Frattura togli l'autostrada dei novanta milioni poca roba a isernia

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno a Roberto Ruta

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica si è dimesso anche se aveva promesso di visitare il Molise in diverse occasioni non da ultimo il 6 dicembre del 2013 nel corso di una visita ufficiale dei presidenti delle Regioni. A Frattura disse. “So bene di non essere stato mai in Molise, a breve verrò”. Da quella data, però, nessun passo ufficiale è stato fatto e Napolitano ha lasciato la presidenza, risultando tra i più amati dagli italiani, lasciando, però, noi molisani senza una sua visita ufficiale. Un bell’Oscar se l’è proprio meritato.

Il Tapiro del giorno a Pierpaolo Nagni

Il Tapiro del giorno lo diamo a Michele Petraroia. Per evitare sul nascere il rischio che non venga creduto sulla rappresentazione analitica dello stato di crisi (sociale ed economica) in cui è caduto il Molise, l’assessore regionale alla Politiche sociali, nel corso dell’incontro a Roma col ministro Poletti, si è avvalso dei dati dell’ultimo Rapporto Svimez, circa l’aumento esponenziale della povertà nelle nostre contrade, con fasce sempre più vaste del ceto medio che vanno ad ampliare il numero delle famiglie in difficoltà. A dimostrazione della scarsa credibilità di cui godono i governati regionali in giro per l’Italia.

Frattura, togli l’autostrada, dei novanta milioni, poca roba a Isernia

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 15 gennaio 2015

L’assessore Nagni e la logica del restare a galla CAMPOBASSO. Scusate, ma a replicare al consigliere regionale di Rialzati Molise, Vincenzo Cotugno, che poneva questioni politiche, non doveva essere il presidente della Giunta, Paolo Frattura? Del resto, sono in campo proprio al Presidente le scelte strategiche di programmazione locale e territoriale. Al contrario, ha provveduto Pierpaolo Nagni che, seppure assessore ai Lavori Pubblici, quindi titolato sulle opere non poteva riassumere,

anche, l’aspetto politico della questione sollevata dal consigliere Cotugno. E’ pur vero che, ormai, la politica è diventata solo un fatto di sopravvivenza e mantenimento del proprio posto al comando. L’assessore Nagni, invero, è un esterno e non potrebbe rientrare in Consiglio qualora dovesse essere rimosso dalla guida dei Lavori pubblici. Conoscendo l’assessore, non crediamo che si sia prestato ad un gioco più grande di lui ponendosi come ‘voce’ del Governatore. Che, stranamente, non ha rilasciato alcun commento politico sulle perplessità, pure, sollevate da Cotugno. Toccava proprio a Frattura, infatti, dare una risposta

politica ai temi posti sul tavolo dal consigliere regionale di maggioranza. A partire dalla “gestione quasi a club privato” per finire alla sua mancata convocazione su qualsiasi scelta adottata dalla sua stessa maggioranza. Toccava proprio al presidente Frattura rispondere se è vero che le cose non vanno a livello di proposta e di strategia programmatica e sul dato che il Molise sta affondando. Al contrario, ci ha pensato Pierpaolo Nagni a svolgere il ruolo di ‘cane da guardia’ della postazione di via Genova. Senza sciogliere, però, la questione autostrada che non si sa se i soldi ci sono ancora o sono stati spostati su altra posta di bilancio

da parte del governo nazionale. E non è cosa di poco conto al di là della stessa permanenza del progetto in itinere. Il Molise è fuori dalle grandi reti di comunicazione e rischia, oltremodo, di essere marginalizzato una volta completato anche il raddoppio della Termoli-Lesina su strada ferrata. Occasione, questa, che avrebbe dovuto portare la Regione Molise a chiedere a Rete ferroviaria italiana, in cambio dei relativi permessi, i soldi necessari per la realizzazione, finalmente, di una direttrice ferroviaria da Termoli a Venafro degna di questo nome. Questo, è un altro punto in negativo per il Molise. Per questo, Frattura doveva parlare.

Deliberato il 31 dicembre 2014 il nuovo (si spera ultimo) atto di organizzazione della Regione Molise

Gesto di compiacenza del direttore generale Di Mirco al presidente Frattura S’annunciano code alla porta del presidente dei dirigenti da incasellare nei servizi delle quattro Aree strutturali e dei capiufficio in predicato di perdere funzioni e prestigio Nemmeno Penelope ha fatto e disfatto la tela tante volte quante il direttore generale della Regione Molise Pasquale Mauro Di Mirco l‘Atto di organizzazione delle strutture dirigenziali della Giunta regionale e dell’Agenzia regionale Molise Lavoro. L’ultima in ordine di tempo, il 31 dicembre 2014, dopo gli interventi del 30 maggio 2014, del 28 ottobre 2014, e del 18 novembre 2014, giusto per soddisfare le indicazioni, le sollecitazioni, le richieste del presidente della giunta. Troppe correzioni per credere che gli interventi resisi necessari possano essere il risultato di sopravvenute esigenze organizzative e non, come diciamo, la necessità del corpo politico regionale di adattare alle proprie strategie (elettorali e clientelari) il personale regionale, aggiustando di volta in volta i Servizi e le Aree secondo il loro punto di vista. Sta di fatto che il 31 dicembre 2014 la

giunta ha deliberato e fatto propria la proposta di organizzazione formulata da De Mirco per un nuovo organigramma dell’Agenzia regionale Molise lavoro (che a metà estate doveva scomparire, poi ecco la conversione ad U); per ricondurre nell’Area Terza le funzioni in materia di politiche turistiche e sportive, attualmente di competenza dell’apposito Servizio dell’Area Seconda, estrapolando da quest’ultimo le competenza relative all’attività venatoria che saranno allocate in idonea struttura di quest’ultima Area; per procedere alla soppressione, all’interno dell’Area Seconda, del Servizio imprese, produzioni e mercati agricoli e del Servizio biodiversità e sviluppo sostenibile, con conseguente assegnazione delle competenze in altri Servizi della medesima Area, secondo il criterio delle omogeneità delle funzioni; per istituire un nuovo Servizio da inserire nel-

l’assetto organizzativo dei Servizi autonomi della presidenza per l’espletamento delle funzioni della Centrale unica di committenza, con conseguente ridenominazione del Servizio stesso e rimodulazione della relativa declaratoria delle competenze; per accorpare in un’unica struttura dirigenziale il Servizio pianificazione attività commerciali e artigianali e il Servizio competitività dei sistemi produttivi, sviluppo delle attività industriali ed estrattive, politiche della concorrenza, internazionalizzazione delle imprese e marketing territoriale, entrambi assegnati all’Area Prima; per tenere distinte le funzioni del Servizio di Gabinetto del presidente della giunta e degli affari istituzionali da quelle del Servizio segreteria della Giunta regionale (su indicazione del presidente Frattura - ndr), nonché di allocare il Servizio sistemi informativi, attualmente inserito nell’organi-

gramma dell’Area Prima, tra le Strutture autonome della Presidenza della Giunta regionale attesa la particolare rilevanza strategica della predetta struttura, deputata ad implementare e perfezionare il processo di informatizzazione e di dematerializzazione in atto presso la Regione. Allocare, comporre, istituire, ricondurre, distinguere: sono i verbi che, come volevasi dimostrare, hanno generato i cambiamenti che, letti con occhio esperto, in sostanza sono serviti a devitalizzare alcune delle 4 Aree e a rimpolpare di potere “le autonome strutture della presidenza della giunta regionale”. Per cui, andando nel merito, la presidenza della Regione Molise si servirà dei Servizi autonomi della presidenza della giunta regionale, ovvero del l servizio di Gabinetto e degli affari istituzionali; del Servizio di segreteria; del servizio logistica, patrimonio, demanio e dei servizi

generali; del Servizio sistemi informativi; del servizio provveditorato e della centrale unica di committenza; del Servizio statistico e di supporto al direttore generale e della direzione generale della giunta regionale. Un vero e proprio feudo al servizio di Frattura, una plancia di comando particolarmente affollata nonché particolarmente condizionante per le quattro Aree e per i restanti servizi sanitari. La befana del direttore generale Di Mirco in scadenza di contratto e in odore di riproposizione. Da supporre, infine, la coda alla porta del presidente dei dirigenti da incasellare nei servizi delle quattro Aree regionali e dei capiufficio in predicato di perdere funzioni e prestigio. L’agenda dei favori del presidente Frattura si va gonfiando a dismisura. Dardo

Schema definitivo del nuovo atto di organizzazione della Regione Molise Servizi “autonomi” della presidenza della giunta regionale, ovvero: Servizio di Gabinetto del presidente della Regione e degli affari istituzionali - Servizio di segreteria della giunta regionale Servizio logistica, patrimonio, demanio e servizi generali Servizio sistemi informativi - Servizio provveditorato e centrale unica di committenza - Direzione generale della giunta regionale - Servizio statistico e supporto al direttore generale (questo è il regno assoluto di Frattura) Area Prima (risorse finanziarie, umane e istituzionali, controllo strategico, riforme istituzionali, coordinamento delle politiche di sviluppo territoriale e sistemi informativi) Direzione (Angelo Fratangelo) - Servizio risorse finanziarie, bilancio e ragioneria generale - Servizio risorse umane e organizzazione del lavoro - Servizio controllo strategico, riforme istituzionali e controllo enti locali e sub regionale - Servizio rendicontazione, controllo e vigilanza - Servizio competitività dei sistemi produttivi, sviluppo delle attività industriali ed estrattive, politiche della concorrenza internazionalizzazione delle imprese e marketing territoriale - Servizio pianificazione attività commerciale e artigianali Area Seconda (Programmazione regionale, politiche agricole,forestali, ittiche e dell’ambiente) Direzione (Massimo Pil-

larella) - Servizio coordinamento programmazione comunitaria Fondo Fesr - Servizio coordinamento fondo per lo sviluppo e la coesione - Servizio programmazione politiche energetiche - Servizio economia del territorio, attività integrative, infrastrutture rurali e servizi alle imprese - Servizio coordinamento e gestione delle politiche europee per l’agricoltura, acquacoltura e pesca – attività venatoria - Servizio fitosanitario regionale, irrigazione e bonifica integrale - Servizio sostegno al reddito, condizionalità e territorio - Tutela e valorizzazione della montagna e delle foreste, biodiversità e sviluppo sostenibile - Servizio valutazioni ambientali - Servizio tutela ambientale Area terza (Politiche d’innovazione culturale, formative, turistiche e sportive, del lavoro e del sociale) Direzione (Alberta De Lisio) - Servizio innovazione, ricerca e università - Servizio sistema integrato dell’istruzione e della formazione professionale - Servizio politiche culturali, di promozione culturali, di promozione turistica e sportiva – rapporti con i molisani nel mondo - Servizio politiche per l’occupazione - Servizio politiche sociali Area Quarta (Politiche del territorio e delle infrastrutture)

