TuTTo quello che gli alTri non dicono
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Il cinema Ariston non si tocca SERVIZIO A PAGINA 3
L’Oscar del giorno a Susanna Pastorino
L’Oscar del giorno lo assegniamo a Susanna Pastorino segretaria regionale Funzione pubblica della Cgil. In un documento sulla questione sanità, non ha avuto mezzi termini rispetto alla proposta di piano ideato dalla Regione Molise. Innanzitutto, ha tenuto a dire, è stata persa l’occasione per un confronto tra tutte le parti su di un tema così delicato. Poi, è passata in rapida sintesi a mettere in rilievo i punti oscuri di quella proposta di riforma che non va a sanare la situazione in essere e non è garante della qualità dei servizi ai cittadini.
I cittadini preoccupati da un nuovo capitolo di cementificazione
Il Tapiro del giorno a Bibiana Chierchia
Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Bibiana Chierchia. L'assessore comunale di Campobasso all'Urbanistica aveva promesso una Campobasso città europea. Al contrario è passato un anno dal suo insediamento in Comune e non si è ancora visto nulla di quanto, pure, ipotizzato. Ora, con la nuova grana del palazzone da fare sorgere al posto del cinema Ariston va ad aprirsi un nuovo capitolo della tormentata storia della crescita disordinata della città. L'utilizzo di quell'area potrebbe rappresentare l'ennesimo colpo inferto all'immagine di Campobasso.
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 2 giugno 2015
By-passata la revisione delle norme tecniche di attuazione del Prg
Incredibile: la maggioranza di Palazzo san Giorgio ha ritenuto che la materia urbanistica non sia di competenza del consiglio
Nel consiglio comunale giocano a farsi i dispetti, indifferenti al fatto che da un anno a questa parte non hanno varato alcun prevedimento amministrativo che potesse aiutare la città a scrollarsi di dosso l’apatia, la rassegnazione, il tutto scorre Le opposizioni riescono a convocare il consiglio comunale di Campobasso per discutere la revisione in meglio (è da credere) delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore, giusto per mettere un argine al qualunquismo, al’abusivismo, alla libera interpretazione dei diritti (tutti) e dei doveri (nessuno) ma la maggioranza ancora più straordinariamente brava è riuscita a scansare l’ostacolo affermando che discutere di materia urbanistica non è competenza dell’’assemblea. Un’assurdità che non trova aggettivi qualificativi, tanto è pacchiana nella sua strumentalità demagogica. Il Consiglio comunale di Campobasso è questo assieme di mistificatori, turlupinatori, di scansa fatica, che giocano a farsi i dispetti, indifferenti al fatto che da un anno a questa parte non hanno varato alcun prevedimento amministrativo che potesse aiutare la città a scrollarsi di dosso l’apatia, la rassegnazione, il tutto scorre. Mettere mano alle norme tecniche d’attuazione significherebbe mettere mano ad uno stato di fatto che va bene a meraviglia agli speculatori
dell’edilizia, ai gruppi industriali, ai potentati professionali. I quali, essendo nella condizione di sopportare gli effetti della crisi, vogliono che tutto sia nella loro disponibilità fintato non vorranno riprendere (a modo loro) a speculare, a guadagnare, a sopraffare. Le norme tecniche d’attuazione così come sono vanno a pennello all’applicazione del Piano Casa regionale fatto apposta dai consiglieri regionali per dare di nuovo campo libero alla manomissione del territorio andando incontro ai capitali della speculazione e solo marginalmente ai piccoli in-
CAMPOBASSO. Cosa non daremmo per avere, ogni tanto, qualcosa di buono, di positivo da poter raccontare; su cui fare una cronaca leggera e, magari, venata di speranza. Purtroppo, ovunque si volga lo sguardo ciò che salta agli occhi sono rapporti difficili, ritardi, difficoltà (apparentemente) incomprensibili in ogni settore della vita pubblica ed amministrativa di questa regione. L’Università del Molise, ad esempio, sarebbe (sicuramente lo è stata , probabilmente, ancora lo è) un vettore formidabile di sviluppo per il Molise. Come polo di attrazione di giovani dalle regioni limitrofe, con evidente ristoro dell’economia regionale, come fucina di ingegni, come partner prezioso per eventi culturali e di promozione didattico-scientifica e mille altre evidenze. Sarebbe interesse preminente dell’amministrazione regionale tessere dei rapporti quantomeno sereni se non addirittura virtuosi con l’università. Invece assistiamo alla consueta ripicca iconoclasta in dispettosa discontinuità con la pas-
terventi relativi all’ampliamento di un appartamento o all’aggiunta di qualche camera. Non è certo un caso che appena varato il Piano Casa e lasciate inalterate le norme di attuazione è spuntato il costruttore che ritiene valido per sé e per i suoi interessi buttare giù il cinemateatro Ariston e farvi nascere un palazzo di tre piani interrati e otto fuori terra che, a parere della famiglia De Benedittis, proprietaria del cinemateatro, equivale ad un modesto insediamento qualificativo per la città. Dovunque uno si giri o si volti trova il demagogo di turno che mette i tasselli del
proprio pensiero al posto giusto, fregandosene del pensiero degli altri. In questo contesto di ragionatori in favore del proprio tornaconto è stato un gioco da bambini per la maggioranza consiliare di Palazzo san Giorgio far passare l’idea che l’assemblea non era competente a trattare la revisione delle norme tecniche di attuazione del Prg, equivocando che si trattasse delle nome tecniche di costruzione. Ed è tutto da ridere il voto che ha sostenuto e fatto passare questa tesi assurda. Com’è da ridere l’astensione del gruppo 5 Stelle e la flebile reazione degli oppositori che avevano tentato di introdurre l’argomento e la possibilità di discuterlo. L’anno appena passato dall’insediamento del centrosinistra a Palazzo san Giorgio è stato all’insegna dell’attendismo, come abbiamo ac-
Summer school dell’Unimol senza fondi regionali
sata legislatura. Se, infatti, oggi sarebbe improponibile, visto il periodo storico, che la Regione stanziasse i 22 milioni che la giunta Iorio assegnò all’UNIMOL (7 per la ricerca, il restante per le in-
frastrutture), delibera immediatamente revocata dal governo Frattura appena insediatosi, sarebbe quanto meno auspicabile che almeno il milione e mezzo, oggetto di un accordo formale sottoscritto bel più di anno fa, venisse liquidato. Non fosse altro che per dare l’idea di essere un amministrazione seria, leale, di quelle per cui un impegno è un impegno; un amministrazione che tiene nel dovuto conto un’istituzione come l’università. Ed invece niente. E’ passato oltre un anno e quell’impegno formale è rimasto disatteso. Certo l’università dipende direttamente dal Ministero per la quasi totalità del suo esercizio corrente, ma un fattivo intervento delle istituzioni locali, come dimostrato da quasi tutte le altre regioni del Paese, fa la differenza tra circoli virtuosi e circoli viziosi. So-
cennato, sperando che venisse fuori il Piano Casa regionale con la sua carica di deroghe, premialità, e vantaggi ai costruttori e ai progettisti. Chiaro che si sarebbe ricorso ad ogni mezzo, ad ogni sorta d’impedimento, ad ogni trucco per impedire che qualcuno si potesse intromettere. L’acme di questo atteggiamento mentale, di questo strumentalismo politico, di questo asservimento degli amministratori comunali al legislatore regionale che a sua volta s’è venduto all’ignominia pur governare il Molise nel segno dell’accordo scellerato con gli affaristi e gli speculatori, l’hanno raggiunto (raggianti nella loro incoscienza o se si vuole nella loro sporca coscienza) i consiglieri comunali di Campobasso. Che però hanno trovato di pretta loro competenza deliberare e approvare le norme che regoleranno l’attività degli artisti di strada in chiara controtendenza con l’aggressione degli imbrattatori all’unica vera opera d’arte: l’Albero della vita del compianto Maestro Gino Marotta, al centro della Villa dei Cannoni (ex Brisotti). Dardo
stenere la ricerca, i dottorati, ad esempio è un modo per le i governi regionali di assolvere con pienezza ai propri doveri di promozione e sviluppo civile. Ed invece niente. Fino al triste caso della prossima “Summer school” (una denominazione in italiano sarebbe stata assai più degna e meno grottescamente provinciale n.d.r.) organizzata dall’UNIMOL sul diritto militare internazionale; costo complessivo settemila euro. Davvero non sappiamo cosa sia peggio se la richiesta di contributo da parte dell’Università, per un importo totale francamente praticabile o il rifiuto arrivato dall’amministrazione Frattura che sa tanto di bambinesco dispetto. Impressione venuta su in trasparenza anche rispetto ai trascorsi abboccamenti in tema di riforma del sistema sanitario regionale. In sostanza rimane la frustrazione nel vedere un altro meccanismo del corretto sviluppo della nostra realtà incepparsi per il solito, beffardo, inspiegabile, irritante granello di sabbia.
