Gabbati e fessi

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TuTTO quellO che gli AlTri NON DicONO ANNO xi - N° 260 SABATO 28 NOvemBre 2015 - DiSTriBuziONe grATuiTA

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GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Filoteo Di Sandro

L’Oscar del giorno lo assegniamo a Filoteo Di Sandro. L’esponente di fratelli d’Italia, dopo l’elezione a presidente della Provincia di Isernia di Coia, ha subito sottolineato come il centrodestra o, meglio, quello che resta della coalizione, non si sia mosso a sufficienza a sostenere il candidato di bandiera, Ditri. Se non esiste più ognuno può correre da solo, è il ragionamento di Di Sandro anche alla luce di quanto già accaduto a Campobasso.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

reSTA AggiOrNATO, Seguici ANche Su FAceBOOk

Salvatore Ciocca

Il Tapiro del giorno lo assegniamo al consigliere regionale, Salvatore Ciocca. Sono settimane che, inutilmente, scrive sulla questione della fondovalle del Tappino che, all’altezza del bivio di Pietracatella, è un vero e proprio percorso di guerra. Ha chiamato in causa anche l’assessore Pierpaolo Nagni. Ma la sua maggioranza non l’ha nemmeno preso in considerazione. Anzi, qualcuno lo ha anche bacchettato. E, ora, cosa dirà?

GABBATI E FESSI

Servizio a pagina 3 IL CASO

PROVINCIA DI ISERNIA

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Coia presidente Sfiducia a Frattura, il Consiglio la boccia Di Sandro Tutto così come nelle “E il centrodestra?” previsioni. La mozione Lorenzo Coia è il nuovo presidente della Provincia di Isernia. Centrodestra in panne

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di sfiducia al presidente Frattura è stata bocciata dal Consiglio regionale. “Una perdita di tempo”

MALTEMPO

Basso Molise in ginocchio per i fiumi straripati L’ondata di maltempo che ha colpito in Molise, ha messo in ginocchio il Basso Molise.

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 28 novembre 2015

A proposito di macro regioni

La Toscana più lesta del Molise, ha fatto suo l’accordo con le Marche L’avranno presa male gli amministratori, i sindacalisti, i politici, gli intellettuali che nel Molise (e non sono pochi), sono favorevoli alla costituzione della macroregione adriatica (Marche, Abruzzo e Molise), nell’apprendere di essere stati battuti sul tempo dal presidente della Toscana, il renzianissimo Enrico Rossi. Battere sul tempo i cacasenno del Molise è uno scherzetto. Batterli In tutti i campi, in tutti i settori, in tutte le ipotesi praticabili e in tutti i propositi e i progetti. Ai molisani piace disquisire; agli altri piace agire. D’altronde, siamo e o non siamo l’ultima ruota del carro Italia? Abbiamo una classe dirigente raccogliticcia, che del proprio status sociale ed economico s’avvale unicamente per mantenere e reggere le posizioni; che non ama il confronto, lo rifiuta; che non vuole rischiare di esporsi e di tentare di creare il cambiamento. Giusta o meno che sia l’idea di associare le Marche, l’Abruzzo e il Molise, il presidente della Toscana ha considerato che mettere assieme Toscana, Umbria e Marche è sicuramente meglio. Difatti in men che non si dica, ha messo su una formula amministrativa per migliorare le rispettive economie (export, turismo e internazionalizzazione). Alle incertezze molisane nell’agganciare i marchigiani e gli abruzzesi, s’è contrapposto il decisionismo toscano. Il presidente Rossi, infatti, ha riunito i colleghi di Marche ed Umbria e insieme hanno sottoscritto un accordo per un progetto concreto di collaborazione. Primo passo, si può intuire, per successivi avanzamenti verso una più organica (e costituzionale?) forma di aggregazione (le macro-

L’intervento

De Girolamo: “Da una Frattura si può guarire”

regioni). Il commento all’accordo è unanimemente improntato a soddisfazione, alla certezza di rafforzare le rispettive possibilità di sviluppo. Di sicuro sentirsi e presentarsi più forti, con progetti condivisi all’Unione europea, è il modo migliore e certo per essere presi in considerazione e per impostare, progettare e realizzare investimenti di grande impatto economico. Toscana, Marche e Umbria sommano oltre 6 milioni di abitanti, il 12 % del Pil nazionale, e formano una grande cerniera tra il Nord e il Sud e collegano i due mari: Tirreno ed Adriatico. “Lavorare insieme – ha detto Enrico Rossi - vuol dire gestire in modo coordinato i fondi

comunitari, fare squadra sull’internazionalizzazione o il turismo e dar vita ad un’unica centrale acquisti, cominciando dall’ambito della sanità”. Per poi chiosare: “ Toscana, Umbria e Marche si assomigliano. Hanno numeri, necessità ed opportunità comuni per formare utilmente una macroregione. Soprattutto possono integrare molti servizi tra loro”. Più o meno sono le valutazioni che i sostenitori della macroregione Marche - Abruzzo e Molise hanno lungamente ipotizzato e immaginato di mettere in atto. Con la differenza che mentre ancora sono fermi alle ipotesi, alle immaginazioni, alle disquisizioni, c’è altra genia politica e amministrativa

Oggi la conferenza stampa del commissario di Forza Italia, Nunzia DeGirolamo. “Non penso che la situazione di Forza Italia in Molise sia più drastica rispetto ad altre realtà. Penso piuttosto che vi sia la necessità per un grande partito, quale è stato Forza Italia nel Molise, di ritrovarsi riscoprendo quelle ragioni che hanno accomunato tante persone e sfumando i distingui. In tale ottica penso che il mio ruolo sia solo quello di garantire una riflessione serena e non certo quello di imporre decisioni in quanto è giusto che la linea politica venga da chi vive il territorio”. Il Molise, in questo momento, sta conoscendo una forte sofferenza economica e contrazione di imprese, per l'assenza di progetti e programmi. Cosa ritiene di fare il commissario? “Penso che non si possa più perdere tempo. Non è la gente ad essersi allontanata dalla politica, ma è quest’ultima ad essere sorda rispetto agli appelli incessanti delle persone. Il Molise si è sempre contraddistinto dalle altre regioni del sud, almeno fino ad una decina di anni fa, per una economia dinamica che poneva la regione, nonostante le sue ridotte dimensioni, in una posizione di avanguardia. Di sicuro la crisi economica internazionale di questi ultimi anni non ha risparmiato il Molise, ma nello stesso tempo bisogna anche analizzare quali altri fattori hanno determinato un forte arresto della produttività. che prova, sperimenta e attua. La macroregione immaginata dal Molise con l’Abruzzo, non può prescindere dalla presenza delle Marche. Una volta venuta meno, avendo preferito le Marche chiudere l’accordo con Toscana e Umbria, volendo rispondere sullo stesso piano strategico e valutando la possibilità sommare una popolazione di milioni di abitanti e un Pil quantomeno decente,

oltre che essere una importante cerniera tra Nord e Sud e una realtà territoriale che affaccia sul Tirreno e sull’Adriatico, non restano che l’ipotesi di una macro regione composta da Campania, Abruzzo e Molise, oppure da Campania Molise e Puglie, che si somigliano. Dardo

Bocciata la mozione delle opposizioni. Dura replica del Governatore

“Abbiamo solo perso tempo con la sfiducia” Bocciata la mozione di sfiducia delle opposizioni a Paolo Frattura. Era scontato. Dura la replica di Frattura. “Mi sarei aspettato un dibatto più utile visto che discutevano di mozione di sfiducia. Misericordia di Termoli E mi spiace aver perso tempo qui invece che lavorare per risolvere i disastri causati dal maltempo in una parte della nostra regione» ha detto il governatore. Per poi aggiungere: «Sorrido quando il consigliere Federico (M5S) dice che

Il Molise sta sprofondando e occorre una cura vigorosa non si interessa di gossip visto ciò che c’è scritto sulla mozione, e non mi pare ché né lui né altri abbiamo fatto molto per evitare il dileggio

quando le telecamere di Report e Le Iene sono venute in Molise. Non ho sentito una parola sull’archiviazione dell’inchiesta Biocom e voglio rassicurarvi anche sulla vicenda della Villa: non solo sono sereno ma anche estraneo ai fatti. Trovo inaudito che dei colleghi possano cavalcare la tigre delle Iene montata ad arte sapete bene da chi. Non ho mai usato prepotenza con nessuno, ho semplicemente rilevato delle quote di una società che aveva già acquistato

l’immobile di Termoli. Ma su questo argomento aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso, mentre per Biocom, ora che ho le carte, farò un’apposta conferenza stampa sebbene, devo ammetterlo, non so quanto siano interessati i cittadini che hanno ben altri problemi a cui pensare. Sui passaggi in maggioranza se la vedrà la maggioranza, sulla giunta, visto che il consigliere Iorio me l’ha chiesto, deciderò io quando nominare un altro assessore”.


