TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 22 - Mercoledì 28 gennaio 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rotostampa Molise sede legale: sessano del Molise (zona industriale) Tel.: 0874.698012 Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rotostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’Oscar del giorno a Francesco Totaro
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Francesco Totaro. Il consigliere regionale del Pd è uno dei tre molisani che parteciperanno a Roma all'elezione del Presidente della repubblica. Per la partecipazione ha pensato bene di recarsi presso un camiciaio per acquistare una camicia su misura per l'occorrenza. Andare a Roma per eleggere il Presidente della Repubblica, avrà pensato, non è cosa di tutti i giorni. Così ha acquistato la camicia artigianale per fare bella figura e perchè nessuno possa dire: viene dal Molise! E noi gli diamo l'Oscar.
Il Tapiro del giorno alla Sea
Ospedale Cotugno di Napoli reparto infettivi
Frattura Nagni e Scarabeo malati Allertato il Cotugno La Monforte aspetta, di Napoli l’erba cattiva non muore mai Servizio a pagina 3
Il Tapiro del giorno lo diamo alla Sea. In molti hanno sottoposto alla nostra attenzione la questione della pesa dell'immondizia. E' possibile, sostengono in molti, che la Società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti non abbia una pesa prima che i mezzi arrivino in discarica? Perchè non c'è il controllo a monte ma c'è solo quello a valle? In genere, c'è il controllo e il controllato. La doppia pesa è a garanzia di tutti. Nessuno intende mettere in discussione la sola pesa in discarica, ma lo stesso dovrebbe aversi da parte della società.
Il Molise e la Grande Guerra in edicola e libreria
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
28 gennaio 2015
Centinaia di migliaia di euro e che Dio la mandi buona
Il Molise dentro e fuori l’Expo di Milano dal 1 maggio al 31 ottobre La presenza dell’Unioncamere Molise basata su 3T (Tartufo, Tintilia, Tratturo) quale piattaforma di partenza per promuovere il territorio Diciamo prima degli investimenti, quindi delle attività, quindi ancora dei soggetti attuatori e del luogo in cui si svolgeranno. Gli investimenti sommano 313mila euro, di cui 80mila a carico delle aziende partecipanti e il resto a carico della Regione; le attività corrispondono alla Fiera “Tuttofood” (prodotti agroalimentari), alla Fiera “Homi” (prodotti artigianali), alla Fiera “Host” (attrezzature e servizi), e all’iniziativa promozionale “Fuori salone” (eventi a tema culinari); i soggetti attuatori sono la Regione Molise e l’Unione delle Camere di Commercio; il luogo è Milano, ma fuori del perimetro dell’Expo 2015. Il tutto rientra nel programma operativo regionale/ Fondi Fessr 2007/2013: “Azioni istituzionali per l’internazionalizzazione delle imprese” e “Iniziative di internazionalizzazione delle PMI molisane”, per l’occasione adattato all’evento mondiale che dal primo maggio al 31 ottobre 2015 si svolgerà a Milano. Soldi vecchi, non spesi dalla giunta di Michele Iorio che stanno facendo la fortuna della giunta Frattura e, in questo caso, anche del presidente dell’Unioncamere (amico di Frattura), Paolo Spina, che ha vinto l’assegnazione dei fondi e la realizzazione delle iniziative da lui proposte per dare respiro e visibilità alle aziende molisane dei settori individuati per essere protagonisti a Milano nel corso dei 6 mesi della Mostra Internazionale. In quest’oc-
casione il sistema camerale molisano, interlocutore e rappresentante del sistema economico produttivo regionale, si sarebbe fatto interprete delle sollecitazioni e dei suggerimenti e delle richieste fatte pervenire direttamente dal sistema produttivo e dalle associazioni di categoria. Per cui nessuna scelta autarchica, ma un solido gancio alle condizioni imprenditoriali e alla loro possibilità di svilupparsi, trovando terreno fertile. E quale occasione più dell’Expo 2015? E’ in quest’’ottica, infatti, che il presidente Spina avrebbe inteso favorire la presenza delle imprese molisane agli eventi collaterali ad Expo 2015 organizzati a Milano. Le serate a tema del “Fuori salone” riguarderanno le principali produzioni agroalimentari del Molise, quali il vino, con particolare riferi-
l’ intervento di Mauro Pirazzoli*
Intervengo con profondo rispetto nella discussione aperta da Sua Eccellenza Mons. Giancarlo Bregantini con la Sua lettera aperta del 22 gennaio u.s. e riguardante i 21 ragazzi oggi ricoverati presso l’istituto Fisiomedica Loretana di Toro. Premetto, innanzi tutto, di condividere le valutazioni etiche per le quali lo Stato, attraverso gli enti decentrati preposti, debba garantire la presa in carico e l’assistenza di ogni cittadino che, per inabilità o indigenza, non sia in grado di provvedere autonomamente alle proprie necessità di vita o di salute. E’ in base alla piena corrispondenza con questi principi etici che ho scelto di lavorare nel pubblico e che da 15 anni assisto in casa, con la mia famiglia, un parente totalmente inabile affetto da de-
mento alla Tintilia, il tartufo, l’olio, i sott’oli e le conserve, i latticini e i formaggi, i salumi, la pasta alimentare, i dolci eccetera. Le aziende che parteciperanno avranno la possibilità di presentarle direttamente, o avvalendosi di tecnici esperti (sommeliers, assaggiatori di olio, chef ecc.), i propri prodotti ai buyers e agli operatori presenti, proponendoli in azioni di tasting, vere e proprie degustazioni tecniche guidate, o in piatti tipici della tradizione enogastronomica regionale che richiamino anche i concetti della dieta mediterranea. In questa operazione – ha detto Spina - il sistema camerale offrirà le sue competenze ed il suo personale qualificato. Non male infine la sintesi promo - pubblicitaria della presenza molisana basata su 3T (Tartufo, Tintilia, Tratturo) quale piatta-
forma di partenza per promuovere il territorio. Questa dell’’Unioncamere, abbiamo detto, è una iniziativa a latere, per coprire gli spazi esterni alla Expo, che pulluleranno di gente, di operatori commerciali, industriali, di turisti, di gente alla ricerca di novità, e in questi spazi il Molise cercherà appunto di inserirsi con le iniziative sopra accennate. Dobbiamo accreditarle tutte di una insita validità, sperando che poi, tradotte in pratica, sapranno davvero centrare l’obiettivo che si sono prefisse. A garanzia è stato creato un Gruppo di lavoro, composto da 3 referenti della Regione Molise e da 2 referenti dell’Unioncamere Molise, che avrà il compito di coordinare e monitorare tutte le fasi attuative (prima, nel corso dello svolgimento, e dopo) delle “Fiere di settore” sopra elen-
cate (Tuttofood – Homi e Host), nonché di individuare, approvare, coordinare, monitorare tutte le fasi attuative (prima, nel corso dello svolgimento, e dopo) delle iniziativa “Fuori salone”. Il Gruppo di lavoro cercherà di tenersi in stretta relazione con il Tavolo regionale incaricato di individuare le attività della partecipazione della Regione Molise all’Esposizione universale Expo 2015 (300mila euro di sola iscrizione), composta dai direttori delle Aree Prima, Seconda e Terza della direzione generale della giunta regionale (Angelo Fratangelo, Massimo Pillarella e Alberta De Lisio) e dal direttore del servizio di Gabinetto del presidente Frattura (Mariolga Mogavero), nonché col supporto della Fonazione Molise Cultura e della Società Sviluppo Italia Molise. Nel Padiglione Italia dell’Expo saranno pertanto altri stand del Molise, con altre proposte, con marcata identità culturale, come piace al ministro Franceschini che ha allestito un portale in cui sta raccogliendo gli aspetti significativi dell’Italia delle cento città, dei borghi, delle tradizioni, della storia, dei siti archeologici e della bellezza naturale, da offrire ai milioni di visitatori da ogni parti del globo terrestre. Non dovremmo sfigurare, se sapremo rappresentarci al meglio delle nostre qualità e possibilità. Ma saremo capaci? Dardo
Fisiomedica, perchè gli stabilizzati non possono restare nella struttura menza e allettato con i medesimi bisogni dei ragazzi di Toro. Ciò premesso, sono in obbligo di proporre al dibattito alcune precisazioni, nel rispetto del principio della assoluta completezza della informazione. Spesso il confine fra sanitario e sociale è di difficile individuazione. La legge, quindi, nel rispetto del principio etico sopra richiamato, tradotto in norma, indica con chiarezza quali sono gli interventi sanitari da porre a carico della spesa sanitaria, distinguendoli quindi da quelli che sono da considerarsi – in tutto o in parte – di natura sociale. Questa distinzione non pone in discussione nè l’obbligatorietà della presa in carico del cittadino non autosufficiente, nè la gratuità delle prestazioni sanitarie di cui necessita. La legge allo scopo prevede che, nel caso in cui il cittadino non abbia redditi e la
famiglia non sia in grado di provvedere alla assistenza non sanitaria di cui necessita, devono provvedere i comuni con le risorse disponibili per interventi di assistenza sociale. Nel caso specifico di cui si parla è pacifico e non è in discussione il fatto che, se dovesse essere confermata la diagnosi di paziente stabilizzato, quei ragazzi non potrebbero comunque restare degenti nella struttura di Toro, cosa peraltro già affermata da una sentenza ormai definitiva. Infatti, l’occupazione non appropriata di questi posti letto genera una disuguaglianza nei confronti di coloro che hanno invece bisogno e diritto a trattamenti specifici disponibili soltanto in quella tipologia di struttura, il cui numero di posti letto nella regione è stato contingentato per legge. Quello di cui si discute è quindi se questi
pazienti siano o meno stabilizzati, come accertato da detta sentenza e da diverse verifiche mediche. Su questo loro status, rimesso in discussione con un recente ricorso da parte delle famiglie, ASReM si rimette alle valutazioni della magistratura. Quello che mi preme sottolineare è che, comunque, nessuno ha mai messo in discussione il loro diritto a ricevere tutta l’assistenza sanitaria necessaria. Ho personalmente convocato più volte i comuni interessati e i responsabili dei distretti sanitari per assicurarmi che fosse loro garantita lapresa in carico dalla assistenza sociale – secondo le scelte fatte dai parenti in ordine alla soluzione residenziale preferita – e che venisse predisposto, per ognuno di loro, un programma personalizzato di assistenza sanitaria al nuovo domicilio. Vorrei, infine, precisare
che, se venisse confermato il loro status di pazienti stabilizzati, la situazione di questi ragazzi sarebbe sovrapponibile, quanto a necessità assistenziali e sanitarie, a quella dei numerosi pazienti affetti da Alzheimer presenti in regione e ancora più numerosi cittadini affetti da demenza senile. Per tutti costoro, laddove né è segnalata la necessità, ASReM assicura doverosamente l’attività sanitaria dovuta, ovviamente gratuitamente, presso l’abitazione di famiglia o la struttura di residenza collettiva dove sono ospitati. Da tecnico non entro nel merito sulla equità delle leggi, ma non ho la discrezionalità per disapplicarle. Il, mio dovere è di assicurare l’assistenza sanitaria di cui necessitano: a ciò ho provveduto con sollecitudine e su ciò manterrò nel tempo il necessario controllo.
