Edilizia sfiancata

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 42 mArtedì 23 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Corrado Di Niro L’Oscar del giorno lo assegniamo a Corrado Di Niro. Il presidente dell’Acem, l’associazione dei costruttori, ha il merito di portare avanti con convinzione la battaglia sui mancati o ritardati pagamenti da parte della Regione che stanno portando al fallimento le imprese edili. Nonostante i rimbrotti del presidente Frattura, continua a mantenere alta la guardia per evitare il settore naufraghi del tutto.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su fAcebOOk

Pietro Maio Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. L’assessore ai Lavori Pubblici, al comune di Campobasso, non ha saputo dare una risposta ai tanti cittadini che si sono portati allo stadio Romagnoli ed hanno trovato ancora chiuso il parcheggio costruito ed inaugurato. Privo di segnaletica, resta ancora interdetto alle auto. Ma è mai possibile che si trovi ancora in tale stato?

La Regione ha abbandonato le imprese, gli investimenti e i pagamenti L’Acem: “Frattura, ci stai distruggendo” Fondi in perenzione

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

23 febbraio 2016

Il caso della composizione della commissione tecnica per lo snellimento delle procedure di cui alla legge numero 64 del 2 febbraio 1974 (Provvedimenti per costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche)

Le leggi regionali ci sono, ma chi le rispetta?

L’articolo 14 della legge regionale 20 del 6 giugno 1996 dispone che la commissione tecnica per lo snellimento delle procedure di cui alla legge numero 64 del 2 febbraio 1974 (Provvedimenti per costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche) sia così composta: Il Responsabile del Settore edilizia residenziale con funzione di presidente; in sua assenza le funzioni sono svolte dal funzionario ingegnere o geologo competente; 2 ingegneri designati dai rispettivi Ordini professionali di cui uno per la provincia di Campobasso ed uno per la provincia di Isernia; 2 architetti designati dai rispettivi Ordini professionali di cui uno per la provincia di Campobasso e uno per la provincia di Isernia; 2 geometri designati dai rispettivi Collegi professionali di cui uno per la provincia di Campobasso ed uno per la provincia di Isernia; 2 geologi designati dal rispettivo Ordine professionale; 4 dipendenti tecnici regionali designati dall’assessore competente di cui l’ingegnere con esperienza specifica nel campo delle costruzioni asismiche, 1 geologo e 2 geometri con esperienza specifica nelle costruzioni in muratura asismica; 2 rappresentanti designati dalle associazioni costruttori più rappresentative nel settore dell’edilizia. I componenti la commissione vengono nominati con decreto dell’assessore competente. Le funzioni di segretario della commissione sono svolte da altro dipendente tecnico regionale del Settore edilizia residenziale designato dall’assessore. I componenti la commissione ed il Segretario durano in carica 5 anni. Ai dipendenti regionali facenti parte della Commissione ed al segretario spetta, ai sensi dell’articolo 44 della legge regionale n. 12/80, il compenso per le ore di straordinario oltre l’eventuale compenso di missione, se dovuto. Ai componenti la commissione, estranei all’Amministrazione Regionale spetta il compenso previsto dall’articolo 1 della legge regionale n. 7/83, oltre al rim-

di sergio genovese Certo che per chi ha sempre vissuto con l’orgoglio di rappresentare una regione piccola ma di pari dignità rispetto alle altre, diventa faticoso mantenere tale posizione social-intellettuale quando i numeri continuano a dimostrare che siamo in caduta libera. La Regione ha perso complessivamente in un anno, mille abitanti, Campobasso è scesa sotto la soglia dei cinquantamila residenti. Gli adulti che valgono ( non ne sono molti) devono trasmettere ai giovani spunti di speranze ma oggettivamente in un quadro così grigio può risultare difficile resistere all’interno di certi pedagogismi. Come ho detto in altre occasioni, negli anni ottanta, l’orgoglio dei Campobassani veri, era quello di poter esibire tracce di crescita a coloro i quali,inevitabilmente, facevano i

borso delle spese di viaggio nelle forme di legge e l’indennità’ di trasferta, se dovuta, a norma dell’articolo 1 della legge regionale n. 11/81. Per il rilascio dei pareri di competenza le adunanze della Commissione sono valide con la presenza di almeno 8 Componenti mentre, per la fase di preistruttoria, e’ sufficiente la presenza di almeno 4 Componenti. Fin qui la legge, magari non proprio aggiornata, ma comunque questa, ed in vigore. Là dove dispone che i componenti la Commissione vengano nominati con Decreto dell’Assessore competente, il 17 febbraio, con proprio decreto, ha provveduto il presidente Frattura, affiancato nella sottoscrizione del decreto dall’istruttore responsabile dell’ufficio sismico Rosanna Renzi; dal direttore del Servizio tecnico, sismico e geologico Gino Cardarelli; dal direttore dell’Area quarta Marinella D’Innocenzo anche in veste di direttore generale della Regione Molise; là dove dispone che il presidente della Commissione sia il responsabile del Settore edilizia residenziale (oggi va letto il responsabile del Servizio sismico, ossia Gino Cardarelli) e che in sua assenza le funzioni vengano svolte dal funzionario ingegnere o geologo competente (ricordiamo che siamo di fronte ad una commissione strettamente tecnica), il presidente Frattura e i cofirmatari del decreto numero 10 del 17 febbraio a presiedere la commissione di cui all’articolo 14 della legge 20/96, hanno indicato la dottoressa Rosanna Renzi che non è ingegnere e nemmeno geologo. Rileviamo il dato unicamente per dire che la presidenza della giunta regionale nella sua ormai affermata onnipotenza può bellamente fregarsene delle leggi e agire a sua piena e insindacabile discrezione. Poi che

sia la Renzi (o chi per essa) a presiedere la Commissione, sono faccende che riguarderanno semmai la legittimità o meno degli atti che la commissione andrà a compiere. La commissione tecnica del Servizio antisismico COMPONENTI INTERNI Dottoressa Rosanna Renzi, funzionario competente del Servizio Geologico e Sismico in qualità di presidente; architetto Antonio Vetere, funzionario regionale; geometra Giuseppe Mucciarone, funzionario regionale; geometra Michele Biello, istruttore direttivo regionale; geologo Gianluca Macoretta, collaboratore tecnico geologo in utilizzo presso la Regione Molise; geometra Antonio De Francesco istruttore direttivo del Servizio geologico e sismico con funzioni di segretario. COMPONENTI ESTERNI Ingegnere Antonio Brunetti, in rappresen-

tanza dell’ordine degli ingegneri di Campobasso; ingegnere Antonio Cinocca, in rappresentanza dell’ordine degli ingegneri di Isernia; architetto Mario Panichella, in rappresentanza dell’ordine degli architetti di Campobasso; architetto Angelo Aulitano, in rappresentanza dell’ordine degli architetti di Isernia; geologo Domenico Angelone, in rappresentanza dell’ordine dei geologi della Regione Molise; geologa Daniela Ludovico, in rappresentanza dell’ordine dei geologi della Regione Molise; geometra Gennaro Mascia, in rappresentanza del collegio dei geometri di Campobasso; geometra Angelo Valente, in rappresentanza del collegio dei geometri di Isernia; ingegnere Massimiliano Del Busso, in rappresentanza dell’Acem; geometra Cosmo Tedeschi, in rappresentanza dell’Associazione industriale del Molise. Dardo

Il Molise che perde i pezzi conti con i nostri numeri. Ho rappresentato per tanti anni la regione in campo nazionale in alcune discipline sportive. Alla meglio cercavo di gonfiare dialetticamente le nostre capacità, alla fine nella discussione tornavano sempre i numeri ed io su questo versante concludevo sempre che eravamo in un trend di crescita perchè prossimi a toccare i trecentocinquantamila abitanti in Regione e i sessantamila nel capoluogo. Capite bene che a distanza di trent’anni abbiamo invertito il corso della storia che, per fisiologia, dovrebbe sempre procedere in un’azione piramidale e non con l’andatura del gambero. Quei sogni pieni di orgoglio, oggi si mantengono su gambe barcollanti, prossime alla resa definitiva. Cominciamo con il dire che le responsabilità in parallelo con i ruoli recitati, sono di

tutti. Forse dobbiamo cominciare a dire che le analisi al negativo è sempre troppo comodo scaricarle su chi ci ha governato negli ultimi decenni. Per esempio mi verrebbe da chiedere a quei circa diecimila abitanti di Campobasso che sono andati a vivere nei paesi circostanti( in piena libertà) se mai hanno avuto un rigurgito di pentimento quando sono stati depen-

nati dai registri di residenza della città che gli ha dato i Natali. Solo un interrogativo, forse banale, per far intendere che l’orgoglio di appartenenza o si ha o non si ha. Il problema vero è quello di capire cosa si può fare per arrestare tale stato comatoso che non può che portarci alla fine. Secondo il mio modesto parere, più che azioni economiche e industriali che pos-

sono rappresentare un’ utopia visto la devolution in atto nel mondo, c’è bisogno che la gente cominci a recuperare un profilo di moralità migliore poiché sono convinto che persone migliori, con una diversa coscienza civica vocata alla collettività e non allo spregiudicato individualismo, possa restituire serenità e saggezza per individuare azioni di resistenza. Se non usciamo dal degrado in cui siamo tutti finiti non ce la facciamo e continueremo a rimproverare al Presidente di turno, al Sindaco e all’assessore del momento, quelle colpe che sono anche nostre. Denunciando, denunciando, ci accompagneremo alla fine. Ha detto qualche giorno fa un mio amico in televisione,:” Cerchiamo di tornare persone normali”. Può sembrare una “scemenza” ma invece è una grande verità.


