Fanelli asso piglia tutto

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 144 - marTedì 23 giugno 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Salvatore Colagiovanni

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Salvatore Colagiovanni. L’assessore comunale al Commercio del Comune di Campobasso, ha posto in consiglio un’analisi lucida sulla gestione del sistema commercio in città in occasione del Corpus Domini. Un sistema che ha portato nelle casse comunali oltre centomila euro garantendo, di fatto, lo svolgersi della festa. Come va sottolineata l’azione posta in essere dall’assessore sempre presente su strada per un maggiore e migliore controllo di quanto predisposto.

Il Tapiro del giorno a Vittorino Facciolla

Fanelli SERVIZIO A PAGINA 3

Il Tapiro del giorno lo diamo a Vittorino Facciolla. Mentre si va avviando il nuovo Piano di sviluppo rurale, ci sarebbe ancora un residuo di impegni di spesa per il 2013 di oltre 11 milioni di euro mentre gli importi da liquidare entro dicembre, pena la perdita, raggiungono quota 17 milioni e 545mila euro. Sul nuovo Piano, invece, i dubbi espressi da Pasquale Di Lena che ha scritto: “Non c’è niente di nuovo se non la parola sostenibilità che, per la verità, meriterebbe coerenza nei comportamenti da parte di ognuno di noi, visto che non abbiamo il rispetto che merita il territorio


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2 23 giugno 2015

I “Cicero pro domo sua” della sanità Molisana Il parlamentare europeo Aldo Patriciello, molto interessato al destino e ai successi scientifici della Neuromed di Pozzilli, ha preso la parola sulla sanità molisana. Lo ha fatto con un’accorata lettera ai consiglieri regionali invitandoli, col piglio di chi sa usare la morbidezza del linguaggio per nascondere al durezza dell’imperativo, ad affrontare il riordino del settore avendo cura di valorizzare le eccellenze mediche e scientifiche che sono presenti sul territorio per fare del Molise un polo di attrazione nei confronti di un’utenza interregionale, soprattutto dell’area Meridionale. Si ricorderà che l’arrivo e l’atterraggio della Cattolica a Campobasso, che ha potuto godere di fondi pubblici per questo suo migrare da Roma verso la ventesima regione italiana, era motivato dall’alta qualità dell’insediamento e dalla capacità, appunto di attrarre pazienti da un bacino immaginato e fatto balenare a carattere interregionale. Le cose non sono andate pro-

prio così, la motivazione di allora è però pari pari alla motivazione di Patriciello, il cui riferimento spontaneo e naturale (ancorché comprensibile) per sostenere la valorizzazione della sanità d’eccellenza, è senza dubbio la Neuromed. Che, diciamolo, sul piano della ricerca scienti-

fica e della qualità medica è senza dubbio un polo d’eccellenza. Patriciello ha fatto ciò che gli veniva facile fare, anche dimenticare di dare uno sguardo e di formalizzare una sollecitazione ai consiglieri regionali perché dedicassero attenzione ai problemi della sanità pubblica per

elevarne la qualità. L’europarlamentare ha glissato sul decreto Balduzzi, sulla irreparabile e ingiustificabile assenza del presidente Frattura alla Conferenza Stato/Regioni in cui avrebbe potuto difendere il Molise e la sua squinternata sanità, evitandogli il capestro del decreto al quale sta cercando di porre rimedio in extremis il senatore Ruta. Ciascuno, anche un europarlamentare, è responsabile di ciò che dice e di ciò di cui si occupa. Sta di fatto che la sanità pubblica ormai la difendono in pochi (gli operatori sanitari e la Uil Molise), avendo chiaro il disegno regionale del centrosinistra, guidato dal sempre più ineffabile presidente Frattura, di affossarla o, comunque, di renderla sussidiaria alla sanità privata: Neuromed e Cattolica in primis. D’altronde, sono i propositi annunciati e gli atti preparatori al riordino della Sanità regionale in fase di presentazione, analisi e consultazione presso la quarta commissione consiliare di Palazzo Moffa, a

dire da che parte pende la bilancia. Se ci sarà un contrasto serio al riordino così come lo hanno impostato, se ci sarà una forzata riflessione su ciò che si va profilando a danno della sanità pubblica e in favore di quella privata, ripetiamo, lo si dovrà agli operatori sanitari e al sindacato Uil. Sarà sufficiente? Intanto ci provano, poi si vedrà, anche alla luce dell’esito del tentativo del sentore Ruta di evitare il declassamento del Cardarelli e degli atri presidi ospedalieri. A parte, riportiamo le eccezioni al riordino della Sanità regionale sollevate dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Campobasso che, non avendo potuto partecipare all’audizione della IV Commissione, hanno messo nero su bianco al presidente della quarta commissione e, per conoscenza, al presidente della giunta, del consiglio e ai consiglieri. Dardo

I rilievi dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Campobasso all’ipotesi di riordino della Sanità regionale “La legge di riordino prevede l’istituzione di due nuove aziende sanitarie, l’ospedaliera e la territoriale; non è chiara la necessità di “due” aziende, quando potrebbe essere una sola, senza duplicazione di cariche apicali, né i loro rapporti. Si teme che l’ apparente semplificazione nell’organizzazione dei servizi, alcuni gravemente carenti e altri del tutto assenti, in realtà avrebbe in sé il pericolo di una forte egemonia dell’apparato amministrativo territoriale. Il Direttore Amministrativo dell’azienda del territorio sarebbe sovraordinato anche all’azienda ospedaliera con ovvi svantaggi per quest’ultima, che potrebbe trovarsi in crisi e non in grado di autofinanziarsi, mentre la separazione anche amministrativa, ponendole in concorrenza, potrebbe costituire un vantaggio per l’appropriatezza e l’economicità; inoltre due aziende con autonomia giuridica non potrebbero avere servizi in comune. Si rilevano le seguenti criticità: Articolo 3: l’Azienda Territoriale si avvale anche “dei soggetti erogatori operanti nel Molise, di rilievo regionale e nazionale, accreditati dalla Regione” e quindi anche delle strutture ospedaliere private accreditate. Ci auguriamo che l’Azienda territoriale sia la committente di prestazioni specialistiche ambulatoriali con controllo dell’appropriatezza e governo della domanda e che l’appartenenza delle spedalità private al territorio non sfavorisca nei meccanismi di gestione la futura Azienda ospedaliera, che per mission deve far fronte a tutte le acuzie afferenti al Pronto Soccorso o trasportati dal Set 118 indistintamente, finanziata con solo denaro pubblico rimborso dei Drg. Sappiamo che attualmente gli ospedali pubblici regionali, pur con risorse umane e tecnologiche limitatissime, spendono più di quello che producono e che, in regioni più virtuose della nostra, le aziende ospedaliere, anche consorziate, non riescono a mantenere il pareggio di bilancio. Sarebbe quindi necessario far chiarezza sui rapporti con gli erogatori privati e tra le due aziende in tal senso, sulla dotazione dei posti letto, senza commistioni pubblico-privato con strutture e servizi di supporto e senza duplica-

La parola a chi ne sa zioni di strutture ospedaliere nelle due future aziende. Non si fa menzione della Rete per l’emergenza e della sua articolazione. Articolo 4: se ogni distretto “provvede alla definizione degli obiettivi di salute” si sovrappone alle competenze dell’Azienda territoriale che ha invece pieno titolo per determinarli…… Articolo 6: “L’Azienda ospedaliera è organizzata in unico presidio”. Le tre strutture ospedaliere sarebbero unificate, anche se lontane molti chilometri, con possibilità di avere un unico direttore in alcune Unità operative complesse e possibili criticità nell’organizzazione, nelle verifiche dell’attività e nei controlli del personale. Unica sarebbe anche la Direzione Sanitaria dei tre Presidi ospedalieri. Migliore un modello con tre ospedali autonomi, collegati in rete, a diversa intensità di cure. Non vengono menzionati il reparto di Psichiatria per acuti e la Pediatria, ma solo la Neonatologia; non è specificata l’appartenenza del Dipartimento di Salute Materno infantile. Articolo 9: viene istituita la Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, di cui il regolamento e la composizione saranno definiti successivamente dalla Giunta regionale; sarebbe stato opportuno invece definirne preventivamente ruolo, composizione e attività, preventivando al suo interno la presenza di operatori sanitari dei vari ambiti. Articolo 16: non sono chiare le modalità di passaggio del personale tra le due aziende né come si possano raccordare i due atti aziendali; sarebbe necessario stabilire a priori come verranno assegnate le risorse alle due aziende, che erogheranno servizi alla stessa utenza e i criteri della loro allocazione. Vale la pena ricordare la grave criticità dell’Asrem, il precariato di numerosissimi dipendenti, il cui licenziamento metterebbe in crisi l’intero sistema: personale già formato e addestrato, che perderà il posto di lavoro dopo

anni di sacrificio e di penalizzazioni se la Struttura Commissariale e la dirigenza Asrem non troveranno soluzioni adeguate. Articolo 17: “Sperimentazione gestionale”. E’ lecita la preoccupazione sulle possibili sperimentazioni pubblico-private, di cui non abbiamo alcuna cultura e tradizione nella nostra piccola regione, peraltro sull’orlo del baratro economico; in un processo di riorganizzazione, è opportuno utilizzare le vecchie procedure e solo successivamente addentrarci in nuove forme, consapevoli che la normativa che le regola è rigorosa e difficile da attuare. Articoli 19 e 20: nel ribadire la necessità improcrastinabile di nominare i direttori delle Unità operative complesse, la legge di riordino prevede nomine dirette da parte della Regione di direttori di struttura del “Cardarelli” utilizzando professionalità afferenti al mondo universitario. Auspichiamo, nella convinzione che l’Azienda ospedaliero–universitaria possa essere utile alla formazione dei nuovi medici, che le scelte tengano conto di qualifica e competenze, senza privilegiare le carriere dell’ambito universitario rispetto a quello ospedaliero. La chiarezza nei rapporti tra Ateneo e Regione, anche sulla nomina del Direttore generale dell’istituenda Azienda ospedaliero-universitaria, è necessaria, ad evitare penalizzazioni di sorta. Articolo 21: La mancanza nella nostra regione di flussi informativi affidabili ha rappresentato uno degli elementi essenziali della mancata programmazione sanitaria. Ci auguriamo per una Sanità più efficiente che da questa legge venga fuori un sistema rigoroso di acquisizione e gestione dei dati. Con atteggiamento propositivo l’Ordine chiede alla politica di adottare decisioni trasparenti e vantaggiose per utenti e operatori, ispirate ai principi della buona Sanità”. Come vorremmo crederci!


