Il silenzio e' d'oro w la poltrona

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Largo Fondaco della Farina, 26 CAMPOBASSO Tel. 0874.979043

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TuTTo quello che gli alTri non dicono

anno xi - n° 244 giovedì 5 novembre 2015 - disTribuzione graTuiTa Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: angelo santagostino rootostampa molise sede legale: campobasso Fax: 0874.494461 e-mail redazione campobasso: redazione@lagazzettadelmolise.it e-mail: amministrazione - Pubblicità: commerciale@lagazzettadelmolise.it ufficio pubblicitario: Tel.: 0874.1919119 - Cell.: 334.2239180 stampa: Rootostampa Molise - Sessano del Molise (Z.I.) il lunedì non siamo in distribuzione la collaborazione è gratuita

giornale saTirico

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L’oscar del giorno a roberto ruta

Casa Frattura, dopo la seconda parte de Le iene monta l’indignazione dei molisani La politica regionale, fa finta di niente

L'Oscar del giorno lo assegniamo a Roberto Ruta. Dopo la risposta all’interrogazione parlamentare che ha presentato denunciando la mancata previsione nella fase sperimentale della fermata a Termoli del Frecciarossa, sulla tratta Milano Lecce, ha visto l'impegno del ministro Del Rio per dicembre che, così, ha risposto alla mobilitazione di cittadini, associazioni ed istituzioni tutte per difendere le ragioni dei molisani. "Una bella vittoria per difendere le ragioni dei molisani", ha commentato il senatore molisano dopo la decisione assunta da Trenitalia.

il Tapiro del giorno a antonio Battista

Il Tapiro del giorno lo assegniamo a Antonio Battista. Il sindaco di Campobasso non sembra avere più una maggioranza solida e la sua amministrazione sembra, per davvero, viaggiare sul qualunquismo più sfrenato. La città è paralizzata e nessun vero atto si è avuto nel corso di questo primo anno di attività. Ora, la situazione si è andata ad ingarbugliare anche per una Giunta comunale che non riesce a sfornare provvedimenti ed appare politicamente e amministrativamente amorfa. Sembra volere ricalcare le orme dei vertici regionali.

CAMPOBASSO. Nel silenzio del centrodestra, duro il giudizio dell’onorevole, Danilo Leva. “Cosa dire sull’ultimo servizio mandato in onda dalle iene sulla vicenda della villa di proprietà della Pts Village? Sono profondamente amareggiato perché dopo aver condotto una battaglia politica affinché si archiviasse l’esperienza di governo del centro-destra

servizio a pagina 3

Danilo Leva: “Frattura chiarisca. Insostenibile il suo comportamento omissivo” in Molise mi ritrovo di fronte ad atteggiamenti, intrecci,legami che sono di gran lunga peggiori, espressione di uno stile che non ha nulla a che vedere con i valori e i principi del centro -sinistra. Non erano queste le aspettative e le speranze di cambiamento che migliaia di cit-

tadini avevano consegnato a Paolo Frattura. E il suo silenzio di questi giorni genera in me ancora più sconforto. L’imbarazzo si trasforma in rabbia quando penso,poi, che ad essere minata è la credibilità di un intero territorio e di un’intera regione. Delle due l’una: il pre-

sidente frattura o chiede a gran voce la punizione dei responsabili di quei fatti avvenuti nella sua villa al mare oppure la mancata reazione si traduce in un comportamento omissivo insostenibile dato il ruolo e la funzione pubblica che ricopre”.


Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

TAaglio lto

2 5 novembre 2015

Incontro istituzionale al parlamentino della giunta regionale per coprire i punti morti della programmazione dei fondi europei

Molte parole, pochi dati salienti, assenti opere e progetti

Appuntamento alle prossime puntate del Por 2014/20202 in attesa che si arrivi a ridosso delle elezioni regionali per cominciare a conoscere dove praticamente andranno le risorse finanziarie e a favore di chi Più che gli interventi nello specifico, la presentazione del nuovo Programma operativo regionale (Por) Fesr e Fse 2014/2020 ha riguardato la filosofia di fondo, l’architrave che lo sorreggerà si spera, con esiti diversi del Pr 2007/2013 di cui si stanno spendendo (alla rinfusa) i fondi residui. Dal comunicato emesso da Gl Servizi si legge “Vasta la platea di cittadini, operatori economici, parti sociali e istituzionali, invitati a partecipare ai lavori. Molti i sindaci presenti, le associazioni di categoria, i sindacati, gli operatori della formazione, i professionisti, le parti sociali”. Il che lascerebbe immaginare quantomeno che l’incontro si sia svolto in una sala da oltre cento posti. Cosa che non è stata in quanto l’incontro s’è avuto nel parlamentino della giunta regionale. Ma non è questo il dato che interessa quanto invece avrebbe interessato conoscere quantomeno i titoli di maggior peso e consistenza del nuovo Por. Cosa che non è stata in quanto, come diciamo, del Por il vicepresidente della giunta regionale e assessore al lavoro, Michele Petraroia, ha posto in risalto la valenza strategica. E non ci voleva molto, visto ch’è un documento di pro-

grammazione. In tema di filosofia è stato esaltato il ruolo della cabina di regia alla quale prenderanno parte (ma la decisione è vecchia) i soggetti del partenariato socioeconomico del Molise. Ciò dovrebbe produrre una programmazione unitaria e innovativa. Concetti. Ai quali non è sfuggito neanche l’autorità di gestione del Por, Massimo Pillarella, con l’aggiunta di qualche riferimento tipo i punti strategici del Programma; la saldatura delle risorse del Fondo Europeo per lo sviluppo Regionale (105 milioni) con quelle

Alla Fanelli si può rinnovare il contratto a 80mila ero per cinque anni alla Regione e i precari della Protezione civile dovranno andare a casa? Questo è iil ragionamento posto dal capogruppo alla Regione del Pd, Francesco Totaro. “Nei giorni scorsi - scrive Totaro - ho provveduto a presentare un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale sulla questione che riguarda i vincitori del concorso della Protezione Civile che dopo mesi di attesa ancora non avviano la loro attività lavorativa, così come stabilito dal bando che hanno espletato. Difatti, a distanza di parecchio tempo durante cui abbiamo assistito a numerosi tavoli che non hanno portato a soluzioni, a ricorsi giudiziari e a rumorose proteste, quei lavoratori ancora non vedono la soluzione al loro problema. Visto, poi, che a livello istituzionale non stanno trovando neppure un confronto dignitoso con chi dovrebbe fornire risposte, ho inteso - continua il consigliere regionale del PD - chiedere direttamente al Presidente della Giunta Regionale quale sia lo stato attuale della questione così da avere, una volta per tutte, un quadro chiaro e limpido della situazione”. E quì arriva il riferimento alla vicenda che ha visto protagonista il segretario regionale del PD Micaela Fanelli “Sono, certo - conclude Totaro - che con la serenità mostrata su questioni individuali, dove una singola unità si è vista rinnovare un importante contratto per diversi anni, anche i lavoratori della Protezione Civile vedranno la luce ed avranno

del Fondo Sociale Europeo (47 milioni) per un totale di 153 milioni e il raccordo con i programmi nazionali; quindi la ricerca, la competitività, la digitalizzazione, l’occupazione, l’ambiente, la cultura, l’istruzione, la lotta alla povertà e la semplificazione delle procedure amministrative. Roba trita e ritrita. Tranne la semplificazione delle procedure amministrative, in quanto operazione condotta e portata a termine dal direttore dell’Area Prima Angelo Frantagelo prima che prendesse cappello da una realtà nella

quale ai detentori della schiena dritta non è dato modo di restare. Il Piano di rafforzamento amministrativo (Pra) si prefigge di snellire le procedure sia nelle fasi di elaborazione e gestione dei bandi, sia in itinere durante le operazioni di valutazione e in quelle finali di rendicontazione. Un provvedimento complesso, articolato, ragionato, meditato che dovrebbe sopperire a molte deficienze organizzative regionali che nelle mani di Frantagelo avrebbe certamente funzionato, come ha funzionato il riordino del settore contabile

e finanziario, in mani diverse, magari improvvisate, ma ubbidienti, probabilmente no. Ancora in termini filosofici il Por 2014/20202 è stato prefigurato imperniato sulla “persona”. Sarà essa, la persona, è stato detto, al centro di ogni opera e azione della Pubblica amministrazione in quell’ottica dovremo avere l’incentivazione dell’adeguamento formativo degli operatori negli enti locali. Un tocco d’Europa lo hanno fornito Andrea Murgia e Cinzia Masina, rappresentanti della Commissione Europea, che in linea con la struttura filosofica dell’incontro hanno annunciato “il massimo supporto al raggiungimento degli obiettivi in termini tecnici ma anche agevolando l’utilizzo di mezzi finanziari ulteriori, quali quelli previsti dal Piano Juncker, che mette a disposizione delle imprese innovative una dotazione di 100 milioni”. Appuntamento alle prossime puntate in attesa che si arrivi a ridosso delle elezioni regionali per cominciare a conoscere dove praticamente andranno le risorse finanziarie e a favore di chi. Dardo

Totaro: “Alla Fanelli il contratto e i precari vanno a casa?

le loro delucidazioni.” orna in auge la vicenda legata alla conciliazione raggiunta lo scorso 5 giugno 2015 che, con delibera di giunta passata all’unanimità (la numero 250), «ha autorizzato il direttore generale della Regione Molise alla sottoscrizione di una transazione conciliativa della controversia

R.G. 690/2012 pendente dinanzi al Tribunale di Campobasso conforme al parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato’>>. Beneficiaria di tale conciliazione Micaela Fanelli, attuale segretario regionale del Partito Democratico del Molise. Gli effetti della delibera? Quando la segretaria regionale del Pd avrà terminato la sua carriera politica potrà tornare a lavorare presso la Regione Molise ricoprendo il suo vecchio ruolo di membro del Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici con un contratto da 80mila euro all’anno per 5 anni prorogabili. Micaela Fanelli aveva impugnato il mancato rinnovo presso il giudice del Lavoro e, come afferma la stessa Avvocatura dello Stato nel suo parere trasmesso alla Giunta Frattura, “non sembrano sussistere particolari rischi di soccombenza” per la Regione Molise in questa causa. Eppure la Giunta ha ritenuto opportuno procedere ugualmente ad una transazione. Cioè ha accettato la richiesta della Fanelli partorendo un contratto con il quale, facendosi reciproche concessioni, si è posto fine ad una “lite” che la Regione Molise molto probabilmente avrebbe vinto. Dunque: perchè alla dottoressa Fanelli è concesso questo privilegio e agli altri lavoratori molisani no?


