Fanelli e il pd a meta'

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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SERVIZIO A PAGINA 3

Fanelli e il Pd a metà L’Oscar del giorno a Maria Calabrese

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Maria Calabrese. La presidente della sezione Fidapa di Campobasso ha voluto fortemente il concorso a nome di Ada Trombetta, ambasciatrice della cultura e delle tradizioni molisane. Ha coinvolto i ragazzi delle scuole molisane e domani ci sarà la premiazione alla ex Gil. Un impegno, quello della presidente della Fidapa, per non far cadere nell'oblio una figura così importante e vitale della cultura molisana, come quella di Ada Trombetta alla quale è stata intitolato il primo concorso.

Il Tapiro del giorno a Paolo Frattura

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Paolo Frattura. Il presidente della Regione Molise, intervenendo nel corso delle celebrazioni della Festa della Repubblica, ha dimenticato il principio base dell'ossatura costituzionale: il lavoro. Dall'atto del suo insediamento ad oggi, purtroppo, i dati occupazionali in Molise segnano un profondo rosso con una serie di aziende chiuse e una scarsa propensione alla gestione delle crisi in atto. Il presidente, dunque, avrebbe fatto bene a ricordarlo nel suo intervento per la Festa della Repubblica.


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TAaglio lto

2 3 giugno 2015

Il progetto europeo “Tisar” scade a fine dicembre 2015, l’incarico di consulenza stranamente il 31 gennaio 2016

Amara verità: i progetti europei servono unicamente a chi li gestisce

La quasi totalità altro non è che un colossale spreco di denaro e un ottimo surrogato dell’ufficio di collocamento Ripetere giova; serve a fissare meglio il concetto e a renderlo più facilmente assimilabile anche all’uomo della strada. Siamo convinti di ciò, per cui ripetiamo che i progetti europei servono unicamente a chi li gestisce, a chi ne può disporre per indirizzare le risorse e, nel caso che diciamo, a dare un incarico retribuito di consulenza. Il Progetto strategico “Traveller Information System for the Adriatic Region”, in acronimo “Tisar”, promosso dalla Regione Marche (Lead Partner) e condiviso dalla Regione Molise, la cui gestione operativa è stata affidata al Servizio attività produttive, ha l’obiettivo di rafforzare e integrare la rete delle infrastrutture esistenti, promuovendo e sviluppando i servizi di trasporto, d’informazione e comunicazione delle regioni adriatiche, che, tradotto in volgare, è poco meno di aria fritta. Perché qualcuno dovrà dimostrare, se vorrà smentire, in che cosa si traducono il rafforzamento e l’integrazione della rete delle infrastrutture esistenti e come, e in che modo (tangibile), sarà stato promosso e sviluppato il servizio di

trasporto, d’informazione e di comunicazione per il cittadino comune. Per questo ripetiamo che la quasi totalità dei progetti europei dalla titolazione esotica e suggestiva, altro non è che un colossale spreco di denaro e un ottimo surrogato dell’ufficio di collocamento, non per gli aventi diritto, ma per gli aventi un santo in paradiso, ovvero il personaggio in grado, come il direttore generale della Regione Molise, Pasquale Mauro Di Mirco, di attingere dalla long list a sportello dell’Assessorato alle Attività pro-

Forse la più silenziata tra le tante vertenze aperte in regione, quella che riguarda gli operatori della formazione professionale. Mesi di incontri tra Ente Regione e sindacati non hanno fatto guadagnare un ideale centimetro alla situazione; bloccata. Come la rappresentanza di questi lavoratori che, a coppie, piantano la sede del consiglio regionale, quotidianamente. Un pro memoria di carne e di ossa per le indecisioni di chi ha il potere e l’onere di deliberare. Settore delicato, quello della formazione professionale. In tutta Europa vero e proprio innesco per l’occupazione, una miccia corta in grado di incendiare potenzialità ed idee, aprire spazi per l’auto imprenditorialità, spianare la strada al futuro, nella produzione di beni, in quella di servizi, nello sviluppo di nuove piattaforme a supporto del

duttive la persona che meglio gli è venuta comoda di chiamare. Premesso che il progetto strategico“Traveller Information System for the Adriatic Region”, in acronimo “Tisar”, nasce con Michele Iorio presidente del Molise (18 dicembre 2012), con Frattura presidente, il 30 maggio 2013, diventa lo strumento tecnico e operativo per conferire l’incarico di collaborazione coordinata e continuativa, a supporto dell’amministrazione regionale, alla dottoressa Adele Rossi, con la solita rituale postilla, “in quanto in pos-

sesso delle necessarie e qualificate caratteristiche professionali”, peraltro non riscontrabili all’interno della struttura regionale. Sia chiaro, qui non è in discussione la scelta né la competenza della Rossi, qui siamo alla descrizione di un progetto europeo del quale non si avranno mai i risultati né gli effetti pratici. Rimarranno le complicate procedure, le scelte autonome, gli incarichi discrezionali, le consulenze professionali di cui ci siano occupati e continueremo ad occuparci almeno fino al 31 dicembre prossimo, data ultima entro cui i progetti europei del settennio 2007/2013 dovranno essere tassativamente conclusi. Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa alla dottoressa Adele Rossi aveva la durata di due anni, per cui sarebbe scaduto a fine maggio 2015, ma siccome il pro-

Formazione professionale, nessuna risposta dilagante, inarrestabile sviluppo tecnologico. In Italia tutta un’altra storia; nel meridione peggio che andar di notte. La verità è che nel nostro Paese siamo incapaci di resistere alla tentazione della speculazione; una cresta, che sia piccola o grande la fanno tutti, e la formazione professionale è stata spesso oggetto di inchieste della magistratura italiana; specie per la distrazione di fondi europei (clamorose quelle calabresi e siciliane di inizio anni 2000). Nel Molise, però, non ci sono mai sati casi del genere e la formazione professionale ha rappresentato per migliaia di ragazzi la prima concreta speranza per crearsi un futuro.

Speranza spesso frustrata dalla flessibilità e precarietà del lavoro che, quella si, qui in Molise, ha imperato; creato generazioni di carta, le prime a prendere il volo alla prima brezza contraria. Gli operatori della formazione professionale molisana hanno nel loro mirino l’assessore al lavoro Michele Petraroia: troppa distanza tra gli impegni formali e quelli concreti; troppa divergenza di opinioni, probabilmente, tra lo stesso assessore e altre forze ben rappresentate e radicate all’interno del governo regionale. “Dopo 4 mesi e tanti incontri - spiegano i sindacati - siamo ancora fermi sulla linea di partenza. Gli ope-

getto “Tisar” è tuttora in corso di completamento, essendo stato ampliato sia temporalmente sia nelle attività, il direttore Di Mirco ha valutato necessario prolungare anche il contratto alla Rossi, in quanto, ribadiamo, “in possesso delle necessarie e qualificate caratteristiche professionali che garantiscono lo svolgimento delle attività previste e per aver partecipato al progetto, acquisendo ulteriore esperienza personale e conoscenza di procedure e processi adottati dalla pertinente struttura regionale, garantendone la finalità funzionale”. Che strano! Contrattualizzata perché in possesso delle necessarie e qualificate caratteristiche professionali a supporto della struttura regionale, viene prorogata nell’incarico perché, partecipando al progetto, “ha acquisito ulteriore esperienza e conoscenza di procedure e processi adottati dalla pertinente struttura regionale”. Ovvero, da supporto, a supportata. E non solo. Il progetto chiude il 31 dicembre 2015 ma la proroga è stata fissata al 31 gennaio 2016. A che titolo? Dardo

ratori della formazione professionale vogliono continuare ad essere protagonisti attivi anche per il raggiungimento degli obiettivi comunitari ed sono ancora in grado, come è stato fino ad ora, di assolvere degnamente ai compiti affidati. È necessario però che il Sistema di Formazione Professionale si riavvii perché l’utenza ne soffre e perché oltre 14 milioni di occupati esprimono il bisogno di aggiornare le proprie competenze oppure di apprenderne di nuove. La Formazione Professionale è materia delegata, al pari della sanità, ed è nata per rendere un servizio utile ai giovani, ma anche ai meno giovani in cerca di nuove opportunità lavorative”. Resta, quindi, un nodo da sciogliere - concludono i rappresentanti sindacali -, ma quando” ? Già, quando?


