Fanelli non pensare alla camera

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tuttO quELLO ChE gLi ALtRi NON DiCONO ANNO xi - N° 269 MERCOLEDì 9 DiCEMbRE 2015 - DistRibuziONE gRAtuitA

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GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Lucio Pastore

L’Oscar del giorno lo assegniamo al dottore Lucio Pastore. ancora una volta ha centrato l’obiettivo tracciando l’attuale quadro, drammatico, del sistema sanitario regionale. Ha ritenuto, ancora una volta, di fare il punto della situazione con la speranza che i vertici regionali, finalmente, riescano a comprendere lo stato di disagio dei cittadini e che chiedono servizi migliori e adeguati alle patologie a cui vanno incontro.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

REstA AggiORNAtO, sEguiCi ANChE su FACEbOOk

Michele Petraroia

L’Oscar del giorno lo diamo a Michele petraroia. L’assessore regionale ha rinnovato l’invito (a chi?) di una scuola migliore. Ma non è lui l’assessore alla Pubblica istruzione? Non toccherebbe a lui procedere attraverso una seria riconsiderazione del sistema scolastico molisano? E, ancora, non è sempre lui il titolare dell’assessorato all’Università? Cosa ha fatto per sostenere le ragioni di crescita dell’Ateneo molisano? Nulla.

“Fanelli, non pensare alla Camera”

servizio a pagina 3

Giovedì 10 dicembre alle ore 18 sarà presentato nella sala consiliare del Comune di Campobasso il volume di Giuseppe Saluppo

I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio Amministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 9 dicembre 2015

Taumaturghi Marinella D’Innocenzo e Massimo Pillarella

Una selezione non fatta in un anno si vorrebbe farla in un mese

La Regione costretta a correre ai ripari, magari con sistemi peggiori di quelli per cui è stata costretta a correre ai ripari Commettono errori ed omissioni. Costretti a correre ai ripari, magari con sistemi peggiori di quelli per cui sono stati costretti a correre ai ripari. Spesso una corsa affannosa contro il tempo, per evitare che le risorse finanziarie dei fondi europei per la programmazione 2007/2013 non utilizzati entro la fine dell’anno, tornino indietro. La Regione, nella espressione politica, amministrativa, tecnica e gestionale, ormai è un campionario inesauribile di provvedimenti che alla prova dei fatti fanno acqua. Non si hanno aggettivi qualificativi sufficienti ad etichettare ciò che succede dalle parti di Palazzo Moffa e di Palazzo Vitale. Esempio. Il 30 novembre, la giunta regionale s’è vista costretta a revocare, per ragioni di opportunità (viene detto), la procedura selettiva avviata a gennaio 2105 per dotarsi di una qualificata assistenza tecnica da fornire alle attività in materia di implementazione, gestione e attuazione del Programma operativo regionale (Por) dei Fondi europei per lo sviluppo regionale 2007/2013 (fase finale) e 2014/2020, nonché ai programmi in corso di attuazione, finanziati con risorse del Fondo sociale per la coesione 2007/2013, ed alle

“No ad un ulteriore deroga di un anno, che avrebbe ricadute pesantissime sulle condizioni di lavoro degli operatori e sulla sicurezza e qualità delle cure ai cittadini”. Così Giovanni Torluccio, Segretario generale della UIL FPL, critica alcuni emendamenti alla Legge di Stabilità che chiedono di prorogare al 25 novembre 2016, quindi di un ulteriore anno, l’entrata in vigore della direttiva europea sui tempi massimi di lavoro e sui riposi. “Le deroghe sono state attivate ormai dal 2010 e sono servite solo come alibi al Ministero della Salute per non fare le politiche e gli investimenti sul personale e alle Regioni e alle aziende sanitarie per continuare a tagliare la spesa invece di porre fine agli sprechi e alle inefficienze che si annidano nelle singole aziende ospedaliere.” - afferma Torluccio, che continua “ “Il personale del servizio sanitario è diminuito in 5 anni di oltre

lenza (nei confronti di coloro che hanno risposto all’avviso pubblico di selezione e si vengono a trovare fuori gioco), se si tiene conto che la revoca sarebbe stata determinata dall’enorme mole di domande che la Commissione di valutazione nominata ad hoc non avrebbe concluso entro il 31 dicembre 2015 o comunque in tempo utile “per attivare con rapidità le azioni legate alla nuova programmazione 2014/2020 del Por/Fesr, e garantire il soddisfacimento degli adempimenti richiesti dal Fondo sociale di coesione 2007/2013”. In questa affermazione c’è tutto lo sconquasso tecnico, dialettico, e politico regionale. Al quale si vuole rimediare con taumaturgica rapidità. Difatti, la Direzione generale della Giunta, Marinella D’Innocenzo, d’intesa con la direzione d’Area Seconda, ovvero con Massimo Pillarella (sì, ancora lui e sempre lui), avrebbe in fase di studio un percorso alternativo volto a garantire, “nel rispetto della tempistica necessaria, il supporto all’Amministrazione regionale per le attività d’assistenza tecnica alle attività della Regione Molise in materia di implementazione, gestione e attuazione del Por / Fesr Molise 2007/2013 (fase

finale) e 2014/2020”. Trattandosi di una soluzione taumaturgica, impressionante per la velocità con cui risolverebbe il problema della revoca della procedura selettiva avviata a gennaio 2015 e metterebbe in piede una sostitutiva, naturalmente è stata tenuta segreta. La D’Innocenzo e Pillarella, da perfetti prestigiatori, tireranno dal cilindro il classico coniglio: una nuova procedura selettiva che consentirà (staremo a vedere come) di disporre della assistenza tecnica di cui non si può fare a meno, per evitare che vadano perse le risorse finanziarie del Por/Fesr 2007/2013 e ritardate quelle del Por 2014/2020. A scanso d’equivoci, coloro che hanno preso parte alla selezione avviata a gennaio 2015 che volessero eccepire sulla revoca, sappiano che l’Amministrazione regionale era ed è nella condizione di revocare “ in qualsiasi momento, a suo insindacabile giudizio, l’ avviso di procedura comparativa, senza obbligo di comunicarne le motivazioni, e senza che i partecipanti possano vantare diritti nei confronti della Regione”. Tiè! Dardo

attività di competenza tecnicoeconomica e giuridica connesse alle funzioni dell’autorità di audit (verifica e controllo). La motivazione della revoca fa sorridere, nella sua ingenua formulazione. Sarebbe infatti stata determinata dal fatto che, “a seguito delle dimissioni formalizzate dal Presidente della Commissione, le procedure concorsuali hanno avuto un forte ral-

lentamento”. Come dire: siamo stati presi di sorpresa con le dimissioni del presidente della commissione selezionatrice, messi nella impossibilità di selezionare in tempo utile, con immediatezza, e comunque in modo che i soggetti selezionati possano essere in grado di svolgere assistenza ai programmi regionali entro il 31 dicembre. La presa d’atto è impietosa nella sua vio-

l’intervento

La Uil funzione pubblica interviene sulla delicata situazione del sistema

“Pochi medici e pochi infermieri, come si stressa la sanità” 20.000 unità, il ricambio generazionale è inesistente e l’età media si è innalzata in modo preoccupante. Ora bisogna assumere e non solo medici come si è letto in questi giorni sulla stampa. Servono anche infermieri, tecnici sanitari e tutte le altre figure sanitarie e socio-sanitarie che dall’interno dell’equipe concorrono ad assicurare servizi e prestazioni.” Oltretutto introdurre per via legislativa una ulteriore deroga causerebbe con certezza una procedura di infrazione contro il nostro Paese con le conseguenti sanzioni salatissime comminate dalla Corte di Bruxelles. “Insomma - conclude Torluccio - finiremo col bruciare nel pagamento delle sanzioni le risorse che dovrebbero invece essere utilizzate per le assunzioni necessarie a coprire 10 milioni di ore extra orario che ogni anno

Turni massacranti che impediscono l’operatività del sistema vengono svolte, oltre l’orario standard e lo straordinario retribuito. Un risultato paradossale che il nostro SSN non può assolutamente permettersi.” “Anche da noi - contestualizza Tecla Boccardo, Segretaria generale della Categoria della UIL che organizza i lavoratori della sanità già oggi i medici e gli infermieri sono di fatto obbligati a turni di lavoro massacranti, senza un’adeguata fase di riposo prima di riprendere il servizio. Questo per-

ché sono pochi gli addetti rispetto alle necessità e perché il servizio è male organizzato. E fra poco sarà ancora peggio: entro fine anno scadono i contratti di centinaia di precari che hanno retto la sanità molisana, fra loro molti medici, infermieri e personale addetto alla cura ed al contatto diretto con i pazienti.” Boccardo continua: “Investimenti, stabilizzazioni,

assunzioni, riorganizzazione della medicina, non ci sono altre risposte possibili al bisogno di salute dei cittadini. Ben altro che riduzione dei posti letto nelle strutture pubbliche e in quelle convenzionate, chiusura di reparti o interi ospedali, rinvio continuo di un serio confronto sul futuro della sanità regionale. Una strategia perdente su cui i responsabili politici e la gestione commissariale sembrano essersi avvitati, fra debiti pregressi, piani di rientro mai avviati, qualche opportunità strappata a fatica sul tavolo nazionale, inadeguatezza dei dirigenti a gestire un settore delicato che, anche lui, abbisogna invece di cura adeguata e di interventi urgenti. I molisani, quelli sani e coloro che invece attraversano un momento difficile dal punto di vista sociosanitario, non possono aspettare ancora.”