Direzione (Rodolfo Cocozza) - Servizio pianificazione e gestione territoriale e paesaggistica - Servizio edilizia pubblica e residenziale - Servizio viabilità - Servizio mobilità - Servizio tecnico, sismico e geologico - Servizio difesa del suolo, opere idrauliche e marittime e marittime - Servizio integrato Direzione generale per la salute Servizio supporto al direttore generale - Servizio epidemiologico e dei controlli - Servizio controllo di gestione e flussi informativi - Servizio organizzazione – personale dipendente – formazione personale del servizio sanitario regionale (Ssr) Servizio risorse finanziarie e infrastrutture sanitarie - Servizio programmazione e assistenza farmaceutica - Servizio assistenza territoriale Ospedalità pubblica e privata Servizio prevenzione, veterinaria e sicurezza alimentare - Servizio politiche socio-sanitarie Agenzia regionale Molise Lavoro Direzione (Gabriella Guacci) - Servizio promozione e sviluppo politiche del lavoro e osservatorio del mercato del lavoro. Organizzati dall’università, saranno presentatati oggi a Termoli


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3 15 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La politica incrina l’autonomia Negli ultimi anni nessun atto propedeutico necessario alla riforma dell’ossatura istituzionale regionale A rischio, così, è la stessa sopravvivenza del Molise o la sua annessione senza se e senza ma CAMPOBASSO. Il Molise è in uno stato di profonda prostrazione per avere un notevole indice di disoccupazione giovanile; per avere una sanità sotto processo e obbligata ad un severo piano di rientro dal debito accumulato; per avere un’economia di pura sussistenza; per essere priva di un progetto di crescita sostanzialmente sostenuto dalle risorse necessarie; per essere un territorio venduto alla speculazione eolica e fotovoltaica, oggetto di pesanti violazioni ambientali e paesaggistiche; per essere una realtà lasciata vittima dell’assistenzialismo e mai stimolata ad una sua autonoma capacità di programmare e di produrre; per essersi piegata alla peggiori motivazioni di un falso progresso socio-culturale venendo meno ai suoi valori fondamentali di civiltà contadina e alle sue tradizioni; per aver assecondato acriticamente il progressivo decadimento della sua classe dirigente. in Italia esistono almeno cinque o sei Regioni caratterizzate da inadeguatezza demografica e strutturale: pensiamo, oltre al Molise, all’Umbria, alla Basilicata, alle Marche, alla Valle d’Aosta ( riconosciuta persino come

CAMPOBASSO. Si è concluso l’iter parlamentare della risoluzione per il riconoscimentodella “situazione di crisi industriale complessa nel distretto produttivoCampochiaro- Venafro” presentata in X Commissione dai deputati molisani del PD Leva e Venittelli. “Dopo che nelle settimane scorse erano state audite le rappresentanze istituzionali economiche e sociali si è giunti all’approvazione all’unanimità della risoluzione che impegna il governo ad intervenire con urgenza sulla situazione di crisi del Molise. Il vice

Regione a Statuto speciale, pur con i suoi 180.000 abitanti!); Regioni che non hanno certo realizzato livelli economici ed occupazionali di gran lunga superiori al Molise. Sono territori oggi in grandissime difficoltà come il Molise e, tuttavia, nessun rappresentante politico ne pone in discussione l’autonomia o la stessa

legittimazione costituzionale. L’articolazione territoriale delle prerogative di Governo delle popolazioni, con la connessa auto-determinazione condivisa, costituiscono fondamentali connotazioni delle democrazie moderne, che non possono essere in nessun caso cancellate da particolari contingenze storiche o da stru-

mentali manipolazioni di parte. a richiamare alla memoria l’insegnamento storico della grande battaglia Parlamentare, condotta negli anni cinquanta e nei primi anni sessanta dai nostri rappresentanti in Parlamento; persone di conclamata qualificazione politica e culturale ( cito per tutti gli Onorevoli La Penna, Se-

dati, Sammartino, Colitto, Camposarcuno, Vecchiarelli e tanti altri), che riuscirono a far prevalere lo spessore storico dei valori identitari delle popolazioni molisane: valori che convinsero l’intero Parlamento Italiano a deliberare a favore del riconoscimento del Molise come Regione autonoma. A conquistare tale orientamento favorevole del Parlamento non fu certo l’impegno a creare ” un’isola felice“ (anche perché di isole felici sul nostro pianeta credo non ne esistano!), bensì il riconoscimento della identità di un popolo, che aveva specifiche e profonde connotazioni socio-economiche e culturali, non reperibili nelle realtà territoriali limitrofe. Sono questi i valori che i molti detrattòri dell’autonomia molisana continuano a calpestare senza pudore, esplorando anche ignobili ipotesi annessionistiche a tutto vantaggio dell’Abruzzo o di altra Regione limitrofe. Anche se, a livello politico, nessuno ha posto mano alla revisione dell’ossatura istituzionale regionale per salvare e rilanciare un possibile futuro per il Molise.

Area di crisi, si apre una speranza per un Accordo di programma Leva e Venittelli avevano predisposto un emendamento che la Commissione parlamentare ha approvato ministro De Vincenti ha assunto l’impegno ad attivare strumenti quali “accordi di programma” per mettere in campo risorse finanziarie ed interventi per la reindustrializzazione del distretto Boiano-Venafro. Entro fine mese il Mise convocherà la regione e gli altri enti locali per iniziare il percorso istituzionale che

porterà all’approvazione di tale accordo di programma. La Commissione attività produttive della Camera dei Deputati monitorerà l’andamento di tale percorso, questo a garanzia della necessità di arrivare ad uno sbocco positivo di una “vertenza” che siamo riusciti a portare fuori dai confini regionali. La di-

scussione in Commissione ha consentito, quindi, di individuare strumenti certi attraverso cui intervenire sulla drammatica situazione di crisi che ha investito il nostro territorio. Ora dovremo continuare a lavorare affinchési arrivi, rapidamente, alla stipula dell’accordo di programma.”

Export, imprese molisane al palo I dati pubblicati da Unioncamere devono fare riflettere la classe politica Campobasso. Nel secondo trimestre 2014, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, in Italia le esportazioni di merci risultano in contenuta espansione (+1,1%), sintesi di dinamiche territoriali divergenti: in aumento le regioni nord-orientali (+2,4%), quelle nord-occidentali (+0,7%) e quelle centrali (+2,0%), in calo le regioni meridionali (-0,7%) e quelle insulari (-5,3%). Questa tendenza viene confermata anche dai dati cumulati relativi ai primi sei mesi dell’anno (+1,3%), che registrano un buon dinamismo in tutto il Paese, ad eccezione delle regioni dell’Italia insulare (-11,1%): nell’area nord orientale la crescita più sostenuta delle vendite (+3,4%), segue l’area meridionale (+2,4%), l’area nord occidentale (+1,2%) e infine quella centrale (+0,6%). In Molise, se si considera solo il pe-

riodo aprile-giugno, si registra un forte aumento delle esportazioni pari al 20,4%: questa dinamica, però, si ridimensiona e addirittura diventa negativa (-0,7%) se si sommano i dati relativi anche ai primi tre mesi dell’anno. A livello provinciale, Campobasso contribuisce un maniera positiva al saldo: +37,5% nel secondo trimestre che scende a +16,9% se si considerano cumulativamente i primi sei mesi dell’anno. In provincia di Isernia le esportazioni al contrario calano nel confronto ad un anno: -19,1% se si considera solo il secondo trimestre del 2014; -34,9% se si aggiungono anche i primi tre mesi dell’anno. A livello merceologico, il risultato negativo dei primi sei mesi dell’anno è da attribuirsi principalmente al settore manifatturiero, che da solo rappresenta circa l’85% delle

esportazioni totali della regione e che segna una diminuzione del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2013. Scendendo nel dettaglio di tale settore se da un lato continua l’aumento delle esportazioni di prodotti alimentari (+29%), i prodotti chimici fanno registrate una leggera diminuzione (-0,3%). Il valore delle esportazioni di articoli in gomma e materie plastiche, che costituiscono il terzo settore per importanza dopo i prodotti chimici e i prodotti alimentari, si è quasi dimezzato in un anno (-47,4%), mentre aumentano le esportazioni di apparecchi elettrici (+2,8%) e dei mezzi di trasporto (+64,8%). Infine, l’analisi per Paesi di sbocco mostra che il 73,6% del totale esportato dalla nostra regione nei primi sei mesi del 2014 è destinato all’Europa, mentre la restante parte prende

le direzioni di Africa (11%), America settentrionale (6,6%), America centro-meridionale (4,5%), Medio Oriente e Asia centrale (1,7%), Asia orientale e Oceania (0,4%). Il confronto con ciò che accadeva nei primi sei mesi del 2013 evidenzia una flessione marcata dell’export verso l’Europa con circa 6,6 milioni in meno rispetto ad un anno fa (5%), compensata però dall’aumento quasi dello stesso ammontare, +6,4 milioni di euro, verso i paesi africani, Libia e Algeria su tutti (+117% rispetto al 2013). Negative anche le variazioni del valore dell’export verso l’Asia Orientale (Hong Kong e Giappone in primis, mentre aumentano le esportazioni verso la Cina), con circa 3,3 milioni in meno, -29% in termini percentuali, e verso l’Oceania (-0,7 milioni di euro, 52%), solo parzialmente compensate

dall’aumento delle esportazioni verso l’America settentrionale (+1,8 milioni di euro, +10%) e in particolare verso gli Stati Uniti, verso l’America centro-meridionale (circa 0,6 milioni di euro, +22%) e verso il Medio Oriente (0,2 milioni in più, +5%).


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15 gennaio 2015

I molisani indignati non arretrano, anzi rilanciano la loro azione di resistenza civile

“Comitati di difesa uniamoci” Cosa deve scovare ancora la stampa nazionale (dopo le Iene e Report) sulla povertà morale di taluni protagonisti della vita pubblica locale, sulla inadeguatezza dei governati, sulle furbizie nel tenersi indebiti vantaggi economici e sulle illegittimità degli atti amministrativi che reggono e coprono interessi privati per vergognarci come collettività? Prima della rinnovata indignazione dei “cittadini indignati”, questa testata giornalistica ha stigmatizzato per due volte l’arroganza e la strafottenza insita nella collocazione della proposta di legge popolare al quarantaquattresimo (la prima volta) e al quarantesimo (la seconda) punto dell’ordine del giorno dell’assemblea regionale. Torniamo sull’argomento condividendo appieno le riflessioni degli indignati e le loro valutazioni sullo stato di disperazione in cui si trovano intere fasce sociali lasciate alla deriva. Condividiamo soprattutto la sottile ironia che inquadra i consiglieri regionali nella loro incongruenza. Ma temiamo che l’egoismo, l’egocentrismo, la diffidenza, l’incoerenza (che non manca mai), la delegittimazione dell’uno usata verso l’altro renda vano l’appello rivolto a tutti i comitati sorti a difesa di un territorio, di un ospedale, di un parco ambientale, di un’azienda, di un ufficio, di una scuola, di una casa popolare, di una casa per anziani, di una strada di comunicazione, di un sito archeologico; ai comitati sorti contro una biomassa, un parco eolico, una mega stalla, un’autostrada, una discarica abusiva , un terreno avvelenato, una

di Alfredo Magnifico Convegno partecipatissimo organizzato a Roma da ADAPT sul Jobs Act, dalle prime analisi emerge che le categorie svantaggiate purtroppo continueranno ad esserlo, in quanto la caratteristica degli incentivi è quella di essere di carattere generale e di non rivolgersi direttamente alle categorie più svantaggiate del nostro mercato del lavoro”. Il centro studi fondato da Marco Biagi, fotografa le potenzialità del Jobs Act nei confronti dei soggetti deboli, occupazione femminile in testa. Non sembra vengano, incentivati comportamenti virtuosi nei confronti di un nucleo specifico di lavoratori, con il rischio, già sottolineato, di es-