TAaglio lto
3 28 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
L’Arsiam non paga, si tira la cinghia al San Timoteo La società che si occupa della somministrazione dei pasti presso l’ospedale termolese da agosto non riceve le spettanze, menù ridotto all’osso Noi siamo ciò mangiamo. E se questo, in condizioni di salute accettabili, è soltanto un motto di buonsenso, una di quelle frasi manifesto che cercano di spingerci ad abitudini più sane, a comportamenti alimentari più accorti, in caso di condizioni non buone, per non voler dire gravi, potrebbe rappresentare, invece, una vera e propria direttiva terapeutica, una prescrizione. Sconcerta, a questo punto, venire a sapere che per i pazienti dell’ospedale San Timoteo di Termoli è arrivato il momento di preoccuparsi (ancora più) seriamente; di guardarsi dal piatto che quotidianamente gli viene servito. A causa delle inadempienze dell’Arsiam, infatti, che non paga dal mese di agosto le dovute spettanze alla società Ladisa (società pugliese subentrata in subappalto alla RRPuglia). che si
occupa, dal settembre del 2013, della preparazione e somministrazione dei pasti presso il nosocomio termolese, il menù per i degenti è stato drasticamente modificato, ridotto all’osso: una scodella di mi-
nestrina a pranzo e cena; qualche fetta di formaggio o prosciutto cotto; contorno di verdure e frutta, acerba o troppo matura. A parte qualche eccezione, qualche pasto domenicale decente. Siamo alle so-
I sindacati all’oscuro sulle trattative in corso
GAM: manca il decreto per la Cassa Integrazione CAMPOBASSO. Situazione di stallo nella vertenza GAM. L’avessimo scritta vent’anni fa questa frase sarebbe bastato solo cambiare l’acronimo aziendale. Passano gli anni, le amministrazioni, ma a quanto pare lo stallo nella filiera avicola molisana resta immutabile. Come i paesaggi matesini, come l’alba vista sulla costa, come le vestigia dell’area archeologica di Sepino, come l’altissimo e bellissimo Molise. Come le crisi del tessile , il turismo che mai decolla, come lo zucchero sempre amaro, eccetera, eccetera…Crisi, emergenze occupazionali, vendite paventate, cordate fantasma, cordate che poi però li arrestano, tavoli, sit-in, cortei, conferenze stampa, conferenze di servizio. Perenni, immutabili. Ebbene si, pare proprio che l’emergenza sia la nostra condizione di normalità. La crisi, anzi le crisi, il nostro pane molisano, ops, quotidiano. FLAI - CGIL , FAI - CISL, UILA – UIL, UGL - AGROALIMENTARE, sigle sindacali per una volta unitariamente e appassionatamente concordi, sono “fortemente preoccupate”. Preoccupate per lo stallo, preoccupate per il silenzio che registrano (“Acquisiamo informazioni solo a mezzo stampa”), preoccupate per il mancato riscontro (magari anche negativo, ma almeno un riscontro…) alla richiesta d’incontro presentata “unitariamente” alla Regione. Vorrebbero essere messi a conoscenza, i sindacati: “…degli sviluppi che si vanno delineando sulla vertenza GAM rispetto alle novità dei soggetti interessati alla filiera avicola.” Tutto tace, evidentemente. Ma se in fase di trattativa un certo riserbo della Regione potrebbe anche essere addirittura funzionale alla buona riuscita dell’intera operazione, molto più preoccupante risulta essere il silenzio del Ministero del Lavoro circa il decreto sulla cassa integrazione che ancora non è esecutivo, impedendo il pagamento della stessa. Qui si che la preoccupazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali ha tutto il diritto di cittadinanza del mondo. Lavoratori abbandonati, famiglie come foglie al vento sono l’innesco ideale per situazioni sociali esplosive. Evitare situazioni del genere non dovrebbe essere una priorità, ma La Priorità. “A tal proposito chiediamo all’Assessorato al Lavoro e a sua Eccellenza il Prefetto di Campobasso di sollecitare insieme a noi il Ministero di competenza per l’approvazione della CIGS.” Risolvere eterni problemi, costruire un futuro più sereno magari è chiedere troppo; ma almeno provvedere a non perdere anche il presente do vrebbe essere il minimo. Dovrebbe.
La lettera Egregio Direttore, concordo ancora una volta con Sergio Genovese su quanto ha scritto sulla giornata dello sport ..Ma ci sono degli elementi negativi che non vanno sottaciuti. La presenza di Sara Simeoni, che spesse volte e’ venuta nel Molise e di Pasqualino Gravina.Glorie dello sport trascorso e va bene ma non si puo vivere sulla gloria passata. Il presente conta e conta
lite. Siamo costretti alla solita difficoltà nel riconoscere, in tutta questa storia, il lato peggiore. Preoccupa sicuramente il sonoro scricchiolìo dell’intero sistema sanitario regionale; sinistro, lugubre. Preoccupano le continue notizie di tagli, revisioni, ridimensionamenti, si badi, non degli sprechi, non delle gestioni allegre, ma dei servizi; a partire da quelli basilari. Ma ancora più inquietante, sinceramente, è il fatto che dei degenti, ognuno dei quali con i propri già dolorosi guai (cardiopatici, diabetici, persone sottoposte a terapie invasive con farmaci particolari) mangino tutti le stesse cose. Come sempre, di questi tempi, in questi casi di mala amministrazione, il costo sociale del disservizio ricade sulle famiglie. Coloro che possono, per fortuna, vengono assistiti dai familiari, i
quali provvedono a sostenerli con pasti decorosi. Sempre al netto di possibili errori in considerazione delle condizioni di salute specifiche del loro congiunto. Provvedere come cuochi ma improvvisarsi anche un po’ medici, quindi. Questo tocca, si badi, ai più fortunati. Restano gli altri. Coloro che per le più svariate ragioni non possono contare su cure parentali amorevoli e che devono accontentarsi, trattenendo a fatica moccoli e maledizioni. Crediamo che stavolta basti davvero il solo dato di fredda cronaca a rendere chiari e definiti i confini della nostra condizione di amministrati. Lasciamo a voi, gentili lettori, l’analisi politica, sociologica, quella che più vi aggrada o reputate opportuna, dei fatti qui riportati. Accodandoci, però, ai moccoli e alle maledizioni.
Influenze di stagione e patologie croniche L’assenza di programmi porta alla ‘morte’ il Molise CAMPOBASSO. E' male di stagione, è vero, l'influenza che, sembra, avere 'beccato' anche più di qualche vertice della politica regionale. Ma è male endemico, purtroppo, l'assenza di una reale programmazione regionale capace di fare uscire dalle secche il Molise. Manca una strategia politica, una visione d'insieme dei problemi che da anni, troppi, stanno interessando questo territorio. Così a scadenza si riaffacciano alla porta e diventano mali incurabili. Basta vedere i casi della Gam, dello Zuccherificio, della Ittierre senza parlare della Protezione civile, delle Esattorie, del Korai e senza scoperchiare il capitolo sanità. Né dischiudono orizzonti limpidi le sigle politiche di maggior pregio (Pd e Fi) dopo i travagli interni, le incertezze con cui hanno proceduto ai chiarimenti e alle analisi delle prospettive cui mirano. I residui velenosi di questi accidenti li ritroveremo nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni, lievito di future complicanze politiche che non gioveranno in alcuna misura alla speranza di un Molise che voglia di mettersi in carreggiata qualora assistito dalla volontà di fare e di sperare. Di nessuna consistenza appaiono peraltro i commenti che alludono a un 2015 con “nuove opportunità di impiego per i giovani, appalti per le imprese e aumenti di quote di mercato per le aziende”, se formulati da personaggi che nella passata
legislatura regionale si sono iscritti stabilmente al registro degli scettici, ma capaci di acrobatiche evoluzioni dialettiche in un senso e nel suo contrario.
Giornata dello Sport, e le gare studentesche? poco. La dimenticanza di Bussone, Risi e Mancini e’ grave da parte delle alte sfere in quanto sono persone - al di la’ degli ospiti -che hanno contribuito non poco allo sport molisano. Per ultimo vorrei solo ricordare che negli scorsi decenni erano organizzate le gare studentesche che apportavano nuova linfa allo sport molisano in quanto erano interessate - al limite del campanile - tutte le scuole della regione con uno spirito go-
liardico che ben faceva poiche era di stimolo ,cosa che oggi non c’e’ piu’. Domanda : perché chi si riempie la bocca di sport ha dimenticato , forse non ha l’eta’,la bellezza di stare sugli spalti o in campo - ex Romagnoli - a fare tifo per la propria scuola e per gli atleti che la rappresentavano. ed erano fior di atleti che davano l’anima per la propria scuola.Il passato non torna. Un saluto. A.A.
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4 28 gennaio 2015
Fondi europei, Molise ‘rimandato’ La Regione non avrebbe tenuto conto delle osservazioni di Bruxelles e il piano presentato slitta a maggio TERMOLI. Arriva dall’Ansa una nota secondo la quale l’Italia partirebbe già in ritardo nell’impiego della nuova tornata di fondi Ue, quelli della programmazione 20142020. Una dato del quale di certo non si sarà fieri e che pone il nostro paese al quinto posto tra quelli più indietro nell’impegnare i finanziamenti messi a disposizione per lo scorso anno. Al momento, infatti, risultano infatti essere ben 4,1 i miliardi inutilizzati sui 6,2 disponibili, pari al 66%, che la Commissione Ue ha quindi proposto di trasferire sul 2015. “Questa situazione – scrive l’Ansa – però non riguarda solo l’Italia ma in diversa misura tutti gli Stati membri, per un totale di 21 mld che Bruxelles ha ora chiesto a Parlamento e Consiglio di spostare sul bilancio
di programmi operativi (77), ma oltre la metà sono da riprogrammare (43).
Ue 2015. Peggio dell’Italia solo Repubblica ceca (100%), Romania (78%), Lussemburgo (69%) e Irlanda (67%). Campione di pro-
grammazione, invece, la Slovacchia (tutto utilizzato), poi Austria, Polonia e Lettonia (1%). L’Italia è il paese Ue con il più alto numero
Diversi i problemi, a partire dal ritardo con cui sono stati presentati i programmi operativi (PO), con gli ultimi inviati a gennaio 2015. Allo stato attuale tutti i programmi delle politiche di coesione sono stati trasmessi, di cui 19 adottati, 13 in adozione entro fine marzo, e 17 dopo il primo maggio. Per quanto riguarda criticità specifiche, sul fronte del Fondo sociale europeo tutti i PO sono stati già adottati da Bruxelles nel 2014 ad eccezione della Campania, in quanto le autorità non hanno tenuto sufficientemente in conto le osservazioni critiche della Commissione, e quello di Bolzano perché inviato il 30 dicembre. Entrambi saranno adottati dopo la revisione del bi-
lancio Ue prevista entro il primo maggio”. Il PO dell’uso congiunto dei diversi fondi Ue, invece, è stato inviato con le correzioni richieste da Bruxelles solo a metà dicembre. “Sul fronte dei fondi regionali, invece, Puglia e Molise – prosegue la nota – non hanno sufficientemente tenuto conto delle osservazioni di Bruxelles, per cui anche in questo caso tutto slitta a maggio. Lo stesso dicasi per i PO nell’ambito di legalità, città metropolitane, ricerca e innovazione. La Calabria, invece, ha trasmesso il suo programma operativo prima della pausa natalizia ma, data la presenza di informazioni erronee, la Commissione lo ha immediatamente rimandato indietro per le necessarie modifiche”.