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3 23 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

L’accredito dei 26 milioni di euro alle imprese creditrici per i lavori di ricostruzione post sisma è ancora una chimera

ACEM: cornuta e mazziata A questo punto tra il governatore della Regione Molise e l’Associazione Costruttori Edili del Molise (ACEM) non può che essere un fatto personale, un’idiosincrasia inconfessabile ed ingiustificabile che deve prendere così profondamente Paolo Frattura da fargli perdere lucidità. Non può spiegarsi altrimenti il mancato accreditamento alle imprese edili delle somme dovute loro per i lavori di ricostruzione post sisma. Sono anni che i lavoratori attendono che gli venga dato quanto si sono letteralmente sudato e a nulla sono valse, nei mesi scorsi, le reiterate proteste dell’ACEM; a niente sono valse le minacce di licenziamenti di massa. Di questi soldi nemmeno l’ombra. Finché, qualche settimana fa, con naturale ed istintivo sfoggio di boria, il presidente Frattura annunciava “alla città ed al mondo intero” che, graziosamente, sarebbero stati liquidati 26 milioni di euro alle imprese creditrici; manifestando tutto il suo personale fastidio per gli inutili polveroni che quegli scocciatori dell’ACEM avevano sollevato, per mesi, sugli organi di stampa. Ora, sarà pur vero che recentemente il mondo ha dimo-

lettera aperta Illustre Presidente, le vicende inerenti le liquidazioni alle imprese dei crediti maturati, con particolare riferimento alla ricostruzione post sisma, hanno incrinato un rapporto di fiducia che questa Associazione ha avuto nei Suoi riguardi, talmente radicato e profondo che sulla Sua parola le imprese hanno eseguito e rendicontato lavori ingenti per somme ingenti, portando avanti numerosi cantieri avviati e loro malgrado indebitandosi. Un rapporto di fiducia che io per primo in qualità di presidente ho condiviso, nell’ottica di un rapporto di collaborazione che secondo il mio modesto parere debba permeare la relazione tra gli enti esponenziali delle categorie produttive e la politica in generale. Un rapporto di fiducia sovente difficile da giustificare dinanzi a vicende alterne tipiche dell’amministrazione pubblica che, pur endemiche ad un ordinamento fin troppo compassato e burocratizzato, oggi non appaiono concepibili e tantomeno condivisibili ad una classe imprenditoriale che troppe volte ha prestato il fianco in passato senza raccogliere i frutti sperati e che, per defor-

strato a tutti di aver preso a girare all’incontrario, ma come è possibile accettare un atteggiamento simile dalla massima carica istituzionale della Regione? Soprattutto se è vero, come è vero, che questi benedetti soldi non sono ancora stati accreditati sui conti correnti di chi se li era guadagnati, ormai qualche annetto fa. Si avete capito bene: anni di ri-

tardi, grande annuncio a petto in fuori della liquidazione delle somme, tiratina d’orecchie a chi s’era anche permesso di lamentarsi e, rullo di tamburi, fregatura finale. Ancora niente soldi. Dev’essere una questione personale. Tanta spudorata sfacciataggine non si spiega altrimenti. Puro esercizio di bullismo, di prepotenza. Non si spiega altrimenti la

non inclusione del settore edile nell’area di crisi e relativi finanziamenti governativi; non si spiega la mancata cantierizzazione dei 90 milioni di fondi originariamente destinati all’autostrada del Molise, opera cui si è voluto rinunciare dopo mesi di annunci e dichiarazioni di senso contrario; non si spiega altrimenti l’assenza di una programmazione a lungo termine, da parte del governo regionale, di misure che possano intervenire a favore di un settore che in soli cinque anni ha perso il 50% dei lavoratori addetti, passando da 10.000 a 5.000; depauperando un capitale umano, professionale ed economico da sempre rappresentativo della realtà molisana. Alcune imprese stanno cercando di far valere la forza della legge contro questa allucinante dimostrazione di trascuratezza ed incapacità amministrativa, volendo restare, con grande fatica, nell’alveo delle espressioni di una certa compostezza, ma i tempi lunghi ed i costi non indifferenti di questo tipo di procedimenti scoraggiano la maggior parte di loro. Imprese, lavoratori, famiglie ed osservatori restano così, appassionatamente

stretti in un ideale ed attonito abbraccio, in attesa che finalmente venga riconosciuto a chi ha lavorato il suo compenso. Tempi maledettamente tristi quelli in cui un processo di questa elementare evidenza debba avere un iter così travagliato. Non solo per le lungaggini amministrative, cui, anche se se in modo innaturale, abbiamo finito ad abituarci, ma soprattutto per l’arroganza, l’alterigia e l’inaccettabile trombonaggine con cui l’ACEM, e le imprese che rappresenta, sono state trattate dal governatore. Probabilmente sincere e dovute scuse per il ritardo, cui l’annuncio della liquidazione delle somme (che ancora si attende) si sarebbe dovuto accompagnare, era pretendere troppo da parte di chi empatia non ha mai saputo dimostrare, ma almeno la stizzita ramanzina gli andava davvero risparmiata a questi lavoratori. O, se proprio ramanzina doveva essere (eh, beh, il potente è fatto così), il giorno dopo sarebbero dovuti partire gli accrediti; e così non è stato. Invece le imprese, i lavoratori e le loro famiglie sono, al momento, cornuti e mazziati. Con i gentili omaggi del signor governatore.

Presidente Frattura, così distrugge l’edilizia mazione professionale, è abituata a guardare sempre al “concreto”: il resto non le importa, non le interessa. D’altronde i numeri sono chiari: un settore dimezzato nel giro di pochi anni. Una fiducia ed una linea collaborativa difficile da gestire e da far “digerire” ad alcuni colleghi imprenditori, le cui invettive veementi e rabbiose si sono scaraventate verso l’Associazione, la quale ha effettuato un’opera di filtraggio da alcuni non condivisa e sfociata in ripetuti attacchi alla mia persona ed alla struttura, finanche nell’Assemblea ultima convocata sull’emergenza. Tuttavia, tutto questo non è bastato, se ha avuto l’ardire di tenere nascosto alla nostra Associazione ed agli imprenditori che essa rappresenta, l’arrivo di una somma pari a 26 milioni e 800mila euro che senza la nostra levata di scudi, come Lei l’ha definita, chissà quale altra destinazione avrebbe preso, interrompendo di scatto un dialogo che come dicevo agli inizi ritengo fondamentale per un sano rapporto tra la classe dirigente e le rappresentanze sociali ed economiche. Ci siamo interrogati per giorni

sul perché. Il perché è semplice: perché si sta continuando a far cassa sui soldi delle opere pubbliche; perché per Lei non c’è un’emergenza edilizia in Regione vista la non inclusione del settore nella cabina di regia dell’area di crisi e l’insensibilità assoluta verso le istanze della nostra Associazione, perché non fa notizia che dal 2008 oltre 600 imprese edili hanno chiuso e il numero di occupati è passato da 10.000 addetti a poco più di 5.000: numeri di gran lunga superiori a quelli delle aziende che tengono banco invece nella Sua agenda politica quotidiana ed in quella della sua coalizione di maggio-

ranza. Il perché è semplice: perché si preferisce pagare le imprese una volta all’anno, spremendole e dissanguandole anche nei confronti delle banche fino all’ultima goccia, esponendole all’usura, inventando storie e fronzoli come la perenzione o altri tecnicismi studiati ad arte a tavolino dai burocrati per poter procrastinare di mese in mese e poi di anno in anno gli agognati pagamenti. Presidente, così non si può andare avanti, glielo dico a nome di tanti imprenditori disperati che non credono più a nessuno, quelli veri del Molise e veri molisani, che davvero patiscono la crisi! E, per intendersi sul concetto di chiarezza, occorre che Lei ci dica le cose come stanno, la condivisione è elemento di ricchezza e, le scelte politiche devono avvenire dopo il confronto: la politica è la capacità di ascoltare e di fare sintesi delle varie idee e proposte, e non deve sfociare nel puro tec-

nicismo. Non faccia il risentito, sia perché non è congeniale al ruolo che riveste, sia perché chi deve sentirsi offeso per come viene trattato siamo noi e solo noi (pagati una volta all’anno e rinviati a dopo l’esercizio provvisorio di bilancio dell’anno seguente). La nostra Associazione continuerà a lavorare per portare il proprio contributo, le proprie istanze, le proprie idee in qualsiasi sede essa potrà, affinché il settore che rappresenta in questa Regione, sia tenuto in degna considerazione, cosa che non è mai avvenuta. Veda, un nuovo significante particolare emerge da questa situazione ed è la compattezza che si va creando e fortificando tra le imprese della nostra regione, non più ognuno per la sua strada ma tutti sulla stessa strada per obiettivi comuni. Il dato di fatto comunque che ad oggi resta è che le imprese impegnate nella ricostruzione non ancora vengono pagate e nessuno, anche dopo i nostri ripetuti inviti, ci ha detto ufficialmente quando questo avverrà. Acem Molise


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23 febbraio 2016

Il mondo libero della politica guarda con crescente interesse a Manuela Petescia e a Tecla Boccardo

E se alla presidenza della Regione venisse eletta una donna? Nel momento in cui la politica declinata al maschile ha raggiunto il livello più basso, la sua peggiore espressione, la sua totale incapacità a interpretare la propria missione di governo, sono loro a essere “maestre di pensiero”, leader d’intraprendenza, alternativa alla rassegnazione, orgoglio dell’appartenenza Il processo di decomposizione della politica, il suo rendersi sempre più lontana e ostica alla gente comune, il personalismo esasperato di chi si trova ai posti di comando, la irrespirabilità dell’aria, per assenza di democrazia, nelle istituzioni, stanno aprendo scenari inaspettati. Tra le ipotesi che si vanno formulando intorno all’esigenza di un rinnovamento che sia tale e non la parodia interpretata e realizzata dalla coalizione di centrosinistra con l’ingaggio, a titolo oneroso, di Paolo di Laura Frattura prelevandolo dal suo habitat naturale di imprenditore e progettista di marca liberale, ne sta lievitando una che se davvero lieviterà, si proporrebbe come l’evento dirompente, il crac di tutte le storie e le vicende politiche molisane, lo tsunami incontenibile di ogni forma di resistenza al cambiamento. Abbiamo una naturale comprensibile ritrosia ad aprirla questa ipotesi, così e semplicemente alla cronaca, nonostante sia solleticante oltre che ammirabile per la dose di coraggio, di forza d’animo, di determinazione che esprimerebbe e significherebbe. Ritrosia a non comprometterla, ad offrirla cioè anzitempo