trivellazione in mare, a unire le forze “a testimonianza di un esigenza diffusa di buon governo al fine di non rimanere inconsapevoli terminali di una politica sempre più autoreferenziale e lontana dai veri problemi dei cittadini”. Speriamo di esser smentiti nei fatti. Sarebbe il giorno più bello dei molisani non solo indignati, quanto onesti, quello in cui tutti i comitati sorti contro la inconcludenza della politica, contro il malgoverno, contro l’interpretazione utilitaristica del potere politico e amministrativo la cui massimizzazione è nella casta di Palazzo Moffa e di Palazzo Vitale (sedi del consiglio e

della giunta regionali) trovassero la forza, la volontà, e le ragioni per unirsi e lottare in favore dell’affermazione della giustizia sociale, della trasparenza, dell’equità. Lottassero contro il consiglio regionale che ancora una volta non ha tenuto conto della proposta di iniziativa popolare sui tagli dei costi della politica sottoscritta da seimila cittadini molisani prefrendo “organizzare tavoli di discussione sulle gran manze, sui cinghiali, sullo spargimento delle ceneri da cremazione, sulla coltura della cannabis, sull’istituzione dello psicologo per lavoratori ed imprenditori in crisi (questa è l’apice del

cinismo di cui sono portatori ed espressione i consiglieri regionali – ndr) eccetera eccetera.” Tutto ciò accade in una regione che – come rileva Pasquale Bottinelli a nome degli indignati - “in cui neanche il messaggio politico del renzismo, trasportato di peso nella nostra realtà riesce a dare speranza agli abitanti e la drammatica radiografia dell’ultimo rapporto Svimez è la certificazione del fallimento politico di chi amministra e di chi lo ha preceduto”. La situazione espressa dalle parole è impressa nei rilievi statistici: tasso di disoccupazione giovanile del 49% che in un anno bruciato il 3,2% della

Job Acts, quella strana chimera sere poco efficaci nei confronti dello scenario attuale”, inoltre gli incentivi previsti dalla legge di stabilità per il contratto a tutele crescenti copriranno soprattutto assunzioni di coloro che già sarebbero stati assunti dalle imprese. La non cumulabilità degli incentivi con il piano Garanzia Giovani rischia “di andare a discapito degli under 29, solitamente considerati meno appetibili in quanto ancora da formare”, il rapporto fa notare anche

la possibilità che le assunzioni con il contratto a tutele crescenti possa finire con il soffrire la concorrenza del ‘tirocinio’.Considerato il sicuro vantaggio economico dell’assunzione tramite contratto a tutele crescenti, resta il fatto che, la forma del tirocinio mantiene un vantaggio ulteriore, dato dal fatto di non essere una forma contrattuale e in quanto tale di non avere gli oneri propri di questi istituti, oltre ad oneri retributivi minori. Una conversione di un tiroci-

ricchezza molisana; più 20% di famiglie povere nell’ultimo anno; l’indice di occupazione nell’ultimo anno è crollato dell’8%; bruciati 8000 posti di lavoro; aziende che muoiono; trasporti inefficienti; ambiente e territorio stuprati; cultura impoverita; protezione civile smantellata; sanità appaltata ai privati; agricoltura abbandonata; uffici regionali depauperati di ruolo; istruzione e formazione senza riforme di struttura. Viene da chiedere: cosa deve accadere ancora, cosa si deve subire ancora perché la coscienza civile si decida a sbarrare la strada agli infingardi e agli approfittatori di Palazzo Moffa? Cosa ancora deve scovare la stampa nazionale (dopo le Iene e Report) sulla povertà morale di taluni protagonisti della vita pubblica locale, sulla inadeguatezza dei governati, sulle furbizie nel tenersi indebiti vantaggi economici e sulle illegittimità degli atti amministrativi che reggono e coprono interessi privati, per vergognarci come collettività? Si obietterà: al peggio non c’è mai fine. Ma la fine del peggio sì. Se la si vuole. Dardo

nio di 12 mesi in un contratto a tempo indeterminato dunque, calcola ancora Adapt, “dipenderà dalla presenza o meno degli incentivi nella legge di stabilità del 2016.Ora, migliaia di imprese e di lavoratori sono in attesa di poter ricorrere ai nuovi strumenti, anche se per i nuovi assunti le tutele subiranno una forte restrizione.Secondo le stime, il percorso dovrebbe essere completato in breve tempo, ma non prima di metà febbraio: le imminenti elezioni del nuovo presidente della Repubblica potrebbero, infatti, rallentare la marcia del Jobs Act in Parlamento.

Molise, crisi senza precedenti di Vincenzo Musacchio

Sta arrivando il Santo Natale e avverto nell’aria il sentore di una crisi senza precedenti. L’immobilismo generale, la corruzione e l’incompetenza ormai hanno rotto gli argini. In Molise (ma lo stesso discorso vale per l’Italia) si è verificato il collasso di tutti gli organi vitali della nostra comunità: la politica, poi l’economia, la chiesa, la famiglia, la scuola (univer-

sità compresa), l’associazionismo e infine l’informazione. Un effetto domino quasi apocalittico. Non c’è istituzione indenne. Alla fine, del mio Molise, resta il corpo anoressico, ridotto alla fame. Un corpo privo di sensi dal quale non si ricevono segnali di miglioramento. Lo si scruta e lo si studia attentamente per capire se ci sia qualche speranza di cure efficaci ma lo si trova sempre più abulico, insensibile a qualunque sollecitazione persino all’elettroshock. Il Molise è in coma! Ma

malgrado tutto, dal coma si può uscire, nonostante sia un’impresa immane e soprattutto occorre volerlo con forza e determinazione, è necessario essere attaccati alla vita. Basterebbe cominciare a fermare i molteplici oltraggi alla legalità e alla Carta Costituzionale. Voglio però chiudere queste riflessioni con un pizzico di ottimismo. Sono ancora convinto che con un forte sussulto di dignità (la società molisana possiede energie ancora vitali) si possa tranciare il legame

(spesso complice) dei cittadini con la “mala politica”. Sarebbe già un buon inizio. La politica, quella con la “P” maiuscola, deve ritrovare il suo senso etico e con essa tutte le istituzioni vitali (chiesa, famiglia, scuola per citarne solo alcune). La crisi in Molise è profonda, seria e grave. Ma nella mia esperienza di vita ho imparato che spesso “volere è potere”, quindi, affrontiamo la tempesta non lasciamoci morire senza lottare! Rompiamo questo silenzio assordante!


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5 15 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Sarà inaugurata il 17 gennaio alle ore 17

L’ottava Biennale dell’incisione italiana contemporanea, ce l’ha fatta Trattandosi di una manifestazione di livello nazionale meriterebbe una diversa e migliore considerazione da parte delle istituzioni locali Continua il momento d’oro della Arti figurative. La mostra di Marotta, questa ancora in atto di De Chirico e, dal 17 di questo mese, l’ottava Biennale dell’incisione italiana contemporanea “Città di Campobasso”. La combinazione organizzativa è sempre la stessa, fortunatamente: il Comune di Campobasso, la Regione Molise, la Provincia e la Fondazione Molise

Cultura, e, in aggiunta, l’alto patrocinio del presidente della Repubblica. Le incisioni, dedicate alla memoria di Giorgio Trentin, ed omaggio a Leonardo Castellani, saranno in esposizione (per noi in modo improprio e in uno spazio insufficiente) dal 17 gennaio al 15 febbraio 2015 nel corridoio di disimpegno dell’ex Gil. Ma l’ideatore, l’organizzatore, il curatore

della Biennale, il Maestro Domenico Fratianni, ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco pur di non interrompere questa manifestazione che ha raggiunto un rilievo nazionale e partecipazioni incisorie importanti. Elementi che da soli lo ripagano della gran fatica e gli danno la soddisfazione che merita. La Biennale però pretende ben altra considerazione da parte delle istituzioni. E rispetto.

Trattandosi di una manifestazione di livello nazionale. L’inaugurazione, come dicevamo, è per alle ore 17 del giorno 17, l’apertura della mostra un’ora dopo. La sfilata di coloro che vorranno ritagliarsi un merito annovera i saluti del sindaco Battista, dell’assessore comunale De Capoa, del presidente della Provincia De Matteis, del consigliere regionale delegato alla cultura, Ioffredi, e del

presidente della giunta regionale Frattura. Sul piano scientifico interverranno il presidente della commissione scientifica e consigliere di Stato, Floriano De Santi; il direttore dell’Istituto nazionale per la Grafica di Roma, Maria Antonella Fusco, e il professore universitario Francesco D’Episcopo. I lavori saranno introdotti e moderati dal Maestro Fratianni.

Due master per un Turismo che non c’è Frattanto la Regione sta mettendo a punto la soppressione degli Enti provinciali per il turismo e dell’Azienda autonoma di soggiorno di Termoli senza indicare una soluzione alternativa Attraverso i due corsi di laurea in Scienze turistiche e in Turismo e beni culturali già attivi a Termoli e da qualche giorno attraverso due distinti master di primo livello: uno in Management del turismo enogastronomico, l’altro in Management del turismo congressuale, organizzati in collaborazione con il partner Allegroitalia Hotels s.p.a, l’università del Molise continua a creare e a diffondere una cultura turistica. Da istituzione scientifica qual è, non può disconoscere le caratteristiche ambientali del territorio né le sue naturali vocazioni, ma deve – crediamo – prendere atto che la Regione Molise è del tutto estranea e indifferente all’attività dell’ateneo, al futuro dei laureandi e, com’è stranoto, al futuro turistico del Molise. Proprio in questi giorni, infatti, la Regione sta mettendo a punto la soppressione degli Enti provinciali per il turismo e dell’Azienda autonoma di soggiorno di Termoli, senza peraltro indicare una soluzione alternativa che metta al

