Fanelli se ci sei batti un colpo

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 239 mercoledì 28 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’oscar del giorno a gennaro ventresca

Ruta e Leva puntano il dito sulla segretaria del Pd “Dinanzi a un Molise allo stremo, il partito tace”

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Gennaro Ventresca. Il nostro collega oggi presenta il suo nuovo libro: "Lettere d'amore a Campobasso". Un atto significativo per la sua città, un atto d'amore nel vero senso della parola rispetto ad una città che sta conoscendo un lento declino. Uno sprone? Una testimonianza d'affetto? Un raccontare e ricordare? Sicuramente c'è tutto questo nel bel volume che sarà presentato alle ore 18 nel salone del convitto "Mario Pagano". Come di sicuro, c'è l'attimo sapientemente fermato dalla penna dell'amico Gennaro.

il Tapiro del giorno a Paolo Frattura

Il Tapiro del giorno lo diamo a Paolo Frattura. Ennesima brutta figura del presidente della Giunta regionale del Molise a Le Iene. questa volta, lo scivolone si è avuto sulla questione della casa al mare. Un'altra figuraccia che ha esposto tutti i molisani sul palcoscenico italiano. Possibile, che un presidente di una Regione, che una persona impegnata in politica non si sia reso conto della gravità istituzionale della questione? In uno Stato serio, si sarebbe dovuto già dimettere. Ha avuto ben ragione la proprietaria della casa a sottolinearlo.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

28 ottobre 2015

Gli ecologisti democratici, molto vicini all’assessore regionale Petraroia, ribadiscono la loro contrarietà al salvataggio di Gam, Ittierre e Zuccherificio

Gli EcoDem del Molise contro i Sindacati Non è possibile che da due anni e passa la Regione non abbia mosso un dito per rimuovere lo stato di crisi e le venga chiesto di lasciare per strada migliaia di lavoratori per puntare sull’elettrificazione della tratta ferroviaria Campobasso - Roma e sul collegamento Vinchiaturo - Benevento all’alta velocità Napoli - Bari, la banda ultralarga per la connessione veloce L’Associazione degli Ecologisti Democratici del Molise cui attribuiamo una significativa vicinanza ideale (ideologica?) all’azione politica e amministrativa del vince presidente della giunta regionale Michele Petraroia, molto attiva e presente nella valutazione delle vicende molisane, specie quando ad esse sono connesse le azioni e il pensiero di Petraroia, per bocca di Maria Antonietta Conti e Rosella Petrecca, si dice poco convinta delle organizzazioni sindacali che difendono una visione dello sviluppo del Molise che appartiene al passato, ovvero che ripropone la Regione Molise in versione imprenditoriale nel campo della produzione saccarifera e agroalimentare. Netto il divario con le forze sindacali, espresso anche senza tentennamenti. A parere degli EcoDem, “alla Regione bisogna chiedere l’efficienza della pubblica amministrazione, la pianificazione economica, lo snellimento burocratico, misure per il credito, il miglioramento delle infrastrutture materiali ed immateriali, il superamento dei consorzi industriali ed un raccordo maggiore con i centri di ricerca e innovazione, non di violare le leggi nazionali ed i regolamenti europei per farle svolgere attività manifatturiere”. Chissà dov’erano gli EcoDem, e di cosa si occupavano, quando il Molise con lo Zuccherificio di Guglionesi e la Gam di Boiano provvedeva a dare sostentamento e futuro a migliaia di lavoratori, che oggi, con lo Zucche-

CAMPOBASSO. Costruzioni sempre in difficoltà in Molise con effetti drammatici su occupazione e imprese. E’ questa l’impietosa fotografia del settore fatta da Umberto Uliano, Presidente dell’Ance Molise, l’associazione degli imprenditori edili molisani. “I nostri sono dati, non interpretazioni. La drammaticità della situazione, più volte segnalata anche con interventi determinati, stanno a testimoniare che il comparto delle costruzioni è vicino alla chiusura. Ci vogliono interventi urgenti e costanti, ma subito e non a fine anno o nel 2016. La situazione sta assumendo toni da vero e proprio allarme sociale”. “Il Molise – prosegue Uliano – è la regione che ha perso più occu-

rificio in affanno produttivo, e la Gam praticamente interdetta dalla cieca politica regionale improntata al disimpegno, alla fuga dalle responsabilità, al demagogismo sociale dei liberisti a tanto il chilo, si trovano a braccia conserte. Che la Regione corregga gli eccessi usati, corregga gli errori di gestione, corregga la propria natura clientelistica e ridia capacità produttiva e posti di lavoro a chi li ha persi, procurandone di nuovi, è cosa indigesta, a quanto pare, agli Eco Dem. Del resto è indigesta anche all’ex sindacalista della Cgil ora assessore alle politiche del Lavoro in chiave renziana e liberista, Petraroia. Diciamolo, la sottesa simbiosi ideale tra l’assessore e gli EcoDem si conferma e chiama ancora una volta la neces-

sità che certe prese di posizioni escano dal limbo delle intenzioni e si manifestino, se ne hanno la capacità, in maniera pratica e concreta. Questo va detto agli EcoDem e agli amministratori regionali che da due anni e passa tengono il Molise impantanato nella melma dell’indecisionismo. Punti di vista, si dirà. Indubbiamente, ma la misura delle chiacchiere, delle ipotesi, delle prefigurazioni, delle alternative alle alternative, è largamente colma. Vogliamo dire agli Ecologisti democratici, che sono tornati ad esternare guarda caso all’indomani dell’incontro organizzato dalla Cgil a Isernia per stabilire, in un confronto con Frattura e Petraroia per stabilire se il riconoscimento di area industriale complessa del territorio che ingloba

la Gam e l’Ittierre debba essere considerato un’opportunità oppure un’altra occasione persa, che non è possibile indugiare su cosa sia meglio fare, per poi non far niente. I sindacati hanno scelto di programmare il rilancio dell’economia molisana, senza lasciarsi alle spalle il destino dei lavoratori in Cassa integrazione. Intanto hanno scelto. Non è possibile che da due anni e passa la Regione non abbia mosso un dito per rimuovere lo stato di crisi, e che le venga chiesto, glissando colpevolmente su questa dannata indeterminatezza, di lasciare per strada migliaia di lavoratori, e di puntare sull’elettrificazione della tratta ferroviaria Campobasso - Roma e sul collegamento Vinchiaturo - Benevento all’alta velocità Napoli - Bari,

completare gli investimenti nella banda ultralarga per la connessione veloce e incentivare i progetti imprenditoriali innovativi e di qualità, compatibili ed ecosostenibili da avviare con il Cnr, le Università e le migliori aziende private nazionali ed estere. Queste ipotesi hanno una logica partendo da una condizione di normalità e non da una condizione di crisi socio/economica profonda. Ciò che non convince gli EcoDem e, purtroppo Frattura e Petraroia, sono le organizzazioni sindacali che difendono una visione dello sviluppo che appartiene al passato, secondo il loro modo di vedere, “riproponendo una concezione che attribuisce alla Regione Molise la funzione di produrre polli o zucchero con proprie società”. In altri termini, nei 400 milioni di fondi strutturali europei, di risorse nazionali per il 2014-2020 del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc), e i fondi derivanti dall’Area di crisi industriale complessa riconosciuta con decreto ministeriale il 7 agosto scorso, per gli EcoDem, e per coloro di cui si fanno sommessi portavoce, non ci dovrebbe essere un euro per la Gam, l’Ittiere e lo Zuccherificio e per le miglia di lavoratori lasciati a braccia conserte. Un Molise di queste fattezze politiche e culturali merita di stare dove sta. Nei bassifondi dell’economia e della solidarietà umana. Dardo

“Edilizia, senza commesse il settore sta morendo” Torna a denunciare la situazione in essere, il presidente dell?Ance, Umberto Uliano pati nelle costruzioni, il 25,5%. Ed è un dato sconcertante: proprio la nostra regione in cui l’edilizia ha sempre rappresentato il traino dell’economia regionale, la più importante fonte di occupazione, continua a perdere maestranze senza che nessuno faccia nulla per evitare il tracollo. A ciò si aggiunge la chiusura in Molise di ben 339 aziende edili tra il 2008 e il 2013”. La crisi riguarda tutti i comparti, pubblico e privato. “Per le opere

pubbliche il contesto è tale che non possiamo parlare più neppure di un settore nella nostra regione, ma solo di iniziativa sporadiche, quasi occasionali da parte della stazioni appaltanti. Parlare di settore, infatti, imporrebbe di elaborare una programmazione, di individuare un minimo di strategia per riportare la situazione innanzitutto ad un livello di normalità. E invece nulla – prosegue il Presidente dell’Ance -, il vuoto to-

tale. I dati parlano da soli: nel periodo gennaio-maggio 2015 i bandi di gara sono calati del 63,8%. E il fatto stravolgente è che abbiamo perso ulteriormente terreno anche nei confronti della regioni più piccole; oggi siamo ultimi in Italia, superati anche dalla Valle d’Aosta e dalla Basilicata”. Giù anche l’edilizia privata evidenziata dal crollo dei permessi di costruire (70%). E neppure il Piano casa ha prodotto i frutti sperati. «È evidente –

commenta Uliano – che con questi 9 anni di crisi l’edilizia in Molise è finita. Bisogna attivare subito un programma straordinario di piccoli interventi che unito alla immediata attivazione dei 90 milioni di euro del programma sulla viabilità e alla celere riprogrammazione dei fondi per l’autostrada possano contribuire a recuperare il terreno perduto, frenando l’emergenza sociale legata al drastico calo dell’occupazione».


