Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043
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tuttO quellO che gli Altri NON dicONO ANNO xii - N° 51 veNerdì 4 mArzO 2016 - diStribuziONe grAtuitA
Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino - rootostampa molise sede legale via Normanno, 14 campobasso tel: 0874.1919119 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it - Pubblicità commerciale@lagazzettadelmolise.it - Stampa: Centro offset stampa meridionale, viale Edison 81100 Caserta
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L’OSCAR DEL GIORNO
Antonio Battista L’Oscar del giorno lo assegniamo a Antonio Battista. La sua Giunta ha rimodulato i fondi della Regione per la realizzazione di nuovi plessi scolastici che rispondono ai moderni criteri di sicurezza e che offrono ambienti accoglienti per gli alunni e i loro insegnanti. Una risposta concreta per dare alla città attraverso sei interventi che ridisegneranno la mappa del patrimonio edilizio-scolastico di Campobasso.
IL TAPIRO DEL GIORNO
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GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Salvatore Micone Il Tapiro del giorno lo diamo a Salvatore Micone. Il consigliere regionale di centrodestra passato al centrosinistra per mantenersi politicamente in piedi. Ma che fine ha fatto visto econsiderato che non si hanno più sue tracce? Possibile che un consigliere regionale non lasci traccia del suo passaggio in aula? Eppure, il dorato stipendio corre e, questo, non conosce tregue.
LA BIBLIOTECA ALBINO CHIUDE
La Regione Molise se ne frega e non dà risposte Come fa per tutto
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Servizio a pag. 3
La Gazzetta del Molise da martedì 8 marzo 2016 sarà in tutte le edicole del Molise Da sempre vicini agli interessi dei molisani ora pronti al cambiamento
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La credibilità di sempre - la forza di domani
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
TAaglio lto
2 4 marzo 2016
Gli effetti di una Protezione civile che non c’è Il Servizio regionale di Protezione civile si bea di relazionare alla giunta regionale le conclusioni sui rilievi eseguiti per quantificare i danni che il territorio molisano subisce immancabilmente ad ogni evento naturale (pioggia, neve, vento, siccità, alluvioni, esondazioni, e chi più ne ha più ne metta) appena appena fuori dall’ordinario. La Protezione civile in sostanza non protegge, diversamente non avremmo i danni che subiamo, e non saremmo costretti a ricorrere al finanziamento straordinario dello Stato col riconoscimento dei danni per calamità naturali. Di cui siamo destinatari privilegiati, per essere il Molise, tra l’altro, un territorio fragile, mantenuto tale per assenza di interventi di consolidamento, di prevenzione e di programmazione. Accade quindi che gli eventi calamitosi ci facciano passare per un popolo familiarizzato passivamente con le frane, gli smottamenti, l’esondazioni, le alluvioni. Subiamo danni, e in parte ci vengono rifusi. Solo in parte, però, per cui la sommatoria dei danni è costantemente superiore alla sommatoria dei contributi dello Stato. Ciononostante, capita che ad ogni intervento riparatore dello Stato, dalla Regione Molise partano comunicati di soddisfazione, quasi fosse un merito, un premio alla conclamata inefficienza della Protezione civile e della Regione stessa che, di fatto, la Protezione civile l’ha smantellata. Al recente riconoscimento dei danni causati dalle calamità naturali dell’inverno/primavere del 2013, la giunta regionale spera di aggiungere altri 57 milioni di euro per ciò che dal cielo è piovuto nella decade 9-19 ottobre e nei giorni 26 e 27 novembre 2015. In
l’intervento di Stefano Buono Bisogna immediatamente intervenire per porre rimedio ad una situazione , quella relativa al licenziamento delle 97 persone dell’agenzia per la ricostruzione , che sta diventando insostenibile. Persone che fanno parte delle 218 complessive che nel 2012 vinsero un concorso e che oggi , improvvisamente e senza una logica apparente , vengono licenziati dall’ ARPS. La drammaticità di questa vicenda non coincide solamente con la perdita di posti di lavoro e la conseguente situazione di estrema precarietà che né deriva per le famiglie delle 97 persone dei professionisti che, legittimamente e con comprovata espe-
A ogni evento naturale (pioggia, neve, vento, siccità, esondazioni) appena appena fuori dall’ordinario il Molisse va in tilt
Chiesti 57 milioni per i danni causati da ciò che dal cielo è piovuto nella decade 9-19 ottobre e nei giorni 26 e 27 novembre 2015
quei giorni, diverse situazioni di criticità prevalentemente di carattere idrogeologico, ha rilevato la Protezione civile e la giunta regionale ha assorbito pari pari, “hanno aggravato le criticità preesistenti, determinando nuovi scenari di rischio elevato con ingenti danni a carico del patrimonio pubblico e privato” ai territori dei comuni di Campobasso, Cercemaggiore, Guardiaregia, Jelsi, Riccia, Salcito, San Giuliano del Sannio, Sepino, Toro, Tufara, Vinchiaturo in provincia di Cam-
pobasso, e di Belmonte del Sannio, Cantalupo nel Sannio, Carovilli, Castelpizzuto, Cerro al Volturno, Macchia d’Isernia, Montenero Val Cocchiera, Sesto Campano, Venafro e il Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, in provincia d’Isernia. Sempre dai rilievi della Protezione civile si apprende che fenomeni con precipitazioni diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale di forte intensità, con quantitativi cumulati elevati, in particolare sulle aree centro-
orientali del territorio regionale, interessando pesantemente i Comuni del basso Molise, sino alla fascia litoranea, con carattere di assoluta eccezionalità, unite a raffiche di vento fino a burrasca o burrasca forte e mareggiate lungo le coste esposte, hanno causato ingenti danni a Campolieto, Campomarino, Cercemaggiore, Guglionesi, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montenero di Bisaccia, Pietracatella, Rotello, San Giacomo degli Schiavoni, San Giuliano di Pu-
glia, Tavenna, Termoli, i Consorzi di Bonifica di Termoli e Larino, il Consorzio industriale di Termoli. Più di mezzo Molise coinvolto e danneggiato, a conferma della fragilità del territorio e della scarsità delle opere di salvaguardia. Nel chiedere al Governo di Roma il riconoscimento dello stato di emergenza sulle aree interessate dagli eventi sopra descritti, la Regione Molise ha assunto di aver speso 57,317 milioni di euro per dare assistenza e soccorso alla popolazione; per lavori, servizi e forniture di somma urgenza; per la realizzazione di interventi, anche strutturali, per la riduzione del rischio residuo strettamente connesso all’evento, finalizzati prioritariamente alla tutela delle pubblica e privata incolumità, nonché i fabbisogni per il ripristino dei danni subiti da strutture e infrastrutture pubbliche, strutture e infrastrutture private, attività economiche e produttive, beni culturali e patrimonio edilizio. Dardo
Precari post sisma situazione critica rienza e professionalità, da almeno dieci anni , stavano portando avanti la già complessa ricostruzione. Se ci focalizzassimo , come sta avvenendo , esclusivamente su questo aspetto , che pure è di fondamentale rilevanza, correremmo il rischio di celare il vero problema: il rischio concreto che il processo di ricostruzione si areni definitivamente. Ciò significherebbe che le imprese appaltatrici , i loro dipendenti , le aziende fornitrici e subappaltatrici rischiano , considerati i ritardi nei pagamenti presenti ancor prima che venisse decretato questo licenziamento, di morire inesorabilmente per crediti nei confronti della pubblica amministrazione.
