Il molise dei soliti noti

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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tutto quEllo ChE gli AltRi non diCono Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino Rootostampa Molise sede legale: Campobasso Fax: 0874.494461 E-mail Redazione Campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it

Anno xi - n° 253 doMEniCA 15 novEMbRE 2015 - diStRibuzionE gRAtuitA

Danilo Leva L’Oscar del giorno lo assegniamo all’onorevole Danilo Leva. Il parlamentare del Pd non le manda certo a dire da altri quello che non nella sua regione. Mentre la politica molisana dorme, il parlamentare è entrato deciso sulle ultime nomine fatte dalla Giunta regionale e che hanno rispolverato vecchi personaggi della politica molisana e provenienti dallo schieramento di centrodestra. Un mercato che sta diventando uno schifo.

IL TAPIRO DEL GIORNO

L’OSCAR DEL GIORNO

REStA AggioRnAto, SEguiCi AnChE Su FACEbook

gioRnAlE SAtiRiCo

30.000 copie in omaggio

Paolo Frattura Il Tapiro del giorno lo diamo al presidente della giunta regionale, Paolo Frattura. Avrà visto, per caso, l’ultima rilevazione sui Livelli minimi di assistenza sanitaria? Avrà visto che il Molise, del quale è commissario, è agli ultimi posti della particolare graduatoria nazionale? Eppure, ha nominato di recente il dirigente della sanità, Marinella D’Innocenzo, a direttore generale della Regione. E non interviene sull’Asrem. E’ normale tutto questo?

IL MOLISE DEI SOLITI NOTI

Le nomine negli enti riportano a galla personaggi politici di sempre Alla faccia del cambiamento Servizio a pagina 3 SANITA’

Molise ultimo per i LEA Servizio a pagina 3

pagine 6/7

IL CASO

POLITICA

Tre Clio per l’Agricoltura. Ma bisogna rifare il bando

Mazzutto: “Perchè tornare al voto”

Servizio a pagina 3

Servizio a pagina 2


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 15 novembre 2015

L’Accordo di programma per la realizzazione di un presidio di sicurezza e soccorso nell’area del Matese molisano è del 2011 e mancano pure i fondi

Da Palazzo Vitale, sede della giunta regionale, ce lo danno su un vassoio d’argento lo spunto per ribadire che il direttore dell’Area Seconda della Regione Molise, Massimo Pillarella, è la reincarnazione di Pico della Mirandola, il cui eclettismo è passato alla storia. Pillarella probabilmente non passerà alla storia, ma verrà ricordato come il “deus ex machina” dell’ente, per l’ingente mole di lavoro che lo distingue dai colleghi direttori delle altre Aree, volto, intermini condizionanti, all’efficienza della Regione. Purtroppo (per lui), per quanti sforzi faccia e per quanta umiltà dimostri nell’accettare supinamente di essere sovraccaricato di responsabilità, l’efficienza della Regione misura livelli bassi. Non abbiamo spazio per riportar gli impegni diretti cui deve corrispondere la propria scienza professionale e la vocazione stakanovista. Ma che tra tutto quanto egli ha da fare, la giunta regionale gli abbia aggiunto anche l’impegno di trovare i finanziamenti necessari per com-

In fondo sono passati appena 4 anni Se ne occuperà Massimo Pillarella con il peso dell’urgenza rappresentata dal Comando regionale della Guardia di Finanza a sostegno del carattere innovativo dell’intervento, ancorché progetto pilota di carattere nazionale pletare un presidio di sicurezza nel comune di S. Massimo, e di portare l’opera a realizzazione, lo classifichiamo poco meno di un affronto alla sua proverbiale disponibilità. Il presidio di sicurezza di cui stiamo parlando, come tantissime opere che in un modo o nell’altro coinvolgono la Regione, viene da lontano. Dall’Accordo di Programma “Presidio di sicurezza e soccorso nell’area del Matese molisano” sottoscritto il 5 agosto 2011 e finanziato dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 20002006, per un importo di 450.000 euro. Finanziamento insufficiente rispetto al costo di 1.032.861 euro del progetto predisposto dal soggetto attuatore dell’intervento: il

l’intervento di Luigi Mazzuto* La situazione regionale molisana ricalca verosimilmente una telenovela dalle tinte fosche e rosa nelle ambizioni, poiché dedica uno dei principali dissesti relativi alla sperequazione delle risorse locali al capitolo della coerenza. Si comprenderà presto perché si parla di coerenza. Uno dei dati di fatto ad emergere con virulenza, negli ultimi giorni, è che con la forza appariscente della prepotenza si può tutto fare nel nome dell’interoperabilità che involve contro il cittadino, allo scopo di defraudare questi dei servizi di base per la conoscenza. Un sistema cooperante al fine di informatizzare il popolo, ma che all’atto pratico coincide con la sua pedissequa disinformazione, rischia di incorrere in seri problemi di stabilità. Discorrendo sul parallelismo dell’informatica

Provveditorato interregionale per le Opere Pubbliche per la Campania, il Molise, la Puglia e la Basilicata. Da qui, dicono le carte regionali esaminate direttamente dal presidente Paolo di Laura Frattura, il rallentamento del procedimento e la necessità di reperire i fondi che mancano alla piena e completa realizzazione della struttura. Come detto, se ne dovrà far carico Pillarella con il peso dell’urgenza rappresentata dal Comando regionale della Guardia di Finanza fin dal 22 aprile scorso in una nota alla Regione, a sostegno del “carattere innovativo dell’intervento inserito in un contesto montano, che prevede il soddisfacimento di esigenze turistiche, del tempo

libero,soccorso, qualità della vita, presidio di sicurezza integrato, e la possibilità di connotarlo come progetto pilota di carattere nazionale”. Con tutte queste prerogative sarebbe stato logico che l’intervento fosse stato reso tempestivo e funzionante. Invece, la tempestività e il funzionamento sono di là da venire, sempre che Massimo Pillarella, seguendo le indicazioni che gli ha offerto la giunta nel dispositivo della deliberazione 610 del 9 novembre, riterrà che il completamento del finanziamento trovi idonea giustificazione e copertura nell’attuale programmazione regionale, in quanto si tratta di un intervento coerente con gli interventi di sicurezza e sviluppo sostenibile del

territorio, e che possa essere effettuato a valere sulle risorse regionali idonee o derivanti da economie, che possano assicurare l’immediata disponibilità finanziaria. Nessuna certezza, come si può rilevare dalla declinazione dei verbi al congiuntivo, ulteriore motivo per il direttore dell’Area Seconda dalla Regione Molise per dare il meglio di sé, e un “presidio di sicurezza e soccorso nell’area del Matese molisano”. Specificatamente a S. Massimo. In fondo sono passati appena 4 anni. E il turismo, il tempo libero, la qualità della vita non se la passano tanto bene. Dardo

