Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043
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TuTTo quello che gli alTri non dicono
anno xi - n° 226 marTedì 13 oTTobre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita
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L’oscar del giorno a Umberto Uliano
La corsa a direttore generale della Regione
L'Oscar del giorno lo assegniamo a Umberto Uliano. Il presidente dell'Ance Molise, è tornato alla carica al Comune di Campobasso sulla questione dei lavori pubblici. L' ufficio legale dell'Ance ha predisposto anche un articolato dossier che regolamenta la formazione degli elenchi per i tre diversi tipi di appalti accelerati (procedure negoziate, semplificate ed in economia). E pensato di proporre uno strumento di monitoraggio, l'Osservatorio degli appalti, che ci consentirà di conoscere qual è lo “stato dell'arte” via via che si appaltano i lavori”.
il Tapiro del giorno a pietro Maio
Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. L'assessore comunale ai Lavori pubblici, ancora non entra nello spirito che le imprese locali devono lavorare. Non è pensabile che anche per i piccoli lavori si debba fare ricorso a gare d'appalto che portano troppo spesso in città imprese di fuori regione. Già è una città priva di prospettive e di occasioni di lavoro. Se, poi, quel poco che si potrebbe fare viene effettuato da imprese di altri territori, si rischia, per davvero la fine. E l'assessore ai Lavori pubblici dovrebbe prenderne atto ed agire.
seRvizio a pagina 3
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 13 ottobre 2015
La sanità molisana oggettivamente non può reggere il carico di 6 ospedali né la duplicazione di reparti e servizi
Inaccettabile è il modo con cui si vuole chiudere e tagliare
L’inganno, la bugia elevata a costume di vita, l’arroganza tradotta in valore non potevano che riversare sul sistema sanitario rabbia e disillusione. Di ogni cosa, però, c’è la resa dei conti A distanza di circa un anno, sull’abbrivo delle recenti e nuove polemiche sorte a Venafro sul destino dell’ospedale, trova più di una valida ragione la necessità che sulla riorganizzazione del sistema sanitario regionale si debba ragionare col buonsenso comune, a mente fredda, valutando in maniera seria e ponderata la situazione debitoria che non accenna a contenersi né a ridursi. Non ci dovrebbe essere chi non si dica d’accordo ed ammetta che 6 presidi ospedalieri, se non tutti, per la gran parte dotati di impianti e reparti di alto livello tecnologico, per una popolazione di poco più di trecentomila abitanti sia un lusso che non può essere vissuto e sostenuto oltre, soprattutto in questa transizione storica segnata da una crisi economica globale che dura da quasi un decennio. Il taglio dei posti letto (in soprannumero rispetto alla media nazionale) e la chiusura di alcuni reparti/doppione e la consequenziale riduzione operativa delle strutture sanitarie di Venafro e Larino, in particolare, vanno accettati e considerati un sostanziale contributo al risanamento dei conti e alla riorganizzazione del servizio sanitario regionale su basi strettamente logiche. Senza drammatizzazioni e lamentazioni va chiuso anche il capitolo del campanilismo, avendo a mente che 6 ospedali sono oggettivamente insostenibili per una economia di ridotte dimensioni e di scarsa rilevanza, oltre che da una
Calise a Molise Acque e Arco a Molise Cultura
realtà demografica delle nostre ridotte dimensioni. Un ospedale mediamente distante trenta/quaranta chilometri dall’altro, è un lusso sociale, una ridondanza organizzativa, una dotazione sanitaria che non ha uguali e precedenti sul territorio nazionale. L’oggettiva necessità di razionalizzare tutte le forme di eccedenza del sistema sanitario molisano purtroppo viene interpretata come una punizione, una diminutio, addirittura una rivalsa (spesso considerata tale in chiave politica), una vessazione, essendo venuta meno, in quanto mai realmente applicata, la logica nelle cose e delle cose, la necessità come virtù, la disponibilità come un atto di responsabilità collettiva. Ciò che non può e non deve essere accettato è il modo con cui s’è giunti alla decisione di
TERMOLI. Si è data appuntamento ieri a Termoli la Rete per la tutela della salute mentale molisana. L’appuntamento ha visto confrontarsi politici, medici e referenti dei tanti progetti in corso sul territorio regionale. “La rete per la tutela della salute mentale – ha affermato Angelo Malinconico, Direttore del Centro salute mentale Termoli – in Regione, convoca il mondo della politica in continuità con quanto discusso il 12 giugno scorso all’hotel “Le cupolette”. Oggi andiamo a ratificare le proposte e cerchiamo delle risposte dal mondo della politica dell’Asrem”. Al centro si pone quindi l’esigenza di avere una maggiore attenzione dalle istituzioni, soprattutto alla luce degli investimenti sulla tutela per lasalute mentale che dovrebbero in Molise essere rivisti: “Alle istituzioni chiediamo un rispetto di quello che è l’investimento per la salute mentale in termini
chiudere e tagliare. Ovvero, con il ricorso all’inganno, con il furto della buonafede delle popolazioni interessate promettendo ai creduloni e rabbonendo i riottosi, con la turlupinatura politica raccolta nelle promesse pre-elettorali e sistematicamente disattese una volta eletti. Metodi e comportamenti scorretti di una classe politica che voleva ad ogni costo arrivare dove (purtroppo) è arrivata: a gestire il potere per interressi inconfessati, per alterigia intellettuale, per spocchia generazionale. Gente che messa di fronte alle responsabilità di governo, alla ineluttabilità della scelta, della decisione, della determinazione non ha altro rifugio che la dilatazione dei tempi, il rinvio come metodo, il doppiogiochismo come soluzione. Così facendo, i problemi del Molise vanno in can-
crena e - ironia della sorte – ciò in concomitanza della peggiore fase di assistenza del sistema sanitario, ridotto a mal partito dalla insipienza di chi s’era detto in grado di valorizzarlo. Una volta al governo coloro che hanno vinto e governano su mandato della maggioranza del popolo molisano, si sono rivelati egocentrici, egoisti, totalitari in chiave etica e culturale. Alla lunga finiranno per rendersi estranei alla società di riferimento. Un inganno sesquipedale, la bugia elevata a costume di vita, l’arroganza tradotta in valore non potevano che riversare sul sistema sanitario rabbia e disillusione. Di ogni cosa, però, c’è la resa dei conti. Dardo
Il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, al termine della riunione di giunta, ha nominato con decreto il commissario di Molise Acqua e il direttore della Fondazione Molise Cultura. Al vertice dell’ente regionale per il servizio idrico è stato indicato l’avvocato Antonio Calise, già dirigente del Comune di Campobasso e ora in pensione: sarà in carica fino alla ricostituzione dei nuovi organi di Molise Acque. A seguito della selezione pubblica per l’incarico di direttore della Fondazione Molise Cultura è stato scelto Sandro Arco.
“Salute mentale, troppi tagli” La Regione Molise non può prevedere così pochi fondi per un settore tanto delicato
economici. La tutela della salute mentale in Italia prevede che si spenda almeno il 5% del budget sanitario e, invece, in Regione
abbiamo fatto alcuni calcoli e ci attestiamo attorno al 2.5%. Ne consegue che le strutture i progetti e il personale patiscono la ri-
duzione delle risorse n maniera miope che non lascia vedere quanto la riduzione delle risorse comporti un esborso per le comunità fuori regione prolungamento del programmi e un circolo vizioso”. Per il dottor Malinconico, infine, è necessario non solo prevedere un incremento di questo budget, ma anche e soprattutto collaborare e confrontarsi per realizzare una valida programmazione: “chiediamo di essere ascoltati – ha ribadito – perché le proposte sono di razionalizzazione e trasformazione; ovvio che si deve prevedere un aumento di budget, ma la rete è composta da non meno di 20mila persone e quindi si vedranno dei risparmi e un aumento della qualità dei servizi attraverso una programmazione oculata”.