TAaglio lto

3 5 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Cosa pretendere da un governatore? L’ennesima figuraccia rimediata da Paolo Frattura sarebbe stata sufficiente per dimissioni immediate ed a furor di popolo. Ci dobbiamo accontentare, invece, di un (discutubile) post di Antonio Federico su Facebook Piccoli e grandi cortocircuiti della politica 2.0, quella dei giorni nostri. L’esimio governatore, Paolo Di Laura Frattura, si esibisce, lunedì scorso, suo malgrado, nell’ultima , degradante, performance su scala nazionale: una Iena lo mozzica sul morbido della storia della porzione di immobile di Campomarino che il nostro più alto rappresentante istituzionale ha tentato di scippare ad una Signora (S maiuscola) campobassana ed alla sua affittuaria. Lui dinanzi all’evidenza, anche video, inizialmente nega; poi combatte alla Scajola, impugnando l’arma del: “a mia insaputa”; poi finge di aver rispettosamente obbedito ad una sentenza che gli dava torto; infine, in maniera sublime, dà del disonesto al maculato, ed incredulo, bipede. Un campionario di orrori e vergogna di cui la metà sarebbe bastata, ai tempi della politica 1.0 o della Politica e basta, a pretendere a furor di popolo le immediate dimissioni del malcapitato (e pessimamente scelto) governatore. Ai giorni nostri ci dobbiamo accontentare di un post su Facebook di Antonio Federico, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle. Il che, nel silenzio generale e

colpevole che sta accompagnando, da quasi tre anni a questa parte, la peggiore amministrazione che questa Regione abbia mai avuto (e dire che di discutibili ce ne sono state…) è già qualcosa; qualcosa che dà l’esatta misura, però, di quanto si sia svilita la considerazione che si ha

della politica e dello spessore di chi la rappresenta. Il buon Federico, cui non si può disconoscere limpidezza e passione, infatti, scrive: “Sulle vicende private di Paolo Di Laura Frattura, che sembrano più beghe di condominio, non siamo finora entrati perché ancora troppi contorni

restano oscuri ed eventuali responsabilità civili o penali sono tutte ancora da dimostrare.” Relegando così la rettitudine, la trasparenza, il signorile distacco che un qualsiasi rappresentante del popolo dovrebbe avere ad una mera questione di scelte, private, di vita. Giustificando, inconsapevolmente si spera, quella condizione bipolare tra lo spirito di mero servizio che la politica dovrebbe rappresentare e le raggelanti storie che coinvolgono tanti politici, sotto (quasi) tutte le bandiere. Una vita privata e personali scelte al di sopra di ogni dubbio e/o sospetto dovrebbero essere le necessarie premesse per una carriera politica, al servizio della comunità. E Antonio Federico

dovrebbe saperlo bene. Poi, dato che le cose che iniziano male non possono che finire peggio, il consigliere Federico continua: “Ma l’indignazione che è scattata tra i molisani dopo l’ennesima pessima figura che è stata rimediata a livello nazionale non può che portarci a chiedere a gran voce che il Governatore faccia chiarezza sull’intera vicenda, senza trincerarsi nell’orgoglio o peggio ancora nel silenzio.” Come se la richiesta di chiarezza (anche se la vicenda è chiara a tutti, ormai) derivasse non dal gravissimo fatto in sé, ma dall’indignazione popolare (che noi, sinceramente, non vediamo, né sentiamo, manifestata in alcun modo) che ne è derivata. Un rappresentate del popolo, come Antonio Federico è, non dovrebbe certo basare la sua azione politica sulla base delle mutevoli reazioni della pancia del popolo stesso, ma su chiare ed inderogabili fondamenta etiche e morali; da scavare alla base della sua stessa vita ed carriera politica e da pretendere in tutti, ma proprio tutti, i suoi colleghi. C’è una parola che nel post di Federico, però, ci sentiamo di sottoscrivere senza questioni, l’ultima: “…dimissioni!”

l’intervento Di Claudio de Luca

Chi difende gli uffici giudiziari molisani? Gli altri

“E’ stato (ed è) scoraggiante, continuare a lanciare allarmi per sentirsi dire:’Ma cosa vorresti fare? In Molise siamo in pochi; e, per quel che contiamo, nessuno ci ascolta’”. Chi si pronuncia in tal modo sul “social” Facebook è l’avvocato termolese Antonio De Michele, che non ha bisogno di presentazioni. E, se persino un personaggio positivo come lui parrebbe essere giunto alle soglie della rassegnazione, occorre per davvero avere paura e soprattutto chiedersi se siano stati proprio Lor Signori del Molise ad alzare la bandiera bianca sulla rimodulazione degli Uffici giudiziari della ventesima regione, dalla Corte d’appello ai Tribunali. Se così fosse, dovremmo vedere come provvedere a questi amministratori del condominio regionale. Poi De Michele ribadisce ancora (a commento di un articolo pubblicato da termolionline.it):”Quell’altra estate la questione venne impugnata dai politici di altre realtà colpite da identica jattura. Ma questa volta è diverso – conclude -. E’ stata nominata una Commissione che sta lavorando ala-

cremente mentre in Molise rimane sovrana l’inerzia e la rassegnazione”. Nel 2014 i tagli minacciati provocarono un rivolgimento persino da parte di Amministratori locali militanti nei Partiti della maggioranza. A Bassano del Grappa, la più indignata fu l’Assessora regionale Elena Donazzan (Pdl ex-An), che parlò di un “Governo che non sa far bene i conti e che è lontano anni-luce dai bisogni del territorio”. Si arrabbiarono anche molti suoi compagni del Sud. Luigi D’Ambrosio, Coordinatore del Pdl barese, definì “folle” la chiusura del Tribunale di Lucera mentre, per la sede di Rossano Calabro, si indignò il sen. Gentile (Pdl). Dal canto loro, i parlamentari Pd Alfonso Adria e Tino Iannuzzi scrissero a 4 mani una nota per l’immatura scomparsa degli Uffici di Sala Consilina: “Un atto vergognoso”, rincarò Nicola Landolfi, Segretario provinciale del Pd di Salerno. Per salvare le aule di giustizia di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto i Sindaci piddini si recarono a Roma per incontrare la Finocchiaro e Franceschini. A loro si

unirono, in una colossale” réunion” marsicano-democrat, Franco Marini ed altri parlamentari del territorio. Con una dichiarazione speranzosa, il Pd offrì “il massimo impegno per uno stralcio della parte riguardante i Tribunali abruzzesi”. Una delle battaglie più accanite fu condotta – per Lucera – dalla giornalista Concita De Gregorio (“Repubblica”) mentre un parroco lucerino, fece suonare “a morto” le campane della propria Chiesa. in segno di lutto.

Il quadro è desolante anche per l’avv. Giuseppe Ciaramella secondo cui “la soppressione di una Corte d’appello è qualcosa che va bene al di là di ogni oculata revisione di spesa. Per quanto riguarda il Molise, questa resezione diventerebbe lo specchio del fallimento di un intero contesto regionale, visto l’effetto a cascata che ne potrebbe derivare su altre realtà. Ma non è detto che sia un male – conclude – perché potrebbe rivelarsi una scossa buona a

rimuovere dall’immobilismo sociale un contesto locale bloccato ed autoreferenziale”. Gli Uffici giudiziari molisani sono stati sempre “sottosoglia”. I componenti dell’Anm sostengono da tempo che la spesa per la Giustizia potrà essere razionalizzata soprattutto con un intervento mirato a ridurre le attuali circoscrizioni, rendendo più funzionali quelle che residuano ed offrendo ad esse un organico di almeno venti magistrati.


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TAaglio lto

4 5 novembre 2015

Una delle tante vicende amministrative della Regione Molise

Da contrattista non pagato, e per questo indotto a interessare la magistratura, a dipendente regionale risarcito di un cospicuo corrispettivo Agli amministratori regionali le sentenze contro gli fanno un baffo: i danni sono a carico del bilancio regionale, quindi, senza giri di parole, a carico dei contribuenti molisani Il dott. Michele Antonelli s’è visto liquidare dal tribunale civile di Campobasso circa 18 mila euro vantati e non riscossi, nonostante fosse titolare di un contratto di 6mila euro (30 novembre 2004) e di un altro contratto di 11.520 euro ( 2 agosto 2006) con la Regione Molise. Nella determinazione del direttore generale per la Salute, Marinella D’Innocenzo, che si rivela sempre più parsimoniosa di dettagli nella stesura dei suoi atti direttoriali, non è detta la natura dei contratti né l’oggetto, per cui dobbiamo andare per deduzione e ritenere che sia capitato qualcosa nel rapporto tra le parti che ha indotto l’Antonelli a rivolgersi alla magistratura, e la Regione a mettere mano al portafogli. Ma il dato curioso di questa vicenda che all’apparenza sembra di poco conto rispetto alle cause milionarie perse dalla Regione, è che il dott. Antonelli “attualmente è dipendente regionale”. Come lo sia diventato, ovvero per concorso, per assunzione diretta o