TAaglio lto

3 3 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La prima bocciatura dei primi della classe Estate da ripetenti per i “so-tutto-io” della politica italiana. A Roma Renzi, in Molise la Fanelli dovranno riparare... Chissà se, alla luce dei risultati delle elezioni amministrative di domenica scorsa in parecchi comuni molisani, dove i candidati sponsorizzati dal segretario regionale del PD, Micaela Fanelli, hanno subito sconfitte (più o meno) sonore, il deputato dello stesso partito (ma di diversa corrente, come nella DC degli anni 70/80), Danilo Leva, troverà il tempo e la voglia di muovere le sue contestazioni all’interno degli organi e delle strutture del PD, oppure preferirà, come ha fatto finora, insistere a mezzo stampa o attraverso i social network. Ricorderete, infatti, le stilettate che i due si sono scambiati nelle settimane scorse, di cui abbiamo dato puntuali resoconti; ricorderete lo scambio di amorosi sensi tra la delegazione parlamentare PD tutta e il governatore (renziano dell’ultima ora, ma pur sempre renziano, come la Fanelli, miracoli del crollo delle ideologie) Paolo Frattura, sui temi della sanità. Sintomi

evidenti che anche in Molise il Partito Democratico sente e vive gli echi della battaglia che a Roma la sinistra PD sta combattendo conto i sanfedisti accecati dall’aura luminosa di Matteo da Fi-

Portando via un mattone alla volta si demolì la sanità pubblica molisana. L’inverso del processo che portò alla costruzione di Roma, ma con il medesimo risultato: la realizzazione di un indimenticabile capolavoro. Andiamo con ordine. Il pronto soccorso di Isernia assiste mediamente quasi venticinquemila pazienti l’anno, avendo in organico quattro medici in totale, cui si accompagna un manipolo di infermieri e personale precario (di cui diremo più avanti). Assicurare un servizio così delicato con questi numeri sembra già in partenza una missione impossibile. Riuscire a conciliare un lavoro così delicato con l’assenza di errori potenzialmente fatali è possibile soltanto contando su una professionalità da premio internazionale e la (sempre necessaria, nella vita) benevolenza della buonissima sorte. Ma i dirigenti dell’Azienda Sanitaria Regionale del Molise (ASREM) hanno pensato bene di aggiungere un po’ di pathos a questo quadro già di per sé ansiogeno, comandando il suddetto personale in servizio al pronto soccorso di Isernia a coprire turni anche in quello di Venafro (seimila assistiti l’anno). Evidentemente un salto mortale quotidiano non è stato ritenuto sufficiente; facciamone uno doppio, magari carpiato, avranno pensato i brillanti dirigenti dell’ASREM. Vediamo fino a che punto è possibile abusare della pazienza dei nostri dipendenti; vediamo quanto ancora ci tocca picconare il si-

renze. Dopo la benficiata renziana e di tutta la nouvelle vague post ideologica che al segretario s’è accodata, successiva alle primarie e alle scorse elezioni europee, l’inerzia, a livello nazionale

quanto locale, sta iniziando ad incontrare piani meno inclinati; le prima resistenze. I voti persi si contano nell’ordine delle centinaia di migliaia alle regionali e di certo non meglio è andata alle comunali molisane. Gli impettiti giovanotti figli della Leopolda, con parlantina sciolta e senza pause, tipica dei primi della classe, di cui la Fanelli è espressione emblematica, stanno conoscendo i primi, inaspettati, rovesci. Governare/comandare guasta l’immagine, sporca la comunicazione, incallisce le mani lisce e morbide, a furia di impastare con questa re-

Un mattone alla volta si demolì la sanità molisana

Precari e pronto soccorso di Isernia i prossimi obiettivi

stema prima che finalmente crolli, liberandoci da angustie e preoccupazioni, per lasciare il passo ad un nuovo, luminoso, futuro (di più che probabile sanità privata), avranno brillantemente concluso. Che di mezzo ci sia la pelle di noi altri sarà sembrato dettaglio del tutto trascurabile. Tornando ai cinquecento lavoratori a tempo determinato, ma determinanti per la gestione quotidiana della stragrande maggioranza dei reparti dei presidi sanitari

molisani, tocca registrare l’ennesima picconata. Con una legge regionale votata ad aprile scorso, ritenuta da più di qualche osservatore in contrasto con la normativa nazionale vigente, il consiglio regionale era riuscito a prolungare il contratto solo al 50% di questi lavoratori e soltanto per un anno. Per l’altro 50% (e relative 250 famiglie): game over; fine dei giochi. La solita pezza, il solito rimedio in extremis. Come se non bastasse, però, il governo nazionale ha impugnato questa legge ed è molto probabile che, quanto prima, il 100% dei cinquecento lavoratori a tempo determinato impiegati nella sanità pubblica molisana vengano spediti a casa. E’ facile immaginare cosa questo passaggio significherà in ordine alla sopravvivenza stessa di un sistema sanitario pubblico in questa regione. Lo ripetiamo: il disastro viene da lontano ed ha molti padri ma quelli che oggi si spacciano come coloro che vogliono salvare la sanità molisana sembrano invece essere coloro venuti a dare il colpo di grazia.

altà. Se i protagonisti della grande rottamazione, come delle grandi intese, però (miracoli della terza, quarta Repubblica, chi lo sa), hanno intenzione di rappresentare più di una brillante meteora nel panorama politico italiano, quanto locale, è bene che comincino a mettere da parte un po’ dell’arrogante supponenza tipica dei giovani per lasciare spazio a un po’ più di capacità di ascolto e di (intellettualmente onesta) mediazione. La verità non è mai una personale disponibilità. La verità non è partigiana e dispotica; men che meno in politica. E’ interesse generale, anche dei cittadini che non votano PD, che non vi si riconoscono (anche perché nel PD c’è di tutto e di più, un pizzico di confusione sarà pur lecita), che nel più grande partito italiano ci sia meno furia iconoclasta. Meno boria e più Boeri, magari. E poi, in verità, i primi della classe, alla fine, erano antipatici un po’ a tutti, no?

puntura di spillo

Viva, viva il presidente

Riceve a stento (i frequentatori del cerchio magico), non risponde al telefono, ha tenuto i sindacati in attesa per alcune settimane prima di aprire loro la porta della presidenza, guarda gli altri dall’alto (supera abbondantemente il metro e ottanta) in basso, non si concede facile al pubblico e ai microfoni, il ciglio è spesso rappreso in una smorfia di fastidio, agli incontri assembleari non di rado ha alzato i tacchi e ha imboccato l’uscita. Eppure, all’indomani delle elezioni comunali tenute in diversi centri molisani, rompendo il clichè, il presidente della Regione Molise ha dichiarato che per guadagnare la fiducia degli elettori, le istituzioni devono essere vicine alla gente. D’accordo sulla capacità d’infingimento di chiunque eserciti potere e discrezionalità, ma per arrivare a tanto occorre avere la faccia tosta.


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TAaglio lto

4 3 giugno 2015

Il Molise è interamente un territorio soggetto al rischio sismico ma alla Regione se ne infischiano

La proposta di legge per una nuova normativa regionale viaggia in treno accelerato: a passo di lumaca

Prorogata la Commissione tecnica per non provocare interruzioni nelle attività di competenza del Servizio regionale ed in particolare all’istruttoria tecnica sia delle progettazioni strutturali sia degli elaborati relativi a strumenti urbanistici generali ed attuativi in zona sismica La proposta di legge allestita dal direttore dell’Area Quarta, Rodolfo Cocozza, per una maggiore sicurezza sismica e una migliore organizzazione dei servizi all’utenza, vagliata dalla giunta e trasmessa alla commissione consiliare competente, viaggia in accelerato: a passo lento. Eppure è una delle tre leggi cardine (Sicurezza sismica, Urbanistica e Lavori pubblici) redatte da Cocozza nella sua permanenza alla direzione dell’Area Quarta con l’intenzione di offrire agli organi deliberanti regionali di segnare un qualche punto a loro favore. Ma alle leggi, nei Palazzi Moffa e Vitale, sono allergici se, come si può constatare, preferiscono tenerle a bagnomaria, quasi fossero da sterilizzare, invece che vararle con tempestività dando ai molisani e ai professionisti un adeguato strumento operativo. La lentezza nello scegliere e nel decidere, congela molte altre situazioni che, viste e considerate per quanto valgono, mostrano infatti di essere usurate e inadeguate. Il Molise è interamente soggetto al rischio sismico (zone più esposte, zone