Molise, perchè bisogna andare subito al voto con quello della serietà nel discernere la realtà dalla fantasia, sarà possibile superare la fase bonaria dell’accondiscendenza soltanto ristabilendo i ruoli tra governanti e governati. La sovranità appartiene al Popolo e non si rivolge contro di esso. L’inazione dell’ attuale presidente del Molise lo relega al posto di comprimario potenzialmente vulnerabile a collusioni di vario tipo criminogeno. Orwell diceva che diffondere la verità è un atto rivoluzionario. Vi dirò di più. Chi pretende artatamente di modificarla a suo uso e consumo, non solo è un rivoluzionario falso, ma è soprattutto un bugiardo. *Coordinatore Noi con Salvini


TAaglio lto

3 15 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Leva: “Siamo al Molise dei soliti noti” CAMPOBASSO. Duro il commento dell’onorevole Danilo Leva del Pd, per la nomina di Di Giandomenico. La Giunta Regionale ha nominato qualche giorno fa Remo Di Giandomenico nuovo commissario dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e

Turismo di Termoli. La decisione è stata presa per colmare il vuoto della posizione dopo la scadenza del precedente incarico. Al Commissario Straordinario non saranno corrisposti compensi atteso che l’incarico è a titolo gratuito. L’on. Danilo Leva sulla sua

pagina Facebook critica aspramente la nomina: “Dopo Sandro Arco è la volta di Remo di Giandomenico. Più che che il Molise di tutti mi sembra il Molise dei soliti noti. Eppure avevamo promesso di cambiare la Regione non noi stessi”.

VICENDE REGIONALI

Tre Clio Renault e la fatica inutile per averle

Macchine da mettere a disposizione dell’assessorato all’agricoltura che di idonee ai sopralluoghi non ne ha Siamo certi di non sbagliare se indichiamo nel direttore del Servizio di coordinamento e gestione delle Politiche europee per l’agricoltura, l’acquacoltura, la pesca e l’attività venatoria, Gaspare Tocci, il Cireneo della Regione Molise. Colui, ovvero che si sobbarca una mole enorme di lavoro, anche di altri. Costui ha ben 29 settori da governare: un primato assoluto. Simone di Cirene, detto Cireneo, leggendo il Vangelo, è colui che ha aiutato Gesù a portare la croce al Calvario; leggendo gli atti amministrativi e le vicende della Regione Molise, Tocci è colui che aiuta in particolare l’assessore Facciolla a risolvere i problemi che le Politiche europee in materia di agricoltura (e non solo) riversano sull’Ente. Insomma, è uno tra i direttori dei Servizi regionali maggiormente caricato di responsabilità. Ribadiamo: 29 settori da tenere a bada (supporto autorità di gestione: coordinamento leader e rapporti Ageam; monitoraggio, valutazione e comunicazione del Piano di sviluppo

Sanità, il Molise nelle posizioni basse della speciale graduatoria per l’erogazione dei Lea, i livelli minini di assistenza. Il Molise rimane nella zona bassa della classifica passando dal 13esimo al 14esimo posto. Alla Toscana il primo posto, crescono Lombardia, Veneto ed Emilia mantengono la posizione, mentre, chiude la Calabria ultima in classifica. Come annunciato la griglia di valutazione della qualità del sistema sanitario è basata sull’erogazione dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, oltre che sulla durata dei ricoveri, la copertura delle vaccinazioni e la qualità dell’assistenza domiciliare. A ciascun indicatore viene assegnato un punteggio e questa è la

rurale; programmazione, coordinamento e attuazione della ricerca e innovazione; politiche bioenergetiche; studi, programmazione e interventi delle politiche della pesca produttiva e acquacoltura; programmazione e gestione del fondo Europeo per la pesca e l’acquacoltura; piani e programmi di gestione fauna terrestre e ittica ; attività venatoria). In questo bailamme, tra il Piano di sviluppo rurale 2007/2013 e quello 2014/2020, è riuscito a trovare

33mila euro per aggiornare il parco macchine che in agricoltura ha un peso determinante per svolgere le attività istituzionali di raccordo con i ministeri di riferimento e con le altre Regioni, di animazione sul territorio, di comunicazione e rappresentanza, per le politiche di monitoraggio, di avanzamento e rendicontazione della spesa, per i sopralluoghi presso le aziende agricole e gli altri beneficiari che gli operatori dell’Assessorato svolgono per controlli, collaudi

e certificazioni di regolare esecuzione di lavori, ma anche rilievi, misurazioni e quant’altro necessario ai fini di un ordinato, puntuale e corretto svolgimento delle attività di competenza. Non era facile individuare le risorse finanziarie, né allestire una determinazione che cucisse alla perfezione la possibilità d’inserire nella convenzione che la Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione) ha sottoscritto con la Renault, la richiesta d’acquisto di

tre Clio da mettere a disposizione dell’assessorato di Facciolla che di macchine idonee ai sopralluoghi non ne ha. A leggerla quella determina (la 577 del 29 ottobre 2015) viene il mal di testa, tanto complicata e complessa s’è dimostrata la possibilità che le spese relative all’assicurazione, agli oneri di manutenzione, di carburante e a tutto quanto era necessario per acquistare e tenere in esercizio le tre Clio, si potessero sostenere con i fondi del Piano di sviluppo rurale. Una fatica. E come spesso capita, una fatica vana. Visto che al momento in cui l’Ufficio patrimonio della Regione ha cercato di interessare la Consip per acquistare le tre Clio, queste erano finite. La convenzione che la Centrale nazionale d’acquisto aveva in atto con la Renault s’era conclusa anzitempo. Risultato: rifare tutto il percorso daccapo, cercando di entrare nel prossimo lotto di macchine disponibili, sperando che siano Panda 4x4. Dardo

Sanità, livelli di assistenza zero In classifica il Molise è tra gli ultimi posti graduatoria: 1. Toscana 217 (nel 2013 214, 1°); 2. Emilia Romagna 204 (204, 2°); 3. Piemonte 194 (201, 3°); 3. Liguria 194 (187, 6°); 5. Lombardia 193 (187, 6°); 6. Marche 192 (187, 4°); 7. Veneto 189 (190, 5°); 8. Basilicata 177

(179, 12°);9. Sicilia 170 (165, 9°); 10. Umbria 165 (179, 8°);11. Abruzzo 163 (152, 10°);12. Puglia 161 (134, 15°);13. Lazio 154 (152, 11°);14. Molise 148 (140, 13°);15. Campania 139 (127, 16°);16. Calabria 131 (135, 14°). Al momento, le maggiori criticità rilevate dal rapporto sono le coperture vaccinali per i bambini, ma anche quelle anti-influenzali per gli anziani, la prevenzione veterinaria e alimentare, la carenza di screening, l’eccesso di parti cesarei (soprattutto in Campania e Basilicata), l’assistenza residenziale e la salute mentale in Puglia, Molise e Basilicata.