CAMPOBASSO. Circa 660 le entrate previste dalle imprese dell’industria e dei servizi del Molise, monitorate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, in diminuzione però, diversamente di quanto accade in generale in Italia, del 4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questa variazione tendenziale negativa è il risultato di una diminuzione del 9% delle assunzioni dirette effettuate dalle imprese, non compensata dall’incremento del 7% dei contratti atipici. In termini assoluti, in questo trimestre le assunzioni effettuate dalle imprese saranno pari a 420 unità (64% dei contratti totali), mentre i contratti atipici dovrebbero attestarsi a 240 unità (36%). Il numero delle entrate, però, non compenserà le uscite attese nel periodo: 1.230 unità, infatti, usciranno dal mondo del lavoro per scadenza di contratti, pensionamenti o altri motivi. Il “saldo” occupazionale atteso nella regione sarà, quindi, negativo pari a -570 unità, in netto miglioramento rispetto alle -650 di un anno prima. Guardando alle diverse modalità contrattuali, il saldo occupazionale dovrebbe essere generalmente negativo e attestarsi attorno a -580 unità per le assunzioni dirette programmate dalle imprese e a -20

centro dell’interesse regionale il destino del settore, la sua organizzazione, i suoi operatori, e i suoi potenziali fruitori. Da una parte l’università, con i corsi di laurea e i master; dall’altra la Regione, con la sua cecità, il suo nullismo, la sua incapacità ad organizzare una strategia, che una, si tratti di turismo, di agricoltura, d’industria, di commercio, di artigianato, di terziario. Ciononostante i rapporti istituzionali pare non ne risentano. L’università va per la sua strada; la Regione per la sua. In bella solitudine, mentre dovrebbero operare in sinergia quantomeno nei settori e negli ambiti in cui l’interesse scientifico e quello amministrativo sono preminenti e convergenti. Il rettore Palmieri e il presidente Frattura non si riprovano nulla; vanno d’accordo dopo un breve periodo di tensione sfociato nel taglio del contributo regionale (poi rimesso) alle attività universitarie (gatta ci cova! – ndr). E’ il Molise delle contiguità, del vogliamoci bene, dell’an-

diamo a braccetto, del godiamoci la vita e il potere, che scansa i problemi, le responsabilità, i doveri. Fare master di primo livello e tenere in vita corsi di laurea in materia turistica in una realtà priva di strutture, di risorse, di organizzazione, di volontà, sembra un controsenso. Eppure, con la forza di queste iniziative, con l’insita autorevolezza scientifica, con la chiarezza delle idee e dei programmi rivolti alla professionalizzazione del personale addetto alle attività turistiche, l’università avrebbe gli argomenti per un confronto con la Regione per denunciarne l’assenza, lo strabismo, la contraddizione. Ma, come diciamo, i rapporti personali sono più importanti dei rapporti istituzionali. Chiusa parentesi, torniamo ai due master in Management del turismo enogastronomico e in Management del turismo congressuale. Il Turismo Enogastronomico è uno dei comparti più interessanti del panorama economico italiano, in grado di legare territorio, pro-

duzioni di qualità, ambiente e turismo. Il master sul turismo enogastronomico è patrocinato dall’Associazione Nazionale Città del Vino e dall’Enoteca Italiana. Ha l’obiettivo di formare un profilo manageriale di esperto in enogastronomia con competenze territoriali, scientifiche, culturali, giuridiche ed economiche finalizzate all’organizzazione, alla gestione e alla promozione di attività turistiche incentrate sulle esperienze del gusto, del benessere, e delle produzioni locali di qualità. L’altro master riguarda il turismo legato ai meeting, ai Congressi e agli eventi e si propone di formare una figura professionale specializzata nel settore del turismo congressuale e quello più specificatamente legato al mondo degli eventi e degli “incentive”, cioè professionalità competenti in management del turismo che sappiano organizzare eventi e che dispongano di buone doti di comunicazione e di relazione. Dardo

Unioncamere Molise fotografa la domanda delle imprese unità per i contratti in somministrazione. Per le collaborazioni a progetto e per le collaborazioni occasionali e gli incarichi a professionisti con partita IVA, invece, il numero dei contratti attivati dovrebbe essere superiore a quello dei contratti in scadenza, da cui un saldo positivo pari, complessivamente, a +30 unità. Considerando sempre sia il lavoro dipendente che quello atipico, in entrambe le province della regione si registrano saldi occupazionali negativi, più accentuati in provincia di Campobasso, dove il valore previsto è di -380 unità. Delle 420 assunzioni di lavoratori dipendenti, la maggior parte saranno effettuate da imprese operanti nei servizi. Queste dovrebbero concentrare il 56% delle assunzioni programmate in Molise nel 4° trimestre, 14 punti in meno rispetto al trimestre precedente. Aumenta quindi il peso dell’industria (costruzioni comprese), che nel periodo in esame raggiungerà il 44% del totale.

delle assunzioni è l’industria in senso stretto (120 unità, il 27% del totale). Non sarà questo il trimestre migliore per i giovani e per le donne in cerca di lavoro. Per il IV trimestre 2014, la quota di entrate riservate agli under 30 è del 19%, un valore decisamente contenuto, 6 punti percentuali in meno rispetto al trimestre precedente, mentre il 6% sarà riservato alle donne, quota di entrate in diminuzione di 3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Tra i comparti dei servizi, dopo l’insieme degli “altri servizi” che concentreranno un centinaio di assunzioni (il 23% del totale), prevale il commercio, che risente della stagionalità positiva legata alle feste di fine anno, con 90 assunzioni, pari al 22% del totale regionale. Seguono infine le attività del turismo e della ristorazione, con 50 assunzioni (11%). Nell’industria, il comparto che concentrerà una parte significativa

“In un quadro economico ancora dominato dall’incertezza, il miglioramento del saldo occupazionale previsto dalle imprese molisane, determinato dal rallentamento delle uscite dal mondo lavorativo, è un segnale di vitalità del nostro sistema produttivo, ancora fortemente provato dagli effetti della crisi e dal forte rallentamento del mercato interno”. Questo il commento ai risultati dell’indagine del presidente dell’Unioncamere Molise, Pasqualino Piersimoni.

La Fai Cisl “Subito il piano olivicolo” CAMPOBASSO. “La FAI-Cisl, di fronte alla crisi del comparto e alle gravi conseguenze negative che si ripercuotono pesantemente E drammaticamente sui livelli occupazionali, chiede con forza al Governo l’adozione del Piano olivicolo nazionale”. Lo dichiara il Commissario della FAICisl nazionale, Luigi Sbarra, che sottolinea pure come “il Piano, prevedendo il risanamento tecnico-colturale delle diverse varietà e la riorganizzazione della rete commerciale, attraverso nuovi impianti, potrebbe assicurare un futuro certo all’olivicoltura con forti ricadute in termini occupazionali”. Per Sbarra “si tratta anche di salvaguardare una coltura –quella dell’olivo appunto- che ha forti radici nella nostra cultura e nelle nostre tradizioni mediterranee. Per questo è necessario la mobilitazione anche delle Regioni per fare pressione sul Governo non essendo piùrinviabile l’adozione di un Piano olivicolo nazionale che tenga anche conto delle diverse specificità colturali di ogni territorio”.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Campobasso

15 gennaio 2015

CAMPOBASSO, SEMPRE PIU’ BRUTTA E VOLGARE

Mentre si continua a ripetere il ritornello della mancanza di adeguate risorse economiche CAMPOBASSO. Strade, piazze, tabelloni, marciapiedi e palazzi: Campobasso, un disastro. Buche sulle strade, pozzanghere come laghetti artificiali, sfaldamento di cordoli, piastrelle dei marciapiedi divelte, escrementi animali per contorno, offrono uno spettacolo indecente nel contesto di una urbanizzazione sempre più aggressiva e speculatrice. Si coglie anche un palpabile arretramento della qualità del servizio di nettezza urbana. Non vorremmo dar ragione (a posteriori) ai metodi caporaleschi che per un tratto hanno accompagnato il lavoro di

raccolta e smaltimento da parte della Seac. Così come non vorremmo insistere oltre sulla incapacità comunale di assicurare l’ordinaria amministrazione e di dare una linea comportamentale coerente agli assessori responsabili dei vari settori. Campobasso si va imbruttendo, involgarendo, compromessa da una serie di interventi qualunquistici: segnaletica stradale discutibile sotto il profilo della razionalità (l’aggressione perpetrata a Piazza della Repubblica grida ancora vendetta); tabelloni pubblicitari (taluni abusivi) dovunque possibile e impossibile; traffico

allo sbando; apertura e chiusura di strade a seconda l’umore di chi si sveglia prima la mattina; verde pubblico massacrato per manifesta incompetenza: ai quattro cedri del Libano di incommensurabile valore botanico della “Villa dei cannoni”, e una rarissima palma, fatti brutalmente fuori dalla gestione Massa, vanno aggiunti la fine di un preziosissimo pino silvestre e della sequoia di Piazza Cesare Battisti, né possono valere a mitigare il giudizio negativo le ultime resipiscenze municipali in materia di mantenimento delle aiuole da parte, peraltro, di

privati. Chiunque degli assessori in carica venga preso da furore distruttivo è nella condizione di sfogarlo sugli spazi pubblici e sulla pelle dei cittadini. Non si spiega diversamente lo stato di degrado e di abbandono, come dicevamo all’inizio, delle strade, delle piazze e dei marciapiedi, della pubblicità, del verde pubblico, dei servizi e del caotico sviluppo edilizio. L’insieme di queste intollerabili disfunzioni, danno l’immagine di un livello culturale poco confortevole per una città che si arroga la dignità di capoluogo di regione.

Rubano profumi, denunciati due rumeni I carabinieri di Campobasso hanno fermato gli slavi residenti a Foggia CAMPOBASSO. I Carabinieri della Compagnia di Campobasso hanno denunciato in stato di libertà O. M. classe 1980 e G. I. L. classe 1994, entrambi rumeni ma residenti a Foggia già noti alle forze di polizia. I Carabinieri li hanno individuati dopo che dalla profumeria sita nel centro commerciale “Monforte” era stata segnalata la presenza di due ragazzi che stavano asportando

profumi. Sul posto i militari hanno accertato che uno di loro era all’esterno dell’esercizio commerciale pronto ad avvisare il complice qualora giungesse qualcuno che potesse sorprendere l’altro intento a riempire di profumi una borsa “schermata” . I loro movimenti non sono passati inosservati al personale presente che ha richiesto

al ragazzo di verificare il contenuto della borsa; vistosi scoperto il cittadino rumeno ha lasciato lo zaino dove vi erano prodotti del valore di 300,00 euro ed ha tentato di allontanarsi ma è stato fermato dai Carabinieri immediatamente giunti dopo che il loro intervento era stato richiesto con una telefonata al 112. Le immediate ricerche del complice, la cui

descrizioneera stata fornita al personale dell’Aliquota Radiomobile,hanno permesso ai Carabinieri di individuarlo poco distante dal centro commerciale. La refurtiva recuperata è stata restituita; i sono stati due denunciati in stato di libertà per tentato furto e, nei loro confronti, è stata proposta l’emissione del foglio di via obbligatorio.

Scuola,

in dodici davanti al giudice Rinvio a giudizio per peculato, falso, truffa. Avrebbero usato soldi per altri scopi CAMPOBASSO. Dodici persone fra insegnanti, tecnici amministrativi, personale Ata e rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale sono state rinviate a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Roberta D’Onofrio, con accuse di

vario genere quali associazione a delinquere, peculato, truffa, falso ideologico. Le indagini sono state condotte fra il 2006 e il 2009 dai Carabinieri della Polizia Giudiziaria e coordinate dal sostituto procuratore Fabio Papa hanno preso di

mira l’Istituto Professionale Industria e Artigianato di via Montini a Campobasso e l’Ufficio Scolastico regionale, ex Provveditorato. I fondi destinati alla formazione sarebbero stati destinati in parte per ottenere profitti personali attraverso

rimborsi illegittimi, assegnazione di incarichi dubbi o con spettanze oltre il dovuto, in parte per pranzi al di fuori dell’attività didattica, cene in ristoranti prestigiosi, gite con familiari in località turistiche, queste sono alcune delle contestazioni

mosse dalla Procura di Campobasso nei confronti degli imputati. L’ex preside dell’Istituto di via Montini si è costituita parte civile. Il processo a carico dei dodici imputati comincerà l’8 aprile.

