottica di sostenibilità di medio lungo termine; modalità di promozione dell’offerta e di relazione con il mercato; capacità di assicurare alle iniziative promosse una dimensione multiregionale e comunitaria; entità degli impatti e ricadute sull’economia del territorio e sull’occupazione. Una precisazione a questo punto è necessaria: le candidature presentate non faranno sorgere alcun diritto dei richiedenti all’ottenimento di finanziamenti, né obbligano la Regione Molise a finanziare eventuali programmi d’investimento proposti dagli stessi richiedenti. Insomma, non c’è automatismo, ma un processo a valle di valutazioni e di determinazioni cui non sarà estranea Sviluppo Italia Molise, la società in house della Regione Molise, nel corso delle fasi istruttorie e di soppesamento delle candidature. Ciò per evidente gentile concessione della politica regionale in favore di questa sua “creatura” particolarmente cara anche al parlamentare europeo Aldo Patriciello che nella presidenza della società ha un referente diretto. Una parentesi, in un contesto abbastanza compatto di elementi e soggetti disposti al sostegno degli operatori economici. Dardo
È passato oltre un mese dal Consiglio Generale SLP, nel quale lanciavamo l’allarme sui possibili esuberi in Poste Italiane, ma il Piano Industriale non ha ancora visto luce – sottolinea il Segretario della Cisl Poste Antonio D’Alessandro – Questa situazione rafforza la nostra opinione che privatizzare Poste Italiane non sarà un’operazione di semplice routine. Necessita di grande attenzione in quanto parliamo della più grande azienda del Paese, dove ogni giorno oltre un milione e mezzo di persone entra nei 14mila Uffici Postali e dove lavorano ben 140mila dipendenti.
Ritardare ancora la discussione nell’aula consigliare di detta proposta, a parere del Movimento Regionale del Guerriero Sannita potrebbe rappresentare mancanza di rispetto per tutti i cittadini che hanno supportato questa proposta, e un’umiliazione per lo strumento di “democrazia diretta”. Il Movimento regionale del Guerriero Sannita rivolge un ulteriore appello alla propria coalizione ed in particolare al Presidente della Giunta regionale Paolo Di Laura Frattura di intervenire con celerità, considerato che tale richiesta il Guerriero Sannita l’ha fatta presente al Tavolo regionale del Centrosinistra, affinché, la proposta di legge di iniziativa popolare sia messa all’ordine del giorno al primo punto, nel prossimo Consiglio regionale, ripeto, ciò deve rappresentare il rispetto nei confronti dei cittadini elettori, rispetto nei confronti della Costituzione, rispetto nei confronti delle Istituzioni. Poi volendo la si può non approvare, ma deve essere portata in aula come primo ordine del giorno e discussa! *Presidente regionale del Guerriero Sannita
Già questi numeri fanno capire l’importanza della posta in gioco. Lo stesso Governo ha dichiarato di aver preso atto della situazione di Poste Italiane e che non si va più di fretta, rinviando la data del collocamento sul mercato del 40% del Gruppo. La Legge di Stabilità ha fissato per il contratto di servizio universale una compensazione di 262 milioni di euro a fronte dei 700 milioni dovuti per le perdite derivanti dall’obbligo di garantire il servizio di recapito all’intera collettività. Sempre la manovra governativa ha esteso da 1/8 a 1/4 il territorio nazionale sul quale la con-
segna della corrispondenza può essere garantita a giorni alterni. Tutte decisioni che avranno effetti pesanti sul prossimo Piano Industriale e che la CISL Poste guarda con preoccupazione per il rischio di non poter garantire un servizio efficiente e, in particolare, per gli esuberi nel core-business della corrispondenza. Di fronte a questo scenario si capisce che non si può fare a meno dell’apporto del sindacato e dei lavoratori per dare un futuro certo a questa Azienda. Siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità in un nuovo modello di
partecipazione e di governante in Poste Italiane. Nessuno può dimenticare – aggiunge Antonio D’Alessandro - che la CISL Poste è stato il sindacato che sin dal suo nascere ha accompagnato l’intera fase di trasformazione di Poste Italiane da pubblica amministrazione a SPA! La SLP CISL cercherà sempre di interpretare esigenze e bisogni che coniughino l’interesse generale del paese e dei lavoratori di Poste, guardando sempre all’unicità aziendale come bene primario da tutelare e consolidare, per il mantenimento dei livelli occupazionali”.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Campobasso
13 dicembre 2014
Truffe on line e finti contratti di lavoro A mettere in guardia i cittadini è la Polizia postale del Molise a seguito di alcuni casi registrati CAMPOBASSO. Nell’ottica dell’attività finalizzata alla prevenzione dei reati commessi a mezzo internet, la Polizia di Stato ritiene opportuno rendere edotti gli utenti del web sul modus operandi intrattenuto dai cyber-criminali in alcuni episodi fraudolenti. Nel caso specifico, la Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Molise vuole mettere in guardia i cittadini sulle proposte di “lavoro da casa” che alcune sedicenti aziende offrono agli utenti della rete per arrotondare lo stipendio che, in tempo di crisi, spesso non basta. Il tutto parte da alcuni annunci online oppure da una email attraverso cui una sedicente società (spesso estera) promette un lavoro da casa poco impegnativo, i cui requisiti richiesti sono solo possedere un PC con una connessione internet, un conto in banca da cui si possa operare online ed una casella di posta elettronica, in pratica ciò che oggigiorno hanno tutti. Allo stesso tempo si promettono guadagni di
circa 3.000 euro mensili a fronte di un lavoro da casa che dura pochi minuti al giorno e solo alcuni giorni a settimana. La proposta, apparentemente allettante, è seguita dall’invio di uno pseudo contratto da parte di una inesistente società che deve essere compilato dall’utente con l’inserimento dei propri dati anagrafici e del numero di conto corrente bancario, infine sottoscritto ed inviato al mittente, spesso, ma non sempre, unitamente alla copia dei documenti di identità. La finta proposta contrattuale prevede che l’utente riceva del denaro sul proprio conto da parte della fantomatica società e poi lo riversi in più accrediti su altri conti quasi sempre di nazionalità estera, o attraverso money transfer, trattenendo una parte per il compenso pattuito. La società lascia credere al malcapitato che lo stesso stia eseguendo il contratto di lavoro stipulato in precedenza e che l’attività sia paragonabile all’ufficio amministrativo di un’azienda che riceve
denaro per pagare ordini o dipendenti. In realtà i soldi che riceve sono quelli che gli hacker riescono a prelevare dai conti in banca o dalle carte di credito di ignare vittime e che vengono, quindi, riversati sul conto corrente dell’intermediario che a sua volta ha il compito di girarli su conti esteri ai veri beneficiari della frode. E’ bene evidenziare che l’utente che si presta a compiere tale lavoro svolge le funzioni di financial ma-
nager e si rende responsabile del reato di riciclaggio (art. 648bis del codice penale). I cyber-criminali usano la tecnica dell’intermediazione perché i sistemi di sicurezza delle banche italiane, nel momento in cui riscontrano un bonifico di ingente valore verso un conto estero, attivano dei controlli automatici che spesso permettono di bloccare la frode. In questo modo, invece, il bonifico fraudolento transita da un
conto italiano ad un altro conto italiano (dell’intermediario, cd. financial manager), eludendo i controlli di sicurezza. Solo successivamente, attraverso bonifici di piccolo taglio o versamenti tramite money transfer, il denaro raggiunge i veri destinatari. Proprio per questa attività è stato denunciato a piede libero, per riciclaggio, un intermediario campobassano che aveva ricevuto sul suo conto un bonifico di circa 50.000 euro da girare in più versamenti a soggetti esteri, trattenendo 3.000 euro come compenso. Il bonifico fraudolento proveniva da una società del nord Italia, vittima di un attacco informatico da parte di hacker stranieri. Il consiglio della Polizia di Stato è quello di diffidare dalle proposte lavorative che promettono grandi e facili guadagni raggiungibili attraverso poca attività lavorativa diffidando, altresì, dalle proposte che provengono via email da società estere sconosciute, prive di specifici riferimenti.