Vi sono infatti ventisette milioni di euro , relativi all’ultimo APQ , di lavori svolti dalle imprese che attendono da tempo il pagamento di tali somme e la cui corresponsione oggi , inevitabilmente , appare più lontana. Vi sono ulteriori centosessanta
milioni di euro di lavori da eseguire/ appaltare entro il 2018 pena la perdita di detti fondi . Questo provvedimento, insomma, rischia di bloccare , in un periodo particolarmente critico per il comparto edilizio e per il tessuto socio-economico
molisano, l’intero processo di ricostruzione. Maggiormente paradossale se si considera che il tre per cento dei fondi stanziati tramite APQ per la ricostruzione dal CIPE sono espressamente assegnati al personale , lo stesso che è stato licenziato. Il governo regionale ha il dovere di porre rimedio ad un evidente errore commesso. Non farlo significherebbe intestarsi l’ennesimo fallimento programmatico e amministrativo ma soprattutto, purtroppo, prefigurare uno scenario apocalittico per l’intero indotto e per le persone e le famiglie interessate. *Presidente Molise Democratico
TAaglio lto
Scorre inesorabile il tempo ed inesorabile arriverà la chiusura della biblioteca “Albino”. La settimana prossima verrà aperta la finestra di mobilità (ennesima espressione che, come solo la lingua italiana può fare, esprime in forma apparentemente positiva un concetto assai negativo) per i cinque dipendenti, più il direttore, dell’istituto culturale campobassano con più di un secolo e mezzo di storia. Storia che s’incepperà proprio a seguito della mobilità dei dipendenti. Del resto è da più di un anno che l’attività della biblioteca è sostanzialmente ferma; da più di un anno non si acquistano neanche i libri. Basterebbe, per evitare la chiusura, che la Regione facesse due righe di leggina e che si assumesse l’onere dei 400 mila euro di costi di gestione. Iniziativa che fino ad oggi, però, non è arrivata, mentre le amministrazioni di Abruzzo, Puglia, Campania e Basilicata non si sono certo perse in chiacchiere ed hanno assorbito le competenze che prima erano in capo alle Province, prendendosi in carico le biblioteche, salvandole dalla chiusura e continuando ad offrire il servizio ai cittadini. Noi, come Regione Molise, ci accompagniamo, invece, alla sola Regione Calabria come portabandiera del disinteresse. E ne vorremmo davvero capire il motivo. Anche perché la “Albino” è una struttura viva, di grande pregio, che ha com-
Con il mancato rinnovo del contratto dei 97 precari della Protezione Civile, dal primo marzo senza contratto e senza posto di lavoro, il Governo regionale ha portato a termine il processo di smantellamento dell’Agenzia regionale di Protezione Civile, struttura che grazie all’impegno e alla professionalità del personale è stata per anni un fiore all’occhiello del nostro sistema regionale, un patrimonio, uno strumento importante frutto dell’impegno e delle attività delle precedenti amministrazioni regionali, quello stesso passato da cancellare nelle linee del sistema della discontinuità. È questa la tanta sponsorizzata “rivoluzione di metodi, costi e servizi più efficaci”, più volte ribadita dal Governo regionale? Una rivoluzione da portare
3 4 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Tempo (quasi) scaduto per la biblioteca “Albino” Il ministero dei beni culturali vorrebbe assorbile la biblioteca ma la Regione tace piuto uno straordinario lavoro di digitalizzazione dei volumi che gli ha permesso di essere compresa nel Polo digitale delle biblioteche italiane. Parliamo, insomma, di un’istituzione culturale di estremo valore e rilevanza, che però la giunta e la maggioranza che governano questa Regione hanno deciso di abbandonare, senza un minimo cenno di interesse, senza nessuna dichiarazione d’intenti che getti un po’ di luce su un futuro che, al momento, appare segnato. Un disinteresse tale da restare sordo finanche alle sollecitazioni del Ministero dei
beni culturali. Già, perché l’ostinato rifiuto verso la chiusura della biblioteca ha portato l’attuale direttore, Vincenzo Lombardi, a bussare alle porte romane e, incredibilmente, a trovare persino una risposta interessata. Proprio in virtù a quanto si accennava prima sulla digitalizzazione dei volumi, il Ministero ha espresso chiaramente la volontà di voler assorbire la “Albino” ed i suoi dipendenti; di volerne fare un anello della sua catena di biblioteche nazionali. Basterebbe che dalla Regione arrivasse un cenno di assenso, l’espressione
di una volontà politica favorevole perché, a quanto ci risulta, sarebbe tutto pronto, finanche le immancabili scartoffie. Ed invece pare di chiedere la luna. E’ chiedere la luna, evidentemente, che la Regione scriva due righe di leggina che s’accolli i costi dell’ “Albino” e ne consegni l’attività al prossimo secolo e mezzo di storia, ma è come chiedere la luna pure che si batta un colpo a Roma per dire che va bene, che la Regione Molise è lieta che sia il Ministero dei beni culturali, da domani in poi, a prendersi in carico la biblioteca, la sua tra-
dizione, i suoi dipendenti. Il solito muro di gomma, sordo e muto; che non ascolta e neppure dice. Sul destino della biblioteca “Albino” domina, incombente, il silenzio. Nessuno che ci dica una parola, foss’anche per sancirne il de profundis. Nel solco della migliore (non) amministrazione distante, arrogante e boriosa cui siamo addirittura riusciti ad abituarci. Un silenzio che autorizza a nutrire pensieri cattivi e retro pensieri ancora peggiori sulla reale volontà che si cela dietro tanta, apparente, noncuranza. Staremo a vedere.
I lavoratori precari vanno salvaguardati avanti a discapito di professionisti competenti, formati e regolarmente vincitori di un concorso pubblico? 97 tecnici e amministratori che vanno a ingrossare il già ampio bacino di disoccupati della Regione Molise, e che si vanno ad aggiungere agli 84 contrattisti della Protezione Civile che hanno visto scadere il loro rapporto lavorativo dallo scorso primo aprile 2015, e che per far valere i loro diritti sono stati costretti a ricorrere al Tar Molise, il quale deve ancora esprimersi sulla questione. È possibile operare in questo modo in una regione dove il tasso di disoccupazione si attesta al 14,7%, tre punti in più rispetto al dato nazionale, con una disoccupazione giovanile da mesi su livelli record? Eppure il Presidente Frattura
aveva preso un impegno, quello di “definire insieme un percorso per i precari la cui posizione, a contratto scaduto, non prevede forme di accompagnamento”. Un impegno rimasto nell’aria, e mai veramente reso
concreto, a totale discapito non solo dei lavoratori ma anche del territorio regionale, ancora profondamente segnato dal sisma del 2002, e che inevitabilmente subirà le conseguenze di questa situazione di forte precarietà.
Un territorio a rischio sismico, a rischio idrogeologico, che ora resta scoperto delle dovute professionalità e delle necessarie sicurezze. Proprio per queste ragioni abbiamo protocollato un ordine del giorno per salvaguardare la condizione di questi 181 lavoratori, impegnando il Presidente della Giunta regionale a porre in essere tutti gli atti necessari e strumentali per garantire la prosecuzione dell’attività lavorativa di questi professionisti all’interno della dotazione organica della nuova Agenzia regionale per la ricostruzione post-sisma, istituita con la Legge Regionale 4 maggio 2015, n.8. I consiglieri regionali di centrodestra
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Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
3 marzo 2016
Il silenzio degli industriali del Molise è assordante C’è stato un tempo, nel corso di questi anni di crisi economica, in cui gli industriali hanno sollevato forte critiche al sistema creditizio che, a loro dire, non avrebbe fatto il proprio mestiere: erogare il credito. Ricordiamo finanche l’appunto: “Riscontriamo soprattutto per le aziende più piccole situazioni di razionamento del credito anche per linee già accordate e un allungamento dei tempi di istruttoria per l’erogazione” . Né era valso a modificare l’andazzo l’apporto della Regione Molise attraverso la sua Finanziaria (FinMolise) a garanzia. Era il tempo che governava il centrodestra presieduta da Michele Iorio verso il quale Confindustria non è stata mai tenera e comprensiva, come lo è adesso che governa il centrosinistra presieduto da Paolo di Laura Frattura che di Confindustria Molise è stato espressione alta e importante nell’amministrazione. Gli amici vanno salvaguardati, specie quando sono in difficoltà. Per cui da marzo 2013 la voce allarmata degli industriali, per un sistema creditizio restio a fare dell’erogazione del credito il proprio mestiere nei confronti del sistema produttivo molisano, ha smesso di farsi sentire. Iorio presidente, critiche da Confindustria
anche alla Regione per il ritardo nel pagamento delle prestazioni e dei servizi, espresse in questi termini: “Si è determinata una spirale perversa all’interno della quale si trovano invischiati decine di imprenditori molisani che vivono di commesse della pubblica amministrazione”. Bene, anche questa voce, da quando governa Frattura, ha smesso di farsi sentire, tranne quella degli edili che rivendicano il diritto delle imprese impegnate nella ricostruzione post-terremoto di vedersi
pagate (il lupo cambia il pelo, non il vizio: dovrebbero saperlo gli industriali). Inoltre, calma piatta dinanzi alle industrie in crisi, alle serrande abbassate, al morso feroce della disoccupazione giovanile, alla plantigrada tempistica con cui si va procedendo alla programmazione regionale per l’investimento dei Fondi europei del settennio 2014/2020, novero nel quale Confindustria sarebbe partner di riguardo. Ma il manovratore, ripetiamo, non va disturbato, e il ricorso alla comprensione e
alla pazienza oggi è la scelta di non poche categorie, che oggettivamente avrebbero invece non poche motivazioni per criticare, sollecitare e pretendere che la macchina politico/amministrativa di Palazzo Vitale si mettesse in moto. Questo distacco dalla realtà, fino a comprimere precisi doveri di rappresentanza, fino a rinunciare al diritto di rivendicare sostegno dalla mano pubblica, fino a chiudersi la bocca pur di non creare imbarazzo a chi governa - è da credere - in ragione
