Il molise e la grande guerra

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

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L’Oscar del giorno al Tecla Boccardo

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Tecla Boccardo. La dinamica segretaria regionale della Uil, sulla questione sanità, ha scritto nuovamente alla Regione sottolineando come nessun atto concreto è stato fatto nei mesi passati. Sono, ormai, due anni che la nuova Giunta si è insediata ma nessun cambiamento è stato registrato. Al contrario al caos ha fatto seguito altro caos e, intanto, i cittadini molisani pagano le tasse più alte d'Italia senza avere il corrispettivo di servizi adeguati. Tutto questo perchè, è la domanda della sindacalista?

Il Tapiro del giorno a Paolo Frattura

Il Tapiro del giorno lo diamo a Paolo Frattura. Il presidente nonchè commissario alla sanità ancora non manifesta il suo pensiero in merito alla delibera di riorganizzazione ospedaliera predisposta dal direttore generale dell'Asrem Molise. Tagli per tutte le strutture sanitarie pubbliche e scomparsa degli ospedali di Venafro e Larino alla base del provvedimento. Ma in campagna elettorale non era stato propri Frattura a sottoscrivere con i cittadini di quelle aree che i due nosocomi non sarebbero stati mai chiusi?

Il Molise e la Grande Guerra Presentato ieri sera il volume di Giuseppe Saluppo

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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

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2 12 dicembre 2014

Spariscono, di fatto, gli ospedali di Agnone, Larino e Venafro mentre assai ridotti ne escono acnhe quelli di Campobasso, Isernia e Termoli

Il fallimento del sistema sanitario

Anche il nuovo documento di riorganizzazione ospedaliera, predisposto dal direttore generale Asrem, ha già incontrato mille difficoltà perchè ricalca quello del commissario Filippo Basso CAMPOBASSO. Dopo i siparietti sulla sanità in Consiglio regionale, nessuna azione operativa ha fatto seguito se non la nomina di un nuovo dirigente per il settore. Un nuovo rinvio senza che nessuno dica cosa vuole fare della sanità molisana e, soprattutto, cosa quale la qualità assicurata ai molisani. Ciò, invece, che i molisani devono temere è l’assoluta improprietà della politica regionale di essere all’altezza dei problemi chiamati a risolvere. Il caso sanità è, purtroppo, emblematico. Quali le prospettive del Sistema sanitario regionale? Come andare a costruire un percorso nuovo alla luce della confusione dei tagli del governo e del Piano di rientro e dell'assenza di una programmazione regionale? Il guaio è che in Molise mancano soprattutto punti di riferimento certi e inequivocabili all’interno del piano sanitario regionale e della politica sanitaria che si va portando avanti tra commissari straordinari e sottocommissari, tra governatori (passati e presenti) che non hanno avuto e non hanno le idee chiare né la capacità di razionalizzare innanzitutto se stessi e, quindi, la delicata materia che hanno avuto ed hanno per le mani.

Eppure, proprio chi si occupa di cambiamento dal punto di vista teorico, così come il manager chiamato concretamente a gestire il cambiamento, sa quanto possa essere importante trovarsi di fronte ad un momento di crisi significativa. Perché dalla consapevolezza dell’esistenza di una crisi, dei rischi connessi, delle possibili conseguenze e dell’urgenza di dover affrontare alcuni nodi decisionali ed operativi, emerge la predisposizione a cambiare. Bisognerebbe ripartire dalla presa visione del

problema nella sua intierezza per poter pensare di costruire un'ossatura nuova del sistema. Indubbiamente i Piani di rientro potevano rappresentare un’occasione per rendere più incisiva la percezione collettiva dell’importanza di cambiare, nella politica, nella dirigenza, nei professionisti, nella cittadinanza, a tutti i livelli e latitudini del sistema sanitario regionale. Un’occasione per ridefinire una visione di sistema, un’ambizione collettiva attorno a cui aggregare motivazione, senso di apparte-

nenza, identità con il sistema. Per fare ciò occorreva usare il Piano di rientro non solo come documento tecnico per identificare colpevoli, capri espiatori e spazi di razionalizzazione (e razionamento), ma soprattutto come strumento di valorizzazione delle potenzialità, di prefigurazione di scenari a cui tendere. Da noi, invece, la politica ha preferito il terreno dello scontro, delle ripicche, delle accuse e delle denunce. Dimenticando il suo ruolo di proposta e di programma. Girando il ragionamento all’in-

verso: occorreva cambiare non per risolvere tanti problemi, pur veri, ma soprattutto per ambire a costruire un servizio regionale sanitario moderno, efficiente, innovativo. Può sembrare una questione di lana caprina, ma non lo è se consideriamo quanto sia importante nella motivazione delle persone la comprensione e la condivisione della ragione per cui vale la pena lavorare, impegnarsi al di là dei propri interessi individuali e di gruppo. Era poi anche l’occasione per delineare alcune grandi strategie direzionali di medio-lungo periodo quali scheletro della visione futura del Servizio regionale. Il canovaccio di fondo, invece, è rimasto quello dell’approccio razionale-burocratico al cambiamento, fatto da un pensiero normativo scollegato dalla diretta valutazione della azionabilità dei cambiamenti prefigurati, almeno stante le non mutate condizioni di scarsa coesione politica e capacità gestionale del sistema. Al contrario, da noi, si registra solo una larga ammissione di impotenza e di scarsa autorevolezza qui nel Molise e, soprattutto, a Roma, ai livelli governativi. La sanità molisana è finita a bordello.

Sulla sanità attendiamo ancora manovre concrete di Tecla Boccardo* Ancora una volta la UIL denuncia le criticità non ancora rimosse nella sanità e che ne impediscono l’efficienza. La ingovernabilità del settore, la non corretta definizione del setting assistenziale, il deficit di Bilancio ormai cronico che aumenta vertiginosamente, gli sprechi, le inefficienze, i tetti di spesa che non tengono conto del fabbisogno reale della popolazione residente, il fatturato solitamente più alto della produzione, le risorse pubbliche assorbite dal settore privato elevate rispetto alla media nazionale, la mancanza di governo delle prestazioni erogate dalle strutture private, la quasi inesistenza di accordi di confine per l’accreditamento dei posti letto per la mobilità attiva, la inadeguatezza di alcune prestazioni, i contratti di fornitura spesso in regime di proroga, l’insufficiente assistenza domiciliare per anziani che risulta nettamente inferiore all’atteso, l’assistenza territoriale e quella domiciliare presente a macchia di leopardo, i presidi territoriali di assistenza insufficienti, le RSA quasi totalmente assenti, l’insufficiente dotazione di posti letto presso strutture residenziali che erogano assistenza psichiatrica o presso strutture residenziali destinate alla popolazione anziana non autosufficiente, la quasi

inesistenza di strutture semiresidenziali per disabili, il ticket più alto d’Italia al quale si aggiunge un super ticket di €10,00 e ulteriori €4,00 per i pacchetti ambulatoriali oltre all’incremento dell’IRPEF, il personale assistenziale insufficiente perché ridotto del 7,5% negli ultimi anni, la prevalenza di personale precario, il commissariamento della sanità Molisana, la riduzione dei posti letto nelle strutture pubbliche, la spesa che continua a crescere ma l’offerta sanitaria non migliora, non si sono ridotte le liste d’attesa, è economicamente più vantaggioso il ricorso a strutture private o a quelle fuori regione incrementando la mobilità passiva e spesso la insostenibilità economica delle cure induce i cittadini a rinunciarci. Dopo un anno, finalmente, è stato deciso chi deve sedere sulla poltrona di direttore sanitario ma intanto, nessuno si accorge che per questi tentennamenti si rischia di perdere importanti finanziamenti per la ricerca scientifica, perché in assenza del direttore sanitario non può essere nominato il Comitato Etico di cui il Direttore Sanitario è Presidente di diritto. Questi finanziamenti possono risultare particolarmente utili per l’Università di Medicina, e per la Fondazione Giovanni Paolo II (ex Cattolica) centri di eccellenza che grazie all’allestimento scientifico tecnologico in dotazione potreb-

bero rappresentare il nostro fiore all’occhiello nel campo della specialistica e della ricerca scientifica, e beneficiare del finanziamento Horizon 20/20 per la ricerca, utilizzando i nostri giovani talenti piuttosto che vederli emigrare all’estero alla ricerca di un lavoro! Questo è lo scenario della sanità Molisana e se non si eliminano queste molteplici criticità non potrà migliorare. Ancora una volta la UIL FPL urla: COSI’ NON VA! Così come dice lo slogan del nostro sciopero generale del prossimo 12 dicembre, a Termoli. I continui Piani di rientro non hanno sino ad ora portato a significative azioni di riordino né sono migliorati i livelli assistenziali, anzi sono addirittura peggiorati! L’esigenza di riorganizzazione del Servizio Sanitario attraverso la proposta dell’atto aziendale predisposto dall’Asrem, per mano di chi è nominato dalla politica, non può dimenticare tutto ciò! Il concetto di sostenibilità economica del sistema sanitario non vuol dire riduzione delle prestazioni ma riorganizzazione di un sistema in termini di efficienza e con la sinergia e il potenziamento di tutte le risorse sul territorio. Se da un lato si chiudono delle attività ospedaliere, dall’altro vanno potenziate altre per evitare un aumento

inappropriato dei ricoveri. Più che decidere “CHI” deve operare, Pubblico o Privato, bisogna riflettere su “COME” operare in sinergia,ed è questo il vero limite di tutti i tentativi di riorganizzazione. Oggi la sorte della Sanità pubblica è legata alle capacità riformatrici dei politici e degli operatori della salute, ma per garantire la sostenibilità del SS Universalistico vanno messi da parte obiettivi conflittuali di alcuni portatori di interessi, per riorganizzare un sistema finalmente finalizzato al miglioramento dell’offerta assistenziale e alla salvaguardia della natura pubblica del servizio sanitario. Se vero cambiamento non ci sarà, nel servizio sanitario pubblico con sempre meno posti letto ci si potrà ricoverare solo in piedi! Mentre per essere presi in carico dal servizio sanitario Molisano sarà necessario esibire un certificato di sana e robusta costituzione, tutti gli altri restino a casa! Se credete anche voi che “COSI’ NON VA’” venite a urlarlo insieme a UIL e CGIL allo sciopero generale venerdì 12 p.v. a Termoli! *Segretaria regionale Uil Molise


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Tutto quello che gli altri non dicono

12 dicembre 2014

senza alcun finanziamento pubblico

Tanti i problemi insoluti che riguardano aziende e settori regionali senza prospettive