aHanno fatto sì che milioni di italiani s’impoverissero, per poi cercare di intervenire a sollievo e a contrasto di questa “epidemia” sociale. In che modo, lo racconta l’assessore regionale alle Politiche sociali, Michele Petraroia, in questi termini: “Il governo ha inserito nella proposta di legge di stabilità per il 2016, seicento milioni di euro per il contrasto alla povertà, elevabili ad 1 miliardo per il 2017, e confermando 400 milioni al Fondo Nazionale per le non autosufficienze e inserendo meritoriamente, per la prima volta, una posta di 90 milioni per i centri socio – assistenziali del <Dopo di Noi>. Sul piano normativo c’è da registrare che le politiche per la famiglia, per i giovani e per il servizio civile, trasferire alla direzione generale delle Politiche sociali del ministero del Lavoro, perseguono un obiettivo di armonizzazione degli interventi a lungo sollecitati dalle Regioni e dagli enti locali. In una fase non semplice, per il contenimento della spesa pubblica, va espresso apprezzamento per la parte della manovra finanziaria relativa alle Politiche Sociali, fermo restando i margini di ulteriore miglioramento che possono determinarsi nella discussione parlamentare anche in un’ottica di

per le tante altre vie del Signore, non vien fatto cenno, tranne il virgolettato che abbiamo riportato. Sicché, da contrattista non pagato, e per questo indotto a interessare la magistratura, lo troviamo dipendente regionale risarcito di un cospicuo corrispettivo, sebbene a considerevole distanza di tempo. I contratti, la loro natura, perché la scelta di Anto-

nelli da una parte; dall’altra le circostanze, i modi, i tempi che lo hanno portato ad essere un dipendente regionale in lite col suo datore di lavoro. Ce n’è di materia amministrativa e, se si vuole, anche politica, interessante da smatassare. Da mettere in parallelo con le centinaia di collaborazioni contrattualizzate che ci sono state e che,

nonostante la razionalizzazione della spesa pubblica, e le leggi di stabilità, continuano ad esserci da parte degli amministratori regionali. Che non si fanno scrupolo di niente là dove intravedono la possibilità di crearsi una riconoscenza. Per vincere le elezioni ci vogliono i voti e quelli che derivano dalla rete delle compiacenze e dal comparaggio costituiscono la quota più significativa. Per cui a volte vale anche la pena doversela vedere con la magistratura come in questo caso, che ha dato ragione al ricorrente Antonelli e torto all’amministrazione regionale. Tanto, agli amministratori regionali, le sentenze contro gli fanno un baffo. I soldi ad Antonelli, come ai tantissimi come lui che hanno vinto le cause di risarcimento, sono a carico del bilancio regionale, quindi, senza giri di parole, a carico dei contribuenti molisani. Le cause si perdono per negligenza, per omissioni, per carenze di motivazioni, per una miriade di altri motivi che fanno capo

sempre a qualcuno. Ma come diciamo, questo qualcuno, per un effetto miracolistico, non si materializza mai. Il concetto di rivalsa nella pubblica amministrazione è stato ammainato definitivamente. La regola era e rimane che il danno ricada e lo paghi il contribuente molisano. Ad Antonelli, detratti gli acconti percepiti, in questa misura: 4.245,24 euro e 710 euro per rimborso quale corrispettivo dovuto giusta sentenza del Tribunale di Campobasso numero 19 del 2015 sul capitolo 34101 del bilancio regionale anno 2015; nonché altri 1.675,33 euro e, ancora, 1.645,02 quale ritenuta fiscale. Una cosa è certa: i dipendenti regionali che fanno causa al datore di lavoro hanno un aliquota abbastanza ragguardevole di determinazione e coraggio. Peccato che la utilizzino solo per i propri interessi. Dardo

Povertà, problema che avanza I numeri sono in crescita anche in Molise e l’allarme è stato lanciato dalla Caritas diocesana integrazione tra politiche di contrasto alla povertà e inclusione al lavoro dei soggetti svantaggiati e dei disoccupati di lunga durata, come dallo schema approntato dalla Commissione Lavoro della conferenza delle Regioni. In termini più complessivi, si registra l’esigenza di implementare le risposte in favore delle aree interne e a sostegno del Mezzogiorno, al fine di assicurare nelle zone con maggiori difficoltà, la possibilità di accedere ai livelli essenziali di assistenza dei principali servizi pubblici e il sostegno allo sviluppo locale, alla crescita e all’occupazione, per accorciare il divario tra il Sud ed il Centro – Nord”. In questo quadro d’assieme le Regioni intendono contribuire a rafforzare la lotta contro la povertà attraverso interventi finalizzati a migliorare la governance, a coordinare l’azione degli attori delle politiche sociali e occupazionali per aumentare l’efficacia dell’offerta di inserimento sociale e lavorativo delle persone in condizioni di estrema povertà. Le Regioni, dunque. Ma quali, ma come,

con quale risorse, in che misura e in favore di chi. La Regione Molise, ad esempio, per essere credibile dica tutto questo e lo metta in pratica. Dica quale saranno le forme di accompagnamento verso l’inserimento al lavoro sostenibile, quali i percorsi integrati multiprofessionali come previsto a livello nazionale. Questi interventi, che coinvolgerebbero una pluralità di misure di sostegno (compresa quelle al reddito) finalizzate a inserimenti integrati

socio- lavorativi, mirano all’uscita dalla povertà estrema e all’occupazione per i più vulnerabili. Importante sarà determinare con grande approssimazione queste particolari condizioni. Essere davvero poveri e non finti poveri. Varrà il reddito disponibile familiare inferiore alla relativa soglia di povertà e del valore Isee. Tuttavia, ha tenuto a sottolineare Petraroia, la misura che si vuole attuare non è un reddito di cittadinanza, universale ed incondizio-

nato, ma uno strumento basato sulla condizione economica verificata sulla base di adeguati requisiti reddituali e patrimoniali, e sul rispetto di un patto familiare che i beneficiari dovranno stipulare per la fruizione del trasferimento del contributo monetario. La povertà contornata di obblighi e verifiche, fatta diventare materia di analisi e di misure, non sarà un ulteriore argomento della politica in combinazione con la burocrazia?


TAaglio lto

5 5 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

SANITA’- Le risorse finanziarie disponibili rendono imprescindibile privilegiare forme di cura domiciliari

«E’ la casa il miglior luogo di prevenzione, cura e riabilitazione»

Approvate e trasmesse all’Asrem le nuove linee dì indirizzo sanitario Ancora sulla sanità. Per dare conto di un provvedimento che, messo in atto, dovrebbe potenziare e qualificare il sistema delle cure domiciliari, specie se sarà coerente con le indicazioni ministeriali, regionali e aziendali (Asrem) che lo hanno ispirato. Quel “se” dubitativo non è casuale, è voluto. Perché di linee d’indirizzo ministeriali, regionali e aziendali (Asrem) sono lastricate le vie delle buone intenzioni, mentre al riscontro pratico, alla verifica della messa in atto, spesso le mani sono rimaste desolatamente vuote. L’assistenza domiciliare è uno dei pilastri che sorreggono e determinano la qualità del servizio sanitario nazionale e regionale, i cui riflessi, se attuata con cura e intelligenza e sapienza, ricadono positivamente anche sui costi. Certo alleggeriscono i ricoveri ospedalieri e ambulatoriali, e danno al paziente il conforto psicologico del calore familiare. L’uso appropriato delle risorse finanziarie disponibili rende imprescindibile privilegiare forme di cura domiciliari anche in considerazione che «la casa è il miglior luogo di prevenzione, cura e riabilitazione». Dunque, ce ne sono motivi per sperare che l’approvazione delle linee guida per un’assistenza domiciliare eccellente si risolva presto e felicemente sul campo. Nel Molise

il ricorso alle cure domicialiri è motivato dall’aumento dell’aspettativa di vita,dall’ l’invecchiamento anagrafico della popolazione e dall’incremento della incidenza delle patologie cronico-degenerative. Dal che deriva un aumento degli standard quali-quantitativi dell’offerta di assistenza sanitaria per una più efficace presa in carico delle non autosufficienze; l’allungamento della vita media ed il progressivo invecchiamento della popolazione molisana (23,3% - anno 2015 Istat -

l’intervento Siccità e piogge intense, depuratori e potabilizzatori malfunzionanti o addirittura non funzionanti: sono solo alcune delle cause che possono provocare una alterazione della salubrità dell’acqua che beviamo e utilizziamo nelle nostre case. Il MoVimento 5 Stelle ha depositato una interrogazione alla Giunta regionale per conoscere qual è la reale organizzazione in Molise del controllo sanitario delle acque destinate al consumo umano, quali sono i criteri per la gestione dei casi di non conformità e, soprattutto, per capire se c’è un concreto rispetto delle norme. Conosciamo bene la direttiva europea sul tema (98/83/Ce), il decreto attuativo nazionale (n.31/2001) e le linee guida regionali approvate dalla Giunta con delibera n.520/2005. Ma abbiamo dovuto registrare le mancate risposte di alcune amministrazioni comunali in occasione delle nostre ufficiali richieste agli atti per ottenere la documentazione sugli ultimi controlli interni obbligatori, come previsti dall’art. 7 del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31. Conosciamo inoltre le gravi lacune e l’incuria dal Nord al Sud del Paese in tema di depurazione, per cui l’Italia rischia pesanti sanzioni da parte dell’Unione Europea. Anzi alcune le ha già subite a causa di una procedura di in-

indice di invecchiamento più alto di tutte le Regioni italiane: 21,7% la media in Italia), comportano il contestuale aumento dell’incidenza e prevalenza di poli-patologie cronico- degenerative e la progressiva perdita dell’autosufficienza. Sulla base delle diverse esperienze maturate sul territorio le cure domiciliari e le sue caratteristiche vanno distinte nelle cure domiciliari prestazionali; nelle cure domiciliari integrate di primo, secondo e terzo livello, e nelle cure domiciliari palliative a

malati terminali. Per ognuna delle prestazioni c’è un protocollo che va rispettato e posto in essere con sentimenti di solidarietà. Punto, questo, spesso dolente, ma che nelle linee d’indirizzo certo non viene trascurato. Ribadito con chiarezza nelle premesse della determinazione del direttore generale per la Salute là dove parla dell’esigenza di sviluppare un approccio alle cure domiciliari di tipo “relazionale” che sia garante di una risposta assistenziale globale, efficace e mirata ai bisogni

sociosanitari delle persone assistite rispetto ad un approccio di tipo meramente “prestazionale”. In che modo: garantendo una gestione più efficiente ed uniforme su tutto il territorio regionale dei percorsi di accesso e di erogazione delle cure domiciliari in un’ottica di continuità assistenziale e di presa in carico globale della persona assistita; favorendo l’integrazione socio-sanitaria e lo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata al fine di evitare e/o limitare i ricoveri ospedalieri ; favorendo la permanenza a domicilio delle persone non autosufficienti, perseguendo il recupero o la conservazione delle residue capacità di autonomia e relazionali; facilitando le dimissioni ospedaliere tempestive ed assicurando la continuità̀ assistenziale mediante lo strumento della “dimissione protetta”; supportando i “caregiver” attraverso processi informativi/educativi e di addestramento che possano tradursi in autonomia di intervento nei riguardi della persona assistita; favorendo il mantenimento delle capacità residue delle persone non autosufficienti o a rischio di perdita dell’autosufficienza attraverso interventi individualizzati mirati e programmati. Aspettiamo che succeda davvero. Almeno questo, in un contesto sanitario “da ricovero”.