TAaglio lto
3 13 ottobre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
A Palazzo Vitale niente è più stabile del provvisorio
Dalla padella alla brace (Se dovesse toccare ad interim a Marinella D’Innocenzo anche la direzione generale della Regione) Terminologia in voga alla Regione Molise: commissariamento, proroghe, ed interim. Uso ed abuso in maniera smodata e inarrestabile. Non c’è giorno che non si abbia la nomina di un commissario straordinario, che non venga prorogato un incarico, che non venga dato un incarico ad interim. A Palazzo Vitale niente è più stabile del provvisorio. Ultimissime: Maria Relvini nominata commissario straordinario degli Enti Provinciali per il Turismo di Campobasso e Isernia; Sandra Scarlatelli prorogata fino al 31 dicembre 2015 commissario straordinario dell’Agenzia regionale di Protezione civile; e, dicono, anzi, si dà per certo, l’incarico ad interim di direttore generale, lasciato vacante da Pasquale Mauro di Mirco, a Marinella D’Innocenzo, che alla storia recente e passata delle acquisizioni professionali oltre i confini regionali non sta lanciando
segni di particolare interesse professionale alla direzione generale per la Salute. Nel caso le dovesse toccare, ad interim, oltre alla direzione generale che detiene, anche quella lasciata vacante da Di Mirco, potremmo dire “dalla padella alla brace”. La sanità moli-
sana è quella ch’è: un disastro economico, gestionale e funzionale, sebbene affidata a commissari e sub commissari straordinari e, come abbiamo accennato, alla gentilezza manageriale della D’Innocenzo. Vengono da fuori segnalati o imposti dall’alto, prendono
ristori retributivi considerevoli, vivono una temporaneità in sospensione, aleggiano giulivi sulla mediocrità molisana, sapendo di non dover dimostrare altro che ciò che sono, e di non dover rendere conto di ciò che fanno. Sono autorità riconosciute tali dai decreti
della presidenza della giunta regionale e come tali, in una realtà regionale di approssimati, si palesano falsi giganti. Per Di Mirco testimoniano il fallimento della riorganizzazione dell’Ente, la perpetuazione di una politica gestionale piegata al potere politico, la delusione di una esperienza che non è servita a dargli lustro ma solo vantaggi economici; per la D’Innocenzo fanno credito l’immobilità, la precarietà e l’affanno della sanità regionale in tutte le sue espressioni, implicazioni e manifestazioni. D’altronde cosa si può mai pretendere da un governo regionale che è la quintessenza dell’inefficienza e dell’inefficacia, se non che tutto ciò che lo circondi si adegui e si conformi? Ci sarà mai un tempo in cui sarà possibile affidarsi e fidarsi di professionalità locali per tentare di risolvere i problemi strettamente in famiglia?
l’intervento di Rossella Griselli*
Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame. “ Ci piace partire proprio da questa massima di Sandro Pertini per meglio comprendere la situazione drammatica che stanno vivendo gli operatori del Servizio AIB. Senza stipendio oramai da mesi, per alcuni con la precisione dal mese di aprile, a servizio oramai ultimato, visto che il 12.10.2015 è l’ultima giornata lavorativa. E’ davvero paradossale!!!L’Arsarp con determina n.176 del 05.10.2015, procedeva alla liquidazione delle spettanze del mese di luglio per gli operatori
di Giorgio Simonetti*
Gentile Assessore, dopo aver letto la nota inviata alla stampa anche le OOSS ( Filt Cgil, FitCisl, Uglautofer) possono affermare che un effetto lo abbiamo sortito, ovvero quello di portare ad emersione un evento importante per i riflessi che potrà produrre anche sul TPL della Regione Molise. Non era certo nostra intenzione entrare in tecnicismi né assumere posizioni senza avere esatta cognizione di
Forestali, Facciolla nicchia del servizio AIB, ma di fatto nessun bonifico e pervenuto agli operai, nonostante le rassicurazioni ricevute nei vari incontri con il Commissario Iacobucci e i responsabili della Ragioneria dell’Arsarp. Ci chiediamo come sia possibile che un servizio, quale quello antincendio boschivo, di cui la Regione deve obbligatoriamente munirsi, per ottemperare gli obblighi previsti dalle normative vigenti in materia, sia sprovvisto di idonea copertura finanziaria. Ci chiediamo come sia possibile che la maggior parte degli 84 operatori del Servizio AIB non ricevano DPI per l’espletamento di un servizio per cui l’utilizzo degli stessi è imprescindibile! L’assessore Facciolla nel corso dell’ultimo incon-
tro, del 18.09.2015 c/o l’Assessorato all’agricoltura aveva assunto l’impegno di liquidare tutto il dovuto entro il 30 settembre 2015 all’Arsarp. Crediamo che sia giunto il momento, ognuno per il ruolo che ricopre, di assumersi le responsabilità di questa triste realtà. A proposito di responsabilità riportiamo di seguito una sintesi della sentenza Cass.civ,.4 settembre 2012, n.14785 Responsabilità del dirigente per contratti sottoscritti senza idoneo impegno di spesa. “Il contratto sottoscritto dall’ente senza un valido impegno di spesa non può essere inquadrato nella categoria dei c.d. contratti attivi dell’ente e di questo, pertanto, ne risponde per danno erariale direttamente il funzionario responsabile. L’atto negoziale posto in essere
con un impegno di spesa assunto senza la necessaria copertura finanziaria non è imputabile all’ente e l’azione di responsabilità è esperibile dai privati contro gli amministratori e funzionari per prestazioni e servizi resi senza il rispetto delle prescritte formalità.” La misura è colma oramai! I lavoratori visto il persistere di questo atteggiamento irrisorio adiranno vie legali per tutelare i propri diritti, anche perché si parla di precari che posseggono un reddito lordo annuo all’incirca di 11.000 € e che già in condizioni normali avrebbero grosse difficoltà ad affrontare la quotidianità, figuriamoci in una situazione del genere. Senza la dignità, l’identità viene cancellata. Responsabile Agroalimentari USB Molise
Assessore Nagni, troppe dimenticanze cosa fosse accaduto nella Conferenza delle Regioni e non era certo nei nostri intendimenti alimentare sterili querelle, infatti avevamo usato, nella nostra nota, una formula ampiamente dubitativa. Ma certamente abbiamo il dovere di puntualizzare che il rammarico di queste OOSS risiedeva e risiede nel dato, non opinabile, che Lei – o meglio la Regione Molise – ha sottoscritto in data 30 settembre 2015 un accordo, assumendo per certo un dato contabile ancora in di-
venire, al di là delle percentuali. Incertezza contabile determinata proprio dalle richieste avanzate in sede di Conferenza delle Regioni. Per questo abbiamo ritenuto auspicabile un confronto rassicurante e abbiamo richiesto a tal fine un incontro così da fugare ogni malinteso e, ovviamente, ogni dubbio, ma prendiamo atto che Lei ha preferito altre modalità per rassicurarci sulla effettiva disponibilità delle risorse. In ogni caso vorrà convenire che, ciò
che oggi sentiamo essere considerate azioni eccessivamente cariche di “pathos”, siano conseguenza della quotidiana frustazione di noi che rappresentiamo i lavoratori del TPL gomma, sui quali troppo spesso si riflettono incertezze finanziarie e mancata stabilità del settore che si traduce anche in sistematici ritardi nei pagamenti delle loro mensilità. *Cgil Trasporti
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TAaglio lto
4 13 ottobre 2015
Morassut e Ranucci incalzano il Governo affinchè inizi la discussione sulla riduzione del numero delle Regioni
Non succede, ma se succede forse sarà meglio così...
In effetti la presentazione alla Camera dei deputati del disegno di legge, a firma del deputato Sergio Morassut e del senatore Raffaele Ranucci, sulla riorganizzazione istituzionale delle Regioni da venti a dodici, è del 16 dicembre 2014. Già un discreto numero di mesi sono passati, quindi, senza che l’idea dei due firmatari (peraltro con più di qualche diritto di cittadinanza, ma i dettagli li vedremo dopo) abbia trovato le giuste sponde politiche e la necessaria risonanza, sia mediatica che nel dibattito pubblico. Ma, nonostante ciò, i due non mollano ed in questi giorni stanno incalzando il governo (che in effetti è in momento in cui, per via delle riforme istituzionali che si stanno votando, specie al Senato, non può permettersi di generare scontenti) perché si avvii quanto prima la discussione. L’idea è quella di riorganizzare il quadro istituzionale del Paese in dodici (macro) Regioni con la speranza di guadagnare tanti denari immediatamente, per il mero quasi dimezzamento dei centri di costo tout court e, magari, guadagnare anche in efficienza, sul lungo periodo, estendendo i territori ammi-
nistrati e avendoli, secondo loro, resi anche più omogenei dal punto di vista, diciamo, antropologico e culturale. In verità, però, dalle stesse parole di Sergio Morassut e Raffaele Ranucci, si evince che la motivazione principale va cercata nella lotta che, prima o poi, biso-
gnerà anche iniziare contro inefficienza, corruzione e malamministrazione d’ogni foggia e colore: “«Le Regioni – scrivevano alla presentazione del ddl – sono nate negli anni ’70 per cercare di dare rappresentanza alle diverse identità italiane. Ma se in una prima
fase hanno fatto bene e hanno aiutato la crescita del Paese, in un secondo momento sono diventate protagoniste di fenomeni non positivi della vita pubblica. 15 sono finite sotto inchiesta, 494 sono stati i consiglieri coinvolti, quasi 60 milioni di euro – tutti soldi pubblici – la cifra sulla quale i magistrati stanno ancora indagando. È per questo che ora bisogna cambiare». Eh già, la solita storia: la cura che diventa peggiore del male. In Italia una vera specialità della casa. Il progetto prevede una Regione Alpina (Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria), l’intoccata Regione Lombardia, la Regione Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino), la Regione Emilia Romagna (Emilia Romagna più la provincia di Pesaro), la Regione Appenninica (Toscana, Umbria e provincia di Viterbo), Regione
Adriatica (Abruzzo più le province di Macerata, Ancona, Rieti, Ascoli ed Isernia), Roma Capitale (ex provincia di Roma), Regione del Levante (Puglia e province di Campobasso e Matera), Regione Tirrenica (Campania e province di Latina e Frosinone), Regione di Ponente (Calabria e provincia di Potenza), le intoccate Regioni di Sicilia e Sardegna. Soprattutto per quanto ci riguarda lo schema sembra fatto davvero “ad capocchiam” e volendo inquadrare la resistenza tutta italiana alle innovazioni ed i pruriti storico culturali, ma sostanzialmente meramente campanilistici, che questo riassetto andrà inevitabilmente a stuzzicare, possiamo con tutta evidenza pensare che ne dovrà passare di acqua sotto i ponti prima che un qualsivoglia risultato possa essere raggiunto. Senza che questo tolga una virgola alla necessità della riduzione del numero delle Regioni. Specie quelle inutili, come la Regione Molise (si noti la maiuscola, Regione Molise come Ente pubblico) che da anni non produce altro che personale (politico e dirigenziale) non all’altezza e, di conseguenza, frustrazione e disincanto nel popolo molisano.