“Così non va”, il Molise si ferma

Oggi lo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. Manifestazione a Termoli A Roma il 12 dicembre con la bandiera dell’Uil affianco a quella della Cgil nella manifestazione contro lo job acts, le politiche economiche fallimentari del governo Renzi, l’ evasione, articolo 18 e via dicendo, ma con un carico di motivazioni e di rivendicazioni contro la politica regionale, l’atteggiamento e il comportamento del presidente Frattura, in particolare. Se lo porterà dietro, compresso in una sacca di amarezza e delusione che si riassumono in questi punti dolenti con cui, da sindacalista, Guarracino ha dovuto fare i conti. Se a Roma si protesta perché le cose come stanno andando vanno male, identica è la condizione che si vive (e si combatte) nel Molise. Le cose non vanno per i lavoratori delle Cooperative della Biblioteca Albino che sono nella stessa situazione di precarietà in cui si trovavano un anno fa, ma con l’orario di lavoro ridotto e la Regione che non si decide a comunicare a chi affiderà il settore cultura; non vanno per il settore della vigilanza perché il buon presidente Frattura, insieme all’ottimo assessore Petraroia, più volte hanno glissato sulle richieste d’incontro, con l’unica conseguenza che i lavoratori del settore ancora non vedono risolti i loro problemi; non vanno per i lavoratori di Esattorie ancora in attesa di una soluzione concreta occupazionale ed è trascorso un anno dal pubblico proclama della nascita di “Molise Entrate s.p.a.”, senza che nessuna società sia stata costituita, né incaricata, ed anche in questo caso il presidente Frattura aveva fornito garanzie sul mantenimento dei posti di lavoro; non vanno per i precari della Molise Dati, eterni ragazzi cinquantenni: faranno Natale fuori ai cancelli della Società e non dentro, come dovrebbe essere e come era stato loro garantito; non vanno per i dipendenti di Korai che a distanza di anni, nonostante le rassicurazioni, nonostante gli impegni presi, nonostante la soluzione a portata di mano, nei loro confronti non è stato fatto nulla: infatti continuano a non percepire

Il programma del corteo e del comizio in regione

lo stipendio e, peggio ancora, azienda in house al 100% della Regione Molise, che negli scopi societari ha come priorità la tutela e la valorizzazione dei settori turismo ed ambiente, resta senza commesse; le cose non vanno per i fornitori dei servizi pulizie e vigilanza; non vanno per i lavoratori della mensa ospedaliera, che da mesi lamentano comportamenti discriminatori da parte dell’azienda che unilateralmente riduce loro l’orario di lavoro, scalando le ferie del 2015, e nessuno, né l’Asrem né la Regione sono intervenute, dando ancora una volta la possibilità ad un’azienda non molisana, di venire in Molise e di dettare legge; non vanno per il commercio che fa acqua da tutte le parti, ma la legge di settore non è stata modificata ed il settore è ormai ridotto all’osso; non vanno per le piccole e medie imprese, il cui unico aspetto che pare interessare alla politica molisana è il numero massimo di aperture festive e domenicali della grande distribuzione,

a discapito dell’unica cosa che resta: il senso della famiglia; non vanno per il Molise in assenza di azioni programmatiche, particolarmente in materia di turismo, nonostante si dichiari regione a vocazione turistica. Ma soprattutto le cose non vanno per il lavoro. La speranza di Guararcino è che il consiglio regionale ed i consigli comunali si soffermino in maniera monotematica su quell’unica vera emergenza che vale a Roma e molto, molto di più, nel Molise. Più delle parole, del rammarico, della delusione, probabilmente varrebbe uno sciopero generale anche nel Molise. A Roma però sono solo la Cgil e l’Uil a manifestare. La Cisl ha scelto di non starci. Brutto segnale. Nel Molise potrebbe verificarsi di peggio. Tra la politica che non va e i sindacati spaccati, non resterebbe che la rassegnazione. Dardo

TERMOLI. Oggi, ci sarà lo sciopero generale nazionale proclamato da Cgil e Uil. Lo slogan scelto è “Così non va!” per esprimere contrarietà circa le scelte del governo e sostenere le proposte sindacali in merito alla riforma della Pubblica Amministrazione, JOBS Act, Legge di Stabilità e Politica economica. Lo sciopero prevede, per tutti i lavoratori pubblici e PRIVATI, l’astensione pari all’intera giornata lavorativa e manifestazioni a livello regionale. Cgil e Uil del Molise hanno organizzato una manifestazione che si terrà a Termoli, con concentramento in Piazza Donatori di Sangue alle ore 9:30, con corteo che attraverserà le principali strade cittadine, e che si concluderà in Piazza Duomo dove, dopo l’apertura di Tecla Boccardo, Segretario generale Uil Molise e gli interventi di delegate e delegati di posto di lavoro, sarà conclusa dal comizio di Morena Piccinini, della Cgil Nazionale. Con la manifestazione Cgil e Uil chiedono al governo di “cambiare realmente il verso” delle politiche “sbagliate” e “inefficaci, un cambiamento che possa così finalmente contrastare il lavoro debole e precario,cancellare le iniquità della legge Foriero sulle pensioni, tutelare i lavoratori ingiustamente licenziati.

“Anticipazione appalti, boccata d’ossigeno” L’Acem sottolinea la bontà del provvedimento contenuto nella Legge di stabilità per le imprese CAMPOBASSO. L’ACEM (Associazione Costruttori Edili del Molise), esprime soddisfazione per l’annuncio del Governo di voler prorogare anche per l’anno 2015 l’anticipazione del 10% sul prezzo di appalto reintrodotta nella normativa sui lavori pubblici con la conversione in legge del decreto “del fare” nell’agosto del 2013. Nelle settimane scorse, il Vice Presidente ANIEM Angelo Santoro aveva inoltrato alle Camere un apposito emendamento e della questione l’ACEM aveva

interessato anche il Senatore Roberto Ruta nel corso della conferenza stampa svoltasi il 1° dicembre scorso sulla legge di stabilità presso la sede di Via Cavour. “Ringrazio a nome delle imprese iscritte il Vice Presidente nazionale Angelo Santoro – dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro – per il lavoro svolto a Roma anche ai fini del ripristino della misura e mi auguro come appreso stamattina che la norma possa trovare stabilizzazione nell’ordinamento”.

“Di Pietro? Stava ancora nell’Idv?” Dopo l’uscita dal partito del consigliere regionale, sarcastica risposta di Pisanello segretario organizzativo “Prendiamo atto della fuoriuscita dal partito del figlio di Di Pietro perché non concorde con la linea politica dettata dal Segretario Nazionale. La cosa non sorprende visto che queste fatidiche dimissioni sono state più volte annunciate e date pubblicamente a Sansepolcro sperando forse di avere un clamore che in realtà non ha avuto e sperando di suscitare, nell’annunciarle in una sala gremita di più di ottocento attivisti, più di dodici applausi, che sono in realtà quelli che ha ottenuto. Le sue nuove dimissioni sono un atto

burocratico che nei fatti si sono già palesate da un anno visto che alcuna iniziativa è stata fatta volta alla costruzione del partito. La linea politica di dialogo e di confronto con il Pd con la quale egli dissente è proprio quella che egli sostiene in regione convintamente prodigandosi ad appoggiare sia il Pd che Renzi. Non corrisponde a verità ciò che egli asserisce dicendo che è escluso dalle comunicazioni in quanto egli stesso, con prove alla mano, ha chiesto la cancellazione dei suoi dati. Bisognerebbe che egli si chiarisse con

se stesso. Nei prossimi giorni faremo una grande iniziativa in Molise, noi siamo contro i partiti personali e padronali. E’ quanto dichiara Luciano Pisanello, responsabile nazionale dell’orga-

nizzazione dell ‘Idv, commentando le dimissioni dal partito del figlio di Di Pietro, Cristiano.


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“Piano giovani, solo un inguacchio” Sui ritardi regionali del programma, intervengono i consiglieri di opposizione CAMPOBASSO. “Accogliendo le nostre preoccupazioni, più volte reiterate tramite interrogazioni, mozioni e ordini del giorno portati all’attenzione del Consiglio regionale, la Giunta con Deliberazione n. 660 del 2 dicembre 2014 ha approvato la rimodulazione del PIANO di attuazione regionale di Garanzia Giovani”. A parlare i consiglieri regionali Angiolina Fusco Perrella e Giuseppe Sabusco. “Un programma operativo che finora non ha riscontrato un gran successo presso i destinatari dell’intervento, ossia i cosiddetti NEET, quella fascia di popolazione compresa tra i 15 e i 29 anni che si trova a non essere impegnato in un’attività lavorativa, ne in un percorso scolastico o formativo. Difatti – CONTINUA la nota - a fronte di un bacino potenziale di circa 15 mila giovani molisani, secondo l’ultimo report nazionale del 5 dicembre scorso per il Molise si sono registrate solamente 1.879 adesioni interne, alle quale aggiungere ulteriori 1.563 esterne per un totale complessivo di 3.442. Numeri magri che, come si legge nel documento istruttorio della Deliberazione n. 660, hanno spinto alla necessaria rimodula-

zione di alcune linee progettuali del PIANO, come: allargare la platea di giovani Neet tra i 15 e 29 anni; velocizzare l’attività di profilazione dei soggetti destinatari e soprattutto rimodulare gli interventi di servizio civile che hanno avuto una consistente riduzione di fondi, poi smistati su misure più importanti come autoimpiego e autoimprenditorialità. Interventi e soluzioni che noi avevamo prospettato e anche suggerito al Governo regionale per migliorare la performance del PIANO operativo. Ovviamente adesso è fondamentale trasferirle sul PIANOconcreto, perché il ritardo rispetto alle altre regioni più performanti, come Lombardia, Toscana, Veneto, Marche, è notevole, ma soprattutto è giunta l’ora di dare una risposta forte ai tanti giovani disoccupati non SOLO in termini di occupabilità ma prioritariamente in quelli di occupazione. Inoltre – concludono i consiglieri – va bene la decisione di affidare all’Agenzia Molise Lavoro l’incarico di svolgere le attività legate alla gestione operativo del piano Garanzia Giovani, ma qual è il ruolo della struttura assessorile competente in materia?”

I politici molisani spingono i molisani a emigrare di Ferdinando A. Mancini * Il lavoro è un diritto, certamente non nel Molise. Abbiamo un assessorato al lavoro che invece di “procurare” e difendere il lavoro è lieto di licenziare o “cassaintegrare” lasciando senza soldi i lavoratori. Di crisi e di tavoli aperti nel Molise ne abbiamo parecchi, anzi troppi. Possibile che non si riesce a risolverne nessuno ? E’ vero che c’è la crisi, ma è anche vero che spesso manca la volontà politica di risolverle, forse perchè si vogliono i lavoratori in piazza ? Bene, un esempio che ce la dice tutta: Insieme ad altri gli operatori della Formazione Professionale erano riusciti ad avere credito dal Ministero del Lavoro. L’Assessore al lavoro del Molise, ex Sindacalista ,

non accetta questa “grazia” e dice pubblicamente che “la Formazione Professionale nel Molise è finita”. Anzi, si pavoneggia di averlo detto già un anno e mezzo fa. Ma allora a che pro ha investito soldi pubblici per “progettare” un progetto da lasciare in un cassetto ? Di fatto si “restituiscono” i soldi al Ministero del Lavoro e/o all’Unione Europea e si mandano a CASA gli operatori. Eppure la Formazione Professionale è materia delegata alla Regione, al pari della Sanità. Ma la Regione, l’Assessore al “lavoro”, forse meglio rinominarlo alla “disoccupazione” e “ai tavoli”, cosa vuol farne della Formazione Professionale ? Mandare tutti a casa e accreditare altri ex novo ?

