Il nuovo pasticcio

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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 50 giOvedì 3 mArzO 2016 - diStribuziONe grAtuitA

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Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta

L’OSCAR DEL GIORNO

Vincenzo Di Giacomo L’Oscar del giorno lo assegniamo a Vincenzo Di Giacomo. E’ riuscito a raccogliere intorno alla difesa della Corte d’Appello del Molise tantissima gente riuscendo a portare avanti una battaglia a favore della stessa regione. Ci auguriamo che intorno a questa bandiera si possa ricreare quell’entusiasmo a sostegno dell’idea del territorio molisano per una prospettiva di futuro.

IL TAPIRO DEL GIORNO

reStA AggiOrNAtO, Seguici ANche Su FAcebOOk

GIORNALE SATIRICO

30.000 copie in omaggio

Salvatore Ciocca Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Ciocca. La questione dei precari della Protezione civile ha, di fatto, riaperto la questione dell’intera struttura che, fino a non molto tempo fa, rappresentava un vanto per il territorio molisano. Ora, invece, l’intero sistema sembra essere solo un pallido ricordo di un tempo che fu. E’ possibile che continui a mantenere le delghe assegnatele?

Il governo regionale scontenta tutti per la solita elargizione dei fondi a pioggia senza un programma Servizio a pag. 3

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La sfida più grande

La Gazzetta del Molise da martedì 8 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento

La credibilità di sempre - la forza di domani


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 3 marzo 2016

Un esempio della commistione maggioranza e opposizione, del loro occhieggiarsi in privato e fintamente di contrastarsi in pubblico Nuovo assessore regionale (Carlo Veneziale), vecchie pratiche (clientelari). Per darsi una struttura in più di quelle canoniche, in grado di assisterlo nella gravosa e onerosa missione, su incarico del presidente Frattura, di attuare le politiche dello sviluppo economico, del marketing territoriale e dell’internazionalizzazione delle imprese, sull’abbrivo di una consuetudine consolidata, non ha mancato di organizzarsi la segreteria particolare. Lo ha fatto scegliendo, tra le varie opzioni che gli erano date, quella più gravosa per l’erario regionale e più utile ai suoi fini elettorali, ovvero ha scelto di avvalersi della collaborazione di personale esterno alla Regione Molise, con contratto di diritto privato, a tempo pieno. Avrebbe potuto avvalersi di dipendenti di ruolo, ma non ne avrebbe tratto beneficio (politico). Si dicono nuovi, si dicono responsabili e innovatori, ma una volta a contatto con il potere lo manifestano sistematicamente nelle forme più spocchiose. Il concetto stesso di segreteria particolare, con annesso onere finanziario, è insopportabile in un contesto amministrativo in cui il rigore morale, la responsabilità amministrativa e il buon esempio dovrebbero essere le coordinate entro cui mantenersi. Sicché anche il nuovo, l’innovatore Veneziale non ha saputo rinunciare alla segreteria particolare (che altro non è che una cinghia di trasmissione dell’assessore con il mondo delle relazioni e degli interessi esterni) allestendola a sua misura e gradimento. Nella esplicazione della “particolare” assi-

l’intervento Quello che sta accadendo a proposito del Parco Nazionale del Matese ha dell’incredibile, e sta rasentando il ridicolo. Provo a fare una sintesi sullo stato della questione. Nei due rami del Parlamento, Camera e Senato, giacevano numerosi DDL sulla Istituzione del Parco Nazionale del Matese che non erano andati in porto nelle precedenti legislature e in quella in corso ( a firma di parlamentari del M5S, Italia dei Valori, PD e altri ). Vista la rilevanza del problema, ho ripreso il contenuto delle suddette iniziative parlamentari e ho ripresentato in Senato un Disegno di Legge come primo firmatario e con il sostegno di altri Senatori. Il Presidente del Senato Grasso ne ha assegnato la trattazione e l’eventuale approvazione alla Commissione Permanente Ambiente e Territorio.

Nella segreteria particolare di Frattura uno stretto collaboratore di Fusco Perrella, in quella di Veneziale due esterni a tempo pieno, con contratto di diritto privato

Il concetto stesso di segreteria particolare, con annesso onere finanziario, è insopportabile in un contesto amministrativo in cui il rigore morale, la responsabilità amministrativa e il buon esempio dovrebbero essere le coordinate entro cui mantenersi

stenza e collaborazione, gli saranno pertanto affianco Carlo Di Nicola e Giuseppe De Lellis, a tempo pieno, con contratto di diritto privato. Su indicazione dello stesso Veneziale, Carlo Di Nicola è stato indicato responsabile della segreteria. Così Veneziale. Non diversamente il presidente Frattura che alla segreteria particolare in cui già lavorano Tiziana Pie-

trangelo (responsabile della segreteria) e Giuseppe Di Gregorio (contratti privati e a tempo pieno), ha voluto aggiungere una nuova unità, Armandino D’Egidio, il quale gli porterà in dote (politica) l’esperienza del lavoro di segreteria particolare acquisita stando affianco al già assessore, con Michele Iorio, ed attuale consigliere d’opposizione (?) a Frat-

tura, Angiolina Fusco Perrella. Le segreterie particolari, particolari lo sono anche per questo: per i passaggi di favori e di persone. Un esempio della commistione “maggioranza/opposizione”, del loro occhieggiarsi in privato e fintamente di contrastarsi in pubblico. Naturalmente nessuno è tenuto a dare conto delle scelte, mentre il numero (ma solo

quello) degli addetti è condizionato dal budget finanziario disponibile in bilancio. Figurarsi, però, se non sono attenti a premunirsi di tutto, e per tempo. Infatti, sia la segreteria di Veneziale che quella di Frattura presentano una disponibilità mensile, rispettivamente, di 4.726,89 euro lordi (Veneziale) e di 5.009,23 euro lordi (Frattura), che potrà essere utilizzata anche per l’erogazione degli assegni familiari, ove spettassero, nonché per compensare eventuali prestazioni di lavoro straordinario effettuate, ovvero per rimborsare eventuali spese sostenute in occasione di trasferte fuori sede, per l’esercizio di compiti strettamente connessi alle funzioni di segreteria. Messaggio ai giovani disoccupati che battono i marciapiedi. Fatevi furbi “in questo mondo di ladri” (by Antonello Venditti). DARDO

Parco Matese, si sfiora il ridicolo In questa sede il Presidente della Commissione, Sen. Marinello, ha nominato il relatore in Commissione e ha provveduto alla calendarizzazione del doc u m e n t o . A fine 2015 è stata svolta la relazione e si era in attesa di avviare le audizioni delle istituzioni, delle associazioni e dei comitati. Nel frattempo la stessa Commissione ha iniziato l’esame di un altro provvedimento di modifica della legge del ‘91 sulla tutela delle aree protette. Il relatore Sen. Caleo, a conoscenza del DDL da me presentato,ha depositato un emendamento alla suddetta legge che aggiungeva il termine “Matese” ad un elenco di parchi da istituire. Da questo momento è iniziata una indegna farsa da parte di una folta schiera di esponenti locali del PD (parlamentari,

presidente di regione, consiglieri regionali,segretarie di partito, associazioni ambientalistiche notoriamente di sinistra ) nel rivendicare a se il merito dell’iniziativa (forse perche’ in primavera si vota in alcuni co-

muni dell’area matesina?). Da parte mia nessuna rivendic a z i o n e . Continuerò a lavorare, come ho fatto fino ad ora, perchè il Parco del Matese diventi realtà. Nel frattempo ho già presentato

sub-emendamenti, trasferendo alcuni contenuti del mio DDL nell’ emendamento di Caleo. Con il permesso degli esponenti molisani del PD, naturalmente. Ulisse Di Giacomo