Riscossione tributi, confronto con i sindaci Campobasso. Tributi locali, il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, ha incontrato nel fine settimana a Palazzo Vitale gli amministratori comunali per avviare un confronto preliminare sulle modalità di riscossione che saranno praticate dalla Rti aggiudicataria della gara regionale. “Abbiamo a disposizione uno strumento flessibile e innovativo, verso il quale vogliamo capire, con voi, se c’è convergenza assoluta, parziale o nulla: questa riunione per entrare nel merito dell’offerta che ci è stata presentata”, la sua premessa. Analizzati, dunque, gli aspetti principali del servizio di riscossione dei tributi locali, a cominciare dall’entità degli aggi, ossia la percentuale sulle somme riscosse trattenuta dagli esattori a compenso del loro servizio. “Iniziamo da qui – ha spiegato Frattura –, anche per definire l’eventuale ulteriore sforzo da compiere per agevolare l’adesione del maggior numero di potenziali beneficiari. Procediamo adesso in vista dell’accordo quadro che la Regione, capofila dell’affidamento con la tassa automobilistica, firmerà a breve, dopo aver organizzato un incontro tra le amministrazioni comunali e Rti”. Punto centrale dell’illustrazione del presidente, la condivisione: “Più la massa critica sarà significativa, più interessante sarà l’eco-
Il presidente Frattura per rilanciare l’aspetto del sistema esattorie sul territorio
nomia a vantaggio dei vari beneficiari”. “Il nostro auspicio – ha rimarcato –, è raggiungere il maggior numero di adesioni per centrare due obiettivi prioritari: la clausola sociale, ossia il riassorbimento di tutto il personale ex Esattorie assicurato dalla Rti, da una parte, e l’abbattimento degli aggi, dall’altra”. A sostegno del processo occupazionale, punto ottenuto grazie a uno sforzo mirato della Re-
gione, anche la partecipazione dei Comuni alle attività proposte, che, fatto rilevante, potranno essere liberamente scelte dalle amministrazioni. Tra le novità principali definite da Rti, infatti, c’è la modularità delle attività: Comuni ed Enti potranno indicare quali servizi esternalizzare, non sarà necessario aderire al pacchetto completo. Nel bando di gara è stato inserito, inoltre, il censimento di unità abita-
tive, mappatura fondamentale anche ai fini dei controlli sull’evasione. Di seguito le attività previste: 1) servizio di supporto alla gestione ordinaria della Imposta unica comunale, comprendente Imu, Tari e Tasi; 2) servizio di supporto alla riscossione della Imposta unica comunale, comprendente Imu, Tari e Tasi; 3) servizio di supporto alla gestione e riscossione dell’Imposta comunale sulla pubblicità, diritti di affissione e tassa occupazione spazi e aree pubbliche; 4) servizio di supporto a rilevazione e gestione dei consumi idrici e dei relativi consumi; 5) servizio di supporto alla riscossione ordinaria dei consumi idrici e dei relativi canoni; 6) costituzione dell’anagrafe immobiliare mediante censimento e il riordino della toponomastica e dei numeri civici; 7) servizio di supporto all’individuazione e al recupero dell’evasione/elusione delle entrate; 8) servizio di recupero dei crediti mediante attività stragiudiziale e coattiva delle entrate comunali tributarie ed extra tributarie; 9) servizio di supporto alle quote inesigibili.
TAaglio lto
5 13 ottobre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Va ipotizzato con immediatezza un simposio con al centro il futuro del capoluogo regionale, partendo dalla sede regionale, circostanza che può pienamente giustificare un rassemblement di cervelli, di esperienze, di volontà e di professionalità
Campobasso non può attendere oltre Il gruppo dei moderati (Ambrosio, Madonna, Colarusso) possibile promotore dell’iniziativa all’interno della maggioranza, qualora liberi la capacità critica e l’incisività amministrativa dal minimalismo che condivide a Palazzo san Giorgio Occorre una scossa che rimuova la catatonia comunale. Campobasso non può morire d’inedia. Né può rassegnarsi ad assistere ad una rappresentazione politico - amministrativa labile e inconsistente come quella che viene data dall’esito, sono ormai quasi due anni, dei consigli comunali. Campobasso è una città senza programmazione, senza un traguardo, senza una missione. E’ un insieme di piccoli e grandi interessi affastellati, privi di altra logica se non quella dell’egoismo di parte. Ne vien fuori una realtà disorganica che progressivamente annulla anche gli ultimi residui di buonsenso comune, e la speranza in qualcuno e in qualcosa che possa invertire il senso di marcia, per tornare a immaginare la capacità di riflettere, di pensare, di programmare e, soprattutto, di realizzare. Bisogna scovarla questa possibilità, cercarla con insistenza, in modo continuo e circolare, coinvolgendo e interessando la parte intellettualmente nobile (che c’è) della politica (cui certo non sfigura il sindaco Battista), della pubblica amministrazione, delle professioni, della produzione. Va ipotizzato con immediatezza un convegno con al centro il futuro del capoluogo regionale, partendo da una circostanza che può pienamente giustificare un rassemblement di cervelli, di esperienze, di volontà e di professionalità. Bisogna rompere il cerchio che racchiude la parte istituzionale legata all’ordinarietà, alla consuetudine, forse alla rassegnazione, per allargare l’orizzonte, per andare incontro a ben altro futuro diverso da quello che viene proposto e che rende la città disordinata, in cui, allo sguardo appaiono evidenti le violazioni e gli abusi edilizi, il traffico caotico, l’anarchia commerciale, l’assenza di manutenzione ordinaria di strade marciapiedi, i servizi pubblici (raccolta e smaltimento
“Un piano contro la povertà. Adesso!”. È il titolo dell’iniziativa promossa dall’Alleanza contro la povertà in Italia - realtà che raccoglie l’adesione di 35 Soggetti di rilevanza nazionale appartenenti al mondo delle Istituzioni, dei Sindacati CGIL, CISL e UIL e del Terzo settore – per mercoledì alla vigilia della presentazione della legge di stabilità, per chiedere al Governo l’avvio di un vero Piano nazionale contro la povertà. L’Alleanza contro la Povertà in Italia si è impegnata per far riconoscere l’urgenza per il Paese di dotarsi di una strategia nazionale di contrasto alla povertà ed ha avanzato una dettagliata proposta per l’adozione di una misura specifica come il Reddito di Inclusione Sociale (Reis) rivolto alla povertà assoluta. Per questo giudica molto positivamente che si parli finalmente di un piano di contrasto alla povertà, che sia però dotato di un giusto respiro, capace di guardare ad un orizzonte ampio, all’Italia del 2020, e di risorse adeguate ad avviarne una graduale attuazione. Per la UIL interverrà la Segretaria Con-
dei rifiuti, pulizia delle strade, vigilanza, assistenza sociale) vistosamente insufficienti, l’imbrattamento di cantonate e di ogni altra sorta di autarchia nell’uso e sulla destinazione degli spazi e delle aree pubblici. Occorre uscire da questo pantano, salire in superficie a respirare e, come dicevamo, a immaginare che esiste una possibilità per articolare un progetto e un programma degni di una città direzionale com’è nei fatti e nella vocazione Campobasso. Un simposio, dicevamo, un convegno con la deputazione parlamentare, con la presidenza e la giunta regionali, con la presidenza e la giunta provinciali, con gli ordini professionali e le associazioni imprenditoriali, con le forze sociali, con la presidenza della Camera di commercio e delle altre categorie produttive per dibattere e stabile il futuro del capoluogo in una visione ampia e articolata del futuro del