alle manovre destabilizzatrici del potentato dei partiti, ai cavalli di Frisia che verrebbero predisposti per frenarne l’avanzata nella valutazione e nel gradimento dei molisani. Il corpo flaccido del contesto sociale molisano, reso tale dalla dose quotidiana di qualunquismo che gli viene propinato direttamente dalle istituzioni e dal circuito dei media, alla notizia e alle sue implicazioni politiche, sociali, culturali, verrebbe irrorato di energia, scosso in profondità e reso reattivo. Proviamo pertanto a darla la notizia, con il chiaro benefico dell’inventario, ma con un sotteso, quanto auspicabile augurio che accada. Che

di Luigi Mazzuto Il tavolo tecnico prima e i proclami di soddisfazione del governatore Di Laura Frattura sulla Sanità molisana poi invece di aprire una prospettiva per i cittadini, hanno cancellato anche quel briciolo di fortunosa speranza per il futuro in cui solo pochi ormai credevano. Tutto un bluff il riordino da Venafro ad Isernia, da Larino a Termoli e non dormono sonni tranquilli, non vediamo come potrebbero, neanche al Cardarelli di Campobasso. Tutto in agonia in attesa di staccare la spina definitivamente. Roma ordina, Frattura esegue! Riunioni, tavoli tecnici, incontri che hanno partorito la paura di ammalarsi. Altro che “il malato immaginario” di Moliere. Stanno stravolgendo la sanità molisana e ancora non sono stati resi pubblici i Programmi Operativi 2016/2018. I partiti, tranne il PD forse, i sindacati (?), i cittadini molisani (!) non possono procedere ad una completa analisi dei provvedimenti in essi previsti, discendendone quindi l’impossibilità di un reale e doveroso confronto su un tema così importante quale la tutela (vocabolo di cui si è persa traccia in re-

accada la candidatura di una donna alla guida della Regione Molise: sarebbe finalmente la rottura dello schema storico della prevalenza della componente maschile in politica, patrimonio genetico (oltre che di genere) da non mettere mai in discussione. Difatti non è stato mai messo in discussione, soprattutto da quando è stata istituita la ventesima regione italiana. Ma il mondo cambia, e ciò (incredibile) vale anche per il Molise. Nel momento in cui la politica declinata al maschile ha raggiunto il livello più basso, la sua peggiore espressione, la sua totale incapacità a interpretare la propria missione di governo,

sono talune donne a essere “maestre di pensiero”, leader d’intraprendenza, alternativa alla rassegnazione, orgoglio dell’appartenenza. Dalla direzione di Telemolise Manuela Petescia; dalla segreteria regionale dell’Uil Tecla Boccardo. Sono loro le catalizzatrici della cronaca e delle residue speranze di dare al Molise una nuova energia e una nuova identità. Sono talmente esposte, talmente note, talmente seguite ed apprezzate nell’esercizio delle loro competenze, che al cronista viene dispensata l’ulteriore descrizione delle qualità che ne farebbero candidate ideali della voglia e della possibilità di cam-

biamento, di rinnovamento del popolo molisano non afflitto dalla dipendenza del clientelismo politico. Liberare utilmente la mente da condizionamenti, giudizi e pregiudizi, renderla aperta alla novità, alla comprensione di quanto sia necessario e di quanto sarebbe produttivo introdurre nello squinternato meccanicismo politico molisano elementi di novità tarati su livelli professionali eccellenti, oltre che levigati culturalmente e predisposti all’assunzione di responsabilità di governo, sarebbe il migliore viatico per sollecitare una loro riflessione, spingerle ad osare, convincerle a provare a creare l’attesa di un cambiamento vero, profondo, rivoluzionario e libertario. La politica squinternata che sta ammazzando il Molise, per non inabissarsi, potrebbe a sua volta ricorrere allo stratagemma di proporre di suo un volto femminile, passandolo per estraneo alle camarille, al voltagabbanismo, ai rituali del falso consenso, della falsa costruzione d’identità. Potrebbero essere Nunzia Lattanzio e Micaela Fanelli. Ma sarebbe l’ennesima patacca. Dardo

In Molise vietato ammalarsi gione) della salute. Quello che non riusciamo a capire è come neanche la sparuta presenza formale in Consiglio Regionale della cosiddetta minoranza riesca ad avere in visione i piani stessi, ma l’intero Consiglio non ne è a conoscenza. Tutti d’accordo con il commissario Frattura? Allora, anzi adesso ci chiediamo a cosa serve il Consiglio regionale se non opera per tutelare il territorio che lo esprime? Regnano le tenebre, mentre non è chiara quale sarà l’offerta dei servizi nei vari ospedali molisani e se quelli pubblici, continueranno ad avere un’organizzazione autonoma o se saranno articolazione di un unico Presidio ospedaliero. Ed intanto arriva dal fondo di solidarietà (sic!) delle regioni un tesoretto da gestire. Come? Quali garanzie sono state richieste al Molise? Non è chiaro dove si continuerà a partorire, è in forte dubbio, infatti anche l’operatività futura del Punto nascita dell’Ospedale Veneziale di Isernia. In merito a quest’ultimo i dubbi, inoltre, insistono sia sull’attuale che sulla futura rispondenza di tutti i punti nascita

a corretti criteri, secondo raccomandazioni e linee guida, di organizzazione e gestione del personale (ostetrico, neonatologico e anestesiologico) che garantiscano in numero adeguato la presenza delle suddette figure professionali h24, 365 giorni l’anno al fine di assicurare un’assistenza continuativa alle partorienti, alle puerpere e al neonato, nonché a fronteggiare l’emergenza ostetrica. Non è chiaro quante e quali saranno le Unità Operative soppresse negli Ospedali pubblici e come avverrà sul piano della piena funzionalità l’integrazione pubblico-privato. Stando a quanto dichiarato dal commissario Frattura, i privati dovranno garantire anche l’emergenza-urgenza, ma delle cosiddette reti regionali per l’infarto del miocardio, per l’ictus e per il politrauma, ad oggi, nulla è dato sapere. E’ notizia di questi giorni che un soggetto colpito da ischemia, in provincia di Isernia, è dovuto rimanere a casa. Dove lo p o r t i a m o ? Non è chiaro quanto del budget annuale per la sanità molisana sarà assorbito dalle strutture private e quanto da quelle pubbliche, restando

così impossibile valutare se sacrifici e tagli insisteranno parimenti sulle une e sulle altre. Ma su questo punto NOI CON SALVINI MOLISE nutriamo molti dubbi, e su come sarà gestito anche il “tesoretto” . Insomma, il fatto che i programmi operativi non vengono resi noti ai cittadini, innanzitutto e poi neanche a quei comitati (?) che avevano sottoscritto protocolli con l’allora candidato Frattura, sta a dimostrare di come non si interpreta al meglio il ruolo sociale ed istituzionale in questa regione. NOI CON SALVINI MOLISE, alla luce di quanto esposto, chiede che vengano resi subito noti i programmi operativi per il riordino della sanità molisana e il verbale dell’ultimo Tavolo Tecnico, cosi che si sappia a quali sacrifici i cittadini molisani, noi cittadini molisani andremo realmente incontro per poterci curare nei prossimi anni, ricordando che su di noi, comunque, graverà un mutuo di oltre 250 milioni di euro! Ed intanto aumenta la mobilità passiva, perché i pazienti scappano nelle strutture di fuori regione. La sanità che funziona!


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5 23 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Particolarmente soddisfatti Angiolina Fusco Perrella e Rosario De Matteis, per essere i più convinti sostenitori di questa discesa in campo

Massimo Romano candidato a Boiano La città matesina ha urgente bisogno di una guida giovane, volitiva, intraprendente, qualificata, per essere nello scacchiere regionale il Centro su cui interagiranno le politiche economiche europee (Fondi Fesr e Fsc), attraverso il Piano operativo regionale (Por), e nazionali (riconoscimento di area di crisi industriale complessa) Il già consigliere regionale (d’opposizione a Iorio e particolarmente indigesto a Frattura per il modo in cui gli tiene testa e lo contesta) ha sciolto la riserva e s’è detto disponibile a candidarsi a sindaco di Boiano. L’area politica dei moderati, gli spiriti liberi e democratici, i benpensanti, gli elettori che anelano a cambiare lo stato di fatto in cui le amministrazioni locali si sono ridotte a povera cosa perché asservite alle strategie del potere politico e non più al dovere di amministrare il bene pubblico in maniera virtuosa, hanno certamente gradito; alcuni gioito per il suo ritorno in politica attiva con il bagaglio d’esperienza maturato, con la voglia di misurarsi, di dialogare con gli elettori offrendo una visione trasparente dell’impegno amministrativo e assicurando piena dedizione alla causa e larga partecipazione. Hanno gioito soprattutto Angiolina Fusco Perrella e Rosario De Matteis, per essere i più convinti sostenitori di questa discesa in campo, ma anche gli altri personaggi che da mesi

l’intervento di Giacomo Lombardi* Pochi giorni fa sono stati diffusi alcuni dati sull’occupazione, che evidenziano come il Molise in linea con altre regioni meridionali abbia perso 10.748 posti di lavoro tra il 2008 e il 2014, ma la nostra regione a differenza di altri territori pare registrare un trend positivo nell’ultimo anno. Questi dati sono allarmanti e preoccupanti perché evidenziano una volta ancora una crisi profonda dell’intero sistema Molise. Senza voler entrare nelle polemiche sterili di questi giorni, solo chi non è intellettualmente onesto può pensare che questa situazione può essere addebitata ad una sola persona o peggio ad una sola parte politica, ma va ricercata, invece, in un insieme di fattori che negli anni sono venuti a mancare. Sicuramente la politica, insieme alle associazioni di categoria, ai sindacati deve avere un ruolo guida di programmazione econo-

hanno avviato una intesa che riporti la politica ad essere espressione vera di servizio e di democrazia. Ci riferiamo a coloro che hanno in animo (e con Romano riescono a passare sul terreno pratico) di creare un riferimento politico comprensibile alla gente, apprezzabile per la chiarezza del linguaggio e per il nitore degli obiettivi programmatici: sviluppo economico e occupazione, rapidità nell’ utilizzare le risorse finan-

ziarie, programmi e fondi europei, rinnovamento della Pubblica amministrazione e sburocratizzazione delle procedure amministrative. Ci riferiamo a coloro che intendono rimuovere la melma dell’opportunismo e creare un muovo processo di ossigenazione sociale, una volta sollevata, con il responso delle urne, la cappa del centrosinistra sul Molise. Massimo Romano ha tutte le qualità (umane e professionali) per in-