CAMPOBASSO. Il ministro Giannini, nell’incontro del 25 maggio u.s. con le organizzazioni sindacali, non ha assunto alcun impegno per cambiare il disegno di legge sulla scuola. Il Governo, nonostante cresca il dissenso nei confronti di un provvedimento che peggiora la qualità della scuola pubblica, che non risolve il problema del precariato, che afferma logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole, che mette in discussione diritti e libertà e che cancella la contrattazione, non intende ricercare il consenso con i sindacati e con chi nella scuola vive. Con que-

meno esposte), ma il rischio è su tutto il territorio. La qualcosa, come accennavamo, è stata da Cocozza, appena messo piede nella direzione dell’Area Quarta, considerata una giusta e meritevole priorità. Un provvedimento urgente da adottare, tenendo conto degli ultimi sviluppi legislativi (nazionali ed europei) in materia di sicurezza sismica, e dei suggerimenti accumulati nel corso del tempo da parte dei progettisti e delle imprese. La legge è stata redatta; deve essere vagliata in commissione, quindi

passare in consiglio per l’approvazione definitiva. Per questo iter parziale è già andato via abbondantemente un anno. Un anno perso per una nuova normativa regionale in materia di riduzione del rischio sismico e riordino delle funzioni in materia sismica. Proprio il ritardo accumulato, ha obbligato il direttore generale dell Regione Molise Pasquale Mauro Di Mirco a mantenere in vita la Commissione tecnica prevista dalla legge regionale 20 del 1996 incaricata di rilasciare pareri e ad effettuare

controlli con il metodo a campione sui progetti depositati, ciò – è stato scritto nella determinazione assunta al riguardo -, “per non provocare interruzioni nelle attività di competenza del Servizio regionale ed in particolare all’istruttoria tecnica sia delle progettazioni strutturali sia degli elaborati relativi a strumenti urbanistici generali ed attuativi in zona sismica”. La Commissione , stando all’articolo 14 della legge 20/96, è previsto che a presiederla sia il responsabile del Settore edilizia residenziale e in sua assenza dal funzionario ingegnere o geologo competente. A presiederla è Rosanna Renzi, quale responsabile dell’Ufficio competente. Con il presidente, sono stati confermanti tutti gli altri componenti, ovvero: Giuseppe Mucciarone, dipendente tecnico della Regione Molise, geometra, con esperienza specifica nelle costruzioni in muratura sismica; Mario Piano, dipendente tecnico della Regione Molise, geometra, con esperienza specifica nelle costruzioni in muratura sismica; Antonio Fabale, dipendente tecnico della Regione

Molise, geometra, quale segretario della Commissione Tecnica; Michele Biello, dipendente tecnico della Regione Molise, geometra, con esperienza specifica nelle costruzioni in muratura sismica; Domenico Angelone, quale rappresentante designato dall’Ordine dei Geologi della Regione Molise; Antonio Cinocca, quale rappresentante designato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Isernia; Barbara Fiacco, quale rappresentante designato dall’Associazione Industriali del Molise; Mario Panichella, quale rappresentante designato dall’Ordine degli architetti della Provincia di Campobasso; Pasquale Tromba, quale rappresentante designato dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Campobasso; Angelo Valente, quale rappresentante designato dal Collegio dei geometri della Provincia di Isernia. In carica fino al 31 dicembre 2015, sempre che entro quella data sarà mai stata approvata la nuova legge. Cosa di cui dubitare. Dardo

“Scuola, quella riforma è da cancellare” La Cgil promette battaglia e venerdì fiaccolate in tutta Italia sto atteggiamento il ministro si assume la responsabilità di alimentare il malcontento e il conflitto nelle scuole e nel Paese. Il 5 maggio vi è stato il più grande sciopero che la scuola ricordi e nel Paese ogni giorno continuano le iniziative contro il disegno di legge. Chi protesta viene catalogato come conservatore, mentre chi distrugge la scuola pubblica sarebbe l’innovatore. La vera innovazione è rispet-

tare la democrazia e ascoltare le ragioni di tutti. A settembre si rischia di iniziare l’anno scolastico nel peggiore dei modi in un clima di contenziosi infiniti e tra i tagli (oltre 400 milioni) decisi dalla legge di stabilità. Nessuna apertura sui punti nevralgici del DDL come ad esempio i super poteri ai dirigenti né sul negoziato su sala-

rio, orario e valutazione, come pure l’inclusione degli ATA e dei docenti della scuola dell’infanzia nel piano di stabilizzazione e l’avvio di un piano triennale con il rinvio del concorso. Pertanto la mobilitazione continua e il 5 giugno si svolgeranno fiaccolate in tutta Italia. È anche confermato lo sciopero degli scrutini con le modalità decise dalle organizzazioni sindacali unitariamente e nel rispetto della legge.


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5 3 giugno 2015

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Sedicimila euro all’Associazione Sistema Turistico Locale “Alto Molise e Mainarde

Ad Expo 2015 un Molise in libera uscita come la classe politica che lo amministra Obiettivo: trasformare la destinazione Alto Molise e Mainarde in una “Emodestination Alto Molise&Mainarde” I fondi regionali a sostegno delle iniziative promozionali e divulgative all’interno di Expo 2015 sembrano non finire mai. A spizzichi e bocconi, decine di migliaia di euro vengono assegnati dalla giunta regionale per motivi differenti e differentemente proposti e realizzati. Un arcobaleno d’idee estemporanee, personalizzate, oggettivate da interessi locali e territoriali che giocoforza si risolveranno nell’immagine di un Molise autarchico, anarchico, e improvvisato. D’altronde che ne può venire da una Regione che proprio nell’anno dell’Expo 2015 ha cancellato con un colpo di spugna gli Enti provinciali per il turismo e l’Azienda autonoma di soggiorno di Termoli senza provvedere ad un diverso surrogato organizzativo e funzionale, lasciando, di fatto, la materia turistica alla mercé, come dicevamo, di proposte e iniziative fuori da una visione organica e globale. L’expo 2015 si va pertanto mostrando la sintesi di questo momento storico della Regione, amministrato con superficialità e dilettantismo, e col chiaro intento favoristico, che all’occhio attento del lettore degli atti amministrativi e programmatici

L’intervento di Susanna Pastorino* La proposta di legge regionale sul riordino del servizio sanitario regionale, rappresenta ancora una volta un’occasione mancata di dialogo e di confronto. Eppure, una valutazione ragionata con il coinvolgimento delle parti sociali ben poteva garantire una migliore effettività e stabilità e certamente nel suo risultato ultimo avrebbe rappresentato un punto di svolta partecipato per il Legislatore Regionale. Una proposta di legge che complessivamente oggi è inaccettabile ed ir-

della giunta di Palazzo Vitale non passano certo inosservati. Peccato passino inosservati invece agli occhi della procura della Corte dei conti, e in taluni casi, alle procure penali. Da quando il centrosinistra targato Frattura ha raggiunto il potere, molte maglie della rete della legalità si sono straordinariamente allargate. Eppure sono le stesse maglie che nei confronti della gestione politico/amministrativa del centrodestra targato Miche Iorio, si sono straordinariamente ristrette. Tornando ad Expo 2015 e alle iniziative che vanno con-

trassegnando la partecipazione del Molise, l’esecutivo regionale il 26 maggio scorso ha preso in esame, approvato, e condiviso il progetto “Emodestination Alto Molise&Mainarde” presentato dall’Associazione Sistema Turistico Locale “Alto Molise e Mainarde”, e le ha riconosciuto un contributo di 16.470 euro. Risorse finanziarie pubbliche destinate alla “realizzazione di iniziative di promozione e sviluppo di una politica di turismo sostenibile, dell’ecoturismo e del turismo culturale che esalti le specifi-

cità e le identità del territorio regionale all’interno degli spazi a disposizione presso l’Expo Milano 2015”. Più che l’esaltazione delle specificità e delle identità del territorio regionale, in questo caso le risorse finanziarie sono state assegnate in favore di un obiettivo ben preciso: “proporre, attuare e disseminare un nuovo modo di visitare il territorio del Sistema turistico locale “alto Molise e Mainarde” per fare di questo viaggio un’esperienza emozionale forte, portando il viaggiatore ad integrarsi nella forma di vivere e

nella cultura del luogo, impregnandosi di tutto quanto, intangibile, compone la sua essenza più vera, contribuendo alla creazione di un ricordo che possa sopravvivere oltre il viaggio stesso ed essere trasmesso ad altri. Un obiettivo che tende a trasformare la destinazione Alto Molise e Mainarde in una “Emodestination Alto Molise&Mainarde” attraverso la presenza di un’offerta differente ed innovativa”. Parola di cronista: non è stata aggiunta o tolta parola. Siamo, turisticamente parlando, in presenza di progetti onirici, di sensazioni emozionali, di intangibilità. Condizioni difficilmente traducibili sul piano di una percezione stabile e concreta. Emozioni, sensazioni, di un territorio certamente tra i più interessanti e ricchi di motivazioni culturali, che si autopromuove non avendo altra possibilità di realizzarsi, mancando vistosamente una programmazione regionale in condizione di realizzare e di determinare valori turistici assoluti. Ad Expo 2015, quindi, un Molise in libera uscita. Come la classe politica che lo amministra e lo rappresenta. Dardo