TAaglio lto

3 9 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Rincara la dose l’onorevole Danilo Leva sulla segretaria regionale del partito

“Fanelli? Vuole arrivare presto alla Camera fregandosene del Pd” CAMPOBASSO. L’onorevole Danilo Leva replica subito alla segretaria regionale del Pd, Micaela Fanelli: “Vuole arrivare presto alla Camera dei Deputati anche a costo di annientare un partito che oramai è sparito dal dibattito pubblico molisano” Non ha dubbi di sorta il parlamentare molisano sulla scarsa incisività del aprtito sui problemi molisani. “Mi dispiace dover scrivere nuovamente su Micaela Fanelli e annoiarvi con noiosi dibattiti interni, ma purtroppo vedo che insiste e quindi mi tocca fare nuovamente alcune precisazioni. Ora è noto a tutti come lei voglia arrivare presto alla Camera dei Deputati anche a costo di annientare un partito che oramai è sparito dal dibattito pubblico molisano sui temi principali della politica, ma dovrebbe studiare un po’ di più.

Ad esempio le do un consiglio che le tornerà utile appena siederà sui banchi di Montecitorio. A roma funziona che ognuno si occupa delle materie di competenza e quindi, se bisogna far riconoscere l’area di crisi interloquisci col ministero dello sviluppo,

ciare il ritiro di quel decreto e non solo il suo accantonamento. Ebbene, un buon segretario regionale che lavora per tenere insieme il suo partito, valorizza il lavoro di tutti e non sgomita invece pur di apparire, incontrando ora l’uno ora l’altro, ma nessuno di quelli che del problema si occupa specificatamente. Cara Micaela un segretario deve avere pazienza, interagire con tutte le anime del partito e non solo con quelle della regione funzionali magari alle proprie transazioni o ai propri calcoli politici. Ogni tanto un segretario mette insieme e non demolisce, ogni tanto, non dico spesso, un buon segretario lancia un’idea, fa una proposta, indica una strada e chiede a tutti di percorrerla. Magari anche al governo regionale senza esserne schiavo a tutti i costi”

Sanità, un momento drammatico

di Lucio Pastore Nella sanità molisana stiamo vivendo un momento drammatico. La destrutturazione del sistema pubblico va avanti inesorabilmente. Con l’entrata in vigore della nuova legge, la 161, che vorrebbe essere a tutela dei pazienti e degli operatori, si è determinato il caos totale. Questa legge, imposta dalla comunità europea e che prevede determinati intervalli di tempo tra un turno di lavoro ed un altro, era noto da almeno un anno che sarebbe entrata in vigore. Bisognava adeguare il sistema da un punto di vista organizzativo e di organico. Tutto questo non è stato fatto ma l’unico atto, per affrontare il problema è stato il blocco delle ferie dei dirigenti medici. Da un punto di vista legale dubito che questo provvedimento sia valido andando a ledere un diritto, non per uno stato di necessità improvvisa ma per la incapacità di chi ci governa a programmare e risolvere i problemi. Non c’è stata alcuna catastrofe naturale. La situazione attuale era evidente da tempo che si sarebbe determinata in assenza di decisioni organizzative e strutturali. Tra poco, se non ci saranno deroghe sul blocco delle assunzioni, la situazione non sarà più gestibile in quanto andranno via molti colleghi. Se a questa situazione si aggiunge la fuga di altri che hanno cercato posti più stabili in

mentre se hai un problema con gli ammortizzatori sociali vai dal ministero del lavoro. Così se le prefetture rischiano di chiudere provi ad aprire il confronto col ministero degli interni di cui le prefetture sono organi territoriali. Tant’è che gli attuali parlamentari

in data 15 settembre hanno incontrato la prima volta il viceministro agli interni bubbico, per poi partecipare alla costituzione del comitato dei deputati onde approntare una serie di proposte,mentre il 30 ottobre hanno incontrato sempre presso il ministero degli interni i lavoratori di tutte le prefetture interessate dai tagli oppure il 19 novembre hanno avuto un ulteriore incontro con Bocci, il sottosegretario con la delega alle prefetture, il 25 novembre hanno promosso l’ennesima riunione del coordinamento dei deputati per poi arrivare alla redazione dell’emendamento alla legge di stabilità che ha superato il vaglio di ammissibilità ed ha costretto, insieme alla mobilitazione popolare, il ministro degli interni Alfano, e non il titolare del dicastero allo sport, ad annun-

Regioni diverse dal Molise, il pensionamento che c’è stato e che ci sarà in tempi brevi per molti di noi, forse si comprende la drammaticità della situazione. Perché si è arrivati a questo punto? Sicuramente per incapacità di chi ci governa. Questa è un’ipotesi molto probabile ma da sola non spiega l’accaduto. Infatti all’inizio della legislatura il Direttore Generale di allora, Carmine Ruta, aveva proposto soluzioni che riequilibravano il rapporto pubblico-privato e riorganizzavano il sistema evitando di portarlo nello sfascio attuale. Carmine Ruta fu fatto fuori ed il suo piano è scomparso. Quindi,

Distruggere il sistema pubblico significa togliere i servizi ai cittadini oltre all’incapacità di governare ,c’è anche una volontà politica di non incidere sui vantaggi delle strutture private a discapito di tutto il sistema. Accanto all’incapacità di governare c’è anche un gioco di azzardo per forzare il ta-

“ L‘Adoc molise condivide la preoccupazione della UIL molisana che ha denunciato la grave situazione dei 111 operatori con contratti di collaborazione continuativa che, da anni, prestano la loro attività presso le diverse strutture dell’Azienda Sanitaria molisana e che entro fine anno andranno a casa. Per la precisione: 65 hanno già cessato il proprio contratti ed altri 46 cesseranno di lavorare entro fine anno. Stiamo parlando di farmacisti, biologi, logopedisti, terapisti, neuropsicomotricisti, laureati in scienze motorie, dietisti, psicologi, tecnologi alimentari, assistenti sociali, operatori informatici/amministrativi, sociologi, pedagogisti, impegnati nei Distretti, nei Centri di salute mentale, nei servizi farmaceutici, in ospedale e in altri servizi dell’Azienda Sanitaria. Tutti professionisti dotati di esperienza acquisita sul campo. Senza di loro la sanità molisana sarà fortemente limitata, proprio nel momento in cui,

volo tecnico ministeriale. Infatti questo dovrebbe concedere, sotto la spinta della necessità un’insieme di deroghe che fino ad ora non ha dato. In pratica siamo tutti

ostaggi dei loro giochi. E se il tavolo tecnico non cede al ricatto, cosa succede? meglio non immaginarlo. Nel frattempo si vive nel limbo, nella precarietà più assoluta, con pazienti che stazionano anche per giorni nei Pronto Soccorsi perché non ci sono possibilità di ricovero e manca una medicina territoriale. E vediamo dove finirà questa storia per trasformare, alla fine, un bene comune, come il diritto alle cure, in una merce che potrà essere acquistare solo da chi avrà i mezzi. *Comitato Bene Comune Veneziale.

Precari, in 100 a casa invece, i servizi sul territorio andrebbero migliorati e potenziati, attraverso l’incremento di personale e l’acquisto di strumenti tecnologici, aumentando, così, i servizi essenziali per i cittadini. A causa del blocco del turn over e l’impossibilità di assunzioni a tempo indeterminato, questi lavoratori precari sono stati utilizzati nella Sanità, grazie alle risorse vincolate assegnate alle Regioni, per il miglioramento dell’erogazione dei L.E.A.. Negli anni, infatti, hanno garantito l’attivazione di servizi soprattutto nell’area territoriale, cioè laddove la dotazione di personale dipendente è sempre stata limitata, operando presso le Porte Uniche di Accesso, i Servizi di Assistenza Domiciliare, gli Sportelli per gli Utenti Diabetici, i Celiaci, i Dializzati, prestando attività riabilitative e psicologiche in favore di bambini, anziani e utenti

più fragili, dando supporto tecnico/amministrativo ai Sistemi informatici Aziendali e in collegamento con il Ministero. “Chi ne pagherà le conseguenze – dichiarano dall’Associazione dei consumatori ADOC Molise -, oltre ad essere il lavoratori, saranno i cittadini più deboli, anziani, bambini, soggetti portatori di patologie che richiedono cura continua e riabilitazione e che verranno così privati del diritto fondamentale alla salute”. L’Adoc Molise chiede a gran voce alla Asrem e alla Regione Molise di tutelare i cittadini e di non sottovalutare le esigenze di prevenzione, massima competenza e accessibilità in termini di domanda e garanzia alla salute. Fondamentale è e sarà richiedere e trovare le risorse per garantire la presenza dei servizi indispensabili per il cittadino.