Si ricorda, però, che esiste un albo regionale che la legge della stessa Regione Molise ha istituito? Ma il Presidente Frattura, e non SOLO, che pure sappiamo la pensa diversamente, c’è o gioca a nascondino ? Si rende conto del disagio arrecato non solo agli operatori, ma a tutti i cittadini/elettori molisani ai quali viene negato un servizio utile per lo sviluppo economico e sociale del Molise ? Possibile che abbiamo degli “Amministratori molisani” che spingono i molisani stessi ad emigrare o a farsi ipotecare i beni acquistati con anni di duro lavoro ? Devono nascere anche nel Molise i “Forconi” ? * Esecutivo UIL Scuola Molise

L’intervento di Massimo Dalla Torre Non è la linea che porta a Kandar e neanche quella che viaggia a tremila metri e attraversa le lande desolate delle Ande, oppure quella del Tibet a essere annoverata tra le tratte ferroviarie più disagevoli; è semplicemente la Campobasso-Isernia-Roma che Legambiente indica quale nona peggiore d’Italia. Il marchio nero arriva da “Pendolaria 2014” che ha selezionato i peggiori percorsi su ferro sulla base di dati oggettivi ma soprattutto sulle proteste da parte di viaggiatori e pendolari. Nel dossier stilato dall’Associazione ambientalista si legge: “enormi disagi si riscontrano ad esempio sulla tratta, per giunta non elettrificata, tra il capoluogo di regione del Molise e Roccaravindola in provincia di Isernia. Settantacinque chilometri caratterizzati da lentezza e inadeguatezza

Molise: ultima frontiera anche nelle tratte ferroviarie

del servizio; oltre cinquanta minuti di percorrenza con una velocità media di cinquantacinque chilometri orari, nonostante le carrozze di solito non riscaldate d’inverno e non ventilate d’estate appartengono all’ultima generazione. Come non ba-

stasse a dare il colpo di grazia si deve aggiungere la protesta di chi giornalmente utilizza i treni e lamenta la chiusura delle biglietterie dei due capoluoghi di Provincia e Regione. Stazioni che lasciano disorientati e attoniti chi deve partire

senza informazioni e possibilità di acquistare biglietti se non tramite le obliteratrici presenti e spesso poco funzionali. Luoghi ridotti in molti casi a ricettacolo di barboni e persone senza fissa dimora, anche se, come a Campobasso la stazione è stata ammodernata e abbellita con luci che ricordano gli accessi alle stazioni aeroportuali; ma questa è un’altra storia. Situazioni alquanto disastrose cui si deve aggiungere che nel corso dell’ultimo anno molte fermate intermedie sono state soppresse senza però avere vantaggi sui tempi di percorrenza. Sussiste poi un problema di concorrenza con il trasporto su gomma che, non solo non

riesce a coprire la domanda, ma penalizza pesantemente il trasporto ferroviario poiché le fasce orarie di viaggio in molti casi coincidono. Tutte cose che avvalorano al cento per cento i dati che nel report finale hanno quantificato con un 6,5% i tagli effettuati in Italia nel servizio ferroviario regionale negli ultimi quattro anni. Cosa che non depone assolutamente a favore di questa porzione dello stivale che ancora una volta causa distonie del sistema, ci condanna a essere il cosiddetto fanalino di coda superati finanche dai treni una volta a scartamento ridotto che erano puntuali, ma soprattutto non rischiavano di rimanere in panne per ore senza che nessuno provvedesse a portare soccorso a chi aveva scelto il treno un tempo testimone di libertà, viaggi e non di disagi.


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5 12 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

32 miliardi di euro da spalmare nel settennio 2014/2020

Politica e precariato: “Tutti per uno, uno per tutti” Il futuro prossimo del Molise è racchiuso nei fondi europei programmati per i prossimi anni Questa sorta di conventicola si muove sempre al riparo da occhi ed orecchi indiscreti. Ciò che discute e ciò che decide lo si apprende, a puntate, dalla voce del presidente Frattura. Pertanto, bisogna stare a ciò che dice, e credergli sulla parola Il futuro prossimo venturo del Molise (la programmazione 20142020) è tutto racchiuso un grumo di personaggi, di sigle, e di rappresentanze che, dicono, sia la linfa vitale dell’economia del Molise: il cosiddetto partenariato. In cui – va detto – non tutti contano nella stessa misura (vuoi mettere l’Assindustria!), non tutti sono nella condizione di dare un apporto significativo oltre il cerchio degli interessi rappresentanti. Un grumo, però, che dovendo spartire risorse (32,miliardi di euro, parte dei quali - fino al 28% - saranno gestiti dai Pon nazionali per attività legate all'istruzione, all'inclusione sociale e alla ricerca), destinarle, assegnarle, trova sempre la maniera di uniformarsi al motto: “Tutti per uno; uno per tutti”. Dove l’uno, s’intende, è il presidente della giunta regionale che, difatti, assembla il grumo e guida il manipolo degli avanguardisti che sono - pleonastico spiegarlo - coloro del partenariato che più degli altri contano e vantano diritto ad avere di più. A vederla

più da vicino questa sorta di conventicola, ci si rende conto che si muove sempre al riparo da occhi ed orecchi indiscreti. Ciò che discute e ciò che decide lo si apprende, a puntate, dalla voce del presidente Frattura. Pertanto, bisogna stare a ciò che dice, e credergli sulla parola. Credere, ad esempio, che quella che si sta elaborando è una programmazione fatta di sostanza, con indicatori precisi e idee chiare. La sostanza, gli indicatori e le idee però riman-

gono nel forziere di cui egli ha le chiavi. Ciò che finora è stato dato in pasto alla stampa e alla pubblica opinione sono propositi (Entriamo nel vivo della fase esecutiva ponderando senza sbavature, tutti insieme, le risorse destinate allo sviluppo degli Obiettivi tematici che abbiamo condiviso per lo sviluppo della nostra regione). Gli obiettivi tematici sarebbero: ricerca e innovazione, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, competiti-

vità delle piccole e medie imprese (Pmi), transizione verso un'economia a deboli emissioni di carbonio, adeguamento ai cambiamenti climatici, prevenzione e gestione dei rischi, protezione dell'ambiente e utilizzo razionale delle risorse, trasporti sostenibili, lavoro e mobilità della <mano d'opera >, integrazione sociale e lotta contro la povertà, educazione e formazione lungo tutto l'arco della vita, capacità istituzionale ed efficienza dell'amministrazione pubblica. Da questi 11 obiettivi dovrebbero discendere i 4 programmi regionali su cui sperare di fondare la ripresa dell’economia e lo sviluppo. Il partenariato s’è riunito una volta (a maggio), il tempo di prendere nota delle cose da fare. Quindi una seconda (ad ottobre), ma ancora sul piano dei propositi e del di là da venire. Di apprezzabile ad un giudizio sommario, nemmeno l’ombra. Anche se Frattura s’è detto e si dice pronto “con azioni, attività e prospettive”. Perentorio: “Siamo pronti a renderci tutti protagonisti di questo importantissimo processo di condivisione della nuova idea di sviluppo e crescita che vogliamo assicurare al nostro Molise”. Quale sia questo importantissimo processo di condivisione della nuova idea di sviluppo e crescita nessun lo sa al di fuori del sopra detto grumo di per-

sonaggi, di sigle, e di rappresentanze. Difatti non trapela nulla: l’unità nell’utilità! Dobbiamo fidarci dunque di Frattura (il che è un comandamento improponibile e insostenibile) e del partenariato, sperando che una volta soddisfatti i rispettivi interessi di parte, si ricordino che c’è una società civile in attesa di proposte e di fatti concreti che, però, non vorrebbe che gli calassero dall’alto e, per giunta, a cose concluse. Per chiudere in bellezza sulle affermazioni perentorie e stentoree del presidente Frattura, aggiungiamo che s’è lasciato andare a dire - incredibile ma vero - che che grazie al lavoro condotto in questi anni passati da Michele Iorio resta in capo al Molise con la riconferma della presidenza dell'Euroregione Adriatico - Ionica, la possibilità di un confronto con sei Stati e diciotto regioni. Il che, sempre secondo Frattura, consentirà di definire priorità e soprattutto permetterà di sviluppare e assicurare una qualità molto alta di proposte mediante la definizione di strategie comuni. La riabilitazione politica di Iorio da parte di Frattura probabilmente è il solo atto politico da cui sia possibile trarre un minimo di onestà intellettuale.

Coni e Regione insieme per migliorare la pratica delle attività sportive Con un quadro completo dell’esistente sarà poi più agevole programmare il futuro impiantistico regionale La notizia da noi anticipata sulla scorta della lettera del presidente del Coni Guido Cavaliere alla Regione perché inserisse nei suoi programmi la realizzazione di un impianto sportivo all’anno per fare in modo che il Molise si doti di strutture moderne in grado assicurare una attività amatoriale e agonistica di livello, ha trovato riscontro in questi giorni con la comunicazione congiunta (Cavaliere per il Coni e il consigliere delegato allo sport, Parpiglia, per la Regione) da cui si apprende che si procederà al censimento e al monitoraggio degli impianti sportivi sul territorio, come fase propedeutica alla richiesta specifica del Coni della realizzazione di un impianto all’anno da parte della Regione. Il censimento è finalizzato alla classificazione degli impianti sportivi attraverso la raccolta dati. Ciò condurrà alla creazione di una banca dati consultabile on line che raccoglierà le informazioni di tipo anagrafico/tecnico/gestionale, di un portale informativo che permetterà agli utenti di conoscere l’impianto più vicino dove effettuare la pratica sportiva e di un geomarketing che metterà in correlazione gli indicatori socio-demografici e i dati sugli impianti. L’iniziativa è un “Progetto Pilota” che coinvolge 4 Regioni in Italia. Nel Molise, il progetto sarà portato avanti dal Comitato Regionale Coni, in collaborazione con la