Processo Shanti, a fine mese le arringhe A meno di cinque anni dagli arresti dinanzi al giudice le 17 persone CAMPOBASSO. A meno di cinque anni dagli arresti di 17 persone nell’ambito dell’inchiesta anti prostituzione denominata ‘Shanti’ condotta dai Carabinieri del R.O.S. (Reparto Operativo Speciale) e dalla Dda presso la Procura di Campobasso si va verso la definizione del processo di primo grado in Corte d’Assise per gli ultimi imputati (gli altri hanno già definito la loro posizione con riti alternativi). Pesanti le richieste di condanna formulate dal pm Enrico Colagreco al termine della requisitoria

di questa mattina 13 gennaio: le più severe sono a carico di Angelo Carpino e Aldo Setaro, rispettivamente a 12 anni e 8 anni di reclusione, considerati gli attori principali del sodalizio che sfruttava le ragazze all’interno dei locali ‘Edonè’ e ‘La Nuit’, sottoposti a sequestro nel corso delle indagini. Per gli altri imputati Colagreco ha chiesto condanne fra i 6 e meno degli 8 anni di reclusione. A vario titolo sono accusati di induzione e sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani e riduzione

in schiavitù. Il pubblico ministero ha ripercorso le principali tappe dell’inchiesta, facendo leva su intercettazioni, relazioni del personale inquirente e testimonianze in aula. Il sodalizio, prima dell’emissione delle misure cautelari eseguite il 6 giugno 2010, reclutava ragazze in Polonia, Romania, Lituania e Nigeria, che venivano assunte con la promessa di un lavoro dignitoso e venivano poi costrette a prostituirsi nei due locali, intrattenendosi sessualmente con i clienti. Il

miraggio per le giovani donne di trovare lavoro come hostess, cameriere oppure, una volta in Italia, come ballerine che dovevano spingersi al massimo nell’intrattenimento di pubbliche relazioni si infrangeva di fronte al vero intento dei loro aguzzini, che garantivano per loro vitto e alloggio ma di fatto le costringevano ad una vita segregata e sotto il loro controllo, per poi indurle a prostituirsi nei due locali. Il 28 e il 29 gennaio le arringhe delle difese.


Campobasso

7 15 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Altro colpo basso alla speranza di rimettere in moto la microeconomia

Campobasso e l’illusione della Zona franca urbana

Ha dovuto cedere il passo a città con un maggior indice di disagio socio-economico. Politicamente contiamo poco Dei 50 milioni di euro del ministero dello Sviluppo economico stanziati nel 2009 in favore delle zone franche urbane (Zfu), il comune di Campobasso non ne ha avuto neanche uno, nonostante fosse stato reinserito nell’elenco stilato dalla stesso ministero, regione per regione. La mano lesta (e pesante) di Mario Monti, il primo ministro italiano che dicono abbia salvato il Paese dal baratro del fallimento, è stata implacabile nell’eliminarci. Lesta e implacabile, a danno delle realtà economiche, po-

litiche e amministrative di scarso rilievo. Di ciò dovrà prendere atto il governo regionale in carica, in aggiunta alle tante altre delusioni che lo riguarderanno ogni qualvolta vorrà far valere le sue buone ragioni e quelle dei molisani a confronto con realtà coperte da maggiore prestigio e da maggiore capacità di farsi valere. L’inserimento nella lista avrebbe creato fermento nel settore delle microimprese, in quanto destinatario di sostanziali vantaggi economici. Tra cui, ad esempio, le agevolazioni fi-

scali e previdenziali quali l’esenzione totale dalle imposte sui redditi per i primi cinque anni, dal sesto al decimo anno a un’esenzione del 60%, per l’undicesimo e dodicesimo anno del 40% e del 20% per i successivi due anni per le nuove attività avviate nell’ambito delle Zfu, ed altri incentivi ancora. L’individuazione della zona franca urbana e la candidatura al finanziamento risalgono alla gestione amministrativa di Peppe Di Fabio, il sindaco che più di ogni altro ha sottoscritto programmi, ac-

cordi e sperimentazioni territoriali andati a vuoto. In ordine di tempo, va annoverato questo delle zone franche urbane. Sono sfumate così le attese che pure si erano generate nelle microimprese e nelle micro attività (commerciali, artigianali e di servizio) della fascia urbana compresa tra Via Garibaldi, Fontana Vecchia, e Via Mazzini, un’area contraddistinta da un chiaro disagio socio-economico, in quanto sostanzialmente marginale. A nulla sono valse le sollecitazioni fatte al Comitato interministeriale

per la programmazione economica (Cipe) che ha gestito la short list delle zone franche urbane insieme alla direzione generale della Concorrenza dell’Unione Europea. Dal gruppo tecnico del ministero dello Sviluppo economico incaricato della selezione Campobasso ha dovuto cedere il passo a città con un maggior indice di disagio socioeconomico che si sono rivelate essere, tra le altre, Catania, Torre Annunziata, Napoli, Taranto, Cagliari, Gela, Mondragone, Sora e Velletri.

L’intervento

Aree interne, si sta condannando il territorio alla morte. Meglio accorparlo all’Abruzzo di Antonio Vincenzo Monaco La sanità cancellata, la viabilità interrotta, una popolazione che rischia l’isolamento e tutti che restano a guardare: una fotografia triste di un Alto Molise meraviglioso solo solo in cartolina. Così si sta condannando un intero e importantissimo territorio alla morte! E, piuttosto che vederlo agonizzare lentamente, chiedo che venga accorpato alla vicina Regione Abruzzo” provocatorio, amareggiato e triste il commento del consigliere regionale Filippo Monaco che apprende la notizia della definitiva chiusura del reparto di ortopedia al Caracciolo di Agnone. Sono sempre stato a favore di una sanità da modificare, conscio del fatto che mantenere tanti nosocomi in vita a discapito della qualità dei servizi sanitari offerti sia solo dannoso per la popolazione. Ma sono altrettanto favorevole ad adottare modifiche solo dopo aver studiato attentamente le esigenze del territorio. Che senso ha cancellare definiti-

vamente un reparto di ortopedia in una zona della nostra regione abitata per la stragrande maggioranza da persone adulte ed anziani, assai più esposte a malattie e danni alle articolazioni? Il dottor Cerimele, unico ortopedico del Caracciolo - che garantiva un servizio sanitario importante con visite settimanali, interventi chirurgici, consulenze al Pronto Soccorso e al reparto di Medicina, ecografie alle anche dei bambini – dal 19 gennaio non presterà più servizio nell’ospedale altomolisano, ma verrà spostato tra Venafro ed Isernia dove tali reparti vivono già senza il suo importante supporto. Cosa ne sarà di tutti quegli anziani che già con enormi difficoltà si spostavano ad Agnone per curarsi? Alla popolazione, ci si pensa o no? Ribadisco la mia posizione di dover fare scelte anche impopolari sulla sanità, ma che siano ben studiate e che non creino gravi disagi alla popolazione come sta accadendo nell’Alto Molise.

E se si vogliono mettere in campo iniziative del genere perché non si pensa a come alleggerire la situazione? Come è pensabile che una popolazione coraggiosa, come quella che ha deciso di rimanere tra le montagne dell’Alto Molise, possa spostarsi ad Isernia o Venafro se nemmeno la viabilità viene garantita? Si vogliono tagliare gli ospedali e chiudere reparti? Che lo si faccia, ma si deve garantire l’accesso ai servizi sanitari in tempi brevi attraverso la risistemazione, messa in sicurezza e ampliamento delle vie di comunicazione esistenti. Mi chiedo, ed anzi chiedo all’Assessore ai Trasporti e al Presidente Frattura - che già nell’incontro sullo spopolamento organizzato dalla diocesi di Trivento lo scorso dicembre, insieme al Presidente dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, si impegnò a convocare un consiglio monotematico sulle aree interne nonché alla messa in sicurezza della viabilità locale – come mai nel grande piano delle in-

frastrutture varato qualche giorno fa, non è stato previsto nemmeno uno spicciolo per il collegamento tra la Trignina e la Fondovalle Sangro, da anni interrotta nei pressi di Agnone dalla Fondovalle Verrino? Come mai si attenziona quel territorio come importante attrazione del turismo non solo invernale, e nei fatti non si fa nulla per integrarlo al resto della Regione?” Se lo scopo è quello di isolare i comuni dell’Alto Molise annullando di fatto l’assistenza sanitaria, non curandosi di una viabilità tortuosa, rischiosa e fatta di buche e frane, chiudendo e non valorizzando i centri scolastici, con un digital divide impressionante (e di promesse sulla banda larga ne son state fatte!), lo dico sin da ora: sarò il primo a portare avanti una iniziativa di accorpamento dei comuni altomolisani alla vicina Regione Abruzzo. Più che farla morire, preferisco che la mia gente viva sotto altro governo regionale, e ci viva bene.

Provincia, che fine faranno i dipendenti? Incontro tra il presidente De Matteis e il senatore Ruta sulle prospettive dell’Ente CAMPOBASSO. Il Presidente della Provincia di Campobasso Rosario De Matteis ha avuto luogo presso la Sala Giunta dell’ente, una riunione informale con il personale dell’ente e il senatore Roberto Ruta, al fine di iniziare a colloquiare con i parlamentari, circa il futuro dei dipendenti. “Ho intesso avviare un discorso utilissimo, sentite le esigenze, le per-

plessità e le paure dei dipendenti della Provincia – ha commentato De Matteis – con il senatore del posto Roberto Ruta, che ha accolto il nostro appello. Un primo incontro per capire quanti dipendenti ci sono, quelli che sono a rischio e quelli che andranno in pensione ed i vari scaglioni e le relative tappe legate alla mobilità. Il senatore Ruta ha preso l’impegno,

senza tralasciare le sorti della Provincia di Isernia, di programmare altre assemblee a febbraio, marzo ed aprile, dove sarà più chiaro il quadro dei numeri ed i risultati dell’osservatorio con la Regione, al fine di capire bene la mobilità e le future competenze dell’ente. Resta alta comunque la mia preoccupazione e quella dei lavoratori delle Province, anche se il sena-

tore Ruta è convinto che possiamo farcela e che i posti di lavoro non sono a rischio. Certo è che indipendentemente dalle conseguenze lavorative, per questa riforma io mantengo un giudizio negativo e questo stato di confusione alimenta sfiducia e tensione sociale. Nelle prossime settimane speriamo di riuscire a dare risposte concrete ai dipendenti e vedere se

ci saranno dislocazioni ed in che modo, in base ad una fotografia dell’esistente e dell’immediato futuro. Alcuni dipendenti – commenta De Matteis – hanno fatto bene a sottolineare come, in presenza di tale situazione, sia opportuno che gli enti locali utilizzino prudenza nel bandire nuovi concorsi, visto che il personale assunto è a rischio”.