terpretare e attuare un progetto politico di questa dimensione e di questo impegno. Si propone alla sua città, ai suoi concittadini, con le soli armi della dialettica, della proposta, della trasparenza e delle capacità. Boiano ha urgente bisogno di una guida giovane, volitiva, intraprendente, qualificata, per essere nello scacchiere regionale il Centro su cui interagiranno le politiche economiche europee (Fondi Fesr e Fsc), attraverso il Piano operativo regionale (Por), e nazionali (riconoscimento di area di crisi industriale complessa). Su cui grava la situazione di difficoltà in cui sono costretti per l’insipienza del governo regionale le centinaia di lavoratori della Gam. Solo un sindaco di Boiano in grado di fronteggiare e smascherare gli opportunismi e gli opportunisti, gli stragemma e gli strateghi che hanno ridotto a brandelli l’economia, e creato la diaspora nel lavoro, che attraverso il ricatto e l’uso strumentale delle risorse di cui dispongono si riservano di crearsi il consenso, può garantire

un futuro alla città matesina e all’intera area di riferimento. Per questo la candidatura di Romano assume un valore e un ruolo particolarmente significativi per la platea dei moderati, per il centrodestra e per coloro (Tiberio, De Matteis, Fusco Perrella, Cavaliere, De Bernardo, Chieffo, D’Aimmo, Di Sandro e Pallante) che da mesi lavorano intorno all’idea di una “comunità politica” aperta alle volontà singole e collettive per rimettere in circolo i valori democratici, ovvero il confronto delle idee, la chiarezza dei programmi, la certezza delle risorse, la partecipazione reale delle categorie e delle forse sociali, delle rappresentanze categoriali della produzione, del mondo scientifico e accademico e della cultura alla programmazione, volendo trarre da ciascuno energie e determinazione per superare i danni della crisi globale e per riconquistare credibilità agli occhi dell’elettorato. Dardo

Lavoro? Ma se il Molise perde i giovani mica e sociale, che di fatto non è stata in grado di svolgere, poiché è diventata autoreferenziale, pensando a se stessa e alle prossime elezioni più che alle prossime generazioni, determinando così un vulnus programmatico di cui stiamo pagando oggi più che mai le conseguenze. L’Istat ci dice - continua ancora lombardi - che il Molise nel 2050 sarà abitato da soli 250.000 cittadini e che ogni anno come regione perdiamo circa 1.800 residenti, allora mi chiedo ha senso parlare di autonomia regionale se a breve di fatto saremo una regione di anziani e con poca forza lavoro? Ha senso parlare di turismo, ambiente, cultura, energie rinnovabili se poi siamo fanalino di coda come capacità di attrarre turisti nel visitare i nostri siti culturali carenti soprattutto di servizi perché nel bilancio regionale non si trovano mai coperture sostanziali per questi settori? I dati drammatici dell’Istat sono stati commentati da importanti

figure istituzionali con una rassegnazione disarmante, come se nulla si possa fare a riguardo per cambiare il trend negativo. Se è vero come vero - continua ancora lombardi - che questa è l’attuale proiezione per il futuro è anche vero che con una buona politica di programmazione economica e di sviluppo sostenibile del territorio, i dati possono essere invertiti o quanto meno attenuati. Il lavoro deve essere senza alcun dubbio la prima priorità assoluta per il 2016, poiché più lavoro si-

gnifica più stabilità e di conseguenza più nascite e quindi si arginerebbe anche il drammatico esodo dei nostri giovani verso altre regioni o addirittura Paesi Europei. Inoltre se riuscissimo ad essere competitivi come Regione, ma qui voliamo semplicemente nel mondo delle fiabe, potremmo addirittura attrarre persone da Roma e Napoli vista la nostra vicinanza geografica e la scarsa qualità della vita di cui si beneficia nelle grandi metropoli. E’ chiaro che creare le giuste condi-

zioni non è facile, ma è altrettanto vero che di idee, programmi e progetti se ne sentono davvero pochi, magari si potrebbe trarre spunto da qualche realtà simile dal punto di vista sociale, culturale e morfologico che è riuscita a fare meglio di noi, magari si potrebbe chiedere ausilio a qualche buon economista, magari si potrebbero valorizzare intelligenze locali o di imprenditori di origine molisana, che hanno raggiunto risultati lusinghieri nel mondo, ma di certo non ci si può rassegnare. Dopo tanti anni questa è la prima generazione che sta peggio dei propri padri e quindi c’è bisogno di uno scatto di orgoglio da parte di tutti, nessun escluso. Se poi qualcuno non si sente all’altezza degli importanti ruoli istituzionali che riveste è giusto e dignitoso che faccia un passo indietro perchè c’è un’intera generazione a cui dare risposte e speranza per un futuro migliore. *Sindaco di Roccamandolfi


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Campobasso

23 febbraio 2016

“Strutture sportive esternalizzate“ Il sindaco Battista ha dato il via al bando per la gestione delle aree per lo sport CAMPOBASSO. Entro luglio 2016 tutte le strutture sportive comunali, a rilevanza cittadina, saranno messe a bando per affidarle ad associazioni ed enti di promozione sportiva. Un obiettivo ambizioso che l’amministrazione municipale guidata dal sindaco Battista, e nello specifico la Commissione comunale Sport, intende portare avanti per dare più impulso alle attività sportive e per sollevare Palazzo San Giorgio dalle spese di gestione degli edifici. L’amministrazione Battista dopo un’attenta ricognizione dello stato dell’arte, ha dunque scelto la strada dell’esternalizzazione al fine di dare risposte più concrete e celeri ai tanti appassionati di sport che frequentano gli impianti a rilevanza cittadina: la piscina comunale, il campo Acli, la palestra di Pallavolo di Villa de Capoa, il bocciodromo comunale, il Circolo Tennis di villa de Capoa e le strutture sportive dello Sturzo. Questi impianti

sono stati finora dati in gestione attraverso convenzioni poi rinnovate negli anni. Le altre come l’antistadio, il Campo Coni e il Palazzetto di Vazzieri, non sono mai state date in gestione. Per il campo di Coni, dove ci si prepara per l’atletica leggera, il Comune sta dialogando con la Fidal al fine

di assegnarlo con affidamento diretto; l’Antistadio invece non sarà affidato fino a quando non si completeranno tutti i lavori necessari e programmati. Intanto ieri l‘Ati (Associazione Tennis Dilettantistica Campobasso e Molise Tennis Project Ssdrl) che si occuperà del Circolo Tennis ha

inaugurato la nuova stagione con un incontro al quale, oltre agli associati e agli appassionati, ha partecipato anche il sindaco Battista: “Ci siamo dati un obiettivo comune, quello di esternalizzare gli impianti e oggi diano il via a questo nuovo corso con il Circolo Tennis che è stato affidato a que-

sta Ati attraverso un bando trasparente, come trasparenti sono tutte le azioni messe in campo dall’amministrazione che non fa sconti a nessuno e che persegue esclusivamente il bene comune. Attraverso l’affidamento ai privati il Comune rilancia il suo patrimonio che sarà riorganizzato dalle associazioni affidatarie che nel contempo rilanceranno, investendo risorse proprie, i servizi offerti alla cittadinanza. Spero che altri imprenditori seguano l’esempio di questo gruppo di giovani che si è messo in gioco per il bene della città“. “Il nostro obiettivo è quello di guardare avanti - ha detto Marco Pulitano in rappresentanza dell’Ati - dimenticando il passato e i problemi di questo Circolo, cercando ora di aprirci alla città affinché questa struttura non sia più un circolo per pochi ma un punto di forza e di riferimento per tutta la città e non solo“.

“Il mondo dà i numeri” Al progetto nazionale parteciperanno tre scuole molisane CAMPOBASSO. L’Istituto Comprensivo “Alessandro Manzoni” di Cerce Maggiore, gli Istituti Superiori “Alfano da Termoli”, “Romita” di Campobasso e l’Istituto “Majorana/Fascitelli” di Isernia sono stati selezionati per prendere parte al progetto “Promozione di ambienti di apprendimento laboratoriali: Il mondo dà i numeri”: l’innovativo programma per l’utilizzo delle nuove tecnologie in classe promosso da CASIO Italia e nato all’interno di un Protocollo d’Intesa siglato a ottobre 2015 con il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il progetto, che ha visto la collaborazione del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, ha l’obiettivo di innovare la didattica attraverso l’intro-

duzione di strumenti di calcolo di ultima generazione e di software per il loro utilizzo, in grado di dar vita a dei veri e propri laboratori. Al bando hanno parte-

I cento anni di Maria Michele Sforza È nata a Ferrazzano cento anni fa. Grande festa per Maria Michela Sforza che ha tagliato il traguardo del secolo di vita. Una lunga pagina di storia raccontata attraverso le sue parole, quelle dei parenti e degli amici che per l’occasione sono arrivati anche dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Argentina. Una grande famiglia riunita dal figlio Giuseppe Sinatra, con cui Maria Michela vive a Marino, che ha voluto regalare alla sua adorata mamma una giornata da incorniciare e da trascorrere con gli affetti più cari. Allegra e sorridente nonna Maria Michela è nata da una famiglia che possiede i geni della longevità: non a caso i suoi 13 fratelli, quattro ancora in vita, hanno superato tutti i 90 anni, lei però è l’unica ad aver spento le fatidiche 100 candeline. A

omaggiare la nonnina anche Antonio Battista - sindaco di Campobasso città in cui Maria Michela Sforza risiede - che con una targa le ha voluto portare il saluto, la stima e l’affetto di tutto il capoluogo. Presente anche la comunità di Ferrazzano, che a Maria Michela ha

dato i natali, rappresentata dal sindaco Antonio Cerio. Nessun elisir di lunga vita, nessuna ricetta particolare per raggiungere il secolo, ma forse il segreto di un tale risultato è tutto nella voglia di vivere che ancora oggi si legge negli occhi di nonna Maria Michela.

cipato quasi 600 scuole, di cui oltre 300 Scuole Secondarie di II grado e oltre 250 Scuole Secondarie di I grado.


