Hanno solo disteso il molise sul tavolo per l'autopsia

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 180- marTedì 4 agosTo 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

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L’Oscar del giorno a Gigino D’Angelo

“La Gam la salveremo”, “Zuccherificio? Micro campagna”, “Edilizia, ecco i soldi”

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Gigino D'Angelo. Il sindaco di Motefalcone del Sannio ha proceduto a fare adottare dalla giunta comunale un provvedimento per il chi non riesce a pagare i tributi può lavorare per il bene pubblico. E’ di qualche giorno fa la delibera di Giunta Comunale che prevede il baratto amministrativo. Si tratta di un atto che serve da aiuto a quanti sono in difficoltà economica e, per non incorrere nelle sanzioni, potranno svolgere attività a servizio collettivo.

Il Tapiro del giorno a Bibiana Chierchia

Il Tapiro del giorno lo diamo a Bibiana Chierchia. L'assessore comunale di Campobasso all'Urbanistica, si sarà accorta della sistemazione della rotonda dinanzi l'ingresso dell'area del cimitero cittadino? Sono copertoni usati e recuperati sistemati alla meno peggio all'interno della rotonda e che denotano il degrado che regna in città. Ed è ancora più grave che quei copertoni siano stati sistemati nella rotonda prospiciente il cimitero cittadino. Non una bella immagine.

Hanno solo disteso il Molise sul tavolo per l’autopsia SERVIZIO A PAGINA3


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 4 agosto 2015

Un milione e 120mila euro per il Fascicolo sanitario elettronico

Dicono per semplificare l’esercizio del diritto alla salute e l’alleggerimento dell’onere documentale al cittadino dimenticando di accorciare i tempi d’attesa delle prestazioni e la chiusura delle sale operatorie per carenza di anestesisti e infermieri

L’ingegnere Riccardo Tamburro nominato referente del progetto dal commissario ad acta per la sanità regionale, Paolo di Laura Frattura Al momento, il direttore generale per al Salute, Marinella D’Innocenzo, s’è limitata ad approvare il progetto denominato “Componenti software integrate e servizi specializzati per l’avvio del Fascicolo Sanitario Elettronico e delle applicazioni di Hta e Digital Health della Regione Molise”, riservandosi poi di acquistarlo in quanto la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico è coerente con le priorità del Programma operativo regionale /Fondo europeo per lo sviluppo economico (Por/Fesr) e idoneo a perseguire gli obiettivi prescelti soprattutto per quanto attiene alla possibilità di operare nell’ambito dell’Agenda digitale, per promuovere la coesione sociale di realtà urbane, per conseguire il miglioramento della qualità della vita nei sistemi urbani e per sostenere la promozione di servizi pubblici moderni (Sic! – ndr). Intanto diciamo cos’è il Fascicolo sanitario elettronico: è una raccolta il più esauriente possibile dei dati clinici di un paziente e, dicono, ha un ruolo importante sia nella pratica medica quotidiana sia nella gestione clinica del malato, nonché nel corretto iter delle prestazioni fornite dal sistema sanitario. Insomma, di un malato,

dalla A alla Z, è tutto raccolto e registrato. Il direttore D’Innocenzo non dice chi materialmente ha redatto il progetto, per cui dobbiamo supporre che sia farina del sacco del Servizio controllo di gestione e flussi informativi, ma è una nostra benevola supposizione, non ne siamo sicuri. Correttamente avrebbe agito il direttore generale per la Salute a dirlo esplicitamente, come del resto è tenuto a fare dalle diposizioni di legge sulla trasparenza. L’affare “elettronico” che si viene prefigurando è considerevole: oltre due miliardi delle vecchie lire e la riserva

Di Massimo Dalla Torre Mentre continua la campagna sulla violenza sulle donne, un sottobosco inusitato si cela nella Provincia Italiana. Un sottobosco costituito e voluto da chi ha deciso di guadagnare vergognosamente sfruttando la donna non come essere umano, cui si deve massimo rispetto, ma oggetto. La dimostrazione è presto data, basta sfogliare le ultime pagine dei giornali e andare a guardare le inserzioni pubblicitarie, oppure collegarsi ai motori di ricerca cuore pulsante del pianeta internet che il gioco è fatto. Un gioco in cui l’amara realtà viene fuori prepotentemente. Un qualcosa di talmente squallido che ti permette di venire in contatto diretto con chi fa da esca per questo turpe mercato: in cui l’Italia mammona si trasforma completamente, quasi a voler dimostrare che siamo un Paese all’avanguardia e non bigotto causa retaggi clerical-cattolici. Un’Italia che in Provincia, e il Molise non è immune, prova ne sia la brillante operazione portata a termine dagli uomini della squadra antiprostituzione della questura di Campobasso che hanno stroncato in due appartamenti cittadini un giro di

sull’acquisto, senza dire mediante quale procedura, è un altro vizio pagato allo scarso rispetto delle leggi in vigore e del diritto del cittadino a conoscere gli atti della Pubblica amministrazione. Di cose utili, coerenti, importanti e prioritarie per migliorare i servizi resi al malato, la sanità molisana ne conta a bizzeffe. Che il Fascicolo sanitario elettronico meriti una così evidente precedenza, e un investimento di 1.120.814 euro, avremmo gradito poterlo desumere da una descrizione meno sommaria del progetto appena approvato. Dobbiamo invece accontentarci di que-

sta valutazione . Ovvero, che “nel quadro del processo di ammodernamento della sanità sono in atto numerose iniziative volte a migliorare l’efficienza del servizio sanitario e a semplificare l’esercizio del diritto alla salute da parte del cittadino in ogni momento del percorso sanitario e socio-sanitario, attraverso azioni quali l’alleggerimento dell’onere documentale, la personalizzazione delle cure, la riduzione dell’errore umano e lo sviluppo di una sanità centrata sul cittadino”. Anche per il più sprovveduto dei cittadini molisani, l’efficienza del servizio sanita-

I vizi della Provincia italiana? prostituzione retto da cittadini di origine cinese, esplode prepotentemente fomentando un fuoco di desideri che neanche Giovanni Boccaccio, avrebbe saputo descrivere nel suo capolavoro: Il Decamerone. Una lunga catena che collega le Province tra loro come un serpente strisciante che, tramite un tam-tam telefonico oppure di e-mail rigorosamente criptate e in codice, tanto per non destare sospetti da parte di eventuali curiosi, aumenta spaventosamente il dramma di chi è costretto per necessità o causa ritorsione contro familiari, a concedersi, ma c’è anche chi lo fa coscientemente, fa lievitare un’ armata di veri e propri “cultori della materia” che bando alle spese, si concedono una “fuga” dal normale menage familiare. Un qualcosa d’inaccettabile che purtroppo è realtà quotidiana. Un qualcosa che, quando esplode fa rumore, perché le persone coinvolte sono spesso insospettabili, ma che dopo qualche giorno si sgonfia e finisce nel dimenticatoio; tant’è che le cose

iniziano da capo, anche se sotto vesti differenti magari nello stesso luogo. Questo è il dramma. Un dramma che, ci scusiamo con chi lotta ogni giorno contro queste abberrità, non finirà mai, perché ci sarà sempre qualcuno che, in nome del “dio danaro”, è pronto a mettere su un “business” collegato al vizio. Un mondo in cui tutto è lecito. Un mondo che molti vorrebbero conoscere, anche se per pura curiosità, a dimostrazione che il proibito è vivo e vegeto. Un mondo in cui le frustrazioni sono di routine. Un mondo in cui è facile trovare la vicina di casa, la ragazzina acqua e sapone, la signora irreprensibile o la massaia insoddisfatta della propria vita che, una volta chiusa la porta della propria abitazione al telefono con le chat-line o all’interno di locali nei cosiddetti privè o negli appartamenti di periferia o al centro città, come nel caso che ha destato la sonnacchiosa estate campobassana, affittati finanche sotto falso nome, magari spacciandosi per studenti uni-

rio accorciando i tempi d’attesa delle prestazioni e non chiudendo le sale operatorie per carenza di anestesisti e infermieri, varrebbe molto di più del Fascicolo sanitario elettronico. Ma ci rendiamo conto che il progetto rientra nella accelerazione della spesa dei fondi europei del settennio 2007/2013 da realizzarsi inderogabilmente entro la fine dell’anno per non perderli definitivamente. Quindi, tutto fa brodo, ogni cosa è necessaria e la prioritaria, in questo caso, sarebbe – dice la D’Innocenzo - coerente a sostenere “la promozione di servizi pubblici moderni e rafforzare i processi di innovazione della Pubblica Amministrazione attorno alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. Così ha valutato e deciso il direttore generale per la Salute. Di ciò dovrà tenere conto l’ingegnere Riccardo Tamburro nominato referente del progetto dal commissario ad acta per la sanità regionale, Paolo di Laura Frattura. La curiosità del cronista e l’interesse del cittadino è bene però che si spostino sul procedimento che verrà scelto per l’acquisto del progetto e su chi materialmente lo gestirà. Dardo

versitari o parenti di questi, si trasforma e si maschera dando sfogo agli istinti più bassi. Questa è l’amara realtà della provincia Italiota anzi dell’Italietta. Luoghi che Fellini, Cavani, Brass tanto per citare alcuni maestri del cinema hanno impresso nelle pellicole. Luoghi che spesso cambiano nome e aspetto ma non le finalità. Luoghi che dimostrano, qualora ve ne fosse bisogno, che il “trasformismo è sempre più schiavo del desiderio, per questo abbiamo tutti una doppia faccia” così scrisse Oscar Wilde che di trasgressione e scandali nel corso della sua vita fu varie volte protagonista. Luoghi in cui la condizione di degrado e smarrimento morale e materiale pone ancora di più l’accento sulla necessità di rispettare la donna di qualunque età ed etnia sia e non sfruttarla per “l’appagamento dei sensi” magari usando anche stupefacenti ed alcool per rendere “l’atmosfera più forte”; ma tutto questo non fa parte del vocabolario di chi senza scrupoli intraprende la strada del mercato del sesso e del proibito sempre più in auge, sempre più crescente in cui il motto latino “pecunia non olet” è il diktat e domina a 360°.