TAaglio lto
3 2 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Campobasso dal cuore di cemento Il teatro Ariston verrà abbattuto per fare posto ad un condominio di cinque piani. Tutto lecito. Ma sostenibile? Una cosa è certa, vedere quello che fu il teatro Ariston appassire sotto il peso degli anni, disfarsi lentamente, ma altrettanto inesorabilmente, insieme al ricordo di quella Campobasso che, per un breve frangente, sembrò avvicinarsi a diventare una vivace cittadina (anche grazie alla presenza stessa dell’Ariston e degli spettacoli che ha saputo ospitare negli ani), stringe il cuore; rinvigorisce la dolorosa percezione di attraversare una stagione di riflusso, economico e, quindi, anche culturale. La famiglia De Benedittis, proprietaria dell’immobile, pare essersi definitivamente decisa ad abbattere la costruzione e realizzare sulle sue fondamenta un edificio di cinque piani ad uso abitativo. Tutto pienamente lecito e nel diritto della famiglia, per carità. Rispettando le norme vigenti e i dettati del piano regolatore (datato però 1972 e fatalmente figlio dei suoi tempi, come visione e progettualità), l’esercizio dell’im-
presa privata è uno dei diritti fondamentali della nostra società. Altrettanto lecito, però, porsi degli interrogativi circa la sostenibilità di un’opera del genere nel cuore della città. Immaginare un cantiere di
Lunedì più amaro del solito per il segretario regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli. Come se non bastasse l’automatico fastidio per un fine settimana (quasi) estivo che se va, il battagliero segretario Fanelli ha dovuto attraversare anche le fatiche di un lunedì post elettorale. Al netto di ogni considerazione sul quadro generale delle regionali 2015, sui flussi di voto a livello nazionale, sull’effetto Renzi, tocca sottolineare come i candidati sindaco direttamente riconducibili al segretario fanelli abbiano subito delle sonore sconfitte. Nicola Palombo, per esempio, a Montenero di Bisaccia non è riuscito a spuntare che un 24,32%, permettendo al sindaco uscente Travaglini di riconfermarsi senza troppo penare. Luigi Montagano a Bonefro, componente della direzione regionale PD, poi, arriva addirittura ultimo tra i candidati in corsa; la spunta per la fascia tricolore l’omonimo Nicola Giovanni Montagano con il 42,85%. Solo il 20,39% per il candidato sponsorizzato dalla Fanelli e la sua lista “Progetto Bonefro”. Ancor più dolorosa sarà stata la sconfitta a Pietracatella, per Micaela Fanelli. Nel centro fortorino, infatti, correva uno degli uomini più vicini al segretario, Angelo Tomassone, componente della segreteria regionale del Partito, che pur raccogliendo un più che decoroso 48,76% ha
quella portata stretto tra le anguste via Cardarelli, via Isernia e via Larino è uno scenario estremo per una Campobasso già congestionata dal traffico e sopraffatta da cubature e volumetrie evidentemente sovradi-
mensionate, da area metropolitana. Ma i margini, le possibilità, il diritto sono tutti a favore dell’idea della famiglia De Benedittis; niente, se l’idea dovesse presto trasformarsi in ferma determinazione, potrebbe impedir loro di realizzare il (prevedibilmente) lussuoso complesso edilizio. Né le remore dei cittadini del centro murattiano, che dovrebbero affrontare qualche anno di inevitabili sacrifici, in tema di mobilità e disagi assortiti relativi all’attività del cantiere; né i distinguo degli architetti ed urbanisti prêt-à-porter (tra cui, a buon diritto, ci iscriviamo con queste righe, del resto); né gli stre-
Lunedì nero per Micaela Fanelli Tutti sconfitti i candidati riconducibili al Pd
dovuto cedere il passo a Luciano Pasquale (“Pietracatella Cambia”) ed il suo incontrovertibile 51,23% dei consensi. La lista nera di questo nero lunedì per la Fanelli si chiude con Sesto Campano. Per la corsa a sindaco nella cittadina della provincia di Isernia il segretario aveva puntato forte su Giuseppe Caranci ma i sestolesi gli hanno preferito Luigi
Paolone e la sua lista “Progetto Comune”, attribuendogli il 43,95%; non è bastato, quindi, il 42,04% raccolto da Caranci. Un filotto di sconfitte che di certo non mineranno la sicumera e la baldanzosità della Fanelli ma su cui farà bene a riflettere. Del resto le sconfitte sono passaggi obbligati per ogni leader (fatto e finito o solo aspirante, come la Fanelli) che si rispetti. Siamo, è vero, in epoca di giovanilismo al potere, di rottamatori sulla cresta dell’onda (e per molti versi era quasi l’ora), ma un bagno d’umiltà, qualche doloroso rovescio aiutano, coloro che ne sanno trarre i giusti insegnamenti, a trovare l’equilibrio tra fiducia in se stessi e protervia; tra decisione ed arroganza; tra una mano forte e un bluff mal portato.
piti di ambientalisti di stagione; né, come detto, i precetti di norme e regolamenti. L’unica possibilità sarebbe quella che l’amministrazione comunale si offrisse di rilevare onerosamente la struttura e provvedesse ad una riqualificazione più orientata verso il beneficio della collettività che quello del privato interesse. Ma questa sembra, allo stato dell’arte, un’opzione davvero impraticabile. A dire la verità c’è stato un momento, durante il mandato del sindaco Giuseppe Di Fabio, in cui l’operazione è sembrata fattibile. Furono fatte valutazione che, per un fugace frangente, accarezzarono anche lo stadio di operatività. Fatalmente, però, tutto s’inceppò, andando ad ingrossare le fila dei rimpianti, delle occasioni perse. Probabilmente fu quello il momento ideale in cui Campobasso abbandonò il destino di piccola ma vivace cittadina per abbracciarne un altro, decisamente meno seducente.
la nota
Troppa disaffezione degli elettori
di Pietro Maio
L’elevato tasso di disaffezione degli elettori non risparmia il Molise ed obbliga i partiti e le coalizioni politiche ad aprire una riflessione seria sulle ragioni che allontanano i cittadini dalla partecipazione al voto. Senza entrare in casa d’altri non si può attendere la riorganizzazione del centrodestra o il consolidamento del Movimento 5 Stelle che giustamente perseguono la propria strada. Spetta al centrosinistra che governa a livello nazionale e al PD che si è confermato quale primo partito italiano, adoperarsi per rilanciare il proprio progetto politico sul territorio attraverso un’azione coesa, determinata, efficace ed incisiva. In Molise le elezioni comunali hanno visto vincere aggregazioni civiche non meglio individuate in termini di schieramento politico, in cui non mancano alleanze extra-large e dalle quali non è chiaro il posizionamento rispetto ai grandi temi nazionali ed europei. In alcuni comuni esponenti della Lega Nord di Matteo Salvini si sono uniti al resto dell’arco parlamentare con una disinvoltura che merita di essere approfondita.
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TAaglio lto
4 2 giugno 2015
Il 28 maggio è stata nominata la commissione per l’affidamento delle attività di progettazione e l’allestimento dello stand
Ma la Regione uno spazio espositivo all’Expo ce l’ha oppure no?
