Effetto domino

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 157 -mercoledì 8 luglio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Gianluca Maroncelli

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Gianluca Maroncelli. Il consigliere comunale di Campobasso potrà restare insediato in Consiglio comunale. Il ricorso presentato dal primo dei non eletti della sua lista, infatti, è stato respinto sia in sede di Tar che di Consiglio di Stato. Oggi, così, si è visto confermare il seggio. Con la speranza che nei prossimi mesi riesca a fare di più rispetto a quanto fatto fino ad oggi per il bene di una città che sta morendo.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Effetto domino La Regione non paga le imprese le aziende i lavoratori la politica dorme e il Molise precipita SERVIZIO A PAGINA 5

Il Tapiro del giorno lo diamo a Pierpaolo Nagni. L'assessore regionale ai Trasporti non sembra imbroccarne una buona. Sulla questione Gtm, si è visto bacchettare anche dai giudici amministrativi del Tar. Ma continua a non pagare. Sulle ferrovie, non ne parliamo. Se la Regione non paga nei termini può richiedere a Trenitalia l'acquisto di treni nuovi? Sembra proprio un non senso. Non si può amministrare pensando sempre che chi c'è stato in passato ha sbagliato. Sono due anni e mezzo che amministra.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 8 luglio 2015

Per la direzione della Fondazione Molise Cultura: Arco più 5 Noi della Gazzetta scommettiamo sulla riconferma di Sandro Arco. Sarebbe infatti una sorpresa, se il presidente della giunta regionale virasse su un nome diverso, per l’attribuzione della carica di direttore della Fondazione Molise Cultura. La riconferma di Arco sembra essere nelle cose, soprattutto nella configurazione dei requisiti professionali e gestionali inseriti nel bando pubblico, ai quali si sono attenuti i membri della commissione regionale incaricata di stilare l’elenco dei candidati idonei ad occupare quella poltrona. Con Arco, la commissione (Vincenzo Rossi, presidente, Annamaria Mastronardi e Sarah Testa, componenti, e da Nina Antonietta D’Elia, segretario) ha stabilito che lo siano Adelchi Battista, Vincenzo Lombardi, Giorgio Palmieri, Stefano Sabelli e Ilaria Trivisonno. Personaggi che, per un verso o per l’altro, sono nel panorama culturale molisano, taluni (Palmieri e Lombardi) per il ruolo che rispettivamente rivestono nell’ambito dell’università e della Biblioteca provinciale “Albino”, tal’altri (Battista e Sabelli) in qualità di autori ed attori. Di Ilaria Trivisonno è nota la direzione amministrava dell’ex Fonda-

zione Teatro Savoia. Frattura potrà scegliere chi vuole (a lui tutto è permesso) ma talune prerogative del bando, che hanno fatto ritenere anche in sede di consiglio regionale ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle che fossero troppo specifiche, appaiono condizionanti alla sua autarchica possibilità di decidere. Il 5 maggio scorso su questo giornale non a caso abbiano titolato “Da Arco ad Arco”, ritenendo, appunto, che alcuni requisiti richiesti dal bando erano ( e sono) molto aderenti al direttore uscente e molto meno ai suoi possibili concorrenti. Quei requi-

lettera aperta Gentile Direttore, ho sempre pensato che l’osservazione diretta sia la miglior analisi che si possa compiere. Ci permette di entrare in contatto diretto con la realtà delle cose senza filtri di sorta e ci fornisce, spesso, l’esatta percezione di ciò che ci circonda. Non è inusuale, infatti, che nella convulsa frenesia in cui siamo immersi quotidianamente, spesso, non si presti la dovuta attenzione a ciò che invece è sotto gli occhi di tutti. Sabato scorso, ad esempio, ho percorso in auto la strada che da Campobasso conduce a Trivento. Un tratto stradale che, a causa dei miei continui spostamenti da e per gli aeroporti di Roma e Napoli, da un po’ di tempo non percorrevo. Gettando lo sguardo oltre il finestrino dell’auto devo am-

siti “particolari” li riassumiamo così come li abbiamo pubblicati e commentanti nella corrispondenza del 4 maggio: “Essere in possesso del diploma di laurea ovvero del diploma di scuola secondaria di secondo grado (Arco non è laureato ma ha il diploma di secondo grado); essere in possesso di documentata professionalità manageriale acquisita con esperienza pluriennale operando con funzioni direttive presso enti di promozione culturale (nessuno come Arco è in grado di poterne vantare); essere in possesso di specifica e comprovata conoscenza

del tessuto culturale regionale con esperienza maturata in posizione direttiva nella gestione di attività ricadenti nell’ambito delle arti visive, della musica, del teatro, con connessa gestione del personale e di spazi destinati alle attività culturali (nessuno nel Molise come Arco è in grado di dimostrare che abbia diretto una struttura o un ente culturali); essere in possesso di documentata esperienza e professionalità nel campo dell’informazione e della comunicazione (Arco è stato nell’organico della Rai Molise); le funzioni direttive di cui innanzi devono essere state espletate per almeno tre anni consecutivi nel quinquennio immediatamente precedente la data di scadenza del bando (altra peculiarità di Arco). Costituiscono inoltre ulteriore elemento di valutazione: l’iscrizione ad albi professionali riguardanti la comunicazione e la promozione delle attività presso il pubblico; la partecipazione a corsi di specializzazione in management relativi al settore dello spettacolo; la partecipazione ad organismi e/o commissioni nazionali per la valorizzazione dei beni culturali e per la promozione e organizzazione di attività

culturali e museali, biblioteche regionali e patrimonio storico e artistico, e una buona conoscenza dei sistemi informatici e telematici e della comunicazione web e social network”. Elementi distintivi di cui Arco è in possesso. Per cui, dovesse essere riconfermato nella prestigiosa e remunerativa poltrona dirigenziale della Fondazione Molise Cultura, nessuna meraviglia. Il segreto sarebbe tutto racchiuso nella capacità della Regione di imbastire un bando scandalosamente perfetto allo scopo. Dovesse invece essere scelto uno degli altri cinque idonei alla carica, saremmo a valutare il loro peso politico, la loro incidenza culturale in versione sinistrorsa e la loro sottesa appartenenza al cerchio magico di Frattura (quello che include Mariola Mogavero, Massimo Pillarella, l’avvocatessa Lalli e pochi altri eletti). In tal caso magari avremmo Arco alle prese con denunce e ricorsi. Comunque, a meno di fantastiche sorprese, eravamo e rimaniamo dell’avviso che per la direzione della Fondazione Molise Cultura si passerà da Arco ad Arco. Dardo

Più che la Metropolitana leggera, si facciano le strade

mettere di essermi sentito, per lunghi tratti, alla stregua della nostra astronauta Samantha Cristoforetti: un paragone che può sembrare certamente azzardato ma che tuttavia rende bene l’idea di meraviglia e stupore che ho avuto osservando un paesaggio quasi “lunare”, oserei dire. Le infrastrutture abbandonate e l’inadeguatezza del manto stradale, unitamente ai reperti di archeologia industriale di ogni tipo disseminati lungo il percorso, contribuiscono a fare della CampobassoTrivento un luogo di notevole interesse storico-industriale e non certo un regolare percorso stradale. L’occasione mi è propizia, dunque, per fare alcune considerazioni che, lungi dal voler rappresentare sterili ed inutili polemiche che nulla apportano sotto il profilo dell’utilità pratica, in-

tendono solo offrire, ove possibile, un piccolo spunto per una riflessione sullo stato della viabilità e delle infrastrutture molisane. Partendo da un presupposto: la conformazione geografica del nostro territorio e la sua scarsa densità abitativa costituiscono elementi che non è possibile trascurare in un discorso strategico sulla mobilità regionale. Occorre interrogarsi, allora, sull’opportunità o meno di realizzare una metropolitana leggera che, in considerazione dello scarso numero di abitanti del Molise, difficilmente potrà reggere la sfida della sostenibilità e dell’efficienza a lungo termine. Tanto più se si considera che la realizzazione di questo tipo di trasporto risponde, principalmente, all’esigenza delle grandi città come Parigi, Londra o New York - di

creare un collegamento tra il centro urbano-lavorativo e le grandi periferie cittadine caratterizzate da una grande consistenza demografica. Viceversa, le zone interne della nostra Regione, il cuore pulsante dell’identità molisana - come lo è appunto il tratto stradale che unisce Campobasso con Trivento - rischiano in tal modo di essere ancor più marginalizzate e tagliate fuori dal circuito della mobilità urbana: una circostanza che, a mio avviso, sarebbe oltremodo deleteria per il già fragile tessuto economico di quei territori. Il miglioramento di queste strade, infatti, sarebbe ben più funzionale rispetto alla costruzione della sopracitata metropolitana nella misura in cui si tiene nella dovuta considerazione il fatto che esiste una stretta in-

terconnessione tra mancanza di infrastrutture adeguate ed impoverimento demografico, come dimostrano tristemente gli ultimi dati dell’Istat. Non è un caso che le zone interessate maggiormente da fenomeni legati all’emigrazione, soprattutto giovanile, siano in effetti quelle colpite in misura maggiore dall’assenza di adeguati collegamenti infrastrutturali. Meglio apparirebbe, quindi, predisporre interventi per un efficace ed ampio rafforzamento della rete stradale molisana in grado di irrobustire i collegamenti tra i vari centri cittadini e fortificare, così, quel legame storico, paesaggistico e culturale tra centro e periferia che è il tratto distintivo principale della peculiarità del Molise. On. Aldo Patriciello .