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3 23 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La politica molisana senza punti cardinali Il caso del reintegro della Fanelli lo conferma: da dove si viene e dove si va, nella politica molisana, non ha alcun senso Davvero troppo succulenta questa storia della transazione proposta dalla giunta Frattura al segretario regionale del PD, Micaela Fanelli, per reintegrarla nel nucleo di valutazione degli investimenti europei, per non tornarci ancora. Il canto delle vergini, che ora cerca di restituire dignità ad un’operazione che fa più acqua del Titanic, ci offre il destro per un ritratto davvero indicativo della politica molisana. La Fanelli parla di epurazione politica, si fa martire riferendosi al mancato rinnovo del suo contratto presso l’importantissima struttura regionale (un attimo e arriviamo anche a questo argomento), dimenticando la contemporanea accettazione da parte sua a candidarsi come presidente della provincia di Campobasso per il centrosinistra (2011). Iorio, cioè, avrebbe dovuto mantenerla in servizio presso una struttura che compiva scelte dirimenti di ordine politico e strategico, disponendo di ingentissimi finanziamenti europei, nonostante la stessa Fanelli si candidasse ad un alto profilo politico ed istituzionale. Una clamorosa incompatibilità, altro che martirio. In buona sostanza l’attuale segretario regionale del PD avrebbe voluto essere purosangue da competizione per il centrosinistra alle elezioni provinciali e, contemporaneamente, meccanismo funzionale del “sistema Iorio” come membro del nucleo di valutazione degli investimenti europei. Peccato che la Chiesa avesse ancora qualche difficoltà con le donne Vescovo, altrimenti, a quel punto, un pensierino avrebbe anche potuto farlo. La questione, come dicevamo, oltre al dettaglio tecnico e deontologico, ci offre la sponda per

Frattura chiarisca in Consiglio il caso della segretaria Pd

qualche considerazione generale sulla politica molisana dei nostri giorni. Il presidente della giunta, Paolo Frattura, ora renzianissimo (se solo si potesse dire), viene alle cronache politiche come virgulto dalle bellissime speranze di Forza Italia; speranze poi, però, drammaticamente naufragate nel conto delle schede a lui intestate in due consecutivi turni elettorali. Il segretario regionale del PD, Micaela Fanelli, viene candidata per la prima volta a sindaco di Riccia con una lista civica decisamente orientata verso centrodestra e la scoperta del suo talento politico è notoriamente attribuita a Gianfranco Vitagliano, pesce grossissimo del barile di Iorio. La stessa Fanelli oggi, però, si sgola senza tregua (bisogna dargliene atto: è una che ci da dentro) parlando dei disastri dello iorismo, cui lei, Frattura e la sua squadra trasversale starebbero

cercando di rimediare, mentre, in realtà, era organica come pochi altri allo stesso sistema, contribuendo ad approvare atti di primissimo piano proprio come membro (per nove anni; non nove giorni, né nove mesi) di quel nucleo di valutazione da cui lamenta di essere stata epurata. Bizzarrie molisane. Ormai riconoscere la destra dalla sinistra, il sopra dal sotto è diventato impossibile. Viviamo in un mondo, politico ed amministrativo, senza più punti cardinali dove orientarsi sarebbe difficilissimo se non fosse sostanzialmente inutile. Senza contare le decine di casi analoghi all’interno delle amministrazioni comunali. Ormai il simbolo cui si associa il nome è diventato pleonastico. Appartenenza, formazione, estrazione culturale non contano più nulla. Basta al faccia. E quella, il più delle volte, è già tutto un programma.

CAMPOBASSO. “La vicenda del contenzioso promosso dal Segretario del PD Micaela Fanelli nei confronti della Regione Molise è un classico esempio degli intrecci che si creano tra pubblica amministrazione, o giustizia in questo caso, e politica”. Il MoVimento 5 Stelle ha inteso riportare la questione dalle pagine dei giornali agli atti del Consiglio regionale, depositando una formale interrogazione per chiedere al Presidente Frattura il perché di queste scelte che riguardano il suo Segretario di Partito. “Esistono altri casi simili nella nostra Regione? Si userà il sistema del “un peso e due misure” a seconda dei casi? Che ragioni di opportunità politica ci sono? Quali furono le reali motivazioni alla base del suo mancato rinnovo all’epoca?” Queste alcune delle domande che il Movimento 5 Stelle pone al Governatore Frattura.

“Rete regionale per l’emergenza, ultimo il Molise” CAMPOBASSO. Il prossimo 30 giugno la Regione Molise dovrà presentare al tavolo tecnico ministeriale, il piano di riordino del Sistema sanitario regionale in base al Decreto del 2 aprile 2015 n.70 “regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”. Per illustrare i contenuti di tale piano ai propri iscritti, il Consiglio dell’Ordine dei Medici di Campobasso ha organizzato un incontro che ha avuto in apertura i saluti e la presentazione dei lavori da parte del Presidente D.ssa Carolina De Vincenzo e del Vice-Presidente Dott. Giuseppe Di Gregorio che hanno poi dato la parola alla D.ssa Marinella D’Innocenzo, Direttore generale per la salute della Regione, che ne ha illustrato i punti fondamentali. L’intento dell’Ordine è stato soprattutto quello di parlare della “Rete regionale per l’emergenza e delle patologie tempo-dipendenti”, argomento fondamentale in tema di salute, previsto dalla nuova legge in tema di sanità e che vedono il Molise fanalino di coda in Italia per non aver ancora ottemperato a tale obbligo. Si tratta di adeguarsi a tutte le altre Regioni che hanno attivato le reti di assistenza in emergenza per i pazienti con problemi cardiologici, ictus e trauma. All’interno delle reti, le strutture ospedaliere sono organizzate secondo il modello “hub e spoke”, queste

A sollevare il problema è stato il Consiglio dell’Ordine dei Medici di Campobasso strutture che fanno parte di ciascuna area, sono in relazione funzionale fra di loro con le postazioni e la centrale operativa del 118. Una sala gremita e attenta ha seguito l’illustrazione del piano, le perplessità sono ancora tante, il timore che i tempi siano stretti e che l’esigenza di dover mettere riparo a conti che non quadrano da anni fa temere che si dia poca attenzione alle reali necessità degli operatori e dei cittadini. Il piano, ancora da definire nella sua stesura finale, si è avvalso anche della collaborazione volontaria di alcuni Medici che, per le loro competenze e funzioni nell’ambito delle strutture già operanti sul territorio regionale (anestesia e rianimazione, SET 118, neurologia) hanno contribuito alla stesura della rete. Riteniamo giusto sottolineare l’importanza di avere organizzato un incontro come questo, al quale molti altri seguiranno, per poter informare gli iscritti all’Ordine di tutto quanto accade in regione in tema di Sanità e per renderli sempre più partecipi attivamente con le loro esperienze, le loro domande e le loro professionalità. Con molta probabilità già il prossimo 15 luglio si potrà conoscere l’opinione dei Ministeri sul piano presentato dalla Regione ed è più che lecito aspettarsi una sua approvazione ma soprattutto, ancor prima, una sua stesura soddisfacente per tutti.


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23 giugno 2015

“Assurdo, i giornalisti fuori dal Corecom” Il consigliere nazionale dell’Ordine, Vincenzo Cimino, critica le scelte della Regione sulle nomine al Comitato radio televisivo CAMPOBASSO. “Giuditta La Morte, giornalista, presidente del Corecom Basilicata, Lino Zaccaria, giornalista, presidente del Corecom Campania, Felice Blasi e Adelmo Gaetani, presidente e componente del Corecom Puglia, entrambi giornalisti, Enrico Paissan, presidente Corecom Trentino, giornalista…. sono alcuni esempi di come le Regioni abbiano ritenuto fondamentali la esperienza, la professionalità, la capacità, la competenza, l’attitudine dei giornalisti al ruolo di componente e/o presidente dei Corecom”. A sostenerlo è il consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Vincenzo Cimino. “Nel Molise, purtroppo, nonostante ci siano state numerose disponibilità da parte di

diversi giornalisti professionisti e pubblicisti, tali candidature non sono state prese in alcuna consi-

CAMPOBASSO. “Il PSR, anche nel passato, era una parola magica per l’assessore regionale di turno. Ci sono soldi da spendere, illusioni da diffondere, promesse da fare con il mondo dei produttori agricoli che verrà coinvolto solo per fare nuovi investimenti, sempre più difficili da sostenere”. Lo ha postato su Facebook il suo commento Pasquale Di Lena in relazione al nuovo Piano regionale. “Vorrei tanto sbagliarmi e chiedere scusa domani, soprattutto ai coltivatori, quando le nostre campagne risorgeranno dalla crisi grazie al Psr! Ho l’impressione che non avrò la possibilità di

di sergio genovese

Nel festival dei malinconici racconti di ciò che è stato il Molise per la serie “ ..prima eravamo più belli e migliori..” spesso si è dimenticato di celebrare Armando Spina. Non ne capisco i motivi, anzi posso immaginarli, comunque la distrazione suona decisamente male per quei caporioni che si riconoscono il diritto ( può darsi legittimo) di raccontare la storia dello sport regionale. I più giovani non sanno che negli anni ottanta un signore boianese con discreti passati nel fondo ( negli anni sessanta o si giocava al calcio o si correva) immaginò, riuscendovi, di dare un impulso all’Atletica Leggera

derazione. Nemmeno da questo Consiglio regionale, quel Consiglio regionale

targato Frattura, quel Consiglio che doveva cambiare. Quel Molise di tutti…ma di tutti chi? Quello degli amici? Quello dei cittadini elettori? Quello degli ex consiglieri regionali? Un vero peccato perché tra le disponibilità protocollate vi erano giornalisti che avrebbero potuto dire la loro, fornire lustro e competenza al Corecom, organo che nei fatti lavora e si esprime su questioni legate alla comunicazione, al giornalismo, ai minori, agli spazi durante i periodi elettorali…insomma al mondo dell’editoria e del giornalismo. Un vero peccato per chi ha dichiarato, ha sbandierato, ha promesso cambiamenti, ma che in pratica, stringi stringi, tende a mantenere lo

stesso stile, gli stessi metodi, la medesima strategia del suo predecessore. Avvocati erano, avvocati sono. Amici di percorso, di cordata, di vita erano e tali mi pare siano rimasti. D’altra parte parliamo di nomine, quindi che cosa potevamo mai aspettarci noi giornalisti del Molise? Nel ringraziare il presidente pro tempore della Regione Molise ed il Consiglio regionale per l’amore e l’apertura resi alla nostra categoria, invitiamo i giornalisti molisani a non dimenticare la sensibilità di lor signori, quando saremo chiamati a scegliere i nostri rappresentanti in altre sedi, quelle decisive. Un vero peccato, specie per qualche collega osco, il quale non fece mistero di ambire a tale veste”.