Molise. Concorrono a questa possibile oltre che auspicabile saldatura, la programmazione regionale dei fondi europei del settennio 2014/2020 e, specificatamente per Campobasso, la realizzazione della sede regionale sulla scorta dell’idea vincente del concorso internazionale fatto svolgere dalla Regione Molise e vinto dallo studio tecnico dell’architetto Nicola Guglielmi da Mirabello. La generale distrazione e il conclamato disinteresse collettivo in cui sono immerse le organizzazioni socio/economiche, le associazioni di categoria e la città nel suo complesso, non lasciano cogliere facilmente il senso e il valore delle due concomitante appena accennate. Eppure, se una possibilità si potrà avere e mettere in atto, non può che discendere dalle sopradette due concomitanze. Che però non possono essere lasciate alla valutazione e alla considerazione
degli amministratori di Palazzo san Giorgio così vistosamente fin qui disattenti, tremebondi, e impregnati di generalizzazioni e di qualunquismo. Toccherebbe al sindaco Battista, che si dice essere unicamente al servizio della comunità e non delle strategie politiche strumentali all’uso del potere fine a se stesso, assumere l’iniziativa. E’ stato già sollecitato in tal senso, ma non ha dato segnali di recepimento. Non resta pertanto che il gruppo dei moderati/dissidenti (Ambrosio, Madonna, Colarusso) ad essere il possibile motore all’interno della maggioranza onde convincerla a pensare e ad agire alto, soprattutto se quel gruppo riuscirà a liberarsi dal minimalismo amministrativo che purtroppo condivide a Palazzo san Giorgio. Le opposizioni, in cui la parte più deludente è data dal gruppo 5 Stelle, sono letteralmente “out” da qualsiasi iniziativa di reale e concreto rinnovamento, avendo fin qui interpretato la più vieta rappresentazione di vecchie e consunte metodologie politiche. Un progetto/programma straordinario per Campobasso, obbligando la deputazione parlamentare, la presidenza e la giunta regionali, la presidenza e la giunta provinciali, gli ordini professionali e le associazioni imprenditoriali, le forze sociali, la presidenza della Camera di commercio e delle altre categorie produttive a prenderne atto e a corrispondere di conseguenza la loro partecipazione e ad esprimere la loro incidenza. Diversamente, altri anni persi e altri da perdere in una sterile e avvilente, loro e nostra, sopravvivenza. Dardo
La povertà, vera piaga anche in Molise Per la Uil, bisogna pensare a nuovi interventi sul territorio federale Silvana Roseto che sintetizza così l’iniziativa: “Sarà un evento aperto e partecipato, in cui manifesteremo la nostra convinzione che per far ripartire il Paese occorre un coinvolgimento ampio e collegiale e la nostra sensibilità ad essere al servizio degli altri, con un doveroso occhio di riguardo per i cittadini più fragili e vulnerabili. La povertà assoluta è una condizione che umilia la dignità della persona ed è per tale motivo che presenteremo un piano strutturale di contrasto al disagio estremo elaborato raccogliendo le puntuali competenze necessarie - chiedendo al Governo di attingervi per inserire nella imminente Legge di Stabilità una misura di incoraggiamento all’inclusione sociale dal carattere pro-attivo.” “Anche da noi in Molise - commenta Tecla Boccardo, leader della locale UIL – la povertà è un fenomeno sempre più
presente e avvertito: con tanti genitori che hanno perso il posto di lavoro e, quando va bene, campano di ammortizzatori sociali, con le pensioni fra le più
basse d’Italia per importo e non protette da anni rispetto alla crescita dei prezzi. La piccola economia domestica e la solidarietà dei vicini di casa non bastano più a lenire gli effetti di un impoverimento diffuso nella nostra collettività. Servono politiche per far ripartire le opportunità di lavoro e occorrono trasferimenti economici per sostenere i nuclei familiari numerosi in condizioni indigeste e i soggetti soli, sempre più spesso donne vedove, anziane e non autosufficienti.” Renzi ha promesso che nella Legge di
stabilità ci saranno risorse destinate, tanto per cominciare, ai minori, ai bambini per i quali è necessario che un Paese (che secondo il Presidente del Consiglio è in ripresa) si impegni a garantire una dignitosa qualità della vita e opportunità di crescita sana e protetta. “Bene, si cominci pure da qui - argomenta la Boccardo – ma in un quadro di azioni di ampio respiro, con adeguate dotazioni finanziarie e proiettato nel tempo e per le diverse realtà del Paese. La povertà, infatti, non è spalmata ovunque in modo omogeneo: riguarda anzitutto il Meridione, tocca soprattutto i luoghi ad economia debole e con scarsa disponibilità di lavoro, la si incontra particolarmente nei piccoli centri dove spesso è nascosta per un senso di riservatezza se non addirittura di vergogna. Sembra proprio il ritratto del Molise.”
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Campobasso
13 ottobre 2015
“ Droga in centro di accoglienza” CasaPound, ‘conseguenza inevitabile del flusso incontrollato degli arrivi’ CAMPOBASSO. CasaPound Italia Molise denuncia le conseguenze dell’immigrazione incontrollata. Aumentano costantemente i rischi per la sicurezza dei cittadini in tutta la regione in seguito alle ondate migratorie che hanno interessato il territorio negli ultimi mesi. “La notizia del ritrovamento di droga nella struttura di accoglienza di Campobasso – afferma CasaPound Italia Molise – non ci stupisce affatto. Il sequestro effettuato nel capoluogo
potrebbe essere facilmente replicato negli altri centri sparsi per la regione. Il problema della droga è una realtà presente in moltissimi dei centri di accoglienza sul territorio nazionale”. “Il business dell’accoglienza – continua CPI Molise –, che di per sé costituisce una fonte di guadagno per pochi a discapito della popolazione, ha colpito il Molise ben oltre le soglie fisiologiche della sua capacità. Nelle province di Campobasso e
Isernia sono presenti più immigrati di quanti sarebbe stato possibile ospitare e una tale situazione, oltre a provocare tensione tra la popolazione, crea situazioni di degrado urbano (ricordiamo il recente sgombero di immigrati che si erano accampati nel piazzale antistante l’ex canile comunale di Campobasso). Il ritrovamento di 20 grammi di hashish nel centro di accoglienza del capoluogo è un fatto gravissimo e, purtroppo, rende bene l’idea di
come l’immigrazione possa mettere a repentaglio la sicurezza dei cittadini”. Non solo la città di Campobasso ma tutta la regione accusa l’onere degli straripanti centri di accoglienza. La presenza indiscriminata di immigrati, molti dei quali non godono dello status di rifugiati poiché decidono di trasferirsi in Europa per questioni meramente economiche, ha convogliato l’attenzione degli Enti mentre cresce sempre più il numero
di famiglie molisane povere. “Siamo sempre stati in campo nella lotta per gli italiani – conclude CasaPound Italia Molise. Non è accettabile che, in un periodo di crisi economica e sociale, finanziamo centri di accoglienza che diventano luoghi di spaccio di droga mentre esistono famiglie di italiani in emergenza abitativa e tutti i cittadini soffrono il taglio di fondamentali servizi sociali”.