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3 28 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ad un anno esatto dall’ultima volta, Leva e Ruta si espongono e chiedono la convocazione dell’assemblea regionale PD

Meno male che c’è il PD a fare opposizione

Richiesta già avanzata da Francesco Totaro, capogruppo dei democratici in consiglio regionale. La Fanelli ascolterà? A modo loro hanno voluto festeggiare un anniversario. Roberto Ruta, senatore, e Danilo Leva, deputato, hanno inteso creare l’atmosfera per un giorno da ricordare. Esattamente un anno fa, infatti, (il 27 ottobre 2014) si riuniva l’ultima assemblea regionale del Partito Democratico. Deve essere sembrato giusto, quasi romantico, ai due parlamentari, voler celebrare la ricorrenza. E lo hanno fatto pubblicamente, scrivendo una stringata, ma inequivocabile, nota per chiedere la convocazione dell’assemblea; per organizzare un evento all’altezza di tanta attesa, per mettere il vestito buono, uno spruzzo di profumo e andare all’atteso appuntamento con l’esercizio dell’attività democratica all’interno di un partito di governo. “Sui programmi per la nostra Regione e sulle alleanze di governo chiediamo il confronto e il pronunciamento democratico dell’assemblea regionale del PD, organo a cui spettano queste scelte per statuto e perchè rappresentativo in quanto eletto con le primarie.” Così scrivono i due. E se ne capiscono bene i motivi. L’azione del governo regionale, infatti, è da mesi sotto il tiro del fuoco amico della dele-

l’intervento

gazione parlamentare molisana; sul tema della sanità soprattutto, ma, ovviamente, non solo. Nella totale assenza di un qualsivoglia contrasto politico, ma anche semplicemente istituzionale negli organi deputati, delle forze elette sui banchi dell’opposizione (sia in consiglio regionale ma anche

nelle altre assemblee a giuda PD), il Partito Democratico sta svolgendo la meritoria, ma farsesca, pratica del partito di lotta e di governo. Il renziano d’accatto Paolo Di Laura Frattura, col non indifferente supporto del segretario regionale PD, Micaela Fanelli, sta portando avanti la sua (non) amministra-

zione della maggioranza e della regione tutta, sconfessato dai numeri e da una vasta gamma di protagonisti della vita economica e pubblica della regione: sindacati, associazioni di categoria (costruttori edili, medici ed operatori della sanità su tutti), lavoratori delle aziende partecipate, attività economiche avario titolo coinvolte nell’indotto e via dicendo. Invano, dall’interno del suo stesso partito, gli arrivano segnali, inviti, mal celate pressioni, affinché condivida scelte e programmi con una platea più vasta di interlocutori. L’onorevole Leva e il segretario Fanelli hanno dato vita per settimane ad un infuocato scambio di post sui social network da far invidia a due reginette del liceo in piena battaglia per il potere. Lo stesso sindaco di Campobasso, pare, abbia dato qualche segnale di voler passare sul più trendy e confortevole carro di Frattura, scendendo dal classico vagone a trazione Ruta. Ovvio che le dinamiche divisive a livello nazionale, tra la bulla maggioranza renziana, figlia dei tempi, e la paludata sinistra del partito, coinvolta fino al collo nel

processo di decadenza della politica così come poteva essere intesa fino alla fine del novecento, c’entri, e molto. Ma è altrettanto innegabile che è il piano stesso che ha portato, faticosamente, Paolo Frattura sulla poltrona più importante che c’è in Regione a scricchiolare paurosamente. Il capogruppo PD in consiglio regionale, Francesco Totaro, ha fatto formale richiesta per la convocazione dell’assemblea regionale del partito; il senatore e l’onorevole spingono perché questa richiesta trovi, presto, soddisfazione. E’evidente che quella sarà la sede per una conta definitiva e per giocare, finalmente, un paio di mani a carte scoperte. Vedremo se il segretario regionale Fanelli, dai modi garbati ma con la clava sempre pronta, avrà avuto orecchie per intendere e procederà alla convocazione con la speditezza che il lignaggio politico dei richiedenti meriterebbe. Altrimenti siamo sempre prontissimi a gustarci nuovi imperdibili episodi di questa “Guerra dei Roses” sotto il tetto PD. Se non possiamo cambiare qualcosa, almeno divertiamoci un po’.

Nuclei industriali, e la legge?

Il bilancio 2014 del COSIB, approvato dal Comitato Direttivo del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno (il Cosib), chiude in perdita rispetto a quello dell’anno precedente: meno 147.414 euro (dati aprile 2015) . A gravare su questa perdita dichiarata, come è possibile leggere nella relazione di gestione, sono l’aumento dei costi per lo smaltimento dei fanghi, dall’aumento dei costi del personale dipendente e sono dovuti agli “scarsi ricavi ottenuti dalla vendita definitiva dei lotti per le aziende”. Un bilancio in perdita quello del 2014, così come quello del 2013, risultato sia delle oggettive difficoltà economiche in cui l’Italia è coinvolta sia della scarsa attitudine della Gestione alla promozione territoriale per attrarre nuove realtà produttive. Da 15 giugno 2015 Angelo Sbocca, Sindaco di Termoli, è diventato presidente del Consorzio Industriale della Valle del Biferno, l’organismo di natura economica che si occupa di sviluppo e aziende. La sua nomina, è avvenuta all’unanimità e sono stati concordi i sindaci dei Comuni di Guglionesi, Portocannone, Campomarino, Petacciato, San Giacomo, Ururi e San Martino in Pensilis hanno fatto squadra attorno alla sua candidatura, l’unica sul tavolo dopo il passo indietro di Luigi Mascio; Come Federazione possiamo solo compiacerci di questo passaggio importante che rida centralità al territorio attraverso la partecipazione attiva di Termoli e quindi i nostri complimenti vanno al sindaco di Termoli Angelo Sbrocca. La cittadina adriatica era da anni fuori dal Consorzio dopo che l’ex sindaco Antonio Di Brino aveva deciso polemicamente di chiamarsi fuori dal direttivo per il ruolo marginale al quale l’alleanza dei sindaci basso-molisani aveva relegato Termoli, proprietaria del 90 per cento dei terreni del Consorzio. Come Federazione Basso Molise quindi, dobbiamo constatare con piacere il nuovo clima che si respira, notiamo un rinnovato desiderio di collaborazione fra i vari enti comunali. Basti pensare al progetto della Costa dei Delfini che vede consorziate le amministrazioni di Termoli, Petacciato, Montenero di Bisaccia e Campomarino. Oppure alla collaborazione tra Termoli, Campomarino e Guglionesi in merito alla nuova normativa

unica sugli appalti. Molto probabilmente il ritorno di Termoli al comando sarebbe il frutto anche di una nuova gestione politica sia a livello regionale, sia a livello locale. Malgrado questo aspetto positivo, il resto ci appare “minaccioso” per la nuova legge regionale sulla riforma dei consorzi industriali (Arsap). Ci appaiono “minacciosi” per due indicatori fondamentali: Ero lo scorso 11 febbraio quando è stata licenziata, in Prima Commissione consiliare regionale, la proposta di legge Regionale numero 45 del 2013 relativa al commissariamento prima, e successivamente, alla liquidazione dell’Ente consortile così come conosciuto sino ad oggi (sono passati altri 8 mesi e circa due anni dalla proposta iniziale); 2. Come si legge dal verbale del Collegio dei Revisori dei Conti del Cosib il bilancio 2014 appena approvato «non tiene conto, nella valutazione della proposta di legge, impedendo di predire eventi o circostanze future che potrebbero comportar venir meno dalla continuità aziendale dell’ente; conseguentemente la mancanza di riferimenti a incertezze sulla continuità aziendale nella relazione di revisione non può essere intesta come una garanzia sulla capacità dell’Ente di continuerà ad operare come una entità autonoma in funzionamento». L’Arsap – così dovrebbe chiamarsi il nuovo ente - dovrebbe mettere insieme i tre nuclei industriali esistenti in regione. Un

solo organismo amministrativo, composto da un presidente e da tre consiglieri. Un consiglio di amministrazione snello che, nelle intenzioni degli attuali amministratori regionali, porterebbe ad una riduzione dei costi e aumenterebbe la qualità e la quantità dei servizi. Però, come già detto in sede di convegno a Guglionesi su riforma del Cosib la proposta di legge sfornata in prima commissione presenta tratti di incostituzionalità perché ente pubblico a tutti gli effetti. Allo stato attuale è ancora ferma in attesa di passare al vaglio definitivo in sede di Consiglio Regionale; Siamo convinti come Federazione che in quella sede potrebbero essere presentati una serie di emendamenti in grado di modificarla e impedire il ricorso alle vie legali, già annunciato dai vari amministratori locali ma riteniamo che sia importante e necessaria portare a conclusione l’iter di approvazione delle riforma dei consorzi. Il riferimento non è solo alla politica delle aziende e alla necessità di riorganizzare il Consorzio rendendolo più attraente e “interessante”, specie alla luce della imminente riforma dell’organismo, ma anche a progetti di rete turistica integrata come la Costa dei Delfini e l’apertura di nuovi mercati transfrontalieri che si potrebbero giocare con la riconquista del ruolo principe del porto termolese. Come Segreteria sollecitiamo gli organi regionali e gli organi di partito Regionale perchè a questo punto abbiamo forte timore di vedere naufragare la proposta di legge sulla riforma dei consorzi, temiamo che la legge non vedrà mai la luce, al di là delle migliorie da approntare e dei tempi burocratici necessari per modificarla. Non vedrà mai la luce perché temiamo che andrebbe a rompere una macchina elettorale che elegge sindaci, consiglieri e assessori regionali, e nello stesso tempo tutela poco gli interessi del territorio e dei cittadini. Pensiamo che a tutela del territorio e del futuro stesso delle popolazioni del basso molise, bisogna tornare ad avere dei tecnici, dei manager che sappiano attirare l’attenzione delle industrie e farle investire sul territorio creando occupazione. Segreteria di Federazione Basso Molise del PD