di una sottesa vicinanza politica o, comunque, di una sottesa possibilità di ricavare il massimo possibile da questo comportamento “amicale”. Finita anche la perentorietà con la quale al governo di Michele Iorio è stato indicato di “adottare immediatamente un percorso d’uscita dalla aziende partecipate senza assumere nel frattempo alcun altro impegno finanziario pubblico. Non accettiamo giustificazioni che comportino decisioni diverse: soprattutto quelle che generano altre perdite di tempo”. Il governo Frattura ha avuto due anni e mezzo di tempo per soddisfare questo imperativo, questo diktat, questo irrefrenabile desiderio di abbattere le aziende partecipate dal capitale regionale per fare delle migliaia di lavoratori carne da macello. E non l’ha fatto. Ebbene, anche in questo caso, dallo strano mondo industriale che ha sempre vissuto di consistenti apporti finanziari pubblici, hanno prevalso pazienza, comprensione e silenzio. Una complicità da condividere con la miseria che avanza, la disoccupazione che cresce, il malessere che monta. Se ne renderanno conto? Dardo
“Autonomia regionale, ripartiamo da allora” “E in ogni campo e per ogni evento, il Comune, la Provincia, la regione e la Patria, troveranno in Voi, Signori Sindaci, e nelle genti che degnamente rappresentate, immensi tesori di saggezza, di accoglimenti e di energie feconde”. Così il Deputato alla Costituente Giovanni Ciampitti considerava i Sindaci e le popolazioni del Molise in un accorato intervento nel convegno con i primi cittadini dell’allora Provincia di Campobasso sull’ “Autonomia regionale e la ripartizione territoriale del Molise” del 1° settembre 1946. Ai Sindaci Ciampitti, quali “tesori di saggezza”, affidava il compito di “affermare il diritto del Molise a conseguire il riconoscimento della sua autonomia regionale”. Utilizzando le parole di Ciampitti e la loro coinvolgente eloquenza, dopo ben 70 anni di percorso istituzionale e sociale, l’Associazione degli ex Consiglieri Regionali, tramite il loro Presidente, Gaspero Di Lisa, ancora una volta si rivolge ai primi cittadini del Molise -i cui predecessori, insieme ai parlamentari locali e al mondo economico-sociale del territorio molisano, tramite una serie di lotte e di dibattiti diedero vita all’autonomia regionale- per chiedere loro di essere ancora una volta “attivi, propositivi e coesi” per difendere ciò che con
L’Associazione degli ex consiglieri regionali punta a un rinvigorimento dell’idea partendo dai Sindaci e dalle scuole. Il presidente Di Lisa: “E’ guardare al futuro” grande coraggio e determinazione fu conquistato in 50 anni di confronto, scontro e dibattito positivo. L’Associazione ex Consiglieri chiede ai Sindaci attraverso una missiva di farsi promotori, insieme al mondo della scuola, di un rinvigorimento di quello spirito costruttivo, che deve fare in modo - come ancora diceva Ciampitti ai molisani del 1946, appena usciti da una guerra, ma che ancora vale per quelli di oggi che sembrano stiano uscendo da una crisi economica, valoriale, sociale e moraleche “i molisani ristabiliscano gli equilibri, fornendo prove non dubbie di moderazione, di saggezza, di volontà, nelle manifestazioni della vita pubblica”. Per Ciampitti la Regione, che mentre stava parlando a quell’assise di Sindaci del 1946 doveva ancora nascere, “sarebbe dovuta essere tenuta a battesimo dalla democrazia, ma la politica non avrebbe dovuto soffocarne la vita”. Egli, infatti, riteneva che per l’amministrazione della cosa pubblica, ad ogni livello, non occorrevano “grandi programmi politici, capacità oratorie, preparazioni diplomati-
che”, ma era necessario “l’onestà, la consapevolezza, la passione, perché gli interessi morali, economici, sociali trovassero i mezzi per la loro tutela e la loro affermazione”. Partendo da Ciampitti dunque, che Di Lisa invita a rileggere ed approfondire anche negli ambienti istituzionali delle pubbliche
amministrazioni e dell’istruzione, l’Associazione degli ex Consiglieri regionali, “vivendo l’attuale stato di sofferenza sociale come il capitano che, dopo aver condotto la sua nave al porto sicuro del benessere e della promozione umana e politica, la vede inaspettatamente affondare per falle dolosamente procurate da sedicenti ammiragli esperti”, chiede che “i molisani di oggi abbiano maggiore avvedutezza nel dichiarare il proprio favore ad annessioni o smembramenti di comodo”. Ci sono tutte le ragioni –continua Di Lisaper dolersi delle degenerazioni e dei guasti dei politici e dei rappresentanti nelle istituzioni di tutti i livelli, ma nessuno può rinnegare i benefici straordinari della buona politica. “Il Parlamento –conclude il Presidente degli ex Consiglieri- recise quella congiunzione con l’Abruzzo nel 1963, riconoscendo ai molisani il diritto di progettare il proprio futuro, nel quadro dell’ordinamento del Paese. Spetta a noi esercitare con efficienza ed efficacia il diritto sconosciuto allora e messo in discussione oggi”.
TAaglio lto
5 4 febbraio 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Non è ammissibile che alla coltre del tempo si aggiunga la coltre dell’indifferenza, del menefreghismo, della irresponsabilità pubblici
La Cittadella dell’Economia di Selvapiana: una cattedrale nel deserto, un insulto, una provocazione
Nessuno che richiami gli apparati pubblici che di quella struttura si sono fatti paladini, a parlarne di nuovo, a costringerli a spiegare perché prima enfatici ed oggi reticenti La cittadella dell’Economia di Selvapiana doveva essere il punto di saldatura delle potenzialità economiche, dei saperi manifatturieri e della cultura molisani (e per un breve periodo è stato). Si erano resi garanti di questa destinazione e del suo significato pratico le maggiori strutture pubbliche territoriali (Regione Molise, Provincia di Campobasso, Comune di Campobasso, Unioncamere Molise , Patto Territoriale del Matese). Intorno al progetto hanno lavorato in parecchi, tutti convinti che la Cittadella potesse davvero diventare un luogo di fattività, operosità, creatività. Ci sono stati anche procedimenti amministrativi e investimenti finanziari pubblici di notevole portata a rendere credibile quell’idea innovatrice e motivatrice. Finanche un convegno interamente dedicato allo sviluppo sostenibile, con al centro la Cittadella e le sue articolate costruzioni e dotazioni. Vederla adesso la Cittadella ti si stringe il cuore: una cattedrale nel deserto; un insulto; una provocazione. E nessuno che se ne
curi, che richiami le responsabilità, che rimetta in circolo l’idea per verificarne ancora la validità o, comunque, per discutere del destino di quelle strutture e di quelle dotazioni che campeggiano a Selvapiana, testimoni accusatori di anni di parassitismo politico e di vacuità amministrativa. Nessuno che richiami gli apparati pubblici che della Cittadella dell’Economia si sono fatti
lettera aperta Egr. Presidente Cotugno, Leggiamo con piacere e speranza la Sua dichiarazione in merito alla distribuzione degli organi d’informazione stampati in molti nostri comuni dove non arrivano. Leggiamo con compiacimento perché Legautonomie Molise ed il Movimento Consumatori poco0 tempo addietro si sono attivati sul tema proprio per le stesse motivazioni del Suo intervento, per garantire il diritto all’informazione anche per i cittadini che risiedono nei nostri più piccoli e periferici paesi. Desideriamo quindi trasmetterle alcuni elementi di conoscenza del problema derivati dall’impegno sul campo. Al cambio della società di distribuzione dei giornali la nuova impresa impose alcune condizioni agli edicolanti che risultavano eccessivamente vessatorie. Intervenimmo sollecitati dai diversi gestori delle edicole ed insieme al loro Sindacato ci mobilitammo, coinvolgendo il Sig. Prefetto, ascoltando l’impresa di distribuzione, i titolati delle edicole su tutto il
paladini, a parlarne di nuovo, a costringerli a spiegare perché prima enfatici ed oggi reticenti. Alcuni uomini di quegli apparati istituzionali sono ancora protagonisti della vita pubblica molisana, seppure a ruoli invertiti (Michele Iorio e Paolo di Laura Frattura ad esempio), altri fuori di scena ma con un carico di atti e provvedimenti amministrativi alle spalle che hanno inciso sulle strategie pro-
grammatiche, altri apparentemente ai margini ma con un peso specifico (economico) importante e condizionante. La Regione e il Comune di Campobasso più degli altri hanno il dovere di riaprire il capitolo della Cittadella dell’Economia per farne motivo di riflessione , di confronto e di proposta, quale che possa essere, in rapporto alla difficile transizione economica generata dalla crisi
globale. Non è ammissibile che alla coltre del tempo su quelle strutture costate miliardi delle vecchie lire all’erario pubblico si aggiunga la coltre dell’indifferenza, del menefreghismo, della irresponsabilità pubblici. Appena qualche anno fa la Cittadella è stata protagonista di un annuncio di progresso e di fattività amministrativa rivolto ad operatori economici della Serbia, ospiti con propri stand, progetti e proposte ad una convention tenuta a Selvapiana nel quadro di una collaborazione transnazionale per iniziativa di Unioncamere Molise, del Patto Territoriale del Matese per l’Occupazione, del Ministero per lo Sviluppo Economico e della rete dei Patti Territoriali italiani, in sinergia con la Regione Molise. Bene. Le politiche transnazionali dell’Unione Europea sono state ampiamente rilanciate. Domanda: qualcuno nel Molise è nella condizione di dire se c’è spazio e possibilità che la Cittadelle dell’Economia venga recuperata e valorizzata? Dardo
Distribuzione giornali, penalizzati i comuni piccoli territorio, o Sindaci, i Direttori dei giornali molisani. Alla fine della trattativa conludemmo con condizioni più tollerabili per i gestori delle edicole e la correzione di varie disfunzioni che si erano rilevate. Molti edicolanti si sono adeguati ai cambiamenti rilevando ed esponendo alcune restrizioni non utili per loro ma riconoscendo anche che l’organizzazione , rigida ma funzionale alla necessaria redditività del servizio è tutto sommato giustificata. Servirebbe correggere i forti limiti di fornitura delle testate (non solo quotidiane) che renderebbe maggiormente redditizia anche la loro impresa. Non è stato possibile ,con nostro profondo rammarico, risolvere il problema degli edicolanti nei nostri numerosi piccoli comuni diffusi sul territorio dove diversi distributori hanno cessato l’attività. E’ stato per noi, che crediamo e speriamo che la carta stampata non sarà mai sostituibile, un vero lutto civile perché anche questo impoverisce la nostra realtà territoriali . A nostro avviso, sulla base di confronti e riflessioni, esiste una possibilità di