L’opposizione richiama l’attenzione sulle sole proposte presentate e discusse in aula
“In Consiglio regionale maggioranza assente”
CAMPOBASSO. “Vi siete accorti del ruolo di ‘monitoraggio e controllo’ della minoranza consiliare?” A parlare i consiglieri Angiolina Fusco Perrella, Michele Iorio, Giuseppe Sabusco, Salvatore Micone e Nicola Cavaliere. “Vi siete chiesti su quali proposte, atti o richieste di sedute monotematiche (vedi sanità, Gam, Zuccherificio, Ittierre, crisi occupazionale) si svolgono le sedute del Consiglio regionale? Interrogazioni, mozioni e interpellanze che spesso restano iscritti nell’ordine del giorno del Consiglio regionale per settimane, e alle quali non viene data risposta, su temi e problemi che attanagliano la nostra regione. Innanzitutto – continua la nota – la problematiche riguardante i rimborsi a favore di soggetti sottoposti a trapianto di organi o affetti da patologie rare: avevamo chiesto al Presidente Frattura, in una lettera aperta, di prevedere nel prossimo Bilancio di previsione una somma adeguata a garantire la copertura finanziaria della legge regionale n. 23 del 2008 per le annualità 2014 e 2015. Qual è il risultato? Con Deliberazione n. 25 la Giunta regionale ha ritenuto di assegnare e trasferire, con la massima urgenza, l’importo di euro 140.000,00 al-
l’ASReM per consentire il pagamento dei rimborsi ai cittadini aventi diritto per il 2014. Un primo traguardo è stato raggiunto, non risolutivo, per noi, di una questione davvero molto delicata e importante per i malati e le loro famiglie. Ancora l’annuncio del Vicepresidente Petraroia di aver trovato la soluzione al potenziamento del servizio a salvaguardia dei pazienti affetti dal Alzheimer e del servizio di assistenza domiciliare integrata, come richiesto da noi in una mozione urgente. Ma perché non ha detto con quali fondi? Quelli stanziati dal precedente Governo regionale con Deliberazione n. 36 del 15 gennaio 2013, 12 milioni di euro nell’ambito della Linea di Intervento “Rete socio-sanitaria regionale” per il raggiungimento dell’obiettivo di servizio “Servizi di cura per gli anziani” e il miglioramento dell’indicatore S.06. Ci sarebbe dovuta essere l’onestà intellettuale di riconoscere l’importanza di quegli interventi programmati in passato; dare a Cesare quello che è di Cesare, almeno per una volta. Altra questione: il mancato coinvolgimento del Consiglio regionale nella fase della programmazione dei fondi europei, in barba a
quanto disposto dalle normative regionali. Programmi inviati a Bruxelles che hanno ricevuto una serie di osservazioni da parte del Ministero. Per rimediare il Presidente della Prima Commissione consiliare ha convocato per il 27 gennaio una seduta per l’esame del FESR-FSE Molise 2014-2020 e del PSR 2014-2020, nella quale ci auguriamo che vengano portati alla nostra attenzione anche i rilievi mossi dal Governo nazionale. Un’iniziativa a posteriori, tardiva, spinta ancora una volta da noi per rivendicare il ruolo del Consiglio regionale e finalmente lavorare su questioni serie per la nostra Regione. E che dire di un’interrogazione indirizzata all’Assessore Facciolla per avere chiarimenti, come da compito della minoranza, sul patrimonio tratturale della nostra regione, una delle ricchezze più importanti del nostro territorio e che merita la necessaria attenzione. Abbiamo appresso tramite gli organi di stampa che i tratturi sono stati selezionati tra i contenuti per il Molise nella Mostra delle Regioni di Expo 2015 e che si è insediato il Tavolo Tecnico a supporto del progetto di cooperazione transnazionale
“Via e Civiltà della Transumanza patrimonio dell’Umanità”, già candidato al riconoscimento Unesco. Progetto che prende le mosse da lontano, sostenuto anche allora con fermezza e impegno. Ora ci verrà risposto dall’Esecutivo regionale che è solo una casualità? Che gli interventi sul sociale erano già programmati? Che le iniziative sui tratturi erano in cantiere da tempo? Che era già stabilita la trasmissione dei programmi europei in Commissione e successivamente in Consiglio regionale? Restiamo ora in attesa di risposte e, soprattutto – termina la nota – di risultati concreti su tutte quelle questioni ancora aperte e che abbiamo più volte abbiamo portato all’attenzione dell’Esecutivo regionale: la GAM, a lo Zuccherificio, l’Ittierre, il Korai, la Molise Dati, Esattorie S.p.A., Garanzia Giovani, Piano Integrato Giovani, Formazione Continua e Apprendistato, Disabilità e Dopo di Noi e la vertenza degli operatori della Formazione Professionale. A quando tutto questo?”.
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5 28 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Antonio Battista: “Ho tanta voglia di fare” Uomini di staff, progetti e finanziamenti, e l’ansia di mostrare di essere un sindaco pratico e non teoretico o qualunquista Ha tanta voglia di fare il sindaco Battista, per bilanciare la tanta voglia di dire che lo ha contraddistinto nella fase dei comizi elettorali e in quella dell’annunciazione delle linee programmatiche. Ha, soprattutto, tanta voglia di utilizzare le risorse finanziarie che si sono rese disponibili dal momento in cui ha riprogrammato, d’accordo con la Regione Molise, gli 11 milioni di euro destinati alla realizzazione di una galleria che avrebbe dovuto collegare il Terminal delle autocorriere con Via San Lorenzo. Un progetto che non ha avuto fortuna e, forse, non è stato un male. Con quelle risorse (disponibili) ha la possibilità di sistemare definitivamente i servizi al pubblico del Terminale (sala d’attesa, biglietteria, scala mobile, deposito bagagli eccetera) e il collegamento di quella stazione automobilistica ad altri punti nodali della città: la stazione ferroviaria, l’università, e via Lombardia nel cuore del quartiere di San Giovanni dei Gelsi, in aggiunta al collegamento del Terminale con Via Mazzini, in fase di completamento. Collegamenti pedonali, si badi, interamente coperti e video sorvegliati. Una sorta di ragnatela sul territorio per introdurre efficacemente il con-
cetto di pedonalità e per la sicurezza, in alcune ore del giorno, soprattutto, delle miglia di persone (studenti e lavoratori) oggi costretta sciamare sulla carreggiata delle strade a rischio d’essere investiti per raggiungere i luoghi di studio e di lavoro. Nel programma delle attuabilità, ovvero coi progetti pronti o da approntare coperti da finanziamento, il primo cittadino ha incluso anche una rete stradale per ricucire il territorio e collegare aree urbane oggi scollegate tra loro per renderle interattive.
L’idea è semplice: un primo lotto andrebbe da Piazza Molise a Via delle Frasche, quindi da Via delle Frasche a Via Piave e da Via Piave a Via Altobello per concludersi all’innesto con Ripalimosani. Lo scopo è drenare parte sostanziale del traffico che oggi va ad intasare l’asse viario che da 24 maggio e Via 4 novembre arriva all’innesto con l’Ingotte. La visione programmatica di Battista appare di primo acchito minimale, ma non è così: è frutto di buonsenso comune e d’esperienza. Fare aggi il
possibile e non aspettare l’impossibile per domani. Eppoi, in materia di viabilità, si vanta di aver concluso con la Regione il finanziamento necessario per completare la tangenziale Nord. Viabilità a scorrimento veloce all’esterno e, all’interno della città, un reticolo viario interquartiere. Il chiodo fisso che lo affligge è, come abbiamo accennato all’inizio, mettere al più presto in cantiere la parte di questo pacchetto di opere e di risorse finanziarie. Gli dovrebbe essere d’aiuto l’arrivo del responsabile del coordinamento e del controllo delle attività di gestione dell’ente. A giorni, e subito dopo il responsabile dell’Urbanistica e dei Lavori pubblici. Uomini, progetti e finanziamenti, e l’ansia di mostrare di essere un sindaco pratico e non teoretico o qualunquista. Staremo a vedere. Cert’è che i soldi ci sono davvero, che i collegamenti pedonali sono progettualmente definiti, che la rete viaria interquartiere, volendo, non prevede tempi biblici. Altro punto fermo per snellire il traffico urbano è il sottopasso del passaggio a livello di San Giovanni: un progetto che circola nei programmi comunale e regionale da almeno 30 anni; questa sarebbe la volta buona:
Cotugno: “Endometriosi, anche in Molise la legge” CAMPOBASSO. Grande soddisfazione del consigliere regionale di Rialzati Molise Vincenzo Cotugno, promotore e firmatario della proposta di legge n. 79 “Disposizioni per la tutela delle donne affette da Endometriosi” approvata oggi dal Consiglio regionale all’unanimità. L’Endometriosi è una malattia non molto nota ai più, che tuttavia colpisce il 30/40% dell’infertilità femminile. Essa colpisce in Italia circa 3 milioni di donne, 14 milioni in Europa e 150 milioni nel mondo. “Una malattia ad alto rischio di complicanze che deve essere trattata alla stessa stregua di un cancro – afferma il Prof. Vito Chiantera, direttore dell’Unità Operativa della Fondazione
L’INTERVENTO di Pino Gallo Il Decreto Legge 23 gennaio 2015, approvato dal Consiglio dei Ministri, ( il cui testo in sintesi è riportato sul sito Governo.it) in pratica distingue “esenti” e “paganti” in base alla classificazione Istat che divide i Comuni in “montani” ( 3.516 comuni dove tutti i terreni sarebbero esentati), “parzialmente montani” ( 652 comuni dove l’esenzione riguarderebbe solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli) e i comuni “non montani” ( 3.880 comuni dove pagherebbero tutti). I nuovi criteri sono applicabili per il 2014 e il 2015, ma nel contempo – per l’anno 2014 - è prevista l’esenzione di quei terreni che erano esenti in virtù del decreto del 28 novembre 2014 e che invece risultano imponibili per effetto dell’applicazione dei criteri sopra indicati. Qual è l’inganno?: I comuni “montani” sono quelli posti per almeno l’80% della
Giovanni Paolo II di Campobasso, che ha fornito un contributo scientifico determinante nella redazione della legge approvata oggi all’unanimità dal Consiglio regionale del Molise. L’Endometriosi è una malattia che ha una diffusione notevole nella nostra Regione, le cui complicanze necessitano di una particolare attenzione da parte degli organismi preposti sia in termini di prevenzione che di trattamento e diagnosi precoce. Di qui l’importanza notevole di questa legge che, ad oggi, è stata adottata soltanto nelle regioni Friuli-Venezia-Giulia, Sardegna e Puglia. “Si tratta di un intervento normativo straordinario – dichiara Cotugno – finalizzato a realizzare una rete di assistenza alle donne affette da
parola di Antonio Battista. Progetto (ing. Cocozza) pronto e soldi cash. Manca chi sia capace di metter in moto i meccanismi realizzativi. Dovrebbe provvedere il coordinatore e controllore delle attività di gestione che unanimemente viene configurato nel già direttore generale (gestioni Massa e Di Fabio) Antonio Iacobucci. A completare il quadro degli interventi “correttivi” e “migliorativi” dell’uso della città il sindaco ha previsto infine un parcheggio a più piani ( in joint venture) nell’area di proprietà del ferrovie, di fronte all’attuale (dismesso deposito), e lo svincolo all’altezza di Selvapiana per favorire l’ingresso e l’uscita del traffico della Fondo valle Rivolo. Sembrano piccole cose, cose domestiche, forse lo sono, perché, ad esempio, non trovano un nesso con la realizzazione della sede regionale su parte dell’ex campo sportivo Romagnoli, che rimane l’evento di maggiore spessore architettonico e urbanistico, intorno al quale si lega strettamente l’area murattiana, non di meno la cittadella universitaria e il ruolo e la funzione di un capoluogo di regione o città direzionale che dir si voglia. Dardo
endometriosi, a diffondere la conoscenza di questa patologia tra i medici e la popolazione nonché a sostenere la ricerca scientifica e le associazioni di volontariato già impegnate nell’assistenza alle malate e alle loro famiglie.” “E’ un risultato importante – aggiunge il Consigliere Cotugno – , che apre uno scenario nuovo e più sereno per le donne che sono colpite da questa patologia e che pone il Molise all’avanguardia nell’azione di prevenzione medica, con riflessi importanti anche nella gestione dei costi del nostro sistema”.