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3 4 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Entro il mese di luglio era stata promessa la redazione del bando regionale per la GAM. Ennesimo impegno mancato dal governo regionale, ennesima dimostrazione di inaffidabilità e sostanziale incapacità nel rispondere alle aspettative

Un orologio rotto segna l’ora giusta, due volte al giorno Ci risiamo. Promesse, parole, rinvii, scadenze mancate. La politica continua ad offrire il suo lato deteriore, continua a sedare le urgenze delle aziende in crisi, le ansie e la rabbia dei lavoratori in bilico o già precipitati nel baratro della disoccupazione con dosi massicce di verbi al condizionale. Entro il mese di luglio, presidente della giunta, assessore all’agricoltura e tutta la pletora di dirigenti che con pompa magna presenziano agli incontri sindacali, ai tavoli tecnici sulle assi dei palcoscenici del teatro della frottola avrebbero dovuto approntare il bando per regionale per consentire di ridare operatività all’impianto della GAM. Perché: “… salveremo la filiera agricola …”; perché: “… è’ necessario difendere le produzioni e l’occupazione …”, perché: “… si prevede un piano importante di investimento …”. Teatro della frottola al suo meglio. Il mese di luglio se n’è andato ma del bando in questione non v’è traccia. Come non c’è traccia di una dichiarazione pubblica, non diciamo di scuse, ma, quantomeno, di spiegazioni. Che sono parole anche quelle, vero, che nulla cambiano rispetto alla sostanza della questione ma che avrebbero almeno il sapore di un’assunzione di responsabilità. Invece tutto scorre come se niente fosse, come se gli impegni non avessero un valore. Assuefatti e

CAMPOBASSO. “Con riferimento al nuovo assetto organizzativo del servizio idrico che la Regione Molise ha iniziato a delineare con la deliberazione di Giunta n.285/2015, ed in merito agli equivoci che si stanno generando intorno a tale quadro, appare necessario fare alcune precisazioni”. Così interviene l’assessore regionale ai LL.PP. Pierpaolo Nagni. “Rispetto alla possibilità di istituire l’EGAM (Ente di Governo Ambito Molise per il servizio idrico integrato), occorre, infatti, evidenziare che questo non sarà un ente né partecipato, né dipendente dalla Regione, ma sarà costituito dall’insieme dei Comuni e la sua istituzione, che avverrà attraverso un atto deliberativo, è espressamente prevista dall’art.7 del D.L. “Sblocca Italia”. Alla Regione resta invece il compito di attribuire, come già fatto peraltro, le funzioni della soppressa A.A.T.O. (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale).

desensibilizzati registriamo quest’altro mancato impegno con indolore rassegnazione. Probabilmente noi, i lavoratori e le loro famiglie, ci saremmo stupiti del contrario. “Ancora una volta ci hanno preso in giro – spiega Antonio Sacco, lavoratore dell’aziendae sindacalista - nei giorni scorsi doveva essere il bando ma è tutto un silenzio. Ancora una volta mi sento preso in giro.

Sì, preso in giro da questo modo subdoli di fare politica. Ogni qualvolta c’è stato un confronto con operai che, nella maggior parte delle volte sono padri di famiglia, ci si saluta con strette di mano saluti abbracci, convinti che si è finalmente trovata la strada giusta e, riuscire a vedere un po’ di luce. Per l’ennesima volta si ascoltano le stesse promesse. Ci avevano detto che entro il mese

“Ente idrico, la riforma passi al più presto”

di luglio avrebbero presentato il bando per il rilancio della filiera Avicola Molisana. Non c’è, non esiste. Come non esistono tutte le promesse fatte e ripeto enfatizzate. Mettiamoci insieme Gam, Acem, Zuccherificio, Itr, Protezione Civile, Precari Ospedalieri, Formazione Professionale, Molise Dati e manifestiamo la nostra rabbia, facciamo capire che il Molise ha bisogno di una svolta, ha bisogno di lavoro. Basta con l’articolo 7, il quinto assessore, biomasse, disquisizioni da condominio, rivogliamo il lavoro”. Altre parole, amare. Ma pur sempre parole. Certo una mobilitazione permanete di tutte le relatà nominate da Sacco sarebbe un bel modo per mettere un po’ di sale sulla coda di coloro che dovrebbero fare ma promettono soltanto ma purtroppo sarebbe un palliativo. Una speranza, invece, verrebbe da un’amputazione netta che ci liberasse di questa classe dirigente in un sol colpo, cauterizzando a fuoco il taglio un secondo dopo. Per costruirne una completamente nuova, non compromessa, disposta, a sua volta, ad amputarsi dalla poltrona in mancanza di risultati non corrispondenti alle promesse. Tutto il contrario di quanto facciano questi qui e chi, per decenni, li ha preceduti. Con pochissime eccezioni. Fino ad allora prepariamoci ad un susseguirsi di atti sempre nuovi, al teatro della frottola.

guamenti per potersi rimettere in carreggiata, penso, ad esempio, alla Campania e alla Calabria. Quanto fatto finora, grazie al lavoro della struttura preposta, concretizza il primo step del complesso processo di riordino dell’intero sistema idrico molisano. Un percorso nell’ambito del quale saremo accompagnati dal Ministero dell’Ambiente, che proseguirà attraverso proposte normative tese all’abrogazione delle vecchie e oramai incongrue norme regionali.

L’assessore Pierpalo Nagno soddisfatto dei primi risultati

È anche vero, poi, che lo Statuto regionale, all’art.16, prevede la necessità dell’adozione di una legge regionale per “……. l’istituzione e la soppressione di enti e aziende dipendenti dalla Regione e la partecipazione ad associazioni, società ed enti pubblici” e l’EGAM si configura come ente “dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e autonomia organizzativa e patrimoniale, per l’unico ambito territoriale ot-

timale del Molise, al quale partecipano obbligatoriamente i Comuni ricadenti nel territorio regionale”. Quello che stiamo realizzando - sottolinea l’assessore Nagni - è, di fatto, un percorso già tracciato, rispetto al quale la Regione Molise, anche in ossequio alla scadenza dei termini dettati

dal DPCM del 15.05.2015, ha provveduto ad adeguarsi evitando così l’avvio di uno sconsigliabile procedimento di infrazione a carico del sistema regionale. Mi preme precisare che, in questo quadro di riassetto, il Molise è stato preso a modello anche da altre regioni che registrano ritardi negli ade-

Detto questo, appare prematuro immaginare, oggi, un futuro di Molise Acque con ruoli diversi da quelli attuali. Solo a seguito delle decisioni degli enti locali che avranno costituito l’EGAM, infatti, sarà possibile prospettare il coinvolgimento dell’Ente che oggi si occupa di captazione e grande adduzione, all’interno di un quadro gestionale complessivo decisamente più ampio, che vada dalle sorgenti alla depurazione e che concretizzi la persistenza, nella nostra regione, di una gestione del bene comune acqua totalmente pubblica. Ecco perché – conclude Nagni - agli enti comunali e a chi oggi interviene su questo tema generando confusione, rivolgo l’appello accorato di abbandonare qualsiasi volontà di strumentalizzazione e adoperarsi affinché il processo di riassetto complessivo del servizio idrico e l’istituzione dell’EGAM possa concludersi al più presto”.


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4 agosto 2015

Interrogazione presentata in Consiglio regionale dai consiglieri, Iorio, Fusco e Sabusco