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3 3 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Area di crisi, è guerra tra poveri Protestano i sindaci dell’Area per l’allargamento dei confini e, ovviamente, protestano le realtà escluse Trasformare gli effetti di un interminato disastro amministrativo in un millantato successo politico e , poi, scontentare (quasi) tutti spargendo confusione a piene mani nella sua gestione. Questo è riuscito a fare il governo regionale intorno alla questione del riconoscimento dell’Area di crisi. Senza il minimo imbarazzo, infatti, il salvagente lanciato da Roma, sotto forma di un centinaio di milioni di euro da “distribuire” (originariamente) tra attività economiche dei Consorzi industriali di Campobasso-Bojano e Isernia-Venafro (più l’area industriale di Pettoranello), è stato spacciato da Frattura&Company come una brillante operazione politica e non, piuttosto, come l’ultima spiaggia di un Molise condotto ai margini del fallimento. Come se questo non bastasse, poi, dovendo passare alla fase attuativa, a pasticcio si è aggiunto pasticcio. La Regione ha, infatti, esteso la perimetrazione dell’area interessata ai finanziamenti ben oltre i confini dei Consorzi industriali originariamente individuati, riuscendo magistralmente a scontentare tutti: protestano i sindaci di Venafro, Campochiaro e Pettoranello, che vogliono che i confini dell’area di crisi non vengano allargati, vedendo così aumentare il numero dei soggetti che potranno avere accesso alle risorse; e protestano anche le RSU dello Zuccherificio del Molise che, al contrario, vorrebbero che l’estensione di quei confini arrivasse fino al mare, fino al basso Molise che, invece, è stato lasciato fuori. “Il rischio è che tale ampliamento – scrivono i sindaci Sorbo, Carlone e Nini - a nostro avviso ingiustificato, vanifichi il raggiungimento degli obiettivi concreti che sin dal primo

Il consigliere regionale del PD Massimiliano Scarabeo annuncia alla stampa la formulazione di una interrogazione urgente a tutela dei 180 precari della ricostruzione post-sisma e della Protezione Civile. Scarabeo si unisce alcapogruppo del PD in consiglio regionale Francesco Totaro nella richiesta rivolta al Prefetto di Campobasso per la riapertura immediata di un tavolo di confronto sulla vertenza in atto. Di seguito la nota di Scarabeo: “Nelle prossime ore presenterò una interrogazione a tutela dei 180 precari dell’Agenzia per la Ricostruzione post-sisma e della Protezione Civile, considerata la gravità della situazione determinata dalla conclusione, a partire dal 1 Marzo 2016, di tutti i rapporti di lavoro generati dal con-

momento sono stati individuati per rilanciare alcune aree industriali colpite in modo devastante dalla crisi e offra il fianco ad un utilizzo delle risorse che, a fronte di richieste estemporanee e del tutto contingenti, non colga gli obiettivi veri del riconoscimento dell’Area di Crisi…” Mentre da Termoli ribattono: “In Basso Molise non esiste crisi complessa, o complicata, o esasperata? Come si classifica la complicanza del sistema? Se pen-

siamo che solo dal 2013 sono state divorate dalla crisi più di 25 aziende del nucleo industriale di Termoli (es. Mare Pronto, Cat, Cotras, Cisam, Smit, Purina, ecc… ora Zuccherificio in dirittura d’arrivo). Se pensiamo al comparto edile fermo da almeno 3 anni, unica risorsa dopo l’agricoltura, ai piccoli imprenditori lasciati al destino delle tasse, al sistema trasporti, al disagio per inadeguatezza del sistema stradale e ferroviario, e così via. Allora

ci chiediamo è mai possibile che non riusciamo a mettere insieme una regione sprofondata nella melma totale? Perché non si è allargata all’intero Molise (quartiere di Roma) l’area, ovviamente chiedendo più risorse?” Una maledettissima guerra tra poveri in cui è possibile trovare argomenti con diritto di cittadinanza in entrambe le posizioni. L’unica che ne esce sconfitta su tutta la linea, neanche a dirlo, è la Regione Molise. Inca-

pace, prima di tutto, di mantenere il punto e conservare l’originaria perimetrazione dell’area di crisi, evitando così di sollevare un comprensibile polverone; e ancora più maldestra, in seconda battuta, proponendo un allargamento discriminatorio, arbitrario e, quindi, inaccettabile per le realtà territoriali escluse. Un’amministrazione, questa, capace di scontentare tutti con scelte di difficile comprensione e lettura. L’intervento concordato con Roma era originariamente previsto per le aree dei consorzi industriali? Bene, perché, allora, intaccare l’impostazione originaria proponendo la riperimetrazione? Ma ammesso che si volesse estendere l’area, e di conseguenza il numero dei beneficiari, perché non prodigarsi nel reperire altre risorse prima di procedere? Nel caso in cui non fosse stato possibile reperire altri milioni bastava lasciare le cose come stavano, piuttosto che spargere sale sulle ferite aperte. In un solo colpo, invece, il Presidente ed i suoi uomini sono riusciti a scontentare tutti: beneficiati e non. Niente male, davvero.

Di Giacomo:“Siamo alla farsa” CAMPOBASSO. “Quella che doveva essere per il Molise una occasione per la ripresa dei settori dell'industria alimentare, tessile e meccanica in alcune aree ben definite e a vocazione industriale, per iniziativa della Giunta regionale si sta trasformando in una colossale operazione elettorale finalizzata alle prossime elezioni amministrative e regionali". Così il senatore Ulisse Di Giacomo (Ncd) in merito all'Area di crisi per il Molise. "L'allargamento dell'area interessata - aggiunge - renderà inutile l'iniziativa e de-

terminerà, invece, una parcellizzazione degli interventi con il fallimento dell'idea stessa di riconoscimento di area di crisi". Il senatore conclude: "Meraviglia assai che il Ministero dello Sviluppo Economico abbia approvato l'operato della Giunta regionale senza un dovuto approfondimento. Chiedo quindi al ministro Guidi di riconsiderare seriamente la questione per non prestarsi a questa ridicola operazione di retrobottega messa in atto dalla Regione Molise".

“Protezione civile, precari da riconsiderare” A presentare l’interrogazione sulle decisioni della Giunta regionale di fare a meno dei 180 lavoratori, è il consigliere regionale, Massimiliano Scarabeo corso espletato nel 2012 e le ripercussioni che rischiano di bloccare tutte le attività di ricostruzione post-sisma, con danni ingenti alle imprese e ai cittadini, e delle attività proprie del Sistema di Protezione Civile e più specificatamente di prevenzione e tutela del territorio dai fenomeni di dissesto idrogeologico, vera emergenza attuale. Mi preme ricordare al Presidente della Giunta Regionale che 84 precari della Protezione Civile, licenziati senza una valida discriminante a partire dal 1 Aprile 2015, si trovano allo stato senza

reddito e senza ammortizzatori sociali e a costoro è stato ingiustamente negato il diritto acquisito di espletare i trentasei mesi stabiliti con la nascita dell’Agenzia di Protezione Civile. Al fine di non aggravare ulteriormente la suddetta situazione di emergenza occupazionale, in un momento già critico per il tessuto economico della nostra regione, chiedo inoltre al Prefetto di Campobasso l’urgente riapertura di un tavolo di confronto per trovare una soluzione necessaria e immediata al componimento della vertenza.


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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

3 marzo 2016

Un catalogo per entrambi, che riassuma la loro grandezza e la loro profonda umanità di Artisti

Lefra e Pettinicchi, vanto del Molise, da non dimenticare

Che ne sarà del pregevole, ricco, archivio fotografico del compianto Leonardo Tartaglia, in arte Lefra, in dotazione al patrimonio della Provincia di Campobasso? L’interrogativo va posto ed esige una risposta, possibilmente rassicurante. Cioè, che dica che quella dotazione fotografica (decine di miglia di immagini) di oltre cinquant’anni di storia molisana, non verrà dispersa, che non verrà parcellizzata ma catalogata e, augurabilmente, pubblicata. Lo merita il genio fotografico di Lefra, lo merita l’opinione pubblica molisana che ha seguito ed apprezzato le motivazioni culturali che hanno indotto la Provincia ad acquistare quell’archivio. Con le foto di Lefra, anche l’opera pittorica di Antonio Pettinicchi merita di essere ricondotta alla sua unitarietà (ci riferiamo all’illustrazione della Divina Commedia di Dante) dopo che una ingiustificata decisione ha fatto sì che quelle opere raffiguranti l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso immaginato e tradotto in Arte da Pettinicchi, siano state disseminate senz’alcuna logica lungo lo scalone

d’ingresso di Palazzo Magno, nei corridoi dei vari piani del Palazzo e in alcuni ambienti: una diaspora che ha rotto l’incantesimo di un unicum dalla forza evocatrice degna di Dorè. Con la scomparsa di Lefra è scomparsa una parte significativa dell’arte fotografica in Molise; con la scomparsa di