Imu agricola, un disastro loro superficie al di sopra dei 600 metri di altitudine sul livello del mare, e i “parzialmente montani” quelli in cui la popolazione residente nel territorio montano è inferiore al 15% della popolazione complessiva. La condizione di “comuni parzialmente montani” interessa meno del 10% dei comuni del territorio nazionale, e nella provincia di Campobasso interessa solo 7 Comuni ( Acquaviva C., Bonefro, Colletorto, Montorio nei F., Palata, San Giuliano di P. e Tavenna). Difatti l’esenzione dal pagamento per i terreni agricoli, dell’ICI prima e dell’ IMU dopo, che interessava tutta la provincia di Campobasso e la quasi totalità dei Comuni meridionali era dovuta, non all’appartenenza a “Comuni parzialmente montani”, bensì alle c.d. “zone svantaggiate” individuate da apposito Decreto Ministeriale. Ecco perché c’è poco da stare allegri! Sorprende, infatti, il trionfalismo di alcune ca-
tegorie del mondo agricolo che palesemente confondono le “zone svantaggiate” con i “comuni parzialmente montani”! Ed è ancora una volta il Mezzogiorno, dove il disagio delle aziende agricole è macroscopico, a pagare il prezzo più alto! Pur tuttavia ritengo che allo stato dell’arte permangono elementi d’incertezza sulla portata di applicazione della norma tributaria e soprattutto dubbi di legittimità per la mancata diversificazione tra terreni posseduti da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli nei c.d. Comuni “non montani”, e più in generale, la palese violazione dello “Statuto del contribuente”, perché le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantatesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore ( D.L. in data 23 gennaio 2015 e termine per i pagamenti 10 febbraio 2015). Per queste ragioni sarebbe più che
plausibile che il mancato pagamento dell’imposta nei termini dovuti ( 10 febbraio 2015) non comporti l’applicazione di sanzioni e interessi. Sarebbe, pertanto, lecito aspettarsi che i Comuni, che hanno in materia di IMU totale autonomia in ordine all’attività di accertamento, adottino apposito atto d’indirizzo per dare serenità a tutti i contribuenti. Resta, comunque, assolutamente necessario che le Amministrazioni Comunali diano prova di sensibilità nei confronti di una categoria tanto tartassata per prevedere, almeno per l’anno 2015, la più bassa aliquota possibile che è quella del 4,6 per mille ( l’aliquota è infatti variabile dal 4,6 al 10,6 per mille), quanto meno per non triplicare il danno a carico delle aziende. Per tutte queste ragioni, a mio avviso, è auspicabile la mobilitazione dei coltivatori, imprenditori, e più in generale, dei contribuenti interessati all’imposta.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Campobasso
28 gennaio 2015
“Campobasso-Termoli, un disastro” La tratta ferroviaria sembrava prossima alla riapertura ora resterà nuovamente chiusa fino a giugno Campobasso. A pochi giorni dalla prevista riapertura della tratta ferroviaria Campobasso-Termoli, attualmente funzionante dal capoluogo fino a Larino, veniamo informati che tale linea chiuderà integralmente fino a giugno 2015 arrivando così ad oltre 12 mesi di interruzione continuativa; senza contare che la stessa è stata oggetto di chiusure totali o parziali più o meno prolungate da 10 anni a questa parte”. La denuncia arriva dalle Rsu e da un gruppo di utenti, in riferimento al prolungamento della chiusura della tratta Campobasso-Termoli. “La tratta viene interrotta ormai sempre più spesso e per un periodo sempre maggiore ma i lavori che la interessano perdurano senza soluzione di continuità. Posticipare la riapertura significa prolungare i disagi per cittadini e utenti (pendolari, lavoratori, studenti) che continueranno ad essere costretti ad utilizzare i servizi sostitutivi con tutti gli incomodi da questi derivanti. Si sottolinea che la viabilità della S.S. 87 presenta, soprattutto nei mesi invernali, maggiori criticità rispetto al trasporto su ferro, in considerazione delle variazioni altimetriche. Inoltre, è da tener presente che l’alternativa stradale alla S.S. 87 è la fondovalle 647 – la “Bifernina” – che tutti ormai sappiamo essere in crisi sia dal punto di vista strutturale che della sicurezza. L’aumento degli autobus che imperverserà sulle strade e sulla città di Campobasso graverà pesantemente sullo stato attuale dell’inquinamento
acustico e ambientale, andando quindi nella direzione opposta rispetto alle politiche comunitarie su tali materie. Autobus dappertutto, vittime del traffico caotico, ma anche essi stessi generatori, fanno pensare che la situazione non potrà andare avanti così all’infinito. Fermo restando che la messa in sicurezza della
tratta è un obiettivo condivisibile, ciò che non condividiamo è la modalità di attuazione. Crediamo infatti che i lavori, così come appresi, possano essere realizzati senza interrompere il servizio ferroviario. Ci domandiamo: “Perché tali lavori non possono essere eseguiti in esercizio come avviene per interventi simili su
altre tratte?” Segnaliamo, inoltre, che tali lavori non comporteranno alcun aumento della velocità commerciale pertanto il millantato ammodernamento della tratta non sarà neanche questa volta realizzato, perdendo così un’altra occasione di reale miglioramento del servizio. Riteniamo dunque che le due esigenze, manutenzione tratta e trasporto su ferro, si possano realizzare assieme. Inoltre siamo fortemente allarmati riguardo le ripercussioni occupazionali che la chiusura prolungata ha creato (personale in esubero e spostamento di lavoratori a sedi lavorative diverse da quelle assegnate) e che continuerà a creare. Viste le considerazioni di cui sopra non vorremmo che tali scelte facciano parte di una strategia che sia preludio non tanto ad un miglioramento e potenziamento del collegamento ferroviario con l’Adriatico quanto di una chiusura definitiva della linea, dopo circa 130 anni di esercizio. In tal caso una domanda viene istintiva: è stato davvero necessario elargire milioni di euro per porre in essere lavori che mai saranno collaudati? Tali fondi potevano essere meglio utilizzati sulla tanto discussa tratta Campobasso-Roma?Crediamo che le Istituzioni debbano rispondere in maniera adeguata alla domanda di mobilità interna della Regione e che i cittadini, utenti tutti e lavoratori abbiano il diritto di conoscere le motivazioni delle scelte fatte e portate avanti, finora, con poca chiarezza”.
Scuola di Formazione “Toniolo”: “Famiglia, scuola di gratuità” Campobasso. “Famiglia, scuola di gratuità”è il tema del convegno organizzato dalla Scuola di Formazione all’impegno socio-politico “Giuseppe Toniolo” della diocesi di Campobasso -Bojano per il prossimo 29 gennaio 2015 alle ore 18.00 presso l’Auditorium “San Pietro Celestino” (Curia Arcivescovile) in via Mazzini , 80 a Campobasso. L’evento organizzato in collaborazione con il Forum delle Associazioni Familiari del Molise e il Movimento Cristiano Lavoratori, vedrà la partecipazione di rappresentanti delle Istituzioni, delle Associazioni, Gruppi e Movimenti e delle organizzazioni di categoria. Concluderà i lavori Mons. GianCarlo Bregantini, Arcive-
scovo e Presidente della Commissione Episcopale CEI per i Problemi Sociali, il Lavoro le Giustizia la Pace e la Salvaguardia del Creato. Le parole, a braccio, che Papa Francesco ha donato al Molise il 5 luglio, saranno la “traccia” della discussione: “Forse è giunto il momento di domandarci se quella di lavorare alla domenica è una vera libertà” - “ Per favore “perdete tempo” con i vostri Bambini“ “La crisi attuale, prima che economica, è valoriale e relazionale, e ci impone di ripensare le nostre relazioni nell’ottica di gratuità, misericordia e comunione” dichiara Antonio Chiatto Direttore della Scuola Toniolo di Campobasso.
“Gratuità e comunione, peraltro, sono “sorelle” della solidarietà, che, oltre ad essere principio fondante del Magistero Sociale della Chiesa, lo è pure della nostra Costituzione: in un momento in cui il primato dell’economia sembra dominare la vita pubblica del nostro Paese, vogliamo riflettere sui pilastri che possono portare ad un positivo rinnovamento del nostro vivere insieme; dobbiamo ripartire dalla famiglia, cellula fondamentale della società, dalla gratuità, dalla condivisione, dall’attenzione agli ultimi, come ci ha ricordato sin dall’inizio del suo ministero petrino papa Francesco”. L’incontro tematico sarà anche occasione
per affrontare la questione relativa alle aperture domenicali. Il lavoro domenicale si traduce in una forma di ingiustizia dove i figli si sentono privati della presenza dei loro genitori. Ma il riposo assume anche un significato antropologico, necessario per il recupero. Questa battaglia- dichiarano i promotori - non è una battaglia confessionale ma una posizione che raccoglie una convergenza di consensi ampia, che travalica l’ambiente “Cattolico”. Se col lavoro la famiglia acquista dignità, col giorno di festa acquista gratuità.. Senza gratuità l’uomo resta schiacciato dal lavoro, ridotto alla dimensione economica.
Domani l’imprenditrice dell’anno L’evento è gestito dalla Camera di Commercio e si svolgerà nella sala della Costituzione Campobasso. Domani alle ore 10,30 presso la sala della Costituzione della Provincia di Campobasso – Via Milano, sarà celebrata la 4^ edizione del “PREMIOImprenditrice dell’anno Maria Rossi Sabelli”.L’evento, quest’anno, è stato organizzato a livello regionale
nella convinzione della necessità di promuovere, sostenere e valorizzare la cultura d’impresa al femminile nel nostro territorio. Infatti con il tradizionale appuntamento, l’Unioncamere Molise e il Coordinamento Regionale dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile di
Campobasso e Isernia offrono l’opportunità di far emergere qualità e competenze delle imprenditrici, dirigenti di azienda del territorio molisano e imprenditrici molisane nel mondo che, con il proprio lavoro, hanno raggiunto importanti obiettivi e apportato significative inno-
vazioni e competenze nel loro settore, affermando altresì l’identità femminile con un alto valore professionale e dando particolare lustro e prestigio al nostro territorio. Tre saranno le figure di spicco del panorama economico e produttivo a cui verranno assegnati i seguenti
premi:“Imprenditrice dell’anno”, “Imprenditrice dirigente” e “Imprenditrice molisana nel mondo”. Durante la cerimonia verranno consegnati anche altri riconoscimenti tra cui: attestati di eccellenza e di merito, e premi speciali.
Da una Galleria all’altra d’Italia il tour dell’artista molisano Piero Perrino a Udine dal primo al quindici febbraio Da Palermo a Udine, passando per Perugia e Venezia, nella città lagunare nella grande collettiva a latere della prossima Biennale d’Arte, è la più recente e prossima peregrinazione delle opere pittoriche di Piero Perrino, l’artista campobassano stabilmente presente nelle maggiori esposizioni e gallerie italiane. La sua storia d’artista è ricca di aneddoti e, per la sua notorietà e felicità, oltre che per il prestigio molisano, ricca di successi. Estemporaneo,
creativo, sorretto dall’innato senso cromatico, la sua arte è una forte espressione di vitalità che si trasmette naturalmente al visitatore e diventa una forte attrazione per i suoi collezionisti. La prossima mostra di Piero Perrino dal primo al quindici febbraio, come abbiamo accennato, si terrà a Udine, curata da patria Cocchi, presso la Galleria ArtTime (vicolo Pulesi, 6).