Parco naturale sportivo compartimentale del Matese Legambiente: “Perché la regione chiama parco naturale una colata di cemento mentre lascia al palo la nascita dell’area protetta del Matese? CAMPOBASSO. “Troviamo molto inopportuno che il progetto approvato con la delibera n.536 del 6 ottobre scorso dalla Giunta Regionale del Molise venga definito parco naturale visto che le opere previste (impianti di risalita, piste da sci e innevamento artificiale) rappresenterebbero una colata di cemento e una inutile ferraglia che devasterebbe la montagna Matesina tra Campitello Matese- Roccamandolfi e San Massimo“. Lo sostiene la sezione di Legambiente Molise. “Gli amministratori regionali anziché rincorrere inutili e improbabili proposte e accordi che servono solo a dilapidare risorse pubbliche, pensino a istituire il vero Parco Nazionale del Matese come chiedono i 10 comuni che hanno già deliberato a favore e la provincia di Campobasso, e come in campagna elettorale ha promesso il presidente della Regione Di Laura Frattura, che in occasione dell’incontro organizzato dalla Le-
gambiente Molise con gli allora candidati alla carica di governatore della Regione, dichiarò che i primi 100 giorni di governo sarebbero bastati per avviare l’iter di istituzione del
parco. Arrivati al giro di boa del governo regionale quella promessa sembra oramai dimenticata. Siamo abbastanza stanchi dei giochetti di una classe politica che prima afferma di voler il parco regionale per gestirlo in proprio e non confondersi con i vicini campani, poi tira fuori il parco come proposta per risollevare dalla crisi l’area del Matese, poi ancora si schiera per il parco e contro le biomasse, e ora, tanto per non fare capire nulla e confondere ulteriormente le idee chiama una colata di cemento per la montagna matesina parco naturale, tra l’altro in piena zona SIC/ZPS. Ci piacerebbe tanto sapere a che gioco giocate cari politici molisani. Pensate mica che abbiamo l’anello al naso?“
Circoliamo, parte la campagna Oggi a Campobasso la manifestazione per gli oli usati
CAMPOBASSO. Arriva a Campobasso CircOLIamo, la campagna educativa itinerante del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. Oli lubrificanti usati, rischi per l’ambiente e opportunità per l’economia nazionale e locale sono i temi principali della conferenza stampa che si terrà domani 13 ottobre alle 11.30 in piazza della Vittoria, all’interno del villaggio CircOLIamo, alla presenza del sindaco Antonio Battista, del consigliere delegato per le questioni ambientali del Comune di Campobasso Stefano Ramundo e di Franco Barbetti, direttore Tecnico Operativo del COOU. L’evento rappresenta la prima tappa molisana della campagna educativa itinerante organizzata dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di ANCI, che nell’arco di due anni
toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni locali sul corretto smaltimento dei lubrificanti usati e ottimizzarne la raccolta. Dalle 9 alle 11.30, all’interno del villaggio CircOLIamo, è previsto l’incontro con i ragazzi delle scuole, che parteciperanno agli educational loro dedicati; i ragazzi si fermeranno al villaggio allestito dal Consorzio e giocheranno a “Green League”, il primo social game finalizzato all’educazione ambientale. Nel corso dell’incontro con la stampa verranno resi noti i dati di raccolta degli oli lubrificanti usati in Molise e in particolare nella Provincia di Campobasso. Il Consorzio proporrà, insieme ai relatori, le soluzioni ad eventuali difficoltà o inadempienze. L’olio lubrificante usato è un rifiuto pericoloso che deve essere smaltito correttamente.
Se utilizzato in modo improprio può essere estremamente dannoso per l’ambiente e per la salute umana: basti pensare che 4 kg circa di
olio – il cambio di un’auto – se versati in mare posso coprire una superficie grande quanto un campo di calcio.
Campobasso
7 13 ottobre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
I rossoblù sono tornati alla vittoria ma per favore non guardiamo l’alta classifica
Ecco tutto ciò che ha funzionato e gli errori visti contro la Fermana Il Puma Dimas e il ruspante Bontà le carte vincenti; Todino e Boldrini le delusioni di Gennaro Ventresca La sigaretta sfrigolò appena cadde sul pavimento umido. La giacca color militare con l’imbottitura bianca come una schiuma. Le ampie tasche colme, ma non pesanti. I suoi pensieri si. Aveva mal di testa. Le bordate del “10” avversario, il dinamitardo Degano, lo avevano scosso come non mai. In silenzio Roberto da Tortoreto la chiesto anche l’aiuto del suo Dio, attraverso le parate del portierino Giulio Grillo, classe 97. Il quale Grillo ha tenuto fede al suo cognome e ha parato quanto c’era da parare, nonostante il campo allentato e il pallone sfuggente, saltellando tra i pali e nell’area piccina.. E’ stata custodita così la preziosa vittoria, figlia di un primo tempo convincente e di una ripresa zeppa di sofferenze. Con l’aggiunta dei due cambi “sbagliati”: Todino non si è saputo ambientare; Boldrini si è fatto addirittura cacciare dall’arbitro, proprio lui che in quei momenti concitati avrebbe dovuto mettere al ser-
utile dell’ultimo arrivato nel chiuso del nostro spogliatoio. Si è battuto su tutti i palloni il capellone, classe ’93, guadagnandosi stima e considerazione da parte dello scarso pubblico, ma soprattutto del suo mister che gli aveva sempre preferito suonatori di violino. Mentre a lui piace percuotere la grancassa. vizio della squadra mestiere e senso tattico. *** Il migliore dei nostri è stato il “gemello” del Puma. Dico Dimas, brasiliano di color cioccolato al latte, che somiglia come una goccia d’acqua al connazionale Emerson che, i romani ribattezzarono Puma. Dimas ha altre caratteristiche rispetto al roccioso centrocampista che fu tra gli artefici dello scudetto della “magica” sotto la guida di don Fabio Capello e le mitragliate del Pupone e di Gabriel Batistuta. Ha fatto tutto e di più il nostro Puma: un quasi gol di
testa dopo appena 50”, una sventagliata di tiri verso la porta della Fermana, alcune sgroppate eleganti e poderose, un inutile assist per Bontà, sporcato da Censori che era in fuori gioco, gol quindi giustamente annullato. Poi, con le bombole d’ossigeno vuote, a un quarto d’ora dalla fine, è rientrato negli spogliatoi, per concedere spazio, ma non gloria, a un Todino frastornato, forse dall’indifferenza del suo mister. *** Francesco Bontà non ha nulla in comune con l’elegante Fiore. Eppure, al tirar delle somme, è risultato più
*** Un popolo uscito deluso dalle ultime stucchevoli prestazioni del Lupo ha preferito restarsene a casa. Lasciando gli umidi gradoni cremosi e scortecciati del Romagnoli a un pugno di fedelissimi. Altro che punto di saldatura tra tifosi e squadra. Il giocattolo, da questo punto di vista, sembra essersi già rotto. Ora tocca a Roberto da Tortoreto fare l’artigiano e rimettere i pezzi a posto. Mi viene in mente un assioma di un noto ristoratore ischitano: “Per perdere un cliente, anche il più fidelizzato, basta non accontentarlo anche
una sola volta”. Per questo ora, uno per uno, bisognerà recuperare i clienti perduti e conquistarne di nuovi. *** Mi sembra prematuro tornare a parlare di caccia al primato. La risicata quanto meritata vittoria non ci permette di sentirci nuovamente “grandi”. Dovremmo aver imparato che non è più tempo di continuare con la politica degli annunci. Vinciamo prima un filotto di partite (magari dieci) e poi ne riparleremo. Ma oggi è fuori luogo, con tutti gli acciacchi che ci sono in squadra, con Boldrini che si fa cacciare subito, con Bucchi che non tira in porta mai, con Alessandro che s’è fermato ai gol della prima partita, con Fiore che è forte e rifinito ma non sai dove farlo giocare: Meglio chiudere la bocca. E far parlare il campo. A cominciare da Avezzano, nella Marsica, dove i nostri ragazzi saranno impegnati domenica prossima.