La Scientifica indaga sul dito tagliato
L’arto è stato inviato in busta chiusa alla direzione sanitaria del Cardarelli CAMPOBASSO. Sul dito recapitato al Cardarelli sono in corso le indagini della Scientifica. Gli inquirenti cercheranno di far luce su come sia stata evitata la decomposizione, indizio questo che potrebbe aiutare la Polizia a risolvere il macabro caso. Alla Direzione Sanitaria del nosocomio, in busta chiusa
è stato infatti recapitato il dito amputato circa un mese fa a Pietro Picciano, 74enne di Vinchiaturo deceduto per cause naturali. Ancora sgomento, dunque, tra le mura dell’ospedale per il folle gesto. Già la vicenda del cadavere profanato all’obitorio nella notte tra il 16 e il 17 novembre, aveva lasciato senza pa-
Si alza il sipario alla Petrone Le attività natalizie caratterizzano il periodo di formazione degli alunni dell’Istituto comprensivo CAMPOBASSO. Il sipario dell’Auditorium dell’Istituto Comprensivo ‘Igino Petrone’ si aprirà per gli alunni della Scuola dell’infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado. Siamo giunti alla vigilia delle attività natalizie. Un cartellone di manifestazioni che rinnova l’intento di valorizzare e dare visibilità alla ricchezza poliedrica delle attività culturali, artistiche e musicali realizzate nell’Istituto Comprensivo. Ad aprire la manifestazione nella splendida cornice dell’Auditorium “A. La Mensa” sarà il Teatro. Sabato 13 dicembre alle 16 i ragazzi della Scuola secondaria metteranno in scena ‘I promessi. che?’. Commedia tratta dal romanzo “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni e liberamente ispirata all’omonima opera teatrale della compagnia teatrale “Le Quinte Abbondanti” Venerdì 19 dicembre alle ore 16,30 “I colori del Natale” a cura della scuola dell’Infanzia. Lunedì 22 dicembre il consueto Concerto di fine anno.
La Big Band, l’Ensemble di chitarre il coro scolastico ed altre formazioni di musica da camera si alterneranno sul palco coinvolgendo più di 200 studenti musicisti. Chiuderà la manifestazione l’Orchestra scolastica composta da 76 studenti frequentanti le classi di Pianoforte, Percussioni, Sassofono e Chitarra del corso di Strumento Musicale. Un’orchestra attiva da 13 anni che proporrò musiche di autori come Vivaldi, Grieg, Strauss. In questi anni di vita artistica numerosi sono stati i concerti che l ‘Orchestra ha realizzato nel territorio regionale e non. Ha partecipato a diverse rassegne musicali e concorsi riscuotendo consensi di pubblico e di critica. Di recente ha partecipato al IX Concorso Nazionale “L. Montini” classificandosi al primo posto per la categoria Big Band e al secondo posto nelle sezioni: Ensemble di Chitarra, Coro e Orchestra. Negli anni ha eseguito un vastissimo repertorio di brani spaziando dalla musica classica, al jazz, alla musica leggera. La sua attività prosegue ricercando sempre nuove sperimentazioni e collaborazioni per contribuire alla crescita culturale del nostro territorio.
role chi opera nella struttura di contrada Tappino. Secondo le prime informazioni si apprende inoltre che il dito non è in stato di decomposizione, sintomo questo che chi ha profanato il corpo dell’uomo con una cesoia ha conservato l’indice della mano in un frigorifero. Un episodio raccapricciante che apre un vero e proprio mistero.
“Telefonini, troppo alti i costi” I consiglieri comunali grillini hanno denunciato l’enormità della spesa dell’uso degli apparecchi CAMPOBASSO. I quattro consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle hanno deposto alla Corte dei Conti un esposto sulle spese telefoniche alquanto anomale fatte dai consiglieri comunali negli anni passati e messe a bilancio. Insomma i cittadini da anni pagano ricariche sim e bollette salatissime dei consiglieri comunali, una vera ingiustizia secondo Paola Felice, Simone Cretella, Luca Praitano e Roberto Gravina, firmatari dell’esposto. Sono loro ad essere andati a fondo della questione cercando di far chiarezza. La stranezza è subito balzata agli occhi dei grillini quando, nello studio del bilancio di previsione, hanno trovato una voce inaspettata, ovvero quella delle “spese telefoniche dei consiglieri”, già un’ingiustizia che fa sorgere spontanea la domanda: “Perché i cittadini devono pagare le ricariche telefoniche dei consiglieri?”. Non solo, a questa voce c’è un corrispettivo di ben 40 mila euro da mettere ‘sul conto’ pubblico. I quattro consiglieri
hanno così studiato i bilanci del passato ed hanno notato che il tutto parte dalle spese anomale compiute dall’amministrazione nel 2011-2012 quando le bollette dei consiglieri pagati con denaro pubblico sono state davvero da capogiro. A questo punto i penta stellati si chiedono: “Perché nessuno ha controllato queste spese?”. Motivo per cui hanno recuperato tutti gli atti e li hanno deposti alla Corte dei Conti in modo che, oltre alla possibilità di poter recuperare quel denaro, si possono accertare possibili responsabilità erariali. Non finisce qui: il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento per azzerrare del tutto questa voce perché, per loro, è sbagliato di base il principio secondo cui i cittadini devono farsi carico di questa spesa. L’emendamento è stato respinto e sono riusciti ad ottenere solo una decurtazione della somma che, comunque, resta ancora troppo alta che è pari a 25 mila euro. Intanto loro hanno rinunciato a questo servizio.