Pettinicchi è scomparsa una parte significativa della pittura. L’oblio è una malattia insinuante, e una volta insinuatasi è particolarmente faticosa da rimuovere. Prima che l’oblio di Lefra e di Pettinichhi s’insinui nella coscienza degli amministratori di Palazzo Magno, è il caso che la loro

opera venga annodata alla miserevole (culturalmente parlando) condizione attuale, con la speranza che generi interesse, promuova iniziative, spinga all’emulazione. Ricordiamolo: l’obiettivo di Lefra ha raggiunto ogni angolo del Molise; ha colto l’essenza di tutte le manifestazioni (particolar-

mente spettacolari per incisività le immagini della sfilata del Corpus Domini) e le tradizioni popolari; è entrato con la sua ecletticità interpretativa nei consessi pubblici dove ha colto, con l’obiettivo fotografico, le atmosfere del momento (storicizzandole) ; ha fotografato uno ad uno uomini politici e amministratori, senza badare al ruolo o al rango: per lui valevano ciò ch’erano e la galleria dei personaggi delle istantanee rimarrà uno spaccato indelebile della vita pubblica molisana. Di Pettinicchi fanno testo la vastità della sua produzione e della critica, l’originalità del tratto e dei colori, l’intensità delle espressioni, l’unicità della sua arte per elevarlo a Maestro di pittura e di vita. Motivi sufficienti perché Lefra e Pettinicchi, da parte dell’Amministrazione provinciale di Campobasso - riveduta e (s)corretta dalla legge Delrio siano degnamente ricordati e trasferiti alla memoria collettiva dei molisani. Un catalogo per entrambi, che riassuma la loro grandezza e la loro profonda umanità di Artisti. Dardo

La Regione non ignori la biblioteca Albino di Angela Fusco Perrella Le biblioteche pubbliche rappresentano una “forza vitale per l’istruzione, la cultura e l’informazione, agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne”; in questa maniera il Manifesto UNESCO riconosce e convalida il ruolo fondamentale esercitato dalle biblioteche all’interno della nostra società, quali presidi di sapere e cultura che rappresentano un patrimonio fondamentale che non può essere disperso né tantomeno messo a rischio. Purtroppo la Legge Delrio, come noto a tutti, ha ridisegnato il ruolo delle Province e in particolar modo delle funzioni fondamentali a esse attribuite, non prevedendo le competenze in materia di cultura, con la conseguente riduzione delle risorse economiche spettanti, che hanno inciso sulla continuità e sulla qualità dei servizi erogati. Questo passaggio si è rivelato come un duro colpo per tutto il settore della cultura, che ovviamente non ha risparmiato la biblioteca provinciale Pasquale Albino di Campobasso, un’istituzione storicamente molto importante per il nostro territorio, fondata l’8 settembre 1861 e fonte di do-

cumenti di grandissimo interesse per la storia locale e importante punto di riferimento per vari enti, grazie all’attività e al supporto fornito dal Polo provinciale SBN Web. Un patrimonio inestimabile che negli ultimi tempi, a causa della scarsità dei fondi trasferiti, è stato salvaguardato e portato avanti con impegno e abnegazione impagabile da sei dipendenti provinciali, tra cui anche il direttore, che oramai da circa un mese sono stati posti in mobilità, con il rischio concreto della chiusura o di una drastica riduzione di servizi offerti. Già in passato avevamo sollevato la questione con un ordine del giorno discusso e non approvato dal Consiglio regionale nella seduta dello scorso 8 settembre 2015, un documento con il quale chiedevamo alla Giunta di farsi carico della gestione della Biblioteca provinciale “P. Albino” di Campobasso, in considerazione del ruolo e dei compiti istituzionali attribuiti alle Regioni in questa materia, così da garantire la prosecuzione delle funzionalità e dei servizi esistenti. Ordine del giorno non approvato allora dalla maggioranza consiliare perché, ci fu spiegato, ai sensi dell’articolo 16 del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 si preci-

sava che “entro il 31 ottobre 2015, con decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, di concerto con il Ministro per gli Affari Regionali e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita l’Agenzia del Demanio, previa intesa con la Conferenza unificata, è adottato un piano di razionalizzazione degli archivi e degli altri istituti della cultura delle Province”, stabilendo che, “per le medesime finalità, entro il 31 ottobre 2015, le unità di personale nei profili professionali di funzionario archivista, funzionario bibliotecario, funzionario storico dell’arte e funzionario archeologo in servizio a tempo indeterminato presso le Province possono essere trasferite alle dipendenze del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo”. Da quella data la situazione non si è ancora risolta, il decreto di fatto non è stato predisposto dal MIBACT, lasciando nella più totale incertezza il destino della biblioteca “Albino”, che intanto ha visto andar via anche i dodici collaboratori delle due cooperative che lavoravano in supporto ai funzionari provinciali di ruolo. Nel frattempo la Regione ha provveduto al riordino delle funzioni non fondamentali delle Province nel rispetto delle disposi-

zioni di cui alla legge 7 aprile 2014, n. 56 e alla legge 23 dicembre 2014, n. 190, non prevedendo però nulla in merito alle competenze in materia di cultura, né contemplando il trasferimento di questo patrimonio storico, accrescendo ancor di più le preoccupazioni sul destino della biblioteca provinciale e dei lavoratori in essa attualmente impiegati. In considerazione di tutto ciò è possibile che la Regione ancora non abbia preso una decisione in merito? Eppure per la sopravvivenza della biblioteca è necessario un impegno di spesa di 400 mila euro, che la Regione non dovrebbe avere difficoltà a reperire per il mantenimento in funzione di un presidio che necessità di essere tutelato, in quanto prezioso patrimonio di conoscenze e esperienze, nonché insostituibile “presidio di democrazia” e punto di riferimento della vita culturale molisana e italiana, lasciando la delega in capo alla Provincia oppure realizzando, tramite un proposta di legge organica, un polo culturale regionale che contempli tutti il nostro patrimonio storico, artistico e museale, in grado di catalizzare fondi e finanziamenti europei.


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5 3 febbraio 2016

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Approvato dal consiglio regionale

Incredibile a dirsi e a credersi: Il Molise ha il Piano di gestione dei rifiuti

Il Molise è la regione con la più bassa percentuale di raccolta differenziata in Italia con appena il 19,86 per cento nella provincia di Campobasso e il 9,30 per cento in quella d’Isernia L’assessore regionale Facciolla è stato tra i protagonisti della seduta del consiglio regionale nel corso della quale - incredibile a dirsi – è stato approvato il “Piano regionale di gestione dei rifiuti”. Due le affermazioni che ha scolpite a verbale col suo dire dotto di avvocato: a) “Per quanto riguarda le discariche pensiamo “affamarle” riducendo al minimo possibile la quantità dei rifiuti da allocare”; b) “Un obiettivo da raggiungere è arrivare a riciclare la maggiore quantità possibile dei rifiuti indifferenziati attualmente stoccati nelle varie discariche”. Chiariamo subito, stiamo parlando di un Piano di gestione dei rifiuti e non di un Piano di smaltimento dei rifiuti che, allo stato delle cose si avvale di discariche cielo aperto (molte abusive) e qualche inceneritore. La differenza è notevole. Il primo si nutre di intenzioni: basta dare un’occhiata agli obiettivi che si prefigge; il secondo di interventi e soluzioni ma, come diciamo, un piano per lo smaltimento dei rifiuti non c’è. Anzi no,c’è, ed è il peggiore che si possa immaginare: discariche a cielo aperto (molte abusive) e qualche inceneritore. Le discariche l’assessore Fac-

ciolla promette di volerle “affamare”, vale a dire conferire sempre meno rifiuti, ma né lui né il Piano dicono in maniera certa come si possa fare. Gli obiettivi del Piano di gestione infatti sono questi: la minimizzazione dell’impatto del ciclo dei rifiuti, a protezione della salute umana e dell’ambiente; la conservazione di risorse, quali materiali, acqua, energia ma anche territori, in considerazione che la capacità di ospitare siti di smaltimento è una risorsa sempre più scarsa, non riproducibile e largamente dilapidata