Quale la qualità dell’acqua che beviamo?

frazione avviata nel 2009 sulla depurazione relativa ai centri superiori ai 15 mila abitanti che scaricano in zone sensibili: in quel caso sono state oltre 100 le località bocciate dalla procedura. Non dobbiamo dimenticare che i fiumi sono oggetto di scarico di acque reflue urbane ma anche fonte di approvvigionamento idrico. E veniamo alla situazione in Molise. In regione i centri oltre i 15mila abitanti soggetti alle indagini della Corte di Giustizia europea pare siano usciti indenni ma sono solo 3 su ben 136 comuni.

Tra l’altro nel 2013, a Larino, il depuratore è rimasto inattivo da aprile a luglio, e in altri paesi della regione i cittadini hanno già manifestato preoccupazioni sulla potabilità delle loro acque. In verità i rischi di inquinamento possono essere rilevanti, nonostante il monitoraggio di Molise Acque, ente responsabile che assicura il rifornimento di acqua potabile ai Comuni, e dell’Arpam (Agenzia di protezione ambientale), cui competono i controlli analitici sui campioni d’acqua per il controllo esterno (articolo 8, comma 7, del D.Lgs. n. 31/2001) e il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. Purtroppo, sebbene ci sia una normativa restrittiva sui controlli interni , le amministrazioni locali per carenza di fondi gestiscono i servizi in economia, spesso senza avere in organico personale adatto. Questi tipi di controllo “non possono in ogni caso sostituirsi ai controlli esterni”, come dispongono le linee guida regionali. Noi abbiamo il ragionevole dubbio che sia solo l’Arpam a effettuare i controlli analitici delle reti di distribuzione su gran parte della

regione e ci sono dubbi anche sull’accreditamento dei laboratori comunali di analisi. In definitiva vogliamo solo sapere dal Governatore Frattura se può garantirci che, in merito alla qualità delle acque destinate al consumo umano, in regione sono rispettate, o sono state rispettate nel corso della sua legislatura, le norme sui controlli e le disposizioni previste per la tutela della salute pubblica. Vogliamo capire se sia a conoscenza del fatto che alcuni gestori del servizio idrico non si sono dotati di un adeguato servizio di controllo territoriale e di un laboratorio di analisi per effettuare i controlli interni. Nel caso di superamento dei valori dei parametri “indicatori” delle qualità organolettiche dell’acqua, l’Asrem, che ha il compito di tutelare la salute pubblica giudicando qualità e idoneità dell’acqua, deve visionare la documentazione relativa ai controlli interni, come previsto nella legge e nelle linee guida regionali. Cosa succede se in qualche caso questa documentazione non esiste? Vorremmo sapere inoltre se i laboratori di analisi esistenti, demandati ai controlli interni, siano regolarmente accreditati; e se si siano adeguati all’aggiornamento delle norme europee sulla convalida dei metodi di analisi Movimento Cinque Stelle Molise


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Campobasso

5 novembre 2015

Ancora un nulla di fatto a Palazzo san Giorgio. Ancora un rinvio del consiglio comunale

In calendario il 9 novembre una delle più strafottenti dimostrazioni di come una (presunta) maggioranza politica possa manipolare i regolamenti e le leggi urbanistiche Il riferimento è alla installazione in zona agricola (Contrada Camposarcuno) densamente popolata di un deposito di materiale esplodente Il consiglio comunale di Campobasso continua la sua peregrinazione sul calendario. Il prossimo (ma è sempre lo stesso che s’aggiorna) il 9 novembre con all’ordine del giorno migliaia di metri cubi di cemento e una delle più strafottenti dimostrazioni di come una (presunta) maggioranza politica possa manipolare i regolamenti e le leggi urbanistiche. Ci riferiamo alla installazione in zona agricola (Contrada Camposarcuno) densamente popolata (a dimostrazione che in zona agricola non sono mancate le

lottizzazioni abusive) di un deposito di materiale esplodente, di una struttura destinata alla dimostrazione dell’uso di quel materiale, e di una struttura destinata ad ufficio e ad abitazione del titolare della autorizzazione a costruire. Sul punto, con il supporto di una magistrale sentenza del Consiglio di Stato, s’è inscenata una pervicace dialettica indirizzata a dimostrare l’entità e la quantità delle illegittimità che accompagnano questo insediamento, soprattutto da parte del consigliere di maggioranza (Udc) Michele Am-

brosio, ormai allo stremo della logica e del fiato. Prossimo dunque a cedere le armi, qualora, come pare, la maggioranza, complice l’avallo delle strutture tecniche interne, si dovesse disporre ad approvare il progetto. “Siano altri, se vogliono, a cercare l’affermazione e della legittimità, magari ricorrendo al Tar”. Cosa possibile, anzi auspicabile, ma il cui esito favorevole al ricorrente potrebbe essere del tutto inutile. Se i tempi per arrivare ad una sentenza definitiva sono quelli che si conoscono. Tali, comunque, da consen-

tire al titolare della licenza a costruire di procedere nella realizzazione del progetto certamente prima della sentenza. Il che equivarrebbe a fare il classico buco nell’acqua. Ma ciò che sta accadendo a Palazzo san Giorgio in materia di edilizia e di urbanistica, ha un tasso di qualunquismo spaventoso. Qualunquisticamente si ragiona per dare via libera ad altre migliaia di metri cubi di cemento in aggiunta alle miglia di metri cubi di cemento già colato sul territorio e ancora invenduto; qualunquisticamente si vorrebbe ra-

gionare per correggere la enorme permissività della legge regionale cosiddetta “Piano Casa”. Delle due l’una. Ma non entrambe in contraddizione tra loro. In questa dicotomia c’è tutta l’improvvisazione di una classe politica che della politica ha appreso, nel corso di un apprendistato maldestro, solo il peggio: la violazione delle regole, l’interesse privato, il clientelismo, l’esercizio del potere per il potere. Dardo

Maltrattamenti in famiglia, ordinanza di misura cautelare Su disposizione della magistratura, l’operazione è stata eseguita dalla Squadra Mobile CAMPOBASSO. La Polizia di Campobasso ha eseguito, nei giorni scorsi, un’ordinanza di misura cautelare in carcere a carico di F.A., 31enne di questo Capoluogo, tossicodipendente, emessa dal GIP del locale Tribunale di Campobasso, Maria Rosaria Rinaldi, su richiesta del P.M., Rossana Venditti. L’uomo, infatti, si era reso responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni ed estorsione continuata a carico del padre dal quale pretendeva continuamente somme variabili di

denaro di 20, 30 e 50 euro per volta per potersi procurare la droga. Approfondite indagini condotte dalla Squadra Mobile, che già in precedenza aveva ottenuto ed eseguito - nei confronti del predetto - un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e un divieto di dimora nel Comune di Campobasso, entrambi reiteratamente violati, hanno consentito di accertare, anche grazie alla testimonianza di altri familiari, la costanza dei

maltrattamenti e la reiterata richiesta di denaro commessa con violenza o minaccia per la quale si connota il delitto di estorsione. Costretto ad assecondarne le richieste per timore di ulteriori e ben più gravi violenze fisiche e verbali e seppur con grande sofferenza, il padre ha infine trovato il coraggio di denunciare il figlio pur sapendo che per lui si sarebbero aperte le porte del carcere.

Simulazione d’intervento sul Matese Esercitazione congiunta del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico con elicotteri del 9° Stormo Grazzanise dell’Aeronautica Militare Si è svolta l’esercitazione congiunta del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) con gli elicotteri del 9° Stormo Grazzanise dell’Aeronautica Militare. Esercitazioni di questo tipo rientrano nell’attività di addestramento del CNSAS in linea con protocolli operativi stipulati a livello nazionale con il Ministero della Difesa per l’utilizzo degli elicotteri dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare così come con il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia di Stato. Le aree interessate dall’esercitazione sono state quelle del Gruppo montuoso del Matese con base operativa presso l’elisuperficie del Centro Funzionale della Protezione Civile, prontamente messa a disposizione dal Direttore regionale dott.ssa Scarlatelli. La scelta di queste aree è stata dettata dalla volontà di effettuare simulazioni di soccorso in ambienti montuosi ad alta vocazione turistica,

non raggiungibili dalla viabilità ordinaria ed in cui l’utilizzo di un elicottero SAR (search and rescue), dotato quindi di verricello e capace di operare in hovering (senza pattini a terra), rappresenta un mezzo efficace in grado di fornire soccorso in

tempi brevi a persone in difficoltà consentendone una rapida evacuazione ed ospedalizzazione, in particolar modo nella Regione Molise in cui il 118 non è dotato di un aeromobile in grado di espletare tali missioni.