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3 8 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La legge regionale è stata impugnata dal governo ma era partita con un vizio d’origine. Sistema a rischio

Precari sanità, tutti a casa TERMOLI. Dal sindacalismo sanitario del Basso Molise arriva un grido d’allarme robusto sui livelli di assistenza che si potranno avere (o subire) nell’estate iniziata da un paio di settimane. Una denuncia lanciata nell’agone pubblico dalla Fials, per voce del segretario provinciale Gianluigi Angelucci e dalla Rsu Asrem Antonio Battaglini, Gianluca Ricci e Gabriele D’Eramo. “A seguito dell’incontro tenutosi a Campobasso presso la sede Asrem su richiesta del segretario regionale Fials, la segreteria provinciale e la Rsu della Fials nel prendere atto del mancato rinnovo contrattuale di 21 ausiliari socio-sanitari in scadenza al 31 luglio vuole denunciare che la grave carenza di personale di supporto nelle strutture sanitarie basso molisane mette a rischio la qualità delle prestazioni e, sottopone i lavoratori degli ospedali basso molisani già provati da carenze di organico

oramai storiche, a carichi di lavoro estenuanti e demansionanti. Si aggiunge a tale problematica che il personale dovrà comunque usufruire di ferie per il periodo estivo così come previsto dal Contratto , pertanto l’estate per la sanità bassomolisana non sarà calda ma bollente. Tale carenza, più volte

denunciata e mai recepita nella sua complessità, determina, quotidianamente, quel malcontento che i cittadini manifestano con dichiarazioni anche su testate giornalistiche ma il più delle volte con invettive nei confronti degli operatori i quali, sono solo protagonisti incolpevoli di una gestione politica della Sanità moli-

sana oramai in stato di coma irreversibile e che non è mai riuscita a programmare a medio e lungo termine il fabbisogno di personale adottando solo atti che nel corso degli anni hanno portato ad un continuo aumento del deficit sanitario. Mentre le altri Regioni italiane sottoposte ai piani di rientro sono quasi

tutte uscite dai vincoli soffocanti dei debiti, la Regione Molise come sempre è il fanalino di coda e non solo non è riuscita a ridurre il debito ma lo ha addirittura aumentato. Oggi la dirigenza strategica chiede a personale di supporto di espletare a mansioni inferiori (demansionamento) e al sindacato e alla Rsu di avvallare tali demansionamenti; cosa accadrà a fine anno se non rinnovassero i contratti ai precari di tutte le categorie che sono in scadenza al 31 dicembre. A conclusione di questo comunicato la scrivente segreteria provinciale e la Rsu della Fials Basso Molisana ha deciso di intraprendere una serie di iniziative volte a coinvolgere le istituzioni politiche regionali i comitati le associazioni di volontariato al fine di tutelare il diritto dei cittadini molisani e dei lavoratori di tutte le categorie.

“Salvaguardare il Ss.Rosario” Domani la marcia di protesta della valle del Volturno a Campobasso VENAFRO. Nervi tesissimi a Venafro dove il destino dell’ospedale Santissimo Rosario appare ormai segnato, in particolare dopo la chiusura del reparto di ortopedia. La comunità unita, con in testa il Sindaco Antonio Sorbo, è pronta marciare su Campobasso. E così per giovedì 9 Luglio è stata annunciata una manifestazione per il diritto alla salute nella valle

l’intervento

del Volturno e per la difesa della sanità pubblica. ll Comitato pro Santissimo Rosario e l’amministrazione comunale stanno predisponendo l’organizzazione di pullman gratuiti e annunciano che la manifestazione in programma giovedì sarà solo il primo passo di una lunga battaglia dipopolo. “Il governo regionale e il Commissario ad Acta Paolo Frat-

tura devono capire - annunciano i promotori dell’iniziativa- che la città di Venafro così come tutta l’area di riferimento, non intendono morire.”

Stanno distruggendo la sanità pubblica

I comitati Pro-Cardarelli e Bene Comune Veneziale avvertono la necessità di intervenire sull’atto dell’ASREM n° 420, del 26 giugno 2015, che ha per oggetto: “Avviso pubblico per il conferimento di incarichi libero professionali a medici specialisti in ...”. Riteniamo quest’atto un altro tassello per la destrutturazione del servizio pubblico. Per la prima volta si procede ad un’ulteriore precarizzazione del personale medico in questa azienda. Mai era successo in passato, neppure durante la gestione commissariale, che si procedesse alla stipula di detti contratti. Non solo stiamo

assistendo alla dismissione di U.O. ed al defunzionamento dei piccoli ospedali, senza riconversione degli stessi in strutture a bassa e media intensità di cura, ambulatori, lungodegenze, ecc, ma il personale delle strutture per acuti viene rimpiazzato utilizzando contratti, libero professionali, a 24 euro lorde/ora, per svolgere le stesse mansioni del personale stabilizzato o con contratti a tempo definito regolari. Queste scelte non aiutano a fidelizzare il personale alla struttura e tutto viene precarizzato per arrivare ad un sempre peggiore funzionamento della struttura pubblica. Di contro non vengono minimamente intaccate le strutture private convenzionate che assorbono

169,214 milioni di euro all’anno. Anzi si espandono le convenzioni come nel caso della struttura di Salcito. Per privatizzare, in pratica, si defunzionalizza il pubblico senza intaccare il rapporto con le strutture private convenzionate. I nostri comitati denunciano questo atto e sperano che anche altri soggetti, compresi i sindacati, si ribellino a questa deriva. Si avverte la cittadinanza che procede con lucida determinazione la progressiva destrutturazione funzionale del pubblico e la trasformazione del diritto alla salute da bene comune in merce. Se non si reagisce ora, perderemo progressivamente un diritto fondamentale. Comitati Pro-Cardarelli e Bene Comune Veneziale


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4 8 luglio 2015

Domani presso la giunta regionale saranno presenti autorevoli rappresentanti del ministero dell’Ambiente (Marina Colaizzi) e dell’Associazione nazionale degli Enti d’Ambito (Alessandro Mazzei) a sostegno della costituzione dell’Ente di governo dell’Ambito regionale

S.o.s. della Regione sul Servizio idrico integrato

Alcuni sindaci tenteranno di provare che la tariffa unica si risolverà in un appesantimento economico per i cittadini, e la gestione dell’acqua, delle fogne e della depurazione rischia di finire in mani private. A solo vantaggio del profitto La notizia l’abbiamo anticipata nei giorni scorsi. La ribadiamo. La Regione Molise vuole approfondire gli aspetti salienti della riforma dei servizi relativi all’adduzione e alla distribuzione dell’acqua, alle fogne e alla depurazione: il cosiddetto Servizio idrico integrato, che sta implementando seguendo le indicazioni del governo nazionale e le disposizioni europee. Faccenda delicata, che all’interesse economico sui costi di adduzione e di distribuzione dell’acqua, dello smaltimento delle acque luride e della loro depurazione, unisce molti aspetti di natura morale: l’acqua bene pubblico inalienabile, non commerciabile, ma, a quanto pare, solo sulla carta. La Regione Molise, e per essa l’assessore ai lavori pubblici Pierpaolo Nagni, vuole attutire le critiche che una parte dei sindaci molisani ha sollevato all’idea di arrivare all’applicazione di una tariffa unica e al rischio (vero) che la gestione del Servizio idrico integrato vada in mani private,

Antonio D’Alessandro* Egr. Ingegner Bolletta Doriano Il malessere che in questo periodo si vive in Poste, è tipico di tutte quelle Aziende, enti e società, le cui responsabilità dirette si riversano sulle Aziende stesse e non sui Dirigenti che il malessere l’hanno e lo stanno generando. In effetti, i Dirigenti si rivestono di autorità e con le loro decisioni, con il loro comportamento e disposizioni, creano danni che si ripercuotono negativamente sui subalterni, e di riflesso sulla clientela, senza tenere assolutamente conto di leggi, diritti, C.C.N.L., accordi, verbali d’intesa. In uno scenario come quello che abbiamo davanti, si accentuano i rischi di una drammatica deriva economica e sociale irreversibile a causa di una crisi economica che sta scaricando violentemente i suoi effetti sull’Economia reale e a pagare il prezzo più salato saranno il sistema produttivo, le imprese, le Famiglie, i piccoli risparmiatori e le conseguenze si abbatteranno sulla crescita, l’occupazione, i consumi e la graduale, inesorabile, distruzione di valori. Non sarà certamente il nostro mondo postale, in

qualora, loro, i sindaci, non saranno (o non vorranno) accollarsi l’onere di partecipare ad una società in house per la gestione di cui sopra. Insomma, la necessità che almeno una parte (in questo caso la Regione) avverta la necessità di chiarire la propria posizione, il proprio intendimento e le proprie responsabilità, è

un gesto apprezzabile, che, se letto e interpretato nella giusta misura, può aiutare anche gli “oppositori” ad esprimersi a loro volta con altrettanta chiarezza sui punti controversi e sulle difficoltà che la riforma si porta dietro, passando dall’enunciazione all’applicazione. I sindaci più accorti e preparati su quanto si va

sviluppando sul servizio idrico integrato, che sono in grado di mettere sulla bilancia i “pro” e i “contro” della riforma messa in atto dalla Regione dimostrando che il piatto dei “contro” prevale su quello dei “pro”, vorranno pertanto misurasi sul piano logico, politico e amministrativo. Per cui il Seminario di studio organizzato dalla struttura dell’assessorato regionale ai Lavori pubblici per domani 9 luglio presso la sala del parlamentino in via Genova a Campobasso, si preannuncia particolarmente caldo e non solo per la calura estiva. Affianco dell’assessore Nagni, a supporto del lavoro fatto, a sostegno della costituzione dell’Ente di governo dell’Ambito regionale per il servizio idrico integrato, saranno presenti autorevoli