Regione Molise. 3 rilevatori (2 per la provincia di Campobasso ed 1 per la provincia di Isernia) ed 1 coordinatore delle attività di rilevazione, selezionati attraverso un bando pubblico, saranno impegnati nello screening degli impianti sportivi pubblici e privati presenti sul territorio. L’avvio di questa significativa iniziativa è avvenuta presso la sede del Comitato Regionale Coni Molise in cui il presidente Guido Cavaliere ha ospitato Francesco Romussi, Direttore della Gestione Patrimonio e Consulenza Impianti Sportivi del Coni Nazionale e la Valentina Calvani, responsabile del Progetto per il Coni, alla presenza del consigliere regionale con delega allo sport Carmelo Parpiglia. La fase attuativa comincerà a breve : i rilevatori gestiranno le relazioni con le amministrazioni locali ed i privati proprietari degli impianti sportivi, pianificheranno ed effettueranno le rilevazioni in loco, forniranno supporto all’individuazione e formazione dei referenti comunali per il successivo monitoraggio degli impianti sportivi. Il coordinatore, invece, avrà il compito di raccordare il lavoro svolto dai rilevatori e di rendicontare sugli stati di avanzamento del progetto. Con un quadro completo dell’esistente sarà poi più agevole programmare il futuro impiantistico regionale. Dardo

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Campobasso

12 dicembre 2014

Solidarietà e riconoscimenti Maratona Telethon e Premio “De Bernardo”: appuntamenti al Coni l’11 e il 16 dicembre 11 e 16 dicembre prossimi: appuntamento in Via Carducci a Campobasso, nella sede del Coni regionale, su invito del presidente Guido Cavaliere. L’11 per la celebrazione dell’annuale Maratona di solidarietà Telethon; il 16 per l’assegnazione delle Borse di Studio “Angelo De Bernardo” agli studentiatleti: altra manifestazione annuale che celebra la bravura sui banchi di scuola con quella sulle piste e sui campi sportivi . In entrambe le manifestazioni la mano “sociale” e “educativa” del Coni , altrimenti visto e letto solo in chiave strettamente sportiva e impiantistica. Incontri da non perdere per i contenuti morali e per la brillantezza dei relatori . Telethon per scopo ha la raccolta di fondi da destinare alla ricerca medico-scientifica . Non di meno è quello di far conoscere i problemi legati alle malattie genetiche e nel contempo sensibilizzare l’opinione pubblica affinché si realizzi una più incisiva forma di solidarietà verso le persone colpite da gravi malattie. L’edizione 2014 come le precedenti si avvale

della collaborazione del Coordinamento provinciale Telethon di Campobasso, della Banca Nazionale del Lavoro – Gruppo Bnp Paribas – dell’assessorato regionale allo Sport, dell’Ordine dei medici, dell’università del Molise, della Fondazione di ricerca e cura “Giovanni Paolo II e dell’Istituto Neuromed di Pozzilli. All’apertura dei lavori da parte del presidente Cavaliere, seguiranno gli interventi di Luigi Benevento, coordinatore provinciale di Telthon e di Giovanni Berlingerio, direttore del gruppo Lazio - Abruzzo e Molise della Banca Nazionale del Lavoro. Relatori: Ferdinando Squitieri, direttore del centro di Neurogenetica e Malattie Rare dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed e presidente della Lega Italiana Ricerca Huntington e malattie correlate su “Huntington: storia di una malattia rara tra stigma, religione e cultura” e Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di Epidemiologia Molecolare del Neuromed su : “Cause genetiche dell’ictus cerebrale in giovane età”. Moderatori

dell’incontro: Giovanni De Gaetano, direttore del dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed, e Maurizio Taglialatela, presidente del corso di laurea in Scienze Motorie e Sportive, nonché ordinario di Farmacologia del dipartimento di Medicina e Scienze della Salute presso l’università degli Studi del Molise. Il 16 si cambia registro, dando spazio alle risultanze di una bella e salutare iniziativa che fa capo alla famiglia De Bernardo, titolare della Ditta Sport & Impianti Gioca Giò di Campobasso, in ricordo di Angelo, e al Coni, che l’ha fatta propria: borse di studio ai giovani studenti che sanno coniugare con ottimi risultati l’impegno scolastico, soprattutto, con quello sportivo. In questo ambito si sono distinti Enrico Sciulli dell’Isis d’Isernia con voto 7 a scuola e 10 nello sport (1° posto a squadre ai campionati europei di Reining); Loris Matticoli dell’Isis d’Isernia, con 7,10 e 7 (1° classificato al campionato italiano monta da lavoro completo);

Ludovica Ianiro dell’Isis di Termoli, con 9,42 e 2 (titolo regionale 200 dorso categoria Cadetti campionati regionali estivi); Pasquale Andreola del Mario Pagano di Campobasso, con 9,33 e 2 (campione regionale cross categoria juniores); Paola Giorgetta del Majorana di Termoli, con 7,10 e 4 (argento 25 metri dorso div. 3 - argento 50 stile libero Giochi Nazionali SOI); Francesco Mario Piscopo del Romita di Campobasso, con 9,09 e 2 (Campione regionale categoria Aspiranti M Sci Alpino); Valentina Sassano del Romita di Campobasso, con 8,09 e 2 (Campione regionale under 18 pallavolo); Lorenza Angela Marcantoni dell’Alfano di Termoli, con 8,45 e 1 (2^ classificata finale regionale Campionato U18F); Serena Palladino del Romita di Campobasso, con 7,18 e 2 (Campione regionale 50 stile libero - 50 rana- 100 rana categoria Cadetti). Giovani molisani dediti allo studio e allo sport: viatico per un auspicabile e auspicato successo nella vita. Dardo

Progetto Cocoabe, 60 gli studenti coinvolti Sono quelli degli Istituti Agrari di Campobasso, Riccia e Larino CAMPOBASSO. Grazie al progetto COCOABE, che ha consentito a 60 studenti degli Istituti Agrari di Campobasso, Riccia e Larino di compiere un’esperienza formativa all’estero, la Regione Molise entra di diritto tra i partner del progetto VET@WORK, promosso dall’Istituto di Istruzione Superiore “Leonardo da Vinci” di Firenze, in collaborazione con Re-attiva. “Il progetto VET@WORK – ha detto l’Assessore Vittorino Facciolla – ha l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica,

promuovendo l’alternanza scuola-lavoro e percorsi personalizzati di apprendimento, destinati ai futuri imprenditori agricoli molisani. E’ notorio, infatti, che arricchire l’apprendimento acquisito a livello scolastico con competenze professionali maturate sul campo, facilita l’ingresso nel mercato del lavoro, specie nel settore dell’agricoltura, che necessita costantemente di metodi e strumenti innovativi. In definitiva – ha concluso l’Assessore Facciolla – anche quest’anno gli studenti degli Istituti Agrari ed Am-

bientali della regione avranno accesso alla mobilità transnazionale, attraverso il Progetto comunitario Agro-Start Mobility, mentre VET@WORK garantirà loro la spendibilità in ambito internazionale dei titoli rilasciati al TERMINE del percorso formativo”. Il progetto VET@WORK, è stato presentato questa mattina presso la Sala del Parlamentino della Giunta regionale del Molise, alla presenza dei partner italiani e stranieri, provenienti da Austria, Germania ed Estonia.

Al Museo dei Misteri la mostra dei presepi L’apertura dei battenti si avrà sabato 13 dicembre a cura di Giovanni Teberino crollo della scuola di S. Giuliano di Puglia, uno raffigurante Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta, quello del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, premiato con la medaglia di bronzo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed altri unici e originali, a conferma che il lavoro, la passione, l’amore per la sacralità del Natale suscita un interesse sempre più vivo. La scelta dell’ambiente ospitante è Il Museo dei Misteri, simbolo per eccellenza del patrimonio di Campobasso e di tutta la regione Molise, un originale posto di tradizione per la città e per Teberino che da anni unitamente a tutta la sua famiglia e agli amici dell’Associazione Misteri e Tradizioni, dedica anima e corpo ai Misteri, una passione, sia quella del Presepe che per i Misteri che gli ha trasmesso con semplicità, tenacia e amore il papà Cosmo. Occasione per vedere anche le foto, i filmati d’epoca dei Misteri e naturalmente

CAMPOBASSO. Aprirà i battenti sabato 13 dicembre alle ore 17.30 al Museo dei Misteri di Campobasso in via Trento 3 la Mostra “I Presepi e la Tradizione” di Giovanni Teberino. Anche quest’anno l’Associazione Misteri e Tradizioni che ha voluto aprire il Museo dei Misteri durante tutte le festività natalizie con la Mostra “I Presepi e la Tradizione” - storia di fede - arte - cultura - di Giovanni TEBERINO giunta alla sua VIIª edizione. Una tradizione che si rinnova ogni anno grazie alla passione e dedizione di Giovanni Teberino per il Presepe, rinnovati materiali, forme e dimensioni ricostruiranno e reinventeranno la tradizione del quadretto sacro più semplice e nel contempo più amato del mondo. Negli anni la mostra ha registrato un grande successo di pubblico, oltre 5000 presenze, provenienti non solo dall’Italia ma anche da altre nazioni. Tra i Presepi artigianali sono riprodotte scene di vita natalizia, tra cui spiccano quello con Papa Francesco in abito francescano, quello del terremoto del Molise, dove morirono 27 bambini e 2 maestre nel

poter ammirare nella sala “Cosmo Teberino” , gli Ingegni del Di Zinno che sfilano ogni anno per le vie della città nel giorno del Corpus Domini. Tra i nuovi Presepi quello realizzato tutto in vetro, la Capanna di Francesco e quello di Natale in casa Teberino, inoltre, accanto ad ogni Presepe insieme alla didascalia che ne spiega il significato, quest’anno ci saranno le poesie in dialetto scritte da Don Antonio Pizzi, sacerdote di Fossalto (CB). La mostra è patrocinata da: Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Regione Molise, Assessorato alla Cultura della Regione Molise, Università degli Studi del Molise, Provincia di Campobasso, Comune di Campobasso, Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, Camera di Commercio di Campobasso, Associazione Misteri e Tradizioni, Associazione Italiana Amici del Presepio, Il mio Presepe, Fondazione Molise Cultura. Orari Mostra: feriali 16.00 -19.30 festivi 10.00 - 12.30 e 16.00 - 19.30 un grazie particolare a: Arti Grafiche LA REGIONE - ALBANESE Perforazioni .