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4 28 ottobre 2015

Programmate opere scolastiche e interventi per il miglioramento della viabilità cittadina

Il sindaco Battista alla Regione: “ Liberate gli 11 milioni di euro dell’Accordo di programma quadro del tempo di Peppe Di Fabio”

Aperta è anche un’altra faccenda di rilievo e di grande interesse collettivo: il completamento della tangenziale Nord di Campobasso Prova e riprova alla fine, siamo certi, ce la farà il sindaco Battista ad avere ascolto alla Regione Molise dove ieri mattina s’è recato per incontrare il presidente Frattura e gli assessori ai quali confermare la necessità e l’urgenza di definire una volta per tutte le cordonate entro cui dovranno essere utilizzati gli 11 milioni di euro recuperati dall’Accordo di Programma Quadro sottoscritto tra Palazzo san Giorgio e Palazzo Vitale al tempo in cui sindaco di Campobasso era Peppe Di Fabio. Gli 11 milioni di euro appaltatati per realizzare la galleria che avrebbe messo in relazione il terminale delle autocorriere con via San Lorenzo e poi revocati. Il sindaco Battista sta vivendo una transizione politica e amministrativa particolarmente difficile e per quanti sforzi faccia non riesce a quagliare un progetto che lo metta in condizione di essere un amministratore concreto e fattivo. Le interazioni polemiche tra i gruppi della maggiorana lo stanno logo-

Il parlar chiaro è degli onesti. E il sindaco di Campodipietra, Peppe Notartomaso, sono mesi che parla chiaro sul rischio di privatizzazione dell’acqua ìnsito nella costituzione dell’Egam, l’ente di governo d’ambito del Molise che prevede l’adesione forzata dei comuni molisani alla scopo poi di decidere a chi affidare, e con quale sistema (società pubblica, società privata e società pubblico/privata), la gestione delle reti idriche di distribuzione, delle reti fognanti e del sistema di depurazione delle acque luride, con l’obbligo di recuperare i costi dei vari servizi, quindi con la certezza che ci sarà un aumento sostanzioso e sostanziale delle tariffe. Ciò perché, soprattutto le reti idriche di distribuzione sono dei colabrodo (le perdite vanno fino all’81 per cento a Venafro e includono il 65 per cento di Campobasso), i depuratori sono vecchi e decrepiti, e le fogne largamente insufficienti ogni qualvolta le piogge assumono dimensioni straordinarie. L’Egam discende a sua volta da un’altra volontà discutibile del governo nazionale di Matteo Renzi autore della Legge 164/2014 – “Misure urgenti in materia ambientale e per la mitigazione del dissesto idro-

rando. Ha estremo bisogno di dare uno scossone all’azione amministrativa avviando una fase realizzativa da contrapporre alla permanenza di una dialettica sofisticata quanto evanescente. Per questo s’è portato alla giunta regionale per avere la definitiva assicurazione sulla spendibilità degli 11 milioni di euro peraltro già programmati e destinati alla costruzione di una scuola elementare al

Cep, alla sistemazione della palestra della scuola media Petrone, al miglioramento sismico dell’edificio scolastico di Via Kennedy e al miglioramento funzionale della scuola elementare D’Ovidio in Via Roma, nonché al collegamento pedonale del terminale delle autocorriere con Via Lombardia (una passerella di 200 metri), all’allargamento di Via delle Frasche (sogno di una vita), al

collegamento di Piazza Molise con Via delle Frasche e al collegamento di Via Altobello con Via Piave: opere e interventi migliorativi della mobilità cittadina. Attende che la Regione metta mano al portafogli e renda appaltabili i progetti appena elencati. Pare che la missione abbia avuto successo, ma la prudenza invita a non eccedere in ottimismo. Era già capitato che gli fosse assicurato il via libera che poi non è venuto. Comunque la questione degli 11 milioni è aperta e rimane aperta fintanto non verrà messo nero su bianco. Aperta è anche un’altra faccenda di rilievo e di grande interesse collettivo: il completamento della tangenziale

Nord di Campobasso. Ovvero, il tratto mancante per chiudere l’anello della viabilità esterna alla città. Anche qui sarebbero disponibili 18 milioni di euro e la Regione ancora in veste di Ente decisorio. Risulta che il top manager Iacobucci ha predisposto il fascicolo in tutti i dettagli necessari perché la Regione assegni il finanziamento al Comune quale Ente appaltante dell’opera. Questa storia che la Regione, al di là delle sue complessità e dei propri problemi gestionali e programmatici, debba rivelarsi un ostacolo anche per le amministrazioni locali pronte a corrispondere tempestivamente sul piano della fattibilità, è un rospo impossibile da mandare giù. Probabilmente a Palazzo Vitale sono convinti che “aver compagni al duol scema la pena”. Ma non è cosi. E il sindaco Battista vorrebbe darne dimostrazione. Dardo

Egam, troppi i problemi

geologico - Norme in materia di gestione di risorse idriche”. Un colpo di mano e un abile mascheramento della privatizzazione e commercializzazione dell’acqua universalmente considerata un bene essenziale alla vita, e inalienabile. I mistificatori sono all’opera per dirne, della legge, invece, mirabilie, della possibilità, finalmente, di razionalizzare l’uso dell’’acqua limitandone gli sprechi, del valore sociale degli inve-

stimenti per il miglioramento delle reti idriche di distribuzione. Nessun cenno, invece, all’aumento delle tariffe e al rischio, per chi non sarebbe in grado di sostenere questo ulteriore peso economico per vivere, di vedersi i rubinetti sigillati. Siano al più torbido dei Medioevi, al più volgare infingimento di una classe politica che ha un solo obiettivo: arricchire i ricchi e impoverire i poveri. L’aspetto economico dell’opera-

zione “Acqua” è quanto di più intollerabile si possa immaginare, ma il sistema della comunicazione, le reti dell’informazione, il potere condizionante delle lobbie, le complicità dei pavidi e dei corrotti, ne magnificano il fine, ne esaltano la (finta) funzione di elevazione sociale, ne sostengono la inderogabilità. Il gioco politico è altrettanto sporco: la uniformità della maggioranza di sinistra al governo della Nazione e nella quasi totalità delle Regioni, ha creato un servile appiattimento, un evidente asservimento. Si vuole sbloccare l’Italia, dicono, senza andare per il sottile. “Maiora premunt”: le lobbie politiche e il grande capitale. Il resto “è noia” (Califano). Nel Molise, dicevamo, una voce su tutte le altre cerca di farsi sentire, di svegliare le menti intorpidite, le coscienze acquietate. E’ la voce del sindaco di Campodipietra, Notartomaso: “Voglio fare un ultimo appello ai sindaci e all’intera comunità molisana invitandoli alla mobilitazione e a vigilare sui propri interessi, in difesa dell’acqua pubblica come risorsa accessibile e non commer-

ciale. Bisogna fare fronte comune per dimostrare con i fatti di volere e sapere difendere il territorio e le genti dal progettato assalto che stanno attuando all’ultima, e forse unica, risorsa rimasta al Molise: l’acqua. Non possiamo lasciar passare il principio che obbliga al recupero di tutti i costi legati al servizio, con conseguenti aumenti vertiginosi della tariffa. Chi tace oggi, non si lamenti poi domani, quando sarà troppo tardi. Chi non reagisce oggi contro l’Egam non sarà legittimato domani a lamentarsi se ci sarà la privatizzazione della gestione dell’acqua, come già accaduto in tantissime altre realtà, con tutte le anzidette conseguenze in termini di costi e disservizio, perché sarà troppo tardi e quella presa di distanza tardiva sarà una prova inconfutabile di debolezza e compiacenza nei confronti di chi ha deciso, nel nostro Bel Paese,di non difendere il bene pubblico, il bene comune e gli interessi dei cittadini”. “Vox clamantis in deserto”? Si; nel deserto della coscienza civile dei molisani.


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5 28 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Compito del direttore Sandro Arco riconfermato nell’incarico, unico sopravvissuto dalla pattuglia fiancheggiatrice di Michele Iorio nelle grazie del governo di centrosinistra by Frattura, mettere in atto la politica clientelare e di favore

La Fondazione Molise Cultura apre alle collaborazioni esterne!