Sanità, nuova occasione persa per Frattura ricevibile, perché contiene in sé la negazione dell’art. 32 Cost. , incapace di guardare ai bisogni sanitari e di salute veri. In effetti da quel che appare sembra quasi un artificio aziendale che aumenta costi e figure dirigenziali. Senza considerare l’incremento del ruolo della sanità privata; ruolo che diviene quasi suggestivo, attuato in modo indiretto ma agevolmente rinvenibile se si analizza tutto l’articolato della Legge. Tanta confusione e molti dubbi. Lo sdoppiamento dell’Azienda oggi

unica aumenta le figure di direzione, duplica i costi e fa aumentare gli sprechi. Non è rinvenibile la modalità di costituzione delle due Aziende, non è dato sapere chi si farà carico della posizione debitoria della ASREM e delle obbligazioni già assunte. L’impressione che traspare è di trovarsi di fronte ad una legge scritta in tutta fretta che risponde solo alla logica di riequilibrare una posizione economico-finanziaria sfavorevole. Se l’intenzione è chiara, il progetto di riorganizzazione che intende de-

lineare lo è molto meno e forse, se si fosse agevolato il dialogo non ci sarebbe stata nessuna domanda da porre e ci saremmo trovati in una condizione quantomeno di miglior chiarezza, pur dovendo ammettere la distanza tra il modello di organizzazione sanitaria proposto dalle OOSS sin dal settembre 2014 rispetto a quello regionale. In buona sostanza, l’attenzione troppo protesa alle logiche economiche fa apparire distonica la linearità del disegno politico rispetto alla quasi totale assenza di prospet-

tive. E quel che è più grave è l’enunciazione della valorizzazione del territorio a fronte di una scelta che depotenzia i servizi trincerandosi dietro alla carenza di personale. Ciò arreca disagio all’utenza e rappresenta la negazione stessa di quello che, seppur in linea solo di principio la stessa legge enuncia. Attendiamo fiduciosi che, seppur con ritardo, qualche segnale di apertura venga da parte delle Istituzioni. *Segretaria Funzione Pubblica Cgil


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Campobasso

3 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Duecento milioni di euro per recuperare l’Antitubercolare di Via Garibaldi Per decisione della direzione generale della Salute. La struttura è un pezzo della storia sanitaria della città Duecento milioni di euro per intervenire tempestivamente sullo stabile dell’ex Antitubercolare di Via Garibaldi “onde evitare ulteriore degrado della struttura ed eliminare qualsiasi pericolo per la privata e pubblica incolumità”: lo ha deciso la direzione generale della Salute servendosi del resoconto del sopralluogo effettuato dal responsabile dell’Ufficio progetti e patrimonio del Servizio risorse finanziarie ed Infrastrutture sanitarie, e del personale della Unità operativa complessa (Uoc) tecnico-manutentiva dell’Asrem, da cui ha tratto la convinzione e l’urgenza d’intervenire.

Soldi, e molti, per rimettere in sesto lo stabile dichiarato in precaria condizione strutturale e in condizioni di insalubrità degli ambienti e per questo, il 29 maggio 2013, con ordinanza sindacale, dichiarato inagibile e pertanto chiuso. Lasciarlo all’insulto del tempo e delle condizioni atmosferiche avrebbe significato a lungo andare la sua completa decadenza e, come detto, un pericolo per la pubblica e privata incolumità. Sarà pertanto l’Asrem, proprietaria della struttura, a provvedere alla sua riattazione completa potendo contare sul

finanziamento regionale di 200 milioni di euro. L’Antitubercolare è un pezzo della storia sanitaria della

città. La sua iniziale destinazione racconta di periodi duri per l’assistenza e di malattie particolarmente

pericolose. Rimetterlo in sesto è un atto dovuto, sempre che poi riesca ad essere utilizzato ai fini sociali e sanitari. Taluni diranno che l’Asrem è talmente a corto di risorse finanziarie che ha più volte tentato di mettere in vendita buona parte del suo patrimonio edilizio, con scarsi, se non addirittura inesistenti, risultati. Si vorrebbe che i 200 milioni previsti e stanziati per la riattazione dell’immobile di Via Garibaldi non servissero per arricchire la dote patrimoniale dell’Asrem senza destinazione.

Rubano in un negozio, fermate due rom Operazione della Polizia a Campobasso che rintracciano le autrici del gesto CAMPOBASSO. Incessante l’attività di prevenzione generale e controllo del territorio posta in essere dalla Polizia di Stato di Campobasso che, nella giornata odierna, ha portato alla denuncia in stato di libertà di due donne di etnia rom, residenti in questo capoluogo, resesi responsabili, in concorso tra loro, di furto aggravato in danno di esercizio commerciale sito in città. In particolare, nella mattinata odierna l’equipaggio della Squadra Volante si portava presso un negozio di abbigliamento e calza-

ture in quanto era stato segnalato al “113” che, poco prima, due donne avevano asportato della merce ivi in vendita riuscendo subito dopo ad allontanarsi a bordo di un’autovettura della quale veniva fornito il numero di targa. Mentre gli operatori si ponevano alla ricerca delle autrici del reato, gli accertamenti espletati nell’immediatezza dei fatti tramite il Centro Operativo Telecomunicazioni consentivano di appurare che il mezzo in questione risultava intestato ad una donna di

etnia rom. Gli operatori, quindi, concentravano le ricerche nel quartiere della città ove dimorano i rom e, poco dopo, in un’area di sosta interna ad un palazzo, rinvenivano l’auto in questione e, subito dopo, rintracciavano e identificavano le due donne che, però, sulle prime, negavano ogni addebito. Le immagini riprese dalle telecamere del circuito di sorveglianza interna dell’esercizio commerciale, però, consentivano di accertare senza ombra di dubbio la responsabilità delle

predette che, vistesi scoperte, riconsegnavano spontaneamente la merce asportata, nel frattempo nascosta all’interno dell’abitazione di una di loro. Le due, che risultavano avere a loro carico numerosi precedenti penali per reati analoghi, venivano quindi accompagnate in questi Uffici per le formalità di rito, al termine delle quali venivano denunciate in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per furto aggravato in concorso.

Premi “verdi” per l’Ipia Montini Il progetto presentato dagli alunni dell’Istituto è risultato primo al concorso nazionale Green CAMPOBASSO. E’ arrivata la notizia tanto attesa da tutto l’Istituto IPIA Montini di Campobasso dalla sala ricevimenti della Schneider Elecrtric di Bergamo: l’IPIA MONTINI DI CAMPOBASSO è la vincitrice del Concorso Nazionale Green Technologies Award 2015 con il progetto Emme Energy presentato presso la sede direzionale Schneider Electric, in via Circonvallazione Est 1, Stezzano (BG). Alla presenza dei funzionari del Miur Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dei massimi esperti dell’Energia Rinnovabile e della Direzione Scolastica della Regione Lombardia gli studenti del corso di specializzazione in Manutenzione e Assistenza Tecnica hanno conquistato il primo posto assoluto in Italia, davanti all’Istituto Tecnico di Udine e di Fi-

renze. Una soddisfazione enorme per gli studenti del corso di elettrotecnica guidati dal prof. Antonio Spallone e da tutto il settore tecnico della scuola di Campobasso. Gli studenti dell’IPIA Montini di Campobasso hanno conquistato il primo premio nazionale grazie ad un interessante lavoro sull’efficienza energetica e l’utilizzo di energie rinnovabili applicabile ad impianti tecnologici sia in ambito scolastico che in altri settori dell’Industria, dell’Agricoltura e del Terziario (nella foto il modellino). All’Istituto IPIA MONTINI di Campobasso primo classificato andrà in premio un assegno di 5.000 euro e una fornitura di materiali tecnici per i laboratori.

Una grandissima soddisfazione per una scuola che da anni elabora progetti di straordinario interesse per la società grazie ad un settore tecnico all’avanguardia e meritevole di riconoscimenti a livello nazionale. In questo anno scolastico le attività progettate hanno visto il primeggiare non solo in Regione ma anche sul territorio nazionale, come la Stampante in 3D, la visita degli stabilimenti della Ducati di Borgo Panigale e della Ferrari di Maranello, della Honda di Atessa, delle Officine di Trenitalia di Foligno e soprattutto la prima scuola del Molise a vivere l’Expo di Milano ad inizio maggio che hanno reso l’IPIA MONTINI di Campobasso tra gli Istituti Superiori tra i più evoluti per il settore tecnico.