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TAaglio lto

4 15 novembre 2015

Apprezzabile iniziativa della preside Anna Gloria Carlini in occasione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia

Gli studenti del Liceo scientifico statale “Romita” a confronto con il già capo di stato maggiore della Difesa, Mario Arpino

Occasione per affrontare temi di scottante attualità relativi allo scenario internazionale caratterizzato da conflitti locali, propaganda mediatica e terrorismo La Scuola e la Storia. Dovrebbero incontrarsi spesso. Si sono incontrati l’11 novembre al Liceo scientifico statale “Romita” su iniziativa della preside Anna Gloria Carlini per riflettere e discutere sul conflitto mondiale 1915/1918, in coincidenza del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia. Ospite il generale Mario Arpino, già capo di stato maggiore della Difesa, accompagnato dal comandante/ pilota Mario Fraracci (molisano) suo compagno di corso d’accademia. Una giornata particolare per gli studenti del quinto anno, per l’Istituto scolastico e, crediamo, per il generale che coi giovani ha mostrato grande familiarità. La particolarità è stata nella capacità degli alunni dello Scientifico di affrontare un argomento ostico, difficile, complesso quale quello di una guerra, con assoluto distacco e di immergersi e analizzare le armi, le strategie, i mezzi, gli eroismi, le vittime, le vittorie e le sconfitte in termini strettamente militari. Un lavoro serio, ponderato, potremmo dire asettico, il che ha poi consentito al generale Arpino, introdotto dalla professoressa Adele Fraracci, di intervenire con garbo e competenza, per allargare la riflessione, per am-

pliare gli approfondimenti, per rimanere in bilico sui vari paradossi che l’analisi e il racconto di una guerra ha con sé e in sé. Bravo il generale ad affrontare gli aspetti meno accattivanti di un conflitto, spiegando che sono il risultato della volontà degli uomini che la guerra la pianificano e la combattono (per vincerla). Alla guerra in genere si associano drammi, distruzione, perdite di vite umane: tutto vero. Ma sono gli uomini a volerla. Ma (paradosso), alla guerra si possono colle-

Anche il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardiha partecipato alla mobilitazione della coldiretti Molise che si è tenuta a Campobasso giovedì 12 novembre dinnanzi al “Centro del Molise”(ex pianeta) a difesa del latte e derivati “Made in Italy”. Ho sentito il dovere come rappresentante di un Comune a forte vocazione agricola e zootecnica – afferma il sindaco di Roccamandolfi Giacomo Lombardi –di aderire ad una lodevole iniziativa della coldiretti molise, volta a difendere e tutelare i prodotti della nostra terra promuovendone la genuinità e la tracciabilità. Oggi viviamo una situazione paradossale – continua il sindaco lombardi – per cui si paga il latte agli allevatori pochi centesimi(39 – 42 al litro), decisamente meno di quanto costa produrlo, mentre nel contempo si lascia inalterato il prezzo per i consumatori finali, che risulta essere tra i più alti d’Europa. E’ sempre più frequente nei nostri prodotti – con-

gare anche aspetti positivi, quali la ricerca e lo sviluppo tecnologico, finanche lo sviluppo dell’economia. Non a caso i passi avanti nella crescita e nel benessere sono sempre susseguenti ad una guerra. Non a caso la tecnologia avanzata trova stimoli e necessità a svilupparsi per fronteggiare al meglio, e con successo, l’andamento di una guerra per avere ragione del nemico. Comunque, senza evitare gli aspetti che di un conflitto rappresentano il lato oscuro, la paranoia dell’uomo, il ci-

nismo, la sopraffazione, il generale Arpino ha avuto la capacità di spostare il tiro e l’interesse sugli strumenti che dall’uso di offesa e di difesa si possono estrapolare per essere posti a disposizione dell’innovazione e del progresso civile. Anche nella possibilità e capacità di evitare stragi e perdite di vite umane. Sottilissimo il limite tra il negativo e il positivo di una guerra, a rischio di infrangersi sotto l’incalzare delle domande di una platea attentissima quanto affollatissima di giovani con

il loro bagaglio ideale e ideologico che, posti di fronte all’ineluttabilità della guerra quale volontà dell’uomo, hanno saputo misurasi e confrontarsi con molto senso di responsabilità. Una giornata particolare, dicevamo, anche nel vedere un Istituto scolastico rendersi protagonista con il corpo docente e con gli alunni delle quinte classi di una tematica molto delicata, complicata, spesso strumentalmente utilizzata e commentata, resa attuale, discussa, analizzata e a sua volta commentata con moderazione e senso di responsabilità dagli alunni. Giornata in cui la personalità del generale Arpino, sempre sobrio e pacato quando affronta temi di portata storica, di strategia militare e di politica internazionale, ha avuto un ruolo determinante. Sull’abbrivo anche l’occasione per affrontare temi di scottante attualità relativi allo scenario internazionale caratterizzato da conflitti locali, propaganda mediatica e terrorismo. D’accordo con la preside: “Un momento di condivisione storica e d’impegno civile”. Un confronto aperto, sincero, inappuntabile. Dardo

Lombardi: “Giusto difendere gli allevatori italiani” tinua ancora lombardi - la sostituzione del latte italiano con il latte di provenienza sconosciuta, senza l’indicazione dell’origine in etichetta e senza tracciabilità sugli ingredienti utilizzati. Questo stato dei fatti, ha prodotto la chiusura di molti allevamenti con la consequenziale perdita di posti di lavoro e causando anche l’abbandono dell’uomo dalle montagne e dal territorio, che poi si manifesta nell’aumento dei dissesti idrogeologici e degli incendi. Poiché solo una busta di latte su quattro di quelle vendute in Italia contiene latte italiano – conclude Giacomo Lombardi – oggi noi consumatori abbiamo il dovere morale di acquistare il “Made in Italy”tutelando così la nostra economia e la sicurezza e la bontà dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole.