Nel guazzabuglio delle presenze, degli stand allestiti e da allestire, delle rappresentanze molisane a Milano alla Fiera mondiale, non si riesce a capire se l’allestimento dello spazio espositivo della Regione è stato realizzato o è da realizzare La giunta regionale il 20 marzo scorso ha approvato il capitolato di appalto e i relativi allegati per l’espletamento della gara telematica Rdo Consip per l’affidamento delle attività di progettazione e l’allestimento dello spazio espositivo della Regione Molise all’Expo 2015 (Expo 2015 – Molise Protagonista). Ritenevamo che la Regione Molise avesse fatto in tempo a realizzare il progetto prima che si inaugurasse ufficialmente l’Expo (primo maggio 2015), visto e considerato che il presidente Frattura è andato e venuto da Milano diverse volte, in una delle tante occasioni e dei tanti stand che dicono e raccontano il Molise. Invece, dobbiamo ricrederci. Solo il 28 maggio scorso il direttore generale Pasquale Mauro Di Mirco ha provveduto a nominare la commissione di valutazione per l’aggiudicazione dell’offerta secondo il criterio dell’economicamente più vantaggiosa, così composta: presidente l’architetto Marcello Vitiello; componenti
L’obiettivo espresso finalmente a tutto tondo sul futuro della Formazione professionale nel Molise, stando alla segreteria dell’assessore regionale alle Politiche sociali, Michele Petraroia, consiste nell’avvicinare, passo dopo passo, il sistema di formazione professionale alle buone pratiche dei territori più avanzati, senza penalizzare nessuno, ma perseguendo una strategia di potenziamento, integrazione e valorizzazione delle attività formative per tutto l’arco della vita delle persone. La presa d’atto, anzi di coscienza, è significativa, ma va verificata sul campo, nella pratica, se si vuole davvero ammodernare, attualizzare, e sollecitare una Formazione professionale fuori dagli schemi obsoleti in cui si mantiene. Per dire: “La Regione Molise dal 2006 ad oggi ha rilasciato 19.313 attestati, di cui 9.884 - circa la metà - riferiti al profilo di <Addetto alla somministrazione e al
il giornalista Nicola Di Pardo e l’avvocato Luigi Sabella; segretario il signor Leonardo Ciarla. Quindi un architetto, un giornalista e un avvocato per valutare l’attività di progettazione e l’allestimento della spazio espositivo della Regione Molise all’Expo di Milano. Anche questa sembra una scelta in linea con l’estemporaneità e la fantasia che sono al potere a
Palazzo Vitale. Nel guazzabuglio delle presenze, degli stand allestiti e da allestire, delle rappresentanze molisane a Milano alla Fiera mondiale, non si riesce a capire se l’allestimento dello spazio espositivo della Regione è stato realizzato o è da realizzare. Se è stato realizzato diventa materia di analisi psicologica la determinazione di cui parliamo, per capire come sia
possibile nominare una commissione per valutare cose e situazioni presumibilmente già realizzate. Se invece l’allestimento non è stato realizzato, sarebbe stato il caso che nella determinazione fosse stato detto chiaro e tondo che i 120mila euro a base d’asta della gara sono ancora tutti da investire nella misura determinata dall’offerta più vantaggiosa. Che significato po-
trebbe avere allestire uno spazio e spendere tanti soldi per i pochi mesi che ancora rimangono alla chiusura dell’Expo rimane un arcano che un’amministrazione trasparente e coerente non dovrebbe assolutamente mancare chi spiegare. Ma valli a capire i direttori generali, i dirigenti e i direttori regionali e le loro determinazioni. Ne leggiamo di tutti i colori, ma questa crediamo sia una perla di indecifrabilità, una sorta di rompicapo, un rebus da Settimana enigmistica. Che al cronista impedisce ogni commento e di addentrarsi oltre per timore che dal cilindro regionale spunti una qualche giustificazione che potrebbe metterlo in imbarazzo. Il nostro intervento è strettamente legato e collegato alla determinazione 337 del 28 maggio scorso a firma Pasquale Mauro di Mirco. Altro non sappiamo. E mai lo sapremo. Dardo
La Formazione professionale com’è non risponde ai bisogni dell’occupazione commercio di alimenti e bevande> e 4.716 relativi ai profili di <Operatore Socio Sanitario> e <Operatore Socio Sanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria>”. Stando alla segreteria dell’assessore, alle attuali 113 figure professionali se ne dovrebbero aggiungere una settantina di nuovi profili, i cui standard formativi saranno individuati attraverso apposite schede professionali. L’aggiornamento e l’integrazione del Repertorio regionale delle professioni, quindi, dovrebbe permettere ai soggetti attuatori percorsi formativi avendo a disposizione uno strumento normativo che li guidi nella presentazione di valide proposte: obiettivo dichiarato da Petraroia nel
corso dell’incontro con l’Isfol, l’Ente nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che opera nel campo della formazione, del lavoro e delle Politiche sociali. La presa d’atto, anzi di coscienza, di cui abbiamo fatto cenno all’inizio,
mette pertanto in discussione, sul piano della concretezza, la sequela di finanziamenti annunciati, e in parte avviati, sparsi qua e là nella area delle politiche sociali. Gli strumenti attuativi, per pubblica ammissione, non sono adeguati, né garantiscono il raggiungimenti pieno degli obiettivi programmatici. Occhio, quindi, ai 600.000 euro destinati ai voucher formativi; ai 500.000 per la replica dell’iniziativa “Alta Formazione in rete” a cui si aggiungono 3 milioni e 500mila euro per i tirocini
formativi nell’ambito di Garanzia Giovani. Fintanto non saranno apportati i correttivi necessari (certificazioni delle competenze, accreditamento degli organismi secondo criteri di misurabilità della qualità dell’offerta), non saranno realizzate le riforme procedurali, hanno voglia a dire all’assessorato regionale di Petraroia che “la Regione Molise sta tentando di fare e di dare un segnale di novità rispetto al passato e un nuovo modo di concepire il sistema dell’istruzione e della formazione professionale in un’ottica integrata”. Fintanto non sarà varata la nuova legge regionale in materia, attualmente in fase di concertazione, si rischia di abbaiare alla luna.
TAaglio lto
5 2 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Petraroia ha attaccato forte lo Stato che si fa mercato, salvato le macroregioni e consigliato il Molise a lasciarsi assorbire Secondo lui i cittadini molisani non hanno timore di essere inclusi in un’amministrazione più vasta, ma hanno il diritto di sapere, prima e non dopo, su come saranno risolti i loro problemi, a chi dovranno rivolgersi e in che modo. Bella prospettiva, non c’è che dire!
Il vice presidente della giunta regionale Petraroia (il presidente Frattura non compare mai nelle elucubrazione del suo vice, e fa bene) c’è l’ha a morte con lo stato accentratore, che dopo aver smantellato le Province combinando un bel guaio sul piano della funzionalità, spinto dai poteri forti, si appresterebbe a smantellare le Regioni, ritenute il cuore dello spreco e della corruzione. I grandi giornali si sono ormai schierati con gli smantellatori, sospettati di essere al servizio non degli interessi dei cittadini ma dei grandi capitali. Se la prede con lo Stato che vuole essere sempre meno tale e sempre più mercato. Evidentemente Petraroia, ma non si mai perché mai nessuno finora lo ha saputo collocare nel Pd, non è renziano, dato che Renzi è con la Confindustria, col mercato, coi grandi interessi economici e finanziari. Lo smantellamento delle Province davvero si va risolvendo in un disastro, con il personale in diaspora e l’Ente in crisi d’identità. Petraroia dice che allo smantellamento non è seguito
L’intervento di Susanna Pastorino* La proposta di legge regionale sul riordino del servizio sanitario regionale, rappresenta ancora una volta un’occasione mancata di dialogo e di confronto. Eppure, una valutazione ragionata con il coinvolgimento delle parti sociali ben poteva garantire una migliore effettività e stabilità e certamente nel suo risultato ultimo avrebbe rappresentato un punto di svolta partecipato per il Legislatore Regionale. Una proposta di legge che complessivamente oggi è inaccettabile ed ir-
un atteggiamento coerente e razionale dello Stato , cosa che teme fortemente potrebbe accadere con lo smantellamento delle Regioni. Per consolarsi e consolare chi la pensa come lui, alle accuse di corruttela e di spreco rivolte alle Regione egli oppone, per contrappeso, la corruzione nei ministeri, quasi che il bilanciamento dei mali fosse, e dovrebbe essere per tutti, un sollievo. Se guardasse allo specchio ciò che non riesce a vedere in prospet-
tiva Petraroia si accorgerebbe che le Regioni sono indiscutibilmente un ordinamento ormai fagocitato dall’autoreferenzialità, dalla diserzione delle risorse, dalla incapacità di spesa e dalla forte capacità di spreco. Il Molise che ha occhieggiato coi signori del vento e dei pannelli solari, che ha rapporti poco trasparenti con il sistema dello smaltimento dei rifiuti, che ha varato la peggiore legge in materia edilizia ed urbanistica (il Piano Casa
regionale) in ossequio alle direttive dei costruttori e dei professionisti/progettisti, che sta mandando in malora la sanità, in crisi l’industria, in apnea l’agricoltura e in difficoltà il commercio, forse riuscirà a sfangarla sul piano della corruzione, ma su quello dell’inefficienza è la quintessenza e, come tale, è uno dei paradigmi che sostengono la necessità di cancellare una classe politica che ha tradito il motivo di fondo che ha sostenuto la nascita e l’affermazione delle Regioni. La difesa delle Regioni così come sono è blanda, di maniera, retorica. E come al solito, equivoca. Perché mentre la critica al Governo alle sua politica di accentramento è forte e pesante, diventa melliflua nel momento in cui, pur di sopravvivere, Petraroia ritiene che il Molise possa (anzi debba) andare