“Il Piano rurale? Solo aria fritta” farlo. Lo dimostra la storia di questo programma europeo con la situazione pesante per colpa della crisi strutturale dell’agricoltura, partita nel 2004, che ha peggiorato la situazione che si vive nelle campagne. Non c’è niente di nuovo se non la parola sostenibilità che, per la verità, meriterebbe coerenza nei comportamenti da parte di ognuno di noi, visto che non abbiamo il rispetto che merita il territorio”.

Le dimenticanze della Stampa Molisana molisana prima con una gara su strada denominata “La Matesina” poi costituendo una Società che militò nella serie A1 nazionale. Detto così può sembrare riduttivo. Non è questa l’intenzione, anzi. La gara nei bollenti mesi di agosto boianesi, diventò subito di rilievo fino a diventare tra le più prestigiose in Europa. In poco tempo timbravano il tesserino dei partecipanti i migliori specialisti del mondo. L’appuntamento si era talmente radicato che appariva una specie di Sagra dei Misteri in salsa biancorossa. Si impossessò dopo pochi anni dell’intero tessuto sociale, artigianale e industriale della zona poiché la mole del percorso organizzativo diventò impo-

nente. Da quella idea certamente ambiziosa nacquero, per cascata, una Società con Campioni europei e mondiali o in cima alle graduatorie nazionali ( Aouita Fall, Desruelles, Mamiski, Perna, Melogli, Bavota ecc.) e una pista di Atletica Leggera per i ragazzi matesini. Dopo un abbondante decennio tutto finì quando cominciarono a venire meno gli sponsor e i finanziamenti.

Ma Armando Spina fu il vero apripista di un nuovo prototipo del dirigente sportivo. La Regione, sino ad allora, si avvaleva di appassionati che rimanevano aggrappati al ruolo di volontari a “mezzo servizio”. Armando invece affermò la figura del manager sportivo sufficientemente inviso da chi non aveva mezzi e Know how a disposizione. Oggi rivendicano titolarità in questo status molte mezze calzette alle quali altre mezze cal-

zette riconoscono, come i compari al tavolo della bicchierata, spessore e successo organizzativo. Pur nella consapevolezza di non aver alterato il racconto di una storia vera, devo mettere in risalto che Armando Spina, purtroppo, viene impolverato da chi, invece, dovrebbe incipriarlo soprattutto perché la storia dello sport molisano non ha molto da esibire. La gente molisana non è interessata agli ondivaghi umori di chi ha la patente di cantore autorizzato. Le storie come quelle di Armando Spina vorrebbe vederle premiate. Anche nello sport, con sommessa rassegnazione, i foderi combattono e le spade stanno appese…


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5 23 giugno 2015

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Aumentano le richieste di concessioni e di derivazione per l’impianto di centrali elettriche. La mano pubblica rimane a guardare

L’energia idroelettrica è tutta per i privati

Ciò che fanno i privati potrebbero farlo i Comuni, le Province e finanche la Regione, se fossero enti meno burocratici e imbalsamati, e meglio attrezzati mentalmente per concepire in senso economico il governo delle risorse naturali Società private produttrici di energia idroelettrica. Il Molise si va punteggiando di impianti che, utilizzando l’acqua delle condotte o dei fiumi e i dislivelli naturali (salti), producono elettricità da immettere sul mercato. Potrebbero farlo i comuni, le Province e finanche la Regione, se le istituzioni molisane fossero meno burocratici e imbalsamati, e meglio attrezzati mentalmente per concepire in senso economico il governo delle risorse naturali. Capita, quindi, che il direttore del Servizio competitività dei sistemi produttivi e sviluppo delle attività industriali ed estrattive, nonché delle politiche della concorrenza e internazionalizzazione delle imprese e del marketing territoriale, Gaspare Tocci, debba guardare gli altri fare ciò che potrebbe fare egli stesso in nome e per conto del governo regionale se alla spalle avesse una classe politica intraprendente, dinamica, competente e pronta a misurarsi col mercato. Ma siamo nel Molise, e l’imprenditorialità pubblica ogni qualvolta ha varcato il confine dell’immobilità ha dato

prova di pessima capacità organizzativa e gestionale, colpevole di aver fatto sempre leva su professionalità e rappresentanze inadeguate nei consigli di amministrazione e tra gli amministratori delegati. Qualora si volesse continuare negli investimenti e nelle partecipazioni, le esperienze negative (Gam, Ittierre, Zuccherificio, per restare ai casi più eclatanti) potrebbero aiutare a comprendere la lezione e a modificare scelte e atteggiamento. Qualora si

Nell’ormai lontano 2001 prendeva corpo il progetto dell’acquedotto molisano centrale; un’infrastruttura strategica di preminente interesse nazionale e di prioritario interesse regionale che avrebbe dovuto captare le acque sorgive provenienti dai monti del Matese per soddisfare il fabbisogno idropotabile, l’acqua da bere, di migliaia di cittadini residenti in 11 paesi del Basso Molise. Ad oggi, 2015, le utenze di questo territorio risultano ancora servite da acqua proveniente dal potabilizzatore della diga del Liscione, invaso che raccoglie le acque fluviali del Biferno. Questo perché, rispettando la ferrea tradizione tutta italiana del MAI FINITO, nella fase di esecuzione dell’opera, secondo quanto riportato dalla Direzione Generale della Giunta Area IV – Servizio Idrico Integrato di Regione Molise-, si sono rivelate criticità che hanno comportato il blocco dei lavori e l’instaurazione del contezioso fra stazione appaltante e impresa, sfociato nella rescissione contrattuale. E dire che la realizzazione dell’opera pubblica avrebbe recepito meritoriamente, e in largo anticipo, le richieste della Comunità internazionale e aderito alla risoluzione ONU della

volesse dare attenzione alle iniziative private che, come nel caso dello sfruttamento delle risorse idriche (per non dire del vento e del sole con i pali eolici e i pannelli solari), vanno dritte a cogliere il lato produttivo degli interventi, in assenza, peraltro, di iniziative simili e/o concorrenziali, basterebbe volgere lo sguardo attorno e prendere spunto. A fronte di questa realtà, abbiamo il permanere di una classe politica abbarbicata a modelli gestionali obso-

leti, a scelte programmatiche roboanti ancorché condizionate da specifici interessi categoriali, che non fanno economia e nemmeno occupazione. Anzi, peggio. Fanno sospetto di connivenza, cedimento di potere, interessi privati in atti d’ufficio, come nel caso delle centrali a biomasse, come nel caso delle manze della Granarolo e come nel caso delle autorizzazioni oltre ogni limite dei Poli eolici e dei pannelli solari al di fuori delle necessità energetiche regionali. Il caos è talmente largo e profondo, che diventa un’impresa ricapitolare il discorso e dargli una prospettiva concreta. Non rimane che riportare gli atti amministrativi che sanciscono l’attivismo produttivo dell’iniziativa privata e la pedissequa adesione della burocrazia regionale. Eccone l’ultimo esempio. Il 24 settembre 2014 Luigi Mannocchi, in qualità di amministratore unico della società Italbon Srl, con sede legale in Pontedera (PI), Via Salvo D’Acquisto n. 40, ha chiesto alla Regione Molise la concessione

per derivare una portata media di 2,905 metri cubi al secondo, e massima di 5,50 metri cubi al secondo, di acqua pubblica ad uso idroelettrico, dal fiume Cavaliere, in località “Quadrella”, in agro del comune di Isernia per realizzare, sul salto legale di metri 1,68 un impianto della potenza nominale media di 47,87 kw. Il 21 luglio prossimo, alle ore 10,30, con ritrovo presso la Regione Molise -Servizio Competitività dei Sistemi Produttivi, Ufficio Acque Pubbliche, sito in Isernia, è in programma la visita sopralluogo di cui all’articolo 8 del Testo unico sulle acque, cui potrà intervenire qualunque interessato. Acqua molisana per imprenditori del Nord. Ormai una regola standard. Forse sarebbe stata cambiata, se il già direttore di Molise Acque, Marone, fosse riuscito a rendere esecutivo il bando pubblico predisposto per 13 punti di derivazione tra i più interessanti tecnicamente per produrre energia. Dardo