Campobasso
7 13 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Il Molise e la Grande Guerra nell’analisi di Saluppo Il libro presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso è acquistabile nelle edicole e nelle librerie CAMPOBASSO. Da oggi nelle edicole e librerie è acquistabile il volume di Giuseppe Saluppo “Il Molise e la Grande Guerra”, Speranze, Racconti, Disillusioni che è stato presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso. Il Molise si era affacciato al Novecento in una condizione di assoluta arretratezza: infatti l’inchiesta Jacini aveva messo in mostra una terra economicamente agricola, ma di un’agricoltura povera, una popolazione perlopiù analfabeta, misera e spesso costretta all’emigrazione. Ma l’occasione che aveva messo in piena luce le profonde divisioni che solcavano il quadro politico, era stata la guerra di Libia. Così, proprio gli avvenimenti degli anni 1911-14 sarebbero stati cruciali per il Paese e a modificare anche i comportamenti politici in Molise. Nel 1911 Giolitti era all’apogeo del potere e della fortuna ma nel marzo del 1914 era costretto
alle dimissioni e il suo sistema seriamente compromesso. Ad ogni buon conto lo spartiacque tra l’Ottocento e il Novecento sarebbe stato costituito dalla prima guerra mondiale, la Grande Guerra come sarebbe stata definita per le dimensioni
Paese, a un livello che non ha paragone con nessun altro momento precedente e successivo della vita nazionale. Non vi è dubbio che anche in Italia la Grande Guerra avrebbe rimescolato le carte, aggiungendo alle vecchie nuove divisioni, così quella tra neutralisti e interventisti; e non vi è dubbio che essa avrebbe alimentato nuove e forti tensioni. Ma essa avrebbe alimentato anche grandi speranze, e finanche aspettative perché l’Italia finalmente diventasse una nazione come comunità di cittadini attuando la maggiore delle promesse dell’Unità. Con l’esperienza della Grande Guerra si andava consumando, inconsapevolmente, una vera e propria rivoluzione. E istintivo sorge il riferimento alle radiose
che aveva assunto, per il coinvolgimento di milioni e milioni di uomini, per le gravissime perdite umane subite da tutti i belligeranti fattori che avrebbero segnato la fine di quelle società. Nel 1914, il mondo era ormai maturo per quel trapasso e vi era arrivato attraverso eventi, la cui
importanza di solito sfuggiva alla attenzione dei contemporanei. Nessun governo italiano avrebbe potuto decidere di entrare in guerra a fianco degli Imperi Centrali, perché la nazione non l’avrebbe seguito, tanto diffuso e profondo era nel popolo il sentimento di avversione all’Austria-Ungheria, mentre viva era per contro l’aspirazione alla liberazione delle terre irredente. Con il passare
CONFETTI ROSSI Il 12 dicembre 2014 presso la UNIMOL di Campobasso si è laureata LUCIA SANTELIA in scienze della comunicazione con la valutazione di 110 e lode. Ha discusso la tesi dal titolo “La Comunicazione Pubblica come strumento innovativo a sostegno delle Politiche Attive per il Lavoro. Il Programma Nazionale Garazia Giovani”. Auguri anche dalla redazione de “la Gazzetta”
dei mesi la guerra sarebbe diventata per davvero la Quarta guerra d’Indipendenza. Quella componente di massa che era mancata in molti passaggi del processo di unificazione diventava invece la caratteristica del conflitto: una caratteristica frutto largamente di necessità e di cogenza, ma destinata con il tempo a perdere queste caratteristiche coercitive a favore di una partecipazione prevalentemente attiva e volontaria. Insomma, nella breve vita dello Stato unitario la Prima guerra mondiale avrebbe rappresentato il momento di massima coesione nazionale, sotto il profilo morale, politico e pratico. Una coesione che coinvolgeva trasversalmente per la prima (e forse ultima volta) tutti gli strati sociali e tutte le regioni del
giornate, e alla falsa retorica. Ma la retorica sarebbe venuta fuori dopo, dopo una guerra sanguinosa, conclusa con una vittoria, sarebbe venuta con una serie di paroloni, con numerose stamburate che avrebbero svisato lo spirito del movimento popolare, il quale a chi lo aveva visto e vissuto apparve materiato di un contenuto sincero e sentito. Come una primavera della patria, avrebbero ricordato quelle giornate coloro che alla guerra avevano partecipato, dimenticando i sacrifici sopportati, i traumi sofferti, le ferite riportate. E’ la storia del nostro Molise raccontata attraverso una lucida e seria analisi dall’autore. Il volume è una preziosa Strenna natalizia ed è acquistabile nelle edicole e librerie della regione al prezzo di 15 euro.
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Isernia
13 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Rifiuti, buon inizio per la differenziata A Isernia esordio positivo per la raccolta porta a porta organizzata dal Comune ISERNIA. È iniziata la raccolta differenziata dei rifiuti ‘porta a porta’. Un esordio positivo, salvo qualche difficoltà del tutto normale allorquando si perviene ad un cambiamento così radicale. «Ringrazio i cittadini per l’efficace spirito di collaborazione – ha detto l’assessore Marco Amendola –. Isernia sta dimostrando un alto senso civico e un profondo rispetto per l’ambiente». Dal canto suo, la Smaltimenti Sud in queste ultime settimane ha distribuito i KIT per le famiglie, ossia i tre mastelli per il vetro, l’indifferenziata e l’umido. «Per il conferimento del multimateriale – aggiungono i responsabili dell’azienda – occorre utilizzare una busta necessariamente trasparente e chiara (gialla, bianca, celeste), apponendo sul sacchetto il talloncino adesivo col codice a barre che in questi giorni gli utenti stanno ricevendo a domicilio. Inoltre, stiamo rifornendo di cassonetti condomi-
niali tutti quei condomini formati da almeno trenta famiglie; nei prossimi giorni riforniremo anche le palazzine più piccole. I condomini fino a 9 famiglie non devono usare i cassonetti bensì lasciare fuori di casa i ma-
stelli. Lo stesso, per il momento, deve esser fatto dalle famiglie che vivono nei condomini più grandi, fino a quando non disporranno dei nuovi cassonetti». Intanto si evidenziano alcune anomalie nel numero delle utenze. Quelle commerciali, ad esempio, analiticamente censite, strada per strada, sono risultate circa 800, mentre l’anagrafe tributaria ne registrava meno della metà. Vieppiù, gli
utenti domestici non sempre sono stati attenti al ritiro dei KIT, giacché all’appello, fino a due o tre giorni fa, ne mancavano quasi 2000 su un totale di 6900 circa. L’ufficio ambiente del Comune garantisce che per l’intero periodo natalizio resteranno disponibili i vecchi cassonetti in due località: a Le Piane, nei pressi dell’Isola Ecologica, e allo svincolo di Santo Spirito, nei pressi dell’elefante della rotonda. Raccomanda, inoltre, il rispetto del calendario di conferimento, secondo quanto segnalato nei depliant distribuiti in questi ultimi tempi. Infine, il Comune ribadisce i numeri di telefono utili per ogni informazione. Quello verde: 800 199 708; e quello dell’ufficio competente: 0865 26246 (l’ufficio resterà aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 14 e dalle ore 15 alle 18; il sabato, dalle ore 9 alle 12).