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9 dicembre 2015

aLa Società consortile “Matese per l’Occupazione” ha chiuso i battenti Quel poco che ancora resta da fare all’interno del Patto territoriale del Matese per l’Occupazione , lo farà direttamente la Regione Molise con la struttura dell’Area Seconda dell’Ente, ovvero quella onnisciente e onnicapiente diretta da Massima Pillarella. Ormai è assodato, qualsiasi problema si presenti all’amministrazione regionale a rilevarlo e a tentare di risolverlo, è automaticamente incaricato Pillarella. Questa sua capacità di turare le falle in virtù di una dotazione intellettuale straordinaria ha portato il cronista ad appellarlo un novello Pico della Mirandola. Appellativo che, posto in relazione alla vastità delle cariche e degli incarichi assegnati a Pillarella, lo merita tutto. Bene, sarà lui a gestire le risorse ancora disponibili per la realizzazione di nuovi interventi infrastrutturali nell’ambito del Patto territoriale per l’Agricoltura del Matese, che si sono rese utilizzabili dalla rimodulazione disposta con decreto 2385, del 25 giugno 2014, del direttore generale del ministero dello Sviluppo economico, ciò perché la Consortile Matese per l’Occupazione nel ruolo di soggetto responsabile del Patto Territoriale dell’Agricoltura del Matese ha finito d’esistere, sciolta e messa in liquidazione. Prima del default però ha provveduto a rivolgere alla Regione Molise l’invito a subentrare nella gestione delle risorse (poche, fanno sapere dal Servizio competitività dei sistemi produttivi) che, come abbiamo detto sopra, si

La Regione, con Massimo Pillarella e la struttura dell’Area Seconda, è diventata soggetto responsabile del Patto territoriale dell’agricoltura del Matese. Quando vuole, può Si occuperà della parte relativa all’utilizzo delle risorse residue della rimodulazione del ministero

sono rese disponibili dalla rimodulazione effettuata dal ministero dello Sviluppo. Insomma, ciò che avrebbe dovuto svolgere la Consortile all’interno del Patto territoriale del Matese per l’Occupazione lo farà direttamente la Regione attraverso la struttura dell’Area Seconda, da soggetto responsabile. Vale a dire che la Regione dovrà provvedere

a rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori del Patto; ad attivare le risorse finanziarie per consentire l’anticipazione e/o il cofinanziamento di eventuali contributi statali, regionali e comunitari, ivi compresa la promozione del ricorso alle sovvenzioni globali; ad attivare le risorse tecniche ed organizzative necessarie alla realiz-

zazione del Patto; ad assicurare il monitoraggio e la verifica dei risultati; a verificare il rispetto degli impegni e degli obblighi dei soggetti sottoscrittori ed assumere le iniziative ritenute necessarie in caso di inadempimenti o ritardi; a verificare e garantire la coerenza di nuove iniziative con l’obiettivo di sviluppo locale a cui è finalizzato il patto; a promuovere la convocazione, ove necessario, di conferenze di servizi; ad assumere ogni altra iniziativa utile alla realizzazione del Patto. Naturalmente di tutto questo quadro di compiti e provvedimenti la Regione si occuperà della parte relativa all’uti-

lizzo delle poche risorse finanziarie che sono derivate dalla più volte citata rimodulazione ministeriale. Un breve accenno alla Società Consortile Matese per l’Occupazione che ha finito di esistere. Si era costituita il 3 settembre 1998 e si era iscritta nel registro delle imprese il 27 ottobre 1998; l’oggetto sociale era rappresentato dalla promozione di attività dirette allo sviluppo economico, produttivo ed occupazionale con particolare riferimento all’aera del patto territoriale del Matese per l’Occupazione; nel corso degli anni la società ha svolto prevalentemente i compiti gestionali affidati ai soggetti responsabili dei patti territoriali ed ai responsabili unici dei contratti d’area connessi all’attuazione degli interventi di programmazione negoziata. Obiettivamente, se dovessimo dire che ha lasciato tracce significative di sé, diremmo una bugia. L’area del Matese, nonostante il Patto territoriale, nonostante gli investimenti effettuati, non porta in conto lo sviluppo e nemmeno l’occupazione. Dardo

La denuncia viene dal sindacato su di una statistica pubblicata da La Repubblica

Sono state rese note in questi giorni le rilevazioni delle retribuzioni medie conseguite dagli italiani, una ricerca curata dall’Osservatorio Jobpricing, per il quotidiano La Repubblica, che ha preso a riferimento i redditi dei lavoratori dipendenti del settore privato considerati nel luogo di produzione (che può esser differente dalla residenza). Si tratta di una ricerca diversa da quella svolta per esempio dall’Istat che accorpa più redditi: da lavoro dipendente, da pensione, da attività in proprio, da rendite, per poi suddividerli per i componenti della famiglia. Guardando alle buste paga dei lavoratori dipendenti dell’industria, del settore artigiano, del commercio e dei servizi, dell’agricoltura, non ci sono comunque molte sorprese rispetto a quello che comunemente ci si aspetta: Milano domina con 34.500 € la classifica fra le province, che è chiusa dal Medio Campidano (22.000 €), una delle zone più depresse economicamente della Sardegna. Una differenza di oltre un terzo della busta paga. Nel mezzo, tutte le altre province, con una tendenza che non stupisce: vincono le regioni del Centro-Nord, le più attardate sono quelle del Mezzogiorno. Se si aggregano i risultati per regione, infatti, la Lombardia svetta al primo posto con retribuzioni lorde

“I dipendenti molisani tra i meno pagati” medie di oltre 31mila euro, e subito dopo troviamo il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e il Lazio. “Ma a noi, com’è ovvio, preoccupa il dato del Molise: siamo quart’ultimi fra tutte le regioni d’Italia. Peggio che con i nostri 24.660 € annui stanno solo i lavoratori dipendenti sardi, lucani e calabresi. Certamente le ragioni sono molteplici - valuta Tecla Boccardo, Segretaria generale della UIL – inquadramenti contrattuali nelle fasce basse delle retribuzioni, scarsi compensi aggiuntivi legati a incentivi o premi alla produttività, poco lavoro straordinario in una fase economica difficile, praticamente assente la contrattazione di secondo livello aziendale o territoriale. Per questo i molisani, anche quelli che un posto di lavoro ce l’hanno e se lo tengono caro, non se la passano bene. Quando sosteniamo come Sindacato che occorre fare presto qualcosa di significativo per far ripartire l’economia, creare occupazione, incrementare i consumi, attrarre investimenti pubblici e privati, abbiamo ben presente la complicata situazione economica anche di questi lavoratori che con difficoltà rag-

giungono i mille euro al mese. Il lavoro dei molisani non richiede meno impegno o comporta minore fatica, le loro buste paga vanno adeguate.” Il programma di azione della UIL: “Subito il rinnovo dei contratti nazionali dei diversi settori (in questi giorni stiamo discutendo quello del commercio, dell’industria alimentare e metalmeccanica, del settore elettrico, dell’energia e di alcuni comparti del tra-

sporto, oltre che avere aperta tutta la vertenza dei contratti del pubblico impiego), un’intensa stagione per la contrattazione di secondo livello, apertura del confronto sindacale in ogni singola azienda o ditta per condizioni di lavoro sopportabili, per un lavoro sicuro, per inquadramenti dei lavoratori adeguati, per retribuzioni in linea con quelle di altri contesti territoriali simili.”


TAaglio lto

5 9 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per i libri de La Gazzetta I Comuni molisani sotto il simbolo del Littorio

CAMPOBASSO. E’ il terzo volume della collezione i libri de La Gazzetta quello che sarà presentato domani sera alle ore 18 nella sala consiliare del comune di Campobasso. I comuni molisani sotto il simbolo del Littorioamministrazioni, podestà e politica nella costruzione del consenso. Le nostre amministrazioni, il podestà, la politica per il territorio. “Il paese d’in torno è sconosciuto, quasi informe, abitato da un mistero antichissimo, dove il mio pensiero si perde, andando pe ‘l viale muto”. L’ho pizzicata dal “Sogno” di Gabriele D’Annunzio. Un la, per ricostruire la storia di quel periodo attraverso la figura dei podestà nei comuni molisani. Come un “Sogno”, allora, figure precise

Domani la presentazione alle ore 18 nella sala consiliare del comune di Campobasso