“Mediterraneo, centro del Mondo” Il Premio san Giorgio a monsignor Bregantini Campobasso. Ieri, nell’ambito del convengo “Mediterraneo, centro del Mondo”che si è svolto a Campobasso presso l’ Università del Molise, Edificio Polifunzionale I, viale Manzoni, Aula “G. Colozza” è stato assegnato all’arcivescovo di Campobasso –Bojano S.E. Mons. Giancarlo Maria Bregantini il Premio San Giorgio –Edizione 2014. Il riconoscimento assegnato dal Centro Studi molisano è stato consegnato dal prof. Giovanni di Giandomenico ,as-

segnatario dello stesso premio nell’anno 2013, che ne esporrà le motivazioni. Nell’ambito del convegno di studio sulla centralità del ruolo del Mediterraneo per lo sviluppo del nostro Paese, Monsignor Bregantini ha tenuto una relazione dal tema “Il Mediterraneo: provocazioni e risposte etiche e culturali ”. Dopo i saluti istituzionali, il convegno si è aperto con un’ introduzione curata dal Prof. Gianmaria Palmieri, Magni-

fico Rettore dell’Università degli Studi del Molise ed una relazione del Prof. Guglielmo de’ Giovanni Centelles (Professore di Storia del Mediterraneo nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli - Accademico Pontificio di Belle Arti e Lettere) sul tema “La sfida del Mediterraneo: le opportunità e i rischi”. Moderatore del convegno è il Prof. Giuseppe Reale (Università del Molise - Presidente del Centro Studi Molisano).


Campobasso

7 12 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Il Molise e la Grande Guerra”, il filo storico di Saluppo E’ stato presentato ieri a Campobasso il libro che ricostruisce l’interessante fase politica, sociale e umana della Prima guerra mondiale e le speranze di costruzione di un mondo migliore CAMPOBASSO. E’ stato presentato ieri sera nella sala consiliare del Comune di Campobasso, il libro di Giuseppe Saluppo “Il Molise e la Grande Guerra”, Speranze, Racconti, Disillusioni. Una storia politica del Molise in quel periodo per capire le ragioni della mancata crescita e fissare gli atavici problemi che affliggono la regione dagli inizi del Novecento. Dopo i saluti di rito è toccato ad Antonio D’Ambrosio, storico dei movimenti operai e contadini del Molise, tracciare il solco della ricostruzione fatta da Saluppo del periodo della Grande Guerra. E’ indubbio che qualsiasi tentativo di spiegazione di quello che sarebbe accaduto dopo deve tenere conto di quanto accaduto tra il 1911 e il 1919. In questo libro più che i fatti d’armi si ritrova la Speranza di tanti molisani di un futuro diverso, i Racconti di una storia politica e sociale le Disillusioni del dopo. Dai fattori degenerativi dell’equilibrio liberaldemocratico, la guerra di Libia, di un Molise da costruire per passare al vissuto della Grande Guerra che avrebbe messo in moto nuovi processi sociali con la mobilitazione di vaste masse fino ad allora estranee alla vita dello Stato e finire a Fiume, la vittoria mutilata e giungere alle elezioni del 1919 con i consensi di vasti strati della masse popolari al movimento degli ex combattenti forte proprio in Molise. Il filtro degli anni, di cento anni, certamente serve a decantare la massa di ricordi degli eventi visti o vissuti, disperde e lascia cadere quelli secondari, appena marginali, li sbiadisce, li scolora, ma esalta la visione del quadro generale nel suo insieme, con le sue linee maestre ben segnate. A volte, può trattarsi di cronache, ma è altresì vero che la storia non di rado nasce con gli abiti dimessi della cronaca, e la cronaca di quei giorni serve a comprendere meglio e interpretare la storia. Il Molise si era affacciato al Novecento in una condizione di assoluta arretratezza: infatti l’inchiesta Jacini aveva messo in mostra

una terra economicamente agricola, ma di un’agricoltura povera, una popolazione perlopiù analfabeta, misera e spesso costretta all’emigrazione. Ma l’occasione che aveva messo in piena luce le profonde divisioni che solcavano il quadro politico, era stata la guerra di Libia. Così, proprio gli avvenimenti degli anni 1911-14 sarebbero stati cruciali per il Paese e a modificare anche i comportamenti politici in Molise. Nel 1911 Giolitti era all’apogeo del potere e della fortuna ma nel marzo del 1914 era costretto alle dimissioni e

il suo sistema seriamente compromesso. Ad ogni buon conto lo spartiacque tra l’Ottocento e il Novecento sarebbe stato costituito dalla prima guerra mondiale, la Grande Guerra come sarebbe stata definita per le dimensioni che aveva assunto, per il coinvolgimento di milioni e milioni di uomini, per le gravissime perdite umane subite da tutti i belligeranti fattori che avrebbero segnato la fine di quelle società. Nel 1914, il mondo era ormai maturo per quel trapasso e vi era arrivato attraverso eventi, la cui importanza di solito sfuggiva alla attenzione dei contemporanei. Nessun governo italiano avrebbe potuto decidere di entrare in guerra a fianco degli Imperi Centrali, perché la nazione non l’avrebbe seguito, tanto diffuso e profondo era nel popolo il sentimento di avversione all’Austria-Ungheria, mentre viva era per contro l’aspirazione alla liberazione delle terre irredente. Con il passare dei mesi la guerra sarebbe diventata per davvero la Quarta guerra d’Indipendenza. Quella

componente di massa che era mancata in molti passaggi del processo di unificazione diventava invece la caratteristica del conflitto: una caratteristica frutto largamente di necessità e di cogenza, ma destinata con il tempo a perdere queste caratteristiche coercitive a favore di una partecipazione prevalentemente attiva e volontaria. Insomma, nella breve vita dello Stato unitario la Prima guerra mondiale avrebbe rappresentato il momento di massima coesione nazionale, sotto il profilo morale, politico e pratico. Una coesione che coinvolgeva trasversalmente per la prima (e forse ultima volta) tutti gli strati sociali e tutte le regioni del Paese, a un livello che non ha paragone con nessun altro momento precedente e successivo della vita nazionale. Non vi è dubbio che anche in Italia la Grande Guerra avrebbe rimescolato le carte, aggiungendo alle vecchie nuove divisioni, così quella tra neutralisti e interventisti; e non vi è dubbio che essa avrebbe alimentato nuove e forti tensioni. Ma essa avrebbe alimentato anche grandi speranze, e finanche aspettative perché l’Italia finalmente diventasse una nazione come comunità di cittadini attuando la maggiore delle promesse dell’Unità. Con l’esperienza della Grande Guerra si andava consumando, inconsapevolmente, una vera e propria rivoluzione. E istintivo sorge il riferimento alle radiose giornate, e alla falsa retorica. Ma la retorica sarebbe venuta fuori dopo, dopo una guerra sanguinosa, conclusa con una vittoria, sarebbe venuta con una serie di paroloni, con numerose stamburate che avrebbero svisato lo spirito del movimento popolare, il quale a chi lo aveva visto e vissuto apparve materiato di un contenuto sincero e sentito. Come una primavera della patria, avrebbero ricordato quelle giornate coloro che alla guerra avevano partecipato, dimenticando i sacrifici sopportati, i traumi sofferti, le ferite riportate.

Santa Lucia, la benedizione degli occhi Tradizionale appuntamento nella chiesa di Santa Maria della Croce CAMPOBASSO. Il 13 dicembre ricorre la memoria liturgica di Santa Lucia Vergine e Martire, come ogni anno è sempre sentita la devozione

del popolo campobassano. Nel cuore della citta’ , nella chiesa di Santa Maria della Croce, e’ da anni che si rinnova la fede e la devozione verso

la Santa. Tradizionalmente nei secoli precedenti la festa di Santa Lucia era legata alla chiesa della Libera, successivamente fu spostata a Santa

Maria della Croce. le celebrazioni eucaristiche ci saranno alle ore 09.00 alle ore 11.00 alle 18 messa solenne a chiu-

sura l’unzione agli occhi si protrarra’ fino alle ore 20,30

Al Pertini alternanza scuola lavoro Per il potenziamento delle attività, l’Istituto tecnico all’avanguardia CAMPOBASSO. L’Istituto Tecnico per le Attività Sociali “S. Pertini” di Campobasso, nel corso del corrente anno scolastico, ha inteso potenziare, all’interno del piano dell’offerta formativa, la realizzazione di percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro. L’attività in alternanza scuola/lavoro è un’opzione formativa per i giovani dai 15 ai 18 anni per agevolarne l’orientamento circa le future scelte professionali, attraverso la partecipazione ad esperienze che colleghino sistematicamente la formazione in aula

con quella nel mondo del lavoro. L’attività in alternanza garantisce agli studenti la possibilità di arricchire la propria formazione, acquisendo competenze professionali e trasversali. La certificazione delle competenze acquisite nel mondo del lavoro, in aggiunta alla consueta valutazione e ai titoli rilasciati dall’Istituzione scolastica, è formulata dal Consiglio di classe competente a conclusione del progetto. Essa costituisce credito formativo per le successive esperienze di studio e di lavoro.

Lo scopo di queste esperienze di Alternanza Scuola Lavoro è, quindi, quello di favorire nel ragazzo sia la conoscenza dell’ambiente di lavoro, che ha regole diverse da quelle cui egli è abituato, sia l’orientamento per le sue future scelte professionali; a questo tipo di esperienza si riconosce, infatti, una forte valenza orientativa. Il piano di lavoro generale avviato quest’anno dal “Pertini” prevede l’attivazione, oltre che dello storico progetto Hostess e Steward, di convenzioni già stipulate o in

corso di stipula con i seguenti Enti e/o aziende che operano nel territorio dell’Istituto: INPS, ARPA MOLISE, MOLISE ACQUE, NEUROMED, LA MOLISANA SPA, ASREM, CAMERA di COMMERCIO di CAMPOBASSO, ACCADEMIA BRITANNICA . Stante la rilevanza della programmazione, la Scuola ha inteso dedicare un apposito momento alla presentazione del piano generale di Alternanza Scuola-Lavoro alla presenza dei partner innanzi indicati, degli studenti, dei genitori e

delle Autorità regionali. Nel corso dell’evento sarà presentato anche l’Istituto Tecnico Superiore del Molise De.M.O.S. , nuovo possibile sbocco post-diploma per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, che trova nell’Istituto “Pertini” il punto di riferimento scolastico regionale. L’avvenimento, intitolato “Percorsi per costruire il futuro”, si terrà sabato 13 Dicembre 2014 dalle ore 9,30 presso l’auditorium della sede di via Scardocchia, e vedrà tra i protagonisti i ragazzi delle classi coinvolte.



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Isernia

12 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Ritrovato l’anziano scomparso da casa Rapidamente i vigili del fuoco di Isernia hanno rinvenuto l’uomo di 75 anni in zona San lazzaro ISERNIA. In zona San Lazzaro, Isernia, ieri mattina un anziano di 75 anni con problemi di memoria, si era allontanato da CASA; tempestivo e risolutivo l’intervento dei Vigili del

Fuoco di Isernia che sono riusciti a localizzare la persona scomparsa. Le riuscita della ricerca è da imputare principalmente all’immediata notizia della scomparsa data al 115,

sala operativa dei Vigili del Fuoco , dai familiari, che ha permesso l’invio immediato di due squadre, di cui una esperta in topografia applicata al soccorso, che hanno immediata-

mente effettuato una battute della zona. Allertato anche l’elicottero dei Vigili del Fuoco del nucleo di Pescara e il nucleo cinofili della Direzione Regionale Vigili del Fuoco.