Borse lavoro, stop all’assistenzialismo Nuovi criteri quelli applicati dall’amministrazione comunale di Isernia ISERNIA. L’avviso pubblico per l’assegnazione di 30 borse lavoro, con cui il Comune di Isernia intende sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, costituisce una vera novità nel campo delle politiche sociali. Infatti, al classico criterio reddituale emergente dall’attestazione ISEE sono previsti punteggi aggiuntivi in base all’eventuale disabilità del borsista, alla composizione del nucleo familiare e a precedenti esperienze lavorative idoneamente documentate.Il tutto, come già chiarito dall’assessore
Galasso nel corso della conferenza stampa , secondo l’attribuzione aritmetica di punteggi stabiliti e senza alcun margine di discrezionalità. Inoltre, l’avviso si rivolge esclusivamente a soggetti non in cerca di prima occupazione, ovvero con una disoccupazione non superiore a 36 mesi. La ragione della scelta amministrativa sposa, dunque, un cambiamento di rotta rispetto alle precedenti: non più un accesso indiscriminato alle forme di intervento in favore del disagio economico . Su tale questione, la consigliera di
maggioranza Ida Sassi ha affermato: «L’attento esame della condizione lavorativa di un territorio, quale preliminare atto politico-amministrativo per la programmazione ed attuazione di interventi ad hoc, non può prescindere DALLA valutazione di quanto accaduto nel recente passato allorquando misure similari sono state adottate dall’amministrazione. Ebbene, oggi risulta chiaro che l’indiscriminato accesso alle borse lavoro favorisce il permanere dell’assenza di occupazione nei confronti di molti soggetti, i quali per anni non sentono
la motivazione a cercare altre forme di reddito, restando in attesa del bando comunale. Ecco perché l’amministrazione ha deciso di stabilire un tetto massimo: 36 mesi (3 anni) è un tempo più che ragionevole per ammettere la difficoltà a trovare un’occupazione. È lecito chiedersi – ha aggiunto la consigliera – come sia possibile che intere famiglie restino indigenti per anni e anni (visto l’ISEE costantemente presentato), e che l’assenza di lavoro dei componenti sia interrotta soltanto da periodi lavorativi corrispondenti a borse lavoro. L’av-
viso pubblico del Comune di Isernia vuol porre fine ad un concetto di politica sociale basata sull’assistenzialismo: gli interventi per il disagio economico non devono creare ‘dipendenza’ nei destinatari, ma devono essere improntati al rispetto e alla valorizzazione della capacità dei singoli di rendersi autonomi nel provvedere a se stessi. Un sistema di governo fondato sulla dipendenza dei cittadini – ha concluso Sassi – è solo linfa per disagio ed emarginazione, come spesso è dato constatare nella nostra città».
Provincia, approvato il nuovo Statuto Il Consiglio provinciale di Isernia ha anche chiesto alla Regione i soldi per il piano anti neve del 2012 ISERNIA. Il Consiglio provinciale di Isernia ha approvato la proposta del nuovo statuto con il testo elaborato, composto da 64 articoli, e trasmesso dall’apposita Commissione consiliare. Si tratta di un nuovo testo statutario che si è reso necessario alla luce della riforma dettata dal nuovo ordinamento delle Province. In particolare, tra le tante e complesse attività assegnate dalla legge ai neoeletti organi delle Province, primeggia quella dell’approvazione
di una nuova carta statutaria dell’Ente, a cui la legge attribuisce un ruolo fondamentale nel processo di regolamentazione dell’azione delle nuove Province per quanto attiene alle funzioni e all’esercizio dei compiti da parte dei nuovi organi provinciali. Il nuovo statuto sarà sottoposto all’approvazione definitiva dell’assemblea dei sindaci prevista per il prossimo 18 dicembre. Il consiglio all’unanimità ha deciso di inviare a breve
un ordine del giorno al Consiglio Regionale del Molise al fine di richiedere l’accreditamento delle somme spettanti per le nevicate dell’anno 2012 al fine di scongiurare lo sforamento del patto di stabilità che comporterebbe gravi sanzioni e impossibilità ad operare per gli esercizi futuri. Al consigliere Carmen Natale il presidente ha conferito la delega per le pari opportunità quale segno tangibile di apertura alla minoranza consiliare.
Si presenta “Viaggio nella terra degli ultimi” La presentazione nel pomeriggio a Isernia nella sede dell’Unimol sulla presenza del Papa in città ISERNIA. Oggi, alle ore 17, nella sede isernina dell’Unimol, in via Mazzini, verrà presentato il libro “Viaggio nella terra degli ultimi – Il racconto per immagini della visita di Papa Francesco a Isernia nell’Anno Giubilare Celestiniano”. Pubblicato dalla casa editrice ‘Il Castello’ e nato da un’idea della ‘MinimaComunicazione’ e del quotidiano on.line ‘Isernianews’ con la collaborazione del Comune di Isernia e della diocesi di
Isernia-Venafro, il libro riguarda la visita pastorale del Santo Padre, con testimonianze e con foto inedite del 5 luglio scorso. “Viaggio nella terra degli ultimi” è essenzialmente un volume fotografico, realizzato attraverso la raccolta di immagini della visita di Papa Francesco, concesse da eccellenti fotografi: Camillo De Benedictis, Pino, Simone e Marco Manocchio e Pierluigi Spognardi. Sono presenti anche gli scatti – reperiti per
gentile concessione del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano – che mostrano l’incontro di Papa Francesco con i detenuti della casa circondariale di Ponte San Leonardo e con i malati e i disabili all’interno della cattedrale di San Pietro Apostolo. Alla presentazione, oltre ai curatori dell’opera Pierluigi Petrecca, Alessia Petrecca e Pasquale Bartolomeo, parteciperanno il sindaco di Isernia
Luigi Brasiello, l’assessore alla cultura Cosmo Galasso, la consigliera comunale Fabia Onorato, il vescovo Camillo Cibotti, il vicario generale monsignor Claudio Palumbo e don Francesco Bovino, responsabile ufficio stampa della diocesi Isernia-Venafro. Parte del ricavato del volume sarà devoluto in favore d’una associazione che si occupa di sostegno ai più bisognosi.