Noi della Gazzetta del Molise non molliamo. Sono anni che siamo sulle piste del Piano paesaggistico regionale, vale a dire da quando abbiano avuto notizia della Convenzione della Regione Molise con l’università del Molise “per la redazione del Piano paesaggistico regionale”. Iniziativa del governo regionale presieduto da Michele, cui il governo regionale presieduto da Paolo di Laura Frattura ha voluto dare continuità concedendo ai 33 mesi assegnati da Iorio una proroga (nel 2014) di altri 6 mesi. Trascorsi i quali, abbiamo ripreso l’argomento chiedendo di conoscere se il tempo assegnato fosse stato sufficiente all’università per redigere il Piano paesaggistico, quindi per consegnarlo e, quindi ancora, alla Regione di acquisirlo e, magari, a renderlo noto ai molisani con un convegno ad hoc. L’evento lo meriterebbe. Ma per quante volte lo abbiamo chiesto, dalla Regione e, peggio, dall’università, non c’è stata risposta. Il Piano paesaggistico regionale pare si sia inabissato. Ma è dovere ineludibile della Regione e dell’università dare conto di questa faccenda, trattandosi di un incarico professionale, di una convenzione sottoscritta, quindi di obblighi reciproci da rispettare tra le parti. Vogliamo sapere - lo chiediamo per l’ennesima volta - che fine ha fatto il Piano paesaggistico, quanti soldi sono stati spesi finora, e se mai sarà lo strumento di programmazione della Regione per contenere gli scempi paesaggistici, naturali e ambientali che stanno distruggendo l’identità naturale del Molise. Chiediamo di sapere se il direttore del Dipartimento di Bioscienze e territorio dell’università, Paolo Marchetti, sta continuando a elaborare il Piano e se ha in-

e viventi, i loro moti, i loro gesti politici, una loro attitudine, un loro sguardo. E’ la ricostruzione, uscendo dal ‘sogno’, del tentativo fatto di allineare il Molise alla politica nazionale, di trovare soluzioni a problemi che si trascinavano da anni, di dare un nuovo volto alle amministrazioni comunali. Documenti e scritti che mi hanno consentito di ricostruire il sistema podestarile in Molise. “Un volume – ci dice l’autore Pino Saluppo – che porta a galla una storia nella storia

del periodo fascista del Molise: quello dei podestà. Un sistema che voleva correggere le ruberie, le angherie che si vivevano nelle amministrazioni comunali attraverso una nuova figura capace di assicurare legalità e benessere sociale. Tra opere pubbliche, risanamenti igienici degli abitati e idee del domani che si svolse quella storia consegnata, poi, a quelli che saranno i primi sindaci del dopoguerra”.Cosa ne è venuto fuori? A giovedì 10 dicembre un primo quadro.

La difficoltà nel portare a compimento uno strumento legislativo per tutelare e salvaguardare l’intero territorio molisano

A.A.A. Piano paesaggistico cercasi

tenzione di concluderlo. Chiediamo di sapere se da parte della Regione Molise sono state poste in essere le iniziative necessarie a salvaguardare i propri interessi in questa storia che sta assumendo aspetti kafkiani. Abbiano scritto, e lo ripetiamo; se il Molise avesse disposto di un Piano paesaggistico regionale, probabilmente avrebbe potuto meglio difendersi dalle aggressioni degli speculatori di ogni risma, specie dai tycoon delle pale eoliche e dei pannelli solari che hanno manomesso lo sky-line molisano e il paesaggio, e sottratto vaste aree territoriali di natura agri-

cola alla coltivazione. Scempio destinato a continuare potendo facilmente passare tra le maglie larghe della rete delle complicità degli amministratori locali, che per incassare poche centinaia di euro, non si fanno scrupolo di cedere i terreni per l’infissione delle pale eoliche e per la collocazione dei pannelli solari. Sono fonti energetiche alternative che vanno incentivate non essendo inquinanti, ma su appositi spazi e con appositi disciplinari. Il vero colpevole del massacro del paesaggio molisano nelle sue più originali espressioni di bellezza, diciamolo, sono la Regione Molise e

gli ineffabili componenti la commissione per la valutazione dell’impatto ambientale. Il Piano paesaggistico regionale sarebbe lo strumento di programmazione a salvaguardia del territorio e dei valori ambientali, evitando di lasciare spazi alla discrezionalità che, come è stato fin qui dimostrato, sono serviti solamente ad assicurare ai massacratori del territorio di avere mano libera. Diversamente sarebbe stato, se il Piano paesaggistico regionale, come da convenzione sottoscritta dalla Regione e dall’università, fosse stato agibile e soprattutto applicabile, non solo in termini di negazione alle richieste di pale eoliche e pannelli solari, quanto per autorizzazioni, ma in linea con gli interessi generali corrispondenti alla Storia del Molise quale insieme dei suoi valori fondamentali: ambientali, paesaggistici, culturali. Che certo non collimano con l’impianto di pale eoliche a ridosso dei maggiori siti archeologici né con la distruzione di ampie zone agricole sottomesse ai pannelli solari per la produzione di energia alternativa peraltro, allo stato di fatto, molto al di sopra delle necessità energetiche del Molise. Dardo

Caro Direttore, siamo in default ma anche a Natale

Egregio Direttore, si avvicina il Natale, periodo nel quale si tende a dimenticare l’anno trascorso - nonché’ gli altri -e dimenticare , almeno in apparenza, lo stato di salute molto precaria - quasi moribonda - di tutta una regione molto piccola - che potrebbe essere il fiore all’occhiello della nazione ed invece e’ un papavero rinsecchito che ha perso anche il suo colore. Siamo una regione in asfissia che vede man mano scemare i forti punti economici che si era andata a costruire - bene o male -durante la prima repubblica. Non abbiamo una rete ferroviaria decente, la sanita’ sta scoppiando, l’edilizia soffre molti mali eppure, eppure leggiamo che la regione ha oltre sessanta - ses-

santa!!!! dirigenti che fra poco -ho lo hanno gia’ fatto - percepiranno un lauto , udite,udite,premio di produttivita’.Woody Allen ne farebbe un film ho lo ha gia fatto. Soldi sottratti alla sanita’ eccetera ,I dirigenti si indigneranno, ma la foto Molise e’ nota a tutti gli economisti.E’ in default. Si legge, che dopo tante tratttative - e’ una barzelletta di Forattini - i nostri hanno ottenuto una fermata della freccia rossa a Termoli. Siamo proprio alle pantomime. Oltraggiare un diritto della regione e’ troppo. Ma la rete ferroviaria non e’ della Repubblica Italiana? Non e’ diritto ad avere una fermata? C’e’ da piangere. Gia ‘piangiamo per la

Roma CB e Termoli. Volevano sopprimere il Molise, forse ci riusciranno ed alla minima cessione governativa si grida al miracolo, mentre e’ solo una concessione del principe di turno. Meno male che non posson o togliere il Natale, altrimenti Papa Francesco si incavola. Pero’ dopo, dopo si torna ad assistere alla continua spoliazione dei cervelli molisani, dei comuni che stanno spopolandosi, alle case costruite che non si sa chi le compera perché la natalita’cala sempre, ma ci sara’ sempre l’Ente regione che ci assiste con una organizzazione capillare per ogni forma di comportamento civile e non. Buon Natale, Molise intero, frazione di un’Italia che non ci ama e forse nemmeno noi. AA .


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Campobasso

9 dicembre 2015

Parco naturale sportivo compartimentale del Matese

Legambiente: “Perché la regione chiama parco naturale una colata di cemento mentre lascia al palo la nascita dell’area protetta del Matese? CAMPOBASSO. “Troviamo molto inopportuno che il progetto approvato con la delibera n.536 del 6 ottobre scorso dalla Giunta Regionale del Molise venga definito parco naturale visto che le opere previste (impianti di risalita, piste da sci e innevamento artificiale) rappresenterebbero una colata di cemento e una inutile ferraglia che devasterebbe la montagna Matesina tra Campitello Matese- Roccamandolfi e San Massimo“. Lo sostiene la sezione di Legambiente Molise. “Gli amministratori regionali anziché rincorrere inutili e improbabili proposte e accordi che servono solo a dilapidare risorse pubbliche, pensino a istituire il vero Parco Nazionale del Matese

come chiedono i 10 comuni che hanno già deliberato a favore e la provincia di Campobasso, e come in campagna elettorale ha promesso il presidente della Regione

Di Laura Frattura, che in occasione dell’incontro organizzato dalla Legambiente Molise con gli allora candidati alla carica di governatore della Regione, dichiarò

che i primi 100 giorni di governo sarebbero bastati per avviare l’iter di istituzione del parco. Arrivati al giro di boa del governo regionale quella promessa sembra ora-

mai dimenticata. Siamo abbastanza stanchi dei giochetti di una classe politica che prima afferma di voler il parco regionale per gestirlo in proprio e non confondersi con i vicini campani, poi tira fuori il parco come proposta per risollevare dalla crisi l’area del Matese, poi ancora si schiera per il parco e contro le biomasse, e ora, tanto per non fare capire nulla e confondere ulteriormente le idee chiama una colata di cemento per la montagna matesina parco naturale, tra l’altro in piena zona SIC/ZPS. Ci piacerebbe tanto sapere a che gioco giocate cari politici molisani. Pensate mica che abbiamo l’anello al naso?“

Campobasso: Carabinieri individuano e denunciano truffatrice I Carabinieri della Stazione di Campobasso, al termine di prolungate e mirate indagini, hanno denunciato a piede libero, all’Autorità Giudiziaria, M.P. donna 55enne campanaper possesso ingiustificato di falsi documenti di identificazione, sostituzione di persona, truffa e ricettazione. L’indagine ha avuto inizionel mese di dicembre 2014 a seguito della denuncia sporta da una ignara cittadina della provincia di Parma che si era vista recapitare delle richieste di pagamento da parte di una banca di questo capoluogo, in relazione ad un conto corrente acceso a suo nome mediante l’esibizione di documenti falsi. In particolare la 55enne campana, spacciandosi per l’ignara cittadina, apriva un conto corrente bancario sul quale depositava diversi assegni bancari del valore di circa

10.000 euro, risultati tutti essere provento di furto. Dopo qualche giorno, utilizzando la carta di credito rilasciatale dall’istituto di credito, la medesima donna riusciva a prelevare sul conto correntela somma di 7.000 euro che veniva successivamente addebitata alla vittima. Per l’indagata, cheall’epoca dei fatti aveva violato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza cui era sottoposta, è stata altresì richiesta dagli stessi Carabinieri l’emissione di una misura più afflittiva.