Campobasso

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23 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Ha funzionato l’adozione del prezzo politico: curva piena e ritorno allo stadio di donne e bambini

Ha fatto centro l’effetto Aliberti

Due note stonate: i botti (con multa) e il parcheggio eternamente chiuso di Gennaro Ventresca Una curva piena da mortificare tante squadre di Lega Pro. Ha funzionato lo stratagemma di far pagare il biglietto al prezzo di un caffè. Anche se, per colpa di alcuni sconsiderati, il nostro club rischia di pagare una multa, alta quanto una notte al Danieli di Venezia. Due potenti esplosioni hanno salutato le prime due marcature dei nostri ragazzi; per fortuna che l’arsenale era già vuoto quando, allo scadere, il giovane molisano Grazioso ha segnato il terzo gol, il primo della sua lusinghiera stagione. I botti viaggiano a tariffa: la multa è in funzione di quelli avvertiti dall’arbitro. Non oltre due, ci pare. *** Il mondo dei calci d’angolo è ancora abitato -purtroppo- da troppe persone che hanno conservato il gusto incolto di quando si usava ingiuriare l’arbitro, mettendo in discussione la moralità della moglie. Ce n’era qualcuna, ineluttabilmente, anche tra la folla festante della Nord, agghindata e stilosa come poche altre occasioni. Che ci volete fare: la folla è costituita da mille anime, e tra queste ci sono anche quelle di alcuni sconsiderati. Che se la prendono con alcuni vivaci giovanotti

vestiti con la maglia dell’Avezzano, con l’unico “difetto” di appartenere a un’altra razza. *** Dopo aver sciorinato un bel calcio nella prima mezz’ora, la nostra squadra, improvvisamente, ha cercato lo specchio entro cui rimirarsi. Voleva specchiarsi davanti a quel ben di dio di tifosi. La metamorfosi, per poco, non ha provocato un papocchio. A forza di chiedersi chi fossero i più belli del campionato i nostri si sono incartati e debbono ringraziare soprattutto il plastico portiere Grillo che si è superato con alcuni ec-

cellenti interventi se è arrivata la nuova vittoria. *** Il mondo, per il popolo rossoblù, è tornato ad essere un teatro d’Opera, sempre aperto, con tutte le luci accese. Ad esempio: cosa c’è di meglio di rivedere donne e bambini sotto il cielo di Selva Piana? Non sono mancati i selfie con le facce da stadio, da postare in tempo reale su Facebook, su watsup, su posta elettronica, sull’album dello smartphone. E poi la gioia procurata dai tre gol e da qualche deliziosa giocata dei nostri ragazzi con le bluse rossoblù.

*** Felice come un bimbo nel giorno dell’Epifania ha dispensato sorrisi e strette di mano Nello Aliberti che si è congratulato con Giulio Perrucci per aver riaddolcito il cuore dei tifosi del lupo. Merito di Perrucci sino a un certo punto, ma soprattutto del re delle granaglie che da quando ha annunciato la sua (morbida) discesa in campo ha fatto pensare in positivo. *** Paradossalmente il parcheggio, finito ormai da mesi, dopo anni di attesa, resta ancora chiuso. Roba

da non credere. Le istituzioni continuano a palleggiarsi le responsabilità. Ma, intanto, i tifosi continuano ad avere disagi. A chiunque tocchi si faccia in fretta e risolvere il problema. LE PAGELLE. Grillo (8), Lenoci (6), Raho (5,5), Ferrani (6), Di Pasquale (5); Bontà (6), Rinaldi (5,5), Lanzillotta (5); Alessandro (7), Gabrielloni (6), Todino (7,5). Entrati: Grazioso (7), Lucchese (6), Gattari (6). All. Favo (6). Una nota sull’arbitro Piacenza: non ha fischiato un rigore in nostro favore (sullo zero a zero) e ha sbagliato alcune valutazioni di scarso rilievo. Voto: 5

“Il Molise a Roma” Primo appuntamento per la presentazione delle eccellenze regionali. I seminari tenuti dalla delegata regionale Onav CAMPOBASSO. È con il Molise il primo appuntamento di una serie che vedrà le regioni italiane presentare le proprie eccellenze nella Capitale. “Il Molise a Roma”, con l’appuntamento a Villa Rinaldo all’Acquedotto in Via Appia Nuova, 1267 si svolge il 28 febbraio ed è organizzato da Daniele de Ventura della gastronomia capitolina Little Market, in collaborazione con Elena Matei. L’obiettivo della manifestazione è quello di presentare il meglio delle aziende molisane del settore enogastronomico. Questa piccola regione bagnata dall’Adriatico è la penultima per superficie, davanti alla Valle d’Aosta, mentre sul piano produttivo si colloca al di sopra di

Basilicata, Liguria e Valle d’Aosta. Nell’ultimo decennio l’interesse per questo territorio è andato aumentando, anche grazie alla presenza di un vitigno autoctono, la tintilia, che sta dimostrando di avere doti non comuni e ottima capacità evolutiva. Il programma della giornata inizia alle ore 10.00 con l’apertura degli stand espositivi e prevede due interessanti seminari: alle 11.00 “Tintilia del Molise 100%”, alle 16.00 “Il territorio molisano si presenta”. Il primo seminario (orario: 11.00-12.30) sarà presentato dalla docente nazionale ONAV Carla Iorio, insieme ai produttori di ogni azienda partecipante. Un tuffo nella viticoltura molisana, seguito dalla degustazione di otto vini da uve Tintilia 100%

Queste le aziende in degustazione: • Cantina Claudio Cipressi - Collequinto 2015 • Cantina Campi Valerio - Opalia 2014 • Cantina Angelo D’Uva - Lagena 2014 • Cantina Cianfagna - Sator 2014 • Cantina Salvatore Pasquale - Rutilia 2011 • Cantina Catabbo - S 2011 • Cantina Cieri - Re Bove 2012 • La Cantina di Remo - Uva Nera 2009 Il secondo seminario (ore 16.00-17.30) sarà sempre condotto da Carla Iorio con la partecipazione dei produttori locali e prevede una degustazione dei formaggi, salumi ed oli d’oliva rappresentativi del territorio molisano.

MoliStart e MoliHub insieme per costruire nuove opportunità per il Molise Firmata convenzione con la quale le due realtà avviano un percorso comune CAMPOBASSO. Un percorso comune per generare e sostenere idee, progetti, opportunità di impresa con l’obiettivo comune di valorizzare il territorio molisano. Si inserisce in quest’ottica la convezione sottoscritta da MOLISTART e MOLIHUB, due realtà giovanili in costante movimento grazie alla creatività, all’intraprendenza e alla volontà

unanime di contribuire allo sviluppo economico, culturale e occupazionale del Molise. L’associazione Molistart, realtà consolidata che opera attraverso la collaborazione e la cooperazione con altre associazioni, imprese, professionisti locali, attraverso l’organizzazione di workshop, incontri formativi, eventi culturali; MoliHub, il

Polo tecnico che sostiene la nascita di start-up giovanili e si pone l’obiettivo di attrarre sul territorio regionale imprese orientate alla ricerca e alla progettazione in diversi settori chiave, tra cui ambiente, turismo, agroalimentare, informatica, marketing e comunicazione. Partendo dalla convinzione che unendo le energie che soprattutto

i giovani sono in grado di mettere in campo, si è arrivati alla sottoscrizione di una convenzione con la quale le due realtà si impegnano a perseguire le seguenti finalità: promozione e sviluppo del territorio; supporto alle aziende locali al fine di migliorare la loro competitività sul mercato locale e globale; sviluppo dei progetti innovativi

connessi all’utilizzo dei fondi della Comunità Europea. Obiettivi strategici ma indispensabili per un Molise che ambisce a uscire dalla marginalità e compiere un decisivo salto di qualità. In tal senso, sabato prossimo verranno presentate al pubblico altre startup di giovani molisani che hanno deciso di scommettere su Molihub.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

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23 febbraio 2016

senza alcun finanziamento pubblico

Nasce “Pensiero Libero” Il nuovo movimento politico che scenderà in campo per le Comunali di Isernia ISERNIA. È stato presentato a Isernia il movimento politico “Pensiero Libero”, che scenderà in campo per le prossime elezioni comunali del capoluogo pentro. I promotori del movimento, Lucio Pastore e Alberto Gentile, hanno annunciato che stringeranno alleanze con chi condividerà le loro stesse idee e in particolare il rilancio della città. Lo scopo è quello di presentare un progetto nuovo, che dia valore al territorio e alle attività locali. Tra le idee principali il recupero dell’edilizia e delle terre abbandonate, cre-

ando nuovi marchi, l’incentivaz i o n e dell’artigianato e il recupero del patrimonio culturale ai fini del turismo locale. “L’idea è quella di ricreare le condizioni perchè la gente possa vivere in questi luoghi” -hanno detto i promotori. “Noi siamo il centrosinistra,

quello originale ha spiegato Alberto Gentile. - Naturalmente siamo alla ricerca di alleati. Leggendo il documento di Sel abbiamo visto che c’è abbastanza affinità con il nostro. Il candidato sindaco si sceglierà con gli alleati. Quando avremo un quadro preciso e dopo aver condiviso un programma amministrativo potremo decidere insieme chi sarà il candidato sindaco.” Un progetto, dunque, che come hanno annunciato i promotori, potrà essere una svolta positiva per Isernia.

“No a nuovi rifiuti” A Roccaravindola la manifestazione di protesta contro l’inceneritore ISERNIA. Un congruo numero di persone, al di sopra di ogni più rosea aspettativa di partecipazione, si sono ritrovate presso il piazzale della stazione di Roccaravindola, per confrontarsi e a gran voce gridare: “vogliamo un ambiente salubre in cui vivere, che non incida sulla nostra salute come sta avvenendo”. A dare il “la” alla manifestazione la recente notizia balzata sulle cronache abruzzesi e molisane, che riguarda l’incenerimento del CDR abruzzese nell’impianto di produzione energetica di Herambiente, distante pochi chilometri da Roccaravindola.