TAaglio lto la storia

3 28 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il governo destina i fondi previsti per l’autostrada del Molise alla S.S. Telesina, in Campania

Intanto in Molise frana un viadotto sulla Trignina e la fondovalle Tappino sembra un percorso di guerra

Le strade lastricate di nulla di Paolo Frattura A noi restano qualche lavoretto sulle provinciali (forse) ed il trenino Campobasso-Bojano Che destino balordo, il nostro. Quotidianamente costretti a cercare di mettere in piedi, per raccontarla a voi, la cronaca politica ed amministrativa della Regione Molise. Cercando, però, di mantenere una riguardosa compostezza, seppur percorsa da dolente ironia, per rispetto della materia, certo, e dei lettori. Ma lo stillicidio quotidiano di vere e proprie perversioni programmatiche, istituzionali, strategiche e politiche che vedono protagonista l’attuale maggioranza in consiglio regionale e la giunta Frattura meriterebbero davvero altri toni ed altre reazioni. Come giudicare, infatti, se non come una forma di perverso sadomasochismo la rinuncia all’autostrada. Con tanto di centinaia di milioni di euro già stanziati e disponibili (delibera Cipe n. 62 del 30 n agosto 2011)? Puro sadomasochismo, non c’è discussione; con venature di infantile, puerile desiderio di distruggere il giocattolo dell’ex migliore amico (Michele Iorio), con cui, fino ad un istante prima, si giocava beati. L’inizio della fine di questa storia è datato settembre 2013: il governo Letta, nauseato dal balletto idiota, autostrada si – autostrada no, messo in piedi dal governo Frattura,

strutture, gli obiettivi di fondo della nuova Gestione Anas, dal Ministro Graziano Delrio e dal presidente dell’Anas Gianni Armani. Con la Legge di Stabilità le risorse per le infrastrutture, salgono da 4,7 a 11,6 miliardi di euro, e tra gli itinerari per i quali è previsto un intervento di riqualificazione c’è anche la Telesina, per la quale sono stati stanziati 658 milioni di euro. Buona parte di questi soldi facevano parte del gruzzolo per l’autostrada del Molise. I nodi, purtroppo, vengono fatalmente al pettine, quando a impugnare il pettine è quel galantuomo del Tempo. E così questa perversa storia di sadomasochismo e bambinesca idiosincrasia da lite di cortile finisce, nero su bianco, sulla Gazzetta Ufficiale. A noi resterà la consolazione che, forse, qualche strada provinciale vedrà qualche intervento, oltre alla soddisfazione di prendere, prima o poi, la metropolitana, ma leggera, per Bojano. Ma non l’opportunità di poter andare a Roma per studiare, curarci o solo per diletto come se fossimo nel 2015, quasi 2016. Lo faremo come se fossimo ancora nel 1975. Perché a noi piace soffrire.

dalla maggioranza in consiglio regionale, con cast di supporto l’intero centrosinistra (???) molisano, distrae i 236 milioni di euro assegnati al Molise dalla delibera Cipe per l’autostrada, destinandoli, udite udite, alla strada statale 372; la Telesina che ci scorre proprio qui accanto. Apriti cielo. Le grandi bocche della politica tutte ad affannarsi. Il centrodestra indignato per lo scippo, il centrosinistra (???) impegnato a smontare la notizia. “Tutto falso, sulla Termoli – San Vittore non c’è nessun passo indie-

tro!”, tuonò con l’abituale, sincera autorevolezza l’assessore regionale ai lavori pubblici, Pierpaolo Nagni. Da allora fino ad ieri seguì la solita narcotizzante overdose di futilità, dichiarazioni pomposamente vuote, rinvii, attese, giochini di semantica, distinguo, note stampa tanto verbose quanto prive di contenuto; fino all’assassinio nella culla dell’autostrada del Molise. Evidentemente l’autorevole assessore ai lavori pubblici era informato poco e male. Perché nessuno può essere accusato

il punto

Vertice in prefettura a Campobasso per fare un’esame della situazione viaria

con leggerezza di mentire deliberatamente. Si passa dalla parte del torto. Si rischia, se lo scrivi sul giornale. Era informato male, l’assessore, nel settembre 2013. La beffa, che si aggiunge al danno di trovarsi come direttrice per la Capitale una strada che poteva andare bene quaranta anni fa, è il fatto che davvero i soldi mandati indietro da Frattura andranno a fare mucchio con la montagna di milioni destinati all’ammodernamento della Telesina. Sono stati presentati ieri, infatti, al ministero delle Infra-

“Mettersi in viaggio solo se necessario” In considerazione delle avverse condizioni meteo che si sono registrate nella scorsa notte, è stato convocato il COV – nel quale si riuniscono Polizia Stradale e Carabinieri coordinati dalla Prefettura - allargato ai referenti Anas, Provincia e Agenzia regionale di Protezione Civile. Nel corso dell’incontro - che segue l’analoga riunione tenuta nella giornata di ieri, nella quale sono state definite le Linee Guida in caso di emergenza neve – è stato fatto il punto della situazione sulla rete

A preoccupare sono le possibili frane e il fango sulla carreggiata stradale a seguito delle intense precipitazioni di neve e pioggia verificatesi la scorsa notte. Sono stati conseguentemente posti in esercizio percorsi alter-

nativi e interventi di ripristino, monitorando costantemente la situazione. Sono state altresì confermate le direttive operative per il coor-

dinamento delle operazioni atte a mitigare gli effetti delle interruzioni della rete. La Prefettura richiama l’attenzione di tutti gli automobilisti sulla necessità del rigoroso rispetto delle norme del Codice della strada, mantenendo, in ogni circostanza, una condotta di guida prudente e consona alle condizioni metereologiche in atto, informandosi, prima di mettersi in viaggio, sulla effettiva percorribilità delle strade di interesse.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

28 novembre 2015

Annuncio della Regione Molise all’indomani della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne A “Giornata intenzionale contro la violenza sulle donne” conclusa, resta l’eco delle dichiarazioni rilasciate e delle parole espresse nelle forme più varie per dirsi coinvolti, partecipi, impegnati a dare un contributo a risolvere un problema che produce effetti devastanti (decine di morti) e ferite profonde nella coscienza civile. Purtroppo, a dire che ciò non è sufficiente a contenere il dramma e il fenomeno, provvede la cronaca che, impietosa, proprio all’indomani della Giornata internazionale ha registrato l’ennesimo efferato delitto di un marito, a fucilate, contro la moglie. Ma sono proprio queste terribili reiterazioni a sollecitare e a pretendere che si operi ancora più in profondità sulle cause (materiali e psicologiche) che portano alla violenza sulle donne. Se ai propositi corrisponderanno impegni concreti, la Regione Molise si candida a contrastare forme di violenza familiari ed extrafamiliari sulle donne ,“inaccettabili e purtroppo assai diffuse nel nostro quotidiano”. La qualcosa deve essere vista ed accettata con favore. Ci sarà, è stato annunciato, un piano organico d’interventi con una disponibilità definita di risorse e con obiettivi altrettanto definiti da mettere a regime per creare un substrato culturale che sostenga il rispetto del genere femminile. La Regione legifera; la Regione programma; la Regione gestisce. In questo triangolo operativo pare abbia trovato la volontà per corrispondere al

L’intervento

di Massimo Dalla Torre

Un Piano ad hoc, un Centro antiviolenza e una Casa rifugio Arrivasse a farle il Molise darebbe una prova di civiltà e alle donne in difficoltà un aiuto concreto

grido d’allarme che proviene dai luoghi e dalle situazioni in cui soccombono il rispetto, la dignità umana e finanche la vita delle donne. La Regione afferma di aver valutato necessarie dieci le linee di intervento per tutelare le donne vittime di abusi: il monitoraggio, lo studio del fenomeno, l’analisi dei dati raccolti e la pubblicazione dei risultati per favorire l’emersione e l’entità del fenomeno mediante il lavoro dell’Osservatorio per i fenomeni sociali della Regione;

l’informazione e la sensibilizzazione territoriale; la prevenzione; la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori; la presa in carico di casi conclamati e la formulazione di percorsi personalizzati; il codice rosa (percorso di accesso ai pronto soccorso di Campobasso, Isernia e Termoli); tre centri antiviolenza; la casa rifugio; interventi per promuovere l’indipendenza delle vittime di violenza; gli accordi di programma. Una gran messe di possibilità legate inti-

mamente tra loro. Chiara la necessità che le possibilità siano sostenute da adeguate risorse finanziarie per essere realizzate. Forse questo è e sarà il lato debole del Piano cui hanno accennato in una conferenza stampa Frattura e Petraroia. Particolare rilievo assumono i propositi relativi al Centro antiviolenza e alla Casa rifugio. Il Centro dovrebbe corrispondere servizi di informazione, d’ascolto, l’accoglienza a tutela delle donne in difficoltà riguardanti i presidi sanitari, psicologici e legali. Dovrebbe svolgere colloqui per l’accoglienza, gestire una linea telefonica di pronto intervento, offrire consulenza psi-

cosociale, socio educativa, psicoterapeutica e legale con avvocati iscritti all’albo del gratuito patrocinio. Inoltre dovrebbe assistere la donna nella ricerca del lavoro e nel reperimento di una adeguata sistemazione alloggiativa e svolgere attività di prevenzione attraverso interventi di formazione e sensibilizzazione rivolte in particolare agli operatori del sistema sociosanitario e della scuola, finalizzati al riconoscimento di maltrattamenti, di abusi e delle violenze ed attività culturali dedicate alla comunità sociale. La Casa rifugio, a sua volta, sarebbe concepita in modo da offrire alle donne e ai loro figli, a titolo gratuito, un luogo sicuro per sottrarsi all’aggressività e ai maltrattamenti dei loro persecutori e a intraprendere un percorso evolutivo che, a partire dall’affrancamento dalle condizioni esistenziali del passato, consenta loro di ricostruire la propria vita in autonomia. Si arrivasse a farle, il Molise darebbe una prova di civiltà e alle donne in difficoltà un aiuto concreto. Dardo