Lettera aperta
Ho rischiato la morte per i cacciatori “C’é una strada di asfalto che collega le contrade di Guardialfiera con il centro abitato. Sulla strada spuntano abitazioni, si allineano staccionate da cui si vedono i paesi del basso Molise fino, addirittura, al mare. Sulla strada spuntano arbusti, alberi e canne ma il bosco é lontano. Si trova in un altro posto. Ieri mattina scendevo a piedi lungo questa strada tenendo per mano la mia fidanzata e tenendo al guinzaglio il nostro cane. Ad un certo momento abbiamo visto una scia di sangue sulla strada: a giudicare dalla grandezza della traccia doveva trattarsi di qualche cinghiale che fu. Insospettito dall’abbaiare dei cani che si iniziava ad udire e da qualche rumore di spari ho preso a fischiare come fanno i pastori. Fischi forti e decisi per far capire ai
cacciatori che non era il caso di sparare a vanvera. Neanche a farlo che, in un attimo, l’aria a qualche palmo sopra la nostra testa é stata attraversata rumorosamente da un proiettile. Per intenderci, se mi fossi trovato qualche passo di fianco avrei intercettato la traiettoria del proiettile. Una passeggiata domenicale non può trasformarsi in tragedia. Un cacciatore non può permettersi lo sfizio di sparare in qualunque direzione (ad esempio verso una strada), da qualunque posto (il colpo sembra essere partito da un punto molto vicino ad una casa abitata) e durante un periodo in cui la caccia al cinghiale é chiusa (riaprirá il 14 ottobre). Questa volta é andata bene a noi, la prossima può andare peggio a chiunque: un automobi-
lista, un abitante del posto, un contadino, un pastore o un altro cacciatore. Da cittadino estremamente provato chiedo più controlli e meno indifferenza: il comprensorio di Guardialfiera é piccolo ed il rumore degli spari nel bosco si sente anche dal borgo (precisando che le battute di caccia al cinghiale spesso si svolgono a qualche decina
di metri dal centro abitato e vi si può assistere affacciandosi dal muraglione). Chiedo, inoltre, ai cacciatori di prendere coscienza delle proprie respinsabilitá evitando di generare episodi che, la cronaca ci insegna, hanno epiloghi più tristi di questo.” Stefano Di Maria
Imprese, il Molise guarda a Malta Domani a Campobasso la conferenza sulle prospettive di sviluppo dell’area del Mediterraneo CAMPOBASSO. L’Api Molise (Associazione della Piccola e media Industria) e Imprese del Sud, in collaborazione con Unioncamere Molise, Mediterranean Academy of Culture Tourism and Trade Malta, Assomalta e Maltabusiness.it, hanno organizzato la conferenza “Mediterraneo: il futuro delle nostre imprese”, che si svolgerà a Campobasso, presso la “Sala Falcione” della Camera di Commercio
mercoledì 14 ottobre alle ore 11. Dopo quello partenopeo, si tratta di un meeting di presentazione del Commonwealth Business Forum 2015 in programma a Malta il prossimo novembre. Durante la conferenza del 14 ottobre si parlerà anche più in generale di internazionalizzazione e delle opportunità di partnership con lo Stato maltese. Sarà presente l’Ambasciatore di Malta in Italia, S.E. Vanessa Frazier, che con
il suo staff presenterà agli imprenditori molisani le opportunità commerciali dell’evento internazionale e la possibilità di partecipare con la delegazione italiana. Il Forum è l’evento di business più importante nel calendario del Commonwealth, che riunisce i capi di governo, i ministri e i più importanti uomini d’affari provenienti da tutto il mondo. Quest’anno al Business Forum saranno rappresentati tutti i continenti
attraverso la partecipazione delle autorità istituzionali e governative dei Paesi che hanno già confermato la loro adesione e numerosi saranno i capi di governo del Commonwealth. Si prevede la partecipazione di 1200 persone (le registrazioni finora sono incoraggianti), tra cui i migliori uomini d’affari, funzionari di governi, investitori e imprenditori. All’incontro organizzato dall’Api Molise prenderanno parte tra gli altri: Vin-
cenzo NIRO – Presidente Consiglio regionale Molise; Vittorino FACCIOLLA – Assessore Regione Molise; Antonio BATTISTA – Sindaco di Campobasso; Pasqualino PIERSIMONI – Unioncamere Molise; Sergio Passariello – presidente Imprese del Sud. I lavori saranno moderati dalla Presidente dell’API Matilde Stefania IOSUE.
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Isernia
13 ottobre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
“Smantellano Isernia, ma l’area di crisi è anzitutto loro” La denuncia viene dalla segretaria della Uil, Tecla Boccardo ISERNIA. Con la decisione di chiusura di ben 23 prefetture, fra le quali quella di Isernia, il governo adotta misure di vera e propria riduzione dei presìdi di legalità e sicurezza sul territorio, disinteressandosi completamente dei lavoratori che qui prestano la loro opera garantendo coesione sociale, integrazione e convivenza civile, ma soprattutto dei cittadini e delle comunità locali. “Esprimo la forte contrarietà del Sindacato allo smantellamento di Isernia in quanto tale, un pezzo alla volta. Prima l’abolizione delle provincie, poi l’accorpamento dei tribunali, nel frattempo la chiusura di molti uffici postali e la fusione/sparizione di scuole, la sempre ventilata chiusura dell’ospedale di Venafro e il ridimensionamento di quello di Isernia, dietro l’angolo lo spostamento degli uffici statali. Ora via la
Prefettura, a cui facilmente faranno seguito la questura e i comandi provinciali delle forze dell’ordine. Cos’altro seguirà? Anche la classe dirigente isernina talvolta ci mette del suo, come nel caso delle ultime vicende politiche, stiamo comunque assistendo ad un attacco alla stessa sopravvivenza economica e produttiva, sociale e culturale della provincia pentra. Se non vogliamo che qui si campi solo di tartufo, merletti e archeologia continua Boccardo – adesso che c’è il riconoscimento dell’area di crisi, che insiste per buona parte su questo territorio, gli isernini, le loro comunità, i loro amministratori locali, le loro forze vive del lavoro devono assumerne l’egemonia. Sarebbe davvero assurdo - evidenzia la UIL - che, in una zona geografica depressa economicamente, con altis-
simi tassi di disoccupazione, con aziende decotte e che mai si riprenderanno, con problemi infrastrutturali e desertificazione del territorio, con tanto disagio sociale, ora che i soldi ci sono non si riescano ad utilizzare per un vero rilancio del tessuto produttivo e dell’occupazione, per una vera ripartenza. Certo, serve un’idea forte di sviluppo economico e sociale (e gli amministratori regionali, se mai l’avessero, la tengono ben nascosta davvero!). Ma, ancora prima, serve la consapevolezza delle qualità di questa comunità, occorre l’orgoglio di chi è pronto a prendere in mano il proprio futuro, è necessaria la tenacia per evitare ulteriori penalizzazioni e tagli al poco di esistente e scongiurare, ora, scippi o altra finalizzazione delle risorse economiche dell’Area di crisi”.
Melogli torna in campo L’ex sindaco sarebbe pronto dopo la debacle di Brasiello e domani terrà una conferenza stampa ISERNIA. L’ex sindaco di Isernia Gabriele Melogli si rimette in gioco per le prossime elezioni di maggio 2016? E’ Probabile. Il suo interessamento alla situazione attuale della città ha riscaldato gli animi dei cittadini, che rimpiangono l’era Melogli, dopo la fine impietosa dell’amministrazione Brasiello. Infatti l’ex primo cittadino, domani alle h.18,00 incontrerà presso l’Hotel Europa di Isernia gli organi di stampa e i cit-
tadini di Isernia che vorranno intervenire per sottoporre alla loro attenzione la documentazione attestante la situazione finanziaria del Comune di Isernia al momento della cessazione dall’incarico di Sindaco, avvenuta nel maggio 2012. Seguirà una analisi sull’attuale condizione della Città di Isernia e sulle sue prospettive nell’ambito di un confronto aperto con la cittadinanza.
“Giornata Nazionale del Camminare” Iniziativa sul cammino di San Francesco Caracciolo La giornata dell’11 ottobre, nonostante sia stata una giornata uggiosa , iniziata a dir il vero , già il 10 a Villa Santa Maria con il 37^ della festa dei Cuochi, è stata una giornata all’insegna del territorio, della bellezza e della comunione di intenti. Tre realtà, Marche, Abruzzo e Molise uniti nel cammino di San Francesco Caracciolo. Infatti, la giornata nazionale del camminare, promossa da Federtrek, patrocinata dal Comune di Agnone, organizzata unitamente ad i Padri Chierici Regolari Minori ( padri Caracciolini ) presenti all’arrivo ad Agnone grazie alla presenza del Superiore Padre Raffaele, in rete con l’associazione Laici Caracciolini , con i Borghi d’Eccellenza e l’associazione di promozione sociale “ Walkers “ , gemellatasi proprio con i Borghi d’Eccellenza, grazie all’assessore al Turismo della Città Molisana, Giuseppe Attademo, ha visto
protagonista, proprio il cammino di San Francesco Caracciolo ed il suo percorso da Loreto ad Agnone, nel tratto Rosello/Agnone. Preso in considerazione, come atto di amore vero il Molise, dai Walkers , dopo la giornata del pellegrino di Rionero Sannitico e l’uscita successiva sul tratto appenninico versante Molisano da Carovilli ad Agnone passando per Capracotta e Pescopennataro, Vastogirardi, Pescolanciano, l’Associazione Abruzzese, che ha iscritti circa mille camminatori, ha manifestato tutto il suo fascino e tutta la sua bellezza con saliscendi, colline, boschi, abetaie, fiumi……
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Termoli
13 ottobre 2015