Rca auto, a Campobasso tariffe più alte Viene dal sito Sostariffe il paragone con altre realtà italiane e molisane CAMPOBASSO. La polizza per l’assicurazione auto è una delle voci di spesa maggiori che riguardano l’utilizzo dell’autovettura. Ormai è risaputo che questo costo può variare di città in città a seconda delle quotazioni che le diverse compagnie attribuiscono in base al profilo di assicurato, ma anche alle statistiche su infortuni e furti rilevate

AUGURI A

in una determinata area. Il Molise, come tante altre regioni del Sud Italia, è una delle zone dove gli aggravi per Rc auto sono maggiori. Sapere a quanto ammontano questi costi e confrontare diversi preventivi è utile per valutare la migliore opzione possibile. Esiste infatti un forte range di prezzo tra le diverse compagnie anche riguardo la stessa tipologia di assicurato. Grazie al web e a comparatori online, come quello diSosTariffe.it dedicato alla comparazione di preventivi auto, si possono tagliare di molto le spese trovando l’offerta più economica delle compagnie attive in Molise. Quanto possono costare i premi per le Rc auto in Molise e a quanto ammontano i risparmi grazie all’utilizzo della comparazione online? SosTariffe.it ha cercato di stimarlo analizzando i costi per assicurare una tra le auto più diffuse (Fiat Panda, tra le macchine più vendute nel 2015) e per un profilo di assicurato (uno dei più comuni è l’uomo di 40 anni con 1° classe di merito senza incidenti negli ultimi 5 anni) nei capoluoghi di provincia del Molise. I dati dello studio di SosTariffe.it sonoriassunti nella tabella in allegato. Nell’analisi sono stati rilevati il costo minore

GABRIELE LASTORIA Ieri 8 dicembre Gabriele Lastoria ha festeggiato il suo ottavo compleanno. Gli fanno tanti auguri i genitori, i nonni, gli zii e il fratellino Lorenzo, con un forte abbraccio e tantissimi baci.

e quello maggiore che le compagnie offrono per chi effettua l’attivazione online dell’assicurazione, in modo da individuare il risparmio che si può ottenere confrontando diverse offerte. Mediamente in regione la spesa più bassa per assicurare l’auto è di 255,64 euro circa e il risparmio sull’offerta meno conveniente, 901,94 euro, è del 71,7% ovvero 646.49 euro. A Campobasso SosTariffe.it rileva il prezzo più alto dell’assicurazione auto in Molise: qui il costo per assicurare il veicolo va dai 267,45 euro (preventivo più basso) ai 901,94 euro (preventivo più alto). Per i consumatori che utilizzano la comparazione online, comunque, il risparmio è di 634,49 euro (70,3%). A Isernia, invece, assicurare l’auto costa 24 euro in meno rispetto a Campobasso. Qui si registra il preventivo più basso:da 243,82 euro a 901,94 euro. Il risparmio dunque arriva ai 658,12 euro ovvero il 73%. Si tratta dunque di cifre considerevoli che possono essere ridotte, come si è visto, grazie a una comparazione di più preventivi. Fermarsi al primo risultato è il principale errore per ritrovarsi con un salasso considerevole per pagare l’assicurare dell’auto. Tuttavia il web può essere d’aiuto: SosTariffe.it ha stimato che in Molise grazie alla comparazione online di più preventivi si possono risparmiare oltre 600 euro.


Campobasso

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9 dicembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Sversamenti rifiuti, è meglio prevenire” Il consigliere regionale Nunzia Lattanzio interviene sul sito scoperto a Morcone CAMPOBASSO. “Ancora una volta i molisani devono fare i conti con sversamenti di rifiuti tombati nei terreni a confine con la regione”, così la Presidente della IV Commissione consiliare Nunzia Lattanzio pone l’accento sulle operazioni che in queste ore stanno interessando il territorio di Morcone, rispetto al quale il Molise è troppo vicino per non esserne

stato contagiato. L’articolo diffuso dal quotidiano La Repubblica - ha commentato con preoccupazione la presidente Lattanzio - solleva nuovamente dubbi sul sistema di smaltimento illegale dei rifiuti e su quanto ruota attorno allo stesso. Infrangere le norme di sicurezza e i protocolli di smaltimento dei rifiuti dando vita a una presunta e pericolo-

sissima rete criminale -ha continuato- è un aspetto che dovremmo prendere tutti in seria considerazione. Basta con la semplice propaganda da periodi elettorali, occorrono azioni concrete a tutela della salute, dell’ambiente e dei cittadini. Diamo corso a un’azione di smantellamentodi quella ipotizzata fitta rete del malaffare spesso accompagnata da una

inopportuno ma comprensibile silenzio. E’ in gioco il bene più grande: la salute”. > “Interessi economici, malaffare, intrecci presunti tra politica e malavita organizzata mettono in serio pericolo la salute dei molisani, per questo bisogna intervenire immediatamente. > “Secondo l’articolo, e mi attiverò al più presto per avere

contezza della situazione, il corpo forestale sta cercando tracce anche in Molise e nel basso Lazio. Chiunque sia a conoscenza di situazioni potenzialmente pericolose può e deve mettere al corrente le forze dell’ordine. La salvaguardia del territorio e della salute dei nostri figli - ha concluso - resta un diritto ma anche un dovere di ognuno di noi”

Ultimo saluto a Rita Fossaceca Ieri a Trivento la Santa Messa per ricordare la dottoressa uccisa in Africa TRIVENTO. Ultimo saluto, ieri, a Trivento per la dottoressa Rita Fossaceca. La Santa Messa in Cattedrale a Trivento officiata da monsignor Domenico Scotti. “Cara Rita, ti abbracciamo tutti, con gli occhi colmi di pianto. Ci stringiamo al tuo papà e alla tua mamma, allo zio don Luigi, alle due amiche infermiere che erano con te, a tutti i tuoi colleghi, allievi, all’Ospedale a cui hai dato tanto, e alle persone che ti volevano e ti vogliono bene. Anche noi sentiamo che una parte di noi è venuta meno, che hai dato la vita per i poveri, difendendo il tuo orfanotrofio”. Un gesto, quello di volere un orfanotrofio, “che è il senso di tutta la sua vita. Era la sua passione, ne parlava ai colleghi, raccoglieva risorse, invitava altri a dare una mano, a collaborare con lei, a fare le ferie in modo alternativo. La stessa parola “orfanotrofio” contiene la perla preziosa della sua intuizione umana. Il termine deriva dal greco che significa “luogo di cura degli orfani” (orphanós + trépho: verbo che significa nutrire, curare, educare). Ecco questo era il richiamo dell’Africa che le aveva trafitto il

cuore. C’erano semplicemente dei bambini orfani malati, soli, poveri che avevano bisogno di nutrimento, cura e prossimità. Il richiamo era impellente e, se ti prende una volta, diventa irresistibile. Lo chiamano mal d’Africa. Molti dei nostri missionari, preti e laici, una volta andati, non sono più voluti tornare. Rita era una persona gene-

rosa, solare, che non si tirava indietro, quando c’era da aiutare qualcuno. I colleghi la ricordano come una persona con cui era piacevole lavorare. Precisa nella sua professione, che richiedeva molta attenzione e che la metteva in contatto con quasi tutti i reparti dell’Ospedale”.

La Lega fibrosi cistica per progetti di solidarietà A Campobasso e in altre piazze i volontari hanno raccolto fondi per specifici progetti CAMPOBASSO. La Lega Italiana Fibrosi Cistica MOLISE Onlus (LIFC-MOLISE) ha presentato l’iniziativa “Prendi una Stella e Accendi la Speranza – 2015″, organizzata dalla LIFCMOLISE Onlus ( www.fcmolise.it ) iscritta nel registro regionale delle Associazioni di Volontariato. Ieri, a Campobasso e in tutto il Molise, i volontari LIFC-Molise in collaborazione con i volontari dell’UNITALSI, degli Scout dell’Agesci-Molise e dell’Associazione Amici del 112 hanno gestito dei punti di raccolta, nelle piazze, ipermercati, scuole, attività commerciali e Chiese che hanno aderito all’iniziativa. A tale scopo sono stati allestit dei banchetti dove i genitori e volontari, muniti di appositi cartellini di riconoscimento, effettueranno la distribuzione di materiale informativo sulla malattia e consegneranno una piantina di “STELLA di NATALE” in vaso. Il ricavato di questa iniziativa sarà destinato

per finanziare: a) Progetto “Casa Vacanze per i malati di Fibrosi Cistica di Campomarino”, esso prevede pacchetti differenziati, a se-

conda delle particolari esigenze ed interessi, comprendenti soggiorni vacanza e svago per bambini, ragazzi e adulti malati o in terapia affetti da tale patologia

in un Camping Villaggio Turistico con solo Case Mobili, attività sportive o ludiche mirate, escursioni in mare. L’obiettivo quindi è di offrire, a tutte le fa-

miglie dei pazienti FC che stanno affrontando la delicata situazione della malattia, un’esperienza di riposo, divertimento e d’incontro; b) Raggiungimento degli scopi associativi in relazione al miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da Fibrosi Cistica; c) Contribuzione economica ai progetti di Ricerca per la lotta alla Fibrosi Cistica. Il Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica Molise Onlus, Carmine D’Ottavio, Responsabile dei punti di raccolta per il Molise, INVITA tutta la popolazione molisana a partecipare e ad acquistare anche MARTINO (Martin Pescatore), la Mascotte ufficiale della Lega Italiana Fibrosi Cistica (foto). Un simpatico peluche realizzato dalla Trudi in tre formati, Martino piccolo portachiavi, Martino piccolo con cappellino di Natale, Martino Grande.