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Termoli
13 dicembre 2014
Chiavette magiche, in carcere solo il capo Dopo gli interrogatori, liberati sei imputati. In galera resta l’operaio Fiat presunta mente dell’organizzazione TERMOLI. A 24 ore dagli interrogatori sono stati già depositate le decisioni del giudice sulle richieste di affievolimento delle misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta “Chiavetta magica”
condotta dalla Procura di Larino. Dalle prime informazioni pare che a restare in carcere sarà solo l’operaio Fiat di 52 anni, presunta mente dell’organizzazione, accusato di essere l’ideatore
della truffa e rimasto in silenzio durante l’interrogatorio di garanzia. Per coloro che hanno invece risposto alle domande del giudice sarebbero stati disposti gli arre-
sti domiciliari mentre sarebbero stati revocati gli stessi ad altri, con provvedimenti di obbligo di firma. Ricordiamo che le accuse CONTESTATE sono associazione per
delinquere, truffa aggravata e alterazione degli strumenti di pagamento. Il giudice, ad oggi, avrebbe stilato quindici provvedimenti differenti, uno per ciascuno degli indagati.
Centro Hub di San Giuliano, troppi due milioni per ristrutturare il villaggio e otto milioni all’anno per tutti i servizi di permanenza di Ulisse Di Giacomo* Qualche giorno fa sono intervenuto sulla questione del centro hub di San Giuliano di Puglia che dovrebbe accogliere circa 400 migranti. Due milioni di euro previsti per la ristrutturazione del villaggio e otto milioni all’anno per tutti i servizi di permanenza. Tanti, tantissimi soldi. Il mio intervento era stato dettato dai riflessi avutisi in altre Regioni dall’indagine di
Roma e dalla decisione del Prefetto di Bari di sospendere, per fondati sospetti, un appalto milionario destinato ad un centro di accoglienza per migranti in Puglia. Per queste motivazioni invitavo il Prefetto di Campobasso ad una riflessione ulteriore sui tempi e sulle procedure delle gare e degli appalti. Dopo qualche giorno, poi, è stato pubblicato uno stralcio di una intercettazione della Pro-
cura di Roma nella quale, sempre a proposito di cooperative e di centri di accoglienza per migranti, c’erano riferimenti al Molise e al centro di San Giuliano di Puglia. Naturalmente ciò non ha alcun significato senza ulteriori riscontri, ma giustifica certamente una maggiore attenzione e una più profonda riflessione sulla questione sollevata. La cosa che stupisce di più, in questa vicenda, è l’atteggiamento del Prefetto di Campobasso
che , non solo non ha tenuto in conto le proteste e le giuste rivendicazioni di alcuni amministratori della zona e dei componenti di un Comitato Civico locale, ma non ha neanche ritenuto di dover dare una risposta ad un parlamentare di questa Regione che aveva posto un problema di enorme interesse per i cittadini molisani. *Senatore della Repubblica
Tutela del mare Adriatico, c’è l’accordo A Termoli sottoscritto il documento alla presenza delle altre regioni
TERMOLI. Una discussione serena e profonda sui temi della tutela del mare, anche se in concomitanza con uno sciopero generale ospitato in città che ha fagocitato l’attenzione dell’opinione pubblica. Un po’ alla spicciolata, anche complice il traffico pressoché paralizzato in centro per il corteo di Cgil e Uil, i vari rappresentanti istituzionali hanno preso parte all’incontro che il presidente del Consiglio regionale del Molise Vincenzo Niro ha organizzato nell’ambito dell’Euroregione. Un mini rassemblement che puntava a mettere insieme su un documento d’impegni comune i titolari dei parlamentini di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Sicilia, con la delegazione isolana a mancare l’appuntamento però. Di tutela del mare se ne parla non poco, visto il rischio che dalla prossima primavera possano esserci corsie preferenziali qualora le regioni non fornissero elementi tali da impedire l’assalto al sottosuolo marino. Iniziativa che si basa sui documenti discussi in sede di Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative di Regione e Province autonome del 19 settembre scorso, a margine dell’approvazione del cosiddetto Sblocca Italia. In sala consiliare presenti lo stesso Niro, il sindaco Angelo Sbrocca, l’onorevole Laura Ve-
nittelli e i rappresentanti delle altre Regioni, tra cui il pugliere Onofrio Introna, lo stesso interlocutore che con Niro discusse del raddoppio ferroviario Termoli-Lesina. Non solo, c’erano gli altri comuni della costa molisana, coi sindaci di Petacciato e Montenero di Bisaccia La Palombara e Travaglini e il presidente del consiglio di Campomarino Cantelmi. Amministratori della città di Termoli, la grillina Patrizia Manzo, inquilina di Palazzo Moffa e fervida oppositrice alle trivellazione, contro cui hanno manifestato lo scorso 9 novembre, insomma, un parterre interessante in cui mettere a fuoco i rispettivi obiettivi. Ma cosa dice il documento d’impegno? “I Presidenti dei Consigli regionali di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia .. in esito all’incontro-dibattito svoltosi a Termoli (CB) il 12 dicembre 2014 avente ad oggetto: “Decreto Legge Sblocca Italia — CAPO IX Misure urgenti in materia di energia”; visto in particolare l’art. 38 del decreto-legge 12.09.2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11.11.2014, n.164, che riconosce alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e a quelle di stoccaggio sotterraneo la qualità di attività di interesse strategico e il carattere di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità delle relative opere; atteso che nell’economia complessiva delle disposizioni di cui al predetto art. 38 risalta, sostanzialmente, la volontà di accentrare in capo allo Stato le decisioni in materia di ricerca degli idrocarburi attenuando fortemente la partecipazione delle Regioni territorialmente interessate e sottraendo alle Regioni stesse la cooperazione ai procedimenti autorizzatori mediante l’espressione della valutazione di impatto ambientale (VIA); richiamato integralmente l’Ordine del Giorno approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome nella riunione del 19.09.2014;
richiamata, altresì, la nota condivisa dalla stessa Conferenza successivamente alla conversione in legge del decreto-legge “Sblocca Italia” con la quale viene dimostrato che, l’attenuazione del coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale determina elementi di incompatibilità con l’assetto e la ripartizione dei poteri costituzionalmente sanciti; ritenuto che le misure normative sopra richiamate possano generare concreto rischio di insufficiente valutazione circa l’impatto delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi sull’economia generale e sulle economie di settore dei territori regionali, nonché sulla preservazione dell’integrità ambientale e dell’ecosistema, giacché il ridimensionamento delle facoltà di espressione degli interessi locali può sicuramente considerarsi presupposto di scelte adottate su basi meramente teoriche e senza presidi a tutela del fondamentale diritto delle comunità locali a programmare il proprio sviluppo ed il proprio futuro; considerato altresì, che tali attività rappresentano un rischio per l’integrità dell’ecosistema
locale danneggiando l’economia turistica della costa adriatica-ionica già duramente messa alla prova dalla contrazione di flussi di presenze in un momento di particolare criticità della congiuntura regionale e nazionale; premesso quanto sopra, assumono il comune impegno di: sensibilizzare le Assemblee di rispettiva appartenenza sulla problematica di cui alla premessa, perché assumano una precisa posizione istituzionale e politica in ordine alla definizione dei poteri e delle prerogative del livello di governo regionale in materia di attività per la valorizzazione delle risorse energetiche, in rapporto con i prioritari interessi territoriali alla tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, nonché allo sviluppo economico legato alle specifiche vocazioni dei territori; inoltre promuovere la presente dichiarazione tra le assemblee legislative di rispettiva appartenenza, al fine dell’assunzione di idonee iniziative a tutela delle prerogative regionali e dei legittimi interessi locali, secondo quanto consentito dall’ordinamento costituzionale”.