Durante l’esercitazione, i tecnici del CNSAS, con l’ausilio dell’equipaggio di condotta, hanno simulato interventi di soccorso in differenti scenari montuosi ed impervi del territorio nei quali il CNSAS, che opera in stretto coordinamento con il Servizio sanitario nazionale, è individuato come “soggetto di riferimento esclusivo per l’attuazione del soccorso sanitario” secondo la Legge 74 del 21 marzo 2001. Le simulazioni hanno previsto la movimentazione di tecnici, di personale e materiale sanitario in volo stazionario e mediante verricello. Essendo gli aeromobili dell’Aeronautica Militare equipaggiati con modulo NVG (Night Vision Goggles) per operare durante le ore notturne, ed allo scopo di incrementare

lo standard tecnico ed operativo in situazioni di intervento reali, una parte dell’esercitazioni si è svolta dopo il tramonto. In questa fase operativa l’equipaggio di condotta dell’aeromobile, con l’ausilio dei visori notturni, ha trasportato i tecnici del CNSAS in ambiente montano, effettuando il loro sbarco e successivo imbarco a bordo mediante verricello in condizioni di totale assenza di luce. Questo consente ai tecnici del CNSAS, in situazioni di intervento reali, di poter operare con un aeromobile allo scopo di prestare soccorso a persone in difficoltà in ambiente impervio anche durante le ore notturne. Tali esercitazioni assumono notevole importanza per interventi di soccorso, in particolar modo nella nostra Regione in cui il 70% del territorio ed il 90% dei Comuni sono classificati montuosi secondo le tabelle altimetriche ISTAT.


Campobasso

7 5 novembre 2015

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E’ già iniziato il nuovo corso, via Cappellacci e dentro il napoletano Favo

Alla ricerca dell’equilibrio perduto A Pesaro vedremo una squadra più ordinata e pronta prima a non prenderle di Gennaro Ventresca Ha avuto modo di accertare di persona il cagionevole stato di salute dei nostri ragazzi. Prima a Teramo, con il San Nicolò, e domenica a Castelfidardo. Come dichiarato al mio microfono di Molise TV, Massimiliano Favo era stato da tempo precettato dal suo amico Edoardo e da Marco Meo e dallo stesso Tonino Minadeo. I quali pubblicamente si mostravano ostinati difensori del sosia di Socrate, ma in cuor loro avevano capito il grande bluff. In considerevole ritardo si volta pagina. Per arrivare a fine campionato non si sa bene come. Certo, con Roberto da Tortoreto non si poteva proseguire. Tutta la città gli era contro, non solo il popolo sportivo. Niente era piaciuto ai campobassani di quell‘uomo schivo, superbo, trasandato, pieno di boria. Mai disposto a

chiedere scusa, a fare un piccolo passo indietro, a dispensare un sorriso e a ravvedersi dei mastodontici sfondoni.

Fine della corsa. Era ora. Roberto è stato bollato col secondo esonero consecutivo. Dopo Cosenza anche Campobasso gli ha voltato le spalle.

Non mi dispiacerebbe se per qualche stagione rimanesse senza lavoro. Per poter meditare sull’assurda supponenza. Niente bacchetta magica nella mani del nuovo mister. Favo non ha una grande storia alle sue spalle, e da buon napoletano non ha difficoltà ad ammetterlo. Nel corso dell’incontro coi giornalisti e (molti) tifosi ha ricordato anche i suoi esoneri, ma subito dopo ha svelato di essere uno uno stakanovista, pronto a tirare fuori dai guai la nostra squadra. Punto primo, la difesa. Becca troppi gol. Va protetta con una tattica più accorta. Sperando che con il ritorno della tranquillità possano scemare anche gli errori tecnici individuali. A cominciare da quelli dei due portieri. Non si è fatta aspettare la disamina sulla costruzione della squadra da parte del napoletano che vive ad

Ancona: “C’è squilibrio tra difesa e attacco. Gli under sono stati concentrati tutti dietro, affidando la direzione del gioco nelle mani di un ragazzo. Valuterò con ponderatezza tutti gli effettivi per trovare già a Pesaro il necessario equilibrio.” E’ tornato immediatamente in rosa Todino, perdonato dal club dopo la sua fuga per incompatibilità con l’abruzzese. Non è da escludere di vederlo in campo subito, magari al posto di Alessandro, uno dei cocchi del mister esonerato. Fortemente imbarazzato Tonino Minadeo s’è scusato coi presenti per gli errori commessi, strappando applausi e strette di mano. Il giovane diesse si è messo segretamente già in moto per scovare tre pedine indispensabili per formare l’ossatura della nostra squadra. Liberando altresì qualche “vedova” di Roberto da Tortoreto.

Rapina al bar e refurtiva ritrovata Il fatto alla stazione di Campobasso. Allertato la Polizia i ladri hanno abbandonato il sacco CAMPOBASSO. Un gruppo di malviventi intorno alle 3 di notte è riuscito ad entrare all’interno del bar della stazione a Campobasso e hanno fatto razzia di soldi e prodotti. I malviventi hanno utilizzato un bidone dell’immondizia per fare il pieno di sigarette, mentre in uno zaino i Gratta e Vinci e i proventi di una decina di slot machines. Un dipendente delle Ferrovie dello Stato in quel momento all’interno della stazione sentendo dei rumori sospetti ha allertato la Polizia che ha inviato prontamente due equipaggi del Reparto Volanti. Dei malviventi nessuna traccia, ma la refurtiva, per un valore di oltre 20mila euro, è stata trovata a circa 30 metri dalla stazione ed è stata recuperata dagli agenti. All’interno del bar sono stati effettuati i rilievi del caso per provare a risalire agli autori del tentato furto, intanto proseguono le indagini.

Hobby sport, un tracciato nuovo A Ripalimosani il corso realizzato da Famoto in collaborazione con il Co.Re. Molise RIPALIMOSANI. Piccoli appassionati crescono. Si è svolto a fine settembre un corso Hobby Sport a Ripalimosani , e la particolarità dell’evento è stata la location. Il corso è si è tenuto presso l’Hobby Park della città, l’unica struttura permanente in Molise, realizzata da poco per consentire ai più piccoli di provare una moto da minicross in tutta sicurezza, su un tracciato con varianti tecniche e aree di avviamento alla pratica. Il corso, realizzato dal Moto Club Famoto in collaborazione con il Co. Re. Molise, e alla presenza del Coordinatore della CSAS Nicola Iannantuono, ha visto la partecipazione di numerosi bambini, i quali hanno terminato la giornata con una foto di gruppo insieme a Francesco Sera-

fini, nuovo pilota del Team Enduro Famoto. I piccoli hanno regalato a Serafini una maglia con la scritta “Benvenuto Capitano”, a testimonianza dell’affetto verso un pilota

che in ogni occasione ha cercato di stare loro vicino con la propria esperienza. “Grazie ad una stagione ricca di appuntamenti promozionali e al sup-

porto del Presidente CSAS Giovanni Copioli – ha spiegato Iannantuono – in Molise sono stati avvicinati oltre 400 bambini, molti dei quali continuano a seguire assiduamente le at-

tività federali in Regione, motivo per cui Fabio Denaro, titolare della Concessionaria Famoto, ha deciso di rinnovare e migliorare il supporto tecnico anche per il 2015. A lui va il nostro ringraziamento per aver contribuito in modo significativo alla nascita di questa realtà. E’ doveroso ringraziare poi le tante persone che lavorano dietro le quinte di questo progetto, come Miriam Panzera e Giuseppe Spensieri, oltre ad Antonio Carozza per la realizzazione dell’Hobby Park” All’evento è intervenuto anche il Presidente del Co. Re. Molise Clemente Santoro, che si è complimentato con gli addetti ai lavori per la realizzazione della manifestazione e dell’Hobby Park.





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Isernia

5 novembre 2015

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Grande Guerra: rose e corone sui monumenti alla Vittoria A Isernia, l’omaggio di CasaPound ai caduti ‘L’Italia risorga’

ISERNIA. Un mazzo di rose o una corona davanti ai monumenti alla Vittoria di 100 città italiane con su

la scritta “Risorga l’Italia ricordando la vittoria. Italiani in trincea 15-18”. Così CasaPound Italia onora i caduti della Grande Guerra e gli italiani che, in ogni tempo, hanno saputo sacrificare loro stessi per la difesa dell’identità nazionale e dei confini.

“La I° Guerra mondiale è stato un momento fondativo, il primo in cui gli italiani, chiamati a uno sforzo immenso, hanno preso coscienza di essere un popolo. E’ a quello spirito che CasaPound Italia si ricollega perché l’Italia risorga e la vittoria, alimentata dalla fede di chi non si arrende, possa manifestarsi anche in questi tempi oscuri di cialtroneria,

egoismo sfrenato e corruzione dilagante”, sottolinea il leader di CasaPound Italia, Gianluca Iannone. Iannone ricorda che, “a partire dalla manifestazione del 23 maggio a Gorizia, e con una serie di azioni che passano dalla riqualificazione dei tanti monumenti abbandonati al degrado fino alle azioni e ai dibattiti organizzati in tutta Italia, Cpi è im-

pegnata a ridestare quello stesso spirito che visse nei 700mila soldati e nei 600mila civili caduti nella I° Guerra Mondiale. Lo stesso spirito di chi – sottolinea il leader di CasaPound -, a Casale San Nicola, rischiando in prima persona, si è schierato in difesa dei diritti degli italiani e per questo è stato arrestato”.