verso la composizione di una delle sette/otto macroregioni di cui si va parlano in Italia. E per consolazione (sua e nostra di molisani) fa sapere che “i cittadini molisani non hanno timore di essere inclusi in un’amministrazione più vasta, ma hanno il diritto di sapere, prima e non dopo, su come saranno risolti i loro problemi, a chi dovranno rivolgersi e in che modo. La soluzione che si prospetta non va demonizzata ma l’esperienza delle Province insegnerà pure qualcosa. O no ?”. A lui finora non ha insegnato a governare. Ma Petraroia è così, e va accettato per com’è, facendolo passare per un accidenti della storia politica del Molise, anzi l’interprete più aderente della facile adattabilità dei molisani all’obiettivo di restare a galla. Lui di fatti ci sta riuscendo. Affermando tutto e il contrario di tutto. Un gioco caleidoscopico che lo diverte moltissimo. Dardo
Sanità, nuova occasione pers per Frattura ricevibile, perché contiene in sé la negazione dell’art. 32 Cost. , incapace di guardare ai bisogni sanitari e di salute veri. In effetti da quel che appare sembra quasi un artificio aziendale che aumenta costi e figure dirigenziali. Senza considerare l’incremento del ruolo della sanità privata; ruolo che diviene quasi suggestivo, attuato in modo indiretto ma agevolmente rinvenibile se si analizza tutto l’articolato della Legge. Tanta confusione e molti dubbi. Lo sdoppiamento dell’Azienda oggi
unica aumenta le figure di direzione, duplica i costi e fa aumentare gli sprechi. Non è rinvenibile la modalità di costituzione delle due Aziende, non è dato sapere chi si farà carico della posizione debitoria della ASREM e delle obbligazioni già assunte. L’impressione che traspare è di trovarsi di fronte ad una legge scritta in tutta fretta che risponde solo alla logica di riequilibrare una posizione economico-finanziaria sfavorevole. Se l’intenzione è chiara, il progetto di riorganizzazione che intende de-
lineare lo è molto meno e forse, se si fosse agevolato il dialogo non ci sarebbe stata nessuna domanda da porre e ci saremmo trovati in una condizione quantomeno di miglior chiarezza, pur dovendo ammettere la distanza tra il modello di organizzazione sanitaria proposto dalle OOSS sin dal settembre 2014 rispetto a quello regionale. In buona sostanza, l’attenzione troppo protesa alle logiche economiche fa apparire distonica la linearità del disegno politico rispetto alla quasi totale assenza di prospet-
tive. E quel che è più grave è l’enunciazione della valorizzazione del territorio a fronte di una scelta che depotenzia i servizi trincerandosi dietro alla carenza di personale. Ciò arreca disagio all’utenza e rappresenta la negazione stessa di quello che, seppur in linea solo di principio la stessa legge enuncia. Attendiamo fiduciosi che, seppur con ritardo, qualche segnale di apertura venga da parte delle Istituzioni. *Segretaria Funzione Pubblica Cgil
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Campobasso
2 giugno 2015
Le famiglie si interrogano sul futuro A Campobasso il convegno delle associazioni impegnate a difendere l’istituto familiare CAMPOBASSO. Presso l’Hotel Rinascimento a Campobasso, si è svolto il Convegno promosso da una rete di Associazioni impegnate nella promozione della Famiglia e nel campo dell’educazione: Forum delle Associazioni Familiari, Movimento PER, Istituto per la Famiglia, Sentinelle in Piedi, il Convegno “Educazione e Gender”: le famiglie si interrogano. Una variegata e numerosa assemblea composta da famiglie, giovani, insegnanti, e persone impegnate in vari ambiti della vita sociale, ha partecipato alla presentazione del relatore Dottor Daniele Torri, medico, bioeticista e membro del comitato scientifico di Scienza e Vita di Brescia, che ha catturato per un’ora e mezza l’attenzione della platea con la solidità delle argo-
mentazioni scientifiche sulle quali ha fondato il suo intervento. Il tema del Gender sta entrando prepotentemente nella quotidianità delle famiglie italiane, in special modo nella scuola, luogo privilegiato dalle associazioni GLBT per diffondere questa teoria priva di basi scientifiche. Quasi sempre dietro progetti mascherati da “contrasto alla violenza di genere e al bullismo”, “educazione affettiva”, “educazione alle differenze ed al genere” e via dicendo, che entrano nei POF e/o nelle attività extracurriculari, si nascondono in realtà tentativi ben costruiti di propaganda gender e, cosa ben più grave, all’insaputa dei genitori, cui spetta invece, anche secondo la Costituzione Italiana, l’educazione dei propri figli, specie in ambito
tanto delicato quale è l’educazione all’affettività. Secondo il “Gender Theory”, fatto proprio dall’attivismo gay e femminista radicale, il sesso è solo una costruzione sociale, e dunque vivere da maschio e da femmina non corrisponde ad un dato biologico, bensì alla “percezione” che la persona ha di sé stessa, e che può variare a piacimento anche più volte nella propria vita (Queer=Fluido). La scienza dice invece che la differenza tra maschie e femminile è presente in ogni singola cellula, fin dal concepimento, con i cromosomi XX ed XY e si esprime in caratteristiche proprie di carattere fisico, cerebrale, ormonale e relazionale, prima ancora di qualsiasi influenza sociale e ambientale (come dimostrano autorevoli studi effettuati);
mentre le cosiddette “varietà” pretese dalle associazioni GLBTQ non hanno alcun fondamento scientifico volendo assimilare situazioni patologiche alla fisiologia. Anche nella scuola italiana dunque stiamo assistendo a tentativi sempre più pressanti di promuovere l’indifferentismo sessuale, de-costruendo l’essere maschio e femmina, per incentivare già nella prima infanzia l’affettività e la sessualità, con tecniche ed esemplificazioni inappropriate ed fin troppo dettagliate (imposte dall’OMS e dall’UE con gli “Standard per l’educazione sessuale nelle scuole”). È ovvio che se le famiglie conoscessero la reale portata del problema che pone il gender nelle scuole, insorgerebbero in massa: chi può accettare di vedere ridotta
la famiglia ad un “pregiudizio” o ad uno “stereotipo antiquato” da abbattere al più presto per far posto alle “nuove famiglie” composte da due (?) mamme o due papà? Quale genitore può tranquillamente accettare che nella scuola i propri bambini vengano sottilmente iniziati alla masturbazione precoce (0-3 anni), ai rapporti etero ed omosessuali e via di seguito fino alla “educazione” a contraccezione ed aborto, sottratti al controllo delle famiglie? Di qui la necessità di snaturare il concetto stesso di famiglia, cosa che si sta cercando di fare attraverso l’approvazione di leggi che intendono equiparare vari tipi di unioni all’unica Famiglia riconosciuta (non istituita) dalla Costituzione.
Scuola e valorizzazione del territorio Sottoscritto il protocollo d’intesa tra l’Itas Pertini e l’associazione Centro storico CAMPOBASSO. A conclusione dell’esperienza condivisa nel progetto “Erasmus+”, l’Associazione Centro Storico onlus e l’ITAS “S. Pertini” di Campobasso hanno siglato un protocollo d’intesa per dare forza istituzionale al rapporto creatosi quasi casualmente. Il protocollo prevede il reciproco impegno a raggiungere l’obiettivo della promozione e
valorizzazione del territorio, in particolare attraverso la formazione di studenti nel campo dell’accoglienza turistica di cittadini stranieri. Nel dettaglio, l’Istituto scolastico si impegna, attraverso il dirigente ed il corpo docente, a favorire la partecipazione degli studenti ad ogni iniziativa promossa dall’Associazione Centro Storico in cui sia utile
o necessario il supporto di interpreti in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, ad avanzare proposte che favoriscano azioni comuni fra l’Istituzione Scolastica e l’Associazione e a mettere a disposizione i locali scolatici per eventuali incontri con gli studenti. L’Associazione Centro Storico si impegna a promuovere la conoscenza del patrimonio
“Di Zinno, Misteri e... Visita guidata della Chiesa di Santa Maria della Croce” E’ la proposta della BiblioMediaTeca per Corpus Domini CAMPOBASSO. La BiblioMediaTeca comunale, insieme all’Assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso, propone per giovedì 4 giugno alle ore 18.30, presso la Chiesa di Santa Maria della Croce a Campobasso, un evento inserito nel cartellone ufficiale del Corpus Domini 2015, ed intitolato:“Di Zinno, Misteri e... Visita guidata della Chiesa di Santa Maria della Croce”. La visita è aperta a tutta la cittadinanza, senza bisogno di prenotazione alcuna. L’evento è anche l’atto di presentazione concreto del nuovo progetto della BiblioMediaTeca denominato “BiblioMediaTeca fuori di sé”, che
mira a sviluppare dentro e fuori dai consueti spazi della struttura, un più forte e vivo contatto con i propri utenti, sfruttando i canali social, dove sono di fatto già attivi da pochi giorni i profili della BiblioMediaTeca, ma anche portando in giro e proponendo un modello diverso di biblioteca diffusa e integrata nel territorio. L’iniziativa di giovedì 4 giugno ha lo scopo di condurre i partecipanti alla scoperta delle travagliate vicissitudini vissute dalla Chiesa di Santa Maria della Croce. Attraverso la descrizione di opere d’arte realizzate tra il XVI e il XX secolo, verranno raccontati aspetti cu-
riosi e particolari insoliti legati all’edificio sacro senza trascurare il suo ruolo di primo piano nell’ambito della tradizionale Processione dei Misteri. Particolare attenzione sarà dedicata ai lavori dello scultore campobassano Paolo Saverio Di Zinno che nel corso del XVIII secolo ha dato un notevole contributo all’arricchimento e abbellimento della chiesa. La giornata vedrà la presenza e l’intervento, oltre che della BiblioMediaTeca comunale, anche dell’Associazione Centro Storico Campobasso e dell’Associazione Guide Turistiche del Molise.
storico e culturale della città di Campobasso, organizzando iniziative, incontri, dibattiti, seminari, studi e approfondimenti rivolti agli studenti dell’Istituto “Pertini”, a formare gli studenti coinvolti all’accoglienza turistica ed allo svolgimento di visite guidate nel borgo antico e a fornire ogni materiale utile all’apprendimento della storia della città di Campobasso, dei suoi monumenti e siti culturali.