Che fine ha fatto l’acquedotto molisano centrale? General Assembly, nella quale viene sancito il “diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici come diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”. A beneficio di tutti si rammenta che l’acquedotto molisano centrale, investimento pubblico di circa 100 milioni di euro, grazie alla spinta dell’alimentazione a caduta, ovvero per la semplice legge di gravità, avrebbe fornito acqua potabile di ottima qualità agli abitanti degli undici paesi di Guardialfiera, Guglionesi, S. Giacomo degli Schiavoni, Montenero di Bisaccia, Petacciato, Larino, Ururi, San Martino in Pensilis, Portocannone, Termoli e Campomarino, localizzati nella bassa valle del Biferno in zona costiera e sub costiera. Nell’attesa che il progetto venga ultimato, paradossalmente ad oggi lo stato di avanzamento dei lavori è arrivato a 94,46 punti percentuali, tutti i comuni interessati continuano ad approvvigionarsi di risorse idriche provenienti dal potabilizzatore della diga di Ponte Liscione, che con

preoccupante frequenza fa riscontrare alterazioni di quei parametri normativi, atti ad assicurare acque di buona qualità in uscita dal trattamento di potabilizzazione. In particolare, furono riscontrati dei superamenti dei limiti di legge per alcuni sottoprodotti derivanti dall’utilizzo del cloro, sia in pre che in post disinfezione. È ancora ben vivo il terribile ricordo della moria di pesci, circa 2 tonnellate, rimossi dal Corpo Forestale nel novembre del 2010. Ma il più frequente e preoccupante è lo sforamento dei parametri limite dei trialometani, composti chimici altamente dannosi per l’ambiente e per l’atmosfera, e in molti casi fortemente cancerogeni. In questi anni tali composti sono arrivati a toccare e superare valori di 79 microgrammi per litro, rendendo così in più occasioni inservibile il prezioso bene, e senza dimenticare l’inquietante rilevamento dei batteri fecali, probabili veicoli di malattie tipo salmonella, colera, tifo e tutte quelle patologie a trasmissione “orofecale”, e che conferiscono alle acque potabili del territorio quel-

l’inconfondibile sapore di merda.Il deputato abruzzese, Daniele Del Grosso, si è reso disponibilissimo a raccogliere la nostra istanza e depositerà nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare in cui si chiede al Governo e ai ministri competenti quali azioni intendano intraprendere per assicurare una celere ripresa dei lavori e garantire un termine certo della loro realizzazione. Inoltre, se il Governo non ritenga opportuno predisporre le misure necessarie al fine di comprendere a fondo le motivazioni alla base dei ritardi maturati nell’esecuzione dell’opera, accertando le responsabilità e il relativo incremento dei costi legati al suddetto ritardo. Il Basso Molise non vuole e non può aspettare di vedere realizzata un’opera fondamentale per la fruibilità di un bene prezioso e importante per la salute dei suoi abitanti, restituendo a costoro quel diritto all’acqua potabile di ottima qualità di cui sono stati ingiustamente privati da troppo tempo. Movimento Cinque Stelle Molise


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Campobasso

23 giugno 2015

Solo il mancato incasso delle multe e delle violazioni ai regolamenti comunali ammonta a circa un milione e mezzo di euro

Alle inefficienze delle strutture e degli amministratori comunali provvede la tasca generosa del cittadino Il dato è stato fatto emergere dal consigliere comunale dell’Udc, Michele Ambrosio, grazie ad una sua circostanzia interpellanza Da non credere: l’amministrazione comunale di Campobasso non riesce ad incassare quanto l’è dovuto dai tributi, dalle rendite patrimoniali, dalle sanzioni amministrative eccetera, epperò tiene in stand-by (in attesa) la procedura di gara per la scelta del concessionario cui affidare la gestione del servizio di riscossione coattiva ( forzata) delle entrate comunali e, cosa ancora peggiore, già nel corso del 2013 era stata inutilmente tentata una soluzione che avrebbe potuto aiutare ad incassare: la costituzione di un “Ufficio recupero crediti”. Peraltro mai ripetuta. Tra le follie comunali queste sono senza dubbio delle perle, custodite nello scrigno della irresponsabilità e della insensatezza. Il dato è stato fatto emergere

dal consigliere comunale dell’Udc, Michele Ambrosio, grazie ad una sua circostanzia interpellanza in cui ha dimostrato – cifre alla mano – che le solo sanzioni amministrative per violazione dei regolamenti comunali e per le violazioni alla norme in materia di circolazione stradale non riscosse, ammontano a un 1.390.693, 13 euro. Un esempio a valere per molti altri, a dimostrazione che le sofferenze del capitolo delle entrate è frutto d’inefficienza, di lassismo, di scarsa applicazione tempestiva delle regole e delle norme. Al consigliere Ambrosio pertanto il merito di aver scavato nelle scartoffie comunali e di aver fatto risaltare il milione e passa di euro addebitabile alla mancata riscossione delle multe al codice della

strada e delle altre sanzioni per le violazioni ai regolamenti municipali. L’interpellanza ha preteso una risposta scritta in modo che si abbia la certezza della prova dell’inefficienza, l’entità delle cifre, e la possibilità di individuare dov’è il punto debole nell’organizzazione degli uffici preposti. La risposta l’ha formalizzata e sottoscritta l’assessore alla Polizia locale Colagiovanni e, suo malgrado, nonostante il tentativo di addolcire la pillola, ha dovuto ampiamente ammettere che molte cose non funzionano come dovrebbero e che “relativamente ai crediti del 2007, 2008 e parte del 2009, le ordinanze ingiuntive emesse ne hanno bloccato i termini di prescrizione. Tuttavia, essendo risultate infruttuose (per oltre il 50 per

cento dei casi) hanno perso efficacia in termini temporali, poiché trascorsi 30 giorni dalla notifica, ed entro 90 giorni successivi alla stessa, non è stata attivata alcuna procedura di esecuzione forzata da parte dell’Ufficio competente, come previsto dall’articolo 5 del regolamento generale per la gestione delle entrate”. Ammissione di colpa. Senza alcun colpevole. Il massimo della inaccettabilità dello stato delle cose lo si ha nel momento in cui ai dirigenti comunali viene dato il premio di produttività. Siamo al paradosso al quale, però, sarebbe auspicabile potesse dare una spiegazione la Corte dei Conti. Non si incassano soldi e si pagano premi. In proposito, nonostante nell’interpellanza il consigliere Ambrosio abbia chiesto

esplicitamente di avere, nella risposta scritta, comunicazione in merito agli atti amministrativi e sui prevedimenti di competenza, “ivi compresi quelli organizzativi, per le verifiche del caso, l’accertamento delle responsabilità che dovessero essere rilevate e tutti gli atti conseguenti”, l’assessore non ha fatto una piega. Capitolo aperto, pertanto, la cui conclusione dovrebbe indurre l’amministrazione comunale a spiegare se queste mancate entrate (per lo più inesigibili) incidono o meno sull’aumento delle tasse. Come dire, alle inefficienze delle strutture e degli amministratori comunali, provvede la tasca generosa del cittadino. Ma si può? Dardo

PIAZZA PEPE: QUALI PROSPETTIVE ? Dai continui ripensamenti di Di Bartolomeo all’immobilismo di Battista, la situazione della Piazza è sempre la stessa, anzi c’è una novità: le transenne vengono facilmente spostate e l’accesso reso libero senza alcun controllo. Non sono stati sufficienti anni di battaglie del Comitato Isole Pedonali contro la decisione dell’apertura al traffico adottata dalla Giunta Di Bartolomeo, e nemmeno una mozione approvata all’unanimità dall’attuale Consiglio Comunale, per restituire alla Piazza la pedonalità invocata dalle migliaia di cittadini che a suo tempo firmarono la nostra petizione. E’ questa la situazione attuale, e nell’audizione del giorno 21 novembre, tenutasi presso la Commissione Comunale Traffico, i rappresentanti del Comitato Isole Pedonali hanno espresso tutto il proprio disappunto per l’immobilismo dell’amministrazione comunale. Perché non vengono presi provvedimenti in materia di mobilità sostenibile? “Stiamo valutando…stiamo progettando…sarete sbalorditi dagli effetti speciali ” è stata la risposta dei rappresentanti della maggioranza, ma a noi del Comitato questa risposta non basta, chiediamo che l’ordinanza di chiusura al traffico della Piazza venga rispettata e sia il punto di partenza per l’allargamento dell’area pedonale così come proposto nel P.U.M. stilato da competenti consulenti del-

l’Università di Napoli. Il biglietto da visita della città non può essere una strada aperta al traffico, priva di qualsiasi decoro. La piazza è l’ingresso al borgo antico e deve essere luogo di accoglienza per gli ospiti e i turisti che approdano in città e non può continuare ad essere considerata una piazza qualsiasi, anche per la presenza della Prefettura, della Cattedrale e del Teatro Savoia. E’ assurdo che dopo 24 anni (l’isola pedonale fu istituita nel lontano 1991) ancora si discuta di questa piazza. Ma tutte le centinaia di migliaia di euro spesi in studi sulla mobilità che fino hanno fatto? Le tesi proposte da competenti consulenti non possono infrangersi sulle barricate alzate dai pochi commercianti che si ostinano a voler considerare la piazza come fosse propria e non di tutti i cittadini. Al Sindaco Battista chiediamo che venga subito attivata la videosorveglianza della Piazza, per scongiurare atti vandalici e violazioni al Codice della Strada, e di .essere coerente con l’opinione che egli stesso espresse in diverse occasioni al Comitato, ovvero che la Piazza doveva diventare un’area pedonale: per i grandi progetti c’è tempo, ma la città ha bisogno di vedere, subito, un segnale di discontinuità dalla precedente amministrazione. Altra considerazione è l’incongruenza che riguarda la chiusura al traffico e alla sosta del Fondaco della Farina. La piazzetta è stata chiusa, ma in tutto il borgo l’accesso e la sosta è consentito. Che

senso ha? Piazza Pepe viene di fatto riaperta e si chiude un piccolo luogo! Con l’aggravante che l’inquinamento nelle strette strade del centro storico è dieci volte superiore rendendo l’aria irrespirabile e trasformando le strade strette in camere a gas. Soltanto martedì scorso 16 giugno si è tenuto un incontro promosso dall’Associazione Medici per l’Ambiente sul tema dell’inquinamento atmosferico. Gli interventi, supportati da dati scientifici, hanno sottolineato la necessità di avviare con urgenza in città provvedimenti per tutelare la salute dei cittadini. Ricordando che di ZTL, così come promesso, non si parla affatto, un ultima considerazione: il ricorso al TAR proposto dai commercianti di piazza Pepe verrà discusso il 9 luglio, ma dall’atteggiamento dell’amministrazione sembra che la sentenza sia già stata emessa visto che i controlli non ci sono già da diverse settimane. La stampa locale informa che il consigliere Ambrosio, protagonista di interpellanze sulla chiusura al traffico, sostenitore della riapertura stia vincendo la battaglia. Ma il Sindaco governa e applica il programma elettorale? Sembra proprio di no e questa, purtroppo, è la conseguenza delle larghe intese, utili per vincere le elezioni, ma prive di unitarietà di posizioni ed obiettivi. Comitato Isole Pedonali

A Sepino il “Teatro con i piedi” Sabato si esibirà David Rausa alias “Monsieur David” SEPINO. Superlativo……. Fine settimana superlativo a Sepino presso Portatammaro. Si proprio così. Direttamente da Rai Uno, uno spettacolo che ha dello strabiliante e dello sbalorditivo. Il teatro con i

piedi approda in Molise con il suo interprete d’eccezione “ David Rausa “ alias “ Monsieur David “. Sabato 27 giugno a partire dalle ore 19,30, Davi Rausa si esibirà in uno spettacolo dal titolo “ A Piedi non

inquino “ . E di questa opportunità che il pubblico potrà goderne a pieno. Ospite dei Borghi d’Eccellenza, che mirano a favorire la cultura e l’arte in modo innovativo ed avvicinare tali ai più piccini e non

solo, vi invitano ad essere presenti ad uno spettacolo da applausi e da bocche aperte. L’ingresso gratuito, grazie alla disponibilità e la lungimiranza di un operatore economico come Portatammaro, permetterà a

chiunque voglia far parte della scena, di sentirsi a suo agio in un viaggio fantastico è strettamente contemporanea nella sua classicità. Insomma c’è solo da essere presenti.