Situazione che giunge al culmine di anni di posizioni contro ogni tipo di inquinamento ambientale, sposato dalle “Mamme per la Salute di Venafro”. Il primo incontro del comitato civico sorto nella popolosa frazione di Montaquila, è stato foriero di interventi, tutti tendenti a stigmatizzare il lassismo degli amministratori pubblici degli ultimi anni sui temi ambientali e all’approdo di colossi industriali nell’area di Pozzilli Venafro, che hanno contribuito, oltre al traffico veicolare, a rendere tutta l’area del Volturno oramai irrimediabilmente compromessa e

con essa – secondo i vertici del comitato – anche la salute degli abitanti della zona, con un numero sempre crescente di casi di neoplasie e decessi. Non vi è più tempo da perdere – secondo il comitato – bisogna monitorare chi inquina ed evitare che si facciano speculazioni sulla pelle dei cittadini. Tutto rimandato ad un prossimo incontro, con iniziative concrete da portare avanti, la gente c’è ed è attenta agli sviluppi della questione, non più disponibile a subire supinamente decisioni non condivise.

Droga e immigrazione clandestina, quattro persone denunciate Operazione dei Carabinieri. Sotto sequestro numerose dosi di hashish ed un’autovettura Opel Astra Nell’ambito di una nuova operazione predisposta dai Carabinieri per contrastare il fenomeno del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti in provincia di Isernia, quattro persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria, sottoposti a sequestro circa venti grammi di hashish ed un’autovettura Opel Astra. Ad Isernia, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno accertato che un 18enne, studente del posto, forniva ad altri giovani studenti

dosi di hashish, procedendo nei suoi confronti con una denuncia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre a Venafro, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile e quelli della Stazione di Montaquila, dopo un breve inseguimento, hanno bloccato un’autovettura Opel Astra, con a bordo un 27enne ed un 33enne, entrambi di origine marocchina, che non si erano fermati ad un posto di blocco. Il primo, regolarmente munito di permesso di

soggiorno, aveva utilizzato l’autovettura nonostante fosse già stata precedentemente sottoposta a sequestro amministrativo ed affidatagli in custodia giudiziaria, mentre il secondo risultava privo di permesso di soggiorno e pertanto considerato immigrato clandestino. I Carabinieri procedevano anche ad una perquisizione presso l’abitazione del 27enne, domiciliato a Monteroduni, scoprendo la presenza di un altro immigrato clandestino, 32enne sempre di

origine marocchina, tra l’altro trovato in possesso di alcuni involucri contenenti sostanze stupefacenti del tipo hashish. I tre sono stati tutti fermati ed accompagnati in Caserma e dovranno rispondere a vario titolo di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, violazione dei doveri inerenti la custodia di cose sottoposte a sequestro, permanenza illegale sul territorio nazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Nei loro confronti oltre alla de-

nuncia alla competente Autorità Giudiziaria, e scattato anche il sequestro del veicolo, della droga rinvenuta e per i due trovati privi di regolare permesso di soggiorno sono state avviate le procedure di espulsione dal territorio nazionale. Dai primi accertamenti, non si esclude che le dosi di hashish, fossero destinate ad alcuni giovani acquirenti del venafrano e dei comuni limitrofi dell’alto casertano, quali Capriati a Volturno, Ciorlano, Presenzano e San Pietro Infine.

Pozzilli, perchè sopprimere la Pro Loco? Di Massimiliano Scarabeo Sono venuto a conoscenza che la Regione Molise, a seguito di una richiesta specifica del Sindaco e di una apposita delibera del Consiglio Comunale di Pozzilli, ha intrapreso l’iter per cancellare dall’Albo Regionale delle Pro Loco, quella esistente in questo Comune. Le motivazioni che avrebbero indotto la nuova Amministrazione a cancellare la propria Pro Loco, sono riferibili a una non bene identificata lesione del principio di democrazia che sarebbe stata perpetrata ai danni dei cittadini di quel Comune. Forse che il danno di volerla cancellare a tutti i costi dall’Albo Regionale delle Pro Loco sarebbe meno lieve? Credo che la Regione, in questi ultimi anni, abbia intrapreso la strada giusta per rivalutare queste Associazioni e pertanto la decisione di cancellarle stride fortemente con il lavoro sin qui svolto. Ho detto già in altre occasioni che lo sviluppo

di questa Regione passa anche e soprattutto attraverso la promozione del turismo e quindi del territorio, e con tutti i problemi legati alla salvaguardia dell’ambiente pensare di togliere di mezzo anche le Pro Loco che rappresentano un motore per l’attività a supporto del turismo locale e non solo, è una scelta a dir poco discutibile. Senza entrare nel merito della questione, la Regione non può e non deve permettere che mere diatribe politiche o peggio, di carattere personale, “schermaglie” di schieramento appartenenti ad altri tempi, possono stroncare iniziative importanti come quelle svolte dalle numerose, per fortuna, associazioni turistiche presenti nei nostri comuni. Per queste ragioni presenterò domani una interrogazione in Consiglio Regionale che faccia rivedere le posizioni della Regione, organo deputato a decidere sulle Pro Loco. Cancellare

una Po Loco dall’Albo Regionale è come trovarsi di fronte ad un malato che può essere guarito, al quale però, invece che somministrare una cura adeguata gli si pratica l’eutanasia. Se di potenziamento di queste associazioni si vuole e si deve parlare, se davvero le vogliamo svincolare dai gangli politici a cui sono state legate per anni e l’ultima Legge Regionale al riguardo lo ha voluto dimostrare ampiamente, allora si continui sulla strada del loro potenziamento e non della loro cancellazione. Per questo chiederò al Governatore Frattura e al Consigliere Di Nunzio, delegato al turismo, di non coinvolgere la Regione in situazioni che potrebbero determinare pericolosi precedenti favorendo disgregazioni che influiscono negativamente sul funzionamento di questi importanti enti a carattere locale.


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Termoli

23 febbraio 2016

“Carresi, si riparte”

Dopo il nuovo disciplinare la corsa si riavvia da San Martino in Pensilis il 30 aprile SAN MARTINO IN PENSILIS. Le Carresi sono pronte a ripartire in questo 2016 che per molti rappresenta il loro anno zero. Dopo la definizione del nuovo disciplinare con l’avvallo della Procura, ha preso il via l’iter organizzativo che coinvolge le tre realtà di Ururi, Portocannone e San Martino in Pensilis. “Le Carresi ripartiranno sulla base del disciplinare che sarà la nostra linea guida – ha affermato il sindaco di San Martino, Massimo Caravatta – stiamo lavorando per far sì che il disciplinare venga rispettato in ogni suo punto quindi stando molto attenti alla sicurezza degli animali e delle per-

sone”. Alla base di tutto ci sarà la “collaborazione tra tutti e tre i Co-

muni, le associazioni dei carri, la popolazione, per puntare alla sicurezza, tranquillità, serenità, pa-

catezza e rispetto delle regole perché ci sembra un modo giusto per affrontare la questione, spenderla in maniera importante e far sì che questa bellissima tradizione possa permanere sul territorio facendo da volano allo sviluppo dello stesso”. Accolto a tratti con scetticismo, per alcuni il nuovo disciplinare toglierà qualcosa alle carresi eppure, Caravatta, non è di questo avviso. “Con il nuovo disciplinare – ha affermato Caravatta – non mancherà assolutamente nulla. Ci saranno un po’ di accortezze in più nel passato d’altronde già avevamo cominciato a lavorare a una serie di regole. Adesso le abbiamo affinate e

meglio posizionate e cercheremo – ha continuato il primo cittadino – di stare attenti al benessere degli animali, cosa che è stata fatta anche nel passato adesso ci presteremo più attenzione e tutto questo servirà a stabilire che questa bellissima manifestazione sia rispettosa delle regole e sia bella da vedere per garantire uno spettacolo bellissimo alla gente dei nostri posti ma anche a quelli che vorranno venire da fuori per godere di questo bellissimo territorio che è il basso Molise”. Appuntamento quindi per il 30 aprile a San Martino, 3 maggio a Ururi e 16 maggio a Portocannone.

“Il sindaco impari a rispettare i cittadini” Anche i Cinque Stelle puntano l’indice contro l’amministrazione di Montenero di Bisaccia MONTENERO DI BISACCIA. Nuove insidie politiche per l’amministrazione Travaglini a Montenero di Bisaccia. Non bastassero gli strali quasi quotidiani di MonteneroVince e dei suoi consiglieri di opposizione Nicola D’Ascanio e Valentina Bozzelli, anche il Meet Up locale del Movimento 5 Stelle ritiene di dire la sua. “Travaglini impari a rispettare i cittadini liberi! Comprendiamo la difficoltà del sindaco e della sua maggioranza di fronte alla incapacità e disabitudine di con-

frontarsi con una opposizione vera, di subire la critica dei cosiddetti “movimenti minori” e di affrontare il punto di vista dei cittadini liberi come noi che, pur non essendo nelle istituzioni, hanno diritto ad essere portavoce degli interessi della comunità. Invitiamo, pertanto, l’intera Amministrazione Comunale a fare chiarezza al suo interno evitando così di generare confusione tra i cittadini sulle questioni aperte che li assillano. Ricordiamo, infine, semmai ce ne fosse ancora bisogno,

che gli unici “sobillatori” del Meetup “Montenero in Movimento” coincidono con i cittadini stessi. Rimane aperta la ferita democratica che si è consumata la sera del Consiglio Comunale del 15 febbraio scorso in cui non è stato permesso alla presentatrice della petizione popolare di esporre le ragioni dei 60 cittadini sottoscrittori ed impedito all’intero consiglio l’esercizio di una sua prerogativa, esasperando, in tal modo, il dibattito e deludendo i diritti di quanti aspettavano ed aspettano risposte adeguate nel merito. Perchè tutto questo?”

Osteoporosi, patologia in crescita Incontro dibattito nell’aula dell’università a Termoli sull’attività scientifica in corso TERMOLI. Si è discusso di osteoporosi all’Università degli Studi del Molise, in occasione del simposio formativo e di aggiornamento organizzato e curato dal Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute “V. Tiberio” dell’UniMol. A prendere parte all’appuntamento è stato Maurizio Taglialatela, Ordinario di Farmacologia con la piena sinergia con la Direzione generale per la salute, servizio politica del farmaco della Regione Molise. L’evento a cui hanno partecipato docenti universitari ed esperti aveva lo scopo di fornire le basi farmacologiche e cliniche per un arricchimento professionale nelle competenze dei farmacisti, medici e numerosi altri operatori della salute addentro alla complessa gestione del paziente affetto da osteoporosi. “L’obiettivo principale di questo incontro – ha affermato Taglialatela – è stato principalmente portare a Termoli gli interessi che sono della regione e dell’Università relativamente all’attività scientifica che si stanno compiendo nell’ambito della Osteoporosi che è una malattia di un grandissimo interesse individuale e sociale anche per l’impatto che ha sulla spesa farmaceutica regionale.