Campobasso
7 28 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Parco del Matese, è l’ora? Dopo l’annullamento delle autorizzazioni per le centrali a Campochiaro, si riapre la questione dell’area naturalistica Il Molise annovera tre riserve naturali statali (Collemeluccio – Montedimezzo e Pesche), due riserve naturali regionali (Oasi wwf di Guardiaregia e il Torrente Callora), l’area protetta di Bosco Casale (Oasi Lipu di Casacalenda) e uno spicchio del Parco nazionale d’Abruzzo che all’apparenza fanno credere di essere di fronte a una regione virtuosa, che tiene a salvaguardare le peculiarità del proprio territorio nonché impegnata a preservarlo e a valorizzarlo. All’apparenza. Perché poi nei fatti la musica è ben altra. Prolificano i pali eolici sui crinali più interessanti dal punto di vista paesaggistico; gli incendi ogni estate distruggono centinaia di ettari di bosco; non mancano le cave estrattive e le discariche a cielo aperto, e forme inquietanti di inquinamento dell’aria, dei terreni e dell’acqua sono soggette a controlli approssimativi che le rendono persistenti e pericolose. A questo si aggiunga l’invasione del cemento anche nelle aree di pregio ambientale (lottizzazioni in zona agricola). Sicché, le tre riserve naturali statali, le due riserve naturali regionali, l’area protetta di Bosco Casale e lo spicchio di Parco nazionale d’Abruzzo incidono ben poco sulla volontà e capacità di chi ha governato e governa il Molise a considerare il territorio una risorsa e un’occasione di crescita. Raccontiamo infatti di realtà statiche, per
giunta marginali ad ogni forma di sfruttamento scientifico e turistico. Dicono niente. Non muovono attenzione, interesse, passione, né catalizzano i cultori e i cantori della natura evidentemente in tutt’altre faccende affaccendati. Alcuni dei quali dallo stato delle cose traggono finanche vantaggi economici. Diversamente, darebbero linfa all’idea del Parco del Matese e alla individuazione di altre aree protette concepite in chiave turistica e ambientalistica. Ovvero, volte a creare
occasioni di crescita e di sviluppo mediante l’organizzazione di sistemi amministrativi e gestionali del territorio. Se la memoria non ci trae in inganno, l’idea del Parco del Matese e di altre aree protette da individuare per arricchire l’appeal turistico-ambientale-naturalistico del Molise galleggia da circa un ventennio nelle aule consiliari delle maggiori istituzioni locali e territoriali. Ultima iniziativa in ordine di tempo, è stata la proposta di legge del consigliere regionale Riccardo Tamburro (oggi
personaggio in stand-by ai margini del centrosinistra, in attesa di un riconoscimento e una ricompensa per il passaggio di casacca) con cui ha riaperto il capitolo della istituzione del Parco del Matese. Argomento intorno al quale precedentemente si erano cimentati, con risultati pari alla loro modesta coscienza politica e personalità amministrativa, diversi consiglieri regionali e qualche assessore di transito all’ambiente. Ancora prima c’erano stati aborti in serie di propo-
ste di legge e frettolose retromarce. Finanche l’università del Molise, qualche anno fa, sull’idea del Parco s’è resa protagonista, in connessione col Consiglio regionale Unipol, di un convegno a Isernia dal titolo “I parchi del Molise: un’occasione di sviluppo” tradottasi, poi, in un’occasione fallita. Il che la dice tutta come sia difficile cavare il ragno dal buco. E oggi? La Regione, invece di darci il massiccio del Matese finalmente in versione Parco, ce lo vuole rifilare in versione Centrale a biomasse con il beneplacito del presidente della Giunta. Complimenti Pertanto, in assoluta carenza di proposte e iniziative, accontentiamoci di tenerci le tre riserve naturali statali, le due riserve naturali regionali, l’area protetta di Bosco Casale e lo spicchio di Parco nazionale. Frattanto però, proliferano i pali eolici, i boschi bruciano, le cave s’ingrandiscono, così le discariche e le capziose forme di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno. E’ il Molise allegramente scivola verso il progressivo degrado ambientale. A meno che il Tamburro passato a sinistra e il nuovo presidente della Regione Molise non riescano a farcela a trovare il bandolo della matassa. Ovvero, a darci il massiccio del Matese finalmente in versione Parco. Mai dire mai! Dardo
Attesa e curiosità, tante, domani, 29 gennaio 2015, per il rinnovo del consiglio direttivo della sezione molisana dell’Associazione Italiana Insegnati di Geografica
Dopo 33 anni di presidenza Rocco Cirino vuol passare la mano Intorno alla figura del presidente e dell’associazione un nugolo di aderenti entusiasti e appassionati pronti a dare continuità all’opera di educazione e di responsabilizzazione nei confronti delle giovani generazioni nel campo della conoscenza, dell’apprezzamento e della salvaguardia dei valori ambientali, naturali e paesaggistici del Molise Attesa e curiosità, tante, domani, 29 gennaio 2015, per il rinnovo del consiglio direttivo della sezione molisana dell’Associazione Italiana Insegnati di Geografica (Aiig). La prima e, forse, la sola che dalla nascita ad oggi ha tenuto sempre la barra dell’ambientalismo dritta, senza mai cadere nell’incoerenza e sempre evitando ogni forma di sudditanza, di dipendenza, di ammiccamento al potere, comunque e dovunque espresso. L’attesa è tanta, si diceva, perché circola voce che Rocco Cirino, mitico e insostituibile presidente dell’Aiig da 33 anni, voglia passare la mano. Nonostante sia oggetto di pressioni e di sollecita-
zioni a restare, che gli vengono da ogni parte sana dell’ambientalismo molisano. La bravura di Cirino è stata quella di creare intorno a sé e all’Aiig un nugolo di aderenti entusiasti del suo entusiasmo, emuli della sua passione e, quindi, pronti in ogni momento a dare continuità all’opera di educazione e di responsabilizzazione nei confronti delle giovani generazioni nel campo della conoscenza, dell’apprezzamento e della salvaguardia dei valori ambientali, naturali e paesaggistici del Molise. Ne citiamo alcuni: Nicola Petrella, Roberto Colella, Maria Cristina Salvatore, Rosanna Mariani, Enza Santoro, Silvana Reale, e
molte altre persone dovremmo citare per dire di un’associazione in cui il volontariato assume il suo massimo valore morale. Non a caso, crediamo, sia tra le poche, se non l’unica, realtà associativa a non aver preso contributi pubblici, sotto nessuna forma. Eppure, non si contano, nei 33 anni a guida Cirino, le iniziative promozionali, gli incontri (esemplare l’istituzione della cattedra itinerante), le battaglie fatte e vinte per difendere il territorio dalle peggiori aggressioni speculative. Premiata dal Ministero dell’università e ricerca per questa sua coerenza, perseveranza, determinazione e competenza come associazione per
la Formazione, e dal ministero dell’Ambiente come associazione di protezione ambientale. L’Aiig quindi rinnova il consiglio direttivo e la circostanza si arricchisce della partecipazione delle associazioni e dei comitati territoriali invitati a portare un proprio contributo al dibattito, raccontando delle iniziative attuate per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio molisano. Un simposio in forma di happening, nello stile semplice e diretto dell’Aiig del Molise, da cui potranno scaturire pregi e difetti di un sistema, quello della cura e della difesa dell’ambiente, che, diciamolo, si porta dietro molte luci e, però, non poche
ombre. Non tutte le associazioni e non tutti i comitati territoriali ad esempio hanno condiviso l’azione di contrasto fatta contro la realizzazione delle centrali a biomasse nel cuore del Matese, creando una lacerazione che per fortuna non ha prodotto effetti negativi se, come sappiamo, le centrali sono state revocate. Ma il vulnus nella compattezza del sistema, non lo si può negare. Al presidente che sarà chiamato a guidare l’Aiig per il futuro, un aperto e sincero “in bocca al lupo”. Dardo
Inseriti nel portale del ministero del Turismo “VeryBello” premia il Molise con il Festival dell’Astronomia e Molisecinema Due eventi che si terranno in Molise prossimamente, il Festival dell’Astronomia (primo marzo – trentuno maggio) e Molisecinema, sono stati inclusi nel portale internet istituito dal ministero del Turismo per promuovere le bellezze d’Italia in concomitanza con l’esposizione internazionale di Milano “Expoi 2015”. Due dei milletrecento eventi programmati e immessi in rete in uno, per dire, con Umbria Jazz e la Biennale di Venezia.
Ma è tutta l’Italia della musica, della pittura, dell’archeologica, delle tradizioni, delle novità, della creatività, della suggestione che si ritrova su www.verybello.it. Che ci siano due eventi particolari che raccontano un Molise non sempre ammirato e apprezzato è un segnale di attenzione che lascia ben sperare. il Festival dell’Astronomia è stato promosso dall’Istituto nazionale di astrofisica e vedrà impegnate le istituzioni locali, in particolare
S. Pietro Avellana e Castelmauro, che nel loro territorio, in virtù della particolare limpidezza del cielo, hanno due osservatori di astronomia, e le scuole. Sarà un evento d’interesse scientifico con una forte appendice culturale e turistica. Tale da meritare, appunto, di essere inserita su VeryBello. L’iniziativa esalta le meraviglie del cosmo (previsto anche un premio fotografico tributo all’astrofisica Margherita Hack). L’immagine virtuale uti-
lizzata dal portale é un frame video del flashmob con il quale il Festival che si svolgerà in Molise, anche attraverso il saluto all’astronauta Samantha Cristoforetti, é stato presentato a Milano. Un video di pregevole fattura che sviluppa la magia delle stelle tra giochi di luce e musica spacerock. Uguale attenzione è stata rivolta a Molisecinema ,che da anni da Casacalenda promuove interessanti rassegne cinematografiche.
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Isernia
28 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Brasiello affronti i veri problemi di Isernia” La segretaria regionale del Pd, Fanelli, dà i suggerimenti al Sindaco ISERNIA. ”Abbiamo contribuito attivamente all’elezione alla Provincia di Gigi Brasiello. Abbiamo preso posizioni affinché i rilievi critici si ricomponessero. Continueremo a farlo. L’amministrazione deve andare avanti. Vincano le ragioni dell’unità, ma si ascoltino i motivi di cittadini e consiglieri che propongono dei miglioramenti”. Lo affer-
mano Micaela Fanelli e la Segreteria del Pd, a conclusione della riunione di ieri.. “Scaricare la radice del malessere, le critiche amministrative, in altre sedi, nel partito regionale o locale, non risolve le questioni. Crediamo sia più utile dirsi a Isernia che cosa non va a viso aperto, e ritrovare nell’amministrazione le risposte che la città attende.
Vanno rimosse le cause del malcontento con una franca e costruttiva discussione. Ora –continua il segretario Pd – siamo fiduciosi che Gigi dimostrerà queste capacità. Ancora una volta gli saremo accanto. Comprendiamo la tensione del momento ma non cadiamo nel gioco delle contrapposizioni. Gli chiediamo di andare
avanti. Guardi però la realtà per quella che è e la affronti in tempi rapidi. Noi, gli auguriamo sinceramente un buon lavoro. Nessuna sfiducia da parte della segreteria, anzi sostegno, ma ora vada avanti lavorando alle vere ragioni del dissenso. Se sarà bravo, ne usciremo tutti rafforzati! Se vorrà una mano, ci saremo”.