Campobasso

7 3 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Pieno successo del work shop organizzato dalla Fondazione architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Campobasso

Studenti progettisti e progettisti studenti L’incontro con gli studenti del “Pertini” è stato il contraltare che meglio ha tradotto la possibilità di assegnare ai “fruitori” del sistema scolastico un ruolo attivo e propositivo, e ai progettisti la possibilità di rimettere in discussione tipologie collaudate, e se stessi Esperimento pienamente riuscito, ancorché fortemente motivato e ottimamente organizzato. Riferiamo l’incontro di giovani architetti (Luca Galella, Andrea Persichitti, Vincenzo Presutti, Leonida Sallustio, Antonio Sollazzo e Francesca Spadaccino) in funzione di tutor, con gli alunni dell’Istituto scolastico “Pertini” di Campobasso per (ri)progettare insieme gli spazi inutilizzati della scuola, attraverso la formulazione di un progetto condiviso. Un incontro felicemente realizzato, da assumere a prototipo di altre e nuove esperienze del genere, a valere per gli alunni, ai quali sono stati forniti strumenti e nozioni per acquisire una capacità di lettura autonoma sia degli spazi d’uso interni sia di quelli aperti, che ha permesso loro di cimentarsi con i linguaggi e le tecniche di modificazione e configurazione dei luoghi; e a valere

per gli architetti che alla disponibilità altrui hanno opposto la loro, ri-

mettendo in discussione tipologie collaudate, riprogettando lo spazio

secondo principi di flessibilità e polifunzionalità che prima di tutto richiedono di fare partecipi gli ‘abitanti’ di quegli spazi. Il che ha indotto il presidente della Fondazione Architetti di Campobasso, Giancarlo Manzo, ad affermare: “Abbiamo provato a dimostrare con l’esito del lavoro svolto, seppure di breve durata, come sia possibile, mettendo insieme la professionalità e l’entusiasmo di giovani architetti, attivare un processo che permetta di realizzare una scuola che prepari gli studenti al futuro, organizzata a partire dalle esigenze dei suoi fruitori”. Ciò è stato reso possibile mettendo ragazzi e architetti allo stesso tavolo di lavoro. Gli studenti, partendo dai loro desideri e esigenze, per sviluppare il valore del senso civico e del bene comune; gli architetti fornendo la loro professionalità a sostegno della progettualità finalizzata alla ri-

qualificazione e densificazione dell’uso degli spazi e all’accrescimento “del senso di appartenenza alla scuola con nuovi luoghi di socialità, ritrovo e convivialità”. La componente tecnica arricchita dalla componente pedagogica, per una scuola vista e interpretata in maniera dinamica, attiva, partecipativa. Alle tante chiacchiere, alla messe di propositi provenienti dal mondo politico e amministrativo mirati all’innovazione, che non trovano mai cittadinanza, l’incontro realizzato dalla Fondazione, è il contraltare che meglio traduce la possibilità di assegnare ai “fruitori” del sistema scolastico un ruolo attivo e propositivo, e ai progettisti la possibilità di rimettere in discussione tipologie collaudate, e se stessi. Il combinato disposto ha vinto in maniera brillante sulle astenie, le abitudini e le incrostazioni consolidate.

I premi per il concorso Trombetta La Fidapa domani premierà i migliori elaborati alla ex Gil CAMPOBASSO. E si è giunti alla premiazione del primo concorso “Ada Trombetta: una voce per il Molise” organizzato dalla sezione di Campobasso della Fidapa. Fortemente voluto dal presidente, Maria Calabrese, il concorso è stato organizzato in partenariato con l’Ufficio scolastico regionale ed è stato rivolto agli studenti delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado e alle classi prima e seconda delle scuole secondarie di secondo grado della regione Molise. Domani mattina la premiazione, a partire dalle ore 10, si avrà all’ex Gil di Campobasso. Il ricordo di Ada Trombetta, studiosa appassionata del patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico del Molise, attraverso un elaborato che poteva essere scelto tra diverse tipologie: dalla poesia alla narrativa, dalla saggistica alla fotografia e video. Un modo intelligente per ricordare Ada Trombetta, considerata protagonista tra le più autentiche della cultura molisana, anche per i diversi volumi pubblicati. Tra essi : Arte medievale nel Molise (1971) è stato integrato e ripreso in Arte nel Molise attraverso il Medioevo (1984); Fa-

scino e suggestione del passato nella processione dei Misteri a Campobasso (1979) e tanti altri che ne hanno fatto la vera ambasciatrice della cultura e delle tradizioni molisane. Per questo, la Fidapa di Campobasso, grazie all’impegno del presidente Maria Calabrese, ha inteso lanciare il primo concorso a suo nome proprio per solleticare le giovani generazioni a cimentarsi alla conoscenza della storia, dell’arte, della poesia della propria terra seguendo il solco tracciato da Ada Trombetta. E in tantissimi si sono messi alla prova con appositi elaborati che sono stati vagliati da una specifica giuria. Per la sezione “Poesia”, con 41 punti “Fotografie in bianco e nero” di Costantino Castiglione, classe prima sezione C del Liceo Scientifico di Cam-

pobasso. Con 40 punti, nella stessa sezione, la poesia “L’Infiorata” di Manuela Oriente e Flavia Pelliccia, classe terza sezione A della scuola secondaria di primo grado “D’Ovidio” di Campobasso. Per “Itinerario memoriale”, con 37 punti, la classe prima sezione A e seconda sezione B dell’Istituto di istruzione secondario superiore di Bojano. Per la categoria “Racconto”, con “Innocenza” valutato con 35 punti, Leonardo Sandomenico e Letizia Vergalito della classe terza sezione A della Scuola secondaria di primo grado “D’Ovidio” di Campobasso. Per la sezione “Video”, con “Riscopriamo i Misteri” e 34 punti, premiato il lavoro della classe terza sezione B della Scuola secondaria di Primo grado “D’Ovidio” di Campobasso. Infine, per la Filastrocca con “Sant’Antonio del fuoco”, Maria Carmela Dinu, classe terza sezione C della scuola secondaria di primo grado di Campobasso. Un plauso, dunque, al presidente Fidapa, Maria Calabrese, per avere voluto non fare cadere nel dimenticatoio la figura di Ada Trombetta che tanto ha dato alla sua amata terra.



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Isernia

3 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le elezioni comunali hanno portato una ventata di novità di Stefano Testa* Nell’attesa che ad Isernia si tenga il delicatissimo Consiglio Comunale sul Bilancio Consuntivo 2014 che potrebbe rappresentare finalmente (nel caso in cui il documento contabile in discussione non venga approvato) l’ultimo capitolo di questa sciagurata parentesi amministrativa, leggere i nomi dei neo eletti alla carica di Sindaco nei pochi comuni in cui si è votato in provincia nell’ultima tornata di amministrative, non può che suscitare una serie di valutazioni positive e che fanno ben sperare se si conoscono le storie e le vicende personali che sono alle spalle di molti di loro. Ad Acquaviva, in barba a tutte le vicende che negli ultimi mesi hanno interessato il comune, è stato rieletto “a furor di popolo” Lenio Petrocelli. E’ una conferma importante perché i cittadini hanno

valutato positivamente la gestione del Sindaco uscente e, senza nessuna titubanza, la sua riconferma dimostra una straordinaria maturità politica ove si consideri che Lenio Petrocelli si è ricandidato senza quei padrinaggi politici che negli anni passati sembravano indispensabili. A Chiauci è stato eletto Carmine Di Vincenzo, uno stimato professionista conosciuto nella nostra realtà provinciale per la sua correttezza e per la sua serietà. La sua elezione prescinde dai partiti politici e si inserisce in quel filone della politica del fare che sicuramente gioverà a Chiauci ed all’intero territorio isernino: ancora una volta si tratta di pura meritocrazia. A Poggio Sannita il dott. Pino Orlando è stato eletto plebiscitariamente, vuoi perché ha posto alla

base della sua candidatura la continuità amministrativa iniziata dalla carissima Maria Antonietta, vuoi perché la famiglia Orlando da sempre rappresenta nei fatti un amore per il proprio paese che ogni cittadino ha avuto modo di verificare quotidianamente . Brillante figlio del generale Orlando che, per i delicati ed importanti incarichi ricoperti ai massimi livelli dell’esercito, ha illustrato Poggio e l’intero Molise, in tempi non sospetti ha fatto una scelta di vita decidendo di lasciare il prestigioso lavoro di ricercatore di una importante casa farmaceutica, per trasferirsi nella sua Poggio. Il dott. Orlando è sicuramente al di sopra delle beghe della politica locale ed ha una capacità operativa e di sintesi che fanno ben sperare per il futuro di Poggio. A Pozzilli è stata eletta Stefania

Passarelli che rappresenta in termini reali la tenacia, la combattività sempre espressa quando si è trattato di difendere gli interessi di Pozzilli. La sua elezione rappresenta la naturale conclusione dell’esperienza acquisita nei tanti anni trascorsi nei banchi del comune quale consigliere comunale. Conosciutissima da tutti i cittadini per la sua disponibilità e per la determinazione che ha sempre accompagnato le sue battaglie politiche anche con gesti eclatanti capaci di dare forza alle sue idee. A Roccasicura c’è stata la riconferma di Fabio Milano, affermato professionista del foro di Isernia, nel corso degli ultimi cinque anni di mandato si è battuto in ogni circostanza per la valorizzaione del suo paese fino ad ottenere un finanziamento straordinario di oltre 2 mi-

lioni di euro per risolvere i problemi dell’isolamento di Roccasicura. Si tratta di una persona con una grande autonomia operativa e di pensiero che i cittadini hanno voluto premiare esprimendogli la fiducia dell’intera comunità amministrata. A loro ed agli altri Sindaci eletti faccio i miei più sinceri auguri di buon lavoro in un momento storico in cui è davvero difficile Amministrare enti locali ancor più se trattasi di micro realtà, ma le premesse operative che sono rappresentate plasticamente da Lenio Petrocelli, Carmine Di Vincenzo, Giuseppe (Pino) Orlando, Stefania Passarelli e Fabio Milano possono far pensare positivamente al futuro del nostro amato territorio poiché finalmente “spira un vento che fa ben sperare”. Consigliere Comunale Isernia