CAMPOBASSO. Tenere alta la guardia per tutelare l’ambiente e il territorio e dunque la salute di cittadini: questo il messaggio lanciato dalla Coldiretti del Molise che, sull’attualissima vicenda dell’inceneritore di Pozzilli ha tenuto un incontro ad hoc. Così, nella sede di Venafro della maggiore associazione professionale agricola nazionale e regionale si sono riuniti: il presidente del Consiglio Regionale del Molise, Nicandro Cotugno, il sindaco di Pozzilli, Stefania Passarelli, il sindaco di Sesto Campano, Luigi Paolone, il vicesindaco di Venafro, Alfredo Ricci, oltre che l’associazione Mamme per la salute e l’Ambiente. A fare gli onori di casa: il presidente ed il direttore regionale della Coldiretti, Tommaso Giagnacovo e Saverio Viola, il presidente provinciale di Isernia, Giovanni Monaco, ed il presidente della sezione di Venafro Carmine Falciglia. Al termine di una disamina sul nuovo Piano di smaltimento dei rifiuti, di recente approvato dal Parlamentino re-

dalla società dell’uso e getta; la sostenibilità trans-generazionale della gestione dei rifiuti, cioè gestione “after-care-free” tale che né il conferimento a discarica né i trattamenti biologici, termici e chimico-fisici né le filiere del riciclo comportino problemi da risolvere per le future generazioni; sostenibilità economica del ciclo dei rifiuti. Intenzioni, come si può constare, peraltro prive di una pur minima indicazione dei sistemi di attuazione. Queste le priorità, ovvero: politiche concrete di riduzione della quantità e pe-

ricolosità di rifiuti; separazione alla fonte e raccolta differenziata di rifiuti urbani e speciali, adeguata per quantità e qualità; processi adeguati di recupero di materia e di energia, nel rispetto dei quattro obiettivi generali sopra richiamati e appropriato smaltimento dei rifiuti, in particolare di quelli pericolosi. Appropriato? Che significa? Può valere tutto, e niente. Un Piano che si rispetti indica con certezza le cose da fare, e come farle. Non è questo il caso. Nelle premesse del documento di pianificazione, tra

le attività preliminari e imprescindibili, si leggono: la separazione alla fonte (domestica, nel caso dei rifiuti urbani, e nel sito produttivo, nel caso dei rifiuti speciali) e la raccolta differenziata di quantità e qualità. “In altri termini – secondo il presidente della Terza commissione, Salvatore Ciocca - la filiera “separazione alla fonte + raccolta differenziata + riciclo” sarà assunta come la base indispensabile di tutto il sistema di gestione dei rifiuti in Molise”. Ci ripetiamo. Il Piano appena approvato è dilatorio: tutto da impostare e da raccordare, nessun elemento definito e certo. Tra l’altro, il Molise è la regione con la più bassa percentuale di raccolta differenziata in Italia con appena il 19,86 per cento nella provincia di Campobasso e il 9,30 per cento in quella d’Isernia, e per essere appena appena comparabile al resto dell’Italia, dovrebbe attestarsi sull’obiettivo minimo del 50 per cento di raccolta differenziata per poi arrivare al 65. Ma non è detto nel Piano. Dardo

“Inceneritori, la guardia non va abbassata” La Coldiretti ribadisce la necessità di controllo dell’impianto di Venafro gionale, la Coldiretti ha condiviso le preoccupazioni espresse dal presidente Cotugno sul pericolo di un innalzamento dell’inquinamento nel venafrano, dovuto anche alla presenza di un’intensa attività industriale nella zona. Prendendo inoltre atto che si è costituita una vera e propria rete di soggetti determinati a tenere alta l’attenzione sulla vicenda, la Coldiretti ha inoltre posto l’accento sul pericolo che più strutture, pur restando nei limiti, unite, possano sforare il dato consentito; senza considerare, poi, l’eventuale arrivo di rifiuti provenienti dall’Abruzzo che farebbero arrivare il quantitativo di rifiuti da smaltire ben oltre le attuali 92mila tonnellate. Per questo, pur stimando positivo l’impegno assunto della Regione Molise e dai sindaci della zona a vigilare sul rispetto delle norme e dei limiti imposti

dalla legge, sull’emissione di sostanze nocive, la Coldiretti ha deciso di impegnarsi in prima persona interessando della vicenda il professor Stefano Masini, responsabile dell’Area Ambiente e Territorio della Confederazione nazionale Coldiretti. Questi, allertato dai

vertici regionali di Coldiretti, ha subito dato la propria disponibilità a collaborare con gli attori interessati al fine di mettere a punto le necessarie strategie per monitorare l’ambiente e il territorio.


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Campobasso

3 marzo 2016

“Basta con le morti bianche” E’ la Cgil a sottolineare come proprio la crisi dell’edilizia è alla base delle situazioni di pericolo TUFARA. “Il lavoratore di 55 anni , di Jelsi Giuseppe D’Elia, non ce l’ha fatta dopo essere precipitato lo scorso 20 febbraio dal tetto di un’abitazione nelle campagne di Tufara dove era intento a lavorare. Questi tipi di lavori di muratori che vanno a sistemare i tetti dei parenti e amici il sabato e la domenica sono fenomeni molto diffusi. (un analogo incidente si verificò nella mattinata di domenica 22 marzo 2015 nelle campagne di Montenero di Bisaccia)“. Lo sostiene la Cgil. “Negli ultimi anni di estrema crisi del settore dell’edilizia non solo il sabato e la domenica ma tutti i giorni per arrangiare e cercare di portare avanti in qualche modo la famiglia, si effettuano ogni tipo di lavori e manutenzioni in abitazioni private (e non solo) logicamente in nero. Questi tipi di

manutenzioni e in particolare i rifacimenti dei tetti e della facciate della case sono lavori pericolosissimi per l’incolumità fisica delle persone che lo eseguono in quanto si lavora senza nessuna

protezione e le impalcature sono montate alla buona perché non si possiede i mezzi e gli strumenti per effettuare manutenzione sui tetti, sui balconi,sulla facciate delle abitazioni. Come logico il

più delle volte le impalcature non si possiedono neanche e per riparare i balconi si sale sulle scale di legno per la raccolta delle olive non idonei per la manutenzione edile. (Delle volte passando per le strade di qualche centro abitato, vedendo dei pericoli, per dei lavoratori impegnati su impalcature in situazioni di precarietà , abbiamo chiamato i Carabinieri per cercare di fermare un fenomeno molto diffuso.) Noi tutti ci ricordiamo di questi diffusi fenomeni di lavoro nero senza nessuna protezione solo al momento che succedono gravi incidenti come quello di Tufara del 20 febbraio u.s. e quello di Montenero di Bisaccia dell’anno scorso perché solo in questi casi si viene a conoscenza della situazione in essere anche perché i piccoli infor-

tuni che non c’è bisogno dell’ autoambulanza logicamente non si dichiarano e al medico si dice di essersi infortunato a casa propria. Gli infortuni in edilizia accadono frequentemente anche nelle Imprese attrezzate e anche qui non si denunciano e si fanno passare come infortuni non sul lavoro per cui malattia figuriamoci nell’arte dell’arrangiarsi cose succede e può ancora ripetersi per il fenomeno della grave crisi del settore dell’edilizia e per cui tutti cercano di sbarcare il lunario alla meglio che si può. Si chiede cosi come facciamo da anni più controllo dagli organi preposti e anche più attenzione da parte dei lavoratori che in questi periodi di estrema crisi e per estrema necessità si gettano ad ogni tipo di situazione anche pericolosa purché si riporta qualcosa a casa”.

Oratino apre le porte a Molihub Sabato si svolgerà la manifestazione finalizzata al sostegno delle start up ORATINO. Prosegue senza sosta l’impegno di MoliHub nell’opera di valorizzazione del territorio regionale e nel deciso sostegno alla nascita di start-up create da giovani molisani. Forte della convenzione sottoscritta con MoliStart, l’associazione di giovani professionisti che ha sede a Campobasso, il Polo Tecnico Giovanile nato circa un mese fa a Pietracupa, terrà nella giornata di sabato 5 Marzo, nell’incantevole borgo di Oratino, un nuovo evento di lancio di ben quattro imprese innovative made in Molise; un segnale quest’ultimo che denota la creatività, l’entusiasmo e la vitalità dell’imprenditoria giovanile seppur in un momento di difficoltà per il tessuto economico e occupazionale regionale. Un risultato frutto del prezioso lavoro di ricerca che MoliHub sta compiendo, grazie alle giovani professionalità che animano e danno sostanza al Polo. Un lavoro verso il quale anche le imprese con esperienza consolidata ini-

ziano a guardare con attenzione. Sabato dunque nuove imprese innovative entreranno ufficialmente a far parte dell’incubatore e per l’occasione lo scenario individuato dagli organizzatori sarà diverso rispetto al passato. L’amministrazione comunale di Oratino guidata dal Sindaco Luca Fatica ha deciso di spalancare le porte del borgo per l’intero pomeriggio di sabato ai ragazzi di MoliHub. L’evento di lancio delle nuove startup in programma a partire dalle ore 17:30 nella sede dell’Auditorium Comunale Altobello, sarà preceduto da una visita guidata nei vicoli di uno dei borghi più

belli e dinamici d’Italia, tra scenari paesaggistici unici e testimonianze storiche, artistiche e culturali su cui la piccola comunità di Oratino sta puntando con l’obiettivo comune di valorizzare il territorio e la sua stessa identità.