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Isernia

15 gennaio 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Migranti destinati ai lavori socialmente utili L’idea è dell’assessore Petraroia. Ma Casa Pound sottolinea “il lavoro agli italiani” MONTERODUNI. Questa settimana è cominciata con una protesta eclatante, quella dei migranti della struttura di accoglienza isernina di Monteroduni, che per un paio di ore hanno bloccato l’arteria stradale che collega Isernia a Venafro. Una manifestazione in massa per ribellarsi alla mancanza di permessi di soggiorno che i migranti aspettano da tempo. L’assessore Petraroia propone di impegnare gli immigrati in lavori socialmente utili, come per esempio la cura dell’ambiente e del decoro urbano, oltre che occuparli in attività di volontariato. Questo sarebbe un modo per trarre benefici da entrambe le parti: stem-

pera i ‘tempi morti’ dei migranti che spesso, nelle loro giornate, hanno poco da fare ed al contempofavorisce il bene della collettività, oltre che aiuterebbe ad una maggiore integrazione. Nella circostanza si potrà fare un punto complessivo sia sui flussi dell’emergenza profughi che per gli ospiti del Progetto SPRAR ponendo attenzione alle iniziative di inclusione, apprendimento della lingua italiana, formazione professionale. I centri di accoglienza della valle del Volturno vanno chiusi”. E’ la presa di posizione di CasaPound Italia dopo la protesta inscenata da decine di immigrati ospitati nel cen-

tro di accoglienza di Monteroduni, che hanno bloccato ieri la statale 85 paralizzando il traffico allo scopo di promuovere la loro richiesta di concessione del permesso di soggiorno, minacciando inoltre ulteriori proteste qualora questo non venga concesso in tempi rapidi. “Non è la prima volta che la popolazione della valle del Volturno si trova a subire questi disagi e a convivere con la paura di una situazione che è ormai fuori controllo. CasaPound aveva segnalato fin dall’inizio quali sarebbero state le conseguenze derivanti dallo stanziamento di un così cospicuo numero di immigrati in un’area totalmente priva delle ri-

sorse per sostenere un’accoglienza che ormai va protraendosi ben oltre i tempi inizialmente previsti – sottolinea Agostino Di Giacomo, responsabile isernino CasaPound, in una nota – I fatti di Monteroduni, che vanno a sommarsi ai tanti episodi di cronaca con protagonisti extracomunitari delle settimane passate, dimostrano il totale fallimento della gestione del fenomeno immigrazione tanto da parte del governo centrale, quanto delle amministrazioni locali. Nell’immediato, visto il deterioramento ormai irreversibile del rapporto di convivenza, la soluzione non può essere che la chiusura delle strut-

ture di accoglienza presenti nella valle del Volturno, con buona pace di quelle forze politiche che in maniera del tutto irresponsabile avrebbero istigato gli immigrati alla rivolta, sacrificando la tranquillità dei residenti a squallidi calcoli di tornaconto politico”. “I fatti di Monteroduni – conclude Di Giacomo – dovrebbero far riflettere bene le autorità sulle possibili conseguenze del progetto di stanziare altri immigrati in regione, e in particolare sulla folle idea di creare un gigantesco ‘hub’ con centinaia di extracomunitari nell’ex villaggio sismico di San Giuliano”.

Potatura alberi, i divieti di sosta Il Comune di Isernia ha predisposto le relative ordinanze per effettuare i lavori ISERNIA. Il Comune di Isernia sta facendo effettuare la potatura degli alberi lungo alcune strade cittadine.

Nei giorni scorsi si è intervenuto in via Kennedy. Oggi, domani e dopodomani, dalle ore 7 alle ore 16, sarà

effettuata la potatura lungo via Giovanni XXIII. Per la regolare esecuzione degli interventi sono stati

disposti alcuni divieti di sosta nei tratti di strada interessati. I divieti sono regolarmente segnalati e si in-

vitano gli utenti della strada al loro rigoroso rispetto.

“Baraccati, finalmente ci si muove” L’ex assessore Atella ritiene importante il provvedimento assunto da Petraroia VENAFRO – Dall’ex assessore comunale Tonino Atella riceviamo (e integralmente pubblichiamo) il seguente intervento: Michele Petraroia, assessore alle politiche sociali della Regione Molise, ha visitato ieri la baracca di Paola e Pasquale, i “baraccati” del Campaglione che da un anno -esattamente dal 17 gennaio 2014- vivono tra quattro lamiere contorte nel loro piccolo uliveto a nord della cattedrale senza wc ed energia elettrica. L’assessore regionale, espressamente invitato con telegramma dalla coppia, non ha indugiato a raggiungere i due,

presentandosi dinanzi al triste ricovero di Paola e Pasquale. L’incontro ed il colloquio che ne è seguito è stato quanto mai essenziale e crudo. “Raccontatemi la vostra storia”, ha chiesto Petraroia ai due e Pasquale, il capofamiglia, ha esposto tutto il loro calvario, le tante istanze alle diverse istituzioni locali e provinciali, e l’assoluta assenza di tutti, a partire dal Comune di Venafro. Sempre l’amministratore regionale si è informato di eventuali proprietà e delle entrate economiche della coppia, apprendendo da Paola e Pasquale di non possedere

null’altro se non l’uliveto dove si sono rifugiati e di entrate mensili per circa 500 euro tra invalidità e cecità civile della donna. “Cosa chiedete ?”, ha ancora domandato Petraroia, mentre si guardava attorno esterrefatto e senza parole per la situazione che aveva dinanzi agli occhi. La risposta di Pasquale: “Va bene un alloggio popolare che chiediamo da tempo. A noi comunque sta benissimo anche restare in questo uliveto, purché ci si metta un bagno chimico ed una baracca metallica o di legno più decente di quella in cui viviamo da un anno. Avevamo chiesto un po’

di brecciame per la melma, ma dal nostro Comune per un anno intero nessuno ha alzato un dito”. Quindi le rassicurazioni dell’assessore Petraroia: “E’ una situazione, la vostra, assolutamente unica in tutto il Molise, drammatica e va risolta. Ho scritto al Comune di Venafro in ottobre e pochi giorni addietro, ma non ho ricevuto risposte. Se un ente non ha risorse o possibilità di risolvere un caso del genere, è doveroso informarne la Regione perché intervenga il governo centrale con le proprie risorse. Da domani tornerò sul vostro caso perché si risolva

nel breve in un modo o nell’altro. Certo è che da queste condizioni dovete essere assolutamente tolti !”. Quindi i saluti, garantendo interessamento e senso di responsabilità. Una volta fuori dall’uliveto di Pasquale e Paola, l’imbarazzo dell’assessore regionale si tagliava a fette. Uniche parole che riusciva a pronunciare tra i denti erano “è incredibile …, impossibile una situazione del genere e così grave senza far nulla ! In tutto il Molise non ce ne sono di uguali. I due vanno assolutamente aiutati come essere umani”.

Colli in festa per Sant’Antonio Abate Un appuntamento tanto atteso nel comune della vallata del Volturno COLLI A VOLTURNO. Un appuntamento atteso da un anno. Una festa tradizionale da vivere in ogni suo momento. E’ tutto pronto a Colli a Volturno per la nona edizione dell’antica e tradizionale festa dedicata a Sant’Antonio Abate organizzata e promossa dall’associazione socio-culturale “Forza Giovane”. Evento che si svolgerà nelle giornate di venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 gennaio 2015. Come da tradizione i festeggiamenti si terranno all’interno di una mega tensostruttura coperta e riscaldata, per evitare le in-

temperie del periodo invernale, ubicata in piazza Madre Teresa di Calcutta al centro di Colli a Volturno. Un programma ricco ed allettante quello proposto dall’associazione collese. Tra gli eventi da non perdere, spicca l’accensione del fuoco dedicato a Sant’Antonio Abate che si terrà venerdì 16 alle ore 19. Nella stessa serata lo spettacolo da non perdere con la confraternita di Sant’Antonio Abate e i vari gruppi dedicati al santo che suoneranno e canteranno lo stornello tradizionale popolare collese. Sabato 17 gennaio appuntamento

con la cultura alle ore 17 all’interno dell’aula consiliare comunale con la presentazione del libro di Giuseppe D’Acchioli intitolato “Frammenti di Vita”. Giornata davvero ricca anche quella di domenica 18 gennaio. I festeggiamenti si chiuderanno con riti religiosi e soprattutto con la santa messa delle ore 11:30 alla quale seguirà la benedizione degli animali domestici. Durante le serate dei festeggiamenti all’interno della tensostruttura sarà funzionante ed operativo un fornito stand gastronomico.

Green economy, prorogate le domande La Camera di commercio ha provveduto a prevedere lo spostamento dei termini ISERNIA. E’ stato prorogato al 18 gennaio il termine per la presentazione delle domande per partecipare al percorso formativo di “riconversione professionale” ad alto contenuto operativo destinato a tutte le imprese della provincia interessate ad avvicinarsi a nuovi modelli di sviluppo sostenibile, di “green economy”. Il percorso proposto, costituito da seminari informativi e da laboratori di orientamento, ha l’obiettivo di supportare gli imprenditori a dare una nuova lettura alla gestione della propria azienda ed avrà un taglio molto concreto teso ad individuare le soluzioni personalizzate per ogni impresa parte-

cipante. Un percorso di riconversione deve passare non solo attraverso il fattore capitale, ESPRESSO dall’impegno delle imprese nell’investire in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni e trasferire un di più di competitività ai beni e servizi prodotti, ma anche attraverso quello del lavoro, per mezzo della ricerca di figure professionali le cui competenze, se ben formate, sono in grado di imprimere all’impresa un salto di qualità verso la frontiera della green economy. La green economy si pone come modello di sviluppo economico sosteni-

bile, in grado di creare valore per le aziende che investono in tecnologie, innovazione, ricerca e capitale umano. La green economy può essere vista come una via d’uscita dalla crisi prolungata che l’Italia sta vivendo, e che non solo ha colpito il tessuto produttivo delle PMI, ma sta cambiando in profondità l’assetto e le proprietà delle grandi aziende e dei principali gruppi industriali. Sul sito camerale sono disponibili l’Avviso e il modulo di partecipazione che dovrà essere inviato entro il 18 gennaio all’indirizzo PEC


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Termoli

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Innalzato il livello di attenzione sul territorio Dopo i fatti di Parigi, la Prefettura rafforza i sistemi di polizia TERMOLI. Dando seguito alle indicazioni del Capo della Polizia, che ha raccomandato di innalzare il livello di attenzione sull’intero territorio nazionale in relazione agli episodi terroristici verificatisi a Pa-

rigi, il Prefetto Francescopaolo Di Menna ha presieduto, nella mattinata di oggi, una riunione con i Responsabili provinciali delle Forze di Polizia, al fine di verificare i dispositivi di sicurezza necessari.

Pur rilevandosi l’assenza, in base alle informazioni disponibili, di situazioni che possano giustificare uno specifico allarme per questa provincia, si è convenuto di cautelarmente intensificare i servizi di

prevenzione generale e vigilanza, soprattutto con riferimento agli obiettivi sensibili esposti a rischi potenziali. Particolare impulso verrà impresso, inoltre, all’azione investigativa e di

monitoraggio, per tempestivamente adottare, all’occorrenza, ulteriori, adeguate misure di tutela.