Campobasso
7 2 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
L’arte si fa strada di Michele Ambrosio* sima assise civica, che il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità dei consiglieri di entrambi gli schieramenti e di tutti i gruppi consiliari, nella seduta di martedì. La proposta traduce nella realtà, rendendola operativa, la valorizzazione dell’arte e dello spettacolo di strada in tutte le sue forme (musicale, teatrale, figurativo, espressivo) contribuendo anche all’affermazione di nuovi talenti. Un’occasione in più
per gli artisti che in questo modo potranno esibirsi in tranquillità, su tutto il territorio comunale senza l’obbligo del pagamento della cosap e con il solo sistema del “ passaggio a cappello” per ottenere libere offerte, evitando tra l’altro anche antipatici interventi interdittivi da parte della polizia municipale obbligata ad intervenire in assenza di una regolamentazione. Già promossa al rango di Legge in diverse regioni (Piemonte, Puglia e da ultima Lazio a dicembre 2014) e operativa in molti comuni, tra i quali Roma, Milano, Venezia, Firenze, la proposta oltre a riconoscere i diritti degli artisti di strada, vuole essere anche un’occasione di promozione per gli operatori commerciali per l’evidente ritorno che trarranno dalle performance degli artisti in argomento. Ma l’iniziativa intende essere
Riconoscere e valorizzare le espressioni artistiche di strada quale momento di aggregazione sociale della collettività, di integrazione con il patrimonio architettonico e monumentale e di sviluppo del turismo culturale, dichiarando il proprio territorio comunale ospitale verso dette espressioni artistiche. È questa la sintesi della proposta di delibera, che ho proposto e relazionato alla mas-
anche una opportunità per l’amministrazione comunale che attraverso manifestazioni o festival può valorizzare un percorso turistico culturale che va dal centro storico (piazzetta palombo, piazza Pepe, fondaco della farina ecc.. (sull’esempio di piazza Navona) ai quartieri ed alle contrade. *Consigliere Udc Campobasso
A Ripalimosani la nuova palestra La vecchia struttura è stata demolita. Entro un anno il nuovo impianto Ripalimosani avrà una nuova palestra: la struttura sinora utilizzata, risalente agli anni ‘50, è stata demolita completamente e ne verrà realizzata una nuova, in linea con tutte le normative antisismiche e di sicurezza. Sarà un fabbricato più grande, con intelaiatura e struttura portante in legno, con impianto di riscaldamento a pavimento alimentato da un sistema geotermico ad alta efficienza energetica. L’intervento viene realizzato grazie ai fondi della Protezione Civile e fa parte di un progetto più ampio per la prevenzione del rischio sismico. I lavori sono partiti agli inizi di maggio e termineranno, salvo imprevisti, nell’aprile del 2016. “L’obiettivo finale è raggiungere il massimo
livello di sicurezza in tutto il polo scolastico – ha dichiarato Luca Mitri, assessore comunale ai Lavori Pubblici – Circa 5 anni fa sono stati effettuati lavori di miglioramento sismico alla scuola. Ora ricostruiremo la palestra, a breve partirano altri interventi di completamento ai precedenti sempre sulla scuola”. Proprio in vista dei lavori, sia alla palestra sia alla scuola, le famiglie sono state convocate dal Comune e dalla dirigente scolastica per una riunione informativa con i tecnici per essere aggiornati su tutti i passaggi dell’operazione e sui necessari piccoli disagi che il tutto potrà comportare. “Con questa nuova palestra, più ampia – conclude Mitri – avremo una struttura eccellente per gli alunni e anche per le attività .
L’Istituto Comprensivo “L. Montini”: una scuola dinamica e vincente Il giorno 3 giugno 2015, nell’Auditorium della Scuola Secondaria di I Grado “L. Montini”, a partire dalle ore 17.00, si svolgerà la Festa d’Istituto per la conclusione dell’anno scolastico. Durante l’evento saranno premiati alunni e alunne della scuola che si sono distinti nelle seguenti ini-
ziative: Giochi Sportivi Studenteschi e Tornei Scolastici, Iniziativa editoriale “Caro magistrato, ti scrivo”, Finale dei Giochi internazionali della matematica organizzati dall’Università “Bocconi” di Milano, Concorso “Riprendiamoci i nostri sogni” per il 23° Anniversario della Strage di Ca-
paci e di Via D’Amelio, Concorso “Un poster per la pace” organizzato dal Lions Club di Campobasso, Progetto Logic@mente in rete, 1° Premio assegnato alla Giovane Orchestra Montini alla 9^ Edizione del Concorso Nazionale “Premio Elia Rosa”. Sarà inoltre conferito
alla scuola secondaria di I grado il Bollino “Scuola amica” dell’Unicef, donato nel mese di gennaio 2015 alla scuola primaria “Giovanni Paolo II” dello stesso Istituto, per le capacità inclusive e di accoglienza dimostrate. Infine, si segnala la partecipazione dell’Istituto, nella gior-
nata del 17 aprile 2015, a “Gli Stati Generali delle Donne Molise”, grazie alla Consigliera di Parità, per confrontarsi in vista di EXPO’ 2015 e della Conferenza Mondiale delle donne “Pechino vent’anni dopo”, in fase di programmazione a Milano a fine settembre 2015.
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Isernia
2 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Isernia è allo sbando: si torni a votare di Giovanni Muccio* L’approvazione del bilancio consuntivo a Isernia, così come in tutte le Amministrazioni comunali, è un atto obbligato e fondamentale per il prosieguo dell’attività amministrativa, se non si vuole rischiare il commissariamento, con la conseguenza di nuove elezioni. Il Consiglio comunale di Isernia non ha potuto approvare il bilancio consuntivo, per l’assenza in aula di sei consiglieri comunali
del “Molise di tutti” e per l’uscita dall’aula dei Consiglieri comunali di Centrodestra nel momento in cui si è dato lettura del primo ordine del giorno, riguardante proprio l’approvazione del bilancio consuntivo, facendo venire meno il numero legale necessario al prosieguo dei lavori. A parere del Movimento regionale del Guerriero Sannita, a due anni dall’insediamento della nuova amministrazione targata Brasiello,
credo che nessuno degli eletti intende andare a nuove elezioni in un momento così drammatico per la città di Isernia. Premesso quando detto, il Movimento ritiene di suggerire umilmente al Centrodestra una nuova strategia politica se si dovesse verificare di nuovo tale situazione, quella di non uscire dall’aula tenendo in piedi il numero legale per la validità del Consiglio comunale ed eventualmente astenersi o vo-
tare contro al Bilancio consuntivo, facendolo approvare solo da una parte della maggioranza. Ciò dimostrerebbe l’attaccamento del Centrodestra alle sorti del Popolo isernino e rimarcherebbe ancora di più, le divisioni interne politiche nel maggior partito del “Molise di tutti” il P.D., divisioni che non riguardano certamente punti di vista per come risolvere i problemi del cittadino, riguardano solo ed esclusi-
vamente posizioni di potere all’interno del “Molise di tutti”. Divisioni che si ripercuote negativamente sugli interessi di un Popolo, che soffre per la mancanza di lavoro e per la perdita dello stesso, con tutte le conseguenze negative che si riflettono sul già povero tessuto sociale e familiare. *Presidente Regionale del Guerriero Sannita
‘Sacchi di denaro’ presso struttura di accoglienza clandestini” La protesta di CasaPound contro il business dell’immigrazione. “Sconcertante che si trovino soldi per i clandestini in una città dove sta chiudendo tutto” IsernIa. Non si placano le proteste ad Isernia per la decisione del Prefetto di stanziare decine di immigrati clandestini in due strutture di accoglienza del capoluogo pentro. Nella notte numerosi ‘sacchi di denaro’ sono stati posti dal movimento CasaPound Italia nei pressi dell’Hotel Sayonara, una delle due strutture che ospiteranno i clandestini, a simboleggiare i lauti finanziamenti erogati per la gestione dell’accoglienza. “Con questo atto simbolico vogliamo porre l’atten-
zione sull’assurdo sistema per cui sostenziosi finanziamenti saranno erogati a pochi privati per la gestione del fenomeno immigrazione in una città, Isernia, che sta lentamente morendo con la perdita dell’Università, la prossima chiusura di alcuni reparti dell’Ospedale pubblico e la chiusura di innumerevoli attività commerciali. Il tutto senza valutare poi l’impatto per la sicurezza, in ragione della vicinanza dell’hotel a ben due istituti scolastici”. Così Agostino Di Giacomo,
responsabile isernino CasaPound, in una nota. “Sapendo di interpretare il sentimento della grande maggioranza della cittadinanza – prosegue la nota – mercoledì 3 Giugno alle ore 15:30 saremo in via Kennedy assieme a tutti i cittadini e le associazioni che vorranno unirsi a noi in un presidio apartitico per chiedere al Prefetto di ritornare sulle sue decisioni. La città di Isernia, afflitta da gravissimi problemi, non può diventare luogo di immi-
grazione, ma necessita piuttosto che i soldi stanziati a favore dei clandestini si tramutino in investimenti per salvaguardare i servizi essenziali, oggi a rischio, e per permettere la ripartenza dell’economia. Mercoledì saremo quindi in piazza per chiedere che le istituzioni scelgano di tutelare i cittadini isernini garantendo al capoluogo pentro le risorse per poter nuovamente sperare nel futuro, e non che lo gravino di un peso, quello dell’accoglienza, che non può in alcun modo sostenere”.