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5 15 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Dopo la la convocazione del tavolo tecnico occorre definire un programma e una strategia a lungo termine

Area di crisi, qualcosa si muove E’ stato il presidente della giunta Regione Paolo di Laura Frattura a riprendere il confronto sugli sviluppi in sede locale e ministeriale relativi al riconoscimento di area di crisi industriale complessa corrispondente al territorio molisano in cui operano i nuclei industriali di Campobasso/Boiano e Isernia/Venafro e in cui insistono le maggiori industrie agroalimentari e tessili contrassegnate da una grave stasi produttiva. E’ toccato a lui ricapitolare agli assessori gli eventi che si sono verificati e i provvedimenti che si rendono necessari per andare avanti, anche sulla scorta dell’incontro a Roma presso l’unità di crisi del ministero dello Sviluppo Economico sulle vertenze Ittierre e Gam. A dirla in breve, si sta stringendo il brodo. La qualcosa finalmente convoglia sulla “crisi economica” tutte le energie rappresentative possibili per creare le condizioni per cui la Regione Molise, con il concorso degli enti locali e del partenariato socioeconomico istituzionale, “possa esercitare in pieno le funzioni di programmazione, indirizzo e coordinamento degli interventi di valorizzazione e sviluppo del territorio, e le azioni comuni per la programmazione delle politiche di sviluppo, allo scopo di massimizzare i risultati e di favorire le possibili sinergie”. E’ inutile nascondere l’importanza di questa progressione politica e amministrativa, ma va detto pure che se ne stanno andando due anni senza aver preso un provvedimento, senza aver fatta una scelta programmatica, senza aver allestito un progetto pur avendo disponibile, in quanto approvato, il Programma plurifondo Por Molise (Fesr Fse 2014/2020), di cui il consiglio regionale ha preso atto nella seduta del 4 agosto 2015, con una dotazione finanziaria pari di 153.607.454 euro, e la decisione esecutiva della Commissione europea del

CAMPOBASSO. Trasporti su ferro in Molise ancora nella bufera. Il consigliere di minoranza Angela Fusco Perrella in una nota condivisa anche dagli altri consiglieri di centrodestra, ha chiesto chiarimenti all’assessore Nagni. “Ci deve far riflettere l’ennesimo problema sulla tratta ferroviaria Campobasso – Termoli, chiusa per quasi due anni e riaperta alla circolazione dei treni solamente lo scorso 13 settembre – dice la Fusco – L’Assessore Nagni sul tema è stato più volte chiaro: “La Campobasso – Termoli continuerà ad avere un ruolo importante e con i lavori in programma il servizio sarà efficiente e sicuro almeno per i prossimi 20 anni”. Nonostante queste dichiarazioni i disagi si continuano a verificare, provocando anche la reazione e il malumore di viaggiatori costretti a condizioni di trasporto da terzo mondo. Eppure i 18,5 milioni di euro impegnati da RFI per la manutenzione dell’infrastruttura ferroviaria sembravano aprire nuovi scenari per la corsa adriatica: posate 80 mila traversine, sostituiti 10 km di rotaie, lavori straordinari che hanno

2 luglio 2015, che ha approvato il Programma di sviluppo rurale 2014/2020 della Regione Molise, con una dotazione finanziaria di 210.469.000 euro. Saldati i finanziamenti, non c’è altro da fare che mettersi all’opera, analizzare e decidere, programmare e investire, facendo in modo da allontanare ogni sospettabile interesse elettorale, cioè evitando che gli effetti dei provvedimenti che verranno presi vadano a coincidere con il prossimo periodo elettorale. Il rischio che ciò accada è nei fatti, nella tempistica finora adottata, e nella tempistica che oggettivamente sarà necessaria per creare un programma d’interventi pienamente condiviso dalle forze sociali e dal partenariato economico. Spetta soprattutto a costoro di svolgere pertanto un ruolo propositivo e un’azione di pungolo. Di evitare cioè ripiegamenti opportunistici e categoriali, egoismi settoriali, furbizie politiche. Insomma stare costantemente sul pezzo, avendo come polena il reale

sviluppo del territorio, la produttività degli investimenti, la capacità di creare opportunità di lavoro. Un compito delicato, di grande responsabilità cui spesso il segretario regionale dell’Uil, Tecla Boccardo, ha fatto riferimento e appello, e su cui spesso ha richiamato l’attenzione degli apparati regionali e dell’opinione pubblica. Fortuna vuole che la Boccardo sia nel novero dei componenti il tavolo tecnico permanente formato dai rappresentanti degli enti locali, del sindacato e delle altre forze sociali (industria, agricoltura, artigianato, commercio) più rappresentative per numero di imprese e di occupati (utilizzando i dati forniti dalle Camere di Commercio). La Regione ha dettato il suo credo: “Operare le scelte programmatiche che interessano l’intera collettività regionale e definire una strategia unitaria che garantisca in maniera certa la ripresa sociale ed economica e che aumenti i livelli occupazionali”. In pratica, al tavolo tecnico permanente va

il compito di procedere all’individuazione delle scelte programmatiche regionali relative alle risorse disponibili a valere sul Programmi operativi 2014/2020 e quelli derivanti dal riconoscimento dell’Area di crisi industriale in cui sono annoverate, tra le altre, l’azienda tessile Ittierre di Pettoranello e l’azienda agroalimentare Gam di Boiano. Questa straordinaria congiuntura favorevole mette duramente alla prova la classe dirigente molisana, la chiama a dimostrare di avere le idee chiare e la volontà ferra di metterle in pratica. Di ciò dovranno rispondere il presidente della giunta regionale, che il tavolo tecnico lo presiede; gli assessori regionali competenti rispetto ai temi in esame; il segretario regionale della Cgil, Sandro Del Fattore; il segretario generale aggiunto della Cisl, Giovanni Notaro; il segretario regionale della Uil, Tecla Boccardo; il presidente dell’Anci Molise, Pompilio Sciulli; il presidente di Confindustria, Mauro Natale; il presidente di Cna Molise, Nicola Caruso;il presidente della Coldiretti Molise, Tommaso Giagnacovo; il Presidente della Confcommercio Molise, Paolo Spina, o un loro delegato. Da Palazzo Vitale viene precisato che nella sua composizione il tavolo tecnico permanente può essere integrato di volta in volta, a seconda delle tematiche che saranno affrontate, da ulteriori rappresentanti istituzionali e sociali. Si esce dunque dall’effimero, dalle fumosità dialettiche, dalle contrapposizioni strumentali, per entrare in una dimensione politica, amministrativa e strategica, senza esagerazione, esiziale per il futuro del Molise e dei molisani.

Fusco: “Ferrovie, Nagni ci sei?” interessato anche 25 passaggi a livello e 11 gallerie, “un ammodernamento di non poco conto”, come precisato dallo stesso Assessore ai Trasporti. Perché allora si è di nuovo al punto di partenza, con i pendolari costretti a denunciare l’ennesimo disservizio? Senza dimenticare ciò che avviene quotidianamente sulla tratta Campobasso – Roma: continui disservizi, fermate prolungate, decoro e pulizia inadeguati, perché i cittadini molisani devono continuare a sentirsi considerati come cittadini di serie B? Sicuramente è un bene aver aumentato il numero delle corse tra il capoluogo molisano e la capitale, però se ogni viaggio rischia di diventare un’odissea, tra ritardi, biglietterie non funzionanti, fermate in aperta campagna e il famigerato binario 20bis, il pro-