Cantieri navali, c’è la vendita La storica azienda è stata acquistata all’asta dopo mille vicissitudini TERMOLI. I Cantieri navali di Termoli sono stati comprati all’asta. Proprio così: lo scorso 17 dicembre l’azienda, storica realtà della cittadina e per anni un punto di forza dell’economia locale, è finita nelle mani di un nuovo proprietario. Anche in questo caso vige una grande riserbatezza. Tutto quello che si riesce a sapere è che si tratta di un italiano, la cui società ha la sede legale a Roma, le cui intenzioni sarebbero (e il condizionale è obbligatorio) proseguire nell’attività cantieristica. La Cantieri Navali Spa, circa 30 milioni di debiti e un concordato preventivo che non è stato concesso, aveva dichiarato fallimento nell’autunno del 2013. Subito dopo era iniziata la “svendita” dei beni, fra i quali la storica gru comprata nel 1998 e pagata un

miliardo di vecchie lire, anche se – ironia della sorte - mai entrata in funzione per mancanza di autorizzazioni.

La gru, nuova di zecca, era stata acquistata all’asta giudiziaria per venire rottamata: i suoi pezzi destinati all’altoforno.

Il capannone e gli uffici sono stati invece ora acquistati da un imprenditore italiano, già arrivato a Termoli nelle scorse settimane per prendere visione dello stabilimento – o di quello che ne rimane – e i primi accordi con Enzo Arienti, ex amministratore della ditta finita in mano ai giudici, che non hanno concesso il concordato preventivo. Nessun piano di salvataggio per la Cantieri Navali, finita all’asta dopo le perizie di stima sul suo patrimonio. Intanto lo scorso 21 dicembre quella che doveva essere una Chemical Tanker di 3800 tonnellate e lunga 100 metri, impostata nel 2004 e varata nel 2006, è stata venduta nell’ambito delle procedure legate al fallimento della Cantieri Navali Termoli e acquistata da una società armatoriale turca.

Il Lions Club Termoli celebra la nascita di Melvin Jones La manifestazione si è tenuta presso il liceo Artistico Jacovitti nel segno della pace TERMOLI. Il Lions Club Termoli Host ha tenuto, presso il liceo Artistico di Termoli, le celebrazioni dell’anniversario della nascita di Melvin Jones presentando il concorso di idee per l’istituzione dell’onorificenza del Club “Termoli porta d’oriente del Molise”, riservato ai soli ragazzi dell’istituto. Il Lions Club Termoli Host, apre il “Lions Day” portando nella scuola il messaggio della ragazza Pachistana, Malala Yousafzai, insignita del PREMIO Nobel per la Pace, che durante il suo discorso all’ONU ha affermato che “una penna, un libro, un bambino, un maestro, possono cambiare il mondo”. Messaggio di Pace, di cui il mondo ha bisogno per sperare in un futuro migliore, un mondo solidale e tollerante. Nell’occasione è stata informata la stampa del progetto autorizzato dalla Provincia di Campobasso di esecuzione “dell’intervento di sistemazione dell’area antistante la palestra dell’Istituto Tecnico Industriale “Majorana” di Termoli proposto dalla Lions Club Termoli Host, giusta Deliberazione della Giunta Provinciale n. 182 del 29 dicembre 2014. I lavori prevedono anche l’installazione di un altorilievo a tutto tondo dono del prof. Barbato rappresentante la Pace ed il messaggio di Malala Yousafzai. Il “Lions Day” ha proseguito l’iniziativa nel pomeriggio, presso la sede dell’Università degli Studi del Molise di Ter-

moli, con il convegno dal titolo “Il Mediterraneo quale futuro?”. Per Antonio Plescia, presidente del Lions Club Termoli Host: “sentiamo il dovere civile di stimolare la comunità cui ap-

parteniamo per costruire insieme un mondo migliore, con il proposito di operare secondo il pensiero di Melvin Jones che diceva “non si può andare lontani finchè non si fa qualcosa per qualcun altro”.

Mese della pace, gli appuntamenti della Chiesa Un calendario denso di proposte educative e celebrative della Curia di Termoli TERMOLI. La Chiesa, nel mese di gennaio, ogni anno, ci ripresenta un calendario denso di proposte educative e celebrative che sottolineano la dimensione della pace, della fraternità, della solidarietà, dell’unità, delle relazioni da instaurare, da correggere e da intensificare. Queste proposte formative ci aiutano a crescere: ad intra: l’unità, la fraternità, la solidarietà, infatti, vanno vissute in famiglia, in parrocchia, sul lavoro, nelle case religiose, nei gruppi ecclesiali. Nel discorso che Papa Francesco ha fatto alla Curia in occasione delle feste ha messo in guardia delle possibili malattie che possono attivare nei vari corpi sociali nei quali viviamo e svolgiamo la nostra missione, processi di morte e di necrosi. Il ricentrare tutto si Cristo nostra Pace, è il vero antidoto a quelle malattie e la strada giusta per una crescita personale e d’insieme. Gli appuntamenti del mese sono di seguito elencati: - 17 gennaio – Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei. - 18-25 gennaio – Ottavario di preghiera per l’unità dei Cristiani. - 18 gennaio – 101^ Giornata del Migrante e del Rifugiato.

- 25 gennaio – Giornata contro la lebbra. - 1° febbraio – Giornata a conclusione del “mese della Pace” dell’Azione Cattolica Quelli diocesani sono i seguenti: 16 gennaio c/o Parrocchia Gesù Crocifisso: 2° incontro sul Vangelo di Marco. Termoli, Crocifisso, ore 18,30 17-18 gennaio: CORSO PER CATECHISTI “2 Livello”. Larino, Centro di Formazione Giovanni XXIII 19 gennaio INCONTRO CENTRO PASTORALE EVANGELIZZAZIONE E FORMAZIONE Termoli, Cittadella della Carità, ore 18,00 23-25 gennaio: Casa di Formazione Giovanni XXIII SEMINARIO: “ECCO LO SPOSO 25 gennaio: ASSEMBLEA DIOCESANA ORE 15.30 AUDITORIUM S. GIOVANNI PAOLO II – TERMOLI 26 gennaio SAN TIMOTEO: Solenne apertura del 70° anniversario del ritrovamento del Corpo del Santo


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Termoli

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Porto, parte la videosorveglianza Un nuovo progetto è giunto sul tavolo del sindaco Sbrocca anche per l’informatica TERMOLI. C’è un nuovo progetto per il porto di Termoli sulla scrivania del sindaco Angelo Sbrocca: si chiama “videosorveglianza” e presto sarà realtà. Nella sala consigliare di Termoli, infatti, ieri mattina ha avuto luogo una conferenza di servizi alla presenza del comandante della Capitaneria di Termoli Antonio Nasti, di una rappresentanza della Camera di commercio (ideatore del progetto) e dell’assessore regionale Pierpaolo Nagni che hanno illustrato i termini del progetto all’amministrazione cittadina. Attraverso l’utilizzo di fondi Fep dell’Unione Europea, per un ammontare stanziato pari a circa 250mila euro, il Porto di Termoli sarà così il primo nel medio Adriatico ad adottare questo “sistema di videosorveglianza informatico e un sistema telematico per la logistica del porto di Termoli in un’ottica di sviluppo – ha affermato Sbrocca –

del bacino di Termoli come porto strategico per la città e la regione che si sta attuando e si sta cercando di perseguire sia come amministrazione comunale che come ammini-

strazione regionale”. Un intervento importante per Angelo Sbrocca che evidenzia quanto questo progetto potrà avvalorare l’area “per la logistica del porto di Ter-

moli” ponendola “in un’ottica di sviluppo del bacino bassomolisano come porto strategico della città e della regione”. Un progetto definito “innovativo” e

che sta muovendo i suoi primi passi nell’intento di “trasformare” letteralmente il volto del porto di Termoli “scelto – ha evidenziato Sbrocca – per l’attuazione di questo sistema che sarà altamente innovativo e che nel medio Adriatico non esiste”; “potremmo essere i primi – ha asserito il sindaco – ad adottarci di questo sistema informativo”. Stando a quanto è stato affermato in Conferenza dei servizi, si dovrebbero realizzare e mettere a disposizione sia un software che un hardware per una “gestione integrata del porto sia da un punto di vista del numero dei passeggeri sia delle merci e sia per la sorveglianza dello stesso”. Chiarezza anche sui tempi legati alla realizzazione dei lavori: “Puntiamo a concluderli entro il 2016 ma cercheremo anche di anticiparli, compatibilmente con quelli che sono i requisiti del bando di gara ad evidenza pubblica”.

Via Udine, c’è chi crea e chi distrugge I cittadini indignati per l’impianto fognario realizzato a zig zag e già compromesso TERMOLI. “C’è chi Crea e chi distrugge…”. Irrompono nuovamente su facebook gli aderenti al comitato dei cittadini di via Udine e dintorni attraverso un commento che prosegue affermando: “Mentre in via Sannitica si discute di tunnel milionari,

nella dimenticata Via Udine si tappano buchi nell’impianto fognario a zig zag già gravemente compromesso. La fogna sversa in tangenziale? Mettiamoci una toppa, l’ennesima. Si accettano scommesse…reggerà o non reggerà?

La posta in gioco è sempre la stessa … la salute dei cittadini. Poco importa se ci ritroveremo topi a passeggio per la strada, al Comune non importa niente. Anzi, grazie al nuovo contratto con Enel sole, vedremo tutto ancora più chiaramente. buche com-

prese”. Con il profilarsi dell’inverno alle porte, torna d’attualità la questione legata all’acquisizione della strada periferica di Termoli con una nuova e annunciata battaglia da affrontare in tempi stretti.

In 40 rischiano la Borsa lavoro A causa della mancata convenzione tra l’Inps e i Patronati impossibile rispondere al bando TERMOLI. Il capogruppo della formazione di opposizione Liberatermoli Paolo Marinucci si è recato ieri mattina in municipio per sottoporre alla segreteria del sindaco una problematica che si sta manifestando in questi giorni.

A causa del mancato rinnovo della convenzione tra l’Inps e i Patronati dei vari enti e sindacati, tutti coloro che vorrebbero rispondere in tempo al bando per le nuove 40 Borse lavoro sono impossibilitati ad avere l’Isee, parametro e certifica-

zione fondamentale per documentare di essere in regola coi requisiti. Pare che la firma sia prossima e allora Marinucci ha chiesto di poter allargare i termini per l’acquisizione delle domande, per superare questo scoglio.

