tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 27 veNerdì 5 febbrAiO 2016 - diStribuziONe grAtuitA
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Paolo Manuele L’Oscar del giorno lo assegniamo a Paolo Manuele sindaco di Civitacampomarano. Da anni sta cercando di rendere appetibile il castello angioino del suo paese e i risultati gli cominciano a dare ragione. Così, ora, punta molto anche sulla possibilità di completare la strada che va a sboccare sulla Bifernina e rendere più agevoli i collegamenti. Sforzi, che andrebbero aiutati e sostenuti per assicurare nuova linfa a questo prezioso centro interno.
Dopo la nomina ad assessore di Veneziale, in pole position è ora Micaela Fanelli In Consiglio, però, la maggioranza rischia di trovare nuove dissidenze e crepe Servizio a pagina 3
IL TAPIRO DEL GIORNO
L’OSCAR DEL GIORNO
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Antonio Battista Nonostante avesse annunciato di dare un taglio alla passata amministrazione, cambiando il metodo di gestione, si ritrova in giunta buona parte degli esponenti del centrodestra e i “fedelissimi” di Gino Di Bartolomeo: Massimo Sabusco (presidente del consiglio comunale) Salvatore Colagiovanni (suo portavoce e delegato alla Sea) Stefano Ramundo (suo consigliore e factotum). Più che lo slogan rivolto al cittadino “Ti restituisco la città”, sarebbe il caso dicesse “Ti restituisco i transfughi”.
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
5 febbraio 2016
Molise: una Regione anarchica e autarchica, priva di regole, priva di morale pubblica
Il consiglio regionale e il nuovo Statuto non vanno a braccetto
Chissà perché il consigliere Niro nei due anni e mezzo passati alla presidenza del consiglio non ha avuto la stessa motivazione e la stessa solerzia a chiedere che la Prima commissione si desse da fare nell’adeguare il regolamento del Consiglio Per spuntarla con il nuovo Statuto regionale c’è voluto qualche anno, tempo necessario per indurre il presidente Frattura a promulgarlo. Un’aberrazione. Infatti, è stata una delle fasi più misere politicamente e amministrativamente della vita regionale, e un altrettanto misero tentativo di non aggiornare il rapporto tra l’Istituzione e la collettività molisana allo scopo di poter gestire l’eventuale allargamento della giunta e di evitare che la partecipazione popolare fosse agevolata e resa possibile attraverso i referendum (consultivi e abrogativi). Uno degli articoli del nuovo Statuto, infatti, riguarda specificamente questo diritto, e per gli stessi consiglieri regionali un più chiaro e definito esercizio dell’attività d’indirizzo e controllo. Quantunque, come abbiamo detto, ci sono volti alcuni anni, e a fatica, alla fine la nuova Carta regionale è stata promulgata, ma dalla promulgazione ad oggi non è stata accompagnata dagli adempimenti necessari per renderla agibile nella sua pienezza e incisività. In particolare, non è stata osservata la norma transitoria (articolo 69 dello Statuto), ovvero l’adeguamento del regolamento interno del Consiglio regionale allo Statuto (che sarebbe dovuto essere realizzato entro due mesi dall’entrata in vigore). Situazione, questa, che, a sua volta, ha impedito che fosse costituito il Comitato per la legislazione, le cui fun-
l’intervento di Pasquale Di Lena La salute è un bene prezioso, ancor più per chi ne ha più bisogno (bambini e anziani, oltre alle persone che hanno malattie croniche). La salute, con la fame crescente di denaro e di profitto, te la tolgono con il furto di territorio e l’inquinamento di quello che resta (aria, acqua e terra) e questi nuovi padroni, per completare la loro opera, ti tolgono anche gli ospedali e le prestazioni sanitarie mettendo tutto nelle mani dei privati. Per loro puoi crepare, se questo tuo venir meno porta a accumulare profitti! In pratica, te la tolgono e tu ti devi arrangiare se vuoi sopravvivere. Una delle tante perle del governo Renzi e del suo Pd, con il Ministro della salute. Lorenzin, che ride quando annuncia che sono state cancellate 220 prestazioni sanitarie! A spiegare l’arroganza del potere il Direttore generale della salute,
zioni, in assenza, nei procedimenti di adozione dei regolamenti regionali di competenza della giunta, sono state svolte dalle commissioni consiliari permanenti secondo competenza per materia. Contro il permanere di queste situazioni anomale, nel corso dell’ultima conferenza dei capigruppo consiliari a Palazzo Moffa, i consiglieri Niro e Manzo si sono resi autori di una pressante richiesta al presidente Vincenzo Cotugno perché accelerasse i lavori della Prima commissione incaricata di adeguare il regolamento consiliare ai contenuti dello Statuto, giusto per essere in linea, ma
con gravissimo ritardo, al dettato dell’articolo 69. Azione meritoria, indubbiamente, ma è strano che il consigliere Niro, nei due anni e mezzo passati alla presidenza del consiglio non abbia avuto la stessa motivazione e la stessa solerzia nei confronti della Prima commissione. Quando decadono dalle cariche, chissà perché, i personaggi decaduti prendono tutt’altra dimensione critica, tutt’altra energia contestativa, tutt’altra capacità di sollevare il velo delle inadempienze e delle inefficienze. Ciò che il consiglio regionale avrebbe dovuto fare entro due mesi dal-
l’entrata in vigore del nuovo Statuto, probabilmente, se il presidente del consiglio Cotugno sarà in grado di rimuovere la stagnazione della Prima commissione, verrà fatto a distanza di due anni. Il vulnus creato al consiglio e dal consiglio allo Statuto e alla collettività molisana, è stato sintetizzato bene da Cotugno che alla richiesta di Niro e Manzo ha riconosciuto che la Regione Molise ha “assoluto bisogno di un regolamento moderno, in piena coerenza con la strutturazione del nuovo Statuto. Al fine di organizzare i lavori dell’assemblea legislativa in corrispondenza delle esigenze di un quadro normativo (nazionale ed europeo) in continua evoluzione. Nonché per garantire a ciascun consigliere, sia esso di maggioranze che di minoranza, l’esercizio del pieno diritto-potere di indirizzo e di controllo”. Ribaltando il concetto, dobbiamo prendere atto che da oltre due anni il consiglio regionale opera incoerentemente col nuovo Statuto, che i lavori dell’assemblea legislativa sono svolti senza considerare le esigenze delle normative nazionali ed europee, e che i consiglieri, indistintamente, sono non sono garantiti “nell’esercizio del pieno diritto-potere d’indirizzo e di controllo”. Una Regione anarchica e autarchica, priva di regole, priva di morale pubblica. Dardo
Sanità, togliamo l’arroganza del potere nota come “lady di ferro”, che, l’altro giorno a Isernia, chiamata da un Di Laura Frattura che voleva raccontare alle persone lo sfascio prodotto dal suo governo della sanità molisana, commenta l’andamento un po’ animato dell’incontro dicendo che non si può essere privilegiati e la situazione bisogna accettarla così e basta. Come dire, la salute o ce l’hai o ti arrangi! Curiosa, ma non strana, la guerra interna al Pd, con i rappresentanti in Parlamento che non dicono niente a Roma e si mettono a fare proposte nel Molise, in contrapposizione alle decisioni dei loro amici di partito. Paura di Renzi o di cadere nell’anonimato? Paura di Renzi e di cadere nell’anonimato e non contare più niente. Sia gli uni che gli altri hanno lasciato fare Iorio, che ha dato spazio alla discesa rinviando quello che doveva essere fatto subito e bene, e, quando hanno preso in mano il testimone l’hanno la-
sciato cadere subito per inadeguatezza al mandato loro dato dai molisani. La tragedia è che senza salute la vita di chi la salute non ce l’ha e quella dei suoi familiari diventa sofferenza, dolore. Un consiglio da dare a chi, prossimamente a Larino o a Venafro, viene chiamato a partecipare a un incontro sulla fine della sanità molisana, è quello di non andare perché è vero quello che dice il direttore generale della salute, non serve perché tutto è già stato
deciso. E’ importante, invece, utilizzare il tempo a stare con tutti gli altri organizzando incontri per ragionare e capire quali iniziative prendere, non solo per la sanità e l’utilizzo delle strutture che hanno giù cancellato, ma anche per i tanti problemi irrisolti e sempre più gravi. Penso all’agricoltura che muore per mancanza di programmazione e il prezzo dei prodotti scesi ancora di un altro 2,5% nel 2015; l’aria che non si respira intorno a nuclei industriali; le trivellazioni
già decise che feriscono l’Adriatico e il 62% del territorio molisano; l’arrivo dell’elettrodotto Gissi – Larino; il riciclaggio dello zuccherificio in una centrale a biomasse e/o inceneritore; l’acqua del Liscione inquinata; la legge elettorale che ha peggiorato il porcellum; la legge Renzi – Boschi che, modificando la Costituzione, non fa altro che azzerare la volontà del popolo sovrano; il rischio di nuove pale eoliche solo per accontentare la malavita organizzata; la piaga delle droghe, in primo luogo la legalizzazione e promozione del gioco di azzardo; lo stato di rassegnazione che il momento determina, ma che bisogna presto superare per dare avvio e forza alla lotta che bisogna fare. Ragionare e stare insieme per programmare e partecipare alle scelte e ridare alla politica quella dignità che il sopravvento della finanza e dei poteri forti le hanno tolto.