La Cgil torna sulla questione del dimensionamento e accusa la Regione

Di giovedì “Io comunico” sulla comunicazione istituzionale 2.0 del Welfare

Estremo interesse ha riscosso l’iniziativa sulla comunicazione istituzionale 2.0 del welfare, svoltasi giovedì all’Università agli studi del Molise. Iniziativa che ha visto porre l’accento su: “come la crisi impone, ed imporrà comunque, cambiamenti radicali in tutti i settori della vita pubblica, ed in particolare in quello del Welfare, tant’è che la comunicazione sociale, ha come vocazione primaria proprio il cambiamento in nome della giustizia e della solidarietà. La quale, può diventare una leva di reazione strategica e in parte un antidoto di lungo periodo alla depressione economica ed emotiva che ci circonda. Intorno a queste nuove idee e pratiche si cerca di promuovere la condivisione, attivando tutte le risorse comunicative – mediali e non mediali – sulle quali si è potuto investire”. Guidati dai professori Luca Refrigeri, Filippo Bruni, dalla relatrice avvocato Alberta De Lisio Direttore dell’ Area Terza della Regione Molise e delle insegnanti Michela Nisdeo e Chiara Sbarbada, con il contributo video del professor Patrizio Bianchi, Assessore all’Istruzione della Regione Emilia Romagna, gli studenti presenti all’incontro

hanno compreso appieno quanto è importante comunicare il Welfare. E soprattutto come: “Il lavoro che con le scuole si sta portando avanti, costituisce un importante heritage valoriale, culturale ed economico.

A tal riguardo ha esordito la De Lisio “ci si muove con la consapevolezza che necessita promuovere una nuova cultura del welfare, ovvero agire sul sistema percettivo della collettività, orientata a riconoscere proprio il welfare come tema specialistico e di nicchia, e non come area di intervento sul benessere sociale collettivo ad ogni livello. Siamo passati dal “welfare state alla welfare community”. A dare forza e valenza all’intervento della relatrice le buone pratiche illustrate dalle due insegnanti della scuola primaria “N.Scarano” di Campobasso. Pratiche che hanno messo in luce le variegate competenze presenti sul territorio regionale, peraltro encomiate come esempio dall’ Assessore Patrizio Bianchi che, nel suo intervento, ha

tra l’altro ricordato il progetto “Di sana e robusta Costituzione” premiato qualche anno fa dal Capo dello Stato. Prima di concludere la dottoressa De Lisio “ha puntualizzato come necessita identificare e sviluppare i luoghi di community care secondo principi di flessibilità (contenutistica ed organizzativa) e partecipazione (attiva e variamente modulabile); ecco perche si sono messe in campo proposte di laboratori che sono divenute pratiche costruite con e dai bambini, che offrono stimoli inconsueti per acquisire sicurezza di sé, conoscenza, possibilità diversa di comunicazione e opportunità di apprendimento. Il tutto in considerazione che il processo creativo collettivo, la cui base è la condivisione, ri-significa le parti in una totalità nuova, attuando appieno un processo continuo e partecipato che costruisca apprendimenti e competenze conquistate attraverso acquisizione di conoscenza e possibilità di comunicazione”. Parole che nella società del consumismo basata essenzialmente sul “mordi e fuggi” rappresentano certamente il punto di partenza e di arrivo che permetta la globalizzazione della comunicazione costruttiva che la società odierna purtroppo spesso e volentieri è ignora volutamente.


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5 28 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La proroga dei contratti pubblici è vietata, in quanto contraria al principio dell’evidenza pubblica, il cui rispetto è imposto anche dal dovere di preservare il diritto alla libera concorrenza garantito dal livello comunitario … Da brividi, la delibera della giunta regionale 641 del 23 novembre con la quale l’esecutivo di Palazzo Vitale ha approvato il Bando di gara per l’affidamento del “Servizio di tesoreria e di cassa della Regione Molise e degli Enti appartenenti al Sistema Regione Molise (Arpa, Arsarp e gli Enti del Turismo)”. Da brividi, nel prendere atto come sia possibile che un servizio pubblico (il Servizio di tesoreria) affidato nel maggio 2006 e scaduto nel maggio 2014 possa essere stato più volte prorogato e prorogabile fino al 30 aprile 2016. Che si sia trattato di una situazione anomala, fuori dalle regole (ma le regole per la Regione Molise sono optional), lo si desume chiaramente, e con molta sorpresa, dal rilievo fatto da parte di chi dalla proroga veniva avvantaggiato. Fuori da metafora, si trattava ( e si tratta) del Banco Popolare, ora Banca Popolare di Novara, istituto di credito che per 8 anni ha svolto il Servizio di tesoreria per conto della Regione Molise e degli Enti del Sistema Regione Molise, e che dal maggio 2014, a colpi successivi di proroghe, continua a svolgerlo e lo svolgerà fintanto, a conclusione dell’esito del Bando, non verrà individuato un nuovo Tesoriere. Un po’ di cronistoria ci cala. Il 13 maggio 2014 la Regione proroga il Servizio di tesoreria con il Banco Popolare alle medesime condizioni indicate in convenzione, quella del 2006, quindi; il 4 novembre dello stesso anno, concede altra proroga e altra ancora il 30 gennaio 2015. A quest’ultima data bisogna porre attenzione e soffermarsi a considerare l’esistenza di un retroscena, ovvero una proposta di Bando da parte del Servizio risorse strumentali e servizi generali, logistica, patrimonio e demanio della Regione, che la giunta stabilisce di non approvare, dando contestualmente al direttore responsabile del Servizio sopra detto, in raccordo con il direttore del Servizio risorse finanziarie, bilancio e ragioneria, l’ordine di predisposizione gli adempimenti necessari e propedeutici alla definizione di una procedura di gara, “nel rispetto delle vigenti disposizioni, per l’individuazione di un soggetto che operi come tesoriere della Regione Molise e degli Enti appartenenti al Sistema Regione Molise”. Proprio così: “Nel rispetto delle vigenti disposizioni”. Anche uno stolto rileva che del Bando non approvato e non approvabile andava spiegato il perché per capire cosa non fosse confacente, cosa non andasse per il verso giusto. Insomma, una

“Su 20 regioni solo sette vedono la ripresa: tra queste c’è il Molise. Iniziamo a raccogliere i risultati di anni di sacrifici”, parte da qui il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, per commentare il nuovo report diffuso dall’Istat sui conti economici territoriali relativi all’anno 2014. “Sono diversi gli indicatori con il segno positivo che interessano il Molise: dal prodotto interno lordo, all’occupazione, passando per i consumi delle famiglie. In un anno, dal 2013 al 2014, a fronte di un calo generale del Mezzogiorno pari a -1,1, noi otteniamo un importante +1 percento di Pil. Guardiamo con piena soddisfazione e grandi speranze a questo dato uffi-

Alla Regione Molise, però, se ne fregano (loro possono tutto) La giunta regionale ha finalmente deciso di indire la gara per l’individuazione di un soggetto che operi come tesoriere della Regione Molise e degli Enti appartenenti al Sistema Regione Molise

giunta non può decidere di non approvare una proposta di Bando senza spiegare il perché e senza prendere provvedimenti. Il vogliamoci bene alla Regione va di moda: una mano lava l’altra, ed entrambe lavano il viso di un Ente particolarmente fuligginoso. Sta di fatto che il 30 gennaio 2015, “ nelle more delle attività necessarie alla predisposizione del bando”, la giunta ha stabilito “di prorogare, fino all’aggiudicazione della gara di appalto per l’affidamento della gestione, a titolo gratuito, del Servizio di tesoreria e cassa regionale, la Convenzione stipulata in data 17 maggio 2006, repertorio numero 1927, alle medesime condizioni precedentemente concordate, tra la Regione Molise e la Banca Popolare Italiana Cooperativa, ora