Odontoiatria, saltano le visite A mancare il materiale necessario per garantire l’apertura dell’ambulatorio TERMOLI. Carenza di forniture e materiale assente all’Asrem, saltano le visite programmate nell’ambulatorio odontoiatrico. In via del Molinello, per la terza volta si reca come da appuntamento per fare il consulto ma deve

tornarsene a casa perché non c’erano i prodotti necessari per poter effettuate la visita. Il paziente ringrazia il dottore che la volta precedente ha potuto procedere alle cure odontoiatriche portando il materiale dal suo studio

privato. “Ma di cosa stiamo parlando? – tuona l’utente Asrem – tutti i pazienti che oggi pomeriggio avrebbero dovuto fare specifiche cure odontoiatriche per l’ennesima volta sono stati costretti a tornare

a casa. Voglio dar voce a questo episodio affinché non si ripetino più. Specie coloro che sono giunti a Termoli dai paesi limitrofi. Oggi come oggi prendere un appuntamento anche medico significa anche sottrarsi dal lavoro e da altri

impegni. E il prossimo appuntamento? A data da destinarsi.. quando arriverà il materiale dicono. Mah”. Insomma, disagio profondo e la razionalizzazione agisce in dispregio del diritto alla salute

Fiat, riflessi positivi da Melfi Le nuove assunzioni nello stabilimento lucano, lasciano ben sperare per Termoli TERMOLI. Jeep Renegade E 500x. La Fiat inserirà nei prossimi tre mesi mille e cinquecento nuovi lavoratori nello stabilimento di Melfi dove, con un investimento di oltre un miliardo di euro, vengono prodotte Jeep Renegade e Fiat 500X. Grazie all’andamento «decisamente positivo» delle due nuove vetture, Fca ha inoltre annunciato ai sindacati la chiusura della , con il rientro immediato al lavoro di tutti i 5.418 dipendenti dello stabilimento Sata. Sarà così possibile, saturare totalmente le potenzialità produttive dell’impianto. L’inserimento dei nuovi lavoratori è reso possibile - spiega Fca - dall’andamento «decisamente positivo» dei nuovi modelli Jeep Renegade e Fiat 500X. Una volta stabilizzati i vo-

lumi produttivi in ragione dell’andamento della domanda e dei risultati negli oltre 100 mercati dove le vetture saranno vendute, alle persone inizialmente inserite con contratto interinale potrà essere proposto il nuovo contratto a tutele crescenti, attualmente in via di definitiva approvazione. A queste persone, se ne aggiungeranno altre 350 temporaneamente trasferite dagli stabilimenti di Cassino e Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco. Sarà così possibile saturare totalmente le potenzialità produttive dell’impianto. Il programma prevede che già dalla prossima settimana saranno inseriti circa 300 nuovi lavoratori ai quali si aggiungeranno subito circa cento persone provenienti dallo stabilimento di Cassino.

Quali riflessi sullo stabilimento di Termoli che a Melfi fornisce il motore 16 valvole e alcuni tipi di cambio C510? Secondo Riccardo Mascolo, segretario regionale della Fim Cisl,«siamo sulla strada giusta. La Fim in questi anni ha sempre creduto negli accordi sottoscritti e mantenuto sempre la barra dritta anche quando gli eventi sembravano andare nel verso opposto. Aspettando il decollo di Cassino, Termoli si prepara a rispondere alle richieste delle carrozzerie per i nuovi modelli». Nuove assunzioni anche in Molise? «Per il momento credo di no - osserva Mascolo - però il fatto di ridurre notevolmente la cassa integrazione, se non azzerarla in futuro, rappresenta già un fatto positivo».



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Opinioni

15 gennaio 2015

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della funzione giurisdizionale (intesa come servizio pubblico alla cui attuazione il cittadino concorre in ragione della capacità contributiva, strumentale alla tutela dei diritti civili e sociali) spetta allo Stato, e se è quest’ultimo a determinare i livelli essenziali delle prestazioni, sobbarcandosi il relativo onere finanziario – nulla vieta alle Regioni di richiedere il potenziamento dell’organizzazione giudiziaria, a fronte di una Sempre minore effila carenza cienza della di personale funzione giurisdizionale, atalla base tribuendo al dei problemi proprio bilanin essere cio le spese conseguenti (art. 119 Cost.). Va da sé che ciascuna Regione potrebbe richiedere il potenziamento dei servizi essenziali, evidentemente sopportandone la relativa spesa.

di Claudio De Luca Il Sindaco di Larino ha incontrato il Presidente De Matteis per sopperire alla carenza di personale giudiziario. Già nel 2011 Provincia e Tribunale avevano attivato dei tirocini per soggetti percettori di ammortizzatori sociali od a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. Ma l’attuale fattibilità del progetto “richiede risorse economiche e, quindi, la disponibilità della Regione a corrispondere fondi”. Notarangelo auspica che, da via Roma, il personale voglia prestare attività presso gli Uffici giudiziari per fare fronte all’emergenza. “La prossima settimana – conclude –incontrerò le disciolte Comunità montane invitandoli a lavorare in p.za del Popolo”. L’intrapresa del primo cittadino rimanda alla mente il periodo in cui le circoscrizioni giudiziarie erano 165, di cui 106 con più di 20 magistrati; 40 tra 10 e 19; 21 quelle allocate in città capoluogo e 16 che contavano meno di 10 giudici. L’ANM propose di tagliare, ed ora siamo giunti al punto che – a Larino – operano più Giudici che risorse amministrative mentre il personale della “Distaccata” dismessa è stato abilitato a recarsi non dove serviva ma dove più gli era comodo andare. Ed ora devono essere le Autonomie locali a “rimpinguare” lo Stato. Il tema dei tagli documenta che la politica ha avuto il coraggio di rimodulare solo linearmente la geografia degli Uffici e che non è mai accaduto che un Presidente di Tribunale, prima di esternare ai “mass media” le difficoltà del suo Ufficio, abbia varato un progetto-pilota di riorganizzazione e di ottimizzazione. Anni addietro pure quello di Bolzano si rivolse alla Stampa, ma solo dopo avere definito le questioni:“Ritengo che il dovere di un dirigente debba essere quello di fornire un servizio efficiente ai propri referenti: cittadini, avvocati e soggetti

Tribunale di Larino, sempre in sospeso coinvolti nella macchina delle indagini”. E se ora il Sindaco si rivolgesse alla Regione non solo per i “soldi” ma per tentare qualcosa che vada oltre? Negli ordinamenti a struttura federale, la materia-Giustizia può essere ripartita tra Stato federale e “Stati” membri (Regioni e Province). Naturalmente il primo ha legislazione esclusiva (giurisdizione e norme processuali, ordinamento civile, penale e giustizia

amministrativa) per determinare i livelli essenziali delle prestazioni da garantire al territorio. Tale compito è correlato agli artt. 2 e 3 Cost. e l’art. 120 stabilisce che il Governo può sostituirsi ad organi delle Regioni quando lo richiedano la tutela dell’unità giuridica od economica e la protezione dei livelli essenziali da assicurare per i diritti civili e sociali. Nel 2001 questi principi furono integrati cosicché – se l’organizzazione e la gestione

Ma tale esigenza dovrebbe essere espressa nello Statuto regionale e collocata tra le norme di principio a carattere programmatico. Perciò, se la Regione Molise volesse comportarsi in conformità, l’esigenza rappresentata dovrebbe essere formalmente esplicitata – con delibera del Consiglio – in una proposta di legge alle Camere (art. 121, c. 2, Cost.), delineata nei termini seguenti:”Aggiungere all’art. 117, c. 2, l), Cost. l’inciso:“… ferma restando la competenza della Regione di richiedere allo Stato il potenziamento di strutture e dotazioni organiche di magistrati e personale ausiliario, al fine di rendere non solo declamata, ma effettiva, la tutela giurisdizionale; e di ottenere tutto ciò quando la Regione stessa si impegni ad assumere il corrispondente onere finanziario“. Chissà che il Sindaco non possa farci un pensierino.

Il Matese e l’Alto Casertano: Cerniera del Molise di Gaspero Di Lisa In tutti le circostanze il Massiccio del Matese è evocato, appunto, come l’anello mancante alla dorsale appenninica e, quindi, il tratto fondamentale ed indispensabile per ridare completezza e unità ad un sistema che in questo nostro secolo deve catalizzare la massima attenzione degli studiosi, dei programmatori, degli economisti e dei politici per animare dall’interno un processo di crescita che parta dal sud tutto intero (non solo da questa o quella regione) per il superamento della crisi italiana e dell’UE. Il Matese: nei suoi due versanti (campano e molisano) – rappresentanti altrettante bandelle della stessa cerniera – ad un’osservazione territoriale macro-geografica, si caratterizza come il punto di snodo di un’economia frenata, compressa o chiusa nella riserva inaccessibile di un sottosviluppo atavico, di grandi potenzialità per le sue ricchezze ambientali. Eppure la sofferenza della aree interne, costantemente denunziata dalle rappresentanze politiche, so-

ciali ed amministrative, che pongono seri ed urgenti interrogativi sul futuro delle Province, delle disciolte Comunità montane, dei comuni e dell’intero territorio (mi riferisco più specificamente a quello molisano, costituito per il 98% della superficie da aree collinari), non possono ulteriormente attendere risposte che non arrivano. Le zone interne – quindi - devono trovare la capacità di implementare il loro sviluppo endogeno, guardare le realtà circostanti e stabilire le sinergie possibili e utili ai fini comuni. Nel novembre 2013, il progetto: “L’Appennino che verrà”, nell’ambito degli “Stati Generali delle Comunità dell’ Appennino”, ha sollecitato proprio queste collaborazioni. E’ maturo il tempo per “dare corso, dopo aver sviluppato gli accordi di programma bilaterali tra le realtà interessate, - ad un unico accordo di programma sottoscritto anche dallo Stato”, e avviare quei processi di sviluppo delle risorse del nostro territorio del Molisannio che del sistema rappresenta lo snodo e la cerniera.

Come vi è noto, il Molise, piccola regione di montagna (55%) e colline (43%), con le note piccole pianure, serbatoio idrico della Campania, Puglia e Abruzzo meridionale, soffre gli effetti dello spopolamento, che mette a rischio questa funzione vitale di serbatoio per un territorio ben più vasto. Tra i vincoli primeggiano: 88 Siti di interesse comunitario (SIC) 2 Zone di protezione speciale (ZPS), aree ricadenti nel Parco Nazionale, riserve, ecc. Non vanno dimenticati inoltre i vincoli che insistono su un patrimonio ambientale di particolare pregio ed essenziale per la conservazione degli ecosistemi di interesse mondiali, per cui chiede attenzione per le risorse del suo territorio destinate a questo scopo a favore della generalità dei fruitori, mentre a fronte di questi vincoli, non ci sono corrispettivi di reddito compensativo. I problemi, che scaturiscono proprio da questi vincoli, devono portare tutti noi ad unire gli obiettivi della programmazione, per conferire al MOLISANNIO il ruolo di snodo e la funzione di naturale cerniera dei territori contermini, capaci di “rime-

diare” alle distrazioni dello Stato, che non ha avuto riguardo alla funzione di interazione dell’ Appennino interno con la restante parte del territorio, in controtendenza rispetto alle direttrici storiche. . dello sviluppo. Basta pensare all’infrastruttura appenninica, autostradale e ferroviaria, che è ferma a Roma, mentre al Mezzogiorno resta assegnata una strutturazione frammentata, antieconomica e incompiuta che la rende inefficiente e inefficace ad un progetto organico ed integrato di sviluppo, al passo coi tempi. Si rende pertanto necessario che anche dal convegno odierno parta una riflessione, affinché le nostre realtà socio-economiche-demografiche-culturali – organicamente comprese nel territorio del MOLI-

SANNIO - entrino in un sistema capace di trovare al proprio interno le risorse per lo sviluppo futuro. L’idea di un Mezzogiorno a sistema - acqua, montagna, coste, università, patrimonio culturale preistorico e storico -, nel rispetto delle singole autonomie, deve tornare vincente per essere la salvezza di tutto il territorio e la riserva di energie, per rappresentare il ponte ideale dell’Europa centrosettentrionale verso i Paesi dell’Africa bianca. Su questa direttrice gli Stati generali delle Comunità dell’Appennino e del Matese avranno l’orizzonte ampio di un mondo che è globale ma anche locale, ovvero, glocale come alcuni studiosi amano definirlo.



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