TAaglio lto
3 5 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Carlo Veneziale entra in giunta, altri vorrebbero fare altrettanto, si lagnano ma restano buoni...
Rimpasto e musi lunghi
E mentre le questioni pratiche, i problemi che, come fossero congelati, sfidando settimane, mesi ed anni, restano sempre lì, sotto il nostro naso, loro giocano a figurine, riempiono caselle, riassegnano poltrone. Carlo Veneziale è stato nominato assessore alle attività produttive, subentrando a Massimiliano Scarabeo, costretto ad uscire a seguito di una brusca entrata della Guardia di Finanza. E, come si conviene ad una combriccola di fanciulli che giocano in cortile, la chiamata in squadra di Veneziale fa frignare gli altri bimbi che vorrebbero giocare con i grandi ma (ancora) non possono. In quella sbuffante e rumorosa officina di potere che è il Partito Democratico molisano, per ogni posto creato si generano una serie di colate bollenti di dissenso, di musi lunghi, di personali idiosincrasie. Quelli ben informati sostengono che la prossima beneficiata di un posto nella squadra dei grandi sarà l’attuale se-
di Susanna Pastorino*
gretario regionale del PD, Micaela Fanelli; operazione, questa, che, a compensazione, dovrebbe vedere poi la segreteria affidata ad un esponente della minoranza, attualmente espressa da Danilo Leva, con la giusta spinta, quella che serve, del senatore Ruta. Ma questa partita di figurine, questo gioco di facce che subentrano a facce, con la vana speranza che
qualcosa alla fine cambi davvero, non si può giocare senza che qualcuno si metta a sbraitare. Sempre quelli che ne sanno ci dicono che, per esempio, i consiglieri di maggioranza Totaro, Lattanzio, Niro e Scarabeo, se potessero, si riprenderebbero il pallone. Ma non possono, evidentemente, altrimenti il gioco finirebbe e si andrebbe tutti a casa
e questo non sia mai. Già perché pure quelli che non giocano con i grandi, in giunta, alla fine si taglierebbero un braccio pur di restare in panchina fino alla fine della corsa. Gli toccherebbe davvero un atto di coraggio epico a fare il contrario. Sbufferanno, scalceranno per un po’, batteranno i piedi per terra smoccolando di qua e di là, magari sui giornali, ma di certo non saranno loro a far finire la partita. L’ex presidente del consiglio, Vincenzo Niro, l’aveva quasi preteso questo posto in giunta, come fosse cosa dovuta, con una certa sprezzante sicumera ma, a quanto pare, non ha impressionato più di tanto coloro che dovevano decidere e resta in compagnia dei musi lunghi. Il consigliere Nunzia Lattanzio altrettanto, seppur con modi in apparenza più consoni ad una signora gentile; ma con uguale, conclusiva frustrazione. Frustrazione che monterebbe fino al limite della
sopportazione se, alla fine, toccherebbe davvero alla Fanelli diventare assessore. Idiosincrasie, e lì c’è poco da fare. Il capogruppo PD, Francesco Totaro, invece, distingue, sottolinea, argomenta in un politichese rodato e navigato ma incarna alla perfezione la metafora che si legge in trasparenza nella favola della volpe e l’uva. Ed, infine, l’ex assessore Scarabeo, con invidiabile coraggio, anche lui si candida e si propone, incurante delle questioni ancora legate al suo percorso giudiziaro. Ed è così che i nostri eroi passano il loro tempo prezioso: provando alchimie nuove per una pozione che, però, non si trova mai. E a noi questo tocca raccontare; che di fabbriche chiuse, filiere che non filano più, disoccupazione giovanile, sanità incurabile, treni che s’incendiano, imprese che si indebitano, assessori troppo educati per disturbare i colleghi abbiamo già scritto e, ahi noi, dovremo ben presto riscrivere.
La D’Innocenzo? Singolare il suo intervento
Riteniamo davvero singolare l’intervento del Direttore Generale della Salute, Dott.ssa Marinella D’Innocenzo, in merito alla riorganizzazione del SSR e all’incontro con le parti sociali svoltosi presso la provincia di Isernia e successivamente a Palazzo Vitale. Affermare infatti che il confronto con le OO.SS. è condivisibile ma al contempo asserire categoricamente l’incontestabilità delle scelte già operate è quantomeno distonico se non frutto di mere considerazioni di principio. Tra l’altro sottolineare che il confronto debba basarsi su dati reali è affermazione condivisibile ma ricordiamo alla dott.ssa D’Innocenzo che i dati devono essere forniti dalla Regione Molise proprio per non essere frutto di considera-
Oggi sono stata nel reparto di oncologia. Uscendo dall’ascensore la prima cosa che balza all’occhio è la sala d’attesa, sempre stracolma, al punto che più di una volta ho pensato ad un pellegrinaggio. È non è affatto difficile capirne il motivo. Basta entrare in reparto per accorgersi della cura ed attenzione che si rivolge ai pazienti, e non importa quanti siano, e non importa quando ci vorrà, perché, a dispetto dell’ orario di lavoro, nessuno sarà mandato via senza una risposta. Ma allora perché? Perché un reparto efficiente, con tanti infermieri attenti, medici bravi, che raccoglie un bacino di pazienti che fanno anche ore ed ore di viaggio per venire in questo ospedale, debba essere smantellato? Noi, malati oncologici, dove troveremo altrettanta
zioni apodittiche, al pari di quelle relative a non meglio specificate “rendite di posizione” o “di privilegi”! Ci chiediamo se quanto riportato dai giornali sia l’opinione
della Dirigente o sia invece la posizione dell’Istituzione filtrate attraverso la D’Innocenzo. Se corrispondesse al vero la seconda ipotesi davvero ci resterebbe solo il
rammarico di avere inutilmente visto nell’incontro di ieri un segnale di inesistente apertura. Vogliamo anche far presente alla dott.ssa D’Innocenzo che questa O.S. è dal lontanissimo 2003 che auspica il cambiamento e la riorganizzazione del SSR e in questi anni abbiamo sempre e puntualmente presentato nostre proposte di riorganizzazione senza aver alcun riscontro tranne le solite audizioni presso le specifiche commissioni. Ora siamo in attesa che la Regione Molise provveda quanto prima a fornire i dati di cui sopra al fine di avviare quel confronto reale che finora è mancato. . *Segretario Fp Cgil Molise
Perchè deve chiudere il reparto di Oncologia all’ospedale Cardarelli? attenzione e competenza? Perché i nostri politici (di sinistra, da non crederci) hanno deciso ed archiviato il caso senza neanche degnarsi di visionare i numeri? Basterebbe fare un giro in reparto, non sarebbe neanche necessario preannunciare una loro visita, per rendersi conto di cosa tutti noi stiamo perdendo. La salute è un bene prezioso, da salvaguardare e chiunque scelga di sacrificare la struttura pubblica a favore di quella privata, non può essere considerato un uomo. Ricordiamocene quando reclameranno i voti. Addolorata Pizzuto
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
4 5 febbraio 2016
La Commissione regionale incaricata della formazione dell’elenco degli idonei alla carica di direttore generale dell’Arsarp si va ammantando di giallo All’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo, rurale e della pesca (Arsarp già Ersam) mancano gli organi istituzionali e il direttore generale, ma funziona (basta e avanza la bravura nel gestire Piano di sviluppo rurale e la tempestività d’intervento e di spesa a tutto vantaggio della gloria dell’assessore Facciolla). Funziona, perché in regime commissariale la gestisce Antonio Iacobucci che dell’Ente è dirigente da lunga pezza, ne conosce i meccanismi, e sa di amministrazione come pochi altri nel novero dirigenziale regionale. Alla luce di queste che evidentemente sono anche le valutazioni della giunta regionale, nelle more del perfezionamento delle procedure in corso per l’insediamento dei nuovi organi istituzionali dell’Agenzia, Iacobucci sarà ancora il commissario straordinario fino al 30 aprile. Data entro cui i frastornati amministratori di Palazzo Vitale sperano di riuscire a individuare i soggetti idonei a prendere le redini dell’Arsrp, e sperano anche che la commissione valutatrice delle domande pervenute in relazione all’Avviso pubblico per la predisposizione dell’elenco dei candidati idonei al conferimento dell’incarico di direttore generale, riesca ad uscire dal cul-de-sac in cui è finita. A tale proposito, il direttore del Servizio risorse umane Angela Aufiero, ha comunicato alla giunta che “non è pervenuta alcuna comunicazione in ordine alla de-
L’intervento
L’Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo rurale e della pesca non ha il consiglio d’amministrazione e nemmeno il direttore generale Prorogato al 30 aprile 2016 il regime commissariale
finizione delle attività di competenza”. Cioè la commissione (Nicolina Del Bianco presidente, Nicola Di Lisa e Luigi Sabella componenti, e Fernando Mastrogiorgio segretario) è praticamente ferma. Cosa le succeda, perché non proceda alla valutazione delle domande e alla formazione dell’elenco degli idonei alla carica di direttore generale dell’Arsarp, è una faccenda che si va ammantando di giallo. Eppure basterebbe nominarne un’altra, se questa non se la sente. Stranezza su stranezza a Palazzo Vitale. Collegata alle vicende dell’Arsarp, nell’atto deliberativo con cui la giunta regionale ha deciso di prorogare al 30 aprile 2016 la carica di commissario straordinario, allo stesso è stata confermata anche la carica di commissario liquidatore dell’Ersam, l’Ente regionale di sviluppo agricolo del Molise
del quale sono circa 15 anni che non se ne viene a capo. Per oltre 10 anni ha cercato di liquidarlo il professore Antonio Ventresca, incaricato da Michele Iorio, quindi Iacobucci. Il quale, il 27 gennaio ha infornato la presidenza della giunta regionale che “ la procedura di liquidazione non può essere
questo adempimento e si arriverebbe finalmente alla conclusione. Un Ente scomparirà definitivamente (l’Ersam) e un Agenzia diventerà pienamente operativa (l’Arsarp). E un solo comune denominatore: Iacobucci.