E’ questa la novità sostanziale rispetto al passato: il passaggio da un ristretto confine statutario ad un ventaglio di azioni ed opzioni soprattutto se ispirate Rinnovandogli l’incarico di direttore generale della Fondazione Molise Cultura, grazie al marchingegno col quale pur non essendo laureato Sandro Arco ha potuto partecipare al bando pubblico per l’individuazione dei soggetti idonei a ricoprire la carica anzidetta, la giunta regionale gli ha voluto fissare i paletti entro cui deve muoversi e, non senza una cospicua dose di generosità politica, amministrativa e organizzativa, gli ha ampliato il campo della discrezionalità, ma avendo cura di usare la massima attenzione alle indicazioni e alle preferenze che gli dovessero venire dal datore di lavoro: la presidenza della giunta regionale. In questo modo la Fondazione è stata rigidamente ricondotta a strumento certamente di promozione culturale ma con un occhio attento alle esigenze politiche e di promozione dell’immagine del governo regionale. Lo si può rilevare dalla deliberazione dell’esecutivo di Palazzo Vitale del 20 ottobre, la numero 575. Con questo atto amministrativo alla Fondazione sono state trasferite (diremmo, ribadite) le linee d’indirizzo programmatiche; in particolare, di occuparsi delle iniziative finalizzate alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico, letterario della Regione Molise (proprio così, Regione Molise e non regione Molise - ndr),

anche attraverso la ricerca e lo studio dei beni culturali materiali ed immateriali; delle attività di ricerca e conoscenza dello spettacolo, anche attraverso azioni di monitoraggio e raccolta dati su attività svolte dagli operatori; delle iniziative di studio e di valorizzazione della storia e delle tradizioni legate alla emigrazione molisana e ai molisani nel mondo; delle mostre, eventi culturali e convegni, nonché studi, ricerche, pubblicazioni, iniziative, attività formative, didattiche o divulgative,

aProseguono le diseguaglianze di reddito tra Nord e Sud dell'Italia e il Mezzogiorno «è sempre più povero. 2 milioni i NEET solo al Sud, dove crolla l’occupazione femminile . Il 70% delle persone in Molise guadagna solo il 40% del reddito medio. Nel 2015 il Pil italiano «dovrebbe crescere dello 0,8%, risultato del +1% del Centro-Nord e del timidissimo +0,1% del Sud. Se confermata, si tratta della prima variazione positiva di prodotto del Sud da sette anni a questa parte». Queste le stime di Svimez, che spiegano come la crescita sia trainata dall’andamento positivo dei consumi: l’aumento quest’anno è valutato in +0,9% al Centro-Nord e +0,1% al Sud. Secondo il Rapporto 2015 sull’economia del Mezzogiorno, la crescita si rafforza anche nel 2016 quando «il Pil italiano dovrebbe aumentare del +1,3% a sintesi di un +1,5% del Centro-Nord e di un +0,7% del Sud». A concorrere positivamente, anche in questo caso, sarà la rotta dei consumi finali, stimata «in

anche in collaborazione con enti ed istituzioni ed, in particolare, con la Regione Molise”. Rimane evidente l’assenza di qualsiasi riferimento alla musica e all’attività musicale. E a dire che negli anni d’avvio della Fondazione, la costituzione dell’orchestra stabile del Molise è stata la connotazione di maggior pregio che ancora emerge rileggendo le attività pregresse. Quell’orchestra aveva il marchio di fabbrica del presidente della Fondazione Michele Iorio per cui andava immediatamente cancel-

lata. Piccolezze del provincialismo politico. Dicevamo dell’allargamento dell’area promozionale della Fondazione con l’apertura di un’ampia finestra alle collaborazioni esterne, quindi al clientelismo, comunque al favoritismo e ad un più che certo ritorno, anche elettorale, per gli amministratori regionali. E’ questa la novità sostanziale rispetto al passato, il passaggio della Fondazione da un ristretto confine statutario ad un ventaglio di azioni ed opzioni soprattutto se ispirate. Dopo

aver ribadito che le attività dell’Ente “ sono in continuo divenire e costituiscono il veicolo di divulgazione e sviluppo culturale maggiormente rappresentativo della Regione” e per suo conto (della Regione) ”progetti volti alla realizzazione di iniziative, eventi, mostre, studi, attività didattiche e divulgative, pubblicazioni, ricerche, attività di monitoraggio e raccolta dati”, la giunta regionale ha deciso di aggiungere che “per il consolidamento dell’attività dell’Ente e per il pieno raggiungimento dei fini statutari (Sic! –ndr) la Fondazione si avvalga di collaborazioni di enti, organismi, associazioni ed esperti che mettano al servizio della “Molise Cultura” il proprio sapere e la propria esperienza nei settori di interesse della Fondazione stessa”. Nella essenzialità della scrittura, sapendola leggere e interpretare, è implicita la possibilità di fare della Fondazione uno strumento tentacolare, di modo che i tentacoli, là dove tornerà utile che siano coinvolti enti, organismi, associazioni ed esperti, si sappiano orientare a dovere. Compito precipuo del direttore Arco riconfermato nell’incarico, unico sopravvissuto dalla pattuglia fiancheggiatrice di Michele Iorio nelle grazie del governo di centrosinistra by Frattura. Dardo

In Molise i redditi più bassi Lo studio è del Sole 24 ore sulle diseguaglianze tra le regioni d’Italia

+1,3% al Centro-Nord e +0,8% al Sud. Su anche gli investimenti fissi lordi, +2% il dato nazionale, quale risultato del +2,5% del Centro-Nord e dello 0,5% del Sud». Se confermato, sottolinea Svimez, «anche in questo caso si interromperebbe la spirale negativa dell’andamento degli investimenti fissi lordi al Sud iniziata nel

2007. Sul fronte occupazionale, si prevede un aumento nazionale del +0,8%: +0,9% al Centro-Nord e +0,6% al Sud». Proseguono le diseguaglianze di reddito tra Nord e Sud dell'Italia e il Mezzogiorno «è sempre più povero. Nel CentroNord oltre il 50% delle persone guadagna dall'80 al 100% del reddito medio regio-

nale; al Sud questo vale solo per una persona su cinque. Al contrario, il 61,7% delle persone guadagna al massimo il 40% del reddito medio, con punte del 66% in Campania, del 70% in Molise, e addirittura del 72% in Sicilia». Il Sud dunque è sempre più povero: «Per effetto della crisi del 2008 la povertà assoluta in Italia negli ultimi anni è più che raddoppiata, sia nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord; se dal 2005 al 2008 i poveri assoluti in Italia non raggiungevano i due milioni di persone, nel biennio 20132014 si sono superati i 4 milioni. In particolare - si legge nel rapporto - la povertà assoluta sul totale della popolazione è passata dal 2008 al 2013 dal 2,7% al 5,6% nel Centro-Nord, e dal 5,2% al 10,6% al Sud.


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Campobasso

28 ottobre 2015

Un altro inverno è alle porte e lo stato di abbandono delle nostre strade è ancora un grave pericolo sottovalutato di Francesco D’Angelo Qualche decennio fa, solitamente quando vi erano elezioni provinciali e regionali ogni cittadino si affidava con un semplice voto al candidato del proprio comune, a chi conosceva o più semplicemente a chi gli trasmetteva fiducia e professionalità. Questo perché ognuno ha sempre avuto a cuore il proprio territorio, il bene della comunità nella quale vive o molto più semplicemente il proprio interesse. “Quei politici d’altri metodi”, una volta eletti, si battevano affinché quel loro territorio non fosse dimenticato, affinché quella loro comunità ricevesse quante più attenzioni possibili. Il cittadino era contento e soddisfatto: il politico era colui che riceveva e a volte qualcosa dava. Una vecchia concezione. Forse lontana dalle teorie della democrazia e meritocrazia e forse più ispirata ad un mero interesse personale del politico. Sbagliata. Ma di certo, il territorio dal quale veniva il politico non restava nell’ombra e nella dimenticanza. Ma questo succedeva in altre regioni. Da noi, nel nostro circondario che va da Roccavivara a Castelmauro, da Montefalcone a Lucito, non è mai successo. Poi gli anni sono passati, i politici si sono avvicendati in modo imperterrito e con laute cifre da capogiro. E stando alla teoria appena esposta, avrebbero quantomeno dovuto “ricambiare quel voticino” che sommato alla moltitudine della collettività, li aveva premiati a ricevere “uno stipendio vita natural durante”. Ma si sa, una volta che si imbocca una strada in un verso, diventa difficile se non impossibile, cambiare direzione. Immaginate una palla di neve che rotola da cima a valle, non si arresta e man mano aumenta di grandezza e di velocità, soprattutto se in discesa vertiginosa. Voglio essere più chiaro, anzi cer-

cherò di usare pochi giri di parole. Nel nostro “circondario” abbiamo sempre avuto politici a vari livelli: in Provincia, in Regione e addirittura anche a livello nazionale. Ma cosa hanno fatto per il nostro territorio?

Lasciate stare chi vi butta fumo negli occhi con frasi del tipo “ma non ci sono fondi” o “i soldi sono finiti”, perché a quanto pare “per loro ci sono sempre” ma non è questo il punto. Assessori regionali, consiglieri provinciali, presidenti di enti, da Roccavivara a Montefalcone, da Trivento alla Valle del Biferno: hanno creato beneficio o dimenticatoio?