blema persiste e rimane tale, e l’aumento della frequenza diviene solamente un palliativo. È possibile, inoltre, che la tratta che collega Campobasso a Napoli abbia una frequenza molto ridotta, quando invece potrebbe essere un’importante via di collegamento? Qual è il destino, invece, della linea ferroviaria Benevento – Campobasso, i cui binari dal 2013 si trovano in uno stato generale di abbandono dopo la soppressione decisa da RFI? In più occasioni, di fronte alle nostre richieste di chiarimenti, l’Assessore Nagni ha ribadito l’importanza di affidare i servizi ferroviari tramite una procedura di gara, ma i tempi dettati dalle normative comunitarie e nazionali sono lunghi, nel frattempo il Governo regionale come intende garantire la salvaguardia di stu-

denti, professionisti, pendolari che quotidianamente devono viaggiare sui vecchi e inadeguati treni molisani? Dove sono i nuovi treni che Trenitalia ci deve dare e che già sono stati pagati grazie all’investimento avviato dal precedente Governo regionale, come lo stesso Assessore ha riconosciuto? In questo quadro generale già negativo i viaggiatori molisani hanno poi dovuto subire altri torti, a partire dalla mancata fermata del Frecciarossa a Termoli, sulla quale già ci siamo espressi con forza, fino alla soppressione dalla corsa notturna della Freccia Bianca. Non abbiamo visto nessun cambio significativo per le condizioni di viaggio dei molisani nel corso degli ultimi mesi. È oramai indubbio il punto focale della questione: l’incapacità delle Ferrovie dello Stato di garantire in Molise una condizione regolare di accessibilità al trasporto pubblico; servizi scadenti, scarsi investimenti, chiusure di linee, mancanza di turn over. E cosa fa la Regione di fronte a tutto questo scempio?”



Campobasso

7 15 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Si gioca al Romagnoli per tornare alla vittoria

Prima casalinga per il tecnico Favo contro il Monticelli

Monticelli, fino a ieri, era solo un angolo del centro storico e un ristorante dove si mangia benone di Gennaro Ventresca Lo sport può servire a scacciare i cattivi pensieri. I calci d’angolo, poi, hanno un forte potere terapeutico. A volte basta un gol per riaccendere un viso spento e alimentare una speranza. Non è forse vero che toccò a Bartali ridare fiato a un’Italia che era piegata dai pericoli di una guerra? Il toscanaccio vinse il Tour e il Paese quasi d’incanto si ritrovò unito e fiducioso. Forse ci saranno state di fondo ben altre ragioni, ma certamente la prodezza sportiva di Bartali

che in bici fece grande l’Italia contribuì non poco a rimarginare anche ferite profonde. Oggi si gioca a Selva Piana. E questo mi fa sembrare irriguardosa la metafora bartaliana. Bartali è stato il nostro più grande ciclista, insieme a Fausto Coppi. La nostra squadra, in questo frangente, non è la migliore neppure nel mio cuore che l’ho amata da quando, a cinque anni, andai per la prima volta al Romagnoli, aggrappandomi all’arrugginita rete di recinzione. E quando segnò la nostra squadra mi unii a mio padre e ai tanti altri padri, in un urlo che

mi fece star meglio. Lo ricordo benissimo, quel giorno. C’era un bel sole e un commerciante del corso che vendeva articoli da regalo per stare più comodo si portò una sediolina da casa. Come si fa a dimenticare un episodio del genere? Ditemelo voi. Monticelli, sino a qualche mese fa era per me solo un bel posticino del nostro centro storico. Un angolo dolce quanto caratteristico, chiuso da un gruppetto di case che formano una piccola piazza. C’era anche un ristorantino caratteristico in quel sito, dove si mangiava bene. Poi, per

comodità e agio, ha scelto di trasferirsi a Sant’Antonio Abate. Conservando quel nome gentile, Monticelli. Oggi Monticelli è il nome della squadra che sfida al Romagnoli i nostri ragazzi. Mi dicono che sia un’appendice di Ascoli quel piccolo centro che ha dato il nome e, suppongo, i soldi al Monticelli, prima per vincere l’Eccellenza Marchigiana e poi per farlo partecipare, anche con una certa sfacciataggine, al campionato di D. Non so se i punti fatti sin qui dai nostri ospiti siano lo scatto della matricola o se davvero c’è da stare attenti a non farsi bug-

gerare anche dagli ultimi arrivati. Da tifoso-pennaiuolo spero di veder trionfare i nostri colori. In modo da mettere un po’ di punti in classifica e riconquistare un pizzico di fiducia nel ceto sportivo della nostra città. Non sto a spiegarvi chi scenderà in campo con la nostra maglia. Spero i migliori, soprattutto i più in forma e i più decisi a sacrificarsi per conquistare la vittoria. Sarebbe bello se assieme al fatturato ci fosse anche qualche bella giocata. Il calcio è un gioco, quindi un qualcosa che serve a divertire. E se uno non si diverte che gioco è?

Svegliamoci in tempo per fiancheggiare i partecipanti alla 42^ Edizione

Alle 10,30 si parte con la Su e Giù di Gennaro Ventresca Campobassani, svegliatevi in tempo. Alle 10,30 c’è la partenza della Su e Giù N° 42. Non vorrei che come nelle altre edizioni fossero più i partecipanti che gli spettatori. Mio Dio, non è mica un male che i concorrenti siano in numero superiore ai guardoni. Ma rimane bella anche la cornice. Il quadro, senza dubbio, è d’autore. Ma anche la cornice ha la sua valenza. È per questo vi dico di esserci. La Su e Giù benché l’abbia conosciuta dalla prima edizione mi provoca puntualmente una sensibile emozione. Vedere la città piena di bandierine gialloblu e di piccole tende dello

stesso colore appese al filo mi provoca un pizzico al cuore. Un piacevole pizzico che fa bene e che ti fa sentire piacevolmente in pace con te stesso. In questi frangenti senti di voler più bene al modo che ovunque lo guardi ti sembra migliore. Viva la Su e Giù. Viva la Virtus, a incominciare dal suo presidente, l’umile e servile Carmine Dato, sino all’ultimo dei gregari che smazza in silenzio, col sorriso stampato sulla bocca. Mi piacciono i ragazzi della Virtus, fanno squadra e famiglia. E sono un raro esempio di come si possa vivere bene insieme. Ecco, la Su e Giù non è una corsa per chi si mette a fare le moltiplicazioni: tanti concorrenti, a tot ciascuno fa quello che

fa. La Virtus fa. Indipendentemente dagli incassi che potrebbero sembrare gonfi, invece restano comunque modesti se si pensa a ciò che bisogna fare per mettere insieme un carrozzone così imponente. E poi c’è il giornale da pubblicare, le trasferte da affrontare, la sede da pagare e da riscaldare. E tutto il resto. La Su e Giù va più forte dei cattivi pensieri. Essa è la nostra amica che ci tiene compagnia da oltre 40 anni. Infilandoci sottobraccio stiamo invecchiando insieme. Una vecchiaia solo per modo di dire, lo sport non invecchia mai. Come del resto gli sportivi.