Il coraggio delle idee
di sergio genovese Chi appartiene alla mia generazione ma anche quelli con qualche anno in più, ha avuto la fortuna, meglio ancora la ricchezza, di conoscere maestri che ci hanno aiutato a costruire ponti per poi lasciarceli costruire da soli. Sia chiaro che non tutti erano capaci e non tutti riuscivano a trarre benefici da quegli insegnamenti. La Scuola, ancor più delle famiglie, era una vera centrale che s’impegnava a produrre coscienze preparate con l’unico scopo di spianare la strada ad un futuro migliore. Un futuro dove l’uomo, senza tentennamenti, si disponeva a vivere la vita con la certezza di saper distinguere cosa era il bene e cosa il male, cosa il lecito e cosa l’illecito. C’erano in maggioranza maestri che avevano scelto di vivere per rappresentare questi valori senza mai tradire il pro-
ancora conclusa in quanto si è in attesa della definizione, e del conseguente accredito, delle somme derivanti dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa della Cooperconserve di Venafro, nella quale l’Ente figura quale unico creditore”. Dalle poche righe si desume che manca solo
prio credo. Pensate che si utilizzavano ore e ore di lezione per insegnare ai ragazzi il significato di rappresentare le proprie idee senza incertezze ma anche avendo rispetto di chi non la pensasse in quel modo. Si disubbidiva ai programmi ministeriali perché se quei ragazzi avessero saputo leggere e scrivere ( la teoria del grande maestro Antonio Polcini inizi anni sessanta) ma non avessero
compreso che rubare una mela dal fruttivendolo fosse stata un’azione del male, quella conoscenza acquisita sarebbe stata inutile. Più avanti abbiamo conosciuto altri maestri che ci hanno continuamente spiegato che il loro impegno professionale mirava a costruire, pezzo dopo pezzo, uomini capaci di vivere all’incrocio dei venti e uomini che difendessero la coerenza
del loro operare. Quei maestri ci hanno insegnato anche ad arrossire, ad abbassare lo sguardo quando la vergogna predominava sulla spavalderia, ci hanno insegnato ad ammettere le colpe. Quella produttività non ha coinvolto tutti ma ha certamente delineato i valori dai disvalori. Certo che se raffiguriamo a distanza di oltre mezzo secolo quella Scuola e quella Società con il contesto di oggi, se di quell’insegnamento ne abbiamo fatto dottrina ordinaria, non possiamo sentirci quieti e residenti dentro il mondo dei retroscena cioè il mondo dove tutto avviene per una ragione drogata e non logica e giusta. Non saprei se affermare che quello sforzo di quei maestri incredibili è stato vano tanto è stato tumultuoso il magma che ha trascinato tutti al degrado. Le Scuole e le famiglie, in larga parte, hanno rinunciato a quel sistema che definiva i ruoli, non li rendeva
interscambiabili ma contigui e sinergici sul serio. Pensate che oggi si chiede anche l’accesso agli atti per contestare una valutazione di un esame di terza media. Certo la Scuola che è entrata sul mercato per irrobustire i suoi iscritti, si allontana di parecchio da quegli educatori che ci insegnavano ad avere il coraggio delle idee. Non ci può essere colleganza tra quello stile morale e gli spot pubblicitari. Ma come si collegano a quei maestri anche quei genitori che di fronte a scene ordinarie di pubblica maleducazione dei propri figli, si atteggiano a insegnanti indiscutibili ai quali nessuno può ledere la incontestata e incontestabile potestà. Sarebbe bello immaginare di trovare nuclei di persone per bene che, resettando tutto, ambissero a costruire nuovi ponti per poi insegnare a costruirne altri in una specie di staffetta della vita.
TAaglio lto
5 5 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Cambiare registro con la spesa pubblica volendo si può
Regione risparmiosa? Tre procedimenti penali e altrettante costituzioni di parte civile ma a differenza di altre precedenti identiche costituzioni hanno scelto di servirsi dell’avvocatura regionale Tre procedimenti penali e altrettante costituzioni di parte civile. Ma a differenza di altre precedenti identiche costituzioni, la Regione ha scelto di servirsi non di un avvocato preso dall’Ordine degli avvocati, ma dell’avvocatura regionale, nella persona dell’avvocato che verrà allo scopo incaricato, con procura speciale del presidente Frattura, di rappresentare e difendere in giudizio l’Amministrazione con i più ampi poteri, come per legge. Rinsavimento? Maggiore rispetto dell’uso del denaro pubblico? Può darsi. Ma temiamo che siccome i tre procedimenti penali in atto non sono di quelli, per dire, della portata mediatica dei procedimenti a carico di alcuni consiglieri regionali di centrodestra, contro i quali la Regione s’è costituita parte civile facendosi assistere da professionisti esterni pagandoli con fior di migliaia di euro, la scelta di ricorrere all’avvocatura interna sia occasionale. Intanto, ne va preso atto. Comunque, è un risparmio per l’erario regionale. Questa della costituzione in giudizio sta purtroppo diventando una costante. Racconta di una Regione coinvolta, vuoi
dai passati consiglieri regionali per i quali però nei provvedimenti di costituzione di parte civile vengono omesse le generalità e i capi d’imputazione, vuoi, come nei tre casi ultimi che diciamo e per i quali, per parità di trattamento le generalità degli imputati le sigliamo, che riguardano tentativi di truffa e frode processuale (imputata A. M. cui viene contestato di avere, con artifici e raggiri consistiti nella realizzazione di false dichiarazioni di vendita di autoveicoli, indotto in errore la Regione Molise al fine di sottrarsi
alla corresponsione del tributo automobilistico regionale - bollo auto -, relativamente agli anni dal 2008 al 2014, procurandosi l’ingiusto profitto di 2.395,06 euro con corrispondente pari danno per l’Amministrazione e di essersi avvalsa di dette false attestazioni di vendita, producendole in giudizio dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso al fine di trarre in inganno il Giudice adito ed ottenere, come di fatto è avvenuto, sentenza favorevole con annullamento delle sanzioni irrogate re-
lativamente agli anni 2008 e 2009); di truffa e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (imputato G. Di. N. cui viene contestato di avere, con artifici e raggiri consistiti nella realizzazione di false dichiarazioni di vendita di autoveicolo, indotto in errore la Regione Molise al fine di sottrarsi alla corresponsione del tributo automobilistico regionale - bollo auto -, relativamente agli anni dal 2008 al 2011, procurandosi l’ingiusto profitto di 1.769,50 euro con corrispondente pari danno per l’Amministrazione
e di aver denunciato falsamente lo smarrimento del certificato di proprietà della propria autovettura al fine di utilizzare tale denuncia per ottenere il duplicato del documento in questione necessario per la vendita dello stesso veicolo, come successivamente è avvenuto), e di peculato e truffa (imputati C. e S. M. nelle rispettive qualità di amministratore di fatto e di amministratore di diritto di Esattorie Spa, società appaltatrice del servizio di gestione ed esazione del tributo automobilistico per conto della Regione Molise e, quindi, nella qualità di incaricati di pubblico servizio, e di aver conseguito, mediante artifici e raggiri consistiti nella indebita richiesta di somme non dovute, un ingiusto profitto in danno dei contribuenti morosi). Cronaca giudiziaria di una realtà civile cui pare sempre di più restringersi lo spazio vitale, e farsi avanti la necessità di ricorrere ai raggiri. Dei tre ultimi casi, nessuno pare abbia precedenti penali. Dardo
Caccia, perchè non riaprirla per i cinghiali? CAMPOBASSO. Via libera in Toscana alla legge obiettivo per il contenimento dell’emergenza ungulati, come cinghiali e caprioli, che prevede un piano triennale straordinario di abbattimenti per riequilibrare l’eccessivo numero di capi che creano danni all’agricoltura e all’ambiente. In particolare sarà possibile cacciare i cinghiali, in certe zone, tutto l’anno. Anche in Molise era stata chiesta dalla Federazione della caccia la possibilità di allungare i tempi della chiusura della caccia al cinghiale, spostandola dal 13 gennaio fino alla metà di febbraio. Ma non si sono avute notizie in tal senso. Mentre gli agricoltori continuano a segnalare danni ingenti alle colture soprattutto in talune aree della provincia. Eppure, si sarebbe potuto seguire l’esempio della Toscana con una legge, definita in accordo con l’istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), per consentire una gestione speciale della caccia agli ungulati per proporzionare la presenza degli ungulati alle diverse caratteristiche del territorio regionale.