Scapoli: conti in regola Il Consiglio comunale approva il bilancio consuntivo 2014 confermerà come negli ultimi anni, tra i Comuni d’Italia con le aliquote più basse delle tasse comunali. Il Sindaco Renato Sparacino esprime compiacimento a tutta l’Amministrazione Comunale, a tutti i dipendenti comunali per il lavoro svolto nell’ultimo anno e non per ultimi a tutti cittadini che hanno dimostrato comprensione e collaborazione in questo particolare momento di crisi che per i piccoli Comuni come Scapoli è ancora più penalizzante e che rende impossibile una programmazione adeguata e di ampio respiro, rendendo il risultato conseguito ancora più significativo.

SCAPOLI. Si è tenuta la seduta del Consiglio Comunale di Scapoli, nel corso della quale è stato approvato il bilancio consuntivo 2014. Il documento vede un discreto avanzo di amministrazione e nel complesso dimostra una situazione economica e contabile sana. In virtù di tali risultanze e considerato lo stato positivo dei conti, nulla fa temere un aumento delle tasse con il prossimo Bilancio di previsione in fase di predisposizione. In questo modo il Comune di Scapoli, malgrado i significativi tagli imposti dal Governo centrale, l’ultimo dei quali proprio negli ultimi giorni, molto probabilmente si

Hashish, pizzicato un giovane

I Carabinieri di Isernia hanno sorpreso il 22enne mentre nascondeva l’involucro ISERNIA. I Carabinieri di Isernia hanno sorpreso un 22enne del posto mentre nei pressi della stazione ferroviaria cercava di nascondere sotto un cassonetti un involucro contenente alcune dosi di hashish, verosimilmente destinate a qualche acquirente della zona. La droga è stata sequestrata e il giovane denunciato per detenzione illegale di stupefacenti.

Sempre ad Isernia è stato denunciato un 45enne del posto, il quale ha ripetutamente minacciato un suo conoscente per dissidi di natura economica. A Venafro, invece, i militari della locale Stazione, hanno denunciato una donna pregiudicata, 28enne di Napoli, per attività di commercio ambulante abusivo. Infatti è stata sorpresa nel centro cittadino men-

tre tentava di mettere in vendita capi di abbigliamento, in particolare biancheria intima, di varie marche e diversa tipologia, in assenza delle prescritte autorizzazioni amministrative. La merce veniva sottoposta a sequestro, mentre sono in corso ulteriori accertamenti, in quanto non si esclude che la merce possa essere di provenienza illecita.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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Termoli

3 giugno 2015

Tribunale di Larino, dipendenti in assemblea

Chiesto un incontro a Turco per fare il punto della situazione sulla struttura giudiziaria per garantire efficienza e funzionalità al sistema attraverso azioni concrete volte ad ottenere il trasferimento di un congruo numero di unità di personale presso il Tribunale di Larino, poco o nulla ha fatto, l’Assemblea si dichiara disponibile ad un confronto, ma ritiene che che non sia competenza della stessa risolvere i problemi dell’Amministrazione. Pertanto: 1) — ribadisce lo ” stato di agitazione ” del personale amministrativo del Tribunale di Larino; 2) — chiede che, per ogni dipendente, venga predisposto al più presto l’ordine di servizio indicante le mansioni proprie di ciascun profilo professionale; 3) – Ritenuto l’assoluto

LARINO. Sono trascorsi alcuni mesi dall’ultima e non poco significativa presa di posizione dei dipendenti del tribunale di Larino e appena lo scorso venerdì, 29 del mese di maggio dell’anno 2015, dopo regolare autorizzazione, con presenza del segretario Regionale della Federazione Intesa Fp Enzo Di Lalla, si è nuovamente riunito in assemblea per discutere i seguenti ordine del giorno: 1) — Gravità della situazione lavorativa per carenza di personale; 2) — Varie ed eventuali; Dopo ampia discussione, e dopo avere preso atto che la Parte Pubblica, alla quale era stata fatta esplicita richiesta di porre attenzione e studiare misure risolutive

impedimento a garantire gli esatti adempimenti nei propri servizi di istituto e anche al fine di evitare sanzioni disciplinari o procedimenti penali a carico dei dipendenti, chiede la chiusura del Tribunale di Larino con accorpamento al Tribunale di Campobasso; 4) – chiede un incontro urgente con il Presidente del Tribunale di Larino e con il Dirigente Amministrativo; 5) – chiede che si insista presso la Corte di Appello per la richiesta di applicazione di Ufficio (ex art. 14 Ccnl) di personale giudiziario e precisamente di un Assistente Giudiziario, di un Cancelliere e di un Funzionario Giudiziario.

Montenero, composto il Consiglio Dopo la rielezione del sindaco Travaglini formata l’assise comunale MONTENERO. Saranno dodici i consiglieri comunali, più il sindaco, che comporranno il nuovo scacchiere amministrativo di Montenero di Bisaccia. Per effetto della Spending Review, infatti, il numero dei consiglieri scende da 16 a 12, e così in attesa delle conferme ufficiali da parte della Prefettura di Campobasso, il nuovo consiglio comunale di Montenero di Bisaccia dovrebbe essere composto così come segue: Sindaco: Nicola Travaglini Consiglieri comunali: Gianfranca Marchesani (542), Simona Contucci (465), Domenico Porfido (342), Massimo Di Stefano (258), Giuseppe Murazzo (254), Pasqualino D’Ascenzo (238), Adriano Potalivo (226), Moroni Sandra (203) Minoranza PD: Nicola Palombo, Margherita Rosati (216) Montenero Vince: Nicola D’Ascanio, Valentina Bozzelli (154)

“La riforma della scuola è negativa” Proseguono le manifestazioni avverse al progetto di legge del Governo TERMOLI. Il 5 giugno alle ore 21,30 si terrà una fiaccolata organizzata spontaneamente da docenti, ATA, genitori e studenti per protestare contro il DDL sulla scuola che è in discussione al Senato e del quale si chiedono radicali modifiche. Una proposta di legge autoritaria, individualista ed antidemocratica che metterà in ginocchio la scuola pubblica da asservire alle logiche del mercato e dell’uomo solo al comando.

Gravissimo il silenzio del DDL su lotta alla dispersione, riforma dei cicli, elevamento dell’obbligo scolastico a 18 anni e istruzione permanente. Questi temi fanno la qualità di una struttura formativa ma il Governo finora non ha battuto un colpo. Occorre la stabilizzazione i di tutte le professioni (gli Ata sono i grandi esclusi) e di tutti i precari che in questi anni hanno garantito il funzionamento della scuola; invece, con la norma sul li-

mite dei 36 mesi si aggira la severa sentenza della Corte di Giustizia Europea. Le norme sulla chiamata diretta vanno cancellate, mentre i contratti vanno rinnovati. I criteri di ripartizione dei 200 milioni di euro devono essere definiti attraverso la contrattazione privilegiando le aree a rischio di disagio sociale e non lasciati alla discrezionalità del dirigente scolastico. Siamo contro

al finanziamento delle scuole private a fronte della ristrettezza delle risorse per quelle statali. Vanno quindi cancellate tutte le parti relative all’assunzione diretta dei docenti,agli albi territoriali, alla composizione e funzione dei comitati di valutazione. Occorre investire nella scuola pubblica con risorse nuove, con organici adeguati e con la restituzione agli studenti del tempo scuola, drasticamente ridotto in questi anni.

Investimenti, dunque, e non propaganda, per affrontare la complessità del mondo moderno e per migliorare i percorsi formativi e di apprendimento. Di tutto questo non c’è traccia nel DDL sulla scuola. Pertanto, prosegue la mobilitazione. A Termoli la fiaccolata partirà dal Corso Nazionale, alle ore 21,30, per attraversarlo e concludersi sotto le mura del Castello sulla spiaggia S. Lucia.