Noi siamo impegnati in progetti che sono finanziati da fondi dedicati alle regioni dall’Agenzia italiana del farmaco che sono stati erogati alla regione Molise specificamente per fare ricerca nel campo della farmacologia dell’osteoporosi. Abbiamo attivato questo progetto nell’ambito regionale di Farmacovigilanza in collaborazione con l’Università del Molise, di cui io sono docente, e quindi stiamo portando avanti sia propriamente di farmacovigilanza,che con la valutazione dell’impatto economico della spesa sanitaria”. Nel centro cooperano attualmente quattro collaboratori che gestiscono il tutto guidati dal professor Maurizio Talglialatela. “Come ha detto chi mi ha preceduto – ha continuato Barbara Di Luzio, una delle componenti dell’equipe – siamo quatto collaboratori del Centro. Ci occupiamo di questo progetto sull’Osteoporosi dai bisogni di cura all’appropriatezza prescrittiva, quindi, come dice il progetto stesso, cerchiamo di avvicinare, di migliorare, soprattutto nella regione Molise, l’appropriatezza prescrittiva per quanto riguarda la prescrizione dei farmaci per la cura dell’Osteoporosi, nello specifico sono farmaci Bifosfonati, Teri-

partide. Io personalmente – ha continuato la Di Luzio – ho parlato dei consumi e delle misure regolatorie regionali poiché abbiamo avviato questo progetto anche per monitorare la spesa farmaceutica regionale. A tal punto oggi oltre ai relatori presenti che rappresentano tutti gli specialisti che si occupano di Osteoporosi nella regione Molise, è stato invitato il dottor Napoli arrivato da Roma per parlare ai presenti dei

P.D.T.A. che sono i Piani Diagnostici Terapeutici Assistiti, piani che, oltre a razionalizzare la spesa, tendono a migliorare notevolmente l’appropriatezza prescrittiva anche perché il Molise ha un’alta percentuale di popolazione anziana che, come è noto, è quella che si ammala frequentemente di Osteoporosi. Spesso gli stessi ammalati sono abbandonati a loro stessi proprio perché non esiste un vero e proprio centro di riferimento per la

cura dell’Osteoporosi, o meglio le strutture sono due: uno l’ospedale di Campobasso e uno all’ospedale di Termoli, poi ci sono i vari poliambulatori. Quindi la priorità è quella di creare più centri per permettere ai pazienti affetti da questa malattia di essere curati meglio, perché in questo momento ci sono delle persone a rischio serio di fratture che non vengono minimamente trattate, invece ciò non accadrebbe se venissero creati questi centri”.


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Termoli

23 febbraio 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“No alle trivelle, successo per la protesta” La manifestazione di Termoli ha rimarcato la volontà dei cittadini contro la devastazione ambientale TERMOLI. Le associazioni promotrici della manifestazione “Contro la devastazione e il saccheggio: acqua, aria, trivelle” esprimono tutta la loro soddisfazione per la buona riuscita di un evento costruito in meno di due settimane, che rappresentava una rischiosa scommessa in un territorio come quello del Basso Molise, dove non sempre la popolazione si è dimostrata pronta a reagire. La scommessa è stata pienamente vinta: più di settecento persone hanno sfilato sabato per le vie di Termoli, sfidando il tempo freddo e ventoso, in un corteo colorato e allegro. E se i numeri ufficiali come sempre vogliono sminuire le presenze, chi c’era ha potuto vedere il fiume umano che ha occupato per intero le strade con i suoi cartelloni, le tante bandiere delle lotte territoriali, la denuncia pacata ma decisa delle emergenze .Siamo felici di aver deciso di provare, contro tutte le evidenze, a riportare la democrazia dove essa nasce: per le strade e nelle piazze, dove la sua voce pacifica

e forte risuona più libera che non nelle tante stanze del potere. Avevamo detto nella conferenza stampa di presentazione che la nostra voleva essere una iniziativa di proposta e non solo di denuncia: per questo il cammino continuerà negli incontri di auto formazione tutti i mercoledì alle

ore 19 in via XXIV Maggio 51. Tutti coloro che condividono gli obiettivi del corteo del 20 sono invitati ad essere presenti. Lo scopo primario di questi incontri sarà quello di elaborare assemblearmente le proposte, che saranno poi presentate in forma scritta, degli strumenti partecipa-

tivi già anticipati negli interventi conclusivi della manifestazione: – Stesura di una legge regionale che ratifichi la possibilità per i cittadini di partecipare a pieno titolo ad una commissione permanente su tutte le decisioni riguardo al territorio; -Accesso diretto e costante a tutti

i dati ambientali rilevati dagli enti preposti al controllo ; -Scelta di un sistema regionale di gestione e distribuzione dell’acqua che sia totalmente pubblico, il cui funzionamento sia controllato dai cittadini attraverso un comitato con funzione non puramente consultiva, come previsto dalla proposta di legge e di statuto dell’ente di gestione elaborato dai movimenti per l’acqua; -Possibilità di usufruire di un sistema telematico che dia la visione complessiva di tutti gli interventi produttivi e industriali che vanno a modificare il territorio, in modo da garantire al cittadino la visione strategica di ciò che avviene nella sua regione; -Scelta del sistema dell’inchiesta pubblica, come avviene in molte regioni, a cominciare dall’Abruzzo, per le conferenze di servizio di Valutazione Impatto Ambientale: ciò per dare la sacrosanta trasparenza a procedure che restano precluse e incomprensibili ai cittadini, i quali però subiscono in prima persona le conseguenze spesso deleterie di certe scelte.

Lettera aperta

Ferrovia, quello spezzatino servito ai termolesi

Tutto si sarebbero aspettato i Cittadini Termolesi da Rfi s.p.a tranne che costringesse l’Assessore Regionale Pierpaolo Nagni a definire “la solita zuppa” il progetto del raddoppio ferroviario confezionato per il Molise. Assessore ci fa piacere, annoverarLa tra i cittadini che, da almeno 3 anni definiscono “spezzatino servito ai termolesi” il progetto del raddoppio ferroviario. Ma la condivisione e la critica gastronomica al progetto si ferma alla zuppa e allo spezzatino. Infatti, la solita zuppa per noi cittadini termolesi prevede,in dettaglio, questo: – due barriere antirumore ininterrotte localizzate in corrispondenza del pieno centro abitato di Termoli che presentano le seguenti caratteristiche: Barriera antirumore continua lato mare per una lunghezza di 2 Km circa, con altezza sul piano del ferro variabile da 2 m a 7,5 metri oltre il basamento. La barriera si estende da via Cristoforo Colombo/SS16 (all’altezza del civ.120 in corrispondenza dello Stadio) fino alla via Rio Vivo

(all’altezza del civ.65 in corrispondenza dell’incrocio tra via Nisida e la SS16). Barriera antirumore continua lato città per una lunghezza di 1,2 Km circa con altezza sul piano del ferro variabile da 2m a 7,5m. La barriera si estende da via dello stadio (proprio in corrispondenza dello stadio stesso) fino alla via Cavalieri di Vittorio Veneto (all’altezza dell’incrocio tra via della Pesca e via degli Ormeggi). Altre due Barriere antirumore ininterrotte partono da dove arrivano le prime 2 cioè dalla rotonda Agip (dopo il ponte sul Parco) e costeggiano il mare per oltre Km 4 al binario dispari (lato mare) e quasi Km 4 di barriera di pannelli antirumore binario lato interno città. Queste 2 ultime barriere e il loro carico sfregiante per tutto il tessuto urbano e costiero di Termoli, sono state autorizzate e sottoscritte dall’assessore Nagni e dall’attuale Amministrazione di Termoli, e ai cittadini termolesi non sono giunte voci di protesta o di blocco di binari.

Altrove le muraglie si abbattono, a Termoli si costruiscono e non serviranno nemmeno allo scopo per cui sono già autorizzate dalla Regione Molise e dal Comune di Termoli a novembre 2014. Infatti, poiché il traffico ferroviario previsto in aumento per Termoli sarà prevalentemente merci e poiché esso sarà prevalentemente notturno, i 12 km totali di barriere alte fino a 7,5 metri non riusciranno a riportare nei limiti di legge l’inquinamento acustico prodotto, e allora RFI ha previsto di cambiare gli infissi, a proprie spese, ai cittadini nelle cui abitazioni il rumore non può essere riportato nei limiti di legge ma a patto che i cittadini non aprano quegli stessi infissi (prigionieri in casa propria di infissi di proprietà di RFI s.p.a. che non dovranno essere aperti per salvaguardare la propria salute!). Comitato cittadini in rete

Zuccherificio, una campagna da ridefinire Attesa per i 70 dipendenti dell’impianto saccarifero di Termoli sulle decisioni ministeriali TERMOLI .Allo Zuccheirficio, la campagna di quest’anno, ancora in corso di definizione, sarà comunque l’ultima da fare con il sistema delle quote zucchero assegnate dall’Unione Europea. Chi per anni ha lavorato nella fabbrica di contrada Perazzeto si augura, ovviamente, che se in misura ridotta gli impianti si accende-

ranno ancora. Semine, manutenzione e altri passaggi in pratica. L’impegno dell’amministratore unico, Fabio Marone, non manca e negli ultimi giorni sono stati raggiunti, stando a quanto si è appreso, degli accordi significativi. Si prevedono, infatti, circa 120 ettari da coltivare e per ogni quintale di prodotto

che verrà portato in azienda saranno corrisposti cinque euro, quindi cinquanta euro a tonnellata (circa il doppio del prezzo base). È previsto anche un contributo per l’irrigazione e la fornitura del seme sarà gratuita. Si tratta, dunque, di un primo passo in vista della programmazione della nuova campagna che ha già raccolto le prime

adesioni e vuole trasmettere ottimismo dentro e fuori la fabbrica. Ma in ballo c’è la vendita dello Zuccherificio: dopo dieci tentativi andati deserti è stato pubblicato anche l’undicesimo bando di vendita. Questa volta il prezzo a base d’asta è stato abbassato: sette milioni di euro. Le manifestazioni di interesse

devono arrivare entro il 22 febbraio mentre le eventuali offerte dovranno arrivare entro il 14 marzo. La busta con la documentazione questa volta arriverà? Lavoratori e sindacati se lo augurano così come auspicano che chi comprerà la fabbrica non li dimenticherà anche se questa non è una clausola scritta nero su bianco.