Gambatesa, illuminazione a led L’amministrazione comunale ha rinnovato l’intero impianto GAMBATESA. L’amministrazione comunale di Gambatesa, grazie ad un finanziamento della Regione Molise di 400.000 euro, riuscirà a rinnovare l’intero impianto di illuminazione pubblica passando alla tecnologia led. La sostenibilità ambientale si conferma uno dei punti cardine del programma della compagine guidata dal sindaco Carmelina Genovese che in meno di un anno e mezzo dall’inizio del mandato ha già attuato importanti progetti in chiave “green” traducendoli in risparmi. Un primo passo in questa direzione si è compiuto con l’avvio della raccolta differenziata dei rifiuti con il metodo del porta a porta che già dopo i primi mesi ha raggiunto la soglia di recupero del 50%, con un notevole risparmio dei costi di conferimento in discarica, risparmio che si è poi tradotto in una riduzione media accertata delle tariffe TARI di circa il 10%.

Quasi contemporaneamente all’avvio della raccolta differenziata, un finanziamento di 129.360 euro per i lavori di costruzione del tratto di rete idrica dell’acquedotto rurale “Macchie”, ottenuto dalla Regione Molise nel dicembre 2014, ha permesso al Comune di intervenire su una linea che da anni era soggetta ad una perdita d’acqua potabile di circa il 90%. Per concludere in bellezza il 2015, l’Amministrazione ha visto finanziarsi dalla Regione Molise € 402.278,00, a valere sulle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per la realizzazione di un impianto a luci LED nel centro urbano. L’ottenimento del finanziamento, rientrante nel “PORFESR Molise 2007/2013″, è stato il frutto di un lavoro di squadra attuato tra amministratori, dipendenti comunali e professionisti tramite il quale, nei pochissimi giorni a disposizione, si è riusciti ad avanzare una proposta progettuale di rilievo che ha per-

messo di far rientrare Gambatesa nei beneficiari. Il Sindaco e l’amministrazione comunale esprimono la massima soddisfazione per aver ottenuto questo importante finanziamento attraverso il quale sarà possibile sostituire i vecchi corpi illuminanti con i nuovi a tecnologia led, in grado questi ultimi di assicurare elevati risparmi energetici e massima affidabilità della resa. L’illuminazione pubblica rappresenta, infatti, una significativa voce di bilancio per le amministrazioni locali sia in termini di consumi che di manutenzione. Riqualificare l’illuminazione pubblica è sinonimo di risparmio. Una lampada a led, a parità di luce emessa, consente un risparmio energetico di circa il 60% rispetto i vecchi corpi illuminanti a vapori di mercurio o al sodio ad alta pressione. I lavori inizieranno nei prossimi giorni e saranno ultimati entro i primi giorni di dicembre.

Alla Cattolica una mostra per San Giuseppe Moscati Domani l’inaugurazione nell’ambito dell’umanizzazione per la sofferenza CAMPOBASSO. Domani, in occasione della Festa di San Giuseppe Moscati il medico santo canonizzato da papa Giovanni Paolo II nel 1987, verrà inaugurata ufficialmente presso la Fondazione “Giovanni Paolo II” la mostra fotografica “Preghiera, Devozione e Gioia”, curata dal Cappellano del Centro Fra Umberto Panipucci. L’evento rientra nel programma di attività promosse dalla “Cattolica” per “umanizzare la sofferenza”: eventi ricreativi e culturali pensati per le Persone ricoverate, che aiutano a creare una Comunità umana e spirituale, particolarmente attenta alle relazioni. Vengono spesso organizzati concerti itineranti per i reparti, Cabaret in Corsia, letture meditate e altro ancora, senza mai trascurare le pratiche devozionali “a letto del paziente”.

Tutto questo rientra nella mission della struttura e non è un caso che la mostra venga inaugurata proprio nel giorno di San Giuseppe Moscati un medico che proprio nell’esercizio della professione ha vissuto il cammino verso la Santità. Un esempio per tutti, in particolare per chi opera in una struttura sanitaria Cattolica come la Fondazione. La mostra vuole raccontare l’esperienza della fede attraverso l’arte fotografica di cui il fotoamatore francescano è appassionato cultore. La maggior parte delle foto è stata scattata nel corso delle numerose iniziative pastorali in cui è coinvolto presso il Convento/Parrocchia San Giovanni Battista dove risiede la fraternità francescana di cui è membro. I lavori esposti sono già stati

presentati presso i locali della suddetta parrocchia riscuotendo un certo successo e numerosi apprezzamenti, anche dagli stessi addetti del settore. “L’arte è un linguaggio che nasce direttamente da un cuore che sa stupirsi e preservare la sua fanciullezza” dichiara Fra Umberto “fra i tanti linguaggi artistici ho preferito quello fotografico. Forse perché resto stupito ogni giorno dalla creazione, dall’umanità, dalla magnificenza che si nasconde dietro le cose più semplici e comuni, ma anche dalla bellezza che si manifesta apertamente attraverso le creature e nelle opere dell’uomo. Io non mi ritengo assolutamente un grande artista, cerco solo di comunicare quello che ho dentro e di condividerlo, ne sento il bisogno, è qualcosa più forte di me”.



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Isernia

15 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Riaperta al traffico la Venafrana La soddisfazione del sindaco di Sesto Campano, Luigi Paolone malizzazione dei collegamenti Tirreno/Adriatico attraverso il Molise occidentale ed il Venafrano in particolare, dei transiti su gomma negli abitati di Venafro e Sesto Campano e degli stessi commerci in entrambi i Comuni abbondantemente fermatesi da circa un mese data la chiusura della statale e la deviazione dell’intenso flusso interregionale su gomma. La soddisfazione del Sindaco di sesto, Luigi Paolone : “Abbiamo riaperto la statale in un mese, un risultato eccellente. Nel pomeriggio risolta dal-

SESTO CAMPANO. E’ stata riaperta in entrambi i sensi di marcia la statale 85 Venafrana chiusa da circa un mese in località Taverna di Sesto Campano causa le abbondanti piogge ed il movimento franoso dalla collina sovrastante che aveva interessato un masso definito ciclopico dai tecnici ed aveva prodotto sia la chiusura al traffico dell’importantissima statale di accesso ed uscita dal Molise ad ovest e sia l’evacuazione di numerose famiglie per i pericoli alla loro incolumità. Sono di riflesso terminati i problemi alla circolazione interregionale sull’85 (grazie anche alla riapertura al traffico della stessa Variante Sud di Venafro, non interessata da alcun movimento franoso ma chiusa a sua volta essendo un’appendice del’85 Venafrana) con la conseguente nor-

l’impresa al lavoro la criticità nella parte alta della frana e quindi del macigno e con verifiche ed assenso da parte dei Vigili del Fuoco, la statale è stata riaperta in entrambi i sensi di marcia con soddisfazione di tutti. Risolte anche molte criticità che interessavano le abitazioni private. Restano da far rientrare nelle loro case solo due/tre famiglie. Intanto i lavori proseguono per fermare del tutto il materiale franoso. Era comunque la parte alta della frana quella che preoccupava maggiormente e che aveva procurato la chiusura la traffico della statale. Per fortuna, grazie a tanti, il pericolo maggiore è rientrato e molti possono tirare un grosso sospiro di sollievo. La vita e l’economia a Sesto Campano e dintorni si avviano quindi alla graduale normalità”.