Poste, troppi i tagli in Molise continuo cambiamento, a rimanere esente nonostante la Dirigenza, ingegner Bolletta, continua a illudersi e agire come se la crisi non riguardasse la nostra realtà! Siamo molto preoccupati soprattutto a causa di un clima ormai insostenibile che va creandosi soprattutto sul nostro Territorio dove alcuni Dirigenti scaricano la loro adrenalina e inquinano l’ambiente lavorativo con ogni sorta di pressioni sui Lavoratori. Ingegner Bolletta, una sorta di umiliazione e demotivazione serpeggia tra il personale, con effetti collaterali molto negativi. Ingegner Bolletta è arrivato il momento di scuotere la sonnolenza, mettere paletti, far comprendere a tutti da che parte stare; ognuno si assuma le proprie responsabilità. Noi lo sappiamo da sempre da che parte stare, e non abbiamo bisogno di scegliere! Ci battiamo per la nostra dignità, per il nostro ruolo, non siamo più disponibili ad assistere passivamente. Ora siamo arrivati al capolinea! Ora si gioca a carte scoperte, bando alle furbizie, alle false pretese, alle finte amicizie,

alle ipocrisie diffuse, alle insolite bugie. Poiché sta nel nostro DNA e nel nostro codice ETICO essere sempre schietti e leali ma altrettanto inflessibili e determinati; saremo vigili e controllori di tutto ciò che attiene alla gestione e che quotidianamente sottrae severi diritti e dignità ai lavoratori! Chi tradisce la nostra fiducia non merita.... prove d’appello. n fatto è certo ed è bene che tutti i Lavoratori di Poste lo capiscano: la SLP-CISL non cederà a nessun ricatto né accetterà alcun compromesso come a sempre fatto. Non permetteremo che in nome del “dio Budget” e della tenuta Aziendale sul Mercato, si chiedano sacrifici ai Lavoratori all’infinito, senza corrispondere loro in cambio le giuste, sacrosante, contropartite e non solo. Ingegner Bolletta bisogna agire con chiarezza, ordine e trasparenza per tentare di recuperare una situazione critica, squilibrata, disastrosa e rilanciare la crescita, lo sviluppo e la qualità dei nostri prodotti e servizi per resistere alle sfide di un Mercato sempre più aperto e competitivo. Basta con la sor-

dità! In questa fase, in cui la situazione precipita vertiginosamente, per fermare la deriva c’è bisogno di capacità, di sensibilità nuove, di strategie compatibili con il territorio, più pragmatismo; requisiti carenti nell’attuale Dirigenza. In particolare, vige un clima di assoluta anarchia! Dirigenti sul Territorio incapaci di gestire il quotidiano, inoltre, permalosi e pettegoli. La pressione è salita troppo e il coperchio è saltato! L’acqua ha iniziato a bollire…! D’ora in poi ingegner Bolletta la SLP-CISL non farà sconti! Serve un piano mirato alla trasformazione in full-time dei tanti giovani, con alto tasso di scolarizzazione, che in Azienda, alcuni da oltre cinque anni, per effetto del “progetto svincolo”, sia per promuovere lo sviluppo professionale di risorse umane ad alto valore aggiunto sia per riequilibrare le carenze di personale, sia nelle funzioni di DUP Monoperatore scoperti sia nelle posizioni di Specialisti Commerciali. Per ovviare alle carenze esistono tanti percorsi, attivare veramente le mobilità in ambito provinciale,

rappresentanti del ministero dell’Ambiente (Marina Colaizzi) e dell’Associazione nazionale degli Enti d’Ambito (Alessandro Mazzei). Ciò sta a significare che la Regione Molise non vuole sentirsi isolata dinanzi alle contestazioni; tutt’altro. Vuole che il percorso intrapreso, e già finalizzato nella costruzione dell’Ente d’ambito, sia assecondato dai livelli nazionali e reso maggiormente credibile laddove annuncia che la gestione del servizio idrico integrato sarà (a suo modo di vedere) “una gestione efficiente, efficace, sostenibile sul piano ambientale ed economico”. A fronte di questa sicurezza, ripetiamo, sussistono alcuni sindaci che intendono provare che la tariffa unica si risolverà in un appesantimento economico per i cittadini, e la gestione del servizio idrico integrato (acqua, fogne e depurazione) rischia di finire in mani private. A solo vantaggio del profitto. Dardo

regionale e nazionale, trasformare tutti i Part-Time in Full-Time! Ingegnere sono argomenti troppo difficili da capire! La SLP-CISL guarda al merito dei problemi, sa cosa vuole e come portare a casa risultati e reclama, un piano strategico, la crescita e lo sviluppo del sistema dei servizi in Molise, basta con i reiterati atteggiamenti di arroganza e apatia, menefreghismo e strafottenza, nei riguardi della nostra realtà territoriale e di tutti i lavoratori molisani. L Ingegner Bolletta si è reso conto che siete ridotti a vivere la vostra vita nell’immediato, aggrappati a un’emotività del presente che vi rende “buoni a spot”; senza essere in grado di progettare nulla secondo un codice etico, capaci di fare solo annunci di buone intenzioni ma incapaci di guardare lontano, alla ricerca ossessiva del risultato di breve termine, del benessere immediato ma senza la necessaria lungimiranza? GuardateVi intorno per renderVi conto di come i Quadri, ai DUP e tantissimi lavoratori, non condividono più le false motivazioni aziendali ed hanno iniziato a sentirsi dei corpi estranei. *Segretario Interregionale Cisl Poste Abruzzo - Molise


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5 8 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il Tar riconosce le ragioni della Gtm di Termoli. Ma l’assessore Nagni si accorge dei danni che sta provocando alle imprese?

Trasporti, Regione ‘dannosa’

CAMPOBASSO. “La Regione avrebbe dovuto preventivamente valutare le conseguenze sulla erogazione del servizio pubblico del provvedimento di autotutela, anche in relazione ai suoi riflessi nei rapporti con il concessionario, con particolare riferimento alla sostenibilità della gestione economica del servizio che, per l’intera durata del contratto, ha beneficiato di contributi di importo quasi doppio. La scelta della Regione, pur ispirata da comprensibili esigenze di rispetto della legalità e di verifica sul corretto impiego di risorse pubbliche, ha massimizzato l’interesse al risparmio, pretermettendo tuttavia la doverosa comparazione di tale interesse primario con i concorrenti interessi pubblici e privati, tanto più necessaria in ragione del lungo lasso di tempo

trascorso, violando pertanto le regole della deontologia della discrezionalità ed incorrendo conseguentemente nel vizio di eccesso di potere, oltre che di violazione di legge”. Così il Tar Molise ha riconosciuto fondate le ragioni della GTm di Termoli

Un altro grave flop del governo regionale. In mancanza di risposte da parte del governo regionale e dell’assessore al lavoro Petraroia, i lavoratori della GAM di Bojano, oggi in cassa integrazione, hanno promosso eclatanti azioni di protesta. Così è stato. Ieri mattina, dopo l’avvio dei lavori del consiglio di Palazzo Moffa, una delegazione di operai ha contestato apertamente il presidente del consiglio regionale Niro e i componenti della giunta, tra cui proprio l’assessore al lavoro. La seduta è stata sospesa e la tensione è salita alle stelle, a causa della comprensibile esasperazione dei lavoratori, il cui destino è appeso a un filo da ormai due anni e mezzo, dopo la contestata decisione del governo Frattura di chiudere l’azienda. L’intervento della forze dell’ordine è servito per riportare la calma tra i manifestanti, i quali, stanchi di annunci e attese estenuanti, chiedono risposte subito. Il bilancio della Gam di Boiano, la società agroalimentare di proprietà della Regione Molise (dal 14 aprile 2015 in fase di procedura concordataria), quindi dei molisani, indistintamente, al 31 dicembre 2014 s’è chiuso con una

dopo avere tagliato risorse e chilometri alla società che gestisce il servizio di trasporto pubblico. La disfatta in corso del sistema del trasporto pubblico in Molise è una delle poche cose che destano ancora meraviglia in una regione oramai avvezza alla cattiva ge-

stione del territorio, all’assenza di programmazione e alla mancanza di priorità nelle cose da fare a fronte di una congiuntura economica sfavorevole. Se ne sarà accorto l’assessore Nagni? Si accorge l’assessore Nagni dei danni che vengono procurati alle aziende? E quelli ai cittadini? Da politica-simbolo dell’efficienza programmatoria dell’ente regionale, il trasporto pubblico si è quasi d’improvviso trasformato, senza una spiegazione plausibile che non si nasconda dietro la coperta troppo corta della crisi, in un groviglio insolubile: riduzione delle corse, soppressione di linee ritenute “non essenziali”, cronica carenza di manutenzione dei mezzi, di blocco di tutti i progetti, alcuni già finanziati, e persino dell’arresto insensato di cantieri già pienamente in corso.