La Regione Toscana ha provveduto in tal senso. Anche in Molise numerosi i danni segnalati dagli agricoltori. E il delegato Di Pietro? Prevedere cacciate in braccata e in altre forme per la gestione delle catture. In Toscana, sono individuate aree vocate alla caccia e non vocate (come le zone dove insiste l’agricoltura) e si realizzano forme di gestione venatoria e di controllo. Previsti poi percorsi di filiera e accordi con i centri di lavorazione delle carni per valorizzare il consumo in sicurezza di quelle dei capi abbattuti. Ai cacciatori sono richieste specifiche abilitazioni. Nel testo si prevede inoltre, entro novanta giorni dall’entrata in vigore, l’approvazione, da parte della Giunta regionale, di uno stralcio al piano faunistico venatorio per la revisione degli attuali confini delle aree non vocate per ciascuna specie. Aree nelle quali sono comprese le zone di ripopolamento e cattura, le aree coltivate soggette a danni documentati o potenzialmente danneggiabili, terreni potenzialmente coltivabili da rimettere a coltura, le frazioni boscate e ce-
spugliate tra loro intercluse. Il prelievo selettivo sar autorizzato per i soggetti individuati nella legge mentre la densit venatoria ottimale sar stabilita nei piani di gestione annuali degli Atc (ambiti territoriali di caccia) approvati dalla giunta. Un prov-
vedimento che potrebbe essere riprodotto anche in Molise e che farebbe bene, il delegato alla caccia, Cristiano Di Pietro, a prenderlo in seria considerazione visti i danni che i cinghiali stanno portando agli agricoltori molisani.
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Campobasso
5 febbraio 2016
“Scuola Scarano, vogliamo certezze” I genitori dei 350 alunni della scuola di Campobasso chiamano in causa il Sindaco Il Comitato dei Genitori degli alunni della Scuola Primaria “N. Scarano” di Campobasso ha definito una posizione univoca nel corso dell’assemblea che si è tenuta lo scorso 30 gennaio. Tale posizione è stata espressa in un documento che è stato trasmesso lunedì al Sindaco Antonio Battista e, per conoscenza, all’Assessore Maio, alla struttura tecnica comunale ed al Dirigente Scolastico dell’I.C. “Colozza”, cui la “N. Scarano” afferisce. La nota è stata poi trasmessa, per opportuna conoscenza, al Prefetto di Campobasso ed al Presidente della Regione Molise. “In un momento estremamente delicato per la quotidianità di circa 350 famiglie che risentono direttamente del disagio vissuto dai propri figli nello svolgimento delle attività didattiche in regime ridotto ed in orario pomeridiano – spiega il Comitato dei genitori per fare chiarezza sul
polverone che si è alzato negli ultimi giorni, – la disinformazione contribuisce a rendere ancora più complessa la ricerca di soluzioni rapide ed efficaci”. In sostanza nel documento viene evidenziato il disagio per la chiusura della pa-
lazzina nord del complesso di via Crispi, anche se si tratta di misura di prevenzione nell’ottica della sicurezza. Le verifiche strutturali andavano fatte durante la sospensione delle attività didattiche nel periodo estivo, il parere dei geni-
tori, la cui richiesta è contenuta in un protocollo dello scorso 21 luglio. “Lo stravolgimento dei ritmi scolastici, la riduzione dell’orario e l’impossibilità di svolgere le attività in orario extrascolastico stanno producendo perdita di at-
tenzione, stanchezza e nervosismo nei bambini”. I disagi riguardano di conseguenza anche le famiglie, che ora chiedono tempi brevi per il completamento delle opportune verifiche, pena il possibile trasferimento dei figli in altre scuole. Ecco perché entro l’8 febbraio i genitori chiedono che venga predisposto un edificio alternativo per il ripristino dell’orario antimeridiano e la frequenza scolastica per i bambini delle 30 ore settimanali. Nello specifico propongono moduli prefabbricati davanti la ‘Scarano’, a Selvapiana o nell’area dell’ex Romagnoli, in alternativa altro edificio ad uso scolastico che rispetti tutte le prescrizioni di legge, anche nell’hinterland di Campobasso purché venga garantito il servizio navetta. Infine chiedono che entro settembre 2016 sia disponibile una struttura certificata per gli alunni della ‘Scarano’.
Stazione, terminata la manutenzione Nel corso dei lavori, eseguiti direttamente da Rete Ferroviaria Italiana, sono stati rifatti gli intonaci dei cornicioni, che nei giorni scorsi avevano subito parziali distacchi BOJANO. Dall’anno 2000 il Comune di Bojano gestisce con un contratto di comodato d’uso gratuito l’intera stazione di Bojano. Il comodato prevede anche custodia, pulizia e manutenzione ordinaria delle strutture concesse e degli ambienti di stazione aperti al pubblico: sala d’attesa, servizi igienici, aree verdi, marciapiedi interni ed esterni. Al fine di garantire il mantenimento in efficienza, la pulizia e il decoro della stazione di Bojano, RFI concorderà a breve con l’Amministrazione Comunale la risoluzione del contratto di comodato e la ripresa in possesso dei beni di proprietà. Dal secondo semestre del 2016 la stazione di Bojano sarà interessata da importanti lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico. Saranno realizzati un sottopasso pedonale, rampe e percorsi tattili per ipovedenti. Sarà garantita l’accessibilità ai marciapiedi anche alle persone a ridotta mobilità. I nuovi marciapiedi saranno lunghi 120 metri e alti 55 cm (standard europeo) per facilitare l’ingresso e l’uscita dai treni. Infine, saranno realizzate nuove pensiline sui marciapiedi dei binari e saranno ripristinate le facciate del fabbricato stazione. Investimento economico complessivo 1,4 milioni di euro. Gli interventi rientrano nell’ambito del progetto della Metropolitana leggera Matrice-Campobasso-Bojano, definito dall’Accordo di Programma sottoscritto da RFI e Regione Molise (giugno 2015). Progetto per il quale la Regione Molise prevede un finanziamento di 23 milioni di euro.
Protocollo d’intesa per welfare e politiche attive L’Accordo è stato siglato tra l’Anci e le parti sociali per lo sviluppo del territorio CAMPOBASSO. Siglato il protocollo d’ intesa tra A.N.C.I. Molise e le parti sociali CGIL, CISL e UIL Molise per promuovere un confronto strutturato che costruisca le condizioni per investire sul welfare e sullo sviluppo del territorio. Con la firma del protocollo, si è voluto stringere un patto di collaborazione tra i firmatari che, ponendo come centro d’interesse la persona, dia primaria importanza agli interventi legati
alla povertà, alla salute, alle politiche del lavoro, alla tassazione progressiva, al recupero dell‘evasione fiscale, nonché all’equa applicazione dell’ISEE tra i Comuni. Il patto di collaborazione vuole creare le condizioni per una nuova esigibilità dei diritti e una rinnovata efficienza degli Enti Locali, rafforzando il valore e l’utilità della concertazione con le Parti Sociali. Le parti si sono impegnate a pre-
disporre con tutti i Comuni un Accordo Quadro di Programma su obiettivi prioritari e d’interesse comune quali: borse lavoro, formazione e ricollocabilità al lavoro, ADI sul tema della programmazione generale degli interventi sociali e socio-assistenziali, bandi e regolamenti armonizzati per tutti i Comuni relativi a prestazioni e servizi sociali, patto regionale antievasione fiscale, confronto su economia e finanza locale.
Campobasso
7 5 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Si guarda con curiosità all’iniziativa intesa a ricompattare il tifo rossoblù
Un Euro di speranza
di Gennaro Ventresca Domenica sera, nel mio salotto domenicale di Molise tv, ho avuto modo, tra l’altro, di ricordare che allo stadio Adriatico di Pescara, in curva, i tifosi pagano 10 euro a partita. Aggiungendo che la formazione di Massimo Oddo vince da sette partite consecutive, sviluppa il calcio più spettacolare della serie Cadetta ed è terza in classifica, ormai a pochi punti dal Crotone che insegue la capolista Cagliari. Non so se questa sottolineatura sia servita a Giulio Perrucci per prendere in considerazione di consentire l’accesso ai tifosi del lupo, nel settore della Curva Nord, al prezzo simbolico di un euro. In qualche modo sembra voler ritornare alla fine degli anni Settanta, Franco Mancini ed Ernesto
Bronzetti escogitarono di andare a prendere a spese del club i tifosi annidati nei vari paesini della nostra minuscola regione. La trovata fu felicissima, anche se non portò nell’immediato soldi in cassa. Ogni partita scendevano dai pullman centinaia di freschi sostenitori del Lupo, alcuni provenienti anche dalle zone d’altura del-
l’Appennino molisano. Così, anche per presenza in squadra di Nicola D’Ottavio, il Campobasso si assicurò la fidelizzazione di supporter che neppure pensava di poter mai avere. Il resto, dico la parte più importante, la fece la squadra con le bluse rossoblù che giocò più di un campionato di vertice prima di
salire in B, categoria che scatenò la febbre della domenica pomeriggio in ogni angolo della regione. A decine arrivavano anche da Termoli, e non sono state rare le comitive provenienti da Vasto. Dopo 35 anni, in casa rossoblù, dopo essersi guardati intorno e aver constatato la fuga da Selva Piana si è pensato di far ritorno
al passato. Forse per una sola volta o, magari, sino a fine stagione. Proprio per cercare di riconquistare la fiducia della gente e far scoppiare l’amore tra squadra e tifosi. Pian piano, in favore d’esperienza, si è cominciato a osservare con attenzione il gioco degli altri, semplice, più fisico, ma in fondo efficace e spesso vincente. Dal potenziare l’attacco si è passati a compattare la difesa, a perfezionare la scuola dei portieri e dei guardalinee. E, finalmente, a diventare critici e poi soddisfatti spettatori, dal campo e poi dallo schermo televisivo. Non credo al pienone, non penso nemmeno a una fiumana di sciarpe con i colori della nostra squadra. Ma, comunque sia, non sarà un esperimento maldestro. Per ripartire da qualche parte bisognava pur cominciare.