“Piano Giovani, un patatrac” Con un anno di ritardo, pochi i segnali nonostante i fondi investiti. Gravi responsabilità politiche dell’assessore Petraroia CAMPOBASSO. Non sembra trovare pace l’attuazione del Piano Garanzia Giovani in Molise, fin dall’inizio rallentato da scelte politiche e di programmazione discutibili che di fatto ne hanno ostacolato il pieno avvio operativo. L’ultima indiscrezione, rilanciata dagli organi di stampa, getta una pesante ombra sulle norme procedurali connesse a Garanzia Giovani: la possibilità che alcuni ragazzi possano essere stati avviati ai tirocini extracurriculari senza passare tramite la profilazione e la stipula del patto di servizio presso i Centri per l’impiego, adempimenti necessari per l’iscrizione al programma, disegna scenari inquietanti, un’ipotesi che se dovesse essere confermata segnerebbe anche una forte responsabilità politica su chi dovrebbe vigilare sulla corretta esecuzione del programma operativo”. Questa la ragione alla base dell’interrogazione presentata dal consigliere Fusco Perrella, e sottoscritta dai consiglieri Sabusco e Iorio, per chiedere conto al Governo regionale delle procedure di avvio e controllo dei tirocini extracurriculari

di Garanzia Giovani. “Ci saremmo aspettati da parte del Vicepresidente Petraroia un comunicato stampa di smentita, con numeri e dati certificati; c’è allora la consapevolezza che qualcosa possa essere sfuggito ai dovuti controlli? È stato avviato l’accertamento delle presunte irregolarità? Quali sono le eventuali

iniziative che la Giunta intende assumere? Interrogativi che poniamo in funzione del nostro ruolo, e soprattutto perché è nostro dovere vigilare sulla corretta esecuzione delle azioni attuate dal Governo regionale, e di certo non perché gufi, come etichettati da qualcuno. Resta il fatto che questo è l’ennesimo ostacolo

lungo la via di un programma concepito per dare ai ragazzi la possibilità di avvicinarsi al mondo del lavoro: da principio una distribuzione dei fondi assegnati che ci aveva spinto a chiedere chiarimenti in aula al Vicepresidente Petraroia, data la scarsità di risorse destinate alle misure di politica attiva come

l’auto-impiego, l’auto-imprenditorialità e il bonus occupazionale, mentre erano sicuramente più sostanziose le risorse messe in campo per le misure di politica passiva come il servizio civile e i tirocini extra curriculari. Riconosciuto l’errore, è stata approvata dalla Giunta una prima rimodulazione, bocciata dal Ministero del Lavoro perché fuori dai limiti concessi, cui ne è seguita una seconda attuata di concerto con gli enti ministeriali. Poi il ritardo nella pubblicazione dei bandi, inizialmente previsti ad ottobre 2014 ma di fatto pubblicati nei primi mesi del 2015; infine la complessa e articolata fase burocratica propedeutica alla registrazione dei singoli ragazzi al programma operativo. Questi alcuni dei passaggi maggiormente critici che si sono registrati in Molise a differenza delle altre regioni italiane, dove, anche a fronte di oggettive difficoltà, i singoli piano operativi regionali sono stati avviati per tempo e in anticipo al nostro, nonostante le difficoltà economiche e produttive della nostra regione richiedessero una programmazione tempestiva”.

Scaduti i contratti dei cantonieri stagionali, la UIL scrive al Prefetto

L’ideale cassetta della posta del Prefetto di Cambobasso sarà davvero bella grande. Non c’è realtà istituzionale, economica o un po’ di tutte e due che non sia stata costretta, infatti, ad appellarsi al rappresentate locale del Governo per vedersi tutelati diritti, per avere il riconoscimento di un qualche status pubblico o legale, semplicemente per non aver ormai nessun altro santo cui votarsi. I contratti del personale stagionale che l’ANAS utilizza per mantenere operativo lo stato dei 500 km di strade regionali sono scaduti e non ci sono segali di sorta circa la sorte dei lavoratori in questione. Così la UILPA ANAS s’è vista costretta a scrivere al Prefetto. “In premessa generale - evidenzia Carmine Battaglia, Segretario generale della Categoria e dirigente della UIL Molisana – occorre considerare che le funzioni dell’ANAS in materia di sicurezza stradale sono assimilabili a quelle dei Vigili del Fuoco, della Polizia Stradale e della Protezione Civile, istituzioni per le quali la legge ha giustamente derogato al blocco introdotto per tutte le pubbliche amministrazioni, consentendo assunzioni finalizzate al mantenimento dell’erogazione dei rispettivi servizi. Non fosse che il blocco delle assunzioni non consente di rispettare il D.P.R. 1126 del 1981, condizione che accresce i rischi per la sicurezza nel lavoro e sanzioni, talvolta anche penali, per tutto il personale direttamente impegnato nel settore dell’esercizio. In più, tale blocco delle

assunzioni, favorisce e accresce appalti ed esternalizzazioni, che si rivelano spesso più onerosi dei risparmi che si volevano conseguire con i provvedimenti volti al contenimento della spesa pubblica. Già nel

settembre 2010, di fronte alla gravità della situazione che si veniva a determinare quando i contratti di lavoro scaduti non erano rinnovati, in Molise si costituì un “tavolo tecnico” tra le istituzioni regionali, i

vertici aziendali locali e le parti sociali, conclusosi con un accordo che portò al rinnovo dei contratti stagionali, e quindi, al salvataggio di tante professionalità. Nell’interesse dei lavoratori e delle loro famiglie ma anche di tutta la comunità molisana.” In questo quadro molti dei lavoratori cui non è stato rinnovato il contratto hanno fatto causa all’ANAS ma dal sindacato, pure in presenzadi esito positivo delle stesse, si preferirebbe una mediazione dall’alto che arrivasse ad una soluzione del problema attraverso una strada meno conflittuale e quindi: “…si chiede un’attivazione del Prefetto, una intermediazione del Presidente regionale e di tutti i soggetti istituzionali per individuare una qualche soluzione, magari temporanea, e prefigurare un complessivo esito positivo all’intera vicenda. Anche perché, nel frattempo, qualche cosa di positivo si sta muovendo per i dipendenti dell’ANAS: settimana scorsa i Sindacati e i vertici dell’Azienda si sono incontrati per l'apertura formale del tavolo di confronto sul Contratto di lavoro per il periodo 2016/2018, a seguito della presentazione della piattaforma contrattuale rivendicativa.”. Prima dell’incontro già fissato per il 3 settembre prossimo tra sindacato ed ANAS. La questione lavoro sta assumendo connotati inquietanti. Restermo attenti all’esito di quest’ennesima vertenza.


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5 4 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le vicende politiche locali riportate a ciò che sono: una mistura di personaggi di piccolo cabotaggio politico, sempre abili e pronti a trovare per se stessi una collocazione e per i destini mancati della città una giustificazione

Tempo 4 mesi e l’intergruppo Udc-Ppi-Cd è finito in frantumi Michele Ambrosio (Udc) a differenza di Elio Madonna (Cd) e Pasqualino Colarusso (Ppi) c’è da giurarci resterà sul confine di un’autonomia di giudizio sull’operato del governo municipale a vigilare che gli interessi collettivi siano sempre prevalenti rispetto agli interessi di parte I valori delle idee e della centralità della persona, il ruolo della politica dei moderati nella gestione amministrativa che 4 mesi fa erano stati attribuiti ai consiglieri comunali ideatori e realizzatori di un intergruppo a Palazzo san Giorgio (Udc Centro democratico – Popolari per l’Italia) per mitigare gli eccessi di partitismo e del personalismo deleteri della sinistra; la voglia soprattutto di valere, e farsi valere, all’interno del consiglio, per affermare il ruolo cardine di Campobasso nella organizzazione, programmazione e gestione del territorio, evidentemente erano valori e ruolo appiccicati con lo sputo. L’esperienza avviata da Michele Ambrosio (Udc), Elio Madonna (Cd) e Pasquale Colarusso (Ppi), avendo indicato nella loro azione politica e amministrativa la preminenza degli interessi collettivi a fronte di quelli strumentali del Pd, era sembrata una esplosione di buonsenso e di senso di responsabilità in un contesto (il centrosinistra) che fin dal primo giorno dall’insediamento ha badato affannosamente a trovare gli equili-

bri (“cencelliani”) per tenersi a galla. Sono bastatati 4 mesi è l’Intergruppo, anche avendo dato qualche buon esempio di critica costruttiva alla gestione amministrativa, costringendo il sindaco, la giunta e i consiglieri delegati a rendere il contenuto del loro operato in consiglio, ad un anno dall’insediamento al governo della città, è andato a farsi be-

CAMPOBASSO. In concomitanza con l’inizio della settimana durante la quale si spera sia portata in Consiglio regionale l’approvazione del consuntivo, secondo le rassicurazioni fornite dal Presidente Frattura nel corso dell’incontro con gli imprenditori del 27 luglio scorso, l’ACEM rivolge un appello accorato ai Governo Regionale ed ai Consiglieri di procedere con la massima speditezza al compimento degli atti necessari per sbloccare i fondi delle opere pubbliche finiti nella perenzione. “La situazione è grave e difficile – dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – si tratta di mandati che le imprese già dovevano riscuotere l’anno scorso e che poi con la perenzione, ossia con la cancellazione dalle scritture contabili dei vari fondi, sono scomparsi all’improvviso con rinvio della liquidazione a data da destinarsi, però ora le aziende non