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Isernia

9 dicembre 2015

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Piano neve, l’impegno della Provincia Il presidente Coia ha già indetto due riunioni per fare il punto della situazione ISERNIA. Il Presidente della provincia di Isernia, dott. Lorenzo Coia, ha indetto due riunioni con i Comuni afferenti ai due Comuni guida (Agnone e Frosolone) per illustrare il Piano neve per la stagione invernale 2015-2016. La prima riunione si svolgerà a Agnone il 10 dicembre 2015, alle ore 16, nella sala consiliare di palazzo S. Francesco; la seconda riunione il giorno 11 dicembre 2015, alle ore 16, nella sala consiliare del Comune di Frosolone. Le riunioni sono finalizzate a creare sinergie tra personale impegnato nelle strade comunali e il personale di competenza della Provincia, con uno scambio reciproco di conoscenze del territorio e per una maggiore efficienza operativa soprattutto sui tratti urbani di strade provinciali. Alla riunione di Agnone partecipe-

ranno i sindaci dei Comuni di Agnone, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Forli del

Sannio, Miranda, Montenero Valcocchiara, Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Rionero Sanni-

tico, Roccasicura, S. Pietro Avellana, S.Angelo del Pesco, Vastogirardi. Alla riunione di Frosolone parteciperanno i sin-

daci dei Comuni di Bagnoli del Trigno, Cantalupo del Sannio, Castelpetroso, Chiauci, Civitanova del Sannio, Frosolone, Macchiagodena, Roccamandolfi, S.Maria del Molise, S. Elena sannita. Il piano di massima per il servizio sgombraneve e spargisale per la stagione invernale 2015-2016 prevede lo stanziamento di circa un milione di euro. Dal 1 dicembre hanno assunto servizio n.32 operai stagionali part time che lavoreranno su mezzi dell’Amministrazione Provinciale (12 autocarri con lame e spargisale, 2 pale gommate, e 4 mezzi speciali turbine) occorrenti ad assicurare il servizio lungo gli itinerari provinciali. Sono state assegnate mediante gare di appalto n. 44 centri sgombroneve e spargisale (controterzisti).

Rissa e stupefacenti, otto persone denunciate Operazione dei Carabinieri. Sotto sequestro varie dosi di marijuana ISERNIA. Nell’ambito di una serie di servizi predisposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Isernia su tutto il territorio di competenza, al fine di contrastare fenomeni di criminalità e di illegalità, sette persone sono state denunciate per rissa aggravata e una per detenzione illegale di stupefacenti. Nel dettaglio, a Cantalupo nel Sannio, i militari della locale Stazione e quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Isernia, hanno denunciato sette persone di età compresa tra i venti e i cinquanta anni, che all’interno di un locale notturno, probabilmente per uno sguardo di troppo ad una ragazza che si trovava in compagnia di uno dei contentendi, hanno scatenato una rissa nel corso della quale hanno riportato tutti delle lievi contusioni. I sette, tre della provincia di Isernia, tre provenienti dalla provincia di Campobasso e uno da quella di Napoli, dovranno rispondere del reato di rissa aggravata. A Montaquila, invece, i militari

del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Venafro, hanno denunciato un 25enne di Mugnano di Napoli, il quale a seguito di una perquisizione eseguita sull’autovettura alla quale era alla guida, è stato trovato in possesso di involucri contenenti dosi di marijuana, che erano stati ben occultati in una tasca ricavata sotto il sedile del guidatore. La droga è stata sottoposta a sequestro mentre continuano le indagini per accertare se le dosi rinvenute erano per uso personale o se destinate all’attività di spaccio. Infine, posti di controllo sono stati istituiti lungo le principali arterie di collegamento tra la provincia di Isernia e i Comuni dell’Alto Casertano, tra i quali Capriati al Volturno, Ciorlano, Gallo Matese, Letino, Presenzano e San Pietro Infine, 80 sono stati i veicoli controllati, 110 le persone identificate tra conducenti e passeggeri e numerose le perquisizioni eseguite nei casi sospetti per la ricerca di armi, droga e refurtiva.

Concerto di arpa e voce Anche la città di Isernia si prepara all’inaugurazione dell’Anno Giubilare ISERNIA. Anche la città di Isernia si prepara all’inaugurazione dell’Anno Giubilare. Tra gli eventi più attesi il Concerto di Arpa e voce in programma domenica 13 dicembre 2015, presso l’Eremo di San Cosma e Damiano. Dopo la Santa Messa delle ore 16, a partire dalle 17 si esibiranno, nell’antico santuario, le due artiste isernine Tiziana Tamasi (arpa) e Antonella Inno (soprano). Ricco il programma della serata che vedrà eseguire, magistralmente, musiche di Vivaldi “Domine Deus”, Haendel “Preludio e toccata”, Frisina “Magnificat”, Hasselmans “Ballade” e

“Chanson de Mai”, Mozart “Laudate dominum”, Caccini “Ave Maria”, Verdi “La Vergine degli Angeli” e, a concludere, un Medley natalizio di artisti vari. “Un’occasione – afferma Antonella Inno – per chi volesse trascorrere un’ora in compagnia di buona musica sacra, con la dolcezza dell’arpa e la mia voce. Sarà possibile – ricorda – vedere anche i vestiti fedelmente riprodotti di S. Lucia, grazie alla comunità di Capracotta. A presenziare l’evento anche il coro polifonico “Il Principalone” che animerà parte della messa che precede il concerto”.

Alle 18, invece, sarà organizzata una visita guidata al santuario dei santi Anargiri per apprezzarne e conoscerne i pregi storico-artistici. A ornamento della chiesa anche un interessante ciclo di affreschi con la vita dei santi. “In occasione dell’apertura dell’anno giubilare – spiega il rettore del Santuario, padre Celeste Cerroni – festeggeremo Santa Lucia con i costumi di Capracotta e con tanta buona musica”. Anche la scelta del concerto d’arpa non è casuale. “È infatti – rende noto padre Celeste – uno degli strumenti dipinti nell’abside”.


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Termoli

9 dicembre 2015

A Termoli il borgo di Santa Claus Un appuntamento fisso organizzato dalla locale Pro Loco TERMOLI. Il Borgo di Santa Claus, ritorna a Termoli in via XX settembre Sabato 12 dicembre 2015 dalle ore 17.00 alle ore 21.00, negli ultimi due anni, il Santa Claus da un gioco è diventato un appuntamento fisso per la Pro Loco di Termoli. Un appuntamento itinerante che coinvolgerà grandi e piccini e i protagonisti saranno loro i più piccoli, i quali si troveranno ad attenderli, Babbo Natale con il Pony, la banda e la sua casetta con tante caramelle. Inoltre, per queste festività natalizie la Pro Loco ha programmato un viaggio culturale per il 5 e 6 gennaio 2016: Una visita al borgo che ha visto nascere il primo presepe in Italia, grazie a San Francesco D’Assisi, di ritorno da Gerusalemme. Rappresentazione del Primo Presepe Vivente. Si terrà

come ogni anno presso il Santuario Francescano di Greccio la Rievocazione Storica del Primo Presepe Vivente del Mondo. Tale

manifestazione, da non confondere con le numerose rievocazioni di presepi popolari, vuole rievocare storicamente l’evento

che portò San Francesco, con l’aiuto di Giovanni Velita e il popolo di Greccio a rappresentare la Natività.

“Francesco amava l’eremo di Greccio, dove i frati erano virtuosi e poveri...” Incassato nella roccia, come un nido d’aquila, l’eremo di Greccio è una straordinaria fusione di architettura e natura. I confini delle costruzioni si perdono nei boschi rigogliosi di lecci che accolsero le solitarie ascesi di San Francesco. Il Santuario è noto in tutto il mondo per essere stato scelto dal Poverello di Assisi come teatro di uno dei momenti più alti e lirici della sua esistenza: la prima rievocazione della Natività di Betlemme della storia del Cristianesimo, avvenuta nella notte di Natale del 1223. Di recente il borgo di Greccio e il suo Santuario francescano sono stati inclusi dall’UNESCO tra i 754 siti che fanno parte del Patrimonio Mondiale dell’umanità.