“Perchè chiudere il distretto di Bojano? I consiglieri comunali Romano e Perrella scrivono al presidente Frattura per evitare la soppressione del presidio sanitario BOJANO. I consiglieri comunali di Boiano Antonio Romano e Carlo Perrella si sono fatti promotori di una mozione, discussa nell’ultimo consiglio comunale svoltosi in data 30 gennaio 2016, relativa alla soppressione del Distretto Sanitario Boiano-Riccia prevista nel Piano Operativo Straordinario 2015/2016. Facendosi interpreti della preoccupazione dell’ utenza di tutto il territorio interessato, e in particolare dell’area matesina, i due consiglieri hanno richiamato l’attenzione sulla grave decisione assunta , dal commissario alle politiche sociali, nonchè governatore della Regione Molise, dr. Paolo Frattura, in sede di redazione del Piano, decisione che andrà a ledere pesantemente gli interessi di tutela della salute per i cittadini dell’area . La decisione, peraltro, ha inteso ignorare completamente le battaglie, in difesa del Distretto , condotte da Associazioni di cittadini e Comitati Spontanei, che hanno raccolto moltissime firme a sostegno della necessità di una presenza distrettuale nella Città di Boiano. Sono state così tradite ed eluse le aspettative di tutti coloro che pure tanta fiducia avevano posto nell’operato degli attuali governanti. La decisione si appalesa ancor più grave se si considera il processo di depauperamento generale e di lenta agonia che sta subendo negli ultimi anni Il Distretto sanita-
rio di Boiano, le cui prestazione specialistiche erogate sono scese dal n. 36.000 del 2008 al n. 21.000 del 2015, causa la chiusura di ambulatori , costringendo i cittadini bisognosi di cure a rivolgersi altrove. I consiglieri hanno stigmatizzato la decisione di istituire, ma come previsione, in Boiano una Casa della Salute, astrattamente concepita senza considerare minimamente i profili epidiemologici e l’incidenza percentuale delle patologie in rapporto stretto con il territorio. Con siffatta decisione la città di Boiano e il territorio del Matese vengono relegati a ruoli di realtà ultime a livello regionale se si considera che aree geografiche di pari importanza demografica hanno avuto molta più attenzione dalle previsioni del Piano, conservando la sede distrettuale insieme alla Casa della salute, a centri specialistici per la riabilitazione e per la cura dell’Alzhaimer, alle residenze sanitarie assistenziali.
Hanno fatto presente che il Distretto sanitario di Boiano poteva essere salvato anche in funzione del rispetto del parametro demografico e della soglia minima degli 80.000 residenti, considerato che la popolazione regionale attuale , censita dall’Istat in 314.000 abitanti, può ben esprimere n. 4 Distretti sanitari. I due consiglieri hanno invitati il Sindaco di Boiano, dr. Antonio Silvestri, a farsi carico del problema e invitare il Governatore, in veste di Commissario, a rimediare con urgenza all’assurda decisione di soppressione del Distretto, prima che le cose diventino ineluttabili. Boiano 3 febbraio 2016
Un aiuto contro le truffe Incontro a Ripalimosani finalizzato a mettere in guardia gli anziani RIPALIMOSANI. Il Comune, i Carabinieri e la Parrocchia di Ripalimosani hanno organizzato un incontro per aiutare gli anziani a non cadere nella trappola delle truffe. A spiegare tutti gli accorgimenti da adottare e tutti i comportamenti per prevenire questo dilagante fenomeno ci sarà il maresciallo Leonardo Galante, Comandante della locale stazione, che fornirà le spiegazioni del caso e si metterà a disposizione degli intervenuti per rispondere a domande e per sollevare da dubbi
inerenti la sicurezza nella propria casa. “E’ un momento importante per informare la cittadinanza e soprattutto gli anziani, anello debole della società, sui rischi che si corrono e su come mettere in campo un’adeguata prevenzione – ha detto il sindaco Michele Di Bartolomeo – Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta l’Arma dei Carabi-
nieri e in particolare i nostri Carabinieri di Ripalimosani. Quando le istituzioni lavorano insieme il risultato è sicuramente migliore”. Naturalmente la cittadinanza tutta è invitata, non solo le persone della terza età, per allargare il più possibile la soglia d’attenzione e collaborare per la sicurezza comune. L’appuntamento è nella chiesa di Sant’Antonio di Padova, in piazza, per sabato 6 febbraio alle ore 19.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
Tutto quello che gli altri non dicono
5 febbraio 2016
senza alcun finanziamento pubblico
“Comunali, no alle primarie” Noi con Salvini si dice d’accordo per il tavolo del centrodestra ma contrario a scelte perISERNIA. Come già aveva fatto “Fratelli d’Italia-AN”, anche ‘Noi con Salvini’ raccoglie l’invito formulato da “Forza Italia” e sarà presente al tavolo politico organizzato in vista delle prossime Comunali, previsto per l’inizio della prossima settimana. Una presenza, ha rimarcato il coordinatore di “Noi con Salvini”, Luigi Mazzuto, che si pone in linea con quanto avviene in ambito nazionale, dove esiste già un tavolo politico che vede coinvolte le compagini di centrodestra.
Per il momento, ha voluto però specificare Luigi Mazzuto, “si tratta di un primissimo incontro interlocutorio, dal momento che noi non abbiamo alcuna fretta di partorire un nome, mentre preferiamo effettuare una seria valutazione per individuare una figura che possa dare delle risposte concrete alle tante problematiche di Isernia”. Più che sui nomi, ha aggiunto il coordinatore del gruppo salviniano, “riteniamo prioritario concentrarci sui contenuti, sulle idee
e sui programmi, ed è su questi aspetti che vogliamo certezze”. Per quanto riguarda l’ipotesi primarie, Mazzuto non si dice favorevole: “Ritengo che per le Amministrative sia un percorso troppo farraginoso. E tra l’altro è stato dimostrato che le primarie non funzionano. Un esempio ne è la vicenda dell’ex sindaco Brasiello, che pure era stato individuato attraverso tale sistema”. Per quanto riguarda una propria possibile candidatura alla carica di Sindaco, l’ex presidente della
Provincia non si sbottona, e fa presente che si tratta di indicazioni che dovranno scaturire dai lavori del tavolo politico nazionale. L’incontro previsto per la prossima settimana, però, sarà l’occasione per iniziare a parlare anche di candidature. “Fratelli d’Italia-An”, finora non ha fatto mistero di avere già in mente un possibile candidato, ovvero il generale Giacomo d’Apollonio, già candidato del centrodestra alle scorse amministrative. Tuttavia resta da capire
se il generale, che aveva espresso l’intenzione di non ricandidarsi col centrodestra, ripenserà le proprie strategie. Per quanto riguarda, invece, “Forza Italia”, durante l’incontro a Isernia Nunzia De Girolamo pur non sbottonandosi aveva rappresentato la necessità di puntare sui giovani. Il nome del possibile candidato, dunque, potrebbe essere quello di Raimondo Fabrizio, che accanto alla giovane età può vantare anche l’esperienza sul campo.
“Asili nido, proprio non si vuole capire” La cooperativa NuovAssistenza replica al sindacato Csa ISERNIA. Continua lo scontro sull’asilo nido comunale di Isernia. Un vero e proprio botta e risposta a suon di note tra il coordinatore del CSA, Feliciantonio Di Schiavi, ed il direttore tecnico della Cooperativa NuovAssistenza Onlus di Isernia, Giovanni Cefalogli. Ed è proprio quest’ultimo che oggi risponde nuovamente a Di Schiavi in merito alla sua recente richiesta di accesso agli atti: “Credevamo” – si legge in un breve
stralcio della lunga nota a firma di Cefalogli – “di avere chiarito ampiamente la natura pubblica e l’utilità sociale delle sezioni primavera e di avere dimostrato, citando la normativa di riferimento, che la sezione primavera di via Umbria non è l’esternalizzazione dell’asilo nido comunale bensì un nuovo e diverso servizio che amplia l’offerta alle famiglie isernine. Dobbiamo constatare invece che il CSA,
anche di fronte all’evidenza, continua a sostenere la fantasiosa tesi della “privatizzazione” di un servizio già esistente, vuole far credere che la mancanza di iscrizioni al nido comunale sia colpa della sezione primavera e inoltra una richiesta di accesso agli atti al Comune per conoscere, tra l’altro, aspetti normativi ampiamente noti e consultabili sui siti della Regione e del Comune”.