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Termoli
13 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Consiglio comunale su atti concreti Finalmente in aula i problemi della gente affrontati dalle parti politiche TERMOLI. Bilancio, centri anziani, cimitero e tanto altro. È un consiglio comunale, orfano di Sbrocca, molto tranquillo quello che si è svolto in sala consiliare. Al centro delle argomentazioni, però, c’era anche l’approvazione, avvenuta, del nuovo bilancio di previsione a seguito di alcune modifiche suggerite nei giorni scorsi dalla giunta comunale. Si è parlato anche “di occupazione di suolo pubblico” con l’approvazione della modifica al regolamento che oggi avrà durata di nove mesi, anche non continuativi, e consentirà la locazione dei tavolini all’aperto dei locali pubblici. Una decisione presa a seguito delle richieste dei tanti commercianti che, soprattutto nel periodo natalizio, hanno più volte chiesto la possibilità di posizionare gli espositori al di fuori delle loro attività. “Questa amministrazione – ha affermato
Pino Gallo – si è fatta carico della richiesta e abbiamo ritenuto opportuno apportare la modifica regolamentare, per favorire gli operatori commerciali che già stanno soffrendo per la crisi”. Dai prossimi giorni, quindi, sarà possibile avere i
permessi per i tavolini per un massimo di nove mesi e gli operatori commerciali potranno scegliere il periodo che ad ogni modo non dovrà superare i nove mesi. Arriva anche l’approvazione dei nuovi regolamenti per i centri so-
ciali con Maricetta Chimisso che evidenzia il “ruolo degli stessi” e introduce “un organo di valutazione interno al centro e preposto alla verifica delle procedure”. Approvazione per la proposta che, tra l’altro, aggiunge anche il divieto di servire alcolici agli ospiti. All’unanimità, inoltre, è stata anche definita la squadra che comporrà la rappresentativa comunale nel nascente gemellaggio con una cittadina polacca che, tra l’altro, ha già avviato questi rapporti con la parrocchia di San Pietro; saranno quindi Angelo Sbrocca, Michele Barile,
Giovanni Di Tella, Michele Marone e Francesco Rinaldi a diventare “ambasciatori termolesi in Polonia”. Non passa la mozione Marinucci circa il cimitero dopo un ampio dibattito e, in chiusura di Consiglio, è giunto l’assessore Ferrazzano che ha specificato le modalità dell’appena concluso confronto in Prefettura. L’assessore ai trasporti avvia il suo intervento con un excursus storico e specifica il come si è arrivato “all’attuale situazione”; ha poi annunciato l’avvenuto accordo che, in sola via provvisoria, permarrà tale sino al pronunciamento del Tar. Dopo ciò, saremo quindi a marzo, si andrà a definire la sorte dell’azienda. Una soluzione temporanea, quindi, che ad ogni modo assicura il servizio per i prossimi mesi anche se non depenna lo spauracchio di futuri problemi
Entrano in chiesa e rubano le offerte L’inqualificabile episodio si è avuto nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova TERMOLI. Un gesto ingiustificabile è quanto consumato ieri sera presso la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Padova. Nel tardo pomeriggio, infatti, è stata sottratta la cassetta delle offerte che abitualmente i parrocchiani assegnano al “pane di Sant’Antonio”; un fondo atto al sostegno ai
più poveri che ogni 13 del mese viene aperto e distribuito. Il gesto, scoperto da alcuni animatori parrocchiali nel pomeriggio di ieri, ha lasciato attoniti tutti gli operatori e, ovviamente, ha interrogato l’opinione pubblica per un qualcosa che “purtroppo” si è verificato.
Da annotare che a prelevare il “contenitore” delle offerte sarebbero stati, a occhio e croce, almeno due persone perchè lo stesso ha un peso di 50-60 chilogrammi ed è improbabile che sia stato preso da due sole braccia. Dubbio anche l’orario del colpo perchè, su
volere del neo parroco, don Timoteo, la chiesa è sempre aperta e a disposizione dei fedeli e questo, se da un lato riempie di gioia i tanti che ritemprano lo spirito attraverso le preghiere, dall’altro hanno dato l’opportunità a veri e propri “malviventi” di dare attuazione al vile furto
“Perchè ci avete esclusi?” I sindacati contestano la decisione governativa del mancato invito al tavolo bieticolo saccarifero TERMOLI. Dopo le dirigenze regionali e la Rsu dello Zuccherificio del Molise, a prendere posizione sull’esclusione delle parti sociali dal tavolo bieticolo nazionale della prossima settimana sono stati i segretari generali delle tre principali organizzazioni di settore confederali del settore agro-alimentare, Sbarra e Favignano per la Fai-Cisl, Ronconi e Iovino per la Flai-Cgil e De Gasperis per la Uila-Uil. “Abbiamo appreso della convocazione, per il 17 dicembre, da parte del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali, di un tavolo relativo al settore bieticolo-saccarifero per avviare un confronto sulle problematiche della filiera. Considerata la reiterata richiesta da parte nostra, ultima delle quali inviata il 6 novembre scorso, la quale, riconfermiamo nei contenuti e che alleghiamo alla presente, di avviare momenti di confronto onde esaminare criticità e prospettive del comparto e la positiva consuetudine che, da sempre, ha visto la presenza delle rappresentanze dei lavoratori ai tavoli relativi al settore, constatiamo, con profonda sorpresa, la man-
cata presenza di Fai Flai e Uila tra le organizzazioni convocate il 17 dicembre. Siamo quindi a chiederVi, con la presente, di estendere la convocazione da parte del Ministero delle organizzazioni sindacali, nella comune consapevolezza che la difficile congiuntura attraversata dalla filiera bieticolo-saccarifera può essere affrontata e superata unicamente con il concorso di tutte organizzazioni coinvolte”.