Taccheggiatore denunciato dai carabinieri In una profumeria di Campobasso aveva sottratto un profumo CAMPOBASSO –Aveva appena occultato un profumo molto costoso all’interno del proprio giubbino sperando di uscire dalla profumeria senza pagare ma, superate le barriere antitaccheggio, sono scattati gli allarmi che hanno richiamato l’attenzione del Direttore il quale ha fermato il giovane per farsi restituire la merce sottratta. Il ventiquattrenne campobassano, vistosi scoperto, ha così

restituito la confezione di profumo e si è dileguato velocemente credendo di non essere individuato. Invece, dopo che il Direttore si è presentato in caserma con le immagini del sistema di video-sorveglianza, i Carabinieri della Stazione capoluogo, nell’esaminare i filmati, hanno riconosciuto il taccheggiatore in questione, in quanto sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudi-

ziaria proprio in quegli uffici. E’ stato così che i militari operanti non hanno dovuto far altro che aspettare l’arrivo del giovane presso la Caserma “Testa” dove, il predetto, ignaro di essere stato già individuato per il furto commesso, è stato fermato e denunciato all’Autorità Giudiziaria competentealla quale, nel contempo, è stato richiesto l’aggravamento della misura cautelare cui è destinatario.


Campobasso

7 3 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Per la terza partita consecutiva anziché alle 14,30 i nostri giocano alle 15

Ma ci vuole così tanto a far slittare tutte le partite? Casting del futuro: Esposito e un regista prima di tutto

vuto anche il Nobel per la letteratura. Scrivono benone anche numerosi giornalisti che si imprestano a fiancheggiare campioni dello sport, per far conoscere meglio le loro storie. Tra i tanti libri di valore ho appena finito di leggere “Bambini mai cresciuti” di Manuela Audisio, inviata di Repubblica. Roba di art i g l i e r i a contraerea. Da

di Gennaro Ventresca

Splende come un’insegna luminosa l’orario di inizio della nostra sfida di domenica col Caselfidardo. Alle fisarmoniche marchigiane risponderemo con il ringhio del Lupo. Da tempo, dico anni, mi sono soffermato a chiedere (a chi?) per quale ragione quando il giorno si allunga e il sole è ancora alto perchè mai non si giochi alle 15. Non ho avuto (da chi?) alcuna risposta. Anzi, si, mi hanno risposto sbattendomi sul muso il calendario che indica dispettosamente gli orari invernali. Orari che, come si è visto, sono facilmente malleabili: da tre partite la nostra squadra gioca mezzora oltre l’orario fissato. La verità su quel tale che scoprì la ruota è che tutti dissero: ma ci voleva tanto? Ma,intanto, prima di lui i carichi venivano appoggiati su due assi, trainati da quadrupedi. Replico: ci vuole così tanto a ca-

pire che giocare alle 15 è più comodo delle 14,30? LETTERATURA Scrive Irene Bignardi (forse per invidia) che Gabriel Garcìa Marquez “non è un intellettuale, ma uno che sa raccontare”. Mentre

lei, dico la Bignardi che ha presentato le prime due edizioni del Grande Fratello, sì che lo è. Non a caso è stata anche nominata direttrice di Rai 3. Non è un caso che l’immenso scrittore colombiano abbia rice-

non perdere. CANNONIERI Non ci vuole poi tanto a comprendere che il maggior limite della nostra squadra risieda in attacco. Schiettamente si capisce che una formazione che ha serie

ambizioni di primeggiare, a otto giornate dalla fine della stagione non può rimanere ingessata nella scarsa prolificità delle sue punte. Alessandro è quello che ha segnato di più, otto volte. Tre nella sola gara d’apertura, contro la Recanatese. Che creò soverchie illusioni anche se accese le prime preoccupanti spie luminose. Se è scontato che per vincere serve soprattutto una difesa di ferro è altrettanto chiaro che in avanti occorra un puntero. Uno alla Rosario Maiella che, numeri alla mano, è il goleador principe della nostra storia calcistica. CASTING Nel confezionare la prossima squadra comincerei proprio dall’attacco. Arricchendolo, magari, anche con Vittorio Esposito, bizzarro finchè si vuole, ma pur sempre una delle più luminose gemme della categoria. Come seconda mossa prenderei un superbo regista, accanto al quale far crescere i promettentissimi Grazioso e Lucchese.

Palestra Ipia, ci sono i soldi La Provincia di Campobasso ha approvato il progetto di messa in sicurezza dell’impianto CAMPOBASSO. La giunta della Provincia di Campobasso ha approvato nei giorni scorsi la delibera che dà il via ai lavori di completamento funzionale edilizio, di adeguamento, di integrazione impiantistica e di messa in sicurezza antincendio della palestra Ipia di via San Giovanni. L’importo messo a disposizione per l’esecuzione dei

lavori ammonta a 511.336,97 euro. Con una nota dirigenziale la struttura di via Roma ha anche individuato le figure tecniche per la redazione del progetto preliminare e per la progettazione architettonica e per i lavori necessari alla struttura che è di proprietà del Comune di Campobasso. “Gratitudine all’amministrazione provinciale - que-

ste le parole del sindaco Antonio Battista - per l’importante intervento che andrà ad arricchire il patrimonio strutturale della città, del quartiere e in particolar modo della scuola. Si tratta - continua il sindaco - di un impianto sportivo grande e moderno a servizio della popolazione studentesca e con il quale si danno risposte concrete alla città”.

Civitacampomarano e Cuoco L’amministrazione comunale rilancia il concorso letterario per le scuole molisane CIVITACAMPOMARANO. orico, giurista, economista, saggista e politico, nacque a Civitacampomarano nel 1770. Partecipò in maniera attiva, ricoprendo ruoli di rilievo, alla Rivoluzione napoletana del 1799 e alla seguente Repubblica partenopea; con il ritorno dei Borboni conobbe il carcere, quindi l’esilio a Parigi, dove attese al “Saggio storico sulla Rivoluzione napoletana del ’99”, pubblicato nel 1801. Il suo esilio vede una permanenza anche a Milano, tra il 1802 e il 1804, in cui diresse il Giornale Italiano, dando un’impronta economica di rilievo al periodico e svolgendo una vivace attività pubblicistica, che proseguirà anche a Napoli con la sua collaborazione al Monitore delle Sicilie. Durante il soggiorno forzato nella capitale meneghina, Cuoco frequenta il salotto di Giulia Beccaria, madre di Alessandro

Manzoni, con quest’ultimo nasce una forte amicizia al punto che il Manzoni lo definisce suo “maestro in politica e storia”. A questo rapporto di amicizia è abbinata una suggestiva curiosità, o meglio una teoria di alcuni storici, che vede ipotizzare che ad ispirare

Manzoni nella descrizione della celebre dimora dell’Innominato, ma forse anche per quel “palazzotto” di don Rodrigo, potrebbe essere addirittura il Castello di Civitacampomarano. Molti elementi descrittivi del Castello dell’innominato, ben si attagliano

con la descrizione del maniero molisano e della sua fortificazione circostante. Nel 1806, dopo aver pubblicato il “Platone in Italia”, singolare romanzo archeologico in forma epistolare, poté far ritorno a Napoli e fu dapprima consigliere di Cassazione e poi del Tesoro. Dal 1816 fino alla morte avvenuta nel 1823, visse in un doloroso stato di follia, che lo spinse a distruggere numerosi suoi manoscritti. Nell’autore de il “Saggio”, libro esemplare della nostra storiografia, confluiscono le note salienti della cultura italiana e specialmente meridionale degli inizi del secolo XIX. Un’attenta meditazione non solo del Machiavelli, ma soprattutto di Giambattista Vico, alle istanze costituzionali e liberali, nel “Saggio”, Cuoco individuava la grave

frattura tra gli intellettuali e il popolo e prospettava quello che sarebbe stato uno dei problemi del nostro Risorgimento. Nell’opera “Rapporto e progetto di decreto della pubblica istruzione”, Cuoco sosteneva il principio dell’istruzione elementare gratuita e obbligatoria anche per le donne. Oggi la sua casa ristrutturata, proprietà del Comune, ospita al suo interno un centro di lettura, ed è a disposizione di Associazioni, Enti, Fondazioni per ospitare eventi culturali. L’Amministrazione Comunale, consapevole che la memoria identitaria del borgo passa anche attraverso la valorizzazione di questo straordinario personaggio, intende promuovere uno specifico concorso letterario tra le scuole molisane, al fine di conservare la memoria ma soprattutto per proiettarla nel futuro della valorizzazione culturale del borgo.