Parkinson, i risultati scientifici del Neuromed di Claudio de Luca
POZZILLI. Forse non tutti sanno che la 20.a regione vanta, grazie all’attività della “Neuromed”, primati medici e di studio rilevanti che ora, dopo la recente collaborazione intervenuta con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), si sono ingigantiti ancora di più. Di recente è stata attivata a Pozzilli una Unità di ricerca presso terzi (Urt) del “Buzzati-Traverso” che si occupa dello studio del Parkinson., impiegando le tecnologie più moderne. In particolare la struttura si dedicherà alle basi genetiche di questa patologia, individuandone le predisposizioni e le cause neurodegenerative che col-
piscono il 2% degli ultrasessantenni ed il 3-5% degli ultraottantacinquenni. La “liaison” Neuromed-Cnr si preoccuperà di realizzare protocolli in grado di individuarne l’insogenza bene prima che essa abbia a manifestarsi. L’intrapresa sarà correlata tra studio e pratica, collezionando dati che svilupperanno modelli “in vitro” ed “in vivo”, identificando ulteriori varianti. Si tratta di una metodica traslazionale da cui emergeranno metodi e modelli nuovi. Le sezioni operative dell’Istituto molisano offrono prestazioni ad un gran numero di pazienti. La ricerca
che vi si pratica affronta diverse importanti tematiche della clinica in neuroscienze, completando – in un contesto multidisciplinare – competenze biologiche, neurochirurgiche, cardiovascolari, farmacologiche e neurologiche. La malattia, scoperta agli inizi del 1800, venne chiamata per oltre un secolo “paralisi agitante” ed anche “morbo di Parkinson” dal ognome del suo scopritore. Si tratta di un disturbo che colpisce il sistema nervoso centrale; il sintomo generalmente più evidente è il tremore; ma non basta questo per stabilire la diagnosi. Tra gli altri
sintomi si annoverano la rigidità e la lentezza nei movimenti, la debolezza, i problemi di equilibrio ed un classico atteggiamento ricurvo. Il Cnr ha voluto operare questo coniungio con “Neuromed” perché i risultati nuovi possono nascere soltanto da una collaborazione tra “eccellenze”; ed un Istituto di ricerca privato, qual è quello operante a Pozzilli, offre ogni garanzia. Ne è convinto il Presidente del Centro nazionale Luigi Nicolais che non si nasconde i benefici pratici che potranno derivare alla formazione dei giovani ricercatori del Molise.
Dello stesso avviso è il Presidente dell’Istituto che, senza tentennamenti, ricorda che “Neuromed è impegnato, da sempre, nelle ricerche avanzate in campo neurodegenerativo, rendendosi protagonista dello scenario scientifico a livello nazionale ed internazionale”. Chiara la conclusione, secondo cui la “liaison” condurrà ad una tappa importantissima per il futuro della 20.a regione. Ne è convinto il Direttore scientifico Luigi Frati:”La richiesta collaborazione riafferma la bontà dell’impegno da noi perseguito da anni ed anni nello studio del Parkinson”.
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Termoli
2 giugno 2015
“Troppi 200 immigrati a Campomarino” L’assessore provinciale Di Labbio torna sulla scottante questione CAMPOMARINO. L’assessore provinciale Alessandro Di Labbio torna sulla questione immigrati. “In merito ad alcuni articoli diffusi nelle ultime ore, desidero, nel prendere atto della tardiva reazione da parte del sindaco di Campomarino sulla questione rifugiati – richiedenti asilo, ringraziare quanti in questi giorni mi hanno seguito in un percorso di tutela della cittadinanza. Insieme ai consiglieri della minoranza e a centinaia di cittadini, andiamo avanti nella richiesta affinché il prefetto di Campobasso presti maggiore attenzione a Campomarino come località turistica e presidio di confine col foggiano. Ora che anche Camilleri ha inteso darci prova di esistere e di comuni-
care il suo pensiero, saremo più forti nel mantenere un concetto che per me resta inequivocabile ed imprescindibile: equilibrio nell’accoglienza, trasparenza negli atti e programmazione a breve e medio termine. Pertanto, se l’Amministrazione nella sua interezza e la Provincia sono in sintonia, io credo sia utile, più che recriminare sulla tipologia di bando al quale i richiedenti hanno risposto, quanto piuttosto sul numero dei rifugiati da accogliere. D’altra parte la frittata oramai è in tavola. Che sia però una quantità gestibile, controllabile, compatibile con la nostra comunità, con la vocazione turistica, con le risorse umane presenti e con la dimensione delle forze dell’Ordine.
E di certo 200 persone sono una cifra, a mio avviso, eccessiva e fuori misura, a fronte di una manciata di carabinieri e vigili municipali che devono far fronte all’arrivo della stagione calda.
Di conseguenza, lavoriamo insieme, sentiamo il parere della gente, confrontiamoci con gli albergatori richiedenti e con il prefetto con una sola idea, senza se e senza ma. E’ giunto il momento di mettere da
parte rancori, partiti, elezioni e di pensare solo a equilibrare il senso civico, il dovere di accoglienza, alla prevenzione e perché no, ai legittimi timori che nutrono le famiglie, visto anche ciò accade altrove”.
Artisti nelle fiabe, vince Petacciato Ancora una volta sugli scudi la scuola media “Cuoco” del centro rivierasco PETACCIATO. Ancora una volta la scuola media Cuoco di Petacciato finisce sugli scudi per il secondo anno consecutivo aggiudicandosi il premio nel prestigioso concorso “Angelo Signorelli”, la magia delle favole, che si svolge ad Enna e giunto alla sua sesta edizione.
L’evento è organizzato dall’Istituto comprensorio “E. De Amicis” di Enna. La premiazione si è svolta il 16 e 17 maggio e la citata scuola di Petacciato, rappresentata dalla classe 2b, per il secondo anno consecutivo con una favola scritta dall’alunno Federico Di Gennaro, assieme
alla responsabile del progetto, la professoressa di lettere Stefania Rizzo, si è aggiudicato il primo premio, migliorando così di molto il terzo posto ad ex aequo (con un alunno di una scuola di Genova) ottenuto lo scorso anno. Il titolo della favola multimediale che si può vedere ed ascoltare su
Inaugurata la mostra “Il sabato del villaggio” Nella suggestiva location del Borgo antico, 70 scatti d’autore provenienti da tutta Italia TERMOLI. Sabato sera l’associazione culturale fotografica “’U Salustr” ha inaugurato la mostra “Il Sabato del Villaggio” e così, il borgo di Termoli accoglie i borghi d’Italia in una mostra diffusa nella suggestiva location del Borgo Antico cittadino. Sono stati esposti 70 scatti d’autore provenienti da diverse parti d’Italia. La mostra diffusa è ammirabile in quattro punti caratteristici del nostro borgo antico: il Castello Svevo, dove appunto c’è stata l’inaugurazione effettuata alla presenza del sindaco Angelo Sbrocca, la chiesetta in piazza Duomo di sant’Anna, l’edu-
candato delle suore e la torretta belvedere. Le finalità di questa mostra, oltre che esporre scatti di località e bellezze italiane, sono anche di mettere in mostra il nostro di borgo ai visita-
tori della mostra. Nella serata di ieri, la presenza di alcuni gruppi folklorici e del coro degli alpini, hanno fatto da cornice alle quattro aree espositive e chiuso l’esposizione.