Sovranità monetaria, la ricetta dei grilini Il documento è stato presentato anche a Termoli dal movimento Cinque Stelle TERMOLI. Sovranità monetaria, più lavoro, più investimenti, più stato sociale, sviluppo delle nostre imprese, tutela del Made in Italy e ripresa economica. Sono questi gli argomenti, anzi le ragioni, poste a base della campagna voluta fortemente dal leader Beppe Grillo e dal Movimento 5 Stelle. Un documento presentato anche a Termoli, nella saletta delle minoranze consiliari, dal sempre attivo Nicola Di Michele, portavoce in consiglio comunale, affiancato da Alvio Sciarretta e da Giulio Botteri. Non solo i grillini additano all’euro la causa di una decrescita che ha fatto tornare indietro il Paese di vent’anni, ma nei dodici anni di eurozona, la politica monetaria ingessata ha provocato un corto circuito dell’economia in tutto il vecchio continente.
Chi aveva compensi e introiti per 3 milioni al mese era quasi un nababbo, ora con 1.500 euro e spiccioli si fatica a fare la vita del pensionato, insomma una debacle dei tempi moderni da arrestare a ogni costo. Per questo la proposta di fuoriuscita dall’euro dell’Italia non è da considerare una boutade, poiché vi sono più partiti (vedi la Lega Nord e Fratelli d’Italia) a bramarla e numerosi comitati nel Paese, ma forse è stata la causa della caduta, quella reale, del governo Berlusconi, basti leggere gli scritti di Friedman e di altri autorevoli commentatori della politica e della finanza internazionale. Da qui la scossa, riprendiamoci la sovranità del Paese, che con la moneta unica è stata abdicata a vantaggio delle torri finanziarie di Francoforte e della Bce, sotto l’egida di Frau Angela Merkel.
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Opinioni
13 dicembre 2014
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Iniziative e luoghi Il licenziamento della Cultura a Natale e la Giusta causa nella storia Me.MO Cantieri Culturali a.p.s. durante le festività natalizie propone una serie di attività rivolte ai bambini, agli adulti e alle famiglie nei Luoghi della Cultura del Molise. La finalità di queste iniziative è quella di valorizzare il territorio molisano e avvicinare il più possibile la popolazione e coloro che durante le festività si recheranno in regione, al mondo dell’archeologia, dei Beni Culturali e della storia del territorio, promuovendone così la conoscenza. Il calendario delle iniziative parte il 21 dicembre p.v. e termina il 6 gennaio 2015 e prevede attività nei principali musei e siti statali molisani Il 21 dicembre Me.MO sarà impegnata con laboratori creativi rivolti ai bambini ma anche agli adulti sia a Venafro, con Costruiamo Noi il presepe si provvederà alla realizzazione di un presepe con materiale da riciclo, sia a Isernia con Crea il tuo Natale. A Sepino in A Natale sull’albero…nuove luci e antichi colori invece i visitatori abbelliranno gli alberi con addobbi, a tema archeologico, realizzati in loco. A Venafro, mentre i giovani visitatori saranno impegnati nel laboratorio, i grandi visiteranno il castello in compagnia del personale Me.MO. A seguire ci saranno due Open Day uno il 28 dicembre presso il
Museo Sannitico e uno il 3 gennaio a Villa Zappone in Larino durante i quali l’associazione organizzerà visite guidate gratuite su prenotazione e a Larino un laboratorio sulla tecnica del mosaico per i più piccoli. Ancora il 3 gennaio Me.MO, in accordo con le iniziative promosse Comune di Campobasso, in collaborazione con gli Assessorati alla Cultura e alle Politiche Sociali, guiderà i ragazzi delle Associazioni di Quartiere alla conoscenza del patrimonio che si conserva nel cuore cittadino: il Museo Sannitico e il Museo Pistilli, preparandoli così alla caccia al tesoro nel borgo che si terrà il giorno dopo e che farà “tappa” anche nei due musei cittadini. Dal 4 al 6 gennaio Me.MO organizza un evento per il sociale La calza dell’elefante presso il Museo Paleo.Is di Isernia proponendo una visita guidata gratuita con raccolta di giocattoli, che saranno poi devoluti in beneficenza Infine il 5 gennaio sarà la volta di un percorso etnoantropologico rivolto alle famiglie sulla festa dell’Epifania nell’area archeologica di Saepinum dal titolo rodariano Viene viene la Befana da una terra assai lontana… che si concluderà con un laboratorio creativo per i più piccoli.