Banca Popolare di Novara, fino al 30 aprile 2016,”. Ed è qui, in corrispondenza della giunta del 30 gennaio 2015, che la giunta regionale si vede costretta a prendere atto quanto essa sia vulnerabile sul piano della legalità e quanto, peraltro, se ne infischi di esserlo. Il 3 luglio 2015 l’Istituto tesoriere - Banco Popolare di Campobasso - esce allo scoperto, si fa coraggio e, forse stanco delle proroghe, fa notare alla Regione che “ la proroga dei contratti pubblici è vietata, in quanto contraria al principio dell’evidenza pubblica, il cui rispetto è imposto anche dal dovere di preservare il diritto alla libera concorrenza garantito dal livello comunitario”. Che dire? Cosa commentare? Un ceffone in pieno viso alla giunta, una lezione di deontologia, un addebito di re-

sponsabilità, un richiamo forte ed evidente agli organi di controllo interni della Regione, primo tra tutti il Collegio dei Revisori dei conti. Ma i rilievi, le critiche, gli addebiti mossi alla Regione hanno l’effetto della pioggia sui vetri: scorrono via. Difatti, la giunta il 23 novembre scorso, dimentica di tutto e di tutti, ha deliberato di individuare nella procedura aperta, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi degli articoli 81 ed 83 del decreto legislativo 163/06, le modalità dell’affidamento del “Servizio di tesoreria e di cassa della Regione Molise e degli Enti appartenenti al Sistema Regione Molise”; di approvare la proposta di capitolato speciale di appalto, quale parte integrante e sostanziale del provvedimento; di stabilire la durata dell’affidamento del Servizio in anni cinque a decorrere dal giorno successivo a quello di stipula del contratto di tesoreria; di demandare al direttore responsabile del Servizio provveditorato e Centrale unica di committenza della Regione Molise la predisposizione di tutti gli atti necessari e consequenziali per l’espletamento delle fasi della procedura di gara e per la stipula del contratto, autorizzandolo ad apportare eventuali modifiche ed integrazioni strettamente indispensabili al miglior esito della gara; di stabilire che l’aggiudicazione sarà disposta con provvedimento del direttore della direzione generale della giunta così come la sottoscrizione della Convenzione. Amen. Dardo

“Tra le regioni in ripresa anche il Molise” Il presidente Frattura legge in positivo i dati dell’Istat ciale”, dichiara Frattura. Nell’ultima indagine Istat il Molise si attesta anche per la crescita dell’occupazione: con +1,6% è al terzo posto subito dopo Lazio e Ba-

silicata. Nei consumi delle famiglie variazioni positive (+0,2%). “Dopo il rapporto positivo di Bankitalia

presentato la scorsa settimana – ricorda il presidente –, un altro studio scientifico certifica l’inizio della ripresa nel nostro territorio: cominciamo a toccarla con mano”. “Finalmente il Molise riparte – rimarca Frattura –. Il percorso di risanamento dei conti, di sacrifici e tagli, di ristrettezze anche dolorose, che abbiamo avviato e praticato in questi primi due

anni del nostro mandato era assolutamente necessario: si è rivelato efficace per dare slancio alla ripresa che, come certifica l’Istat, c’è”. “Non ci sfugge, nella dinamica occupazionale – prosegue –, il dato negativo del settore delle costruzioni: il confronto che attendiamo sarà con il 2016 grazie agli importanti interventi infrastrutturali programmati quest’anno e di prossima attivazione. Porteremo anche nelle costruzioni il segno positivo che oggi ricomprende il comparto dei servizi del commercio, dei servizi ricettivi, dei trasporti e delle poste e comunicazioni (2 punti percentuali in più)”


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Tutto quello che gli altri non dicono

Campobasso

28 novembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Parcheggi blu, ravvedimento operoso” Per i Cinque Stelle, stop a multe per soste prolungate fuori tempo CAMPOBASSO. “Abbiamo presentato una mozione che impegni sindaco e assessore al ramo affinché anche Campobasso diventi virtuosa nell’ambito della gestione dei parcheggi pubblici negli stalli blu ovvero riconosca la fattispecie del ravvedimento operoso“. Così, i consiglieri comunali di Campobasso del Movimento Cinque Stelle. “Cosa vuol dire? Vuol dire che se viene effettuato il pagamento per un dato tempo e poi si sosta oltre il pagato, si può evitare la multa semplicemente pagando una differenza forfettaria, gradata nell’importo a seconda del ritardo accumulato. Se ho ritardato fino ad un’ora pagherò l’ora non pagata insieme ad un forfait da stabilire per il costo del servizio e così via, fino ad un massimo di 12

ore di ritardo. Il cittadino potrà ravvedersi in 24 ore pagando l’importo secondo quanto prevederà il regolamento di cui necessariamente il comune dovrà dotarsi, regolamento che chiaramente abbiamo già abbozzato e che presenteremo in commissione non appena voteranno positivamente la mozione presen-

tata. Con questo sistema andiamo incontro al cittadino – il quale può evitare la multa ravvedendosi – perché un comune ha il compito di tutelarlo e non di punirlo a prescindere. Andiamo incontro ai commercianti del centro, troppo penalizzati dall’alto costo dei parcheggi e da una gestione “puni-

tiva” degli stessi. Andiamo incontro alla stessa amministrazione posto che diminuirà il contenzioso dinanzi al giudice di pace del capoluogo, con risparmio di unità di polizia municipale per la rappresentanza legale dell’Ente oltre che ai costi di soccombenza. Al tempo stesso, abbiamo presen-

tato una interrogazione per chiarire se l’attuale gestore dei parcheggi “blu” sia in regola con il pagamento del canone annuale di € 450.000, perché se così non fosse, dovremmo certamente pretenderne l’immediato versamento. Questa mozione e interrogazione verranno discusse nel prossimo consiglio comunale convocato per il 4 dicembre; vedremo se prevarrà il buon senso o se avranno il coraggio di bocciare anche simili proposte. Questo è il M5S che tanto (mi) e ci piace. Questa è una opposizione costruttiva. Ci proviamo sempre perché non molliamo, perché crediamo che oltre al controllo, possiamo contribuire a migliorare questa città anche da minoranza“.

Il senso dei giovani per il dono torna nelle piazze “Un panettone per la vita” Domenica 29 novembre,i volontari ADMO impegnati a sensibilizzare le persone di buona volontà perché diventino donatori di midollo osseo CAMPOBASSO. Fare breccia nel cuore di quelle persone che possono regalare una seconda possibilità di vivere a chi lotta contro leucemie, linfomi e altre patologie del sangue. Questo è l’obiettivo. Ed è per questo che domenica 29 novembre, i volontari dell’Associazione Donatori Midollo Osseo tornano nelle piazze italiane con l’iniziativa istituzionale “Un Panettone per la Vita”. Nel gazebo ADMO allestito per l’occasione, dove spiccano panettoni e pandori racchiusi in eleganti confezioni, è possibile chiarire dubbi e ricevere tutte le informazioni necessarie per diventare donatori di midollo osseo. E permettere così a bambini, giovani, uomini e donne affetti da un tumore del sangue d’iniziare a pensare - concreta-

mente - al grande dono che stanno per ricevere. Grazie a persone di buona volontà che, con un puro atto d’amore, possono ridare loro la vita. Perché i donatori non sono mai abbastanza. Anche se nello scorso settembre, con l’iniziativa “Ehi, tu! Hai midollo?”, sono state migliaia le persone tipizzate in Italia e quindi iscritte all’IBMDR, il Registro nazionale dei donatori di midollo osseo. Se ci si sofferma a pensare che la leucemia, solo in Italia, colpisce 1.500 nuovi pazienti l’anno e che, nel caso il donatore di midollo non sia un familiare, la compatibilità con la persona malata ha un rapporto di 1 a 100.000, si comprende come ci sia ancora molto da fare. Ma i volontari ADMO non si stancano mai di sperare e di sensibilizzare. Con grande impegno! Perché sanno che l’Italia può essere un Paese da primati. IN MOLISE “UN PANETTONE PER LA VITA” VI ASPETTA A: CAMPOBASSO – Piazza Vittorio Emanuele – domenica 29 novembre per l’intera giornata; CAMPOBASSO – Sagrato delle Chiese di Sant’Antonio da Padova, San Francesco, San Giuseppe Artigiano, San Pietro, San Paolo – domenica 29 novembre per l’intera giornata.

INIZIO “AVVENTO” Avvento, adventus in latino significa venuta, arrivo. E’ una parola profana che designava la venuta annuale della divinità pagana, al tempio, per fare visita ai suoi adoratori. Si credeva che il dio, la cui statua era lì oggetto di culto, rimanesse in mezzo a loro durante la solennità. Nel linguaggio corrente, denominava anche la prima visita ufficiale di un personaggio importante, una volta assunto un alto incarico. Così, alcune monete di Corinto perpetuano il ricordo dell’adventus augusti, ed un cronista dell’epoca qualifica con l’espressione adventus divi il giorno dell’arrivo dell’imperatore Costantino. Nelle opere cristiane dei primi tempi della Chiesa, specialmente nella Vulgata , adventus si trasformò nel termine classico per designare la venuta di Cristo sulla terra, ossia l’ Incarnazione, inaugurando l’era messianica e, dopo, la sua venuta gloriosa alla fine dei tempi. Le prime tracce dell’esistenza di un periodo di preparazione al Natale appaiono nel V secolo, quanto San Perpetuo, Vescovo di Tours, stabilì un digiuno di tre giorni, prima della nascita del Signore. E’ sempre della fine di questo secolo la “Quaresima di San Martino”, che consisteva in un digiuno di 40 giorni, a partire dal giorno

dopo la festa di San Martino. San Gregorio Magno (590604) fu il primo papa a redigere un ufficio per l’Avvento ed il Sacramento gregoriano è il più antico nel predisporre messe specifiche per le domeniche di questo tempo liturgico. Nel secolo IX, la durata dell’Avvento si ridusse a quattro settimane, come si legge in una lettera del Papa San Nicola I (858-867) ai bulgari. Nel XII secolo il digiuno era stato sostituito da una semplice astinenza. Malgrado il carattere penitenziale del digiuno o astinenza, l’intenzione del papi, nell’alto Medioevo, era quella di provocare nei fedeli una grande aspettativa per la venuta del Salvatore, orientandoli in vista del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi. Da qui il fatto che tanti mosaici rappresentavano vuoto il trono del Cristo Pantocrator. Il vecchio vocabolo pagano adventus si intende anche nel senso biblico ed escatologico di “parusia”. Nei diversi riti orientali, il ciclo di preparazione per il grande giorno della nascita di Gesù si è formato con caratteristiche accentuatamente ascetiche, non abbraccia tutta l’ampiezza dell’attesa messianica che caratterizza l’Avvento nella liturgia romana. Nella liturgia bizantina si distingue, nella