Nove persone denunciate all’Autorità Giudiziaria per vari reati Vasta operazione dei Carabinieri in provincia di Isernia che hanno messo sotto sequestro hashish e cocaina ISERNIA. E’ di nove denunce in stato di libertà, il bilancio di una serie di operazioni predisposte nelle ultime ore dai Carabinieri in tutto il territorio della provincia di Isernia. I reati contestati sono di diversa tipologia e vanno dalla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti al porto illegale di armi, dalla guida in stato di ebrezza ad altre violazione in materia di sicurezza stradale. Ad Isernia, un 22enne ed un 24enne di Capriati a Volturno, in provincia di Caserta, sono stati intercettati nei pressi della stazione ferroviaria del centro cittadino dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, che a seguito di perquisizione personale hanno rinvenuto alcune dosi di cocaina pronte per essere cedute. I due sono stati accompagnati

in caserma, dove nei loro confronti è scattata una denuncia per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, mentre la droga è finita sotto sequestro. Stesso reato contestato ad un 48enne di Sessano del Molise, fer-

mato anch’egli nel centro di Isernia dai militari del N.O.R., trovato in possesso di alcune dosi di hashish, finite sotto sequestro. Ad Agnone, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia,

hanno invece denunciato un 30enne del luogo, in quanto sorpreso ad aggirarsi con fare sospetto nel centro cittadino. A seguito di perquisizione personale, veniva trovato in possesso di un coltello a serramanico, di genere vietato. Per lui è scattata una denuncia per porto illegale di arma e il sequestro del coltello. Tra Isernia, Castelpetroso, Civitanova del Sannio, Cantalupo nel Sannio e Miranda, nel corso di una serie di posti di blocco istituiti dai militari dei Nuclei Operativi e Radiomobili e delle Stazioni territorialmente competenti, un 26enne di Macchiagodena, un 58enne di Isernia, un 62enne di Castelpetroso, un 27enne e un 45enne di Isernia, sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza alcolica, in quanto sorpresi alla guida delle ri-

spettive autovetture completamente ubriachi. Dagli accertamenti esperiti, attraverso l’apparato etilometro in dotazione ai Carabinieri, il tasso alcolemico risultava superiore a quello previsto dall’attuale normativa. I veicoli sono stati sottoposti a sequestro e la patente di guida ritirata. Altre dodici violazioni per infrazioni in materia di sicurezza stradale sono state contestate durante i controlli, accertamenti sono stati inoltre eseguiti su ottanta veicoli in transito e sui rispettivi conducenti e passeggeri. I Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia assicurano che, con l’approssimarsi delle festività natalizie e di fine anno, i controlli sul territorio saranno ulteriormente intensificati per garantire sicurezza e tranquillità a cittadini e vacanzieri.

Pino abbattuto, non si placano le polemiche Non è andata proprio giù la decisione dell’amministrazione comunale di tagliare il secolare albero VENAFRO – Non accennano a placarsi le polemiche per l’abbattimento di un pino secolare nel piazzale del convento di San Nicandro. Ce ne riferisce il collega Tonino Atella: Centocinquant’anni ed oltre per crescere e vegetare sfiorando i 20 metri di altezza, pochi giorni per decretarne la morte con un’azione congiunta, mezza giornata per abbatterlo, nelle prossime settimane invernali pochi minuti per metterlo al fuoco e farlo scomparire dalla circolazione ! In estrema e cruda sintesi la sorte -maledetta- dell’ultra 150enne (lo attestano stampe e disegni d’epoca) pino mediterraneo che sino alla scorsa settimana svettava imperioso e magnifico sul piazzale della Basilica di San Nicandro assieme ad altri due della stessa specie (speriamo che stessa sorte non tocchi a breve anche a loro … !) e che menti umane hanno abbattuto in men che non si dica, asserendo di sua pericolosità, di proprietà privata ed assurdità simili. Una vicenda, diciamola tutta, che ha provocato nell’opinione pubblica cittadina -non nella totalità, perché ci sono sempre coloro ai quali non interessa un bel niente di quel che accade fuori di casa, purché le cose loro vadano a gonfie vele, alias i menefreghisti o gli ignavi se preferite – nell’opinione pubblica cittadina, si diceva, tanto sconcerto, amarezza, delusione, mortificazione, rabbia ed imbarazzo. Ed allora dato l’accaduto e la sua incidenza nell’opinione della gente, pensiamo non sia opportuno chiudere qui la faccenda, girare pagina e dimenticare, bensì è necessario approfondire per far luce piena sulla contestatissima vicenda. Una premessa, a modesto parere del cronista sostanziale, ma nella circostanza non soppesata nella maniera giusta : il sito religioso, affidato in custodia alla Famiglia Francescana da 550 anni con piena soddisfazione della popolazione venafrana e nel cui contesto è avvenuto l’abbattimento, avrebbe dovuto suggerire un atteggiamento in linea

con la regola di San Francesco, il Santo d’Assisi che amava uomo, natura, alberi ed uccelli sopra ogni altra cosa e che mai ha torto un capello a chicchessia. Peccato. Non se n’è tenuto alcun conto ed il “povero” pino, ammirato anche da P. Pio nel suo breve soggiorno nel convento venafrano nel 1911, ci ha rimesso le penne ! Veniamo alla proprietà dei luoghi, questione alla base del tutto. E’ fuori dubbio che sono del Comune di Venafro, a cominciare dal piazzale e da quanto vi insiste. Del resto non può una custodia, o affidamento che si voglia, tramutarsi in proprietà, a meno che non si vogliano cambiare le regole del diritto ! La presupposta pericolosità dell’ultra 150tenario, data la sua inclinazione. Questa, l’inclinazione, è stata tale sin dai primi giorni di vita dell’albero ; lo attestano stampe e disegni datatissimi, ossia di 150 addietro. Non per questo può dirsi, a vista, che l‘albero è pericolante e può cadere. Del resto c’è un riscontro, sotto gli occhi di tutti, che dice esattamente il contrario, ossia che attesta la salute del nostro e la sua forza : sono le radici. Il fatto che stiano alzando l’asfalto del piazzale della Basilica conferma il vigore di pino e radici, la loro piena salute e quindi esattamente l’opposto delle tesi che hanno portato all’ abbattimento del “povero” albero. Altro punto CENTRALE della “quae-

stio” : gli accertamenti. In casi del genere si procede con analisi, indagini ed accertamenti strumentali su tronco e radici, procedure in grado di dire con esattezza ed ufficialmente lo stato di salute della pianta. I provvedimenti/rimedi da assumere in casi del genere. Certo, anche l’ordinanza sindacale di abbattimento, ma come “extrema ratio”, quale soluzione estrema e senza ritorno, da mettere in atto solo se costretti dai citati accertamenti ed indagini strumentali. Altri rimedi plausibilissimi erano il transennamento dell’area, la potatura della chioma o anche l’ancoraggio del pino, se mossi dal “fuoco sacro” del pericolo imminente e comunque nelle more degli accertamenti di cui innanzi ; giammai però un’ordinanza sindacale sotto la spinta dell’emotività, che invece ha prevalso senza freno o tentennamento. Chiudiamo coi principali attori protagonisti della vicenda. Due su tutti : il Guardiano del Convento, il giovane termolese Fr. Antonello Gravante, ed il Sindaco di Venafro, Sorbo. Il religioso, convinto della pericolosità del pino, sin dal primo momento aveva chiesto interventi per addivenire all’abbattimento ; il primo cittadino di Venafro, lette le comunicazioni delle forze dell’ordine, ha firmato seduta stante l’ordinanza di abbattimento, lavandosene di fatto le mani (ricordate Pilato, implacabilmente condannato dalla storia ?), data la presupposta pericolosità. Nemmeno per un attimo gli ha sfiorato la mente di altri possibili passi ed adempimenti, tipo i predetti ancoraggio dell’albero e transennamento dell’area sottostante nelle more degli accertamenti strumentali che il Comune di Venafro avrebbe potuto e dovuto disporre, vista la spesa irrisoria (circa 200 euro). Niente di tutto ciò ! Abbattimento, senza indugi, e … “ chi s’è visto, s’è visto !” per dirla con espressione tipica. Si è fatto bene ? Si è fatto male ? Se crede, il lettore faccia sapere ; pubblicheremo ben volentieri.

Al Neuromed un seminario per accelerare le innovazioni in medicina Oggi alle ore 9 un evento per approfondire i concetti della ricerca traslazionale Dal laboratorio di ricerca al paziente. Una strada che tutte le terapie hanno percorso, una strada che deve essere la più breve e veloce possibile. Perché in ballo ci sono vite umane, salute e qualità della vita. Ma il cammino delle innovazioni scientifiche, la cosiddetta “ricerca traslazionale” ha molte tappe e molti protagonisti. Accelerarne i pro-

cessi è l’obiettivo del seminario “Il management dei progetti di ricerca traslazionale. Normativa, modelli di governance e sistemi di valutazione”, che la Fondazione Neuromed organizza per venerdì 12 dicembre, a partire dalle ore 9, nella sala conferenze del Parco Tecnologico Neuromed di Pozzilli. Il meeting vede la direzione scientifica di Giu-

seppe Lembo, Professore nella Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma e Direttore del Dipartimento di Angiocardioneurologia del Neuromed, e di Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione del Neuromed. Nel corso della mattinata saranno esaminati tutti gli aspetti del quadro che porta una sco-

perta scientifica a diventare uno strumento diagnostico, una procedura medica o un farmaco. In particolare saranno trattati gli aspetti scientifici, legali, etici e quelli relativi ai legami tra innovazione scientifica e innovazione industriale. Con l’obiettivo di una scienza che possa essere di rapido aiuto ai cittadini.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Termoli

12 dicembre 2014

zuccherificio, ancora tanta apprensione Al tavolo bieticolo saccarifero a Roma non sono stati convocati i sindacati che minacciano proteste TERMOLI. Tanto agognato, è stato convocato per mercoledì prossimo 17 dicembre alle 15 il tavolo bieticolo-saccarifero nazionale. All’incontro, che sarà ospitato dalla sala Cavour al primo piano del dicastero del Mipaaf a ROMA, ci sarà un confronto sulle problematiche generali del comparto, con specifico riferimento alla programmazione della prossima campagna 2015, alla valutazione della situazione del settore in vista della cessazione del regime delle quote, la preparazione del Comitato interministeriale bieticolo-saccarifero. Ma questa convocazione, che giunge

dopo mesi di attesa e incertezza, non soddisfa tutti, poiché tra i 24 soggetti

invitati non figurano le organizzazioni sindacali. Attori chiamati al ta-

volo sono le regioni Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Veneto, Unionzucchero, Anb, Cmb, Abisac, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Aci-agroalimentare, Fedagi, Copagri. Insieme a loro le tre aziende: Zuccherificio del Molise spa, Eridania Sadam e Coprob. A chiudere Agea e i due dipartimenti delle politiche europee e sviluppo rurale e delle politiche COMPETITIVE del Mipaaf. Sindacati fuori e allora scatta la rappresaglia, con una note polemica. “La Rsu Flai-Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – di concerto con le segre-

terie regionali e nazionali esprimono forte preoccupazione dopo essere venuti a conoscenza di un tavolo bieticolo-saccarifero convocato dal Ministro Martina per il giorno 17 dicembre che porta la totale esclusione del sindacato dei lavoratori, ruota motrice del saccarifero. Chiediamo al Ministro di rimediare a questo grave errore nel breve tempo che ci separa dal tavolo nazionale. In assenza di comunicazioni saremo costretti a manifestare il nostro dissenso lo stesso giorno fuori dal Ministero”, ha riferito la Rsu e dirigente regionale Flai ANTONIO Di Lisio.