Non parliamo di lavoro, potrebbero trovare altre scuse magari più convincenti ma parliamo di servizi pubblici essenziali. Come possiamo entrare in un mondo che corre dieci volte più veloce, se non abbiamo nemmeno strade di collegamento? Una viabilità talmente precaria che nemmeno le bici possono percorrere. Per non parlare del trasporto, sulla scuola, della sanità locale e

dello spopolamento. I nostri rappresentanti hanno fatto qualcosa per migliorare questa situazione? Silenzio assoluto, omertà e “ma non ci sono soldi!”. Una situazione che ci denigra, ci emargina e ci tratta da cittadini di ultima serie. Abbiamo dei borghi autentici, spettacolo di storia, di cultura, riserve di natura e tradizione che non possono essere visitati se non ci sono strade. Come possiamo servirci dei servizi essenziali come ospedali, centri scolastici, tribunali, caserme e molto altro se il trasporto stesso è colpito da questa piaga? Credo che un Stato del welfare debba consentire anche al cittadino che abita sulla montagna più sperduta e lontana, di avere una strada dignitosa e di essere trattato alla pari di chi abita in città. Questo è il servizio pubblico! Caduti nel dimenticatoio di qualche scrivania il piccolo tratto in contrada

Pedecagne tra la SP15 e la SS650 sprofondato a valle, la SP15 Roccavivara - Trivento franata addosso ad una famiglia, la finalmente provinciale 92 conosciuta come “strada del bosco di Civita” che questa estate è stata solo “maculata” da orribili tratti di catrame tamponatori, la SS157 Lucito, Civitacampomarano, Castelmauro, Acquaviva, Palata che sembra un mix di una Montagna Russa e una Casa della Paura di un dismesso parco divertimenti, la SP78 Montefalcone, Acquaviva e la SP79 Montefalcone immissione Statale 157 in via di estinzione … e potrei andare avanti ancora per molto. E un altro inverno è alle porte … Ma alla fine, però e come sempre, “l’importante è che siano rientrati” in provincia o in regione. Questo vuole essere uno sprone alle prossime elezioni provinciali e regionali: non diamo altro filo a chi da anni, da decenni, avrebbe dovuto fare e non ha fatto. A chi fa parte di quel sistema che a nulla è servito. Non facciamolo, per noi! Uniamoci, facciamo fronte comune e chiediamo a viva voce e con tutti gli strumenti che questa situazione trovi al più presto una risoluzione. Non vogliamo diventare comuni fantasma e senza servizi. La viabilità è uno degli elementi fondamentali. Voglio essere ottimista: credo che tali personaggi siano molto più saggi e che già sapendo di aver fatto nulla per la collettività e per fermare lo stato di abbandono, non si ripresenteranno ai prossimi appuntamenti elettorali. Se lo faranno, sappiate e sappiamo che si tratterà solo per un loro interesse personale e questo non lo dobbiamo permettere.

Campobasso: Intensificati dai Carabinieri i controlli nel fine settimana 4 le denunce in stato di libertà CAMPOBASSO. Continua l’impegno della compagnia carabinieri di Campobasso all’insegna della legalità e della sicurezza per i cittadini. Nel corso del fine settimana, i carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia del capoluogo,nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio,hanno deferito in stato di liberta’ un 38enne, un 25enne ed un 23enne, perchè fermati, in tre diversi controlli, mentre erano alla guida della propria autovettura con un tasso alcolemico nel sangue superiore al limite massimo consentito. i tre denunciati avevano rispettivamente

un tasso alcolemico di 1.86, 1.10 e 1.86 g/l quando il limite imposto per legge e’ di 0.5.. L’attività rientra nel monitoraggio delle arterie stradali e di chi vi circola durante le sere del fine settimana con l’intento di prevenire il noto fenomeno delle “stragi del sabato sera” conseguenti alla ad una guida pericolosa sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti. Sempre nel corso dell’attività di prevenzione, un 38enne, un 23enne ed un 16enne sono stati segnalati all’ufficio territoriale del governo di Campobasso poiche’ trovati in possesso di modica quantità di sostanza stupefacente (eroina e mari-

juana) per uso personale. Nell’ambito del monitoraggio dei soggetti che circolano nel capoluogo il 41enne g.d. (queste le iniziali) e’ invece stato denunciato a piede libero e sanzionato amministrativamente dai carabinieri della locale stazione. l’uomo, di origini campane, e’ stato sorpreso a vendere accessori di abbigliamento senza la prevista autorizzazione. dall’interrogazione della banca dati delle forze di polizia e’ altresi’ emerso che lo stesso era già destinatario del foglio di via dal capoluogo molisano ed anche per tale violazione e’ stato deferito alla competente autorità giudiziaria.


Campobasso

7 28 ottobre 2015

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Oggi di scena a Manfredonia prima di due trasferte consecutive in campionato

Rossoblù in coppa con le seconde linee in Puglia sani, in amichevole. Finì 2-2. Ospiti avanti di due gol, per due disattenzioni del giovane portiere di riserva, ma nella ripresa, con l’ingresso del Puma Dimas fu ristabilita la parità. Va detto, solo per completezza di cronaca, che la partita prenderà il via alle 15,30. A fronte di una richiesta da parte del club pugliese che avrebbe voluto giocare addirittura in notturna. Richiesta che è stata solo in parte accolta dalla nostra società.

di Gennaro Ventresca Un due e tre. Neanche questa volta c’entra il programma televisivo di Tognazzi e Vianello. Qui si parla della squadra del mio cuore, dico il Campobasso, naturalmente. Cominciamo dal presente: oggi i rossoblù sono di scena a Manfredonia, in coppitalia. Gara questa che si sarebbe dovuta giocare un mese fa, ma visto il caos organizzativo della Lega nel comporre i gironi, ogni cosa è stata rimandata a questi giorni. Figuriamoci se in casa del lupo c’è tempo e concentrazione per la coppa. Le polemiche e i quattro imprevisti scivoloni in campionato hanno inquinato l’ambiente. Che potrà tornare potabile solo in caso di un bel filotto di vittorie, nelle

gare da tre punti. Naturalmente. Perché le sfide di metà settimana, eccetto quella che rimane da giocare per la classifica, non fanno al caso nostro. La coppa però serve. Per dare un po’ di visibilità agli scontenti. Dico i troppi giocatori che sono rimasti

fuori quadro e che si sono immalinconiti. Valga per tutto Todino, finito tra le seconde linee dopo essere stato declassato della fascia di capitano e di un posto fisso sulla fascia sinistra d’attacco.

per recuperare il terreno perduto a causa di infortuni. Vista da qui la coppa serve. E, magari, servirebbe anche più avanti. Ma per il momento viene guardata come una seccatura.

Ci sono poi gli squalificati e quelli che hanno bisogno del clima partita

Manfredonia e Campobasso si sono già incontrate in estate, a Ripalimo-

C’è da poi da pensare alle due prossime consecutive partite, entrambe da giocare lontano dall’erba di Selva Piana e dai brontoloni della tribuna che oltre alla vittoria vorrebbero anche un po’ di gioco snello e quindi veloce. Mentre, allo stato dell’arte, la nostra squadra anziché andare a passo di rock preferisce il più cadenzato tango.

“Affissioni selvagge in città” Il consigliere comunale di Cinque Stelle, Simone Cretella, denuncia una situazione insostenibile CAMPOBASSO. “Una città tappezzata abusivamente dal circo “Festival Circus” che nei prossimi giorni sarà a Campobasso”. Lo sostiene il consigliere comunale di Cinque Stelle, Simone Cretella. “Con i soliti metodi da far west, la città è stata presa d’assalto con una campagna di affissioni a tappeto, per gran parte abusiva; i titolari del circo hanno infatti fatto regolare domanda, pagando i tributi dovuti, solo per 60 mq di affissioni, all’incirca 80 manifesti, ma ne hanno affisse diverse centinaia, nella versione fronte retro (quindi il doppio), violando palesemente il regolamento comunale che vieta espressamente le affissioni sui pali della pubblica illuminazione. La compagnia circense, essendo stata autorizzata all’affissione “in proprio” in alternativa al servizio pubblico comunale, avrebbe invece dovuto installare supporti rimovibili nelle sole zone indicate dall’amministrazione comunale, ma evidentemente ha preferito, come sempre accade con gli spettacoli itineranti, violare la legge fregandosene delle limitazioni e dei regolamenti. Per non parlare delle migliaia di locandine affisse sui muri e sulle vetrine della città, tutte rigorosamente abusive e prive del previsto bollo comunale”.

Cimitero, pochi i posti rimasti A Campobasso al via l’esumazione dei morti dopo i dieci anni CAMPOBASSO. Dopo il confronto, anche aspro, che ha tenuto banco nei mesi scorsi tra il Comune e i cittadini relativamente alla realizzazione o meno di un forno crematorio nel capoluogo al fine di sopperire all’emergenza del cimitero ormai stracolmo, il Comune in una determina dirigenziale rimette al centro il problema dell’assenza di posti nei campi di inumazione. Intanto, il sindaco Battista ha già provveduto a dare il via al ciclo di esumazioni ordinarie a scadenza decennale al fine di liberare le fosse per nuove sepolture. Tuttavia, è necessario trovare al più presto una soluzione definitiva per far fronte a questa difficile situazione e speriamo davvero non ci voglia “una vita”.