Campobasso

7 23 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Corpus Domini? Tutto secondo copione” L’assessore comunale, Salvatore Colagiovanni, ha fatto il punto della situazione in Consiglio “Non vedevo l’ora di chiarire la questione relativa ai posteggi dei commercianti ambulanti durante i giorni di festa del Corpus Domini, perché era mio dovere tutelare tutti i dipendenti comunali, che hanno lavorato sodo e onestamente durante la settimana più importante della città di Campobasso”. Così, l’assessore comunale, Salvatore Colagiovanni, sulla questione commerciale nel Corpus Domini. “In primis – ha affermato l’assessore Salvatore Colagiovanni – occorre ringraziare le forze dell’ordine, che hanno lavorato nei giorni di festa, così come mi preme un encomio particolare per Sua Eccellenza, il Prefetto di Campobasso, Francescopaolo Di Menna, il quale si è recato nelle zone di maggiore afflusso, al fine di verificare e monitorare personalmente la situazione durante il Corpus Domini più partecipato degli ultimi anni con le 150mila presenze registrate soltanto in occasione della sfilata dei Misteri. E un grazie anche al lavoro svolto dalla Protezione Civile, per l’opera prestata durante tutti i giorni, prima e durante le festività. Un lavoro importantissimo lo hanno svolto gli agenti della Polizia Municipale che, al lavoro quotidiano di routine, hanno affiancato egregiamente

quello straordinario della festività. I vigili urbani, infatti, hanno assicurato anche l’intervento sugli incidenti stradali e hanno effettuato pure sequestri di venditori di frutta non autorizzati in area extraurbana. Questa è la premessa di un lavoro portato avanti nella più totale onestà, a dispetto di chi ha messo in dubbio l’integrità morale di chi ci ha messo la faccia, lavorando in una situazione sicuramente non agevole, considerando l’alto tasso di abusivi che sono riusciti, comunque, ad avere accesso al capoluogo. Se pure è stato commesso qualche piccolo errore, si è incappati in piccole imperfezioni solo dopo ore e ore di lavoro. E, comunque, non tollero che ci sia stato qualcuno che si è permesso di fare piazzate tra la gente. La vita è fatta di scelte di opportunità, parola sconosciuta a chi piace pontificare e crede di non sbagliare mai. L’opportunità, in questo caso, significava richiamare in disparte la persona che stava sbagliando, consigliando in maniera più lucida (perché magari in giro a fare la passeggiata, in totale relax) di agire diversamente”. “Ci è stato rimproverato di aver fatto pagare il posteggio ad alcuni ambulanti che erano riusciti, comunque, a installare la propria bancarella tra la

fiera – ha proseguito l’assessore Colagiovanni –. Io posso dire che la struttura ‘Commercio’ spende perché incassa e quello è un modo per incrementare le entrate. Sono stati fatti i controlli in posti dove non si dava fastidio a nessuno e, come avviene da un quarto di secolo, la posizione dell’ambulante si regolarizza al momento. Gli agenti della Polizia Municipale, però, fanno prima due controlli: il primo, in loco, sull’identificazione personale e sulla documentazione necessaria per vendere; il secondo, in struttura, dove si verifica che i documenti siano conformi ai dati registrati e, dunque, non siano falsi. Solo successivamente si

concede la possibilità di vendere. È stata messa in dubbio l’integrità morale e l’onestà dei tre dipendenti della struttura ‘Commercio’ che hanno lavorato quasi ininterrottamente dal mercoledì alla domenica, perché la procedura di accreditamento per il posto prevede un primo controllo sui requisiti morali/professionali, secondo quanto dispongono le norme in vigore, attraverso l’acquisizione dei dati e dei documenti dei richiedenti. Sulla questione abusivi, Colagiovanni incalza: “Nelle numerosi riunioni in Prefettura si era deciso che nell’ambito dell’area fieristica, in caso di presenza di abusivi, collocati in spazi che non ostacolavano il passaggio, né intralciavano l’attività degli altri ambulanti, l’opportunità di farli rientrare nella festa, non prima del tardo pomeriggio del sabato, con la riscossione di un contributo festività Corpus Domini”. “Occorre considerare – ha spiegato

ancora Colagiovanni – che gli agenti della Polizia Municipale e i dipendenti comunali hanno agito anche in un contesto di umanità, nel massimo rispetto della persona. In molte circostanze, sempre con tutte le accortezze del caso, i vigili urbani hanno anche provveduto a rimuovere vere e proprie tendopoli, accompagnando gli interessati nelle aree predisposte per i servizi igienici e i servizi doccia, curati dalla Protezione Civile, come quello di via Manzoni”. “Invito il Presidente del Consiglio comunale – ha concluso l’assessore Salvatore Colagiovanni – a portare tutti gli atti in Procura, perché non tollero che sia stata messa in dubbio l’onestà e la trasparenza di dipendenti comunali, che lavorano per noi da quasi trenta anni. Noi non abbiamo nulla da nascondere e, se necessario, lo dimostreremo in tutte le sedi”. A prescindere da tutto, anche se l’interpellanza non lo richiedeva, l’assessore Salvatore Colagiovanni ha anche reso noto l’incasso della fiera, che è stato pari a € 114.343,14 a titolo di ‘Contributo festa’ e di € 6.050,58 a titolo di Cosap con il notevole incremento rispetto all’edizione 2014 del Corpus Domini, che era stato di circa € 94.000.

Finanza, l’attività sul territorio

Celebrato il 241° anniversario della fondazione del Corpo CAMPOBASSO. Presso la sede del Comando Regionale Molise della Guardia di Finanza, con una sobria cerimonia, è stato festeggiato il 241° anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza. Le celebrazioni hanno avuto inizio con la resa degli onori ai Caduti della Guardia di Finanza e la deposizione di una corona di alloro presso la lapide dedicata alla memoria del Finanziere molisano Antonio Zara, insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto nell’adempimento del dovere nel 1973 presso l’aeroporto di Fiumicino vittima di un’azione terroristica. La commemorazione, alla presenza del Comandante Regionale Molise - Gen. B. Vito Straziota - si è svolta con lo schieramento di una rappresentanza composta da militari del contingente ordinario ed A.T.P.I., di una delegazione di Finanzieri in congedo della

locale Sezione ANFI nonché dagli Organi di rappresentanza militare del Molise. Le rinnovate linee strategiche del Corpo nel SETTORE TRIBUTARIO sono orientate verso una progressiva diminuzione del numero degli interventi effettuati a beneficio di un aumento qualitativo del-

l’azione ispettiva che si basa su una penetrante attività di intelligence edi analisi di rischio sulla realtà socioeconomica. In tele contesto state eseguite nr.31 VERIFICHE e nr. 109 CONTROLLI per un totale di 140 soggetti economici ispezionati. A testimonianza di tale indirizzo, a margine delle ispezioni effettuate

sono state sviluppate nr. 16 indagini di polizia giudiziaria che hanno consentito di segnalare all’A.G. nr. 21 soggetti responsabili di reati tributari ai sensi del decreto legislativo nr. 74/2000, nonché di proporre l’adozione del “sequestro per equivalente”dei beni riconducibili alle citate persone per un valore complessivo di 4 milioni di euro e di sottoporre a sequestro beni per oltre 500.000 euro. Nel settore della SPESA PUBBLICA, sono stati denunziati all’Autorità Giudiziaria nr. 21 soggetti responsabili a vario titolo di reati connessi all’indebito conseguimento di erogazioni pubbliche per un importo di circa 500.000 euro. Nel corrente anno, sono stati eseguiti nr. 48 accertamenti patrimoniali, nei confronti di altrettanti soggetti, finalizzati all’aggressione dei patrimoni illeciti mediante l’applicazione delle misure di preven-

zione ovvero della cd confisca “per sproporzione”. Le indagini svolte hanno consentito di proporre alle competenti Autorità Giudiziarie il sequestro dibeni per un controvalore di oltre 830.000 euro. Il contrasto al TRAFFICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, grazie alle sinergie operative in atto tra il G.O.A. di Campobasso, i Reparti territoriali e la componente navale, ha consentito di conseguire i seguenti risultati: sequestro di 4 Kg di hashish e marijuana, 283 gr. di cocaina, 97 gr. di eroina, nr. 18 semi di cannabis indica e nr. 2 autovetture; verbalizzazione di nr. 166 soggetti dei quali nr. 10 in stato di arresto, nr. 25 denunciati a piede libero e nr. 122 segnalati all’Autorità Prefettizia in quanto assuntori di sostanze stupefacenti