Con una illogica distinzione da tutte le altre regioni italiane, ma anche da tutte le altre nazioni europee, in Molise si è ritenuto sensato provare a riequilibrare i bilanci e i rendiconti in rosso agendo sul trasporto pubblico, come se si trattasse di un accessorio utile, ma non indispensabile. L’assenza di programmazione e l’attuale confusione generata da chi è salito al potere in regione, sta trasferendo direttamente sui cittadini e sui pendolari, non solo il costo più elevato in termini economici per l’aumento costante delle tariffe, ma soprattutto il disagio e le difficoltà di ritrovarsi, quasi d’improvviso, in un territorio meno interconnesso, frammentato, dove persino il percorso casa-lavoro non pare più garantito. Un risultato sbalorditivo.

“Il presidente Frattura è assente per convalescenza” CAMPOBASSO. “Il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, non ha partecipato agli impegni istituzionali in calendario negli ultimi giorni in quanto convalescente a seguito di un intervento chirurgico cui è stato da poco sottoposto”. A darne comunicazione è l’ufficio stampa della Giunta regionale alla luce delle ultime assenze istituzionali del presidente Frattura.

Gam, gli operai bloccano il Consiglio Hanno chiesto ai consiglieri regionali di discutere il caso dell’azienda

perdita di 2.901.595 euro. Esito dovuto all’andamento gestionale caratterizzato dalla sospensione delle attività aziendali fin dal mese di novembre 2013 e, nell’anno 2014, attività circoscritta all’incubazione delle uova e alla schiusa dei pulcini per conto della società La Pellegrina Spa. Una miseria, rispetto alle potenzialità, anche patrimoniali dell’azienda. Il cui capo, il presidente della giunta regionale Paolo di Laura Frattura ritiene giusto e conveniente tenerla praticamente inattiva. Un’assurdità tecnica, amministrativa, non-

ché un “obbrobrio ” politico. Ci sarebbe da reperire nel mondo, crediamo, un proprietario di un’azienda di quella fatta, di quelle dimensioni, con un patrimonio di conoscerne e di esperienza nel settore, di prima qualità, che invece di cercare le soluzioni gestionali e commerciali per ridarle vita, fertilità, lavoro, la tiene chiusa, in attesa che cali manna dal cielo. Una follia che il Molise è costretto ad assistere impotente, non avendo strumenti e mezzi per indurre la Regione ad uscire dal sonno della ragione, a trovare uno spunto,

una molla che la sollevi dall’inedia, dalle paure, dai timori, dalle preoccupazioni paralizzanti in cui è finita da quando il centrosinistra è andato al governo. La lettura degli atti amministrativi e dei documenti che accompagnano il Bilancio 2014, per la complessità della situazione, è solo per gli esperti e, tra l’altro, al profano dicono poco o niente di rilevante per farsi un’idea e per dare un giudizio su coloro (non esclusi i sindacati) che da due anni sorreggono le spoglie della Gam. Al cronista non resta quindi che estrapolare i passaggi meno complicati tecnicamente e più accessibili, per capire che la Gam, per come è stata ridotta e per come viene tenuta attaccata alla bombola d’ossigeno, è una bestemmia. Il conto economico - è scritto evidenzia la “… non significatività della comparazione dei valori con l’esercizio precedente avendo la società svolto nell’anno 2014 essenzialmente la sola attività di lavorazione per conto terzi” ed in particolare: il valore della produzione da 36.686.266 di euro del

2013 a 3.159.084 di euro del 2014, dovuto principalmente dai ricavi per servizi e prestazioni ( 1.172.626 euro) e vendita pulcini commercializzati ( 1.066.795 euro), maturati nei confronti della società La Pellegrina Spa; il totale dei costi della produzione da 55.115.524 di euro del 2013 a 7.142.615 euro del 2014 per il decremento dei costi per materie prime, per servizi e per il personale”. Cifre eloquenti, la cui lettura dice che ciò ch’è accaduto alla Gam è qualcosa di straordinariamente strano. Come appare straordinariamente strano che intorno alla Gam non sorga un movimento d’opinione sorretto magari da pareri di ordine tecnico, amministrativo, gestionale, e societario, che contrasti la politica del nulla del proprietario dell’azienda e lo induca a fare finalmente qualcosa di utile per la collettività, per i lavoratori, per l’economia. Quei 2.901.595 euro di perdita d’esercizio sono la denuncia della inadeguatezza al ruolo di chi li ha procurati e l’invito più eloquente a passare la mano.


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Campobasso

8 luglio 2015

Interpellanza urgente del consigliere Ambrosio sulla convenzione che autorizza i lavori della Telecom e la compensazione in termini monetari per i rilevanti disagi per pedoni e automobilisti che tali interventi stanno comportando

Campobasso: fossi, dossi e paradossi

Il lassismo comunale nel tollerare lo stato di fatto potrebbe ingenerare il sospetto che oltre ai manomissori trovino vantaggi anche coloro che non si preoccupano di intervenire a mettere riparo Campobasso violata, manomessa, sventrata: basta girarsi attorno. Che siano costruzioni (abusive), occupazioni (abusive), lavori (abusivi): l’occhio ha di che riempirsi di situazioni e condizioni che mortificano la vista e creano disagi a chi lo abita. Situazioni e condizioni peraltro non nuove, ma mai avevano raggiunto un livello di tale evidenza. Da creare allarme ed imbarazzo al consigliere dell’Udc, Miche Ambrosio, le cui antenne politiche e amministrative sono costantemente sintonizzate sulle faccende cittadine viste e considerate in chiave critica, ovvero, con la necessaria attenzione per aver chiaro l’origine delle cose e il fine ultimo. Questa sua specola, ha rilevato e messo in evidenza ciò che vedono i cittadini senza alcuna possibilità di esprimere il loro disappunto per gli impedimenti che gli vengono procurati dalla vastità degli interventi di volta in volta posti in essere dalle società Italgas, Enel e Telecom. Quest’ultima è particolarmente attiva in queste settimana a “scassare” le strade e i marciapiedi a ripristinarli a modo suo. Non potendo il cittadino dire e manifestare il proprio disagio, la propria difficoltà a circolare, provvede, come diciamo, il consigliere Ambrosio: “Sul tema ho inteso presentare una interpellanza urgente, per avere conto di tutti i lavori (effettuati e in corso d’esecuzione) e chiedere l’adozione di provvedimenti per il ripristino a regola d’arte

delle sedi manomesse, oltre ad avere notizie sulla convenzione che autorizza i lavori della Telecom e la compensazione in termini monetari per i rilevanti disagi per pedoni e automobilisti che tali interventi stanno comportando”. Iniziativa necessaria per riportare a galla l’assenza di un regolamento comunale che imponga di ripristinare gli “scassi” in modo corretto, tale da non rendere necessario dopo poco tempo che sia il Comune a metterci mano. I danni procurati sono evidenti in ogni dove: sulle strade, nelle piazze, sui marciapiedi, ovunque c’è stata manomissione è rimasta una ferita, uno sconcio. Un fenomeno deteriore dal punto di vista estetico e, soprattutto economico. Dall’assenza di un regolamento ad hoc, se ne avvantaggiano in modo indecoroso le società, le imprese, i cittadini che, autorizzati o non autorizzati, intervengono sul suolo pubblico. Il lassismo comunale nel tollerare questo stato di fatto, potrebbe ingenerare il sospetto che oltre ai manomissori, trovino convenienza anche coloro che non si preoccupano di intervenire a mettere riparo. In altri Comuni dice Ambrosio – l’applicazione di regolamenti stringenti impone prescrizioni, direttive e tempistica, e stabilisce oneri a carico delle aziende obbligandole al rifacimento pressoché totale di intere carreggiate e marciapiedi, in luogo delle strisce di asfalto e delle toppe che si fanno a Campobasso. Segnale di un’amministrazione sempre più debole con i forti, e forte con i deboli. Non è bello vedere la città ridotta così, né è bello considerare improvvida l’amministrazione. Ma la realtà è impietosa. In queste settimane si assiste a una vorticosa presenza di

squadre di operai della telefonia (ma anche dell’elettricità, del gas e dell’acqua) che “deturpano la città lasciando lungo le strade e i marciapiedi cicatrici di tutti i tipi, con tagli longitudinali, trasversali, paralleli o incrociati, con fossi e dossi che mettono a repentaglio l’incolumità soprattutto di ciclisti e motociclisti e la solidità dei mezzi di locomozione”: senza alcun atto di indirizzo né una preventiva programmazione da parte dell’amministrazione comunale; senza un coordinamento o una cabina di regia; senza un raccordo con polizia municipale per l’assistenza al traffico veicolare e pedonale. L’anarchia al potere. Dardo

Punto e virgola

Aiuole e rotonde da rispettare di Gennaro Ventresca Figuriamoci. Con tutte le cose impellenti che bisognerebbe fare per restituire un po’ di luce alla nostra città parlare di fiori, di erba e di aiuole spelacchiate è roba da romantici. Da gente che si diverte a cercare a riportare indietro idealmente la macchina del tempo. Dico i giorni in cui Campobasso era una piccola, ma bella città. Forte soprattutto di buone maniere, di strade pulite, di giardini fioriti e di alberi che neppure lontanamente possono essere paragonati a quelli rachitici che adornano il centro cittadino. Comunque sia, da inguaribile sognatore, non posso fare a meno di soffermarmi al pressappochismo con cui si gestiscono le famose e numerose rotonde. Fatta qualche rara eccezione in cui a tenerle in ordine in maniera radiosa sono alcuni privati il resto è fuffa.