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Isernia

28 ottobre 2015

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Furto ed altri reati, sei persone denunciate dai Carabinieri Sotto sequestro anche armi e munizioni. Recuperata la refurtiva ISERNIA. Nell’ambito di un’attività finalizzata al contrasto di reati contro il patrimonio e la persona, predisposta dai Carabinieri tra Isernia e comuni limitrofi, sei persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per reati che vanno dal furto alle minacce, dal porto abusivo di armi alla guida senza patente, dall’attività di commercio abusiva ad altri reati in genere. Sotto sequestro armi, munizioni, merce contraffatta e recuperata refurtiva. A Pescolan-

ciano, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 35enne ed un 50enne del luogo, resisi responsabili di un furto all’interno di un fondo privato, dove i due avevano asportato prodotti agricoli per un valore complessivo di circa mille euro. La refurtiva è stata recuperata e restituita al legittimo proprietario. Ad Isernia, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 60enne del luogo, il quale a seguito di una lite scaturita per

motivi di confine con un suo vicino, proferiva nei suoi confronti gravi minacce di morte. Per motivi precauzionali gli stessi Carabinieri hanno proceduto al sequestro di due fucili calibro 12 con relative munizioni, che il 60enne deteneva legalmente. Sempre ad Isernia, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno denunciato un pregiudicato, 36enne del posto, di origine rom, il quale aveva occultato nella propria autovettura un’arma impro-

pria, consistente in una mazza ferrata, che veniva sottoposta a sequestro. L’uomo dovrà rispondere di porto abusivo di armi. Ancora ad Isernia, i militari del Nucleo operativo e Radiomobile, hanno denunciato un 29enne del posto, perché sorpreso alla guida di un’autovettura, nonostante non avesse mai conseguito la prescritta patente di guida, mettendo così in gravissimo pericolo la sicurezza stradale.Il veicolo è stato sottoposto a sequestro.

Infine ad Agnone, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno denunciato una pregiudicata, 30enne di origine rumena, in quanto sorpresa ad esercitare attività di commercio ambulante abusivo, in quanto metteva in vendita capi di abbigliamento di varia tipologia e di marchi diversi, nonché altra merce di dubbia provenienza, in assenza delle prescritte autorizzazioni. Tutto il materiale veniva sottoposto a sequestro.

Roccamandolfi e Pietravairano rinnovano il “Patto di Fratellanza” Domenica 25 ottobre è stato rinnovato per l’ottavo anno di fila il “Patto di Fratellanza” tra il comune di Roccamandolfi e quello di Pietravairano (CE) La delegazione del paese matesino guidata dal sindaco Giacomo Lombardi, dal consigliere Umberto Perretta e dal parroco Don Josè Lopez e da un nutrito gruppo di fedeli con a capo gli “Amici di San Liberato” si è recata nel centro campano per rinnovare il rapporto di amicizia e fraterna riconoscenza tra le due comunità, legate dall’amore e dalla fede nei confronti di San Liberato Martire. Gli abitanti di Pietravairano, infatti, da sempre sono legati al Santo Martire, che vene-

rano con un lungo tragitto a piedi, che culmina con l’arrivo a Roccamandolfi il venerdì prima di San Liberato(prima domenica di Giugno). Dopo l’arrivo dei fedeli di Roccamandolfi nel centro casertano, si è celebrata la Santa Messa in onore di San Liberato e di seguito c’è stato l’intervento del sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi e di quello di Pietravairano Francesco Zarone, i due sindaci hanno inteso rafforzare e sottolineare nel loro

intervento il legame di stretta e sincera amicizia tra le comunità, ormai duraturo nel tempo e saldo più che mai, che si manifesta nel corso dell’anno anche con reciproche visite nei momenti più significativi e importanti delle due comunità. Le due amministrazioni, inoltre, stanno valutando e ipotizzando anche nuove forme di collaborazione. Dopo la Santa Messa in onore di San Liberato, il sindaco di Roccamandolfi Giacomo

Lombardi e il parroco Don Josè Lopez, si sono recati al convento per un saluto alle suore clarisse, che hanno animato il rito religioso con la delicatezza del loro canto. Al termine della cerimonia c’è stato un momento di sana convivialità e gioia tra i due popoli. Un grazie per l’organizzazione dell’evento va agli “Amici di San Liberato” di Roccamandolfi e alla Comunità di Pietravairano per la splendida accoglienza.

In 150 alla scoperta dei “Trigni”: a Bagnoli del Trigno Una passeggiata a contatto con la natura ed un convegno BAGNOLI DEL TRIGNO. Per il terzo anno a Bagnoli del Trigno si è rinnovato l’appuntamento con “La Trignolata”. Una giornata a contatto con la natura, un originale raccolta di gruppo ed una gara di conferimento de “i Trigni”, drupe di Prunus Spinosa che racchiudono molteplici proprietà. Ma anche – cosa rara ed importante – il contatto diretto con i ricercatori che da oltre due anni, ormai, conducono ricerche con estremo rigore scientifico per studiare le proprietà del “Prunus Spinosa” Trigno, e le modalità con cui, in vitro per il momento, ha dato dei risultati sorprendenti. “Ricerca e uso in fitoterapia oncologica del Prunus Spinosa” è il titolo del convegno di apertura della giornata, in cui sono stati illustrati i progressi delle ricerche svolte presso l’Istituto Superiore di Sanità dal team della Dott.ssa Stefania Meschini, ricercatrice presso il reparto di “Metodi Ultrastrutturali per le Terapie Innovative Antitumorali” dell’ ISS. Ma nell’ occasione sono state anche comunicate le novità in merito alla produzione di un preparato a base di Prunus Spinosa denominato “Trigno M”, oggetto di deposito di brevetto e comunicazione al Ministero della Salute, che è stato reso disponibile nelle ultime

settimane dalla azienda molisana Biogroup, titolare del brevetto in quota paritaria con l’ISS. Nell arco di soli 20 giorni e senza nessun lancio mediatico, il preparato è stato già chiesto da circa 1500 persone che intendono usarlo come integrazione alla terapia convenzionale. Nessun sensazionalismo, dunque, ma semplicità nell’ esposizione coniugata al rigore scientifico ed al rispetto per i pazienti che fruiscono delle notizie. Cosi’ sia la dott.ssa Meschini, che il Prof. Franco Mastrodonato, Presidente della SIMeB, Società Italiana di Medicina

Biointegrata hanno voluto dare la giusta informazione alla platea su un argomento cosi’ importante, presentato finora in contesti di elevato profilo, come il Congresso Internazionale di Medicina Biontegrata di Roma ad aprile, ed a giugno nella cornice dell’ Expo’ a Milano. E che tra un mese, il 26 novembre prossimo, sarà oggetto di un altro convegno presso la Camera dei Deputati. L’appuntamento con la Trignolata, ha rappresentato un momento di contatto che permette alla gente comune, ai pazienti, alle persone che

hanno interesse e passione per questi argomenti, di conoscerli direttamente dai ricercatori. Nella seconda parte della giornata, divisi in gruppi i partecipanti alla raccolta si sono diretti verso le zone circostanti l’abitato di Bagnoli. Copioso e ricco di colore il raccolto. A seguire, il pranzo con menu’ caratterizzato alle piante officinali degli chef del Calice Rosso. Una giornata vissuta con uno spirito vivace e comunitario, da oltre 150 persone provenienti da diverse regioni d’Italia. Tra loro anche l’on. Laura Venittelli, che spontaneamente ha voluto prendere parte alla giornata, dichiarando di voler approfondire la conoscenza diretta di una delle ricchezze del nostro territorio. Il prof. Sebastiano Delfine, Docente dell’ Università del Molise; il dott. Giovanni Occhionero, Chimico e tecnologo farmaceutico, docente IMeB; il dott. Franco Rossi, agronomo, esperto in piante officinali, sono stati impegnati direttamente nelle fasi piu’ importanti dell’ evento, che riscuote sempre maggiore successo. L’evento è stato promosso dal Centro Studi e Ricerche Cosmo de Horatiis e dall’ Associazione Culturale “La Chiave della Salute”.


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Termoli

28 ottobre 2015

Gtm, scongiurato lo sciopero Un accordo è stato raggiunto in exteremis per il pagamento di due mensilità TERMOLI. Non ci sarà lo sciopero di 24 ore indetto dalla Filt-Cgil per i dipendenti Gtm sul trasporto urbano di Termoli. Disagi e disservizi dunque scongiurati a poche ore dall’avvio dell’astensione dal lavoro che avrebbe dovuto tenere in scacco dalla mezzanotte e un minuto fino alle 24 gli utenti di buona parte delle tratte e delle corse, fatte salve le due fasce di garanzia.

A comunicarlo in tarda serata è stata la stessa delegazione sindacale aziendale, per voce del segretario regionale Cristino Lepore, su mandato del segretario generale del Molise Giorgio Simonetti. “Corse regolari alla Gtm di Termoli – annuncia Lepore – infatti un accordo raggiunto in extremis ha scongiurato il blocco. Nelle prossime ore avremo modo di fornire i termini di questa intesa che

ha evitato questo sciopero”. Essendo la vertenza legata alla mancata corresponsione degli ultimi 4 stipendi è lecito attendersi e sperare per le maestranze che l’emergenza compensi sia in fase di rientro, almeno per la metà delle mensilità pregresse ancora da riscuotere, come da richiesta fatta anche dalla società che gestisce il trasporto urbano a Termoli in regime di prorogatio.