“Isernia, una città ormai morta” Provocatori i manifesti affissi da Casa Pound in città dopo i nuovi tagli ISERNIA. Manifesti funebri annuncianti ‘la morte della città di Isernia’ sono stati affissi nella notte dal movimento CasaPound Italia per denunciare il grave declino della città, dovuto alla chiusura di attività economiche e alla delocalizzazione di sedi istituzionali. “I disastrosi risultati della malagestione del territorio isernino da parte dell’ amministrazione comunale e regionale sono palesi e sotto gli occhi di tutti: con il trasferimento ormai imminente fuori città della facoltà di Scienze Politiche, ultimo atto di una progressiva spoliazione del capoluogo delle sedi istituzionali che ha visto episodi anche grotteschi, come il
il Museo del Paleolitico che resta così orfano dell’istituzione cui avrebbe dovuto essere naturalmente collegato, continua per Isernia la perdita di risorse per la propria economia, già pesantemente gravata dalla crisi e dalle mancate politiche di rilancio”. Così Agostino Di Giacomo, responsabile isernino CasaPound, in una nota.
trasferimento a Campobasso della Facoltà di Beni Culturali a dispetto
della presenza in città di una realtà museale di assoluta rilevanza come
“Di fronte a questo scenario estremamente preoccupante – prosegue Di Giacomo - l’attuale classe politica non sembra essere in grado di trovare risposte, ma anzi pare sempre più distante dai cittadini e dalle loro preoccupazioni, impegnata com’è nella gestione dei continui
contrasti che scuotono la maggioranza comunale isernina, sempre più spaccata e divisa. Vista la gravità del momento – conclude il responsabile CPI – sarebbe opportuno forse valutare il ritorno alle urne, così che i cittadini isernini possano conferire il proprio mandato a figure pronte a spendersi per risollevare la città dal baratro in cui sta scivolando, piuttosto che assistere giornalmente alla interminabile telenovela fatta di litigi, spaccature e momentanee riconciliazioni inscenata da chi dovrebbe governarli, mentre il futuro non sembra offrire più alcuna prospettiva che non sia ulteriore impoverimento e decadenza”.
Appalti pilotati, si allarga l’inchiesta La Guardia di Finanza ha effettuato altri controlli in cinque Comuni su recenti gare ISERNIA. Si allarga l’inchiesta della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Isernia su un presunto giro di appalti pubblici pilotati per agevolare alcune imprese. Nelle ultime ore le Fiamme Gialle hanno visitato altri cinque comuni, tre della Provincia di Isernia, due della Pro-
vincia di Campobasso, per visionare documenti relativi a recenti gare d’appalto. La Finanza avrebbe fatto irruzione negli uffici di Salcito, Limosano, Belmonte del Sannio, Castel San Vincenzo e Sesto Campano provvedendo ad iscrivere sul registro degli indagati oltre trenta persona tra tecnici, amministratori ed im-
prenditori. L’origine dell’intera inchiesta, il Comune di Acquaviva d’Isernia dove all’alba dello scorso 2 dicembre la Finanza visitò otto municipi ed alcune abitazioni private passando al setaccio migliaia di documenti. In totale quasi venti perquisizioni che avrebbero riguardato anche un ufficio della Regine
Molise. Intanto dopo le recenti perquisizioni sarebbe salito ad oltre 80 il numero degli indagati. Le ipotesi di reato su cui lavorano gli investigatori sono associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, abuso d’ufficio, corruzione e concussione. Nel mirino della Guardia di Finanza lavori pubblici, spesso
di piccola entità, aggiudicati da imprese il cui nome è ricorrente nella copiosa documentazione acquisita dagli agenti che hanno agito agli ordini del comandante provinciale Gravina. Lavori da due o trecentomila euro nella stragrande maggioranza dei casi, ma ci sarebbero anche appalti più consistenti.
Venafro, parte la Banca del tempo L’associazione è nata a Venafro nel 2012 per volontà di nove donne ma anche di risorse. Scambiare le proprie conoscenze e il proprio saper fare, mette su un piano di parità la casalinga, il pensionato e il professionista che hanno offerto la prestazione. A cosa serve la BdT. Le BdT servono a soddisfare bisogni materiali e bisogni immateriali delle persone. Tra i bisogni materiali prevalgono quelli legati all’organizzazione della vita quotidiana delle persone e delle famiglie (la spesa, la cucina, la lavanderia, le relazioni con gli enti pubblici, i bambini, gli anziani, il tempo libero in compagnia ecc.). Tra i bisogni immateriali invece prevalgono quelli legati alla sfera psicologica: di compagnia, di solidarietà, di amicizia. Quali vantaggi offre la BdT. La Banca del tempo offre una straordinaria opportunità :
VENAFRO – L’associazione “Banca del Tempo Molise, il Cerchio Blu” nasce nel mese di novembre del 2012 per volontà di nove donne. Cos’è la Banca del Tempo. La Banca del tempo è un luogo di
socializzazione che favorisce lo scambio di attività, di servizi e di saperi. La Banca del Tempo parte dall’idea che è possibile uno scambio paritario fondato sul fatto che gli individui sono portatori di bisogni
• di entrare a far parte di una rete di persone che offre una molteplicità di competenze e saperi; • di recuperare quelle relazioni tra persone che non hanno valore di mercato ma che migliorano la qualità della vita.
Come funziona la BdT. Il funzionamento della Bdt è simile a quello di una banca vera e propria, con la differenza che non circola denaro ma “tempo”. Far parte della banca del Tempo non comporta l’assunzione di un impegno stabile, sei libero di gestire il tuo tempo come meglio credi. Ogni volta che ti sarà
richiesta la disponibilità a fare qualcosa, nei limiti di ciò per cui ti sei offerta/o, sarai sempre libera/o di dire che in quel momento non sei disponibile. Ricorda che tante piccole azioni che compiamo quotidianamente possono portare un notevole beneficio ad altre persone.
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Termoli
28 gennaio 2015
Ordine avvocati, si vota anche oggi Il nuovo Consiglio forense di Termoli e Larino sarà in carica 4 anni TERMOLI. Una due giorni importante per l’ordine forense di Termoli e Larino chiamato, oggi e domani, a eleggere il nuovo presidente nonché il tesoriere e consigliere dell’ordine degli avvocati della realtà frentana. L’appuntamento è convocato in anticipo rispetto i tempi previsti a causa dell’incompatibilità dell’uscente Antonio De Michele, eletto a fine 2014 nel consiglio nazionale forense. Abbiamo incontrato lo stesso De Michele che, in prima battuta, ha ESPRESSO le proprie considerazioni circa l’allestimento, al piano
terra del Tribunale, della nuova sede dell’ordine forense. “Non credo che lo spostamento della sede dell’Ordine degli Avvocati abbia potuto rafforzare il presidio giudiziario avrà rafforzato certamente la comodità degli utenti perché se prima dovevano salire al quinto piano adesso basta fermarsi al primo piano in corrispondenza delle aule di udienza e si possono avere a disposizione gli strumenti che l’ordine ha approntato è una sede più ampia abbiamo guadagnato un centinaio di metri quadri e siamo soddisfatti”.
E parlando delle prossime elezioni ha specificato: “La votazione per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine che questa volta durerà ben quattro anni quindi sarà un consiglio che dovrà impegnarsi in tante cose. La prima è quella della tutela della permanenza del tribunale di Larino. In questo momento dico che non c’è nessuna nuova buona nuova ma non ci dovrebbero essere (a breve) neanche nuovi problemi che, invece, potrebbero venire quando il Governo dovesse ritenere di porre nuovamente mano alla revisione della geografia giudiziaria ma da parte
degli avvocati e della società civile ci dovrà essere l’impegno a tutela di un presidio che è necessario per il nostro territorio. per la prima volta il tribunale a memoria di avvocato ha la pienezza dell’organico dei magistrati. C’è un magistrato in più e ci fa piacere purtroppo la stessa cosa non è successa per il personale di cancelleria anche perché sappiamo benissimo che ormai sono quasi venti anni che non ci sono concorsi a livello nazionale per il personale di cancelleria. Alcuni per anzianità, altri per altre evenienze si sono al-
lontanati dagli uffici e quindi c’è questa carenza. Si cercherà di supplire cercando di far venire in tribunale e negli uffici giudiziari i dipendenti pubblici che fanno capo oggi a dismesse realtà come le province e le comunità montane che potrebbero venire a rimpinguare il personale degli uffici giudiziari”. E sulla questione tribunale ha affermato: “Il mio auspicio è che rimanga e che funzioni”.
Settore saccarifero, chiesto un tavolo all’Ue Un dibattito europeo per venire incontro alle problematiche della produzione di zucchero TERMOLI. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che l’Italia, in sede di Consiglio europeo dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca, propone di attivare, nell’immediato, un dibattito ad “alto livello” per trovare soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento particolarmente delicato. Il Sottosegretario alle politiche agricole,
Giuseppe Castiglione, a Bruxelles per partecipare ai lavori, spiega: “Il settore sta attraversando un momento particolarmente complesso e difficile. In particolare, la cessazione del regime delle quote nel 2017 e uno scenario di mercato molto negativo stanno generando forti tensioni. La liberalizzazione delle produzioni avvierà una nuova fase che si presenta con numerose incognite, con forti preoccupazioni tra gli
operatori”. “Come rilevato dalla stessa Commissione ed anche da altre autorevoli Organizzazioni, in primis la FAO – aggiunge Castiglione – i prezzi dello zucchero hanno registrato una diminuzione negli ultimi due anni di quasi il 40%. Il rischio concreto è che si registri un abbandono dell’intero settore in vaste aree dell’Unione tradizionalmente legate alla bieticoltura, senza possibilità di adeguate
soluzioni alternative. Castiglione spiega quindi come sia “assolutamente necessario approfondire e dibattere queste problematiche per trovare possibili soluzioni che possano accompagnare il settore saccarifero in un momento così particolarmente delicato. Per questo, chiediamo alla Commissione, di valutare la necessità di attivare, nell’immediato, un dibattito ad ‘alto livello’”.