Domenica precedente al Natale, la commemorazione di tutti i patriarchi, da Adamo a Giuseppe, sposo della Santissima Vergine Maria. Nel rito siriaco, le settimane che precedono il Natale si chiamano “settimane delle annunciazioni”. Esse evocano l’annuncio fatto a Zaccaria, l’Annunciazione dell’Angelo a Maria, seguita dalla Visitazione, la nascita di Giovanni Battista e l’annuncio a Giuseppe. E’ nella liturgia romana che l’Avvento assume il suo significato più ampio. Maria, la stella del mattino, annuncia l’arrivo del vero Sole di Giustizia, per illuminare tutti gli uomini. Chi, meglio di Lei, per condurci a Gesù? La Santissima Vergine, nostra avvocata, riconcilia i peccatori con Dio, addolcisce i nostri dolori e santifica le nostre gioie. E’ Maria la più sublime preparazione al Natale. Con questo breve tempo di preparazione, la Chiesa vuole insegnarci che la vita in questa valle di lacrime è un immenso avvento e, se viviamo bene, in accordo con la Legge di Dio, Gesù Cristo sarà la nostra ricompensa. Monsignor Gabriele TETI .


Campobasso

7 28 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Favo deve cominciare a vincere per preparare le basi per una sua riconferma

Il Matelica è avversario incomprensi-

I marchigiani sono umorali, quindi affrontati con la massima concentrazione di Gennaro Ventresca Parole di qua, parole di là. Andremo sulla luna col razzo delle tre. All’inizio di ogni campionato si fanno promesse che poi, puntualmente, non vengono mantenute. Ma non finisce qui. Anche a campionato in corso si fanno altre promesse. Razzi di qua, razzi di là. Andremo sulla luna col razzo delle 5. Succede, tante volte, di perdere il primo razzo e poi anche quello delle 5. Nel senso che si fa fetecchia non solo la prima volta, ma anche la seconda. E, tanto per non farsi mancare niente, accade di sperare nel razzo delle 7, o addi-

rittura in quello delle 9. Ma alla fine non ne prendi neppure uno, di razzi. Altro che razzo, come un c. finisci nella serie minore. Quello che dispiace è che in pochi capiscono che gli allenatori bravi (è di loro che intendo scrivere) andrebbero scelti con calma, col caldo. Perchè, strada facendo, si è spinti dall’urgenza e non sempre si riesce nell’intento di correggere gli errori madidi di sudore. Nella nostra città, più di una volta, siamo stati costretti a far ricorso a un nuovo allenatore, strada facendo. Qualche volta siamo andati bene, altre, invece, siamo rimasti buggerati. La prima volta che precipitammo

nel nulla cambiammo addirittura cinque mister in una sola stagione. Fummo talmente sciagurati da arrivare ultimi, creando le basi per la prima delle nostre quattro radiazioni. Ci comportammo più o meno allo stesso modo nell’ultima apparizione dell’Adelmo, sempre di C2 si trattava. E anche lì ecco sfilare sulla nostra panchina altri cinque mister. Che si presero i loro stipendi e la responsabilità di un altro ultimo posto, con nuova radiazione. Potrei andare avanti con gli esempi, non sempre felici, specie nell’era Capone, in cui fortunatamente ce ne sono stati due a lieto fine, con gli arrivi prima di Cosco

e poi di Vullo. Nelle tre promozioni (sul campo) i vertici societari rossoblù furono costretti a cambiare timonieri, in corsa. Gli arrivi di Balleri (1975), Pasinato (1983) e Busetta (2000) portarono al delirio generale. Ora è il turno di Favo, chiamato troppo tardi, ma visto il valore della Samb e l’inadeguatezza dell’organico, difficilmente avrebbe potuto fare il miracolo anche se il suo contratto fosse stato firmato un mese prima. Guardando con ottimismo al futuro si può pensare di far utilizzare a Favo gli scampoli del torneo in corso per creare le basi per una prossima stagione fiammante.

Ora , però, bisogna iniziare a vincere. Altrimenti Favo farà il paio con Cappellacci. Perchè le parole volano, restano addosso i fatti. Per il momento abbiamo guadagnato tre pareggi nella bonaria “chincaglieria” delle macchine volanti e delle pistole a raggi laser per attraversare le porte, niente Vulcaniani e orecchie da Star Trek. Domani dovremo fare i conti con l’indecifrabile Matelica capace di cambiare umore di domenica in domenica. Corre voce che Favo intenda cambiare ancora i suoi “cavalli”. In attesa di trovare una formazione tipo che non dovrebbe essere lontana da quella vista in campo nel finale di partita a Fano.

“Una strada da rivedere” Il consiglio comunale di Riccia interviene sulla statale 645 RICCIA. Il consiglio comunale di Riccia ha approvato un ordine del giorno che impegna Anas e tutti gli enti interessanti a risolvere la questione della sistemazione della statale 645 Campobasso-Foggia. Micaela Fanelli, sindaco di Riccia, annuncia che altri comuni presto faranno lo stesso: «Siamo d’accordo con gli altri sindaci, anche loro approveranno lo stesso ordine del giorno. Poi lo manderemo all’ANAS e siamo fiduciosi che Regione e altri enti ci saranno accanto con atti e fatti concreti. Bloccare il fronte franoso a monte o realizzare un viadotto a valle costa molto, lo sappiamo, ma ci aspettiamo un primo passo subito dall’ente proprietario del tragitto. L’Anas, oltre al tavolo istituito, comprenda che solo con una mobilitazione unitaria, convinta e forte per chiedere risorse a Roma, si potrà ridare speranza». Il Fortore, dunque, si mobilita su una questione che appare di primaria importanza e per troppo tempo dimenticata. «Ora – conclude Fanelli – se è comprensibile che nuove arterie non potevano più

realizzarsi in una situazione con forti riduzioni di risorse, deve essere chiaro che a questo sacrificio deve corrispondere almeno la messa in sicurezza dell’esi-

stente. Su quella statale si rischia la vita, dunque va sistemata definitivamente. L’Anas si attivi, la Regione e gli altri enti aiutino».

Giose Rimanelli e i suoi 90 anni Ho ritrovato in questi giorni fra i miei libri, e sto leggendo con piacere, il romanzo autobiografico MOLISE MOLISE di Giose Rimanelli, scrittore, saggista e poeta molisano-americano di cui ricordo anche, fra le tante altre opere, il celebre TIRO al PICCIONE, dal quale fu tratto l’omonimo film che tanto successo riscosse a suo tempo. Come si evince chiaramente dal titolo, MOLISE MOLISE è dedicato appunto al Molise ed ai molisani. Rammento che lo trovai con pia-

cevole sorpresa in libreria e lo acquistai quando ancora risiedevo fuori regione, in Friùli, e lo conservai con cura gelosamente come un souvenir che mi legava alla mia terra. Ma non lo lessi subito, rimandandone sempre la lettura ad altri momenti, quando essa può essere gustata al meglio, in tranquillità, senza altri pensieri e distrazioni, ricavandone piacere, rilassamento, benessere fisico e mentale. Finii col dimenticarmene; ed ora eccolo fra le mie mani. Le note biografi-

che riportate sul verso della copertina ci dicono che Giose Rimanelli è nato a Casacalenda il 28 novembre del 1925. Dunque, sabato prossimo 28 novembre egli compirà novant’anni. Pur non conoscendolo personalmente, e ciò mi dispiace, sento di doverlo ringraziare come molisano e di fargli i migliori auguri, unendomi ai tanti altri suoi estimatori che pure certamente si ricorderanno di questa ricorrenza. Guido Lastoria - Campobasso

CONTROLUCE In seconda convocazione, con i voti della maggioranza (compresi quelli dei presunti malpancisti Madonna, Colarusso e Iafigliola – Ambrosio non è stato presente –) e l’astensione dei 5 Stelle (l’altra parte della minoranza ha preferito uscire dall’aula avendo subito la mortificazione di vedere gli emendamenti proposti e i rilievi formulati sulla legalità della seduta sistematicamente respinti) , il

consiglio comunale di Campobasso ha approvato le (presunte) linee guida in materia urbanistica che, presumibilmente, dovrebbero evitare altro cemento sul territorio, e favorire una nuova tessitura urbana con poderose azioni di recupero edilizio. Presumibilmente. Salvo la prossima occasione in cui all’ordine del giorno sono iscritte autorizzazioni a costruire per altre miglia di metri cubi di ce-

mento, debitamente in deroga al Prg e ai limiti di altezza. La politica comunale è tutto una presunzione: di idee, di programmi, di volontà. Presumibile sia costretta a continuare a presumere, se non decide una buona volta di uscire dal limbo della inattività amministrativa affrontando problemi seri, veri e concreti. La città aspetta. Curiosa.