“Basta con i tagli lineari“ La segretaria della Uil Boccardo sottolinea: “Isernia rischia il tracollo” ISERNIA. “Non si deve smontare Isernia (come si sta facendo con la soppressione della Provincia, la sparizione della Prefettura, l’accorpamento altrove dei Tribunali, la fusione delle Camere di Commercio, lo smantellamento della Questura e dei Comandi locali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, lo spostamento dei servizi periferici dello Stato e fra poco, c’è da giurarci, dell’Inps e dell’Inail, la soppressione del Corpo forestale e della sede dei Vigili del Fuoco, e via elencando) non solo per tenere alto l’orgoglio della provincia pentra. Isernia non va smantellata per contrastare l’eventuale dilagare della malavita, del malaffare, della criminalità e per garantire la sicurezza e la qualità della vita delle persone che qui risiedono.” È durissima la posizione della UIL molisana, espressa da Tecla Boccardo che ne è leader, che richiama tutti i soggetti sociali, la politica, gli amministratori locali isernini ad un’azione raccordata che contra-

sti questa pericolosa deriva. L’innovazione della Pubblica Amministrazione e l’efficacia della sua azione di promozione, regia e regolazione delle politiche di sviluppo locale, la qualità della governance territoriale e della sua azione sul territorio, costituiscono alcuni dei fattori indispensabili per il successo dell’economia del paese e dei territori del Mezzogiorno nello specifico. Qui, inoltre, non si può dimenticare come l’Amministrazione Pubblica costituisce anche la principale azienda del territorio che, come tale, finisce per gestire quantità ingenti di risorse finanziarie, che a molti fanno gola. Però in questa stagione - evidenzia la UIL invece di rafforzare la funzione di controllo, si chiudono le strutture territoriali del governo nel territorio o si ridimensionano, come sta avvenendo con le Prefetture e con i Tribunali; si aboliscono organi di controllo

dell’ecomafia come il Corpo forestale dello Stato; si sopprimono i servizi provinciali culturali, quelli sociali e la funzione della Polizia provinciale che controllava l’ambiente; i segretari comunali che curavano la legittimità delle delibere comunali si cancellano con un colpo di spugna; si disperdono le professionalità degli ispettori Inps, Inail e del Ministero del lavoro. Questo, in un contesto debole ed esposto come quello di Isernia, rischia di avere conseguenze pericolose. “Il territorio di Isernia - ricorda Boccardo - è molto prossimo a realtà in cui opera una criminalità organizzata aggressiva, le correnti del malaffare passano qui vicino e se finora siamo stati toccati solo marginalmente è solo per la pochezza delle risorse su cui mettere gli occhi. Ma fra poco qui arrivano le risorse, non proprio banali, destinate alla ripresa economica, occupazionale e sociale dell’Area di Crisi. E accanto alla criminalità tentata di in-

teressarsene ci sarà pure qualche avventuriero dell’economia, qualche prenditore che “afferra il bottino e scappa”. Ma anche le iniziative economiche, quelle positive e credibili, dovranno essere autorizzate, seguite, accompagnate, vigilate e verificate da una pubblica amministrazione efficiente e da strutture specializzate ed a ciò abilitate.” La UIL molisana chiede retoricamente “È il momento giusto per smobilitare le forze che controllano l’ambiente e salvaguardano l’integrità del territorio? È opportuno che il coordinamento delle azioni nei casi di calamità venga portato lontano? Come farà un ufficio pubblico dislocato altrove ad occuparsi efficacemente e celermente di autorizzazioni, vigilanza, controllo? E i soggetti che monitorano, indagano, intervengono per reprimere comportamenti illegali e per garantire la sicurezza ai cittadini, in che condizioni più scomode si troveranno ad agire?”

Neuromed e la cura del diabete Prosegue la ricerca e l’impegno dell’Istituto di Pozzilli POZZILLI. Alla clinica alla ricerca di laboratorio agli studi di popolazione, l’impegno dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli contro il diabete si articola in diverse strade, tutte convergenti nell’ottica di una ricerca scientifica che sia vicina ai cittadini e prontamente utile nello stabilire nuove strategie di prevenzione e cura. Istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Giornata Mondiale del Diabete cade il 14 novembre. E’ l’occasione per una carrellata sulle energie che Neuromed mette in campo contro questa patologia e le sue complicanze. A cominciare dalla clinica, dove il Centro per lo Studio e la Cura del piede diabetico vede un approccio completo al paziente, seguito da un intero team impegnato nel definire un quadro a 360 gradi del suo percorso. Dal chirurgo vascolare al neurologo, al diabetologo, al podologo, tutti gli aspetti della terapia degli arti inferiori colpiti dalle complicanze del diabete sono tenuti in considerazione. Dopo i vari accerta-

menti diagnostici, tra i quali naturalmente l’esame ecodoppler, viene stabilita la procedura più accurata e adatta al paziente, che comprende la rivascolarizzazione dei vasi della gamba o del piede per ristabilire una corretta circolazione. Ma sono in campo anche una serie di interventi volti a curare le ulcere o le infezioni che possono colpire il piede diabetico, fino ad arrivare all’innesto di derma artificiale, una metodica avanzata, derivata dalle ricerche nel campo dell’ingegneria tessutale. Infine, con il processo di riabilitazione, il paziente continua ad essere seguito costantemente nel tempo. Ancora per quanto riguarda la clinica, il Reparto di Oftalmologia e Ortottica Neuromed è impegnato nella prevenzione e nel trattamento della retinopatia, un’altra possibile conseguenza del diabete. Fondamentali, in questo ambito, i controlli che i pazienti dovrebbero eseguire con regolarità e costanza. E’ un lavoro multidisciplinare, in cui diabetologo e oculista lavorano fianco a fianco per evitare danni che pos-

sono diventare seri. Anche in questi casi, però, non mancano armi a disposizione del reparto, dai trattamenti con laser alle iniezioni intravitreali. Il diabete di tipo II è una patologia fortemente legata agli stili di vita, all’alimentazione, all’attività fisica. Questo lascia un ampio spazio alla possibilità di prevenire la patologia, uno spazio nel quale si muove il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione. Grazie agli studi condotti sui dati raccolti dal Progetto Moli-sani, il dipartimento ha potuto evidenziare il ruolo protettivo della Dieta mediterranea non solo nelle persone sane, ma anche nei diabetici. Un’alimentazione che segua correttamente le abitudini alimentari mediterranee, infatti, è capace di ridurre la mortalità totale nei pazienti diabetici. Proprio il concetto di Dieta mediterranea come alimentazione sana per le persone affette da diabete è stato evidenziato dai ricercatori Neuromed durante il convegno “Piatti Sani per il diabete e non solo…”, che si è tenuto nell’Expo di Milano.