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Opinioni

23 febbraio 2016

I dati ufficiali dicono che, nel capoluogo pentro, l’acqua del rubinetto costa 86 euro all’anno: la tariffa più economica d’Italia. Lo ha scritto “Federcosnsumatori” che ha calcolato il dato su di un’utenza media di tre soggetti che consumi meno di 150mc/annui. Solo qualche diecina in più (105) a Milano, mentre versa di va ben oltre l’utenza di Pisa (442) e di Siena (436). La spesa nazionale si attesta sui 276 euro annui per famiglia, con un costo medio – per mc – di 1,84 euro. Confrontando questi importi a quelli del 2014, si rileva un aumento medio del +6,4% (pari a 16 euro) da rapportare ad una situazione inflattiva che non eccede lo 0,1% rispetto al 2015. Ultimo dato: nel 2011 la regolazione della tariffa tansitò alla “Aeegsi”; e la spesa annua-tipo passò dai 217 euro agli attuali 276 (22% in più, a fronte di un’inflazione inferiore al 4,6% nel medesimo periodo). Per il 2016 si prevedono aumenti analoghi. Purtroppo in Molise solo il 65% dell’acqua immessa in rete viene effettivamente erogato all’utenza. I dati “Istat” pongono in evidenza che la 20.a regione è stata catalogata tra quelle più sprecone rispetto a Bolzano (86%), alla Liguria (80,9%) ed alla Lombardia (78%). Il fatto è che, sin dal 2013, il valore-target delle regioni meridionali era stato pari al 75% e che perciò “Molise acque” dovette adeguarsi. Per dirla in soldoni, l’Istituto di statistica ritenne che, a qualificare l’efficienza della distribuzione (sulla scorta dei flussi destinati ai consumi) debba essere la percentuale di liquidi effettivamente erogata sul totale del quantitativo immesso in rete. Tale indicatore delineò gli obiettivi previsti nel “Quadro strategico nazionale 2007-’13 per le politiche di sviluppo regionale”. Le acque molisane sono quelle che “viaggiano” di più: 2/3 del fiume Biferno corrono verso il Napoletano assieme al San Bartolomeo; tutto il ramo destro dell’acquedotto serve il Beneventano e l’invaso di Occhito finisce in Capitanata. Ma la Puglia non è mai soddisfatta e, periodi-

E’ passato quasi inosservato, il 7 gennaio, il centenario della prematura morte di Vincenzo Tiberio. Eppure Vincenzo Tiberio ha scoperto la penicillina trent’anni prima di Alexander Fleming. La scoperta dell’antibiosi è stata una e vera e propria rivoluzione per la medicina, che, da tempo si affannava alla ricerca di una cura per debellare i virus e i principali batteri responsabili di patologie rivelatisi all’epoca anche fatali. L’antibiosi ha permesso ai medici di trattare i pazienti con una terapia efficace e risolutiva nella quasi totalità dei casi, e per questo motivo la si può porre con orgoglio scientifico nell’albo d’oro delle più grandi scoperte, anche pertinenti a discipline diverse. E’ poi opportuno sottolineare la soddisfazione per tale innovazione farmacologica realizzata da uno scienziato. Tiberio è un ragazzo di buona famiglia nato nel 1868 a Sepino, piccolo borgo molisano. Viene catapultato nella prestigiosa

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Acqua, troppa se ne perde lungo le tubature camente, richiede quote dei contenuti del Liscione per sovvenire ai bisogni dei suoi 4.500.000 cittadini. Ciò avviene benché questa Regione gestisca il più grande acquedotto d’Europa (oltre 2.000 dipendenti, 10.000 operatori e lavoratori nell’indotto, 800 miliardi di fatturato). L’opera si diparte dall’Avellinese, ingabbiando il fiume Sele con condotte che si snodano per 244 km. In Basilicata, un’altra condotta incanala l’invaso del Pertusillo e se ne porta a casa i contenuti. In totale, l’acquedotto, esteso quanto l’intera rete ferroviaria italiana (oltre 23.000 km), distribuisce 20.000 lt/s. Ma conta più di 100 anni e li porta male a

causa delle tubature-colabrodo, della manutenzione assente, delle gallerie che crollano e della gestione inefficiente. Nel 1999, il Ministero del Tesoro (che ne è proprietario) decise di cederlo all’Enel in cambio di mille miliardi, del risanamento dei debiti (altri 500) e di investimenti per 5.700 miliardi in 4 anni. A questo punto la Regione Puglia iniziò una battaglia politica, giacché non è piacevole veder finire in mano di altri un’Azienda che, in periodo elettorale, permette di assumere centinaia di “clienti”. Risultato, il Tesoro finì col recedere dalle originarie intenzioni ed il Governo locale poté continuare ad utilizzare

danaro per assumere votanti anziché per erogare acqua, alimentando un sottobosco che un tempo era gestito dai democristiani e che poi è stato manovrato dai vendoliani con i medesimi sistemi. Questi i motivi per cui Mario Missiroli (+), quand’era Direttore del “Corriere della sera“, definì l’acquedotto un’opera che “da quando esiste, ha dato più da mangiare che da bere “. Nel’ordine ci sono stati due “referenda“. Ma, se la domanda verteva semplicemente sui pericoli di una privatizzazione che avrebbe potuto portare ad una lievitazione delle tariffe, non sarebbe stata sufficiente istituire un’”Authority” per vigilare sulla correttezza economica dei gestori? E che senso avrebbe che il “pubblico” mantenga basso il costo dei consumi quando una gestione in perdita verrebbe comunque addebitata all’utenza sotto altre forme? Certamente la risorsa non teme crisi, dal momento che gli Italiani, per lavarsi, per cucinare e per fare il bucato, comunque debbono spendere. Nel gennaio del 2002 una famiglia-tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 mc, versava in media 150 euro; oggi quello stesso nucleo arriva ad acreditarne quasi 276 che è sempre meno di quanto dovrebbe sborsare per pareggiare il costo reale del Servizio comunale. Ecco perché, da un punto di vista psicologico, l’utente non vuole “consegnare” le tariffe ad un privato. Sa bene che una gestione pubblica (specie nel Meridione) non realizzerebbe mai utili. Ma gli importi percepiti potranno mai dar vita ad una soddisfacente tipologia di erogazione, oppure accadrà come ad Isernia, ricca d’acqua ma regina dei colabrodi e prima tra le città meno care d’Italia? (Claudio de Luca)

Vincenzo Tiberio e la scoperta della penicellina università di Napoli appena maggiorenne per studiare medicina; è ospite degli zii ad Arzano, il paese divenuto poi celebre per il bestseller Io speriamo che me la cavo. Era un’epoca in cui l’acquedotto non esisteva: nell’ampia villa c’è un pozzo per l’approvvigionamento idrico, periodicamente svuotato e ripulito dalle muffe. Il giovane Tiberio è un acuto osservatore e nota che in coincidenza della rimozione delle muffe i familiari sono vittime di disturbi gastrointestinali. Una volta laureato e ammesso nell’Istituto di igiene dell’università diretto dal prof. De Giaxa si dedica a studiare meticolosamente il fenomeno: isola, classifica e coltiva gli ifomiceti, compone e prepara i giusti terreni di coltura. Il risultato è l’articolo Sugli estratti di alcune muffe, pubblicato nel

1905 nella rivista Annali di igiene sperimentale: Tiberio illustra il potere battericida echemiotattico dell’estratto di muffa nelle infezioni da tifo e colera, somministrate ad alcuni conigli. Un articolo che avrebbe potuto salvare milioni di vite, se pensiamo che la penicillina sarebbe stata introdotta come farmaco top secret solo durante la seconda guerra mondiale ed estesa alle popolazioni civili nel dopoguerra. Nel suo laboratorio è ritenuto troppo giovane e presuntuoso, impossibile che le muffe abbiano potere antibiotico diretto; per di più Amalia, la donna di cui è perdutamente innamorato, è anche sua cugina. Temendo conseguenze nefaste su un’eventuale prole, da vero gentleman la lascia libera: si arruola come ufficiale medico di Marina e si imbarca, portando il

suo genio in missioni a Cuba, Zanzibar e isole greche e si distinse anche in questo campo prestando un servizio integerrimo, testimoniato dal suo intervento in tante operazioni militari compiutesi al di fuori dei confini nazionali. Vale la pena ricordare la sua tenacia e il suo coraggio nel prestare aiuto ai terremotati di Messina, in seguito al terribile sisma del 28 dicembre del 1908, sull’allora nave ospedale della Marina dove per l’appunto era direttore sanitario il tenente colonnello medico Tacchetti, al cui fianco si distingueva il capitano Tiberio. Straordinaria fu anche la sua attività nella missione a Tobruk, dove gli fu assegnata la direzione dell’infermeria con l’annesso gabinetto scientifico: a tale periodo risalgono gli studi del medico italiano sulle infezioni tifose ed en-

teriche, che portarono alla formulazione di vaccini che evitarono un’epidemia di tali patologie».. Rientrerà in Italia in tempo per coronare il suo sogno d’amore: sposerà la bella Amalia che gli darà tre figlie, sane; ma proprio quando avrebbe potuto riprendere i suoi studi, nominato direttore del laboratorio di microbiologia della Marina di Napoli, trova la morte per un attacco cardiaco, nel 1915. Il resto è storia: il batteriologo dell’ospedale St. Mary di Londra Fleming nel 1928 nota una coltura di stafilococchi contaminata da muffe, che ne impedivano la proliferazione. That’s funny, la sua memorabile affermazione di fronte a quella scoperta casuale: suo il merito di essersi battuto tra l’indifferenza generale per portare avanti la sua conquista, sua la fortuna di scrivere nella lingua giusta due articoli, poi ripresi dai ricercatori di Oxford Florey e Chain.


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