Lavori di recupero e valorizzazione Area Pineta, località Lido di Campomarino comunale, ho richiesto gli elaborati progettuali per capire in cosa consistesse la riqualificazione dell’area pineta. Alla visione dell’elaborato di progetto, sono rimasto senza parole, praticamente il progetto di riqualificazione consisteva nella realizzazione di un percorso pedonale di mt. 1,5 di larghezza che da via Vanoni , attraversando tutta l’area pineta, porta al Lungomare Cristoforo Colombo. Praticamente, dal mio punto di vista, un’opera inutile. Quest’opera, in fase di realizzazione, non servirà a nulla i seguenti motivi : Presenza di strade comode e con marciapiede per i pedoni a pochi metri da questo percorso pedonale; Realizzazione di un’opera all’interno di una Pineta che si presenta sporca e In tutti questi anni, né in Italia e né in tutti i posti che ho girato fuori dalla nostra nazione, non ho mai visto un’opera d’arte del genere. *Campomarino nel Cuore
di Antonio Saburro* Durante l’estate, sono stati avviati i lavori di Recupero e valorizzazione Area Pineta in località campomarino Lido. La Giunta Regionale, su proposta del Comune di Campomarino, deliberava in data 04/08/2011 un finanziamento di Euro 120.000,00 per il recupero e valorizzazione Area Pineta. Nella richiesta che il Comune inoltrava alla Regione per l’ottenimento del finanziamento, veniva descritto che il finanziamento serviva per apportare una riqualificazione ed un miglioramento dell’area pineta al fine di renderla più fruibile da parte della cittadinanza ed al fine di promuoverla turisticamente. All’epoca della richiesta, il sottoscritto era un semplice cittadino e quindi, seppur venuto a conoscenza della volontà dell’amministrazione di riqualificare la Pineta, non ero a conoscenza del progetto. Successivamente, eletto consigliere
Larino, un nuovo insediamento produttivo L’amministrazione comunale di Larino punta al rilancio dell’area Pip LARINO. La sua nascita ufficiale è prevista a novembre, eppure del Parco per lo sviluppo agro-industriale se n’è parlato alla Fiera di Larino dove è stato anticipato alla stampa il nuovo Piano per gli Insediamenti Produttivi di Larino, che diventerà operativo a breve. Si tratta di “uno studio di fattibilità commissionato dall’amministrazione comunale, con lo scopo di rilanciare l’area Pip”, come ha spiegato il sindaco Vincenzo Notarangelo che punta con questo progetto a “rilanciare
la zona Pip, attraverso lo studio che presenteremo nei dettagli tra circa un mese, abbiamo effettuato una ricognizione dell’esistente e la successiva programmazione per il futuro dell’area”. Lo studio è stato commissionato ad un pool di esperti specializzati nella progettazione e riqualificazione di aree industriali, composto dagli architetti Elviro Trolio e Modesto Sideri, ai quali è stato innanzitutto affidato il compito di individuare i punti di debolezza e quelli di forza dell’attuale zona pro-
duttiva, sita nelle Piane di Larino, lungo la statale 87. Saranno quindi realizzate una serie di analisi di convenienza, capaci di cogliere preventivamente gli ostacoli tecnici, procedurali ed economico gestionali. “L’obiettivo è quello di attrarre imprese sul Pip – ha concluso il sindaco Notarangelo – e sulla base di questo studio emendare e correggere gli errori del passato, come già abbiamo iniziato a fare aumentando l’indice di fabbricabilità. Ma anche prevedere una serie
“Ripeti con me” E’ il nuovo libro di Fernanda Pugliese presentato alla libreria “Farenehit” TERMOLI. Presentato, nei consueti incontri quasi settimanali con l’autore, presso la libreria Farenehit il nuovo libro “Ripeti con me” della professoressa Fernanda Pugliese. “Ripeti con me” è un’antologia di racconti scritti in un lasso di tempo abbastanza lungo. Ci sono le metafore, i miti e i ricordi dell’infanzia, i brani d’amore di ieri e di oggi, passioni antiche e di tutti i tempi che rendono la trama interessante. Il filo conduttore, il leitmotiv come anche ha spiegato la stessa autrice nel corso della presentazione, è quasi sempre la delusione che connota le aspettative dei protagonisti e discende da amori mancati, tradimenti, lacerazioni, pregiudizi, incomprensioni, aspettative e sogni infranti.
Ci sono la violenza e l’ignoranza che non si dimentica. Con la presenza come moderatrice di Rossella De Rosa, amica di vecchia data dell’autrice, conosciuta sul social Facebook, è stato un pomeriggio molto elegante e al femminile il quale, se non fosse stato per il clima quasi invernale che ha costretto i presenti a stare dentro i locali della libreria, avrebbe potuto avere una maggiore presenza di amici e semplici spettatori interessati alla cultura libraria. Fernanda è una persona molto affabile e speciale, ha uno stile sia come autrice che come persona molto alla mano che merita il successo che ha e prendendo spunto dal suo ultimo lavoro “Lo ripetiamo a gran voce con lei”.
di agevolazioni fiscali e di servizi ai nuovi insedianti, da un permesso di costruire ottenuto in tempi brevi, fino ad un regime fiscale agevolato nei primi anni. Infine strutturare un’efficace politica di marketing per far conoscere la nostra area per gli insediamenti produttivi”. Tutti i dettagli saranno forniti nel corso di un convegno atteso per il mese di novembre, in cui saranno invitate le organizzazioni di categoria, imprenditoriali ed agricole e le rappresentanze politiche regionali e locali.
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Termoli
13 ottobre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
A controllo di sicurezza Il consigliere Rinaldi visita la scuola Principe di Piemonte a Termoli TERMOLI. Sabato mattina d’impegno, quello scorso, per il consigliere comunale di opposizione Francesco Rinaldi, capogruppo dell’Alleanza per Termoli. L’amministratore si è recato nel plesso centrale di piazza Monumento della scuola elementare Principe di Piemonte e insieme alla
dirigente scolastica, alla responsabile prevenzione infortuni incaricata dal Comune Federica Ianieri e alla collaboratrice Erika Marinelli è stato eseguito un sopralluogo per verificare la presenza dei punti di raccolta, le uscite d’emergenza e le porte tagliafuoco. Uno screening su prevenzione e sicurezza, con controllo delle
piantine di evacuazioni e le esercitazioni antincendio. Secondo quanto reso noto dalla preside a Rinaldi, in alcune aule, finestre, banchi e sedie non sarebbero a posto. “Ogni mese mi presenterò per dei sopralluoghi a sorpresa – ha annunciato Rinaldi – e sarò presente a una delle due esercitazioni previste nella scuola”.
Ressa dinanzi la scuola Macchine fuori spazio e difficoltà ad attraversare sono causa di pericoli e confusione TERMOLI. Ha suscitato commenti, anche tra di loro contrastanti, l’episodio avvenuto nel parcheggio della scuola media Maria Brigida di Termoli. Purtroppo e le testimonianze ne sono molteplici, l’irruenza, chiamiamola così, dei genitori che vanno a riprendere i figli, non è sempre intrisa nella buona educazione. Uno dei casi più eclatanti che sta mietendo polemiche e prese di posizione è quello che riguarda il terzo circolo didattico, o meglio la scuola primaria di via Stati Uniti. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci. Non c’entra nulla la dirigenza scolastica, anzi, la professoressa Emilia Mastronardi ha cercato di istruire i genitori a comportarsi meglio, ma qualcuno le ha detto con evidente protervia che fuori dai cancelli non poteva impartire direttive a nessuno. Ma qual è il problema? Semplice, anzi disdicevole, una ressa che specie nei giorni di rientro, al pomeriggio, ma ad ogni uscita, vede padri e madri accalcarsi come se ci fosse un allarme nucleare per andare ad accaparrarsi i figli, con tanto di spintoni e persino vie di fatto, quando qualcuno tenta di reagire alla scostumatezza altrui.
Insomma, si va per grazia e si ottiene giustizia, gomitate comprese. Perché tutto questo? Alcuni genitori tutt’altro che facinorosi hanno sottoposto la questione alla preside, che si adopererebbe per agevolare l’uscita dei bimbi di prima, coloro che soffrono di più questa situazione, poiché a comportarsi male
sarebbero soprattutto i familiari di chi va in quarta e quinta. In uno degli ultimi episodi è stata chiamata anche una guardia municipale che era attenta al traffico per far attraversare i bambini, chiaramente non ha potuto distrarsi dal compito assegnato. Una domanda, ma perché non si torna a coinvolgere i Nonni vigili?
I tabaccai in riunione a Termoli I titolari delle rivendite del centrosud hanno fatto il punto della situazione TERMOLI. Come annunciammo, si è tenuta a Termoli l’adunata dei tabaccai dell’Italia del centro sud. Purtroppo le condizioni meteo hanno costretto qualcuno di loro a rinunciare alla trasferta, soprattutto coloro che dovevano venire da città più lontane; comunque al porto turistico dove è stato predisposto il punto di
arrivo del gruppo si sono incontrati per un cocktail di benvenuto. Questa riunione dei tabaccai si tiene annualmente e la città dove ritrovarsi la si sceglie tramite una sorta di referendum tra tutti attraverso un voto via web. Quest’anno la località che è uscita vincente dal voto referendario è stata
proprio Termoli; in effetti c’era anche una candidata de l Nord Italia Jesolo e ovviamente i tabaccai del nord hanno scelto Jesolo e il loro ritrovo lo hanno fatto domenica scorsa. Detto questo, al porto turistico nonostante il vento forte da Nord si è tenuto anche un siparietto molto
simpatico del quale il grosso del gruppo non ne sapeva nulla. Infatti è stato predisposto da uno di loro proveniente dalla Sicilia, un arrivo simulato dal mare con tanto di Gommone messo a disposizione della Marinucci Yacthing e con issata una bandiera della Sicilia in bella mostra.