E’ di questi giorni l’elegante sistemazione della ridente aiuola

di via Insorti d’Ungheria, realizzata grazie alla sensibilità del dottor Sabino Venezia, titolare de centro medico Artemisia. All’incrocio di via Principe di Piemonte la radiologia Potito aveva dato un segnale che però non è stato raccolto da altri imprenditori. Che, a quanto pare, sanno solo protestare, ma poi non fanno niente per la collettività. Merita un plauso anche l’artigianale azione di Mimino Morcone, il “barbiere” del Palazzo Inail. Il quale personalmente ha ripulito l’aiuola che si trova davanti al suo negozio e l’ha riempita di fiori. Con considerevole ritardo l’amministrazione civica ha provveduto a far mettere a dimora nelle fioriere del corso di altri posti centrali un po’ di fiori e piantine. Ora si aspetta che siano i commercianti a curarle. Servono da subito acqua, cura e amore. Tocca poi a guastatori per mestiere di rispettare il verde, le piante e le essenze floreali. Fosse la volta buona?


Campobasso

7 8 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Altro che Città Europea, Campobasso è città di piccolo cabotaggio politico, amministrativo e intellettuale

La riclassificazione di un’area urbana è diventata la “questione urbanistica” Della sede regionale e del Piano Casa, che hanno spessore urbanistico, incidenza funzionale e valore economico, non se ne parla Il consiglio comunale ultimo sull’urbanistica a Palazzo san Giorgio: è stato l’ennesimo tentativo di sciogliere un nodo intricato, senza danneggiare ulteriormente il territorio urbano ed extraurbano. Un busillis intorno al quale si sono spesi taluni cervelli ragguardevoli (l’urbanista Benguinot, che piaceva alla destra e alla sinistra) con modestissimi risultati pratici (il Prg redatto da lui è affondato nella melma politica e amministrativa delle amministrazioni Massa, Di Fabio, Di Bartolomeo e s’appresta ad aggiungersi Battista), e molti cervelli modesti, di quelli la cui caratura è tarata sul grado economico degli interessi che direttamente, o per interposta persona, sono titolari. Frattanto, nel corso degli anni si sono accumulati decine di problemi e di questioni per i quali né la struttura tecnica comunale né l’amministrazione hanno saputo o voluto dare una riposta. Riclassificazioni d’aree urbane e nuovi volumi edilizi: piatto forte, finora, degli ordini del giorno dell’assemblea consiliare. Un succulento pacchetto clientelare da smaltire anche come retaggio di promesse e di favori elettorali. Il marchingegno lo conosce a menadito il sistema della speculazione e delle imprese, che sul finire di ogni quinquennio amministrativo accentua la pressione e raccoglie a piene mani. Il dato critico e criticabile è la disponibilità dei sindaci al sistematico e progressivo appesantimento cementizio della città, preoccupati di non perdere

il consenso di uno dei poteri forti: l’imprenditoria edile e fondiaria. Ad ogni fine sindacatura risuonano beffarde le affermazioni fatte in campagna elettorale sulla loro volontà di mettere ordine all’uso del territorio, di bloccare la corruzione, di fermare la speculazione edilizia, di contenere l’invadenza di taluni signori del cemento, degli appalti comunali e dei subappalti unidirezionali. Intenzioni che alla prova dei fatti non hanno trovato mai riscontro. E’ accaduto e continua ad accadere, purtroppo, che i sindaci, le giunte e il consiglio comunale, ciascuno per ciò che sarebbe stato di competenza, non decidano mai di decidere. C’è stato un assessore all’urbanistica della

giunta Di Bartolomeo, Nicola Gesualdo, che ha tentato di “obbligare” il sindaco, la giunta e il consiglio, ciascuno per ciò che competeva, di uscire finalmente dall’indeterminatezza e di decidere, quantomeno sul cumulo delle riclassificazioni, dei piani particolareggiati, sull’edilizia contrattata e sulle proposte a costruire da più parti avanzate da singoli cittadini, da imprese e società. Niente da fare: rinvii, dilazioni, tentennamenti, polemiche. Con Gesualdo fuori gioco e l’urbanistica e l’edilizia in anarchia. Sul piano pratico probabilmente qualcosa sarebbe potuto andare di traverso al sistema delle deroghe, dei permessi, delle interpretazioni di comodo se,

come sarebbe stato augurabile, la maggioranza dei consiglieri avesse scelto di decidere. Non è stato così, nonostante alcune riclassificazioni fossero funzionali ad un uso più consono del territorio e non all’aumento di volumi edilizi. Una riclassificazione però è andata a buon fine, seppure con qualche sbavatura procedurale, ed è diventata la “questione urbanistica” di Campobasso. Il che conferma il piccolo cabotaggio della dimensione politica, amministrativa e intellettuale degli amministratori (e a dire che l’assessore all’urbanistica Chierchia ha parlato e continua a parlare di Campobasso “Città Europea”). Amministratori di un territorio che, frattanto loro continuano a beccarsi come galli nel pollaio, hanno visto arrivare come una valanga incontenibile la legge regionale sul Piano Casa e, se non accadranno accidenti, vedranno arrivare la proposta progettuale della nuova sede su parte del terreno dell’ex campo sportivo Romagnoli e il piano di sistemazione urbana di contorno. Dell’una cosa e dell’altra, che oggettivamente hanno spessore urbanistico, incidenza funzionale e valore economico, non ne hanno ancora parlato e non ne parleranno. Per manifesta inferiorità politica, tecnica e amministrativa. In attesa che la professoressa Chierchia illustri al colto e all’inclita la sua Campobasso “Città Europea”. Dardo

Le colpe dei campobassani di Gennaro Ventresca Se non amassi la mia città come la amo, e la amo più a morsi che a baci, più a graffi che a carezze, me ne sarei andato da quel dì. Magari in una città più calda, col mare che si perde a vista d’occhio, in un luogo spianato favorevole alle pedalate, in un angolo in cui si rispetti l’ambiente e il decoro. Invece, sono rimasto e, tutto sommato, non me ne pento. Perché la propria città la si ama, a prescindere. Come si ama un figlio che viene al mondo con le cose belle, ma anche con quelle brutte. E si accettano tutte e due. Ciò che mi è rimasto sul gozzo della mia città non sta solo nel modo dissennato di come venga amministrata da troppi anni, di cui sono arcistufo, ma è il comportamento dei miei concittadini che parlano parlano, ma poi non fanno niente per migliorare le cose. Anzi, si danno molto da fare per peggiorarle. Come nel caso dei volantini che la maggior parte degli

automobilisti toglie dal tergicristallo per buttarli a terra. Per tacere dei condomini in cui vengono sparpagliati gli opuscoli del supermercato. Non posso tacere dell’aspetto più sciatto: reti da letto, materassi, mobili vecchi e sgangherati, boccioni di vetro e rifiuti di magazzino che vengono depositati accanto ai cassonetti della spazzatura. La gente continua a fare il comodo proprio pur sapendo che funziona (bene) l’isola ecologica di Santa Maria de Foras. Contribuendo a rendere più sporca la nostra città. A cui professa amore, ma poi la tradisce in questo modo stucchevole.



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

8 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Il governo regionale sta distruggendo Isernia” La segreteria provinciale del Pd bacchetta la linea politica della Regione ISERNIA. Riunione della Segreteria provinciale di Isernia del Partito Democratico che ha esaminato i vari problemi del territorio, più volte denunciati e mai risolti ; problemi che con il passare del tempo si sono aggravati tanto da rendere la situazione insostenibile: “ Nel corso del 2014 sono proseguite le difficoltà per l’economia del Molise. I segnali di miglioramento registrati sul finire del 2013 sono stati disattesi.” Co-

mincia così l’ultima relazione della Banca d’Italia , ma senza voler ricorrere ai vari Istituti specializzati: Svimez, Banca d’Italia etc… basta osservare attentamente la realtà della nostra provincia per avere un quadro della situazione del tutto preoccupante. La povertà è cresciuta del 47% ed è solo quello che emerge perché il fenomeno è molto più allarmante coperto com’è dalla dignità tipica della nostra gente. Alle diffi-

coltà di natura economica si aggiungono servizi al cittadino assai carenti, che quando ci sono , vengono gravati di tasse e balzelli che fanno del nostro territorio quello sul quale la pressione fiscale è fra le più alte d’Italia. L’ultimo decreto del Commissario alla Sanità ha predisposto il taglio di 70 prestazioni sanitarie che prima erano ricomprese nei L.E.A. (livelli essenziali di assistenza). Sanità, occupazione, lavoro, sono pro-

blematiche che ancora aspettano soluzione dalla politica regionale, che sembra aver dimenticato questa parte del territorio molisano dopo le tante promesse fatte. Mentre i Parlamentari del Partito Democratico si battono su problematiche nazionali e per trovare soluzioni ai nostri problemi, duole dover constatare il totale appiattimento del PD regionale sulle scelte del governo regionale che stanno portando alla desertifica-

zione della provincia di Isernia. Chiediamo una netta presa di posizione per risolvere i problemi evidenziati e tra essi anche il riequilibrio della rappresentanza della nostra provincia in seno al Consiglio Regionale attraverso una norma che modifichi l’attuale rappresentanza ridotta ad appena quattro consiglieri assegnati, dei quali solo due eletti”.