risoluzione del problema. Com’è noto la distribuzione è tra i costi maggiori per l’imprese d’informazione, ancor più per quella verso i nostri piccoli comuni disseminati che per ragioni evidenti venderebbero poco come è sempre stato. Occorre quindi un intervento di sostegno pubblico di concorso nei costi. Sarebbe un intervento di grande valore per il diritto all’informazione e alla conoscenza dei cittadini in generale e quelli più in difficoltà(magari gli anziani che con gli anni sempre meno raggiungono i centri più grandi dove trovano i servizi ed anche i giornali) e per le nostre testate giornalistiche che vanno avanti coraggiosamente tra le difficoltà note. Occorre anche un concorso degli interessati alla gestione delle edicole. Il distributore ci segnalò che in molti casi i giornali vengono restituiti evidentemente usati e non pagati. Occorre quindi un intervento di sostegno alla distribuzione di giornali cellofanati (altro costo) ad evitare usi impropri. Resta comunque difficile raggiungere tutti i nostri piccoli comuni con costi sopportabili e
quindi occorrerebbe mettere in piedi una rete di comuni,capofila di piccole zone, che facciano da subdistributore possibilmente in maniera spontanea, senza costi o con piccoli incentivi, per ricevere i giornali per più comuni dove gli altri interessati li vadano a prelevare e restituire, questo ridurrebbe per tutti le percorrenze ed i costi. Pensiamo a questa soluzione, date le difficoltà economiche generali, con un possibile intervento pubblico, ed esercitando tutti responsabilità sociale per garantire un diritto. Presidente, noi mettiamo a disposizione la conoscenza che ci deriva dall’esperienza sul campo, con una proposta che può essere discussa con realismo e disponibilità ad ascoltarne altre, senza rivendicazionismi generici che non hanno sbocco dinanzi al muro dei conti economici dove poi finiremmo per battere la testa Distinti saluti Marco Mitra, Consumatori Molise Filippo Poleggi, Legautonomie
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Campobasso
4 marzo 2016
Verde, le dimenticanze di Battista Tra le righe del bel programma elettorale del Sindaco, veniva in più occasioni annunciato l’incremento del patrimonio arboreo cittadino, anche e soprattutto per ciò che concerne il rispetto della legge 10/2013 relativa alla messa a dimora di un albero per ogni bambino nato o adottato nel Comune, norma mai applica nella nostra città. Peccato, invece, che in questi quasi due anni la città di Campobasso abbia conosciuto il periodo forse più buio per quanto riguarda il verde pubblico ed in particolare per gli alberi, che hanno subito un decremento numerico senza precedenti. Abbiamo quindi monitorato con puntualità l’impianto di ogni singola essenza (talmente poche che è stato un lavoro facilissimo…) tanto da giungere al seguente bilancio di tutti gli alberelli messi a dimora per iniziativa dell’amministrazione negli ultimi due anni: – Un Larice ed un Abete presso piazza Musenga (in sostituzione di un grosso Pino abbattuto perché ritenuto troppo “inclinato”), il primo seccato per mancata irrigazione, il secondo danneggiato e parzialmente seccato per lo stesso motivo; – 10 essenze di pregio impiantate nel parco di via Manzoni in occasione della Festa dell’albero 2014 (alberi ottenuti grazie alla richiesta delle associazioni ambientaliste a seguito dell’abbattimento ingiusti-
ficato di un Pino ultradecennale presso piazzale Palatucci), tutti miseramente morti per abbandono e mancata irrigazione; – Un piccolo Abete ed una Quercia Rossa presso piazza Musenga in occasione della festa dell’albero 2015; – Due Querce Rosse in occasione delle festa dell’albero 2015 presso scuola N.Scarano (a cura ass.ne ambientalista) – 13 Prunus presso strada di Ferrazzano, piantati solo grazie alla buona volontà dell’amministrazione del Comune di Ferrazzano. Va anche detto che inspiegabilmente l’amministrazione di Campobasso non ha ritenuto opportuno continuare l’eccellente lavoro fatto dal piccolo co-
mune limitrofo che ha alberato l’intero viale con dei Platani mentre il comune di Campobasso, per il tratto di competenza, ha optato per la soluzione “low cost” dei Prunus, peraltro di piccolo calibro e anche in questo caso privati della necessaria manutenzione (oggi il confine tra i due comuni è facilmente riconoscibile dallo stato di manutenzione delle piante e delle aiuole….). Tutto qua, si e no una quindicina di piccoli alberi in tutto, a fronte di un numero incalcolabile di piante andate perdute per motivi diversi; tantissime in occasione della nevicata del 5 marzo dello scorso anno (a dire il vero una sorte di “selezione naturale poiché per gran parte Ci-
pressi dell’Arizona, una pianta poco adatta al nostro habitat), ma tantissime, anche di eccezionale pregio, tagliate indiscriminatamente o orribilmente mutilate, spesso senza alcuna ragione, dall’amministrazione, dai privati nonchè dagli enti pubblici (ultimo scempio in ordine di arrivo l’abbattimento dei meravigliosi Cedri che attorniavano l’Istituto zooprofilattico in via Garibaldi) in assenza di specifici regolamenti o disposizioni per la tutela degli alberi e del verde sia pubblico che privato. Sconcertante come per tutto il 2014 ed il 2015, nonostante diversi solleciti e richiami, l’amministrazione abbia deliberatamente ignorato la legge che impone alle amministrazioni la messa a dimora di un albero per ogni bambino nato, (L. 10/2013), tant’è che lo stesso Sindaco ha ritenuto opportuno “requisire” i 50 mila euro previsti dallo scorso bilancio a favore dello specifico capitolo, per destinarli altrove, evidentemente non ritenendo opportuno investire tale somma per il verde cittadino. Da quanto in più occasioni promesso e dichiarato dallo stesso Sindaco, si sarebbero dovute trovare altre risorse o direttamente la fornitura degli alberi attraverso i vivai forestali regionali; sta di fatto che ad oggi, per tutto il 2014 e tutto il 2015 sono stati piantati zero alberi per ciò
che concerne la legge 10/2013 (a fronte di oltre 650 nuovi nati !!!), così come nessun intervento fitosanitario è stato effettuato per la cura e la salvaguardia del patrimonio arboreo, così come è miseramente fallito anche il protocollo d’intesa con l’Università che avrebbe dovuto portare al censimento dell’intero patrimonio arboreo cittadino entro il 2015. Uno scenario decisamente avvilente e specchio dell’operato dell’amministrazione: tutte le promesse e le buone intenzioni sbandierate dal Sindaco, dal Consigliere delegato al verde Molinari e dal presidente della competente commissione Landolfi, si sono dunque rivelate clamorose menzogne, a danno dell’intera città che da anni sta perdendo la propria identità di “città giardino” a causa delle tante, troppe amministrazioni incapaci di guardare oltre la prossima scadenza elettorale e lasciare il segno, almeno sotto il profilo estetico, urbanistico, paesaggistico ed ecologico, così come nei secoli scorsi amministratori evidentemente più lungimiranti hanno saputo fare, tanto da regalarci un patrimonio che stiamo dimostrando di non saper né gestire né rinnovare, a discapito delle future generazioni che pagheranno per tale incompetenza ed incapacità. Gruppo consiliare Movimento Cinque Stelle
“I Domenicani restino a Cercemaggiore” Preoccupazioni della popolazione esternate al presidente del Consiglio, Cotugno CERCEMaggIoRE. “Sul trasferimento dei frati domenicani da Cercemaggiore dobbiamo mantenere alta l’attenzione e mettere in campo tutti gli sforzi per evitare questa nefasta decisione”. E’ forte la preoccupazione della popolazione di Cercemaggiore e del sindaco, Vincenza Testa, per la paventata soppressione del convento dei padri domenicani che lascerebbe un vuoto incolmabile nell’intera comunità. Nell’intento di scongiurare tale ipotesi, il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, ha accolto con grande disponibilità il primo
cittadino di Cercemaggiore, il Comitato “Santa Maria della Libera”, guidato da padre Carmine Palladino, e una delegazione della comunità cercese per studiare le azioni da mettere in campo al fine di evitare la chiusura del Convento di Cercemaggiore. “Dal 1492 i padri domenicani sono a Cercemaggiore con un’opera quotidiana di catechesi che coinvolge oltre 200 bambini” ha affermato il presidente Cotugno “il convento è autosufficiente dal punto di vista economico e nel 2011 la Regione ha concesso un contributo di 500 mila euro teso al rifacimento dell’intera
struttura. Il paventato decreto di chiusura emesso il 20 novembre 2015 dal Priore produrrebbe i suoi nefasti effetti dal 20 luglio 2016. Occorre un’opera sinergica per evitare tale ipotesi che priverebbe Cercemaggiore e il Molise dei suoi padri domenicani. Sono certo che della questione è stato investito anche il padre generale dei domenicani, padre Bruno De Corè” conclude il Presidente Cotugno “sono disponibile da subito ad incontrarlo con una delegazione per far sentire le nostre ragioni in un clima di profondo rispetto nei confronti delle esigenze dell’Ordine dei domenicani”.
Molise, particolare: personale di Janigro Alla “casa del curato” un’indagine fotografica molisana oltre il racconto
Montagano. Soprattutto pittore e dopo una lunga esperienza di scenografo, l’Artista inaugura negli spazi storici della Casa del Curato, da poco restaurata col contributo dell’Unione Europea e della Regione Molise, la personale dal titolo “Molise, particolare”. Un percorso fotografico artistico e contempora-
neo sulla tematica evocativa e visiva sulla terra molisana tra il 1988 e il 1990. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Culturale Nuovemuse costituita nel 2008 ed è finalizzata allo sviluppo culturale e turistico e alla valorizzazione ambientale del territorio molisano, attraverso una strategia basata sull’alleanza tra privati e istituzioni. Promotrice di importanti eventi culturali nel Molise, ispirati al rapporto tra arte e territorio e realizzati a Santa Maria di Faifoli (Montagano) sotto la direzione artistica di Angiola Janigro.