INFO: 339.2733334 - 334.2739180




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Isernia

3 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Comunali, la Sinistra vuole esserci Un appello all’unità di tutte le sigle è stato lanciato da Sinistra e libertà ISERNIA. La lista civica “Isernia Bene Comune - la Sinistra” ha fatto un appello ai partiti della sinistra storica per camminare insieme alle prossime elezioni amministrative di Isernia. In un comunicato inviato agli organi d’informazione, si legge che l’obiettivo è quello di trovare un momento alto di unità superando tutti i personalismi che comunque in tutte le situazioni di lotta ci

sono. I portavoce di “Isernia Bene Comune” dichiarano “l’invito è rivolto a Sel, Pensiero Libero, Pdc, Rifondazione comunista Partito comunista dei lavoratori, Arci Gay, gruppo Emilio Izzo, coalizione sociale e tutti quei cittadini democratici che amano questa città”. L’incontro è previsto per oggi pomeriggio alle ore 17.00 presso la sede della Provincia e i primi a rispondere all’appello

sono i componenti di Sel i quali spiegano che già stanno lavorando a un percorso che possa unire associazioni, comitati, movimenti e cittadini per un progetto che sia realmente alternativo allo schema di coalizione del centrosinistra. “Dal momento che il progetto è comune – sottolinea Sara Ferri, la coordinatrice provinciale di Sel – perché anche loro vogliono mettere in campo qualcosa di al-

ternativo per la città partendo dalle città più impellenti ossia diritto alla salute a ai servizi essenziali, sicuramente condivideremo il percorso, che però non vedrà impegnati solo Sel e Pensiero Libero, poiché stiamo dialogando con altre forze e singole personalità. A marzo sarà indetta un’assemblea pubblica aperta a tutti quanti siano interessati a partecipare, in cui tutti i presenti saremo

sullo stesso piano – spiega Ferri – ci confronteremo e inizieremo a lavorare alle liste per un’azione che parta dal basso. In questo percorso - aggiunge la coordinatrice di Sel - chiediamo ai giovani e ai cittadini di farsi promotori di un impegno concreto candidandosi nelle nostre liste. Perché si torni a parlare di questioni concrete per portare soluzioni ai problemi della città.”

I Carabinieri scendono in campo contro le truffe più ricorrenti, i consigli pratici per evitarle I Carabinieri del Comando Provinciale di Isernia, hanno ulteriormente incrementato le attività di monitoraggio e contrasto al fenomeno delle truffe, che sempre più spesso vedono quali vittime persone anziane che vengono facilmente raggirate. Dall’inizio dell’anno sono già tredici le persone denunciate dai Carabinieri in provincia di Isernia, autori di truffe di vario genere. Ma per prevenire più efficacemente il fenomeno l’Arma, ha predisposto una serie di suggerimenti e consigli pratici proprio per evitare di essere raggirati, attraverso un vademecum di seguito pubblicato, che può essere da validissimo supporto per le persone anziane in particolare, ma anche per tutti gli onesti cittadini in generale. Inoltre a breve l’Arma, di intesa con la curia, inizierà un ciclo di incontri anche presso le parrocchie, proprio per mettere in guardia tutte le persone contro tali fenomeni criminosi.

Le strade e le piazze di Venafro non sono luoghi di rissa di Aldo Patriciello

Caro direttore, condivido con Lei e con i suoi lettori una breve riflessione a proposito di alcuni fatti di cronaca locale che, sebbene a prima vista possano apparire di minor interesse, credo meritino un’attenzione ed un’analisi ben più approfondite. Domenica scorsa, sfogliando la rassegna stampa quotidiana, ho avuto modo di leggere la notizia dell’ennesima “rissa del sabato sera” avvenuta nel centro di Venafro. Una circostanza che, purtroppo, avviene con sempre maggiore frequenza e che rischia di diventare, col passare del tempo, un tratto distintivo dei fine

settimana venafrani. Da semplice cittadino e padre di famiglia, prima ancora che come politico ed imprenditore, sento il dovere di condividere l’indignazione di tutti coloro che in queste ore stanno manifestando il proprio sdegno e la propria rabbia verso atteggiamenti che definire ignobili è un eufemismo. Trasformare le strade, le piazze e i locali di Venafro in un campo di battaglia, in un luogo dove vige la legge del più forte e dove tutto è sacrificato sull’altare del divertimento senza regole, è non solo un atto deprecabile in sé ma molto di più: è un attacco alla libertà di tutti quei ragazzi – la stragrande

maggioranza – che vogliono semplicemente divertirsi e passare una serata in compagnia dei loro amici. Pur non essendo un grande frequentatore della “movida venafrana” trovo francamente odioso che quattro scalmanati possano tenere in ostaggio la tranquillità della nostra città e il diritto di ogni cittadino a godere come meglio crede del proprio tempo libero. Non sarebbe ammissibile in nessun luogo al mondo, figuriamoci se può esserlo in una città come Venafro che per storia, posizione geografica e cultura ha fatto dell’integrazione e dell’inclusione il tratto distintivo della

propria identità urbana. Conosco bene l’obiezione che mi si potrebbe fare: “i problemi dei nostri giovani sono ben altri, non certo qualche rissa del sabato sera”. Un’obiezione in parte corretta ma che credo abbia il difetto di non cogliere il senso del problema nella sua interezza. Piegarsi infatti alla logica del benaltrismo, in base alla quale c’è sempre qualcosa di più importante di cui occuparsi, equivale di fatto a rendere normale ciò che normale non è, o quantomeno non dovrebbe essere. Significa, in altre parole, accettare implicitamente come ordinario un fatto del tutto straordinario,

indietreggiando dinanzi a fenomeni di bullismo urbano che inquinano il nostro comune vivere cittadino. Domenica prossima Venafro ospiterà la festa regionale della Polizia Municipale: potrebbe essere il contesto ottimale in cui discutere, con cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni locali, di simili problemi. Una comunità sana come la nostra può e deve riappropriarsi del proprio spazio di civiltà, isolando con fermezza coloro che fanno della violenza e della prepotenza la loro ragione di vita.


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Termoli

3 marzo 2016

“Le spiagge non si toccano” I balneatori preoccupati per la legge europea che prevede appositi bandi di gara TERMOLI. Da un lato la convocazione di una conferenza StatoRegioni per “cercare di trovare un percorso che sia condiviso e soprattutto definitivo”. Dall’altro lato la necessità di “aprire una trattativa con Bruxelles per non far applicare la direttiva Bolkestein e concedere una proroga alle aziende balneari” e nel mezzo la volontà del Governo Renzi di puntare alla “parità di trattamento davanti alla legge europea. Le vostre imprese sono fatte di storie. Un dovere da parte nostra è prenderle in considerazione affinché qualcuno non tiri una riga e le cancelli”. E’ quanto affermato dal Ministro degli Affari regionali, Enrico Costa, nel corso dell’assemblea di Assobalneatori che si è svolta a Marina di Carrara. Sotto la lente la direttiva Bolkestein che si basa sul presupposto che il suolo è pubblico e deve essere aperto alla concorrenza. Lo stesso Costa che ha anche avviato degli incontri “con dei rappresentanti degli altri

ministeri, con il sottosegretario Gozi che ha un rapporto diretto con l’Unione europea mentre questa settimana – ha continuato il Ministro – incontrerò il sottose-

gretario al Ministero dell’Economia e finanza Baretta”. In agenda anche l’avvio di una conferenza Stato-Regioni per cercare un percorso che sia “condiviso e soprat-

tutto definitivo”. Il tutto mentre cresce l’apprensione dopo il parere rilasciato dall’avvocatura europea secondo la quale il provvedimento con cui il

Governo Monti aveva prorogato le concessioni demaniali era in contrasto con la normativa europea. Nel frattempo il gruppo di Forza Italia è pronto a presentare un ordine del giorno in Parlamento affinché il Governo apra una trattativa con Bruxelles per non far applicare la direttiva Bolkestein e ottenere una proroga per le imprese balneari. E nei giorni scorsi, sulla questione, era intervenuta anche la Regione Toscana che, in contrasto con quanto sostenuto dalla Liguria, aveva avanzato la proposta di proroga delle concessioni dai 6 ai 20 anni ai balneatori che investono. Investimenti che possono consistere in progetti per migliorare, abbellire, riorganizzare o modernizzare il proprio stabilimento. In progetti di ripascimento della spiaggia o del lungomare, o per l’energia rinnovabile delle strutture che insistono sulla costa o per la costruzione di piste ciclabili.