Notarangelo nella storia e Larino ad un passo dal tracollo Mentre a Palazzo Ducale si vaneggia nell’illusione del sogno che l’amministrazione Notarangelo possa passare alla storia di Larino per aver rappresentato il punto di svolta e controtendenza rispetto ad una costante discesa e al lento declino che questa parte di territorio nei decenni ha vissuto, in città tutto si può constatare ma non certamente l’inizio di un cambiamento vincente o di una ripartenza. Qualunque osservatore disinteressato e attento non potrebbe che tracciare un’immagine di Larino rispetto a 20 mesi fa, quando la giunta delle idee si insediava nel mandato, assolutamente identica a quella precedente, anzi sicuramente peggiorata, tant’è che l’ordinaria amministrazione, la pulizia del cimitero, la potatura e la cura del verde pubblico, il ripristino in alcuni tratti della rete idrica e fognaria, l’inversione del senso di marcia di un pezzo di strada, l’istituzione del registro delle unioni civili e la gestione in proprio della fiera d’ottobre (sempre ammesso che si possa definire “gestione in proprio” anche quando il 90% dell’organizzazione dell’evento continua comunque ad essere affidato a terzi, attraverso una convenzione lautamente retribuita) sono gli unici risultati ai quali l’amministrazione Notarangelo rimane appesa e che solo per convenienza spaccia come sintomi di “importanti segnali” di ripresa della comunità larinese, che nella realtà non è assolutamente tangibile. Intanto, nessuna questione “cruciale” è stata veramente affrontata e risolta. Si preferisce non decidere né agire sulle vicende che ad esempio riguardano la realizzazione degli impianti fotovoltaici sulle strutture pubbliche col bando energia che assegna al Comune di Larino l’importo 1.227.000 euro, ancora in sospeso e non si sa perchè; la costruzione dell’area di trasferenza dei rifiuti con 182.000 euro stanziati, delibera approvata ormai più di un anno fa e lontani dall’essere appaltati; la
questione Coteb, coi suoi beni finiti all’asta senza che sia dato sapere se il Comune, creditore della Coteb, si sia insinuato nello stato passivo della procedura fallimentare pendente, così continuando a garantire privilegi a qualche famiglia e a provocare un danno alla collettività. Non si può dire che sugli impianti sportivi, tanto cari all’assessore Palmieri, l’attività amministrativa abbia prodotto alcunché. Oltre a continuare a rimanere una cattedrale nel deserto, con quel contenzioso che ne è derivato di parecchie centinaia di migliaia di euro di risarcimento a carico del Comune, ancora sotto la valutazione del giudice, l’iter per l’affidamento dei lavori di completamento del solo campo sportivo è rimasto bloccato, dopo che la giunta Notarangelo ha provveduto ad annullare la gara d’appalto già in fase di aggiudicazione. Stesso discorso vale per i nuovi impianti fieristici, con 1.850.000 euro ottenuti dall’amministrazione Giardino per la realizzazione del centro da adibire a dimora di eventi fieristici in scadenza nel corso del 2015, finiti a rischio durante la “giunta delle idee” che, dopo aver osannato la “perfezione” del bando di gara per l’affidamento della progettazione, ha successivamente deciso in piena autonomia di revocarlo, prima ancora
che l’impugnazione degli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri dinanzi al TAR lo annullasse definitivamente. Tutto tempo perso, dunque. “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”. Ma vi è di più! Saranno felicissimi i cittadini larinesi di sapere che l’amministrazione Notarangelo ha finalmente ottenuto il primo finanziamento dalla Regione Molise. Ebbene sì, su circa 91 milioni di euro, che il governo Iorio aveva reperito grazie al Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013, risorse che dovrebbero aiutare la Regione ad uscire dall’isolamento e così rivitalizzare la vita sociale del Molise, il Comune di Larino ha ottenuto la somma di niente po’ po’ di meno che 200.000 euro per la “messa in sicurezza di strade interne”. Appena lo 0,22% del fondo a disposizione, la stessa somma assegnata ai comuni di Duronia, Forlì del Sannio, Guardialfiera e Pietracatella. Grazie alle politiche di Notaragelo e della Fabbrica delle idee, adesso Larino è considerato alla stregua di un comune con poco più di 500 abitanti. Si vede che anche l’IdV locale, uno di quei pochi circoli sopravvissuti in Regione, non ha potuto chiedere di più per la collettivà larinese al referente regionale e assessore alle infrastrutture Nagni il quale, tra frana e autostrada che
non si farà, ha già provveduto ad accontentare le richieste personali. Di più non si è potuto e purtroppo Paoletto, il Presidente, continua a non rispondere più nemmeno al telefono. Se dal punto di vista programmatico l’amministrazione delle idee ha già ampiamente dimostrato la tabula rasa, riguardo i servizi attorno ai quali ruota l’economia larinese la situazione rimane drammatica. Altro che permanenza e potenziamento dell’ospedale! Notarangelo sogna e si illude mentre il Vietri perde anche il reparto di oculistica, circostanza per la quale anche l’assessore Palmieri finalmente passerà alla storia, e viene convertito in casa della salute, con zero posti letto per acuti. Dopo il grande annuncio dell’assessore comunale alla sanità, dove è finito il ricorso al Consiglio di Stato proposto dal Comune di Larino? Quale esito ha avuto? Solo il silenzio regna sovrano e sembra aver coperto anche la sorte degli altri servizi a rischio come l’Agenzia delle Entrate, che nonostante i proclami continua a rimanere chiusa; il Consorzio di Bonifica, ancora in pericolo soppressione; la stazione di Polizia Stradale, secondo gli atti già soppressa e la Soprintendenza dei Beni Culturali, che tornerà nella sede di Termoli. Nell’attesa di conoscere l’idea di “sviluppo economico, imprenditoriale, industriale ed artigianale” che il Sindaco immagina per Larino e che addirittura già da marzo dovrebbe rilanciare la zona P.i.p., il movimento LARINascita augura sì alla giunta Notarangelo di poter segnare la storia della città per aver rappresentato un punto di svolta per tutta la comunità, ma auspica che l’inversione di tendenza si verifichi nell’ottica del rilancio, vale a dire in una direzione opposta rispetto a quella intrapresa che, come dimostrato, sta portando Larino verso il tracollo dal quale manca solo un passo. Movimento LARINascita
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Termoli
28 gennaio 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“E la sicurezza degli argini del Biferno?” Ancora una volta la pioggia torrenziale ha riaperto il problema degli allagamenti TERMOLI. Ancora una volta una pioggia prolungata ha creato non pochi problemi alla viabilità basso molisana e alle campagne. I punti più a rischio sono sempre gli stessi e da tempo gli agricoltori e le famiglie che vivono nelle zone a rischio chiedono interventi. Questa volta l’acqua ha invaso la provinciale che collega il bivio di Termoli e San Giacomo alla rotonda per Petacciato e Montecilfone. Risultato: strada chiusa fino a quando il fango e i detriti sono stati rimossi. Qui passa il Sinarca o, meglio, dovrebbe passare perché il corso d’acqua spesso è frenato dalla vegetazione e anche dai rifiuti abbandonati. La questione ‘annosa’ è però quella che riguarda la messa in sicurezza degli argini del fiume Biferno. Flavio Desiderio, giovane imprenditore agricolo di un’azienda che si
trova in contrada Sant’Angelo, sotto San Martino in Pensilis, sta conti-
nuando a fare la conta dei danni. E non è la prima volta. Il letto del
fiume non regge, l’acqua raggiunge e invade i terreni e le colture. Un co-
pione visto chissà quante volte. E a questo stato di cose contribuisce anche la piena del Cigno e degli altri affluenti. Sotto controllo il livello del lago di Guardialfiera dove negli ultimi giorni è stato aperto lo scarico di fondo. Ma il problema degli argini va risolto una volta per tutte. Lo chiedono i cittadini, lo chiede la politica e dopo i disagi degli ultimi giorni è stato molto duro l’intervento del Movimento 5 Stelle che si è scagliato contro la Regione, il Cosib e il Comune. Ad oggi di questi lavori, così necessari, non vi è traccia. E basta, in sostanza, un temporale per allagare ancora una volta i terreni. Diversi gli interrogativi. Chi risarcisce i danni agli agricoltori? Che fine ha fatto il progetto di messa in sicurezza degli argini? Quando partirà un intervento definitivo?
Open day alla Giovanni Paolo II Riuscitissimo l’appuntamento in occasione della presentazione delle domande di iscrizione TERMOLI. Riuscitissimo l’Open day realizzato nel pomeriggio di sabato 24 gennaio dal 3° Circolo Didattico “G. Paolo II” di Termoli. Per l’edizione 2015 dell’appuntamento, oramai divenuto abituale in concomitanza del periodo di acquisizione delle domande di iscrizione, la scuola ha accolto i numerosi visitatori presso i locali di via Stati Uniti dove la dirigente scolastica, Emilia Mastronardi, coadiuvata brillantemente dai docenti e dal personale ATA, ha presentato l’offerta formativa sia delle scuole dell’Infanzia (plessi di via Cina e di via Stati Uniti) che della scuola Primaria. Originale e graditissimo il supporto del gruppo folkloristico “A Shcaffétte” che ha accompagnato dal vivo gli allievi di quinta
nell’interpretazione di due canti tipici della tradizione termolese “U San Sebastejane” e “U battellucce”. Le famiglie si sono intrattenute poi negli ampi locali scolastici dove hanno potuto visitare, guidati dai docenti e dagli allievi più grandi, i numerosi spazi-laboratorio (palestra, cucina, scienze, arte, informatica, inglese, ecc.) nei quali sono state proposte ai più piccoli attività di vario tipo. La dirigente esprime la propria soddisfazione per la riuscita dell’evento e ringrazia il gruppo Folk “A Shcaffétte” e tutti i docenti che hanno con entusiasmo reso la giornata della “Scuola aperta” un momento sereno di aggregazione
Urbanistica, tre nuovi assunti In Comune, nel settore strategico, ingresso a breve di nuove unità lavorative TERMOLI. Novità salienti all’assessorato all’Urbanistica del Comune di Termoli, ma solo di stampo amministrativo, con l’ingresso a breve di nuovo personale. C’è bisogno di rimpinguare quella che è la dotazione degli impiegati, coloro che ordinariamente e quotidianamente prendono in carico
le pratiche da esaminare e semmai velocizzarne l’iter, laddove tutto sia a posto. Già con la fusione avvenuta due anni fa, decisa dall’allora sindaco Di Brino, si cercò mettendo insieme le risorse umane di Urbanistica e Lavori pubblici di ovviare a una penuria di dipendenti che complice il blocco del turnover
nella pubblica amministrazione si faceva anno dopo anno più emergenziale. Ora, come avvenuto per la vicenda del comandante della polizia municipale, l’amministrazione Sbrocca ha deciso di correre ai ripari, sfruttando delle graduatorie di selezione per personale esterno che erano state validate anni fa.
Tre sono gli istruttori amministrativi che saranno chiamati con lo scorrimento della graduatoria medesima, di livello D, il cui compito sarà quello di rendere più efficiente l’assessorato all’Urbanistica, quello chiave per la giunta Sbrocca, che punta a rilanciare l’intero territorio comunale.
“Imu agricola, Campomarino fuori” Il consigliere del Pd, Cordisco, chiede la revisione del provvedimento CAMPOMARINO. IMU terreni agricoli, un tema dibattuto e sentito tanto che il Consiglio dei Ministri del 23 gennaio ha fornito chiarimenti per il pagamento di questa tassa. Occorre, invero, una lettura più precisa del decreto legge, ma stando a quanto dichiarato in una nota di Palazzo Chigi, per l’anno 2014 l’IMU sui terreni agricoli dovrà essere pagata entro il prossimo 10 febbraio ed in unica soluzione. Detto Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento che prevede l’esenzione «ai terreni agricoli, nonché a quelli non colti-
vati, ubicati nei comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall’elenco dei comuni italiani predisposto dall’Istat» e «ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all’articolo 1 del D. L.gsv 99/2004, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei comuni classificati come parzialmente montani….». “Il Governo, quindi, fa marcia indietro: si privilegia la vecchia definizione dell’Istat (legge 991/1952) ai nuovi criteri altime-
trici. Le regole d’imposta si applicano per il biennio 2014/2015 e, per non creare ulteriori polemiche, gli esenti del decreto del 28 novembre resteranno tali, anche qualora non lo fossero con il ritorno alle definizioni dell’Istat”. Lo sostiene Vincenzo Cordisco capogruppo del Pd a Campomarino. “Purtroppo Campomarino non beneficerà di nessuna esenzione ed i nostri agricoltori saranno costretti a pagare entro il 10 febbraio questo ulteriore balzello. Ma come si calcola l’IMU? Per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali si cal-
cola il reddito dominicale (il reddito relativo alla proprietà e non all’attività agricola) aggiornato del 25% e moltiplicato per 75. In questo modo si trova la base imponibile alla quale va applicata l’aliquota decisa dal Comune, che per Campomarino è dello 0,76 per mille, per cui – per esempio – su di un reddito dominicale di circa 20 euro, la base imponibile è di 1.875 euro l’importo da pagare è di 14 euro ad ettaro. È pur vero che, iniquamente, per chi non è agricoltore professionale o imprenditore agricolo l’IMU viene quasi raddoppiata, poiché il red-
dito dominicale sempre aggiornato del 25% viene moltiplicato per 135. Alla luce di tutto ciò bene hanno fatto i nostri parlamentari molisani a chiedere maggiore chiarezza e modifiche della legge, ma è necessario insistere nel senso che si possa applicare l’esenzione legata alla veste del coltivatore diretto o all’imprenditore agricolo professionale anche per i Comuni come Campomarino, considerando che dette figure non sono di serie B solo perché lavorano ed investono nei territori costieri e quindi non prettamente montani”.