Presidio chiuso in fretta e furia I responsabili del coordinamento dei Forconi hanno ridotto i giorni della protesta TER MOLI .D alla costa molisana a piazza Montecitorio. Si trasferirà lì, sabato mattina, sotto il coordinamento di Danilo Calvani, la protesta del coordinamento 9 dicembre. Da martedì scorso i presidi attivati venerdì scorso sono stati chiusi, come da programma, anche se a Termoli è stato domenica l’ultimo giorno di sit-in, solo al Terminal Bus, dopo che le PRIME 48 ore hanno fatto registrare nei tre punti prescelti (gli altri erano la statale 16 a Campomarino Lido e la piazzola vicino alla Cantina ValBiferno sulla statale Bifernina). “Voglio ringraziare comunque tutti, sia coloro che ci hanno dato supporto, partecipazione e man forte – ha dichiarato il coordinatore molisano Angelo Ma-

rino – sia chi non lo ha fatto, con dignità abbiamo fatto informazione ed era esattamente ciò che ci riproponevamo di fare. Adesso andremo a ROMA, davanti al Parlamento, per portare le nostre ragioni e chiunque volesse aderire alla protesta nazionale può contattarci sia telefonicamente che su Facebook”

Tavoli in piazza per nove mesi La proposta dei commercianti ha trovato spazio in sede di Consiglio comunale TERMOLI. La Proposta approda in Consiglio Comunale. Nove mesi per i tavolini all’aperto: la proposta approvata in Giunta è approdato nel Consiglio comunale di ieri. In assemblea votata la modifica al regolamento

per l’occupazione del suolo pubblico che consentirà agli esercenti titolari dei locali pubblici, bar, pizzerie e ristoranti, di avere delle autorizzazioni con un periodo più lungo rispetto a quello consentito fino a oggi, cioè

dal primo aprile al 30 ottobre. Si potranno chiedere permessi quindi per tutti i periodi dell’anno, fino a un massimo di nove mesi. «I commercianti hanno sempre chiesto in passato la possibilità di avere i tavolini al-

l’aperto anche a Natale - spiega l’assessore al Commercio Enzo Ferrazzano - e quindi abbiamo pensato di modificare il regolamento per andare incontro alle loro richieste»

“ImmIgrazIone, fenomeno umano” Cultura dell’incontro o dello scontro? GUGLIONESI. Si terrà oggi un convegno organizzato dalla Parrocchia di Guglionesi e dalla Caritas Diocesana di Termoli – Larino e con il patrocinio del comune di Guglionesi sul tema dell’immigrazione: l’emergenza umanitaria che in questi ultimi anni ha reso di stretta attualità il tema del diritto d’asilo rendendo sempre più urgente la necessità di approfondire i vari aspetti attinenti alla sfera della dignità dell’uomo, che

inevitabilmente riguarda tutta la comunità. L’incontro sarà occasione per affrontare il tema dell’immigrazione anche alla luce dell’ampio rilievo che tale fenomeno sta assumendo anche nella nostra regione. È, infatti, la situazione di emergenza a farne un problema, sia in termini quantitativi che qualitativi, relativamente ai problemi dell’integrazione dei migranti con il territorio e ai servizi attivati per farvi fronte.

Il convegno vedrà la partecipazione di Mons. Gian Carlo Perego, Direttore della Fondazione Migrantes, di alcuni rappresentanti degli enti gestori dei progetti SPRAR attualmente in svolgimento in alcuni comuni molisani, dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione, Michele Petraroia, che relazionerà in merito alle politiche regionali per l’integrazione degli stranieri in Molise e della dott.ssa Agnese Scala, diri-

gente dell’Area Immigrazione della Prefettura. Nel corso del convegno verrà resa nota una ricerca condotta dalla dott.ssa Isabella Cordisco sulla dimensione familiare nei fenomeni migratori nelle regioni Abruzzo, Molise e Puglia. L’appuntamento è previsto per le ore 17:30 presso il Teatro Comunale “Fulvio” di Guglionesi.


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Termoli

12 dicembre 2014

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“La Regione ci affama” La Gtm sospende il servizio di trasporto pubblico urbano e i dipendenti protestano dinanzi il Comune TERMOLI. SHOCK per gli utenti del servizio di trasporto urbano di Termoli. Stavolta lo spauracchio della sospensione del servizio non era il classico ‘al lupo al lupo’, ma qualcosa di molto più concreto. Come annunciato il 9 dicembre

scorso dall’azienda Gtm, concessionaria del servizio in prorogatio, autobus fermi e viaggiatori occasionali soprattutto quotidiani a piedi. I dipendenti che non percepiscono da due mesi lo stipendio, stretti nella vertenza tra REGIONE e azienda,

con in mezzo il comune di Termoli a cercare di mediare, hanno organizzato un sit-in di protesta davanti al municipio e poi sono saliti nella casa comunale per cercare un dialogo e novità a riguardo, colloquiando con l’assessore ai Trasporti Enzo Ferraz-

zano. Il segretario regionale della Filt-Cgil Nino Lepore si è così ESPRESSO. “Noi vogliamo sapere perché la Regione ha deciso di affamarci, noi non ci fermeremo qui, andremo avanti, sia a via Genova, dal Prefetto e dove

sarà necessario”. Detonante le PAROLE dell’assessore regionale Enzo Ferrazzano, “Abbiamo la brutta sensazione di un disegno perpetrato a danno di Termoli e non capiamo affatto tutto questo”.

Rio Vivo e Fosso Sei voci, approvato il progetto Prosegue l’iter di messa in sicurezza dei di due torrenti che attraversano il territorio cittadino TERMOLI. Prosegue l’iter per la messa in sicurezza di due torrenti che attraversano il territorio cittadino, il Rio VIVO e il Fosso Sei Voci, entrambi che sfociano nel tratto di mare di Rio Vivo. Con delibera di giunta comunale n. 303 del 20.06.2013 è stato approvato il progetto esecutivo dei lavori di “Sistemazione e riqualifi-

cazione degli alvei nei tratti terminali dei corsi d’acqua Vallone Rio Vivo e Fosso Sei Voci”, redatto dall’ingegner Mariella Mancini e dall’ingegner ANTONIO D’Onofrio, per l’importo complessivo di 60 mila euro, di cui 49.039,22 euro a BASE di gara, compreso gli oneri per la sicurezza pari a 2.451,96 euro.

Con determina dirigenziale n. 259 è stato stabilito di procedere all’affidamento dei lavori mediante gara d’appalto con procedura negoziata con il criterio del prezzo più basso determinato mediante ribasso sull’elenco prezzi posto a BASE di gara ed è stata approvata la lettera d’invito con relativi allegati e l’elenco di 5 ditte da invitare.

Lo scorso 24 novembre le cinque ditte sono state INVITATE a presentare la loro offerta entro e non oltre il 5 dicembre. A valutare le offerte sarà una commissione composta dal presidente Matteo Caruso e dai commissari Silvestro Belpulsi e Luigi Serrelli.

Giudici di pace, il personale assicurato dal Comune Il Governo pronto a concedere una leggera proroga per la formazione del personale necessario a svolgere le funzioni TERMOLI. Mancano SOLO 5 giorni al TERMINE del 16 dicembre, quello entro cui il Ministero della Giustizia toglierà tutto il personale di competenza negli uffici periferici dei giudici di pace, lasciando l’incombenza ai singoli comuni che hanno inteso non lasciare la cittadinanza e l’hinterland di riferimento senza più questo servizio di prossimità. Il Comune di Termoli dopo lo spauracchio lanciato sia dal grillino Di Michele, prim’ancora dal consigliere Ciarniello e dal presidente dell’Ordine forense De Michele, ha provveduto a tamponare solo il 5 dicembre scorso il vuoto del per-

sonale distaccato in via Corsica, ma altra carne da cuocere c’era sulla brace. A toglierla PRIMA che si bruciasse ci ha pensato il sindaco Angelo Sbrocca, che due giorni fa insieme al Giudice di pace Casale ha incontrato a Larino il presidente del tribunale Enzo Turco, preoccupato negli ultimi mesi proprio dal passaggio in carico dell’ufficio del Gdp di Termoli all’amministrazione, visto il triplo balzo compiuto con le giunte di centrodestra, il tandem commissariale e l’attuale maggioranza. In realtà, al di là delle verbalizzazioni formali, quel che è

emerso è uno spiraglio che non solo concederebbe tempi più lunghi per la conclusione dei periodi di tirocinio, vero vulnus della riforma, ma addirittura riaprirebbe i termini per poter conservare altri presidi non contemplati nel decreto pubblicato giorni fa sulla Gazzetta ufficiale. Solo rumor e indiscrezioni, ma se ciò venisse confermato, come i 120 giorni di tempo per adeguarsi alla nuova organizzazione, tutti tirerebbero un sospiro di sollievo, non solo gli amministratori, ma soprattutto cittadini e legali. Si ATTENDE che queste voci di corridoio divengano realtà