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Isernia

28 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“La Provincia casa dei Sindaci” E’ Lorenzo Coia il nuovo presidente dell’amministrazione provinciale di Isernia ISERNIA. È Lorenzo Coia, con il 60,9% dei voti, il nuovo presidente della Provincia di Isernia. A concorrere alla carica più alta dell’Ente, oltre al primo cittadino di Filignano, appoggiato dal centrosinistra, c’era il sindaco di Longano, Antonio Ditri (centrodestra), che si è assestato al 39,1%. Dalle 8 fino alle 20, al primo piano del Palazzo di via Berta, si è votato per eleggere il successore di Luigi Brasiello: l’ex presidente, decaduto dalla carica, dopo la fine anticipata del suo mandato da sindaco di Iser-

nia. Nel corso dell’intera giornata, alle urne, si sono alternati sindaci e consiglieri dei 48 su 52 Comuni della provincia chiamati al voto. Fuori dai giochi l’Amministrazione comunale di Isernia, attualmente commissariata, i cui voti sarebbero stati -come accaduto in passato- tra quelli decisivi. Stessa sorte per Acquaviva d’Isernia, Pescolanciano e Pesche. Questa volta, a valere di più sono state le preferenze espresse dagli amministratori di Venafro, il Comune più popoloso

che si è recato alle urne. Alle ore 16, solo il 34% degli aventi diritto al voto aveva espresso la propria preferenza. A non facilitare l’affluenza, il maltempo e la neve che hanno colpito diversi paesi dell’Alto Molise. Alla chiusura dei seggi però la situazione è migliorata, a votare oltre il 70% degli aventi diritto. In serata, come da copione, si è proceduto allo scrutinio che ha solo confermato quanto già era nell’aria da tempo, ovvero la vittoria del candidato di centro sinistra.

“La nuova Provincia – aveva affermato il neo presidente Coia, alla vigilia delle elezioni – deve essere sempre più la Casa dei Sindaci, dove esaminare temi di interesse comune che riguardano le strategie di sviluppo del nostro territorio, le ricadute delle leggi regionali di settore, la gestione unitaria di servizi di area sovracomunale che per la loro complessità necessitano di un ente aggregatore. Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia per cucire sulla nostra realtà territoriale una nuova governance per una ge-

stione efficace dei servizi”. Una sfida non facile per il neoeletto presidente che arriva a sedere sullo scranno più importante di Via Berta in un momento di svolta epocale e in una fase politica piuttosto delicata. Ma in questo momento di transizione, il suo “ruolo – ha annunciato – non sarà quello di commissario liquidatore dell’Ente, ma di costruttore di una casa dei Comuni, al servizio delle realtà territoriali che per la loro dimensione rischiano di essere abbandonate in assenza di un Ente intermedio”.

“A Ditri mancano i voti del centrodestra” Filoteo Di Sandro, Fratelli d’Italia, punta il dito su di una coalizione che non c’è ISERNIA. “Si sono tenute le consultazioni elettorali di secondo grado per il rinnovo del Presidente della Provincia di Isernia. La vittoria, come da pronostico, è andata all’esponente del Partito Democratico Lorenzo Coia che ha ottenuto il 60,9% dei consensi grazie al sistema di voto ponderato, già aspramente criticato da molte forze politiche, che praticamente consente a soli 33 amministratori su 492 di decidere le sorti dell’intera provincia. Se infatti si esamina il numero di voti in termini assoluti, escludendo le ponderazioni, il candidato del centrodestra, Antonio Ditri, registra 170 consensi a fronte dei 167 ottenuti da Coia;

il peso elettorale, frutto di un calcolo relativo al numero degli abitanti dei comuni interessati, di fatto, taglia fuori dalla competizione i comuni sotto i 3000 abitanti (la maggioranza di quelli della provincia) e rende decisive le amministrazioni di Agnone, Frosolone e Venafro“. Lo scrive, il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filoteo Di Sandro. “Da una prima analisi del voto, infatti, emerge con chiarezza l’inesistenza di una vera e propria coalizione di centrodestra in grado di affrontare compatta una prima sfida su cui potevano porsi le basi per le future scommesse elettorali. In questi mesi, noi di Fratelli d’Italia

– AN, ci siamo spesi più volte in appelli all’unità delle forze politiche di area per il superamento delle divisioni interne e per la ricostruzione di quel centrodestra che poteva raddrizzare le sorti della nostra Regione ma, evidentemente, siamo ben lontani dal raggiungimento dell’obiettivo. Sono mancati, e sono i numeri a dimostrarlo, i voti di molti esponenti di spicco del “fantomatico” centrodestra che preferiscono forse mantenere i piedi in due scarpe e continuare a giocare, di volta in volta, la partita sul tavolo maggiormente conveniente in termini di meri interessi politici. Se queste sono le premesse su cui partire

per le prossime sfide elettorali noi non ci saremo. La costruzione di una coalizione in grado di affrontare tutte le sfide che ci si proporranno non può più prescindere dalla chiarezza e della trasparenza delle posizioni politiche di ciascuno di noi; prima che di programmi sarebbe il caso di capire da quale parte della barricata si vuole affrontare la sfida. Per queste motivazioni, vogliamo essere chiari, non siederemo più a nessun tavolo di trattative con chi non sarà disposto, a porsi, esplicitamente, come alternativa all’attuale maggioranza di centrosinistra, a partire dalle amministrative di Isernia“.

Neve, interventi dei Vigili Ad Agnone è stato dislocato personale Saf in assetto neve e ghiaccio AGNONE. Intense precipitazioni stanno interessando la Provincia di Isernia, dai 700/800 m slm le precipitazioni sono di carattere nevoso. Nella notte ci sono stati interventi per allagamenti e recupero di persone rimaste in panne con l’autovettura per la neve. In par-

ticolare la squadra VF di Agnone ha recuperato, durante la notte, nel corso della bufera di neve, due ragazzi di 28 anni circa di Bojano rimasti bloccati nella loro autovettura sulla strada per Capracotta. I vigili del fuoco sono riusciti a rintracciare la chiamata e hanno trovato

l’auto ormai sepolta dalla neve. I due malcapitati sono stati accompagnati al più vicino albergo poiché il recupero dell’autovettura, al momento non era possibile stante le condizioni meteo proibitive. Nella notte anche qualche intervento fuori provincia a Rosello

per piccoli traini di autovetture rimaste bloccate. Dalle prime ore di ieri il dispositivo di soccorso è integrato sia con personale del turno smontate sia con personale richiamato in servizio. Tutte le squadre sono state al lavoro per allagamenti, alberi su sede stradale,

recupero mezzi pesanti con utilizzo dell’autogru e/o di mezzi idonei al traino sulla Statale per Rionero. Al Agnone è stato anche dislocato personale SAF, in assetto Neve e Ghiaccio, per eventuali interventi non raggiungibili con i mezzi di soccorso.

Furto, spaccio ed altri reati, nove persone denunciate Operazione dei carabinieri, recuperata la refurtiva ISERNIA. E’ di nove persone denunciate all’Autorità Giudiziaria il bilancio complessivo delle attività condotte dai Carabinieri nelle ultime ore in varie zone della provincia di Isernia, al fine di contrastare fenomeni di criminalità, quali i furti e lo spaccio di stupefacenti, tra i reati considerati di particolare allarme sociale. A Frosolone, i militari della locale Stazione, hanno denunciato una 25enne di Napoli, per furto aggravato commesso all’interno del garage di un’abitazione privata. La donna dopo aver forzato la porta d’ingresso, asportava materiale per l’equitazione ed altri

oggetti preziosi, per un valore complessivo di oltre quattromila euro. La refurtiva è stata interamente recuperata dagli stessi Carabinieri e restituita al legittimo proprietario. Ad Isernia, una 40enne del posto, con a carico precedenti per furto in abitazione ed esercizi commerciali, è stata invece denunciata dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, per inottemperanza alle prescrizioni di una misura cautelare cui la stessa era stata sottoposta a seguito dei predetti reati. A Venafro, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, hanno denunciato un 43enne del posto,

per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’uomo, nel corso di una perquisizione, è stato trovato in possesso di involucri contenenti varie dosi di “marijuana”, per un peso complessivo di oltre quindici grammi, un bilancino di precisione e altro materiale per la pesatura e il confezionamento delle dosi. Sia la droga che il materiale rinvenuto sono stati sottoposti a sequestro, mentre sono in corso ulteriori indagini per accertare la destinazione dello stupefacente, presumibilmente a giovani acquirenti provenienti dai comuni della provincia “pentra”, e da

quelli confinanti della vicina provincia di Caserta, quali Capriati a Volturno, Ciorlano e Prata Sannita. Qualche anno fa il 40enne fu arrestato proprio a Prata Sannita dai Carabinieri di Piedimonte Matese, mentre era intento a spacciare dosi di eroina, cocaina ed hashish. Infine a Rionero Sannitico, i militari della locale Stazione, hanno denunciato sei giovani, tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni, di origine nordafricana, i quali per futili motivi, avrebbero proferito minacce nei confronti del titolare di una struttura ricettiva presso la quale sono ospitati.