“Attivato il pozzo di captazione” Il sindaco di Conca Casale, Luciano Bucci, soddisfatto dell’opera infrastrutturale CONCA CASALE. In questi giorni la ditta Angelone Costruzioni ha ultimato i lavori di attivazione del pozzo di captazione di Conca Casale. Un’opera realizzata nel lontano 2004 e MAI ultimata nella sua funzionalità; abbandonata a se stessa per motivi poco chiari, è divenuta uno degli altri obbiettivi da realizzare ed ora realizzata dalla mia amministrazione. “Come Sindaco, e come semplice cittadino, sono fiero di essere riuscito, insieme alla mia maggioranza, ad attivare un’opera importante, costata a suo tempo oltre 100.000 euro, che è stata abbandonata a se stessa per oltre un decennio senza una chiara motivazione. L’attivazione di questo pozzo di captazione, che per ora avrà un utilizzo esclusivamente agricolo o per prelievo idrico antincendio, è un traguardo importan-

tissimo. Alcuni dicevano che non sarebbe mai stato possibile attivarlo, anche questa volta invece i soliti “benpensanti” dovranno ricredersi con i fatti. Un altro tassello per la nostra amministrazione è stato posto. A breve inizieremo anche ad accogliere le richieste per chi volesse attingere acqua da tale pozzo ( ricordiamo che è stato approvato anche il regolamento di utilizzo e i relativi costi ) attingimento che spero sarà un aiuto nei momenti di siccità per chi svolge attività agro pastorali. Non solo, memore dell’incendio del 2013 in cui i Vigili del Fuoco lamentarono l’impossibilità di poter riempire i loro serbatoi d’acqua in loco, abbiamo creato tre diversi punti di prelievo che, in caso di necessità potranno erogare acqua per ogni emergenza. Nel futuro, una volta

svolte le varie prove tecniche e cliniche, chiederemo anche l’autorizzazione per l’utilizzo potabile di tale risorsa sperando cosi’ di risolvere anche il problema della carenza idrica estiva della nostra bellissima Conca Casale. in ultimo voglio anche far presente che oltre all’abbandono fisico, abbiamo strappato tale opera anche dall’abbandono amministrativo, infatti la ditta che realizzò l’impianto all’inizio aspetta il completamento del pagamento dal lontano 2004, nonostante i soldi fossero impegnati ed esigibili. Ora noi, proprio perchè il compito degli amministratori attenti è quello di non esporre l’Ente ad eventuali rischi o ricorsi, stiamo trovando la soluzione per chiudere anche questo aspetto”.

L’Umo fa tappa in Molise L’unità mobile oftalmica sarà presente in provincia di Isernia ISERNIA. Nei prossimi giorni e per tutto il periodo estivo fa sosta nella provincia pentra l’unita mobile oftalmica dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità sezione italiana nell’ambito della campagna pre-

venzione oculistica “Il tuo sguardo ... fra i colori dell’estate: difendi la tua vista”che l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Isernia ha avviato nel mese di giugno. Queste le date in cui i cittadini e in par-

ticolare gli anziani, potranno essere visitati gratuitamente da un medico oculista: mercoledì 8 a Isernia, giovedì 9 a Capracotta (dalle ore 9 alle 13) e venerdì 10 luglio a Pozzilli (dalle ore 9 alle 18).L’UMO proseguirà poi il suo

viaggio per fare tappa a Venafro e Agnone, per poi tornare a Isernia. Per conoscere il giorno in cui l’UMO – l’unità mobile oftalmica della IAPB farà tappa presso la tua città, consulta il sito web dell’Unione italiana dei cie-

chi e degli ipovedenti w w w. u n i o n e i t a l i a n a c i e c h i molise.com, oppure contatta la nostra segreteria organizzativa ai seguenti recapiti: tel. 0865 415084, e-mail: uiciisernia@legalmail.it.

Venafro, alloggi popolari non assegnabili I 14 appartamenti disponibili non potrebbero conoscere la manutenzione necessaria VENAFRO. Situazione paradossale in atto a Venafro e dal Comune nessuno interviene a mettervi mano e risolvere. Nelle apposite graduatorie normali e speciali dei richiedenti un alloggio di edilizia popolare ci sono ben sessanta famiglie in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare e coi pieni diritti ad averlo vuoi per il numero di figli minori vuoi per le precarie soluzioni logistiche in cui vivono vuoi per altro di altrettanto consistente. Di contro esistono a Venafro da anni tra centro storico ed aree di edilizia popolare di nuova espansione cinquanta alloggi dell’Iacp che però continuano a restare chiusi e non vengono assegnati perché -questa la motivazione ufficiosa passataci- mancherebbe loro la cosiddetta manutenzione ordinaria, che non verrebbe fatta causa la mancanza di fondi ! Cose assurde che confermano lo stato di

(pessima !) salute della macchina statale e delle istituzioni pubbliche in genere. Come si può infatti, tanto per esemplificare, continuare a tener serrati 14 nuovi appartamenti realizzati nel rione popolare di via Flacco senza assegnarli a quanti li aspettano come il pane e l’acqua ? Come è possibile non assegnare decine di alloggi popolari nel centro storico dopo aver espropriato palazzi ed immobili privati con tanto di contrarietà degli originari proprietari, ed oggi non riuscire ad assegnarli perché manca la manutenzione ordinaria, cioè perché non ci soldi per farla ? Il settore preposto del Comune di Venafro se ne lava le mani e replica : “Noi, non appena l’Iacp di Isernia ci metterà nelle condizioni di farlo, procederemo alle assegnazioni senza indugi. Ma senza il preventivo intervento del-

l’Istituto abbiamo le mani legate !”. Di contro gli aspiranti assegnatari, ormai datatissimi, non nascondono delusione e contrarietà. Per tutti abbiamo ascoltato il 57enne Pasquale, il pluriennale baraccato del Campaglione che da mesi vive assieme alla moglie Paola, 53enne invalida e cieca civile, in un caravan donato loro dalla “Boutique del Campeggiatore” di Portici (Na) a seguito della mobilitazione del Camper Club d’Italia : “Siamo secondi in una graduatoria e terzi in un’altra -afferma Pasquale- ma di assegnazione dell’alloggio nessuno parla ! E’ una situazione avvilente e mortificante, mentre continuiamo a vivere con questo caldo tra plastica, precarietà ed animali selvatici. Tra Iacp d’Isernia e Comune di Venafro riescono a rendersi conto di tutto questo, o sono del tutto insensibili e sordi ad ogni richiamo ?”.


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Termoli

8 luglio 2015

“Si dimetta Di Michele” Il sindaco Sbrocca replica, sul caso Petrosino, al consigliere Cinque Stelle TERMOLI. Riceviamo e pubblichiamo nota stampa a cura del sindaco Angelo Sbrocca. “É con reiterato stupore che ho letto su Facebook l’ennesimo intervento sul Dott. Petrosino da parte del Consigliere comunale Di Michele il quale, poi, ha addirittura effettuato una conferenza stampa sullo stesso argomento ovverosia su una persona che non riveste alcun ruolo politico ma, avendo un mera funzione di supporto gestionale alla nostra Amministrazione, è ovviamente conosciuto solo agli addetti ai lavori. La cosa dimostrerebbe, di per sé, una scarsa capacità argomentativa ed oppositiva anche perché ci sono stati altri dipendenti che hanno ricevuto atti di chiusura delle indagini o richieste di rinvio a giudizio o rinvii a giudizio, ma il Consigliere Di Michele è rimasto stranamente silente. Addirittura il Consigliere, sulla base di un semplice atto di chiusura delle indagini preliminari che il Petrosino avrebbe ricevuto, chiede, con grande enfasi, le mie dimissioni da sindaco e persino della Giunta! In realtà la verità è un’altra: il buon Di Michele, dopo aver fatto una

crociata (così definita dalla stampa) sulla illegittimità della selezione attivata dall’Amministrazione comunale per un supporto gestionale (promosso in base al codice degli appalti) ed aver puntato inutilmente su tale argomento per quasi un anno, allorquando ha visto la propria battaglia politica irrimediabilmente persa ed aver fatto l’ennesimo buco nell’acqua sia sotto il profilo amministrativo (paventando non so quante tipologie di illegittimità rimaste poi solo nella sua testa) e sia sotto quello penale (paventando non so quali reati commessi dalla mia persona), sposta il tiro sulla figura del Dott. Petrosino e sbandiera, come vessillo postcrociata, la notifica a quest’ultimo di una “chiusura di indagini preliminari” (di cui lo stesso Di Michele, autodefinendosi uomo di diritto, dovrebbe cogliere il significato) e guarda caso omettendo di riferire che il Dott. Petrosino, per il medesimo procedimento, aveva avuto già un provvedimento del GIP a lui favorevole (senza però sbandierarlo ai quattro venti). Ma di certo non voglio entrare nei tecnicismi giuridici e sono certo, avendo grande fiducia nella Procura e nei Giudici del Tribunale di