Forza Italia riparte dai Social network E’ stata l’europarlamentare Barbara Matera a riavviare il partito sulla costa TERMOLI. Barbara Matera da uscente a rieletta al Parlamento europeo torna a Termoli dopo quasi sette mesi. Un incontro, quello di ieri, ospitato come al solito dal bar Sottovento, al porto turistico MARINA di San Pietro, voluto dal coordinatore regionale azzurro junior, il consigliere di opposizione Francesco Rinaldi, nel solco di quanto già fatto con la senatrice Paola Pelino settimane or sono. E la gioventù della Matera si mostra subito quando approccia temi come i SOCIAL NETWORK e le comunicazioni politiche 2.0, basi sulle quali ricostruire Fi sul territorio e nella coalizione. “Come sta dicendo il presidente Berlusconi in queste ultime settimane il rilancio del nostro partito nasce e affonda le sue radici proprio dai giovani ma bisogna vincere le nostre battaglie con le lance dei giovani ma anche con grande esperienza dei vecchi combattenti”. E’ così che l’europarlamentare Barbara Matera ha commentato la nuova ‘rotta’ che, a suo dire, dovrebbe prendere il partito a livello locale e nazionale. La ricetta fornita nel corso dell’incontro con i giovani di Forza Italia organizzato dal coordinatore Francesco Rinaldi. La Matera, nel corso del suo intervento, ha anche puntato l’attenzione sulla necessità di “riav-

vicinare l’elettorato nonostante i risultati deludenti delle ultime elezioni”. E per riavvicinare l’elettorato indispensabile è la comunicazione, da effettuare anche e soprattutto attraverso i SOCIAL NETWORK. “Il

parlamentare europeo deve cercare di avvicinarsi al cittadino e in questo periodo siamo avvantaggiati – ha affermato ancora la Matera – dai social network. Io personalmente essendo giovane

non posso che utilizzare mezzi come Facebook che mi permette di rispondere in tempo reale”. Un mezzo di comunicazione che l’europarlamentare utilizza anche con lo stesso Rinaldi. “A BARBARA – ha affer-

mato il coordinatore dei giovani – chiediamo di aiutarci a organizzare degli incontri con parlamentari ed europarlamentari. A Termoli, che considero la seconda città del Molise, sono arrivati da tutta la regione”



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Opinioni

12 dicembre 2014

CAMPOBASSO. Ieri, presso la "Sala della Costituzione" della Provincia di Campobasso, è stato presentato il "CalendEsercito 2015". La veste grafica, dell'opera, riporta a quell’epoca, come vista con gli occhi degli italiani di allora e i cui testi ben si coniugano con i contenuti iconografici, ripercorrendo le principali tappe della “Grande Guerra”: la mobilitazione, lo sforzo industriale, il ruolo attivo svolto da intellettuali e artisti, la vita in prima linea e in trincea, culminando poi nella Vittoria finale. Il calendario riporta alla memoria il ruolo dell’Esercito anche come crogiuolo dell’identità nazionale e catalizzatore di valori morali profondi. I tantissimi soldati che vi parteciparono (e molti di loro sacrificarono la vita), si ritrovarono uniti come popolo senza differenze culturali, geografiche, di ceto e di religione. Ma non è tutto. Le 12 pagine trasferiscono pensieri ed emozioni che comunicano anche il profondo legame tra la Forza Armata e le famiglie. Nel suo indirizzo di saluto, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata Claudio GRAZIANO, ricorda che i soldati italiani erano contadini, operai, intellettuali, artisti. Uno spaccato del-

L’Esercito raccontato dal calendario

l’intera società che visse nell’Esercito il primo grande momento di unità nazionale. Anche le donne ne furono parte integrante: formalmente non arruolate, sostennero lo-

gisticamente e moralmente gli uomini al fronte. Di loro tante caddero e furono decorate al Valor Militare, anche di Medaglia d’Oro. Ma il calendario racconta pure ciò che è

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

l’Esercito Italiano di oggi: un’Istituzione di italiani, uomini e donne in uniforme, che condividono valori ed emozioni, affetti e rinunce, passioni e ideali, sentimenti e operatività, azione e solidarietà. Un Esercito nel quale i sacrifici e gli insegnamenti dei nostri avi sono lo stimolo per operare sempre più e meglio per la nostra Italia. All'evento hanno presenziato le massime Autorità Civili e Militari della Regione e i Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Al termine, il Comandante Militare Regionale Esercito "MOLISE", Col. Giuseppe Maria Giovanni TRICARICO, oltre ad aver illustrato i molteplici compiti istituzionali svolti dal CME, unico Ente di Forza Armata presente in Regione, ha altresì formulato a tutti gli intevenuti gli auguri per le prossime festività natalizie.

Mese per mese con La Grande guerra un popolo in armi Per l’Esercito, il tema del calendario 2015, non poteva che riguardare il centenario dell’inizio della grande guerra; un evento epocale entrato nella vita di tutte le famiglie italiane e ricordato dalle migliaia di monumenti presenti in tutti i comuni d’Italia. “La Grande Guerra …. un Popolo in Armi” , non è un elenco di battaglie , bensì uno spaccato dell’Italia di allora che si incentra sul rapporto tra Esercito e Società; un rapporto intenso e totalizzante, proprio perché l’Esercito era, per molti versi, la società italiana stessa. Il percorso seguito, dal punto di vista concettuale, storico, culturale e visivo, attraversa tutte le realtà del tempo, le esamina nell’ottica dello sforzo bellico dell’intera Nazione e rinforza la considerazione che l’Esercito italiano, proprio attraverso la tragica esperienza della Grande Guerra, ha contribuito a creare quella comune base di valori che ha dato costrutto alla famosa frase di D’Azeglio “Fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani”. Il progetto editoriale, che ne è seguito, ha inteso riproporre in chiave giornalistica, utilizzando cioè lo stile dei quotidiani dell’epoca, l’Italia del 1915 - 1918, focalizzando l’attenzione oltre che sulle immagini, anche sui testi, che rappresentano, in modo appassionato e partecipato, il ruolo dell’Esercito come primo elemento identificativo di una nuova identità nazionale. Sono personaggi e persone che scrivono e

fotografano un’epoca con parole che fanno riflettere e immagini che vivificano i ricordi una guerra. Ad ilustrare il significato di mese per mese, il colonnello, Giuseppe Santomarco. I concetti chiave, che seguono un concept e non sono da intendersi in ordine cronologico, sono sviluppati nei 12 mesi. Il nostro racconto della Grande Guerra inizia, nella seconda di copertina (2), con l’immagine di due soldati che stanno scrivendo, simbolicamente rappresentano la nostra storia. E’ presente anche l’immagine del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Claudio Graziano con il suo indirizzo di saluto. A gennaio raccontiamo (3) LA MOBILITAZIONE, Istituto che contribuì a chiamare alle armi oltre 5 milioni di uomini, il 97% degli italiani abili; uno sforzo immane che ha alimentato lo sforzo bellico nei 3 lunghi anni di guerra. Sono le parole tratte dal diario del Sergente Angelo RONCALLI ad immergerci nella realtà del 23 maggio 1915. Il mese di febbraio (4) è dedicato alla REALTA’ CONTADINA. Scipio SLATAPER, scrittore triestino irredentista, nel suo diario coglie l’essenza dell’animo contadino del popolo italiano e ne esalta la forza, lo spirito ed i sentimenti. (5) Oltre agli italiani, soldati al fronte, ci furono un milione di civili, uomini e donne, impiegati nella produzione industriale a sostegno allo sforzo bellico. Agli OPERAI E

L’INDUSTRIA è dedicato il mese di marzo. (6) Gli INTELLETTUALI E ARTISTI ebbero un ruolo attivo nel conflitto e molti di loro si arruolarono come volontari nel Regio Esercito: D’ANNUNZIO, MONTALE, PALAZZESCHI, PERTINI solo per citare alcuni nomi. Il mese di aprile, con gli scritti di Cesare BATTISTI e Carlo STUPARICH, li ricorda. (7) Il mese di maggio tratta della SOCIETA’ e RELIGIONE, significando che proprio nel periodo bellico, l’organizzazione militare comprese la necessità di rispondere alle esigenze di tutti i suoi soldati, garantendo libertà di culto e professione di fede, con pari dignità, oltre che ai cattolici, anche agli evangelici ed agli israeliti. (8) Il mese di giugno è dedicato all’elemento cardine della nostra cultura: LA FAMIGLIA. Il legame con i propri cari lontani ed il timore di non riuscire a tornare da loro, sono i temi ricorrenti in cui, sentimenti ed emozioni traspaiono con tutta la loro forza. Ma sono le Istituzioni a stupirci, ancora una volta, con la loro capacità di adeguarsi velocemente alle nuove esigenze: è il caso del matrimonio per procura. (9) Nelle due pagine centrali sono raccolte alcune CURIOSITA’ NELLA GRANDE GUERRA. Oltre alle interessanti informazioni che si possono reperire abbiamo voluto rendere omaggio a 2 perso-

naggi storici: un alpinista austriaco, Sepp INNERKOFLER, che ha combattuto nell’Imperial Regio Esercito Asburgico ma che è stato seppellito in segno di rispetto dagli alpini; ed Ernest HEMINGWAY, celeberrimo scrittore, che nella sanità ha partecipato al conflitto sul fronte italiano meritando la Medaglia di Argento al Valor Militare. (10) il mese di luglio, dedicato a LE DONNE, ci ricorda che tutta la società visse la Grande Guerra: gli uomini al fronte e le donne: nei campi, nelle industrie, nella sanità o, come nel caso delle portatrici carniche: anch’esse al fronte, con incarichi logistici in supporto alle prime linee. A Maria PLOZNER MENTIL medaglia d’oro al Valor Militare, era intitolata la Caserma di PALUZZA, non lontano dal luogo ove è morta. (11) LA PRIMA LINEA , siamo in agosto, è il fronte , è la linea del fuoco. I ricordi più

vividi e tragici dell’esperienza di guerra sono indissolubilmente legati ad essa. La lettera di un soldato alla madre e la poesia scolpita nella galleria del CASTELLETTO delle TOFANE ne sono un esempio. (12) Con l’arrivo dell’autunno, siamo nel mese di settembre, sono le immagini e la poesia di Giuseppe UNGARETTI a raccontare LA TRINCEA. (13) Il mese di ottobre è dedicato ad un altro aspetto importante del periodo bellico: la PROPAGANDA. L’Esercito costituì il Servizio P, antesignano di quelle che oggi sono le attività di Comunicazione e di Pubblica Informazione, ma con un occhio rivolto anche al benessere del personale. (14) Non poteva mancare il riferimento alla terra italiana che più di ogni altra ha vissuto e sofferto la realtà bellica. Il mese di novembre è il

tributo al FRIULI VENEZIA GIULIA. (15) Il CalendEsercito 2015 conclude il suo percorso narrativo con il mese di dicembre, dedicato a LA VITTORIA. Così il colonnello Giuseppe Santomarco: “Abbiamo raccontato l’Italia e l’Esercito attraverso le storie di Italiani nella Grande Guerra, seguendo il filo della memoria, del sentimento e dell’emozione. Ciò è stato possibile anche grazie all’entusiastica adesione ed alla collaborazione degli eredi, di Enti e di Società che hanno concesso l’utilizzo a titolo gratuito delle rispettive opere e/o fotografie. Ci auguriamo che sfogliando il CalendEsercito 2015 “La Grande Guerra … un Popolo in Armi” si possano vivere i sentimenti, le emozioni, la passione e gli ideali dei soldati di allora ma che sono ancora oggi il fondamento, la guida, la forza e lo spirito degli uomini e delle donne dell’Esercito Italiano”.



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