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Termoli

28 novembre 2015

Diga del Liscione, scarichi aperti In via precauzionale sono stati allentati i rubinetti dello sbarramento che non è al limite è a 120 metri e l’acqua che arriva a valle «era già presente in gran parte, è quella degli affluenti esondati, in particolare il Cigno». Tuttavia è stato deciso di adottare una misura precauzionale per evitare il disastro del gennaio 2003,quando per mancanza di comunicazioni la popolazione si è ritrovata con l’acqua alta dentro le case e un oggettivo serio problema di incolumità. Così nel pomeriggio di oggi, venerdì, una giornata davvero campale, la Municipale di Termoli su disposizione del sindaco Angelo Sbrocca che sta coordinando il tavolo dell’emergenza maltempo in Municipio è passata con i megafoni in tutta la contrada di RioVivo, quella a rischio che si trova al livello del mare e che, in caso di alluvione, sprofonda sott’acqua.

GUARDIALFIERA. E’ stata aperta in via precauzionale, visto il maltempo che si è abbattuto implacabile in Molise, la diga del Liscione. Gli scarichi dell’invaso di Guardialfiera sono stati allentati intorno a mezzogiorno rilasciando una quantità di acqua riversata a valle dello sbarramento, nel fiume Biferno, tra i 30 e i 50 metri cubi al secondo. Ma a partire dalle ore 16, la situazione è diventata più critica in considerazione del fatto che continua a piovere. La quantità di acqua rilasciata a valle è di circa 90 metri cubi al secondo. La diga è al limite, e il commissario di Molise Acque rassicura che «E’ tutto sotto controllo, si tratta di quantitativi non significativi». La diga tuttavia si trova solo 5 metri sotto il livello di allarme, che si pone a 125,5 metri. Al momento, spiegano da Guardialfiera, la diga

Argini del Biferno, 15 milioni di euro Il finanziamento è stato ottenuto per la messa in sicurezza del corso fluviale TERMOLI. Il Molise avrà un finanziamento di 15 milioni di euro per la messa in sicurezza degli argini del fiume Biferno. «Sono definitivamente salvi i fondi» conferma l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Pierpaolo Nagni. «Proprio in queste ore - ha dichiarato - ho ricevuto una nota ufficiale del Ministero dell’ambiente e della Tutela del territorio che conferma il parere negativo al procedimento di revoca. Tali fondi ha ricordato l’assessore - rischiavano, infatti, di essere perduti a causa di un rallentamento del percorso di assegnazione delle risorse da parte del soggetto attuatore, ma siamo riusciti, grazie alla nostra perseveranza e ad una sinergia con nostri rappresentanti parlamentari, a recuperare una situazione che, fino a poco tempo fa, non faceva sperare in nulla di buono. È la conferma, questa, di un’azione politica, quella del governo regionale, che porta avanti giuste battaglie raggiungendo risultati concreti. Provvederemo ora a porre in essere tutti gli adempimenti tecnico-amministrativi, con i progetti esecutivi, per poter dare immediato avvio alla realizzazione degli interventi».

La formazione leva dell’integrazione Un corso specifico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro alla presenza anche dei migranti PETACCIATO. Si è svolto nella sala consiliare del Comune di Petacciato, un corso di formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e la salute dei lavoratori cui hanno partecipato i dipendenti del Comune e 20 ospiti del Centro di Prima Accoglienza “Le Dune” nell’ambito del progetto di volontariato denominato “L’integrazione fa la differenza”, promosso dal Comune di Petacciato e dalla Cooperativa Senis Hospes(ente gestore del Centro), in collaborazione con l’Associazione di volontariato Le Tende della Solidarietà, che vede protagonisti gli immigrati nelle attività di pulizia di giardini, aiuole, piazze e altri spazi comunali.

Il corso, tenuto dall’Ing. Antonino Zappitelli, ha avuto lo scopo di trasmettere una serie di informazioni utili per lavorare in sicurezza e perdare avvio alla seconda fase del progetto che vedrà impegnati i migranti volontari in attività più complesse dei servizi ambientali e della manutenzione del verde pubblico. Il Direttore del Centro “Le Dune”, Giovanni Maurizio, nell’introdurre il corso, ha voluto ribadire il ringraziamento all’amministrazione comunale di Petacciato per la disponibilità e per l’impegno fin qui dimostrati, mettendo a disposizione risorse fisiche ed umane per il buon esito di tutto il progetto. Ha poi sottolineato come “anche per i migranti sia importantissima la sicurezza,

che deve diventare un patrimonio di tutti coloro che vivono nella nostra realtà, anche se solo temporaneamente e la necessità che tutti promuovano la cultura della sicurezza e della prevenzione, per avere dei comportamenti sicuri sul luogo di vita e di lavoro”. A tutti i ragazzi è stato poi rilasciato un attestato di partecipazione al corso che potrà essere utilizzato per eventuali esperienze lavorative. Questi momenti di aggregazione e di formazione riescono a favorire sempre di più l’inserimento di questi ragazzi e di farsi conoscere sempre più dalla popolazione residente nei centri in cui vengono accolti.


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Termoli

28 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Basso Molise in ginocchio Fiumi che traboccano e strade invase dal fango. Problemi anche per le forti mareggiate TERMOLI. Basso Molise in ginocchio. Se i danni materiali sono stati più ingenti a Termoli, dove l’acqua piovuta dal cielo, il vento e la forza del mare in burrasca hanno rappresentato un cocktail micidiale e insostenibile per il territorio, tutto il Basso Molise ha sofferto e non poco l’ondata di maltempo. Segnalati almeno due pericoli di frana, uno verso Portocannone e l’altro sulla Castellelce, nei pressi di Tavenna. Ma anche Mafalda, Montenero di Bisaccia, Palata e Montecilfone hanno le arterie interne coperte di fango. Un tratto della Bifernina seppur non chiuso al traffico è allagato, all’altezza del Conservificio.

L’intero litorale adriatico ha sottopassi inondati di acqua con vei-

coli imprigionati. A Termoli problemi di accesso al

cimitero, oltre a quelli noti del Sinarca e di Rio Vivo. Ma guai pro-

vocati ovunque, sia alla vegetazione che agli scantinati. Allagate alcune palestre. La mareggiata ha mangiato ancora di più l’arenile, quasi arrivando sottocosta. Problemi grossi di ormeggio per le imbarcazioni al porto di Termoli. Chiuse anche alcune strade che da Termoli raggiungono l’hinterland. Insomma, un vero sfacelo. Vigili del fuoco, forze dell’ordine e protezione civile cercano di fronteggiare le emergenze ma il quadro è davvero critico. Anche alcuni plessi scolastici hanno subito disagi, piove in via Montecarlo, alla scuola d’infanzia, con i bidelli alle prese con stracci e secchi.

Scuola di via Volturno senza riscaldamento

La protesta dei genitori dei bambini che frequentano il plesso scolastico per l’infanzia TERMOLI. Monta la protesta di alcuni genitori della scuola di Via Volturno che scrivendo alla nostra redazione riportano quanto stanno vivendo i loro figli all’interno del plesso scolastico: “Spettabile redazione, vi scrivo per segnalarvi il disagio che stanno vivendo i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia di via Volturno: in questo plesso scolastico i termosifoni sono spenti da giorni a causa di un malfunzionamento dell’impianto nonostante lo stesso sia stato oggetto di lavori di manutenzione durante la scorsa estate e al momento si vocifera che i tempi per la risoluzione del guasto non saranno brevi. Come è possibile che nonostante le basse temperature che si registrano in questi giorni si autorizzi comunque l’apertura della scuola o che comunque non si provveda quantomeno con soluzioni “di emergenza” a garantire temperature non disagevoli per i bambini che la fre-

quentano?”. Una richiesta chiara che è sorretta da un’analoga comunicazione pervenuta da un altro genitore che scrive: “Ho due bambine che vanno a scuola con il piumone come se devono recarsi in montagna visto il clima attuale e le bassissime temperature. Questo perché i termosifoni, come di consueto, annualmente non funzionano! Le povere maestre anche loro incappucciate ci consi-

gliano di non portare i nostri figli a scuola e lasciarli dai nonni. Premetto che io e mia moglie siamo due lavoratori che, purtroppo, non hanno nonni e parenti e l’asilo resta l’unica opzione per lasciare i nostri figli, allora come si fa? Mi sono recato al Comune per segnalare tale situazione, con la risposta che bisogna avere pazienza! Ovviamente chi mi consigliava di avere pazienza era a maniche corte perché in comune il riscaldamento funziona! Come dire, da loro sì, ma per i nostri figli “bisogna avere pazienza”. Non so più a chi rivolgermi quindi sono stato costretto a prendermi una settimana di ferie e non mandare i miei figli a scuola: questo succede a Termoli. Sono disgustato da questa situazione… dimenticavo: le mie due bambine sono a casa con la febbre!”. La richiesta è di “fare chiarezza su quanto sta succedendo” e possiamo assicurare che l’amministrazione è stata informata di quanto segnalato e nei tempi più stretti provvederà a ripristinare il funzionamento dell’impianto di riscaldamento.