“Nuova Cliternia, e il campo polivalente?” Il consigliere Saburro torna a denunciare i ritardi nel completamento degli impianti CAMPOMARINO. Lo potremmo definire tour in opposizione, quello che il capogruppo di Campomarino nel cuore sta compiendo in paese. Parliamo di Antonio Saburro, consigliere comunale di minoranza (e presidente del consiglio dell’Unione dei Comuni Basso Biferno). Stavolta la sua lancia rivelatrice ci porta a Nuova Cliternia, dove addita all’incompletezza del campo sportivo polivalente. “Con delibera di giunta comunale n.78/2011 veniva approvato il progetto di sponsorizzazione delle aree comunali da parte dei privati per la riqualificazione di aree comunali con pubblicizzazione dell’intervento. Successivamente, il responsabile del servizio Lavori pubblici, urbanistica, edilizia, ambiente ed ecologia del Comune, considerava ammissibile la proposta avanzata dalla società Energia Pulita srl di realizzazione di un campo polivalente in loc. Nuova Cliternia su aree di proprietà comunale. In data 28 giugno 2013 iniziavano i lavori di realizzazione del Campo Polivalente, e in data maggio 2014

(sotto una pioggia battente, chissà perché) il campo, veniva asfaltato, rigato con prodotto colorato e venivano messi in posa le porte da calcetto e dell’impianto di pallacanestro. Da quella data, nulla si è più mosso, e ad oggi il campo (ancora incompleto) viene già utilizzato dai ragazzi, che trascorrono lì, un po’ del loro tempo. Credo, che un’opera pubblica, possa essere utilizzata solo quando questa risulta completamente ultimata e realizzata a regola d’arte e secondo quanto previsto dal computo metrico e quanto concordato con l’amministrazione comunale. Ad oggi l’opera risulta ancora di : sistemazione a verde con semina di erbetta ed impianto di irrigazione, pavimentazione del campo con materiale sintetico in resina supersoft specifica per pavimentazioni sportive polivalenti. A questi lavori che la società deve ancora realizzare, si aggiungono quelli a carico del Comune, come : pubblica illuminazione (ad oggi realizzata la sola predisposizione) e re-

cinzione esterna. Allora chiedo al sindaco e al responsabile del servizio Lavori pubblici: è giusto che i ragazzi giochino su un campo ancora non ultimato? È giusto che giochino su un campo costituito da conglomerato bituminoso invece che da materiale sintetico? È giusto che il campo resti senza la sistemazione a

verde? E’ giusto che il campo resti privo di recinzione e pubblica illuminazione? E’ vostra intenzione far completare l’opera? sindaco, visto che in campagna elettorale hai tanto pubblicizzato l’opera, ti chiedo di adoperarti (per quanto di competenza) per farla ultimare”.

“A Petacciato la guardia medica non è accessibile” A denunciare la situazione è il consigliere comunale, Roberto Di Pardo che ha presentato un’interrogazione PETACCIATO. Numerosissimi i disagi che vivono i cittadini di Petacciato che devono raggiungere la Guardia Medica del paese. A sostenerlo é il consigliere comunale, Roberto Di Pardo che assieme alla collega Luisa Caruso, si rivolge direttamente al sindaco, Gabriele La Palombara. “Prendendo un caffé ieri sera al bar, ho notato il disagio che vive chi ha la necessità di rivolgersi al servizio di guardia medica sopratutto se l’utente è una persona anziana che necessita di essere lasciata quanto più nella prossimità dell’ingresso dell’ambulatorio. Da qualsiasi parte si provi ad accedere si trovano ostacoli: da via Napoli è impossibile in quanto il Wunder bar (nella piena legalità in quanto paga occupazione di suolo pubblico) ha chiuso la traversa con dei vasi per proteggere i clienti che sostano dinanzi al bar; da corso Italia è impossibile visto il divieto di transito alle auto che insiste, da sempre, su

tale tratto di strada; da via Napoli svoltando, nella traversa successiva al bar, è impossibile in quanto la strada è occupata da anni da una gru al servizio di un non precisato cantiere ( anche in questo caso nella piena legalità in quanto pagherà l’occupazione del suolo pubblico)

Quindi per accedere alla guardia medica l’unico modo è arrivare dalle traverse con tutte le difficoltà del caso, poiché, come tutti ben sappiamo, non esiste una regolamentazione né della viabilità né tantomeno della sosta. Insomma ho assistito ad una via crucis affinché

la paziente potesse giungere nelle prossimità dell’ambulatorio. Mi sono avvicinato per dare una mano all’accompagnatore e a fatica abbiamo raggiunto l’uscio della guardia medica. Una volta dentro (per mia fortuna non c’ero mai stato) ho avuto modo di notare in che condi-

zioni sono costretti a vivere (sì, a vivere, visto che passano 12 ore li dentro) i medici di turno: umidità da far paura ( nella mia seconda visita ho portato l’igrometro che ha registrato valori al di fuori di quanto previsto dalle norme igienico sanitarie), buio totale in quanto i locali che hanno la fortuna di avercele, hanno finestre piccole, per non parlare del locale completamente privo di ogni luce e quindi di possibilità di ricambio dell’aria. Non so con quale criterio sia stata scelta una simile ubicazione per un ambulatorio medico, ma so per certo che non possiede i minimi requisiti per poter ospitare tale servizio. In conclusione, locale inadeguato e impossibile da raggiungere !!!!!!!!!!!! Alla luce di quanto esposto, io e la collega Luisa Caruso, quali consiglieri comunali, chiediamo al Sindaco di farsi carico di tale problematica. Nulla ricevendo entro 15gg dalla presente, chiederemo l’intervento dei NAS “.


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Termoli

28 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

San Timoteo, confronto tra i vertici Il timore della riduzione di servizi viene anche dal mancato rinnovo dei contratti dei precari TERMOLI. Confronto ai massimi livelli alla direzione sanitaria dell’ospedale San Timoteo di Termoli, dove di fronte al governatore Paolo di Laura Frattura e alla direttrice dell’assessorato alla salute D’Innocenzo ci sono stati i primari del presidio San Timoteo-Vietri e i sindaci del Basso Molise. Alla vigilia di questo appuntamento così atteso, soprattutto per la scadenza dei medici e degli infermieri precari a fine anno, c’era stata la richiesta del direttore sanitario Filippo Vitale, di proroga degli stessi. Si parla di 50 contratti in scadenza di cui 40 agli infermieri. Vitale ha consegnato un documento redatto a conclusione di una riunione operativa con i primari dei reparti ospedalieri del nosocomio.

“Attendiamo entro qualche giorno la risposta dei vertici regionali – ha commentato il direttore sanitario -. Da parte nostra abbiamo sottolineato la necessità di prorogare i contratti in scadenza per avere un po’ di tempo in attesa del Piano di raziona-

lizzazione della sanità”. Forte preoccupazione tra tutti gli operatori dell’ospedale termolese ma anche del Vietri di Larino per l’impossibilità di garantire i servizi essenziali agli utenti in caso di mancato rinnovo del personale in scadenza entro

dicembre. “In realtà i problemi inizieranno già i primi di novembre – hanno detto medici e infermieri – per le ferie obbligatorie da dover effettuare”. In realtà, dalle parole di Frattura di ieri sera non paiono spiragli in me-

Ancora una rapina all’Ip Sono entrati nel locale da un ingresso laterale sul Lungomare Nord TERMOLI. Sono entrati nel locale da un ingresso laterale e si sono diretti dal barista. Lo hanno minacciato e si sono fatti consegnare tutti i soldi che si trovavano in cassa. Nuova rapina al bar del distributore Ip sul Lungomare Nord. Il colpo è stato portato a termine nella notte tra sabato e domenica quando il locale era chiuso per un lutto legato alla famiglia che lo gestisce. Visti i precedenti, però, all’interno dell’esercizio commerciale era rimasto il barista che è stato minacciato e costretto a consegnare tutto il denaro. Non è chiaro se ad agire sia stata una sola persona o più malviventi. L’episodio si aggiunge a quelli che si sono già verificati all’interno dell’esercizio commerciale. Per uno di questi casi sono state anche denunciate tre persone che una ventina di giorni fa e sempre nella notte tra sabato e domenica si erano introdotte nel locale, avevano minacciato il barista e si erano fatte dare da bere pretendendo di non pagare. La Polizia è arrivata subito a loro grazie alla denuncia effettuata dal titolare e addosso e in casa a uno dei malviventi aveva trovato anche della droga e alcuni coltelli a serramanico. I tre furono denunciati.

Zuccherificio, oggi l’incontro La proroga del fitto del ramo d’azienda permetterà ai lavoratori la cassa integrazione TERMOLI. La proroga del fitto del ramo di azienda tra la Spa e la Srl è stata concessa dal giudice delegato del tribunale di Larino fino al 31 gennaio 2016. Per un anno ancora, quindi, vecchio e nuovo Zuccherificio del Molise saranno, in parte, legati dallo stesso destino salvo che qualcuno, nel frattempo, non lo compri. Una proroga del fitto del ramo di

azienda che se da un lato permetterà ai lavoratori di chiedere la cassa integrazione straordinaria, dall’altro lato non risolve le preoccupazioni di chi, adesso, non sa quale sarà il proprio futuro. In attesa del bando di vendita dello Zuccherificio la cui asta ci sarà all’inizio del mese prossimo, l’aria che si respira allo stabilimento di contrada Perazzeto è tutto fuorché tranquilla.