Larino, che quest’ultimi faranno il loro dovere con la consueta professionalità ed imparzialità e senza farsi strumentalizzare dal primo vocalist del turno di notte. Mi preme, però, sottolineare due cose. La prima è che il Dott. Petrosino oltre ad essere un galantuomo è persona la cui preparazione e professionalità sono direttamente proporzionali all’arroganza del consigliere Di Michele ed è una persona che ci ha dato, ci da e ci darà un grande aiuto per l’attività di gestione della nostra città così come, del resto, stanno facendo tutti gli altri collaboratori e dipendenti comunali a cui va il mio sentito ringraziamento. Di poi il consigliere Di Michele oltre ad enunciare genericamente e diffamatoriamente che il Dott. Petrosino “non ha mai, dico mai fatto gli interessi di Termoli” ci dovrebbe dire, per avere un minimo di credibilità e per non cadere nella consueta vacua demagogia, in quale atto o attività il professionista non ha perseguito gli interessi della città. La seconda è che il mio operare – da quando sono diventato sindaco della nostra amata città – è sempre

stato improntato alla piena legalità degli atti e dei comportamenti ed è proprio questo di cui non si capacita il nostro crociato che continua a sparare a salve o meglio a tirare l’arco con la parte convessa invertita. Invero il consigliere Di Michele opera nella totale confusione politica e strategica e, mi si conceda, di sovente anche come portavoce non del Movimento Cinquestelle ma come emissario di altri. Del resto la confusione politica del consigliere Di Michele è contenuta nel suo DNA. Mi ricordano infatti (e mi corregga se sbaglio), che lo stesso sia stato prima vicino al comunismo (quando era nella sua città d’origine) per poi fare il supporter di Di Pietro, per poi passare ai centristi mastelliani dell’UDEUR – quale candidato alle Comunali con Antonio Di Brino nel 2010 (17 voti) ed infine, dopo una mistica “renovation”, passare al Movimento Cinquestelle. Ma tale confusione è stata notata e recepita dai cittadini termolesi se è vero come è vero che il Movimento Cinquestelle, solo un anno fa, alle contestuali elezioni europee ha, nella nostra città, contato

quasi 6.400 voti mentre nelle comunali poco più di 2.400 e fra tutti i candidati sindaci l’allora candidato Di Michele è arrivato ultimo. Non è stato punito il Movimento ma chi rappresentava il Movimento. Infine prendo atto che nel Suo richiamato intervento su facebook, il consigliere Di Michele, si autodefinisce “imbecille”, e poiché io non ho mai pronunciato questo epiteto nei confronti di chicchesia e tantomeno di un Consigliere comunale (e ciò sia all’interno che fuori il Consiglio) debbo, quindi, ritenere che lo stesso epiteto o venga richiamato dal consigliere autoreferenzialmente o lo stesso vuole far passare me per maleducato e lui quale vittima. Ho troppa stima delle Istituzioni e di chi le rappresenta per poter passare all’insulto. Di contro pretendo il rispetto istituzionale da parte di tutti. Ciò detto, consigliere Di Michele Le rammento che i cittadini di Termoli, secondo le regole della democrazia, hanno deciso che il sindaco di Termoli sia io e non Lei. Pertanto La invito ad essere più rispettoso delle Istituzioni ed in caso contrario si dimetta Lei”.

Depurazione, ancora criticità in Molise alle foci di fiumi e canali Due punti su tre monitorati da Goletta Verde presentano cariche batteriche elevate TERMOLI. “La Regione Molise si attivi con le amministrazioni locali non solo per risolvere i deficit depurativi ancora esistenti, ma anche per difendere mare e coste molisane dalle trivellazioni petrolifere e dalle scelte del Governo in materia di politica energetica”. Questo il sunto di Goletta Verde ieri a Termoli. Due punti sui tre con cariche batteriche elevate: sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi e canali, che dimostrano delle carenze depurative, risultato di un insufficiente trattamento dei reflui che interessano non solo la costa ma anche i comuni dell’entroterra. Fortemente inquinato è risultato il campionamento eseguito alla spiaggia di Baia a sud di Termoli (effettuato a 50 metri a nord del canale Rio Vivo); inquinato quello alla foce del fiume Trigno a Montenero di Bisaccia. Nei limiti di legge, invece, la carica bat-

terica riscontrata alla spiaggia in via Lungomare Colombo a Termoli. Mare e costa molisani minacciati non solo dai deficit depurativi ancora presenti, ma anche dalle nuove minacce che arrivano dalle compagnie petrolifere pronte a nuove trivellazioni a largo di Termoli. La fotografia dello stato di salute di mare e costa molisana realizzata dalla storica campagna di Legambiente – che si avvale anche del contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati - è stata presentata questa mattina nel capoluogo da Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde e Manuela Cardarelli, vicepresidente di Legambiente Molise. I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile il 20 giugno scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati da

Goletta Verde come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori. “Il nostro fine è diverso da quello delle autorità preposte, alle quali non vogliamo sostituirci – dichiara Serena Carpentieri - portavoce della Goletta Verde -. Pur non assegnando patenti di balneabilità è evidente che la fotografia scattata da Goletta Verde raffigura una regione ancora in difficoltà sul fronte della depurazione e dove ancora il 37 percento dei reflui civili, secondo i dati Istat, non viene trattato in maniera adeguata con trattati secondari e avanzati. Oggi c’è la possibilità di cambiare rotta. Il Governo ha già messo a disposi-

zione 3 milioni di euro per interventi in questa regione. Mancano all’appello ancora circa 10milioni di euro per raggiungere il costo totale previsto per le opere regionali da realizzare, ma è importante non sprecare le risorse che arrivano. Anche quest’anno, inoltre, le foci dei fiumi e dei canali risultano balneabili sul Portale delle Acque, il sito gestito dal Ministero della Salute, nonostante la delibera regionale abbia decretato come non balneabili i tratti di mare interessati dalle foci dei fiumi. È il terzo anno che denunciamo questa mancanza di corretta informazione per i bagnanti. Vorremmo una volta per tutte che Regione, Arpa, Comuni e ministero della Salute facessero chiarezza su questa situazione, riportando informazioni corrette sul Portale ma anche in spiaggia”


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

8 luglio 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Servizio idrico, c’è la Crea Prorogata la gestione del sistema a Termoli fino alla costituzione del Comitato d’Ambito TERMOLI. Sarà ancora la Crea a gestire il servizio idrico integrato di Termoli, ciò è confermato almeno fino a quando non sarà ufficializzato il Comitato d’Ambito che sarà costituito dal presidente della Regione. La stessa nuova struttura avrà anche le funzioni di rappresentanza e raccordo istituzionale, dai sindaci di Campobasso, Termoli e Isernia e da nove componenti che dovranno essere scelti tra i sindaci espressione dei nove sub-bacini in cui è diviso l’attuale Ambito territoriale ottimale regionale. E così la società privata che gestisce l’acqua a Termoli continuerà a farlo ancora per qualche mese. La proroga è stata firmata dal commissario straordinario dell’Egam, l’Ente di governo d’ambito del Molise che è stato istituito il 15 giugno con una delibera della Giunta Frattura. Una volta completata la composizione del Comitato sarà necessario che i Comuni deliberino la partecipazione all’Ente per poi procedere all’elaborazione del piano d’ambito e all’indivi-

duazione del soggetto gestore. Ed è qui che la situazione si potrebbe ‘scontrare’ con le richieste dei Movimenti per l’acqua pubblica che prendono l’avvio dalla votazione del referendum attraverso il quale

milioni di italiani hanno scelto di avere una gestione pubblica dell’acqua. Richiesta che è stata portata fino al Parlamento europeo a Bruxelles dove le Commissioni per l’Ambiente e la salute pubblica e quella per lo Sviluppo hanno approvato il rapporto di Lynn Boylan che prevede il sostegno al diritto umano all’acqua. Nel documento è richiesto di “riportare concretamente nella legislazione comunitaria, rispondendo alla prima iniziativa dei cittadini europei, il diritto umano all’acqua, come definito dalle Nazioni Unite nel 2010, di non spingere per la privatizzazione dell’acqua attraverso misure di austerità e di promuovere più attivamente i partenariati pubblico-pubblico (PUP), l’esclu-

sione di acqua e servizi igienico-sanitari delle regole del mercato interno (come aveva dichiarato la comunicazione della Commissione) e da qualsiasi accordo commerciale”. Una notizia che è stata particolarmente apprezzata da Renato Di Nicola, del Foro abruzzese Movimenti per l’acqua per il quale la notizia che arriva da Bruxelles “è il frutto di un paziente lavoro di costruzione nel tempo a livello europeo che ci ha visto coniugare capacità di pressione politica a quella di lotta contro la commissione; è il risultato del lavoro di coordinamento della Europe Water Mouvement. Avevamo visto giusto quando, forti del risultato referendario, abbiamo pensato anche alla necessità di costruire una lotta anche a livello europeo. Il voto – ha affermato ancora De Nicola – è frutto del lavoro del gruppo di parlamentari dei beni comuni che hanno elaborato il testo e di noi tutti che abbiamo apportato modifiche e miglioramenti”.