Finta società sportiva condannata per frode La Guardia di Finanza di Isernia ha condotto una verifica fiscale per 3,5milioni di euro ISERNIA. I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Isernia, nell’ambito di un’articolata indagine, hanno concluso una verifica fiscale nei confronti di una associazione sportiva dilettantistica che ha sottratto al fisco base imponibile per circa 11 milioni di euro omettendo di versare all’erario Iva per 3,5 milioni di euro. L’associazione è risultata, in realtà, una vera e propria società con finalità esclusivamente commerciali, in quanto operava unicamente come impresa di servizi dedita all’organizzazione di attività ed eventi a favore di altre società, tra cui una importante squadra che ha partecipato al campionato nazionale di pallavolo. Una
sorta di società filtro, creata da due soggetti romani, che non ha mai presentato le dichiarazioni ai fini delle imposte dirette e dell’Iva. La finta associazione non risultava, infatti, affiliata ad alcuna federazione e tanto meno era iscritta al registro nazionale tenuto presso il Coni e, anche se emetteva puntualmente le fatture a fronte dei contratti di sponsorizzazione sottoscritti, ometteva poi deliberatamente la conservazione dei documenti e persino la tenuta della contabilità, eludendo tutti gli obblighi fiscali. La Guardia di Finanza dopo aver smascherato la falsa associazione sportiva, ha proceduto a riqualificarla come impresa commerciale a tutti gli effetti, rico-
struendo, nel contempo, il volume d’affari da assoggettare agli ordinari criteri di tassazione. Per quantificare gli effettivi ricavi sono state condotte accurate indagini sui conti correnti bancari, intestati alla società ed alle persone alla stessa riconducibili, effettuando anche numerosi controlli nei confronti dei clienti con cui erano stati stipulati i contratti di sponsorizzazione I rappresentanti legali, alternatisi nel tempo, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica pentra per i reati di omessa presentazione delle dichiarazioni e di occultamento delle scritture contabili. Proseguono ora le indagini della Guardia di Finanza, volte a verificare eventuali responsabilità di altri soggetti.
Carpinone, rivive il Carnevale
Sabato a partire dalle ore 15 il Gran Galà dei gruppi mascherati CARPINONE. Vivi il tuo carnevale da protagonista, questo lo slogan del Carnevale Carpinonese 2016 in programma sabato 06 Febbraio a partire dalle ore 15.00 a Carpinone. La manifestazione, infatti, organizzata dalla pro loco insieme ad alcuni cittadini che hanno voluto collaborare, ha come scopo quello di essere un evento in cui l’elemento principale sia il coinvolgimento attivo di tutti coloro che sceglieranno Carpinone per il loro carnevale. Il sottotitolo dell’evento “Galà dei Gruppi Mascherati” vuole spingere all’aggregazione spensierata delle persone in modo che almeno per un pomeriggio dimentichino le varie problematiche che caratterizzano i tempi odierni. Diversi i gruppi che hanno già dato la loro adesione e molte anche le maschere singole che parteciperanno e che in questi giorni si stanno preparando con attenzione e dovizia di particolari a trovare il travestimento più originale. Molto nutrito il programma che vedrà dalle ore 14.30 il raduno delle maschere e
dei gruppi mascherati accolti festosamente dalle mascotte del carnevale che saranno i personaggi Disney Topolino e Minnie che guideranno anche la sfilata la cui partenza è prevista per le ore 15.00. Alle 15,30 si arriverà in p.zza Mercato dove comincerà la festa vera e propria con l’intrattenimento sia musicale che di animazione a cura dal duo Jury Sound & Patty. Balli, canti e giochi coinvolgeranno sicuramente tutti gli intervenuti senza distinzione di età. Verso le 17.00 la manifestazione si sposterà in p.zza Concezione dove è previsto un momento davvero imperdibile con l’alternarsi nell’area spettacolo di esibizioni di magia, mangiafuoco, cabaret, giocoleria, bolle di sapone giganti, bastoni infuocati, danze carnevalesche e tanto altro. A seguire ci sarà la pantomima della morte di carnevale e la premiazione delle maschere e dei gruppi mascherati più simpatici. La serata continuerà poi con l’intrattenimento musicale del duo Patty &
Angy. Naturalmente un’attenzione speciale sarà
quello del divertimento che è insito nella manifestazione stessa.
dedicata ai bambini che vedranno allestito in p.zza concezione un angolo esclusivo con animatori specializzati in face painting e sculture di palloncini. Un carnevale quindi quello carpinonese che vuole essere la “festa delle famiglie” senza particolari impegni culturali se non
L’evento, come ogni anno, potrà essere seguito anche dai carpinonesi sparsi nel mondo in diretta streaming grazie al canale delle dirette della web tv locale Carpinone Channel raggiungibile all’indirizzo: http://carpinonechannel.altervista.org.
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Termoli
5 febbraio 2016
Un medico per duemila pazienti Critica la situazione a Palata che sembra non potere essere risolta PALATA. Cittadini in balia dell’attesa. È quanto si sta verificando a Palata dove, a fronte di una popolazione di 1769 anime (come da censimento 2011) l’unico medico rimasto in paese ha ‘ereditato’ la maggior parte dei “mutuati”. E così i pazienti sono costretti a tempi di attesa diluiti a dismisura ma anche di ‘spazi fisici’ inadeguati perché l’ambulatorio non sarebbe in grado di accogliere, compresi di posti in piedi, più di 10-12 persone. Una situazione, che durante i giorni di freddo come quelli che si stanno verificando in questo
periodo, sta diventando davvero insostenibile. Le persone, infatti, sarebbero costrette ad attendere in capannelli sul marciapiede antistante l’ambulatorio e per la maggior parte si tratterebbe di
adulti e anziani. Una situazione che stride con la creazione dei codici bianchi nei pronti soccorsi per ‘costringere’ le persone a consultarsi prima con il proprio medico curante. E
stando alle voci che circolano al paese bassomolisano non spetterebbero altri medici perché sarebbe stato raggiunto il numero massimo di medici consentiti nel distretto sanitario di Larino.
Voci di corridoio che, ovviamente, non rendono tranquilla la popolazione del paese bassomolisano per una situazione che è descritta da tutti come assolutamente intollerabile.
Si lavora al nuovo Piano sociale Il Comune di Termoli ha fissato gli obiettivi del nuovo programma TERMOLI. Si lavora sui nuovi piani sociali di zona a Termoli con i referenti al comune delle politiche sociali che hanno avviato una serie di incontri per comprendere qual è lo stato dell’arte e su quali punti avviare un’azione che vorrà essere virtuosa. A illustrare gli obiettivi è l’assessore comunale Maria Chimisso che precisa soprattutto l’esigenza di prestare ascolto agli operatori del settore per realizzare un progetto valido. “All’interno del piano sociale di zona – ha affermato l’assessore Chimisso nel corso della riunione di ieri – la prima voce da ascoltare è quella delle parti sociali e soprattutto dell’associazionismo, ma anche le parti politiche e sindacali, ossia tutti coloro che contribui-
scono, insieme alle amministrazioni locali e regionali, all’attenzione verso i problemi sociali, educativi e di contrasto alla povertà del territorio. Se non sentiamo il territorio – ha continuato la Chimisso – rischiamo di fare l’errore di costruire un modello astratto che non rappresenta la realtà”. Tante le attività in seno all’ambito sociale di zona. “L’ambito sociale di zona fa tantissimo e deve fare ancora di più in un momento in cui le risorse impiegate, che vi assicuro sono tante, non devono essere sperperate. L’obiettivo, quindi, è quello di ottenere il massimo con il minimo spreco”. In agenda il contrasto ai disagi economici dei cittadini, la tutela dei minori, le azioni da mettere in campo in caso di perdita del lavoro e la massima attenzione ai disabili e agli anziani nonché a tutti coloro che la società troppo spesso definisce “gli ultimi”. Al tavolo dei relatori anche il presidente regionale dell’ordine degli Psicologi Nicola Malorni che nel suo intervento ha posto l’accento sull’esigenza di offrire un servizio alla cittadinanza mirato e completo, ma soprattutto attento alle esigenze che la stessa popolazione ha.