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Isernia

23 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Isernia distrutta da Brasiello” Il senatore D’Ambrosio torna alla carica nella critica all’amministrazione comunale ISERNIA. “L’amministrazione comunale di Isernia doveva rappresentare il nuovo per la nostra città: ebbene, se le novità erano queste, forse è il caso di andare tutti insieme dal vescovo e fare una preghiera”. Fa ricorso all’ironia Alfredo D’Ambrosio, responsabile regionale dell’Unione Popolare Cristiana (Upc), movimento di cui è anche componente della segreteria nazionale. Il senatore commenta lo stato di salute del centrosinistra cittadino, per il quale parla di “luna di miele finita con gli elettori”. Principale responsabile della disaffezione dei cittadini dalla coalizione di maggioranza, il sindaco Luigi Brasiello, verso il quale D’Ambrosio non risparmia stoccate. “Quando chi governa una città – dichiara il senatore - non capisce che le

scelte importanti vanno condivise, come dimostra ad esempio la mancanza di dialogo con la Polizia Municipale; quando non ci si rende conto che, per amministrare e dare risposte ai cittadini, occorre motivare il personale del Comune coinvolgendolo nelle decisioni, non si va da nessuna parte. A ciò si aggiunga che il sindaco è stato catapultato nell’agone politico senza avere alcuna esperienza, cosa che rende ancor più arduo gestire la cosa pubblica in un momento tra i più difficili della storia di questo capoluogo. E’ sotto gli occhi di tutti come Isernia stia diventando una città fantasma, totalmente allo sbando: giorno dopo giorno, l’amministrazione assiste, inerte e silente, alla chiusura delle attività commerciali, forse senza rendersi conto che, quando chiudono i negozi, muore

il tessuto economico e produttivo di una città. A dare il colpo di grazia a quei pochi commercianti rimasti, già stremati dalla crisi, sono state le tasse comunali messe l’anno scorso dal sindaco e dalla sua amministrazione, i cui effetti devastanti si percepiscono solo in questi giorni, con intere famiglie gettate sul lastrico e l’aumento dei cosiddetti nuovi poveri”. “Il primo cittadino – continua D’Ambrosio – non ha mantenuto alcun impegno, fatta eccezione per due progetti avviati dalla vecchia amministrazione Melogli. Mi riferisco alla rotonda di Isernia Nord, nei pressi dell’Hotel Europa, tuttora in itinere, e a quella di via Umbria, già portata a termine perché, evidentemente, non conveniva a nessuno non terminare i lavori. Oltre le due rotatorie, il nulla:

ma quel che è peggio è che nessuno sa cosa stia facendo quest’amministrazione, quali siano i progetti in cantiere, se ce ne sono, con quali fondi si intende portarli avanti, in che tempi, con quali priorità. Bene ha fatto, dunque, la minoranza di centrodestra a criticare il sindaco con un manifesto in cui ha evidenziato solo alcune delle promesse non mantenute. Ma ritengo che il centrodestra commetta un errore, invece, quando chiede le dimissioni di Brasiello”. Il sindaco, secondo il senatore, “deve infatti restare al suo posto, visto che è stato eletto: i cittadini che lo hanno votato devono tenerselo stretto e lui deve rimanere dov’è con tutte le sue responsabilità. Saranno i fatti a parlare per lui: con il tempo, il sindaco si cuocerà a fuoco lento. Il vero problema

ce l’hanno i consiglieri di maggioranza, che vengono trascinati in situazioni spiacevoli senza avere alcuna colpa. Sono loro a doversi preoccupare di come stanno andando le cose, per il centrosinistra. Mentre la minoranza consiliare ha un compito decisamente facile: le basterà fare un’opposizione concreta e intelligente, prendendo a cuore soltanto i problemi che interessano esclusivamente la comunità. Per il resto – conclude D’Ambrosio - può stare con le braccia conserte e aspettare lo sviluppo degli eventi: sarà la gente, con il voto, al momento giusto, a decretare quali sono i risultati di quest’amministrazione, presentatasi come innovatrice e dimostratasi, almeno fino adesso, dilettante a livello politico e inadeguata a livello amministrativo”.

Fiume Sordo, un letamaio Il corso fluviale che passa in città a Isernia nel degrado totale

ISERNIA. Fiume Sordo, 4 km. di percorso all’interno della città ma di giorno in giorno lo spettacolo lungo il corso del fiume caro ai pentri diventa sempre più compromesso. Partendo dalla piscina comunale e costeggiando il fiume per un buon chilometro sugli argini e dentro le calme acque, possiamo vedere lo spettacolo indegno di scellerati che continuano a gettare di tutto nel corso d’acqua. Da pneumatici incastrati nelle alghe, a sacchi di plastica integrati perfettamente nella natura circostante. Buste di plastica che galleg-

giano con all’interno il pieno di bottiglie in PVC o in PET, contornati da bidoni di pittura, mentre nylon trasparente – più a valle- completa il quadro moderno e underground di cui volentieri se ne potrebbe fare a meno. Non costa molto, visto che vi sono operai del comune in grado di utilizzare i mezzi adeguati in loro dotazione per ripulire gli argini del fiume dalle sterpaglie. Almeno una volta al mese, si può eseguire un’ispezione per evitare di inquinare l’unico corso d’acqua cittadino più esposto?

Stigmatizzare il comportamento incivile degli imbecilli che non hanno consapevolezza di rispettare l’ambiente in quanto è di tutti, anche dei loro figli, è scontato. Forse nemmeno le multe farebbero invertire la tendenza dell’ignoranza matricolata, ci vorrebbe un vigile ogni persona h24. Questo non è possibile naturalmente, ma nemmeno giungere ad avere un fiume deturpato in questa maniera.

Le Strade Ferrate del Gusto, Expo Milano 2015

Il treno storico sulla Transiberiana d’Italia fa tappa in Molise ISERNIA. L’Associazione culturale Le Rotaie organizza per domenica 28 giugno una corsa speciale in treno d’epoca, inserita all’interno dell’iniziativa della Fondazione Fer-

rovie dello Stato Italiane “Le Strade Ferrate del Gusto”, itinerari enogastronomici nel Belpaese, in occasione dell’esposizione universale EXPO MILANO 2015.

Il convoglio storico partirà da Sulmona alle ore 9:00 e eccezionalmente per l’occasione percorrerà per intero la linea ferroviaria SulmonaCarpinone, diretto ad Isernia per la fiera agroalimentare delle cipolle, tradizionale appuntamento che si svolge nel centro cittadino durante i festeggiamenti in onore dei santi Pietro e Paolo, e che affonda le proprie origini nel Medioevo. Il rientro a Sulmona è previsto in serata. Gli appuntamenti in tutta Italia sono 7 ed oltre a quello previsto domenica 28, unica tappa in Molise sui binari della “Transiberiana d’Italia”, sono coinvolte fino alla fine di ottobre le regioni Piemonte, Lombardia, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna, con temi dedicati alle eccellenze enogastronomiche tipiche di quei territori. Nella sosta in città i viaggiatori del

treno storico, provenienti dalle regioni limitrofe e con alcune comitive anglosassoni, degusteranno le tante specialità della cucina molisana in tema con la giornata nei ristoranti convenzionati della città e nell’area della fiera, dove saranno presenti oltre 250 espositori, e avranno la possibilità di conoscere le bellezze artistiche del capoluogo pentro, tra cui il centro storico, la città sotterranea e il Museo Nazionale del Paleolitico. Per partecipare al viaggio è possibile rivolgersi all’associazione Le Rotaie (www.lerotaie.com prenotazioni@lerotaie.com - 3400906221).


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Tutto quello che gli altri non dicono

Termoli

23 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Malmenati e derubati nella loro abitazione Il fatto è accaduto a Guardialfiera. Portati via duemila euro. Indagano i Carabinieri GUARDIALFIERA. Una notte in presa allo spavento, iniziata nella propria abitazione e finita al pronto soccorso dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Protagonisti, loro malgrado, due anziani residenti in agro di Guardialfiera, affrontati da due malviventi, che si

erano intrufolati nella loro abitazione per razziarla evidentemente. Ma il padrone di casa, un ottantenne con porto d’armi e fucile, non ci ha pensato su due volte e ha imbracciato l’arma a canna lunga, ma il vigore dei due delinquenti ha avuto il sopravvento e l’anziano è

stato dapprima disarmato e poi colpito con lo stesso fucile. Non contenti di aver accoppato lui, se la sono presi con la moglie, colpendola e facendola finire violentemente a terra. Sopraffatti e terrorizzati, i due co-

niugi sotto le incessanti minacce dei due malintenzionati hanno consegnato loro 2mila euro in contanti, coi ladri che si sono dileguati nel nulla dopo poco. Dato l’allarme la coppia è stata soccorsa in casa e poi trasferita all’ospedale di Termoli, dove sono

stati medicati per le lesioni subite e refertati con 10 e 7 giorni di prognosi. Sulla rapina impropria, questo dovrebbe essere il capo d’imputazione, oltre a violenza privata e lesioni colpose aggravate, indagano i Carabinieri della compagnia di Larino.

“Un Consiglio comunale sul Vietri” La richiesta al sindaco di Larino è stata fatta da Mammarella, Urbano e Pontico LARINO. I sottoscritti consiglieri comunali. Rossella Mammarella, Giulio Pontico e Michele Urbano con il presente atto e ad ogni effetto di legge e di regolamento CHIEDONO La convocazione urgente di un consiglio comunale monotematica (previa convocazione della conferenza dei capigruppo) aperto alla partecipazione di tutti, cittadini, associazioni, ecc. avente ad oggetto il

seguente punto all’ordine del giorno: Ospedale Vietri di Larino. Determinazioni La convocazione e lo svolgimento di questo consiglio comunale appare assolutamente necessario vista la completa assenza di discussione e di approfondimento, nelle sedi istituzionali, visti gli ultimi accadimenti che registrano nuovi tagli a danno del presidio ospedaliero “G. Vietri” si chiede la convoca-

zione di un consiglio comunale monotematico per discutere della situazione in atto. Si chiede al sindaco e all’assessore con delega alla Sanità, di spiegare pubblicamente e ufficialmente alla comunità quali siano i passaggi attualmente in atto, come stia evolvendo la situazione e discutere dunque di possibili e efficaci (semmai ancora possibili) azioni da intraprendere insieme a tutta la cittadinanza.