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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

3 giugno 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Sequestrata l’ennesima area abusiva Lo smaltimento dei rifiuti a Campomarino sta diventando un problema CAMPOMARINO. “Sono due anni e mezzo che a 16 metri dalla nostra abitazione subiamo questa ingiustizia”. A sfogarsi così è una famiglia che abita nei pressi dell’ecopunto di Campomarino, quello che si trova sulla strada tra la località più a Sud del Molise e la frazione di Nuova Cliternia. Ma qualcuno si è accorto di ciò che non va, comprese delle onduline di catrame in bella vista e ha sequestrato l’area adiacente all’ecopunto.

un’accurata attività di controllo finalizzato alla prevenzione e tutela dell’ambiente, nella giornata di ieri ha provveduto al sequestro preventivo di un’area comunale sita in contrada Difensola, sulla SP 161, nella quale è stato rinvenuto un deposito incontrollato di rifiuti di varia natura. All’autore del fatto sono state elevate le dovute sanzioni amministrative previste dal Tua di cui al D.L. n°152/2006, nonché segnalato alla competente magistratura.

La Polizia Municipale di Campomarino dopo

Topi morti in centro, è polemica Numerose le proteste dei cittadini di Termoli nei confronti del Comune TERMOLI. Si leva la protesta di alcuni residenti del centro cittadino che da diverso tempo denunciano la presenza di ratti a ridosso delle proprie abitazioni. Il tutto non sarebbe un caso in quanto la pre-

senza dei roditori sarebbe da sempre verificata nella zona ma con l’arrivo del caldo pare che gli stessi si stiano iniziando a far vedere molto più spesso con quanto, ovviamente, ne consegue. In quanto documentato, siamo in via Duca degli

Abruzzi, a ridosso della stazione ferroviaria quindi, e qui la situazione è a tratti insostenibile “tra incuria e sporcizia”, come specificano dei cittadini che precisano: “Eventi analoghi sono all’ordine del giorno anche in via Armando

Diaz; chiediamo, per questo, che si possa intervenire quanto prima anche perchè, ad aggravare la situazione vi sarebbero deiezioni canine, vomito e il caos del vociare e del passeggio notturno in una zona sempre meno controllata”.

Prima pietra per la nuova Chiesa La Cappella sarà quella di Santa Maria dell’Accoglienza e della struttura per chi in difficoltà TERMOLI. Ieri mattina, alle 10 in punto, presso la “Casa Famiglia Iktus Lucia e Bernardo Bertolino” si è svolta la cerimonia della posa della prima pietra per la realizzazione della Cappella “S. Maria dell’Accoglienza” e delle strutture annesse per ospitare persone in difficoltà: detenuti, disagiati e bisognosi, ma anche uno spazio atto a costruire un laboratorio di trasformazione per offrire ad essi possibilità d’impiego e di autosostentamento. A intervenire all’incontro il vescovo Gianfranco De Luca, il Presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura, l’assessore regionale ai lavori pubblici Pierpaolo Nagni, Filippo Monaco, il Sindaco di Guglionesi Leo Antonacci, il presidente dell’Associazione Iktus e parroco di san Timoteo Benito Giorgetta, gli ospiti della casa, i volontari, i tecnici progettisti e collaboratori ,anche una intera scolaresca del Liceo Classico Perrotta. La prima pietra, consistente in un mattone, il numero 657 della porta santa chiusa da San Giovanni Paolo II nell’anno santo della redenzione del 1983 e riaperta nell’anno del Grande Giubileo del 2000, è stata benedetta da Papa Francesco nel corso dell’Udienza di mercoledì 27 maggio us. Un ex ergastolano, Antonio Ferrigno che dopo 26 anni di detenzione si è vista tramutare la pena in libertà vigilata, in attesa di quella condizionale, assieme a don Benito e i donatori i coniugi Lucia e Bernardo Bertolino, hanno avuto la gioia e la consolazione di incontrare il Papa e illustrargli l’iniziativa. Il Papa ha gradito la visita soffermandosi per qualche minuto a dialogare e sostenere l’opera di accoglienza che si sta intraprendendo e tenendo la sua mano poggiata sulla pietra, l’ha benedetta ed ha aggiunto: “Dovete fare cose grandi”. Dopo le cerimonie della firma delle pergamene da parte di tutti i partecipanti direttamente interessati e la benedizione della struttura da parte del Vescovo De Luca, abbiamo avvicinato don Benito Giorgetta per scambiare qualche battuta.

Ci siamo, allora don Benito, quello odierno è un evento storico? “Sì, lo è perché fondativo, nel senso che abbiamo messo la prima pietra e il tutto è già iniziato sotto la buona parola del Vangelo perché, proprio oggi, lo stesso ci dice “che la pietra scartata dai costruttori è divenuta la testata d’angolo”. Attraverso quello che la società molte volte considera essere uno scarto, come il disabile, il detenuto, la prostituta, la ragazza madre, il ferito della vita in genere l’anziano, noi vogliamo rivalorizzare, rivitalizzare e partire da queste pietre deboli che possono diventare con la loro risorsa delle pietre fondamentali per la costruzione della comunità e della società. Questa chiesa è intitolata a Santa Maria dell’Accoglienza ed è a conclusione del viale dell’Abbraccio di chi è qui presente in casa famiglia rispetto a chi arriva. La Madonna ci insegna la docilità e l’accoglienza perché lei stessa è stata la prima ad accogliere nel grembo il seme della speranza”., Lei, don Benito, è reduce anche dal viaggio in Vaticano ad incontrare il Papa assieme anche ad alcuni ospiti della casa in cui ci troviamo oggi. “È stata una bella gioia quella di mercoledì scorso, una gioia con-

divisa con alcuni fratelli che ci ha visto far benedire questa pietra da Papa Francesco. Si tratta di un mattone della Porta Santa dell’anno della Redenzione del 1983 che fu murata da Giovanni Paolo II e che fu da lui stesso riaperta nel grande Giubileo del 2000 e il Papa, benedicendola e apponendo la sua mano, ha inteso anche trattenersi lungamente su questa pietra perché io stesso ero accompagnato da un detenuto di cui ha ascoltato la storia e al termine ha detto: “dovete fare grandi cose”. Da notare questa frase perché Sua Santità non ha detto “cose grandi”, che significa cose estese e mastodontiche, ma “grandi cose” che significa un abbraccio, un sorriso, uno sguardo di perdono di riconciliazione di accoglienza perché intrise e ispirate dall’amore di Dio sono tutte cose grandi perché Dio è grande”.



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Opinioni di Claudio de Luca Nei casi di emergenza il cittadino può chiamare il 113, il 112, il 118, il 117 o il 115. Se dovesse avere bisogno delle prestazioni della Polizia locale, non avrebbe alcun numero da comporre perché mai attivato. Non ci ha pensato manco l’ANCI, l’Associazione che accomuna gli 8mila Comuni italiani. Il risultato è quello per cui, se si chiede l’intervento di una pattuglia della Municipale, nella gran parte dei casi ci si sente rispondere:”Chiami i Carabinieri” tanto sono disagiate, in ispecie in Molise, le condizioni in cui ciascun Comune mantiene la propria Polizia di prossimità. Eppure, attualmente, l’Italia versa una sanzione quotidiana di 30mila euro all’Unione europea (e questo importo, lieviterà quanto prima) perché il Governo non è capace di costringere gli apparati della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza a piegarsi alle esigenze del contribuente, unificando il numero d’emergenza come peraltro stabilito da una Direttiva comunitaria. Nella Penisola, per ogni 175 Italiani, c’è un operatore di polizia. Praticamente queste figure rappresentano il 50 ed il 20% in più rispetto a quelle della Gran Bretagna e della Repubblica federale tedesca. Ma occorrerebbe domandarsi se la sicurezza possa essere garantita da polizie numerose piuttosto che da strutture opportunamente addestrate. Purtroppo in certi ambienti, dove si fa clientela pure sulle uniformi, una tale domanda non è di moda Persino la Lega nord, non appena messo piede sull’uscio del potere, si premurò di raddoppiare gli organici della Polizia penitenziaria e potenziò (almeno in “Padania”, o giù di lì) le dotazioni d’uomini delle Polizie locali, provinciali e consortili. Dopo di che, Sicilia e Valle d’Aosta hanno iniziato a pretendere una Polizia regionale (senza rendersi conto che occorrerebbe prima modificare qualche precetto costituzionale, atteso che le Mu-

La Riflessione di Monsignor Giancarlo Bregantini Il fiore ha bisogno dell’ape per essere fecondato. Lo yogurt dei fermenti per potersi sviluppare. E gli occhietti stupiti dei bimbi, che incontro nelle frequenti visite nelle scuole, sento che sono il riflesso di due mondi diversi, che in quell’unico volto si fanno armonia. Cioè tutto è intrecciato. Tutto armonizzato dalla diversità riconosciuta, rispettata e valorizzata. Come i colori dell’arcobaleno, che, soltanto insieme, nelle loro native differenze, possono formare l’unica luce. Ecco perché, partendo anche dalle cose più semplici ma cariche di bellezza, resto rammaricato profondamente dal voto di approvazione del matrimonio tra omosessuali, fatto in Irlanda, con una maggioranza elevata! Sento che è una sfida. Sul piano della fede, certo, ma soprattutto sul piano culturale. Vi è sottesa la grande domanda centrale del nostro tempo: che valore dare alle differenze? La fatica di pensare il Matrimonio senza le sfide del confronto serio e quotidiano con la diversità corporale ci porterà lentamente a vedere in ogni diversità solo un peso da scaricare e non un dono da valoriz-