La personale fotografica “Molise, particolare” è una selezione di immagini realizzate tra il 1988 e il 1990 incentrate sulla valorizzazione e sensibilizzazione della terra molisana con tematiche diverse in coloratissime e suggestive opere di Michelangelo Janigro che da anni è impegnato in un percorso creativo ma anche educativo e d’informazione sula terra del Molise. Grafica, fotografia e illustrazione sono le discipline parallele alle quali l’artista molisano si dedica da molti anni. Ha esteso i suoi interessi alla progettazione video e all’arte urbana. Il rapporto sinestetico musica/pittura sono il soggetto di molte sue opere. “Le foto, realizzate in Molise tra il 1988 e il 1990, sono uno sguardo ravvicinato sulla mia terra – ha dichiarato l’Artista Michelangelo Ja-
nigro - un’indagine oltre il racconto: la ricerca di luoghi, frammenti di storia, stati d’animo, dettagli che mostrano gli aspetti di questa regione che resistono al tempo, segni profondi spesso nascosti dall’abitudine per chi questi luoghi li ha sempre vissuti, e invisibili a uno sguardo distratto Emerge il ritratto di una terra che - ha inoltre dichiarato l’Artista molisano - nonostante
gli inevitabili cambiamenti e il miglioramento delle condizioni di vita degli ultimi venti anni, custodisce gelosamente la sua storia, le sue tradizioni, i suoi riti contadini, il carattere dei suoi edifici” “Molise, particolare” resterà aperta al pubblico dal venerdì alla domenica a ingresso libero, presso la “Casa del Curato” fino al 27 marzo 2016.
Campobasso
7 4 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Solo ora ci si accorge che il cambiamento di passo dei rossoblù si deve principalmente alla difesa
L’ordine tattico e la scoperta di Grillo alla base del rilancio Domenica col Castelfidardo i tifosi della Nord pagheranno il solito prezzo di un caffè, un euro di Gennaro Ventresca Una donna piccola e tondeggiante, piena addosso di odori casalinghi, e nel camminare muoveva i fianchi al modo delle galline, l’altra sera, ha appena fermato due giocatori rossoblù intenti a passeggiare per il corso pressochè deserto. Avrebbero preferito i due fustoni incontri più allettanti d quello della donna dagli occhi azzurri, bocca vermiglia, un viso grasso e bianco che pudicamente si è subito macchiato di rossori, e le mani corte e rosse, ognuna con cinque fossette sul dorso. Rideva e chiedeva ai due ragazzi di vincere tutte le rimanente sfide di questa stagione. E prometteva di essere in curva, favorita dalla riproposizione dell’euro al botteghino. Aliberti ha voluto riprovarci, dopo la felice esperienza delle ultime due partite. Dopo due gare d’assaggio al prezzo di un caffè si torna al…bar di Selva Piana. Per il caffè del
dopo pranzo. Con la speranza che, questa volta, qualche sconsiderato non si vesta nuovamente da protagonista per dare saggio della sua bravura con i petardi. Che, stando all’ultima multa, costano 250 euro ciascuno. L’uomo dei petardi prenda nota, così quelli che gli siedono al fianco. Provvedano per tempo a fargli spegnere gli ardori. E vai col tifo, pulito e di passione.
DIFESA FORTE Il reparto difensivo, sia pur con qualche stecca, è quello che meglio sta facendo in questo strano campionato. Nonostante la mortificante batosta patita contro il Chieti, durante l’assurda gestione Cappellacci. Quel giorno, davanti allo sbigottito pubblico di Selva Piana prendemmo quattro pere. Una in più dell’esordio, sempre a domicilio, contro la modesta Re-
canatese. Il trasandato allenatore abruzzese, impettito come un generale beccava gol a raffica, ma invece di correre urgentemente ai ripari mostrava le sue luccicanti medaglie, roba da chincaglieria che spacciava per metallo prezioso. Dopo il suo arrivo Favo ha messo un po’ d’ordine e le cose sono andate subito meglio. Tra i meriti del nuovo mister primeggia quello di aver effettuato scelte perentorie. A cominciare dal portiere, fuori dai pali l’incerto Capuano al suo posto il più reattivo Grillo che è cresciuto in modo sorprendente. PUBBLICO Mi piacerebbe rivedere la curva puntellata di mille e più capini. Per far capire ad Aliberti che il popolo rossoblù si è nuovamente risvegliato. E che la folla delle ultime due sfide domiciliari non si portata a Selva Piana spinta solo dal fascino del prezzo politico.
“Noi siamo il Campobasso” dovrebbe essere lo slogan di tutti i tifosi del capoluogo, non solo di quel pungo di ragazzi che nel bene e nel male non si stanca mai di stare al suo posto. MICROFONO IN LIBERTA’ La modesta telecronaca offerta dalla Rai per Inter-Juventus mi ha ricordato i tempi pionieristici di Telemolise prima e Trc dopo. Per conto delle due principali televisioni locali ho fatto centinaia di telecronache mischiato ai tifosi. Offrendo ai miei ascoltatori un servizio non certo di prim’ordine. Proprio come quello dell’altra sera, nella fiammante semifinale di ritorno di Coppa. Con un particolare: Telemolise e TRC friggevano con l’acqua, la Rai, invece possiede mezzi e soprattutto postazioni piene di agiatezza. Eppure, mediocrità dei cronisti a parte, neppure paragonabili a quelli di Sky e Mediaset, dovrebbe stare attenta ad abbassare i rumori di fondo, per permettere alla voce dei narratori di raccontare come si deve la partita.
“Sì alla Denominazione Comune di origine” L’assessore Colagiovanni a favore della proposta presentata da Pilone e Cancellario CAMPOBASSO. “Accogliamo con favore la proposta lanciata dai consiglieri comunali Francesco Pilone e Marialaura Cancellario sull’istituzione a Campobasso del marchio di garanzia DE.C.O., la Denominazione Comune di Origine, quale strumento per favorire il rilancio dell’economia locale”. Ad affermarlo l’assessore alle Attività Produttive, Salvatore Colagiovanni, e il presidente della Commissione Commercio, Antonio Molinari. “Mi piace questa proposta dei due colleghi dell’opposizione – ribadisce l’assessore Colagiovanni – e li ringrazio per aver lanciato un’idea costruttiva, segno questo che la maggioranza ha di fronte a sé una opposizione, nel caso specifico il Polo Civico, che nel rapporto dialettico preferisce proporre e non dire no a prescindere. Approfitto della mano tesa da Pilone e Cancellario – prosegue Colagiovanni – per iniziare a lavorare su temi che riguardano la città, come quello proposto dai due colleghi
sulla Denominazione Comunale d’Origine, ovvero l’attestazione che lega il prodotto al territorio”. “Non escludo – le parole dell’assessore Salvatore Colagiovanni – l’organizzazione di un convegno sul tema, momento per ascoltare tutti coloro che vorranno lanciare proposte sulla questione. È compito nostro, che siamo amministratori di questa città, provare sempre a trovare la soluzione migliore per lo sviluppo del territorio, smussando gli angoli in caso di diversità di vedute. L’opposizione si fa, anche e soprattutto, con atteggiamento propositivo e non con la chiusura a prescindere, così come anche la maggioranza deve essere brava a cogliere le giuste idee, perché l’unico scopo, al di là della diversità di vedute, è sempre il bene collettivo”. “L’assessorato alle Attività Produttive – ha concluso Colagiovanni – da quasi due anni sta lavorando per dare respiro a chi opera nel commercio cittadino, attraverso
Attenti alle truffe, nessun incaricato del Comune” Il sindaco Battista mette in guardia i cittadini dai truffatori CAMPOBASSO. Attenzione alle truffe. Al centralino del Comune di Campobasso sono arrivate questa mattina diverse segnalazioni per denunciare i tentativi di raggiro messi in atto, nelle zone periferiche della città, da persone ancora sconosciute. Queste ultime, a bordo di un’auto scura avreb-
bero avvicinato i residenti delle contrade e, spacciandosi per dipendenti di Palazzo San Giorgio, avrebbero chiesto soldi per conto del Comune di Campobasso. Il sindaco Antonio Battista precisa che nessuno è stato incaricato a riscuotere somme in nome e per conto del Comune di Campobasso. Nel con-
tempo invita i cittadini a non abbassare la guardia, a non fidarsi di chi si spaccia per dipendente comunale e comunque, in caso di dubbio, il sindaco consiglia di allertare immediatamente le forze dell’ordine per evitare di cadere nella rete dei truffatori e per incastrare i malviventi.
diverse iniziative. In sinergia con tutte le componenti stiamo provando a dare una svolta alle attività produttive del territorio, che negli ultimi anni hanno sofferto oltremodo la crisi economica”. “Sarà un bel lavoro – ha affermato il presidente della commissione consiliare Attività Produttive, Antonio Molinari – in commissione questo dell’istituzione della Denominazione Comune di Origine. Anche io sostengo, come dice l’assessore, che quando l’opposizione propone occorre prendere la palla al balzo per lavorare in sinergia. Il nostro scopo è quello di lavorare per il bene collettivo e questa volta mi compiaccio con i colleghi della Coalizione Civica, Pilone e Cancellario, con i quali spero che ci sarà una collaborazione proficua per sviluppare la loro proposta per l’approvazione di questo strumento, che potrà essere un mezzo utile per coloro che fanno un commercio di qualità nel capoluogo di regione”.