Occorre risvegliare l’opinione pubblica e tenere sempre alta l’attenzione. Inoltre è opportuno informare la popolazione circa lo stato attuale del nosocomio, dunque per quali servizi sia ancora possibile recarsi al Vietri. Riteniamo doveroso che l’assise possa svolgersi in un giorno e orario adeguato affinché tutta la cittadinanza possa partecipare e contribuire al dibattito.

A Campomarino al peggio non c’è mai fine di Antonio Saburro* Leggendo il comunicato stampa del gruppo consiliare “Noi Campomarino” sulla questione immigrati, sono rimasto ancora una volta basito, e mi vengono in mente le parole della vecchia signora di Siracusa al peggio non c’è mai fine. Premetto che mi sento in forte imbarazzo, nel rispondere a questo comunicato stampa, perché in questi anni di attività politica non mi sono mai permesso ne di offendere nessuno e tanto meno di stravolgere la realta’ delle cose e degli avvenimenti, ma di svolgere la mia attività politica, basandola solo su argomenti politici e cercare di trovare risoluzioni concrete per la cittadinanza di Campomarino. Non riesco a capire effettivamente, il nesso tra un dibattito sull’immigrazione per un probabile arrivo di circa 200 migranti (e la TV la vedono tutti) e il concetto di omofobia e di razzismo, questo denota che siete a corto di risposte sull’argomento e cercate di distogliere l’attenzione sulla vostra mancanza offendendo e oltraggiando la mia persona con appellativi che sono

lontani dal mio essere. Al Bando della Prefettura pubblicato a marzo del 2015(che permetteva alle strutture private di rispondere per dare ospitalità agli immigrati), hanno risposto due strutture turistiche di Campomarino che hanno dato disponibilità di ospitare circa 200 “migranti” cifra che per una Cittadina come la nostra e’ di impatto sociale non indifferente. Perche’ non avete avvisato la cittadinanza? se non fosse stato per me e per i miei colleghi di opposizione, unitamente dall’assessore provinciale Di labbio, la cittadinanza sarebbe rimasta all’oscuro. Questo e’ il vostro modo di considerare i cittadini? Cari amici di “Noi Campomarino”, nessuno vuole cavalcare l’onda del malcontento, voi sembrate come struzzi che mettono la testa sotto la sabbia per non vedere e affrontare i problemi che attanagliano Campomarino e che i nostri concittadini ci chiedono di affrontare e cercare di risolvere (l’immigrazione, l’imu sui terreni agricoli, l’imu sulle seconde case, la tassa e servizio sull’immondizia). Non conosco ancora la voce dei consiglieri di maggioranza (se non tra-

mite qualche comunicato stampa), non conosco ancora idee e progetti messi in campo per lo sviluppo del Paese. Ora capisco e capiranno anche i nostri concittadini perche’ Campomarino e’ ferma e il degrado generale aumenta, se siete capaci di affermare cose che il sottoscritto non ha mai detto e condiviso. Io non mi attribuisco e non ho la piu’ pallida intenzione di attribuirmi la paternita’ di una delibera che non ho votato, e ribadisco i motivi per cui non ho condiviso e votato contro la delibera : 1)Non avete difeso adeguatamente il territorio di Campomarino stralciando dalla delibera la richiesta di eliminare le strutture ricettive della fascia costiera dai bandi della prefettura. Imposto dal Sindaco come condicio sine qua non del documento e mi chiedo il perche’. 2)Come si fa ad approvare un documento contraddittorio che lascia spazi ad eventuali arrivi, e cito dal documento: si chiede al governo di sospendere tutte le iniziative in merito all’arrivo degli immigrati sul territorio di Campomarino per poi chiedere al governo di posticipare al

mese di settembre 2015 l’arrivo degli immigrati….penso che in voi regni un po di confusione….. In data 19 maggio 2015 il sindaco Cammilleri dichiarava : non siamo contrari all’accoglienza e alla solidarietà, e se gruppi migranti arriveranno, ci auguriamo che tutto avvenga senza condizionare il quieto vivere civile e la quiete della nostra comunità. E allora, visto che il Sindaco non era contrario all’accoglienza, perchè non ha aderito a un progetto Sprar (sistema per richiedenti asilo rifugiati) in modo tale da gestire direttamente tutta la fase successiva all’ ospitalità ? .Questo progetto avrebbe dato la possibilità di gestire un numero esiguo di immigranti ai quali sarebbe stato possibile dare DIGNITOSA qualità di vita .L’ invito dell’Assessore Regionale Michele Petraroia del 11/09/2013 era indirizzato a tutti i comuni Molisani (quindi anche Campomarino) per un incontro sui progetti Sprar al fine di confrontarsi sul tema con i Comuni interessati ed avanzare proposte e valutare insieme progetti definiti. Perchè il Sindaco non si è adoperato già da subito per cercare la soluzione

meno impattante per la nostra comunità? Come troppo spesso accade, il nostro caro Sindaco arriva sempre in ritardo e cerca solo successivamente, tramite TV e comunicati stampa, di mettere una pezza. E allora, mi assumo una sola paternita’ quella del voto contrario al vostro documento contraddittorio cosi’ impostato e voluto dal Sindaco e dal Presidente del Consiglio,e mi chiedo dell’assenza dell’Assessore alle politiche sociali durante la stesura del documento, considerato che si trattava di argomento inerente al suo assessorato. Ho evitato, di alzare la polemica sull’orario del consiglio e sulla poca pubblicità fatta per esso (assenza di manifesti in paese), ricordando che, soprattutto in questo periodo, la gente lavora e pochi utilizzano Facebook. Siete voi che fate nascere il dubbio sulla reale vostra volontà di far partecipare la popolazione e il vostro reale amore per il paese. * Consigliere Comunale


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Termoli

23 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ritocchi ai progetti del Comune L’amministrazione comunale vuole puntare all’efficienza energetica degli impianti Termoli. Un progetto da un milione di euro dei Por-Fesr 2007-2013 al Comune di Termoli per migliorare l’efficienza energetica degli impianti, progetto che ha subito l’ennesimo ritocco rispetto ai programmi della precedente amministrazione. La variante stavolta riguarda l’intervento per rendere energeticamente più efficienti gli utilizzi degli edifici pubblici e le utenze energetiche pubbliche. Ma qual è la ratio del nuovo modello? L’amministrazione comunale, in qualità di ente capofila del Pisu Termoli “Porta del Molise”, esprime la volontà che un intervento di riqualificazione energetica deve essere valutato non solo in termini di

risparmio energetico, ma anche in termini di miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti oggetto dell’intervento e, dunque, di miglioramento della qualità del servizio offerto ai cittadini. A seguito di modifiche intervenute ai lavori in itinere sul Corso Nazionale nell’ambito del progetto denominato “Lavori di riqualificazione urbana Termoli Nord”, è stato richiesto di adeguare il progetto esecutivo, non ancora appaltato, alle nuove esigenze derivate, come la modifica della tipologia di palo completo di pubblica illuminazione per il nuovo Corso Nazionale. Ma non è finita qui, si è proceduto, di concerto con le indicazioni ricevute

dal Rup e dall’Amministrazione Comunale, alla valutazione dell’attuale livello di efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica di parti del territorio del Comune di Termoli e l’individuazione di efficaci misure di risparmio e di incremento dell’efficienza. Le zone indicate sono le seguenti: via Martiri della Resistenza; via Corsica; via dei Pini; lungomare Nord; lungomare Cristoforo Colombo e Corso Nazionale. L’intervento andrà a diminuire i consumi energetici, che costituiscono una quota di spesa rilevante sui costi di gestione dell’impianto di illuminazione pubblica. Tali costi possono essere ridotti

adottando strategie di razionalizzazione ed ottimizzazione dell’impianto stesso. Con l’adozione delle innovazioni e da apportare all’intero impianto di pubblica illuminazione comunale, il costo potrebbe ridursi ancora in maniera considerevole nelle ipotesi di introduzione di un sistema di telecontrollo per la ricerca e segnalazione guasti. La percentuale riferita al personale preposto subirebbe una riduzione di spesa in ragione di almeno il 50%, mentre i materiali di consumo con relativi ricambi, grazie all’investimento iniziale, a loro volta diminuirebbero almeno del 50% e allo stesso modo i veicoli e le attrezzature preposte subirebbero una diminuzione del 50%,

rispetto al valore iniziale. Infatti con l’impiego del telerilevamento si dispone in tempo reale di precise informazioni inerenti lo stato di servizio dei singoli componenti dell’impianto, sfruttando così il massimo della vita utile dei componenti stessi. In breve i guasti non vengono più rilevati dal solo servizio di ronda, composto di uomini e mezzi, né dal cittadino che potrebbe non lamentarsi più, almeno in questa direzione. Si ha così la conoscenza esatta del tipo di guasto, consentendo così interventi puntuali e mirati, ed il tutto memorizzato in apposita banca dati che può essere in ogni momento consultata in rete.

Lungomare nord, ancora incresciosi episodi Gli rompe il bicchiere in testa. Il fatto all’interno del bar nella stazione di servizio TERMOLI. Nuovo e increscioso episodio di violenza presso il distributore di carburante ex Api di Lungomare nord. Poco è chiaro sulla faccenda ma pare che durante la notte appena trascorsa, un giovane di 27 anni sarebbe stato aggredito alle spalle ed avrebbe riportato una grave ferita alla nuca. Secondo quanto trapela dalle prime informazioni raccolte, potrebbe esserci stato un diverbio e poi il giovane, 27 anni, ita-

liano e di Petacciato, C. F. le sue iniziali, si sarebbe visto infrangere un bicchiere di vetro tra il collo e la nuca. Soccorso e medicato, il giovane non è in pericolo di vita. Artefice dell’aggressione è un giovane termolese che parrebbe avere a carico già precedenti della stessa natura. La vittima, secondo quanto ricostruito, è finita al San Timoteo con diverse ferite tra volto e nuca.

A intervenire sono stati gli agenti della Polizia di Stato che hanno avviato le indagini atte a ricostruire quanto avvenuto alle 3.30 circa della notte scorsa. Ricordiamo che il distributore è dotato di videosorveglianza, la visione dei cui filmati avrebbe già restituito l’identità del giovane.