Youtube è “La penna magica”. Una delegazione degli alunni e i genitori dei ragazzi premiati con in testa la dirigente della Scuola V. Cuoco di Petacciato, la professoressa Giovanna Lattanzi, erano presenti al teatro comunale di Enna G.Garibaldi per ritirare il prestigioso premio.
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Termoli
2 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Travaglini stravince a Montenero “E’ la vittoria della continuità amministrativa”. Nel Pd, invece, ci si leccano le ferite MONTENERO DI BISACCIA. A Montenero si impone il sindaco uscente Nicola Travaglini, appoggiato dai dipietristi e dallo stesso Frattura. Per lui una vittoria schiacciante sul secondo classificato che è risultato essere Nicola Palombo del Partito democratico. Terzo il candidato Nicola D’Ascanio per Montenero Vince che ha comunque ottenuto una buona affermazione mentre è stato quasi un flop l’esito per il Movimento 5 stelle di Renzo Magagnato. Nicola Travaglini si aggiudica la vittoria con 2201 voti, secondo Nicola Palombo con 995 voti, terzo Nicolino D’Ascanio con 753 mentre 141 per il Movimento 5 stelle con Renzo Magagnato. Spumante in piazza per il sindaco riconfermato che appena avuta l’ufficialità s’è visto stringere la mano dall’outsider Nicola Palombo che anche attraverso facebook ha inteso esprimere le proprie congratulazioni a Travaglini postando “I miei auguri a Nicola Trava-
glini per la sua riaffermazione!”. Più duro il commento di Giuliana Ferrara, della Federazione PD che ha scritto, sempre su facebook, “E’ sempre difficile battere un sin-
daco uscente…soprattutto quando i contorni non sono definiti, quando la nebbia del trasformismo investe la politica…inoltre la gente, l’elettore non ama la parola cambiamento so-
prattutto quando questo si innesta con la necessità di una riflessione. L’elettore è distratto, confuso, affezionato al vecchio modo di fare politica. Quelli che riflettono scappano e non votano. Oggi si stanno affannando a dire che l’astensionismo è di destra. Io dico che continua ad essere di sinistra e che a quella sinistra attenta, che rimane a casa, dobbiamo dare delle certezze corali. A Nicola Palombo va tutta la mia stima: per le idee, il coraggio, la determinazione, la squadra e per aver dato il giusto carattere democratico e progressista al simbolo del Pd. Sfida più accesa nel comune di Bonefro dove il distacco esiguo tra i primi due è stato di 56 voti appena. Primo, e quindi eletto sindaco, Nicola Giovanni Montagano con il 42,85 % dei voti (393) mentre seconda finisce l’uscente presidente del Consiglio comunale Claudia Carmen Lalli con il 36,75% (337 voti). Staccato, invece, Luigi Montagano con il 20,39 % e 187 voti.
“Rio Vivo, la dignità è per tutti” I balneatori chiedono al Comune un maggiore impegno per questa parte di città TERMOLI. Se il debutto della stagione balneare sul litorale Nord è stato accettabile, sotto tanti punti di vista, così non è stato per Rio Vivo, dove sulla spiaggia la domenica mattina si è presentata con uno squarcio di degrado poco edificante. Si spera che da qui al prossimo fine settimana si possa mettere mano alla situazione, anche perché la sporcizia e i rifiuti che si trovano nel litorale Sud sono già state brandite dagli operatori balneari che non vogliono sentirsi di serie B rispetto ai colleghi del lungomare Nord. L’obiettivo è rendere di nuovo appetibile e competitivo anche questo importante tratto di costa
“Che fine farà il calcio a Termoli?” Se lo chiedono i tifosi a distanza di un mese dall’ultima partita salvezza al “Cannarsa” TERMOLI. È trascorso quasi un mese dall’ultima partita di campionato, il derby con il Campobasso che ha sancito la salvezza della nostra squadra dopo un anno che più disgraziato non poteva essere. Bene … anzi male. Dopo trenta giorni i timori che avevamo non sono diminuiti e, a dirla tutta, sono vorticosamente aumentati
al punto che attorno al Termoli calcio regna un silenzio assordante tale da lasciar intendere che per questa squadra e questa società non vi sia alcun futuro. Il sacrificio, la passione che c’hanno messo squadra e allenatore, non sono valsi a molto: tutta fatica sprecata.
Che tristezza, che rabbia: tanti anni di storia anche gloriosi, diciamolo senza giri di parole, buttati definitivamente via. Termoli e il calcio sono a un bivio. Un bivio che risponde al silenzio ma chiama a far qualcosa perché la sola certezza è che gli sforzi, il sudore e quanto versato non serviranno a nulla: che non sia un addio… forza Termoli.
RICOSTRUZIONE TRASMISSIONI
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Opinioni di Domenico Lanciano
Si sa o si dovrebbe sapere che la nostra è una società organizzata in uno “Stato di diritto” dove la vita delle persone viene gestita da un insieme di leggi e regolamenti a 360 gradi. Nonostante la legislazione vigente sia ispirata da valori anche sublimi e immateriali che si sono evoluti nei secoli, tuttavia è preminente l’orientamento “economico-legale” in cui il denaro ha una sua preponderante e più decisiva importanza. Alla luce di fatti concreti e di esperienze consolidate, possiamo dire che la vita umana è ancora subordinata alla supremazia economica che condiziona l’esistenza umana e sociale. Ciò, in termini filosofici-politici, si spiega ed è possibile soprattutto perché c’è abbondanza di esseri umani e tale abbondanza tollera che si possano sprecare vite senza compromettere troppo o minimamente l’andamento sociale (vedasi i genocidi, le guerre e altre calamità più o meno naturali). In poche parole possiamo affermare che, oggi più che mai, più vale il denaro e meno vale l’uomo. Tanto è che sull’altare del denaro e delle ricchezze si sono sempre sacrificati interi popoli non soltanto singole persone. Oggi come oggi, in tale ottica, ad esempio, vanno inserite le fughe di masse di profughi che scappano da guerre, dittature, pulizie etniche ed altre violenze e che per l’Italia (come per altre aree geografiche) si traducono in sbarchi e flussi inarrestabili, accoglienza. L’Università delle Generazioni di Agnone si fonda su esigenze di quell’equilibrio che è legge fondante dell’universo stesso prima ancora che delle società, le quali generalmente si fondano sì sul diritto ma in modo assai squilibrato poiché ciò che è legale il più delle volte non è giusto ed equilibrato tra le parti. Ad esempio, la vita non è uguale per tutti e di conseguenza la legge non è uguale per tutti anche se, in termini teorici-legali, l’enunciazione è ufficialmente paritaria. Prendiamo, ad esempio, la situazione sanitaria di ognuno di noi, personalmente o come comunità agnonese e alto molisana ma anche regionale e nazionale. A parte l’accettazione diffusa del “destino” negli eventi umani, specialmente se tragici, appare chiaro che in termini di pronto soccorso sanitario
La Riflessione di Monsignor Giancarlo Bregantini Il fiore ha bisogno dell’ape per essere fecondato. Lo yogurt dei fermenti per potersi sviluppare. E gli occhietti stupiti dei bimbi, che incontro nelle frequenti visite nelle scuole, sento che sono il riflesso di due mondi diversi, che in quell’unico volto si fanno armonia. Cioè tutto è intrecciato. Tutto armonizzato dalla diversità riconosciuta, rispettata e valorizzata. Come i colori dell’arcobaleno, che, soltanto insieme, nelle loro native differenze, possono formare l’unica luce. Ecco perché, partendo anche dalle cose più semplici ma cariche di bellezza, resto rammaricato profondamente dal voto di approvazione del matrimonio tra omosessuali, fatto in Irlanda, con una maggioranza elevata! Sento che è una sfida. Sul piano della fede, certo, ma soprattutto sul piano culturale. Vi è sottesa la grande domanda centrale del nostro tempo: che valore dare alle differenze? La fatica di pensare il Matrimonio senza le sfide del confronto serio e quotidiano con la diversità corporale ci porterà lentamente a vedere in ogni diversità solo un peso da scaricare e non un dono da valoriz-
2 giugno 2015