No Triv, sì all’election day I comitati chiedono che il referendum venga abbinato alle elezioni di giugno TERMOLI. Torna d’attualità la battaglia ecologista contro il progetto di prospezioni e trivellazioni nel sottosuolo marino. L’associazione Greenpeace giudica inammissibile il silenzio dei presidenti delle Regioni che hanno promosso il referendum sulle trivelle rispetto alla richiesta di un Election Day, per accorpare il voto referendario a quello delle prossime amministrative. Con un Election Day si faciliterebbe infatti la partecipazione democratica e si risparmierebbero centinaia di milioni di euro, altrimenti sprecati solo per scongiurare il quorum e compiacere i petrolieri. Nei giorni scorsi Greenpeace ha lanciato questa richiesta con una petizione sulla piattaforma change.org, ottenendo in poco più di una settimana 55 mila adesioni. Oltre a favorire la partecipazione dei cittadini, si calcola che l’Election Day consentirebbe un risparmio di denaro pubblico stimabile
tra i 350 e i 400 milioni di euro. Finora però solo il Presidente della Regione Puglia, Michele
Emiliano, si è espresso con determinazione a sostegno di questa richiesta.
«Cosa aspettano gli altri Presidenti delle Regioni promotrici a unirsi ai tanti cittadini italiani
che con forza chiedono un Election Day?», dichiara Andrea Boraschi, primo firmatario della petizione e responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. Greenpeace si rivolge direttamente a Zaia, Toti, De Luca, Ceriscioli, Pittella, Frattura, Pigliaru, Oliverio. Secondo l’associazione ambientalista, costoro hanno il dovere di sostenere la partecipazione e far sì che il referendum, che essi per primi hanno voluto, non diventi un inutile esborso per i cittadini. «Sono politici e amministratori con grande esperienza. Hanno dato inizio alla sfida referendaria e ora non possono tirarsi indietro. Dimostrino coerenza e si uniscano alla richiesta per l’Election Day», afferma Boraschi. Greenpeace attende su questo fronte anche l’impegno delle opposizioni, a partire dal Movimento 5 Stelle, sin qui rimasto inspiegabilmente in silenzio.
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Termoli
5 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Fiat, bonus in busta paga Quasi mille euro per il premio di efficienza maturato dai dipendenti dello stabilimento TERMOLI. Quasi mille euro in busta paga in più, al cambio sono 990, e se non è una tredicesima bis poco ci manca. Notizie positive sul fronte degli operai della Fiat, sia a Termoli, che nel resto della Fca italiana. Ieri pomeriggio il comitato esecutivo (il vecchio consiglio di fabbrica) della Rsu ha incontrato la dirigenza dello stabilimento di Rivolta del Re per comunicare a quanto è ammontato il premio di efficienza per il 2015, uno dei benefit introdotti nel nuovo contratto di lavoro metalmeccanico aziendale, il cosiddetto Ccsl. A Termoli (e anche in Sevel, dove ci sono centinaia di molisani) il premio è stato fissato al 3,5%, un punto sotto la media nazionale. Dati ufficializzati ieri mattina presso la sede di Roma, dove i gruppi Fca e Cnhi hanno comunicato alle segreterie nazionale di Fim-Cisl, Uil, Fismic, Aqcf e Ugl i risultati per tutti gli stabilimenti Italiani del Premio di Efficienza 2015, previsto nell’accordo di gruppo del 7 luglio 2015. “ L’accordo riguarda gli oltre 86.000 di-
pendenti di Fca E Cnhi e ci ha consentito di dare incrementi salari oltre il tasso d’inflazione – dichiara Ferdinando Uliano segretario nazionale Fim responsabile del settore – i classici incrementi salariali in paga base collegati all’inflazione avrebbero praticamente comportato aumenti non superiori a 28€/30€ lorde annue (inflazione 2015 è pari
0,1%). Già nel corso del 2015 abbiamo erogato la parte fissa del premio di redditività pari a 330,00€ che supera ampiamente i 28€ legati all’inflazione previsti dal vecchio sistema, nell’incontro di oggi abbiamo aggiunto anche l’altra quota salariale 2015 riferita al Premio di Efficienza di stabilimento”. “Considerando le 330 € già ero-
gate, in Fca con le 990 euro medie. Gli incrementi salariali nel 2015 sono quindi stati intorno a +1.320 €. Con situazione di punta del 7,20% di Pomigliano, Verrone. Pari a 1.584 € In Cnhi incremento che si aggiunge alle 330€ è mediamente di 825€ (3,75%). Portando incremento del 2015 a 1155 euro. Il dato media in Fca è pari a su premio
efficienza +4,5% (€ 990,00), con punte negli stabilimenti Non era accettabile che a tassi d’inflazioni vicino allo zero gli aumenti salariali, anche se in paga base, fossero praticamente pari allo zero. Si sono cercate strade nuove, un sistema contrattuale per il gruppo Fca E Cnhi in grado di introdurre un sistema salariale capace di erogare importi salariali più consistenti collegandoli all’andamento aziendale. Abbiamo smontato i due falsi miti – dichiara il segretario della FimCisl Marco Bentivogli- che hanno sempre spiegato che per difendere la manifattura in una economia matura come la nostra era necessario ridurre i salari e deteriorare le condizioni di lavoro. La vicenda Fca e Cnhi dimostra che le condizioni di lavoro sono migliorate e ancora migliorabili e i salari sono incrementati. Il segretario regionale Fim-Cisl del Molise Mascolo ha sposato le parole dei leader nazionali Fim, aggiungendo il crisma della lungimiranza.
Porto e tunnel, le mozioni del centrodestra In Consiglio comunale a Termoli la discussione sulle due opere pubbliche TERMOLI .Due mozioni, una sul tunnel e parcheggio interrato in piazza Sant’Antonio e l’altra sul Piano del Porto della Regione Molise che ha programmato una serie di opere di ammodernamento, sono state presentate dal Nuovo Centrodestra. Il primo firmatario, l’ex sindaco Antonio Di Brino, chiede procedure trasparenti e garanzie sulla legittimità di lavori e interventi per entrambe le opere pubbliche, tra le più strategiche che il Comune di Termoli abbia progettato negli ultimi decenni e anche per questa ragione tra le più costose. NdC ha protocollato le due mozioni, che illustrerà in maniera dettagliata venerdì mattina alla presenza anche del senatore Ulisse Di Giacomo e di Michele Iorio, ex Governatore della Regione Molise il quale proprio in queste ore ha ufficializzato il suo addio a Forza Italia senza ammettere ingressi di sorta nel NcD, sebbene la sua presenza a Termoli al fianco dell’ex sindaco e del Senatore con il quale aveva interrotto la “relazione polizia” la-
sciano intravedere un avvicinamento dello stesso Iorio al movimento politico di Alfano. Sempre il gruppo consiliare in Comune a Termoli NdC chiede la convocazione della Conferenza dei capigruppo per decidere la data del Consiglio Comunale nel quale dovranno essere nominati i componenti della Commissione Referendaria.Nell’ultima seduta infatti la nomina è saltata, e non è stato ancora deciso il giorno in cui tornare a votare in Consiglio per la terza volta una commissione chiamata a esprimersi sulla legittimità di tre referendum popolari con valore di consultazione partecipativa. Uno di questi è relativo proprio al tunnel e al parcheggio interrato.
“No alla predazione degli organi” A Termoli il dibattito sulla cosiddetta morte cerebrale TERMOLI. Un po’ di mesi fa ci occupammo, dopo che una nostra lettrice ci documentò dettagliatamente sull’espianto degli organi, della cosiddetta “morte cerebrale”. Nel frattempo, qualcosa si è mosso in questa direzione grazie alla nostra lettrice che non è stata inerte e si è mossa all’interno della “Lega Nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente” che agisce soprattutto al Nord Italia. Lei stessa c’informa, con una sua nota scritta di quanto è successo in questo lasso di tempo: “Finalmente, dopo oltre quattro mesi di
tentativi che sembrava dovessero essere destinati tutti miseramente al fallimento totale, per ostilità, paura, pregiudizio, scarsa sensibilità e ignoranza da parte di strutture sanitarie, aree commerciali, uffici postali e altre aree pubbliche, sono riuscita ad avere un’autorizzazione per poter installare un banchetto informativo. Il posto è un angolo privato in una via di periferia a sud di Termoli in contrada Difesa grande nei pressi della Farmacia. Il banchetto, nemmeno tanto ingombrante, serve a informare dell’esistenza della Lega Nazionale contro la Predazione di organi e
la morte a cuore battente che ha sede a Bergamo in Pass e come presidente ha la signora Nerina Negrello. Il piccolo stand allestito ha anche lo slogan coniato per questa occasione: “Se non conosci, non sei Llbero”. La suddetta Lega si distingue per queste seguenti attività: Fornire corrette informazioni su come si effettua l’espianto di organi (da persone in coma e non in un morto arresto cardio-circolatorio-respiratorio ); ottenere l’introduzione del diritto all’Obiezione di coscienza per medici che non credono nella
morte del cervello mentre il corpo è vivo. Scuotere l’opinione pubblica per annullare la finta morte cerebrale nonché la legge 91/99 detta del “silenzio assenso”. Tutelare i non donatori con la “Carta vita” e molto altro ancora. L’invito rivolto ai volenterosi è documentarsi e spronare gli altri a farlo collegandosi sul sito www.antipredazione.org e sulla pagina Facebook alla voce “Antipredazione”. È disponibile anche un indirizzo e-mail: leganazionale@antipredazione.org oppure scrivendo al fax 035
235660 o telefono fisso 035 219255. La nostra lettrice conclude il documento con queste parole: “Se ho fatto tutto questo, l’ho fatto in memoria di mia madre Sina. Sono in cantiere altre iniziative e a tal proposito faccio un appello a coloro che possono mettermi a disposizione un piccolo spazio privato ma in aree molto frequentate da persone per mettere il mio piccolo stand allo scopo di sensibilizzare nuovamente sull’operato della Lega a cui ora appartengo. Questo il contatto telefonico cui gli interessati possono far riferimento.