CAMPOBASSO. “Le anticipazioni del rapporto della SVIMEZ sull’economia del Mezzogiorno evidenziano una situazione drammatica”. Lo sostiene il segretario regionale Cgil, Sandro Del Fattore. “L’allarme che la nostra organizzazione aveva annunciato nell’assemblea pubblica dell’8 e del 9 maggio scorso conclusa da Susanna Camusso non era infondato. Siamo di fronte ad una crisi dram-

nedire. Sono bastati pochi mesi perché in due, dei tre epigoni, Madonna e Colarusso, che il “gossip” municipale li vuole uniti da un improvviso filo pseudo/parentelare, si creassero le condizioni per cui sono venute meno le ragioni iniziali dello stare assieme sul confine di un’autonomia di giudizio sull’operato del governo municipale a vigilare che gli inte-

ressi collettivi fossero sempre prevalenti rispetto agli interessi di parte, per ritornare nella pancia della maggioranza a godere , Madonna, della incerta, quanto poco probabile promessa di un assessorato, e Colarusso la presidenza della commissione comunale al Commercio: un ritorno all’antico, anche se con il declassamento da assessore a vertice della commissione consiliare. Comunque, un ritorno all’ambiente in cui Colarusso, prima che il sindaco Gino Di Bartoloneo lo disarcionasse dalla carica e lo escludesse dal novero del centrodestra, dicono abbia vissuto sentimenti di forte impatto con le problematiche commerciali, tali da restarne legato e disposto al punto, pur di riassaporarne il clima, di accontentarsi della presidenza della commissione che fa capo e riferimento al settore. Il caso di Madonna è singolare. Eletto anche nel centrodestra (destra/sinistra gaberianamente interpretate) con Di Bartolomeo sindaco, è stato destinatario di un assessorato che Madonna ritenne di non essere in grado di reggere e per questo rifiutò. Quella rinuncia

celestiniana non l’ha mai smaltita. Tant’è che a distanza di anni gli è risalita alla gola e lo costringe, dicono, a pitoccare comprensione e soddisfacimento di ciò che ritiene essere ormai lo scopo della sua missione politica a Campobasso. Alle corte. Più che i valori ideali e la fatica di reggerli, resistendo alla tentazione di trovare comodi vantaggi personali, Madonna e Colarusso hanno scelto di tornare all’ovile. Una decisione che riporta le vicende politiche locali a ciò che sono: una mistura di personaggi di piccolo cabotaggio politico, sempre abili e pronti a trovare per se stessi una collocazione e per i destini mancati della città una giustificazione. L’anima vera e integerrima dell’intergruppo comunque non è andata dispersa. Siamo certi che Michele Ambrosio resterà sul confine di un’autonomia di giudizio sull’operato del governo municipale a vigilare che gli interessi collettivi siano sempre prevalenti rispetto agli interessi di parte. Che, volgarmente tradotto, risuona: “Meglio solo che male accompagnato”. Dardo

Acem:“Fondi in perenzione, imprese stanche di aspettare” possono più attendere perché si tratta di crediti relativi a lavori eseguiti un paio d’anni prima, per cui la Regione non deve perdere altro tempo in quanto la situazione è davvero insostenibile”. L’appello dell’Associazione si rende più che mai necessario in quanto le aziende sono alle prese con gli adempimenti del mese di agosto e non posseggono la liquidità necessaria per fronteggiarvi.

Cgil: “Dati Svimez, la Regione li legga bene” matica: c’è il rischio di una vera e propria desertificazione industriale, i consumi continuano a scendere, il dramma della disoccupazione si allarga, aumeta il numero delle famiglie che si trovano in condizioni di disagio e di povertà. Nonostante questa situazione drammatica la crisi del Mezzogiorno è scomparsa dall’agenda politica dell’attuale

Governo. Anzi si è fatto di peggio: è stato ridotto il co-finanziamento nazionale per i fondi comunitari, sono state tagliate molte risorse ordinarie, sono scomparsi gli investimenti e ridotto il finanziamento al Servizio Sanitario Nazionale. Si rischia il declino definitivo del Mezzogiorno. C’è un silenzio desolante di chi ha responsabilità politiche. E’ giunto il mo-

mento che si apra una vera e propria vertenza con il Governo sulla crisi del Mezzogiorno. Il sindacato, come da tempo sta facendo, continuerà nell’iniziativa e nella mobilitazione. Quando, però, le Istituzini, i Presidenti delle Regioni, faranno sentire la loro fin qui flebile voce? Se continua il silenzio si diventerà corresponsabili di una crisi irreversibile.


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Campobasso

4 agosto 2015

I consiglieri comunali di Campobasso ignari del dramma accaduto a Modugno in Puglia

Non hanno di meglio che insediare un deposito di materiale esplodente a Camposarcone

I morti di Modugno in Puglia per lo scoppio del deposito di fuochi pirotecnici oggi dovrebbero incombere sul consiglio comunale di Campobasso con tutto il loro tragico destino per dare alla discussione prevista sull’argomento all’ordine del giorno relativo alla variante urbanistica per cambiare destinazione ad un suolo agricolo in contrada Camposarcone per renderlo area d’insediamento

produttivo allo scopo di consentire la realizzazione di un deposito di materiale esplodente e la costruzione di un fabbricato a due piani, un motivo in più di riflessione. Il consigliere Ambrosio sulla delibera che il consiglio di appresterebbe ad adottare avanza forti dubbi e perplessità a cominciare dall’avvio del procedimento amministrativo determinato dalla richiesta formulata dall’interessato in

base a una norma (il Dpr 447/1990) abrogata sin dal 2010. A parere del consigliere, l’insediamento, per legge, va localizzato nelle zone destinate ad insediamenti produttivi (che il Comune di Campobasso detiene) o nei nuclei industriali e non in un’area agricola, così come il cambio di destinazione urbanistico, in una zona peraltro a vocazione agricola, deve essere sostenuto da forti motivazioni di

pubblico interesse, idonee a giustificare il mutamento delle scelte e delle destinazioni urbanistiche originarie. In assenza di tutto ciò, cioè di elementi di valutazione oggettiva, il rischio che si profilerebbe è quello di una delibera ad personam”. Cosa peggiore mai concepibile per un’amministrazione locale, specie se si considera al di sopra di ogni sospetto.

A Sepino “Le Taberne del Castello” La manifestazione eogastronomica è prevista per questa sera a partire dalle ore 20 SEPINO. Proloco Sepino e Comune di Sepino presentano “Le Taberne del Castello”, un percorso gastronomico che si svolgerà attraverso i vicoli e gli angoli più affascinanti del centro matesino. Con l’arrivo dei Normanni, a Sepino, venne edificato un vero castello: il “Castellum Saepini”. L’abitato era circondato da una cintura muraria a forma quasi ellittica, con quattro

porte, munita di torri sulle quali spiccava il maniero. Il castello fu distrutto in un disastroso terremoto nel 1805. Di esso restano tuttora conservate alcune torri e tre porte: la Porta Meridionale, la Porta Orientale, la Porta di Corte o Porta Borrelli. Una delle pochissime testimonianze che rendono l’idea della costruzione nel suo complesso è un’antica stampa che la raffi-

gura e che è visibile sulla locandina in allegato. L’intera area urbana sulla quale sorgeva il castello ha continuato ad essere identificata, appunto, con il toponimo “Castello” e rappresenta una delle zone più suggestive del paese. Il “Castello” ospiterà, questa sera, Le Taberne, con inizio alle 20.00, nelle quali sarà possibile degustare piatti tipici e bevande. Figuranti in

costume medievale animeranno la serata. Alla conclusione del percorso, in piazza N. Prisco sarà possibile assistere allo spettacolo “A. D. 115 – Storie e leggende del Castello di Sepino”. I partecipanti riceveranno, a ricordo, un bicchiere di terracotta. E’ previsto un contributo di partecipazione.

Oltre mille persone hanno salutato Mario Palma Si è spento a 79 anni l’albergatore di Castropignano che ha fatto ballare il Molise gliaia di mani al momento dell’accoglienza e del saluto. Così è stato anche per i frequentatori della piscina scoperta. Il resto lo hanno fatto la buona cucina, il servizio inappuntabile e i prezzi imbattibili. Il boom arrivò con l’ospitata a Raoul Casadei, sino alla grande orchestra Bagutti. Il resto è venuto per caduta. Paolo Di Claudio e la moglie Anna Maria Brunetti, per anni, ogni sabato sera, hanno allietato con la loro musica migliaia di ospiti. Puntando anche sul vasto repertorio napoletano, prediletto dal titolare dell’albergo. Mario Palma dormiva pochissime ore a notte, sino a che un male terri-

di Gennaro Ventresca Sino alla fine. Eccentrico e positivo. Per suo espresso desiderio ha preteso che anche l’ultimo viaggio, dall’hotel sino al cimitero, non fosse bagnato solo di lacrime, ma che nell’aria esplodessero i fuochi d’artificio che hanno fatto d’appendice alla musica della banda che ha accompagnato il feretro. Era fatto così Mario Palma, 79 anni suonati, partito dal suo paesello –Castropignano- a mani nude e tornatovi, da benestante, negli anni Novanta, per offrire al suo amato comune e al Molise intero i servizi di un hotel prestigioso che porta il suo

nome, Palma, col quale ha rivoluzionato il sistema. E’ il caso di ricordare la clamorosa inaugurazione, a cui presero parte almeno tremila persone. Una cifra impressionante se si pensa che Castropignano conta appena mille anime. Mostrò di avere idee chiare sin dai primi momenti commerciali Mario. A Roma, con la bella ed elettrica moglie Carmela Luciani si mise a vendere frutta, allargando il giro quando sono arrivati i suoi quattro figli maschi. L’hotel, però, è stato il regno esclusivo dei coniugi Palma che hanno fatto le cose faraoniche, nonostante le perplessità di chi si

chiedeva: “Ma chi ci verrà mai in questo posto sperduto, senza strade decenti e col clima rigido?” Mario Palma, cocciuto e risoluto, è stato capace di intercettare un numero esagerato di clienti del posto a cui si sono aggiunti, nei fine settimana, i campani, i laziali e i pugliesi. Così i quattro eleganti saloni, in più di una occasione, sono stati occupati contemporaneamente per la banchettistica e, soprattutto, per le feste da ballo. Va inoltre sottolineato che quell’omino gentile con gli occhi fiammanti e con il passo celerissimo, vestito sempre con una giacca a doppio petto, ha stretto centinaia di mi-

bile lo ha aggredito. Come una volpe braccata dai cani l’albergatore ha tentato di sfuggire alla grave malattia, provando a imboccare sentieri con rovi irti di spine. Ma la morte l’ha raggiunto lo stesso, implacabile. Ieri pomeriggio l’intera comunità di Castropignano, guidata dal sindaco Margherita Brunetti lo ha salutato per l’ultima volta. Troppo piccola la chiesa del Santissimo Salvatore: la maggior parte dei convenuti, giunti da ogni parte della regione sono dovuti rimanere fuori. Dove, a esequie avvenute, Tonino Scoccimarra ha fatto partire la musica della canzone napoletana preferita dall’imprenditore, “O surdato nnammurato”.