Questa scena, nata per far sorridere un po’ tutti e anche in un certo qual modo chi vive in Sicilia, vuol mettere in risalto anche un altro grosso problema sociale che loro in Trinacria vivono molto da vicino. Applausi baci e abbracci tra di loro a dimostrazione dell’unità della categoria.
Consiglio comunale su acqua e referendum Giovedì consiglieri in aula per l’esame dell’ordine del giorno con quattro punti TERMOLI. Si terrà il prossimo giovedì 15 ottobre 2015 alle ore 18,00 il primo Consiglio Comunale dopo la pausa estiva. Diversi i punti all’ordine del giorno: 1. Proposta di deliberazione del Consiglio Comunale e Mozione sull’istituzione della Commissione per i referendum art.18 del Regolamento Partecipazione dei cittadini; 2. Ripristino del semaforo all’incrocio tra via Magellano e via Mascilongo; 3. Mozione per la tutela del servizio di Somministrazione dei vaccini desensibilizzanti presso l’ospedale civile San Timoteo di Termoli; 4. Interpellanza sull’alterazione del colore delle acque potabili in uscita dalle utenze residenziali del quartiere ‘Santa Maria degli Angeli’.
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Opinioni di Claudio de Luca Se si discute di evasione fiscale, la sensibilità dei Molisani si acuisce. D’altronde, se – nel gioco del calcio – ogni tifoso si atteggia a Commissario tecnico, nel mondo delle imposte molti ambirebbero di sedere sul soglio della Direttrice generale dell’Agenzia delle entrate. E così, bene spesso, si ascolta tuonare contro l’evasione, ma senza che siano proposti rimedi atti a combattere il fenomeno, a parte un generico appello al comune senso civico. Tempo addietro, in Molise, un professionista salì al “disonore” delle cronache locali per non avere provveduto a dare a Cesare ciò che era di Cesare. Così facendo, aveva accumulato un “tesoro” di 14 milioni di euro. La “performance” gli era andata bene almeno sinché non rimase impigliato nella panìa delle indagini tributarie. Se vicende del genere avessero a rivelarsi positive anche dopo l’esaurimento dei processi, la notizia sarebbe intrigante e, nella regione, non esisterebbero più nullatenenti con “yacht” od avvocati privi di reddito. Il fatto è che i furbi saranno pure in tanti (l’anno scorso si apprese che – nell’Isernino – circolavano 1.506 auto da 2.500 cc.), ma è pur vero che – bene spesso – vengono pizzicati solo i profittatori di sussidi economici pubblici, i “ciechi” miracolati come Lazzaro, gli arrampicatori delle graduatorie per le case popolari e chi si sia auto esentato dal “ticket” e dalle tasse universitarie. Se la situazione è questa, c’è chi ritiene che possa essere adottato un sistema semplice ed efficace: applicare il redditometro alla fonte sulle proprietà immobiliari che – in definitiva – sono le uniche a non potere essere trasferite all’Estero. In sostanza, se si ha un immo-
di Pasquale Di Lena Anche questo anno si sono svolte a Buttrio (Ud), ormai definita la “capitale dei vini autoctoni”, le Finali di Vinibuoni d’Italia, la Guida del Touring Club Italiano curata da Mario Busso e Luigi Cremona. Dopo tre giorni di attenta selezione, dal 22 al 25 luglio, sono state attribuite le Corone, ovvero il massimo riconoscimento conferito a quei vini che si sono distinti per piacevolezza di beva e per indiscussa emozionante qualità. Le Corone sono state assegnate dai 25 coordinatori della Guida riuniti in 3 commissioni. Mentre con l’iniziativa “Oggi le corone le decido io” – a carico di una commissione parallela aperta ai wine lover, giornalisti e blogger – sono stati assegnati i riconoscimenti indicativi del gradimento degli eno-appassionati. “Il Molise si è contraddistinto per uno standard qualitativo indiscutibile, ormai in evidente crescita anche per le cantine sociali, e per la diversificazione delle varietà autoctone proposte, quindi non solo Tintilia”, ha commentato con entusiasmo la neo coordinatrice della Guida, Jenny Viant Gómez, giornalista enogastronomica e sommelier residente nel vicino Abruzzo, dove è avvenuta la preselezione dei 65 campioni pervenuti da 10 cantine molisane. Il dato nazionale complessivo ci parla di circa 25.000 vini ricevuti e degustati rigorosamente alla cieca, 652 campioni ammessi alle Finali (cioè ap-
13 ottobre 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
I quattro cantoni del fisco molisano
bile intestato, si deve pure fruire di un reddito per mantenerlo, oltre che per mantenere sé stessi. Perciò, lungi dal praticare una sterile caccia ad affitti in nero o ad altre fonti occultate, sarebbe sufficiente presumere che l’immobile sia comunque affittato; che lo sia ad altri oppure a sé stessi è indifferente. Immagino già il contraltare di altri secondo cui occorrerebbe considerare che, qualora lo Stato avesse più soldi, saprebbe come sprecarne ancora di più; e che il “deficit” è stato originato dai ripetuti disavanzi del bilancio e
non dalla evasione fiscale, secondo un semplicissimo (ma sempre ignorato!) principio: quello per cui non bisogna spendere più di quanto si incassa. Considerazioni troppo elementari? Può darsi, ma si tratta di concetti posti alla base di una corretta “governance”. Infine, si ricordi che esiste la tassazione separata delle rendite finanziarie, per cui queste finiscono col non comparire nel “740”; oppure le società familiari (e via di questo passo). Servendosi di questi “èscamotage” gli imprenditori riescono a dichiarare poco,
avendo già pagato altrove. Certe considerazioni possono apparire valide solo in apparenza, intinte (come sembrerebbero) in un che di demagogia ed in una voglia di caccia all’untore. Può darsi. Però vorrei ricordare a me stesso che, nel 1907, Luigi Einaudi aveva descritto uno scenario molto simile a questo odierno; segno che il vizio molisano ed italico di non versare le imposte è antico. Da una parte operano contribuenti e commercialisti impegnati ad inventare le forme più complesse ed artificiose per saldare il meno possibile; dall’altra si muovono gli agenti fiscali che devono usare la maggiore accortezza per riuscire a spogliare le dichiarazioni dei redditi dalla corteccia posticcia. L’illustre Uomo di Stato suggeriva che, se tutti avessero corrisposto il dovuto, le finanze pubbliche si sarebbero potute adagiare su quote ben più alte, paghe degli allori conseguiti. Al contrario la frode, persistente da oltre un secolo, costringe a riflettere se possa addirittura convenire un abbassamento delle aliquote. Cosa concluderne? Sia detto col facile senno di poi, il Nostro è un Paese che ha un radicato e scarso senso civico. Vuoi da una parte vuoi dall’altra. Ecco perché (secondo “Il Sole – 24 ore”) nel Meridione si pagherebbe grosso modo la metà delle tasse versate da quelli del Nord; e, tra le province peggiori, risultano ben piazzate proprio Isernia e Campobasso. La prima perché conferisce il 56% del dovuto e la seconda perché sborsa ancora meno (il 52%).
Tre vini molisani nella Guida ai vini buoni d’Italia pena il 2,62%) e 467 premiati con la Corona (appena l’1,87% dei partecipanti). La Guida Vinibuoni d’Italia, l’unica dedicata agli autoctoni, in base alla quantità di produttori presenti nel territorio riserva a ciascuna regione una determinata quota di finalisti, al Molise sono destinati 3 posti, che possono trasformarsi concretamente in Corone durante le Finali. Per questa edizione i 3 finalisti scelti si sono aggiudicati il massimo riconoscimento (l’anno scorso le Corone sono state 2 su 3 finalisti). Gli autoctoni da Corona per la Guida 2016 sono: Terre degli Osci Igt Rosato Ros_is 2014 di Cantine Salvatore, Biferno Doc Rosso Ramitello 2013 di Di Majo Norante e Tintilia del Molise Doc Rosso 2012 di Terresacre. “L’auspicio è quello di incrementare il numero delle aziende in Guida e potenzialmente il numero di Corone. Ciò è possibile se in fase di reclutamento dei campioni le aziende aderiscono numerose e con tempestività, al fine di consentire lo svolgimento delle preselezioni nei termini previsti. Il Molise ha caratteristiche pedoclimatiche e ampelografiche invidiabili. La produzione è
contenuta e di qualità sorprendente, bisogna solo veicolare nel modo opportuno l’unicità di questa meravigliosa regione, il comparto vitivinicolo può dare un supporto impor-
tante”, conclude Viant Gómez, nota amante del territorio e dei suoi vini, che dopo il nuovo incarico sarà spesso in Molise per incontrare i produttori.