Ed è proprio per conoscere la situazione e le reali possibilità future dello Zuccherificio che i rappresentanti sindacali dei lavoratori hanno chiesto e ottenuto un incontro con le parti in causa (curatori fallimentari della Spa e amministratore unico della Srl) che si terrà oggi presso la sala riunioni dell’azienda. Per capire tutti insieme quale sarà il futuro dello Zuccherificio del Molise.

rito, ma la sfida da giocare sarebbe sul medio periodo. A toni piuttosto accesi le rivendicazioni dei dirigenti medici, che hanno perorato la causa del territorio e del nosocomio, brandendo la scarsità di personale a fronte della domanda di sanità esistente. “Un cazzottone”, quello che Frattura ha ammesso di aver ricevuto, forse perché non così addentro alle dinamiche ospedaliere locali. Ma il Governatore ha ribadito di guardare con fiducia all’integrazione acuzie-post acuzie tra Termoli e Larino e che andrà sciolto il nodo del personale inabile, quasi un quinto dell’intero personale a libro paga dell’Asrem. In attesa che Roma non solo tartassi fiscalmente, ma decida sul merito della riorganizzazione sanitaria in Molise.



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Opinioni di Claudio De Luca Al “Festival dell’acqua” di Milano si è discusso di depurazione delle acque Ed è stata delineata una “Charta” per combattere gli sprechi e per promuovere un accesso equilibrato alle risorse naturali. “Utilitalia” (ex-“Federambiente” e “Federutility”) era presente in forze, ed il suo Direttore ha detto che quello italiano costituisce l’unico esempio di dissesto di una certa entità a livello continentale. “Le cause sono molte. Innanzitutto il basso livello di investimenti. Però accade pure che, quando i soldi ci siano, le progettazioni ritardino ad essere approntate e che i lavori rimangano fermi”. Poi ci si mettono le Amministrazioni locali che, per carenza di fondi, gestiscono i servizi in economia, spesso senza di avere in organico personale adatto. Ed ecco che, parlando di acque, potremmo dire tranquillamente che nelle tubature ne arrivi di torbida al punto che l’Unione europea ha preso a multare il Paese delle “chiare, fresche e dolci acque” cantate da Francesco Petrarca. Dunque, fra le tante emergenze che investono il territorio c’è pure quello della mancata depurazione dei reflui urbani che, naturalmente, affligge anche il Molise. Scarsi investimenti (e mala gestione!) fanno di questa regione uno dei territori più arretrati. Lo ha dichiarato, in diverse sentenze, la Corte di Giustizia europea che ora – anche per colpa della Patria di Cuoco – si prepara ad infliggere una multa salata al Paese. Sono circa 200 milioni di euro, se ci si limitasse alle condanne già inflitte; ma il conto potrebbe lievitare di tre volte se riferito a tutti i procedimenti “in itinere”. Quante, e quali, siano le sanzioni lo sapremo nel corso del

. C’è un gruppo di mamme che si dedica alla salute ed all’ambiente e che opera a Venafro. Qui, in passato, alcune Aziende risultarono essere state utilizzate per affari poco leciti sinché furono rinvenute le colleganze tra l’aumento di talune patologie tumorali e l’inquinamento ambientale. Forse non era una novità, dal momento che – tra i grandi problemi del Molise – si annoveravano di già la scarsa manutenzione del territorio, una mancata difesa idrogeologica, un ecosistema urbano poco amichevole. Tempo addietro, il Governo si rese conto di questi disagi ed assegnò alla Regione 60 milioni di euro. Tra Campobasso ed Isernia 7 centri su 10 sono a rischio idrogeologico; ed il fenomeno interessa l’87% delle comunità. I dati emersero da un dossier illustrato da “Legambiente”. Per colpa del graduale abbandono delle terre (e della carenza delle tradizionali attività di manutenzione) le comunità minacciate da frane e da alluvioni costituiscono una percentuale incredibile e ne sono state censite 108 solo in Molise. Questi dati sottolineano la fragilità di un territorio reso particolarmente esposto all’abusivismo, al disboscamento dei versanti ed all’urbanizzazione irrazionale. Lo confermarono chiaramente le attività di vigilanza della Direzione regionale del lavoro che riferirono come, su 60 cantieri controllati, più di 50 non

28 ottobre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Depurazione delle acque, i ritardi della Regione Molise

2016; perciò, per il momento, al fine di comprendere l’entità del fenomeno, basterà prendere atto che il 7% dei cittadini è scollegato dalle reti fognarie e che il 20% dei reflui non sono trattati al punto da inferire gravi danni all’ambiente. Il fenomeno molisano è veramente notevole. Un esempio? Nel 2013, a Larino, il depuratore è rimasto inattivo da aprile a luglio e l’impianto di sollevamento di “Cappuccini 2” non ha funzionato per otto mesi. Basterebbe controllare i registri di lavoro per rendersene conto; oppure collazionare le segnalazioni

fatte pervenire al Comune dall’addetto alla vigilanza. Questi episodi (presumibilmente verificatisi anche negli anni precedenti) permettono di ritenere che i cittadini abbiano corrisposto la depurazione persino ad impianto fermo, facendo fronte ad utenze su cui le voci “fognatura” e “depurazione” incidono per oltre il 100%. Ciò significa che, se un mc d’acqua costa “x”, in fattura quell’importo verrà a raddoppiarsi. Naturalmente le conseguenze non sono soltanto di natura contabile perché si realizza anche un inquinamento ambientale. Di-

fatti – per il tramite della rete fognaria cittadina – finirebbero nel Biferno acque non depurate. Da un punto di vista contabile, nel caso di non-funzionamento degli impianti, la tariffa è dovuta dagli utenti solo a partire dal ripristino ed i gestori – sempre che ne siano richiesti – sono tenuti a restituire le somme riscosse al netto degli oneri sostenuti per l’avvio degli stessi. E’ stata sancita la natura di corrispettivo della tariffa e stabilito il principio per cui non può essere imposto il pagamento di un servizio non fornito. Il Parlamento, nel dare attuazione alla sentenza n. 335/2008 della Corte costituzionale, ha dichiarato che vanno rimborsate le somme riscosse, ritenendo illegittimo l’art. 14 della legge n. 36/1994 nella parte in cui poneva, a carico degli utenti l’obbligo di corrispondere la tariffa di fognatura, “anche nel caso in cui questa fosse stata sprovvista di impianti centralizzati di depurazione oppure quanto essi fossero temporaneamente inattivi”. Una conclusione che si basava sulla natura giuridica della tariffa, quale corrispettivo di prestazioni contrattuali, e non di tributi.

Se l’ambiente è dimenticato franosi (144 beni solo per la provincia di Campobasso).

erano in regola, al punto che i Servizi ispettivi dovettero intensificare la propria attività, scoprendo 7 discariche abusive estese per 10mila mq. I rifiuti giacevano abbandonati, lungo la costa, tra Petacciato, Termoli e Campomarino. Si trattava di scarti edilizi, pneumatici, materiali ferrosi, pali di cemento armato precompresso ed arredi domestici vari. Nella graduatoria nazionale per rischio di dissesti idrogeologici, in particolare per le frane, il Molise è al 3° posto Ve ne sono 8.800 attive, con ben 88 comuni a

rischio per l’instabilità dei versanti caratterizzati da una quasi totale natura argillosa con circa 3.560 km su un totale di 4.618. Secondo una classifica comparsa su “La Stampa” la regione si posiziona al 1° posto con una media di rischio per la popolazione residente pari al 19,4% per frane e smottamenti. Il rischio coinvolge anche i beni culturali del territorio, al punto che il Ministero ha stilato una “Carta” ed ha evidenziato che il Molise detiene anche il primato per opere che rischiano di crollare a causa di fenomeni

Furono posti sotto esame pure il consumo e lo spreco idrico, la capacità di depurazione, i livelli di polveri tossiche (nel capoluogo molisano siamo al livello PM10 considerato da allarme). Addirittura l’area pentra si ritrovava (e si ritrova) al penultimo gradino di questa classifica. Per la qualità dell’aria andrebbero esaminate le concentrazioni di polveri sottili, il biossido di azoto e l’ozono. Ma in Molise nulla si muove. Si tende a minimizzare, ad evitare gli odiosi allarmismi. Se ne dichiarò convinto il giudice Ferdinando Imposimato, che, già alla fine degli anni ’80, aveva denunciato le infiltrazioni malavitose. Poi, grazie alle Mamme di Venafro, vennero portati alla luce i risultati di diverse analisi condotte su di una foglia di fico, prelevata nei pressi della “Colacem” di Sesto Campano. Nella polvere di cemento dell’Azienda venne riscontrata la presenza di particelle di ferro, con titanio e manganese e poi presenze di uranio e torio. Nel 2010 e nel 2011 furono due i casi di diossina nella carne bovina. Le “mamme” denunciarono anche la presenza di diossina nel latte materno dopo i riscontri dei tecnici dei laboratori del Consorzio interuniversitario di Chimica di Marghera.



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