Campobasso

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Tutto quello che gli altri non dicono

4 agosto 2015

senza alcun finanziamento pubblico

La serietà del lavoro impostato da Iacobucci, le profonde innovazioni metodologiche, l’introduzione sistematica delle attività di controllo e di valutazione del rendimento e della qualità del lavoro hanno scatenato le lobbie interne, i sindacati e i gruppi consiliari

Allarme rosso a Palazzo san Giorgio: il Piano di riorganizzazione dei servizi potrebbe mandare in crisi l’amministrazione

Stando alle parole del sindaco Battista mai la maggioranza si piegherebbe ai poteri forti. Staremo a vedere Ha tribolato per averlo un Piano di riorganizzazione dei servizi e delle strutture dell’Ente ed ora che ce l’ha, ancora non riesce a renderlo noto alla giunta, quindi alla commissione consiliare permanente e, quindi ancora, al consiglio per la definitiva approvazione. Tutto questo capita al sindaco Battista che per arrivare al progetto di una riforma sostanziale dell’organizzazione comunale per adeguarla alle esigenze vitali della collettività e, soprattutto, alle dinamiche amministrative che non sono più quelle di una volta ma molto più complesse, varie, e di non facile applicazione in assenza di specifiche conoscenze tecniche, amministrative e procedurali, come abbiamo detto, ha tribolato per trovare il soggetto che fosse in grado di assecondarlo in questo suo disegno di rinnovamento. L’ha trovato in Antonio Iacobucci, nominandolo coordinatore delle attività amministrative, che al Comune di Campobasso è stato assessore nella prima giunta di centrosinistra con sindaco Massa,

quindi, con Massa ancora, e con Di Fabio, direttore generale. Incarico che gli ha consentito di conoscere nel dettaglio pregi e difetti della macchina comunale. Iacobucci ha redatto il Piano di riorganizzazione e lo ha dato al sindaco e agli assessori. Ma sindaco e assessori ancora non l’hanno ufficialmente esaminato, né hanno preso una decisione al riguardo. Viene detto che manca il segretario generale e sarebbe il caso di attendere il suo rientro per avviare il procedimento, anche perché, del Piano di riorganizzazione, è direttamente coinvolto e interessato. Questo viene detto ufficialmente, ma ogni verità professata ha un suo risvolto. Che nel caso del Piano di riorganizzazione dei servizi e delle strutture di Palazzo san Giorgio, andrebbe individuato nelle lobbie politiche, partitiche e sindacali, che in ogni “rivoluzione” intravedono un possibile loro mutamento se non addirittura ridimensionamento, comunque la perdita di un potere, di una potenzialità, di una incidenza, specie quando

questa ha il carattere clientelare che in politica, nei partiti e negli stessi sindacati è del tutto connaturata. Bene. Sarebbero queste lobbie, opportunamente sollecitate da quella parte del personale che si sente più a rischio di rivolgimento, che avendo subodorato la serietà del lavoro impostato da Iacobucci, le profonde innovazioni metodologiche di lavoro, l’introduzione sistematica delle attività di controllo e di valutazione del rendimento e della qualità del lavoro (questa sì è la scommessa da vincere), che avrebbero esercitato nei confronti del sindaco Batista il loro inveterato diritto di veto. Pressioni (le solite), condizionamenti (i soliti) e finanche minacce (di crisi). Non è pensabile che pensino addirittura di bloccare il Piano; sarebbe follia. Ma di adattarlo alle loro logiche clientelari e protezionistiche e ai loro interessi particolari, questo sì. Fa paura la rotazione degli uomini e delle funzioni, che è il meccanismo cardine per ridare energia e vigore all’intero sistema amministrativo comu-

nale; fa paura la inderogabile necessità dell’aggiornamento professionale; fa paura soprattutto il controllo di gestione. L’albero della cuccagna verrebbe definitivamente sradicato da Palazzo san Giorgio e gli stessi amministratori sarebbero chiamati ad una diversa concezione della loro azione politica e amministrativa. Probabile che la prospettiva non alletti, soprattutto gli affetti da pigrizia mentale e da opportunismo politico. Ma l’inderogabilità di una profonda revisione dei metodi e delle funzioni, una messa a punto generale dell’organizzazione comunale fanno del Piano redatto da Iocobucci la cartina del Tornasole della maggioranza di centrosinistra capeggiata da Battista che, stando alle sue dichiarazioni, mai si sarebbe piegata ai poteri: forti o meno forti che fossero. Staremo a vedere. Il segretario generale deve pur una buona volta rientrare. Dardo

Ti ricordo ancora

Leonzio e Perazzolo allenatori, maestri e signori di sergio genovese I ricordi sono un po’ vaghi ( parliamo di oltre cinquant’anni fa) ma la sostanza non ammette repliche. Ci troviamo nella prima metà degli anni sessanta e parliamo del calcio in salsa rosso ( blu). Come al solito le economie scarseggiavano cosi gli allenatori come Leonzio e Perazzolo che venivano da molto lontano ( mi pare il Veneto) quando ebbero la opportunità in tempi distinti di allenare il Campobasso, ricevettero come benefit la possibilità di alloggiare presso una famiglia ( sullo stesso pianerottolo di casa mia) e di poter usufruire di un pasto al giorno presso lo storico ristorante della Pergola al centro. Gli eroi di allora erano Zengaro, Persich, Sciarretta, Scasserra, Luongo, Bellomo, Tenaglia, Tevecchi, Cordone, li cito senza precisione scientifica. Era un calcio più sano, meno presuntuoso di quello di oggi. I protagonisti li immaginiamo anzi, ricor-

diamo, pieni di fasciature sulle caviglie e sulla testa nel loro stoico attaccamento al campo di gara. Quelli di oggi, invece si distinguono per i tatuaggi e per i procuratori personali, scritturati pure se si fa parte delle serie più recondite. Mah! ( siamo in un vortice globalizzato). Per tornare a Leonzio e Perazzolo li ricordo sempre così gentili e sempre disponibili ad autorizzare la mia invasione di campo da raccattapalle nel glorioso Vecchio Romagnoli che nessuno ha voluto rispettare in luogo di quello che ha rappresentato per la città. Alla fine degli allenamenti della squadra a cui io, con qualche amico di avventura, assicuravo, imperterrito, la presenza, soprattutto Perazzolo si dedicava, con la pulsione del maestro vero, ad insegnarci qualche abilità per diventare bravi calciatori. Questi signori facevano attenzione a tutto, persino contenevano le imprecazioni che per un allenatore erano pane quotidiano,

qualora si fossero accorti della presenza di qualche bambino. Altri tempi. Altra, altissima, concezione della vita. Leonzio e Perazzolo, lontano dalle loro famiglie, alloggiavano in una pensione, per guadagnare solo venti,trenta mila lire al mese e avevano persino la voglia di fare i maestri di vita per i bambini del luogo. Ricordo che una volta, per incarico del vecchio e indimenticabile custode Armando Mancini, portai il thè caldo al Mister e lo colsi alla sprovvista nello spogliatoio, a petto nudo. Non la smise di chiedermi scusa. Davvero altri tempi ma era la serie D. A distanza di oltre cinquant’anni oggi siamo nella stessa serie ma gli allenatori vivono in hotel con due pasti al giorno e colazione, fanno le sedute a porte chiuse, hanno lo staff personale, e in campo presidiano l’allenamento a petto nudo senza chiedere scusa a nessuno. Davvero altri tempi..

Pneumatici usati per arredo urbano Alla rotonda del Cimitero un obbrobrio Ma l’amministrazione comunale non ha tra i propri principali obiettivi la tutela del decoro urbano e il miglioramento dell’immagine della città, a beneficio sia dei cittadini che dei turisti? E l’amministrazione comunale di Campobasso non si è avveduta che nella rotonda

all’ingresso del Cimitero cittadino assai dubbia è la posa in opera di pneumatici da arredo urbano che ledono il decoro dell’area stessa? Non sarebbe il caso di rimuovere questo obbrobrio tra l’altro a ridosso di un’area quale il cimitero cittadino?