Il calendario degli eventi natalizi A Campomarino tutto è pronto per la programmazione del Comune CAMPOMARINO. Tutto pronto anche a Campomarino per il calendario degli eventi natalizi. La programmazione varata per quest’anno dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con le Associazioni Locali e gruppi di cittadini volontari, strizza l’occhio “a un format diverso”, come afferma l’assessore al Turismo Anna Saracino, che sarà “molto collaborativo e partecipato con tanti elementi collanti: le idee, la disponibilità, la collaborazione, la voglia di fare saranno tutte con un unico obbiettivo: quello di lavorare al meglio e per il Bene Comune”. “Un Natale di condivisione, semplice ma vero e capace di trasformarsi in ricchezza per tutti” è l’auspicio di Anna Saracino. “Tanti gli appuntamenti in questo periodo, da condividere insieme – ha aggiunto – a partire da quello del 6 dicembre con l’Associazione “La Madonnina” che ha dato vita alla “Festa di Babbo Natale” momenti di allegria e

magia per grandi e piccini. L’8 dicembre in Piazza Vittorio Veneto ci sarà “La Casa di Babbo Natale” con tante sorprese: la cassetta dei desideri dove i bimbi possono portare le loro letterine e trovare Babbo Natale pronto per le foto ricordo, l’animazione e gli effetti speciali; spazio poi ai suggestivi Mercatini di Natale, alla Festa sotto l’Albero con la scuola Civica di Musica, allo sport in strada con le associazioni sportive e la tradizionale Concerto di Natale dell’Istituto Comprensivo, il Campomarino Street Festival con i gruppi musicali locali. Nel carnet anche il Capodanno Solidale a cura di un gruppo di cittadini volontari, il Concerto per il Nuovo Anno e il Palazzo del Gusto dove si uniscono cultura gusto e territorio”. Dopo la “scoppiettante ed applaudita” estate campomarinese, ecco anche per Natale un ricco e vario programma per grandi e piccini.

Il Rotary vicino alle scuole Sono stati donati strumenti musicali all’Omnicomprensivo di Guglionesi TERMOLI. Nel solco di una recente ma apprezzata tradizione, il Rotary club di Termoli torna a offrire un contributo concreto alle istituzioni didattiche del territorio, nel pieno rispetto di quelle credenziali statutarie e associative che fanno del Service più antico al mondo un punto di riferimento importante, specie in periodo controversi come quello che stiamo vivendo. Dopo l’Omnicomprensivo di Guglionesi nel settembre 2014, venerdì scorso, 4 dicembre, nell’ambito di una conviviale tra soci nella sede del club alla Corte della Contessa di Porticone, sono stati donati dal presidente del Rotary club di Termoli, ingegner Lino Bianconi, due strumenti musicali alla scuola media BernacchiaBrigida, alla presenza della dirigente scolastica Matilde Tartaglia e di tre docenti di musica, Gianluca De Lena insegnante di pianoforte, Basso Cannarsa insegnante di chitarra e Angela Tulipano insegnante di flauto traverso. Si tratta di un pianoforte elettrico GEM Real Piano e di un sintetizzatore elettronico

Roland D10, che ora saranno utilizzati nei plessi scolastici della scuola secondaria di primo grado per coadiuvare i corsi di musica già attivi. Una manifestazione di assoluta gradevolezza, poiché gli stessi allievi della scuola hanno offerto un saggio delle

loro capacità, con un concerto che ha preceduto la conviviale. Un gesto sottolineato dalla professoressa Tartaglia, che ha evidenziato quanto sia importante essere vicini al mondo scolastico.


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Termoli

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9 dicembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Ancora caos nei trasporti La Gtm comunica una nuova mobilitazione per mancanza di soldi TERMOLI. Ad oggi ancora mancano gli stipendi di settembre, ottobre, novembre e le tredicesime mensilità “ed è per questo motivo che gli autisti e le rispettive famiglie della Cgil passeranno le festività di Natale alla Caritas di Termoli”: lo ha scritto ieri Cristino Lepore, Rsa della Cgil che mette sotto “stretta osservazione” gli stipendi che ‘mancano all’appello’ e il silenzio della “politica locale e regionale per la loro grande sensibilità nei nostri confronti”. La problematica piomba sulla città e lede gli utenti ben un anno e più dopo le prime difficoltà legate a un settore che da mesi non “trova il suo equilibrio” e così, in assenza reale di accordi e stipendi l’appello-provocazione

crea azioni al punto che la Federazione Italiana Lavoratori Trasporto della Cgil ha organizzato un presidio che andrà avanti dagiovedì 10 a martedì 15 dicembre (escluso sabato e domenica) con

i lavoratori protesteranno davanti al Municipio di Termoli con bandiere, altoparlanti e volantini informativi. Scopo dell’iniziativa sarà quello di “far sentire la propria voce e

ottenere quello che è dovuto, per rispetto a chi lavora e alle famiglie dei nostri autisti”. La cronaca attuale della questione, ricordiamo, trava nuovi aggiornamenti allo scorso 28 ot-

tobre quando i dipendenti della Gtm avevano minacciato di incrociare le braccia a causa degli stipendi non erogati dall’azienda. Dipendenti e sindacati erano riusciti a ‘spuntarla’ con l’amministrazione comunale di Termoli che aveva garantito il pagamento di due mesi “utili a sopravvivere – aveva affermato Lepore che aveva ribadito anche quanto il sindacato – rimarrà vigile affinché venga rispettato l’accordo”. In quell’occasione le mensilità erano state anticipate dal Comune con la speranza di trovare “una soluzione anche parziale rispetto alla situazione”. Bisognerà vedere quello che succederà, adesso, di fronte a questa ennesima situazione di difficoltà per i dipendenti.

Azienda di soggiorno, il bando per gli esperti Il primo atto del commissario Di Giandomenico per una cernita di persone esperte in turismo TERMOLI. Da quasi un mese ormai al vertice di Piazza Bega, come commissario straordinario dell’Azienda di soggiorno e turismo, lancia un bando di concorso come avviso pubblico per consulenze e collaborazioni gratuite. Parliamo del professor Remo Di Giandomenico, scelto dal governatore Frattura per colmare un vuoto istituzionale dovuto al mancato rinnovo di un mese prima. Interessante iniziativa? Di Giandomenico ha legato la sua mission al rilancio del settore turistico termolese attraverso il coinvolgimento dei privati, con un progetto da far decollare entro il suo primo periodo gestionale,

che prevede una durata trimestrale. Da qui la scelta di una chiamata alle armi (intellettuali). “Si rende necessario per le esigenze dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo assicura la disponibilità di supporti tecnici di alto contenuto specialistico nelle attività e nelle funzioni attribuite in forza di leggi e regolamenti. Ritenuto di dover provvedere al conseguimento degli obiettivi sopra esposti affidando appositi incarichi a persone esperte, di particolare e comprovata professionalità; ravvisata, previo accertamento, la mancanza di idonee figure professionali all’interno dell’ente e rite-

nuto di dover conferire gli incarichi di che trattasi a persone esperte con pluriennale e consolidata competenza nell’ambito delle pubbliche istituzioni per lo svolgimento, in accordo col Commissario straordinario, della complessa attività di competenza dell’Aast, a titolo completamente gratuito. Per questo è indetta una procedura comparativa finalizzata al conferimento a titolo gratuito di eventuali incarichi di prestazione di lavoro autonomo occasione-prestazione intellettuale, disciplinati dagli articoli 2.229 e 2.238 del Codice civile”.

Tunnel, si apre il dibattito Diversi i cittadini a dire la loro sull’opera progettuale assai contrastata TERMOLI. Da quando si parla del famoso tunnel che dovrebbe decongestionare il traffico nella zona nevralgica della città, del centro e della zona del borgo vecchio è vivo il dibattito.

Negli ultimi giorni, poi, sembra davvero che il progetto abbia preso un’accelerata ed allora nell’era digitale e dell’informatica il popolo degli internauti si è scatenato sui social Neetwork con bat-

tute, vignette e foto montate ad arte (più o meno) con photoshop. Ed è proprio spaziando in internet che ci ha colpito simpaticamente un montaggio fatto da uno di questi navigatori di rete che ha po-

stato alcune foto dove si vede la realizzazione del tunnel entrata zona piazzale del porto, mentre in una seconda si vede l’uscita dalle parti del castello, letteralmente crollato e ribaltato.

Insomma, la gente sull’opera ci scherza davvero, ne parla e si diverte: chissà se piace davvero o meno.

Scopri Termoli, in seimila alla corsa Il tempo ha favorito la piena partecipazione alla manifestazione podistica TERMOLI. Il clima non è stato particolarmente tiepido, ma piuttosto pungente. Giorni di umidità, anche se in assenza di precipitazioni, stanno facendo scendere la colonnina di mercurio sulla costa termolese, ma per gli appassionati di podismo non c’è tregua, tutti di corsa per l’undicesima edizione della ScopriTermoli, gara di 9,2 chilometri che attraversa la città adriatica, permettendo appunto di scoprirla o riscoprirla. Record di partecipazione oggi per la gara organizzata dai Runners Termoli sotto l’egida della Fidal Molise. Oltre 600 gli atleti che si sono confrontati, battendo il primato di iscrizioni delle precedenti dieci edizioni. Tradizionalmente incastonata nella festività dell’Immacolata Concezione, la ScopriTermoli è ormai un ‘must’ per la nostra realtà. Per la cronaca (sportiva) ha vinto Yasim Nazim, col pettorale 1.499. Ha percorso i 9.200 metri in 28 minuti e 54 secondi, non male il riscontro cronometrico.