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Opinioni
5 febbraio 2016
di Giorgio Scarlato Non è l’agricoltura che guarda al biogas, ma quanti sperano di ricavare lauti profitti da questa fonte di energia che produce il “digestato”, per ora, considerato un rifiuto e, come tale, va trattato. Giorgio Scarlato, il coltivatore di Palata, dopo il suo intervento “L’agricoltura muore per mancanza di scelte politiche non di risorse”, che ha ricevuto particolare attenzione, torna, con le sue puntuali riflessioni, a mettere in evidenza un problema che riguarda l’agricoltura italiana non solo molisana. Giorni addietro ho letto l’intervista fatta dal giornale telematico regionale “Termolionline” all’agronomo dott. Donato Occhionero : “ L’agricoltura guarda al biogas, in arrivo due impianti a Campomarino”. Il settore del biogas, da sempre, ha acceso aspri dibattiti tra favorevoli e contrari ad una tecnica di produzione di gas ed energia che, se non opportunamente regolamentata, può rivoltarsi contro i suoi stessi principi di sostenibilità ambientale. Come ogni attività produttiva che presta il fianco a diventare la “gallina dalle uova d’oro” di turno, la produzione di biogas può diventare un serio problema. Il dott. Occhionero bene ha fatto quando ha tenuto distinti gli impianti a biomasse da quelle a biogas; i primi peggiorativi rispetto ai secondi. Non mi soffermo sulle differenziazioni perché, nell’intervista, sono state ben evidenziate. Nutro forti perplessità quando in merito agli impianti a biogas afferma che “..sono dei capolavori di energia” o, sempre a suo dire, “…volano per l’economia locale”. Cercherò di essere sintetico parlando in particolar modo del solo digestato, ossia “l’avanzo” di quanto servito per produrre energia sia elettrica che termica da una cen-
di Claudio De Luca Secondo i contenuti di uno studio, condotto su 40mila studenti dall’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr di Pisa, la percentuale di 15-19enni che hanno giocato d’azzardo, almeno una volta nel corso dell’anno, sarebbe lievitata rispetto al passato, soprattutto quando ci si riferisca ai soggetti di sesso femminile. I calcoli più recenti dicono: 1) che il gioco d’azzardo in Italia rappresenta il 5% del “pil”; 2) che praticamente vale più dell’”Ilva”, del suo indotto e di tutta la sua catena dell’acciaio. Difatti si tratta della quinta industria del Paese e, in defi-
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
consumo spropositato di acqua, all’aumento della competizione alimentare. Faccio riferimento ad un articolo del gennaio 2014 nel quale lo stesso Commissario UE dell’Ambiente Janez Poto>nik rispondendo alla interr o g a z i o n e dell’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione Envi, Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sui possibili gravi effetti del digestato sui terreni agricoli, sugli animali di allevamento e quindi sulla salute dei cittadini ha specificato che “…per biogas e digestati va applicata la normativa dell’Unione europea sui rifiuti”. Sostiene l’europarlamentare Zanoni: “Fino al momento in cui non saranno a disposizione nuovi studi, il digestato va considerato come un rifiuto e come tale va trattato. Le autorità italiane devono applicare le disposizioni della normativa Ue sui rifiuti alla lettera”. Anche il Cordis, il servizio comunitario di informazione in materia di ricerca e sviluppo, rileva che il digestato spesso viene sparso come fertilizzante sui campi agricoli vicino ai campi dove è prodotto il biogas, arrivando alla medesima conclusione: l’eutrofizzazione. Nel novembre 2014, sono state dettate nuove regole per il digestato, approvato il decreto in Con-
Biogas in arrivo, altro problema per l’agricoltura trale a biogas.Il digestato, lo afferma la stessa Commissione Europea nel suo sito, inquina; tant’è vero che ha presentato il progetto WAVALUE (“Higth added value eco-fertilisers from anaerobic digestion effluent wastes”). Un progetto di granulazione del digestato che punta a produrre (a che costi e con quali sussidi?) un fertilizzante naturale. Lo scopo, per caso, è quello di rimuovere “il collo di bottiglia” e moltiplicare le centrali a biogas in tutta Europa? Questo perché, oggi, malgrado i
regolamenti vigenti, il digestato viene sparso come fertilizzante sui campi agricoli possibilmente vicini agli impianti dov’è prodotto (spostarlo oltre una certa distanza risulterebbe oltremodo costoso) e ciò causa l’inquinamento del suolo e dell’acqua: l’eutrofizzazione. O, peggio, potrebbe contenere batteri e sostanze chimiche velenose. Senza pensare alla insostenibilità economica di detta produzione in mancanza di incentivi e certificati, all’uso dissennato dei fertilizzanti e dei fitofarmaci, al
Gioco d’azzardo, un dramma nitiva, di un grandissimo affare anche per l’Erario che – dalle sole concessioni alle varie “Lottomatica”, “Sisal” et similia – incassa ogni anno 8 miliardi di euro a cui, ovviamente, vanno aggiunte le tasse percepite sulle vincite. Ed ora le concessioni degli oltre 1.000 siti on line contribuiranno a rimpinguare ancora di più questo enorme tesoro. Quasi un adolescente su due (compresi gli infradiciottenni) si sarebbe lasciato prendere la mano dai giochi e dalle puntate sul web che, lungo lo Sti-
vale sarebbero cresciuti al ritmo del 13% ogni anno, ammontando a poco meno di 60 miliardi di euro puntati.Tutto questo è accaduto (e continuerà ad accadere) nonostante si sappia che, sui tempi lunghi, chi gioca finirà sempre col perdere. Una constatazione sicuramente poco allettante per i giocatori d’azzardo più incalliti. Infatti la Dea bendata non esiste; e, seppure Madama Fortuna fosse un essere reale, bacerebbe raramente gli audaci. A dirlo non è un esperto di psicologia, e manco un
educatore impegnatosi in una campagna contro siffatta tipologia di dipendenza, quanto piuttosto un principio elaborato dai matematici. Grazie ad una moltiplicazione, dal meccanismo difficile da esplicitare, pure un jouer inarrestabile potrebbe conoscere in anticipo – e con estrema esattezza – quanto danaro avrà perduto dopo mesi (od anni) di assidua pratica del tavolo verde. Sulla scorta degli ultimi dati pubblicati, in testa alla classifica per regioni si trova la Campania
ferenza Stato-Regioni a cui hanno preso parte le Regioni, i Ministeri dell’Ambiente e della Salute e le Associazioni di categoria. Lo schema di decreto prevede: - la bipartizione del digestato in agrozootecnico ed agroindustriale e condizioni di parificazione ai concimi di origine chimica, attraverso una esecuzione di analisi chimiche del digestato in uscita dagli impianti ed il calcolo dell’azoto tramite l’effettivo fabbisogno delle colture, così da garantire il rispetto dell’ambiente. - Il divieto di utilizzazione agronomica del digestato in caso di immissione negli impianti di colture che provengono dai siti di bonifica. - La flessibilità della collocazione temporale del periodo obbligatorio di 60 giorni di divieto di spandimento degli effluenti. - L’introduzione di una graduale limitazione all’uso di colture no food alternative all’utilizzazione agricola dei terreni coltivati. E’ andato in vigore, o andrà? Quando? Tutto quanto detto, comunque, porta a fare delle riflessioni: a) Questi impianti potrebbero “drenare” i finanziamenti al vero mondo agricolo regionale? b) Sarebbe giusto ed opportuno fare qualche convegno sul tema in modo che il cittadino sia informato, prenda coscienza, su quanto potrebbe accadere sul territorio in cui vive; sapere i pro ed i contro? Parto dai sindaci che sono, per legge, la massima autorità sanitaria del comune e quindi responsabili della salute dei loro amministrati. c) L’impianto, in un secondo momento potrebbe essere “direzionato” in un normale inceneritore? In conclusione ribadisco che bisogna partire dal tema della salute pubblica: nulla viene prima; ed il Molise, come del resto l’intero Paese, penso, che abbia sicuramente bisogno d’altro.
(57,8% di studenti); seguono la Basilicata (57,6%) e la Puglia (57%) mentre il piccolo Molise conferma il suo 50%, unitamente a Sicilia, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Calabria e Umbria. Risultano inferiori le percentuali di Emilia-Romagna (40,8%), Valle d’Aosta (41,1%), Liguria (41,6%), Piemonte (42,3%), Lombardia (43,5%), Toscana (43,4%). Agli ultimi posti il Trentino-Alto Adige (35,8%), il Friuli-Venezia Giulia ed il Veneto (36,3%). In sostanza, i dati fanno emergere che al Nord il fenomeno sarebbe di gran lunga meno diffuso che al Sud.
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