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Isernia

Tutto quello che gli altri non dicono

4 agosto 2015

senza alcun finanziamento pubblico

“Immigrati, situazione al limite” Sulla proposta di nuove accoglienze la contrarietà di Casa Pound di Isernia ISERNIA. “l movimento CasaPound Italia interviene in merito alla polemica generata dalle dichiarazioni dell’amministrazione dell’Hotel Sayonara, che in comunicato ha affermato di vedersi ‘costretta’ ad accogliere immigrati adulti, non avendo il Comune appoggiato il progetto presentato dalla struttura alberghiera di riconversione in centro di accoglienza per minorenni immigrati. “Le dichiarazioni della gestione del Sayonara sono inaccettabili. Non è mai esistito infatti alcun ‘obbligo’ da

parte della struttura di partecipare al bando per l’accoglienza emanato dalla Prefettura, ma semplicemente la volontà di ottenere un utile partecipando al lucroso business della gestione dei flussi di clandestini, senza curarsi dell’impatto sociale per la popolazione, in una Regione dove il rapporto tra popolazione ed immigrati ospitati è tale da aver indotto il Ministero dell’Interno ad una sospensione degli arrivi. Quanto alla proposta di rinunciare all’accoglienza dei clandestini adulti in cambio

della disponibilità del Comune a patrocinare l’apertura del centro per minori, questa si avvicina molto ad un ricatto, e ci chiediamo con quale coraggio si possa poi addirittura pretendere di essere dalla parte del giusto mostrando un tale atteggiamento”. Così il responsabile isernino di CasaPound Agostino Di Giacomo in una nota. “Se siamo quindi d’accordo con l’assessore alle politiche sociali Galasso nello stigmatizzare l’atteggiamento del Sayonara – continua Di Giacomo – non

comprendiamo però come questi possa poi dirsi pronto ad accogliere ad Isernia ulteriori clandestini, vista la situazione già al limite, con la città costretta a confrontarsi con il problema dell’accattonaggio da parte delle decine di clandestini tuttora ospitati a tempo indeterminato nei centri istituiti nei paesi limitrofi, problema che le autorità competenti non sembrano intenzionate ad affrontare a dispetto della pioggia di segnalazioni da parte dei cittadini”.

A proposito della ricerca preistorica in Molise di Carlo Peretto Anche quest’anno, come negli anni passati, sono terminate le attività di esplorazione e scavo di due importanti insediamenti preistorici: La Pineta di Isernia (Isernia) e Guado San Nicola (Monteroduni). Una quindicina di ricercatori, docenti universitari, specializzandi e dottorandi si sono alternati nel mese di luglio, sotto la direzione dello scrivente, in gruppi di lavoro che hanno consentito di differenziare gli interventi e qualificarli sul piano scientifico. Costruttiva è stata la Collaborazione con la Soprintendenza Archeologia del Molise, ed in particolare con il Soprintendente Dott.ssa J.Papadopoulos e l’Ispettore Dott.ssa M.D. Colombo. All’autonomia finanziaria del gruppo di ricerca per viaggi, vitto, attrezzature e gestione delle operazioni di cantiere, si è affiancato il supporto della GEA MEDICA di Isernia per l’alloggio. Moltissimi i reperti rinvenuti, otre 800, che continuano ad arricchire il patrimonio già acquisito che ammonta ad oltre 60.000 reperti per La Pineta di Isernia e 4.500 per Guado San Nicola. Essi sono già stati restaurati, catalogati e nella quasi totalità studiati. A questo proposito con piacere sottolineo il fatto che numerose sono le tesi di laurea magistrale e di dottorato,anche di molisani, che hanno come centralità l’analisi dei reperti litici, delle faune, dei sedimenti e delle datazioni radiometriche dei due siti. La collaborazione con numerose istituzioni straniere comporta per questi studenti il riconoscimento del titolo di laurea o di dottorato oltre i confini nazionali, favorendo il loro inserimento in circuiti non più vincolati e ristretti a situazione localistiche. Come sempre, all’esplorazione dei due siti ha fatto seguito il lavaggio del terriccio, il vaglio di quanto rimane, setacciando con maglia inferiore al millimetro per la raccolta di resti di microvertebratiquali pesci, rettili, uccelli e roditori. Particolarmente importanti sono questi ultimi perché sono indicatori per definire gli antichi ambienti naturali in cui viveva l’uomo preistorico. Questa attività certosina è la stessa che ha consentito la raccolta del dente di bambino di 7 millimetri che altrimentisarebbe stato irrimediabilmente perduto, privando di un dato

assolutamente determinante il giacimento di Isernia La Pineta. Ma se la ricerca del piccolo è sempre stato il riferimento assoluto, altrettanta attenzione si pone nella raccolta del macro, fatta di ossa, denti e corna di vari animali (elefanti, rinoceronti, cervi, ippopotami, bisonti, ecc.)oltre agli strumenti in selce e in calcare.Ed è qui che entra in gioco l’uomo. Si deve alle sue attività l’accumulo dei reperti, soprattutto delle porzioni dei grandi erbivori ricche di carne trasportate nell’accampamento per essere ridotte ulteriormente e consumate. E sempre all’uomo si deve la fratturazione sistematica di mandibole, crani e diafisi per recuperare il midollo osseo e il cervello, a scopo alimentare. E così, con la fine dei lavori, tutto risulta cartografato, messo in pianta, restaurato, catalogato e classificato. L’uso di computer, stazioni totali, livelle elettroniche, droni e altre diavolerie moderne completano e affiancano l’opera di documentazione. A scavo ultimato abbiamo l’elenco preciso dei materiali, il loro stato di conservazione e la loro localizzazione nei depositi. Siamo nelle condizioni di scrivere una relazione dettagliata e consegnare alla Soprintendenza ogni sorta di informazione comprensiva di foto, schede di restauro, descrizione dei livelli esplorati, ecc. Ma le attività non finiscono qui. Si chiude la porta del Padiglione degli scavi di Isernia, si chiudono le trincee e le aree esplorate di Guado San Nicola e se ne aprono altre. Sono quelle delle prove di laboratorio, della microscopia a scansione, delle indagini statistiche, sedimentologiche, geochimiche, antropologiche, paleontologiche, paletnologiche, ecc. Ed

ancora quelle delle numerose pubblicazioni su importanti riviste scientifiche internazionali, delle monografie tematiche e del confronto e del dibattito internazionale. Ed è così che, passate le vacanze, già a settembre siamo invitati a relazionare in convegni a Ravenna, a Kaštela in Croazia, a Bilzingsleben in Germania. Ho raccontato tutto questo per far comprendere come l’impegno mio, dei collaboratori e degli specialisti italiani e stranieri impegnati in queste realtà molisane non è saltuario, quanto piuttosto continuo nel tempo. Le attività di scavo a Isernia e Guado San Nicola non rappresentano una fase isolata senza il prima e il dopo come potrebbe apparire agli sprovveduti, quanto piuttosto uno dei tanti segmenti posti sulla direttrice della ricerca scientifica, quella più moderna, in un percorso programmato che abbiamo approntato anni fa e che continueremo a sosteneresempre con la stessa determinazione e passione. *Università di Ferrara

Consorzio bonifica, poca acqua Gli agricoltori della piana di Venafro tornano a sollecitare l’ente VENAFRO. Problemi enormi per gli agricoltori della piana di Venafro. Causa il caldo opprimente e la ridotta presenza d’acqua nelle condotte irrigue consortili molte delle coltivazioni sono in notevole ritardo, con conseguenti difficoltà per operatori ed aziende agricole. Le dichiarazioni dei diretti interessati : “Se persiste la situazione ancora qualche giorno -affermano gli agricoltori del Venafrano- ci troveremo in enormi difficoltà.

Le maggiori penurie della rete irrigua consortile si avvertono nella zona occidentale, ossia Sesto Campano e frazione Roccapipirozzi, in quanto le vasche che dovrebbero garantire acqua e pressione nella rete sono semivuote per cui non c’è pressione né acqua nella rete ed è impossi-

bile irrigare. Presto, se non ci saranno novità sostanziali, la penuria si evidenzierà anche in altre aree della pianura. Intanto nella zona occidentale della piana l’irrigazione è praticamente ferma, con conseguenze assai negative per le colture e l’intera economia agricola”. Quindi la sconsolata conclusione di tanti coltivatori del Venafrano : “Aspettiamo fiduciosi novità dal cielo …, viceversa saremo costretti a modificare le nostre colture”.


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Termoli

4 agosto 2015

“No alle trivellazioni in mare” Greenpace e altre associazioni ribadiscono la contrarietà ai Presidenti delle Regioni adriatiche TERMOLI. Greenpeace con altre associazioni ambientaliste (Federazione Pro natura, Legambiente, Marevivo, Touring Club Italiano, Wwf) ha inviato una nota ai presidenti delle Regioni, indirizzata in particolare ai governatori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Molise e Puglia che oggi pomeriggio si incontreranno al mi-

nistero dello Sviluppo Economico con il sottosegretario Simona Vicari per chiedere di sostenere una moratoria alle trivellazioni. La moratoria si giustifica soprattutto per tre ragioni. La prima è che le Regioni oggi non hanno praticamente voce in capitolo sulle autorizzazioni delle ricerche petrolifere offshore, mentre secondo

giurisprudenza su questi temi si impone una forte intesa bilaterale tra lo Stato e la Regione interessata. In secondo luogo, in Italia, a differenza della Croazia, non è mai stata fatta una Valutazione Ambientale di Strategia (VAS) sulle ricerche offshore di idrocarburi, che dovrebbe definire anche in quali

aree sensibili queste ricerche non possono essere eseguite. Per esempio, una VAS ben fatta dovrebbe impedire che si richiedano autorizzazioni per attività con airgun (sistemi di analisi geofisica che producono esplosioni devastanti) in aree note per la riproduzione di specie ittiche di importanza commerciale.

In terzo luogo, la proposta di recepimento della Direttiva offshore dell’Unione Europea (dir. 30/2013) avanzata dal governo italiano è irricevibile. Anzitutto perché intende affidare a organismi ministeriali quella che, secondo la stessa direttiva, deve essere invece una ’agenzia di controllo indipendente’ sulle attività petrolifere.