Frode fiscale, ai domiciliari Colella L’imprenditore isernino, amministratore dell’ acqua minerale Santa Croce, avrebbe evaso il fisco per 13 milioni di euro ISERNIA. Frode fiscale: è questo il reato per cui ieri mattina Camillo Colella è finito agli arresti domiciliari. I reati contestati sono riferiti alla figura di amministratore delegato dell’Acqua Santa Croce, noto marchio il cui stabilimento produttivo si trova a Canistro in provincia dell’Aquila. L’isernino avrebbe evaso il fisco per 13 milioni di euro, relativi

ad Iva e imposte sui redditi attraverso meccanismi di dissimulazione sui quali si è puntata l’attenzione della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle entrate. Nel 2013, Colella è stato candidato presidente della Regione Molise con una propria lista, nonostante all’epoca fosse indagato oper il caso Ponzellini-Banca popolare di Milano,

vicenda per la quale è attualmente imputato. La misura cautelare è stata emessa dal gip del tribunale di Avezzano e prevede anche il sequestro di beni immobili e risorse finanziarie nella disponibilità dell’indagato per l’importo contestato. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e portate avanti dal nucleo di Polizia tributaria sono iniziate nel

2008 con una verifica fiscale. L’azienda da tempo è in stato di crisi: dei circa 70 dipendenti solo una ventina sono al lavoro peraltro a rotazione. La parte restante è soggetta agli ammortizzatori sociali. Spesso i sindacati hanno denunciato il mancato pagamento degli stipendi e l’inadeguatezza del piano industriale.

Microcriminalità, giro di vite dei Carabinieri A Isernia, sei persone denunciate e recuperata la refurtiva ISERNIA. Nel corso di una operazione predisposta dai Carabinieri in varie zone della provincia di Isernia, in particolare per contrastare fenomeni di microcriminalità e di illegalità, sei persone sono state denunciate per reati che vanno dal furto aggravato alla guida in stato di ebrezza alcolica, dai reati in materia di stupefacenti a quelli in materia di armi, fino ai reati in materia di sicurezza suoi luoghi di lavoro. A Castelpetroso, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Isernia, hanno sorpreso un 20enne di Pesche, alla guida della propria autovettura completamente ubriaco, mettendo così in gravissimo pericolo l’incolumità degli altri utenti della strada. Dagli accertamenti eseguiti mediante l’apparato etilometro in dotazione alle unità di

pronto intervento dell’Arma, il tasso alcolemico è risultato superiore di ben tre volte a quello consentito dall’attuale normativa. Nei suoi confronti oltre alla denuncia per guida in stato di ebbrezza alcolica, è scattato anche il sequestro del veicolo e il ritiro della patente di guida. A Venafro, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia, hanno denunciato un 60enne del posto per furto aggravato, in quanto dopo aver manomesso l’impianto elettrico della propria abitazione, attraverso un cavo collegato abusivamente con il contatore condominiale, asportava energia elettrica per un danno quantificato intorno ai seimila euro. L’impianto è finito sotto sequestro. E ancora a Venafro, un 21enne di Sesto Campano, è stato denunciato

dai militari del locale Nucleo Operativo e Radiomobile, perché sorpreso alla guida della propria autovettura dopo aver assunto sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”. Oltre a rispondere del reato di guida sotto influenza di stupefacenti, nei suoi confronti é scattato anche il ritiro della patente di guida ed il sequestro del veicolo. Gli stessi militari hanno proceduto anche a denunciare un 50enne di Napoli, perché trovato in possesso ingiustificato di un punteruolo, sottoposto a sequestro. Nei suoi confronti è scattata una denuncia per porto illegale di armi ed oggetti atti ad offendere. A Montaquila, i militari della locale Stazione, hanno denunciato un 40enne di Galluccio, in provincia di Caserta ed un 50enne di Mugnano di Napoli, i quali, en-

trambi responsabili di un cantiere edile, omettevano di utilizzare i dispositivi di protezione individuale previsti per la prevenzione degli infortuni dei lavoratori. Infine a Pozzilli, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile, sono riusciti a recuperare un camion con relativa gru, rubato alcuni giorni fa ad una ditta di Vairano Scalo, in provincia di Caserta. Secondo quanto accertato dai Carabinieri, alcuni malfattori erano probabilmente intenzionati ad utilizzarlo per asportare cavi di rame dalla zona industriale, ma la presenza delle pattuglie dislocate sul territorio, ulteriormente intensificata negli ultimi giorni per contrastare il fenomeno dei reati predatori, ha consentito di sventare il colpo e recuperare il mezzo rubato.

Intensa attività di prevenzione della questura di Isernia La Questura di Isernia, ha intensificato l’attività di prevenzione predisponendo, in questi ultimi giorni, un piano di controllo straordinario del territorio. Nel corso di tale attività, sono stati effettuati oltre 120 posti di controllo, identificate circa 1000 persone, alcune delle quali con pregiudizi di polizia e controllati oltre 500 veicoli; sono stati ritirati 2 documenti di circolazione ed elevate 150 contravvenzioni al Codice della Strada. Particolare attenzione è stata dedicata al controllo dei locali pubblici al fine di contrastare

i reati connessi all’abuso di alcool e stupefacenti, in particolar modo, da giovani avventori dei predetti locali e nelle ore notturne. A tal fine, è stata controllata la regolarità delle licenze, il rispetto delle norme di sicurezza ed il rispetto degli orari di chiusura e la somministrazione di bevande alcoliche in orari consentiti. La Squadra Mobile ha dato esecuzione ad un ordine di carcerazione del Tribunale di Campobasso nei confronti di un giovane isernino che dovrà scontare in carcere un residuo di pena, frutto di più condanne emesse per reati

contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti. Il giovane, che già era sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Isernia dove dovrà scontare 4 anni e 6 mesi di reclusione. Inoltre, la locale Sezione di Polizia Postale ha deferito in stato di libertà alla locale Autorità Giudiziaria per il reato di truffa due cittadini italiani, L.F. di anni 57 e D.C. G. di anni 23, entrambi residenti in provincia di Napoli, i quali, dopo aver messo in vendita uno smar-

tphone su un noto sito di e-commerce e dopo aver ricevuto dall’acquirente il compenso pattuito mediante ricarica di una poste pay da loro indicata, non consegnavano più la merce rendendosi, di fatto, irreperibili. Le indagini svolte permettevano di accertare, inoltre, che gli stessi avevano regolarmente attivato ad hoc la poste pay utilizzando i loro documenti di identità e che, nel tentativo di assicurarsi l’impunità, avevano successivamente denunciato lo smarrimento degli stessi per far credere che l’operazione truffaldina fosse stata compiuta da ignoti.


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Termoli

5 novembre 2015

Trivellazioni in mare, tutto al punto di prima Bocciato l’emendamento che portava entro le dodici miglia le attività di prospezione TERMOLI. Riportare il divieto di prospezione entro le 12 miglia? Giammai. E’ quanto ha deciso il Senato che nella seduta del 2 novembre, ha respinto l’emendamento presentato dalla senatrice del MoVimento 5Stelle Enza Blundo che, di fatto, “avrebbe bloccato le concessioni per l’attività di prospezione, ricerca e coltivazioni di idrocarburi nei nostri mari”. A votare contro, stando a quanto affermato dalla stessa esponenti dei pentastellati, il Partito Democratico, il Nuovo CentroDestra compresa la senatrice Chiavaroli, mentre la Lega si è astenuta. “Il Parlamento ha perso un’altra occasione per bloccare l’assalto dei petrolieri alle nostre coste e ai nostri mari”, ha affermato la Blundo per la quale “l’’unica forza politica coerente nella difesa delle coste italiane

è il M5S ed è la seconda volta che in aula perdono l’occasione per attuare ciò che promettono ai cittadini, nonostante la presa di posizione di ben 200 associazioni e 8 Presidenti di Regione, dei quali 6 del PD, che hanno depositato i quesiti referendari per ripristinare i giusti limiti di tutela dell’ambiente con l’abrogazione dell’articolo 35 del Decreto Sviluppo del 2012 e dell’articolo 38 del più recente decreto “Sblocca Italia”. Se veramente il nuovo Senato deve essere la Camera di rappresentanza degli Enti Locali – ha continuato la senatrice – l’approvazione di questo emendamento avrebbe significato il recepimento delle richieste degli Enti territoriali, ma così non è stato. Auspico che sia portato tempestivamente a termine almeno l’iter legi-

slativo di difesa delle nostre coste e dei nostri mari prima della prossima conferenza dei servizi per “Ombrina mare”, considerato il pericolo contro il quale stiamo tentando di recuperare a tempo scaduto”. Nel frattempo, sempre in Abruzzo, è corsa contro il tempo per l’istituzione del Parco naturale regionale dei Trabocchi (progetto che, in sostanza, fa il paio con quello già pen-

sato anche per la zona del Molise). Mentre la riunione della Commissione Bilancio che dovrà valutare proprio il progetto di legge si terrà nella giornata di domani 3 novembre, resta una data incerta per quello che riguarda la seduta di consiglio regionale che dovrà ratificare lo stesso progetto. Al momento la data resta quella del 10 novembre, un giorno dopo ri-

spetto alla Conferenza dei servizi al Ministero dello Sviluppo economico che dovrà valutare la possibilità di realizzazione del progetto Ombrina Mare. La richiesta, quindi, è quella di anticipare il consiglio regionale in seduta straordinaria prima del 9 novembre in modo da approvare l’istituzione del Parco e, di fatto, ‘bloccare’ la realizzazione di Ombrina Mare.