Il Medio Trigno e la concertazione I Sindaci dei comuni dell’area pronti a fare squadra per rilanciare l’economia MONTENERO DI BISACCIA. Il sindaco Nicola Travaglini informa che lo scorso 18 febbraio si è tenuta una riunione presso il Comune di Montenero di Bisaccia, alla quale hanno preso parte, oltre al primo cittadino ospitante, i sindaci e i rappresentanti dei Comuni di Mafalda, San Felice del Molise, Acquaviva Collecroce, Tavenna, Palata e Montefalcone nel Sannio. “Nel corso della riunione – dichiara il sindaco Nicola Travaglini – abbiamo discusso delle grandi potenzialità dei nostri territori e dei possibili benefici che i cittadini potrebbero otte-

nere nel caso in cui realizzassimo progetti comuni. A seguito del dibattito e delle dichiarazioni di intenti è quindi emersa, in maniera unanime, la volontà di intraprendere un percorso finalizzato all’avvio della concertazione territoriale e alla successiva elaborazione di un Piano di Sviluppo Locale a valere sul Psr, oltre alla costituzione di un Gal del Medio Trigno. L’ipotesi ha trovato la totale disponibilità anche di altri comuni limitrofi”. Al termine dell’incontro si è costituito un comitato promotore costituito da tutti i rappresentanti dei comuni presenti ed è stato individuato inoltre il coordinatore, nella persona del sindaco di Palata Michele Berchicci

Estate 2016, si pensa al calendario A Montenero di Bisaccia si vuole giocare d’anticipo per valorizzare il lido MONTENERO DI BISACCIA. Il Comune di Montenero gioca in anticipo e in vista dell’estate che sta per arrivare convoca tutti gli operatori del settore per fare il punto su quello che non va e, soprattutto, per gettare le basi di una collaborazione che porti alla creazione del calendario delle manifestazioni. A organizzare il primo degli incontri con gli operatori del settore è stato l’assessore al Turismo, Massimo Di Stefano, che assieme alla collega all’Ambiente e Attività produttive, Simona Contucci, ha gettato le basi per il futuro. “Credo – ha affermato Di Stefano durante l’incontro – che la nuova ventata di amministratori un po’ più motivati ha portato un entusiasmo maggiore e vogliamo prenderci un po’ di tempo in più. In cantiere c’è un calendario che

è ancora nella fase di elaborazione e di studio. Abbiamo degli eventi che si ripeteranno come l’anno scorso e che rappresentano i pilastri della programmazione montenerese e sui quali manteniamo la riserva almeno fino alla presentazione del calendario che si terrà tra maggio e giugno. Accanto a questi ci saranno nuovi eventi per dare questa rinnovata amministrazione che si promuoverà con più entusiasmo”. Fondamentale sarà anche la collaborazione con gli altri Comuni della Costa dei Delfini. “Abbiamo un calendario da concertare con l’impegno preso dai quattro Comuni costieri e anche lì è ancora tutto in costruzione l’anno scorso è stata un’ottima esperienza assieme agli amministratori Anna Saracino e Michele Macchiagodena e io sono entu-

siasta di ripetere assieme a loro e farlo meglio”. Un modo di fare che sta portando entusiasmo anche tra gli amministratori regionali “e que-

sto è un risultato importante. Per quello che ci riguarda – ha concluso Di Stefano – dobbiamo giocare di anticipo rispetto ai tempi in modo da metterci a ta-

volino con un incontro confronto con gli operatori commerciali e tutte le attività economiche che ci sono sul territorio”.


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Termoli

3 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Scoperta evasione da 30 milioni di Euro Attività investigativa condotta dalla Compagnia di Termoli presso un’impresa basso molisana TERMOLI. Occultamento di ricavi e indebite deduzioni di costi per milioni di Euro e persino illecito utilizzo di gasolio agevolato per decine di autocarri aziendali. Questi gli esiti di un’articolata e complessa verifica fiscale appena conclusa dai Finanzieri della Compagnia di Termoli nei confronti di una società basso molisana operante nel settore dei trasporti, con unità operative anche in Calabria ed Emilia Romagna. Le attività ispettive hanno interessato i periodi di imposta dal 2010 al 2014 e sono state supportate da numerosissimi riscontri esperiti nei confronti di clienti e fornitori sull’intero territorio nazionale. Particolarmente difficoltosa la ricostruzione investigativa operata dai militari, atteso il si-

stematico occultamento delle scritture contabili, posto in essere, nel tempo, dai responsabili aziendali. Oltre 30 milioni di Euro sono stati

sottratti all’imposizione, varie ed articolate le violazioni alla normativa penale tributaria contemplata dal D.Lgs. 74/2000: omessa presentazione delle dichiarazioni

per quattro periodi d’imposta, omesso versamento Iva, emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, quando presentata. Riscon-

trate anche violazioni al D.Lgs. 504/95 (avendo l’impresa utilizzato gasolio da riscaldamento per finalità di autotrazione), ed alle disposizioni in materia di appalti. Segnalati alla competente Magistratura i due amministratori che nel tempo hanno retto le redini della società. Uno di essi, conduceva un altissimo e sproporzionato tenore di vita (autovetture di grossa cilindrata, yacht ed anche un aeromobile) addebitando viaggi e spese personali sulle carte di credito aziendali. Quest’ultimo, vero e proprio dominus nello scenario truffaldino, avrebbe altresì coinvolto un ignaro cittadino nell’amministrazione e nella responsabilità aziendale, al fine di allontanare l’azione e l’attenzione investigativa dalla propria persona.

Ufficio Europa in Comune Un ulteriore servizio ai cittadini per collegamenti immediati TERMOLI. Il sito del Comune di Termoli si arricchisce di una nuova sezione volta ad offrire un ulteriore servizio ai cittadini: la pagina dell’Ufficio Europa e la relativa sezione news. Alla pagina dell’Ufficio Europa si accede dall’inidirizzo www.termoli.gov.it sezione Politiche Sociali (bottone rosso in Home Page) ma anche dal menu SERVIZI. L’obiettivo è quello di avvicinare i cittadini termolesi alle istituzioni europee e rendere più attiva la partecipazione civica alle decisioni comunitarie. L’Ufficio Europa offre servizi di informazione, formazione e progettazione diversificati a seconda delle esigenze dell’utente: 1) Informazioni in materia di lavoro, formazione, tirocini all’estero per giovani e adulti; 2) Informazioni, anche per via telematica, riguardo le istituzioni, politiche e normative della UE; 3) Informazioni su corsi di formazione rivolti a tutti i cittadini, studenti, lavoratori, promossi dall’Unione Europea; 4) Consulenza su richieste riguardanti i Programmi ed altre iniziative europee; 5) Percorsi

di formazione alle scuole attraverso giornate di info day. Nella pagina dell’Ufficio Europa sul sito del Comune di Termoli si trovano informazioni relative ai finanziamenti dell’UE e la gestione dei fondi. Un’ampia sezione è dedicata allo sportello Agenzia Eurodesk che ha come obiettivo informare, promuove, orientare e progettare attività, iniziative, programmi di mobilità educativa e formativa transnazionale per i giovani. Sul sito del Comune di Termoli, nella pagina Ufficio Europa, così come sulle piattaforme social nelle quali è presente il Comune di Termoli, Facebook e Twitter, verranno periodicamente pubblicati annunci e opportunità di lavoro o di scambi culturali provenienti sia dall’Ufficio Europa che dallo sportello Eurodesk. L’ufficio Europa e lo sportello Eurodesk del Comune di Termoli si trovano in Largo Martiri delle Foibe – TERMOLI (CB). Orari di ricevimento: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 11.30 ed il martedì e giovedì dalle ore 15.30 alle ore 17.00

Acquedotto centrale, il Cipe è pronto La variante al progetto dovrebbe essere approvato nel corso della prossima riunione del Comitato TERMOLI. La variante tecnica dell’acquedotto molisano centrale sarà approvata durante la prossima seduta del Cipe. A darne notizia sono il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, e l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Pierpaolo Nagni. “In queste ore dal ministro per le infrastrutture e i trasporti, Graziano Delrio, un importante impegno: il nulla osta alla perizia sull’ultimo tratto dell’acquedotto, la variante di Montenero di Bisaccia. Una promessa a cui guardiamo con fiducia che arriva dopo i nostri solleciti. Non ultimo quello dello scorso febbraio” spiegano Frattura e Nagni. “Un’opera strategica per questa Regione, ancor più per quei territori del basso Molise

che, come è noto alle cronache, soffrono disagi nell’approvvigionamento idrico in particolari periodi dell’anno. Una struttura

fondamentale – spiegano – che con il via libera da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica

permetterà di aggiungere l’ultimo tassello alla realizzazione di questa opera che il Molise attende da troppi anni, miglio-

rando la funzionalità dell’acquedotto con notevoli risparmi energetici” concludono il presidente e l’assessore regionale.