San Basso, i buoni auspici Sindaco e parroco della Cattedrale definiscono la strada della festa del Patrono TERMOLI. San Basso unisce l’intera città, è cosa nota e Termoli, in occasione dell’estrazione delle barche, pullulava di esponenti di forze dell’ordine e di polizia, ma anche religiosi e politici impegnati a “esprimere” i desideri dei tanti armatori che con trepidante attesa speravano nell’estrazione del nome della propria barca. Ad annunciare gli estratti c’era anche il sindaco Angelo Sbrocca. “I migliori auspici quest’anno per la festa del nostro Patrono. Non tanto per me, quanto per la città e speriamo che la stessa possa progredire e San Basso ci possa aiutare”. Al via anche il coordinamento tra i diversi attori della festa, come procede? “Anche quest’anno c’è un’ottima sinergia con le autorità mi-

litari e quelle religione: stiamo cercando di fare il meglio come penso debba essere e credo che verrà un bel San Basso”. Eco alle sue parole le offre il parroco della Cattedrale monsignor Gabriele Mascilongo che parla anzitutto dello spirito che introduce a questa festività: “Oggi siamo qui con lo spirito di sempre, quello gioioso della festa perché San Basso è la festa principale e più importante di tutto l’anno per Termoli e i termolesi. Lui incarna una tradizione sempre sentita per tutta la città e per gli armatori e i pescatori che sono particolarmente devoti del patrono loro e della città di Termoli. Da oggi prende il via la preparazione della festa e l’augurio è che tutto vada bene e ci sia veramente serenità e gioia per tutti”.

Gtm, ora il caso delle fermate non autorizzate La Cgil torna sulla questione spinosa chiedendo garanzie per i lavoratori TERMOLI. Non sono petali di rose ma spine le questioni afferenti il trasporto urbano a Termoli. In attesa che la Regione Molise sciolga la riserva se puntare al ricorso in Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha annullato la delibera dell’agosto scorso che dimezzava i contributi al Comune adriatico, o erogare le risorse secondo il vecchio contratto, la Filt-Cgil torna a cavalcare la tigre, ponendo un tema serio. “Abbiamo saputo che nel corso della riunione della scorsa settimana, circa la mancanza della dovuta autorizzazione per alcune fermate della rete del servizio di trasporto pubblico urbano del comune di Termali, volendo esentare gli operatori di esercizio da responsabilità civili e pe-

nali o da responsabilità amministrative in ordine a provvedimenti polizia giudiziaria e per non incorrere in eventuali provvedimenti disciplinari aziendali conseguenti a violazioni del codice della strada, chiediamo società Gtm se detta circostanza è confermata ed eventualmente la invitiamo a fornire agli operatori indicazioni su obblighi di servizio o su eventuali esenzioni relative a dette fermate. Chiediamo ancora di fornire a tutti gli operatori l’elenco delle fermate considerate non conformi al disposto del Cds. Si puntualizza che gli operatori rappresentati da questa organizzazione sindacale continueranno, per dovere di disciplina, ad effettuare tutte le previste fermate fino a diversa disposizione, dichiarandosi sollevati da responsabilità correlate alla questione posta e che secondo questa Federazione, sono da attribuire a soggetti diversi dai propri iscritti”.



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Opinioni

8 luglio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Grande successo di critica e pubblico per le sue opere di arte moderna

di Gennaro Ventresca Dentro Leo Papp c’è tutto:l’arte moderna, gli straordinari progressi fatti dall’artista in appena due anni, l’anarchia espressiva, l’evidente e il sottinteso. E poi la mano svelta, capace di far scorrere con maestria i pennelli, e di dosare con dovizia di particolare i colori. Sulla scia dei successi che hanno avuto del sorprendente Leopapp ha preso il largo, per approdare nel quieto e romantico porticciolo di Capri. Nella piccola e amabile Piazzetta Cerio, il cui terrazzo si affaccia su uno degli angoli più incantevoli del mondo, l’artista sannita ma naturalizzato campobassano sta raccogliendo un sorprendente successo. La sua quadreria alla galleria Cerio si compone di 15 opere su tela ed è intitolata Flash City 3.0. La parte critica e tecnica porta la firma di Max Rossi Ruben, un critico di primo livello. Il tema, già affrontato in altri precedenti esperienze (Campobasso, Roma, Bologna e Benevento), segna il mo-

di Claudio de Luca LARINO. Giocare d’azzardo è una delle manie dei Molisani. Secondo i contenuti di uno studio dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, su 40mila studenti, la percentuale di 15-19enni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno sarebbe lievitata rispetto al passato, soprattutto tra le ragazze. Quasi un adolescente su due (compresi gli infradiciottenni) si sarebbe lasciato prendere la mano da giochi come il “Gratta e vinci”, il “Superenalotto”, i “videopoker” e le puntate “on line“. Lungo lo Stivale, questi giochi vengono praticati da giovani e da adulti e sarebbero cresciuti al ritmo del 13% ogni anno. Ammonterebbero a poco meno di 60 i miliardi di euro puntati. Tutto questo è accaduto (e continuerà ad accadere) nonostante si sappia che, sui tempi lunghi, finisce col perdere sempre chi gioca. Una constatazione sicuramente poco allettante per gli incalliti praticanti dell’azzardo. La Dea bendata non esiste; ma, seppure Madama Fortuna fosse un’entità reale, bacerebbe raramente gli audaci. A dirlo non è un esperto di psicologia, e manco un educatore impegnato in una campagna contro siffatta tipologia di dipendenza, quanto piuttosto gli èsiti di un principio elaborato da alcuni matematici. Grazie ad una moltiplicazione, dal meccanismo difficile da esplicitare dai non addetti ai lavori, pure un “jouer” inarrestabile potrebbe conoscere in anticipo – e con estrema esat-

Leopapp trionfa a Capri Alla vernice c’era anche Guido Lembo di “Anema e core” mento di riflessione sulla city del pittore che usa nuovi linguaggi, ponendo al centro dei suoi lavori la monumentalità dei grattacieli che schiacciano l’uomo che diventa invisibile.. Leopapp ha curato ogni cosa a puntino. Mettendo insieme arte e mondanità. Alla vernice erano presenti non solo critici e autorità locali, ma anche un’autentica vedette dell’isola, Guido Lembo, proprietario e animatore di “Anema e core”, il locale più in voga della città del faraglioni. Tra gli altri, peraltro appena premiato dall’EPT, c’era anche uno dei ristoratori più celebri dell’isola, Peppe Gargiulo. Da Benevento e da Campobasso lo ha seguito un nutrito gruppo di familiari e amici. Che hanno colto l’occasione per fare cultura e turismo. La mostra chiuderà domenica 12 luglio.

I molisani e il gioco d’azzardo tezza – quanto danaro avrà perduto dopo mesi (od anni) di assidua pratica del tavolo verde. Gli esperti nel calcolo delle probabilità sono stati chiari: ”Per sua natura, ogni gioco rimane organizzato allo scopo di portare guadagni al banco che, quasi sempre, fruisce di un margine fisso e sicuro”. Dunque, sui tempi lunghi, la sconfitta rappresenterebbe soltanto un dato da calcolare; e, “ciò che uno perde costituisce il prodotto del margine di guadagno del banco moltiplicato per la somma messa in palio nel tempo”, dal momento che ogni trattenimento (“roulette“, “Superenalotto”, “Win for life” od altro che sia) ha una sua percentuale di vincita sicura. Ciò nonostante è stato calcolato che un’aliquota di adolescenti, pari all’11%, una volta coinvolta, rischia di diventare vittima della cosiddetta “patologia dello scommettitore”. Sulla scorta degli ultimi dati pubblicati, in testa alla classifica della gioventù che gioca si trova la Campania (57,8% di studenti); seguono la Basilicata (57,6%) e la Puglia (57%) ed il piccolo Molise conferma il suo 50%, unitamente a Sicilia, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Umbria. Per quanto riguarda i luoghi adibiti a siffatte attività ludiche, ai primi tre posti si trovano i locali pubblici, sia pure non dedicati espressamente al gioco (come bar, tabaccherie, “pubs“: 32%; case private: 20%; sale-scommesse: 12%). Il gioco virtuale viene utilizzato nel 7% dei casi; ed una quota

di quello praticato nelle dimore rimane effettuato tramite “internet” ed appare destinato a lievitare. Rispetto alla frequenza, cresce il numero di coloro che ammettono di avere giocato più di 2 volte in un anno (transitati dal 43% al 45%). Invece chi riferisce di avere giocato oltre 20 volte è parte di un’aliquota che oscilla tra il 13 ed il 14%. Infine, diminuiscono i soggetti che si sono impegnati 1 o 2 volte (dal 44% al 41%), mentre rimane pressoché stabile l’importo delle poste. In proposito, il 6,5% degli studenti dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese. In molti casi il vizio del gioco è tracimante; e

chi arriva a concretare una vera e propria dipendenza può essere paragonato tranquillamente ad un tossicodipendente che accusi una compulsione, vale a dire una necessità irrefrenabile che lo spingerà ad impegnarsi sempre di più, ed una sorta di astinenza nel caso in cui non riuscisse a prodursi nella “performance“. Gli psicologi descrivono tali soggetti (che nei Paesi molisani abbondano soprattutto fra gli adulti di sesso femminile) come abbisognevoli di forti emozioni, presumibilmente perché non riescono a ricavare scosse emotive dagli affetti familiari e dai rapporti con gli altri.


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Riparte la stagione estiva Sabato 13 giugno 2015 riapre la piscina

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