L’intervento

Sindaco Camilleri, siano alle solite di Vincenzo Cordisco Siamo alle solite, quando non si è presenti sui temi o male informati si scrivono e dicono cose inesatte, cercando di far passare gli altri per poco attenti e impreparati. Mi riferisco all’invito rivoltomi dal Sindaco Cammilleri pubblicato su mezzo stampa dove auspica la mia presenza al prossimo Consiglio comunale, fissato per il 10 novembre, anche per apportare un mio contributo sull’adesione o meno all’EGAM (Ente di Governo dell’Ambito del Molise per il servizio

idrico integrato). Bene Sindaco, stia sereno, la mia partecipazione in Consiglio – per il quale ad oggi peraltro ancora non ricevo convocazione - ci sarà, ma questo non esime Lei e la Sua maggioranza dalla responsabilità di non avere adempiuto nei termini di cui alla formale diffida della regione Molise pervenuta e protocollata in data 21 settembre 2015 prot. 15866 e che, quindi, doveva avvenire entro il 21 ottobre (30 gg a far data dal 21 settembre, è meglio ricordare!). Può darsi anche che la Regione abbia emesso diffida in un modo,

tipo spauracchio, per poi agire diversamente, ma questo è eventualmente altro capitolo. Infatti, ad oggi, il termine assegnato è trascorso, come lo era praticamente all’atto della seconda commissione consiliare svoltasi il 20 ottobre; anche in quella sede ho fatto presente (al Segretario comunale) che si era fuori termine per l’adempimento EGAM. Nel merito, rassicurato il Sindaco sulla mia partecipazione al prossimo Consiglio, riaffermo la mia sostanziale contrarietà all’EGAM così come imposto dalla Regione, senza dati precisi su gestione e costi a carico

dei Comuni, violando peraltro anche principi contabili. Nel contempo ho già inviato da tempo, così come proposto in conferenza capigruppo, alcuni emendamenti sull’argomento. Ed è per questo, caro Sindaco, toccherà a Lei ed alla Sua maggioranza decidere nel senso di accoglierli oppure, ancora meglio, se esprimersi all’unanimità di NON aderire alla “nebulosa” EGAM, formalizzando in Assise tale decisione di merito. Sarebbe un bella prova di responsabilità. Io ci sono e ci sarò, e Lei?

Il mese pasoliniano a Termoli A 40 anni dalla morte del letterato italiano, una serie di incontri sul suo pensiero TERMOLI. Col reading di ieri sera alle 18, piuttosto partecipato, è iniziato a Termoli il cosiddetto mese pasoliniano. Ciclo di eventi che grazie alla sinergia culturale della libreria Fahrenheit con Danilo Rana, del circolo del cinema Lino Lapenna e Antonio D’Angelo, abbinata alla collaborazione di Antonio Cappella e del suo gruppo abile nelle recitazioni teatrali, Termoli spiccherà nel ricordo-omaggio di un gigante intellettuale come lo scrittore e cineasta assassinato il 2 novembre 1975, di cui ricorre il 40ennale della morte. La serie di iniziative è stata presentata ieri mattina, alla libreria di via Cina, con i tre protagonisti e artefici di un cartellone invidiabile, che conta sulla pura passione, senza sostegni di rango istituzionale. Pasolini, uomo del mondo della cultura

scomparso nel 1975, ha segnato la storia italiana da giornalista, scrittore, editorialista, attore, regista ma anche poeta e pittore. “Si tratta di un recital organizzato dal vecchio amico Annibale Mastrangelo che ha condiviso con me delle esperienze teatrali e da alcuni dei ragazzi che sono stati nostri allievi durante la bellissima esperienza di teatro al Liceo Classico. L’idea di base – hanno affermato gli organizzatori nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina – è quella di approfondire l’attualità e la modernità di Pasolini e del suo pensiero. Pasolini si tende a rimuoverlo e a nasconderlo anche con un certo imbarazzo invece quello che ho notato nel corso degli anni e che continua a farmi piacere è che l’opera di Pasolini quando viene scoperta dai giovani continua

ad essere considerata stimolante e continua a colpire, guidare e dare profondissimi spunti di riflessione e quindi noi non vogliamo ricordarne la morte ma celebrarne la vitalità di cui lui stesso parlava attraverso la sua opera Leggeremo alcune poesie, alcuni dei suoi articoli, scritti di prosa, scritti Corsari. L’iniziativa è quella di cercare di restituire al pubblico Pasolini attraverso la parola ovvero attraverso la sua opera”. Dopo gli eventi del 3 e del 7 novembre, l’attenzione si sposta ai prossimi 11 e 13 novembre quando in programma ci saranno letture, riflessioni e rappresentazioni teatrali. A chiudere il mese pasoliniano sarà una rassegna cinematografica in programma al Sant’Antonio nei giorni 28 e 29 novembre.


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Termoli

5 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

“Florio, revocare le deleghe” Il centrodestra al comune di Termoli parte all’attacco sulla situazione dell’assessore TERMOLI. Il centrodestra prova a fare scacco con l’assessore all’Ambiente Filomena Florio e presenta una mozione di revoca delle deleghe, non della nomina, per la rappresentante in esecutivo del gruppo consiliare ‘Vota per te-Sbrocca sindaco’. La mozione, indirizzata al sindaco e al presidente del consiglio comunale è stata protocollata stamani, a firma dei consiglieri (e rispettivi capigruppo) Francesco Rinaldi, Basso Antonio Di Brino e Michele Marone. Primo firmatario proprio il giovane esponente dell’Alleanza per Termoli e coordinatore di Forza Italia Giovani. “Premesso che molti cittadini della città di Termoli lamentano come non mai una non più sostenibile situazione di degrado generale del decoro urbano della città e una mal programmata o meglio inefficiente prog r a m m a z i o n e politico-amministrativa del settore ambiente, ecologia e programma-

zione sanitaria. Premesso che è ormai la scarsa efficacia dei mezzi amministrativi di responsabilità tipica dell’assessorato all’Ambiente e al decoro urbano della Città di Termoli ha portato a inerzie sulla gestione della Res publica non più sostenibile e giustificabile. Premesso che è ormai un fatto pubblico, nonché comunicato ampiamente dagli organi di stampa che la gestione dei punti di raccolta differenziata con gazebo è mal gestita e oltretutto mal controllata da parte dell’assessorato all’Ambiente (esempio è l’isola ecologica al

porto) non può che non tradursi in una mal governance della cosa pubblica. Premesso che l’assessore all’Ambiente Filomena Florio non presta nessun ascolto alla minoranza consiliare tanto meno dà cenni di minimo ascolto ai consigli pratici e segnalazioni utili alla risoluzione dei problemi legati all’assessorato. Premesso che la VI commissione consiliare (ambiente, ecologia e programmazione sanitaria) nel quale l’assessore all’Ambiente ha un ruolo politico e amministrativo centrale, è un organo con lo scopo di favorire la preparazione, l’approfondimento, lo

studio e la proposta di argomenti attinenti agli atti di competenza consiliare, come da articolo 6 comma 1 del regolamento del Consiglio comunale). Premesso che le commissioni, relativamente alle materie di propria competenza, possono richiedere l’intervento alle proprie riunioni del sindaco degli assessori, dei dirigenti e i soggetti convocati, in forza della richiesta, sono tenuti a intervenire e fornire le informazioni o i chiarimenti richiesti (come da articolo 6 comma 7 del regolamento del Consiglio comunale). Premesso che l’assessore Florio non si è mai presentata da inizio legislatura nella VI commissione ambiente di cui la stessa ha delega in materia, nonostante le svariate sollecitazioni alle audizioni anche verbalizzate per richiedere la sua presenza al quale mai la stessa si è presentata su richiesta dei componenti della commissione, nonché anche sollecitata su verbale più volte dal vicepresidente della com-

missione Ambiente, consigliere Francesco Rinaldi (vedi verbali VI commissione del 22.08.2014, del 13.11.14 e del 23.06.15). Premesso che la VI commissione Ambiente non si riunisce addirittura dal 23 luglio scorso, nonostante ci siano tempi primari da discutere e di cui l’assessore all’Ambiente ha delega in materia e pertanto denota scarsezza di interesse nonché inefficienza ai temi specifici e alla gestione dei lavori consiliari della stessa commissione (v. modifica articolo 7 regolamento del Consiglio comunale con delibera di Consiglio del 26 luglio 2006). Premesso che l’assessore Florio è stata nei mesi passati artefice dinanzi a tutta la cittadinanza di una rottura conclamata con il sindaco e parte della maggioranza; chiede di impegnare il sindaco e il Consiglio comunale nel revocare le deleghe all’Ambiente e al decoro urbano detenute oggi dall’assessore Filomena Florio”.

“Gravidanze interrotte, fare squadra” Rita Colecchia, Federvita, ha sottolineato la necessità di procedere a una correzione della situazione in essere TERMOLI. C’è un dato su cui riflettere in Molise e fa riferimento al fatto che la nostra regione è quella con il numero più elevato di interruzioni volontarie di gravidanza. Secondo l’Agenzia giornalistica italiana, se ne contano 4.7 a settimana per ogni ginecologo non obiettore a fronte di una media nazionale pari a 1.6 che parte dallo 0.5 della Sardegna sino ad arrivare appunto al “nostro” 4.7. Per Rita Colecchia di Federvita, si tratta di un triste primato del quale si è parlato anche lo scorso anno al convegno nazionale del Centro aiuto vita che si è svolto a Montesilvano, alla presenza dei vescovi della Ceam. “Il Molise è la prima regione di Italia per un

tristissimo primato che stiamo combattendo da anni e che adesso è venuto alla ribalta. Qui da noi, nonostante la maggior parte dei ginecologi siano obiettori di coscienza e l’unico centro in Molise rimasto aperto per le interruzioni volontarie di gravidanza è l’ospedale di Campobasso – ha affermato la Colecchia – insieme alla Regione Abruzzo ci contendiamo questo primato da anni e l’anno scorso per prevenire tutto ciò e per discutere di questi dati si è avuto il convegno nazionale dei Centri Aiuto Vita a Montesilvano, in comunione con laConferenza Episcopale Abruzzo e Molise“. Forse, la gravità del dato è anche da rintracciarsi nel fatto che in tutto il territorio vi è una

sola realtà che pratica le interruzioni volontarie di gravidanza eppure, “l’emergenza è alta – ha continuato la presidente di Federvita – la nostra attività deve essere sempre sul fronte e non dobbiamo mai tentennare perché il consiglio dei nostri ginecologi, pur essendo obiettori di coscienza, a ogni minima difficoltà è comunque quello di abortire per cui consigliano alle mamme di interrompere la gravidanza e di farlo in centri specializzati, soprattutto quando l’interruzione è chiamata “terapeutica” cioè nel caso in cui c’è una difficoltà di vita del bambino, malattia del bambino o difficoltà della madre. Questo è stato uno degli ultimi casi seguito da noi a Termoli una donna che aveva avuto