San Basso, il rito che si è ripetuto Ieri grande festa a Termoli per celebrare il Santo patrono della città protezione contro i pericoli del mare». Infatti una leggenda termolese e marinara racconta che alcuni pescatori trovarono in mare, in un sarcofago di marmo, le spoglie del santo, ma la storia è diversa.

TERMOLI. Il giorno di San Basso a Termoli è quello più atteso. L’atmosfera che si respira è quella della grande festa, di un momento di comunione cittadina in cui tradizione popolare, folklore e storia si fondono indissolubilmente dando vita ad uno spettacolo unico. Il momento più atteso è sicuramente quello della processione sul mare quando la statua del santo, uscendo dalla cattedrale, attraversando una gremita piazza duomo e le strade del borgo vecchio, giunge fino al porto e viene posta su un peschereccio e trasportata via mare in processione dalla spiaggia di Rio Vivo a quella di Sant’Antonio. È una festa collettiva che coinvolge i termolesi ma anche turisti devoti e curiosi che accorrono dal circondario ed ha come protagonisti indiscussi i pescatori che decorano le loro barche ed accompagnano la statua lungo tutto il tragitto in mare, nell’occasione sul Pegasus. «Questa è una tradizione che si ripete ogni anno dal 1761 – racconta Antonio – per noi pescatori è un mo-

mento unico che viene celebrato ogni anno e per il quale viviamo e lavoriamo.

Con questa processione affidiamo al santo la buona riuscita della nostra pesca e chiediamo

Le spoglie del santo vennero infatti ritrovate proprio intorno al 1760 durante dei lavori di consolidamento della cattedrale di Termoli, celati in quella che oggi viene chiamata “Grotticella di San Basso”. Al di là dei miti che si intrecciano con eventi storici realmente accaduti, colpisce sicuramente l’insieme di colori che rivestono i pescherecci, i sorrisi di tutte quelle persone che si spingono e fanno la fila per poter salire su una delle imbarcazioni, la frenesia dei pescatori stessi che, vestiti a festa, innalzano un coro unanime al cielo le cui parole sono e rimarranno per sempre: “Evviva San Basso!”

Holistic e gli incendi boschivi Un percorso itinerante voluto dalla Regione Molise nel programma Ipa TERMOLI. Si chiama Holistic il percorso itinerante che la Regione Molise ha realizzato nell’ambito del Programma di Cooperazione Tran-

tro. La Regione Molise ha aderito principalmente al primo tema degli incendi boschivi tenendo conto della particolare predisposizione della re-

sfrontaliero Ipa Adriatico. Un progetto che si occupa della prevenzione e mitigazione dei rischi naturali, con riferimento ai danni causati dagli incendi boschivi.

gione a questo fenomeno che ogni anno fa registrare eventi anche dannosi di rilevante entità la finalità del progetto insieme ai partner sloveni ma anche Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo è proprio di mettere appunto delle tecniche comune di intervento non solo nelle attività di prevenzione e allertamento ma anche di gestione dei boschi al fine di ridurre il rischio incendi in modo da poter testare e sperimentare queste tecniche innovative e poi re-

“E’ un evento – ha affermato Nicola Pavone, referente del progetto – finalizzato a informare i cittadini sui contenuti innovativi di questo progetto che si occupa dei rischi naturali collegati a due fenomeni principali, gli incendi boschivi da una parte e il rischio sismico dall’al-

plicarle nelle altre regioni italiane. Questo è un programma di interventi – ha continuato Pavone – che pone l’obiettivo soprattutto per i Comuni e le aree più sensibili dal punto di vista degli incendi con un primo incontro a Casacalenda e poi Venafro, Termoli, poi Riccia, Trivento e Bojano che sono appunto le aree più

sensibili dal punto di vista degli incendi boschivi. La Regione sta contribuendo fortemente anche attraverso l’Agenzia Regionale di Protezione Civile che è uno dei partner assieme al Corpo Forestale e al servizio regionale di valorizzazione forestale interessata anche a dare un contributo significativo sul rischio

sismico grazie anche all’iniziativa che purtroppo la Regione ha maturato a seguito del terremoto di San Giuliano dove tutta la tecnica di rilevamento degli edifici strategici oggi può vantare una esperienza che metterà a disposizione dei partner istituzionali del progetto”.


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Termoli

4 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Tunnel a Termoli, il referendum Un Comitato promotore ha raccolto 100 firme per conoscere il parere dei termolesi sull’opera pubblica TERMOLI. Di questa iniziativa si stava vociferando da giorni, ma ora è ufficiale. I cittadini di Termoli scrivono una pagina storica per la democrazia della nostra città e dell’intera regione. Per la prima volta in un comune molisano, dei semplici cittadini si sono uniti a costituzione di un Comitato promotore denomi-

nato “Termoli DECIDE” con lo scopo di indire un referendum cittadino. Sono state infatti depositate presso gli uffici del Comune di Termoli, oltre 100 firme di altrettanti elettori termolesi, a sottoscrizione del citato Comitato. L’obbiettivo è l’indizione di un referendum cittadino concernente la rea-

lizzazione del tunnel di collegamento tra il porto ed il lungomare nord; nello specifico, si vuole domandare alla cittadinanza se ritiene opportuna o meno la realizzazione dell’opera sotterranea, esprimendosi circa la revoca della delibera che ne dispone la realizzazione. Un tema, quello del tunnel, fortemente sentito dalla nostra comunità

termolese e permettergli di riappropriarsi del diritto di decidere e di partecipare ma vuole altresì rappresentare un modo diverso di intendere la politica locale proponendo una forma di amministrazione inedita per Termoli, all’insegna della democrazia diretta e della partecipazione popolare.

e di grande attualità nonché di notevole valenza urbanistica, intorno al quale si vuole costruire un confronto quanto più ampio ed aperto, fuori da logiche di partito e che coinvolga la cittadinanza tutta che avrà così la facoltà di esprimere ufficialmente la propria volontà a mezzo referendum. Si vuole quindi ricollocare il cittadino al centro delle vita politica

Noi con Salvini ‘sbarca’ a Termoli A guidare il movimento in città sarà Nicola Tedesco con Anacleto Monti TERMOLI. Dopo Portocannone, il coordinamento regionale ‘Noi con Salvini’, guidato dall’ex presidente della Provincia di Isernia Luigi Mazzuto, ha scelto Termoli quale sede per radicare l’attività politica di un Movimento, più che un partito classico, capace di coagulare più di altri il dissenso verso l’attuale situazione nel Paese. Una sfida che questa Lega 2.0 vuole estendere a tutta l’Italia, non confinando più nel Settentrione la propria rappresentanza e rappresentatività. Il vernissage ufficiale, dopo mesi di incontri, banchetti, iniziative e trasferte al seguito del Matteo di centrodestra, è avvenuto

questa sera nei locali del Fusion Bar di piazza Monumento. Una location rinnovata per un soggetto politico che vuole rompere col passato ed essere dirompente nel futuro. A guidare Noi con Salvini a Termoli saranno Nicola Tedesco, nel ruolo di coordinatore e Anacleto Monti come vice coordinatore. Importante anche la componente femminile, qui le quote rosa sono spontanee, come testimonia anche la dinamica e fresca Danila D’Onofrio responsabile del movimento giovanile. Mazzuto ha evidenziato le criticità da affrontare nelle prossime settimane, sia i progetti più discussi,

come tunnel e raddoppio ferroviario, ma anche turismo, parcheggi, abusivismo sulle spiagge, occupa-

zione e problema Zuccherificio. Nel direttivo locale insieme a Tedesco e Monti anche, Tania

D’Alessandro, Anna Meo, Ermanno Sfischio e Amleto Lucciola.

Preso il re dei falsari I Carabinieri hanno rintracciato a Termoli l’uomo ricercato a Pescara e pluripregiudicato TERMOLI. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Pescara e della Compagnia di Termoli con la collaborazione della Sezione Anticrimine del R.o.s. di Roma e L’Aquila hanno rintracciato a Termoli e tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza di carcerazione emessa dal Tribunale di Pescara per il reato di“Associazione per delinquere finalizzata alla truffa, falsità materiale commessa dal P.U., falsità materiale commessa dal privato, sostituzione

di persona e ricettazione” V.C., 55enne pluripregiudicato di Pescara, resosi da tempo irreperibile, il quale dovrà scontare una pena di 16 anni e 2 mesi di reclusione. I carabinieri di Pescara hanno sviluppato un’attività investigativa e di ricerca sviluppata dai militari attraverso il costante monitoraggio degli ambienti della micro-criminalità frequentati dal catturando, l’analisi delle sue frequentazioni e delle tracce relative ad alcuni suoi sposta-

menti tra le province di Pescara, Chieti e Campobasso, hanno consentito di rintracciare V.C., nell’abitato di Termoli dove i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Adriatica e di quella di Larino parallelamente avevano nei giorni scorsi operato per monitorare gli spostamenti di alcuni conoscenti dello stesso oltre che cercare di individuare l’appartamento in uso al catturando. Il provvedimento eseguito, con la relativa condanna, è scaturito da una serie indeterminata di reati di truffa mediante assegni bancari falsificati o del tutto contraffatti, documenti di identità e buste paga artatamente predisposte proprio in quanto strumentali alla commissione delle truffe, ed alla ricettazione di titoli di credito rubati, reati attraverso i quali l’uomo ed i suoi complici hanno tratto il loro sostentamento nell’ultimo quinquennio. La scaltrezza dell’arrestato nell’eludere le ricerche nell’ultimo periodo è stata altresì contraddistinta dal sostegno di altre persone attualmente in via di identificazione che ne hanno agevolato la latitanza provvedendo ai suoi bisogni quotidiani. Il cinquantacinquenne al fine di evitare punti di riferimento per gli investigatori, ha abilmente improvvisato o

addirittura eluso anche alcune visite mediche cui era periodicamente sottoposto presso la ASL di Pescara. Particolarmente qualificato l’apporto fornito dai Carabinieri del

ROS nel monitoraggio di alcune persone vicine all’arrestato e nella ricostruzione dei suoi recenti spostamenti tra Pescara, Francavilla al Mare, Larino e Termoli.