Parco Lapenna, avviati i lavori Due distinti appalti per il ripristino dell’area verde

Termoli. Due diversi appalti per sistemare il parco comunale intitolato a Girolamo La Penna, che versa in pessime condizioni un po’ per assenza di manutenzione sistematica e

un po’ perchè flagellato dall’ondata di maltempo di inizio marzo, che ha causato una marea di danni alle piante e non solo. In questi giorni sono all’opera nel polmone verde

della città due diverse ditte per lavori finanziati complessivamente per quasi centomila euro. Obiettivo: ripulire l’alveo, sistemare la terra smottata, potare e mettere in sicurezza alberi e garantire la piena sopravvivenza delle tante specie che abbelliscono il giardino. La ditta Verlengia e la Gr Service sono impegnate in una serie di interventi che a giorni dovrebbero restituire il parco ai cittadini in una veste migliore e garantire una maggiore fruibilità dei viali, dei giochi, delle strutture sportive. Intanto si va verso la rescissione del contratto con l’Ati “Vivere il Parco” che aveva ottenuto l’appalto per la gestione e la manutenzione dello stesso, e che secondo l’attuale amministrazione presieduta dal sindaco

Angelo Sbrocca non ha ottemperato

agli impegni.



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Opinioni di Claudio de Luca TERMOLI. La Regione Molise: poco più di 300mila ab., due capoluoghi di provincia. Hanno detto che la loro abolizione, non ancora effettuale, dovrebbe concretare una riduzione della spesa pubblica. Ma sono in tanti a scorgere all’orizzonte la creazione di nuovi costosi enti intermedi, con una lievitazione del numero dei dirigenti e nessuna riduzione di personale. A questo punto, l’unico risparmio potrebbe essere costituito dall’abolizione delle figure dei consiglieri e dalla fine delle indennità dei Presidenti e degli Assessori. Di questa riforma Matteo Renzi ha menato sempre vanto; ma, per quanto riguarda il Molise, prima di cantare risicate vittorie, occorre attendere i comportamenti regionali (ancora “in mente Dei“) che, pur dovendo necessariamente adeguarsi ai precetti della legge Del Rio, potrebbero riservare delle sorprese. Come? I mente-fine di Palazzo Moffa potrebbero “fingere” di volere imprimere maggiore efficienza e trarre maggiori economie dall’abbattimento dei costi della politica. Cosicché, al posto delle due Province, potrebbero “immaginare” una diecina di nuovi Enti, del tipo delle Unioni di Comuni, magari chiamati a svolgere una parte delle antiche funzioni già poste in capo alle Province. Di conseguenza ciascuna nominerebbe un Direttore generale oltre a quanto sia

di Pasquale Di Lena Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado a Expo 2015, che ha aperto il primo maggio a Milano, e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento. Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non ultima quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Ritengo, però, davvero un peccato la messa in bocca di queste consorelle affamate di profitti; campi fertili; semi; tradizioni, soprattutto quelle gastronomiche; qualità e biodiversità, un messaggio fortemente incisivo come“Nutrire il pianeta”. Un messaggio bello, incredibilmente vero, visto che il pianeta ha bisogno di essere nutrito, soprattutto con amore, che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice, ed ecco che non ha più la stessa forza. Lo stesso discorso vale per le montagne di cemento buttato, quando gli organizzatori potevano fare proprio il suggerimento di Slow food, cioè la sua sostituzione con

23 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Via le Province, ma costi maggiori

previsto in termini di burocrazia, di costi nuovi e di clientela politica. In tale direzione si sono già instradati alcuni Sindaci dell’area del cratere che stanno accelerando circa la costituzione di un’altra Unione, sganciandosi dalla “Basso Biferno”. Addirittura, al fine di coinvolgere i cittadini (ma soprattutto i giovani) hanno già deciso di individuare il logo e il nome dell’Unione attraverso un concorso, illustrato dai sindaci dei Comuni di S. Croce di

M., di Rotello, di S. Giuliano di P., di Montelongo e di Colletorto. Ma questo è solo l’inizio. Occorre domandarsi a chi saranno assegnati gli Uffici del Sevizio lavoro delle exProvince e sottolineare che ogni “provinciale” incardinato nella Regione fruirà di vantaggi retributivi immediati. Ed ancora: dove finiranno i dipendenti: in Regione, nei Comuni, negli Uffici giudiziari o dove altro ancora? Per quanto concerne le lievitazioni stipendiali, la

Cgia di Mestre ha calcolato cifre in aumento tra i 17-18mila euro per risorsa umana Tra i compiti svolti dagli enti locali intermedi, quello più conosciuto concerne la manutenzione delle strade in proprietà. D’ora in poi, se ne dovranno far carico le Regioni, ed è facile immaginare che i costi di manutenzione, lungi dal diminuire, saliranno notevolmente. Altri rincari, non ancora quantificati, sono previsti anche per l’istruzione (la manutenzione degli edifici scolastici dei licei e degli istituti superiori spettava alle province) e per la Direzione dei trasporti. Fantascienza? Staremo a vedere. Ma già la Corte dei conti, prima che la riforma Delrio arrivasse in porto, aveva sollevato non pochi dubbi:”I risparmi saranno di entità contenuta, mentre sarebbe difficile ritenere che una riorganizzazione di portata tanto complessa fosse improduttiva di costi“. Sino all’anno scorso per le Province si spendevano 10 miliardi l’anno. Il premier Renzi assicurò che la loro abolizione avrebbe consentito di economizzare circa un miliardo, grazie al taglio di tremila consiglieri provinciali e delle loro indennità. Ma l’Unione delle Province precisò che il risparmio sarebbe stato esiguo e che, piuttosto, avremmo avuto maggiori spese, com’è già accaduto per altre riforme, rivelatesi soltanto un “éscamotage” per nuove nomine e per ulteriori spendite volte ad accontentare nuove clientele.

La Xylella, il male degli ulivi costruzioni in legno. Strutture possibili da riciclare in ogni luogo dove nasce e cresce la voglia di stare insieme, insegnare e fare agricoltura, in pratica “nutrire” la speranza e il sogno del domani. Un suggerimento che, se preso in considerazione, poteva diventare un esempio stupendo per il mondo intero, una vera e propria semina di speranza per il futuro e un monito proprio per le multinazionali che hanno bisogno urgente di curarsi di questa loro bulimia per ridare spazio alla ragione. Ecco due le due ragioni che mi portano a dire che l’Expo, la grande vetrina sul mondo, è una grande occasione, in parte persa. Infatti, non posso non tener presente, in questa mia critica, un elemento fortemente positivo di questo grande evento internazionale che rende l’Italia protagonista. Dovendo esso parlare di cibo, non può fare a meno di mettere in luce il valore ed il significato del territorio e delle sue fondamentali risorse. Prima fra tutte la ruralità con la sua agricoltura, l’attività che, da oltre diecimila anni produce cibo, cioè mette a disposizione dell’uomo l’energia vitale. Expo 2015, una magnifica opportunità per un rilancio culturale dell’agricoltura e la sua campagna, ha pensato bene di mettere ai margini, ridurre a ben poca cosa, con l’abbandono dell’agricoltura e l’abuso di territorio. Un abbandono prima di tutto culturale. Ho avuto l’opportunità di vivere una lotta,

qui nel Molise, e di dare il mio contributo, soprattutto politico, a far vincere il territorio contro l’idea e il progetto, fatti propri dalla classe politica e dirigente locale, di una multinazionale del latte, la Granarolo, di voler cementificare (non essendo più possibile in Emilia e Lombardia), un chilometro quadro di suolo fertile per realizzare una stalla industriale capace di ospitare 12.000 manze. Rispondendo alla seconda domanda che mi è stata posta, la questione Xilella, l’insetto diventato famoso suo malgrado, rientra in questa logica di occupazione del mezzogiorno per fare quello che non è più possibile fare altrove. In tal senso ho espresso il mio parere in tempi non sospetti, lo scorso anno, quando è cominciata a circolare la notizia della Xilella. Questo insetto, da sempre noto perché fastidioso, rappresenta, a mio parere, una grande opportunità per nuove speculazioni, di ogni tipo, che possono essere bloccate solo da scelte capaci d’ intaccare gli interessi del capitalismo dominante e di mettere in crisi quella sua logica di distruzione e di spreco, in primo luogo dei valori e delle risorse propri del territorio, o meglio, dei territori che fanno parlare di mille meridioni. Territori, oggi, racchiusi in quella parte del Paese per lungo tempo considerata arretrata, marginale, che ha colto l’attenzione di illustri studiosi e di

forze politiche fino a qualche decennio fa. Penso alla “questione meridionale”e a quella agraria, entrambe, però, messa da parte, come se risolte per sempre, quando si sa, invece, che queste due fondamentali questioni si possono risolvere solo se ci sarà una svolta capace di lottare contro un modello che, con la crisi, ha mostrato non solo il proprio fallimento, ma anche di essere la colpa dell’abbandono. Oggi il Meridione, e così l’Appennino, con i loro territori, la loro ruralità e la ricca agricoltura contadina, sono oggetto di desiderio di chi ha bisogno di territorio per appagare la propria bulimia. Vanno difesi, tutelati perché, se non distrutti dall’avidità imperante, possono diventare davvero strategici per avviare il nuovo modello di sviluppo di cui ha bisogno il Paese, cioè quello che parte dal patrimonio che uno ha per spenderlo e valorizzarlo, che è poi il modo più sicuro per preservarlo e tutelarlo. Penso alla cultura e alla storia, all’ambiente ed al paesaggio, alle attività legate all’agricoltura, alla pastorizia, ai boschi, alle tradizioni che rappresentano l’anima di una comunità. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno come se fosse l’unico possibile. La verità è che non lo è, ce ne sono altri.


Hotel “Le Cupolette�

Riparte la stagione estiva Sabato 13 giugno 2015 riapre la piscina

C.da Santa Maria delle Macchie, sn - 86019 Vinchiaturo (CB) Italy Info: +39 0874 340043 Fax +39 0874 340038 www.lecupolette.com - lecupolette@gmail.com


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