A Termoli, il 4 novembre La celebrazione della giornata delle Forze Armate con l’omaggio al monumento ai Caduti TERMOLI. Si è svolta questa mattina, 4 novembre 2015, la cerimonia di celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. In piazza Vittorio Veneto le massime autorità militari e civili hanno reso omaggio al Monumento ai Caduti. Il sindaco Sbrocca e il tenente colonnello della Guardia di Finanza Roberto Di Vito hanno deposto una corona d’alloro ai piedi del Monumento. Il giovane musicista e studente Simeon Bruno, all’ordine del coman-

dante della Compagnia Carabinieri di Termoli Paolo Nichilo, ha intonato le suggestive note del ‘silenzio’. Presenti alla cerimonia i consiglieri e gli assessori della Giunta comunale, i vertici delle Forze dell’Ordine e i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e civili, oltre che diversi cittadini. Alla cerimonia hanno assistito anche le classi IV e V della scuola primaria Principe di Piemonte accompagnate dai docenti.

una difficoltà alla 21esima settimana di gestazione, ha avuto esattamente questo consiglio. La gravidanza si è interrotta spontaneamente ma i nostri ginecologi a volte inviano e organizzano lo spostamento della donna quando ci sono difficoltà”. Ed è su questo che Rita Colecchia chiede che ci sia più riflessione invitando le gestanti a pensarci un po’ in più perché il consiglio. “L’invito è quello di chiamare o il numero verde Sos Vita 800813000 o chiamare direttamente noi al 3493413357 perché siamo a disposizione per qualsiasi necessità.



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Opinioni di Pasquale Di Lena

La degustazione, come il corretto abbinamento cibo-vino, non è una novità. Anzi, è una pratica sempre più diffusa che permette di scoprire e capire i caratteri organolettici di un vino, pregi e difetti. Nel 2003, grazie all’Enoteca italiana di Siena, è uscito un libro “Sensi di vini – Il segreto del cervello nella degustazione “ che riporta, per la prima volta, il punto di vista di neurologi di fama mondiale con i risultati di una ricerca mediante risonanza magnetica, che hanno fatto capire il fondamentale ruolo di quella macchina meravigliosa che è il cervello. “Questi risultati – scrive, nel suo saluto di presentazione, il premio Nobel Rita Levi-Montalicini, che ho avuto la gioia di conoscere – pongono in evidenza la straordinaria proprietà del cervello umano di registrare un processo così altamente differenziato nella degustazione di una bevanda complessa quale quella del vino”. In pratica dal confronto di due gruppi di soggetti, sette sommelier, cioè esperti, e sette senza esperienza di tecniche degustative, è venuto fuori che vengono attivate aree diverse, nel caso del primo gruppo, più ampie. Il libro pensato da Benigna Mallebrein, giornalista tedesca in Italia, e illustrato da un grande artista, Michael Auth, è stato curato da un grande scienziato tedesco, Prof. Jürgen Mai, relatore al congresso mondiale sul cervello umano, che si è tenuto, nel 2002, a Roma presso la Fondazione Santa Lucia e che ha visto protagonista l’Enoteca italiana con i suoi grandi vini italiani Doc e Docg.Un libro fortunato, uscito in italiano e tedesco e, lo scorso anno – come mi ha subito informato il prof. Mai – anche in russo, che mi viene richiesto

di Claudio de Luca Alla presenza dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Cercemaggiore, dei referenti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, dell’Assessorato all’ambiente della Regione Molise, dell’Agenzia della Protezione civile, del Dipartimento di Prevenzione dell’Arem, dell’Arpa e dei Vigili del fuoco. la Commissione tecnica per la valutazione ambientale si è occupata del sito “Capoiaccio” di Cercemaggiore. Nell’occasione si è provveduto a sentire i rappresentanti della “Edison”, titolare della concessione per coltivare gli idrocarburi. Dopo di avere approfondito e valutato una serie di dati, il consesso ha rinviato i lavori a settembre quando saranno stati resi disponibili gli esiti degli accertamenti dell’Ispra. In sostanza si procede “lento pede“. L’ultima riunione si era tenuta nel giugno del 2014; e né allora né oggi è stato possibile conoscere cosa sia stato sversato nelle vasche di quella località, quali pericoli dovrebbe affrontare la popolazione, come procedere (e con quale danaro) ai lavori di bonifica una volta accertate le eventuali responsabilità. Ma un fatto è certo: la verifica condotta nell’area, affidata all’Agenzia regionale di protezione ambientale, ha consentito di elaborare i dati delle indagini effettuate nella zona del fosso vernile, costeggiante il sito “Santa Croce 1” per circa un chilome-

5 novembre 2015

Tutto quello che gli altri non dicono senza alcun finanziamento pubblico

Riconoscere e apprezzare la qualità di un prodotto

da molti ricercatori, soprattutto nel campo filosofico, di Università del mondo, ultima la prof.ssa Giorgia Cecchinato, insegnante di filosofia presso l’Università di Belo Horizonte in Brasile. Di questo stupendo libro riporto quanto è scritto in quarta di copertina “Gustare il vino è un’arte, che va sviluppata nel tempo con un approfondimento costante. Il sapere del sapore, infatti, aumenta il sapore del gusto”. Un pensiero che mi trova perfettamente d’accordo e che mette in luce il ruolo fondamentale di quanti professano con grande passione

quest’arte della degustazione. Una verità di cui si era occupato qualche decennio prima uno studioso si Storia economica, il prof. Federigo Melis, che si definisce “un modesto dilettante, in materia” e racconta .”Il mio interesse per il vino – il gusto del quale, in me innato, mi è piaciuto di educare – si può riassumere nel termine oggi di moda: un hobby, che mi aiuta a sollevarmi dalle sudate carte della disciplina di mia specializzazione – la Storia economica – dalla quale ho, tuttavia, tratto qualche elemento alle mie indagini, alle mie riflessioni sui temi vitivinicoli: se non altro, perchè io localizzo i miei studi nel basso Medioevo, che è il periodo in cui rinasce il vino, così come rinascono tanti aspetti salienti dell’alimentazione”. L’ illustre studioso, autore di un libro stupendo, edito dalla Casa editrice, Le Monnier di Firenze, “Il vino nel Medioevo”, è un “dilettante” che conosce molto bene il vino, la sua storia e, di essa, uno dei periodi più importanti quando il vino, con la rivoluzione dei trasporti, si apre a nuovi mercati e, quindi, a nuovi consumatori

soprattutto per stare a tavola e combinarsi con i cibi, che educa il proprio gusto e prova gli abbinamenti stabilendo che “è proprio il vino che agisce da fattore di allacciamento, di coesione e connessione …secondo regole precise ed in maniera da formare un sistema”. Un sistema che deve trovare la sua realizzazione in ogni zona d’Italia e, visto come sono andate le cose in fatto di globalizzazione, anche nel mondo, tenendo presente un dato, e cioè, che “in moltissime località, il vino sembra fatto apposta per taluni piatti e viceversa. Una correlazione che riporta al concetto dell’origine, il territorio. E il territorio, straordinario bene comune solo dal quale è possibile programmare il futuro di un Comune, di una Regione o di un Paese, merita rispetto, soprattutto se l’intento è di valorizzarlo e promuoverlo e non di schernirlo e maltrattarlo. Una regola fondamentale, che i professionisti della degustazione e degli abbinamenti conoscono molto bene, è quella di un crescendo che fa divieto di tornare indietro nella sequenza dei piatti e dei vini, e questo per dare risalto al gusto, o meglio, al piacere del gusto. In pratica partire da un vino bianco per poi passare al rosato e al rosso; da un vino giovane a un vino invecchiato; da uno a bassa gradazione a uno a più alcolico. Non a caso, parlando di abbinamento, si dice “si sposa” molto bene con questo piatto, cioè esprime armonia nel senso che si lega bene ed esalta il gusto, senza soluzione di continuità, appunto in un crescendo di piacere, del cibo, del vino e della tavola.

Cercemaggiore e quelle vasche tro. Secondo il Presidente della Quarta Commissione Ciocca, è stata rilevata la presenza di contaminazioni di benzene e di diclorometano oltre i limiti prescritti del Testo unico ambientale. Se ne è originata dapprima una radioattività elevata ed anomala (laddove si praticavano le estrazioni) e poi presenze di benzene e di diclorometano. Di qui l’urgenza di verificare sia le cause delle tracce anomale di radioattività γ (superiori fino a 10 volte il valore del fondo naturale rilevate in una porzione di territorio in prossimità delle vasche destinate alla decantazione delle acque di estrazione, per la successiva reinfezione nei pozzi stessi) sia le motivazioni del superamento dei parametri di benzene e di diclorometano rilevati attraverso il prelievo di sedimento nell’area circostante il fosso vernile. Purtroppo, soltanto a distanza di un anno, il Ministero dell’Ambiente ha replicato all’interrogazione dell’M5s, Per di più riferendo cose già note; quelle per cui le vasche di decantazione della contrada Capoiaccio di Cercemaggiore, realizzate per raccogliere le acque provenienti da pozzi destinati allo stoccaggio di materiali generalmente non considerati radioattivi, contengono radionuclidi naturali in concentrazioni superiori alla media della crosta terrestre che possono provocare un aumento significativo delle

esposizioni a radiazioni. Di qui l’obbligo (come ribadito dal Presidente Ciocca) di classificare “urgente” il problema. In effetti, nell’area in questione, quando lo stabilimento Montedison era operante, insistevano impianti (tra cui serbatoi e vasche) destinati alla decantazione di acque di estrazione per la successiva reiniezione nei pozzi di estrazione. In queste vasche venivano trattate

pure acque di estrazione provenienti da pozzi extraregionali, come quelli della Masseria Spavento di Melfi. Ed ora una parte di quel territorio vicino alle vasche appare interessata da abnormi valori di radiazioni, riscontrati anche in altre aree interessate dal fenomeno e che corrispondono ai luoghi attraversati dal fosso vernile che costeggia il sito che poi sfocia nel Torrente Freddo.



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