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Opinioni Di Claudio de Luca La vicenda del “caporale” di Torremaggiore, pizzicato nei giorni scorsi dalla Polizia di Stato nel Basso Molise, permette di rievocare uno stato abbastanza diffuso in regione. La Dia ha sempre affermato che il Campobassano e l’Isernino rischiano concretamente. Il modello organizzativo orizzontale della Camorra casertana è individuabile in centri decisionali minori ancorati al conseguimento di obiettivi immediati. Nel Napoletano le forme di aggregazione criminale controllano ambiti caratterizzati da un elevato numero di piccoli insediamenti produttivi e di micro-attività economiche, condizionandone il mercato legale. Per quanto riguarda le campagne, chi lavora sono gli immigrati stagionali di colore. Ma, poiché il lavoro è in “nero”, è chiaro che all’INPS non vengono destinati contributi ed è verosimile che questi vengano riferiti a braccianti di carta poi trasferiti altrove affinché il gioco possa continuare in un’altra regione. D’altronde un’azienda, per assumere braccianti, deve affrontare solo un problema: procurarsi un terreno incolto. Con i documenti ottenuti, l’INPS fornisce (suo malgrado) l’armamentario burocratico a contratti falsi (di affitto o di proprietà), contenenti riferimenti catastali imprecisi, per ciò stesso riutilizzati più volte per terreni affittati a soggetti diversi, in modo da lucrare più volte sul medesimo campo. In definitiva, accanto a titolari di aziende-fantasma, che sottoscrivono moduli, vi sarebbero terreni inesistenti (o addirittura di proprietà altrui) e “braccianti” di cui vengono utilizzate solo le generalità;

di Claudio de Luca “Posso rendere felici tutti gli amici. Basterà che possa legiferare e questa o quell’altra categoria, la tale o la tal’altra comunità, potranno fare passi da gigante. Votatemi. Potrete trascorrere anni degni d’essere vissuti. Ma fate bene attenzione: so pure gettarvi nella disperazione più nera ove non sovveniste ai miei desideri elettorali”. Se solo potesse farlo apertamente, c’è da credere che un politico molisano esternerebbe proprio così. Per il momento, glielo inibisce la decenza e la paura dei sentimenti di rivalsa avvertibili anche tra le fila degli “aficionados”. Che così la vedano i “potenti” nostrani è “comprensibile”; ma meno giustificabile è che ci credano gli stessi elettori. Se vi capita di parlare con qualcuno che conti, valutate il suo ed il vostro atteggiamento. Dall’alto della supponenza sembra ricordarci:”Sta’ attento perché non c’è foglia che possa muoversi se io non voglio”. E’ così che questa genìa di politicanti (con le dèbite eccezioni) si guadagna da vivere rivolgendosi al cittadino con la sicumèra dei prepotenti. Muovendosi tra le pieghe delle regole, e grazie alla collaborazione di burocrati che hanno abdicato dalla propria funzione notaril, possono erogarti un finanziamento, un contributo a fondo perduto, magari affidarti una consulenza oppure diminuire l’importo di un tributo, sovvenzionare la cultura “amica” e sabotare quella di chi sia “cliente” di un avversario. Per di più, possono far lievitare le tariffe dei trasporti pubblici ed addizionare il costo della

4 agosto 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Le montagne di carta quello scoperto in molte altre regioni dove i campi sono seminati a raggiri cartacei, se non addirittura piantumati ad alberi che fruttano evasioni fiscali per milioni di euro.

mentre, nella realtà, sarebbero gli extracomunitari a lavorare per un pugno di euro. Messe così le cose, diventa giusto ipotizzare che, pure nella ventesima regione, i braccianti si renderebbero protagonisti di giornate virtuali che porterebbero al corollario di assunzioni inesistenti, di contributi mai versati e di indennità di disoccupazione percepite senza titolo. Questo mercato di carta fonderebbe la propria vivacità sul meccanismo degli assegni spillati alla Previdenza sociale sulla semplice scorta del numero di giornate di lavoro dichiarate ma non lavorate. Chi indaga sul fenomeno ri-

tiene che, a gestire il tutto, sarebbero delle aziende campane, ramificate sul territorio molisano, utilizzando – in nero – centinaia di extra-comunitari per lucrare, successivamente, il frutto delle attestazioni rese da braccianti locali. Il fenomeno sarebbe d’importazione e si sarebbe affacciato nella Patria di Cuoco solo di recente perché il Molise, a tale proposito, viene ritenuto un territorio vergine. Queste aziende otterrebbero dall’INPS importi incongrui se rapportati alla scarsa entità della classe bracciantile locale. In sostanza pure nella ventesima il fenomeno sarebbe analogo a

Negli ultimi tempi, il lavoro nelle campagne è diventato oggetto di numerose inchieste. Di recente l’Unione dei lavoratori agroalimentari è stata contattata da un Sindacato norvegese che vuole boicottare i pelati in scatola, pretendendo una certificazione sul rispetto delle normative sul lavoro. In Europa ne ha parlato “France 2” e “Der Spiegel”. In Italia è stato il periodico “Terre libere” a chiedere maggiore trasparenza. Molti ritengono che lo sfruttamento del bracciantato sia solo una piaga del Sud; in realtà il fenomeno è ben radicato anche al Nord. Si va dal pomodoro in Puglia alle arance di Rosarno fino ai vini piemontesi. La Capitanata parrebbe detenere il “record” dell’imbroglio contributivo ma altri territori vantano “Guinness” specifici: il Veneto per il vino e le fragole; il Piemonte per l’utilizzo dei minori per la vendemmia e la Sicilia per l’uso dei braccianti-fantasma che incassettano le arance. La rivista “Terre libere” conferma la costituzione di cooperative di carta, apparentemente legali, un po’ dovunque. Somministrano salari decurtati ad extracomunitari che non possono permettersi manco un’abitazione in affitto, vivendo un tuguri orrendi; cosicché l’accoglienza degli stagionali è diventata un costo sociale che origina pesanti situazioni di ordine pubblico, deteriorando l’immagine dell’agroalimentare italiano in Europa.

Votatemi perchè devo poter campare benzina. Si trovano nella condizione di riconoscere (o meno) ai cittadini il diritto alla salute, e quindi quello di vivere meglio, oppure di negarglielo nascondendosi dietro il Governo nazionale, applicando questo moralismo (da sagrista post-democristiano e da opportunista ex-comunista) con grande “nonchalance”. Un Signore della Politica, se ti prende in simpatia, può addirittura far crescere nella piccola area verde posta sotto casa tua, alberi di zecchini d’oro come fece Carlo Collodi nel libro di Pinocchio. Un politico, dotato com’è di superpoteri, può fare: 1) dei suoi “clientes”, tante persone realizzate; 2) dei lavoratori in genere, dei soggetti assicurati contro ogni sventura dell’economia; 3) di un padre di famiglia, un uomo sereno. Infine, può rendere felice uno studente e far apparire il futuro più roseo ad un imprenditore. Un sacerdote in vena di predicozzi direbbe ch’egli è “il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola”. Insomma colui che Tu hai votato può tutto, persino innalzarci ad un livello di poco più inferiore al suo, premiandoci come Calìgola fece col suo cavallo. Tutto ciò posto, resta da capire perchè gli elettori continuino a prenderli sul serio ed a votarli, quando è evidente che i politici – almeno durante la campagna elettorale – non hanno affatto i superpoteri di cui si vantano (perché saremo noi a conferirglieli, accedendo in cabina). Dopo, coi loro interventi, con le loro “regolamentazioni”, con i congressi di

partito, con le loro incompetenze e le loro fabbriche dei programmi provvederanno solo a rallentare ciò che un tempo – con brutta espressione e con esagerato ottimismo – veniva chiamata “la marcia del progresso”. Ascoltare i politici che si lodano e che s’imbrodano, nelle tivvì locali e nelle interviste ai giornali, nei manifesti murali ed ovunque appaiano un taccuino o un microfono, è un’esperienza sempre più surreale. Fanno peggio che mentire. Sono pomposi, e cantano come i galli, beccandosi l’uno con l’altro (fatte le dèbite eccezioni). Questi Signori usano i punti esclamativi, mai quelli interrogativi. Perciò,

diffidate. Non può essere brava una persona non abituata a porsi domande. Scrivono con le maiuscole; non si accontentano di temere la crisi, di chiedere giustizia, d’essere preoccupati per il futuro dei giovani. “Vogliono” la Giustizia, “temono” la Crisi, sono preoccupati, ma solo a parole, per il futuro dei figli nostri. Mai di quelli partoriti grazie ai colpi dei loro magnanimi lombi perché il sangue del proprio sangue l’hanno spedito da tempo a studiare all’estero. In Molise ritornano solo per mangiare le “brioches” della Regina Maria Luisa, perché loro possono tranquillamente astenersi dal pane.


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