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Opinioni di Claudio de Luca “Posso rendere felici tutti gli amici. Basterà che possa legiferare e questa o quell’altra categoria, la tale o la tal’altra comunità, potranno fare passi da gigante. Votatemi. Potrete trascorrere anni degni d’essere vissuti. Ma fate bene attenzione: so pure gettarvi nella disperazione più nera ove non sovveniste ai miei desideri elettorali”. Se solo potesse farlo apertamente, c’è da credere che un politico molisano esternerebbe proprio così. Per il momento, glielo inibisce la decenza e la paura dei sentimenti di rivalsa avvertibili anche tra le fila degli “aficionados”. Che così la vedano i “potenti” nostrani è “comprensibile”; ma meno giustificabile è che ci credano gli stessi elettori. Se vi capita di parlare con qualcuno che conti, valutate il suo ed il vostro atteggiamento. Dall’alto della supponenza sembra ricordarci:”Sta’ attento perché non c’è foglia che possa muoversi se io non voglio”. E’ così che questa genìa di politicanti (con le dèbite eccezioni) si guadagna da vivere rivolgendosi al cittadino con la sicumèra dei prepotenti. Muovendosi tra le pieghe delle regole, e grazie alla collaborazione di burocrati che hanno abdicato dalla propria funzione notaril, possono erogarti un finanziamento, un contributo a fondo perduto, magari affidarti una consulenza oppure diminuire l’importo di un tributo, sovvenzionare la cultura “amica” e sabotare quella di chi sia “cliente” di un avversario. Per di più, possono far lievitare le

di Nicola Felice Da diverso tempo camminando per strada, riconosciuto come componente del Comitato San Timoteo, vengo fermato da comuni cittadini che chiedono notizie sul servizio sanitario, sugli ospedali, in particolar modo sul San Timoteo di Termoli. Sono molte le persone che si mostrano preoccupate, amareggiate, arrabbiate nel sentire, da tempo e da più parti, i rischi che l’ospedale corre di perdere ulteriori reparti nell’imminente futuro. Persone che chiedono cosa si può fare, pur riconoscendo la loro impotenza in quanto, ormai da tempo, sempre più non vi sono occasioni e luoghi per poter manifestare e rappresentare il proprio dissenso a chi è stato eletto nelle varie istituzioni ricevendo onore ed onere di rappresentarli, tutelarli, salvaguardando gli interessi e i beni comuni. E’ facile riscontrare che tutto ciò è vero! In più occasioni si è fatto appello ai vari rappresentanti di ogni ordine e grado nelle varie istituzioni, con l’unico risultato che fino ad oggi si è registrato un assordante silenzio: sembra quasi che nessuno voglia disturbare il “manovratore”. Eppure, in ogni campagna elettorale non vi è candidato che non strombazzi a “mari e monti” che con la sua elezione si avranno “palazzi e case di vetro, porte aperte” e totale disponibilità! Una volta eletti, in qualsiasi istituzione, quanto preannunciato puntualmente viene smentito e crescono le difficoltà per il cittadino ad avere un confronto o un

3 marzo 2016

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

La politica e gli aumenti di ogni bene tariffe dei trasporti pubblici ed addizionare il costo della benzina. Si trovano nella condizione di riconoscere (o meno) ai cittadini il diritto alla salute, e quindi quello di vivere meglio, oppure di negarglielo nascondendosi dietro il Governo nazionale, applicando questo moralismo (da sagrista post-democristiano e da opportunista excomunista) con grande “nonchalance”. Un Signore della Politica, se ti prende in simpatia, può addirittura far crescere nella piccola area verde posta sotto casa tua, alberi di zecchini d’oro come fece Carlo Collodi nel libro di Pinocchio. Un politico, dotato com’è di superpoteri, può fare: 1) dei suoi “clientes”, tante persone realizzate; 2) dei lavoratori in genere, dei soggetti assicurati contro ogni sventura dell’economia; 3) di un padre di famiglia, un uomo sereno. Infine, può rendere felice uno studente e far apparire il futuro più roseo ad un imprenditore. Un sacerdote in vena di predicozzi direbbe ch’egli è “il Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola”. Insomma colui che Tu hai votato può tutto, persino innalzarci ad un livello di poco più inferiore al suo, premiandoci come Calìgola fece col suo cavallo. Tutto ciò posto, resta da capire perchè gli elettori continuino a prenderli sul serio ed a votarli, quando è evidente che i politici – almeno durante la campagna elettorale – non hanno affatto i superpoteri di cui si vantano (perché saremo noi a conferirglieli, accedendo in cabina). Dopo, coi loro interventi,

con le loro “regolamentazioni”, con i congressi di partito, con le loro incompetenze e le loro fabbriche dei programmi provvederanno solo a rallentare ciò che un tempo – con brutta espressione e con esagerato ottimismo – veniva chiamata “la marcia del progresso”. Ascoltare i politici che si lodano e che s’imbrodano, nelle tivvì locali e nelle interviste ai giornali, nei manifesti murali ed ovunque appaiano un taccuino o un microfono, è un’esperienza sempre più surreale. Fanno peggio che mentire. Sono pomposi, e cantano come i galli, beccandosi l’uno con l’altro (fatte le dèbite eccezioni). Questi Signori usano i punti esclamativi, mai quelli interrogativi. Per-

ciò, diffidate. Non può essere brava una persona non abituata a porsi domande. Scrivono con le maiuscole; non si accontentano di temere la crisi, di chiedere giustizia, d’essere preoccupati per il futuro dei giovani. “Vogliono” la Giustizia, “temono” la Crisi, sono preoccupati, ma solo a parole, per il futuro dei figli nostri. Mai di quelli partoriti grazie ai colpi dei loro magnanimi lombi perché il sangue del proprio sangue l’hanno spedito da tempo a studiare all’estero. In Molise ritornano solo per mangiare le “brioches” della Regina Maria Luisa, perché loro possono tranquillamente astenersi dal pane.

Ah! quella politica di un tempo

semplice ascolto. Difficilmente gli eletti si incontrano in ambienti aperti: strade, piazze, mercati. Solo a pochi intimi che costituiscono i cosiddetti “cerchi magici” tutto è possibile, mentre i cittadini comuni sempre più stressati dalla crisi economica ed occupazionale, si vedono impossibilitati a penetrare ambienti chiusi “ermeticamente”, sistemi filtranti “segretarie”… costruiti, forse, artatamente per evitare contatti personali. Da qualche decennio siamo stati guidati da una classe dirigente miope, carente di progettualità, incapace persino di conservare e salvaguardare quello che nel passato è stato costruito e demandato alle nuove generazioni. Si registra la continua crescita dell’egoismo e del

disinteresse ai problemi della “povera gente”, che oggi appare essere prerogativa solo di Papa Francesco. Come non rimpiangere i tempi andati, con quei luoghi (sedi dei partiti, associazioni di categorie, ecc..) e quella classe dirigente che non lesinava mai il confronto, il contatto, l’ascolto dei cittadini che avveniva non solo nelle sedi istituzionali, ma anche nelle abitazioni e studi privati, persino nei giorni festivi, occasione quantomeno per un sostegno morale e di speranza a quanti vivevano momenti di difficoltà. Molti dell’attuale classe dirigente ritiene assolto il proprio operato diffondendo il loro “verbo” tramite il

“comunicato stampa” per qualsiasi occasione, giornaliero e più delle volte inutile, quasi solo a dimostrare di “esserci”. Questo non ha fatto che produrre sempre più disaffezione della gente alla politica; lo dimostra anche l’astensione alle ultime elezioni circa del 50%, aumentata negli ultimi sei anni di oltre il 30%. Ritengo che una delle causa di ciò è l’assenza, ormai datata, di partiti “veri” utili a formare e selezionare una classe dirigente capace, onesta, eticamente e moralmente indiscutibile. Oggi la politica, per i più, sembra non svolgere quell’arte nobile ma essere stata relegata a stipendificio, erogatore di benefit, o peggio ancora a palestra del “malaffare”. Occorre con urgenza superare l’attuale sistema regolato da partiti (contenitori vuoti), club, “clan”… rappresentati da pochi e soliti soggetti che impossessatesi di timbri e carte intestate partecipano ai “tavoli” di coalizione con lo scopo principe di garantire posizioni e interessi personali, loro e degli intimi, nei vari enti e istituzioni. Per uscire da questo stato occorre da subito, in primis, un atto di orgoglio e di rivalsa con presenza e impegno diretto di tanti cittadini capaci e onesti, che disinteressandosi della politica, ritenendola “sporca”, hanno lasciato spazio a soggetti non all’altezza del compito e raggiungere il degrado, di ogni forma, che tristemente registriamo. Questo lo si deve soprattutto alle future generazioni.


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