3 giugno 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Polizia municipale in Molise, eran trecento nicipali appartengono ai Comuni). Ad Aosta, non contenti, aspirerebbero addirittura alla costituzione di un Comitato regionale, presieduto dal “Governatore, per contrastare la criminalità organizzata. Evidentemente all’ombra delle Alpi ignorano che la pubblica sicurezza è materia ascritta alla competenza statale e che, perciò, deve occuparsene il Prefetto che peraltro già presiede (e dispone) di un Comitato provinciale per l’ordine e per la sicurezza pubblica. Tutto ciò posto occorre domandarsi quanto si spende per mantenere tante polizie. Le principali sono sette: quella di Stato, la Benemerita, la Guardia di finanza, il Corpo forestale dello stato, la Polizia penitenziaria, la Capitaneria di porto ed il Corpo dei Vigili del fuoco. Solo sommando gli organici delle prime tre lo Stivale supera ogni “record” europeo. Poi, aggiungendo gli appartenenti alle altre quattro, si assomma il mezzo milione di uomini, reclutati con metodiche approssimative, al punto che forse sarebbe auspicabile adottare le procedure concorsuali in uso nella Pubblica amministrazione per i Vigili urbani. Infatti, sono in pochi a sapere che il titolo di studio previsto per accedere ai Corpi ed ai Servizi di Polizia locale è esclusivamente quello di scuola media superiore da 30 anni. Naturalmente, questa carenza pregiudica i comportamenti in servizio; e spesso la Stampa è costretta ad occuparsi di gravi infrazioni di legge finiti sotto gli occhi della pubblica opinione. Rimane ancora da dire che l’esercizio delle funzioni

di polizia sono connesse al rilascio delle licenze e delle autorizzazioni ed alla somministrazione di sanzioni pecuniarie amministrative e contravvenzionali. Ciò vuol dire anche ipotizzabili pratiche di potere spicciolo e “benefit” di piccolo cabotaggio a livello locale. Questo avviene perché ad ogni Ministro piace fruire di una sua Polizia e su di una dotazione di velivoli, di motoscafi, di navi, di elicotteri, di una scorta e magari di una “foresteria”. Insomma privilegi più o meno legittimi,

ma sicuramente dispendiosi per il pubblico Erario. Non parliamo poi delle duplicazioni delle funzioni al punto che – sulle strade del Molise – è possibile incontrare appartenenti alle Polizie locali, provinciali e – talvolta – i cosiddetti “ausiliari del traffico”. Sui cibi e sull’ambiente vegliano i Cc., le Guardie forestali, gli Ispettori d’igiene delle Asl. Sui morti per lavoro, sulle opere d’arte, sulle monete contraffatte opera una miriade di polizie statali e locali. Cosicché la nostra perpetua insicurezza quotidiana parrebbe più che assicurata. Ma tutto questo costa. E’ difficile calcolarne il totale seppure il contribuente immagina l’entità degli esborsi. Anni addietro, in Molise, l’Assessore Muccilli tentò di venire incontro alle esigenze della più “povera” tra le Polizie italiane: quella locale. Avrebbe voluto riuscirci attraverso la somministrazione di corsi di formazione e di aggiornamento. All’epoca i Vv.uu. erano ancora oltre 300; oggi, che – a malapena – superano le 150 unità (e non sono più in grado manco di assicurare due turni di lavoro e di rendere servizi decenti alla popolazione se non a Campobasso, ad Isernia ed a Termoli), attività del genere diventano ancora più difficili da praticare.

Sui matrimoni gay e la famiglia naturale zare. La famiglia infatti educa alla diversità positiva e arricchente già nel suo stesso naturale costituirsi, come coppia, immagine intrinseca della ricchezza relazionale Trinitaria. Tutto viene generato nel “GREMBO”, che è la famiglia, fatto di persone diverse, di persone in costante e quotidiana relazione. La famiglia si fa così scuola, dove si impara a convivere nella differenza. Differenza di generi, di generazioni, di età, di storie e di culture che si sanno accogliere e si comunicano, reciprocamente. Anzi, più largo è il ventaglio di queste relazioni, più diverse sono le età e più marcate sono queste differenze, tanto più ricco e l’ambiente di vita. Già in famiglia, per poi trasferirsi nella società tutta. In questo grembo molteplice e ricco, proprio perché differenziato (e non omologato nemmeno a livello corporeo!) si impara ad abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrando gli sguardi e i silenzi, per ridere e piangere insieme, tra persone che si amano e si stimano reciprocamente nella loro diversità. Poiché hanno imparato ad accogliere – vitalmente – le loro native e naturali

differenze e ne hanno fatto risorsa. Allargando allora lo sguardo, è nel legame familiare tra maschio e femmina che si impara poi a costruire solidi legami di PROSSIMITÀ SOCIALE E POLITICA, partendo già dal parlare le “lingue materne”. Le parole, come il corpo, non le inventiamo. Le abbiamo ricevute; e perciò le possiamo imparare ad usare, in stupore crescente e riconoscenza arricchita. Altri ci hanno preceduto. Altri ci hanno donato tutto in piena gratuita. Una vita generata e perciò capaci di generare e di creare a sua volta, qualcosa di bello e di buono. Da qui anche la relazione con Dio, nella preghiera, frutto di stupore, perché qualcuno, dolcemente, ci hai insegnato ad apprezzare a stimare ogni cosa, ogni storia, ogni volto. Certo, nessuna famiglia è perfetta, anzi, è spesso il luogo complesso e duro della scoperta e sperimentazione faticosa dei LIMITI, propri e altrui, nei piccoli e grandi problemi di coesistenza, già nel quotidiano andare d’accordo. Ma non dobbiamo avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nem-

meno dei conflitti. Bisogna invece imparare ad affrontarli in maniera costruttiva. Così la famiglia si fa scuola sociale di perdono e di riconciliazione, per far crescere i figli, frutto di questo amore tra maschio e femmina, che sia capace di ascolto e di dialogo arricchente. Un grazie allora alle famiglie con figli segnati dalla disabilità, perché proprio dal loro dolore, che si fa ulteriore ricchezza relazionale, impariamo ancor più ad aprirci all’inclusione. Nessuno va escluso, ma dentro un solco di valorizzazione delle reciproche differenze, non appiattite, ma accolte e armonizzate. Il livello culturale che nega la diversità ripropone a tutti una serie infinita di interrogativi sociali. Rispettiamo certo i diritti individuali, ma non vanno posti come diritti collettivi, generali. Vanno sempre distinti i due livelli. Per questo, non pensate che sia fecondo riflettere insieme sulla affermazione, dura, ma vera del cardinale Parolin: Le nozze gay decise in Irlanda sono una sconfitta per l’umanità!”?» *Vescovo di Campobasso


Ci avviciniamo alla data del 24 maggio. Cento anni dall’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il volume curato dal nostro collega Giuseppe Saluppo: “Il Molise e la Grande Guerra”, offre uno spaccato della nostra regione al cospetto degli eventi bellici e sociali. Immaginiamo una delle tante vallate del nostro Molise. Sembra vedere scendere da una di quelle strade, oggi asfaltate (seppure ridotte a mal partito), cento anni fa bianche e soffocanti di polvere, giovani con in tasca la cartolina precetto per la Grande Guerra. Hanno salutato i loro cari, prima di partire, qualcuno per l’ultima volta, tra silenzi cupi e parole sulla necessità della partenza. Un vocìo a passo a passo tra le fratte di bacche rosse che costeggiano quelle strade e frotte di uccelli che attraversano in alto l′aria. I ponti sul Biferno come sul Fortore o sul Volturno con l’acqua del fiume che pare immobile e metallica. Voci e gesti e in tutti gli animi il terrore superstizioso, le fantasie incolte, commenti, scongiurazioni lamentevoli, preghiere, in un rumorio cupo. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come prima. E’ possibile acquistare il libro di Giuseppe Saluppo, “Il Molise e la Grande Guerra”, a Campobasso nelle edicole di Via Mazzini, Piazza della Repubblica, Piazza Vittorio Emanuele e Terminal; a Isernia, presso libreria Della Corte ed edicola Stazione. Oppure presso la redazione de La Gazzetta del Molise, via Normanno 14 a Campobasso o chiedendolo via email: redazione@lagazzettadelmolise.it. Un Molise presente nella storia d’Italia.


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