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Opinioni

9 dicembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Via le Province, ma costi maggiori di Claudio de Luca TERMOLI. La Regione Molise: poco più di 300mila ab., due capoluoghi di provincia. Hanno detto che la loro abolizione, non ancora effettuale, dovrebbe concretare una riduzione della spesa pubblica. Ma sono in tanti a scorgere all’orizzonte la creazione di nuovi costosi enti intermedi, con una lievitazione del numero dei dirigenti e nessuna riduzione di personale. A questo punto, l’unico risparmio potrebbe essere costituito dall’abolizione delle figure dei consiglieri e dalla fine delle indennità dei Presidenti e degli Assessori. Di questa riforma Matteo Renzi ha menato sempre vanto; ma, per quanto riguarda il Molise, prima di cantare risicate vittorie, occorre attendere i comportamenti regionali (ancora “in mente Dei“) che, pur dovendo necessariamente adeguarsi ai precetti della legge Del Rio, potrebbero riservare delle sorprese. Come? I mente-fine di Palazzo Moffa potrebbero “fingere” di volere imprimere maggiore efficienza e trarre maggiori economie dall’abbattimento dei costi della politica. Cosicché, al posto delle due Province, potrebbero “immaginare” una diecina di nuovi Enti, del tipo delle Unioni di Comuni, magari chiamati a svolgere una parte delle antiche funzioni già poste in capo alle Province. Di conseguenza ciascuna nominerebbe un Direttore generale oltre a quanto sia previsto in termini di burocra-

di Pasquale Di Lena Non pochi dei miei vecchi e cari amici, che da anni mi seguono lungo il percorso del vino, dell’olio, della gastronomia e dell’agroalimentare in generale, mi hanno chiesto se vado a Expo 2015, che ha aperto il primo maggio a Milano, e cosa penso della Xylella o, meglio, quale sarà il futuro dell’olivicoltura del Salento. Per quanto riguarda l’Expo non credo di andarci. Per non creare equivoci dico subito per più di una ragione, non ultima quella che a dominare la sua immagine sono le multinazionali, cioè i grandi affari che stanno affossando l’agricoltura contadina, i nostri territori più fertili e più vocati al cibo di qualità, e, cosa ancora più grave, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa del pianeta. Ritengo, però, davvero un peccato la messa in bocca di queste consorelle affamate di profitti; campi fertili; semi; tradizioni, soprattutto quelle gastronomiche; qualità e biodiversità, un messaggio fortemente incisivo come“Nutrire il pianeta”. Un messaggio bello, incredibilmente vero, visto che il pianeta ha bisogno di essere nutrito, soprattutto con amore, che, con la presenza delle multinazionali, si contraddice, ed ecco che non ha più la stessa forza. Lo stesso discorso vale per le montagne di cemento buttato, quando gli organizzatori potevano fare proprio il suggerimento di Slow food, cioè la sua sostituzione con costruzioni in legno. Strutture possibili da riciclare in ogni luogo dove nasce e cresce la voglia di stare insieme, insegnare e fare agricoltura, in pratica “nutrire” la speranza e il sogno del domani. Un suggerimento che, se preso in considerazione, poteva diventare un esempio stupendo per il mondo intero, una vera e propria semina di speranza per il futuro e un monito proprio per le multinazionali che hanno bisogno urgente di curarsi di questa loro bulimia per ridare spazio alla ragione. Ecco due le due ragioni che mi portano a dire che

zia, di costi nuovi e di clientela politica. In tale direzione si sono già instradati alcuni Sindaci dell’area del cratere che stanno accelerando circa la costituzione di un’altra Unione, sganciandosi dalla “Basso Biferno”. Addirittura, al fine di coinvolgere i cittadini (ma soprattutto i giovani) hanno già deciso di individuare il logo e il nome dell’Unione attraverso un concorso, illustrato dai sindaci dei Comuni di S. Croce di M., di Rotello, di S. Giuliano di P., di Montelongo e di Colletorto. Ma questo è solo l’inizio. Occorre domandarsi a chi sa-

ranno assegnati gli Uffici del Sevizio lavoro delle ex-Province e sottolineare che ogni “provinciale” incardinato nella Regione fruirà di vantaggi retributivi immediati. Ed ancora: dove finiranno i dipendenti: in Regione, nei Comuni, negli Uffici giudiziari o dove altro ancora? Per quanto concerne le lievitazioni stipendiali, la Cgia di Mestre ha calcolato cifre in aumento tra i 17-18mila euro per risorsa umana Tra i compiti svolti dagli enti locali intermedi, quello più conosciuto concerne la manutenzione delle strade in proprietà.

D’ora in poi, se ne dovranno far carico le Regioni, ed è facile immaginare che i costi di manutenzione, lungi dal diminuire, saliranno notevolmente. Altri rincari, non ancora quantificati, sono previsti anche per l’istruzione (la manutenzione degli edifici scolastici dei licei e degli istituti superiori spettava alle province) e per la Direzione dei trasporti. Fantascienza? Staremo a vedere. Ma già la Corte dei conti, prima che la riforma Delrio arrivasse in porto, aveva sollevato non pochi dubbi:”I risparmi saranno di entità contenuta, mentre sarebbe difficile ritenere che una riorganizzazione di portata tanto complessa fosse improduttiva di costi“. Sino all’anno scorso per le Province si spendevano 10 miliardi l’anno. Il premier Renzi assicurò che la loro abolizione avrebbe consentito di economizzare circa un miliardo, grazie al taglio di tremila consiglieri provinciali e delle loro indennità. Ma l’Unione delle Province precisò che il risparmio sarebbe stato esiguo e che, piuttosto, avremmo avuto maggiori spese, com’è già accaduto per altre riforme, rivelatesi soltanto un “éscamotage” per nuove nomine e per ulteriori spendite volte ad accontentare nuove clientele.

La Xylella, il male degli ulivi l’Expo, la grande vetrina sul mondo, è una grande occasione, in parte persa. Infatti, non posso non tener presente, in questa mia critica, un elemento fortemente positivo di questo grande evento internazionale che rende l’Italia protagonista. Dovendo esso parlare di cibo, non può fare a meno di mettere in luce il valore ed il significato del territorio e delle sue fondamentali risorse. Prima fra tutte la ruralità con la sua agricoltura, l’attività che, da oltre diecimila anni produce cibo, cioè mette a disposizione dell’uomo l’energia vitale. Expo 2015, una magnifica opportunità per un rilancio culturale dell’agricoltura e la sua campagna, ha pensato bene di mettere ai margini, ridurre a ben poca cosa, con l’abbandono dell’agricoltura e l’abuso di territorio. Un abbandono prima di tutto culturale. Ho avuto l’opportunità di vivere una lotta, qui nel Molise, e di dare il mio contributo, soprattutto politico, a far vincere il territorio contro l’idea e il progetto, fatti propri dalla classe politica e dirigente locale, di una multinazionale del latte, la Granarolo, di voler cementificare (non essendo più possibile in Emilia e Lombardia), un chilometro quadro di suolo fertile per realizzare una stalla industriale capace di ospitare 12.000 manze. Rispondendo alla seconda domanda che mi è stata posta, la questione Xilella, l’insetto diventato famoso suo malgrado, rientra in questa logica di occupazione del mezzogiorno per fare quello che non è più possibile fare altrove. In tal senso ho espresso il mio parere in tempi non sospetti, lo scorso anno, quando è cominciata a circolare la notizia della Xilella. Questo insetto, da sempre noto perché fastidioso, rappresenta, a mio parere, una grande opportunità per nuove speculazioni, di ogni tipo, che possono essere bloccate solo da scelte capaci d’ intaccare gli interessi del ca-

pitalismo dominante e di mettere in crisi quella sua logica di distruzione e di spreco, in primo luogo dei valori e delle risorse propri del territorio, o meglio, dei territori che fanno parlare di mille meridioni. Territori, oggi, racchiusi in quella parte del Paese per lungo tempo considerata arretrata, marginale, che ha colto l’attenzione di illustri studiosi e di forze politiche fino a qualche decennio fa. Penso alla “questione meridionale”e a quella agraria, entrambe, però, messa da parte, come se risolte per sempre, quando si sa, invece, che queste due fondamentali questioni si possono risolvere solo se ci sarà una svolta capace di lottare contro un modello che, con la crisi, ha mostrato non solo il proprio fallimento, ma anche di essere la colpa dell’abbandono. Oggi il Meridione, e così l’Appennino, con i loro territori, la loro ruralità e la ricca agricoltura contadina,

sono oggetto di desiderio di chi ha bisogno di territorio per appagare la propria bulimia. Vanno difesi, tutelati perché, se non distrutti dall’avidità imperante, possono diventare davvero strategici per avviare il nuovo modello di sviluppo di cui ha bisogno il Paese, cioè quello che parte dal patrimonio che uno ha per spenderlo e valorizzarlo, che è poi il modo più sicuro per preservarlo e tutelarlo. Penso alla cultura e alla storia, all’ambiente ed al paesaggio, alle attività legate all’agricoltura, alla pastorizia, ai boschi, alle tradizioni che rappresentano l’anima di una comunità. La Xylella che da fastidiosa è diventata cattiva, sarà ancor più cattiva, anzi criminale, se si dà continuità a un modello di sviluppo di cui sembra non se ne possa a fare a meno come se fosse l’unico possibile. La verità è che non lo è, ce ne sono altri.


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