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Opinioni
28 gennaio 2015
di Vincenzo Di Giacomo* n questi ultimi anni, l’Associazione Nazionale Magistrati del Molise ha conseguito una serie di importanti obiettivi. Vorrei ricordare, da ultimo, quello proteso a scongiurare la soppressione della locale Corte di Appello, che avrebbe trascinato con sé tanti altri Uffici giudiziari e non giudiziari, dal che sarebbe tra l’altro conseguito un ulteriore gravissimo danno per l’economia dell’intera regione, che già sta vivendo momenti drammatici. Abbiamo dato il nostro contributo, unitamente all’Ordine Forense distrettuale, anche attraverso tempestivi interventi personali presso il Ministero della Giustizia, siamo stati i primi a muoverci in Italia, e poi si sono mossi anche altri soggetti ed altri distretti, così che allo stato attuale il discorso è rimasto sospeso e speriamo che venga abbandonato del tutto. Un altro importante obiettivo conseguito dalla nostra ANM/Molise è stato quello di ottenere, probabilmente per la prima volta nella storia di questo distretto, il sostanziale pieno organico dei magistrati che operano presso i vari Uffici giudiziari della nostra regione. Ed anche in questo caso, per ottenere tale risultato, abbiamo avuto una serie di contatti e ci siamo recati ripetutamente a Roma, unitamente ai rappresentanti dei vari Ordini degli avvocati. Purtroppo, però, il pieno organico dei magistrati non basta a risolvere i gravissimi problemi che affliggono il sistema Giustizia nel nostro Paese. E ciò perché questo organico andrebbe necessariamente incrementato (a parte la risicata aggiunta dei giudici onorari attualmente in servizio), visto che la pianta organica dei magistrati è rimasta pressocché immutata da oltre mezzo secolo, mentre la popolazione è aumentata di milioni di unità e così pure i processi sono aumentati in maniera esponenziale. Per cui, pur essendo i nostri magistrati come dirò oltre tra i più produttivi in Europa, le cause durano a lungo e molti processi cadono in prescrizione. A ciò aggiungasi che i concorsi per il personale ausiliario sono bloccati da oltre 15 anni (dal
La Giustizia 1999) e quindi si registrano gravi carenze di questo personale, le strutture (uffici, aule, mobilio, ecc.) sono assai fatiscenti, le cancellerie restano spesso persino senza carta e penne e le strutture informatiche continuano a presentare farraginosità legate a problemi di sistema. Se non si risolvono questi problemi, non si riuscirà a sanare quella che oggi è una delle piaghe più evidenti del sistema giudiziario: la lunga ed irragionevole durata dei processi, che tra l’altro allontana gli investimenti, perché solo se la Giustizia civile funziona velocemente e bene i crediti vengono prontamente riscossi e quindi gli investimenti stranieri vengono attirati, mentre, in caso contrario, non solo gli investimenti stranieri non vengono attirati ma i capitali nazionali vengono esportati. Per non parlare poi dell’altra grave piaga, co-
stituita dalla violazione dei diritti umani dei detenuti specie per via del sovraffollamento delle carceri, che tra l’altro espone il nostro Stato alle condanne della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Ed infine, c’è la questione ricorrente e che a breve tornerà probabilmente sul tappeto della separazione delle carriere. Si tratta di una riforma che a mio sommesso avviso potrebbe anche condividersi in linea di principio, ma dietro la quale si cela un grave pericolo, quello di giungere in ultima analisi all’obiettivo (più o meno sottinteso) della subordinazione del P.M. al potere esecutivo (e cioè al Governo, o al Ministro della Giustizia) o magari al potere legislativo (ossia alla maggioranza parlamentare), il che significherebbe che l’azione penale verrebbe bloccata in caso di coinvolgimento dei poteri forti, direttamente o indirettamente col-
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legati alla politica. I corrotti ed i corruttori resterebbero così di regola impuniti, come lo resterebbero i grandi evasori fiscali, i bancarottieri, i grandi truffatori, i ladri di Stato e la stessa criminalità organizzata, per via dei suoi non infrequenti legami col potere politico. Perciò, per tutte le cose sin qui esposte, attenzione a porre mano in un modo o in un altro al principio dell’autonomia e dell’indipendenza della Magistratura, che è un principio che i nostri Padri costituenti posero non quale privilegio per i magistrati, ma quale garanzia per tutti i cittadini e specialmente per le fasce sociali più deboli, per le classi subalterne e per le grandi masse che rappresentano la stragrande maggioranza del popolo italiano, perché solo un giudice autonomo dai poteri forti ed indipendente dai poteri forti è un giudice veramente terzo e quindi veramente imparziale, che giudicherà dunque con la dovuta terzietà ed imparzialità i casi che gli vengono sottoposti, senza il pericolo di favoritismi delle parti più forti in danno di quelle più deboli, senza il pericolo di realizzare una giustizia forte con i deboli e debole con i forti, un sistema in cui i cittadini non sono tutti uguali di fronte alla legge, a tutto discapito dello stesso principio di democrazia, a tutto discapito dello Stato di diritto. Ecco, noi operatori del diritto queste cose abbiamo il dovere morale di dirle ed anche di denunciarle, abbiamo il dovere di mettere i cittadini in guardia dai tentativi ricorrenti di riformare la magistratura subordinandola ai poteri forti, anziché di riformare la Giustizia, perché è di quest’ultima riforma, sinora sostanzialmente inattuata, che invece il Paese ha assoluta necessità. Dopodiché, ovviamente, chi fa le riforme in rappresentanza del corpo elettorale sono il Parlamento ed il Governo, e, alla fine del discorso, la conclusione resta sempre quella che ogni popolo ha i politici che si merita ed ha i giudici che si merita. *PRESIDENTE ANM Molise
Il mistero della Tavola Osca Pietrabbondante e le sue ricchezze Nel 1848 comparve sul “Bullettino dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica” di Roma, esattamente nel numero di ottobre, la notizia del ritrovamento di una tavoletta di bronzo, incisa su ambedue le facciate, recante scritte in lingua osca, la lingua dei Sanniti Pentri. La notizia proveniva da un agnonese, il “dottore fisico” Francesco Saverio Cremonese, che risulta essere stato anche sindaco della fiorente cittadina altomolisana dal 1841 al 1846, ed era corredata da molti elementi descrittivi del luogo e delle condizioni del ritrovamento, ma non dell’autore. Prendendo spunto da questi elementi, due attenti studiosi della storia molisana, principalmente di quella sannitica, hanno voluto approfondire le conoscenze su quella che da sempre viene chiamata la “Tavola di Agnone” ed hanno raccolto tanti elementi da pubblicare in un libro che hanno intitolato: “Gli enigma - La tavola osca e Pietrabbondante”; gli autori sonoPaolo Nuvoli e Bruno Paglione. Nuvoli, laureato in giurisprudenza e docente di materie giuridiche ed economiche, ha scritto vari libri sulla storia sannitica, oltre ad aver fatto una brillante carriera politica; Paglione, profondo conoscitore del territorio molisano, ha collaborato con le università del Molise, di Roma
e di Ferrara ed è stato negli anni scorsi Ispettore Onorario per i beni archeologici della Provincia di Isernia. In occasione della interessantissima ed affollata presentazione del libro, che si è tenuta ad Isernia nell’aula magna dell’ITIS,gli autori hanno premesso che hanno voluto guardare alla storia del nostro territorio con occhi diversi da quelli ormai entrati nella consuetudine. “Scopo del libro – ha spiegato Nuvoli - non è quello di imporre una diversa “verità”, ma di sollecitare altre ricerche ed approfondimenti partendo da ele-
menti che contrastano con quanto è stato detto e scritto finora”. L’aspetto più eclatante che è emerso riguarda la “Tavola Osca”: gli autori hanno avanzato il sospetto che non sia stata trovata tra Agnone e Capracotta, in contrada “Macchia” ed esattamente nel luogo chiamato “Fonte del Romito”, come vuole la tradizione, ma che provenga da Pietrabbondante e varie vicende confermano questa conclusione. In particolare gli autori del libro analizzando le descrizioni del luogo del ritrovamento e perlustrando attentamente il terreno hanno trovato che quanto scritto a suo tempo dal Cremonese risulta in gran parte fantasioso e non rispondente alla realtà. Nessun tempio è mai esistito in quel luogo, nessun muro al quale avrebbe dovuto essere appesa la Tavola, nessuna pietra concava particolare all’interno della quale si conservasse perfettamente. Inoltre, le ricerche in molte biblioteche, tra cui quella di Agnone, hanno fatto scoprire che anche molti altri studiosi avevano maturato gli stessi dubbisenza che questo riuscisse a modificare l’opinione corrente ormai radicata. Insomma il mistero circonda la Tavola Osca, mistero che si scioglierebbe se venisse indicato come
luogo del ritrovamento Pietrabbondante, cioè il luogo dove sorge il grande centro religioso e politico dei Sanniti. Ma non si fermano qui le convinzioni degli autori, essi ritengono che, poco dopo il ritrovamento, della Tavola sia stata fatta una copia perfetta da qualcuno dei raffinatissimi artigiani di Agnone e che questa, non l’originale, sia stata venduta nel 1867 all’antiquario di Roma, Castellani, e da questi nel 1873 al BritishMuseum di Londra. Nel libro si parla anche diffusamente del sito archeologico di Pietrabbondante, in proposito l’architettoAlberto Sposito, docente presso l’Università di Palermo, ha sollevato forti perplessità sulla ricostruzione del luogo suggerendo che “la ricerca archeologica continui, ma con un approccio interdisciplinare che aiuti a ricostruire la storia del territorio ed eviti irrimediabili errori interpretativi”. In effetti Nuvoli e Paglione presentano un’attenta ricostruzione storica, valutando gli avvenimenti che si sono succeduti negli anni, ed arrivano a concludere che il sito religioso di Pietrabbondante in realtà fosse l’antica Herculaneum, perché lì era particolarmente attiva la devozione nei confronti di Ercole, come dimostrano i ritrovamenti di
una grande statua in pietra edi molte statuette votive in bronzo raffiguranti quel dio. Inoltre ritengono che si possa dimostrare che la mitica BovianumVetussi trovasse nel territorio che oggi è del comune di Campochiaro, dove sono presenti i resti di un grande edificio di culto e di un importante insediamento sannitico con numerose sepolture. Lo storico, Natalino Paone, ha sollecitato un grande sviluppo dell’archeologia orientata ad ampliare le conoscenze sulla storia dei Sanniti. “Non possiamo accontentarci – ha dichiarato Paone – delle poche cose che ha scritto Tito Livio perché questi era romano ed ha raccontato i fatti da vincitore. E’ indispensabile, inoltre, un museo nazionale sannitico che raccolga tutti i reperti riguardanti quel grande popolo oggi distribuiti in modo disorganico in tantecittà”. Le conclusioni del Prof. Nuvoli sono amare: egli parla di una vera e propria colonizzazione culturale attuata dallo Stato. “Lo Stato nulla depreda – sostiene – anzi tutela e conserva, e lo fa tanto bene che gran parte del materiale resta invisibile, ben riposto in vere e proprie arche la cui stessa ubicazione è misteriosa”. “Per i cittadini, per i fruitori, molisani e non – aggiunge – Pietrabbondante rimane un luogo irrisolto, pressoché sconosciuto e desolato. I Giornali di scavo, gli inventari, la documentazione topografica, fotografica e progettuale non risultano pubblicati, solo qualche lavoro monografico non sempre reperibile”.