INFO: 339.2733334 - 334.2739180
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Isernia
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4 marzo 2016
senza alcun finanziamento pubblico
“Il Pd ha fallito e il Molise soffre” A Isernia il leader della Lega, Matteo Salvini, per rilanciare la necessità di azioni sul territorio cupazione e non la trovano e sono costretti ad emigrare o al nord o all’estero. La realtà non è cambiata e qualcuno continua ad avere interesse a che il Mezzogiorno d’Italia continui a restare indietro rispetto agli standard del Nord. I problemi del Mezzogiorno non si risolvono con le ennesime elemosine ma con un piano serio di adeguamento delle infrastrutture primo fra tutte il completamento del corridoio uno. Il ISERNIA. Matteo Salvini a Isernia per lanciare la campagna elettorale per le Comunali e rafforzare il suo movimento politico sul territorio. “Che il Sud sia scomparso dall’agenda politica e dal dibattito pubblico è notizia risaputa, che non fa (quasi) più clamore. Epperò a Mezzogiorno succedono troppe cose (licenziamenti e cassintegrazione), troppe altre non ne accadono (ripresa, occupazione e sviluppo) e perciò di Sud bisogna che si torni a parlare, subito”. Per questo, “occorre smettere immediatamente l’abito liso e consunto degli slogan
Centro-Sud per essere competitivo deve avere pari opportunità rispetto al Nord del Paese. Nessuna regalia nessuna elemosina ma un progetto strategico affinché possa con le proprie forze mettersi al passo con gli standard di occupazione e di produzione adeguato. Se il Sud cresce, cresce tutto il Paese”. Isernia torna al voto dopo la catastrofe politica del Pd con Brasiello. “Ci impegneremo per
fornire l’esperienza in modello di efficienza nella gestione della pubblica amministrazione locale. I buoni modelli si copiano e noi abbiamo il vantaggio di poter disporre di esempi di eccellenza come Lombardia e Veneto. Seguiremo il loro esempio senza trascurare la peculiarità dei territori. Per noi l’autonomia e l’autoderminazione dei territori è fondamentale tanto al Nord quanto al Sud”.
e ripartire dai grandi investimenti, dalle infrastrutture per riportare il Mezzogiorno (e quindi l’Italia) nel ruolo strategico che le compete sullo scacchiere economico e politico d’Europa”. Salvini ha, poi, aggiunto che il Pd ha fallito proprio nelle politiche del Mezzogiorno e il Molise e Isernia ne sono testimonianza. “Renzi come Frattura, è l’uomo degli slogan e degli effetti speciali. Se ha mantenuto le promesse bisognerebbe chiederlo ai lavoratori in cassa integrazione a zero ore e a quelle decine di migliaia di giovani che sono alla ricerca di oc-
“Sanità, ci vuole la mobilitazione” Nuovo appello di Pastore per la difesa del sistema sanitario pubblico Continua l’appello di Lucio Pastore, medico del Pronto Scoccorso di Isernia, in prima linea nella difesa della sanità pubblica, nonchè esponente dell’associazione “Pensiero Libero”, presente con una propria lista alle prossime elezioni comunali di Isernia. Questa volta lo fa rivolgendosi ai cittadini molisani attraverso una nota sul suo profilo facebook. “Penso che se si vuole fermare la deriva che sta portando alla distruzione del sistema sanitario molisano, scrive Pastore - è necessaria una mobilitazione generale di tutta
la regione. La questione sanitaria si intreccia e ricollega alla crisi occupazionale ed ambientale che stiamo vivendo. Le discussioni incentrate sui perimetri dell’area di crisi e non sulle scelte strategiche da fare, ci fanno comprendere che nulla è cambiato nella gestione politica. Sembra riproporsi lo schema sull’utilizzo dei fondi dell’articolo 15. Se le forze sociali e sindacali non prenderanno coscienza che è arrivato il momento di essere protagonisti con una forte mobilitazione che dia una svolta a questa regione, saranno complici del declino inarrestabile del territorio. Ora è il momento di agire, - conclude il medico isernino - domani sarà tardi. Se queste forze verranno meno nell’azione e lasceranno che il muro di gomma riassorba tutto il malcontento sociale, noi cittadini, anche nelle periferie, dobbiamo organizzarci per reagire. Lo dobbiamo fare per noi e per i nostri figli”.
“Inceneritore, non ci fermiamo” I Comitati hanno indetto due manifestazioni domani a Venafro e Isernia VENAFRO. Le attività di protesta e di costruzione di un percorso condiviso contro le scellerate politiche ambientali e di smaltimento dei rifiuti, contro gli inceneritori e le fabbriche di morti, contro amministratori senza scrupoli, non conoscono tregua. Insopportabile l’accordo firmato dall’assessore regionale Facciola, con il patrocinio del presidente Frattura, che all’insaputa dei cittadini, permetterà di bruciare a Pozzilli di tutto e di più! E la diossina ringrazia! In agenda ben due appuntamenti imperdibili, il primo nella mattinata di sabato 5, alle ore 9.30 davanti al castello di Venafro dove è previsto un convegno dal titolo esotico “Strumenti finanziari per uno sviluppo sostenibile” e dove
sono previste le presenze di Frattura e Facciola! Quale migliore occasione per esserci e contestarli, magari regalando loro un
po’ di sacchi neri dell’immondizia provenienti dall’Abruzzo e dalle altre regioni vicine?! “Cogliamo l’occasione anche per ri-
cordare agli organizzatori che forse da oggi sarà il caso invitare per certi importanti appuntamenti anche e soprattutto chi di “soste-
nibile” ne fa una ragione di vita e non un interesse personale! Il secondo appuntamento è previsto per la stessa giornata alle ore 18.00, presso la sala gialla del palazzo di quello che rimane della provincia di Isernia, dove terremo la seconda assemblea generale dei comitati, delle associazioni e delle persone sul tema dell’ambiente e degli inceneritori alla presenza di esperti della materia e dove concorderemo nuove strategie di lotta a partire dall’individuazione della data per una manifestazione di massa. L’invito a partecipare è per tutti, amministratori in testa, così come per tutti ci sarà un microfono a disposizione per coloro che avranno la voglia di portare un contributo utile alla discussione“.
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Termoli
4 marzo 2016
senza alcun finanziamento pubblico
Proroga concessioni per il demanio Il Governo vuole recuperare i ritardi accumulati in merito alla direttiva Bolkenstein TERMOLI. Come annunciato, ieri mattina i balneatori della delegazione di Abruzzo e Molise hanno partecipato all’incontro con il ministro per le Autonomie Enrico Costa e in videoconferenza con il presidente della Regione Liguria, l’assessore Scaiola
e l’assessore competente dell’Emilia Romagna. Un incontro avvenuto nell’ambito della fiera balnearia di Marina di Carrara. Riferisce il presidente del Sib regionale, Domenico Venditti, “Il ministro ci ha rassicurato che anche se da solo 20 giorni è
al dicastero si assume tutte le responsabilità del governo nel ritardo nel legiferare in merito alla direttiva Bolkenstein e si attiverà da subito a lavorare per venire incontro alle proposte fatte dai balneari, cioè la proroga delle concessioni esistenti dai 30 ai 75
anni come quelle della Spagna e del Portogallo per ammortizzare gli investimenti realizzati. Poi sono intervenuti anche gli avvocati Capacchione e Righi spiegando che il documento uscito il 25 febbraio non è la sentenza della Corte di giustizia Europea
ma solo l’espressione di una sorta di pubblico ministero europeo. Solo ad aprire/maggio si esprimerà la Corte di Giustizia Europea in merito esclusivamente ai 2 concessionari interessati e non direttamente a tutti i balneari italiani”.
Ladri e vandali in azione alle scuole materna e media di Campomarino CAMPOMARINO. Furto e vandalismo della peggiore specie nella notte a Campomarino. Una banda di scellerati è entrata nella scuola materna vicino le poste e nella scuola media facendo razzia di computer, ed altro materiale, forzando la cassaforte e rubando denaro. Inoltre sembra che si siano divertiti anche a lasciare qualche ricordino,
escrementi, in più zone dei due plessi. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della locale stazione. “A questo punto va ricordato che le scuole sono obbiettivi sensibili, necessitano di controlli costanti e continui anche con telecamere visto che giornalmente le strutture ospitano bambini ed adolescenti”, il commento del consigliere blogger Luigi Romano.
Un successo per gli studenti del “Federico di Svevia In Valle d’Aosta sono stati consegnati gli attestati TERMOLI. Sono stati consegnati presso l’istituto Alberghiero “Federico II di Svevia” gli attestati di partecipazione ai 50 ragazzi che dal 26 dicembre al 20 gennaio hanno svolto lo stage di alternanza scuola-lavoro in Valle d’Aosta. L’iniziativa che si ripete da otto anni con grande successo e ottimi risultati didattici, anche quest’anno ha visto la collaborazione tra l’Istituto professionale Alberghiero di Termoli e l’Adava, l’associazione degli albergatori della Valle d’Aosta. I ragazzi si sono messi in viaggio verso la regione montana ‘mecca’ del turismo invernale per uno stage in pieno periodo di vacanze natalizie, ospiti di svariati hotel
della Valle e in stazioni turistiche di richiamo come Cervinia, Gressoney, Courmayeur, Pont SaintMartin, Cogne, Saint Vincent e altri luoghi molto noti. I risultati, stando alle votazioni riportate e stilate dai titolari delle
varie aziende che hanno avuto i ragazzi al lavoro, anche quest’anno possono essere considerati più che lusinghieri. Gli studenti della scuola termolese ancora una volta hanno fatto bella figura e indirettamente
l’hanno fatta fare alla loro scuola, ai loro professori e alla nostra città. I ragazzi sono stati coordinati da esperti professori dell’Istituto termolese come i professori Valente, Granchelli, presenti sul
posto e dai professori Musacchio e Petrecca da Termoli. Come ha spiegato la dirigente Maria Chimisso soprattutto dal prossimo anno le valutazioni ricevute dallo stage valdostano potrebbero avere valenza anche sul giudizio finale in prospettiva diploma. Oltre al fatto che le ore impegnate, per legge, verranno inserite in un curriculum vitae dello stesso studente che gli potrà valere in una vita futura lavorativa nei vari campi ed opportunità che l’istituto Alberghiero offre ai suoi studenti. Insomma una esperienza che di anno in anno ormai sono otto, assume una importanza rilevante per il futuro dei nostri ragazzi.