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Termoli

Tutto quello che gli altri non dicono

15 novembre 2015

senza alcun finanziamento pubblico

Trasporto urbano anche per i centri limitrofi La proposta è stata fatta dall’assessore di Termoli, Vincenzo Ferrazzano TERMOLI. Il trasporto pubblico termolese potrebbe estendersi e raggiungere i comuni limitrofi: lo ha più volte annunciato l’assessore comunale Vincenzo Ferrazzano ed anche questo progetto pare aver solcato la giusta direzione. Del tema se n’è parlato in una conferenza dei servizi indetta in sala Giunta alla presenza dei delegati al trasporto dei comuni di Petacciato, Campomarino, Termoli e San Giacomo degli Schiavoni.

paesi limitrofi – ha affermato il sindaco Sbrocca al termine dell’incontro – come Comune di Termoli abbiamo preso l’iniziativa per valutare quale dei paesi limitrofi fossero interessati e ci sono stati i Comuni di Campomarino, Petacciato e San Giacomo che hanno risposto positivamente. La Regione ha convocato la Conferenza dei Servizi per iniziare il procedimento e valutare la possibilità a che il trasporto urbano possa estendersi anche a questi paesi ovviamente come capofila

“C’è stata una legge regionale che ha disciplinato la possibilità di estendere il trasporto urbano anche ai

Termoli”. Ad illustrare i contenuti dell’iniziativa è l’assessore Ferrazzano proprio mentre è già in discussione, e per certi versi in dirittura d’arrivo, il nuovo bando di gara per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico locale. “Noi – ha concluso Sbrocca – siamo già pronti per il nuovo bando abbiamo già fatto la valutazione dei costi con questa legge si modifica perché prima il trasporto urbano riguardava solo la città di Termoli adesso potrebbe ruguardare anche le città limitrofi.

“Petacciato, un disastro” I consiglieri comunali Caruso e Di Pardo intervengono sulla frana e il Prg PETACCIATO. Piano regolatore di Petacciato e frana: dopo l’ammissione che valle San Giovanni è a rischio e già investita dal fronte franoso, si pone un problema di sviluppo e opportunità non trascurabili: se il Prg alla fin verrà adottato così com’è, chi avrà il coraggio di andare a costruire su terreni rischiosi e insicuri? E se invece non passerà, a che pro saranno spesi ben 250mila euro di fondi pubblici per piani, progetti, consulenze? Luisa Caruso e Roberto Di Pardo, consiglieri comunali di minoranza del gruppo Amo Petacciato, unici a dissentire nel corso degli anni rispetto alla volontà politica di insistere su Valle San Giovanni come luogo “ideale” per la nuova cittadina, ignorati nei solleciti e negli avvertimenti lanciati, ricostruiscono la vicenda e fanno una serie di osservazioni: «Qualche mese fa - era marzo e da pochi giorni la frana si era rimessa in moto - scrivemmo alcune nostre considerazioni su quanto stava accadendo, sulle numerose indagini e sugli studi che nel corso degli anni si erano succeduti per la comprensione della frana, sulle iniziative prese per

mitigarne gli effetti sul nostro territorio, sulle conclusioni cui studi attendibili erano giunti circa l’impossibilità di fermare un movimento così esteso... Naturalmente le nostre preoccupazioni maggiori erano rivolte a quanto stava accadendo in paese, alle case, alle strade, ma nei giorni successivi avemmo modo di constatare che anche nelle campagne la frana aveva mostrato la sua forza e la sua entità e ciò era per noi un grido d’allarme ulteriore, rivolto a dissuadere l’intenzione dei nostri amministratori di portare a conclusione l’iter per l’approvazione della variante al PRG. Cosa ne sarà della variante al PRG? Verrà respinta dalla Regione? Verranno chieste ulteriori indagini geologiche? Sarà in parte stralciata? Comunque andrà a finire sarà una sconfitta per questo paese: se il PRG passerà così come è stato concepito, chi avrà il coraggio di posare la prima pietra su terreni tanto insicuri? Quale futuro Sindaco o Tecnico Comunale si assumerà la responsabilità di rilasciare un pemesso di costruire in tale zona? E se il PRG non passerà? Avremo buttato al

vento 250.000 euro di studi e progettazioni inutili, due mandati dell’attuale Sindaco e del suo più stretto collaboratore, il Vicesindaco, concentrati solo su un argomento di programma elettorale.... quello che nel lontano

2007 faceva così esordire Gabriele La Palombara da un balcone di viale Pietravalle: “MI RIMETTO IN SELLA E RIPARTO DAL PRG!».

Giudice di pace, fine della corsa Ultima udienza penale venerdì a Termoli. Da domani tutto trasferito a Larino TERMOLI. In un’aula di udienza gremita di persone, tra testi, imputati e avvocati si è celebrata venerdì mattina l’ultima udienza, penale, del giudice di pace di Termoli. Da lunedì, infatti, anche le cause già in corso a Termoli continueranno presso i locali della cittadina frentana. Più che un addio dovrebbe trattarsi di un arrivederci, anche se il condizionale è d’obbligo, ed in Italia, lo sappiamo, niente e più definitivo del provvisorio. Se è vero, infatti, che il Ministero ha inserito la sede di Termoli nell’elenco degli uffici da riaprire, è altrettanto vero che prima di una possibile riapertura sarà necessario attendere l’esito positivo del tirocinio formativo che i dipendenti del comune di Termoli, distaccati presso questo ufficio giudiziario, stanno ef-

fettuando presso gli uffici del Giudice di Pace di Larino. Un tirocinio che, a quanto pare, avrebbe tra l’altro riguardato solo quattro delle cinque unità previste per i resuscitandi uffici adriatici. Di certo, in caso di riapertura, le udienze non si terranno più nella attuale sede ma presso i locali comunali di piazza Kennedy, già sede della sezione distaccata e ora appannaggio della Polizia municipale. Un po’ di sano scetticismo sulla possibile riapertura del Giudice di Pace di Termoli serpeggiava, anche questa mattina, tra gli avvocati. “Una volta chiuso un ufficio non è poi così scontata la sua riapertura”, questo il commento più gettonato. Chi vivrà, vedrà e intanto, da lunedì, tutti a Larino.



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