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Codificare topograficamente il rischio sanitario nel nostro sistema di prevenzione e cura esistano disparità che a volte o spesso comportano la perdita di vite umane pure a causa di situazione logistiche difficili (permanenti o temporanee) ma ormai sempre più spesso tollerate per inesistenza o inefficienza organizzativa oppure per apparente insufficienza di risorse economiche impiegate nel salvare vite umane, specialmente negli infortuni sul lavoro e per cause naturali in termini di una logistica sfavorevole. Ed è proprio sulla “logistica” che si gioca, a parere dell’Università delle Generazioni, buona parte del valore della vita nei vari territori. Secondo questa realtà, l’esistenza di ognuno di noi può variare quotidianamente a seconda dei casi. Ad esempio, se il “signor Caio” ha un infarto o altro incidente che ne metta in serio pericolo la vita, ha più probabilità di essere salvato se si trova in un luogo più accessibile ai soccorsi. Il luogo dove avviene l’evento potremmo definire “posizione catastale di soccorso”. Infatti, essendo la nostra società prevalentemente economica si è cercato, finora, di privilegiare la suddivisione del nostro territorio in “particelle catastali” per le proprietà immobiliari (case e terreni) su cui si basa buona parte della sopravvivenza o della ricchezza delle persone. Ma tutti sappiamo che la ricchezza pratica più importante delle persone consiste nella buona salute. Eppure per la salute non ci sono gli stessi accorgimenti legali perché paradossalmente e solitamente noi stessi non prestiamo le medesime cure che usiamo per i nostri beni materiali. Allora, oltre a immettere nella società maggiore coscienza pedagogica sulla preziosità e sulla indispensabile difesa della primaria ricchezza della salute, perché non avvalorare meglio questa nuova concezione prioritaria sul va-
lore della nostra vita, cominciando a realizzare le MCRS - “mappe catastali del rischio sanitario” specialmente relative ai tempi e ai modi di soccorso. Ad esempio, seguendo le mappe catastali degli immobili, bisognerebbe assegnare dei valori inerenti il pronto soccorso in caso di emergenza-urgenza attraverso speciali codici numerici che evidenzino il rischio-vita in rapporto alla posizione della persona nel luogo dell’ipotetico malessere (infarto, ictus, politraumatismi, ecc.). Così, se io decido di fare una escursione in montagna, devo sapere in fase pre-
ventiva, leggendo il codice di rischiovita, che se mi capita qualcosa di grave in quella particella MCRS - “mappa catastale di rischio sanitario” il mio rischio è maggiore. Spesso capita che cardiopatici facciano escursioni impervie e ci rimettono la pelle proprio perché è difficile avere un soccorso efficace in quella determinata posizione logistica. Le MCRS - “mappe catastali del rischio sanitario”, oltre ad essere utili nella prevenzione e nella cautela, possono avere un valore legale nelle sue più varie espressioni (assicurative, sanitarie, turistiche, lavorative, stradali, ecc.). Infatti, a parte i contratti assicurativi nel settore privato, nel “Contratto Sociale” Stato-Cittadino è importante che tutto sia chiaro e consapevole al momento delle scelte possibili (volontarie o imposte) per avere una sicurezza della propria vita, specialmente in fase di emergenza-urgenza. Così, un conto è che l’escursionista scelga di effettuare una rischiosa salita su percorsi impervi e isolati di montagna, altra situazione è per un lavoratore cui viene “imposto” di prestare la propria opera in maggiori situazioni di rischio logistico-sanitario. Insomma, essendo complessa (come qualsiasi altra posizione legale), la materia giuridica del pronto soccorso sanitario nella logistica territoriale può essere semplificata e agevolata con la realizzazione delle “mappe catastali di rischio sanitario” e in un’educazione di base dei cittadini fin dalla più tenera età.
Sui matrimoni gay e la famiglia naturale zare. La famiglia infatti educa alla diversità positiva e arricchente già nel suo stesso naturale costituirsi, come coppia, immagine intrinseca della ricchezza relazionale Trinitaria. Tutto viene generato nel “GREMBO”, che è la famiglia, fatto di persone diverse, di persone in costante e quotidiana relazione. La famiglia si fa così scuola, dove si impara a convivere nella differenza. Differenza di generi, di generazioni, di età, di storie e di culture che si sanno accogliere e si comunicano, reciprocamente. Anzi, più largo è il ventaglio di queste relazioni, più diverse sono le età e più marcate sono queste differenze, tanto più ricco e l’ambiente di vita. Già in famiglia, per poi trasferirsi nella società tutta. In questo grembo molteplice e ricco, proprio perché differenziato (e non omologato nemmeno a livello corporeo!) si impara ad abbracciarsi, sostenersi, accompagnarsi, decifrando gli sguardi e i silenzi, per ridere e piangere insieme, tra persone che si amano e si stimano reciprocamente nella loro diversità. Poiché hanno imparato ad accogliere – vitalmente – le loro native e naturali
differenze e ne hanno fatto risorsa. Allargando allora lo sguardo, è nel legame familiare tra maschio e femmina che si impara poi a costruire solidi legami di PROSSIMITÀ SOCIALE E POLITICA, partendo già dal parlare le “lingue materne”. Le parole, come il corpo, non le inventiamo. Le abbiamo ricevute; e perciò le possiamo imparare ad usare, in stupore crescente e riconoscenza arricchita. Altri ci hanno preceduto. Altri ci hanno donato tutto in piena gratuita. Una vita generata e perciò capaci di generare e di creare a sua volta, qualcosa di bello e di buono. Da qui anche la relazione con Dio, nella preghiera, frutto di stupore, perché qualcuno, dolcemente, ci hai insegnato ad apprezzare a stimare ogni cosa, ogni storia, ogni volto. Certo, nessuna famiglia è perfetta, anzi, è spesso il luogo complesso e duro della scoperta e sperimentazione faticosa dei LIMITI, propri e altrui, nei piccoli e grandi problemi di coesistenza, già nel quotidiano andare d’accordo. Ma non dobbiamo avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nem-
meno dei conflitti. Bisogna invece imparare ad affrontarli in maniera costruttiva. Così la famiglia si fa scuola sociale di perdono e di riconciliazione, per far crescere i figli, frutto di questo amore tra maschio e femmina, che sia capace di ascolto e di dialogo arricchente. Un grazie allora alle famiglie con figli segnati dalla disabilità, perché proprio dal loro dolore, che si fa ulteriore ricchezza relazionale, impariamo ancor più ad aprirci all’inclusione. Nessuno va escluso, ma dentro un solco di valorizzazione delle reciproche differenze, non appiattite, ma accolte e armonizzate. Il livello culturale che nega la diversità ripropone a tutti una serie infinita di interrogativi sociali. Rispettiamo certo i diritti individuali, ma non vanno posti come diritti collettivi, generali. Vanno sempre distinti i due livelli. Per questo, non pensate che sia fecondo riflettere insieme sulla affermazione, dura, ma vera del cardinale Parolin: Le nozze gay decise in Irlanda sono una sconfitta per l’umanità!”?» *Vescovo di Campobasso
Ci avviciniamo alla data del 24 maggio. Cento anni dall’intervento dell’Italia nella Prima guerra mondiale. Il volume curato dal nostro collega Giuseppe Saluppo: “Il Molise e la Grande Guerra”, offre uno spaccato della nostra regione al cospetto degli eventi bellici e sociali. Immaginiamo una delle tante vallate del nostro Molise. Sembra vedere scendere da una di quelle strade, oggi asfaltate (seppure ridotte a mal partito), cento anni fa bianche e soffocanti di polvere, giovani con in tasca la cartolina precetto per la Grande Guerra. Hanno salutato i loro cari, prima di partire, qualcuno per l’ultima volta, tra silenzi cupi e parole sulla necessità della partenza. Un vocìo a passo a passo tra le fratte di bacche rosse che costeggiano quelle strade e frotte di uccelli che attraversano in alto l′aria. I ponti sul Biferno come sul Fortore o sul Volturno con l’acqua del fiume che pare immobile e metallica. Voci e gesti e in tutti gli animi il terrore superstizioso, le fantasie incolte, commenti, scongiurazioni lamentevoli, preghiere, in un rumorio cupo. “Ieri salutammo i partenti per le arene della Libia con uno slancio di entusiasmo frenetico, domani baceremo in fronte, senza una lacrima, i nostri soldati anelanti di ricongiungere i fratelli delle terre irredente alla Grande Patria Italiana”, si leggeva su La Provincia di Campobasso il 3 aprile 1915. Nulla sarebbe stato come prima. E’ possibile acquistare il libro di Giuseppe Saluppo, “Il Molise e la Grande Guerra”, a Campobasso nelle edicole di Via Mazzini, Piazza della Repubblica, Piazza Vittorio Emanuele e Terminal; a Isernia, presso libreria Della Corte ed edicola Stazione. Oppure presso la redazione de La Gazzetta del Molise, via Normanno 14 a Campobasso o chiedendolo via email: redazione@lagazzettadelmolise.it. Un Molise presente nella storia d’Italia.