Sequestrato capannone Co.Mo La Forestale di Termoli ha rinvenuto nel sito rifiuti di vario genere pericolosi GUGLIONESI. Nel Comune di Guglionesi, località Cucina, poco dopo lo Zuccherificio del Molise, personale del Comando Stazione Forestale di Termoli ha sottoposto a sequestro preventivo un capannone industriale di circa 2.700 mq e annesso piazzale di circa 3.000 mq. appartenenti alla ex ditta CO.M.O. All’interno del capannone sono stati ammassati rifiuti di vario genere alcuni riconducibili ad attività edilizie come imballaggi, plastiche, scarti di costruzioni e demolizioni edili, scarti di piastrelle, cemento ecc, altri riconducibili ad attività di carrozzeria quali parti di auto, sedili, centraline, parabrezza e anche bidoni di vernice e diluente nonché mobilio fuori uso scarti di copertura di capannoni, elettrodomestici fuori uso, ecc. Sono in corso indagine di polizia giudiziaria tese ad accertare gli autori degli scarichi.
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Termoli
Tutto quello che gli altri non dicono
4 marzo 2016
senza alcun finanziamento pubblico
Distretto turistico, aderisce l’Unimol All’idea progettuale di Di Giandomenico, l’università pronta a cooperare Termoli. Primi frutti concreti e adesioni significative sul progetto di distretto turistico lanciato dall’ex sindaco e parlamentare Remo Di Giandomenico, nel ruolo di commissario dell’Azienda di soggiorno e turismo. E’ stata firmata dal Magnifico Rettore, Prof. Giammaria Palmieri e dal Commissario Straordinario, On. Prof Remo di Giandomenico, la Convenzione tra l’Universita degli Studi del Molise e l’Azienda Autonoma di soggiorno e Turismo di Termoli per la progettazione del “Distretto turistico – Molise Orientale” . L’Università degli Studi del Mo-
lise ha una propria sede in Termoli con la collocazione di Studi Universitari e ricerche sul Turismo. In particolare un corso di Laurea in Scienze Turistiche e un corso di Laurea magistrale in Turismo e Beni Culturali, con laboratori e centri di ricerca, tra cui il Centro Studi sui Sistemi Turistici, organizzazione di master e altre molteplici attivita’ nel settore turistico. L’Universita’ rivolge particolare attenzione all’ambito turistico e ai rapporti con il territorio,che rappresentano assi importanti del piano strategico e dell’offerta formativa, anche in relazione allo sviluppo locale , al
mercato del lavoro, all’integrazione e valorizzazione delle risorse del territorio molisano. L’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Termoli ha nei suoi compiti istituzionali quelli di: – evidenziare le potenzialità del territorio al fine di promuovere un’economia sostenibile; – sostenere le attività turistiche esistenti per migliorarle nella qualità e il reddito; – sollecitare e promuovere investimenti nel campo turistico da parte dell’imprenditoria privata ; – promuovere iniziative di interesse turistiche dirette all’istituzione e miglioramento di mezzi di co-
municazione per una migliore conoscenza del territorio; – svolgere attività tese alla valorizzazione del paesaggio artistico, storico, culturale e ambientale. La convenzione e’ finalizzata alla progettazione del sistema turistico locale denominata appunto “Molise Orientale”, fondata sulla conoscenza, tutela e valorizzazione delle risorse locali e del patrimonio territoriale. L’Universita’ del Molise mette, quindi, le proprie competenze scientifiche , il proprio personale e le proprie attrezzature per perseguire la costituzione del “Distretto Turistico – Molise
Orientale”. L’Universita’ con il proprio centro studi sui sistemi turistici,coordinato dal Prof. Rossano Pazzagli, realizzerà uno studio finalizzato a: – mappa delle risorse turistiche del Molise costiero; – studio di fattibilità del sistema turistico locale, con l’individuazione dei soggetti da coinvolgere; – definirà la struttura di governance e gli obiettivi di sviluppo. A tale scopo il mercoledì 9 marzo alle ore 11.30 presso la sede di Termoli dell’Università degli Studi del Molise si terrà una conferenza stampa per illustrare le finalità della convenzione.
Dirigenti, arrivano le pagelle La valutazione è sulle attività svolte e sui risultati maturati Termoli. Per quest’anno, o meglio il 2015 in funzione degli incentivi da assegnare ai dipendenti comunali di Termoli, le pagelle non sono proprio identiche. O meglio, da dirigente a dirigente, cambia la valutazione che è stata operata per permettere l’accesso al fondo di produttività. A variare è la percezione dell’abnegazione e della capacità di risultare incisivi nel non incancrenire la burocrazia in municipio, specie tra chi è fresco di esperienza
locale e chi ha vissuto decenni nel ruolo dirigenziale. Insomma, non tutto è filato liscio e l’umore tra i vari impiegati, funzionari e posizioni organizzative è variopinto proprio come le valutazioni ricevute. In municipio, infatti, il regolamento che consente ampi margini di discrezionalità viene interpretato in modo differente. C’è chi, storicamente e puntualmente non si fa inimicizie nella struttura e omaggia di punteggi massimi a prescindere i propri sottoposti, chi invece, ma-
gari proveniente da altre realtà, ligio alla meritocrazia, assegna sic et simpliciter ciò che vede durante il periodo di lavoro considerato e capita di scendere sotto il livello minimo, ossia 60 centesimo. Solo da 61 in poi, con asticella a 80, 90 e 100 come limiti, può usufruire del premio di produttività e la disparità che si è venuta a creare in via Sannitica è stata mal digerita da chi ha subito la revisione con la carta vetrata.
Il Vescovo con ospiti e operatori della Caritas Giubileo della Misericordia con Gianfranco De Luca Termoli. I luoghi dove si vive la Misericordia sono e saranno posti cardine in questo anno giubilare. La conferma arriva anche dall’operato del Vescovo diocesano Gianfranco De Luca che persegue nel suo percorso d’incontro con quelli che la società definisce “gli ultimi”. Il pastore della Diocesi di Termoli-Larino ha deciso così di vivere un incontro con gli operatori, i volontari e gli ospiti della Caritas. “Abbiamo fatto questa scelta di far sì che i luoghi dove si vivono le opere di misericordia diventino anche luoghi giubilari – ha affermato il vescovo De Luca – per sottolineare come si tratta di cogliere nella grazia del Giubileo un invito forte a rinnovare le nostre relazioni, irrorarle dalla Miseri-
cordia, questo amore gratuito che condivide e accoglie, assume e cammina insieme e la Cittadella della Carità è un segno forte di questa azione che si è allargata nel tempo con il progetto Sprar, il centro di ascolto di Senapa, il progetto del Prestito della Speranza per cui ci sono tanti opera-
tori e ospiti che vengono quotidianamente ed è un luogo in cui la chiesa diocesana si sente pronta ad accogliere prima di tutto la Misericordia di Dio e poi testimoniarla”. Misericordia, quindi, come “una fonte di rinnovamento delle relazioni umane, quelle che accadono
qui, per rinnovare la società”, ha proseguito la guida della Diocesi di Termoli-Larino per il quale il Giubileo è fatto di quotidianità e della possibilità di entrare nella “grazia di Dio” accogliendo e donando la propria mano all’altro. Per il Vescovo è determinante entrare nell’ottica del perdono e in quest’ottica trova ampia importanza la presenza, il prossimo 8 marzo, di un Missionario della Misericordia. In Molise arriverà un frate cappuccino “che è uno dei missionari della Misericordia che Papa Francesco ha inviato in tutte le Chiese del mondo. Questi missionari – ha affermato De Luca – hanno il compito di rimettere i peccati che sono riservati direttamente al Santo Padre. Dietro questo c’è un messaggio: non c’è
nessun peccato che possa essere rimessi in particolare si tratti di peccati di attentato all’autorità del vescovo, di violenza, dell’uso che i sacerdoti fanno della confessione come luogo di induzione alla seduzione che è un peccato che prevede la scomunica immediata. C’è il perdono – ha proseguito il vescovo della Diocesi di Termoli-Larino – per quelli che inconsapevolmente o volutamente hanno profanato l’Eucarestia rubando anche le ostie nelle chiese. Anche questi sono figli di Dio e hanno bisogno della Misericordia ma di trovare una casa dove si sentano accolti o amati”. Durante la visita alla Cittadella della Carità monsignor De Luca si è intrattenuto ed ha pranzato con gli ospiti della Caritas.