Strade interne, un disastro Una viabilità al collasso e che danneggia ulteriormente i cittadini che vi abitano MAFALDA. Partiamo dai diritti. Non vogliamo essere noiosi ne tantomeno essere fiscali e rigidi professorini che puntano il dito. Niente di tutto ciò. Ragioniamo invece da cittadini intelligenti, da gente per bene, da bravi padri di famiglia, da persone che vivono il loro territorio e che da lì non vogliono andare via ma nemmeno rimanerci bloccati. Nonostante il primo comma dell’articolo 16 della Costituzione parli chiaro, (Ogni cittadino – recita il dettato costituzionale – può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche), è doveroso constatare che, soprattutto nelle aree interne, ci sono delle condizioni ostative che impediscono la libera circolazione di merci e persone, e se non

la impediscono, certamente non la facilitano. Evitiamo inutili digressioni, andiamo direttamente al dunque e siamo schietti: le strade delle aree interne sono in condizioni pietose. Buche, scalini, frane, terriccio, arbusti che invadono le

banchine, sono lo scenario che si presenta dinanzi agli occhi di coloro che percorrono, per citare un esempio emblematico, la strada statale 157 che da Montenero giunge a Palata, passando per Mafalda e Tavenna. E ci auguriamo che non lo debbano fare

quotidianamente perché, la più pericolosa delle montagne russe impallidirebbe al confronto. Al di là del sarcasmo, quel che preme sottolineare è la pericolosità insita nel passarci. Nonostante non siano strade trafficate come quelle della costa,

non è mai cosa buona dover schivare quel buco o quel gradino per non distruggere la propria autovettura; il pericolo è chiaro e sotto gli occhi di tutti, anche di chi dovrebbe ma non muove un dito. E non si vengano a dire le solite scuse e le ridondanti chiacchiere morte che si sentono in ogni campagna elettorale; qui in pericolo c’è la vita e la salute di tutti coloro che vivono in queste zone e che di queste strade, per forza di cose, hanno bisogno. Non servirebbero colossali opere pubbliche, ma buon senso, attenzione e dedizione verso un problema che deve essere necessariamente risolto se non si vogliono trasformare questi luoghi in tratturi moderni. I greggi, anche se di rado occupano queste strade e ti costringono alla sosta obbligata (vedi gallery), li lasciamo volentieri ai pascoli e alle verdi colline.



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Opinioni

28 novembre 2015

di Michele Natilli CAMPOBASSO. Il cibo è nostro nemico? Troveremo scritte del tipo “Il cibo uccide” sul bordo di un piatto di pasta o su una confezione di salumi? In fondo l’organizzazione Mondiale della sanità ha equiparato le carni lavorate al fumo delle sigarette e ad altre sostanze cancerogene, inserendole nel gruppo 1A. E prima dell’Oms sono giunte altre notizie che hanno messo tra i “cattivi” pure l’olio di palma, lo zucchero e le farine bianche (non solo, ma la lista è troppo lunga). C’è poco da stare sereni nel sedersi a tavola e mangiare, finiremo per morire di fame per non rischiare di ammalarci? Allora calma e sangue freddo, in realtà si tratta tecnicamente di “non notizie”, nulla di nuovo sotto il sole: perché è tutto già scritto e sottolineato nella dieta mediterranea autentica. Già nel IV secolo a. C. Ippocrate affermava: che il cibo sia la vostra medicina, e che la medicina sia il vostro cibo. Riassumeva in tale principio il concetto del cibo come vero e proprio farmaco in grado di promuovere l’omeostasi del nostro organismo. Il cibo da medicina sembra diventato veleno, eppure basta affidarsi ad un concetto basilare, ossia che il veleno è fatto dalla quantità e che nessun singolo alimento inserito in un’alimentazione a grandi linee corretta ha potere così nocivo. Possiamo difenderci, davanti a tutte queste informazioni, con la nostra tradi-

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Il cibo nuoce alla salute? Il buon senso ci salverà

zione e avvalerci dei consigli della vera dieta mediterranea. Quella autentica non è sinonimo di pasta al pomodoro e verdurine varie, ma si basa sulla semplicità e su alimenti biologici naturali, consumati sia cotti che crudi. Come fonte proteica ha principalmente i legumi, quindi i vegetali. Utilizza pesci poveri, ormai non più utilizzati e che andrebbero riscoperti, alternando carni bianche e carni rosse. Questo perché, le proteine contenute nella carne sono essenziali per combattere l’invecchia-

mento. La conferma scientifica arriva dal primo studio europeo su un campione di 1500 anziani over 70 di tutti i paesi Ue, coordinato dal professor Roberto Bernabei, luminare di Geriatria del Gemelli di Roma. Il gruppo preso in esame ha seguito un preciso stile di vita per circa due anni. Esercizi aerobici metodici (palestra, camminate) e una dieta alimentare che prevede l’apporto giornaliero da 1 a 1,20 grammi per ogni chilo di peso corporeo. Dunque carne, uova, pesce, latticini a

rotazione, ma con una marcata tendenza a privilegiare la classica bistecca per la qualità dei suoi nutrienti proteici. “E’ dimostrato – spiega il professor Bernabei – che grazie a questa dieta, affiancata al movimento dolce aerobico, viene frenato e in molti casi eliminato il fenomeno del rallentamento delle funzioni che è alla base del processo di invecchiamento dell’organismo” Per il resto possiamo affidarci al buonsenso, che vuol dire equilibrio. Anche a tavola: mangiare genuino, naturale, ma non rinunciare a nulla. Nelle giuste dosi e quantità: dai grassi animali e vegetali alle verdure. Basta essere i primi medici di se stessi per sopravvivere ai tempi moderni e al populismo mediatico. *Presidente Federcarni Molise

Il sito molisano al congresso annuale della Società geologica americana Il paleoclima e il paleoambiente di Isernia La Pineta al Congresso annuale della Società Geologica Americana Nuovi interessanti risultati scientifici sono stati presentati al Congresso annuale della Società Geologica Americana che si è tenuto a Baltimora negli Stati Uniti . Si tratta dello studio della composizione isotopica del carbonio e dell’ossigeno calcolata su 17 denti di rinoceronte provenienti da quattro diversi livelli archeologici del sito de La Pineta di Isernia. La ricerca è stata condotta da Alessandro Zanazzi del Department of Earth Science della Utah Valley University (Orem, USA) in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Ferrara. La composizione isotopica prende in esame il rapporto tra atomi dello stesso elemento chimico che hanno diversa massa, cioè un diverso numero di neutroni. Nel caso di Isernia è stato indagato il rapporto tra carbonio 13 e carbonio 12 e tra ossigeno 18 e ossigeno 16. Queste analisi consentono di ricostruire il clima e l’ambiente di 600 mila anni, quello presente a quell’epoca quando l’uomo frequentava l’area de La Pineta, La composizione isotopica del carbonio nei denti fossili dipende principalmente dalla dieta dell’animale, più precisamente dalla quantità e dalle differenti specie vegetali che l’animale ha

Il paleoclima e il paleoambiente de La Pineta di Isernia

consumato mentre era in vita. Le piante hanno infatti un diverso meccanismo fotosintetico e per questo motivo vengono raggruppate in modo differente. Ad esempio alberi, arbusti ed erbe che crescono in ambienti o stagioni fresche rientrano nel gruppo delle C3, mentre le piante erbacee che

crescono in aree tropicali o in stagioni calde sono le C4. La composizione isotopica dell’ossigeno dipende invece principalmente dalla composizione delle acque meteoriche che l’animale ha bevuto in paludi o fiumi mentre era in vita. La composizione delle acque meteoriche riflette

principalmente la temperatura media annuale, quindi analizzando i denti fossili si puo’ determinare la temperatura in un determinato momento cronologico. I nostri dati suggeriscono che l’ambiente ad Isernia 600 mila anni fosse dominato da piante del gruppo C3, del tutto simile quindi alle condizioni attuali. Inoltre i risultati portano a definire una temperatura media annua di circa 11 gradi, leggermente più fredda di quella attuale che è dell’ordine di 13 gradi. I dati sembrano inoltre indicare un clima con limitato contrasto stagionale, tendenzialmente uniforme durante l’anno. Questi parametri climatici, da considerarsi favorevoli nei riguardi della reperibilità di risorse alimentari, potrebbero aver favorito la diffusione e la presenza duratura di gruppi umani nell’area de la Pineta 600 mila anni fa. Le ricerche si svilupperanno con l’analisi di altri parametri e verranno applicate anche ad altre specie animali al fine di ottenere un quadro sempre più completo di una realtà tanto antica da collocarsi agli albori delle vicende storiche del popolamento umano del nostro continente.


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