Il licenziamento di “Giusta causa” tra storia e attualità è il tema del convegno organizzato dall’assessorato regionale al lavoro e delle politiche sociali guidato dall’Assessore Michele Petraroia che ha curato la ricerca sull’atto fondativo del Comune di San Bartolomeo in Galdo del 1331- 1360 anticipando di 600 anni lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Il convegno di studio sul ruolo di due abati del Molise, Nicola da Ferrazzano e Nicola da Cerce e dell’Abbazia di Santa Maria del Gualdo fondata da San Giovanni Eremita da Tufara (CB) che hanno elaborato l’art.69 di tale Statuto, si svolge oggi, venerdì 12 dicembre 2014 alla ore 14,30 presso la Sala del Parlamentino della Presidenza della Giunta regionale del Molise, in via Genova a Campobasso. Dopo i saluti delle autorità seguiranno gli interventi di importanti relatori, docenti in materia di diritto del lavoro e storia del diritto italiano e rappresentanze sindacali del Molise. Per la Commissione per il Lavoro, Giustizia e Pace della CEI interverrà il Presidente S.E. mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso – Bojano che, alla luce di quanto sta accadendo in Italia e sulle recenti riforme in materia, tratterà la tematica del Lavoro e del precariato sul piano etico sottolineando l’im-
di Pasquale Di Lena A Trivento ieri sera, alta sul corso del Trigno che sfiora il Santuario della Madonna del Canneto, per seguire la presentazione di un bel libro “ Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”, promosso da Don Alberto Conti. Un prete, che io ho sempre stimato per il suo coraggio e la sua lucidità di pensiero, oggi parroco in un paesetto di fronte a Trivento, oltre il Trigno, Castelguidone, dove, grazie anche alla sua responsabilità della Caritas diocesana, continua la battaglia contro i mali che colpiscono gli uomini, soprattutto l’identità espressa dai territori di appartenenza, senza perdere, però, la speranza. Anzi, indicando la strada, quando dice “Rompere gli schemi… a partire dalle Regioni Abruzzo e Molise che in questo hanno il ruolo più importante … ponendo al centro delle priorità il lavoro, la cui creazione dovrà essere il parametro sul quale considerare il valore dei progetti e delle iniziative. Dobbiamo essere pronti, in una parola, a vivere un’epoca in cui il mondo torni con la testa sulle spalle, a guardare le cose per quelle che sono e non come la distorsione ottica della nostra società vorrebbe farci vedere … C’è necessità di studio, di indagine sociale, di ascolto libero da pregiudizio nella consapevolezza che per le nostre comunità la possibilità di cambiare rotta dipende prima di tutto dalla capacità che ognuno di noi ha di portare il proprio contributo di opere e intelligenza per un
Rompere gli schemi a partire dalle Regioni Abruzzo e Molise progetto nuovo di sviluppo che sappia coniugare le nostre tradizioni, le specificità economiche, sociali e culturali del nostro territorio con il futuro”. Parole che personalmente condivido in pieno, ma che hanno bisogno di essere ascoltate e bene interpretate da chi ha la responsabilità del governo, molto spesso indispettito, invece di ringraziare chi ne evidenzia i limiti e gli errori ed ha molto da dare in termini di idee e pro-
gettualità. I collaboratori fedeli che dicono sempre sì e non esprimono giudizi critici, alla fine sono zavorre che ti fanno affondare. Don Alberto è, non a caso, amico di un altro prete che affronta a viso aperto la realtà, don Luigi Ciotti, che ha firmato la prefazione del libro, sottolineando subito i problemi comuni (spopolamento, diminuzione delle risorse, smantellamento dei servizi essenziali) che “affliggono questa zona ricca e
con grande potenziale agroalimentare e sono una conseguenza di una perdita d’animo della politica, di un suo appiattimento e di un’economia che bada quasi interamente al profitto” . Quel profitto – come scrive Paul Gauthier nella pagina che apre questo “Quaderno della solidarietà n° 11” – che permette a coloro che possiedono dei beni di possederne ogni giorno sempre più, grazie al fatto che il lavoro è insufficientemente
portante ruolo che hanno avuto i due religiosi molisani antesignani dello statuto dei diritti dei lavoratori. La ricerca sul ruolo dei due abati è stata svolta presso la biblioteca vaticana attraverso il Codice Vaticano Latino scritto dall’amanuense Eustasio tra il 1203 e il 1215. Il rilievo culturale, storico e sociale di tale ricerca deriva dalla scelta di inserire nello Statuto di allora, norme a tutela delle “donne, dei fanciulli, del lavoro e dei più deboli”. Nello specifico, l’art. 69 di tale Statuto disciplina la “Giusta Causa” come motivo fondato per licenziare un lavoratore. L’attualità di tale normativa a difesa del “lavoratore” riguarda l’attenzione e la promozione della persona nella sua dignità di lavoratore e promotore di valori di Pace come di recente ha evidenziato il Santo Padre papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2015. Un appello Universale alla società civile: “malgrado la comunità internazionale abbia adottato numerosi accordi al fine di porre un termine alla schiavitù in tutte le sue forme e avviato diverse strategie per combattere questo fenomeno, ancora oggi milioni di persone – bambini, uomini e donne di ogni età – vengono private della libertà e costrette a vivere in condizioni assimilabili a quelle della schiavitù.
protetto e serve da materia prima all’arricchimento degli altri …”. Un giudizio di grande attualità strettamente legato alla discussione riferita all’art.18, il solo che, proteggendo il lavoratore, proteggeva il lavoro, messo in discussione da Renzi e il suo Pd, da tutto il centro destra, che, insieme, hanno tentato di abolirlo totalmente. Un’analisi attenta di un territorio, quella fatta da due bravi studiosi, Roberto Mannai e Michele Fuscoletti, che comprende due Regioni (Abruzzo e Molise) e tre provincie (Campobasso, Isernia e Chieti), abbastanza vasto qual è quello della Diocesi di Trivento. Una serie di ragionamenti che hanno portato ad avanzare proposte concrete, come la scuola, la salute, il dissesto idrogeologico, la viabilità, la sicurezza, l’abbandono dei piccoli centri. la salvaguardia e valorizzazione dei prodotti tipici, la banda larga, la fiscalità di vantaggio, il lavoro. Dieci punti fortemente legati ai problemi globali quali: l’acqua, che vogliono di nuovo privatizzare; i cambiamenti climatici, con il rischio del non ritorno; la biodiversità, che è vita e che ogni giorno ce n’è sempre meno anche grazie ai cambiamenti climatici che non sono certo frutto di volontà divina, ma della ingordigia e stupidità dell’uomo, ancor più oggi; la povertà e l’omologazione del cibo con l’omologazione dei semi; la fame e la sicurezza alimentare. C’è bisogno, a mio parere di questa visione
globale dei problemi e di partire dal fatto, solo per fare un esempio, che fra venti, trent’anni saremo quasi dieci miliardi di bocche da sfamare, per capire ancora meglio il valore e il significato di quel bene unico e irripetibile che è il territorio, con le sue risorse e i suoi valori. Così come ha cercato di fare Don Alberto e quanti hanno collaborato con lui alla stesura di un documento che, a mio parere dovrebbe essere copiato, non solo nel Molise e nell’Abruzzo, ma in ogni parte dell’Italia, in particolare quella dell’osso e del sud. Sono stati chiamati a discutere dei punti riportati nel libro, i governatori delle due regioni, D’Alfonso dell’Abruzzo e Di Laura Frattura del Molise. Un’occasione d’oro per dire, ma, ancor più, per convincersi davvero che bisogna partire da Trivento se si vogliono dare risposte concrete ai territori molisani e abruzzesi e, così, alimentare il sogno per far nascere le speranze di un futuro che non ruba ma valorizza quello che abbiamo e lo fa con la voglia della conoscenza, del coinvolgimento, della partecipazione degli abitanti dei luoghi. Tutto questo, sapendo però – come dice il libro – che c’è prima di ogni cosa bisogno di rompere gli schemi, e non a parole ma con i fatti, quali la programmazione e la progettualità che solo le analisi, i ragionamenti e le proposte – per riportare il sottotitolo del libro – possono stimolare e produrre per la rinascita di un territorio.