Mandato di arresto internazionale La Polizia di Termoli lo ha eseguito nei confronti di un cittadino afghano Termoli. La Polizia di Stato ha eseguito un mandato di arresto internazionale nel confronti di un cittadino di nazionalità afghana, richiedente asilo politico e ospite di un centro di accoglienza di Petacciato. Personale del Commissariato di P.S. di Termoli appurava, mediante un controllo sulla banca dati Schengen effettuato in collaborazione con la Direzione Centrale della Polizia Anticrimine, che il cittadino
straniero risultava essere ricercato perché destinatario di una richiesta di arresto provvisorio a scopo di estradizione da parte della Norvegia per reati relativi a maltrattamenti in famiglia, minacce e violazione degli obblighi di soggiorno. Il predetto straniero aveva presentato richiesta di asilo politico in Italia fornendo generalità diverse rispetto a quelle date in Norvegia, ma grazie ad una attività di comparazione dei cartellini fotodattilo-
scopici effettuata dalla Polizia Scientifica si è pervenuti alla sua individuazione certa. Lo straniero veniva associato presso la Casa Circondariale di Campobasso a disposizione del Presidente della Corte d’Appello di Campobasso per il giudizio di convalida del provvedimento e per il successivo completamento dell’iter estradizionale attraverso il Ministero della Giustizia.
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Opinioni di Claudio De Luca Gli addetti ai lavori sostengono che la crescente diffusione del disagio mentale sarà la prossima grande ‘epidemia’. Pare che il fenomeno possa costituire la principale causa di morte prematura e di disabilità al punto da ridurre la speranza di vita ad una media di vent’anni. Le patologie connesse non risparmiano alcuno e colpiscono sia i giovanissimi che i soggetti più avanti negli anni. E’ quanto viene ipotizzato dal lavoro svolto dal Dipartimento di salute mentale del Centro di via San Lorenzo a Campobasso, diretto dal dottor Franco Veltro, che è divenuto un punto di riferimento per tanti pazienti e per gli operatori del settore. Il Reparto molisano di Psichiatria del “Cardarelli” e quello del “San Filippo Neri” di Roma hanno sperimentarono, sin dal 2002, un metodo di partecipazione più consapevole dei pazienti al trattamento a lungo termine. Ciò allo scopo di far calare l’incidenza del numero delle riammissioni e dei ricoveri. La descritta metodica venne addirittura inserita tra i lavori della Editoria medica ed ebbe a diffondersi progressivamente, nonostante i pregiudizi di chi è poco disposto a valutare certe metodologie sanitarie. A tale proposito la Società italiana di Psicopatologia ha organizzato un Simposio dedicato interamente
4 marzo 2016
Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico
Le nuove frontiere del disagio mentale molisano
all’intervento in cui è stata discussa la diffusione nazionale della patologia e l’interesse internazionale nel campo della ricerca applicata. Non intendendo fornire in questa sede alcuno stimolo a chi – professionalmente – si occupa già di questo settore, porgiamo di seguito alcune cifre utili a far comprendere – ai non addetti ai lavori – qualcosa di un fenomeno locale importante. I dati che seguono sono stati forniti dalle rappresentanze delle Associazioni molisane che si occupano dei disagiati mentali. Il Reparto di Campobasso ha un tasso di posti-letto, di ospedalizzazione e di riammissioni tra i più
Di Claudio de Luca Alla prossima convocazione del massimo consesso civico, Palazzo ducale dovrà occuparsi della questione-Egam ed i Consiglieri frentani dovranno decidere se aderire (o meno) al nuovo Ente-carrozzone. Alcuni Assessori (a corto di argomenti!) avrebbero già esternato: non c’è che fare, associarsi è un obbligo e non un’opzione. Ma questa tesi è stata già smentita dallo stesso Ministero. La verità è che, mentre è tuttora vigente una legge regionale in materia (la n. 8 del 3 marzo 2009), l’Esecutivo Frattura, baipassando il contenuto dell’art. 16 dello Statuto, ha espropriato la potestà consiliare sulla gestione pubblica dell’acqua con una semplice deliberazione (la n. 285/2015) ed ha istituito questo nuovo ente di Governo di Ambito che, peraltro, si rivelerà molto costoso. Basti pensare alle indennità da prevedere a favore dei nuovi Amministratori, del Direttore generale e della struttura che, naturalmente, graveranno sulle spalle dei Molisani, destinati a vedere lievitare le tariffe. Purtroppo la parola d’ordine di chi pensa di dovere aderire è quella per cui occorra evitare ad ogni costo il commissariamento del Comune; e fa girare – artatamente – la voce secondo cui un comportamento diverso costerebbe l’esborso dell’indennità da corrispondere al dirigente regionale incaricato. Ma vero è che si tratterebbe di cifre risibili, al massimo limitate al ristoro delle spese vive sostenute dal Commissario che, essendo un dirigente della Regione Molise, non potrebbe essere reso destinatario di compensi
bassi della Penisola. Per quanto riguarda la spedalità in Psichiatria è stato rilevato che il dato registrato nel 2015 in Italia era presente a Campobasso già nel 2009. In sostanza il Molise lavora con sette anni di “anticipo”, fornendo in questo settore un buon esempio di efficienza che, purtroppo, rimane più noto nell’àmbito delle Università del Nord-Italia che nella ventesima regione. Secondo l’Associazione “Incontrarsi” la regione fruisce di due “Csm” (quello di Isernia è in fase di attuazione): uno opera a Campobasso ed un secondo a Termoli (quest’ultimo è attivo da quindici anni e per dodici è stato l’unico
del Molise). Poi sono attivi tre Dipartimenti e (come previsto dalla legge) tre Centri diurni (Campobasso, Isernia, Termoli). Gli “Spdc” hanno poco più di venti posti-letto e ciò attesterebbe la propensione verso i Servizi territoriali regionali. A tutt’oggi le Strutture residenziali sono tredici per circa 140 posti. Il fatto che non ci sono Case di cura private viene considerata una grande conquista dei “Csm”, degli utenti e dei familiari. Infine esistono i “Dh” presso i Reparti ospedalieri, i Centri diurni (3) e circa 40 postidh presso le Comunità terapeutiche. Ultime notazioni: nella regione il
numero di trattamenti sanitari obbligatori per pazienti che abbiano commesso delitti sono inquadrabili nei limiti dell’ordinaria gestione delle problematiche acute e gravi. Per il resto non sarebbe assolutamente semplice diventare destinatari di un ricovero coatto dal momento che l’iter relativo prevede visite, perizie, e valutazioni del Giudice tutelare ben precise. I pazienti, una volta esaurito il tempo di ricovero, vengono “restituiti” alle famiglie mentre le Associazioni si battono al fianco degli operatori dei “Csm” e delle Cooperative per l’attivazione dei “progetti terapeutici individualizzati” che, in molti casi, prevedono “anche” il riaffidamento alla famiglia. Naturalmente non si esclude che possano esserci casi (rarissimi) particolarmente resistenti, per cui la presa in carico da parte dei Servizi territoriali è più complicata e richiede più tempo. Da buon ultimo sarebbe errata la convinzione secondo cui il Molise vanterebbe un gran numero di soggetti afflitti da disagio mentale. Secondo gli addetti ai lavori i dati epidemiologici dicono con chiarezza che, per quantità e per tipologia delle patologie gravi, nonché per quantità di pazienti detenuti in “Opg”, la ventesima regione si troverebbe ben al di sotto della media nazionale.
Egam, chiare, fresche e dolci acque ulteriori. Per di più la sua venuta non comporterebbe alcuna ripercussione sull’assetto dell’Esecutivo locale, dal momento che – in discussione – ci sarebbero soltanto i contenuti dell’eventuale deliberazione di non adesione. Chi si dice entusiasta per l’avvento dell’Egam è il vice-Presidente del Consiglio regionale Cristiano Di Pietro: “Si tratta di un progetto necessario adottato per ottemperare alle nuove norme. Perciò le perplessità circa l’opportunità di aderire all’Ente di governo per l’ambito Molise non sono condivisibili, pure per evitare al Molise di incorrere in pesanti sanzioni, visto che la gestione condivisa è obbligatoria per decisione governativa”. Il mendace figliolo dell’ex-Pm ha pure dichiarato che non potranno verificarsi aumenti indiscriminati e che non sarebbe giusto lasciare esente dal pagamento del canone chi disponga di fonti idriche nel proprio territorio a differenza di altri molisani meno fortunati. Ma non pensa Di Pietro che cedere gratuitamente all’Egam le reti idriche e fognarie comunali costituisce una ‘perdita’ economica per i Comuni non solo in termini di ‘prezzo’ quand’anche in ‘valore economico’? E che rinunciare persino alle sorgenti, quando se ne disponga, sia da considerare un vero e proprio ‘furto’ perpetrato ai danni degli enti locali territoriali? Tutto ciò posto, ci pare giusto concludere
con un parere, qualificato “modesto” addirittura da chi lo ha lanciato sulle colonne di “Face book”. Lo citiamo volentieri perché i contenuti che lo concretano rappresentano l’uovo di Colombo e delineano una sorta di “o” di Giotto. “Premesso che l’adeguamento normativo è possibile – scrive Alberto Gentile – c’è da osservare che, sulla questione, c’è già una vecchia legge in materia di servizio integrato. L’acqua è demaniale; le sorgenti pure, ma le reti di distribuzione (fatta eccezione per quelle dell’Erim) sono comunali. Perciò sarebbe sufficiente che i Comuni deliberassero per un’adesione alla captazione
dell’acqua in esubero alla sorgente del proprio servizio idrico per mantenere il Servizio della distribuzione nel proprio ambito. In sintesi, è vero che l’acqua è demaniale, ma alla sorgente; e quindi l’Egam capti l’esubero, ma non il resto”. Più chiari di così! Purtroppo la solita manfrina politica e gli accordi politici han fatto sì che soltanto pochissime assisi civiche abbiano votato “no”, affidandosi alle decisioni dei Giudici del Tar, mentre la gran parte ha ritenuto opportuno di fare cordata legandosi mani e piedi (ed a scapito dei propri elettori!) ai propri capi-corrente. Storia stantia che “puzza” persino!
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